Invalsi 2


• Prove ufficiali commentate • Prove di allenamento
• Prove digitali




NUOVA EDIZIONE

LIBRO DIGITALE INTERATTIVO - Versione studente
Il Libro digitale, sfogliabile e interattivo, contiene:


• esercizi interattivi, con correzione immediata
• audio per l’ascolto
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Invalsi 2 Pronti per la


Pronti per la prova Invalsi 2 Italiano
Testi : Elena Costa, Lilli Doniselli, Alba Taino
Responsabile editoriale : Beatrice Loreti
Art director: Marco Mercatali
Responsabile di produzione : Francesco Capitano
Progetto grafico e impaginazione : Carlo Mella
Copertina: Curvilinee
Illustrazioni : Gianluca Martini
Revisione testi : Giada Virgili
© 2023 ELI – La Spiga Edizioni
Via Brecce 100 – Loreto
tel. 071 750 701
info@elilaspigaedizioni.it www.gruppoeli.it
Stampato in Italia presso
Tecnostampa – Pigini Group Printing Division - Loreto -
Trevi
23.83.441.0
ISBN 978-88-468-4420-0
Le fotocopie non autorizzate sono illegali. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione totale o parziale così come la sua trasmissione sotto qualsiasi forma o con qualunque mezzo senza previa autorizzazione scritta da parte dell’editore.
PRESENTAZIONE
Le prove Invalsi servono per monitorare le competenze raggiunte dagli alunni e dalle alunne al termine dei primi due anni di scuola, quando devono essere consolidate le abilità di comprensione del testo.
Esse sono anche un ottimo strumento per:
• programmare e strutturare il lavoro;
• favorire l’acquisizione e lo sviluppo delle competenze nell’area linguistica.
Il testo presenta:
• 5 prove graduate per complessità dei quesiti posti e del testo da leggere, sul modello delle prove ministeriali. Di queste prove, le prime due sono guidate, per aiutare gli alunni e le alunne nei primi passi;
• le prove ufficiali degli ultimi tre anni. Queste prove sono commentate e aiutano gli alunni e le alunne a trovare i punti su cui dovranno concentrarsi maggiormente;
• una prova finale, simile alle prove ministeriali per numero di item e difficoltà, per poter controllare le competenze e le abilità raggiunte al termine del percorso.
Consigliamo di somministrare agli alunni e alle alunne queste prove scandendole durante tutto l’anno scolastico. In questo modo la preparazione per affrontare le prove ufficiali sarà graduale e aiuterà i bambini e le bambine a superare l’ansia della prova Invalsi.
Le prove contenute in questo testo danno la possibilità ai bambini e alle bambine di acquisire una forma mentale che li aiuta nel percorso di comprensione per raggiungere il vero scopo finale: sapere che cosa vuole dire comprendere un testo.
Alcuni testi propongono temi di educazione civica perché il lavoro non sia solo “esercizio di comprensione”, ma anche strumento di crescita personale.
L’insegnante ha a disposizione un percorso propedeutico online con esercizi specifici che riguardano gli aspetti della comprensione del testo. Questo percorso aiuta a individuare il tipo di lavoro che si può proporre per ciascun aspetto di comprensione, anche esportandolo in altre situazioni di lettura di testi.
Le esercitazioni proposte in questo testo permettono inoltre di monitorare, durante tutto l’anno scolastico, i successi e le eventuali difficoltà di alunne e alunni.
Questa pagina offre gli strumenti per aiutare i bambini e le bambine ad affrontare le prove Invalsi con maggiore serenità.
MINDFULNESS
Presta attenzione leggendo con calma la consegna.
LIFE SKILLS
Consapevolezza di sé : sai che come tutti hai punti deboli, ma anche punti di forza. Fai leva su questi ultimi per sentirti forte.
Concentrati per capire che cosa ti sta chiedendo la consegna e non pensare subito alla risposta.
Gestione delle emozioni : non puoi cancellare l’emozione, ma cerca di reagire in modo positivo e con fiducia.
Metti in azione la curiosità per conoscere quali sono le risposte proposte o per capire come puoi dare tu una risposta.
Gestione dello stress: è normale sentirsi stressati di fronte ad una prova importante. Cerca di mantenere la calma e sappi che sei pronto/a a risolvere i problemi che ti vengono presentati.
Sfida te stesso/a convinto/a che sei in grado di “uscire vincitore”.
Pensiero creativo : a volte la curiosità e un’idea originale ti possono aiutare a trovare la soluzione.
Pensa positivamente perché “ce la puoi fare”.
Prendere decisioni : quando sei sicuro/a dai la tua risposta senza incertezze. Rivedendo poi le tue risposte puoi sempre correggere.
Prova 1 e Prova 2 Sono due prove guidate. Svolgile autonomamente. Leggi con attenzione le indicazioni che ti possono aiutare.
Prova 3, Prova 4 e Prova 5
Prova 6, Prova 7 e Prova 8
In queste prove le difficoltà sono in progressione : dal più facile al più difficile.
Sono le “vere” prove Invalsi che i bambini e le bambine come te hanno affrontato nelle prove ufficiali degli anni 2021 – 2022 – 2023. I suggerimenti possono aiutarti a comprendere quale procedimento devi seguire.
Prova 9 È una prova molto simile alle prove ufficiali. Metti in atto tutto ciò che hai imparato.
Come ti prepara questo testo ad affrontare bene le prove Invalsi?
Questa prova ti serve per abituarti a lavorare nel modo richiesto dalla Prova Invalsi. È più semplice delle prove ufficiali. Ha meno domande e meno scelte per la risposta.
PABLO
Nel bosco di conifere e betulle vivono tanti simpatici orsetti.
Le loro pellicce sono tutte di colore marrone, tranne una, quella di Pablo, che è arancione a pallini rossi.
Questo per Pablo è un bel problema.
Quando giocano a nascondino, lui si vede sempre!
E quando vanno a caccia di miele, tutte le volte le api li scoprono. E chi inseguono? Pablo, naturalmente.
Quasi ogni giorno poi, alle quattro di pomeriggio, giocano a pallone.
Gli orsetti si dividono in due squadre: marrone chiaro e marrone scuro. E Pablo?
Lui è arancione a pallini rossi e… non gli resta che fare l’arbitro.
Sempre!
Tutti si divertono un sacco, ma Pablo no!
Non ha nemmeno il fischietto!
Pablo è ogni giorno più triste. Vorrebbe essere marrone come gli altri orsi. Odia essere diverso, così se ne sta da solo.

Si sente tanto sfortunato.

Piange e, mentre le lacrime cadono sul terreno, gli viene una bellissima idea.
Decide di rotolarsi nel fango. E così fa.

Poi si specchia nel lago e…
Evviva! Sono marrone come tutti gli altri.
Di corsa raggiunge il gruppo di amici che stanno facendo un pic nic.
Gli orsi non lo riconoscono e lo invitano a mangiare con loro.
Pablo è felice… marrone e felice.
Per la prima volta non si sente diverso.
(Alessia Zucchi, Un tipo speciale, La Spiga Edizioni)
1 Qual è il bosco di conifere?



Pensa a quale immagine ti ricorda un bosco.
2 Nel testo si legge: “Quando giocano a nascondino...”
Chi gioca a nascondino?
A. Le api
B. Gli orsetti
C. Le api e gli orsetti Con chi gioca Pablo?
3 Quali sono le due squadre formate dagli orsetti?
A. Marrone chiaro e marrone scuro
B. Marrone scuro e arancione a pallini rossi
C. Marrone chiaro e arancione a pallini rossi
Se non ricordi la risposta, rileggi la parte in cui si parla delle squadre.
4 Che cosa vuol dire la frase “Non gli resta che fare l’arbitro”?
Pablo:
A. non può fare l’arbitro
B. vuole fare l’arbitro
C. può fare solo l’arbitro
Pablo può appartenere a una delle squadre?
5 Perché Pablo si rotola nel fango?
A. Perché è da solo
B. Per diventare marrone
C. Perché è triste
Che cosa ha Pablo di diverso dagli altri? Che cosa desidera?
6 Perché Pablo sta da solo?
Pablo sta da solo perché:
A. non sa giocare a pallone
B. gli altri non vogliono stare con lui
C. si sente diverso
Pensa a come si sente Pablo.
7 Nel racconto che hai letto puoi trovare queste informazioni?
Metti una crocetta per ogni riga.
a) A Pablo non piace il colore della sua pelliccia
b) Gli altri orsetti fanno i dispetti a Pablo
c) Pablo cerca di risolvere il suo problema
Leggi una frase per volta. Pensa se ciò accade oppure no.
8 A che ora gli orsetti giocano a pallone?
Completa la frase.
Gli orsetti giocano a pallone alle ..................................... del pomeriggio.
Nel testo è scritto a che ora giocano a pallone.
IL DIVORATUTTO
PARTE 1

C’era una volta un Divoratutto... Ma iniziamo dal principio, quando la capitana zia Nini e il suo equipaggio, Giorgio l’orsetto e Giulio il pinguino, furono chiamati per mettersi alla ricerca di uno strano essere marino.
Da tempo il mostro passava sotto i pescherecci e le navi da crociera spaventando i turisti. E divorava oggetti sulle spiagge. Tutti avevano paura di lui. Qualcuno doveva fermarlo. Fu così che zia Nini, Giorgio e Giulio salparono dal porto per mettersi al suo inseguimento.
Secondo i miei calcoli si sta dirigendo in mare aperto! – disse la capitana leggendo le ultime notizie su un giornale – Dobbiamo fare scorta di acqua e cibo.

Dopo lunghi giorni di navigazione, Giorgio avvistò qualcosa: – Eccolo là! – gridò indicandolo.
Ma, mentre lo stavano raggiungendo, il cielo si oscurò e il mare iniziò a ingrossarsi. La mattina seguente il temporale cessò.
– Lo abbiamo perso! Lo avevamo appena trovato... – si lamentò Giorgio. Proprio in quel momento sentirono qualcosa che urtava la nave. I tre indossarono le loro tute da palombaro e si tuffarono.
Adagiato sul fondo del mare trovarono un grande sottomarino. Dentro c’erano ingranaggi e quadri di comando e tutt’intorno bottiglie, scodelle, ruote, paperelle di gomma, piatti e posate di plastica. In mezzo a tutto ciò stava immobile lo strano coso verdastro, con cinque zampe e due pinne. Sembrava addormentato.
E così entrarono. All’interno c’era un disgustoso odore di pesce, petrolio e spazzatura.
Quando il coso verdastro si svegliò... – Ma sei un Divoratutto!
gridarono Giorgio e Giulio mentre scappavano il più velocemente possibile.
Saliti in superficie videro il sottomarino ripartire velocissimo. Lo seguirono per giorni. Ogni tanto il Divoratutto si fermava a rosicchiare qualcosa.
Tutto quello che i turisti gettavano in mare, lui lo rosicchiava.
PARTE 2
A un certo punto si fermò di fronte a un’isoletta. E fu lì che il nostro equipaggio scoprì un laboratorio subacqueo.
Zia Nini, Giorgio e Giulio si misero le tute da palombaro e si tuffarono. Entrati nel laboratorio restarono di sasso. La bocca del Divoratutto era aperta e uno strano personaggio armeggiava al suo interno con uno sputafiamme.
– Chi sei? E cosa stai combinando? Sono mesi che inseguiamo il Divoratutto! – disse la capitana zia Nini.
Lo sconosciuto disse: – Sono il dottor Asimov. Ho creato questo robot che trita spazzatura per nutrirsi. Dovete sapere che io amo il mare. È già da un pezzo che, ovunque vada con la mia barca, trovo immondizia e plastica e ho creato il Divoratutto. È programmato per ripulire il mondo.
(Federica Nuccio - Roberta Vattero, Il Divoratutto. La Spiga Edizioni)

A1
Dopo aver letto tutto il racconto rifletti su che cosa le autrici vogliono comunicare.
Le autrici hanno scritto questo racconto per:
A. far capire la necessità di usare macchine specializzate per eliminare i rifiuti
B. far capire l’importanza di tenere pulito l’ambiente
C. dimostrare che i mostri possono essere buoni
D. raccontare un’avventura di tre personaggi simpatici
Pensa al motivo per cui il dottor Asimov ha costruito il Divoratutto.
DOMANDE SULLA PARTE 1
A2 La capitana zia Nini dice che dovranno “fare scorta di acqua e cibo”. Perché?
A. Perché incontreranno il Divoratutto che mangia molto
B. Perché dovranno rimanere a lungo in mare senza sbarcare
C. Perché dovranno recarsi in alto mare
D. Perché è vietato uscire dal porto senza acqua e cibo
La frase successiva a quella in cui si parla di “scorta di acqua e cibo” ti aiuta a trovare la risposta.
A3
“Si sta dirigendo in mare aperto” vuol dire che zia Nini, Giulio e Giorgio navigheranno:
A. lontano dalla costa
B. fuori dal porto
C. per molti giorni
D. vicino alle navi da crociera
Non trovi la risposta precisa nel testo. Pensa al significato di aperto: vuol dire che non ci sono linee che lo delimitano.
A4 Giorgio dice: “Lo abbiamo perso! Lo avevamo appena trovato...”
Giorgio sta parlando:
A. del mare
B. del temporale
C. del cibo
D. del mostro
Pensa a che cosa stanno cercando i protagonisti del racconto.
A5 All’inizio del racconto zia Nini parla con Giorgio e Giulio mentre sta leggendo il giornale. Questo ti fa capire che:
A. i capitani devono leggere il giornale tutti i giorni
B. i giornali avvisano quando una nave salpa dal porto
C. i giornali parlano degli avvistamenti del mostro
D. i giornali calcolano quanti danni fa il mostro
Pensa allo scopo del viaggio di zia Nini e quindi per quale motivo sta leggendo il giornale.
A6
Che cosa usava il Divoratutto per trasportare i rifiuti che raccoglieva?
A. Una nave da crociera
B. Un laboratorio
C. Un peschereccio
D. Un sottomarino
A7
La risposta è chiaramente contenuta nel testo.
Dove viveva il Divoratutto c’era un disgustoso odore di pesce, petrolio e spazzatura. Ciò accadeva perché il Divoratutto:
A. era molto sporco
B. non sapeva dove buttare la spazzatura di casa
C. portava lì tutti i rifiuti per mangiarli
D. non aveva acqua per poter pulire l’ambiente
Nella seconda parte del racconto hai letto il motivo per cui è stato costruito il Divoratutto.
A8

Nel testo si legge il nome di alcuni oggetti che il Divoratutto ha raccolto. Quale tra questi oggetti non è nominato?
Nel testo non si parla di ...........................................................
Leggi con attenzione il testo.
DOMANDE SULLA PARTE 2
A9 In questa parte del racconto viene presentato il dottor Asimov. Per ogni frase che spiega una sua caratteristica indica se è vera, falsa, o se non si può capire leggendo il testo.
Il dottor Asimov sì no non si può capire dal testo
a) rispetta l’ambiente
b) è un bravo inventore
c) è molto vecchio
d) non ama il mare
Puoi dedurre queste informazioni leggendo con attenzione la parte 2 del testo.
A10 Entrati nel laboratorio, zia Nini, Giorgio e Giulio “restarono di sasso”, cioè restarono:
A. pietrificati da un incantesimo
B. nascosti dietro gli scogli
C. fermi e immobili per la sorpresa
D. immobilizzati dalle tute da palombaro
Anche se non conosci il significato di questa espressione, lo puoi dedurre leggendo attentamente tutte le quattro opzioni di risposta.
A11
Zia Nini quando incontra il dottor Asimov dice: “Chi sei? E cosa stai combinando? Sono mesi che inseguiamo il Divoratutto!”
Che cosa potrebbe aver pensato zia Nini?
Abbiamo trovato il Divoratutto e lui lo aiuta!

Abbiamo trovato il Divoratutto e lui lo distrugge!
Finalmente abbiamo trovato il dottor Asimov.
Ci ha scambiato per suoi nemici.
Zia Nini vede Asimov con in mano uno sputafiamme, un oggetto che può causare molti danni.
Leggi la frase del testo riportata nel riquadro, poi rispondi alle due domande che ad essa si riferiscono.
Il dottor
Asimov
armeggiava all’interno della bocca del Divoratutto con uno sputafiamme
A12 Armeggiare significa:
A. pulire le armi
B. fare qualcosa
C. spostare qualcosa
D. procurare un grande danno
A13 Il dottor Asimov si comportava così perché:
A. voleva distruggere la spazzatura raccolta dal Divoratutto
B. voleva distruggere il Divoratutto
C. voleva riscaldare il Divoratutto
D. voleva disinfettare la bocca del Divoratutto
Puoi dedurre sia il significato della parola “armeggiare” sia perché il dottor Asimov utilizza lo sputafiamme pensando a qual è l’intenzione del dottore.
ESERCIZI
B1 Le parole dell’elenco possono essere divise in due gruppi. Una parola è già stata collegata al Gruppo 1 e un’altra al Gruppo 2.
Osserva bene gli esempi e poi collega tu con una freccia le altre parole al Gruppo 1 o al Gruppo 2.
a) parliamo
b) giocate
c) beviamo
d) leggiamo
e) saltate




f) apriamo
g) dormite
Pensa a chi compie l’azione. Noi o voi?
Gruppo 1
Gruppo 2
B2 Trova l’intruso. Sottolinea la parola che non sta bene con le altre. mare auricolare
ascoltare alveare cellulare
Tutte queste parole terminano in “are”. Tutte sono nomi comuni di cosa?
B3
In ogni gruppo di frasi indica la frase che non va bene, cioè che non è corretta.
a) Gruppo 1
A. Il leone corre
B. Il leone è addormentata
C. Il leone si abbevera
D. Il leone ha la criniera
b) Gruppo 2
A. Il maestro apre la porta
B. Il maestro spiega matematica
C. Il maestro storia
D. Il maestro legge
Gruppo 1
“Leone” è un nome maschile o femminile?
Gruppo 2
In quale frase non si capisce che cosa succede?
Errori:
Valutazione:
Data:
PRIME RIGHE DEL RACCONTO

BIANCO E NERO
C’era una gallina bianca, contenta di essere bianca, che faceva bellissime uova bianche.
Immaginate come rimase, cosa pensò, cosa disse, cosa “coccò”, quando una mattina guardò l’uovo appena fatto e vide che era nero.
– E questo, coo… cos’è? – strillava correndogli intorno. – Ma cooo… come può essermi venuto un uovo così buio?
A1 Che cosa si dice della gallina nelle prime righe del racconto?
Metti una crocetta per ogni riga.
Si dice... sì no
a) di che colore è la gallina
b) di che colore è una delle sue uova

c) dove si trova la gallina
d) quante uova ha fatto la gallina
e) che sentimenti prova la gallina
IL RACCONTO CONTINUA
Piangeva, si sconsolava, e le altre galline le facevano coo coo di consolazione, coo coo di coraggio: ma lei non si consolava. Quando poi si mise a covare, non dico che quello non lo covasse, ma lo teneva un po’ fuori, un po’ discosto, come per paura che sporcasse di nero le altre uova.
– Chissà cosa uscirà da quest’uovo! – si lamentava la covatrice.
Chissà che uccellaccio, che corvaccio! E se sarà un pulcino come gli altri, sarà nero, nero, tutto nero come la pece!
Però, seppur controvoglia, seppur di sbieco, lo covava, perché era un uovo suo.
Venne il giorno della schiusa: le uova si agitavano sulla paglia e sulle piume come gigantesche gocce di latte: si videro beccucci becchettare, e i gusci bianchi si ruppero in un punto, poi fecero crepa, il buco si allargò e da ogni uovo uscì un pulcino, un bel batuffolo giallo.
Ma l’uovo nero non si apriva.
Anche lui si muoveva di qua e di là, come tremando: ma non si vedeva nessun becco, nessun buco... la chioccia lo guardava, preoccupata. – È coo… colpa mia – diceva. – È perché non l’ho covato come si deve… e adesso non ha la forza di aprirsi!
Mentre i pulcini gialli pigolavano intorno, chiamò le galline del pollaio e disse:
– Coo... comari... coo... compagne, ho fatto una coo… cosa sbagliata e voglio riparare. Per favore, insegnate voi ai miei pulcini a raccogliere vermetti e semi: io devo coo... covare il mio ultimo uovo.
Le galline, senza commenti, cominciarono ad aiutare i pulcini a procurarsi il cibo, come se fossero figli loro, mentre la chioccia covava l’uovo nero, delicata, morbida, attenta, senza nemmeno mangiare per non togliergli calore.
E dopo tre giorni l’uovo si schiuse e uscì un pulcino non solo giallo, non solo rosso, non solo azzurro: un pulcino di ogni colore.
Era così bello che nessuno ne aveva mai visto di simili: un piccolo sole. E quando fu grande, fu un gallo con una coda di tutti i colori, che andava da Oriente a Occidente come l’arcobaleno.
(Roberto Piumini, C’era una volta, ascolta. Einaudi Ragazzi)
A2 Dopo aver letto il racconto hai capito che l’autore ha scritto questa storia per dare alcuni insegnamenti. Quali?
Metti una crocetta per ogni riga.
L’autore vuole insegnare che: sì no
a) non si deve pensare che chi è diverso è brutto
b) i pulcini colorati sono più belli di quelli gialli
c) non si deve mai giudicare dalle apparenze
A3 Nel testo, riferito alla gallina bianca, si legge: “Non dico che quello non lo covasse”. Con quali parole si può esprimere lo stesso concetto?
A. Non voglio dire che cosa faceva la gallina
B. Non lo covava per nulla
C. Lo covava lo stesso
D. Lo covava solo per alcuni momenti
A4 Perché le altre galline facevano “coo coo di consolazione”?
A. Perché la gallina bianca era triste per aver fatto un uovo scuro
B. Perché la gallina bianca era triste per aver fatto uova bianche
C. Perché la gallina bianca strillava
D. Per farla smettere di correre intorno all’uovo
A5
Quando la gallina bianca covava le uova, teneva l’uovo nero “un po’ discosto”. Quali di questi disegni rappresenta il modo in cui la gallina covava?



A6 Nella seguente frase c’è un’espressione che sottolinea il fatto che la gallina, mentre covava, teneva l’uovo “un po’ discosto”. Evidenzia le parole nella seguente frase:
“Però, seppur controvoglia, seppur di sbieco, lo covava, perché era un uovo suo”.
A7 La schiusa è:
A. l’ultimo giorno in cui le uova sono tutte chiuse
B. il giorno in cui le galline covano le uova in modo speciale
C. il momento in cui il contadino chiude il pollaio
D. il momento in cui i pulcini escono dalle uova
A8 Nel testo si legge: “Non si vedeva nessun becco, nessun buco”. Queste parole sono riferite:
A. a tutte le uova
B. all’uovo nero
C. alle uova bianche
D. ai pulcini
A9 La gallina dice: – Ho fatto una coo… cosa sbagliata, e voglio riparare. Che cosa intende dire la gallina?
A. Voglio aiutare il pulcino a rompere il guscio dell’uovo
B. Voglio porre rimedio al mio errore
C. Voglio aggiustare le uova che si sono rotte
D. Voglio far diventare colorato l’uovo nero
A10 Nel testo si legge: “Le galline, senza commenti, cominciarono ad aiutare i pulcini”. “Senza commenti” significa che le galline:
A. non parlavano
B. non erano d’accordo con il comportamento della gallina
C. non giudicavano la gallina
D. non volevano perdere tempo
A11 Il pulcino viene definito “un piccolo sole” perché:
A. era giallo
B. era rotondo e paffuto
C. era bello
D. era molto caldo
A12
La frase “La chioccia lo guardava preoccupata” è riferita all’uovo al momento della schiusa. In quel particolare momento la chioccia era preoccupata perché l’uovo:
A. tremava
B. era nero
C. si muoveva troppo
D. non si schiudeva
A13
Nel testo si legge: “la chioccia covava l’uovo nero, delicata, morbida, attenta, senza nemmeno mangiare per non togliergli calore”. Questa frase ti fa capire che:
A. le galline avevano sgridato la chioccia
B. la gallina aveva cambiato atteggiamento nei confronti dell’uovo nero
C. la gallina aveva premura di far schiudere anche l’ultimo uovo
D. la gallina non riusciva a procurarsi il cibo
A14 La gallina quando vede l’uovo nero non è contenta ed è molto sconsolata. Però cova ugualmente l’uovo.
Riporta le parole del testo che ti spiegano perché la gallina lo cova.
ESERCIZI
B1 Dividi in sillabe la parola FINESTRELLA
b2 Quale parola va inserita al posto dei puntini per completare la frase:
“Silvia è andata ..... comperare una sciarpa di lana”?
A. ha
B. a
C. à
D. ah
B3 Per ciascuna coppia di parole indica se hanno significato simile o contrario. Osserva l’esempio. Metti una crocetta per ogni riga.
Hanno significato simile contrario
Es. chiaro - luminoso X
a) liscio - ruvido
b) opaco - trasparente
c) buio - oscuro
d) freddo - gelido
Errori: …………………………………………………
Valutazione:
Data:
LIBRI DA MANGIARE
Mirco era riuscito a farsi assumere come bibliotecario dal Comune. Un giorno, però, aggirandosi in silenzio fra i tavoli della biblioteca dove diverse persone leggevano, Mirco si accorse che fra i suoi
“clienti” non c’erano bambini.


– Bisogna che trovi il modo di riavvicinare i bambini ai libri! – decise il bibliotecario.
Se è vero che lui i libri li divorava, avrebbe fatto in modo che li divorassero anche i bambini. Avrebbe fabbricato i primi libri commestibili per bambini e li avrebbe fatti buonissimi. Nessuno, né grandi né piccoli, avrebbe potuto fare a meno di assaggiarli.
Certo che fabbricare un libro che si mangia è una bella impresa!
Ma Mirco aveva fatto per qualche anno il cuoco, e non si lasciò scoraggiare. Così la sera stessa provò a improvvisare la sua prima ricetta da biblioteca.
Decise di cominciare con qualcosa di semplice: un’insalata.
Prese dalla sua personale biblioteca di casa il libro che gli sembrava più adatto allo scopo e cominciò a strappare pagine. Il libro si intitolava
“FRESCHE E TENERE PIANTE DELL’ORTO” e l’aveva scritto Pino
Verde. Mirco pensò che se c’era un libro che doveva avere un buon sapore fatto in insalata era certamente quello. Si limitò a strappare in pezzi molto piccoli una decina di pagine in tutto, ma dovette farsi forza perché il rumore delle pagine che si laceravano lo faceva star male.
Poi lasciò a bagnomaria nel vino le pagine sminuzzate perché si macerassero un po’ e si ammorbidissero. Quando ritenne
che i pezzetti di carta stampata fossero diventati sufficientemente morbidi, li scolò per benino e li mise in una zuppiera fonda.
Poi li condì con l’olio d’oliva e l’aceto balsamico migliori che era riuscito a trovare. Ci aggiunse due capperi e qualche dadino di fontina. L’insalata non aveva proprio un aspetto bellissimo, ma neppure orribile.
(S. Bordiglioni, Biblioteca fast food. Juvenilia)
A1 Mirco condisce le pagine del libro con olio e aceto balsamico per renderle:
A. più gustose
B. più umide
C. verdi come l’insalata
D. più interessanti
A2 Perché Mirco vorrebbe che i bambini “divorassero” i libri?
A. Perché ritiene che i libri siano un cibo molto buono
B. Per riavvicinare i bambini alla lettura
C. Perché grandi e piccoli possano mangiare i libri
D. Perché lui era un bravo cuoco
A3
L’autore scrive che il protagonista “dovette farsi forza” (righe 21-22). Che cosa significa, in questo contesto, “farsi forza”?
A. Allenarsi a lungo
B. Mangiare cibi che danno energia
C. Darsi coraggio
D. Darsi una spinta
A4
Che cosa significa che “fra i suoi ‘clienti’ non c’erano bambini” (righe 3-4)?
A. I bambini non compravano libri
B. Ai bambini non piaceva avere Mirco come bibliotecario
C. I bambini non frequentavano la biblioteca
D. I bambini erano troppo piccoli per stare in biblioteca
A5 Mirco afferma che le pagine del libro dovevano macerare.
Ciò significa che le pagine del libro dovevano:
A. essere frantumate come macerie
B. rimanere immerse nel liquido
C. essere ridotte a pezzetti piccoli
D. diventare morbide
A6 In quale parte del testo si trova la spiegazione di che cosa significa “pagine sminuzzate”?
Riporta le parole del testo.
Risposta: ………………………………………………………………………. …………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………
A7 Perché Mirco si aggira in silenzio tra i tavoli della biblioteca?
A. Per cercare i bambini
B. Per non disturbare i lettori
C. Per trovare libri da divorare
D. Per evitare di urtare i tavoli
A8
Alle righe 30-31 l’autore dice: “L’insalata non aveva proprio un aspetto bellissimo, ma neppure orribile”. Che parole aggiungeresti per far capire meglio il pensiero dell’autore?
A. Ho preparato un cibo molto buono
B. La mia idea è stata magnifica
C. Forse la mia idea funzionerà
D. Tutti i bambini da oggi ameranno la lettura
A9 L’autore afferma che “fabbricare un libro che si mangia è una bella impresa” (riga 11).
Ciò significa che questa impresa è:
A. piacevole
B. difficile
C. attraente
D. simpatica
A10 Rileggi questa frase:
Avrebbe fabbricato i primi libri commestibili per bambini e li avrebbe fatti buonissimi.
La parola “li” è riferita:
A. ai bambini
B. ai grandi e ai piccini
C. ai libri
D. ai cibi
A11
Se un giornalista volesse raccontare in un articolo l’esperienza di Mirco, come potrebbe intitolare l’articolo?
A. Scuola di cucina in biblioteca
B. L’idea originale di un bibliotecario per far amare la lettura ai bambini
C. Un bibliotecario usa la sua esperienza di cuoco per diventare famoso
D. Il bibliotecario comunale ama molto l’insalata
A12
Una di queste affermazioni va molto d’accordo con il racconto che hai letto. Quale?
A. A Mirco piaceva fare il bibliotecario
B. Mirco dava molta importanza alla lettura
C. Mirco dava molta importanza al buon cibo
D. Mirco era un cuoco bravo e fantasioso
A13 Quale di queste frasi non indica un pensiero dell’autore?
L’autore pensa che:
A. i bambini possano amare la lettura
B. si possano usare metodi anche strani per avvicinare i bambini alla lettura
C. sia giusto sminuzzare i libri
D. i bambini debbano essere aiutati ad amare la lettura
ESERCIZI
B1 Dividi in sillabe la parola MINESTRONE.
B2 Trova l’intruso. Sottolinea la parola che non sta bene con le altre.
correre
mobiliere vedere cantare dormire leggere
B3 Quale tra queste parole non indica una cosa?
A. Chiodo
B. Vado
C. Nodo
D. Brodo
Errori: …………………………………………………
Valutazione:
Data:
COSÌ È UNO SPASSO
Mario ebbe in dono, alla fine dell’anno scolastico, una penna per fare i compiti delle vacanze.
– Io volevo la bicicletta – si lamentava Mario con il babbo.
– Aspetta a piagnucolare – gli rispondeva il babbo. – Non hai ancora visto di che penna si tratta.
Qualche settimana dopo Mario si decise di malavoglia a cominciare i compiti delle vacanze.
“Che disdetta!” pensava, risolvendo un problema. “Per tutto l’anno il maestro mi ha dato per compito temi, problemi, operazioni e disegni. Per le vacanze avrebbe potuto darmi degli altri compiti.
Per esempio: compito del lunedì: scalare una pianta di ciliegie e fare una bella scorpacciata; compito del martedì: giocare una partita di calcio finché si cade a terra stanchi morti; compito del mercoledì: fare una bella passeggiata nei boschi e dormire sotto la tenda. Invece no, eccomi ancora qui a fare divisioni e sottrazioni!”
Proprio in quel momento la penna ebbe un guizzo e si mise a correre rapidamente sui quadretti della prima pagina del quaderno.


– Che cosa ti salta in testa! – esclamò Mario.
Era una cosa meravigliosa: la penna correva, correva da sola, e in un attimo il problema fu risolto, le risposte furono scritte in bella calligrafia. Soltanto allora la penna si quietò e si sdraiò sul tavolino, come se fosse stanca e avesse voglia di dormire.
Questa è bella – disse Mario. – Ecco una penna che fa i compiti da sola!
Il giorno dopo, Mario doveva svolgere un tema. Si mise a tavolino, impugnò la penna, si grattò in testa per cercare qualche idea,
A1
ed ecco che di nuovo la penna partì in quarta, e in un momento arrivò in fondo al foglio. Mario non aveva nessun’altra fatica da fare che voltare il foglio; poi la penna ripigliava la sua corsa.
Camminava da sola, senza che Mario dovesse tenerla fra le dita, e scriveva più in fretta di una macchina.
Da quel giorno, Mario, quando doveva fare un compito, apriva il quaderno, intingeva la penna nel calamaio, la posava sulla carta e stava a guardare: la penna faceva tutto per conto suo, più brava del primo della classe.
Mario si divertiva un poco a starla a vedere, poi sentiva i suoi amici che lo chiamavano, sotto la finestra.
– Vengo subito… – rispondeva. E, rivolgendosi affettuosamente alla penna, le sussurrava: – Finisci tu il compito, intanto che io vado a fare il bagno nel fiume –. La penna non se lo faceva dire due volte.
Quando arrivava in fondo al foglio, e il compito era finito, saltava da sola nell’astuccio e si metteva a dormire. Una bella fortuna, per Mario, dovete ammetterlo.
Alla fine delle vacanze, il quaderno dei compiti era zeppo, pulito e ordinato come nessun quaderno di Mario era mai stato. Mario lucidò ben bene la sua penna, che se lo era meritato, e la ringraziò del suo ottimo servigio.
(G. Rodari, Fra i banchi. Einaudi Ragazzi)
Tieni conto della parte di testo dalla riga 19 alla riga 22. Quale può essere il pensiero della penna quando comincia a scrivere?
Sto sbagliando tutto!
Non mi piace fare i problemi.
A. B.
Faccio tutto il mio lavoro e poi mi riposerò!
C.
Non farò nulla! Sono stanca e voglio dormire.
D.
Le domande 2 e 3 si riferiscono alla parte di testo riportata nel riquadro.
A2 Mario si lamenta. Perché?
A. Perché non ha avuto alcun dono
B. Perché non ha avuto il dono che desiderava
C. Perché deve iniziare a fare i compiti
D. Perché non ha ancora visto di che penna si tratta
Mario ebbe in dono, alla fine dell’anno scolastico, una penna per fare i compiti delle vacanze. – Io volevo la bicicletta – si lamentava Mario con il babbo. – Aspetta a piagnucolare – gli rispondeva il babbo. – Non hai ancora visto di che penna si tratta. Qualche settimana dopo Mario si decise di malavoglia a cominciare i compiti delle vacanze.
A3 Che cosa significa che Mario “si decise di malavoglia”?
A. Mario comincia malvolentieri i compiti delle vacanze
B. Mario fa i compiti solo perché ha la penna nuova
C. Mario inizia subito a fare i compiti
D. Mario piagnucola per fare i compiti
A4 Per spiegare a qualcuno che cosa vuol dire che “la penna ebbe un guizzo” (riga 16) diresti che:
A. la penna scappò via
B. la penna si mosse da sola di scatto
C. la penna rotolò per terra
D. la penna si rifiutò di scrivere
A5
La penna scriveva in “bella calligrafia” (riga 21).
“Bella calligrafia” significa:
A. scrittura in lingua straniera
B. scrittura ordinata
C. scrittura senza errori di ortografia
D. scrittura originale e strana
A6 Alla riga 39 si legge: “Finisci tu il compito…”.
Il “tu” è riferito:
A. a Mario
B. a un amico
C. al papà
D. alla penna
A7 Rileggi l’ultima parte del testo, riportata qui di fianco.
Perché Mario lucidò bene la sua penna?
Scrivi tu la tua risposta. ........................................................... ........................................................... ...........................................................
Alla fine delle vacanze, il quaderno dei compiti era zeppo, pulito e ordinato come nessun quaderno di Mario era mai stato. Mario lucidò ben bene la sua penna, che se lo era meritato, e la ringraziò del suo ottimo servigio.
A8 Pensando al racconto, per quali motivi Mario potrebbe essere contento della penna?
Metti una crocetta per ogni riga.
Motivo che c’entra con il racconto
Motivo che NON c’entra con il racconto
a) Perché la penna lo aiuta a fare i compiti
b) Perché facendo i compiti, Mario rende felice il suo papà
c) Perché la penna gli lascia tempo libero per fare il bagno
d) Perché Mario si diverte a guardarla
A9 Quando Mario vide che la penna si muoveva esclamò: “Che cosa ti salta in testa!” (riga 18).
Che cosa aggiungeresti a queste parole per far capire meglio lo stato d’animo di Mario?
A. – Che cosa ti salta in testa! – esclamò incuriosito Mario
B. – Che cosa ti salta in testa! – esclamò arrabbiato Mario
C. – Che cosa ti salta in testa! – esclamò sorpreso Mario
D. – Che cosa ti salta in testa! – esclamò deluso Mario
A10
Il racconto che hai letto fa capire alcune cose. Quali?
Metti una crocetta per ogni riga.
Il racconto fa capire che… Sì NO
a) tutte le penne scrivono bene
b) la prima impressione non sempre è giusta
c) qualcosa che sembrava negativo può rivelarsi positivo
d) spesso i bambini non amano fare i compiti durante le vacanze
e) i genitori aiutano sempre i bambini a fare i compiti
A11
Perché Mario poteva andare a fare il bagno al fiume?
A. Perché la penna lavorava per lui
B. Perché aveva finito i compiti
C. Perché il papà gli aveva dato il permesso
D. Perché gli amici lo stavano chiamando
A12
A chi si riferisce ognuna delle seguenti informazioni?
Scrivilo, tenendo conto di quanto hai letto nel testo.
a) .................................... fa un regalo a Mario per la fine dell’anno scolastico
b) .................................... si lamentava per il regalo ricevuto
c) .................................... era sempre disponibile ad aiutare
d) .................................... ha assegnato compiti poco divertenti per l’estate
Le domande 13 e 14 si riferiscono alla parte di testo riportata nel riquadro.
A13 “Che disdetta” significa:
A. Che fortuna!
B. Che fatica!
C. Che sfortuna!
D. Che strano!
A14 In questa parte del testo si comprende che Mario era arrabbiato. Perché era arrabbiato?
“Che disdetta!” pensava, risolvendo un problema.
“Per tutto l’anno il maestro mi ha dato per compito temi, problemi, operazioni e disegni. Per le vacanze avrebbe potuto darmi degli altri compiti”.
A. Perché il maestro gli aveva dato i compiti per le vacanze
B. Perché il maestro gli aveva dato tanti compiti durante l’anno
C. Perché Mario durante le vacanze voleva solo giocare a pallone
D. Perché Mario voleva dei compiti diversi
A15 La frase “intingeva la penna nel calamaio” (riga 33) ti fa capire che Mario usava:
A. la matita
B. la penna biro
C. la vecchia penna con il pennino e l’inchiostro
D. il pennello
A16
Questa storia si svolge all’epoca dei tuoi bisnonni.
Da che cosa lo puoi capire?
A. Dai giochi che vuole fare Mario
B. Dai compiti assegnati a Mario
C. Dall’uso della penna e del calamaio
D. Dall’astuccio di Mario
A17
Mario, rivolgendosi ai suoi amici, dice: “Vengo subito…” (riga 38).
Se avesse finito la frase, che cosa avrebbe detto?
A. – Vengo subito, perché la mia penna fa i compiti da sola
B. – Vengo subito, finisco il problema e arrivo
C. – Vengo subito, prendo la bicicletta e sono da voi
D. – Vengo subito, perché ho già finito i compiti
A18
Che cosa succedeva quando Mario doveva svolgere un tema?
A. Sapeva già che cosa scrivere
B. Faticava a trovare ciò che doveva scrivere
C. Partiva in quarta e cominciava a scrivere
D. Buttava via la penna
A19
“La penna non se lo faceva dire due volte” (riga 40).
Che cosa vuole dire questa frase?
A. La penna non capiva ciò che doveva fare
B. Mario doveva dire alla penna ciò che doveva fare
C. La penna faceva due volte i compiti
D. La penna cominciava subito a fare i compiti
ESERCIZI
B1
In questo esercizio troverai parole che possono avere più significati. Quando la parola ha un solo significato, metti una crocetta nella colonna UN SIGNIFICATO; se invece ha più significati, metti una crocetta nella colonna PIÙ SIGNIFICATI.
Osserva bene gli esempi e poi continua tu.
Un significato Più significati
Es. pesca X
Es. quaderno X
a) riso
b) pianta
c) finestra
d) coda
e) scarpa
B2 In questa frase qual è l’azione fatta dal leone? Sottolineala.
Mentre gli animali della savana brucano l’erba e bevono nella pozza, il leone silenzioso cerca la sua preda.
Errori:
Valutazione: …………………………………………
Data:
PROVE UFFICIALI DAL 2023 AL 2021 COMMENTATE


ISTRUZIONI
La prova è composta da due parti: nella prima troverai un racconto e nella seconda due esercizi.
Nella prima parte dovrai leggere il racconto e poi rispondere alle domande che troverai subito dopo.
Per ogni domanda ci sono quattro risposte, ma una sola è quella giusta.
Prima di ogni risposta c’è un quadratino con una lettera dell’alfabeto:
A, B, C, D.
Per rispondere, devi mettere una crocetta nel quadratino accanto alla risposta (una sola) che ritieni giusta, come nell’esempio 1.
Esempio 1
Quale giorno viene prima del giovedì?
A. □ Lunedì
B. □ Martedì

C. □ Mercoledì
D. □ Giovedì
Se ti accorgi di aver sbagliato, puoi correggere: devi scri vere NO vicino alla risposta sbagliata e mettere una crocetta nel quadratino accanto alla risposta che ritieni giusta, come nell’esempio 2.
Esempio 2
Quale giorno viene dopo il lunedì?
A. □ Martedì
B. □ Mercoledì
NO

C. □ Domenica
D. □ Sabato
Alcune domande sono un po’ diverse e per rispondere devi me�ere una croce�a per ogni riga, come nell’esempio 3.
Esempio 3
Quale giorno viene dopo il lunedì?
Me una croce�a per ogni riga.
a) Il martedì viene dopo il lunedì
b) La domenica viene dopo il lunedì □
Nella seconda parte, infine, dovrai fare due esercizi. Le domande e gli esempi � diranno cosa fare.
Per fare una prova, ora rispondi a questa domanda.
Quan sono i mesi dell’anno?
A. □ 4
B. □ 10
C. □ 12
D. □ 14
Per rispondere a l l e d o m a n d e di tu�a la prova avrai a disposizione 45 minu� .
POLIPETTO HA UN PROBLEMA!
Polipetto viveva in una graziosa casetta nel mare blu. Dalla finestra poteva ammirare un panorama meraviglioso e pescare tutto il cibo che voleva. Una mattina però, di ritorno dalla sua nuotata quotidiana, Polipetto trovò una grossa coda che bloccava l’ingresso della sua casetta. “Oh no!” esclamò. “Che coda enorme!”
E, impaurito, nuotò via. Doveva assolutamente parlarne con un amico.
Paguro lo ascoltò e sospirò: “Bene, bene, un intruso. Che t’importa: trasferisciti da un’altra parte. Il mare è pieno di opportunità.”
Polipetto scosse la testa: non gli sembrava un buon consiglio...
Le Meduse – che avevano sentito tutto – gli suggerirono: “C’è solo una cosa da fare: sbarazzarsi dell’intruso. Caccialo fuori!”

Polipetto pensò all’enorme coda: no, non era affatto una buona idea.
Quindi, nuotò via per chiedere consiglio a Balena. Enorme com’era avrebbe avuto certamente una grande idea. Ma Balena non fu per nulla d’aiuto. Non aveva una casa e, per di più, non ne aveva alcun bisogno. La sua casa era il mare e di queste faccende non si preoccupava affatto.

Polipetto scappò via.
Proprio allora s’imbatté in Pesce Scorpione.
“Che cosa vuoi?” ringhiò Pesce Scorpione mostrando i suoi aculei per impressionare Polipetto.
“Niente, signore,” bisbigliò Polipetto. “Ma c’è un intruso, uno sconosciuto che ha occupato la mia casetta senza chiedere niente, e non so proprio...”
“Liberatene...” disse Pesce Scorpione fissando Polipetto “...mangiandotelo!”
Polipetto deglutì forte, annuì e nuotò via più veloce che poté.
Ormai, tutti gli animali marini sapevano del suo problema e tutti gli consigliavano una soluzione diversa.
“Pungilo,” disse Pesce Ago.
“Sono d’accordo,” disse Pesce Riccio.
“Oooh...” gemette Polipetto. Cominciò ad avere la nausea: così tanti pesci e tante soluzioni gli avevano fatto venire il mal di mare. I pesci parlavano tutti insieme.
“E tu, come pensi di risolvere il problema?” sussurrò, infine, il grande Oceano a Polipetto.
“Cosa farai?”
“Io?”
“Sì, cosa farai?”
“Potrei andare dalla coda... e chiederle gentilmente, ma molto gentilmente, di andarsene...”
E così Polipetto tornò pian piano alla sua casetta. Là, picchiettò con prudenza sulla coda.
“Mio caro signore,” disse gentilmente, “vorreste essere così cortese da...”
“Aiuto!” singhiozzò una vocina.
“Per favore, tiratemi fuori di qui! Sono incastrata da così tanto tempo!”
Una coda così grande e una vocina così sottile! Con tutti i suoi otto tentacoli, Polipetto afferrò la coda e tirò più forte che poté.
“AIUTO!” gridò. “Qualcuno ci aiuti!”
E tutti gli altri pesci corsero ad aiutarlo.
“Oh,” arrossì Polipetto. “Se solo avessi saputo che eri una sirena... Questo cambia tutto!”
(Testo tratto e adattato da: E. van Lieshout, E. van Os, illustrazioni di M. van Hout, Polipetto ha un problema, Il Castello, Milano, 2010)
A1. Il titolo dice che Polipetto ha un problema e l’inizio del racconto spiega di che cosa si tratta.
Qual è il problema di Polipetto?
A. La sua casa si è riempita di animali
B. La sua casa non è più ordinata come prima
C. Non gli piace più la sua casa
D. Non può più entrare in casa sua
Pensa a che cosa vogliono dire le parole “bloccava l’ingresso”.
A2. Le prime tre righe del racconto parlano della vita di Polipetto nel suo ambiente.
Quale frase spiega in poche parole come viveva Polipetto?
A. Spiava tutto il giorno da casa sua gli altri abitanti del mare
B. Lavorava tutto il giorno per rendere più bella la sua casetta
C. Aveva tutto ciò che gli serviva e trascorreva i giorni serenamente
D. Passava tutto il tempo senza fare nulla perché era molto pigro
Nelle prime tre righe trovi chiaramente le informazioni che ti occorrono.
A3. Come reagisce Polipetto di fronte al problema?
Metti una crocetta per ogni riga.
VERO FALSO
a) Cerca un’altra casa
b) Chiede consiglio ad altri
c) Si mette a strillare
d) Ha paura e scappa
Puoi trovare la risposta nella prima parte del racconto, prima dell’incontro con il paguro.
A4. “Doveva assolutamente parlarne con un amico”. Nel testo non c’è scritto che cosa ha detto Polipetto a questo amico, ma dal racconto si può capire.
Che cosa può avergli detto Polipetto?
Qualcuno ha occupato la mia casa.
Cosa devo fare per riaverla?
Sono rimasto fuori casa.
Puoi ospitarmi a casa tua?
La mia casa non è più sicura. Sai dove posso trovare un altro rifugio?
Qualcuno mi sta minacciando. Secondo te, sono in pericolo?
Ripensa a che cosa dice Polipetto agli altri animali che incontra.

Il primo animale che Polipetto incontra
è un paguro.
Nel riquadro trovi alcune informazioni su questo animale che ti aiutano a rispondere alla domanda qui sotto. Il paguro vive in conchiglie lasciate vuote da altri animali; quando cresce abbandona la vecchia conchiglia ed entra in una conchiglia nuova.

A5. Paguro consiglia a Polipetto di trasferirsi da un’altra parte.
Perché gli dà questo consiglio?
A. Perché Paguro è sempre alla ricerca di novità
B. Perché Paguro è abituato a cambiare casa
C. Perché Paguro vive libero per il mare e non ha bisogno di una casa
D. Perché Paguro preferisce andarsene che litigare con altri animali
Le parole nel riquadro ti dicono chiaramente dove e come vive il paguro.
A6. Dal testo ti puoi fare un’idea di chi è un “intruso”. Chi è?
A. È qualcuno che entra in un posto dove non dovrebbe stare
B. È qualcuno che vuole stare in un luogo da solo
C. È qualcuno che passa il proprio tempo a spaventare gli altri
D. È qualcuno che si nasconde Leggi ciò che Polipetto dice a Pesce Scorpione.
A7. Pesce Ago e Pesce Riccio consigliano a Polipetto di pungere l’intruso. Perché proprio loro due danno questo stesso consiglio?
A. Hanno tutti e due qualcosa di appuntito
B. Tutti e due vogliono liberarsi in fretta di Polipetto
C. Sono due animali che fanno dispetti agli altri
D. Uno è abituato a ripetere quello che dice l’altro
Che cosa ti fanno venire in mente le parole “ago” e “riccio”?
A8. Gli animali del mare danno consigli diversi a Polipetto.
A che cosa pensa ogni animale quando dà il suo consiglio a Polipetto?
A. Ogni animale pensa a quello che possono fare tutti insieme gli animali
B. Ogni animale pensa a quello che farebbe Oceano per aiutare Polipetto
C. Ogni animale pensa a quello che farebbe lui se fosse al posto di Polipetto
D. Ogni animale pensa a quello che Polipetto sa fare meglio
Ogni animale per rispondere si immedesima in Polipetto.
A9. Polipetto riceve tanti consigli dagli altri animali del mare.
Che cosa pensa Polipetto dei consigli che riceve?
A. Sono pochi e vorrebbe che fossero più numerosi
B. Sono inutili per lui e lo fanno stare male
C. Sono preziosi e lui li accetta volentieri
D. Sono difficili da mettere in pratica, ma lui ci proverà
Pensa a che cosa succede a Polipetto dopo aver sentito tutti gli altri animali.
A10. Il grande Oceano è l’unico che aiuta veramente Polipetto. Che cosa fa per aiutarlo?
“E tu, come pensi di risolvere il problema?” sussurrò, infine, il grande Oceano a Polipetto.
“Cosa farai?”
“Io?”
“Sì, cosa farai?”
“Potrei andare dalla coda... e chiederle gentilmente, ma molto gentilmente, di andarsene...”
A. Indica qual è il consiglio da seguire tra tutti quelli dati a Polipetto
B. Spiega a Polipetto tutte le possibili soluzioni per il suo problema
C. Cerca di risolvere il problema al posto di Polipetto
D. Spinge Polipetto a trovare lui stesso la soluzione del problema
Rileggi le parole del grande Oceano. Egli dà a Polipetto una soluzione?
A11. Grazie all’incontro con il grande Oceano qualcosa cambia in Polipetto.
Com’è Polipetto PRIMA di parlare con Oceano e DOPO avere parlato con lui?
Metti una crocetta per ogni riga.
PRIMA DOPO
a) Polipetto pensa che gli altri siano più bravi di lui
b) Polipetto si fida della sua idea
c) Polipetto si fa coraggio
d) Polipetto è confuso
Le frasi indicano tutte azioni di Polipetto. Leggine una alla volta e pensa se accadono prima o dopo l’incontro con Oceano.
A12. Alla fine Polipetto dice che se avesse saputo subito chi ostacolava l’ingresso di casa sua, tutto sarebbe stato diverso. Che cosa sarebbe stato diverso per Polipetto?
A. Non avrebbe avuto paura dell’intruso, ma l’avrebbe aiutato subito
B. Avrebbe dato subito la sua casa all’intruso senza fare storie, per non litigare
C. Avrebbe seguito subito i consigli degli altri animali su come comportarsi con l’intruso
D. Non avrebbe lasciato lì l’intruso, ma lo avrebbe cacciato subito
Ricorda l’ultima parte del racconto. Che cosa scopre Polipetto quando torna alla sua tana?
A13. Dopo avere letto tutto il racconto scopriamo chi è “l’intruso” in questa storia. Chi è? .........................................................................................................................
La risposta si trova nella penultima riga del racconto.
A14. Che cosa si può capire dal racconto che hai letto?
Metti una crocetta per ogni riga.
Si può capire dal racconto
NO Non si può capire dal racconto
a) Avere fiducia in se stessi aiuta ad affrontare le difficoltà
b) Le cose a volte sono diverse da quello che sembrano
c) Di fronte a ciò che non si conosce è meglio scappare
Rifletti su ciò che succede a Polipetto. Che cosa vogliono insegnare gli autori con questa storia?
ESERCIZI
B1. Le frasi che seguono hanno le parole in disordine. Riscrivi le frasi con le parole in ordine. La prima parola di ogni frase è già scritta.
Esempio:
NON PIZZA LA MI AI PIACE FUNGHI
LA PIZZA AI FUNGHI NON MI PIACE
1. BUONA TORTA MOLTO QUELLA È
QUELLA ......................................................................................................
2. SUL TOVAGLIA TAVOLO FIORI A C’È UNA
SUL .............................................................................................................
3. UN QUADRETTI A COMPRATO HO QUADERNO HO ..............................................................................................................
4. ZIA LA CAPPELLINO REGALATO UN ROSSO MI HA
LA ............................................................................................................... Scrivi la frase. Poi rileggila per controllare se è chiara e se hai utilizzato tutte le parole.
B2. Collega con una freccia ogni gruppo di parole alla parola generale adatta. Guarda l’esempio e poi continua tu.
Gruppo 1
auto / treno / tram / aereo / autobus
Gruppo 2
zucchine / lattuga / spinaci /
broccoli / cetrioli
Gruppo 3
coccinella / zanzara / mosca /
formica / vespa
Gruppo 4
rose / tulipani / margherite / girasoli / garofani
Gruppo 5
quercia / pino / abete /
castagno / salice
Gruppo 6
gabbiano / cicogna / rondine /
piccione / passero
Leggi con attenzione le parole di ciascun gruppo. Di volta in volta cerca la parola generale e collega.
GISELLA PIPISTRELLA
Parte 1


C’era una volta una pipistrella di nome Gisella, che capiva tutto a rovescio. O almeno questo era quello che i cuccioli degli animali pensavano di lei. Tutto era cominciato con il suo arrivo. Il Saggio Gufo, che voleva offrirle un regalo di benvenuto, chiese agli animali di scoprire che cosa le sarebbe piaciuto.
– Mi piacerebbe un ombrello per riparare i piedi dalla pioggia – disse Gisella.
Gli ombrelli riparano la testa, non i piedi! – bisbigliò l’elefantino. – Questa pipistrella è proprio matta! Tuttavia le regalarono un ombrello nuovo, molto carino. Gisella disse un’altra cosa assai bizzarra:

– Grazie davvero per questo ombrello. Stanno arrivando dei terribili nuvoloni nel cielo, qui sotto.
– Sciocca di una pipistrella! – ridacchiò la piccola giraffa – il cielo è sopra, non sotto.
Fu allora che Gisella disse un’altra cosa strampalata: – Se dovesse piovere tanto, il fiume si gonfierà e le mie orecchie si bagneranno.
– Il fiume semmai bagnerebbe le nostre zampe e non le nostre orecchie!
ruggì il leoncino.
Parte 2
Ormai tutti gli animali pensavano che Gisella fosse completamente matta e corsero a parlare con il Saggio Gufo.
– È matta, dice cose troppo strane! – disse il piccolo elefante. – Può essere pericolosa – aggiunse il leoncino – Devi fare qualcosa!
– Perché pensate che Gisella sia matta? – chiese il Gufo.
– Perché vede le cose diverse da noi – disse il giovane rinoceronte.
Il Gufo si fece pensieroso, poi disse: – Voglio fare a Gisella qualche domanda e poi vi dirò cosa penso.
Così andarono tutti insieme da Gisella. Il Gufo le chiese: – Come è fatto un albero?
– Facile! – disse subito la pipistrella – Un albero ha un tronco in cima e le foglie in basso.


Tutti ridacchiarono.
Il Gufo continuò: – Come è fatta una montagna?
– Anche questa è semplice! – disse Gisella – Una montagna ha una parte larga sulla cima e una punta in basso.
– Un’ultima domanda – disse il Gufo – e questa volta voglio che rispondano tutti gli animali tranne Gisella.

– Avete mai provato a guardare le cose dal punto di vista di Gisella? – e li fece mettere tutti sottosopra appesi ai rami, proprio come lei.
Videro allora che la punta della montagna, vista da lì era proprio in basso, l’albero aveva le foglie sotto e il tronco sopra. In quel momento iniziò a piovere, a piovere, a piovere… gli animali vollero scendere perché il fiume stava salendo e le loro orecchie si stavano bagnando… non i loro piedi!
Gisella, allora prestò loro il suo ombrello nuovo per ripararsi. Tutti gli animali si scusarono con lei per aver detto che era matta.

DOMANDE SULLA PARTE 1
Pensa a come si comportano i personaggi nella storia e rispondi alle tre domande che trovi sotto.
A1. Chi sta sempre appeso a testa in giù?
Gisella Il Saggio Gufo I giovani animali Il testo non lo dice
Se non ricordi le caratteristiche dei personaggi aiutati con le immagini e pensa a chi vede le cose “in modo diverso” dagli altri cuccioli.
A2. Chi si stupisce e corre a chiedere consiglio?
Gisella Il Saggio Gufo I giovani animali Il testo non lo dice
Per rispondere alle domande A2 e A3 devi far riferimento non solo alla parte 1 del testo, ma anche alla parte 2. Pensa a chi trova strano il comportamento di Gisella.
A3. Chi riflette prima di prendere una decisione?
Gisella Il Saggio Gufo I giovani animali Il testo non lo dice
Per rispondere a questa domanda leggi le prime righe della seconda pagina del racconto.
A4. Dopo aver letto questo racconto possiamo capire con quale scena inizia la storia.
Qual è la scena iniziale?
A. Gisella arriva in un nuovo posto dove incontra un gruppo di giovani animali
B. Gisella è sul suo albero preferito circondata dai suoi vecchi amici
C. Gisella dorme sul ramo di un albero e gli altri animali la svegliano
D. Gisella trova nel bosco un gruppo di animali vecchi e saggi
Trovi la risposta nella parte iniziale del testo, dopo le tre righe di introduzione.
A5. Gli animali pensano che Gisella “capiva tutto a rovescio”.
Per quale motivo pensano questo?
A. Gisella è testarda e vuole avere sempre ragione
B. Gisella vede le cose in modo diverso da loro
C. Gisella si distrae mentre loro parlano con lei
D. Gisella vuole essere originale e farsi notare
Uno degli animali dice molto chiaramente perché loro cuccioli pensano che Gisella sia matta.
A6. Per quale motivo il Saggio Gufo chiede agli animali di scoprire che cosa piace a Gisella?
A. Vuole scoprire qual è il carattere di Gisella
B. Vuole insegnare agli animali a essere curiosi
C. Vuole accogliere Gisella con un bel dono
D. Vuole far sentire agli animali la voce di Gisella
Puoi trovare queste informazioni nella parte iniziale del testo, dopo l’introduzione.
A7. Gisella dice “Mi piacerebbe un ombrello per riparare i piedi dalla pioggia”, ma gli animali si aspettano che la risposta finisca con altre parole. Come si aspettano che finisca la sua risposta?
Completa la frase che segue.
“Mi piacerebbe un ombrello per riparare………………………. dalla pioggia”.

Pensa alla tua esperienza. Quale parte del corpo è la prima ad essere riparata dall’ombrello?

DOMANDE SULLA PARTE 2
A8. Dopo aver ascoltato Gisella gli animali corrono a parlare col Saggio Gufo. Perché corrono dal Gufo?
A. Sono arrabbiati con Gisella e vogliono che il Gufo la rimproveri
B. Sono contenti del regalo per Gisella e vogliono sapere se piace al Gufo
C. Sono divertiti dalle stranezze di Gisella e vogliono far ridere il Gufo
D. Sono agitati a causa di Gisella e chiedono al Gufo di intervenire
Gli animali pensano che Gisella sia matta. Perciò sono preoccupati.
A9. Perché il Gufo propone agli animali di mettersi sottosopra appesi ai rami?
Perché a testa in giù gli animali…
A. potranno divertirsi a imitare Gisella
B. vedranno le cose come le vede Gisella
C. potranno diventare agili come Gisella
D. impareranno a dormire come Gisella
Rileggi le parole che il Gufo rivolge agli animali quando li invita a mettersi appesi ai rami.
A10. Dopo che gli animali hanno provato a stare a testa in giù appesi ai rami, che cosa potrebbero dire di Gisella?

Gisella è proprio matta!
Gisella aveva ragione!
Gisella ha bisogno di occhiali!
Gisella ci prendeva in giro!
Dal disegno puoi capire come vedono ora le cose gli animali. Quindi capirai qual è il loro pensiero.
A11. Nel testo il Gufo viene chiamato Saggio. Quali altre qualità ha il Gufo di questo racconto? Per ogni qualità indica se è una caratteristica del Gufo oppure no.
Metti una crocetta per ogni riga. S
a) Fa scherzi divertenti
b) È gentile
c) Ascolta tutti Pensa a come si comporta il Gufo con i cuccioli e a che cosa fa per dare il benvenuto a Gisella.
A12. In questa storia il Saggio Gufo ha insegnato alcune cose ai cuccioli degli animali. Che cosa ha insegnato?

Metti una crocetta per ogni riga.
Sì, ha insegnato No, non ha insegnato
a) Non bisogna avere paura di chi vede le cose in modo diverso
b) Bisogna ascoltare sia i giovani, sia gli anziani
c) Bisogna cercare di capire gli altri prima di giudicarli
Per rispondere alla domanda non devi pensare se queste azioni sono giuste o sbagliate. Devi invece pensare se sono insegnamenti dati dal Gufo ai cuccioli.
A13. Come vedrebbe Gisella la parola “FINE” che chiude questo racconto?
A. FINE
B. FINE
C. FINE
D. FINE
Per capirlo traccia una riga sopra la parola fine scritta nella storia. Gisella guarda tutto a “testa in giù”.
Gira il foglio: ciò che era sopra deve andare a finire sotto. Come vedi la parola fine?
ESERCIZI
B1. Indica quali di queste espressioni sono complete e formano una frase e quali espressioni sono incomplete e non formano una frase. Metti una crocetta per ogni riga.
Completa Incompleta
Esempio: Il cane rincorre
a) Il gatto dorme
b) In inverno gli scoiattoli
c) Francesca ha lasciato a casa
d) Abdul abita a Roma Ricorda che una frase è completa se, leggendola, comprendi in modo chiaro che cosa succede.
B2. Quale di queste parole deve essere scritta con la lettera iniziale maiuscola?
A. anna
B. elefante
C. mare
D. città Ricorda che la lettera maiuscola si usa con i nomi propri di persona, animali, cose. Quale tra questi è un nome proprio?
Ecco i personaggi del racconto che leggerai:





Lisa è la bambina che racconta quello che è successo nella storia che leggerai. Ha 7 anni e vive in un paesino dove non ci si annoia mai.
Anna ha la stessa età di Lisa ed è la sua grande amica. Quando si tra a di giocare non si ra mai indietro, neanche di fronte ai giochi più avventurosi.
Questo è il nonno di Anna. Quando era bambino è rimasto orfano, non era felice ed è scappato di casa. Ora sta spesso con Anna e Lisa, ricorda con loro le avventure che ha vissuto e gioca con loro.



I pezze ni di testo vicino ai personaggi danno informazioni che perme�ono di rispondere alle domande che trovi so�o.
A�enzione: le domande A1, A2 e A3 possono avere UNA sola risposta giusta o DUE risposte giuste. Per ogni domanda, me una croce�a su tu�e le risposte giuste, UNA o DUE.
I pezze ni di testo vicino ai personaggi danno informazioni che perme�ono di rispondere alle domande che trovi so�o.
A1. Chi racconta quello che è successo nella storia?
A�enzione: le domande A1, A2 e A3 possono avere UNA sola risposta giusta o DUE risposte giuste. Per ogni domanda, me una croce�a su tu�e le risposte giuste, UNA o DUE.
Lisa Anna Nonno Il testo non lo dice
A1. Chi racconta quello che è successo nella storia?
Il testo non lo dice
A2. Chi ha se�e anni?
Nella pagina precedente si presentano i personaggi della storia. Si dice chi racconta la storia. Se non lo ricordi, vai a rileggere.




Lisa Anna Nonno Il testo non lo dice
A2. Chi ha se�e anni?


Lisa Anna Nonno Il testo non lo dice
A3. Chi appar�ene famig
A3. Chi appar�ene alla stessa famiglia?
?
Il testo non lo dice
Leggi la presentazione dei personaggi facendo attenzione all’età. Se l’età non è espressa chiaramente, la dovrai dedurre dal testo.


Lisa Anna Nonno Il testo non lo dice
? ?
A3. Chi appar�ene alla stessa famiglia?
Lisa Anna Nonno Il testo non lo dice
Due personaggi appartengono alla stessa famiglia (sono parenti). Quali?


A4. Anna viene presentata come una bambina che nel gioco “non si ra mai indietro”. Come si comporta una bambina che “non si ra mai indietro”?




A. □ Vuole sempre arrivare prima
B. □ Si mostra prepotente e pretende di avere ragione
C. □ Si bu a volen eri in nuove esperienze
D. □ È spericolata e combina grossi guai
“Non tirarsi mai indietro” è un modo di dire. Se non sai che cosa significa, pensa a come Anna affronta i nuovi giochi.
Ora leggi il racconto e rispondi alle domande
QUELLA VOLTA CHE IO E ANNA DOVEVAMO SCAPPARE DI CASA
Nelle giornate piovose io e la mia amica Anna stiamo spesso nella stanza di suo nonno a leggergli il giornale. Un giorno di questi Anna ha chiesto: «Nonno, racconta di quando sei scappato di casa».
«Oh povero me» ha risposto il nonno. «L’avete già sentita tante volte, quella storia!».
Ma noi abbiamo insistito e alla fine lui l’ha raccontata.
Dopo Anna ha detto: «Bello scappare, però. Vorrei farlo anch’io».
«Dai, facciamolo!» ho detto io.
«Tu cosa dici, nonno?» ha chiesto Anna. «Secondo te possiamo?»
E il nonno ha risposto che certo, per un pochino potevamo anche scappare di casa.
Allora abbiamo deciso di farlo. Naturalmente doveva succedere di notte e non doveva saperlo nessuno. Abbiamo detto al nonno che doveva mantenere il segreto e lui ha promesso.
Io faccio sempre una gran fatica a restare sveglia la sera e così non capivo proprio come fare per non addormentarmi prima che fosse ora di scappare, ma Anna ha detto: «Tu dormi pure! Possiamo legarti al ditone del piede un filo che lasciamo penzolare giù dalla finestra della tua camera, così quando arrivo io, do uno strattone e ti svegli».
Anna ha anche detto che avrebbe raccolto delle foglie secche da mettersi nel letto, così sarebbe riuscita a restare sveglia finché non si fossero addormentati tutti gli altri, poi ci siamo date appuntamento per quella sera, alle dieci e mezza.
Sono salita in camera mia e mi sono legata il filo al ditone e l’ho lasciato penzoloni fuori dalla finestra.
Sono andata a le�o e ho pensato che era meglio dormire subito per non essere troppo stanca all’ora di scappare. Ho tentato in tu i modi, ma appena mi muovevo nel le�o sen�vo � rare il filo intorno al ditone.


E poi mi sono messa a pensare a cos’avrebbe de�o la mamma trovando il le�o vuoto. Così ho cominciato a piangere e ho pianto per un pezzo.
Mi sono svegliata di soprassalto; sono andata alla finestra e mi sono accorta che era giorno fa�o.
Ho pensato che forse Anna era scappata da sola, allora sono corsa a casa sua e l’ho trovata nel le�o. Stava russando. L’ho chiamata e si è svegliata. «Che ore sono?» ha de�o.
Quando le ho risposto che erano le o�o di ma na ha de�o: «Quelli che non riescono a dormire di no�e dovrebbero provare a me�ersi le foglie secche nel le�o, perché è incredibile quanto fanno venire sonno».
(Testo tra�o e ada�ato: A. Lindgren, illustrazioni di I. Vang Nyman, Il libro di Bullerby, Milano, Salani Editore, 2018)
B1. Alle bambine viene l’idea di scappare. Da dove nasce questa idea?
A. □ Da una no�zia trovata sulle pagine del giornale che le bambine leggevano al nonno
B1. Alle bambine viene l’idea di scappare. Da dove nasce questa idea?
B. □ Da un gioco che mol� facevano nel paesino dove non ci si annoia mai
C. □ Dalla voglia di fare capire ai genitori che ormai sono diventate grandi
A. Da una no�zia trovata sulle pagine del giornale che le bambine leggevano al nonno
B. Da un gioco che mol� facevano nel paesino dove non ci si annoia mai
D. □ Dal racconto ascoltato tante volte delle avventure del nonno da piccolo
C. □ Dalla voglia di fare capire ai genitori che ormai sono diventate grandi
Il pezze no di dialogo nel riquadro � serve a rispondere alla domanda che segue.
Leggi con attenzione le prime frasi del racconto. In queste prime righe si parla di qualcuno che ha vissuto e raccontato l’avventura della fuga.
D. □ Dal racconto ascoltato tante volte delle avventure del nonno da piccolo
“Dopo Anna ha de�o: «Bello scappare, però. Vorrei farlo anch’io».
Il pezze no di dialogo nel riquadro � serve a rispondere alla domanda che segue.
«Dai, facciamolo!» ho de�o io.”
“Dopo Anna ha de�o: «Bello scappare, però. Vorrei farlo anch’io».
B2. Chi dice «Dai, facciamolo!»?
«Dai, facciamolo!» ho de�o io.”
…………………………… …………………
B2. Chi dice «Dai, facciamolo!»?
…………………………… …………………
Chi sono le due persone protagoniste di questo dialogo?
Pensa a chi dice la prima frase.
Chi dice l’altra frase? Quale bambina racconta la storia?
B3. Le parole riportate nel fume o aiuta no a capire che cosa provano le bambine nei confron del nonno.
Tu cosa dici, nonno?
Secondo te possiamo?
B3. Le parole riportate nel fume o aiuta no a capire che cosa provano le bambine nei confron del nonno.
sa dici, nonno? ndo te po
Che cosa provano le bambine verso il nonno?
A. □ Sorpresa
B. □ Vergogna
C. □ Fiducia
Che cosa provano le bambine verso il nonno?
D. □ Paura
A. □ Sorpresa
B. □ Vergogna
B4. Perché il nonno risponde alle bambine che per un pochino potevano anche scappare di casa?
Dalle domande che le bambine fanno al nonno puoi capire quale sentimento provano per lui. Rifletti sul significato delle quattro parole nominate nelle risposte.

C. □ Fiducia
D. □ Paura
Perché non vuole frenare l’entusiasmo delle bambine, ma…
A. □ vuole che tornino presto a casa a leggergli il giornale
B4. Perché il nonno risponde alle bambine che per un pochino potevano anche scappare di casa?
B. □ non vuole che sal�no giorni di scuola
C. □ vuole che fuggano solo per gioco e tornino subito
Perché non vuole frenare l’entusiasmo delle bambine, ma…



D. □ non vuole che i genitori si arrabbino con lui
A. □ vuole che tornino presto a casa a leggergli il giornale
B. □ non vuole che sal�no giorni di scuola
C. □ vuole che fuggano solo per gioco e tornino subito
D. □ non vuole che i genitori si arrabbino con lui
Immagina di essere il nonno. Vorresti che le bambine andassero via davvero per sempre?

B5. Anna raccoglie delle foglie secche da me�ere nel le�o. Perché Anna decide di me�erle nel le�o?
A. □ Anna pensa che le foglie secche renderanno il le o scomodo, faranno rumore e la terranno sveglia
B5. Anna raccoglie delle foglie secche da me�ere nel le�o. Perché Anna decide di me�erle nel le�o?


B. □ Anna vuole provare a dormire sulle foglie secche, come dovrà fare dopo la fuga
A. □ Anna pensa che le foglie secche renderanno il le o scomodo, faranno rumore e la terranno sveglia
B. □ Anna vuole provare a dormire sulle foglie secche, come dovrà fare dopo la fuga
C. □ Anna pensa che le foglie secche la obbligheranno a stare ferma nel le o e così sarà più riposata al momento di scappare
D. □ Anna vuole fare un mucchio di foglie so o le coperte, in modo che i genitori non si accorgano del le o vuoto
C. □ Anna pensa che le foglie secche la obbligheranno a stare ferma nel le o e così sarà più riposata al momento di scappare
D. □ Anna vuole fare un mucchio di foglie so o le coperte, in modo che i genitori non si accorgano del le o vuoto
Pensa a cosa deve fare Anna la sera della fuga. Quindi a che cosa le servono le foglie secche?
B6. Anna e Lisa avevano deciso di incontrarsi alle dieci e mezza della sera.
Quando arriva quell’ora, dove si trovano le bambine?
B6. Anna e Lisa avevano deciso di incontrarsi alle dieci e mezza della sera.
□ Le due bambine sono nel luogo stabilito, pronte a scappare
Quando arriva quell’ora, dove si trovano le bambine?
B. □ Le due bambine sono nelle loro case, ognuna nel proprio le o
A. □ Le due bambine sono nel luogo stabilito, pronte a scappare
C. □ Lisa è a casa di Anna e la chiama per svegliarla
B. □ Le due bambine sono nelle loro case, ognuna nel proprio le o
D. □ Anna è so o la casa di Lisa e ra il cordino legato al ditone dell’amica
C. □ Lisa è a casa di Anna e la chiama per svegliarla
D. □ Anna è so o la casa di Lisa e ra il cordino legato al ditone dell’amica
Nel testo la risposta alla domanda non è espressa chiaramente. Devi dedurla dal contesto. Perciò rileggi attentamente la parte del racconto in cui le bambine si preparano per la fuga e il finale del racconto.
B7. Anna e Lisa hanno un piano per scappare. Che cosa fa parte del loro piano?
Me una croce�a per ogni riga.
Fa parte del loro piano
NON fa parte del loro piano
a)
Il nonno deve mantenere il segreto
Devono me�ere la sveglia alla stessa ora
b) La fuga deve avvenire la no�e, quando tu dormono
c)
d) Una di loro deve rimanere sveglia
e) Se dormono, il nonno deve andare a svegliare le bambine
Ricorda il piano che Anna e Lisa hanno preparato per la loro fuga. Presta attenzione alle parole “fa parte del piano”, “NON fa parte del piano”.
B8. A che cosa serve il filo che Lisa lega al dito del suo piede?
B8. A che cosa serve il filo che Lisa lega al dito del suo piede?
A. □ Serve a Lisa per stare sveglia tu�a la no�e
A. □ Serve a Lisa per stare sveglia tu�a la no�e
B. □ Serve ad Anna per svegliare Lisa senza entrare in casa sua
B. □ Serve ad Anna per svegliare Lisa senza entrare in casa sua
C. □ Serve a ricordare a Lisa l’appuntamento che ha con Anna
C. □ Serve a ricordare a Lisa l’appuntamento che ha con Anna
D. □ Serve ad avvisare Anna che tu�o è pronto per la fuga
D. □ Serve ad avvisare Anna che tu�o è pronto per la fuga
Per capire a che cosa serve il filo legato al dito del piede di Lisa, leggi le parole di Anna: “Tu dormi pure! …”
B9. Lisa si sveglia e si accorge che “… è giorno fa�o”. Che ignifica questa espressione?
B9. Lisa si sveglia e si accorge che “… è giorno fa�o”. Che cosa significa questa espressione?


A. □ È ma na
A. □ È ma na
B. □ È ora di pranzo
B. □ È ora di pranzo
C. □ Il giorno è finito
C. □ Il giorno è finito
D. □ È passato un intero giorno
D. □ È passato un intero giorno
Per accorgersi che “era giorno fatto” Lisa, appena si sveglia, va alla finestra. Rifletti per capire quale parte del giorno è.
Forse Anna è scappata da sola…
B10. Quale frase del testo fa capire perché Lisa pensa che Anna sia scappata da sola?
Forse Anna è scappata da sola…

B10. Quale frase del testo fa capire perché Lisa pensa che Anna sia scappata da sola?
H
A. □ “ho pianto per un pezzo”
B. □ “Mi sono svegliata di soprassalto”
C. □ “sono andata alla finestra”
A. □ “ho pianto per un pezzo”
S M
B. □ “Mi sono svegliata di soprassalto”
D. □ “mi sono accorta che era giorno fa�o”
C. □ “sono andata alla finestra”
Pensa a che momento del giorno era quando Lisa ha fatto quel pensiero.

D. □ “mi sono accorta che era giorno fa�o”
B11. Alla fine del racconto Anna dice: “«Quelli che non cono a dormire di no�e dovrebbero provare a me�ersi le ecche nel le�o, perché è incredibile quanto fanno venire o»”.
Con questa frase Anna vuole
B11. Alla fine del racconto Anna dice: “«Quelli che non riescono a dormire di no�e dovrebbero provare a me�ersi le foglie secche nel le�o, perché è incredibile quanto fanno venire sonno»”.
.
A. □ proporre all’amica di dormire anche lei su un le�o fa�o con foglie secche
Con questa frase Anna vuole
B. □ fare una ba�uta spiritosa visto che non è riuscita a restare sveglia
A. □ proporre all’amica di dormire anche lei su un le�o fa�o con foglie secche

C. □ convincere tu che le foglie secche nel le�o aiutano a dormire profondamente
B. □ fare una ba�uta spiritosa visto che non è riuscita a restare sveglia
D. □ suggerire all’amica una nuova idea per migliorare il loro piano di fuga
C. □ convincere tu che le foglie secche nel le�o aiutano a dormire profondamente
D. □ suggerire all’amica una nuova idea per migliorare il loro piano di fuga
Per rispondere correttamente immagina la situazione. È seria o spiritosa?
B12. Ora che sai come finisce la storia, come potres� completare il �tolo del racconto?
B12. Ora che sai come finisce la storia, come potres� completare il �tolo del racconto?

QUELLA VOLTA CHE IO E ANNA DOVEVAMO SCAPPARE DI CASA E INVECE…
QUELLA VOLTA CHE IO E ANNA DOVEVAMO SCAPPARE DI CASA E INVECE…
A. □ Anna non è stata al gioco
A. □ Anna non è stata al gioco
B. □ il nonno non ha mantenuto il segreto
B. □ il nonno non ha mantenuto il segreto

C. □ pensare alla mamma mi ha fa o cambiare idea
C. □ pensare alla mamma mi ha fa o cambiare idea
D. □ il sonno è stato più forte di noi
D. □ il sonno è stato più forte di noi
Pensa al perché la fuga non è riuscita.
B13. Che differenza c’è tra la fuga del nonno da piccolo e la fuga che le bambine hanno proge�ato?
B13. Che differenza c’è tra la fuga del nonno da piccolo e la fuga che le bambine hanno proge�ato?
Me una croce�a per ogni riga.
Me una croce�a per ogni riga. Fuga delle
Fuga del
Fuga delle

a) La fuga è un modo per vivere un’avventura
a) La fuga è un modo per vivere un’avventura
b) La fuga riesce
b) La fuga riesce

c) Il mo vo della fuga è scappare da una situazione di infelicità
c) Il mo vo della fuga è scappare da una situazione di infelicità
d)
Nella fuga, qualcosa non va come previsto
d) Nella fuga, qualcosa non va come previsto
ITA02F1
Queste frasi riguardano la fuga del nonno o quella delle bambine. Ricorda che quella del nonno era vera, quella delle bambine solo un gioco.
ESERCIZI
C1. Osserva la coppia di nomi e segna con una croce�a se il secondo nome è cambiato dal maschile al femminile o da uno a tan�.
Me una croce�a per ogni riga.
Da maschile a femminile Da uno a tan�
Es. MELA MELE □ □
a) MAESTRO MAESTRA □ □
b) GATTO GATTA □ □
c) QUADERNO QUADERNI □ □
d) LIBRO LIBRI □ □
e) PIEDE PIEDI □ □
f) AMICO AMICA □ □
g) STRADA STRADE □ □
Se, come nell’esempio, si passa da uno a tanti, la crocetta va messa nella seconda colonna. Se invece si passa dal maschile al femminile la crocetta va nella prima colonna.
C2. In quale di queste frasi Marco dice che non gli piace qualcosa?
A. □ La torta alle mele è squisita.
B. □ I panini al burro sono deliziosi.
C. □ Il budino è davvero disgustoso.
D. □ La pasta al pomodoro è o ma.
C2. In quale di queste frasi Marco dice che non gli piace qualcosa?
A. □ La torta alle mele è squisita.
B. □ I panini al burro sono deliziosi.
C. □ Il budino è davvero disgustoso.
D. □ La pasta al pomodoro è o ma.
16 ITA02F1
Fai molta attenzione all’ultima parola di ogni frase. Ti dà importanti indicazioni per capire che cosa piace o non piace a Marco.
AL TRAGUARDO
Tempo di svolgimento: 45 minuti
Il titolo del racconto che leggerai è:
UNO STRANO DONO
A1 Il racconto parlerà:


A. di un dono grandissimo
B. di un dono particolare
C. di un dono ricevuto a Natale
D. di un dono molto piccolo
A2 Che cosa potrebbe pensare un bambino che riceve un dono strano?
A. Ho ricevuto un libro che parla delle specie animali
B. Finalmente un regalo diverso dal solito!
C. Ho già questo regalo
D. Che regalo inutile!
Ricordati che non puoi più tornare a rivedere queste prime domande alle quali hai già risposto. Adesso vai avanti e leggi il racconto.
di svolgimento: 45 minuti
UNO STRANO DONO
C’era un bambino che aveva un milione di giocattoli, forse di più. Era figlio unico e nipote unico (di zii e di nonni) e quindi tutti gli facevano un sacco di regali. Bastava che dicesse “vorrei” e subito qualcuno era pronto a comprargli quello che voleva. Questo bambino aveva una camera da letto per dormire e un’altra camera solo per giocare. Per fortuna casa sua era abbastanza grande, altrimenti tutti quei giocattoli non avrebbe proprio saputo dove metterli.
Molti erano giocattoli rotti, di quelli che basta giocarci una o due volte e si disfano, o perdi un pezzo e non vanno più, e naturalmente in tutta quella confusione era facile perdere per sempre un pezzo anche importante.
Questo bambino non aveva nemmeno un giocattolo preferito: per lui erano tutti uguali. Ci giocava un po’ e poi se ne dimenticava.
Tanto c’era subito una nuova pubblicità alla televisione o su un giornalino e un nuovo “vorrei” da dire.
E invece un giorno il bambino, che aveva rotto gli ultimi tre giocattoli ricevuti (tre macchinine non tanto belle), disse “vorrei” e non gli venne in mente nient’altro. I giochi della televisione li aveva già tutti, e anche quelli dei giornalini.
Quando sentì quel “vorrei” che non andava avanti, il nonno del bambino (che era quello che gli faceva meno regali perché non approvava fosse coperto di doni) ebbe un’idea.
– Lo so io di che cosa hai bisogno tu – disse.
Si mise il cappello e uscì di casa. E il bambino si illuminò tutto, nella speranza che il nonno gli portasse un giocattolo specialissimo che lui non riusciva nemmeno a immaginarsi.
Il nonno tornò dopo un po’. Al bambino sembrò un tempo lunghissimo.
Si tolse il cappello e sfilò dalla tasca un piccolo fagotto di stoffa.
– Ecco qui! – disse, e lo mise tra le mani del bambino. Era leggero, ma insieme pesante. Sembrava vuoto, ma era anche pieno.
– Lo apro? – chiese il bambino.
– No, no – disse il nonno. – Si usa così com’è.
– E come si fa? – chiese il bambino.
Le istruzioni non ci sono, devi arrangiarti tu.
Il bambino andò nella camera per dormire (quella dei giochi era troppo piena e disordinata) e si stese sul letto a pancia in giù.
Posò davanti al proprio naso il fagotto e cominciò a chiedersi che cosa poteva esserci dentro.
Un animale piccolissimo, grande come il dito mignolo di un neonato?
Una mappa per trovare un tesoro? Dei semi magici da cui far spuntare una pianta alta fino al cielo? Un po’ di nuvole?
A furia di chiedersi cose e di rispondersi, il bambino si addormentò.
Fece dei sogni strani, popolati da tutte le cose che si era immaginato guardando il fagotto.
Quando si svegliò era sera e la mamma stava dicendo: – A tavola!
Il bambino guardò l’orologio: sì, aveva passato tutto il pomeriggio in compagnia di quel fagotto, senza giocare a niente.
A tavola mangiò con appetito. Poi chiese il permesso di telefonare al nonno.
– Nonno – gli disse, – adesso me lo dici che cos’è il fagotto che mi hai regalato?
È una dose di noia – gli disse il nonno. – Ti è piaciuta?
– Molto – disse il bambino.
E poi un po’ preoccupato: – Ma si consuma?
– No – disse il nonno, – dura quanto vuoi.
E il bambino salutò il nonno e andò a letto contento con il suo fagotto di noia sotto il cuscino.
(B. Masini, Un papà racconta. Einaudi Ragazzi)
A3
Alla riga 42 si legge: “A furia di chiedersi cose e di rispondersi, il bambino si addormentò”.
In questo caso le parole “a furia di chiedersi” significano che:
A. il bambino era assonnato
B. il bambino si faceva molte domande
C. il bambino era molto arrabbiato
D. il bambino era annoiato
A4 Il nonno era l’adulto che faceva meno regali al bambino. Per quale motivo?
A. Perché il nonno non aveva molti soldi per comprare i regali
B. Perché al nonno non sembrava giusto che il bambino avesse troppi regali
C. Perché il nonno comprava al bambino solo giocattoli specialissimi
D. Perché il nonno faceva regali al bambino solo quando era annoiato
A5 Individua se ogni frase si riferisce al nonno o al bambino.
Metti una crocetta per ogni riga.
La frase si riferisce... al nonno al bambino
a) Faceva pochi regali
b) Si mise il cappello e uscì di casa
c) Aveva in tasca il fagotto
d) Va a dormire insieme al fagotto
A6 Il bambino “non aveva nemmeno un giocattolo preferito” (riga 12).
Che cosa ci fa capire questa frase?
A. Il bambino non riceveva mai in regalo un giocattolo bello
B. Al bambino non piaceva nessun giocattolo che gli veniva regalato
C. Il bambino riceveva giocattoli che si rompevano troppo facilmente
D. Il bambino non riusciva ad affezionarsi ad alcun gioco perché ne aveva sempre di nuovi
A7 Nel racconto il regalo del nonno viene descritto in questo modo: “Era leggero, ma insieme pesante. Sembrava vuoto, ma era anche pieno.” (righe 29-30).
Questa descrizione fa capire che:
A. il regalo si modificava tra le mani del bambino
B. il bambino non riconosce che cosa gli ha regalato il nonno
C. il nonno ha fatto uno scherzo al bambino
D. il fagotto era pieno di oggetti differenti
A8 Leggi la riga 24: “E il bambino si illuminò tutto”. Con quali parole puoi sostituire “si illuminò tutto” senza cambiare il significato della frase?
A. Si preoccupò
B. Si rallegrò
C. Accese tutte le luci
D. Si mise ad aspettare
A9 Che cosa faceva il bambino per ottenere un regalo?
A. Rompeva qualche giocattolo
B. Faceva i capricci
C. Diceva “vorrei”
D. Chiedeva “per favore”
A10 Perché questo bambino aveva una camera per dormire e una per giocare?
A. Perché aveva una casa abbastanza grande
B. Perché i giocattoli erano troppi per stare in una sola stanza
C. Perché in una camera c’erano molti giocattoli rotti
D. Perché una stanza serviva per i giocattoli che non usava più
A11 Il nonno, nel dare il regalo al nipote, gli dice: “Le istruzioni non ci sono, devi arrangiarti tu” (riga 34).
Indica in quale riquadro c’è la spiegazione giusta delle parole del nonno.
A. Il nonno è stanco perché è stato fuori casa per un tempo lunghissimo
B. Il nonno vuole che il bambino faccia uno sforzo per capire a che cosa serve il dono
C. Il nonno è seccato per l’atteggiamento noioso del bambino
D. Il nonno non sa come si usa il regalo
A12 Perché il nonno regala al nipote un fagotto di noia?
A. Perché il bambino aveva tanti regali e il nonno non sapeva più cosa regalargli
B. Perché è un regalo che non si rompe e non si consuma
C. Perché vuole che il bambino impari a usare la sua fantasia
D. Perché era un regalo poco costoso
A13 Dopo aver letto il racconto, come potresti definire il nonno?
A. Una persona spiritosa e molto generosa
B. Una persona capace di capire i bisogni dei bambini
C. Una persona poco generosa
D. Una persona che regala giochi noiosi
A14 Il dono ricevuto dal bambino è sicuramente un regalo molto speciale. Lo è perché:
A. è molto bello
B. fa capire al bambino che non soltanto i giocattoli sono importanti
C. è stato fatto dal nonno
D. non si rompe
A15 Alle righe 17-18 c’è scritto che il bambino: “disse ‘vorrei’ e non gli venne in mente nient’altro”. Perché il bambino si comporta così?
A. Perché il bambino ha rotto tre macchinine ed è quindi molto triste
B. Perché il bambino ha già tutti i regali che conosce
C. Perché il bambino vorrebbe i giochi visti in televisione, ma non ne ricorda il nome
D. Perché il bambino sa che il nonno non gli farà più alcun regalo
A16 Perché il tempo in cui il nonno esce al bambino sembra lunghissimo?
A. Perché il bambino non sa leggere l’orologio
B. Perché il bambino si annoia senza il nonno
C. Perché il bambino era impaziente
D. Perché il nonno è stato fuori casa molto tempo
A17 Leggi le prime quattro frasi del racconto. Qual è quella che fa capire meglio di tutte che il bambino ottiene sempre ciò che vuole?
A. C’era un bambino che aveva un milione di giocattoli, forse di più
B. Era figlio unico e nipote unico (di zii e di nonni) e quindi tutti gli facevano un sacco di regali
C. Bastava che dicesse “vorrei” e subito qualcuno era pronto a comprargli quello che voleva
D. Questo bambino aveva una camera da letto per dormire e un’altra camera solo per giocare
A18
Che cosa vuole comunicare l’autore del brano?
A. La noia è sempre negativa
B. Un po’ di noia può aiutare la fantasia
C. I nonni devono regalare solo giocattoli utili
D. I bambini annoiati dormono molto
A19
Il bambino: “ci giocava un po’ e poi se ne dimenticava” (riga 13). In questa frase “ci” sostituisce una parola. Quale?
A. Bambino
B. Nonno
C. Giocattoli
D. Giornalino
A20 “E il bambino si illuminò tutto, nella speranza che il nonno gli portasse un giocattolo specialissimo che lui non riusciva nemmeno a immaginarsi” (righe 24-26).
A chi si riferisce la parola “lui”?
Scrivi la tua risposta:
ESERCIZI
B1 Collega ogni riga della colonna A a una riga della colonna B, in modo che il loro significato vada d’accordo.
Colonna A
a) Il pappagallo
b) L’uccellino
c) L’aquila
d) Il gabbiano
e) Il pipistrello
Colonna B
1. ha gli artigli affilati.
2. vola di notte.
3. ripete le parole.
4. si nasconde nel nido.
5. segue le navi.
B2 Una di queste parole è scritta in modo sbagliato. Quale?
A. Scienziato
B. Sciendere
C. Bisce
D. Lisce
B3 Chi fa l’azione sottolineata?
Simona ha incontrato al parco l’amica di Zoe.
A. Simona
B. Il parco
C. L’amica
D. Zoe
Errori:
Valutazione: …………………………………………
Data:









