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LA SALA DELL’OMBRA 3
In questa sala scoprirai come anche l’uso dell’ombra sia fondamentale nelle opere d’arte, perché rende la scena tridimensionale e molto coinvolgente.


Nella sala precedente hai imparato che solo grazie alla luce possiamo vedere il mondo intorno a noi. E quando un fascio di luce incontra un elemento, che cosa accade?
Quando la luce colpisce una figura umana o un oggetto, sul lato opposto si crea una zona più scura, che prende il nome di ombra. L’ombra segue sempre la direzione della luce e riproduce la forma dell’oggetto o della figura. Gli artisti e le artiste hanno spesso utilizzato l’ombra proprio per far risaltare le forme dei soggetti dipinti, rendendoli molto più reali e tridimensionali, perché l’ombra dona profondità alla scena.

Dal punto di vista del colore, le ombre possono essere nere/grigie oppure colorate. In realtà, trattandosi di una variazione dell’intensità della luce, le ombre dovrebbero essere tutte colorate, perché la luce contiene tutti i colori. Ma spesso in pittura le ombre vengono rese nei toni del nero per dare maggiore espressività alla scena. Quando si dipingono le ombre colorate, invece, si usano tonalità di colore più scuro oppure si gioca con i contrasti cromatici.
Quando un oggetto è illuminato dalla luce produce due diversi tipi di ombra: l’ombra propria e quella portata
L’ombra propria è quella che un oggetto proietta su se stesso.
L’ombra portata è quella che l’oggetto produce sulla superficie su cui è appoggiato.


La parte più illuminata dell’oggetto è separata da quella in ombra da una linea, chiamata separatrice d’ombra Se la superficie è dritta l’ombra sarà uniforme, se invece è curva l’ombra sarà varia.



L’ombra è spesso utilizzata per creare contrasto e dare tridimensionalità alla scena rappresentata. Grazie all’uso sapiente dell’ombra, a volte sembra che i dipinti “escano” dalla tela e siano quasi reali.
