Bollettino Luglio Agosto Settembre 2017

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BOLLETTINO PARROCCHIALE Giornale dell’Unità Pastorale S. Luigi Orione MENSILE DELLE PARROCCHIE DI CASTELNUOVO SCRIVIA, ALZANO, GUAZZORA, MOLINO, OVA

1° ottobre: inizia la catechesi rasmettere la fede ai figli, è un privilegio ed una responsabilità che i genitori non possono dimenticare, trascurare o delegare totalmente. I genitori sono i primi annunciatori della fede attraverso la preghiera e la pratica cristiana. Nel giorno del Battesimo di vostro figlio vi è stata rivolta questa domanda:“Cari genitori, chiedendo il Battesimo per vostro figlio, voi vi impegnate a educarlo nella fede, perché, nell’osservanza dei comandamenti, impari ad amare Dio e il prossimo, come Cristo ci ha insegnato. Siete consapevoli di questa responsabilità?” E voi, insieme al padrino e alla madrina, avete risposto: “Sì”. La catechesi più importante che si fa in parrocchia è la Messa della domenica. Ma essa suppone, accompagna e completa quella che fate a casa sin da quando i vostri figli erano piccoli. Per voi genitori la Messa domenicale è forse anche l’unica catechesi. Per i figli è proprio impossibile capire qualcosa della vita cristiana

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se la catechesi non è collegata alla Messa. La vostra presenza alla Messa domenicale è importante non solo per voi, per i vostri figli ma anche per tutti gli altri membri della comunità parrocchiale. I vostri figli guardano il vostro esempio. Non dimentichiamo

che “le parole muovono ma sono gli esempi che trascinano”. La catechesi non prepara solo alla Comunione o alla Cresima, ma ad uno stile di vita che si chiama vita cristiana. Don Bosco, il grande educatore dei giovani, per formare “buoni

Segue a pagina 2 Iscritto al Tribunale al n° 4/69 il 22 giugno 1969. Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/AL. Direttore editoriale: il parroco Don Costantino Marostegan Direttore Responsabile: Dott. Roberto Carlo Delconte e-mail: unitapastslorione@libero.it www.parrocchiasantipietroepaolo.it Impaginazione e stampa: Dieffe s.n.c. - Castelnuovo Scrivia (AL)

Santa Teresa di Gesù Bambino (di Lisieux), 2 gennaio 1873 – 30 settembre 1897, Vergine e dottore della Chiesa, patrona delle missioni. Memoria liturgica 1° ottobre.


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cristiani ed onesti cittadini”, sapeva combinare con equilibrio studio, gioco, lavoro ma anche preghiera e catechesi. Quindi ci vuole un impegno serio e duraturo. C’è in gioco la vera “qualità di vita” dei vostri figli e della vostra famiglia. Iscriverli alla catechesi non basta. Il giorno del catechismo, concordato con la disponibilità dei catechisti, deve essere liberato dai troppi impegni (attività sportive, culturali, ecc.) che mettono il ragazzo in imbarazzo sulla scelta da operare.

Potranno quindi essere presenti agli incontri, con perseveranza e con gioia. Vi invito, inoltre, a collaborare con i catechisti che con impegno offrono questo servizio alla comunità. Ricordiamoli nella preghiera invocando lo Spirito Santo e, mentre li ringraziamo con la parola, sosteniamoli con la partecipazione alle iniziative che proporranno. Buon inizio dell’anno catechistico! don Costantino

Finalmente nel web Da qualche settimana è possibile consultare via internet il nostro Giornale interparrocchiale visitando il seguente indirizzo: www.parrocchiasantipietroepaolo.it. Il nome del sito è stato scelto per semplici motivi di praticità e non vuole di certo oscurare il fondamentale carattere di “interparrocchialità” del nostro BOLLETTINO, che riflette ormai la lungimirante esperienza decennale della nostra Unità pastorale San Luigi Orione (che comprende le parrocchie di Castelnuovo, Alzano, Guazzora, Molino ed Ova). Il sito – di facile consultazione e graficamente molto bello - è stato realizzato da Marco Colangeli (di www.filodesign.com), grazie alla preziosa supervisione di Elvis Quaglia (da sempre guida parrocchiale per le attività informatiche). Questa versione digitale non sostituirà in alcun modo la versione tradizionale, ma - come capita per moltissimi giornali - affiancherà l’edizione cartacea. Sul sito sarà possibile non soltanto consultare i nuovi numeri del Giornale che via via usciranno, ma, nel giro di qualche mese, saranno consultabili anche molti numeri arretrati. Inoltre, sarà possibile pubblicare sul web, a corredo di alcune principali notizie, altre foto rispetto a quelle pubblicate nella versione cartacea, oppure approfondimenti tematici più estesi.

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Un contributo per il “tuo” Bollettino Il nostro Bollettino, ormai giunto al suo 104° anno di vita, si è molto rinnovato, sia nella veste grafica che nei contenuti. In particolare, la scelta di stamparlo parzialmente a colori ha comportato una maggiore spesa. Pertanto, per proseguire e migliorare il cammino intrapreso, è anche necessaria la vostra partecipazione. Se volete aiutare il Bollettino potete recarvi nell’Ufficio Parrocchiale di Castelnuovo, oppure utilizzare il conto corrente postale n° 11692159, intestato alla Parrocchia S.S. Pietro e Paolo - via M. D’Azeglio n° 9, 15053 Castelnuovo Scrivia, causale “PER BOLLETTINO”. Per Alzano e Guazzora rivolgersi agli uffici parrocchiali la mattina dei giorni festivi. Per Molino rivolgersi in Canonica.

Festa a San Damiano Nonostante il tempo inclemente e i primi accenni d’autunno, sabato 9 settembre alle ore 19 è stata celebrata la Santa Messa nella chiesetta campestre dei Santi Cosma e Damiano. A seguire, il comitato e i volontari che da anni si occupano della chiesa, hanno preparato un ampio rinfresco per un piacevole momento di condivisione. Ringraziamo chi rende possibile il rinnovarsi di queste semplici ma importanti tradizioni e ci auguriamo che i giovani le prendano a cuore e le portino avanti in futuro.


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www.amicidomenicani.it Un sacerdote risponde Le vostre domande al sacerdote. Scrivete un’e-mail a P. Angelo Bellon op, docente di teologia morale al seguente indirizzo e-mail: padreangelobellon@amicidomenicani.it

Sul precetto che riguarda le immagini, sulla rappresentazione del Padre e dello Spirito Santo Quesito Salve padre, sono sempre A. Mi perdoni se le scrivo, ma voglio colmare le mie lacune per essere degno del mio Signore. Come sempre se lo ritiene necessario può anche non pubblicarmi, io comunque la ricorderò nelle mie preghiere, spero che lei mi ricordi durante la Messa. Nelle varie risposte che ha dato sulla venerazione delle imRisposta del sacerdote Carissimo, il Catechismo Romano del Concilio di Trento, in un’epoca in cui i protestanti si erano manifestati nemici acerrimi delle immagini sacre, ricorda che “il precetto che proibisce ogni immagine della divinità aveva lo scopo di salvaguardare gli ebrei dal pericolo dell’idolatria. Poiché essi vivevano continuamente a contatto di popoli idolatrici, era ben facile la tentazione e fin troppo agevole il pericolo di infiltrazione dei culti stranieri. Di qui la forza con cui Isaia rinfaccia al popolo le colpe idolatriche: A chi potreste paragonare Dio e quale immagine mettergli a confronto? (Is 40,18). Di qui anche il richiamo di Mosè al simbolo del fuoco: Non vedeste alcuna figura, quando il Signore vi parlò sull’Oreb dal fuoco (Dt 4,15); evidente allusione al terribile castigo con cui Dio sa punire chi si allontana dal vero culto del Signore” (CR 304). Ma poi il Catechismo Romano dice: “Con tutto ciò, ripetiamo, non è irreligioso o contrario alla legge di Dio raffigurare in modo sensibile le Persone della Santissima Trinità, manifestatesi agli uomini sia nel Vecchio che nel Nuovo Testamento. Non è infatti possibile che un cristiano sia così grossola-

magini sacre non riesco a trovare come la Chiesa si pone sulle Immagini di Dio Padre, mi diceva il mio parroco che i protestanti facilmente ci attaccano su questo punto ma che la Chiesa non venera immagini di Dio Padre perchè, diversamente da Gesù, angeli e santi, noi non abbiamo mai avuto la possibilità di vedere Dio Padre se non sotto forma di fuoco nel roveto (Esodo 3,1-6) davanti a Mosè o di nube nella Trasfigurazione di Gesù (nei vangeli sinottici Matteo 17,1-8; Marco 9,2-8 e Luca 9,28-36).

no da ravvisare in quelle raffigurazioni la divinità stessa, essendo evidente che con esse si vogliono rappresentare in qualche modo alcune proprietà o azioni attribuite a Dio” (CR 305). 2. Sulla riproduzione del Padre il medesimo Catechismo dice: “Così, in base al testo del profeta Daniele, si rappresenta talvolta Dio, l’Antico dei giorni, seduto in trono con dinanzi un libro. Per questo lo si rappresenta come un vegliardo” (CR 305). E così lo si rappresenta proprio nel medesimo modo in cui lo descrive il profeta Daniele nella Sacra Scrittura: “Io continuavo a guardare, quand'ecco furono collocati troni e un vegliardo si assise. La sua veste era candida come la neve e i capelli del suo capo erano candidi come la lana; il suo trono era come vampe di fuoco con le ruote come fuoco ardente” (Dan 7,9). 3. Analogamente sulla rappresentazione dello Spirito Santo il Catechismo Romano scrive: “Sulla scorta del Vangelo (cfr. Mt 3,16; Mc 1,10; Lc 3,22; Gv 1,32) e degli Atti degli Apostoli (cfr. At 2,3) la colomba e le lingue di fuoco sono raffigurazioni abitualmente usate per significare lo Spirito Santo. 4. “Quanto a Gesù, alla santissima Vergine e ai santi, poiché hanno avuto

natura umana come noi, è chiaro che non solo non è vietato raffigurarli in immagini, ma la loro rappresentazione costituisce anche un atto di devozione e di pietà. Ciò è stato costantemente insegnato dai Padri e dai concili e lo confermano i monumenti stessi dell'età apostolica. Del resto l’uso di conservare nelle chiese le sacre immagini e di prestare loro un culto di devozione, indirizzato non all’immagine in se stessa ma alla persona rappresentata, è sempre stato costante nella Chiesa e i fedeli ne hanno tratto grande vantaggio per la loro pietà” (CR 305). 5. Il Concilio Vaticano II sulla stessa linea dice: “Il sacrosanto Concilio (...) esorta tutti i figli della Chiesa perché (...) scrupolosamente osservino quanto in passato è stato sancito circa il culto delle immagini di Cristo, della beata Vergine e dei santi” (Lumen gentium, 67). Ti ringrazio per le tue preghiere e da parte mia ti assicuro volentieri un ricordo nella celebrazione della S. Messa. Ti benedico. Padre Angelo Pubblicato 19.09.2016 La pagina è stata letta 1163 volte (al 29 settembre 2017).


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“Detto fatto” – meravigliose le tue opere entre scrivo queste righe per il nostro bollettino sento in lontananza il rumore dolce e monotono della pioggia che, dopo la canicola estiva, ricopre tutte le cose di un malinconico manto. Le scuole riaprono i battenti con il loro corso regolare di lezioni, compiti in classe ed interrogazioni. Il lavoro ritorna ad esprimersi nelle sue mille sfaccettature, la vita fluisce nella quotidianità famigliare. In questa vena lirica che mi pervade ripenso, con tanta gioia e gratitudine al Signore, allo splendido inno corale alla creazione che si è innalzato dal nostro oratorio estivo. Il tema di quest’anno, “Detto – Fatto” ha permesso a tutti, bimbi e ragazzi – quasi duecento – animatori, assistenti e collaboratori di compiere un itinerario attraverso la creazione, opera continua del Padre di che con la Sua Parola di vita e d’Amore dipinge il nulla in un capolavoro che sempre si rinnova in ogni angolo della nostra “casa comune”, in ogni volto, sguardo, nel disegno della vita di ogni uomo. La Parola, diversamente dalle nostre parole (troppe!) separando ed ordinando per il bene, fa quel che dice ed agisce facendo risorgere la vita di ogni uomo. Come ci suggerisce il sottotitolo “Meravigliose le tue opere”, i frutti della creazione portano la firma dell’Artista riflettono il mistero della sua gloria. Partendo dalla base biblica del primo racconto di creazione (Gn 1,1 – 2,4a) i nostri ragazzi hanno avuto modo di rivivere nei momenti di preghiera al mattino e alla sera, l’itinerario dei sette giorni della creazioni, accompagnati da un amico eccezionale: San Francesco. In un clima di gioia, divertimento e serenità, le ore in oratorio sono state scandite da diversi laboratori creativi quali compiti, calcio, danza, giocoleria basket e musica. I giochi a tema organizzati dall’equipe animatori hanno permesso a tutti di prendere sempre maggiore coscienza dell’amore che dobbiamo nutrire nei confronti di questa nostra fragile madre terra. Degno di nota è stato anche il momento del pranzo: nell’ottica della Laudato Si di papa Francesco, i nostri ragazzi hanno mostrato una spiccata sensibilità ecologica, sempre più rara nella “cultura dello scarto”, giungendo, aiutati da oculate scelte educative e parrocchiali, a “quota zero” nel conteggio del cibo avanzato. Le gite a “Mondoratori”, rassegna dei grest della diocesi svoltasi quest’anno a Rivanazzano, e al parco acquatico “Bolleblu” hanno suggellato le stupende giornate passate insieme. Nel rendere grazie il nostro cuore si leva al Signore Gesù che, camminando a nostro fianco, ci ha permesso di avere occhi nuovi per contemplare il creato in cui siamo chiamati ad abitare come figli e fratelli. Un grazie tutto speciale va al nostro parroco, don Costantino che, mettendo a disposizione strutture e risorse e coordinando con precisione e puntualità ogni aspetto, ha fornito la possibilità di vivere splendidi giorni di grazia. Grazie agli

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Bollettino Parrocchiale animatori, il carburante di questo motore dai meccanismi ben oliati: senza la loro esuberanza ed intraprendenza gioiosa non sarebbe stato possibile nulla di tutto ciò che abbiamo vissuto… non si sono di certo risparmiati! Grazie alle cuoche che con encomiabile spirito di sacrificio ed umiltà hanno ristorato con innumerevoli delizie corpo e spirito. Un abbraccio colmo di riconoscenza va rivolto ad Elvis e Jessica che, condividendo una solida esperienza in campo oratoriano, hanno indicato la giusta direzione per un brillante svolgimento dell’oratorio. Si riversi davvero una pioggia di benedizioni su tutti coloro che, senza alcuna eccezione, hanno prestato servizio aggiungendo una tessera per la realizzazione di questa vera e propria d’arte, costata molti sacrifici. Ritengo che l’oratorio estivo, con le fatiche e le gioie che lo caratterizzano, sia un termometro del grado di coesione ed unione di una comunità cristiana che cammina con il Risorto nel servizio ai fratelli, in particolar modo i più piccoli ed indifesi: a Castelnuovo si sono registrate temperature, a tal proposito, altissime!. La serata finale del 1° luglio ha dato modo di provare sperimentare quanto ho detto finora: i ragazzi ed gli animatori hanno mostrato ad una folla numerosa di genitori ed amici come si rende lode a Dio con la musica, il ballo, la recitazione e la gioia che sgorga da un cuore semplice e puro. Dostoevskij diceva: “la bellezza salverà il mondo”…in questi giorni la Bellezza infinita del Figlio ha trovato la sua più completa espressione in un caleidoscopio commovente di volti, sorrisi, abbracci, gesti di pace ed amore, condivisione e preghiera. Nel volto raggiante di luce di ogni bimbo, bimba, ragazzo e ragazza, uomo e donna è stato possibile davvero fare un incontro con Gesù, risorto e vivo! Stefano Giuliano

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Unità Pastorale S. Luigi Orione Castelnuovo Scrivia – 29 maggio 2017

Consiglio Pastorale Inter Parrocchiale Ordine del giorno: 1 – Momento di preghiera 2 – Lettura e approvazione verbale seduta precedente 3 – Oratorio: Pensieri sull’Oratorio (vedi allegato); Relazione dei coordinatori sulle attività in corso (calcio, chitarra, cucina, cucito, teatro); Relazione sull’andamento del Corso Animatori in previsione del Grest 2017; Relazione sui lavori svolti e previsioni future; 4 – Benedizione delle famiglie 5 – Varie ed eventuali Verbale Alle ore 21.15 di lunedì 29 maggio 2017, presso la canonica di Castelnuovo Scrivia si è riunito il C.P.I.P. per esaminare i vari punti dell’ordine del giorno di cui sopra. Dopo un breve saluto da parte di Don Costantino, come momento di preghiera, è stata recitata dai partecipanti una decina del Rosario. Il segretario ha quindi dato lettura del verbale della seduta precedente che è stato approvato. Si è quindi proceduto all’esame del punto 3 – Oratorio: Dopo aver provveduto a leggere l’allegato “Istantanee dall’oratorio” di Samuele Marelli, direttore della F.O.M. di Milano, da vari interventi dei presenti si è dedotto che funziona la rete fra le persone, è importante la presenza discreta da parte degli adulti, alla base dell’oratorio deve esserci un gruppo di amici che devono attrarre gli altri sempre anche se adesso non c’è perché tutti danno il massimo contributo solo durante il Grest. A settembre bisognerebbe partire dal gruppo dei quindicenni. Sarebbe opportuno che il gruppo trascinante si formasse già a partire dalle elementari. Il parroco ha poi invitato i coordinatori delle attività in corso a raccontare cosa è stato fatto in meglio dall’ultima riunione dell’oratorio ad oggi: corso di chitarra – Francesca ha letto il messaggio di Stefano Giuliano sul corso frequentato da ben 15 partecipanti. corso di cucito – Mimmo riferisce che il corso da lui tenuto con il supporto di Luciana e che aveva luogo di sabato, ha avuto 10 presenze, tra le quali un maschio, tutti partecipavano volentieri e hanno potuto imparare alcune basi del cucito. corso di teatro – condotto da Teresa il lunedì, il corso ha visto solo la frequenza continua da parte di 2 o 3 ragazzi assidui mentre altri partecipavano solo saltuariamente in vista della preparazione di uno spettacolo. corso di calcio – tenuto da Raffaele di sabato pomeriggio, ha visto la partecipazione di 13 ragazzi e 2 ragazze, quasi tutti delle elementari, che hanno formato una piccola squadra detta dei “Gabbosi” che ha partecipato ai tornei indetti nell’oratorio. Prima di iniziare ogni corso si recitava la preghiera del mattino e al termine quella della sera. corso di cucina – gestito da Francesca con l’assistenza di Valentina, Caterina, Pinetta, Rosa e Luciana, aveva luogo il giovedì pomeriggio e ha riscontrato una buona partecipazione con la presenza di ben 29 iscritti, tutti delle elementari, tra i quali anche 1 maschio. Tra biscotti, torte varie e cioccolato a volontà, tutti si sono divertiti e hanno apprezzato l’impegno di Francesca. In conclusione, grazie a tutte le attività sopra menzionate, si può affermare che, dall’inizio di febbraio, una settantina di ragazzi ha frequentato l’oratorio grazie ai corsi che però sono stati ideati e portati avanti solo da adulti. Si può pensare di tenere l’oratorio chiuso anche per più giorni se le persone sono impegnate nei laboratori e non possono fornire assistenza. Per quanto riguarda l’andamento del Corso Animatori in previsione del Grest 2017, il seminarista ha affermato, nel suo messaggio, che ha avuto buon esito grazie anche alla collaborazione di Jessica e nonostante la mancanza di animatori grandi. Elvis ha detto che nell’ultima riunione è stato suggerito di leggere un libro o guardare un film insieme per poi commentarlo. Con Jessica si sono trovati tutti bene ma non sembra giusto che il costo dei corsi di formazione per gli animatori, ammontante a circa € 6000, debba essere sostenuto dalla parrocchia e non dalla diocesi. Per il Grest 2017 , che avrà come motto:” Detto fatto” , ci saranno 66 animatori ma secondo alcuni sarebbe meglio se fossero un po’ di meno e più selezionati. Elvis ha suggerito di fare laboratori di cucito anche al Grest: la proposta verrà vagliata. Purtroppo è giunta la notizia che alle scuole elementari, a oggi, non sono ancora stati distribuiti i moduli per l’iscrizione al Grest ed Elvis ha suggerito di mandarli tramite Whatsapp. Don Costantino ha rivolto un pensiero ad Adriana Citarelli Saglia, - assistente dell’oratorio da anni ritornata al Padre e in ricordo della quale, durante il Grest si terrà la solita rassegna gastronomica - per affermare che durante l’oratorio estivo sarà necessaria l’interazione tra animatori e adulti, adulti che devono essere a momenti guardie ma anche, a volte, confidenti ecc. In merito ai lavori, è stata sistemata la rete del campetto con tutto quello che ha comportato. Numerose le previsioni da prendere in esame quali la recinzione di Via Matteotti, le nuove trivellazioni perché manca l’acqua nel pozzo a causa della siccità, il teatro da mettere a norma, l’impianto elettrico da mettere a norma, l’impianto di riscaldamento da rivedere, il tetto del teatro di Molino, la canonica di Molino, il campanile di Molino che perde i pezzi, il tetto della canonica di Alzano. Soltanto Guazzora sembra non avere al momento grossi problemi. Si è quindi esaminato il punto 4 – benedizione delle famiglie: a – a partire dal 1° giugno e fino al 30 agosto, sarà presente, nell’Unità Pastorale, un sacerdote di supporto che si occuperà della benedizione delle famiglie iniziando da Molino dove si è già proposta una persona per l’accompagnamento presso le case b – resta da stabilire come fare per Castelnuovo e a tal scopo si decide di ritrovarsi in altra data per i suggerimenti in merito per il punto 5 – varie ed eventuali – si è solo confermata la presenza della banda durante la processione di San Desiderio con il busto del Patrono. Alle ore 23.35 ha avuto termine la seduta.


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Unità Pastorale S. Luigi Orione Consiglio Pastorale Inter Parrocchiale Tortona – Duomo – 15 settembre 2017 Presentazione da parte del Vescovo della Lettera Pastorale 2017-2018 Verbale Alle ore 21.00 di venerdì 15 settembre 2017, nel Duomo di Tortona, ha avuto luogo la presentazione della Lettera Pastorale 2017-2018 a cura del ns. Vescovo . Dopo aver ascoltato il brano tratto dagli Atti degli Apostoli (2,42-47), Mons. Viola ha fatto una sintesi del nuovo piano pastorale partendo dalla lettura che descrive la prima comunità degli Apostoli. Nel giorno di Pentecoste, Pietro, dopo aver ricevuto il dono dello Spirito, legge la Scrittura alla luce della Pasqua e tutto diventa chiaro, ogni profezia risulta compiuta e finalmente si comprende che i Salmi e i Profeti parlavano di Gesù che con la sua Risurrezione ha fatto comprendere che la Parola di Dio è vera e concreta e che di fronte ad una simile scoperta non si può rimanere passivi. L’esperienza della nuova comunità cristiana prevedeva dunque l’ascolto della Parola, decisiva per comprendere Gesù, la conversione, il battesimo e il dono dello Spirito Santo. La prima comunità cristiana attraeva e quindi anche le nostre comunità dovrebbero farlo dando testimonianza al mondo che “Dio è vivo!”. Il Vescovo ha poi ricordato che Papa Francesco nell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium ci ha dato una visione che deve essere il nostro programma pastorale: il sogno di una Chiesa missionaria che riscopre continuamente la gioia dell’annuncio del Vangelo (cfr. EG 27). Ha poi fatto richiamo ad una maggiore unità dell’azione pastorale asserendo che occorre realizzare esperienze concrete di Unità Pastorali o meglio di Comunità Pastorali che devono far lavorare insieme le parrocchie per raggiungere obiettivi dove tutti si sentono coinvolti e corresponsabili. Ha poi ringraziato il Signore per il dono dell’inizio della Visita Pastorale da considerarsi come l’incontro gioioso tra il pastore e il suo gregge e momento di grazia per le varie comunità. Sabato 26 maggio 2018 avrà luogo un Convegno Diocesano Presbiterale per verificare il cammino svolto nei vicariati . Il Vescovo ha quindi suggerito di guardare con speranza cristiana al futuro e non con rimpianto ad un passato che non c’è più. Ha quindi lasciato l’analisi più dettagliata del piano pastorale alla consultazione della lettera che al termine della funzione si sarebbe potuto ritirare in fondo alla chiesa. L’incontro ha avuto il suo momento culminante nell’Adorazione Eucaristica finale. La lettera pastorale 2017-2018 sarà presa come sempre in esame durante la giornata interparrocchiale che avrà luogo ad Alzano sabato 14 ottobre a partire dalle ore 14.30 per programmare il nuovo anno pastorale alla luce delle indicazioni del Vescovo.

Unità Pastorale S. Luigi Orione Castelnuovo Scrivia – domenica 17 settembre 2017 Convocazione straordinaria del Consiglio Pastorale Inter Parrocchiale e dei Consigli Parrocchiali Affari Economici Ordine del giorno: Comunicazioni dalla Curia Diocesana Verbale “Come tu mi vuoi io sarò, dove tu mi vuoi io andrò, se mi guida il tuo amore paura non ho, per sempre in te vivrò”. Mai canto iniziale alla S. Messa delle ore 11 di domenica 17 settembre a Castelnuovo Scrivia poteva rendere quanto il ns. parroco Don Costantino Marostegan stava per annunziare ufficialmente al termine della celebrazione all’assemblea dei fedeli e cioè che, fedele al voto di obbedienza fatto al momento della sua consacrazione a sacerdote, aveva accettato di assumere il nuovo incarico di parroco di Pozzolo Formigaro deciso dal ns. vescovo Mons. Vittorio Viola. Silenzio e sconcerto nei presenti anche se, da parecchio tempo, circolavano voci più o meno attendibili in merito alla notizia. Al suo posto, a guidare l’Unità Pastorale S. Luigi Orione, comprendente le parrocchie di Alzano, Castelnuovo, Guazzora, Molino ed Ova, è stato chiamato Don Paolo Caorsi che ha dovuto lasciare le parrocchie di Pontecurone affidate a dei sacerdoti orionini. Don Costantino celebrerà la sua ultima S. Messa a Castelnuovo domenica 19 novembre e farà il suo ingresso ufficiale a Pozzolo sabato 25 novembre e, in attesa del nuovo parroco che verrà insediato domenica 26 novembre, sarà presente a Castelnuovo un sacerdote di supporto . Al termine della celebrazione eucaristica, con il parroco, si sono ritrovati in canonica i membri del Consiglio Pastorale Interparrocchiale e i componenti dei vari Consigli Parrocchiali per gli Affari Economici convocati d’urgenza per essere messi a conoscenza delle decisioni prese dalla curia vescovile diocesana. Il segretario del C.P.I.P. su invito di Don Costantino, ha ricordato che, per quanto contemplato dallo statuto, nonostante la scadenza del Consiglio sia prevista per la fine dell’anno 2017, i suoi membri e con essi tutte le commissioni esistenti, rimarranno in carica straordinariamente ancora un anno per poter affiancare il nuovo pastore nel non facile compito di prendere coscienza di quanto avviene, a livello pastorale e parrocchiale, nelle varie comunità dell’Unità. Don Costantino ha ricordato ai presenti che i sentimenti non si possono nascondere e che quindi è inevitabile che tutti siano un po’ disorientati da quanto il comunicato ufficiale abbia provocato nelle menti e nei cuori specialmente di coloro che da anni collaborano nelle varie parrocchie. La fede, la carità e la speranza cristiana dovranno però avere il sopravvento su tutto per poter garantire lo stesso supporto anche al nuovo pastore designato dal ns. Vescovo. Verso le ore 13.00 ha avuto termine la seduta.


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Ancora sorprese dal Cenacolo della Cappella lunga ella Parrocchiale con scadenze periodiche si provvede alla manutenzione delle parti lignee, del portale in pietra, dell’organo e così via. Ora è venuto il momento di un’opera di grande importanza nell’arte castelnovese: L’Ultima cena, dipinto da Alessandro Berri nel 1540 e da sempre collocata nella Cappella lunga. L’incarico gli venne affidato dalla Confraternita del SS. Sacramento che era stata fondata nel giorno di Pasqua del 1480, ma che era attiva da diversi decenni per l’impulso dato dal grande teologo Pietro Grassi che era stato padre generale degli Humiliati e poi vescovo di Pavia e che a Castelnuovo, suo paese di origine, aveva fatto costruire il campanile e il primo organo. La grande pala d’altare fu oggetto di modifiche, tipo l’asportazione della predella ora recuperata, e di abbandono: basti osservare la foto scattata nel 1920. Negli anni 1983-1986 fu salvata in extremis con un difficile intervento seguito attentamente dalla dott.ssa Carlenrica Spantigati della Soprintendenza. A distanza di oltre trent’anni si è ritenuto opportuno provvedere a una revisione generale, una verifica dello stato di adesione fra lo strato preparatorio e il supporto ligneo, una pulitura da polvere e sporco, la riequilibratura della vernice.

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La foto del 1920 pone in risalto la situazione disastrosa del Cenacolo. Ritrovarla è stato un colpaccio fantastico poiché vi appaiono particolari, soprattutto sulla figura di Cristo e sulla tavola imbandita, che nel 1983 si erano persi. In tal modo è possibile eliminare anche le lacune più difficili.

Lunedì 4 settembre i Nicola di Aramengo, autori del restauro originale) iniziano con una completa manutenzione, con l’aggiunta della chiusura delle fallanze di colore che, secondo i criteri di allora, nel 1984, erano state lasciate a legno scurendone o schiarendone il tono in accordo con l’originale. L’intervento viene seguito, per la Soprintendenza e la Diocesi, dalle dott.sse Valeria Moratti e Lelia Rozzo, le quali hanno accettato le proposte della Commissione lavori, forse anche per rapporti di fiducia e di stima che ci legano. Fin dai primi giorni sono state fatte alcune scoperte che richiederanno aggiunte nei costi. Il sottofondo e la pedana vanno risanate, i culmini della cornice solidificati. L’osservazione attenta di quel brutto verde intenso del culmine ha consentito di individuare sotto scialbo i colori originali, decorazioni, cornici floreali e simboli religiosi messi in risalto con l’argento, ormai scuritosi.

Il cantiere nel suo complesso.

Ma veniamo al dunque: la cornice è divisa in due epoche. Quella attorniante il dipinto è opera di Gerolamo Borghi, intagliatore e pittore castelnovese, all’incirca coetaneo del Berri. È splendida e dai saggi risulta dipinta con tre colori: due vivacissimi blu e rosso e il giallo della lamina d’oro. Questo strato è ricoperto da successive ridipinture, da uno strato di gesso e da un’altra ridipintura. Ai lavori si è deciso di aggiungere anche la pulizia della predella con le scene della Piccola Passione e il restauro del tabernacolo, di cui ho scoperto l’autore, il Borghi; la data 1583 e il costo lire, la cui collocazione comportò gravi modifiche e sparizione della predella, ritrovata poi nel 1983. Tabernacolo per il quale il parroco Antonio Costa nel 1680 auspica che “tale opera di mano rimanesse per sempre viva e degna di memoria”. Lo accontenteremo! Le spese sono parzialmente coperte dal gruppo “Insieme…cucinando”, ma il restituire il massimo splendore all’opera - forse la più bella presente a Castelnuovo - richiederebbe ulteriori contributi.

- Il tabernacolo di Hieronimus Borghi (1583).


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Bollettino Parrocchiale

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Sul registro dei verbali della Confraternita del SS.Sacramento, che iniziano nel 1480 e arrivano al XVII secolo (purtroppo con molti fogli mancanti) nell’anno 1583 si legge dell’incarico a Hieronimus Borgo per la costruzione del tabernacolo.

Un particolare della predella con le cinque scene della Piccola Passione. Manca quella centrale del “Cristo portacroce”.

Mi riferisco soprattutto alla cornice in stile corinzio. Arrivare allo splendido strato originario richiederebbe centinaia di ore supplementari e quindi per ora l’attuale strato aggiuntivo, ormai in pessime condizioni, verrà siringato per favorirne la coesione, ma usando colle reversibili che sarà sempre possibile eliminare quando verrà il momento di poter completare interamente il restauro.

La prima parte degli interventi, con relativo smontaggio della impalcatura, si è conclusa il 30 settembre. Rimangono da eseguire la documentazione fotografica, piccole opere di manutenzione sulle opere presenti nella Cappella lunga e soprattutto il restauro del cinquecentesco tabernacolo che, secondo i saggi eseguiti, nasconde uno strato di eccellente fattura, come già dichiarava il parroco Costa nel 1680. Il tabernacolo verrà riconsegnato per il 9 novembre. Una visita speciale all’opera conclusa, con relativa documentazione di quanto scoperto, avrà luogo SABATO 11 NOVEMBRE, a conclusione della celebrazione religiosa, dalle ore 18, 45 alle 19,30. Interverranno Antonello Brunetti e don Costantino Marostegan.

L’Organo del 1612: una buona notizia e una cattiva

Il lampadario della sacrestia

n futuro saranno due gli organisti ufficiali della Parrocchiale, entrambi, come tutti i volontari, a titolo gratuito. Carlos Stringini che ha gestito lo strumento musicale dalla fine del 2012, per più di quattro anni, dopo una pausa estiva, riprenderà la sua costante partecipazione alle messe pomeridiane della Domenica. Non sarà più presente a tutti i funerali, ma solo a quelli per i quali viene fatta richiesta ufficiale dai parenti. A lui si affianca al Sabato, ore 18, Riccardo Torti che, con la compagna Chiara Bottazzi, cantante soprano, negli ultimi mesi in varie occasioni ha garantito il supporto musicale alle celebrazioni religiose. Quindi abbiamo due gruppi: la Corale Beato Stefano Bandello, i ragazzi Liturgical Song Emmanuel della domenica mattina, poi i due organisti. ––––– La Commissione lavori ha conosciuto bene il responsabile degli organi presso la Soprintendenza di Torino, l’arch. Nicola De Liso. Frequentemente in visita durante le fasi salienti dei lavori, stimato da tutti per la sua eccezionale competenza, ha affiancato la ditta Lanzini-Dell’orto suggerendo soluzioni ai molti problemi sorti in fase di restauro. Scrisse anche un dotto capitolo del libro “Arcane armonie” che affiancò la serata dell’inaugurazione dell’organo Vitani di Pavia (sua l’attribuzione). Sapevamo che da tempo era affetto da un male incurabile che gli procurava sofferenze continue. È morto a Torre Pellice il 6 settembre ed è stato ricordato a Castelnuovo durante l’esecuzione dei brani all’organo.

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er tre mesi è stato possibile osservare da vicino il lampadario della cappella del Suffragio, restaurato, grazie a una donazione, dal Laboratorio Gabba. Un risultato splendido. La Commissione lavori ha deciso di lasciarlo nella cappella ove era conservato da almeno un secolo e si prefigge ora di affrontare anche la sistemazione del grande lampadario della sacrestia, ora mancante di molti pezzi, reperibili fra i tanti lampadari tolti nel 1993. L’obiettivo è quindi quello di ripristinare i due lampadari più belli, lasciando perdere la quindicina di punti luce di un tempo che avevano consumi enormi, difficile manutenzione e che toglievano visibilità all’altare e alle singole cappelle. Il costo non è stratosferico e una o due donazioni potrebbero, come avvenuto sei mesi fa, coprire l’intera spesa. Come del resto è avvenuto anche per i due angeli rubati e poi rientrati, la cui copertura finanziaria è stata garantita da due donazioni provenienti dal Comitato di San Domenico e dalla famiglia Vita-Incutti in memoria di Elena.

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Bollettino Parrocchiale

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Filodiffusione alla Casa di Riposo a casa di riposo "G.E.Balduzzi" ha a disposizione 29 camere nelle quali ospitare persone che necessitano di assistenza.
 Presso la cappella del secondo piano, prima settimanalmente, ora due volte al mese, viene celebrata la Santa Messa, preceduta dalla recita del S. Rosario, ma non tutti gli ospiti possono parteciparvi in quanto alcuni allettati e altri con problemi di deambulazione.
 Nel 2012 la Parrocchia ebbe l'idea di dotare la struttura ( tutte le camere) di un impianto di filodiffusione per permettere a chi lo desidera di ascoltare la S.Messa rimanendo comodamente nella propria camera.
 In questa prospettiva, si chiese un preventivo alla

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ditta interpellata. La somma si rivelò impegnativa per cui si pensò di coinvolgere l'intera popolazione attraverso l'affissione di alcune locandine esplicative. Alcune persone aderirono con generose offerte in memoria dei propri defunti e tutte le entrate della cappella vennero accantonate per coprire la somma necessaria (non del tutto raggiunta).
 Sono passati cinque anni e finalmente il desiderio di allora sta per diventare realtà: i lavori sono ormai sulla linea di partenza (data prevista 20 settembre).
 Gli ospiti attendono con curiosità di vivere in prima persona la bella novità.
 Chi desiderasse intervenire economicamente a favore dell'iniziativa può ancora farlo rivolgendosi alla Parrocchia.

PARROCCHIA OVA BILANCIO 2016 ENTRATE offerte per celebrazioni sacramenti (Battesimi, Cresime, Matrimoni, Funerali, SS Messe) offerte per benedizione famiglie questue in chiesa offerte per candele

€ 435.00 € 0.00 € 205.88 € 290.00

totale entrate 2016

€ 930.88

USCITE manutenzione straordinaria assicurazione spese per predicazioni, funzioni spese luce elettrica altre spese erogazioni caritative

€ 0.00 € 100.01 € 0.00 € 607.16 € 0.00 € 0.00

totale uscite 2016

€ 707.17

ENTRATE ordinarie 2016 USCITE ordinarie 2016 SALDO NETTO gestione ordinaria 2016

€ 930.88 € 707.17 € 223.71

Avanzo di cassa al 31.12.2015 Avanzo anno 2016

€ 9338.80 € 223.71

Rimanenza di cassa al 31.12.2016

€ 9562.51


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Bollettino Parrocchiale

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Intervista esclusiva al PENITENZIERE MAGGIORE

Cardinale Mauro PIACENZA 1) Eminenza, prendendo spunto dalla recenti significative parole di Papa Francesco, rivolte a Lei e ai partecipanti all’annuale Corso sul Foro Interno, lo scorso 17 marzo (quando il Papa ha dichiarato: “Ve lo confesso, questo della Penitenzieria è il tipo di Tribunale che mi piace davvero! Perché è un ‘tribunale della misericordia’, al quale ci si rivolge per ottenere quell’indispensabile medicina per la nostra anima che è la Misericordia divina!”), le vorrei chiedere di parlarci della sua personale esperienza alla guida (dal 21 settembre 2013) della Penitenzieria Apostolica che, come sappiamo è il più antico Dicastero e il primo dei Tribunali della Curia Romana. In particolare, nel suo messaggio di saluto rivolto al Santo Padre (sempre in occasione del citato Corso di formazione) Lei ha detto che, in fondo, “il Papa è il ‘grande penitenziere’ che offre, ancora e sempre, la Redenzione di Cristo agli uomini. Quest’offerta, costante e generosa, è parte integrante dell’ufficio petrino… Per queste soprannaturali ragioni, la Penitenzieria si sente indissolubilmente legata all’ufficio petrino… Lei, Santità, ha le ‘chiavi’ della Misericordia; e noi ne abbiamo una copia!” Lei dunque ha la responsabilità di custodia della “copia” delle chiavi di Pietro? Tutto il lavoro della Penitenzieria Apostolica è dedicato all’esercizio del ministero della misericordia divina per cui si coglie subito quanto tale Dicastero sia indissolubilmente legato alla Redenzione e a tutto il senso della presenza della Chiesa di Cristo nella storia. La Penitenzieria ha una parte di estrema delicatezza e di non poca rilevanza nell’aiutare il Papa nel suo ufficio delle “chiavi”, nella potestà di sciogliere e legare. Essa abbraccia, nell’ambito della sua competenza, la Chiesa in tutta la sua cattolicità, senza limiti derivanti dal rito o dal territorio. I padri penitenzieri delle Basiliche Papali, poi, per la loro provenienza dai più svariati paesi del mondo, per la molteplicità delle lingue nelle quali si esprimono, e perché di fatto ad essi si rivolgono con fiducia fedeli laici, ecclesiastici e religiosi di tutto il mondo, quando vengono “videre Petrum” (Gal 1,18 Vulg.), rappresentano in atto il ministero della Riconciliazione, che, per impulso dello Spirito Santo, come nella Pentecoste, si esercita su uomini “osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo” (At 2,5). Della Penitenzieria Apostolica si avvale il Papa per venire incontro ai problemi e alle difficoltà, che i fedeli avvertono e soffrono nell’intimo delle loro coscienze. Tale delicato compito è caratteristico della Penitenzieria; mentre infatti altri Dicasteri della Santa Sede agiscono in temi spirituali, sì, ma in quanto questi sono oggetto del regime esterno, essa tocca quei temi all’interno del rapporto unico, misterioso, e degno della più grande riverenza, che le singole anime hanno con Dio, loro Creatore, Signore, Redentore e Ultimo Fine. Di qui e per ciò l’altissimo e inviolato segreto concernente le pratiche del Tribunale della penitenzieria Apostolica, si tratti di assoluzione da censure riservate alla Santa Sede, di scioglimento di dubbi di coscienza, di equitative e caritatevoli composizioni di obblighi di religione o di giustizia. Insomma, la Penitenzieria Apostolica ha le competenze di tutti i Dicasteri della Curia Romana, ma esclusivamente in foro interno.

2) Lei giustamente ha ricordato che la grande eredità dell’Anno della Misericordia è quella spirituale, insondabile, nascosta nel Cuore di Dio e riversata nel cuore degli uomini. Infatti, “non c’è analisi, né ci sono parametri, che possano ‘misurare’ l’altezza, la larghezza e la profondità dei doni soprannaturali di grazia, che lo Spirito Santo ha elargito alla Chiesa in questo anno”. Proprio partendo dalla duplice dimensione della vita della Chiesa: totalmente umana e totalmente divina, anche Papa Francesco (nella catechesi sulla Chiesa del 29 ottobre 2014) ha ricordato non soltanto come nella Chiesa “ciò che non si vede è più importante di ciò che si vede”, ma ha ulteriormente precisato che “anche la realtà visibile della Chiesa non è misurabile, non è conoscibile in tutta la sua pienezza”. Fatte queste premesse, come si “osserva” la Chiesa dal Suo Tribunale di Foro interno? In stretta connessione con questo ufficio, quello della concessione e dell’uso delle indulgenze in tutta la Chiesa è un compito essenziale della Pentenzieria. Al proposito mi piace ricordare che l’amore per le indulgenze così radicato nei fedeli, essendo esse intimamente connesse con la certezza del peccato e del sacramento della Riconciliazione, con la fede nell’al di là, specialmente nel Purgatorio, con la reversibilità dei meriti del Corpo Mistico, cioè con la Comunione dei santi, costituisce una eloquente carta di identità della appartenenza alla cattolicità. Ben si comprende come in Penitenzieria, si lavori al cuore del mistero ecclesiale. Si comprende come le lenti per leggere le lettere che arrivano, non possano essere altre se non le lenti della fede e della carità. Nella trasparenza delle carte si vedono le anime, il mistero di singole anime, per la cui salvezza il Signore vuole la mediazione di altre anime e della Chiesa tutta nella sua compagine gerarchica. 3) Trova sempre attuale il saggio avvertimento che diede Papa Pio V – “datemi bravi confessori, ed ecco la riforma di tutta la Chiesa” - rispetto al valore del sacramento della confessione? La Santa Sede, con la stessa costituzione dei collegi dei penitenzieri, intende dimostrare nei fatti la singolarissima venerazione con la quale guarda l’uso del sacramento della Penitenza e, in specie, la forma, che deve essere normale di esso, ovvero quella della Confessione auricolare. Personalmente provo grande gioia nel condividere sovente tale ministero di grazia e misericordia. Al proposito vorrei dire a tutti i sacerdoti del mondo di dedicarsi, a costo di qualsiasi sacrificio, alla generosa amministrazione del sacramento della Riconciliazione nella certezza che esso, più e meglio di qualsiasi accorgimento umano, di qualsiasi tecnica psicologica, di qualsiasi espediente didattico e sociologico, costruisce le coscienze cristiane; nel sacramento della Penitenza infatti è all’opera Dio “ricco di misericordia” (Ef 2,4). Il ministero della Confessione è altresì realistico fattore di nuova evangelizzazione e di pastorale delle vocazioni nel senso più ampio del termine. Roberto Carlo Delconte


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Bollettino Parrocchiale

A Lourdes con l’OFTAL l pellegrinaggio diocesano OFTAL 2017 si è svolto dal 29 luglio al 2 agosto con la partecipazione di un bel numero di castelnovesi: malati, personale e pellegrini. È stato un bellissimo pellegrinaggio ricco di emozioni e di esperienze che non si possono dimenticare. Per me, ogni ricordo è una perla che, unita alle altre, idealmente, può formare una bella collana: il sorriso di un malato, le lacrime di un pellegrino che sfiora la roccia, la Santa Messa alla Grotta, la fiaccolata, l’animazione dei giovani in refettorio… Le due perle più preziose della mia collana virtuale sono, però, il fascino della Grotta e la presenza del Vescovo Vittorio. Con il dono della sua parola carismatica e, a volte commossa, ci ha aiutato a meditare il tema pastorale di Lourdes 2017: una frase del Magnificat: “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente”. La Vergine Maria, con un semplice “sì”, ha accolto nel suo grembo il Figlio di Dio, l’amore infinito che si è fatto uomo per noi e continua a donarci il suo amore. Anche noi vogliamo cantare il nostro Magnificat in segno di ringraziamento al Signore per la chiamata a Lourdes, per le solenni celebrazioni che ci hanno fatto sentire parte della Chiesa universale, per la forte testimonianza dei malati e per la carità operosa nel servizio da parte delle dame e dei barellieri. Concludo con un’altra perla: la speranza della continuità dell’OFTAL nel nostro paese. L’associazione, a Castelnuovo, è operativa dal 1962 ed io spero che i nostri giovani, che si sono distinti per l’impegno e la serietà, continuino il cammino. Ave Maria e…avanti!! A.F.

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IL GRUPPO OFTAL DI CASTELNUOVO, CON PROFONDA RICONOSCENZA, RINGRAZIA LE CARE PERSONE CHE HANNO GENEROSAMENTE LAVORATO PER L’ALLESTIMENTO DELLE NOSTRE “BANCARELLE” E TUTTI GLI AVVENTORI CHE HANNO APPREZZATO I LAVORETTI NATALIZI ED I DOLCI PASQUALI.

CON LE OFFERTE RICEVUTE (€ 3530), ABBIAMO AVUTO LA POSSIBILITÀ DI AIUTARE 12 PERSONE CHE HANNO VISSUTO CON FEDE ED EMOZIONE L’ESPERIENZA DI LOURDES ED HANNO PREGATO PER I BENEFATTORI.

ABBIAMO SPESO TUTTO IL NOSTRO “FONDO” MA…STIAMO GIÀ LAVORANDO PER IL PROSSIMO NATALE!


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Bollettino Parrocchiale

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G u a z z o r a La scomparsa di Carlo Ferrari a scomparsa di Carlo, per tutti Carletto, ha creato un triste vuoto, in quanto è venuta meno una figura cara a tutta la comunità. Carletto ci ha lasciato in serenità e in silenzio, come è stata la sua vita nonostante gli ultimi anni della sua esistenza siano stati provati dalla sofferenza, alleviata dalle assidue cure della moglie Vincenzina, da parenti e amici. Ero amica di Carletto e, senza retorica, posso descriverlo come tutti lo hanno conosciuto: persona sensibile, mite, cortese, garbata, corretta, che amava il dialogo, la riflessione, il confronto. Una figura di guazzorese autentico, che ha vissuto il paese, che lo ha amato, che ha amato tutta la comunità. Ha portato rispetto per tutti, anche per chi la pensava diversamente. Come lo ha definito il diacono Ernesto, nell’omelia della liturgia del commiato, assai partecipata: “Carletto era un puro di cuore”. Dipendente delle Poste, ha svolto con dedizione il suo lavoro di portalettere in zona, specie a Sale, dove è stato apprezzato e ricordato per le sue doti professionali ed umane. La sua sensibilità e attenzione verso le persone anziane, lo portavano, nella relazione interpersonale, ad andare oltre il suo mandato lavorativo. A Guazzora, si è messo a disposizione della comunità civile, come amministratore, come Vice Sindaco, rendendo un servizio al suo paese. Si è interessato alle vicende politiche e amministrative della nostra zona; anche attraverso la lettura, ha sempre seguito con attenzione l’evoluzione dei problemi sociali e politici nazionali e non solo. Carletto possedeva una “sua” fede, credeva nei valori del bene comune, della giustizia sociale, della solidarietà, dell’aiuto al prossimo, possedeva un profondo senso dell’altro, pronto ad aiutare, con una sorta di riservatezza, discrezione, prudenza. Nutriva una grande ammirazione per Papa Francesco. Non ha fatto mistero dei valori in cui credeva, ne era fiero, con modalità orgogliosa e misurata. Ora lo immagino nell’incontro con i suoi amati genitori, con i parenti, con gli amici che lo hanno preceduto… e, pur dalla sua nuova dimensione di vita, continueremo a sentirci uniti e a volerci bene. Arrivederci Carletto!

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a cura di T. B.

In ricordo di Peppino Cervetti aro Peppino, con questo conclusivo saluto terreno, auspico di interpretare i sentimenti di riconoscenza di tutti i guazzoresi e non solo, di tutti gli amici che ti hanno conosciuto, frequentato, voluto bene. Di tutte quelle persone che hanno goduto della tua generosità e disponibilità e che hanno apprezzato il tuo altruismo e la tua sollecitudine verso gli altri. Eppure la vita, con te, non è stata così generosa… perché tu e Luisa siete stati troppo precocemente privati del vostro papà Gianni, mancato quando tu avevi solo 6 anni e Luisa ne aveva 9, ma in tempo per trasmettervi, non solo con l’esempio, tutti quei valori che ho appena elencato, insieme alla mamma Giusta. La mamma che, con l’aiuto dei familiari, vi ha cresciuto. Come guazzorese, amica e coscritta di Luisa, ho tanti ricordi d’infanzia e attuali, specie degli ultimi anni. Ma il ricordo antico più vivo è quello del giorno del funerale di tuo papà: noi bambini, compagni di scuola materna e elementare, con le Suore e le maestre, eravamo schierati davanti al feretro ed io, come gli altri compagni, commossi, non ho smesso di guardare te e Luisa, quasi volessi carpire e condividere i vostri pensieri, le vostre emozioni… Tu, in particolare, guardavi la bara con aspetto stupito, a tratti assente, come se contenesse qualcuno che non ti apparteneva e, con le mani, ti attorcigliavi i capelli del tuo caschetto bruno, in attesa che quel tempo passasse… Da grandi, quando condividevamo quel ricordo, sorridevi amaramente, ma ne parlavi volentieri. I ricordi attuali sono tantissimi: hai vissuto e amato Guazzora, ti sei impegnato per le iniziative del paese, civili e religiose, queste ultime continuando sulla strada iniziata da tuo papà, che è stato sacrista e cantore, basso, nella corale guidata da Pietro e Gianni De Giovanni con la Prof. Rina Balladore. E fu proprio il maestro De Giovanni, premonitore di questa continuità quando, in occasione delle nozze dei tuoi genitori, rivolgendosi a tuo papà Gianni, interpretando le sue proverbiali poesie dialettali, recitò: “…ti Giani, at dev, tost e prest, avègh famia, tuca a ti risòolv la grand’impresa, da rifurnì la Curàal in Cèesa…”. Così avvenne: con Luisa in gioventù, quando per noi il diversivo pomeridiano domenicale era partecipare prima ai vespri e poi agli svaghi, abbiamo cantato tanto… e con te, abbiamo cantato da ragazzino initerrottamente fino al mese di agosto scorso, per la messa dei defunti della Festa patronale. Negli anni, abbiamo condiviso la presenza nel coro parrocchiale, per te, presenza entusiasmante e appassionata, nonostante il tuo impegno come pasticcere. Eri pronto a sostituire Graziano, nei casi di sua assenza, nelle funzioni di sacrista. La grande partecipazione di parenti, amici e compaesani alle preghiere per il tuo commiato, ha testimoniato l’autentico legame che ti legava a Guazzora, alla tua amata comunità, ai tantissimi amici; compresi quegli amici ai quali tu, tifoso di calcio, generosamente, aprivi la casa in occasione delle partite. Il tuo distacco da tutti noi, il 9 settembre scorso, inaspettato, ci ha lasciato attoniti. Inutile dirti che ci mancherai e continuerai a cantare con noi, tu, dal coro più alto degli Angeli. Ciao Peppino!

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La festa Patronale e il Centenario della corsa ciclistica l giorno 15 agosto, preceduta dalla novena guidata dal diacono Ernesto, si è svolta la solenne celebrazione della S. Messa serale, alla quale ha fatto seguito la processione con il simulacro della Madonna Assunta, patrona del paese, portata in spalla da parecchi volontari. La celebrazione religiosa è stata, animata dal coro parrocchiale accompagnato

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alla tastiera da Guido Coscia. Il percorso della processione è stato connotato da preghiere, canti, luci e fiaccole; la facciata della chiesa ed il campanile sono stati illuminati con una luminosità particolare, allestita e offerta da Gioacchino Vaccariello e dal padre Pino. L’interno della chiesa, ornato, come da tradizione, di preziosi lilium bianchi, è stato preparato con particolare cura e gusto dai coniugi Alessandro Raiteri e Valeria Ranella, guazzorese, titolari del negozio “Idee in fiore” di Vignale Monferrato; la preparazione è stata offerta dai fedeli. La celebrazione si è conclusa con un momento di conviviale fraternità, nei locali e nel giardino della casa parrocchiale. La giornata di sabato 19 agosto ha rappresentato il “clou” della festa paesana e della sagra in quanto, con la presenza di 180 corridori, si è svolta la tanto attesa corsa ciclistica, nella sua centesima edizione “Cento pedalate” per Guazzora, come è avvenuto alcuni mesi or sono, per il Giro d’Italia, per una straordinaria e significativa coincidenza. Una edizione preparata con elevato impegno da parte dell’Amministrazione Comunale, coadiuvata oltre che dal Consiglio Comunale, da un Comitato costituito ad hoc, sostenuto dalla popolazione e con la regia del Sindaco Pierino Cereda. Ideatore e anima dell’iniziativa, a suo tempo, Cereda, fu tra i promotori del Trofeo della Bassa Valle Scrivia nel 1980 e dei circuiti guazzoresi dal 1965. Il suo obiettivo è stato quello di mantenere vivo il ciclismo sul territorio, valorizzarlo, creando rete tra i Comuni della zona. Si è impegnato per dare continuità allo storico circuito guazzorese come riporta il documento di presentazione e di saluto del Cinquantenario, a cura dell’indimenticabile maestro Piero De Giovanni, festeggiato nel 1957, alla presen-

za di Binda, Belloni e Girardengo “…si può dire che la corsa di Guazzora sia già stata determinata, in privato, fin dal principio del XX secolo, quando la bicicletta, con l’innovazione del pneumatico, ruota libera, freni a ganasce e primi cambi di rapporto, incominciava ad imporsi come mezzo di trasporto, da diporto e di velocità”. Dal vivo di questa passione agonistica è scaturita, nel 1907, la prima gara ufficiale, che proclamò vincitore il dotato passista alluvionese Giacomo Torti. Il Circuito Guazzorese diventò il banco di prova di molti aspiranti campioni - tra gli altri, Cuniolo; Girardengo, Montobbio, Sicbaldi e, diventò un Circuito famoso che ha collaudato i veri Campioni…e Guazzora che in essa ha sempre ritrovato il segreto della più affettuosa solidale fraternità ed un motivo di vita, di festa e di meravigliosa entusiastica sportività…, Oggi, dopo la celebrazione del Cinquantenario, è giunta a festeggiarne il Centenario! Il giorno del circuito era stato preceduto, il 5 agosto scorso, presso l’Edificio “ Ta g l i a c a r n e ” , dalla presentazione del Trofeo della Bassa Valle Scrivia alla presenza dei Sindaci, di Autorità, di sportivi tra i quali Faustino Coppi e di un folto pubblico. Il circuito è stato appannaggio di Pasquale Abenante di anni 19 della “General Store Bottoli” di Domegliara (Verona). Al termine della corsa, si è svolta la 40° Sagra della patata, con la vendita di prodotti agricoli e la degustazione gratuita di gnocchi, specialità guazzorese. La serata musicale ha concluso l’intensa giornata, seguita il giorno successivo da altre attrattive. Alle nuove generazioni, il mandato di dare continuità ad una sentita tradizione che, come ha ricordato il Sindaco Pierino Cereda, deve proseguire. Le nuove tecnologie e le moderne forme di intrattenimento, potranno costituire un efficace strumento per garantire, pur in una nuova dimensione, il proseguio della festa, occasione di ritrovo e di aggregazione, non solo paesana.


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Bollettino Parrocchiale

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Molino dei Torti

a cura di E. N.

Apriamo la pagina di Molino del bollettino interparrocchiale con la bella notizia che il nostro parrocchiano

FRANCESCO BELVEDERE - appassionato di fotografia e provetto fotografo - ha vinto il concorso “Una cartolina per l’estate” indetto dal settimanale diocesano “Il Popolo”. Viva soddisfazione nel vedere pubblicata in prima pagina la foto con il campo di papaveri rossi e sullo sfondo, ben visibile, il campanile della nostra parrocchiale (ultimo numero prima della pausa estiva di giovedì 10 agosto 2017). Un doveroso plauso a Francesco che, in tante occasioni, ha fornito le foto pubblicate a corredo dei vari articoli: un prezioso collaboratore che ringraziamo calorosamente e che, siamo certi, continueremo a ringraziare anche nel prossimo futuro. Bravo Francesco e grazie per la pubblicità gratuita del nostro paesello!!

CENTODUE (102) MA NON LI DIMOSTRA: è proprio il caso di LORENZINA LAZZARO VEDOVA DALLERA che il 10 agosto ha festeggiato compleanno ed onomastico in famiglia con figlia, genero, nipoti, la sorella Emilietta di 97 anni (ne compirà 98 ad inizio gennaio 2018). Altre longeve nonnine si stanno avvicinando alla soglia dei 100 anni, come Lucia Balduzzi vedeva Rapetti (classe 1919) ed Eleonora Megassini vedova Bisio (classe 1920 - è la suocera di Valter Granellini o, se preferite, la mamma della Prof.ssa Ornella Bisio, che ha collaborato per diversi anni, come volontaria, con la scuola primaria). Auguri a tutte. Settembre è il mese in cui si riprendono gli impegni parrocchiali e l’argomento prioritario da considerare quest’anno è quello legato “alle necessità materiali della parrocchia”. Infatti la cappella della Madonna del Buon Viaggio ha bisogno di una vigorosa opera di “lifting”; il tetto della canonica di una buona ripassatura; il tetto del salone parrocchiale del rifacimento dell’impermeabilizzazione. Infine il campanile, vanto del paese, chiede seriamente di essere “curato” dopo circa cent’anni di onorato servizio. Infatti risale agli anni venti del millenovecento, quando il parroco era Don Milanese, amico e benefattore di Don Orione; non ha mai subìto lavori di manutenzione ed ora, anche lui, chiede attenzione: siamo un paese di centenari e quindi dobbiamo prepararci a festeggiarlo in modo esemplare ed appropriato. Una nota: anche il famoso Big Ben di Londra necessita di manutenzione e sono da poco iniziati i lavori di restauro. In occasione della sagra dell’aglio (1-3 settembre) la maestra Elisabetta, la sorella Daniela e le instancabili Loredana e Paola hanno pensato di coinvolgere, domenica 3 settembre, i numerosissimi visitatori nel cortile e nello spiazzo antistante la casa canonica con la mostra

“La STORIA dell’ARTE nella SCUOLA di MOLINO DEI TORTI”. Hanno esposto i lavori creativi dei


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bambini della scuola elementare - ora chiamata scuola primaria - ricostruendo l’arredo di un’aula scolastica: oltre ai banchi e alla cattedra, la campanella della “Signora Maestra”, le lavagne con i gessi, il compasso di legno, le matite, i colori e i quaderni Fabriano per arrivare ai pennarelli, alle lezioni sulla terracotta e sulla ceramica spiegate su pannelli. Non ci sono parole adatte per descrivere la dovizia di particolari, la miriade di oggetti da ammirare, osservare, commentare … di cui stupirsi e, forse, anche commuoversi. Anche le foto non rendono giustizia alla location: non sono, e non potrebbero essere, vivaci, vive, non possono entrare nello spirito dell’evento. Bisognava esserci.

A Govone sulla tomba di don Bruno

Domenica 24 settembre 2017, tradizionale gita della Confraternita a ricordo di don Bruno Bottallo. Messa a Canove di Govone con la partecipazione straordinaria della corale “B.S. Bandello”. Visita alla tomba di don Bruno. Pranzo tipico della cucina albese, nel pomeriggio visita del parco e del castello di Govone.


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Bollettino Parrocchiale

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O v a LE NONNE CONTINUANO A RACCONTARE… Gran parte del carattere di ogni uomo può essere letto nella sua casa. (John Ruskin) Come da più giorni il sole picchiava come il martello di un fabbro che batte sul ferro rovente da cui schizzano scintille di fuoco. Il termometro segnava 37 gradi e l’umidità raggiungeva il novanta per cento. Non c’era ombra che potesse procurare ristoro. Ormai i platani parevano rassegnati. Nessun rumore, anche lontano. Nonostante la calura, le quattro donne si erano ritrovate sedute sulla panchina quasi a cercare conforto l’una nell’altra. Marta, Carla, Maria e Franca erano nonne moderne. Sapevano usare Internet, l’Ipad e comunicare con messaggi attraverso il cellulare. Ma avevano in più una grande sensibilità d’animo. Soprattutto tanta fantasia. Marta era la più romantica e aveva raccontato una storia d’amore. Franca era la più ridanciana e con il suo racconto “MISS CALCIN-

CULO” aveva fatto ridere le amiche. Che le storie fossero ricordi o invenzioni, non si saprà mai. Di vero c’era che si trattava di un luglio caldissimo e che l’ombra dei platani era l’unico punto di ristoro dove poter trascorrere qualche ora in compagnia. Era arrivato il turno di Carla, la più pratica che, quasi a fatica ruppe il silenzio. - Ho un episodio da raccontare, un episodio che vide anche quella volta Don Anselmo alle prese con un problema. In quel preciso momento il silenzio fu rotto dal battito d’ali di due piccioni che planarono sul tetto della chiesa, luogo ideale per dare inizio a un frenetico corteggiamento. Carla iniziò il suo racconto con un titolo.

C’E’ POSTA DALL’ARGENTINA 1 - L’ARRIVO DEL POSTINO Era una gioiosa mattina di maggio. Nei giardini un tripudio di rose e di profumi. Nel piccolo cortile antistante la cascina un grande ciliegio ormai sfiorito ma in procinto di addobbarsi di palline rosse e succose apprezzate tanto dai padroni della casa quanto dagli uccelli che lasciavano cadere in volo le tracce del prelibato banchetto. Appesa al ramo più basso una rudimentale altalena ricavata da una vecchia asse di legno consunta dal caldo delle estati e dal freddo degli inverni, fissata a due vecchie corde di uguale lunghezza, ma di diametro diverso. Il che faceva pensare che lì ci abitasse un bambino. Nel cortile una brezza leggera faceva svolazzare i panni stesi a una corda come altrettante farfalle di colori diversi. Guardando la casa dalla strada, sul lato destro balzava all’occhio una tettoia fatta di lamiere arrugginite che ospitava una gabbia di conigli e un piccolo recinto dove razzolavano cinque galline e due galletti. Sul lato sinistro, un casotto di legno fungeva da ripostiglio per attrezzi da lavoro e biciclette. Fra l’uno e l’altro, la casa a due piani intonacata di bianco quasi a mettere in risalto il rosso dei gerani coltivati in due grossi vasi di cemento posti ai lati della porta d’ingresso. Una casa che trasmetteva serenità tanto da sembrare far l’occhio-lino ai rari ospiti con le sue quattro finestre, due al piano terra e due al primo piano, arricchite da persiane verniciate di color verde pisello: alcune aperte, alcune chiuse e mai tutte allo stesso modo. Un vezzo della casa o, per meglio dire, della cascina Spinetta. Tutto attorno una rete metallica interrotta dal cancello di ferro che rimaneva aperto durante la giornata e chiuso alla sera onde evi-tare l’ingresso a qualche animale nottambulo in cerca di cena. Davanti alla porta semiaperta, un bambino di

cinque anni giocava con due lombrichi che, stuzzicati con un bastoncino, si arroto-lavano su se stessi. «Santino, chiama la mamma!» Il bambino fermò il gioco e guardò l’uomo che conosceva mentre smontava dalla bicicletta e la appoggiava al tronco del ciliegio. Vittorio era il postino e faceva quel mestiere da almeno trent’anni. Indossava una divisa scura, consu-mata, ma dignitosa. Una capiente borsa di cuoio a tra-colla gli cadeva sul fianco sinistro. Posto al di sopra della ruota ante-riore un vecchio portapacchi, si può dire quasi mai occupato da ingombri. Sempre ligio al dovere, anche con il brutto tempo si allontanava da Castelnuovo, sede dell’ufficio postale, per raggiungere con la fedele bicicletta, anziana quanto lui, tutte le case disseminate nella campagna. A dire il vero la posta da distribuire era poca. Solo in occasione del Natale e un po’ meno della Pasqua arriva-vano cartoline da parenti sparsi un po’ ovunque per l’Italia e queste erano le occasioni per scambiare qualche chiacchiera in più con le persone che conosceva e che facevano in

qualche modo parte della sua vita. Vittorio sapeva tutto di tutti e come Don Anselmo che conosceva dei suoi parrocchiani la vita passata, quella presente e, per quanto difficile, ne prevedeva anche la futura se non avessero ascoltato i suoi consigli - tuttavia coprendo il tutto con il segreto della Confessione - lui traduceva in pratica l’antico proverbio “Il bel tacer non fu mai scritto”. Proprio per questo molte donne, all’arrivo della posta, si confes-savano con lui. Accettare un bicchiere d’acqua fresca durante la calura estiva non comprometteva certamente il suo lavoro che lo avrebbe accom-pagnato fino alla pensione e non era neppure peccato ascoltare le confidenze o gli sfoghi delle donne con le quali veniva maggior-mente a contatto. A volte azzardava anche qualche consiglio. Ma sempre, muto come un pesce. Anche con la moglie che, laureata in chiacchiere e pettegolezzo, era incapace di mantenere un segreto dalla sera alla mattina. Fu così che un giorno durante la sosta alla cascina Pompea l’Ermi-nia sbottò: «Er mé Toni u lavura tant, ma u ciapa mai un aument!» Toni, all’anagrafe Antonio Calcaterra, era stato


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Bollettino Parrocchiale assunto da tre anni alla IBM (*) con sede a Milano. Negli anni sessanta, essere assunti alla IBM era un privilegio se non un colpo di fortuna per pochi. Una botta di culo, soprattutto in un paese piemontese lontano dalla metropoli e anche difficile da raggiungere se non con il treno passante per Voghera. Toni aveva avuto quella botta. Diplomatosi ragioniere all’Istituto tecnico Dante di Tortona, era in speranzosa attesa di un posto in banca, impiego sicuro con ben quattordici mensilità. Quell’estate la dea bendata si era presentata alla cascina Martina camuffata da coppia milanese in vacanza in cerca di prodotti campagnoli genuini. Toni accolse i due “cittadini” con quel sorriso genuino tipico dei ragazzi semplici della sua terra. Rispose a tutte le loro curiosità offrendo anche un bicchiere di fresco vino moscato. E fu così che lo sconosciuto milanese in vacanza, un dirigente della IBM, diede a Toni l’opportunità di un lavoro sicuro e promettente. Naturalmente partendo dal gradino più basso di una carriera lavorativa. La notizia si sparse come i semi dei pioppi trasportati dal vento in primavera. Toni era sulla bocca di tutti e guardato con un pochino d’invidia, ma con rispetto soprattutto dai suoi coetanei che si sentivano orgogliosi di essere suoi amici. Ormai abituato alla camicia bianca e alla cravatta, abbigliamento obbligatorio sul lavoro, Toni alla domenica si distingueva nella sua piccola comunità sfoggiando la più ampia soddisfazione di essere ammirato, soprattutto dalle ragazze in competizione fra di loro. Papà e mamma Calcaterra, ma soprattutto mamma Erminia, più felici che se avessero vinto a una lotteria, non parlavano d’altro inneggiando a un figlio diventato nella loro immaginazione, un grande dirigente di una grande azienda in una grande città. Sì, ma com’era grande la sua busta paga? Nei dintorni tutti se lo domandavano. E se lo domandava anche l’Erminia che in tre anni non aveva visto neppure un minimo aumento di stipendio. «Vittorio - esordì quella mattina la donna facendo accomodare il postino in casa - mi sa che Toni non è un grande dirigente. Di sicuro c’è che il mio ragazzo lavora tanto e che quella IBM neanche si accorge. Forse dovevamo essere più discreti. Non vorrei essermi vantata troppo e che per colpa mia Toni venisse preso in giro. Ho questo sullo stomaco e adesso me ne sto liberando con te che so capace di tenere un segreto.» Vittorio la rassicurò che quel peso l’avrebbe buttato in un fosso così neanche più lui l’avrebbe ricordato e a suo modo provò a tranquillizzarla. «I maccheroni non piovono da soli in bocca. Bisogna sudarli e avere pazienza.» Nella sua loquacità proverbiale Vittorio voleva dire che ciò che si desidera bisogna guadagnarselo. Il suo Toni, lavorando con impegno e serietà, avrebbe col tempo certamente fatto carriera. «Meglio non “pompare più aria del necessario”.» Sicuramente l’Erminia non capì la metafora, ma si sentì più sollevata. Tanti erano stati durante la sua vita da postino i pesi che Vittorio aveva buttato nei fossi. Quel giorno sul portapacchi Vittorio portava qualcosa di più grande di una lettera: un pac-chetto che attirò immediatamente la curiosità di Santino. «Mi hai sentito Santino? Chiama la mamma.» Non fu necessario perché sulla porta apparve Rebecca. Aveva ventotto anni, ma ne dimostrava qualcuno di più. Lunghi capelli neri e lucenti raccolti in una crocchia (*) acronimo di International Business Machines, azienda statunitense fra le maggiori nel settore informatico.

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dietro la nuca da cui era fuoruscita una ciocca che accompagnava i lineamenti di un collo giovane e armonioso. Sul volto sorridente due occhi azzurri come il cielo di quel favoloso mattino di maggio. Indossava un vestito scuro a fiorellini rossi protetto da un grem-biule bianco annodato in vita: segno che in quel momento era occupata ai fornelli. Ai piedi nudi due zoccoli di legno. Conosceva bene Vittorio e non solo come postino, ma soprattutto come testimone delle sue nozze con Giacinto Cavagna. Dopo le nozze celebrate a Ova da Don Anselmo, Giacinto aveva portato la sua sposa alla cascina Martina dove abitava dalla nascita, prima con i genitori, poi con il padre e infine, rimasto orfano, da solo. Una coppia tranquilla, senza pretese. Il denaro che proveniva dalla vendita dei loro prodotti agricoli era più che sufficiente per una vita decorosa. La serenità e il rispetto reciproco erano gli ingre-dienti principali dell’armonia del loro matrimonio. Si erano conosciuti alla cascina Impero durante un’estate quando entrambi avevano prestato la loro opera durante il periodo della mietitura. Rebecca aveva notato subito quel bel giovanotto, un po’ rude nei movimenti, sempre allegro e sorridente, ma fiutando un pericolo, cercava di stargli alla larga. Timida e taciturna non voleva apparire una ragazza di facili costumi. E l’avevano notato anche le altre ragazze che se lo contendevano con sguardi ammiccanti mentre Giacinto si comportava come un gallo fra tante galline. Scherzava con tutte e contemporaneamente non perdeva d’occhio quella ragazza che a parer suo era solo presuntuosa e faceva la preziosa. “Cosa crede di essere? - pensava Giacinto - “La regina dei covoni?” E la sua scelta cadde proprio sulla “regina dei covoni”. Cominciò a avvicinarla con rispetto, a chiacchierare con lei duran-te le pause di lavoro e infine a corteggiarla offrendole fiori di cam-po raccolti al momento. La barriera di Rebecca stava cedendo poco a poco e quando una sera accompagnandola a casa le diede il primo bacio, il muro crollò definitivamente. Giacinto volle conoscere i genitori della giovane e da quel momento i due si dichiararono fidanzati, non senza l’invidia delle altre ragazze per le quali lui rappresentava un ottimo partito e per giunta con una prestanza fisica di cui lui stesso era consapevole e orgoglioso. Senza dubbio, per la famiglia di Rebecca, Giacinto fu una fortuna caduta dal cielo: figlio unico e proprietario di una casa dignitosa con attorno qualche ettaro di terreno. A Ova e dintorni i Cavagna erano conosciuti e stimati sia perché il nome di nonno Amilcare era scritto sul monumento ai caduti di guerra, sia perché Giuseppe, il padre di Giacinto, era stato in vita un uomo giusto e onesto, un grande lavoratore. Si può dire fino alla fine dei suoi giorni. «Buongiorno Vittorio, che novità mi porti?» Esordì Rebecca mettendo in mostra una dentatura perfetta. «Un pacchetto che arriva dall’Argentina.» Rebecca sgranò gli occhi perché quel pacchetto arrivava da Buenos Aires puntualmente due volte all’anno: in occasione del Natale e della Pasqua con gli auguri dello zio Amedeo, il fratello del suocero Giuseppe. A diciotto anni Amedeo era migrato in Argentina chiamato da un parente della madre con la speranza di un lavoro più redditizio, di una vita migliore e soprattutto con la certezza di ritornare un giorno al suo amato paese. Ma in Italia non fece più ritorno perché a Buenos Aires formò una famiglia. Non si dimenticò mai tuttavia dei genitori, né del fra-

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tello Giuseppe al quale ogni tanto mandava uno scritto. In occasione delle feste natalizie e pasquali inviava un pacchetto di dolci casalinghi, tipici del luogo, molto apprezzati da tutta la sua famiglia italiana. Il rito si ripeteva ogni anno anche con Rebecca e Giacinto, unici nipoti che non aveva mai visto e che non avrebbe conosciuto mai data l’età ormai avanzata. Rebecca prediligeva tantissimo quei biscotti a forma di cuore di colore grigio-tortora e più volte aveva provato a imitarli senza successo. “Sarà questione di farina“ – pensava - “una farina di cereali che crescono solo nella pampa”. Ma non aveva mai osato chiedere la ricetta. I due sposi ricambiavano soltanto con una cartolina di auguri e di ringraziamento. Quella mattina Rebecca si stupì perché “il pacchetto” lo aveva già ricevuto a Pasqua. Lo prese tuttavia dalle mani di Vittorio, salutò il postino e tornò in casa osservandolo con curiosità: stesso mittente, stesso destina-tario. Ad aprirlo aspettò il marito, secondo l’educazione ricevuta in famiglia che alla donna non spettava aprire la posta dell’ uomo. All’arrivo di Giacinto il pacchetto fu scartato sul tavolo della cuci-na e la prima sorpresa fu che non era il solito pacchetto di carton-cino, ma di legno grezzo. La seconda, più stupefacente della prima, fu che il contenuto era un pugno di farina. Stesso colore dei biscotti. Le domande che i due si fecero furono più di una e alla fine convennero che proprio quella doveva essere la farina giusta per i dolci argentini. Nel pomeriggio Rebecca si mise all’opera. Impastò a occhio la nuova farina con uova, burro, zucchero e lievito, trasformò l’impasto in biscotti di forme diverse e li infornò per quaranta minuti. Il risultato fu eccellente. I primi biscotti furono gustati dal piccolo Santino per merenda e i rimanenti alla sera da Rebecca e Giacinto insieme a un bel bicchiere di vino dolce. Il giorno dopo tutto tornò alla normalità: sveglia all’alba, colazione, Giacinto nei campi, Rebecca in cucina. Minestrone, pasta al sugo, pollo arrosto, gallina bollita, merluzzo in umido con polenta … I soliti menù di tutti i giorni della settimana che come sempre anche quella terminò con la domenica tutti e tre insieme alla Messa. Ma avvenne che dopo tre giorni Vittorio tornò per la seconda volta alla cascina Martina stupendosi lui stesso. Ma cosa stava accadendo alla famiglia Cavagna? Perché tanta posta dall’Argentina? Quella volta era una lettera: stesso mittente, stesso destinatario. Entrò in cortile scampanellando. Rebecca uscì asciugandosi le mani nel grembiule: segno che in quel momento stava facendo il bucato. «Che c’è Vittorio?» «Una lettera.» Rebecca, alquanto stupita, prese la lettera, ringraziò Vittorio e tornò in casa. Quella volta, troppo incuriosita, dimenticandosi della regola inse-gnatale dai genitori, aprì la busta e, lette prime righe, svenne. Fu in quel momento che a Carla cadde l’occhio sull’orologio. Segnava le quindici e un quarto. «Ma che ore sono? – chiese alle amiche alquanto allarmata. - Il mio orologio si è fermato.» «Sono le venti meno dieci.» Le rispose Giulia. «Ma è tardissimo!» Carla si alzò e scappò verso casa. … continua …


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Bollettino Parrocchiale

A l z a n o

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a cura di V. F. e G. B.

I 50 anni di sacerdozio di don Tonino Cavallo er me Alzano è come una capanna, dove mi sono sempre sentito accolto”. Con queste parole, Don Antonio Cavallo, per tutti Don Tonino, ha ringraziato la comunità alzanese che lo ha festeggiato, insieme a parenti ed amici, domenica 3 settembre; ha concelebrato anche il Parroco Don Costantino che ha sottolineato l’umiltà e lo spirito di servizio di Don Tonino. Nato a Roma il 14 settembre del 1940, il piccolo Antonio Cavallo inizia il suo cammino come chierichetto nella Parrocchia Ognissanti di Roma, parrocchia gestita dalla Congregazione di Don Orione. Inizia il suo corso di studi a Roma quindi entra nel noviziato a Bra, in provincia di Cuneo ove frequenta il l Liceo. Quindi studia Teologia nel Seminario di Tortona e viene ordinato presbitero il 29 giugno 1967. Dopo aver ricevuto il sacramento dell’Ordine, da buon Orionino, svolge il suo ministero in circa venti luoghi d’Italia, soprattutto in Puglia ( per 18 anni) e in Sicilia (per 12 anni), ma anche nel Lazio e in Campania. Ora, dopo 6 anni a Palermo, Don Tonino si trova ad Avezzano dove l’Opera gestisce una una Residenza sanitaria assistenziale (Rsa) di 70 anziani e il Santuario della Madonna

“P

del Suffragio, che ricorda le numerose vittime del terremoto avvenuto il 13 gennaio 1915. Don Tonino, con grande commozione, durante la sua omelia ha ricordato il forte legame che lo lega ad Alzano, piccolo centro agricolo che lo ha visto scolaro nella scuola del paese e dove ogni anno, nonostante i numerosi impegni, ritorna per salutare i suoi parenti qui residenti e gli amati nonni che riposano nel Cimitero. Un ricordo particolare a Don Romolo Massocchi, ultimo parroco residente ad Alzano, con il quale don Tonino era legato da un sincero rapporto di stima ed amicizia. Il Parroco Don Costantino ed il Sindaco Adolfo Guagnini hanno omaggiato don Tonino con una pergamena ed una cornice per ricordare questo importante traguardo e dopo le foto con la corale “Amore senza fine” ed i fedeli presenti, un momento di fraternità conviviale nei locali della Soams ha concluso questa bella mattinata di preghiera e ricordi. La comunità di Alzano ringrazia don Tonino per averla coinvolta in questa festa dei suoi 50 anni di sacerdozio e prega perché Dio Padre gli dia forza e salute per una rinnovata esperienza del dono ricevuto.


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Bollettino Parrocchiale

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“Cerchiamo di dare il meglio a chi sta peggio” a comunità parrocchiale di Alzano, una decina di anni fa, aveva istituzionalizzato due adozioni a distanza per sostenere Amarildo e Giulio, due bambini orfani di 9 e 12 anni, che attualmente vivono in Mozambico. Con la vendita annuale delle torte preparate dalle casalinghe alzanesi si è potuto garantire a questi “nostri” bambini una crescita dignitosa, cure mediche ed educazione scolastica. Prezioso “anello” di congiunzione di questa adozione è sta ed è Suor Maddalena Serra, dell’Ordine delle Figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli, originaria di Torricella Verzate e missionaria in Mozambico da molti anni. Domenica 9 luglio è stata accolta nella nostra parrocchia dal diacono Ernesto durante la Liturgia domenicale e i fedeli presenti hanno potuto ascoltare come si svolge la vita all’interno della missione, molto volte difficile però gratificante in quanto testimonianza vivente del Vangelo

L

che ci invita ognuno di noi ad amare i fratelli. La comunità missionaria in cui vive Suor Maddalena è composta da 5 suore ed è riuscita, grazie ai tanti benefattori, a costruire un ospedale con 115 posti letto

che garantisce assistenza sanitaria alle numerose persone in difficoltà, soprattutto giovani mamme e bambini. “Cerchiamo di dare il meglio a chi sta peggio”: con queste parole Suor Maddalena ha sottolineato che ogni giorno, instancabilmente, ci sono suore, medici, laici che avvicinano chi soffre curandoli e aiutandoli sia materialmente che spiritualmente. Il diacono Ernesto, a nome di tutta la comunità parrocchiale, ha ringraziato Suor Maddalena per la grande carità e amore donati a coloro che ci interpellano, augurandosi che Alzano sia sempre una comunità che, vivendo il Vangelo, continui sulla strada dell’amore nei confronti degli ultimi, di coloro che interrogano sempre la nostra coscienza e sono il volto di Cristo in mezzo a noi. Un momento di fraternità conviviale ha concluso la mattinata e Suor Maddalena, riconoscente ed entusiasta ha promesso di tornare a trovarci il prossimo anno.


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Bollettino Parrocchiale

Le vostre offerte

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a Castelnuovo Scrivia

dal 1° giugno al 31 agosto 2017

Ci scusiamo per eventuali errori od omissioni Suffragio defunti Rosetta Curone, 50. - la moglie, in suffr. Pierluigi, 20. - Elena Di Gaetano, 50. - i figli, in suffr. Giuseppe e Maria, 150. - Piero Ferrari, 15. - Anna, 130. Albanese. 50. - la moglie, in suffr. Franco, 20. - Daniela, in suffr. Romeo, 50. Mimma Franco, 100. - Antonietta, 20. - Carla Cassinelli, 50. - la figlia, 50. N.N., 20. - Danela De Benedetti, 60. la moglie, in suffr. Giuliano, 20. - Maria De Siato, 25. - la figlia, in suffr. Lina, 50. - N.N., 20. - Paola Alfarano, 50. Virginio Torti, 20. - Antonietta Grassi, 40. - Carmela Cotroneo, 20. - Rosina La Greca, 50. - Anna Curone, 60. - la moglie, in suffr. Giovanni, 10. - Pasqualino Sboarina, 20. - Giuseppina Granelli, 50. - fam. Poggio, 20. - la moglie, in suffr. Emilio, 20. - fam. Bloise, 50. - Gianpiero, 20. - Antonio Musarò, 30. Paola, 40. - fam. Rolandi, 60. - Alberto e M. Luisa, 50. - la moglie, in suffr. Giovanni, 20. - Assunta Oliva, 20. - il figlio, 30. - N.N., 20. - Michela Ciambarella, 20. - N.N., 30. - Laura Gonella, 50. - Maria Rita, 20. - Maria Belmonte, 10. - fam Scotton – Tollentino, 60. - N.N., in suffr. Michele, 20. - Enrica Brollo, 50. - Violetta Valeriotti, 20. Leone Basiglio, 20. - la moglie, in suffr. Piero, 20. - N.N., 40. - Giacinto Baiardi, 50. - N.N., 50. - Egle Ferrari, 20. Maria Sardu, 50. - Stringa – Pelletta, 150. - Vito Torti, 15. - Anna Chetta, 10. - Mara, 25. - Pinetta Novelli, 30, - Elda Lucchino, 10. - Giacinto Baiardi, 30. Marì Stella, 50. - Piero Galanti, 50. Piera Gazzaniga, 20. - i figli, in suffr. Lorella, 50. - Rosa Marangoni, 20. - la moglie , in suffr. Lorenzo, 50. - la moglie, in suffr. Malcangi, 20. - fam. Lazzaro, 100. - la moglie, 50. - N.N., 20. - Antonietta Crivellari, 20. - la famiglia Scacheri, 50. - N.N., 20. Corbo e Bellantonio, 25. - il figlio, 15. N.N., 50. - fam. Torti, in suffr. Angioletta, 100. - Elisabetta Cairo, 20. - Scaffino P., 20. - N.N., 20. - marito e figlie, a suffr. Rosa, 50. - - Classe 1958, in suffr. Fulvia, 20. - la figlia Silvana, 20. - Ada e Paola, a suffr. Giuseppe, 50. -

Egidio Rapetti, suffr. Carla e figlia Mariangela, 30. - Teresa, 30. - i fam. in suffr. Giovanni Mariani, 50. - Elisabetta Basiglio, 10. - i fam. in suffr. Adolfo e Maria, 30. - i fam. in suffr. fratelli Guglielmone, 30. - Emiliana, in suffr. Pietro e Rita, 40. - Giuffrè Palma, 20. - Graziella Trovamala, in suffr. Giovanni e Pia, 25. - Tonino, 50. - N.N., 15. - N.N., 20. - Luisa Curone, suffr. Paolino, 50. moglie e figli, in suffr. Arturo, 50. N.N., 20. - M. Rosa Grassi, 50. - fam. Stella, 50. - i familiari, in suffr. Michela, 50. - Torti e Baiardi, 50. - Ida Torti, 25. - Carmela e Palma, in suffr. Daniele, 20. - Raffaele Veneziano, 50. - Cristian e Manuel, 50. - Anna Curone, 50. Classe 1943, in suffr. Giovanni Mariani, 20. - la moglie, il suffr. Francesco Franco, 20. - Paola, Anna e Renza, 50. Chiara e Sandro Cairo, 100. - Bottamino, in suffr. Bottamino e Rossi, 60. la moglie, in suffr. Primo, 25. - Bonissoni, 10. - la fam. Bassi, in suffr. Carlo, 100. - i figli, 15. - Maria De Siato, 30. - N.N., 20, - Rina Gavio, 20. - fam. Scacheri, 50. - N.N., in suffr. Don Vincenzo, 20. Giovanna Bassi, 30. - N.N., sec. int. off., 200. - Simonelli, 20. - il figlio, in suffr. Giacomina, 30. - Achille Montagna, 20. - i figli, 50. - la moglie, in suffr. Dino, 30. - la mamma, in suffr. Riccardo, 50. - Luisa e Gigi Scaffino, 50. - Anna Stella, 50. - De Luca, 20. - nipoti e pronipoti, 50. - i familiari, 20. - Maria Pavan, 20. - il figlio, 10. - N.N., 50. Bottamino, 50. - Tino Spinetta, 40. - i figli, 20. - Stringa – Pelletta, 100. Pinetta, 50. - Celso Chiodi, 20. - Angela, 40. - A. Maria Angeleri, 200. - C.P., 15. - la figlia, 20. - Piero Celotti, 50. -

Varie Gita delle donne, 220. - Anna, (Madonna delle Grazie), 100. - Gruppo di preghiera, 45. - la famiglia, in occ. fun. di Michele Stefanet, 200. - N.N., per i poveri, 50. - i cugini Aschieri, in ric. Rosa Patricola, 120. - cugini e zii Certomà e Santafede, in ric. Rosa Patricola,

130. - Angelo Patricola, in occ. fun. Rosa Patricola, 250. - fam. Dimitri Brunetti, in occ. battesimo di Giovanni Guido, 100. - Marco e Vera Curone, in occ. matrimonio, 200. - fam. Magrassi, in occ. fun. di Fulvia Pattarini, 100. Tiebe, per opere parroc., 40. - Laura, Luciano, Luca e Beatrice, in ric. mamma e nonna, (restauro angioletti), 100. Alberto e Luisa Balduzzi, in ric. zia Antonietta, (restauro angioletti), 50. - i vicini di casa, in ric. Antonietta, (restauro angioletti), 90. - Classe 1971, in ric. Massimo e M. Grazia, 50. - Pinetta Novelli, in ric. genitori, (restauro angioletti), 100. - Renata Balduzzi, (restauro angioletti), 100. - E e A, (restauro angioletti), 100. - Bimba, per san Francesco, 100. - Lions Club Castelnuovo Scrivia, (restauro angioletti), 100. - N.N., per i poveri, 100. - Classe 1958, in ric. Fulvia Pattarini, (restauro angioletti), 160. - Tamara e Matteo, in occ. matrimonio, 300. - N.N., per restauri, 100. - Mauro Broggi, per restauri, 1500. - abitanti frazione Secco, 200. - i familiari, in occ. fun, Libero Citarelli, 200. N.N., sec. int. off., 15. - Anna Goggi, in occ. funerale di Aldo, 100. - i familiari, in ric. di Elena Vita, (restauro angioletti), 2000. - N.N., in ric. di M. Rosa, 20. Rina Gavio, (Madonna delle Grazie), 50. - fam. Gruppillo, 50. - Nadia e Giuseppe, (25° di matrimonio), 50. Camillo e Bensi, (50° di matrimonio), 50. - N.N., in ric. di Maddalena, 50. N.N., sec. int. off., 50. -

Oratorio Costanza e Camilla Stella, 100. - Andrea Battegazzorre, 100. - Insieme cucinando, 155. - Classe 5^ A e 5^ B, 50. - Virginia e Lucilla, 80. - Classe 2^ elementare, 30. - Alice e Ilaria, 50. - Pierino Trovamala, 20. - Carmela Rega, 20. Basile, 20. - Giulia Bertoldo, 20. - N.N., per compleanno Sofia, 20. - Alisa Igmaseva, 100. - Pierino Trovamala, 50. - Franceschina Basile, 12,50. - Sandrina Gavio, 12,50. -


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Bollettino Parrocchiale Bollettino Pastore e Goggi, 20. - Maria De Siato, 30. - fam. Comelli, 20. - Teresa Balduzzi, 10. - Vischi Dugles, 20. - Giacinto Baiardi, 20. - Edvige, 10. - Angela, 10. Luisa Torti, 50. - Primina Scabini, 5. fam. Magistrali, 5. - Bensi – Torti, 20. G.A., 20. - Curone Pietro, 10. - Enrica

Luglio - Settembre 2017

Bassi, 50. - Piera Lodi, 30. - N.N., 5. Rita Gorrani, 20. - N.N., 20. - C.P., 5. Anna Stella, 20. - fam. Torti, 50. - Ricci Maria Grazia - Chiavari, 20. San Rocco N.N., 30 pro adozioni. - Maria e Ada Orsi, 60 in suffragio fam. defunti. - Cri-

Puntodirugiada “Sono in un grande e fatale errore coloro i quali si foggiano in mente a proprio capriccio una Chiesa quasi latente e per nulla visibile, come anche coloro che la considerano un’umana istituzione con un certo ordinamento di disciplina e di riti esterni, ma senza la perenne comunicazione dei doni della grazia divina… Ora tanto ripugna che l’una o l’altra cosa sia la Chiesa di Gesù Cristo, quanto che l’uomo sia solo corpo o solo spirito. L’insieme e l’unione di queste due parti è del tutto necessaria alla Chiesa, come alla natura umana l’intima unione dell’anima e del corpo… E come Cristo, nostro Capo ed esemplare, non è tutto lui se in lui si considera o la sola natura umana visibile, come sostengono i Fotiniani e i Nestoriani, o solamente la natura divina invisibile, come sogliono affermare i Monofisiti, ma è uno solo per l’una e l’altra natura visibile e invisibile; così il suo corpo mistico non è vera Chiesa se non per questo, che le sue parti visibili derivano forza e vita dai doni soprannaturali e dagli altri elementi da cui sgorgano la loro ragione di essere e la loro natura propria. E poiché la Chiesa è quello che è per volontà e istituzione divina, deve rimanere tale in perpetuo… Pertanto questa unione di cose visibili e invisibili, appunto perché naturale e congenita nella Chiesa per volere divino, deve necessariamente perdurare, finché durerà la Chiesa… (Ed essa) fino a tanto che nasce e tramonta il sole, essa durerà come il sole; cioè, fino a tanto che durerà il volgere dei secoli, non verrà meno la Chiesa di Dio, cioè il corpo di Cristo sulla terra” (LEONE XIII, Enciclica “Satis cognitum”, del 29 giugno 1896).

BORSA DI STUDIO “Santina Stella Regis” dedicata dal figlio mons. Benito Regis alla memoria della mamma per un seminarista residente in Castelnuovo Scrivia Per informazioni rivolgersi in parrocchia

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vellati Antonietta, 15 pro adozioni. Renza, Anna Isetta, 50 suffr. def. Torti Novelli. - Cassinelli Carla, 25 in ricordo di Angelina Silva. - fam. Testa Giovanni 30 in suffr. fam. defunti. - Brollo Enrica, 50 in suffr. fam. defunti. - Paola, Anna, Renza, 50 in suffr. fam. defunti. - Gli amici di Massimo, 60 in suffr. di Massimo Grassi. -

Castelnuovo Scrivia

MATRIMONI 24 Giugno 2017 Marco Curone e Vera Savvateeva 23 Luglio 2017 Matteo Conca e Tamara Curone 29 Giugno 2017 Marcello Agostelli e Sonia Ursino 2 Settembre 2017 Odino e Michela Stella

TORNATI AL PADRE 29) Antonietta Patricola n. 21-11-1942 +13-06-2017 30) Anna Maria Scacheri n.02-03-1946 +21-06-2017 31) Fulvia Pattarini n.24-08-1958 +25-06-2017 32) Carlo Bassi n.14-07-1952 +09-07-2017 33) Giovanni Mariani n.20-03-1943 +20-07-2017 34) Libero Citarelli n.25-06-1928 +31-07-2017 35) Francesco Bonifacio n.27-06- 1930 +06-08-2017 36) Aldo Goggi n.14-04-1926 +08-08-2017 37) Maria Doretta (Maddalena) Scaffino n.02/10/1938 +27/08/2017 38) Angelo Vaccari n.18/10/1933 +29/08/2017

Guazzora

BATTESIMI Torti Vittoria il 30 settembre

TORNATI AL PADRE Carlo Ferrari di anni 79 il 2 settembre; Giuseppe Cervetti di anni 63 il 9 settembre.


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Bollettino Parrocchiale

Luglio - Settembre 2017

Arriva il nuovo parroco Domenica 17 settembre, al termine della celebrazione delle S. Messa della ore 11 nella parrocchiale dei S.S. Pietro e Paolo di Castelnuovo Scrivia, il parroco don Costantino Marostegan ha comunicato che lascerà la Parrocchia di Castelnuovo per assumere il nuovo incarico, affidatogli dal nostro Vescovo Viola, di parroco a Pozzolo Formigaro, suo paese di origine. Al suo posto arriverà, domenica 26 novembre, don Paolo Caorsi (di anni 60), attualmente parroco di Pontecurone dal 2005, che guiderà così le cinque parrocchie dell’Unità pastorale San Luigi Orione. Come già noto la parrocchia del paese natale di San Luigi Orione passerà all’Ordine orionino, per cui il Vescovo diocesano ha pensato di trasferire nella vicina Castelnuovo l’attuale parroco di Pontecurone; e nel contempo ha ritenuto di coprire la parrocchia di Pozzolo con don Costantino (di anni 59, che è parroco di Castelnuovo dal 2004 e che rimarrà fino al 19 novembre a Castelnuovo, facendo poi l’ingresso ufficiale nella nuova parrocchia sabato 25 novembre). Dopo l’annuncio ufficiale si sono ritrovati in canonica – su invito del parroco – i membri del Consiglio pastorale interparrocchiale (parrocchie di Castelnuovo, Alzano, Guazzora, Molino e Ova) con i componenti dei vari Consigli economici per ulteriori comunicazioni di dettaglio. In particolare, è stato ricordato che il Consiglio pastorale interparrocchiale – che sarebbe in scadenza, dopo i 3 anni previsti, il prossimo dicembre – rimarrà in carica straordinariamente (come previsto, dal terzo comma dell’art. 8 del relativo Statuto, nel caso di successione del parroco) ancora per un anno, per poter garantire al nuovo pastore quella necessaria continuità al fine di agevolarne il suo migliore inserimento. Don Costantino, invece, celebrerà l’ultima S. Messa domenica 19 novembre; mentre nella settimana successiva a quella data, in attesa del nuovo parroco, sarà presente a Castelnuovo un sacerdote di supporto. Riservandoci di ritornare su questa importante notizia, a nome di tutta la Redazione e dei vari organismi parrocchiali esprimiamo i più sentiti ringraziamenti a don COSTANTINO per la copiosa attività pastorale svolta; mentre rivolgiamo al nostro futuro parroco don PAOLO il nostro più affettuoso saluto di “benvenuto”, assicurando ad entrambi – soprattutto tramite il nostro Gruppo di preghiera parrocchiale – il costante accompagnamento nella fede, nella speranza e nella carità per il bene delle nostre comunità parrocchiali. r.c.d.

Grazie ! o n a f e St Domenica 1 ottobre 2017: la comunità parrocchiale ha salutato il seminarista Stefano Giuliano (nella foto con i genitori, il parroco ed il gruppo di ministranti), in servizio alla nostra Unità pastorale dal 2015.


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