

DAL GREEN ALLE PASSERELLE: COME IL GOLF HA CONQUISTATO LA MODA
Man mano che sempre più donne si avvicinano a questo sport, le offerte di alta moda si MOLTIPLICANO
Fino a poco tempo fa il golf non era esattamente sinonimo di stile. Semmai, era sinonimo del suo opposto polare, richiamando alla mente i pantaloni scozzesi di Jack Nicklaus, le polo di Tiger Woods o i pantaloni in stile Zubaz di Jon Daly.
Ma ultimamente, tutta una serie di sport per il tempo libero hanno vissuto i loro momenti di alta moda al sole (tennis, sci e persino pickleball tra questi). Quando il golf ha iniziato a diventare una tendenza durante il picco della pandemia, afferma la presidente di Bandier, Danielle LaFleur, si è trattato di uno sbocco comprensibile: “Le persone avevano più tempo a casa, avevano bisogno di attività all’aria aperta e cercavano cameratismo e comunità”.
E mentre i passatempi pandemici all’aria aperta hanno sostituito i gala e le uscite, la moda si è adattata. I marchi hanno visto più donne
intraprendere questo sport tradizionalmente dominato dagli uomini, e con esso i loro prodotti. Al Masters del mese scorso, designer tra cui Tory Burch hanno creato merch esclusivi e ricercati attorno all’evento. E anche il bastione dell’indie-cool SSENSE attualmente offre pezzi dell’etichetta londinese emergente Manors Golf. Marchi di moda come Burch’s, giganti dell’athleisure come Lululemon e linee più piccole come Recreational Habits e Random Golf Club hanno tutti ampliato i loro assortimenti negli ultimi anni. Nel processo, hanno evitato l’approccio “rosa e rimpicciolito” nella creazione di abbigliamento sportivo da donna e hanno invece offerto più opzioni alla moda che i loro clienti potrebbero plausibilmente indossare anche fuori dal campo. Prendiamo, ad esempio, l’elegante abito plissettato di Burch, che il marchio ha recentemente introdotto in un nero

adatto all’abbigliamento da giorno. Oppure il set di pantaloncini da tuta ricamati di Recreational Habits, che potrebbero sembrare altrettanto appropriati per il brunch come sul green. Tuttavia, in questa nuova generazione di abbigliamento da golf, gli elementi prestazionali non vengono trascurati, con traspirazione dell’umidità ed elasticità in quattro direzioni in mezzo a tutte le stampe trendy e leggermente retrò.
Sun Choe, chief product officer di Lululemon, osserva che anche prima che il colosso dell’atletica introducesse stili di golf dedicati, le donne usavano già i loro pezzi per quello scopo. “Poiché abbiamo visto sempre più nostri ospiti gravitare verso questo sport”, afferma, “è stato naturale creare una collezione che offrisse tutto ciò che hanno imparato ad amare, aspettarsi e sentire dalla nostra attrezzatura, su misura appositamente per le esigenze del golf.” LaFleur fa eco a questo, dicendo che Bandier ha visto una “crescita straordinaria” quando si tratta di “sport di club tradizionali”, come tennis, golf e pickleball. “Per soddisfare la domanda, stiamo vedendo i marchi sviluppare capsule collection per il golf... così come interi marchi nascono per soddisfare le esigenze del golfista moderno e alla moda”, aggiunge. Bandier attualmente


offre una vasta gamma di attrezzature da golf di etichette come Lacoste, Varley e The Upside. “C’è una base di consumatori in crescita alla ricerca di look atipici”, afferma LaFleur, il che “ci permette di divertirci molto con i nostri brand partner”. A guidare (scusate il gioco di parole) la tendenza è anche il ritorno della preparazione, la fissazione sullo stile dei “vecchi soldi” e l’ossessione per la “ricchezza nascosta”. (Quale impostazione potrebbe essere più “old money” dei collegamenti?) Non c’è da stupirsi che molti dei look disponibili distorcano più la preparazione della vecchia scuola che il nouveau athleisure. Anche l’avanzamento di carriera può essere un fattore: se il vecchio club maschile sta ancora pianificando fusioni sul fairway, un numero crescente di donne, nello spirito del “se non puoi batterle, unisciti a loro”, si sta dirigendo anche lì. Jackie Skye Muller, redattrice e direttrice creativa di Recreational Habits, mi ha persino indirizzato a uno studio sull’importanza del networking attraverso il golf per le donne in campi dominati dagli uomini. E se stai concludendo un accordo sul corso, potresti anche fare bella figura mentre lo fai.



THE RYDER CUP MEETS FASHION


Il preppy trend arriva fino alla RYDER CUP, la PASSERELLA per i nuovi golfisti



4. set da golf con tre palline e quattro tee di LOUIS VUITTON.
5. Bracciale golfing di GIOVANNNI RASPINI
6. Gonna Oxford Sloan di THE UPSIDE.
7. Guanto da golf in pelle di RLX RALPH LAUREN.


8. Gilet a maglia Delaney di VARLEY.
9. Giacca a vento di LULULEMON.
10. Pochette di BYRDIE GOLF SOCIAL.
11. Abito Jane Court di VARLEY.
12. Cappello con visiera di WILSON.





IL GOLF IRRIVERENTE DI GEORGE WENDELL
Diamo un’occhiata alla collezione PE24

Nel 1999, il golfista francese
Jean Van de Velde è venuto fuori dal nulla per sfidare per il Campionato Open, uno dei premi più ambiti nel golf. Nello stesso anno nasce il direttore creativo di Georges Wendell, Pierre Kaczmarek. È qui che il designer trae la sua influenza per la sua prossima collezione primavera/estate 2024 di articoli da golf rielaborati adidas (XETRA:ADS.DE -0.72%), che dovrebbe debuttare durante la sfilata Georges Wendell SS24 alla Paris Fashion Week.
Per la collezione, Kaczmarek introduce il motivo di design “W Cut” di Georges Wendell nel classico abbigliamento sportivo. Il risultato è incredibilmente chic e anticonformista, aggiornando gonne da golf e polo bianche per portarli in nuovi, regni altamente alla moda.
La gamma funziona ancora sul putting green con tutti i mezzi, ma si sente a casa a Parigi. L’insieme comprende una polo realizzata in pizzo, ma ancora sfoggia tutte le proprietà polo necessarie, mentre la polo da uomo è rifinita con tagli W sull’orlo. I pantaloni sono formali e sportivi, combinando gessati con pannelli in nylon e le gonne sono pieghettate come previsto, ma sono dotate di un motivo nascosto di marca Georges Wendell che adorna l’interno di ogni piega, visibile solo una volta disteso.
Insieme, ci sono 40 pezzi che possono essere lavorati in 15 look completi e unici, e per rendere la collezione un po’ più speciale, ogni pezzo è firmato con la firma di Georges Wendell.


DI ERIC BRAIN

STHEPHENSONSULGRAND
Negli anni ‘80, come giocatrice del LPGA Tour, Jan Stephenson ha vinto tre major e 16 eventi del LPGA, totalizzando 41 vittorie a livello mondiale. La star australiana ha attirato l’attenzione per aver abbracciato e promosso la sua immagine nella promozione del tour. L’impronta di Stephenson sul gioco va ben oltre le sue prestazioni sul campo. Ha contribuito a fondare il Women’s Senior Tour, dove ha giocato per diversi anni, ed è anche entrata nel business del design di campi da golf. Inoltre, ha prodotto una serie di video di allenamento. La World Golf Hall of Fame ha annunciato la scorsa settimana che Stephenson sarà tra i membri della classe del 2019. Ha parlato del riconoscimento e della sua carriera nel podcast Inside the Ropes di Golf Australia. “Abbiamo parlato di fare un film,” ha detto Stephenson nell’intervista. “Margot Robbie vuole interpretarmi.”Robbie, 28 anni, è anche lei australiana. Robbie ha spesso parlato di ruoli che mettono in risalto l’emancipazione femminile. In occasione della sua introduzione nella Hall of Fame, Michael Bamberger di GOLF ha scritto questo su Stephenson: “Stephenson, che ha 66 anni, è stata, senza remore, la prima golfista professionista a sfruttare la sua sessualità in un audace sforzo di marketing. Durante la sua ascesa nel golf a metà degli anni ’70, quando milioni di uomini americani erano ossessionati da un certo poster della star televisiva Farrah Fawcett, Stephenson ha prodotto quello che allora era un calendario provocante, incluso una famosa foto di lei in una vasca da bagno coperta da palline da golf
sue prestazioni. Le sue 16 vittorie nel LPGA includono il LPGA Championship del 1982 e l’U.S. Open del 1983, dove ha concluso con un colpo di vantaggio su due future Hall of Famers, Patty Sheehan e JoAnne Carner. Ha vinto anche in Europa, Giappone, Australia, come golfista senior e, in particolare, nel JCPenney Mixed Team Classic del 1983, insieme a Fred Couples. Couples è nella Hall of Fame. Stephenson ha fatto di più nel golf femminile di quanto Couples abbia fatto nel gioco maschile.”

S C ?OMREH
Maxfli.“I suoi vari sforzi di marketing hanno funzionato per due ragioni principali: la fotocamera la adorava, e sapeva giocare. Entra nella Hall of Fame, giustamente, in virtù delle

PE2024 E IL TREND DELLO SCOZZESE
Tartan, argyle, cardigan e calzettoni al ginocchio. ISPIRAZIONE dallo sport nato in scozia
Come su un campo da golf. La tradizione di questo sport è da sempre fonte di idee per la moda, che anche per questa stagione ri propone i classici temi ispirati al gio co nato in Scozia come tartan e ar gyle, il famoso pattern a losanghe. La Scozia, infatti, non è solo bir ra e verdi paesaggi. Pochi sanno infatti che il golf è nato in qui: le prime testimonianze risalgono al 1457. E’ un detto locale che suggerisce quanto il Paese sia legato a questa pratica sportiva: al Golf Club di St. Adrews, uno dei luoghi culto dei golfisti, il pub è chiamato “19esima buca”, perché il campo ne ha 18 ed è un rito andare a bere lì dopo aver compiuto il percorso Ed è proprio in questa terra, la Scozia, che nasce e si rafforza il binomio tra tessuto tartan e il mondo del golf.Sport che si gioca tra paesaggi splendidi, consente ai partecipanti di mantenere un raffinato aplomb e di dar sfogo a ricercatezze stilistiche, a partire dall’uso del putter, la mazza per andare in buca, così come nella scelta dei capi da indossare durante tutto il percorso. È qui che la moda entra in gioco con i suoi rigorosi motivi, declinando per colore e numero di linee il più classico tessuto scozzese. Una nota a parte è dedicata all’argyle, il pattern a losanghe che in origine era segno di riconoscimento di un antico clan della Scozia occidentale e che ora è preso in prestito da Pringle of Scotland. Ma Pringle non è l’unico brand che cita questo sport: è sempre il golf il concept del-


la collezione autunno inverno 2023/2024 di Lacoste, mentre nelle collezioni primavera estate 2019 troviamo calzettoni al ginocchio, cardigan lavorati a mano e capi che, oltre a presentare il check, hanno una vestibilità loose fit per accompagnare i movimenti del golfista. La massima celebrazione è invece firmata da Thom Browne che dedica al golf una completa capsule collection: i completi sono stati ri-editati con pompon ispirati ai club vintage, mentre i blazer destrutturati e le polo di cotone sono state decorate con un esclusivo stemma. A far capolino sui campi verdi c’è anche Kylie Jenner che ha postato una foto su Instagram seduta sul golf cart con indosso un completino di Chanel.
DI SELENE OLIVA
LORO PIANA VESTE IL TEAM EUROPE
Qualità, artigianalità, eleganza e FASCINO. Questo è ciò che pensiamo AMMIRANDO questa splendida COLLABORAZIONE.

Ci sono relazioni che funzionano, con importanti benefici e soddisfazioni per entrambe le parti. Sono rapporti mutualistici di spessore, indovinate sinergie che rispondono al nome di qualità, esclusività, allure, destinate a durare nel tempo. È il caso di Loro Piana, Maison di puro charme, simbolo dell’eccellenza italiana, le cui collezioni incarnano uno stile distintivo caratterizzato da una sobria eleganza, che l’anno prossimo celebrerà i suoi primi 100 anni di vita, e Ryder Cup, importantissima competizione golfistica mondiale. Dal 25 settembre al 1° ottobre prossimi, al Marco
Simone Golf & Country Club di Roma, Loro Piana
vestirà̀ atleti ed entourage del Team Europe in tutti gli impegni ufficiali, dentro e fuori dal percorso di gioco. Dal 2016, quando la casa ha firmato per la prima volta le divise ufficiali del Team Europe, la Ryder Cup rappresenta un laboratorio, di garbo e personalità, a cielo aperto, occasione unica per sperimentare sul campo, e in diverse condizioni atmosferiche, tessuti all’avanguardia. L’obiettivo è portare nell’abbigliamento sportivo il savoir-faire, l’eleganza e la cifra distintiva che contraddistinguono Loro Piana da sei generazioni; sono studio accurato delle forme e attenzione ai dettagli, predilezione per le fibre naturali e
lavorazione artigianale, per dar vita a un guardaroba di fascino e dalle performance di alto livello. Le nuove divise destinate al Team Europe si distinguono per stile, funzionalità̀ e comfort, introducendo standard sartoriali inediti nel mondo del golf. In più, per la prima volta è stata utilizzata la tecnologia 3D per simulare le reazioni dei capi di abbigliamento durante gli swing e per sviluppare prodotti che garantiscano facilità di movimento, praticità e comodità durante il gioco.
Attenzione tailor made mai scontata anche per la scelta dei colori: durante i tre giorni di allenamento e gli altrettanti di gara, le divise celebreranno, nelle tonalità̀, l’Italia, la bandiera europea e Loro Piana, la cui nuance caratteristica, il kummel, sarà̀ protagonista del sabato di gioco. Una selezione delle uniformi del Team Europe, complete del logo della Ryder Cup, sarà̀ disponibile nella boutique romana di Loro Piana durante i giorni della manifestazione; tutti gli appassionati di golf, e non solo loro, potranno quindi toccare con mano la raffinatezza, l’innovazione e il comfort che caratterizzano un guardaroba sportivo di esclusività e qualità. Loro Piana supporterà̀ anche il Team Europe della Junior Ryder Cup 2023, che si disputerà̀ dal 26 al 28 settembre: durante la finale i giovani talenti vestiranno le stesse divise dei campioni della prima squadra.



DI ANDREA MATTEUCCI
LO SPORTSWEAR AI TEMPI DEL QUIET LUXURY
Il grande ritorno di golf e TENNIS nell’estetica sportiva ha un
Mentre l’estetica calcistica ha definitivamente conquistato ogni angolo della moda e del lifestyle, con celebrities che fanno a gara nell’indossare maglie polverose di squadre che non hanno mai visto giocare in vita loro, lentamente ma inesorabilmente sta tornando in scena anche un’altro trend sportivo che va in direzione opposta. Non è certo un mistero che tennis e golf stiano tornando alla ribalta dopo anni passati sottotraccia, se non sul livello sportivo sicuramente come influenza culturale e quotidiana, portando con loro una decisa restaurazione estetica, esclusiva e alto borghese. Se infatti il blokecore rispondeva in campo al dilagante trend dello Y2K e alla sua riscoperta del camp e del cheap, il ritorno dello stile classico da sempre associato a due sport aristocratici come tennis e golf è da collegare all’imporsi del fenomeno quiet luxury. Affermatosi grazie agli outfit dei protagonisti della serie HBO Succession, il quiet luxury consiste nell’indossare capi minimal e no logo ma estremamente cari, senza che si riesca a riconoscere il brand. Uno stile perfetto per rappresentare quel tipo di ricchezza under-

stated che non ha bisogno di dimostrare il proprio tenore di vita - come ha scritto sul New York Times Vanessa Friedman - ma che non perde occasione per dimostrare il proprio talento su un green o con una racchetta in mano, magari in qualche circolo privato con entrata su raccomandazione. D’altronde nella moda è normale che ad un alto segua un basso e così via, secondo quel respiro che dà forma ai trend, e il fascino dell’old money è intrinsecamente legato a sport più tradizionali come tennis o golf. Un deciso segnale è arrivato a pochi giorni dall’inizio del Gran Slam di Wimbledon, il simbolo di un tennis classico e affettato, con la scelta di Louis Vuitton di presentare Carlos Alcaraz - attualmente il numero uno delle classifiche ATP - come proprio nuovo Brand Ambassador. Dopo che lo scorso anno Gucci aveva scelto Sinner e BOSS Matteo Berrettini, la moda è tornata ad investire su uno sport dov’è stata sempre di casa. E i giovani talenti sono molto più ricettivi verso il fashion world rispetto ai big three o four dello scorso decennio, aperti a giocare con la propria immagine pubblica e liberi da un’i-



dea costrittiva di tennis. Così, approfittando della saturazione dei calciatori diventati testimonial, si stanno ritagliando un ruolo sempre più rilevante, rompendo le barriere verso il mainstream. E di conseguenza anche i brand hanno iniziato a spingere sull’estetica legata all’archivio e all’heritage dello sport, staccandosi così dalle tendenze che invece hanno dominato negli ultimi anni ogni contaminazione tra sport e moda tra blockcore e gorpcore. Una silenziosa ribellione contro capi ipertecnici e esclusivi o verso i ritmi frenetici dei trend, al quale si oppone invece la sicurezza del classico. Sempre in concomitanza con Wimbledon ad esempio, PUMA ha scelto di lanciare la sua nuova collaborazione con il brand newyorkese NOAH, il cui fondatore Brendon Babenzien ha dichiarato in un’intervista di non aver mai sentito il termine gorpcore. “L’hype intorno all’abbigliamento tecnico e alle sneaker è diventato troppo pesante” ha detto Babenzien intervistato da Business of Fashion, sottolineando come ci sia un vasto pubblico forse meno attento ai trend ma ugualmente interessato a indossare capi sportivi di qualità. E se i consumatori si stanno spostando verso acquisti più sostenibili, senza ricorrere le ultime uscite o i materiali supertecnici creando così una competizione non sana che nulla a che vedere con lo sport in sé, ecco che si affacciano nuovi stili e nuovi brand. Secondo Patrick Stangbye, creative director di ROA, “il termine “gorpcore” può essere estremamente limitante per i marchi di outdoor che hanno molto di più da offrire, come la sartoria morbida o la maglieria”. Così l’estetica preppy dei campi di terra rossa e quella immacolata del green tornano ad essere protagonisti, alleggerendo oltre i tagli e i tessuti anche l’ansia di prestazione di dover andare a fare la spesa con uno shell impermeabile. Insomma c’è un clima da restaurazione che pervade ogni estetica sportiva.
DAL CAMPO AL CLUB








1. ADIDAS ORIGINALS, sneakers Spezial, €110,00 - 2. HERMES, Cintura Kelly, €970,00 - 3. ROLEX, Datejust 36 mm blu, €8.950,00 - 4. GUCCI, Cardigan con logo jacquard, €1.300,00 - 5. VALENTINO GARAVANI, bracciale VLOGO, €250,00 - 6. POLO RALPH LAUREN, cappellino con visiera, €35,00 - 7. SPORTY & RICH, Polo Hotel Du Camp, €234,00 - 8. VINCE, Pantaloni palazzo, €394,00
CHIC ANCHE SUL TEE








1. ADIDAS GOLF, Gilet Go-To-Sweater, €99,95 - 2. BORSALINO, Visore B, €300,00 - 3. GUESS, Cropped Polo, €45,00 - 4. POLO RALPH LAUREN, Flag On Rag Crew Sock, €20,00 - 5. RANDOM GOLF CLUB, Golf Gloves, €40,00 6. NIKE GOLF, Air Pegasus ‘89 Unisex, €119,99 - 7. MALBON, Sacca Da Golf, €1550,00
UNO SPORT AL FEMMINILE


Socialità, natura, preparazione ed... Ecco perchè fa bene a mente e corpo
Per moltissimo tempo appannaggio di un pubblico esclusivamente maschile, il golf è ora uno sport da donne, che sta celebrando a tutti gli effetti la sua democratica ascesa. Sono infatti sempre di più, anche giovanissime, che iniziano a praticare il golf e a scoprirlo, grazie al suo effetto terapeutico per mente e corpo. Ed è proprio la stagione estiva il periodo ideale per avvicinarsi a uno sport che permette non solo di fare del movimento, ma di farlo all’aria aperta, immersi nel verde, in compagnia, ingaggiando elementi come la concentrazione e la tecnica. Elementi assolutamente benefici, comuni a ben poche pratiche sportive e che permettono di contrastare realmente l’isolamento digitale dei ritmi frenetici della città, dove troppo spesso lo sport equivale ad un ritaglio di tempo in pausa pranzo attaccati ad un attrezzo con un device che conta le calorie e ci da quella sensazione di sudore che ci permette di mettere da parte i sensi di colpa al secondo spritz. Ma lo sport e l’attività fisica in generale sono mol-
to altro e il golf, con la sua incredibile ascesa, lo sta dimostrando, soprattutto a un nuovo pubblico tutto al femminile che vive con entusiasmo questa scoperta. Ci siamo fatti spiegare perché da Giorgio De Pieri che ha fatto del golf non solo la sua passione, ma anche il suo lavoro. Professionista di golf, Giorgio si è laureato in scienze motorie, diplomato in osteopatia e ha ottenuto un master in biomeccanica del golf. Co fondatore e Direttore tecnico del centro sportivo Bold di Milano, Giorgio è preparatore atletico e coach di giocatori professionisti e Responsabile della preparazione atletica della Federazione Italiana Golf occupandosi in particolare appunto delle ragazze, dai 13 ai 22 anni circa. Perché il golf é uno sport adatto anche alle donne?
Negli ultimi vent’anni, il golf femminile ha preso molto più piede rispetto a prima e sono nate molte associazioni in merito, anche senior, che nel golf significa oltre i 55 anni di età. In particolare, alcu-
TUTTO DA SCOPRIRE

basso impatto di forza muscolare e questo facilita le donne che hanno geneticamente il 30% in meno di forza. Questo permette di fatto a qualsiasi donna, anche in età più avanzata, di cominciare a giocare. Un esempio è una signora di 70 anni che un mese fa è arrivata al centro e adesso, dopo un mese di pratica, è assolutamente in grado di giocare a golf. Chiaramente c’è un discorso di distanza sul campo da considerare ma a livello di colpo la forza non rappresenta un limite al gioco sul percorso. Se ad esempio io con un colpo fac-
ni club molto prestigiosi che sono in Scozia e in America hanno finalmente aperto le porte alle donne, che invece fino a qualche tempo fa, circa 15 anni fa, non erano neanche ammesse al circolo. Dunque, a partire dal 2020 la pratica del golf é stata sdoganata e fortunatamente, é stata data a tutti l’opportunità di vivere questo sport e questo ha portato il numero delle donne golfiste a crescere notevolmente. Nel centro indoor Bold di Milano in cui lavoro, per esempio, ad oggi il 60% di soci sono uomini e il 40% sono donne quindi i numeri parlano chiaro su come la situazione sia evoluta enormemente in relativamente poco tempo. È interessante notare come ci siano anche tante bambine piccole, dai 6 ai 10 anni di età, che si avvicinano a questo sport. Tutto questo a conferma del fatto che nel golf non ci sono limiti in termini di età né di sesso.
Quali sono, soprattutto per le donne, i benefici da un punto di vista fisico dati dalla pratica del golf?
Si tratta sicuramente di uno sport a
cio 300 metri e lei 120, questo a livello di gioco viene considerato perché il percorso viene differenziato tra uomo e donna, dove la donna ha delle buche più corte. L’impatto fisico del golf quindi è basso ma ha il vantaggio di avere tre cose che sono assolutamente fondamentali, soprattutto andando avanti con l’età. In primis un lavoro cardiovascolare, perché per giocare a golf è necessario camminare. Il car infatti viene consigliato se proprio vi è la necessità, altrimenti si suggerisce sempre di camminare. Questo permette al cor-
po di rimanere attivo e camminare all’aperto senza subire un impatto troppo forte in termini di articolazioni: basti pensare che la corsa viene ormai praticamente eliminata dagli allenamenti perché risulta troppo pericolosa da un punto di vista di ginocchia e caviglie. Secondo punto sono le rotazioni che sono cruciali nel golf: sono in sostanza uno schema motorio che invecchiando perdiamo e da piccoli invece é necessario sviluppare per creare un corpo armonioso. La rotazione del gesto tecnico specifico del golf permette quindi
alla donna di mantenere o imparare uno schema di rotazione che é fondamentale per la vita: per le anche, per le spalle, per la cervicale. Il terzo elemento è la coordinazione oculomanuale. Sembra una cosa scontata ma in realtà è necessario da piccoli impararla e da grandi non perderla per evitare di essere scoordinati nei classici gesti della vita quotidiana come guidare, lavorare o cucinare. Ci sono dei vantaggi invece da un punto di vista puramente posturale? E delle controindicazioni nella pratica?
Giocare a golf obbliga in sostanza a fare dei piccoli allenamenti posturali per mantenere forti addominali e glutei e l’equilibrio. Questo permette, giocando a golf, di essere allenati fisicamente. Ad esempio, nel nostro centro indoor, la palestra é annessa al lavoro tecnico quindi qualsiasi nostro cliente fa sia allenamento tecnico che allenamento atletico a livello posturale. L’unico caso in cui invece il golf viene sconsigliato é quello di ernie discali conclamate come sciatalgia e lombosciatalgia, per cui sarebbe meglio curare prima quelle, oppure quello in cui si hanno problemi cervicali o neurologiche di coordinazione e di equilibrio. Per tutto il resto, nessun tipo di controindicazione. Io ad esempio ho anche dei clienti protesizzati quindi con ad esempio anche finte o ginocchia finte, spalle finte, persone che si sono rotte bicipiti o legamenti e quindi non hanno i tendini. Pilates e yoga sono allenamenti perfetti da tenere in parallelo proprio perché aiutano la postura sana e l’equilibrio che, nell’uomo adulto risulta assolutamente fondamentale. Basti pensare come la rottura di femore sia uno dei motivi più diffusi di invalidità senile. A livello psicologico, mentale, che tipo di benefici se ne possono trarre?
Il beneficio è duplice: psicologico e sociale direi. A livello psicologico, si lavora sull’aspetto della tattica e della strategia, tenendo quindi attivo il cervello. Inoltre, allena soprattutto la parte psicologica relativa alle scelte. Il lobo frontale del cervello è quello relativo alle scelte e giocando a golf lo si mantiene attivo, come se si stesse leggendo un libro. Questo perché si deve continuamente scegliere, misurare, calcolare, pensare alla strategia, soprattutto nell’uomo adulto, nella donna adulta e nei bambini. Dunque ancora una volta é molto interessante vedere come esista questo schema in qualche modo paral-
lelo tra la bambina che devo imparare gli schemi a livello di coordinazione, strategico, manuale ecc… e l’adulta che invece non deve perderli con l’età. Il risvolto invece sociale ha una duplice valenza. Negli anni passati, il golf veniva molto visto come vita da circolo quindi in tutta la sua parte di convivialità e rapporti sociali, dalle cene sociali ai tornei di carte. Il golf moderno dal 2010 in poi – al di fuori della parte di circolo che rimane comunque attiva, se si pensa che il circolo di Milano conta 1000 soci – è ancora evoluto. Giocando a golf si fa business, si conoscono persone nuove, è possibile giocare anche con perfetti sconosciuti in piccoli gruppi di 3 o 4 persone e creare in questo modo connessioni completamente nuove, sviluppando pr e networking, elementi molto cari all’epoca moderna. Basti pensare che si sono banche che organizzano incontri di private banking sul campo o addirittura agenzie di real estate che vendono case o barche durante una partita.


LA NUOVA COLLEZIONE DI THOM BROWNE È UNA CORSA SOPRA AGLI ALTRI


La nuova COLLABORAZIONE tra Jimmy Choo e Malbon unisce lusso e sport in una collezione di articoli che trasuda ELEGANZA e MAESTRIA fin dal primo colpo.
Il formalismo degli abiti di Thom Browne potrebbe non sembrare analogo alla libertà e alla furia del mondo dello sport, ma la grande forza di Browne come designer è la capacità di passare senza soluzione di continuità dal rigore allo spirito vivace. Dopo aver vestito i Cleveland Cavaliers e l’FC Barcelona, entrambe squadre professionistiche di altissimo livello, e aver lanciato una capsule collection di tennis lo scorso anno, il designer sta lanciando una linea di golf per Resort. In uscita oggi nei negozi Thom Browne e su Farfetch.com, la collezione da golf di Browne prende i rombi, i calzini alti e le palline con fossette dei maglie e li colloca nel mondo sottosopra del designer. “Si trattava semplicemente di giocare con quelle vecchie idee iconiche e di reinterpretarle in un modo che le facesse sentire attuali”, dice delle sue collezioni uomo e donna, citando Arnold Palmer come particolare ispirazione.
Per gli uomini, ci sono cappelli tam-o’-shanter con pompon tricolori e pantaloni da golf alla capri, meglio indossati con calzini a rombi alti fino al ginocchio, naturalmente. La collezione donna comprende blazer tartan e gonne a pieghe asimmetriche, oltre a un paio di scarpe con tacco da spettatore con una pallina da golf sospesa sullo stiletto. Un articolo da golf che non troverai? Una giacca verde Masters. “Penso che sia una specie di marchio registrato”, dice Browne, con una risata. “Quindi, penso che potrebbe non essere stato così apprezzato dal gruppo Masters.”
Il designer spera comunque che alcuni golfisti prendano nota della collezione. “Guardo il golf e ho pensato che sarebbe stato interessante vedere [se alcuni giocatori indossassero la collezione]”, dice. “Penso che siano decisamente più in sintonia con il loro aspetto. Non si sa mai, forse Tiger ci chiamerà.
Fino a quando ciò non accadrà, dovrai tenere d’occhio il campo da golf locale, o magari la sala da pranzo del country club, per l’ultima collezione di Browne. Non aspettarti di vedere Browne lì. Ammette che anche se i suoi familiari sono appassionati golfisti, lui preferisce altri sport. “Da piccolo ho seguito più il percorso del tennis che quello del golf. Ci è voluta molta pazienza e, crescendo, non ho sempre avuto pazienza”, dice.
DI STEFF YOTKA




LO STILE PREPPY E LA SUA ASCESA NEL MONDO DELLA MODA
L’acerrimo nemico del FLOWER POWER.
Tra la fine degli anni Sessanta e i primi Settanta, una parte della moda alzava gli occhi al cielo, anticipando e cavalcando le spedizioni lunari -la couture di Parigi inventava la Space Age-. E mentre la triade Cardin, Courrege, Rabanne, sperimentava nuovi materiali, dal metallo al vinile per silhouette fluide e aliene, i giovani facevano i conti con uno dei più significativi scontri generazionali del Novecento. A suon di pubblicità e di comunicazio ne sempre più rapida e per vasiva, anche nell’abbi gliamento si definiva uno standard: da una parte, i figli dei fiori; una rottura dentro alla Beat Generation, nel denim, nel délavé, le stampe, le frange, gli zoccoli, le zeppe e il primo vero vintage. Dall’altra chi non ade risce a questa tendenza e le si oppone completa mente.
Polo a righe, pantalone capri e un occhiale legger mente estroso per l’estate; una boyfriend jacket per l’inverno. Sembra facile, ma riprodurre il preppy di quell’epoca è un’impresa che richiede lo sforzo di addentrarsi nella materia del costume. Lo fa in modo magistrale il film Grease, ambientato in un 1958 che è una terra di confine: lì le ragazze hanno già le gonne plissettate, altro capo irrinunciabile, ma sono sotto al ginocchio – salgono qualche tempo più
tardi –, il cardigan con la camicia ben stirata o un golf sulle spalle. Quando fanno il tifo per la loro squadra, mettono i bomber dei rispettivi fidanzati; al posto della mariniere, c’è il vichy che è un retaggio della mitica Claire McCardell.
Un senso di ordine che scavalca anche la decade della disco music e, negli Ottanta, è sublimato nelle serie televisive e nelle pel-

licole cult come Breakfast Club e Heathers, la faccia più scapigliata e quella alto borghese del preppy. Le varie Winona Ryder/ Veronica Sawyer, Shannen Doherty/Heather Duke, Molly Ringwald/Claire Standish, Ally Sheedy/Allison Reynolds, con le necessarie accortezze di styling richieste dalla tendenza all’eccesso del periodo -che si articolano soprattutto nelle acconcia-
ture esagerate e iperlaccate e nel make-up più vistoso-, diventano il paradigma di un modo d’essere. I nomi per chi vuole adottare il look sono moltissimi: Tommy Hilfiger e la costante fascinazione per la gioventù; Ralph Lauren con la sicurezza delle tradizioni, la maglieria e un’impostazione sartoriale; Perry Ellis, guidato da Marc Jacobs - tra i preferiti dagli adolescenti-; ma anche Lacoste, Loro Piana, Emporio Armani. Quando passa il millennio e ai designer viene voglia di immaginare un futuro che sa ancora di Space Age, in TV passano Dowson’s Creek, Gossip Girl e più tardi Scream Queens. Inutile dire che, fra tutte, Serena van der Woodsen e Blair Waldorf diventano l’emblema del preppy 2.0. Firmate dalla testa ai piedi, hanno le stesse uniformi scolastiche solo con il cartellino delle maison del lusso. Una critica ironica e riuscitissima sono molte delle collezioni di Tom Browne, che in una palette di neri, bianchi, grigi e rossi, e una modellistica portata all’eccesso della perfezione, elabora e enfatizza l’intera esperienza del genere. Sferzato dal ritorno grunge, lo stile preppy lo si vede alla francese sulle passerelle di Celine e all’italiana in quelle del Gucci di Alessandro Michele. Intramontabile.


