M. V. Menichetti | R. Roveda | V. Lavatelli
con la collaborazione di Sandra Troia
M. V. Menichetti | R. Roveda | V. Lavatelli
con la collaborazione di Sandra Troia
EDUCAZIONE
ORIENTAMENTO
INTELLIGENZA ARTIFICIALE
DOSSIER DI ATTUALITÀ
M. V. Menichetti | R. Roveda | V. Lavatelli
con la collaborazione di Sandra Troia
DESTINAZIONE TERRA è un libro in 45 lezioni, organizzato in sei temi e adatto a un insegnamento flessibile della geografia. La trattazione, ampia e aggiornata, è caratterizzata da un’esposizione chiara e sistematica. Nei primi quattro temi sono affrontati argomenti di geografia generale, con grande attenzione alle tematiche affrontate dall’Agenda 2030. Negli ultimi due temi di geografia regionale sono presenti, oltre all’Italia, i maggiori Stati del mondo, dagli Stati Uniti all’Egitto, dai principali Paesi UE alle potenze emergenti (come l’India, e la Cina). Tutti gli argomenti sono aggiornati, anche grazie a specifici Dossier di attualità, ai più recenti accadimenti, in primis il conflitto tra Ucraina e Russia, tra Israele e palestinesi e il conflitto siriano.
Ogni tema si apre con una mappa degli argomenti trattati nelle pagine seguenti (in carattere ad alta leggibilità) e si chiude con:
• una doppia pagina di verifiche, per testare l’acquisizione delle conoscenze base (in carattere ad alta leggibilità);
• una pagina con La nostra educazione finanziaria, per favorire la comprensione dei meccanismi economici generali;
• un’Unità di Apprendimento, per sviluppare, anche attraverso espliciti richiami ai temi dell’educazione civica secondo le nuove linee guida, più articolate competenze geografiche e interdisciplinari
3
Ogni lezione è composta sistematicamente da quattro pagine ed è organizzata in segmenti autosufficienti, tutti corredati di esercizi. Questo consente realmente una didattica breve e flessibile, una delle metodologie più adatte alle attuali esigenze dell’insegnamento. All’interno della trattazione grande risalto è dato ai temi dell’educazione civica secondo le nuove linee guida, segnalati con indicazione dei nuclei concettuali e delle competenze. Particolare attenzione viene dedicata alla cittadinanza digitale e all’Intelligenza Artificiale attraverso specifici Dossier curati da Sandra Troia
1
LEZIONE 1 Montagne e pianure 8
LEZIONE 2 Fasce climatiche e biomi 12
LEZIONE 3 Acqua e terra 16
VERIFICA DELLE CONOSCENZE 20
LA NOSTRA EDUCAZIONE FINANZIARIA Che cos’è l’economia? 22
UDA I movimenti della crosta terrestre 23 TEMA
DIGITALE
Com’è fatto un vulcano
Come si origina un terremoto
La classificazione dei climi di Köppen
Come si forma il vento
Il ciclo dell’acqua
Parliamo di suolo
2
LEZIONE 4 Il mondo vegetale 26
LEZIONE 5 Il cambiamento climatico 30
DOSSIER Gli effetti del riscaldamento climatico 34
LEZIONE 6 La disponibilità di cibo 36
VERIFICA DELLE CONOSCENZE 40
LA NOSTRA EDUCAZIONE FINANZIARIA Superare l’economia consumistica 42
UDA Lo spreco alimentare 43 TEMA
Piante per combattere l'inquinamento
Nella foresta di mangrovie
L’effetto serra
Tornado e trombe d'aria
L’agricoltura biologica
LEZIONE 7 Le diverse etnie 46
LEZIONE 8 Città e spazi urbani 50
DOSSIER Le aree di crisi in Europa e Asia 54
LEZIONE 9 L’ONU 56
LEZIONE 10 L’Agenda 2030 60
LEZIONE 11 I bisogni essenziali 64
LEZIONE 12 Lo sviluppo economico 68
LEZIONE 13 Gli obiettivi ambientali 72
LEZIONE 14 La collaborazione 76
VERIFICA DELLE CONOSCENZE 80
LA NOSTRA EDUCAZIONE FINANZIARIA L’economia verde 82
UDA Lotta per la parità 83 TEMA 3
Le razze non esistono
Perché l’inglese è la lingua più parlata al mondo?
Come calcolare la propria impronta ecologica?
Come funziona l’acquaponica?
Le città verdi
Guerre e flussi migratori
La storia dell’ONU
Il patrimonio dell’UNESCO
La classifica ISU completa
Il mondo dei diritti
L’economia circolare
L’inquinamento del Mediterraneo
Migrazioni planetarie
LEZIONE 15 Lo spazio globalizzato 86
LEZIONE 16 Il settore primario 90
LEZIONE 17 Le fonti energetiche 94
DOSSIER Le questioni economiche ed energetiche 98
LEZIONE 18 Il settore secondario 100
LEZIONE 19 Il settore terziario 104
DOSSIER Cittadinanza digitale 108
LEZIONE 20 I trasporti 110
DOSSIER Intelligenza artificiale 112
VERIFICA DELLE CONOSCENZE 114
LA NOSTRA EDUCAZIONE FINANZIARIA La sharing economy 116
UDA Il lavoro 117
LEZIONE 21 Il territorio italiano 120
DOSSIER La rinnovata importanza del Mediterraneo 124
LEZIONE 22 Il sistema degli enti 126
LEZIONE 23 La popolazione italiana 130
LEZIONE 24 Economia e lavoro in Italia 134
LEZIONE 25 Territorio Europa
LEZIONE 26 Gli Europei
LEZIONE 27 L’Unione Europea
DOSSIER La politica d’immigrazione dell’UE 150
LEZIONE 28 I Paesi europei
LEZIONE 29 Francia
LEZIONE 30 Germania
LEZIONE 31 Regno Unito
32 Russia
Da globale a locale OGM e fame nel mondo
Le fonti energetiche
L’industria manifatturiera nel mondo
Il turismo sostenibile
Il futuro della mobilità
La carta delle coste italiane
Il dissesto idrogeologico
Due piccoli Stati stranieri 100 statistiche per capire l’Italia
Italian Sounding Food Ecosistemi europei
Il futuro demografico dell’Europa
Quanto sai dell’UE?
Visitare Parigi
Visitare Berlino
Visitare Londra
La Russia e la sua storia
LEZIONE 33 Asia fisica
LEZIONE 34 Asia politica
LEZIONE 35 India
LEZIONE 36 Cina
LEZIONE 37 Africa fisica
LEZIONE 38 Africa politica
LEZIONE 39 Egitto
DOSSIER Le sfide dell’Africa
LEZIONE 40 America fisica
LEZIONE 41 America politica
LEZIONE 42 Stati Uniti
Gli tsunami in Asia
Dalle risaie ai microchip
La quinta potenza mondiale
L’insostenibile inquinamento della Cina
L’acqua nascosta
Scopri il Sudafrica
I rifugiati nel mondo
I grandi parchi americani
La sfida del recupero ambientale
Religioni nelle due Americhe
Scopri il Brasile
A
LEZIONE 43 Messico
LEZIONE 44 Oceania fisica e politica
45 Artide e Antartide
Il sorpasso cinese
Salvare la barriera corallina
L’Italia in Antartide
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Video Filmati e animazioni per iniziare e integrare le lezioni.
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Testi Approfondimenti e testi che integrano il manuale.
I contenuti digitali sono fruibili sul sito www.gruppoeli.it, sull’ e con l’app libRArsi
Sistema Digitale Accessibile
Test Test di diversa tipologia a correzione immediata.
Il Sistema Digitale Accessibile soddisfa pienamente le esigenze della didattica inclusiva con queste funzionalità di base:
• carattere specifico ad alta leggibilità e alto contrasto
• sintesi vocale dei contenuti testuali (audiolibro)
• pagine “liquide” con possibilità d’ingrandimento
a Terra costituisce un unico grande ecosistema in cui materiali organici e inorganici si integrano e creano le condizioni di vita ideali per le specie viventi. Nulla è stabile, tutto è in continuo e inarrestabile movimento: il ciclo dell’acqua, i moti dell’atmosfera, le fasi di erosione e di accumulo delle rocce, gli spostamenti lentissimi o improvvisi della crosta terrestre. Tutto ciò concorre a creare il mondo che conosciamo.
UNITÀ
DELLA SEZIONE
LEZIONE 1
MONTAGNE E PIANURE
LEZIONE 2
FASCE CLIMATICHE
E BIOMI
LEZIONE 3
ACQUA E TERRA
Catene montuose
Nate dai movimenti della crosta terrestre
I SISTEMI DELLA TERRA
MONTAGNE E PIANURE
FASCE CLIMATICHE E BIOMI
Pianure alluvionali
Nate dall’accumulo dei detriti lasciati dai fiumi
Le fasce climatiche (tropicale, temperata, polare) dipendono dai FATTORI DEL CLIMA
A seconda delle fasce climatiche, sulla Terra ci sono diversi BIOMI (terrestri e d’acqua)
Ogni bioma comprende ECOSISTEMI SIMILI
L’ACQUA è la principale risorsa del nostro pianeta
La sua distribuzione è diversa nelle varie aree della Terra e dipende dal clima
TERRA E ACQUA
Altra risorsa fondamentale è il SUOLO ROCCE e HUMUS
Il SOTTOSUOLO
è ricco di risorse naturali utili all’uomo
MINERALI (distribuiti in modo non uniforme)
I continenti coprono circa il 30% della superficie terrestre: sono separati da mari e circondati da tre oceani. Queste terre emerse sono costituite da una grande varietà di formazioni geologiche: da quelle più antiche e caratterizzate da
scudo siberiano
scudo russo
scudo cinese
scudo indiano
scudo sahariano
bacino del Congo
scudo brasiliano
SCUDI E OROGENESI
scudi e massicci antichi piattaforme
scudo australiano MontagneRocciose Cordigliera na dani scudocanadese
orogenesi recenti
grandi fratture
Scudi Le rocce più antiche si sono formate miliardi di anni fa e costituiscono la maggior parte delle masse continentali. Gli scudi sono enormi territori pianeggianti posti all’interno dei continenti: la loro forma leggermente convessa è il risultato di lunghi processi di erosione. Ne sono esempi lo scudo baltico, in Europa, che occupa gran parte della penisola scandinava, quello canadese in Nord America, e quello siberiano in Asia. I principali scudi dell’emisfero meridionale si trovano in Africa, nell’America meridionale e in Australia. Lo scudo antartico è coperto da ghiacciai a calotta (detti inlandsis).
scudo antartico → Osserva la carta e completa la tabella abbinando i vari scudi al continente corretto.
Catene montuose I rilievi più antichi si sono formati dai 250 ai 400 milioni di anni fa (orogenesi caledoniana ed ercinica): è il caso delle montagne dell’Europa settentrionale e centrale, degli Urali tra Europa e Asia, delle catene dell’Asia orientale, dei Monti Appalachi nell’America settentrionale, della Gran Catena Divisoria in Australia. Tutte queste montagne sono poco elevate perché sono state sottoposte a fenomeni di erosione per tempi lunghissimi. Molto più elevate e dalle forme aguzze sono le montagne più giovani, che si sono formate durante l’orogenesi alpina, iniziata circa 100 milioni di anni fa e ancora in corso. Queste montagne sono allineate su due grandi fasce: una si sviluppa da nord a sud nelle Americhe (Montagne Rocciose, Sierre e Ande), l’altra da ovest a est, dall’Europa all’Asia (Pirenei, Alpi, Caucaso, Monti Zagros, Hindukush, Himalaya).
Pianure alluvionali Gran parte delle pianure è di origine alluvionale, cioè è stata formata dall’accumulo dei detriti lasciati dai fiumi, a seguito dell’ erosione delle rocce e il trasporto dei sedimenti. Le pianure alluvionali si possono formare in due diversi tipi di bacini fluviali: esoreici se le acque sfociano in un mare o in un oceano, oppure endoreici se sono bacini chiusi, dove le acque confluiscono in laghi interni o si perdono nel sottosuolo.
Tra le più vaste pianure alluvionali esoreiche vi sono quella del Missouri-Mississippi negli USA e quella del Gange-Brahmaputra in India.
I più grandi bacini endoreici si trovano invece sugli altopiani statunitensi (bacino del Gran Lago Salato), in Africa (regione orientale, bacino del Ciad), in Asia (bacino del Caspio, bacino del Lago d’Aral).
→ Nella tabella puoi leggere alcune delle catene montuose maggiori della Terra e la loro lunghezza. Completa la tabella con l’aiuto di Internet.
placca eurasiatica
dorsale araboindiana
placca indoaustraliana
dorsale indo-antartica
placca delle Filippine
placca del Pacifico
placca nordamericana
placca di Cocos
dorsale di Reykjavik
dorsale medioatlantica
placca caraibica
placca eurasiatica
placca adriatica
placca di Juan de Fuca c b a
placca di Nazca
placca sudamericana
dorsale pacifica orientale
placca antartica
Placche I processi orogenetici sono causati principalmente dai movimenti della crosta terrestre, un involucro rigido (litosfera) diviso in una ventina di placche, o zolle, che galleggiano su uno strato più fluido, l’astenosfera. Le placche hanno continui spostamenti (da 1 a 15 cm all’anno): possono divergere, cioè allontanarsi tra loro, convergere fino a scontrarsi, oppure scorrere l’una accanto all’altra in direzioni opposte.
Faglie Dove le placche divergono, si creano le faglie, delle fratture della litosfera da cui fuoriesce la roccia fusa, cioè la lava. Nel caso di faglie sottomarine, il magma, raffreddandosi, forma lunghissime catene vulcaniche, le dorsali
placca arabica
placca africana
indiana occidentale
placca della Nuova Scozia
oceaniche. Le faglie continentali possono creare lunghe fosse, come quelle che si estendono dal Mar Morto all’Africa orientale; qui si estende la celebre Rift Valley, occupata da laghi di forma allungata (Kivu, Alberto, Malawi, Tanganica). Se le placche scorrono orizzontalmente l’una accanto all’altra senza scontrarsi, lungo il loro margine si determinano aree ad alto rischio sismico; in questo caso si tratta di faglie trascorrenti, come quella californiana di San Andreas, negli Stati Uniti.
Nascita delle montagne Quando due placche si scontrano si creano terremoti, eruzioni vulcaniche e il sollevamento di nuove catene montuose (orogenesi). In questo modo sono nate le Alpi e l’Himalaya: le prime hanno avuto origine dallo scontro della zolla africana con quella europea, la seconda dallo scontro della zolla indiana, un tempo attaccata all’Africa, verso la zolla asiatica.
→ Rispondi alle seguenti domande.
a. Come si chiamano le aree più antiche dei continenti?
b. Quali sono le aree più instabili del pianeta?
c. Che cosa è una faglia?
Tutte le zone della Terra, sia continentali sia sottomarine, che corrispondono ai limiti delle placche sono le più instabili e presentano fenomeni sismici e vulcanici
Vulcani I vulcani sono fratture della crosta terrestre da cui fuoriescono lava e prodotti piroclastici (ceneri e lapilli) che accumulandosi danno origine a rilievi. A seconda del tipo di materiali eruttati, i vulcani hanno forme diverse. Quando la lava è fluida e si spande per chilometri si creano i vulcani a scudo, come in molte isole dell’Oceania. In altri casi, invece, la lava è densa e le eruzioni sono accompagnate da esplosioni con l’emissione di lapilli e ceneri, che possono creare formazioni montuose, come i classici vulcani a forma di cono
I vulcani sono considerati attivi se hanno dato manifestazioni negli ultimi dieci millenni, quiescenti se si trovano oggi in fase di riposo; altrimenti sono considerati estinti e spesso i loro crateri si sono riempiti d’acqua, formando dei laghi. I vulcani attivi si concentrano lungo le zone di convergenza delle placche, come nella cosiddetta cintura di fuoco circumpacifica (cioè intorno all’Oceano Pacifico), e lungo quelle di divergenza, manifestandosi nelle numerose isole vulcaniche
IL RISCHIO SISMICO IN ITALIA
secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV).
Ci sono poi fenomeni di vulcanesimo secondario, come i geyser (emissioni intermittenti di acqua bollente e vapore), i soffioni boraciferi e le solfatare (emissioni di vapore acqueo e sostanze minerali), le fumarole (vapori caldi che fuoriescono da crepacci).
Com’è fatto un vulcano
Terremoti Al confine tra due zolle si verifica anche la maggior parte dei fenomeni sismici. I sismi, infatti, ci ricordano che la crosta terrestre è in continuo movimento: le spinte che derivano dallo scontro tra due zolle liberano enormi quantità di energia, che dall’interno della Terra si propagano sotto forma di onde fino alla superficie e provocano forti vibrazioni. Il punto interno da cui si originano le onde si chiama ipocentro, mentre quello corrispondente sulla superficie si chiama epicentro, dove il terremoto ha la massima intensità. Quando l’epicentro di un terremoto si localizza in un’area oceanica si parla di maremoto: i movimenti sottomarini generano onde anomale, anche molto alte (tsunami), che causano gravi danni lungo le coste.
si origina
→ I più elevati vulcani attivi della Terra si trovano in America centro-meridionale. Ricerca il nome di alcuni di loro e i Paesi a cui appartengono. Aiutati con Internet.
La Terra è suddivisa in fasce climatiche (intertropicale, temperata e polare) le cui caratteristiche si ripetono a nord e a sud dell’Equatore. Queste fasce comprendono diversi tipi© di clima, i cui elementi sono causati da specifici fattori. I climi determinano lo sviluppo dei biomi: estese aree caratterizzate da uno stesso tipo di vegetazione dominante e dagli habitat animali collegati.
Tropico del Cancro
Equatore
Tropico del Capricorno
La classificazione dei climi di Köppen
LE GRANDI FASCE CLIMATICHE
I principali elementi del clima (o dati climatici), utilizzati anche per le previsioni del tempo meteorologico, sono tre.
La temperatura La temperatura dell’aria indica quanta energia solare viene immagazzinata dall’atmosfera. La differenza tra la temperatura massima e quella minima di una giornata è chiamata escursione termica giornaliera. La differenza tra la temperatura media del mese più caldo (luglio nel nostro emisfero) e di quella del mese più freddo (gennaio) è chiamata escursione termica annua
La pressione La pressione atmosferica è il peso dell’aria sulla Terra, tanto più grande quanto più si è vicino alla superficie terrestre. I venti sono causati dallo spostamento dell’aria tra punti che hanno pressione diversa, da un’area con alta pressione a un’area con bassa pressione.
L’umidità Altro importante elemento è l’acqua contenuta nell’aria sotto forma di vapore acqueo; quando si condensa si creano le nubi e la nebbia. Essa viene restituita alla superficie terrestre attraverso le precipitazioni (pioggia, neve, grandine) o per condensazione (rugiada).
→ Osserva la carta delle fasce climatiche e collega ciascuna descrizione al numero del clima corrispondente.
a. Le zone a clima sono accomunate da scarsissime precipitazioni e da temperature elevate.
b. Le zone a clima hanno precipitazioni abbondanti e temperature mensili superiori ai 15°.
c. Le zone a clima sono caratterizzate da precipitazioni moderate e inverni più o meno rigidi.
d. Le zone a clima hanno temperature sempre inferiori ai 10° e scarse precipitazioni.
Spesso clima e tempo atmosferico vengono usati come sinonimi, ma non sono la stessa cosa. Il clima è l’insieme delle condizioni metereologiche di una certa zona per lunghi periodi ed è influenzato da cinque fattori.
La latitudine Uno dei fattori principali è la distanza di una località dall’Equatore, cioè la sua latitudine. Questa ha notevoli effetti sulla temperatura media annua. Quanto più ci si allontana dall’Equatore, procedendo verso nord o verso sud, tanto più le temperature diminuiscono.
La marittimità Un altro fattore importante è la distribuzione delle terre e dei mari, che determina il grado di marittimità o di continentalità di un luogo. Infatti, il clima delle località costiere è mitigato dalla presenza del mare, che abbassa le temperature medie estive e innalza quelle invernali (effetto termoregolatore). Inoltre, le zone costiere risentono anche dell’influsso delle correnti oceaniche, calde o fredde, come ad esempio la corrente calda che proviene dal Golfo del Messico e lambisce l’Europa atlantica, producendo un innalzamento della temperatura di qualche grado. Quanto più ci si addentra all’interno dei continenti, tanto più il clima presenta elevate escursioni termiche annue (dette anche stagionali) e scarse precipitazioni.
Le correnti marine Questi “fiumi” che scorrono negli oceani sono visibili a volte in superficie sotto forma di lunghe strisce dal colore più intenso di quello delle acque circostanti. Le correnti sono determinate dallo spirare di venti regolari sulla superficie del mare, ma soprattutto dalla diversità di temperatura, salinità e densità delle acque del-
LE DIVERSE INCLINAZIONI DEI RAGGI SOLARI SULLA TERRA
angolo di incidenza
le correnti rispetto alle acque circostanti. Infatti, le acque più calde e quelle meno salate sono più leggere e quindi tendono a salire, mentre le acque più fredde o salate, più pesanti, tendono a scendere verso i fondali marini. Le correnti calde riscaldano le coste, mentre quelle fredde raffreddano le temperature sulla terraferma.
Il rilievo Influisce sul clima anche l’andamento delle catene montuose, che possono deviare il movimento delle masse d’aria calda e fredda. Ad esempio, nell’Europa meridionale la disposizione delle catene alpine che bordano il Mediterraneo fa sì che l’influsso del mare si limiti alle regioni costiere; allo stesso tempo, esse costituiscono un’ efficace barriera contro le correnti d’aria più fredda provenienti da nord.
L’altitudine Man mano che si sale in quota, la temperatura dell’aria diminuisce: di conseguenza il clima delle zone d’alta quota è in genere rigido. Anche una diversa esposizione al sole dei versanti montuosi può determinare importanti differenze climatiche.
COMPLETA LO STUDIO
→ Comprendiamo meglio perché la latitudine è il fattore principale da cui dipende il clima. Osserva il disegno a fianco e completa il testo con le parole mancanti.
superficie terrestre • massimo • inclinato • raggi solari • minimo
Il clima dipende in gran parte dalla inclinazione dei sulla Terra.
raggi solari
Poiché l’asse di rotazione della Terra è rispetto al piano dell’orbita, i raggi solari battono sulla con una inclinazione diversa da zona a zona. Le zone equatoriali o prossime all’Equatore ricevono il della luce e del calore, mentre le zone polari il .
A seconda delle varie aree climatiche, sono diffusi sulla Terra diversi biomi.
Tundra È diffusa in Alaska, Canada e Russia. La sua caratteristica principale è il suolo perennemente gelato (permafrost): solo durante l’estate cresce rada la vegetazione e mancano le specie arboree
Taiga Chiamata anche foresta di conifere, è formata da abeti e larici; si trova a nord delle zone temperate, nelle aree settentrionali di Europa, Asia e America, dove il clima rigido dell’inverno ha temperature inferiori anche a -30 °C.
Foresta temperata Si trova nelle regioni continentali a clima temperato; la vegetazione tipica è formata da piante di alto fusto generalmente decidue (cioè piante che perdono le foglie durante l’inverno) ma anche da sempreverdi.
Macchia mediterranea È diffusa nell’area mediterranea, nelle zone caratterizzate da inverni miti e umidi ed estati calde con scarse precipitazioni. Presenta una formazione vegetale arbustiva costituita da piante basse, legnose, perenni e resistenti alla siccità estiva.
Steppa È formata da estese praterie, pochi alberi e una vegetazione prevalentemente erbacea; è tipica delle zone continentali più interne (in particolare della Russia europea
COMPLETA LO STUDIO
→ Osserva la carta e scrivi per ciascuna immagine il bioma corrispondente.
e asiatica), con forti escursioni termiche annue e precipitazioni non molto elevate, costituite da pioggia o neve.
Deserto È un bioma presente in ogni continente tranne che in Europa; è caratterizzato dalla quasi totale mancanza di pioggia e dal fatto che il sole non è mai schermato da nuvole. Tuttavia, vi si trovano piante e animali per la presenza di acque sotterranee: quando queste affiorano si formano le oasi
Savana Questa formazione a prateria si trova nelle zone tropicali dove sono presenti due differenti stagioni (la stagione delle piogge e la stagione secca). La temperatura è alta tutto l’anno. L’erba è più resistente degli alberi alla siccità, rappresentando così la principale fonte di cibo per le numerose specie animali durante la stagione secca.
Foresta pluviale Si trova in prossimità dell’Equatore (è detta anche foresta equatoriale) dove la temperatura e l’umidità sono molto elevate, e formano le condizioni ideali per lo sviluppo di alberi ad alto fusto e di un fittissimo sottobosco.
Calotta polare È una massa di ghiaccio che copre il terreno di una vasta area geografica: si trova in Groenlandia (emisfero boreale) e Antartide (emisfero australe).
NUCLEO Sviluppo economico e sostenibilità
COMPETENZA 5-6
Mari e oceani Importanti negli equilibri del nostro pianeta sono anche i biomi dell’idrosfera, cioè i biomi acquatici. Troviamo biomi marini (o d’acqua salata) negli ambienti polari, compresa la banchisa, cioè le grandi masse di ghiaccio galleggiante, nelle grandi distese oceaniche, nei mari interni, nelle zone salmastre (le aree costiere dove si mischia acqua dolce e acqua salata). Sono biomi marini le scogliere coralline, formate dagli scheletri calcarei di milioni di coralli, presenti soprattutto nelle zone intertropicali, e le foreste di alghe, diffuse in tutti i mari, generalmente in prossimità delle coste.
Acque interne Sono biomi d’acqua dolce i bacini fluviali e quelli lacustri, cioè fiumi, torrenti, laghi e stagni.
Acque interne sono considerate anche le falde acquifere sotterranee.
→ Scopri dove si trovano le maggiori barriere coralline del pianeta con l'aiuto di un chatbot di tua scelta. Confronta poi la tua risposta in classe.
NUCLEO Sviluppo economico e sostenibilità
COMPETENZA 5-6
Ambienti e viventi Ogni bioma comprende vari ecosistemi simili. Un ecosistema è costituito dall’interazione fra l’ambiente e gli esseri viventi che lo abitano. Un bosco, un prato, una spiaggia, gli spazi verdi di una città costituiscono ecosistemi dove convivono, legati da rapporti di tipo alimentare, diverse specie vegetali e animali.
Ecosistemi grandi e piccolI Gli ecosistemi possono avere dimensioni molto diverse: sono considerati ecosistemi sia un’ estesa area forestale sia la cavità piena d’acqua e di vita di un albero che fa parte della stessa foresta (microecosistema).
Sostenibilità e biodiversità Quando un ecosistema è in buona salute viene definito sostenibile dagli scienziati: significa che tutti gli organismi vivono in equilibrio e sono in grado di riprodursi. Un ecosistema sostenibile è caratterizzato da una elevata biodiversità, vale a dire da una grande varietà di organismi viventi. La diversità delle specie animali e vegetali e la varietà genetica all’interno della stessa specie sono infatti un elemento molto positivo per la salvaguardia del nostro pianeta: quanto più un ambiente è ricco di specie animali e vegetali diverse, tanto più è resistente alle malattie, all’invasione di altri organismi e ai cambiamenti climatici.
→ Completa tu la definizione.
Si dice che un’area è ricca di biodiversità quando .
→ Collega la parola giusta alla definizione.
biomi • ecosistema • biosfera • ecologia
a. Si definisce la parte del nostro pianeta abitata dai viventi, o più precisamente l’insieme delle zone dove le condizioni ambientali permettono la vita.
b. La scienza che studia la biosfera e le sue caratteristiche è l’
c. I raggruppamenti che raccolgono al loro interno i luoghi del pianeta caratterizzati da una certa condizione ambientale o climatica sono chiamati
d. I biomi possono essere suddivisi in aree più limitate, non più legate a caratteristiche climatiche, ma piuttosto collegate alle relazioni di stretta convivenza fra gli esseri viventi che le popolano e l’ambiente. Questo insieme prende il nome di
L’acqua, il suolo e il sottosuolo rappresentano le principali risorse naturali del nostro pianeta. In abbinamento all’energia solare, infatti, essi determinano la presenza e la disponibilità di tutti gli elementi necessari per la sopravvivenza dell’umanità e lo sviluppo economico delle società.
LA DISTRIBUZIONE DELL’ACQUA
SUL PIANETA
Popolazione senza accesso all’acqua potabile in casa o in area raggiungibile in 15 minuti di cammino
Popolazione senza accesso all’acqua potabile in casa o in area raggiungibile in 15 minuti di cammino
Dati non disponibili
Dati non disponibili
Disponibilità L’acqua è la risorsa più importante del nostro pianeta. Tuttavia, anche se oltre il 70% della superficie terrestre ne è ricoperto, solo una piccolissima parte può essere utilizzata per il fabbisogno delle società umane, che per l’agricoltura e la sopravvivenza utilizzano unicamente acqua dolce. Le aree con una grande disponibilità di acqua e suoli fertili hanno sempre avuto buone probabilità di diventare importanti zone agricole.
Distribuzione La disponibilità d’acqua è diversa da regione a regione ed è determinata da diversi fattori. Fondamentali sono le condizioni climatiche: la presenza d’acqua è conseguenza di piogge abbondanti, oltre che della capacità della vegetazione di trattenerla nel suolo, riducendo l’evaporazione. La distribuzione dell’acqua dolce sul pianeta non è uniforme: ci sono zone aride o semi-aride e zone con
grandi bacini fluviali, ricche di precipitazioni e con ingenti depositi idrici nel sottosuolo.
Fabbisogno e prelievo La capacità di rinnovamento delle riserve (sotterranee e in superficie) può essere ridotta se si effettuano prelievi più rapidi del tempo necessario al rifornimento naturale. Il fabbisogno d’acqua, infatti, cresce progressivamente con l’aumentare della popolazione e con l’intensificarsi della produzione agricola e industriale.
LO STUDIO
→ Osserva la carta della distribuzione dell’acqua e rispondi.
Quali sono le zone della Terra con la maggiore e la minore disponibilità d’acqua?
Evaporazione Lo scambio tra atmosfera, superficie terrestre, acque superficiali, acque sotterranee e organismi viventi viene definito ciclo idrologico. Il sole riscalda l’acqua del mare e la fa evaporare nell’atmosfera. L’evaporazione avviene anche dalle acque interne (laghi e fiumi) e dagli organismi viventi, soprattutto le piante. Le correnti d’aria ascensionali portano il vapore nelle zone più elevate dell’atmosfera, dove la bassa temperatura ne provoca la condensazione in piccole gocce che formano le nubi
Precipitazioni I venti trasportano le nubi. Le particelle che le compongono entrano in contatto e si accrescono, cadendo quindi come precipitazioni. Quando l’acqua evapora abbandona quasi tutto il suo contenuto di sale, per cui l’acqua che ridiscende a terra è acqua distillata. Qualche precipitazione cade come neve e può accumularsi nei ghiacciai. In questo caso l’acqua assume uno stato solido e si blocca per un certo periodo di tempo. In genere ghiaccio e neve si sciolgono in primavera, e l’acqua di fusione fluisce come ruscellamento
Acque interne La maggior parte delle piogge cade negli oceani, ma anche sulle terre emerse dove scorre nei fiumi oppure si raccoglie nei laghi; vi è inoltre l’acqua che si infiltra nel terreno e si accumula nelle falde freatiche, dove enormi quantità di acqua dolce vengono immagazzinate per lunghi periodi di tempo. Una parte di quest’acqua sotterranea trova vie d’uscita ed emerge nelle sorgenti. Tutta l’acqua che scorre sotto o sopra la superficie terrestre si dirige quindi verso il mare, dove il ciclo ricomincia.
COMPLETA LO STUDIO
→ Osservando lo schema e consultando l’approfondimento video di questa lezione, prova a descrivere oralmente il ciclo dell’acqua.
NUCLEO Sviluppo economico e sostenibilità
COMPETENZA 5-6
Le acque: un unico sistema Come abbiamo visto, la circolazione delle acque costituisce un unico sistema, nel quale acque marine, acque interne di superficie e del sottosuolo, umidità atmosferica sono collegate e comunicanti tra loro; il forte inquinamento di un fiume, perciò, provoca quasi certamente l’inquinamento del mare in cui sfocia.
Agricoltura e industria Una delle principali cause d’inquinamento di fiumi e falde acquifere è l’agricoltura: fertilizzanti e rifiuti liquidi degli allevamenti vengono spesso smaltiti nelle acque di scarico, a volte senza trattamenti di depurazione. Gli scarichi agricoli contengono in genere grandi quantità di azoto e di fosforo che possono causare l’eutrofizzazione, cioè l’eccessivo sviluppo di alcuni tipi di alghe. Anche molti rifiuti industriali vengono scaricati nei fiumi, arrivando quindi fino al mare.
I Paesi di più antica industrializzazione negli ultimi tem-
pi hanno approntato leggi che impongono regole severe sullo smaltimento delle scorie. Maggiori rischi ambientali corrono le aree di nuova industrializzazione, dove la legislazione in materia è stata fino a ora meno rigida.
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→ Quali sono le principali cause di inquinamento idrico?
Rispondi con l'aiuto di Internet.
Elemento indispensabile Con aria e acqua, il suolo (o terreno) è una parte fondamentale del sistema Terra e una delle principali risorse che assicurano agli esseri umani la sopravvivenza. È il risultato della frantumazione delle rocce e della decomposizione di animali e vegetali che lo arricchiscono di preziosi elementi chimici.
Rocce Il suolo, che è la parte più superficiale della crosta terrestre, si origina attraverso un lungo processo di disgregazione fisica e alterazione chimica delle rocce. Il grado di compattezza del tipo di roccia determina la velocità di formazione del suolo. Altrettanto importanti sono le condizioni climatiche: una forte escursione termica giornaliera, per esempio, rende più veloce la frantumazione delle rocce e la loro trasformazione in suolo.
Humus Importantissima per la fertilità di un suolo è la presenza di materia organica, o humus, cioè l’insieme dei residui di organismi biologici decomposti. Preserva la struttura del suolo, mantenendolo soffice ed evitandone la compattazione; inoltre ne accresce la capacità di trattenere l’acqua e fornisce azoto e altri minerali nutritivi per la crescita delle piante.
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→ Guarda l’online “Parliamo di suolo” e rispondi alle domande.
Funzioni del suolo Oltre che costituire il substrato fondamentale dove praticare agricoltura, silvicoltura e allevamento, il suolo contribuisce a depurare le acque superficiali e proteggere le risorse idriche sotterranee filtrando le potenziali sostanze inquinanti. Un suolo sano riduce inoltre il rischio di alluvioni.
NUCLEO Sviluppo economico e sostenibilità COMPETENZA 5-6
INQUINAMENTO Un suolo può essere inquinato da sostanze tossiche (metalli, diossine, soventi chimici, scorie radioattive) scaricate direttamente nel terreno a seguito di processi industriali, o anche attraverso il sistema idrico. Può anche subire un degrado in conseguenza di un accumulo incontrollato di rifiuti. L’inquinamento del suolo ha notevoli conseguenze sul ciclo dell’acqua e sulla catena alimentare.
CONSUMO DI SUOLO Anche il consumo di suolo, conseguenza soprattutto dell’ampliamento delle città e delle vie di comunicazione, è considerata una forma di degrado. Con l’edificazione di immobili residenziali e impianti sportivi, la costruzione di grandi strade e aeroporti, di capannoni e centri commerciali, le aree naturali sono in continua diminuzione.
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→ Quali sono le principali cause di inquinamento del suolo?
Fai alcuni esempi con l'aiuto di un chatbot di tua scelta poi confronta la tua risposta con quella fornita dall’Enciclopedia Treccani on line.
Minerali Il sottosuolo è un altro grande scrigno di risorse naturali utili essere umano. I minerali sono distribuiti in modo non uniforme sulla Terra: ne sono in genere più ricche le formazioni rocciose più antiche, come i grandi scudi che costituiscono il cuore dei continenti.
Quattro categorie A parte petrolio e carbone, di cui si parlerà nella ▶LEZIONE 17 , i minerali possono essere suddivisi in grandi categorie, a seconda delle loro possibilità di sfruttamento per le attività essere umano.
• Minerali metalliferi Sono chiamati così i minerali da cui si possono estrarre i metalli, come il ferro, il metallo più abbondante sulla superficie terrestre che si estrae dalla magnetite e dall’ematite; dall’unione con il carbonio, nasce l’acciaio, una tra le leghe più utilizzate dall’industria. L’alluminio si estrae dalla bauxite. Altri metalli molto diffusi sulla crosta terrestre sono il rame e il piombo
• Minerali non metalliferi Forniscono all’industria chimica materie prime come lo zolfo, i fosfati, il silicio (presente nel quarzo e utilizzato nell’industria elettronica), e anche un elemento importante per l’alimentazione umana, il salgemma
• Minerali preziosi In questa categoria si riuniscono sia metalli, come l’oro, l’argento, il platino, sia non metalli, come il diamante, costituito da carbonio, e altre pietre preziose.
• Minerali per l’edilizia Ci sono infine diversi minerali, in genere molto diffusi, che vengono utilizzati nei settori delle costruzioni (edifici, infrastrutture) e in diverse attività artigianali: per esempio, l’argilla, la ghiaia, il marmo, il granito.
→ Osserva la carta dei minerali e rispondi alle domande.
a. In quali parti del mondo si estraggono i diamanti?
b. In quali regioni dell’Africa si concentrano le maggiori produzioni minerarie?
c. Quali sono le principali risorse minerarie dell’Australia?
Svolgi gli esercizi in modalità interattiva sull’eBook+ o sull’app librARsi
1 Collega correttamente gli elementi geografici della prima colonna con il significato corrispondente espresso nella seconda colonna.
a. scudo
b. orogenesi
c. epicentro
d. placca
e. faglia
f. sisma
g. geyser
h. tsunami
1. terremoto
2. emissione di acqua bollente e vapore
3. nascita delle montagne
4. frattura della litosfera
5. zolla
6. onda anomala causata da maremoto
7. massima intensità onde sismiche
8. antico territorio pianeggiante
2 Rispondi alle domande scegliendo la risposta corretta.
a. Quando si crea un vulcano a forma di cono?
La lava è densa ed è accompagnata da emissioni di materiali
La lava è fluida e si spande per chilometri
b. Quando un vulcano è considerato attivo?
Quando si è manifestato negli ultimi 10.000 anni
Quando ha eruttato nell’ultimo secolo
c. Che cosa sono le solfatare?
Fenomeni di vulcanesimo secondario
Miniere di zolfo
d. Come si definisce il punto da cui si propagano le onde sismiche in superficie?
Ipocentro
Epicentro
3 Sottolinea l’alternativa giusta.
1. La latitudine / La longitudine determina l’efficacia del riscaldamento solare.
2. Si parla di effetto termoregolatore sul clima nelle zone continentali / nelle zone costiere .
3. In montagna maggiore è l ’altitudine più diminuisce la temperatura / più aumenta la temperatura .
4. Un vento si forma quando una massa d’aria si sposta da un’area di alta pressione a una di bassa pressione / un’area di bassa pressione a una di alta pressione .
5. La zona temperata boreale è racchiusa tra il Circolo Polare Artico e il Tropico del Cancro / tra il Circolo Polare Antartico e il Tropico del Capricorno .
6. La zona polare antartica si estende attorno al Polo Nord / al Polo Sud
4 Indica a quali elementi climatici corrispondono le definizioni.
1. È la quantità di energia solare immagazzinata nell’atmosfera.
2. È il peso dell’aria sulla Terra.
3. È l’acqua contenuta nell’aria.
5 Cancella l’elemento estraneo.
1. La disponibilità dell’acqua si è ridotta nel tempo perché:
a è aumentata la popolazione.
b per le migliorate condizioni di vita è aumentato il consumo.
c è diventata sempre più salata.
2. Le foreste sono fondamentali per l’ambiente perché: a assorbono anidride carbonica e producono ossigeno.
b bloccano l’avanzata del deserto.
c accrescono l’umidità presente nell’atmosfera.
6 In base ai diversi gruppi di elementi individua il bioma corrispondente.
� Conifere
� -30 gradi
� Area Nord dei continenti
a.
� Arbusti
� Siccità estiva
� Erbe profumate b.
7 Completa scegliendo i termini corretti.
� Temperature elevate
� Stagione piogge
� Tropici c.
pianura � altitudine � clima nivale � Antartico � montagna � clima temperato � latitudine � Artico � longitudine � clima subartico
L’isola atlantica dell’Islanda, la Penisola Scandinava e la Russia settentrionale sono le aree che lambiscono il Circolo Polare . Nell’estremo nord il è caratterizzato dalla presenza di ghiacci e nevi perenni. Più a sud, si estendono le aree a , caratterizzato da inverni lunghi ed estati brevi e fresche. Simile a quella della regione nordica è la situazione climatica di alta . Qui i diversi climi si succedono a seconda non della , ma dell’ .
8 Indica se le seguenti frasi sono vere V o false F.
1. Sono considerate risorse naturali solo quelle rinnovabili.
F
2. L’acqua è una risorsa rinnovabile ma in molte aree del mondo è limitata. V F
3. Oltre il 70% della superficie terrestre è coperto d’acqua.
V F
4. Il rinnovamento delle riserve d’acqua può essere compromesso se il prelievo è troppo veloce. V F
5. L’inquinamento di un fiume determina l’inquinamento del mare in cui sfocia. V F
6. Il settore primario non ha effetti inquinanti sul sistema delle acque. V F
9 Inserisci nella tabella, in base al loro significato, i numeri dei termini corrispondenti.
1. precipitazioni 2. acqua di fusione 3. rifiuti industriali 4. alghe 5. nubi 6. vapore acqueo 7. sottosuolo
eutrofizzazione evaporazione ruscellamento condensazione falda freatica inquinamento grandine
10 Indica il completamento corretto.
1. Il suolo è composto soltanto da minerali / da minerali e da una parte organica
2. Il consumo di suolo è una forma di degrado ambientale / un processo naturale .
NUCLEO Sviluppo economico e sostenibilità COMPETENZA 8
Nggigiorno, l’educazione finanziaria è sempre più alla ribalta. Il rapporto PISA (Programme for International Student Assessment) dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), la più grande indagine internazionale sui temi dell’educazione, oramai tiene in grande considerazione le competenze finanziarie. Si tratta di aspetti importanti perché anche i giovani sono consumatori; possono avere un conto bancario, una carta di credito, e un giorno avranno probabilmente un mutuo. Le competenze finanziarie sono quindi fondamentali per vivere meglio da adulti. Eppure, secondo i dati dell’OCSE, solo il 30% di noi italiani ha un livello di istruzione adeguato in materia di finanza ed economia. Un deficit che va superato prima di tutto partendo dalla consapevolezza che l’economia siamo noi e che tutti abbiamo un ruolo da giocare in ambito economico come consumatori, produttori ecc. Questo ci fa capire quanto sia importante approfondire questa disciplina. L’economia non è materia o settore che riguarda solo banchieri e finanzieri, come ci ricorda anche l’etimologia della parola che deriva dall’unione delle parole greche oikos, «casa» e nomos, «norma» o «legge».
Letteralmente, economia significa quindi «gestione della casa». E come si gestisce al meglio una casa? Collaborando tutti assieme, prendendosi a cuore la sua gestione. Inoltre, facendo attenzione alle spese e cercando di migliorare il più possibile le condizioni di vita di chi ci abita, senza correre troppi rischi, così da evitare di mettere in pericolo la sopravvivenza della casa stessa e dei suoi abitanti.
Una buona economia è poi fatta di relazioni, quelle relazioni che alimentano e rendono vitale anche ogni nostra abitazione.
Se l’unico obiettivo è primeggiare sugli altri, ottenere il profitto massimo anche danneggiando tutti coloro che ci circondano, alla fine i conti economici banalmente non torneranno. Da ultimo, c’è il bisogno di “dare vita” al concetto di denaro. Insomma, bisogna fornire competenze economiche e finanziarie in maniera concreta, senza usare per forza tecnicismi che alla fine sono respingenti, ma facendo ricorso a esempi concreti, giochi partecipativi. In questo modo si avvicinano i giovani anche ad altre materie, come la matematica, perché ne possono vedere l’utilità, l’applicazione pratica.
→ Dividete la classe in due gruppi. Provate quindi a rispondere separatamente alle seguenti domande:
• Pensate che l’economia riguardi tutti oppure sia una disciplina solo per economisti e banchieri?
• Nelle scuole l’economia andrebbe studiata fin dalle elementari?
• Pensate che l’economia serva solo a ottenere profitto o debba anche aiutare a costruire il benessere comune?
Confrontate quindi le risposte dei due gruppi, discutendone e cercando di arrivare a una conclusione comune.
QUALI DISCIPLINE POSSONO ESSERE COINVOLTE?
QUALI ARGOMENTI DEL TESTO DI GEOGRAFIA RIGUARDA?
QUALI ABILITÀ DEVI METTERE IN CAMPO?
QUALI STRUMENTI E METODI PUOI UTILIZZARE?
CHE COSA TI PROPONE LA FLIPPED CLASSROOM?
COME PROCEDE IL LAVORO?
COME SI CONCLUDE IL LAVORO?
NUCLEO Sviluppo economico e sostenibilità COMPETENZA 5-6
Questa Unità di apprendimento ti guida a comprendere come gli elementi costitutivi della crosta terrestre, in continuo movimento, generano fenomeni vulcanici e sismici che interessano il pianeta e il territorio italiano. Ti aiuta anche capire gli articoli dei media che descrivono questi eventi e le loro conseguenze, e ad acquisire i suggerimenti della protezione civile in caso di terremoto.
Oltre a geografia, sono interessate scienze della terra, educazione civica, italiano, informatica, inglese.
Cartografia – Teoria della tettonica a placche – Terremoti e vulcani – Vulcani e aree a rischio sismico nel territorio italiano
Comprensione del testo – Comprensione di una comunicazione video – Conoscenza del linguaggio cartografico – Lettura di un planisfero tematico – Lettura della carta fisica del territorio italiano – Collegamento di elementi fisici superficiali a fenomeni endogeni – Lettura di un disegno schematico – Utilizzo della rete Internet
Lettura del testo di geografia – Lettura di articoli – Indagine in Internet – Attività parallele delle varie discipline – Visione di un video in modalità flipped classroom –Discussione di gruppo – Elaborazione di uno schema – Visita guidata alla struttura scolastica
Dopo aver approfondito i movimenti della crosta terrestre e i fenomeni sismici e vulcanici, utilizzando anche gli elementi acquisiti nel lavoro con le altre discipline, a casa guarda il video realizzato dalla Regione Emilia Romagna su che cosa fare in caso di terremoto. Ti servirà per conoscere i comportamenti corretti da tenere in caso di emergenza
Dopo la visione osserva la tua abitazione focalizzando le indicazioni fornite dal video.
Riporta alla classe e all’insegnante le tue impressioni sul video e le nuove conoscenze che hai acquisito. Insieme ai tuoi compagni costruisci uno schema/tabella/ mappa concettuale alla lavagna o alla LIM.
Organizzate a piccoli gruppi una visita della struttura scolastica, per conoscere come comportarvi nel caso in cui l’evento sismico si verifichi durante l’orario di lezione.
Costruite uno strumento di comunicazione (PowerPoint, video, pieghevole, manifesto) per presentare al resto della scuola i corretti comportamenti di prevenzione, durante e dopo il terremoto.
Noi siamo ospiti del pianeta: dagli ambienti traiamo il nostro sostentamento e la possibilità di svilupparci e progredire. Le nostre attività, però, determinano profondi cambiamenti sulla natura. Se per secoli queste trasformazioni sono restate all’interno di un sostanziale equilibrio tra l’essere umano e ambiente, dal Novecento gli interventi umani hanno inciso radicalmente sull’armonia del sistema globale.
UNITÀ
DELLA SEZIONE
LEZIONE 4
IL MONDO VEGETALE
LEZIONE 5
IL CAMBIAMENTO CLIMATICO
LEZIONE 6
LA DISPONIBILITÀ
DI CIBO
Offre cibo, materiali e medicine
NOI E L’AMBIENTE
Il MONDO VEGETALE è il motore del mondo
È causato principalmente dall’effetto serra
Produce ossigeno
Il RISCALDAMENTO GLOBALE provoca i CAMBIAMENTI CLIMATICI
Combatte il dissesto idrogeologico
Danneggiano l’ambiente e la vita sociale ed economica dell’umanità
Il rapporto più stretto tra l’essere umano e ambiente è rappresentato dalla FILIERA ALIMENTARE
Perché l’ambiente possa soddisfare la crescente domanda di cibo è necessario il mantenimento della biodiversità
Da sempre l’essere umano ha a che fare con le EPIDEMIE
Quando si protraggono nel tempo provocano cambiamenti nella società e nell’economia
I vegetali sono il vero motore del mondo. Costituiscono l’85% delle forme di vita del pianeta e creano le condizioni essenziali per la sopravvivenza di tutto il regno animale, di cui anche noi facciamo parte: producono ossigeno, puliscono l’aria dai gas nocivi, regolano il clima e sono alla base della catena alimentare.
Biodiversità vegetale Secondo uno studio che ha riunito diversi database botanici, le specie di piante attualmente note alla scienza sono quasi 400.000, a cui si devono aggiungere le alghe e i muschi. Sono però molto più numerose quelle ancora sconosciute: ogni anno vengono identificate 2000 nuove specie, alcune delle quali già a rischio di estinzione al momento della scoperta.
Scarsi finanziamenti Nonostante il mondo vegetale costituisca la grande maggioranza delle specie viventi, solo il 3% degli scienziati si occupa dello studio delle piante. Anche gli investimenti nella ricerca botanica sono molto meno ingenti di quelli dedicati ad altri campi, per esempio quello dell’energia. Eppure le piante rivestono un’importanza fondamentale nella vita dell’uomo, che ne trae cibo, medicine, vestiti, alimenti per animali, materiali da costruzione, biocarburanti. Inoltre, con le loro funzioni, regolano il clima.
Imparare dalle piante Del totale delle specie conosciute, solo il 13% ha almeno un uso documentato. Si pensa però che molte altre piante abbiano proprietà che sono potenzialmente utili per migliorare la vita dell’essere umano e del pianeta: l’intelligenza delle piante ha spesso predisposto naturali contromisure nei confronti di siccità, minacce alla biodiversità, cambiamenti climatici, inquinamento dell’acqua, dei suoli e dell’atmosfera. È quindi importante, per il futuro del pianeta, potenziare la ricerca scientifica sul mondo vegetale.
→ Approfondisci il concetto di “intelligenza delle piante” con l'aiuto di un chatbot di tua scelta. Confronta poi la tua risposta con il resto della classe.
Cibo Le piante rappresentano le principali fonti di approvvigionamento per gli esseri umani. Sono infatti molte le specie che ci forniscono cibo: sono tipi di alimenti estremamente vari (frutti, foglie, erbe, alghe), con una gamma completa di sostanze nutritive: vitamine, carboidrati, grassi, proteine vegetali.
Materiali Grazie alle piante abbiamo anche la possibilità di procurare materie prime per realizzare indumenti (lino, canapa, cotone ecc.), per costruire ripari e utensili, per abitare anche in zone dalle basse temperature. Tra i materiali prevale innanzitutto il legno, per lungo tempo insostituibile a tutte le latitudini come fonte di energia e materiale da costruzione. Molto utile anche il caucciù, indispensabile per molte lavorazioni e, un tempo, soprattutto per l’industria dei mezzi di trasporto.
Medicine Molti vegetali producono importanti sostanze curative. Già i primi uomini impararono a nutrirsi di particolari piante per evitare carenze alimentari o per curarsi da malattie e parassiti. In ogni parte del mondo, le varie medicine tradizionali fanno da secoli ricorso alla fitoterapia (ovvero all’uso curativo delle piante). Pur avvalendosi della chimica di sintesi, ancora oggi la medicina moderna utilizza in laboratorio le piante per la preparazione di diversi tipi di farmaci: per esempio, la morfina viene estratta dal papavero da oppio. La fitoterapia può contribuire alla prevenzione di patologie, mantenendo l’organismo umano sano, fortificato e in equilibrio con l’ambiente naturale. È funzione di alcune specie vegetali anche tenere lontani gli insetti nocivi, causa di molte malattie.
Attività di depurazione Le forme vegetali sono un argine essenziale per proteggere gli ambienti del pianeta che gli uomini continuano a compromettere con le loro attività. Le piante sono in grado di assorbire gran parte dei gas nocivi prodotti dall’essere umano, combattendo l’inquinamento e depurando l’atmosfera. Gli alberi assorbono infatti significative quantità di CO2 (anidride carbonica) il cui eccesso nell’atmosfera (provocato dall’attività umana) è il principale responsabile dei cambiamenti climatici.
Produzione di ossigeno Grazie alla fotosintesi, l’anidride carbonica viene utilizzata dalle piante per produrre la materia organica che le costituisce. Risultato di questo processo chimico è un materiale di scarto per noi molto
LO STUDIO
→ Approfondisci un prodotto vegetale (un alimento o una fibra tessile) a tua scelta.
Cerca materiale in rete e stendi un breve testo che ne illustri brevemente caratteristiche, diffusione, utilità, storia, produzione attuale.
Piante per combattere l’inquinamento
prezioso, indispensabile per la vita di tutti gli animali e delle piante stesse: l’ossigeno. In un albero, l’efficienza dell’attività di fotosintesi si può valutare da quanto legno accumula: se in un anno l’accrescimento del tronco e dei rami è notevole significa che una grande quantità di anidride carbonica è stata prelevata dall’atmosfera; l’aria ne risulta purificata e allo stesso tempo arricchita per l’immissione di molto ossigeno.
→ Cerca informazioni sul ciclo del carbonio e costruisci uno schema che lo rappresenti. COMPLETA LO
COMPATTEZZA DEI SUOLI Con le loro radici, gli alberi compattano il terreno e assorbono l’acqua in eccesso, impedendo smottamenti, frane e valanghe. Il diboscamento infatti, soprattutto sui versanti più ripidi di montagne e colline, toglie solidità al terreno, che diventa più friabile e facilmente asportabile nel caso di forti precipitazioni. In passato si diboscava soprattutto per procurare combustibile e legname per costruire navi e abitazioni; oggi il taglio degli alberi avviene soprattutto per fare spazio a nuovi insediamenti e piste da sci, come avviene spesso nelle Alpi italiane. Anche in pianura, in caso di alluvioni, l’assenza di alberi lungo le rive dei fiumi permette alle acque di riversarsi più facilmente nella zona circostante, arrecando danni a terreni agricoli, abitazioni, vie di comunicazione.
MANGROVIE Un diboscamento particolarmente disastroso è quello che riguarda le estensioni di mangrovie che bordano molte coste delle zone tropicali e subtropicali. Chiamate anche “foreste di marea” per la loro capa-
Il processo di scambio tra energia solare, acqua, suolo, anidride carbonica da una parte e alberi dall’altra vale per tutto il mondo vegetale, dal lichene al baobab, passando per le erbe e gli arbusti, ma diventa particolarmente incisivo quando riguarda estese superfici, come quelle delle grandi foreste.
Biodiversità Le foreste sono tra i più ricchi ecosistemi esistenti sul nostro pianeta, preziosissimi per la tutela della biodiversità e della vita. In queste aree, infatti, gli alberi vivono associati ad altre formazioni vegetali (erbe, arbusti, liane, muschi ecc.) e a numeri difficilmente calcolabili di specie animali
Foreste primarie Secondo alcuni calcoli, in tempi lontani le foreste originarie (o primarie) coprivano oltre il 40% delle terre emerse. Secoli e secoli di diboscamento hanno ridotto nella nostra epoca la loro estensione a meno dell’8% della superficie dei continenti. Gli uomini hanno tagliato gli alberi per ottenere legname e terreni coltivabili, per creare insediamenti e vie di comunicazione, per impiantare attività produttive. Oltre alle foreste originarie il patrimonio boschivo planetario è costituito dai rimboschimenti operati dall’es-
NUCLEO Sviluppo economico e sostenibilità COMPETENZA 5
cità di crescere nell’acqua salata, sono presenti in America centrale, in Asia, in Africa e in Oceania. Oltre a ospitare numerose specie animali, prevengono l’erosione del suolo e controllano la qualità dell’acqua, assorbendo le sostanze inquinanti. Creano inoltre vere e proprie barriere tra la terra e il mare, proteggendo la terraferma dall’invasione del mare: dove ci sono le mangrovie, gli effetti degli tsunami sono meno dannosi, poiché esse ne arginano l’onda devastante. Le foreste di mangrovie, però, stanno lentamente scomparendo: vengono abbattute per ampliare le spiagge nelle zone turistiche e per creare spazio per gli allevamenti di gamberetti.
→ Approfondisci in rete qual è la distribuzione delle formazioni di mangrovie sul pianeta. Trova quali sono i Paesi che le ospitano e anche in quali l’estensione è diminuita notevolmente negli ultimi anni.
sere umano con la piantumazione (ormai la maggioranza della superficie verde), che portano il totale al 31% circa. Dove sono le foreste Secondo i dati della FAO (2020), le foreste più estese si trovano nella Federazione russa (8.151.360 km2), in Brasile (4.966.200 km2), Canada (3.469.280 km2), Stati Uniti (2.259.000 km2), Cina (2.199.800 km2), Australia (1.340.050 km2), Repubblica democratica del Congo (1.261.550 km2), Indonesia (995.690 km2), Perù (723.300 km2), Angola (666.070 km2).
→ Completa le frasi con la parola mancante e rispondi alle domande.
a. Il patrimonio boschivo del pianeta è costituito da operati dall’uomo.
b. Le foreste sono tra i più sul nostro pianeta.
c. Dove si trovano le foreste più estese?
d. Perché sono importanti le mangrovie?
e. Quali sono le conseguenze del diboscamento?
Legno commerciale Il più importante mercato legato alla foresta è il commercio del legno
Le foreste del nord producono soprattutto legname dalle conifere, mentre alle medie latitudini ci sono vari tipi di quercia, castagni e altre latifoglie. Il teak, il mogano e l’ebano sono i legnami più pregiati, presenti nella fascia intertropicale, in Asia, in Africa e in America Latina. In alcuni casi il commercio di prodotti forestali ha sostenuto la crescita economica e le condizioni di vita della popolazione di Paesi del Sud del mondo, ma questi Paesi sono spesso costretti a vendere le loro ingenti risorse a prezzi molto bassi.
Illegalità Si calcola che quasi il 40% della produzione mondiale di legno venga da diboscamenti illegali, che implicano corruzione, riciclaggio di denaro, tagli di specie protette o in aree sottoposte a salvaguardia, tagli in eccesso. Oltre che determinare ovvie implicazioni sotto il profilo ambientale (per la mancanza assoluta di controllo), dal punto di vista socio-economico i diboscamenti illegali presentano importanti effetti collaterali: abbassano il prezzo del legname, producono evasione fiscale e deprivano delle loro risorse le popolazioni che dipendono dalla foresta per la loro sussistenza.
FSC Contro il taglio illegale di legname, molti Paesi hanno attivato regole sul commercio del legno, vietando l’immissione sul mercato di prodotti per cui non è assicurata la tracciabilità dell’intera catena produttiva, attraverso i si-
stemi di certificazione forestale. FSC (Forest Stewardship Council) è un ente certificatore riconosciuto a livello internazionale. Il logo di FSC garantisce al consumatore che il legname o i prodotti da esso derivato sono stati realizzati con materie prime derivanti da foreste gestite correttamente e in modo sostenibile.
Wangari Maathai Nel 2004 il Premio Nobel per la pace è stato assegnato alla biologa keniana Wangari Maathai. Dopo aver studiato negli Stati Uniti, tornò in Africa dove creò il Green Belt Movement, un’organizzazione impegnata a fermare il diboscamento e a riforestare diverse aree del suo Paese, mettendo a dimora milioni di nuovi alberi. Il premio ha voluto sottolineare lo stretto legame che esiste fra sviluppo sostenibile e pace, spesso minacciata e dallo sfruttamento del territorio da parte dei poteri economici.
→ Osserva la tabella e confronta questi dati con quelli contenuti nel testo del paragrafo precedente.
a. Quale Paese ha ridotto maggiormente la superficie forestale? Di quanto?
b. Quale Paese ha invece accresciuto l’estensione delle sue foreste?
c. Quale ha mantenuto un sostanziale equilibrio?
d. Quali sono le tue considerazioni in merito?
Il riscaldamento globale (definito spesso con il termine inglese di global warming) è la causa principale dei mutamenti climatici che nel periodo attuale stanno modificando le condizioni di vita delle specie viventi sul nostro pianeta. La comunità scientifica attribuisce questo cambiamento soprattutto alle emissioni nell’atmosfera terrestre di gas prodotti dalle attività umane.
Il mantenimento della temperatura terrestre su valori adatti alla vita è il risultato dell’azione combinata di alcuni fattori: l’irraggiamento solare, la presenza dell’atmosfera, il calore interno della Terra, l’effetto delle correnti oceaniche, l’effetto serra
Effetto serra Come in una serra, che trattiene il calore solare e permette di far crescere piante anche durante l’inverno, alcuni gas dell’atmosfera (vapore acqueo, anidride carbonica, metano e altri) intrercettano i raggi del Sole mantenendo mediamente le temperature ideali per la vita della biosfera. Questo è un fenomeno naturale, ma se la quantità di gas è eccessiva, l’effetto serra si accentua e la temperatura terrestre, di conseguenza, diviene sempre più elevata.
Cause del riscaldamento Questo è quanto sta avvenendo dalla seconda metà del secolo scorso a causa delle attività umane che, soprattutto con il consumo di combustibili fossili, sono le principali responsabili di questo disequilibrio. I gas di scarico degli autoveicoli, i fumi prodotti dal riscaldamento delle case, le emissioni industriali formano uno schermo e impediscono lo scambio di calore con gli strati atmosferici più esterni. A tutto ciò si aggiunge anche la deforestazione di vaste aree boschive: i grandi alberi, infatti, hanno l’importante funzione di assorbire anidride carbonica.
→ Osserva il grafico e rispondi.
a. Quale Paese emette i maggiori quantitativi di anidride carbonica?
b. Se consideriamo la popolazione, quale Paese ne emette maggiormente pro capite (espressione latina “per ciascuno”, “a testa”)? Fai una breve ricerca in Internet.
PRINCIPALI STATI PER EMISSIONI DI CO2 NELL’ANNO 2021
PRINCIPALI STATI PER EMISSIONI DI CO 2 nell’anno 2017
L’innalzamento delle temperature a livello globale è causa comune di alcuni mutamenti climatici a scala regionale molto differenti tra loro.
Desertificazione Questo problema investe circa un quarto delle terre emerse. Particolarmente colpite sono le zone semiaride, come la fascia del Sahel posta a sud del deserto del Sahara. Zone ad alto rischio sono però presenti anche in Asia, in America Latina, negli Stati Uniti, lungo le coste del Mediterraneo e in Russia. La desertificazione è uno dei risultati più immediati del riscaldamento globale: poche specie vegetali resistono alle temperature elevate e alla drastica diminuzione delle precipitazioni, che lasciano il suolo arido e degradato, impossibile da coltivare.
Scioglimento dei ghiacci Il riscaldamento globale porta alla fusione degli strati di ghiaccio che coprono le regioni polari (Groenlandia, Artide, Antartide) e dei ghiacciai situati alle maggiori altitudini delle catene montuose, anche quelli considerati una volta perenni.
Innalzamento dei mari Questo fenomeno è dovuto a due fattori concomitanti, sempre legati all’aumento delle temperature: lo scioglimento dei ghiacciai e il to delle acque marine, che assorbono la maggior parte del calore generato dalle attività umane. L’elevarsi della tempe ratura provoca un aumento del volume delle masse idriche, con la conseguente espansione degli oceani.
Acidificazione degli oceani carbonica presente nell’atmosfera determina una sempre
→ Osserva la carta tematica e rispondi.
a. Nei diversi continenti, quali sono le aree a maggior rischio di desertificazione?
b. In Nord America è più a rischio il versante atlantico o il versante pacifico?
c. È più a rischio l’India o la Cina?
d. Quale zona dell’Europa ha un rischio minore?
e. Quale Paese europeo è a maggior rischio?
f. Descrivi la situazione dell’Australia.
maggiore acidificazione degli oceani, che ne assorbono una buona percentuale con gravi conseguenze per le specie marine che vi abitano. Ma più aumenta la temperatura delle acque oceaniche, più queste liberano maggiori quantità di anidride carbonica, disperdendola nell’atmosfera e accelerando ulteriormente il cambiamento climatico.
RISCHIO
Il riscaldamento globale ha anche effetti su diversi eventi meteorologici, rendendoli più violenti, frequenti e diffusi anche in regioni dove erano un tempo sconosciuti.
Ondate di calore e siccità Le temperature particolarmente elevate, concentrate in certi periodi dell’anno, si registrano sempre più spesso anche in zone dal clima temperato. In alcune zone del pianeta una maggior evaporazione, in assenza di piogge, causa siccità prolungate, con maggiori difficoltà nell’approvvigionamento di acqua, problemi alle colture e alla sopravvivenza degli animali.
Alluvioni e inondazioni In altre zone della Terra, con le temperature più elevate, nell’atmosfera tendono a formarsi enormi masse d’acqua: le piogge si trasformano così in precipitazioni violente, riempiendo troppo fiumi e torrenti.
Poiché queste acque scorrono in terreni inadeguati ad assorbire volumi di precipitazioni così elevate, anche perché spesso privati del manto vegetale protettivo, nelle stagioni piovose si verificano frane e smottamenti rovinosi.
Cicloni Le alte temperature (superiori ai 27 °C) delle zone oceaniche tropicali creano aree di bassissima pressione verso cui convergono i venti, seguendo un moto a spirale che determina un vortice. I cicloni (chiamati uragani in America e tifoni in Asia) si alimentano con il calore dell’acqua: più è estesa l’area caratterizzata da acque molto calde, più si allarga la fascia dove può arrivare la forza distruttiva degli uragani, che da qualche tempo si verifica anche su coste storicamente quasi immuni. I cicloni, inoltre, diventano via via sempre più potenti. Più ci sono umidità ed evaporazione, più l’energia che si manifesta nei temporali e nella velocità del vento è intensa.
LO STUDIO
→ Cerca informazioni in rete sugli uragani che hanno colpito gli Stati Uniti negli ultimi 10 anni.
Il cambiamento climatico non è solo un grave danno per l’ambiente, ma è un elemento che influenza negativamente la vita sociale ed economica di gran parte dell’umanità.
Agricoltura La siccità e gli eventi meteorologici devastanti causano gravi danni alle attività agricole. Le conseguenze sono abbandono delle campagne, aumento dei prezzi di prodotti alimentari e massicce migrazioni.
Conflitti Cattive condizioni di vita sono spesso alla base di tensioni sociali e conflitti. La necessità di rifornirsi d’acqua può inoltre provocare scontri diplomatici e anche fisici tra Stati che condividono uno stesso fiume o lago (le guerre per l’acqua). Un esempio è il Nilo, conteso da ben 8 Paesi africani.
Malattie Il caldo estremo ha notevoli conseguenze sulla salute, favorendo la diffusione in aree più ampie di malattie come la malaria e altre patologie tipiche delle zone tropicali. La siccità porta invece con sé carenza di igiene e disturbi intestinali di varia gravità. Secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità, in futuro il cambiamento climatico potrebbe causare circa 250.000 decessi l’anno.
Per contenere i danni provocati dalle attività umane sull’ambiente, sono necessari accordi internazionali che coinvolgono tutti i Paesi della Terra.
Protocollo di Kyoto Elaborato nel 1997 ed entrato in funzione nel 2005, l’accordo internazionale ha impegnato i governi di oltre 180 Paesi a ridurre la produzione di gas serra attraverso una serie di iniziative, come lo sviluppo delle energie rinnovabili e la protezione delle foreste. Con l’accordo di Doha, il protocollo è stato prolungato fino al 2020.
Accordo di Parigi Nel 2015, i Paesi partecipanti alla Convenzione dell’ONU sui cambiamenti climatici (o COP 21) hanno concordato un patto globale, definito accordo di Parigi, nel quale i membri si sono impegnati per mantenere l’aumento della temperatura entro 1,5 °C, riunendosi ogni cinque anni per valutare la situazione. Nel 2018, nella città polacca di Katowice è stato stabilito un protocollo che contiene norme, procedure e indicazioni dettagliate per rendere operativo l’accordo di Parigi. Nello stesso anno l’Unione eu-
NUCLEO Sviluppo economico e sostenibilità
COMPETENZA 5-6
Incendi La carenza di precipitazioni amplia il problema degli incendi boschivi, soprattutto nelle zone temperate dell’Europa centro-meridionale, dell’America settentrionale e dell’Australia. In questi ultimi anni una delle aree più colpite è stata la California: questo Stato americano, affacciato sul Pacifico, ha di norma un clima caldo e secco, ma il riscaldamento climatico ha ampliato il rischio di incendi: solo nell’arco del primo ventennio di questo secolo gli eventi disastrosi sono stati 50.
Piccole isole Il riscaldamento mette in difficoltà soprattutto le piccole isole tropicali, sia per la progressiva scomparsa delle barriere coralline, sia per l’innalzamento del livello del mare, che rischia di sommergere buona parte dei loro territori.
COMPLETA LO STUDIO
→ Scegli uno degli effetti negativi illustrati nel paragrafo.
Approfondisci l’argomento con l'aiuto di Internet e stila quindi una breve relazione contenente esempi concreti.
Costituzione / Sviluppo economico e sostenibilità
COMPETENZA 2 5
ropea si è impegnata a ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 40% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.
Fridays for future È chiamato così (in italiano Venerdì per il futuro) il movimento internazionale fondato nel 2015 dalla studentessa svedese Greta Thunberg. I giovani che ne fanno parte manifestano per chiedere a governi e istituzioni azioni concrete di lotta al riscaldamento globale. Il nome deriva dal fatto che, per un certo periodo, ogni venerdì gli studenti di oltre 100 Paesi hanno organizzato uno sciopero scolastico per esigere un impegno su alcune richieste precise: 100% di energia pulita proveniente da fonti rinnovabili e aiuti concreti ai migranti climatici.
→ Informati sull’impegno degli studenti nelle scuole della tua città rispetto al movimento Fridays for future.
SICCITÀ E INCENDI
In molte regioni del pianeta l’estate del 2022 è stata connotata da un’eccezionale siccità. Questa però è solo una tappa di un fenomeno progressivo iniziato anni fa. Conseguenze drammatiche sono l’aumento degli incendi e la carenza d’acqua per la vita sociale, l’agricoltura e la produzione di energia idroelettrica.
Le regioni occidentali degli Stati Uniti sono da alcuni anni vittima di un clima sempre più caldo e sempre più secco. Tutto ciò provoca vasti incendi che si ripetono ogni anno: anche se a volte hanno una causa dolosa, la veloce propagazione è dovuta proprio alle condizioni climatiche.
Da anni, invece, nel Corno d’Africa le piogge sono scarse e le temperature sempre più elevate. Le condizioni di siccità di Etiopia, Somalia e Kenya settentrionale sono così gravi da mettere a rischio di sopravvivenza circa 22 milioni di persone, a cui potrebbero mancare alimenti essenziali.
Stanno vivendo una situazione drammatica a causa della siccità anche altri Paesi africani, come gli Stati del Sahel, la Repubblica Democratica del Congo, l’Uganda.
LO SCIOGLIMENTO DEI GHIACCIAI
Nell’arco alpino la perdita delle riserve di ghiaccio rappresenta il fenomeno più visibile tra gli effetti del riscaldamento, che ha trasformato gli ecosistemi con evidenze
GHIACCIAI ITALIANI
I ghiacciai in Italia dagli anni Sessanta a oggi hanno avuto un restringimento del 30%.
GHIACCIAI ITALIANI
Inoltre, se consideriamo anche solo gli ultimi dieci anni, il Nuovo catasto dei ghiacciai italiani riporta che i ghiacciai alpini hanno perso il 13% di superficie. Purtroppo questo è un fenomeno che sta via via accelerando, e ha già causato la scomparsa di 200 km2 di superficie glaciale.
ormai anche nel paesaggio. In Trentino, i ghiacciai attuali si estendono solo per un quarto della massima espansione raggiunta a metà del XIX secolo a conclusione della Piccola Età Glaciale: il limite, un tempo a 2500 m di quota, è oggi innalzato fino a 2800-3100 m. Il riscaldamento globale sta accelerando questo processo di riduzione in misura esponenziale. La situazione drammatica dei ghiacciai alpini pone forti preoccupazioni anche in merito alla futura disponibilità di acqua per i territori a valle. Se la diminuzione delle riserve d’acqua ghiacciata in quota si somma alle situazioni di siccità prolungata, si crea una situazione di carenza d’acqua pericolosa per l’agricoltura e per tutti gli altri usi idrici.
Nel 2022 l’UNESCO e l’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) hanno pubblicato il rapporto World Heritage Glaciers: Sentinels of climate change, che analizza la situazione dei 18.600 ghiacciai presenti in 50 siti del Patrimonio dell’Umanità e che coprono circa il 10% della superficie ghiacciata del pianeta: questo rapporto indica che, al ritmo attuale, un terzo di questi ghiacciai scomparirà entro il 2050
IL PERICOLO DI INONDAZIONI
Sono effetti dello stesso fenomeno anche le sempre più frequenti alluvioni dalle conseguenze disastrose.
glaciale
527 Km² 370 Km² Passata da a circa
370 Km² Passata da a circa
527 Km²
Nel 2022 una serie di alluvioni ha colpito il Pakistan con conseguenze drammatiche. Le alluvioni sono state causate da monsoni quasi tre volte superiori alla norma, un evento eccezionale che ha provocato la rottura degli argini del grande fiume Indo e dei suoi affluenti. Sono diversi i fattori che hanno contribuito a questo evento estremo: da un lato il riscaldamento climatico ha potenziato l’intensità dei monsoni, dall’altro l’aumento delle temperature ha favorito lo scioglimento dei ghiacciai del Karakorum, aumentando le portate dei fiumi. A tutto ciò si aggiunge l’aumento della popolazione e della crescente urbanizzazione nelle aree a rischio di inondazioni. Anche l’Italia negli ultimi anni è diventato un Paese a rischio di alluvioni e fenomeni temporaleschi violenti. Eventi disastrosi si sono verificati nel 2022 nelle Marche, e in particolare sulle province di Ancona, Pesaro e Urbino, nel 2023 e nel 2024 in Emilia Romagna, con enormi danni e vittime. Questi sistemi temporaleschi sono stati determinati dalla coincidenza di vari fattori. Tra questi, l’elemento più importante è stato la temperatura anomala delle acque del Mediterraneo, determinata dalle ondate di caldo intense e frequenti, che ha riscaldato le zone circostanti e ha provocato una maggiore evaporazione dell’acqua, fornendo il “carburante” responsabile dell’aumento dell’energia dei fenomeni temporaleschi. In questo modo si sono riversate nelle zone interessate dai temporali in poche ore quantità di acqua enormi.
L’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha elaborato 5 indicatori di rischio per frane e alluvioni: popolazione, famiglie, edifici, imprese e beni culturali. Nel grafico qui a fianco, possiamo notare quali sono le regioni più a rischio e la percentuale della popolazione esposta al pericolo.
RISCHIO IDROGEOLOGICO IN ITALIA
Da circa tre decenni, l’ONU riunisce ogni anno la maggior parte dei Paesi della Terra per le Conferenze delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, conosciute anche come COP, acronimo di «Conferenza delle Parti». Nel 2023 si è svolta a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, la COP 28. Durante la conferenza è stata evidenziata la necessità di raggiungere il picco delle emissioni globali di gas a effetto serra entro il 2025 e di una loro riduzione del 43% entro il 2030 e del 60% entro il 2035 rispetto ai livelli del 2019, al fine di limitare il riscaldamento globale a 1,5 ºC. Si è evidenziato il ritardo di alcuni paesi per quanto concerne il conseguimento degli obbiettivi previsti per contenere il riscaldamento climatico. I Paesi partecipanti si sono accordati per presentare entro la COP 30 (prevista per il 2025) i loro piani aggiornati per il clima per il 2035, che dovrebbero essere allineati al limite di 1,5 ºC. La COP 29 si è tenuta invece nel 2024 a Baku, in Azerbaigian. Dopo lunghe discussioni si è arrivati a un accordo che prevede di portare ad almeno 300 miliardi di dollari all’anno entro il 2035 la mobilitazione di risorse finanziarie per introdurre tecnologie avanzate che riducano l’impatto dell’azione umana sul clima. La maggior parte di queste risorse sarà messa a disposizione dai Paesi più industrializzati e andrà a vantaggio delle nazioni in più di sviluppo perché eliminino le tecnologie più obsolete e inquinanti.
dei comuni presenta aree a rischio idrogeologico della popolazione è esposta al pericolo di frane e alluvioni del territorio presenta un alto rischio idrogeologico 82% 8% 9,8%
Le regioni più a rischio I fondi previsti dalla Legge di Stabilità
1,3 Mld bloccati per interventi cantierabili
180 Ml di nuovi fondi stanziati per il triennio 2014-2016
Nel 2050 la popolazione mondiale dovrebbe raggiungere i 10 miliardi. La FAO (Food Agriculture Organization) stima perciò che la domanda alimentare richiederà un incremento della produzione agricola del 60-70%, considerati anche i cambiamenti nei livelli di consumo associati all’incremento del benessere e dell’urbanizzazione.
La filiera alimentare è il sistema economico che riguarda la produzione e la distribuzione di cibo. È una rete strettamente interconnessa che coinvolge numerose attività: dall’agricoltura all’allevamento, dall’industria alla ricerca scientifica e tecnologica al commercio locale e internazionale.
Cibo e ambiente La filiera costituisce il legame più diretto tra l’essere umano e la natura, poiché attraverso di essa si assicura la sopravvivenza di tutta l’umanità. Si è calcolato che, nell’intero pianeta, la superficie coltivabile totale sia di quasi 45 milioni di km2, ma solo un terzo circa di questi è costituito da terreni effettivamente coltivati; inoltre, per il 70% è destinato a pascolo o alla produzione di mangime per animali d’allevamento. Quindi la potenzialità di sfamare un’umanità in continua crescita esiste. Sono però importanti le scelte relative al tipo di coltivazione e all’impatto che queste hanno sull’ambiente.
Biodiversità ed equilibrio Eventi recenti come la pandemia del Covid-19 o le invasioni di locuste e altri parassiti sono segnali importanti dell’interdipendenza tra l’uomo e gli ecosistemi. Ogni intervento sul patrimonio vegetale e sulla fauna, sia di allevamento sia selvatica, ha conseguenze difficilmente prevedibili. Una prospettiva di lungo termine
deve perciò saper conciliare la crescente domanda di cibo e il mantenimento della biodiversità
Impatto dell’allevamento Dei terreni coltivati, ben il 70% è destinato al pascolo o alla produzione di mangimi e foraggi per gli animali d’allevamento. Gli allevamenti industriali sono una delle maggiori minacce ambientali in quanto, oltre a consumare suolo e inquinare, richiedono enormi quantità di alimenti vegetali: il 75% della soia e il 50% dei cereali prodotti nel mondo! Per ottenere un prodotto di derivazione animale si arriva a consumare un quantitativo di vegetali pari fino a 20 volte il peso dell’alimento stesso. C’è perciò una concorrenza diretta fra cibo per gli umani e cibo per gli animali. Poiché il nostro pianeta non potrà ampliare all’infinito i terreni dedicati al foraggio, sarà necessario diminuire i consumi di carne a favore dei cibi di origine vegetale.
→ Spiega il termine “biodiversità”, cercando in rete degli esempi concreti sui pericoli legati alla sua perdita.
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Produttività agricola Nella seconda metà del secolo scorso, l’aumento esponenziale della popolazione e i forti interessi economici che si andavano creando nel settore alimentare spinsero sempre più verso un aumento della produttività per ettaro, soprattutto nelle coltivazioni di cereali. L’utilizzo di macchinari e di efficienti sistemi di irrigazione, l’applicazione di fertilizzanti, pesticidi e antiparassitari chimici, l’uso di sementi selezionate permisero di ottenere raccolti molto più abbondanti. Per essere più efficienti, questi metodi dovevano essere applicati a monocolture, cioè grandi estensioni di una sola specie vegetale; la produttività si è pagata con un aumento delle fitopatologie (combattute con dosi sempre maggiori di prodotti chimici), inaridimento dei suoli e attacco alla biodiversità. Questo intervento massiccio è avvenuto dapprima nei Paesi più avanzati, quindi anche in Paesi popolosi come la Cina e l’India.
Nuove tecnologie Negli ultimi decenni, i finanziamenti delle multinazionali dell’alimentazione hanno stimolato la ricerca e l’uso di tecnologie sempre più avanzate. I satelliti raccolgono dati sui terreni e le condizioni ambientali, aerei e droni distribuiscono sementi, prodotti chimici e acqua, riducendo notevolmente i costi e aumentando ulteriormente la produttività.
Organismi geneticamente modificati Per rendere le piante più resistenti e produttive, la ricerca scientifica ha creato sementi OGM Oltre 2 milioni di km2 di terreni sono coltivati con queste piante transgeniche, concentrati per la maggior parte negli Stati Uniti, Brasile, Argentina,
COMPLETA LO STUDIO
→ Osserva la carta e indica in quale continente è maggiore la produzione di OGM.
↑ Per ottimizzare l’irrigazione e l’uso di fertilizzanti, è allo studio l’uso di droni agricoli.
OGM NEL MONDO
26 Paesi al mondo coltivano OGM. In Italia non esistono colture OGM, se non a livello di studio o sperimentale. Ma ciò non fa dell’Italia un Paese “OGM free” in quanto molti foraggi e mangimi, utilizzati negli allevamenti non biologici, è prodotta con soia e mais provenienti da Usa, Canada e Sud America. L’Italia non è infatti in grado di produrre tutti i mangimi di cui ha bisogno.
Canada e India, tutti Paesi con vaste estensioni destinate all’agricoltura e dove gli OGM sono permessi dalle legislazioni nazionali. In altri Paesi la limitazione dell’utilizzo e dell’importazione di questi prodotti è dovuta ai dubbi tuttora esistenti sui loro effetti su salute e ambiente.
L’allevamento bovino La quantità complessiva di carne consumata nel mondo è in continua crescita. L’allevamento di bovini, in particolare, ha però un forte impatto ambientale sulle risorse del pianeta. Negli allevamenti estensivi, a pascolo, è evidente il consumo di suolo; ma sono soprattutto gli allevamenti intensivi, che avvengono in stalla, a richiedere grandi estensioni di superficie coltivabile che viene destinata alla produzione di foraggio per l’alimentazione animale. In alcuni Paesi – come il Brasile – si ricorre anche al diboscamento di vaste zone forestali, con conseguenze dirette sul riscaldamento globale. Gli allevamenti intensivi sono inoltre molto inquinanti, soprattutto per la dispersione nei terreni e nelle acque di grandi quantità di ormoni e antibiotici utilizzati per favorire lo sviluppo degli animali.
Cibo sostenibile L’agricoltura commerciale e l’allevamento intensivo sono considerati i principali responsabili del degrado dei suoli e della perdita di biodiversità. I piani dei governi più responsabili e delle organizzazioni internazionali che si occupano di agricoltura sono indirizzati a potenziare invece sistemi alimentari sostenibili, supportati anche dalle scelte di un numero sempre più ampio di consumatori consapevoli.
Coltivazioni biologiche Conciliare produzione agricola, salute pubblica e tutela dell’ambiente è l’obiettivo dell’agricoltura biologica, che sta incrementando in tutto il mondo la sua diffusione. Gli ordinamenti relativi consentono di utilizzare solo concimi organici, lotta biologica e lavorazioni meccaniche (per esempio, per diserbare), escludendo quasi del tutto l’utilizzo di fertilizzanti, diserbanti, insetticidi e pesticidi chimici. Le tecniche di coltivazione biologica ricorrono il più possibile alla rotazione delle colture, che permette il naturale riformarsi di sostanze nutrienti nel terreno. Favorisce inoltre la piantumazione di alberi e arbusti e l’accostamento di piante differenti (policoltura), così da evitare il più possibile le fitopatologie e favorire la crescita di specie animali antagoniste ai parassiti. Nell’allevamento, anche ittico, gli animali devono avere spazio per muoversi liberamente ed essere nutriti con prodotti naturali e adatti.
Mercato in crescita Nel 2018 ben 2,8 milioni di aziende nel mondo utilizzavano metodi biologici per coltivare 71,5 milioni di ettari, creando un mercato di oltre 100 miliardi di dollari. Mentre l’India è il Paese che ha il maggior numero
→ L’infografica mostra alcuni Paesi dell’Unione europea dove è più elevata la percentuale di terreni dedicati all’agricoltura biologica. Dopo aver risposto alle domande, fai una breve ricerca in Internet al riguardo.
a. Qual è la percentuale dell’Italia? In che posizione si trova?
b. Osservando il grafico, sai indicare quali sono le isole che si dedicano all’agricoltura biologica? Che percentuale hanno?
c. Qual è la differenza di percentuale tra il primo Paese (Austria) e l’ultimo (Malta)?
di produttori, l’Australia presenta la maggiore estensione di terreni certificati bio (circa la metà del totale).
Biologico e riscaldamento globale Secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO), le aree coltivate con il metodo biologico utilizzano in media il 45% di energia in meno, producendo il 40% in meno di gas serra. Inoltre, ogni ettaro di suolo coltivato in modo biologico è in grado di immagazzinare ogni anno almeno mezza tonnellata di carbonio e trattenere maggiori quantità di acqua. L’agricoltura biologica potrebbe perciò servire concretamente per ridurre il cambiamento climatico.
PICCOLI AGRICOLTORI 800 milioni di persone nel mondo sono agricoltori familiari. Gestiscono il 75% dei terreni agricoli e producono circa l’80% del cibo, affrontando nel loro lavoro diversi tipi di difficoltà, dai parassiti alle fluttuazioni del mercato, dalle cattive condizioni meteorologiche alla vera e propria crisi climatica, in una situazione di grande precarietà. Eppure sono proprio loro i protagonisti della conservazione dell’ambiente, perché nei loro terreni praticano la policoltura, mantenendo i suoli fertili e utilizzando meno prodotti chimici rispetto all’agricoltura industriale. Per creare sistemi che garantiscano una produzione di cibo sostenibile e una maggiore sicurezza alimentare è quindi fondamentale che i piccoli coltivatori siano aiutati sia dalle istituzioni sia dalle scelte dei consumatori
PRODOTTI A CHILOMETRO ZERO Quando si parla di alimenti a chilometro zero si indicano quei prodotti locali che hanno il vantaggio di essere cresciuti nelle immediate vicinanze dei consumatori e non provenienti da lontano, addirittura da altri continenti. Le lunghe catene di intermediazione nella vendita hanno infatti lo svantaggio di essere inquinanti (per le esigenze di trasporto), meno controllabili rispetto all’origine del prodotto e alle condizioni di lavoro degli agricoltori. Lo stesso discorso vale per la stagionalità
Acquistare cibi in periodi al di fuori della normale stagione di maturazione comporta un grande dispendio energetico, perché provengono da luoghi lontani dove le stagioni sono invertite o il clima è più caldo del nostro, oppure perché devono essere coltivati in serre, spesso riscaldate.
NUCLEO Sviluppo economico e sostenibilità COMPETENZA 5
↓ Personale del World Food Programme al lavoro in Nepal (foto di WFP.Aviation)
EVITARE LO SPRECO Circa un terzo del cibo prodotto per il consumo umano (1,3 miliardi di tonnellate) viene sprecato ogni anno e il 14% della produzione alimentare mondiale si perde tra il raccolto e la vendita al pubblico, con perdite per 400 miliardi di dollari; anche in Italia, secondo un’indagine, si sprecano 27,5 kg di cibo per persona all’anno. Lo spreco di cibo non incide soltanto sulla possibilità di soddisfare il fabbisogno mondiale, ma anche sull’inquinamento del pianeta e sul consumo di risorse non rinnovabili.
NOBEL PER LA PACE Il Programma alimentare mondiale (PAM o, in inglese, World Food Programme), con sede a Roma, è l’agenzia dell’ONU che si occupa di assistenza alimentare, aiutando le persone che non riescono a trovare o produrre cibo per sé e le proprie famiglie. È anche considerata la più grande organizzazione umanitaria del mondo poiché assiste oltre 100 milioni di persone in 88 Paesi. Nel 2020 al PAM è stato attribuito il premio Nobel per la pace con questa motivazione: «Per gli sforzi nel contrastare la fame, per il contributo nel migliorare le condizioni di pace nelle aree interessate da conflitti e per essere determinante negli sforzi di prevenzione delle guerre che sfruttano la fame come arma». A questi obiettivi si aggiunge l’appoggio a progetti contro l’insicurezza alimentare causata dai cambiamenti climatici, dalle disuguaglianze socioeconomiche e dalle emergenze sanitarie, come quella del Covid-19.
→ Pensi di tenere comportamenti corretti rispetto alle tue abitudini alimentari? Rispondi e spiega perché.
Svolgi gli esercizi in modalità interattiva sull’eBook+ o sull’app librARsi
1
Indica se le seguenti frasi sono vere V o false F.
a. Ogni anno si scoprono circa duemila nuove specie di piante. V F
b. La botanica è il settore più finanziato della ricerca. V F
c. Delle specie conosciute solo il 13% non viene utilizzato. V F
d. Le proprietà delle piante possono aiutarci nella soluzione di molti problemi ambientali. V F
e. I cibi che provengono dal mondo vegetale sono molto carenti in sostanze nutritive. V F
f. La fitoterapia è fondamentale in tutte le medicine tradizionali. V F
g. La farmacopea moderna utilizza le piante per la preparazione di molti medicinali. V F
2 Completa le frasi scegliendo l’alternativa corretta.
a. Nella fotosintesi clorofilliana l’anidride carbonica viene trasformata in ossigeno materia organica / ossigeno e CO2
b. Piu un albero assorbe anidride carbonica più il suo tronco si indurisce / più il suo tronco si accresce .
c. Dove ci sono foreste di mangrovie non avvengono uragani / gli tsunami sono meno dannosi
d. Le alluvioni hanno effetti più gravi quando non ci sono alberi lungo le sponde dei fiumi / i letti dei fiumi sono molto ampi
e. Gli habitat più ricchi di biodiversità del pianeta sono le foreste / i giardini .
f. Le foreste originarie oggi corrispondono a circa l’8% della superficie dei continenti / del pianeta
g. La massima estensione di foreste del pianeta si trova in Russia / in Brasile .
3 Quali dei seguenti elementi sono connessi al commercio illegale di legname? (tre risposte corrette).
a. Abbassamento del prezzo del legname.
b. Tracciabilità della filiera produttiva.
c. Aumento del prezzo del legname.
d. Riciclaggio di denaro.
e. Taglio di specie protette.
f. Arricchimento delle popolazioni locali.
4 Elenca almeno tre fattori che influiscono sulla temperatura terrestre.
a. b. c.
5 Indica se le seguenti frasi sono vere V o false F.
a. La desertificazione interessa un quarto delle terre emerse. V F
b. Lo scioglimento dei ghiacciai riguarda solo l’Antartide.
F
c. Acque più calde favoriscono l’innalzamento del livello dei mari. V F
d. Nelle acque oceaniche c’è molta anidride carbonica. V F
e. L’aumento della temperatura determina lo spostamento della fauna verso luoghi più adatti. V F
f. Gli uragani diventano più violenti se le acque oceaniche sono più fredde. V F
g. Con l’aumento delle temperature possono aumentare frane e smottamenti. V F
6 Completa il brano inserendo i termini corretti, scegliendo tra quelli dell’elenco proposto.
livello del mare � calore � tropicali � natura � equatoriali � ecosistemi � globale � temperate � sopravvivenza � coralline � antirumore � mediterranee � naturale
Il riscaldamento mette in difficoltà le piccole isole ,
sia per la progressiva scomparsa delle barriere , vasti e fragili importanti per la pesca e quindi per la di intere comunità, sia per l’innalzamento del , che rischia di sommergere buona parte dei loro territori.
7 Rispondi alle domande scegliendo la risposta corretta.
a. Sulla Terra, quanta parte dei terreni coltivabili è destinata al pascolo o alla coltivazione del foraggio?
70% 30%
b. Come è l’andamento del consumo di carne sul pianeta? in crescita in diminuzione
c. Quale tipo di allevamento determina il maggior consumo di suolo?
l’allevamento estensivo, perché ha bisogno di vasti pascoli l’allevamento intensivo, perché ha bisogno di molti campi coltivati a foraggio
8 Indica quali elementi sono attribuibili all’agricoltura biologica (A) e all’agricoltura industriale (B).
a. Monocoltura
b. OGM
c. Lotta biologica
d. Policoltura
e. Antiparassitari
f. Concimi chimici
A B
A B
A B
A B
A B
A B
g. Letame A B
h. Rotazione delle colture A B
9 Spiega brevemente perché è preferibile scegliere prodotti a chilometro zero e di stagione.
10 Collega correttamente le seguenti malattie con l’elemento corrispondente.
a. Peste bizantina
b. Peste nera
c. Vaiolo
d. Influenza spagnola
e. Ebola
f. HIV
g. SARS
1. È diffusa soprattutto in Africa.
2. Si trasmette attraverso i fluidi organici.
3. Scoppiò negli ultimi mesi della Prima guerra mondiale.
4. Era trasmessa dalle pulci dei ratti.
5. È stata dichiarata ufficialmente estinta.
6. Ha attaccato soprattutto le vie respiratorie.
7. Uccise il 40% della popolazione di Costantinopoli.
11 Completa lo schema sulle cause ambientali di molte malattie inserendo i termini appropriati.
popolazione � inquinamento � climatico � fauna (o animali) � selvatiche � intensivi � trasporti � perdita
cambiamento alta densità di atmosferico di biodiversità
deforestazione maggiore velocità nei internazionali allevamenti in cattività
consumo di specie
NUCLEI Sviluppo economico e sostenibilità COMPETENZA 6 8
Come tutte le parole che assumono un connotato negativo se sono formate dal suffisso “-ismo”, il consumismo indica un atteggiamento peggiorativo del consumo. Infatti, il consumo di beni e servizi è dettato dall’esigenza di soddisfare i propri bisogni, mentre il consumismo indica l’aumento dei consumi sostenuto in gran parte dalla pubblicità e tale da indurre nei consumatori bisogni sempre nuovi, così da spingerli ad acquistare di continuo. Si tratta di un modello economico nato circa un secolo fa negli Stati Uniti e che poi si è diffuso in tutte le nazioni industrializzate, basato sull’utopia di aver costruito un modello economico capace di soddisfare i bisogni e i desideri di tutti.
IL PROBLEMA DEGLI SPRECHI
Negli ultimi anni sono però emersi i problemi legati alla cultura consumistica. Secondo alcune stime, la popolazione mondiale raggiungerà quasi i 10 miliardi entro il 2050, e le risorse naturali necessarie a sostenere gli stili di vita attuali risulteranno insufficienti. Consumiamo, infatti, troppa energia, troppe materie prime, troppa terra fertile. Inoltre, sprechiamo troppo. Per quanto riguarda lo spreco di cibo, le stime parlano di circa 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti che ogni anno nel mondo finiscono nella spazzatura di commercianti e consumatori. Inoltre, consumiamo troppa acqua: oggi in Italia, solo per fare un esempio, il 40% dell’acqua va sprecata per problemi legati alla scarsa qualità delle infrastrutture idriche.
Insomma, apparteniamo al mondo dei prodotti “usa e getta”. Il sistema economico della civiltà dei consumi privilegia la sostituzione di un prodotto piuttosto che la sua
riparazione. Poi, i produttori hanno inventato il concetto di obsolescenza progressiva: cambiare spesso modelli, renderli sempre più tecnologici e inserire meccanismi sofisticati che si rompono facilmente. Di lì il passo è breve per arrivare all’obsolescenza pianificata, cioè l’introduzione voluta di un difetto nei prodotti, e all’obsolescenza simbolica, che consiste nel declassamento prematuro di un oggetto da parte della pubblicità e della moda. Ora siamo all’obsolescenza percepita: si tratta della sensazione che un oggetto sia obsoleto – quindi da vendere o addirittura da buttare – prima che sia effettivamente così. Questa è l’essenza stessa del consumismo: comprare oggetti nuovi non perché siano realmente necessari, ma perché qualcuno ci ha convinti di averne bisogno.
LE BUONE PRATICHE
Il percorso di cambiamento verso un sistema sostenibile deve tenere in considerazione tra le sue priorità la necessità di ridurre gli sprechi: di cibo (prima di tutto), di risorse ambientali e naturali, di energie, di suolo. Inoltre, a ridurre in modo sostanziale la produzione di rifiuti attraverso la prevenzione, la riduzione, il riciclaggio e il riutilizzo. Soprattutto, si deve fare in modo che le persone abbiano in tutto il mondo le informazioni rilevanti e la consapevolezza in tema di sviluppo sostenibile e stili di vita in armonia con la natura. Stili di vita che consentono anche un risparmio economico, dato che il consumismo incide anche sui nostri portafogli.
→ Dividete la classe in due gruppi. Provate quindi a rispondere separatamente alle seguenti domande:
• Credete che il consumismo sia giusto oppure pensate che debba essere in qualche modo controllato??
• Se i vostri amici tendono a cambiare spesso lo smartphone oppure l’abbigliamento o altri oggetti, pensate che vi giudicherebbero in modo negativo se vi comportaste diversamente da loro?
Dopo aver approfondito queste tematiche, confrontate le risposte dei due gruppi, discutendone e cercando di arrivare a una conclusione comune.
TITOLO
DI CHE COSA TRATTA
QUALI DISCIPLINE POSSONO ESSERE COINVOLTE?
QUALI ARGOMENTI DEL TESTO DI GEOGRAFIA RIGUARDA?
QUALI ABILITÀ DEVI METTERE IN CAMPO?
QUALI STRUMENTI E METODI PUOI UTILIZZARE?
COME È STRUTTURATO IL LAVORO?
CHE COSA TI PROPONE LA FLIPPED CLASSROOM?
COME PROCEDE IL LAVORO?
COME SI CONCLUDE IL LAVORO?
NUCLEI Costituzione / Sviluppo economico e sostenibilità
COMPETENZA 3 5 6
Questa Unità di apprendimento ti invita ad approfondire un argomento di grande importanza per l’ambiente e che tocca da vicino la vita quotidiana di noi tutti. Ogni giorno, nelle nostre case, nelle strutture commerciali e nella ristorazione collettiva si eliminano grandi quantità di cibo, scartato perché scaduto o semplicemente non più appetibile. Questo comportamento va nella direzione contraria ai modelli di consumo sostenibili poiché rappresenta uno spreco di energia, di acqua, di suolo, di concimi utilizzati per la produzione agricola, in un pianeta dove una grande parte della popolazione è sottoalimentata.
Oltre a geografia, sono interessate educazione civica, italiano, scienza degli alimenti, informatica, inglese, diritto, matematica, religione.
La diponibilità globale di cibo – Il settore primario – I diversi tipi di agricoltura nel mondo – Agricoltura in Italia
Agenda 2030: Obiettivo 2 (sconfiggere la fame), Obiettivo 12 (promuovere consumi responsabili)
Comprensione del testo – Comprensione di una comunicazione video – Lettura di una carta tematica – Utilizzo della rete Internet – Visualizzazione di concetti e dati in uno schema – Elaborazione di un testo – Formulazione e analisi di un questionario
Lezione partecipata (in presenza o a distanza) – LIM – Video – Libro di testo –Laboratorio di informatica per ricerca in Internet – Lettura di articoli su carta stampata e online – Elaborazione grafica dei dati
Visione di un video in modalità Flipped classroom – Lettura del testo di geografia – Lettura di articoli – Discussione di gruppo – Indagine in Internet – Attività parallele nelle varie discipline – Elaborazione di un questionario – Lavoro di sintesi – Confronto – Esportazione.
Per prepararti all’argomento, a casa guarda il video di Superquark Lo spreco alimentare in Italia e nel mondo (del 9 agosto 2017) su Raiplay. Per fissare i punti principali e le buone pratiche che tu stesso puoi mettere in atto guarda il breve video di Regione Lombardia Lo spreco alimentare: cos’è e come ridurlo. Ti può essere utile anche leggere sull’argomento articoli su carta stampata e online.
Con i tuoi compagni e l’insegnante, in presenza o a distanza, analizzate le idee emerse dai materiali esaminati, evidenziando comportamenti negativi, comportamenti virtuosi e le possibili cause. Insieme, approfondite i vari elementi della filiera del cibo: produzione, trasformazione, trasporto, commercializzazione, acquisto, consumo, spreco, in relazione a diverse aree geografiche. Elaborate un questionario sui comportamenti in famiglia (spreco, rifiuti, consumi energetici, costi economici ecc.) e analizzate i dati raccolti. Raccogliete il materiale elaborato nelle altre discipline (ad esempio, vocabolario inglese o analisi matematica dei dati).
Tutto il materiale raccolto e le vostre personali riflessioni devono essere convogliati in un prodotto finale collettivo: un testo di scrittura condivisa, un video, un manifesto o una conferenza sull’argomento dello spreco.
Nel corso dei millenni, gli uomini e le donne si sono costituiti in società, hanno formato le loro culture e organizzato gli spazi in cui vivere. Il desiderio di potere politico ed economico ha fatto entrare le società in conflitto tra loro, determinando guerre e distruzioni. Ma la comunità internazionale ha anche prodotto gli anticorpi per tutto questo, creando organismi e programmi che lavorano per la pace e lo sviluppo dei popoli.
LEZIONE 7
LE DIVERSE ETNIE
LEZIONE 8
CITTÀ E SPAZI URBANI
LEZIONE 9
L’ONU
LEZIONE 10
L’AGENDA 2030
LEZIONE 11
I BISOGNI ESSENZIALI
LEZIONE 12
LO SVILUPPO
ECONOMICO
LEZIONE 13
GLI OBIETTIVI
AMBIENTALI
LEZIONE 14
LA COLLABORAZIONE
L’ESSERE UMANO E LA TERRA
La popolazione della Terra è divisa in ETNIE caratterizzate da
Le città del Nord del mondo sono prevalentemente centri di servizi
La maggior parte della popolazione è URBANA
Storia e tradizioni
Le città del Sud del mondo hanno centri ricchi e periferie occupate da baraccopoli
Nel mondo si combattono molte GUERRE
La guerra, le dittature e le difficoltà economiche, spingono molti a MIGRARE
Aiuta a risolvere i conflitti internazionali
Formula politiche di interesse comune
Nel 2015 ha redatto l’AGENDA 2030
Piano per migliorare la vita del pianeta e dei suoi abitanti entro il 2030
Etnia deriva da ethnos, parola greca che significa popolo. Questo termine definisce una popolazione che condivide elementi culturali caratterizzanti, come la lingua, la religione, la storia comune, le tradizioni, le regole della vita sociale. A volte un gruppo etnico coincide con uno Stato nazionale, ma in generale nel mondo prevalgono i Paesi multietnici.
In Asia L’etnia più numerosa è quella Han, che costituisce oltre il 90% della popolazione cinese e circa un quinto dell’intera umanità.
In Africa La suddivisione politica postcoloniale in Africa, a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso, ha creato Stati (la maggioranza dei Paesi del continente) dove convivono decine di etnie, a volte in conflitto tra loro.
In America Gli Stati americani sono nati dall’immigrazione, nell’arco di secoli, di milioni di persone provenienti da parti diverse del pianeta. Le vicende storiche hanno perciò determinato la nascita di grandi Paesi multietnici, come Stati Uniti, Brasile, Cuba.
In Europa Da un punto di vista etnico-linguistico si possono riconoscere alcuni grandi raggruppamenti corrispondenti alle aree germanica, neolatina e slava. Esistono poi numerosi gruppi etnici che non hanno un proprio Stato. Minoranze etniche In ogni Stato dove esiste un’etnia maggioritaria vivono minoranze etniche, a volte individuabili in aree precise, in altri casi diffuse sul territorio. Queste minoranze, quando vivono condizioni di emarginazione sia politica sia economica, aspirano spesso all’autonomia o addirittura all’indipendenza.
e. i membri del gruppo vivono nello stesso territorio, identificabile con precisi confini geografici. COMPLETA LO STUDIO
→ Cancella le due frasi che non c’entrano con la definizione di «etnia».
Si parla di etnia o gruppo etnico quando:
a. i membri di un gruppo risultano identificabili sulla base di caratteristiche biologiche;
b. si è prodotto il mito di una comune origine o discendenza;
c. si è creata una comunità che condivide memorie comuni (tradizioni) e vi è chi si preoccupa di trasmetterle alle generazioni future;
d. è una cultura condivisa (fatta di linguaggio, credenze religiose, costumi, espressioni artistiche e letterarie ecc.) che presenta caratteri distintivi rispetto alle popolazioni geograficamente vicine;
Cristianesimo cattolico
Cristianesimo cattolico
Cristianesimo protestante
Cristianesimo protestante
Induismo
Buddhismo
Cristianesimo ortodosso
Cristianesimo cattolico
Cristianesimo protestante
Cristianesimo cattolico
Cristianesimo cattolico
Cristianesimo ortodosso
Cristianesimo cattolico
Cristianesimo cattolico
Cristianesimo protestante
Cristianesimo protestante
Cristianesimo cattolico
Cristianesimo ortodosso
Cristianesimo ortodosso
Ebraismo
Cristianesimo protestante
Cristianesimo ortodosso
Ebraismo
Induismo
Ebraismo
Buddhismo
Islamismo sunnita
Taoismo
Induismo
Taoismo
Islamismo sunnita
Induismo
Islamismo sciita
Confucianesimo Scintoismo
Ebraismo
Cristianesimo protestante
Cristianesimo protestante
Buddhismo
Buddhismo
Islamismo sciita
Animismo
Islamismo sunnita
Islamismo sunnita
Cristianesimo ortodosso
Ebraismo
Islamismo sciita
Islamismo sciita
Cristianesimo È suddiviso in tre grandi confessioni. Il cattolicesimo, diffuso soprattutto nei Paesi latini, nell’Europa centrale e in Irlanda, nelle Filippine e in alcuni Paesi africani, riconosce il papa come massima autorità religiosa. Il protestantesimo è nato nel XVI secolo con la riforma di Martin Lutero; nei secoli successivi si è separato in Chiese diverse ed è diffuso in Europa nord-occidentale, in America settentrionale, in Australia e in alcuni Paesi africani. La Chiesa ortodossa, diffusa in Russia e in Europa orientale, ha avuto origine nell’XI secolo, a seguito di uno scisma dalla Chiesa di Roma. Il cristianesimo ha oltre 2 miliardi di fedeli, pari al 30% dei fedeli del mondo.
Islamismo sunnita
Islamismo sciita
Cristianesimo ortodosso
Ebraismo
Ebraismo
Islamismo sunnita
Induismo
Induismo
Cristianesimo ortodosso
Taoismo
Taoismo
Confucianesimo Scintoismo
Aree di conflitto a sfondo religioso
Aree di conflitto a sfondo religioso
Buddhismo
Buddhismo
Islamismo sciita
Confucianesimo
Animismo
Islàm È la religione rivelata nel VII secolo d.C. dal profeta
Maometto. Islam significa «sottomissione», intesa come fedeltà alla parola di Dio e il suo testo sacro è il Corano. Si suddivide in due confessioni principali: l’Islam sunnita, maggioritario, e l’Islam sciita, presente soprattutto in Iran e Iraq. Dopo il cristianesimo, l’Islam è la religione con il maggior numero di fedeli (21% del totale mondiale).
Induismo È la religione più antica: è un insieme di insegnamenti basati su comportamenti etici e su messaggi di
Islamismo sunnita
Taoismo
Induismo
Islamismo sunnita
Taoismo
Islamismo sciita
Islamismo sciita
Buddhismo
Taoismo
Scintoismo
Confucianesimo Scintoismo
Aree di conflitto a sfondo religioso
Confucianesimo
Scintoismo
Scintoismo
Aree di conflitto a sfondo religioso
Aree di conflitto a sfondo religioso
Animismo
Animismo
Confucianesimo Scintoismo
Aree di conflitto a sfondo religioso
Aree di conflitto a sfondo religioso
Animismo
Aree di conflitto a sfondo religioso
Animismo
Animismo
pace, tolleranza e saggezza trasmessi agli uomini dagli dei. Uno dei principi base è la reincarnazione. L’induismo è la terza religione per numero di fedeli.
Buddhismo Non è una religione vera e propria, ma un insieme di norme di vita e pratiche spirituali che hanno come traguardo il nirvana, la fine del dolore e delle passioni. Guida spirituale è il Dalai Lama. I buddhisti sono oltre 500 milioni, sparsi in tutto il mondo ma soprattutto in Asia.
Ebraismo Questa religione è basata sui testi sacri Torah e Talmud, che contengono le norme di comportamento alle quali tutti gli ebrei osservanti devono attenersi. Dei circa 15 milioni di ebrei, quasi 7 milioni vivono in Israele, mentre oltre 8 milioni abitano negli Stati Uniti.
→ Osserva la carta e collega la religione allo Stato in cui è professata in maggioranza.
• Religione cristiana Cina
• Religione islamica India
• Religione induista Brasile
• Religione buddhista Egitto
inglese
francese spagnolo
5000 lingue diverse Le lingue parlate sul pianeta sono alcune migliaia, ma solo una minoranza di esse è codificata con una grammatica e viene espressa attraverso la scrittura. Le lingue ufficiali, cioè considerate dagli Stati lingue nazionali e utilizzate negli uffici pubblici e sui documenti, sono invece solo un centinaio. Le più diffuse sono quelle parlate da popolazioni molto numerose, come il cinese mandarino in Cina. Spesso la propria lingua materna non corrisponde a quella ufficiale del Paese in cui si vive; è il caso dell’India, dove si parlano decine di lingue diverse e la principale, l’hindi, è quella materna solo per il 40% della popolazione.
Lingue veicolari Esistono diverse lingue, dette veicolari, utilizzate per gli scambi tra persone di lingua diversa; queste coincidono a volte con lingue storicamente collegate al colonialismo, come nel caso dell’inglese. In tutto il mondo, infatti, questa lingua è utilizzata dalla comunità scientifica, nella ricerca e nelle moderne tecnologie; e molti termini inglesi fanno ormai parte anche di altre lingue, all’interno dei linguaggi specialistici, ma anche del parlare comune.
Lingue europee nel mondo In seguito a conquiste e colonizzazioni, alcune di esse sono diventate anche lingue ufficiali perché permettono la comunicazione tra diverse
russo cinese arabo
portoghese altre
etnie. Inglese, spagnolo, francese, portoghese sono conosciute e utilizzate da un largo numero di persone in Paesi diversi da quello di origine.
Lingue minoritarie e lingue minacciate Si definiscono lingue minoritarie le lingue parlate da gruppi numericamente non dominanti (minoranze linguistiche), all’interno di una comunità che ha come lingua materna la lingua dello Stato di cui fa parte. Sono dunque minoranze linguistiche anche le comunità di immigrazione antica o recente. Vi sono poi lingue a rischio estinzione in quanto il numero di chi le utilizza è sempre più ristretto; per esempio in Giappone la lingua ainu è conosciuta e parlata solo da pochissime persone anziane, per cui è destinata presto a scomparire se non verrà tutelata.
→ Rispondi alle domande.
a. Qual è la lingua madre più parlata in assoluto nel mondo?
c. Osserva la carta: in quali continenti è diffuso l’arabo?
Khoisan
Niger-kordofaniana
Nilo-sahariana
Afroasiatica
Austro-asiatica
Indoeuropea
Na-denè
Caucasica
Sino-tibetana
Uralo-altaica
La maggior parte delle lingue è raggruppata in grandi famiglie, a loro volta suddivise in gruppi linguistici.
Lingue indoeuropee La famiglia più estesa è quella delle lingue indoeuropee (circa il 45% delle lingue parlate al mondo) che derivano dall’idioma parlato in antichità nell’Asia centrale e portato circa diecimila anni fa, per migrazioni successive, in tutta l’Europa e in Asia occidentale (Iran, Curdistan) e meridionale (India). Delle lingue precedenti l’invasione indoeuropea, nel nostro continente è sopravvissuto solo il basco (o euskara), parlato nelle province spagnole e francesi che si affacciano sul Golfo di Biscaglia. Molte delle lingue indoeuropee (spagnolo, portoghese, inglese, francese, russo) si sono poi diffuse negli altri continenti, e soprattutto nelle Americhe, a seguito delle colonizzazioni iniziate nel XVI secolo.
Lingue sino-tibetane Il cinese mandarino appartiene alla famiglia delle lingue sino-tibetane, che comprende quasi tutte le lingue diffuse in Cina; seconda per diffusione è il cantonese, parlato da circa 85 milioni di persone.
Lingue niger-kordofaniane Questa famiglia è molto estesa, poiché vi appartengono quasi tutte le migliaia di
Amerindia
Ciukcia
Eskimo-aleutina
Australiana
Daica
Austronesiana
Dravidica
Indopaci ca
lingue e di loro varianti parlate nell’Africa subsahariana. Il gruppo più vasto è quello delle lingue bantu, parlate nel Centro-Sud del continente.
Lingue afroasiatiche L’arabo ha avuto la sua grande diffusione a seguito della conquista islamica dell’Asia occidentale e dell’Africa settentrionale, portando la sua influenza anche in molte parole delle lingue europee. L’arabo appartiene alla famiglia delle lingue afroasiatiche e al gruppo delle lingue semitiche, che comprende anche l’ebraico e il tigrino, parlato nel Corno d’Africa.
Lingue austronesiane Questa famiglia conta più di 1200 lingue parlate in un’area che comprende la maggior parte delle isole dall’Oceano Indiano al Pacifico, tra queste il Madagascar, il Sud-est asiatico, Formosa e Oceania.
COMPLETA LO STUDIO
→ Osserva la carta e descrivi dove sono parlate, nei vari continenti, le lingue della famiglia indoeuropea.
Nel nostro pianeta, la popolazione urbana è oggi più numerosa di quella rurale: oggi vivono in aree urbane circa 3 miliardi e mezzo di persone. Poiché, in genere, la natalità è meno elevata nelle aree urbane rispetto alle zone rurali, l’aumento del numero di cittadini va attribuito principalmente al processo di inurbamento, cioè allo spostamento dalle campagne alle città.
La crescita urbana varia da regione a regione, ma quasi tutti i Paesi (soprattutto quelli a basso reddito) presentano due elementi comuni: la percentuale di persone che abitano in città è in aumento e le dimensioni della città tendono a crescere. Per cui è necessario trovare nuove definizioni per gli spazi urbani.
Metropoli, megacittà e aree metropolitane La città è un centro abitato che accoglie almeno 100 mila persone; una città che ospita oltre un milione di abitanti si definisce metropoli; si parla invece di megacittà quando supera i 10 milioni. Le metropoli hanno intorno a sé un agglomerato urbano che comprende città e paesi più piccoli confinanti. Per area metropolitana si intende il territorio che include anche aree agricole e industriali.
Sistema urbano Più città connesse da comunicazioni e rapporti economici costituiscono un sistema urbano,
LA POPOLAZIONE MONDIALE URBANA E RURALE
che viene definito monocentrico quando una città prevale sulle altre, e policentrico quando tutti i centri hanno più o meno la stessa importanza: in questo caso si può parlare anche di conurbazioni
Megalopoli Si definisce megalopoli una regione urbanizzata di grandissime dimensioni e svariati milioni di abitanti, che comprende più sistemi urbani costituendo un polo regionale integrato, anche se vi sono aree non urbanizzate o agricole. Un esempio di megalopoli può essere, in Italia, la megalopoli padana che va da Milano a Torino; mentre una megacittà è l’area metropolitana di Roma.
LA POPOLAZIONE MONDIALE URBANA E RURALE 5.500
→ Osserva il grafico interattivo a lato e rispondi alle domande.
a. Quando la popolazione urbana e rurale dei Paesi più avanzati era più o meno equivalente?
b. Quando avviene il superamento della popolazione urbana rispetto a quella rurale per i Paesi meno sviluppati?
c. Per lungo tempo le due linee dei Paesi più sviluppati sono cresciute quasi in parallelo; quando hanno iniziato ad allontanarsi?
Paesi meno sviluppati, popolazione urbana
Paesi meno sviluppati, popolazione rurale
d. Nella previsione relativa al 2050, quale sarà la proporzione tra popolazione urbana e popolazione rurale nei Paesi meno avanzati?
Le grandi città del mondo sviluppato sono le protagoniste della vita economica, politica e culturale dei Paesi a cui appartengono; anzi, per molte di esse il raggio di influenza assume dimensioni continentali o planetarie.
Centri di servizi Negli ultimi decenni le grandi città del Nord del mondo sono cambiate: da città industriali, oggi sono in prevalenza centri di servizi. Gli spazi delle fabbriche e i vecchi quartieri operai sono stati ristrutturati e destinati alle attività terziarie: uffici direzionali e amministrativi, strutture commerciali, luoghi per la cultura e il divertimento. Urbanizzazione diffusa La crescita e l’espansione delle città sono processi che invadono le aree e i paesaggi rurali e non sempre avvengono in maniera armoniosa. Oggi la popolazione che “usa” la città appare di gran lunga più numerosa della popolazione insediata. Questo ha determinato un nuovo rapporto tra città e campagna. Le due realtà, un tempo separate, si sono oggi avvicinate: la scuola, i mezzi di comunicazione, l’espandersi del lavoro terziario, Internet hanno mutato esigenze e modelli abitativi delle zone rurali. Questo fenomeno viene definito urbanizzazione diffusa
Negli ultimi decenni le grandi città africane, asiatiche e latinoamericane hanno visto crescere il numero di abitanti: alcune di esse sono oggi tra le più grandi e popolose del pianeta. Qui, però, il problema del contrasto centro–periferie, raggiunge livelli drammatici.
Periferie degradate In questa parte del mondo, masse di contadini si trasferiscono ogni giorno dalle campagne nelle città alla ricerca di un’ occupazione e di migliori condizioni di vita. In generale, però, vanno a popolare le
↓ Il Quartiere Europeo è la zona del centro di Bruxelles in cui si trovano le sedi di molte istituzioni europee, tra cui il Parlamento Europeo.
COMPLETA LO STUDIO
→ Sottolinea l’informazione che ti sembra esatta. Le città del Nord del mondo sono cresciute a ritmo rapido a partire dal Cinquecento / Ottocento in seguito all’industrializzazione. Da alcuni decenni la loro crescita è rallentata / aumentata
enormi baraccopoli che circondano quasi tutte le metropoli del Sud del mondo: questi quartieri periferici sono costituiti da abitazioni sovraffollate costruite in modo precario con materiale di recupero e prive di servizi.
Centri ricchi Nelle metropoli del Sud vi sono però anche quartieri centrali moderni, con aree commerciali, centri direzionali e grattacieli.
PERCENTUALE DI URBANIZZAZIONE
10 milioni e più LE AREE URBANE
POPOLAZIONE CENTRI URBANI
1-5 milioni 5-10 milioni
COMPLETA LO STUDIO
→ Osserva la carta e rispondi alla domanda.
In quali regioni del pianeta si stanno concentrando le maggiori metropoli?
Impronta ecologica (ettari globali pro capite)
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tra 9 e 10
tra 10 e 11
Nessun dato
Nelle grandi città l’affollamento e il gigantismo urbano mettono a serio rischio gli equilibri ecologici.
tra 5 e 6 NUCLEO Sviluppo
IMPRONTA ECOLOGICA (ETTARI GLOBALI PRO CAPITE)
Impronta ecologica (ettari globali pro capite)
tra 0 e 1
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tra 2 e 3
tra 3 e 4
Impronta ecologica Viene definito come impronta ecologica l’indice statistico che individua la porzione di territorio necessaria per garantire, all’interno di una città, la vita della popolazione e il funzionamento delle sue attività. Essa comprende perciò la porzione di territorio da cui attingere le risorse per rifornirsi di alimenti, energia e acqua, e in cui smaltire i propri rifiuti, le emissioni di auto e di impianti di riscaldamento. Per soddisfare queste esigenze, le metropoli di ogni parte del mondo utilizzano superfici di territorio sempre più vaste, che superano anche centinaia di volte l’area urbana vera e propria.
tra 4 e 5
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Città sostenibile Partendo dal concetto di impronta ecologica è stata coniata la definizione di città sostenibile, cioè di città che tende all’equilibrio tra esigenze urbane, qualità della vita e patrimonio ambientale. Si è calcolato che ogni persona produce in media oltre un chilo di rifiuti al giorno: in un centro urbano che conta un milione di abitanti bisogna perciò provvedere a differenziare, o a smalti-
re, 1000 tonnellate al giorno di rifiuti. L’acqua in uscita deve passare attraverso i depuratori perché non danneggi i corsi d’acqua e le falde sotterranee.
Altra importante questione è l’enorme quantità di energia consumata per il riscaldamento degli edifici, che comporta l’immissione nell’aria di inquinanti che si sommano a quelli prodotti dagli autoveicoli Infrastrutture e servizi adeguati, lotta all’inquinamento e al traffico eccessivo, equilibrio nello sviluppo dei quartieri sono perciò azioni politiche indispensabili per permettere un buon livello di sostenibilità degli spazi urbani.
→ Osserva la carta e rispondi alle domande.
a. È maggiore l’impronta ecologica dell’America settentrionale o di quella meridionale?
b. Qual è il continente con l’impronta ecologica più leggera?
Città solidale Importante è anche il tema delle questioni sociali: una città in equilibrio deve garantire anche una vita dignitosa a tutti i suoi abitanti, con un accesso ai servizi senza discriminazioni, senza differenze tra centro e periferie. Una crescita urbana sostenibile, infatti, è strettamente collegata a tre fattori fondamentali: sviluppo economico, sviluppo sociale e tutela dell’ambiente
Smart city In questi ultimi decenni si parla spesso anche di smart city (città intelligente), un’espressione inglese che indica una città che per migliorare la vita dei suoi cittadini e tutelare l’ambiente fa largo uso di tecnologie avanzate: grazie a esse, i trasporti urbani sono più organizzati, più veloci e meno inquinanti, i metodi di riscaldamento mirano al massimo risparmio energetico, le comunicazioni e i rapporti con la pubblica amministrazione sono più efficienti.
Habitat III La terza Conferenza delle Nazioni Unite sugli insediamenti umani, Habitat III, che si è svolta a Quito (capitale dell’Ecuador) nel 2016, ha proposto la creazione di un nuovo modello di sviluppo urbano che integra lo sviluppo sostenibile, l’equità e il benessere per tutti i cittadi-
ni, di qualsiasi ceto sociale, sia che abitino in centro o nelle periferie. Si propone perciò una città policentrica, con l’attenta pianificazione del processo di inurbamento, per evitare il sovraffollamento delle baraccopoli. Altro intervento fondamentale è quello sui trasporti, che devono utilizzare il più possibile energie rinnovabili e privilegiare i mezzi pubblici e la bicicletta rispetto all’automobile.
COMPLETA LO STUDIO
→ Fai una ricerca in rete e trova i nomi di alcune smart city, almeno due europee, una americana e una asiatica.
Come funziona l’acquaponica
L’emergenza del Covid-19 ha evidenziato i numerosi problemi delle aree urbane. La risposta della FAO (Food and Agriculture Organization), agenzia dell’ONU per la produzione alimentare, è stata un piano d’azione denominato Città verdi.
CITTÀ VERDI Grazie alla creazione di nuove aree boschive e agricole urbane e periurbane, cioè vicine alla città, per 1000 città del mondo entro il 2030, il piano si prefigge di raggiungere 3 diversi obiettivi: combattere il riscaldamento climatico, migliorare la vivibilità delle aree urbane e creare dei sistemi agroalimentari a chilometro zero.
Riguardo all’agricoltura urbana, il piano propone di investire sui tradizionali orti di comunità ma anche di attuare una modernizzazione ecologica attraverso metodi innovativi come l’acquaponica e la coltivazione indoor. In questo modo si crea la possibilità di un approvvigionamento sostenibile per milioni di cittadini, particolarmente funzionale alle situazioni di crisi sanitaria o ambientale.
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Le forti tensioni tra americani e russi, sin dai tempi della Guerra Fredda e, successivamente, con l’annessione nella NATO (alleanza militare guidata dagli USA) di molte nazioni europee facenti parte fino alla fine degli anni Ottanta del blocco sovietico, hanno trovato un teatro d’azione ideale in uno Stato segnato da antichi e controversi legami con il potente vicino russo: l’Ucraina. Tra il 2021 e il 2022 la situazione ucraina è diventata esplosiva. Putin si è reso conto di essere sul punto di dover rinunciare a ogni speranza di riportare l’Ucraina nella sfera di influenza russa. Ha dato così il via, il 24 febbraio 2022, ha una vasta operazione militare, una vera e propria invasione dello Stato confinante che rischia di minare la pace in Europa e che ha scavato un solco profondo tra gli Stati Uniti e le nazioni europee da una parte e la Russia dall’altra. USA e UE, infatti, hanno risposto all’azione militare di Mosca con forniture militari a Kiev, sanzioni economiche contro lo Stato russo e con il progetto di isolare politicamente il Paese aggressore. La Russia ha risposto limitando le forniture di gas verso le nazioni dell’Europa occidentale, fortemente dipendenti da Mosca dal punto di vista energetico. Le operazioni belliche, sempre più violente, sono proseguite anche durante il 2023 e il 2024 e le posizioni tra i contendenti non si sono avvicinate.
AMBIZIONI
Proprio la crisi ucraina ha fatto emergere la vastità degli interessi e delle relazioni della nazione emergente a livello globale in questo scorcio iniziale del XXI secolo: la Cina. La grande nazione dell’Estremo Oriente ha da un lato aumentato i legami con Mosca in funzione anti-statunitense, ma al tempo stesso ha cercato di mantenere aperti i canali commerciali con l’Occidente, grande mercato di arrivo dei prodotti dell’industria cinese. Soprattutto il governo cinese ha mostrato di coltivare l’ambizione di mettere fine all’egemonia americana prima di tutto nell’area del Pacifico, e poi a livello globale. Questi obiettivi spiegano la decisione di Pechino di investire sempre più risorse nel settore militare, in particolar modo nella marina da guerra.
IL NODO DI TAIWAN
Principale punto di frizione tra USA e Cina in Estremo Oriente è l’isola di Taiwan. In questo lembo di terra si
rifugiarono i nazionalisti cinesi, dopo aver perso il lungo conflitto contro i comunisti nel 1949. I nazionalisti diedero vita a una repubblica anticomunista che instaurò forti legami con gli Stati Uniti. Nel tempo il governo di Pechino non ha mai smesso di considerare Taiwan come parte integrante della Cina e ha sempre coltivato il progetto di annettere il territorio taiwanese con l’azione diplomatica. Negli ultimi anni le pressioni cinesi per porre fine all’indi pendenza di Taiwan sono aumentate e il governo cinese si è impegnato a riunire l’isola alla Cina entro il 2049. Taiwan è però diventata il simbolo dell’egemonia americana nel Pacifico: qui gli americani hanno forti interessi economico-industriali. Inoltre il governo di Washington considera l’isola strategica per contenere le ambizioni marittime cinesi. Taiwan, infatti, fronteggia le coste cinesi e impedisce a Pechino il libero accesso al Pacifico.
Negli ultimi anni la spesa militare mondiale ha raggiunto una somma da record, arrivando a una spesa complessiva di ben oltre i 2000 miliardi di dollari. Al vertice delle classifica si trovano gli Stati Uniti, con una spesa di 877 miliardi di dollari. Anche Pechino ha aumentato la propria spesa militare, raggiungendo il 13% della quota globale.
ALTRE TENSIONI IN ORIENTE
Altra regione che da anni è al centro di tensioni è la Penisola coreana. La Penisola è in parte occupata dalla Corea del Sud, nazione nata all’indomani del secondo conflitto mondiale e storico alleato degli Stati uniti. Questo Stato condivide con la Corea del Nord il controllo della penisola coreana. Le due nazioni, che hanno combattuto un sanguinoso conflitto agli inizi degli anni Cinquanta del Novecento, sono divise da un’accesa rivalità, che minaccia continuamente di sfociare in guerra aperta. Il rischio di un conflitto devastante è aumentato negli ultimi anni dopo la scelta del regime nordcoreano di dotarsi di armi nucleari. Inoltre, la Corea del Nord ha intensificato le sue relazioni con la Russia e soldati nordcoreani combattono dal 2024 sul fronte ucraino.
CENTRALE
Un’altra area di crisi a livello mondiale è rappresentata dall’Asia centrale. In Afghanistan, in seguito al riti-
ro delle forze militari presenti nel territorio dal 2001 e guidate dagli Stati Uniti, i Talebani hanno riconquistato il potere a partire dal 2021. Il nuovo governo talebano sta attuando una politica volta a cancellare le riforme modernizzatrici introdotte in Afghanistan nello scorso ventennio. L’Iran ha ambizioni di egemonia sull’Asia centrale e sul Medio Oriente e per questa ragione sono sempre più forti le tensioni con Israele, tensioni sfociate in reciproci attacchi con missili e aerei. Inoltre, nel 2023 si è riaccesa in maniera violentissima la lotta tra Israele e Hamas, il movimento politico e paramilitare che sostiene con metodi violenti la causa palestinese. Nel mese di ottobre un’incursione dei miliziani di Hamas in territorio palestinese ha fatto centinaia di vittime e ha portato alla dura reazione dell’esercito israeliano. Obbiettivo degli attacchi israeliani è stata la striscia di Gaza, ma anche il Libano. Nell’autunno 2024 si è anche riaccesa la guerra civile in Siria, iniziata nel 2011. Gli attacchi delle milizie ribelli appoggiate dalla Turchia hanno portato alla caduta del regime della famiglia Assad, al potere dal 1970.
Il 2022 è stato un anno da record per il numero di sfollati interni: oltre 71 milioni di persone, il 20% in più rispetto al 2021. Anche il numero di persone in fuga a causa di conflitti e violenze è raddoppiato, superando i 62 milioni, mentre quelle fuggite per disastri ambientali ammontano a 9 milioni.
SFOLLATI
più di 3 milioni da 1 a 3 milioni da 500.000 a 1 milione da 100.000 a 500.000 meno di 100.000 nessun dato
62,5 milioni di sfollati 17% in più dal 2021
L’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) è stata fondata alla fine della Seconda Guerra Mondiale, su iniziativa delle potenze vincitrici. Nel corso degli anni i Paesi membri sono via via aumentati, per esempio quando le colonie hanno conquistato l’indipendenza. L’ultimo ingresso è stato quello del Sudan del Sud nel 2011.
NUCLEO Costituzione COMPETENZA 2
L’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) è stata fondata alla fine della Seconda Guerra Mondiale, nel 1945, su iniziativa delle potenze vincitrici. Oggi ne fanno parte 193 Stati, cioè quasi tutte le nazioni del pianeta.
Strumento democratico L’ONU non è un governo mondiale e non fa leggi. Tuttavia, fornisce i mezzi per aiutare a risolvere i conflitti internazionali e formula politiche su questioni di interesse comune. Tutti i membri dell’ONU – grandi e piccoli, ricchi e poveri, con differenti visioni politiche e diversi sistemi sociali – possono far sentire la propria voce e votano per dar forma alle politiche della comunità internazionale.
Obiettivi e principi Uno Statuto fissa i principi fondamentali delle relazioni internazionali per tutti i Paesi.
▶ Mantenere la pace e la sicurezza internazionali.
▶ Risolvere le controversie fra le nazioni.
▶ Promuovere la cooperazione economica e sociale.
▶ Promuovere il rispetto dei diritti umani.
▶ Sostenere l’autodeterminazione dei popoli.
▶ Promuovere il disarmo.
▶ Promuovere il rispetto per il diritto internazionale.
↓ La rappresentante ONU Awa Ndiaye Seck visita una provincia della Repubblica Democratica del Congo.
→ Rispondi alle domande.
a. Quando ha avuto termine la Seconda Guerra Mondiale?
b. Quali sono state le potenze vincitrici?
c. Quale obiettivo ha un collegamento diretto con quel momento storico?
Assemblea generale In questo parlamento partecipano tutti i Paesi membri, ognuno dei quali ha diritto a un voto. Discute su argomenti di carattere generale e pubblica documenti, ma sul piano politico può avanzare solo raccomandazioni
Consiglio di sicurezza Comprende 5 membri permanenti (Stati Uniti, Russia, Francia, Regno Unito e Cina) e 10 a rotazione tra gli altri Paesi. È l’organo con maggior potere, poiché decide sulle questioni relative al mantenimento della pace, intervenendo eventualmente anche contro Stati colpevoli di aggressione (utilizzando un proprio esercito, i caschi blu). I membri permanenti hanno diritto di veto, cioè la possibilità di bloccare ogni decisione con un solo voto.
Segretariato generale È l’organo che assicura il funzionamento dell’ONU e l’applicazione dei programmi; a capo vi è il Segretario nominato dall’Assemblea.
Consiglio economico e sociale Promuove e coordina le iniziative dell’ONU e delle sue numerose Agenzie, che si occupano di problemi che riguardano lo sviluppo e la tutela del pianeta e della sua popolazione.
La FAO (Food and Agriculture Organization) ha l’obiettivo di aumentare la disponibilità di cibo e migliorare le tecniche agricole dei Paesi meno sviluppati.
L’UNICEF (United Nations Children’s Fund) si occupa dei bambini in condizioni disagiate, attiva campagne per la loro salute e istruzione, interviene in situazioni di emergenza, come guerre o catastrofi naturali.
L’UNESCO (United Nations Educational Scientific and Cultural Organization) si occupa di scuola e di ricerca scientifica. Una delle sue azioni più importanti riguarda la tutela del patrimonio culturale e ambientale dell’umanità.
L’UNHCR (United Nations High Commissioner for Refugees) si occupa di profughi e rifugiati nelle varie parti del mondo, fornendo protezione internazionale e campi di accoglienza.
La WHO (World Health Organization) nota in Italia come OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) promuove progetti sanitari, lotta contro le epidemie, promozione della ricerca farmaceutica.
Corte internazionale di giustizia È l’organo giudiziario, con il compito di risolvere le questioni che sorgono tra i Paesi membri, applicando il diritto internazionale
→ Costruisci uno schema per rappresentare gli organi che garantiscono il funzionamento dell’ONU.
→ Scegli un’agenzia ed esegui una breve ricerca sulle sue funzioni passate e presenti.
Indica su un foglio: sede principale (Paese e città), attuale presidente, scopo, recenti iniziative.
NUCLEO Costituzione
Organizzazioni regionali Esistono organismi di collaborazione economica fra i Paesi di singole regioni geografiche. Per esempio, il NAFTA (North American Free Trade Agreement) favorisce il commercio tra Stati Uniti, Canada e Messico, mentre la cooperazione economica tra i Paesi che si affacciano sull’Oceano Pacifico è assicurata dall’APEC (Asia-Pacific Economic Cooperation). La quasi totalità dei Paesi dell’America meridionale è associato nel MERCOSUR, mentre tutti i Paesi africani fanno parte dell’UA (Unione Africana) che mira a favorire lo sviluppo di tutto il continente.
Istituti economici L’OPEC (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio) riunisce i maggiori produttori di petrolio con l’obiettivo di coordinare le quantità vendute e i prezzi, mentre il WTO (World Trade Organization) re-
Progetti Le ONG (Organizzazioni Non Governative) sono associazioni di civili e religiose che operano soprattutto per aiutare le popolazioni dei Paesi meno sviluppati e delle zone che hanno subito guerre e violenze. Spesso lavorano autonomamente, staccate da governi e organismi sovranazionali ufficiali, anche se spesso ne ricevono finanziamenti, offrendo in cambio la loro collaborazione. Si occupano di agricoltura, di istruzione, di sanità; organizzano corsi di formazione per i contadini e personale sanitario; creano scuole, ambulatori, orfanotrofi, laboratori ecc
gola tutti i tipi di transazione commerciale nel mondo. I principali istituti finanziari, collegati all’ONU, sono invece la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale (FMI), due grandi banche che concedono prestiti a Paesi in difficoltà o che hanno bisogno di finanziamenti.
→ Collega correttamente le seguenti organizzazioni e l’area corrispondente. UA NAFTA MERCOSUR APEC
America meridionale
America settentrionale
Africa
Asia e Pacifico
Sensibilizzazione Le ONG operano anche per sensibilizzare i cittadini dei Paesi sviluppati sulle condizioni di vita nelle aree meno avanzate, attraverso il lavoro nelle scuole e nelle associazioni, con mostre, rassegne cinematografiche, pubblicazioni, raccolte di fondi, adozioni a distanza.
Alcuni esempi Medici Senza Frontiere è un’organizzazione nata in Francia che fornisce assistenza sanitaria a popolazioni stremate da guerre ed epidemie. Amnesty International, fondata a Londra nel 1961, denuncia i casi di violazione dei diritti umani. Entrambe hanno ricevuto il premio Nobel per la pace (Amnesty nel 2018). Emergency è una delle ONG italiane più attive. Assiste dal punto di vista sanitario le popolazioni civili in molte zone di guerra e nei campi profughi, ma ha anche attivato ambulatori in diverse aree disagiate del territorio italiano.
→ Rispondi alle domande.
a. Che cosa significa «violazione dei diritti umani»?
b. Che cosa significa «sensibilizzazione dei cittadini»?
Terzo e Quarto mondo Negli anni Cinquanta venne coniato il termine Terzo mondo. Erano gli anni definiti della Guerra Fredda, in cui si contrapponevano Stati Uniti con i loro alleati (Primo mondo) e URSS, cioè la Russia con i suoi Paesi satelliti (Secondo mondo). Un’ulteriore differenziazione, Quarto mondo, venne fatta in seguito, per rappresentare i Paesi privi di risorse e al più basso livello di sviluppo.
Paesi sviluppati Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), sono considerati Paesi sviluppati quei Paesi che, dopo una fase di forte industrializzazione, basano oggi la loro ricchezza soprattutto sul settore terziario: gli Stati Uniti e il Canada nel Nord America, il Giappone in Asia, l’Australia e la Nuova Zelanda in Oceania, Israele nel Medio Oriente e quasi tutte le nazioni del nostro continente.
→ Osserva il planisfero e rispondi alle domande.
a. Quali sono le regioni dove si trovano i Paesi sviluppati?
b. Quale Paese dei BRICS appartiene al Nord del mondo?
c. In quale continente si concentrano i Paesi meno sviluppati?
Paesi in via di sviluppo La maggior parte degli Stati del mondo costituisce il gruppo dei Paesi in via di sviluppo, cioè nazioni che non hanno ancora raggiunto un buon livello economico e/o di vita per tutta la propria popolazione. Questa definizione raccoglie però Stati con dimensioni e realtà molto diverse, da quelli emergenti a quelli meno avanzati .
BRICS Tra i Paesi in via di sviluppo si differenziano i BRICS, un acronimo formato dalle iniziali di Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, tutti Paesi con ingentissime risorse minerarie e agricole e un buon potenziale industriale in crescita.
Nord e Sud del mondo Nel 1980 il politico tedesco Willy Brandt, in un rapporto presentato all’ONU, introdusse i termini Nord e Sud del mondo, partendo dalla constatazione che i Paesi ricchi si trovano all’incirca a nord del 30° parallelo dell’emisfero settentrionale, con la sola eccezione di Australia e Nuova Zelanda. A sud di questa linea ideale sono situati gli altri Paesi, che, pur presentando diversi gradi di sviluppo, devono tutti affrontare gravi difficoltà socioeconomiche.
Nel 2015 l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha dato il via a un piano a lungo termine, definito Agenda 2030, per realizzare, nell’arco di 15 anni, miglioramenti significativi per la vita del pianeta e di tutti i suoi abitanti. Dall’ultimo decennio del secolo scorso, l’Agenda 2030 è stata preceduta da altri piani programmatici.
NUCLEO Sviluppo economico e sostenibilità
COMPETENZA 5-6
Summit della Terra La Conferenza di Rio, organizzata dall’ONU a Rio de Janeiro nel 1992, chiamata anche Summit della Terra, è stata il primo confronto mondiale dei capi di Stato sull’ambiente, a cui aderirono anche migliaia di rappresentanti di organizzazioni non governative. Tematiche fondamentali Per la prima volta furono trattati a livello planetario argomenti centrali, come:
• la limitazione nella produzione di inquinanti e rifiuti velenosi;
• la sostituzione progressiva delle fonti energetiche sostenibili a quelle derivate dai combustibili fossili, ritenuti primi responsabili del cambiamento climatico;
• la necessità di non considerare più l’acqua un elemento sempre disponibile, ma una risorsa preziosa;
• l’importanza di fare piani per i trasporti pubblici ai fini di diminuire le emissioni di smog.
Pensare globalmente, agire localmente Oltre a porre le basi del Protocollo di Kyoto sul cambiamento climatico, dalla Conferenza di Rio scaturì l’Agenda 21, il cui nome voleva indicare ciò che era necessario fare entro l’inizio del XXI secolo. Nei piani, l’Agenda 21 includeva interventi ai vari livelli: internazionale, nazionale, regionale e locale. La vera innovazione era quest’ultimo: le azioni programmatiche dovevano partire dal basso, nelle regioni, nei comuni, nelle comunità montane, per raccogliere la voce dei cittadini e delle associazioni e aumentare così la consapevolezza ambientale delle famiglie.
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→ Quali obbiettivi concreti ha raggiunto l'Agenda 21? Rispondi con l’aiuto di un chatbot di tua scelta e poi confronta le tue risposte in classe.
Millennium development goals Nel simbolico anno 2000, gli Stati della Terra si impegnarono a realizzare, entro il 2015, 8 obiettivi concreti per migliorare la vita degli abitanti del pianeta, e in particolare di quelli che vivono nelle zone più disagiate del mondo. I ministri delle finanze degli Stati più ricchi decisero di fornire fondi alla Banca Mondiale e ad altri istituti economici per permettere a tutti i Paesi di raggiungere gli obiettivi; inoltre, si impegnarono a estinguere parte del debito dei Paesi meno avanzati, in modo da liberare questo denaro per programmi sociali sulla salute e l’istruzione.
Le 8 sfide Questi erano gli Obiettivi del Millennio:
→ Scegli uno degli Obiettivi del Millennio. Spiegane l’importanza e proponi un possibile intervento diretto al suo raggiungimento.
Ambiente e società Nel 2015, l’Agenda 2030 ha riunito, aggiungendone di nuove, molte delle tematiche contenute nei programmi precedenti: i problemi ambientali evidenziati dall’Agenda 21 e gli Obiettivi del Millennio, legati al progresso e allo sviluppo dei popoli. L’Agenda 2030 indica infatti come una necessità la forte integrazione tra le diverse dimensioni dello sviluppo: ambientale, economica e sociale
17 Obiettivi L’Agenda 2030 ha quindi definito 17 Obiettivi Globali per lo Sviluppo Sostenibile che tutti Paesi si sono impegnati a raggiungere entro il 2030. A loro volta gli obiettivi sono suddivisi in 169 traguardi che definiscono in particolare gli interventi che è necessario realizzare.
Sostenibilità Gli Obiettivi dell’Agenda 2030 propongono uno sviluppo sostenibile, cioè un progresso economico e un miglioramento delle condizioni di vita delle persone senza compromettere le risorse (i paesaggi, le piante, gli animali, le acque, i suoli, l’aria) della Terra per le generazioni future.
Globalità Questi obiettivi sono globali, cioè universali, validi in ogni tempo e in ogni luogo. Essi riguardano tutti i Paesi della Terra: non mirano solo a migliorare le condizioni di vita dei Paesi più poveri, ma obbligano anche i Paesi avanzati a definire proprie strategie di sviluppo. Se da un lato, infatti, è necessario diminuire le sostanziali differenze tra Paesi ricchi e Paesi poveri, è importante lottare contro gli squilibri che esistono anche all’interno di ogni Paese, tra regioni più economicamente sviluppate e regio-
→ Osserva questo schema e spiegalo oralmente. Scrivi quindi un breve testo (circa 80 parole) indicando quale è l’impegno tuo e della comunità in cui vivi per contribuire al raggiungimento della sostenibilità nella tua zona.
ni più disagiate, tra centro e periferie. Inoltre, soprattutto sul piano ambientale, sono proprio i Paesi avanzati ad aver trasformato di più il pianeta: hanno quindi il dovere di agire al più presto per il cambiamento.
Siamo tutti coinvolti Gli obiettivi dell’Agenda 2030 richiedono l’impegno di tutti: governi locali e nazionali, istituzioni, imprese, associazioni, singoli cittadini. D’altra parte, uno degli slogan dell’Agenda 2030 è «Nessuno escluso!»: questo significa che nessuno deve essere lasciato indietro lungo questo cammino. I progressi devono essere ottenuti per tutti gli individui e per l’intera umanità, comprese le persone che hanno o possono incontrare difficoltà nel pieno sviluppo della propria personalità e della propria vita (bambini, donne, anziani, disabili), in qualsiasi zona del mondo essi abitino.
Quelle descritte nel 2015 dal documento dell’Agenda 2030 stilato dall’ONU erano le condizioni di vita, di lavoro, di tutela dell’ambiente a cui tutti i Paesi potevano e dovevano tendere, con interventi e impegno adeguati. I risultati si allontanano Tuttavia, in questi anni sono intervenuti diversi accadimenti che hanno reso più complicato il raggiungimento di Obiettivi e Traguardi. Il lungo periodo di pandemia da Covid-19, la guerra in Ucraina e i numerosi altri conflitti, l’aumento dei prezzi di materie prime ed energia e, sullo sfondo ma determinante, l’emergenza climatica hanno avuto un impatto notevole sulla situazione del pianeta.
È aumentata la disoccupazione, soprattutto femminile, e in molti Paesi le garanzie per i lavoratori e le lavoratrici sono diminuite. Maggiori sono le difficoltà di accesso al cibo, alla scuola, alla sanità per milioni di persone. Siccità e alluvioni hanno diminuito la fertilità dei suoli e milioni di persone sono diventate migranti climatici per necessità.
L’impegno di tutti Questo significa che l’impegno di Stati, organizzazioni, imprese, associazioni e singoli cittadini deve essere ancora più forte e serrato per raggiungere o, quantomeno, avvicinarsi agli Obiettivi stabiliti dall’Agenda 2030, irrinunciabili per garantire un futuro alle prossime generazioni.
Nel 2030 ci sarà una nuova Agenda È necessario che l’Organizzazione delle Nazioni Unite continui a mantenere alta l’attenzione sulle più importanti tematiche ambientali e socioeconomiche del pianeta: gli Stati della Terra non possono infatti rinunciare a lavorare per un mondo migliore a partire dai risultati che saranno raggiunti nel 2030.
→ Se fossi tu a dover stendere una nuova Agenda per un futuro prossimo, quali obiettivi e/o traguardi inseriresti?
Quali di questi non sono inseriti nell’Agenda 2030?
Quali dovrebbero essere prioritari?
I
17 Obiettivi Globali per lo Sviluppo Sostenibile sono spesso collegati tra loro: le tematiche ambientali sono infatti connesse con quelle economiche e con il rispetto dei diritti umani. Si è cercato però di suddividere a grandi linee gli obiettivi in 4 gruppi. Gli obiettivi sui bisogni essenziali riguardano i diritti legati alle irrinunciabili necessità di base.
NUCLEO Sviluppo economico e sostenibilità
COMPETENZA 5-6
I traguardi dell’Obiettivo 2
• Garantire cibo nutriente e sufficiente a tutti gli abitanti del pianeta.
• Raddoppiare la produzione agricola, grazie a investimenti in macchinari, irrigazione, ricerca, formazione professionale.
• Aiutare le produzioni locali e le coltivazioni biologiche.
• Imporre dei prezzi massimi per gli alimenti di base.
• Creare leggi per evitare gli sprechi alimentari.
L’Obiettivo 2 dell’Agenda 2030 mira a raggiungere la sicurezza alimentare in ogni parte del pianeta. Si è calcolato che le persone gravemente denutrite sono nel mondo circa 830 milioni. Di queste la grande maggioranza vive in Asia meridionale e in Africa.
Malnutrizione Oltre alle persone che soffrono costantemente la fame, altri 2 miliardi, quindi più di un quarto della popolazione mondiale, devono lottare ogni giorno per procurarsi il cibo oppure sono soggetti a malnutrizione. Questo significa che consumano cibo che non contiene elementi nutritivi (proteine e vitamine) sufficienti per una vita sana. Grave è anche la presenza in tutti i continenti di circa 150 milioni di bambini sottopeso sotto ai 5 anni.
Agricoltura Il problema della fame è collegato alla produzione agricola. A causa del cambiamento climatico, in certe zone è sempre più frequente la siccità, che trasforma fertili terreni agricoli in aridi deserti; in altre zone, invece, violente alluvioni possono distruggere un’intera stagione di raccolti. Anche la guerra compromette la produzione agricola: la presenza di campi minati, per esempio, non
permette la coltivazione per lungo tempo dopo la fine dei conflitti.
Una delle variabili più importanti è il prezzo che per molti alimenti viene deciso nei mercati finanziari: a volte, perciò, il cibo può diventare troppo caro per essere comprato dalle famiglie povere.
Ci sono poi regioni che hanno terreni fertili ed estesi, ma il cibo prodotto dalle grandi aziende agricole non viene consumato localmente, ma viene esportato nei Paesi ricchi
Cambiare prospettiva Oggi è perciò urgente che la comunità internazionale affronti il problema risalendo alle sue cause profonde, intervenendo sui mercati e limitando il potere delle multinazionali: questo per evitare di arrivare a un’emergenza che potrebbe avere gravi conseguenze sociali, economiche e politiche
Per rendere meno acuta la crisi alimentare è necessario soprattutto aiutare i piccoli contadini che lavorano per l’autosussistenza e per i mercati locali.
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→ Secondo te, perché sostenere i piccoli coltivatori può aiutare a sconfiggere la fame? Rispondi con l'aiuto di Internet.
NUCLEO Sviluppo economico e sostenibilità
COMPETENZA 5-6
I traguardi dell’Obiettivo 3
• Garantire a tutti, in tutto il mondo, un’assistenza medica di qualità.
• Mettere fine alle epidemie di gravi malattie.
• Evitare la mortalità materna e infantile.
• Ridurre decessi e malattie provocati dall’inquinamento.
• Scoraggiare l’uso di alcol, tabacco e altre droghe.
La salute è un elemento essenziale per una buona qualità della vita e per lo sviluppo sostenibile di una comunità. È necessario quindi che ci si nutra in modo sano, che si viva in un ambiente non inquinato, che si venga curati quando ci si ammala. Fondamentale è anche l’attenzione alle persone con disabilità, a cui devono essere forniti strumenti adeguati, rimuovendo gli ostacoli alla loro vita quotidiana.
Progressi e ritardi Negli ultimi decenni sono stati ottenuti importanti risultati in questo campo. Nei Paesi più ricchi i sistemi sanitari sono efficienti: grazie a controlli periodici si può fare prevenzione per le principali malattie.
↓ Una
Progressi sono stati fatti anche nei Paesi meno avanzati: la mortalità è diminuita e le vaccinazioni sono sempre più diffuse. Nelle zone rurali, però, gli ospedali sono scarsi e spesso difficili da raggiungere; anche nelle periferie degradate delle grandi città non è facile curarsi, perché medici e ambulatori sono insufficienti e non dispongono di una strumentazione moderna.
Misure di intervento Africa e Asia meridionale sono le aree del pianeta non ancora in grado di fornire un’assistenza sanitaria adeguata a tutti i cittadini. Le organizzazioni internazionali invitano i governi di queste zone a prendere misure per aumentare il numero di ambulatori e ospedali e per istruire nuovo personale sanitario, facilitando l’accesso a prevenzione e farmaci. In particolare, bisogna porre l’attenzione all’abbassamento della mortalità infantile e materna e al contenimento della diffusione di malattie virali. Le vaccinazioni dei bambini e delle bambine devono perciò essere considerate una priorità globale. Educazione È ritenuta molto importante l’educazione della popolazione. Per esempio, si è verificato che la mortalità dei bambini è più bassa nelle famiglie dove le mamme sono più istruite e informate. Inoltre, è fondamentale diffondere, soprattutto tra i giovani, la conoscenza di norme igieniche e di una corretta alimentazione, oltre alla consapevolezza dei danni per la salute causati dal fumo, dalle droghe e dall’alcol.
→ Secondo te, quali altri interventi possono migliorare la salute delle prossime generazioni? Confrontati con il resto della classe. COMPLETA LO STUDIO
I traguardi dell’Obiettivo 4
• Permettere a tutti di frequentare scuola d’infanzia, primaria e secondaria.
• Favorire il proseguimento degli studi nelle scuole superiori e all’università.
• Garantire l’istruzione a ragazzi con disabilità o difficoltà in famiglia.
• Inserire nei programmi scolastici l’educazione alla sostenibilità ambientale, alla pace e ai diritti umani.
• Fornire aiuti economici per scuole e insegnanti nei Paesi meno avanzati.
↓ Studenti davanti a un piccolo edificio scolastico in un remoto villaggio nel centro del Malawi, uno dei paesi più poveri del mondo.
Istruzione secondaria È importante che ragazzi e ragazze possano proseguire gli studi anche dopo la scuola dell’obbligo: solo così potranno formarsi, cioè ottenere le conoscenze e sviluppare le capacità che li faranno diventare dei cittadini responsabili, in grado di compiere le proprie scelte di vita e di lavoro. Inoltre, l’istruzione deve essere di qualità: gli insegnanti devono essere preparati e aggiornati, i programmi didattici devono tener conto delle
NUCLEO Sviluppo economico e sostenibilità COMPETENZA 5-6
I traguardi dell’Obiettivo 6
• Garantire a tutti acqua potabile, sicura ed economica.
• Fare in modo che tutti possano avere disponibili servizi sanitari e igienici.
• Evitare l’inquinamento dell’acqua, eliminando i depositi di rifiuti vicino alle fonti idriche e controllando gli scarichi industriali e degli allevamenti.
• Proteggere gli ecosistemi legati all’acqua, come fiumi, laghi e foreste.
• Far gestire a ogni comunità locale la propria acqua, evitando gli sprechi.
Circa il 40% della popolazione mondiale ha problemi di approvvigionamento. Ogni anno nel mondo, milioni di persone muoiono per malattie dovute alla carenza d’acqua e a livelli d’igiene inadeguati
Acqua pulita Attingere l’acqua da fonti non sicure può causare pericolose malattie. In molte aree rurali si impiega buona parte della giornata per procurare l’acqua necessaria alla vita quotidiana: ci sono infatti regioni dove si devono percorrere chilometri per arrivare a un pozzo o a un fiume e questo compito faticoso spetta soprattutto a donne e bambine.
Cause Il riscaldamento globale sta ampliando le zone a clima semidesertico. Un’altra causa è la crescita della popolazione: l’umanità aumenta di circa 80 milioni di persone all’anno, determinando un incremento dell’1% del bisogno di acqua. Le attività economiche consumano sempre di più: l’industria, la produzione di energia, ma soprattutto agricoltura e allevamento che consumano il 70% dell’acqua dolce del pianeta. Spesso mancano, o sono scadenti, gli acquedotti: così l’acqua si disperde inutilmente. Le aree umide, dove risiede gran parte della biodiversità del pianeta, stanno velocemente diminuendo: negli ultimi tre secoli ne è stato perso circa l’85%.
Diverse soluzioni In alcuni Paesi il corso dei fiumi è stato deviato o fermato con grandi dighe per creare laghi artificiali: questi interventi hanno spesso causato danni all’ambiente e disagi alle popolazioni locali. In alcuni casi hanno provocato tensioni e conflitti (definiti guerre per l’acqua) tra Paesi attraversati da uno stesso fiume. In alcuni Paesi ricchi, come i produttori di petrolio della penisola araba, sono stati creati costosi impianti per desalinizzare l’acqua del mare e renderla potabile. Per portare l’acqua davvero a tutti, anche nei più sperduti villaggi, molte organizzazioni propongono invece di scavare piccoli pozzi per attingere acqua dal sottosuolo.
→ Secondo te, quali sono i cambiamenti ambientali che possono peggiorare l’approvvigionamento di acqua? Trova degli esempi sulla stampa o nei media online.
ACQUA E SERVIZI
IGIENICO-SANITARI
NEL MONDO
Indice di qualità dell’acqua e dei servizi igienico-sanitari (dove 100 è il punteggio massimo).
Alcuni obiettivi dell’Agenda 2030 focalizzano l’attenzione sull’economia planetaria e i suoi problemi. Diversi sono i traguardi che è necessario raggiungere nel breve periodo per creare lavoro per tutti e una produzione equa, solidale e innovativa. Anche i cittadini dispongono di un importante strumento: una nuova consapevolezza nei consumi e nelle scelte d’acquisto.
NUCLEO Sviluppo economico e sostenibilità
COMPETENZA 5-6
fine alla povertà in tutte le sue forme
I traguardi dell’Obiettivo 1
• Fare in modo che nessuna persona si trovi in condizioni di povertà assoluta.
• Ampliare i servizi sociali per aiutare le categorie più fragili.
• Fornire servizi sanitari e scolastici gratuiti per tutti.
• Creare nuovi posti di lavoro.
• Organizzare interventi di emergenza per i più poveri nel caso di catastrofi naturali o di problemi legati al cambiamento climatico.
Circa un miliardo di persone vive nel mondo con meno di 2 dollari al giorno: 1,90 dollari è secondo l’ONU la soglia minima per soddisfare i propri bisogni primari (cibo, casa, vestiti, salute, scuola). Questa condizione è considerata povertà assoluta. Esiste però anche una povertà relativa, che viene calcolata in base al costo della vita in ciascun Paese.
I più poveri Si è valutato che, in ogni parte del mondo, le persone più a rischio di povertà sono le donne e i bambini: le vedove, gli orfani, i piccoli delle famiglie numerose sono gli elementi più fragili della società, che spesso devono dipendere dagli uomini per la loro sopravvivenza. Il numero di poveri aumenta, poi, drammaticamente quando si verificano situazioni di emergenza: una guerra, una catastrofe naturale, i cambiamenti climatici che portano uragani oppure siccità nelle zone agricole, un’epidemia le gravi crisi economiche in cui molte persone perdono il lavoro.
Povertà e servizi Nei Paesi avanzati circa il 50% dei disoccupati riceve aiuti in denaro, ma questa percentua-
le scende all’1% nei Paesi meno avanzati. Non sono però solo i disoccupati a dover affrontare la povertà: sempre più numerosi sono i lavoratori che guadagnano troppo poco per mantenere la propria famiglia. Inoltre, la povertà non si misura solo in denaro, ma anche nella possibilità di accedere a servizi che permettano una vita serena e sicura. Molto dipende dalle scelte governative: in un territorio ben amministrato anche chi ha entrate ridotte vede garantiti i suoi diritti alla casa, alla scuola, alla salute.
I governi devono quindi creare programmi di protezione sociale per garantire a tutti, anche a chi non ha denaro per pagarseli, medici e ospedali, le reti delle infrastrutture (elettricità, acqua potabile, fognature, raccolta dei rifiuti), l’istruzione di base, la formazione professionale, un sistema pensionistico
→ Secondo te, quale tipologia di lavoratore è più a rischio di povertà? Puoi pensare al tipo di mestiere, al tipo di contratto, alla sua localizzazione o altro.
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1
I traguardi dell’Obiettivo 8
• Favorire la crescita economica.
• Creare nuovi posti di lavoro.
• Retribuire in modo uguale lavori di uguale valore.
• Abolire il lavoro minorile.
• Aiutare le piccole imprese locali.
Oggi, nel mondo, i disoccupati sono più di 200 milioni e per la maggior parte sono giovani. Inoltre, nei prossimi anni si affacceranno sul mercato del lavoro nuove generazioni di ragazzi e ragazze che oggi vanno ancora a scuola e che costituiscono il capitale umano del futuro
Un lavoro giusto Molti lavoratori sono pagati troppo poco oppure lavorano in modo irregolare, senza raggiungere una garanzia di sopravvivenza. Le lavoratrici hanno sempre retribuzioni più basse, anche quando svolgono lo stesso lavoro di un uomo. Non basta avere un lavoro: è importante che sia pagato giustamente, in accordo con il costo della vita del Paese dove si svolge.
Promuovere innovazione e sostenibile
I traguardi dell’Obiettivo 9
Deve essere un lavoro dignitoso, cioè che rispetti le persone e la loro libertà. È fondamentale inoltre la cura per l’ambiente e la salute di lavoratori e consumatori. Dove è possibile, il lavoro deve lasciare spazio alla creatività e alle nuove idee.
Lavoro minorile Il lavoro minorile è stato per diversi anni in diminuzione, ma ha di nuovo cominciato ad aumentare: oggi sono circa 160 milioni i bambini e ragazzi che svolgono un mestiere. In alcuni Paesi il lavoro minorile è ammesso, in altri è vietato per legge ma tollerato dalle autorità. Pagati pochissimo, sono impiegati in agricoltura, nell’artigianato, in vari tipi di servizi (bar e ristoranti, botteghe, trasporti) oppure come domestici presso famiglie ricche. Non possono giocare e andare a scuola, hanno spesso problemi di salute e nella crescita.
→ Secondo te, quali interventi sarebbero utili per combattere il lavoro minorile?
Approfondisci cercando in rete le organizzazioni internazionali che si occupano di questo problema.
NUCLEO Cittadinanza digitale COMPETENZA 10 Infrastrutture Circa 2 miliardi e mezzo di persone sul pianeta non dispongono di energia elettrica in modo continuativo e a un miliardo e mezzo manca del tutto. Oltre un miliardo di persone non possiede servizi di telefonia affidabili; nei Paesi meno avanzati solo una persona su 5 usa Internet. Anche le vie e i mezzi di comunicazione sono spesso inadeguati.
• Sviluppare l’industria nei Paesi meno avanzati.
• Aiutare le piccole imprese a rinnovare macchinari e tecniche di lavoro.
• Investire nella ricerca scientifica e tecnologica e nella sua diffusione.
• Portare Internet e le nuove tecnologie anche nelle aree meno avanzate.
Industria per lo sviluppo L’attività industriale è indispensabile per creare sviluppo: un Paese economicamente avanzato non dipende dalle importazioni, ma ha un’industria che produce i beni necessari alla sua popolazione, creando profitto e occupazione. Mentre in Europa e Nord America le fabbriche di prodotti high-tech sono il 48% del totale, queste sono solo il 10% nei Paesi meno avanzati.
Ricerca Oggi la ricerca scientifica è concentrata nei Paesi più avanzati. Elettronica, telecomunicazioni, biotecnologie sono alcuni dei campi dove vengono sperimentate nuove idee che saranno poi applicate all’industria. È necessario che queste innovazioni (comprese quelle in via di maggior sviluppo, come l'Intelligenza Artificiale) attraversino i confini e siano messe a disposizione di quei Paesi che, attualmente svantaggiati, vogliono raggiungere una crescita economica in modo sostenibile.
→ Non avere connessione a Internet può compromettere lo sviluppo di un’impresa? Rispondi con l'aiuto di un chatbot di tua scelta e confronta la tua risposta con le altre della classe. COMPLETA LO STUDIO IA
NUCLEO Sviluppo economico e sostenibilità
I traguardi dell’Obiettivo 10
• Far crescere il reddito dei più poveri più velocemente di quello medio.
• Far aumentare il reddito senza distinzione di età, sesso, religione, origine geografica.
• Abolire tutte le leggi che mantengono differenze tra i cittadini.
• Assicurare a tutti le stesse possibilità di studio, di cure e di lavoro.
• Creare leggi sulle tasse, sulla vita sociale e sul lavoro che proteggano le classi più povere.
Oggi la ricchezza è sempre più concentrata nelle mani di pochi: questo significa che la forbice tra ricchi e poveri si è allargata. Se non è inclusiva, la crescita economica non è sufficiente per ridurre la povertà diffusa.
Paesi ricchi, Paesi poveri Negli ultimi anni l’economia di alcuni Paesi, come per esempio la Cina, è cresciuta moltissimo, avvicinandosi a quella dei Paesi sviluppati. Al contrario, è aumentata enormemente la distanza con i Paesi più poveri, per lo più situati nell’Africa subsahariana e nell’Asia meridionale. Globalmente, si è calcolato che l’1% della popolazione possiede circa la metà della ricchezza totale del pianeta, mentre metà della popolazione mondiale ne possiede solo lo 0,5%.
Enormi differenze La disuguaglianza di reddito è molto accentuata anche all’interno dei singoli Stati. In alcuni
Paesi poche famiglie possiedono enormi fortune, mentre la grande maggioranza della popolazione ha redditi ai limiti della sopravvivenza. Ci sono inoltre disuguaglianze in base alle differenze di genere o etniche e tra diverse zone di uno stesso Paese: le regioni più periferiche risultano a volte abbandonate dal governo centrale. Anche nei Paesi avanzati le disuguaglianze economiche possono essere notevoli.
Più equità Ridurre le disuguaglianze non è solo una scelta di giustizia, ma una necessità: le differenze di reddito sono un ostacolo per l’economia perché diminuiscono i consumi e quindi la produzione. Questo è confermato dal fatto che i Paesi con governi che combattono attivamente le disuguaglianze (come quelli dell’Europa nordica) sono oggi tra i più ricchi del mondo: il denaro raccolto grazie al prelievo fiscale viene utilizzato per l’intera popolazione, in modo da permettere a tutti una buona qualità di vita e le stesse opportunità per il futuro.
→ Secondo te, quali sono i sintomi principali di una profonda disuguaglianza all’interno di uno stesso Paese? Discutine insieme al resto della classe.
IL PIL PRO CAPITE
più di 25.000 $ 1000-5000 $ 15.000-25.000 $ meno di 1000 $ 5000-15.000 $ nessun dato
I traguardi dell’Obiettivo 12
• Utilizzare le risorse naturali del pianeta in modo sostenibile e responsabile.
• Dimezzare lo spreco alimentare nella produzione, nella distribuzione e nel consumo
• Ridurre la quantità di rifiuti attraverso il riciclo e il riutilizzo.
• Informare in modo completo i consumatori.
• Diffondere la tecnologia per rendere più sostenibili produzione e consumo.
sviluppo sostenibile è uno sviluppo economico e sociale compatibile con la salvaguardia dell’ambiente : uno sviluppo che cancella le disuguaglianze e diritti delle future generazioni ad avere una buona qualità della vita.
Per estendere lo stile di vita dei Paesi ricchi (Europa, Nordamerica e Asia orientale determinano il 70% dei consumi globali) a tutta l’umanità sarebbero necessari tre pianeti delle dimensioni della Terra. In realtà, il problema non è la mancanza di risorse, ma soprattutto il loro spreco e sottoutilizzo
Che cos’è lo sviluppo sostenibile
Risorse e consumi Ogni attività umana utilizza le risorse della Terra: acqua, suolo, piante e animali, minerali e fonti energetiche vengono adoperati e trasformati per produrre i beni che consumiamo. Ma queste risorse non sono infinite. Alcune, come la maggior parte dei minerali, non sono rinnovabili, perché disponibili solo in determinate quantità sul pianeta; altre, come per esempio il carbone, hanno bisogno di tempi lunghissimi per ricrearsi; altre ancora, come certi suoli e acque, sono state irrimediabilmente inquinate.
Lo sviluppo cui dobbiamo puntare è detto “sostenibile” perché la crescita economica si deve “autosostenere” nel tempo. Non deve cioè portare a una crisi futura, privando chi è giovane oggi di una buona qualità della vita in futuro. Si tratta innanzitutto di proteggere l’ambiente: la Terra è la nostra casa e rispettarla è rispettare noi stessi e il nostro futuro. Occuparsi dei problemi ambientali però significa anche occuparsi di tutto quello che riguarda l’economia, cioè che cosa e come produrre, e la società, cioè le persone. È indispensabile che lo sviluppo economico non si basi più sul consumo indiscriminato delle risorse della Terra e che tutti i cittadini del mondo possano godere dei diritti fondamentali per una vita dignitosa.
Anche consumare in modo irresponsabile può essere un pericolo. Quando gettiamo grandi quantità di merci (cibo,
vestiti, altri oggetti) nella spazzatura, non è solo un problema per lo smaltimento dei rifiuti, ma abbiamo anche sprecato le risorse di base che sono servite per produrle. Economia circolare Grazie alla moderna tecnologia si può arrivare a riciclare oltre l’80% dei materiali di scarto. Dalla materia prima così ottenuta, l’industria produce nuovi oggetti, annullando gli sprechi. Il cibo ancora commestibile eliminato dalla distribuzione e dalla ristorazione può essere utilizzato per offrire pasti gratuiti, mentre quello scaduto viene compostato per diventare concime naturale per l’agricoltura.
Impegno di tutti In questo processo sono coinvolti le amministrazioni, le imprese e anche i consumatori. Oltre a riciclare è importante anche ridurre i consumi, acquistando solo ciò di cui si ha veramente bisogno o che si è certi di utilizzare. Quando un oggetto può essere adoperato in momenti diversi da più persone può essere utile la condivisione (come nel car o bike sharing).
Inoltre, un comportamento sostenibile prevede di allungare la vita di un oggetto, riparandolo quando è rotto invece di eliminarlo. Si può anche decidere di comprare più spesso oggetti usati (abbigliamento, libri, elettrodomestici, veicoli ecc.) invece che nuovi.
→ Secondo te, quali accorgimenti possiamo adottare per non sprecare cibo in famiglia e nelle nostre comunità? Stilate un elenco e verificate quali punti ricevono più adesioni, valutandone le motivazioni.
L’
Agenda 2030 si occupa delle prospettive ambientali per il futuro del pianeta. Non è possibile infatti un impegno per lo sviluppo economico e per ottenere migliori condizioni di vita per la popolazione mondiale se la comunità internazionale non interviene decisamente per fermare inquinamento, consumo eccessivo di risorse e cambiamento climatico.
NUCLEO Sviluppo economico e sostenibilità
COMPETENZA 5-6
I traguardi dell’Obiettivo 7
• Garantire in ogni parte del pianeta la possibilità di ottenere energia in modo comodo, sicuro e conveniente.
• Aumentare la quota di energie rinnovabili sul consumo totale di energia.
• Aumentare gli investimenti della ricerca per un’energia sostenibile.
• Far accedere i Paesi meno avanzati alle nuove tecnologie in campo energetico.
L’energia è un elemento fondamentale per ogni attività umana e per il futuro del pianeta.
L’accesso alle fonti energetiche è essenziale per lo sviluppo economico. È però necessario che diventi più sostenibile, assicurando a tutti l’utilizzo delle moderne tecnologie, migliorando l’efficienza energetica e accrescendo l’uso di risorse rinnovabili.
Pulita e rinnovabile Deve essere sempre più intenso l’utilizzo delle fonti energetiche “pulite”, cioè che non producono inquinamento dell’aria, dell’acqua o del suolo. Per esempio, è importante che gli impianti per la produzione di energia (come le grandi centrali idroelettriche) non abbiano effetti negativi sull’ambiente, distruggendo spazi naturali, cacciando animali dai loro habitat, costringendo comunità umane ad abbandonare le proprie case. È necessario rendere più conveniente l’energia ricavata dalle fonti rinnovabili (sole, acqua, vento, biomasse) in modo da soddisfare il fabbisogno energetico dell’umanità in continuo aumento. Si devono perciò sviluppare nuove tecnologie e riqualificare le infrastrutture, in modo da associare la sostenibilità a costi di produzione via via più ridotti.
Riduzione dei consumi L’industria deve produrre oggetti che utilizzano sempre meno energia: elettrodomestici che richiedono meno elettricità, automobili e mezzi agricoli più efficienti, impianti di riscaldamento intelligenti, lampadine a led per l’illuminazione ecc. Nelle città le reti di infrastrutture energetiche devono essere improntate al risparmio, ben organizzate e mantenute in buono stato per evitare gli sprechi. Nelle case si deve controllare che gli impianti siano a norma, cioè in regola secondo le leggi.
Energia per tutti Ancora oggi, tra tutti gli abitanti della Terra, 1 su 5 non è collegato a una moderna rete elettrica. Questo costituisce un ostacolo insormontabile per lo sviluppo economico: per il funzionamento di macchinari, per l’uso di computer e il collegamento alla rete Internet, per la comunicazione e la diffusione di informazioni, oltre che per tutti gli utilizzi dell’elettricità nella vita quotidiana delle famiglie e degli insediamenti (per esempio per l’illuminazione stradale).
→ Secondo te, quali soluzioni sostenibili si possono proporre per portare elettricità nelle zone più disagiate? Trova in rete esempi realizzati di impianti di energia rinnovabile nei Paesi meno avanzati.
NUCLEO Sviluppo economico e sostenibilità
COMPETENZA 5-6
I traguardi dell’Obiettivo 13
• Fermare l’aumento delle temperature utilizzando tutti gli strumenti e le strategie in agricoltura, nei trasporti, nel consumo di energia, nella protezione delle foreste.
• Aumentare la ricerca sul cambiamento climatico, in modo da migliorare le conoscenze e le capacità di azione.
• Aiutare le popolazioni, soprattutto quelle dei Paesi più poveri, ad affrontare le conseguenze del riscaldamento globale e dei disastri naturali.
• Fare in modo che tutti i governi inseriscano nei loro piani la lotta al cambiamento climatico.
Il riscaldamento globale è il più pressante problema che tutti i popoli del pianeta devono affrontare contemporaneamente e la sfida centrale per lo sviluppo sostenibile. La temperatura dell’atmosfera che circonda la Terra sta aumentando sempre più.
Tutto il pianeta Ondate di caldo, siccità, uragani, alluvioni interessano ormai tutti i Paesi, ma soprattutto quelli delle fasce climatiche estreme come le zone desertiche e predesertiche e le aree circumpolari: oltre 3 miliardi di persone vivono in queste regioni.
In molte aree tropicali assistiamo a lunghi periodi di siccità e alla desertificazione; in altre ci sono piogge violentissime: il riscaldamento può avere infatti effetti meteorologici diversi, a volte addirittura opposti.
Nelle zone polari le calotte glaciali stanno lentamente sciogliendosi. Anche le aree a clima temperato, però, sono sempre più spesso soggette a fenomeni estremi e distruttivi, come alluvioni e uragani.
Effetto serra e deforestazione Molte attività dell’essere umano sono state poco lungimiranti: hanno tratto degli immediati vantaggi, ma non hanno tenuto conto delle possibili conseguenze sull’ambiente e sulla vita delle prossime generazioni.
Esse, infatti, sono le principali responsabili di questo fenomeno che, in un circolo vizioso, si ritorce con effetti negativi sulla vita dell’umanità.
Buone pratiche Per fermare l’aumento della temperatura non c’è una sola soluzione: ci sono molte cose che si possono fare, ma vanno fatte presto e tutte insieme. Utilizzare fonti di energia (per l’industria, per i trasporti, per la produzione di elettricità) che non producono gas serra è una di queste. Smettere di diboscare e piantare nuove foreste è un’altra azione indispensabile.
Consumi È però importante agire anche sui nostri comportamenti: come e che cosa consumiamo, come ci riscaldiamo e ci spostiamo, quali sono le nostre abitudini alimentari.
Per esempio, nei Paesi ricchi il consumo di carne è altissimo e in continua crescita. Anche i grandi allevamenti producono emissioni di gas che contribuiscono all’effetto serra; inoltre, per lasciare spazio a nuove colti vazioni di foraggio si abbattono zone di foresta, aumentando così la quantità di anidride carbonica nell’atmosfera. Quindi, anche mangiare meno carne e diventare un po’ più vegetariani può essere un valido aiuto per il pianeta.
→ Secondo te, a che cosa dobbiamo rinunciare al più presto per attenuare il riscaldamento climatico? Stendi un elenco di quello che potresti fare tu personalmente.
I traguardi dell’Obiettivo 14
• Ridurre l’inquinamento marino, anche proveniente dalla terraferma.
• Regolare la pesca, in modo da ricostituire le riserve di pesce.
• Aiutare i piccoli pescatori locali.
• Aumentare gli aiuti alla ricerca scientifica che si occupa del mare.
• Creare aree marine protette su almeno il 10% delle zone costiere del pianeta.
La vita sulla Terra dipende da oceani e mari. Le loro acque coprono la maggior parte della superficie terrestre e creano il più vasto ecosistema del pianeta. Producono oltre metà dell’ossigeno che respiriamo, riciclano i rifiuti organici nella catena alimentare e assorbono l’anidride carbonica, permettono i trasporti e costituiscono anche un’importante riserva di cibo per milioni di persone.
Regolazione del clima I mari accumulano calore nei mesi più caldi e lo restituiscono d’inverno: in questo modo fanno sì che sulla Terra si creino gli habitat perfetti per la vita degli uomini e degli altri esseri viventi. Atmosfera e acque oceaniche fanno parte di un unico indivisibile sistema climatico. Il riscaldamento dell’atmosfera, provocato dall’inquinamento, ha fatto aumentare la temperatura degli oceani con gravi conseguenze per gli ecosistemi. La fauna e la flora acquatiche si sono spostate in aree diverse da quelle di origine, seguendo le temperature adatte al loro sviluppo; a volte questo ha portato alla scomparsa delle specie locali.
Uragani e ghiacciai Un uragano aumenta la propria forza assorbendo il calore e l’umidità che incontra sulla superficie del mare: via via che aumenta la temperatura dell’acqua diventa sempre più violento e distruttivo. Collegato al riscaldamento del clima è anche lo scioglimento dei ghiacciai polari. Questo provoca un aumento del livello delle acque marine, creando problemi sulle coste soprattutto delle piccole isole.
Pesca eccessiva Nei mari e negli oceani, alle varie profondità, vivono milioni di specie animali, alcune delle quali catalogate, ma per la maggior parte sconosciute. Nonostante la presenza di una fauna così abbondante, da
diversi anni è sempre più grave il pericolo della pesca eccessiva (conosciuta con il termine inglese di overfishing). La richiesta di pesce è in aumento in tutto il mondo. Questo ha portato a pescare anche i pesci piccoli, non lasciando il tempo necessario per una loro riproduzione. Il pericolo è soprattutto nelle acque costiere dove si rischia di esaurire completamente le specie più richieste dal mercato. In questo modo si danneggia tutta la fauna marina, perché si interrompono le catene alimentari.
Plastica Attualmente solo il 10% della plastica viene riciclato, mentre la maggior parte finisce in mare dove rimane per lunghissimo tempo. A causa delle correnti oceaniche, gli oggetti di plastica galleggianti si accumulano in immense isole di spazzatura: la più estesa si trova nell’Oceano Pacifico, a nord dell’arcipelago delle Hawaii, e ha una superficie grande come l’intera Francia. Molto pericolosi sono i frammenti di plastica più piccoli di 2 millimetri (chiamati microplastiche) che vengono ingoiati da pesci e altri animali marini, entrando quindi nelle catene alimentari.
LO STUDIO
→ Secondo te, quali azioni è prioritario intraprendere per la salute degli oceani? Che cosa pensi dell’attuale consumo di pesce?
I traguardi dell’Obiettivo 15
• Fermare la deforestazione e piantare nuovi alberi.
• Arrestare la diminuzione di biodiversità e proteggere le specie animali e vegetali a rischio di estinzione.
• Inserire nei programmi di tutti i governi la protezione della biodiversità.
• Porre fine al bracconaggio, cioè alla caccia illegale, e al commercio incontrollato di legname.
• Prevenire l’introduzione nei vari ambienti (acquatici e terrestri) di specie diverse che potrebbero sostituirsi a quelle locali.
Si pensa che vivano sul nostro pianeta circa 8 milioni di specie animali e vegetali, per la grande maggioranza ancora sconosciute agli esseri umani. Molte di queste non verranno mai analizzate, perché il ritmo di estinzione sta aumentando ed è sempre più veloce. Il continente asiatico è il più colpito, a causa di un’agricoltura poco sostenibile e dell’eccessivo prelievo di specie selvatiche.
Lista rossa L’IUCN ha compilato un elenco, la Lista rossa delle specie minacciate, che sono circa il 28% di tutte le specie conosciute.
Sono classificate secondo una scala che va da quelle meno in pericolo a quelle seriamente minacciate, fino a quelle ormai estinte, ossia il cui ultimo esemplare esistente sul pianeta è scomparso. La lista è in costante au-
SPECIE IN PERICOLO
Le percentuali di specie in pericolo secondo la Lista rossa IUCN: in pericolo di estinzione in pericolo vulnerabile
Mammiferi
Uccelli
Rettili
Anfibi
Pesci
Insetti
Molluschi
Piante
→ Il leopardo dell’Amur oggi è considerato il felino più raro al mondo: sono appena 103 gli esemplari rimasti in natura, dei quali solamente 6 femmine.
mento: secondo l’aggiornamento del 2022, i più fragili sono gli anfibi (41%), seguiti dalle conifere (34%); ma il rischio esiste anche per il 27% dei mammiferi, il 13% degli uccelli, il 37% degli squali, il 21% dei rettili, il 36% delle barriere coralline.
Minacce alla biodiversità Ogni anno circa 120.000 km2 di territorio sono ridotti a deserto (desertificazione) per il riscaldamento climatico e il diboscamento. Gli alberi vengono tagliati per far posto a insediamenti, per creare vie di comunicazione in zone ricche di minerali, per ricavare legname.
Ma ben il 90% dei 100 milioni di ettari persi tra il 2000 e il 2020 sono stati utilizzati per nuovi terreni agricoli o da pascolo. Tra l’altro, sono in larga maggioranza i sistemi agricoli che provocano degrado dei suoli, infestazione di parassiti, distruzione degli insetti impollinatori.
Inoltre la biodiversità è messa in pericolo anche dall’eccessiva selezione delle specie coltivate: le piante che ci possono fornire cibo sono diverse migliaia, ma di esse solo 9 rappresentano i due terzi del totale dei raccolti mondiali.
Muri di alberi In diverse zone a grande rischio di desertificazione sono stati avviati progetti per la piantumazione di milioni di alberi, con lo scopo di impedire l’erosione dei suoli e l’arrivo di sabbia dal deserto. Un esempio è la Great Green Wall, a cui su invito dell’ONU hanno aderito 11 Paesi dell’Africa subsahariana.
→ Secondo te, come dovremmo intervenire per salvaguardare boschi e foreste? Trova in rete esempi di organizzazioni e associazioni che promuovono la piantumazione di alberi.
L’Agenda 2030 non trascura l’importanza delle relazioni tra le persone e tra le istituzioni. Società più giuste e solidali possono nascere solo se si valorizza la collaborazione tra pari a vari livelli, se si rispettano i diritti umani, se le comunità urbane si organizzano in modo sostenibile, se si impediscono guerre e violenze di ogni genere.
NUCLEO Sviluppo economico e sostenibilità
COMPETENZA 5-6
Promuovere l’uguaglianza tra uomini e donne
I traguardi dell’Obiettivo 5
• Dare valore al lavoro che le donne svolgono in famiglia.
• Incoraggiare le donne e le ragazze a partecipare alla vita politica ed economica.
• Proteggere la salute delle donne.
• Creare leggi che garantiscano alle donne la parità nella proprietà, nelle eredità e nell’accesso alle risorse naturali.
• Creare iniziative che aiutino le ragazze ad avere fiducia in se stesse.
• Mettere fine ai matrimoni precoci e a tutti i tipi di violenza contro le donne di ogni età.
La disparità di genere, cioè la disuguaglianza di diritti tra uomini e donne, è diffusa in tutto il mondo, anche se in misura e modi diversi nei vari Paesi. Quando la disparità di diritti è molto forte diventa un ostacolo alla crescita economica, alla lotta contro la povertà, al raggiungimento di un livello di benessere generale.
Discriminazioni in famiglia In alcuni Paesi le donne sono sottomesse alla volontà del padre e spesso devono accettare un matrimonio combinato. Poiché si pensa che il loro futuro sia soprattutto quello di mogli e di madri, in queste società le ragazze smettono di andare a scuola prima dei loro compagni maschi. Ci sono poi Paesi dove le donne non hanno diritto alla proprietà della terra, né possono avere un proprio conto in banca. Anche la testimonianza di una donna in tribunale può avere meno valore di quella di un uomo.
Disparità sul lavoro Le donne subiscono discriminazioni anche in Paesi che sono considerati socialmente avanzati, come quelli dell’Europa settentrionale. Secondo le statistiche, la percentuale di donne che lavora è dappertutto più bassa di quella degli uomini e questo significa soltanto che molti dei lavori svolti non sono retribuiti: ancora oggi, infatti, sono soprattutto le donne che si occupano gratuitamente del cibo, della casa, dei figli, degli anziani. Inoltre nei momenti di crisi (come la recente pandemia) sono le prime a essere licenziate.
Differenze nella retribuzione Anche gli stipendi delle lavoratrici sono in tutto il mondo più bassi di quelli degli uomini. Solo un Paese, l’Islanda, ha creato una legge che obbliga le aziende a pagare in modo uguale i dipendenti maschi e femmine. Ai vertici delle grandi aziende quasi tutte le donne si scontrano con un “soffitto di cristallo”: anche le più capaci, infatti, non riescono ad arrivare ai vertici della carriera. Anche nella politica le donne sono poco numerose: per questo in certi Paesi si è deciso di stabilire le quote rosa, cioè una percentuale di seggi riservata alle candidate.
→ In quali altri ambiti puoi osservare un divario di genere? Secondo te, come si potrebbero sensibilizzare le giovani generazioni sul diritto alla parità di genere?
I traguardi dell’Obiettivo 11
• Garantire a tutti case sane e ben attrezzate.
• Organizzare una rete di trasporti efficiente e a basso costo.
• Aumentare parchi e altre aree verdi.
• Migliorare le reti delle infrastrutture.
• Predisporre servizi sociali soprattutto per anziani, disabili, bambini.
• Rendere più organizzate e accoglienti le periferie.
• Aiutare i Paesi meno avanzati a costruire nuovi quartieri e edifici sostenibili.
Le città sono i luoghi dove si formano le idee, dove nascono cultura e scoperte scientifiche, dove si sviluppano la produttività e i commerci. In molti casi l’inurbamento ha permesso alle persone di migliorare la loro condizione sociale ed economica. Tuttavia, ogni città deve oggi affrontare la difficile sfida di conservare il suo ruolo sociale di centro propulsivo senza compromettere il territorio e le risorse.
Impatto sull’ambiente Se continuerà l’andamento attuale, tra qualche decennio nel pianeta 7 persone su 10 vivranno in un centro urbano. Già oggi, però, pur occupando solo il 3% della superficie terrestre, le città consumano l’80% di energia e producono il 75% dell’anidride carbonica.
Le dimensioni di questo fenomeno ci fanno capire quanto sia importante che le città possano crescere in modo ordinato e sostenibile sia per l’ambiente urbano, sia per il territorio circostante.
Città solidali Oltre all’ambiente, l’attenzione per uno sviluppo sostenibile dei centri urbani deve essere posta sulle condizioni di vita dei cittadini. Anche se città ben pianificate e organizzate possono contribuire alla crescita, la crescita troppo rapida e disordinata delle periferie genera soltanto aree di sottosviluppo. Sono infatti oltre un miliardo le persone che vivono nelle baraccopoli del pianeta e che non possono accedere a servizi e infrastrutture essenziali: l’85% di esse vivono in Asia meridionale, in Asia sud-orientale e nell’Africa subsahariana.
Per combattere povertà e degrado le città devono offrire opportunità di lavoro e una qualità della vita accettabile per tutti, con accesso a servizi sociali, scuola, strutture sanitarie, reti infrastrutturali, spazi verdi e ricreativi. Indispensabile è anche la partecipazione dei cittadini alle scelte per la comunità.
Trasporti L’organizzazione dei trasporti è una delle questioni fondamentali da affrontare per il futuro di una città: traffico e inquinamento sono infatti tra i principali nemici di una città sostenibile. Le città che vengono definite smart city, cioè «città intelligenti», hanno innanzitutto trovato soluzioni brillanti per risolvere questo problema: potenziamento del trasporto pubblico per diminuire quello privato, aumento delle piste ciclabili, incentivi al car sharing, tecnologie informatiche applicate alla viabilità. NUCLEO Sviluppo
→ Secondo te, quali sono altri problemi che devono risolvere le grandi città? Quali sono invece i problemi che riscontri nel tuo quartiere? Discutine con i tuoi compagni e le tue compagne.
I traguardi dell’Obiettivo 16
• Ridurre ogni forma di violenza.
• Garantire a tutti la possibilità di ricorrere ai tribunali per ottenere giustizia.
• Combattere il traffico di armi e ogni forma di criminalità organizzata.
• Promuovere leggi contro il razzismo e le discriminazioni.
• Proteggere i diritti umani e le libertà fondamentali.
• Eleggere ovunque governi capaci, responsabili e onesti.
La pace è una condizione indispensabile per costruire delle società giuste e solidali. È fondamentale però anche per raggiungere o mantenere un buon livello di sviluppo economico. Infatti le guerre, oltre a distruggere insediamenti e vite umane, costituiscono un arresto di quasi tutte le attività produttive.
Danni di guerra Nei periodi di guerra la maggior parte dei campi agricoli non viene più coltivata e diminuisce la disponibilità di cibo. Le conseguenze rimangono poi per lungo tempo: in molte aree restano le letali mine antiuomo che rendono inutilizzabili i terreni per anni anche dopo la fine della guerra. Nel dopoguerra bisogna ricostruire abitazioni, edifici pubblici, fabbriche, vie di comunicazione. Anche il patrimonio artistico e le testimonianze storiche sul territorio rischiano di essere per sempre compromessi.
Capitale umano Le guerre causano soprattutto perdita di vite umane, ferimenti, mutilazioni; intere generazioni di uomini sono costrette a combattere. In questo periodo sul pianeta è presente il più alto numero di guerre dalla fine della Seconda guerra mondiale, con circa un quarto degli esseri umani che vive in situazioni di conflitto. Si creano inoltre milioni di profughi, che devono abbandonare le proprie case e chiedere asilo in un altro Paese. Nei periodi di guerra ragazzi e ragazze hanno difficoltà a frequentare la scuola, vedendo quindi compromesso il loro futuro. In molti Paesi si verifica la realtà dei bambini-soldato che sono strappati alle loro famiglie e educati a combattere. In tutto il mondo continua il traffico di armi Diritti umani Anche in tempo di pace, però, si sviluppano varie forme di violenza. Alcuni Paesi sono governati da dittature, dove i cittadini non possono esprimere liberamente le proprie opinioni poiché gli oppositori sono incarcerati o subiscono altre forme di repressione. Sono violenti anche i diversi tipi di terrorismo, che non esitano a sacrificare vite umane per opporsi ai governi esistenti. In ogni Paese, inoltre, sono attive le mafie, cioè associazioni di criminalità organizzata che arrivano a costituire un governo alternativo del territorio: usando la violenza controllano le attività economiche e le scelte di vita di molte persone. Nel 2021 sono stati registrati in 35 Paesi 320 uccisioni di difensori dei diritti umani, attivisti, giornalisti, sindacalisti
→ Secondo te, in che modo l’informazione può aiutare la pace? Avviate un dibattito in classe, portando anche esempi da quotidiani e magazine online.
NUCLEI Costituzione / Sviluppo economico e sostenibilità
I traguardi dell’Obiettivo 17
• Elaborare piani nazionali, indicando quali sono i problemi più urgenti da risolvere.
• Incoraggiare i governi a istituire politiche per lo sviluppo sostenibile.
• Aumentare gli aiuti allo sviluppo e promuovere gli investimenti nei Paesi meno avanzati.
• Condividere le scoperte scientifiche e le innovazioni tecnologiche a condizioni favorevoli per i Paesi meno avanzati.
• Favorire gli scambi commerciali, togliendo ostacoli alle esportazioni dei Paesi meno avanzati.
Per raggiungere gli Obiettivi dell’Agenda 2030 è necessario che gli Stati, le organizzazioni internazionali, le aziende, le associazioni e i cittadini collaborino tra loro sempre di più. Si devono attivare le energie e le risorse di tutti, in tutto il mondo, per portare i Paesi meno avanzati a livelli di sviluppo simili a quelli dei Paesi ricchi.
Cooperazione globale Molti Paesi poveri sono in realtà ricchissimi di risorse naturali e di manodopera. Ma la strada verso lo sviluppo è ostacolata dalla gestione del commercio mondiale operata dalle multinazionali, che stabiliscono prezzi e condizioni. Un primo passo è quindi quello di creare regole giuste e solidali nei rapporti commerciali tra le varie parti del pianeta. Per compensare lo sfruttamento che è avvenuto in passato, queste regole devono essere decisamente favorevoli verso i Paesi meno avanzati, per esempio non facendo pagare dazi sulle importazioni dei loro prodotti: in questo modo potranno esportare di più e a prezzi per loro più vantaggiosi.
Debito Un secondo passo è quello di cancellare i debiti con le banche internazionali: ci sono Paesi che ogni anno devono restituire una quantità di denaro (prestiti + interessi) superiore al loro PIL. Quando questo avviene, non possono fare investimenti per migliorare la vita della propria popolazione. In realtà nei Paesi meno avanzati il debito è in continua crescita.
Tecnologia Un’altra strada per aiutare lo sviluppo è quella della diffusione delle scoperte scientifiche e tecnologiche, sviluppate dalla ricerca dei Paesi avanzati sia nel campo della sostenibilità ambientale, sia in quello dell’informazione e della comunicazione. Risparmiare energia, coltivare con tecniche moderne e non inquinanti, utilizzare l’informatica per gestire le risorse e la produzione: sono tutti esempi di come sia importante condividere le più avanzate conquiste della conoscenza.
Aiuti allo sviluppo I contributi internazionali sono la principale fonte di denaro per molti Paesi poveri. L’ONU ha stabilito che tutti gli Stati avanzati devono destinare a questi aiuti almeno lo 0,7% del PIL. Ma solo pochissimi (alcuni Paesi dell’Europa settentrionale) hanno raggiunto questa quota. Circa il 90% degli aiuti è pubblico, cioè proviene dai governi, che li indirizzano direttamente ad altri Paesi oppure li conferiscono a organizzazioni internazionali che operano sui territori. Il resto arriva da associazioni private, ONG, aziende o anche dal denaro inviato a casa dai migranti. Sono molto importanti anche le collaborazioni Sud-Sud, cioè gli aiuti economici e di conoscenze che si scambiano i Paesi in via di sviluppo: poiché hanno problemi simili, comprendono meglio difficoltà ed esigenze reciproche.
→ La quota più elevata di contributi ai Paesi a basso reddito viene dalle rimesse degli emigrati. Ipotizza in quali modi possono aiutare l’economia di una comunità locale, facendo se possibile degli esempi.
1 Scegli la risposta corretta.
1. Qual è la lingua più parlata al mondo?
Svolgi gli esercizi in modalità interattiva sull’eBook+ o sull’app librARsi
a il mandarino b il cantonese c l’inglese
2. Qual è la famiglia linguistica più vasta?
a l’indoeuropea b la sino-tibetana c l’afroasiatica
3. Qual è la religione più diffusa al mondo?
a Islam b Induismo c Cristianesimo
4. Quale religione è la più antica?
a Confucianesimo b Induismo c Cristianesimo
2 Indica quali frasi sono vere V o false F.
1. Nel mondo gli stati multietnici sono una minoranza. V F
2. L’etnia più numerosa è quella Han. V F
3. I popoli tribali vivono solo in Africa e in Sudamerica. V F
4. Nel mondo si parlano circa 1000 lingue diverse. V F
5. La famiglia delle lingue indoeuropee ha origine in Asia. V F
6. Il gruppo delle lingue semitiche comprende l’arabo e l’ebraico. V F
7. Il Taoismo si basa sul libro sacro del Talmud. V F
8. Il protestantesimo è nato nel XVI secolo. V F
3 Individua il completamento corretto.
1. Un sistema urbano è policentrico:
a quando molte città si raggruppano intorno a un centro più grande.
b quando è costituito da città che hanno più o meno la stessa grandezza.
2. Oggi le città del Nord del mondo:
a sono soprattutto città industriali.
b sono soprattutto città terziarie.
3. Nelle città del Sud del mondo:
a il centro storico è spesso un quartiere moderno con alti grattacieli.
b il centro storico è occupato dalle baraccopoli.
4. La città sostenibile:
a è una città che si allarga nelle campagne circostanti.
b è una città con un buon equilibrio tra esigenze urbane e impatto ambientale.
4 Scegli il completamento esatto tra quelli proposti.
1. La maggior parte dei conflitti ha alla base una causa: a religiosa b economica c etnica
2. Una delle cause fondamentali del terrorismo è sicuramente: a la disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza.
b i diritti di sfruttamento delle multinazionali del petrolio.
c la sovranità sulle acque del Mediterraneo.
3. La guerra ibrida è una nuova forma di guerra che utilizza: a armi convenzionali. b intelligenze e forze speciali. c entrambe (a e b).
5 Collega le seguenti organizzazioni al rispettivo campo d’azione.
1. UNICEF
2. UNESCO 3. WHO 4. NATO 5. UA 6. WTO
a. eroga fondi a Paesi in difficoltà
b. persegue obiettivi economici e politici nel continente africano
c. si occupa di bambini in condizioni disagiate
d. si occupa di scuola e di ricerca scientifica
e. riunisce i Paesi produttori di petrolio
f. regola i rapporti commerciali
g. riunisce Stati Uniti e Paesi occidentali con scopi di difesa
h. si occupa di salute e progetti sanitari
6 Scegli 3 obiettivi e spiegane l’argomento.
7. OPEC 8. FMI
7 Rispondi alle domande.
a. Perché l’Agenda 2030 ha questo nome?
b. Perché gli Obiettivi sono definiti globali?
c. Che cosa significa “Sviluppo sostenibile”
d. Che cosa significa “Nessuno escluso”?
Negli ultimi anni il sistema economico si sta confrontando, a livello globale, con grandi problematiche, in buona parte legate alle fonti energetiche tradizionali, in primis petrolio e carbone. Queste risorse, infatti, si stanno progressivamente esaurendo e sono tra le maggiori responsabili dell’inquinamento ambientale a livello globale. Insomma, il sistema economico attuale sembra essere arrivato a una sorta di vicolo cieco, in cui l’unica speranza per il futuro appare quella di una decisa inversione a U, una riconversione verso un sistema ecocompatibile e sostenibile.
Green economy, «economia verde», la chiamano gli esperti: questa pare essere la strada per il futuro. La green economy potrebbe avere forti ricadute positive in termini di occupazione. Avremo, infatti, le chance occupazionali offerte dai cosiddetti green jobs, cioè quei lavori – nei settori agricoli, manifatturieri e dei servizi – che contribuiscono a preservare o migliorare la qualità ambientale e la sostenibilità del sistema economico: chimici, elettricisti, macchinisti, operai e numerose altre professionalità che possono essere impiegate nella costruzione di edifici ad alta efficienza, nell’assemblaggio di pannelli solari, nella ricerca di nuovi materiali isolanti, nella guida dei mezzi di trasporto su rotaia.
Ma quali sono i settori in cui si dovrebbe principalmente investire? Prima di tutti il settore edilizio, dato che non solo circa un terzo dell’utilizzo finale di ener-
NUCLEO Sviluppo economico e sostenibilità
COMPETENZA 5-6-8
gia ha luogo all’interno di abitazioni e edifici, ma la loro costruzione comporta un grande dispendio di energia, acqua e altri materiali. In questo settore le potenzialità di miglioramento sono enormi, se consideriamo le tecnologie già oggi a disposizione come finestre isolanti, illuminazione a basso consumo, sistemi di riscaldamento e ventilazione efficienti, generatori domestici di energia da fonti rinnovabili. Un altro settore in cui è necessario intervenire è quello dei trasporti, mentre anche le attività di raccolta e trattamento dei rifiuti possono essere migliorate e rese più sostenibili, con ricadute positive non solo sulla qualità della vita, ma anche sulla situazione occupazionale. C’è poi tutto il settore dell’agricoltura dove si sommano all’inquinamento il consumo di energia, di acqua e di suolo. In questo settore si devono introdurre nuove tecnologie, nuove pratiche e nuove professionalità. Se poi a questo quadro aggiungiamo le attività di preservazione e ripristino degli ecosistemi naturali, le pratiche di pesca sostenibile, la gestione delle risorse acquifere, l’introduzione di procedure industriali sostenibili e i piani di progettazione dei centri urbani, appare chiaro come il concetto di green economy sia ampio e potenzialmente rivoluzionario. L’obiettivo è altissimo: una completa riconversione del nostro intero sistema produttivo e di consumo, volta ad assicurare un benessere quanto più diffuso, alti livelli di occupazione e un rapporto più sereno con l’ambiente in cui viviamo.
→ Dividete la classe in due gruppi. Provate quindi a rispondere separatamente alle seguenti domande:
• Avevate mai sentito parlare dell’economia verde? Vi sembra che sia una strada percorribile?
• Quali potrebbero essere gli svantaggi dell’economia verde?
• Davvero l’economia verde potrà creare nuovi posti di lavoro?
Dopo aver approfondito queste tematiche, confrontate le risposte dei due gruppi, discutendone e cercando di arrivare a una conclusione comune.
DI CHE COSA TRATTA
QUALI DISCIPLINE
POSSONO ESSERE COINVOLTE?
QUALI ARGOMENTI DEL TESTO DI GEOGRAFIA RIGUARDA?
QUALI ABILITÀ DEVI METTERE IN CAMPO?
QUALI STRUMENTI E METODI PUOI UTILIZZARE?
COME È STRUTTURATO IL LAVORO?
CHE COSA TI PROPONE LA FLIPPED CLASSROOM?
COME PROCEDE IL LAVORO?
COME SI CONCLUDE IL LAVORO?
NUCLEO Costituzione COMPETENZA 1-3
Questa Unità di apprendimento prende spunto da uno degli Obiettivi dell’Agenda 2030, l’Obiettivo 5 (raggiungere la parità di genere)
Moltissime sono le difficoltà che bambine, ragazze e donne incontrano nel corso della loro vita, soprattutto in alcune parti del mondo. I problemi di disuguaglianza di genere sono ingigantiti dalla povertà, dalla mancanza di lavoro, da rigide regole sociali e religiose, da situazioni di guerra e di crisi ambientale.
Oltre a geografia, sono interessate educazione civica, italiano, informatica, inglese, diritto, religione
Etnie – Popolazione italiana - Agenda 2030: Obiettivo 5 (raggiungere la parità di genere) e altri Obiettivi – Europa – America – Africa – Asia - Oceania
Comprensione di una comunicazione video – Comprensione del testo – Utilizzo della rete Internet – Visualizzazione di concetti e dati in uno schema – Elaborazione di un testo – Organizzazione e assemblaggio di materiale da fonti diverse
Lezione partecipata (in presenza o a distanza) – LIM – Video – Libro di testo – Laboratorio di informatica per ricerca in Internet – Lettura di articoli online –Costruzione di schemi e mappe concettuali - Creazione di un testo stampato e online
Visione di un video e lettura di un pdf in modalità flipped classroom –Discussione di gruppo – Attività parallele nelle varie discipline – Costruzione di uno schema – Ricerca in Internet – Elaborazione di testi per comporre un Atlante sui problemi di genere
L’ONG Save the Children ha realizzato l’Atlante dell’infanzia a rischio – Con gli occhi delle bambine, un libro, disponibile anche online, che affronta tutte le tematiche delle differenze di genere, con tutte le difficoltà che incontrano nella loro vita le donne, e in particolare le bambine. A casa guarda il breve video di presentazione. Poi scarica il pdf dell’intero Atlante. Leggi la prefazione. Scorri l’indice: individua e leggi l’argomento (o gli argomenti) che più ti interessa.
Confronta le tue letture con i tuoi compagni e l’insegnante. Notate quali altri Obiettivi dell’Agenda 2030 (oltre all’Obiettivo 5) sono stati toccati.
Sulla lavagna o la LIM elencate le principali problematiche che sono state sollevate. In base a queste costruite uno schema: con il contributo delle altre discipline, per ogni problematica evidenziate quali sono le conseguenze, quali comportamenti bisogna mettere in atto per contrastarle, eventualmente, quali nuove leggi bisognerebbe istituire. Con una ricerca in Internet trovate per ognuna un esempio, in positivo o in negativo, relativo a un Paese del pianeta.
Costruite quindi il vostro Atlante, scegliendo lo strumento di comunicazione che preferite, in stampa o informatico.
Dopo aver evidenziato i Paesi in un planisfero preparate per ciascuno di essi una scheda, con la problematica da cui siete partiti e la storia che volete raccontare.
Irapporti economici
sono il motore dello sviluppo. I prodotti del suolo e del sottosuolo, le attività di trasformazione, il settore dei servizi sono gli ambiti di un mercato che non ha più confini, ma si irradia su tutte le terre emerse, avvolgendo il pianeta in una rete globale. La grande sfida che ci aspetta in futuro riguarda il superamento delle disuguaglianze nella disponibilità di beni e nella distribuzione della ricchezza prodotta.
UNITÀ DELLA SEZIONE
LEZIONE 15
LO SPAZIO GLOBALIZZATO
LEZIONE 16
IL SETTORE PRIMARIO
LEZIONE 17
LE RISORSE ENERGETICHE
LEZIONE 18
IL SETTORE SECONDARIO
LEZIONE 19
IL SETTORE TERZIARIO
LEZIONE 20
I TRASPORTI
La GLOBALIZZAZIONE riguarda principalmente l’economia
Il SETTORE PRIMARIO
AGRICOLTURA
ALLEVAMENTO; PESCA E ACQUACOLTURA
RISORSE ENERGETICHE
FONTI RINNOVABILI si rigenerano in tempi rapidi
FONTI NON RINNOVABILI impiegano molto tempo a rigenerarsi
SETTORE SECONDARIO
Attività industriali e artigianali
Tecnologia avanzata
SETTORE TERZIARIO
Industria 4.0 (automazione, digitalizzazione, green economy)
Tradizionale (commercio, servizi alberghieri, ristoranti)
Avanzato o Quaternario (Amministrazione pubblica, assicurazioni, finanza, servizi alla persona e all’impresa)
Vie navigabili
Smart mobility
La forza trainante della globalizzazione è l’economia, determinata dagli scambi commerciali e dalle attività finanziarie; l’aggettivo globale, tuttavia, fa riferimento all’estensione di questo fenomeno, non solo all’economia ma a ogni aspetto della società e della cultura.
Il commercio, la finanza e le innovazioni scientifico-tecnologiche sono i settori in cui è maggiormente evidente il fenomeno della globalizzazione.
Commercio I Paesi del mondo hanno sempre scambiato materie prime e prodotti, creando flussi commerciali anche tra popoli molto distanti. Nel tempo i commerci sono aumentati e alla fine del secolo scorso si è verificata la tendenza a costruire un unico spazio economico non più limitato ai confini nazionali o continentali. Fino a qualche decennio fa gli scambi avvenivano principalmente tra Europa, America del Nord e Giappone, ma più recentemente altre zone del mondo si sono inserite come protagoniste: innanzitutto la Cina, seguita da Corea del Sud e India.
Comunicazioni La globalizzazione economica è stata favorita dallo sviluppo dei trasporti (più velocità, meno costi, riduzione dei dazi doganali) dall’eccezionale progresso dei sistemi di telecomunicazione e soprattutto dalla nascita e dalla diffusione planetaria delle reti digitali come Internet. Finanza Spostare capitali da una parte all’altra del pianeta in tempi molto rapidi e senza dover superare grossi ostacoli burocratici ha spinto molte società a cercare nuovi profitti
← Il porto di Shanghai, in Cina, è il più grande porto al mondo sia per attività sia per tonnellaggio. Vi transita il 42% del traffico planetario. Infatti, nell’ultimo anno si è classificato per il tredicesimo anno di fila come il porto container più trafficato del mondo.
in aree a lungo trascurate. La circolazione del denaro, inviato per lo più attraverso le reti telematiche, è così aumentata vertiginosamente.
Ricerca scientifica Da molto tempo i Paesi sviluppati basano la propria economia sulla ricerca in campo scientifico e tecnologico, ma oggi anche i Paesi emergenti investono in questo settore e nella formazione di personale competente. Risultati e nuove conoscenze, inoltre, vengono divulgati a livello internazionale più velocemente. Restano comunque ai margini, in genere, le aree meno ricche del pianeta.
→ Cerca in rete degli esempi di aziende che operano in ciascun settore globalizzato.
Commercio: Trasporti: Reti digitali
Finanza: Ricerca scientifica:
Multinazionali Le grandi imprese che hanno filiali sparse in varie parti del mondo sono le principali protagoniste della globalizzazione economica. Controllano i due terzi del commercio mondiale e spesso hanno un potere economico-politico così forte da piegare ai propri interessi molti governi. I guadagni ottenuti in giro per il mondo vengono però quasi interamente trasferiti nel Paese di origine e pochi sono i vantaggi per i Paesi che le ospitano.
Organismi internazionali I governi nazionali esercitano scarso potere nei confronti delle multinazionali; nell’imporre loro delle regole sono più efficaci gli organismi economici internazionali Il WTO (acronimo di World Trade Organization) promuove accordi per ridurre le barriere doganali e favorire il commercio internazionale; il Fondo Monetario Internazionale (FMI) concede prestiti agli Stati, mentre la Banca Mondiale finanzia soprattutto programmi di sviluppo nei Paesi meno avanzati, indirizzandone anche la politica economica.
LE 10 PRINCIPALI MULTINAZIONALI PER FATTURATO
MULTINAZIONALE STATO SETTORE
Walmart Stati Uniti Commercio / Grande distr.
Sinopec Group Cina Petrolio
State Grid Corporation of China Cina Energia
China National Petroleum Cina Petrolio
Royal Dutch Shell Paesi Bassi Petrolio
Saudi Aramco
Volkswagen Germania Auto
BP Regno Unito Petrolio
Amazon.com
Stati Uniti Commercio elettronico
Toyota Motor Giappone Auto
1 Completa tu le definizioni.
a. Le multinazionali sono .
b. L’obiettivo del WTO è di
2 La tabella a fianco mostra l’elenco delle 10 più grandi multinazionali per fatturato. Leggila attentamente e rispondi alle domande.
a. Quali sono i Paesi con maggiore presenza di multinazionali per fatturato?
b. Qual è il settore redditizio più diffuso?
c. Scegli uno di questi marchi e fai una ricerca sulla presenza di filiali nel mondo.
Cultura Il fenomeno della globalizzazione ha coinvolto anche gli aspetti culturali della società. Attraverso i mezzi di comunicazione – dalla stampa alla televisione, dai vari portali di musica e video agli interventi degli influencer sui social - le idee e i comportamenti viaggiano velocissimi, vengono scambiati, mescolati e assunti come modelli di valore universale. In ogni città del mondo la musica, il cinema, la moda, le abitudini alimentari sono diventati stili e tendenze globali.
Nuove tecnologie Ha contribuito a tutto ciò la rapida evoluzione delle telecomunicazioni su scala planetaria. In particolare, hanno avuto un grande sviluppo le reti di distribuzione via Internet (come Netflix o Prime) e le piattaforme televisive satellitari (come Sky) che sono diventate
anche tra le principali case di produzione di film, serie tv e altri programmi di intrattenimento. Queste società stanno prendendo sempre più il posto delle televisioni nazionali, contribuendo così a trasmettere messaggi e contenuti multimediali planetari.
Salute Anche gli aspetti legati al benessere e alla salute sono globalizzati. Diete, pratiche salutistiche, informazioni sanitarie, consigli di cura viaggiano incessantemente attraverso il pianeta, avvantaggiati dalla diffusione dei social e dalla sempre più ampia conoscenza della lingua inglese. La recente pandemia ha inoltre mostrato come anche i virus patogeni viaggino per il mondo senza confini, così come si estendono a tutti i continenti le conseguenze che determinano sulla società e sull’economia.
↓ Oggi il mercato delle piattaforme streaming è in rapida crescita. Negli ultimi anni hanno registrato un alto consenso di pubblico, complice la varietà di contenuti per ogni tipologia di telespettatore, con una conseguente crescita vertiginosa degli abbonamenti. Ai primi posti tra le piattaforme troviamo Netflix, Prime e Disney+.
COMPLETA LO STUDIO IA
→ Stendi un breve testo sugli esempi che conosci relativi alla globalizzazione di aspetti culturali e sociali. Puoi ricorrere all’aiuto di un chatbot di tua scelta e poi confrontare la tua risposta con quelle della classe.
Paesi emergenti La delocalizzazione ha favorito la crescita di nuove potenze industriali, prime fra tutte Cina e India: in questi e altri Paesi emergenti, che insieme rappresentano oltre metà della popolazione mondiale, sono così migliorate le condizioni di vita di una grossa parte della popolazione e si sono creati grandi mercati interni, che hanno messo in moto un’economia non più indirizzata solo all’esportazione. Inoltre, sono state avvantaggiate dalla rivoluzione tecnologica in cui hanno intensamente investito.
Disuguaglianze Diversi studi economici sostengono però che nel complesso la globalizzazione non ha avuto grande influenza nella riduzione della povertà e che le disuguaglianze hanno continuato ad aumentare. A fronte di una crescita del reddito negli Stati emergenti si è fatta più drammatica la situazione dei Paesi privi di risorse, colpiti inoltre da cambiamenti climatici e guerre civili. Ma anche nei Paesi in crescita la concentrazione della ricchezza è nelle mani di una classe abbiente poco numerosa, a fronte di una immensa massa di diseredati.
Digital divide È la definizione in uso che indica il divario tra Paesi, aree o gruppi sociali che hanno accesso alle moderne tecnologie di informazione, telecomunicazione e altri che ne sono esclusi. Per misurare il divario digitale si considera la percentuale di persone che hanno accesso a Internet nelle varie parti del mondo: l’Africa risulta il continente più svantaggiato.
No global Gli aderenti al movimento no global (nato nel 1999 a Seattle, negli USA) si sono sempre dichiarati contrari alla globalizzazione perché ritengono che l’omologazione degli stili di vita distrugga le culture nazionali e locali, privi le persone della propria identità e le renda schiave delle mode.
Libertà Al contrario, i sostenitori della globalizzazione sottolineano come la diffusione di modelli culturali, soprattutto occidentali, sia tutto sommato positiva perché nei Paesi sviluppati esiste un patrimonio comune di garanzie a favore di tutti i cittadini: vengono generalmente tutelate le libertà di opinione e di religione, così come l’uguaglianza di genere e le scelte personali e familiari.
Glocal In generale, in ogni caso, molti ritengono che una tendenza alla globalizzazione sia un processo ormai inarrestabile. È stato perciò coniato un neologismo, glocal, che indica come per raggiungere un corretto stile di vita sia importante valorizzare le economie e le culture locali, senza ignorare i vantaggi di una diffusione planetaria delle idee e della conoscenza.
→ Partendo da quanto scritto nel paragrafo, approfondisci il tema sui pro e contro della globalizzazione, portando anche nuovi esempi. Costruisci quindi una tabella per organizzare il materiale che hai raccolto.
LA PERCENTUALE DI POPOLAZIONE PER PAESE CHE POSSIEDE UNA CONNESSIONE ALLA RETE
Il settore primario comprende le attività dell’agricoltura, dell’allevamento e della pesca, assicurando il cibo necessario alla vita umana. La coltivazione dei campi è perciò un’attività fondamentale e caratterizza aree estese del pianeta, anche se con diversi livelli di fertilità dipendenti da disponibilità d’acqua e composizione dei suoli.
Per molti secoli la coltivazione della terra ha rappresentato la più importante attività economica. Oggi nei Paesi sviluppati meno del 5% della popolazione attiva è occupato nel settore agricolo, mentre nei Paesi più poveri i lavoratori dell’agricoltura sono ancora più del 60% degli occupati. Nel mondo si praticano diverse forme di agricoltura che si possono ricondurre a due tipi principali: l’agricoltura tradizionale e quella commerciale.
Agricoltura tradizionale È un’agricoltura che utilizza principalmente animali e strumenti manuali; occupa un gran numero di persone e produce quasi esclusivamente per il consumo delle famiglie contadine o per i piccoli mercati locali.
Agricoltura commerciale Viene anche definita agricoltura di mercato , perché la produzione non va a soddisfare il fabbisogno locale, ma è indirizzata alla vendita sui mercati nazionali o internazionali. Le coltivazioni utilizzano in genere macchinari avanzati, antiparassitari e concimi chimici, impiegando invece una scarsa manodopera.
LO STUDIO
→ Osserva il grafico e completa il testo con le parole mancanti elencate sotto. policolture • fertilità • irrigazione • intensificazione • arabili
L’importazione e la produzione di prodotti agricoli sono destinati ad aumentare nei Paesi in via di sviluppo. Secondo il rapporto FAO del 2018, la produzione agricola nel 2030 dovrà essere superiore del 70% rispetto a quella attuale. I 4/5 di questa crescita saranno dovuti all’ della produzione grazie a un aumento delle rese, alle (vale a dire coltivazioni diverse nella stessa area geografica o nella stessa azienda) o a periodi più brevi di maggese (periodi in cui il terreno non viene coltivato per restituirgli ). Inoltre ci sarà una crescita delle terre nell’America del Sud e nell’Africa Subsahariana grazie al miglioramento delle tecniche di .
Agricoltura di sussistenza L’agricoltura tipica dei Paesi del Sud del mondo è l’agricoltura di sussistenza. È praticata in campi di piccole dimensioni, lavorati con pochi attrezzi antiquati; il lavoro di semina, concimazione e raccolta è svolto prevalentemente dalle donne. Nelle regioni aride dell’Africa e dell’Asia si coltivano cereali poveri come il miglio e il sorgo, la manioca (un tubero molto diffuso) e le patate dolci, mentre nelle zone calde e umide dell’Asia la coltivazione più diffusa è il riso.
Agricoltura di piantagione In Asia, Africa, America centro-meridionale l’agricoltura di piantagione convive accanto all’agricoltura di sussistenza. È praticata nelle aziende di grandi proprietari terrieri o di imprese straniere, le multinazionali. In queste aziende vengono coltivate estensioni
L’agricoltura praticata in Europa, nell’America settentrionale, in Australia e Nuova Zelanda è un’agricoltura di tipo moderno, in gran parte collegata con l’allevamento. Molte colture sono infatti destinate all’alimentazione degli animali (soprattutto bovini e ovini). Dominano il mercato aziende di grandi dimensioni, specializzate in pochi tipi di coltivazione.
Agricoltura intensiva Nelle aree densamente popolate dell’Europa, del Giappone e degli Stati Uniti orientali
COMPLETA LO STUDIO
→ Completa tu la definizione.
Per agricoltura intensiva
si intende
Per agricoltura estensiva si intende
molto vaste, si utilizzano moderne tecniche di coltivazione e concimazione, grandi macchinari e numerosi braccianti che ricevono bassi salari. Solitamente si pratica la monocultura, cioè si coltiva un solo prodotto (cacao, caffè, cotone, frutta tropicale ecc.).
COMPLETA LO STUDIO
→ Indica a che cosa corrispondono i due tipi di agricoltura.
Quella di sussistenza è un’agricoltura . Quella di piantagione è un’agricoltura
si pratica l’agricoltura intensiva. I terreni, non vastissimi, vengono sfruttati intensamente grazie a tecniche moderne di coltivazione e a macchinari; vengono coltivate colture specializzate che danno alti redditi (come la vite).
Agricoltura estensiva In America settentrionale, in Australia e Nuova Zelanda, territori poco abitati e con poca manodopera, l’agricoltura è estensiva, caratterizzata cioè dalla presenza di grandi superfici coltivabili con moderni macchinari.
Allevamento L’allevamento del bestiame ha affiancato l’agricoltura fin dai tempi antichi. Quello tradizionale, caratterizzato in genere dalla presenza di razze miste e da bassissime rese di carne e di latte, è praticato come integrazione all’attività agricola.
L’allevamento moderno, esercitato nei Paesi più ricchi e sviluppati, è collegato con l’agricoltura commerciale specializzata. In alcuni Paesi l’allevamento rappresenta anche il 60-70% del reddito agricolo e spesso le coltivazioni servono soprattutto per produrre alimenti per gli animali (colture foraggere). Si allevano bovini da carne e da latte, suini, pollame, ovini e caprini.
Pesca Per oltre 3 miliardi di persone il pesce è una componente importante nella dieta. La maggior parte del pescato proviene dalle acque fredde e superficiali dell’Oceano Pacifico e dell’Atlantico, ma è importante anche il prelievo nei mari chiusi e nelle acque interne. Il settore della pesca è dominato dalle grandi flotte di pescherecci, soprattutto
Commercio internazionale Le coltivazioni sono praticate ovunque le condizioni ambientali lo permettano. Le colture alimentari più importanti sono i cereali: soprattutto grano, riso e mais, che insieme alle patate costituiscono la base dell’alimentazione per la gran parte dell’umanità. Nel commercio dei prodotti agricoli i grandi esportatori sono pochi (i principali sono Paesi UE, USA, Brasile, Cina e Canada), mentre i Paesi che acquistano sono moltissimi: tra le aree più dipendenti dalle importazioni vi sono il Medio Oriente e l’Africa settentrionale.
Industria alimentare Nei Paesi sviluppati e in molte regioni di quelli emergenti l’agricoltura fa oggi parte di un complesso sistema produttivo e distributivo: i coltivatori lavorano in stretto collegamento con le industrie; queste comprano i prodotti agricoli e li trasformano in prodotti confezionati conservabili, poi venduti dalle grandi catene distributive ai consumatori.
→ Fai una ricerca in rete e ricostruisci la filiera agroalimentare. Puoi ricorrere all'aiuto di un chatbot di tua scelta e poi controllare la tua risposta sull’Enciclopedia Treccani on line.
giapponesi, norvegesi, statunitensi e russi. Le prime fasi di lavorazione del pesce vengono svolte direttamente sulle “navi-officina” affiancate da navi munite di frigoriferi.
Acquacoltura La produzione dell’allevamento di pesci d’acqua dolce (carpe, trote, anguille) e marina (orata, tonno rosso, molluschi) ha da qualche anno superato la cattura in acque libere. Il suo enorme sviluppo è dovuto a vari fattori: la facilità nel delimitare le zone costiere, la possibilità di offrire il prodotto a un prezzo più basso, la tendenza all’esaurimento degli stock ittici in molti mari aperti.
→ Negli ultimi tempi è sempre più acceso il dibattito sull’allevamento.
Sono in discussione i metodi, la sostenibilità, il rispetto della vita animale, l’inquinamento che ne deriva. Scegli un tipo di allevamento e approfondisci questi temi.
Agricoltura biotech La principale innovazione introdotta nelle pratiche agricole attuali è l’uso di sementi geneticamente modificate (OGM): il patrimonio genetico delle piante viene modificato con l’introduzione di geni appartenenti ad altre specie per renderle più produttive, in grado di adattarsi a climi e suoli differenti, più resistenti a insetti e malattie. In Europa la valutazione su questa tipologia di prodotti agricoli viene effettuata dall’Agenzia per la Sicurezza Alimentare (la European Food Safety Authority detta anche EFSA).
Agricoltura biologica Una visione totalmente opposta è quella offerta dall’agricoltura biologica (o organica) che da qualche anno conosce una forte crescita, concentrata soprattutto nei Paesi sviluppati. Consiste in metodi di coltivazione che impiegano solo sostanze presenti in natura (concimi di origine animale, lotta biologica ecc.).
Agricoltura di precisione I progressi tecnologici rendono sempre più efficiente e redditizia la gestione dei campi. Per esempio, nei Paesi più sviluppati si sta diffondendo la cosiddetta «agricoltura di precisione»: satelliti, aerei, droni e sensori a terra raccolgono dati sui terreni, le piante, la temperatura, l’umidità; così si può determinare con esattezza quando e come irrigare, concimare, raccogliere ecc. risparmiando l’uso di prodotti chimici e acqua.
L’ agricoltura di precisione sta cambiando profondamente la forza lavoro nelle campagne, promuovendo figure professionali come il geoingegnere e l’esperto nell’uso di energia.
NUCLEO Sviluppo economico e sostenibilità
COMPETENZA 5-6
PAESE I LORO PRIMATI MONDIALI
Cina Frumento, riso, patate, tè, ovini, suini, pesce
Stati Uniti Mais, soia
Russia Orzo, barbabietola da zucchero
Brasile Canna da zucchero, caffè
India Banane, bovini
I PRIMI 5 PAESI PER PESCATO
I PRIMI 5 PAESI PER ACQUACOLTURA
→ Secondo te, quale utilità può avere l’uso dei droni nel settore primario?
Lo sviluppo economico mondiale, la crescita dei consumi nei Paesi a medio e alto sviluppo, l’affermarsi di nuove potenze industriali come Cina e India determinano un continuo aumento dell’utilizzo delle risorse energetiche, cioè degli elementi naturali che permettono di produrre energia per gli spostamenti, il lavoro e la vita delle società.
Sono definite non rinnovabili le fonti di energia disponibili in quantità limitate sul pianeta e anche quelle che impiegano tempi lunghissimi per riformarsi.
Petrolio Il combustibile fossile più utilizzato è il petrolio che fornisce circa il 32% dell’energia prodotta nel mondo. Trasportabile su lunghe distanze per mezzo di oleodotti e petroliere, è utilizzato per produrre benzina e diesel e per alimentare le centrali termoelettriche. Le maggiori riserve mondiali di petrolio sono concentrate nel Medio Oriente (Arabia Saudita, Iran, Iraq, Qatar), in Russia, in America (Stati Uniti, Venezuela) e in alcuni Paesi africani (Libia, Algeria, Nigeria).
Carbone Al secondo posto è il carbone, usato per il riscaldamento e nelle centrali termoelettriche, che fornisce circa il 29% dell’energia prodotta nel mondo. Si trova nelle aree geografiche di antica formazione ed è uno dei minerali più
abbondanti. È presente in molti Paesi, ma i giacimenti maggiori sono concentrati in soli cinque Stati: USA, Russia, Cina, Australia e India possiedono il 72% delle riserve accertate.
→ Osserva la carta dei maggiori produttori di petrolio mondiali e svolgi l’esercizio.
a. Indica nello spazio sottostante almeno 4 tra le principali aree petrolifere del pianeta.
b. Cosa indicano i numeri sulla carta?
Il numero di occupati nel settore
Le migliaia di barili prodotti ogni giorno
Gas naturale Al terzo posto delle fonti non rinnovabili, con circa il 21% dell’energia prodotta, c’è il gas naturale, che si trova spesso associato al petrolio.
L’utilizzo del gas naturale, trasportabile su lunghe distanze attraverso gasdotti e in forma liquefatta con navi gasiere, è in continua crescita perché ha un alto potere calorifico ed è il combustibile meno inquinante.
Uranio L’energia nucleare, ricavata utilizzando uranio, copre oggi circa il 5% del consumo mondiale. Le maggiori riserve di uranio sono localizzate in 4 Paesi, che da soli ne detengono oltre il 60%: Australia, soprattutto, quindi Kazakistan, Canada e Russia. Oggi sono in funzione circa 400 reattori nucleari, distribuiti in 30 Paesi. Gli Stati Uniti, la Francia, il Giappone e la Russia sono quelli che ne possiedono il maggior numero, anche se lo sviluppo più significativo sta avvenendo in Cina e India.
↑ Il petrolio e il gas naturale, e in genere tutti i combustibili fossili, non sono distribuiti equamente sul pianeta; al contrario, spesso si trovano in aree poco industrializzate. Occorre quindi trasportare queste risorse anche per grandi distanze, e a tale scopo si utilizzano gli oleodotti e i gasdotti. Spesso gasdotti e oleodotti sono anche causa di guerre e di incidenti gravi.
LA DIFFUSIONE
DELLE CENTRALI
NUCLEARI NEL MONDO
Reattori in funzione Nessun reattore, ma progetti di costruzioni a breve
Reattori stabili o in via di dismissione
Reattori proibiti dalla legge
→ Osserva l’istogramma. Quale gruppo di fonti energetiche è aumentato maggiormente nel corso del decennio considerato?
NUCLEO Sviluppo economico e sostenibilità
Le energie rinnovabili sono quelle forme di energia che si rigenerano in tempi abbastanza veloci e che non intaccano il patrimonio naturale da lasciare in eredità alle generazioni future. Esse vengono definite anche energie alternative perché sostituiscono quelle fossili, più diffuse e inquinanti: infatti sono in genere energie pulite, che non immettono nell’atmosfera sostanze nocive e sfruttano il sole, il vento ecc.
Le fonti energetiche alternative oggi stanno vivendo una stagione di grande sviluppo a livello mondiale e assumendo un peso sempre maggiore nella produzione energetica.
Acqua La più importante e utilizzata è l’energia idroelettrica, cioè prodotta dai movimenti dell’acqua. Le centrali producono energia elettrica sfruttando la caduta dell’acqua dei fiumi, trattenuta all’interno di bacini artificiali e dighe (nel mondo ne funzionano circa 50.000). Oggi questa fonte di energia copre circa il 17 % della produzione elettrica mondiale. Il principale produttore è la Cina; in alcuni Paesi come Norvegia, Brasile e Venezuela, questa fonte soddisfa quasi interamente il fabbisogno nazionale di energia. Quando le centrali sono alimentate da dighe hanno spesso un forte impatto ambientale e sociale: corsi d’acqua deviati o prosciugati, villaggi sommersi e talvolta migliaia di persone costrette ad abbandonare la propria abitazione. In Francia, Regno Unito, Norvegia e Giappone viene sfruttato anche il potenziale energetico delle maree e delle correnti oceaniche
Vento Quando si produce elettricità sfruttando la forza del vento si parla di energia eolica. Negli ultimi anni, grazie all’evoluzione della tecnologia, i costi delle centrali eoliche sono molto diminuiti. Così, tra le energie rinnovabili, quella eolica può essere considerata la risorsa più competitiva. Per essere convenienti le centrali eoliche devono però essere di grandi dimensioni e avere un gran numero di pale rotanti. Recentemente è cominciata la costruzione di centrali eoliche off shore (cioè al largo delle coste marine), per ridurre al minimo l’attrito del suolo sul vento; impianti off shore sono funzionanti nei Paesi Bassi, in Canada, in Svezia e in Danimarca.
→ Questo ideogramma mostra i posti di lavoro offerti globalmente dal settore energetico rinnovabile. Rispondi alle domande.
a. Quanti lavoratori nel mondo sono impiegati nel settore dell’energia rinnovabile?
b. Quale fonte energetica offre più posti di lavoro?
c. Scegli una delle fonti presentate e, con una ricerca in Internet, trova quali professionalità (progettuali, tecniche, di manutenzione ecc.) servono per farla funzionare.
Sole Dagli anni Novanta si è cominciato a pensare seriamente al sole come fonte energetica. L’energia solare viene sfruttata sia attraverso i pannelli solari termici, in grado di produrre acqua calda, sia attraverso impianti fotovoltaici, che trasformano l’energia solare in energia elettrica.
Calore del sottosuolo L’energia geotermica sfrutta le emissioni di vapori caldi del sottosuolo: può essere utilizzata solo nei Paesi caratterizzati da fenomeni vulcanici , come Italia (per esempio, in Toscana), Stati Uniti, Russia, Islanda, Giappone e Nuova Zelanda.
Rifiuti organici L’energia da biomasse è ricavata dallo sfruttamento dei rifiuti dell’agricoltura , dell’allevamento, dell’ industria e delle singole famiglie.
Acque oceaniche L’energia talassotermica è una fonte di energia rinnovabile che sfrutta le differenze di temperatura tra la superfice marina e le profondità oceaniche. Le ottimali condizioni per lo sfruttamento di tale energia si trovano in mari molto profondi e caldi.
Idrogeno L’idrogeno è un combustibile non presente allo stato elementare in natura, ma è combinato con altri elementi. Per sfruttarne l’energia si utilizzano le fuel cells (celle a combustibile).
1 Quali sono le fonti di energia rinnovabili e quali non rinnovabili?
Completa lo schema collocando al posto giusto le seguenti fonti di energia: carbone • biomasse • uranio • solare • petrolio • maree • gas naturale • idroelettrica • eolica
non rinnovabili rinnovabili
2 Indica negli spazi a quale fonte energetica si riferiscono le foto.
L’IMPATTO DELLA PANDEMIA DA COVID-19
Tra la fine del 2019 e gli inizi del 2020 l’intero pianeta ha dovuto fare i conti con un’emergenza sanitaria legata alla diffusione di un nuovo virus, il Covid-19, contro il quale in quel momento non esistevano né cure efficaci, né vaccini. Per contrastarlo, molte nazioni sono ricorse a misure drastiche, quali l’isolamento dei malati e dei possibili portatori della malattia e la quarantena di tutti coloro che erano a rischio di contrarla. Si è così dovuto fare i conti con progressive e prolungate chiusure di buona parte delle attività produttive e l’imposizione di lockdown durante i quali alle persone è stato imposto il divieto di uscire di casa e di svolgere le normali attività. Queste restrizioni hanno avuto un forte impatto su tutte le economie e su tutte le catene produttive e distributive, provocando licenziamenti e chiusure di aziende in molti settori.
PROBLEMI DI APPROVVIGIONAMENTO
Un settore molto colpito è stato quello dell’elettronica, soprattutto il comparto della computeristica, a causa
SULLE MATERIE
PRIME
Nel 2021 si è assistito a un significativo aumento sui prezzi delle materie prime: come si può notare dal grafico a lato, soprattutto stagno e acciaio hanno avuto un rincaro rispettivamente del 113% e 110%.
Allo stesso modo, vi è stato un incremento sui costi dell’energia, ma anche in settori quali: agroalimentare, produzione di prodotti petroliferi, carta e legno.
della carenza di chip con cui realizzare i computer. Buona parte della produzione mondiale di questi componenti è concentrata a Taiwan e in Corea del Sud, nazioni che hanno avuto dei periodi di fermo prolungato delle fabbriche durante la pandemia.
Inoltre, i prezzi delle materie prime sono cresciuti. Da un lato le difficoltà di approvvigionamento hanno aumentato la concorrenza e fatto scattare dei meccanismi speculativi. Ma, allo stesso tempo, molti Stati si sono resi conto dell’importanza di avere scorte sufficienti di determinati prodotti (farmaci, macchinari sanitari ecc.) e hanno fatto incetta delle forniture mettendo in difficoltà altre nazioni.
In sintesi, il meccanismo economico della globalizzazione, che prevedeva una costante possibilità di acquistare senza dover immagazzinare scorte oppure produrre sul proprio territorio, ha mostrato i suoi limiti. A dover fronteggiare questa inaspettata situazione sono state
Acciaio
Stagno
le aziende e le singole persone dell’Europa e degli Stati Uniti, le aree del pianeta che più avevano dovuto fare i conti con le chiusure e le restrizioni. Questo cambiamento all’interno dei circuiti commerciali ed economici ha messo in difficoltà soprattutto quei Paesi come l’Italia che negli ultimi anni hanno smantellato buona parte del loro apparato industriale, importato buona parte dei prodotti finiti che utilizzano, e che non hanno grandi disponibilità di materie prime, oltre a non essere indipendenti dal punto di vista energetico.
In questa situazione già complessa si sono inserite le forti tensioni internazionali culminate nel febbraio 2022 con la guerra tra Ucraina e Russia. Il conflitto ha avuto forti ripercussioni sull’economia dei Paesi europei e sul settore energetico. Infatti, la Federazione russa e l’Ucraina sono tra le nazioni che esportano più cereali al mondo, contribuendo alle grandi necessità di molte nazioni dell’Africa e dell’Asia. La Russia, inoltre, era un partner commerciale di rilievo per molte nazioni dell’Europa, con ai primi posti l’Italia. In più, era il principale fornitore di gas naturale per Paesi come la Germania e l’Italia.
Esportazioni materie prime da Russia e Ucraina
Grano
Palladio
Fertilizzanti
Granoturco
Nichel
Platino
Oro
Minerale di ferro
Rame
Alluminio
Zinco
Lo scoppio della guerra ha portato all’interruzione delle esportazioni dei cereali ucraini, a causa dell’impossibilità per le navi da trasporto di muoversi liberamente e in sicurezza. A questo si sono aggiunte le sanzioni economiche decise dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea contro la Russia. Le sanzioni hanno di fatto bloccato o reso più complicate le relazioni commerciali e finanziarie tra Occidente e Federazione russa. Ciò ha comportato un aumento dei prezzi, soprattutto sul fronte delle materie prime alimentari. Qualcosa è cambiato solo quando a partire dall’agosto 2022 si è raggiunto un accordo tra governo russo e ucraino, volto a permettere il transito delle navi con forniture di cereali dai porti dell’Ucraina attraverso il Mar Nero.
A risentire maggiormente di questa situazione è il settore energetico: i prezzi di petrolio e gas erano già aumentati in seguito alla pandemia; alla ripresa delle attività era conseguito un picco dei consumi che si era tradotto in un aumento della domanda di fronte a un’offerta che era la stessa dei tempi prima del Covid-19.
Con la guerra il gas è diventato uno dei fulcri del braccio di ferro in atto tra cancellerie europee e governo di Mosca. Più sono aumentate le sanzioni economiche contro la Russia e le forniture di armamenti al governo di Kiev, meno gas a basso costo è arrivato in Europa. I Paesi europei si sono così ritrovati a coprire il loro fabbisogno energetico ricorrendo ad altri fornitori e a prezzi più alti rispetto a quelli previsti dagli accordi con la Russia.
Rimane il fatto che l’aumento dei prezzi delle materie prime, degli alimenti e dell’energia ha portato a una crescita esponenziale dell’inflazione come l’Europa non conosceva da decenni.
Il potere di acquisto delle famiglie è diminuito nel momento in cui la crescita dei salari non è in grado di compensare l’aumento dei costi. Questo fenomeno riguarda tutta l’Europa unita e non pare voler rallentare neppure con gli interventi di natura economica ed energetica messi in atto dall’Unione europea nel triennio successivo allo scoppio della crisi ucraino-russo. Secondo la maggior parte degli analisti l’Europa è destinata a un periodo di recessione economica.
Ucraina Russia
il settore che comprende tutte le attività di trasformazione artigianale e industriale e che, negli ultimi decenni, ha visto profondi cambiamenti. Grandi Stati come l’India, la Corea del Sud e, soprattutto, la Cina si sono affiancati agli Stati Uniti, al Giappone e ai Paesi dell’Unione Europea, che per molti decenni avevano dominato il panorama produttivo mondiale.
Produzioni tradizionali L’industria, che dalla fine del Settecento si è diffusa prima in Europa e poi in tutti gli altri continenti, comprende alcuni settori considerati tradizionali: l’industria estrattiva (che sfrutta le ricchezze minerarie del sottosuolo), l’industria chimica, meccanica, elettrica, alimentare, tessile.
Produzioni a tecnologia avanzata Negli ultimi tempi hanno avuto un enorme sviluppo le produzioni a tecnologia
INSTALLAZIONE ANNUALE DI ROBOT INDUSTRIALI
avanzata: l’aeronautica, l’elettronica, l’informatica, le biotecnologie (vale a dire le applicazioni tecnologiche della biologia), il nucleare, la robotica (industria che costruisce macchine ad alta precisione e completamente automatizzate).
Le imprese Le PMI (aziende di piccole e medie dimensioni) costituiscono la struttura portante dell’industria mondiale, ma sono le grandi industrie, spesso potenti multinazionali, a dominare l’economia di intere aree.
→ A quale continente appartengono i Paesi con la maggior quota di impianti di robotica industriale?
Negli ultimi tempi si sta modificando la geografia dell’industria sia per la forte delocalizzazione delle imprese sia per la diffusione delle catene globali del valore.
Delocalizzazione Con la delocalizzazione le fasi della produzione non vengono più realizzate all’interno di un’unica azienda, ma sono distribuite su più fabbriche sparse in diversi Paesi in base alla convenienza economica e produttiva. Le grandi multinazionali sono in grado di coordinare l’attività di numerose aziende, anche di piccole e di medie dimensioni, specializzate nelle varie fasi della produzione e situate in Paesi diversi.
Catene globali del valore Le reti di imprese che concorrono alla realizzazione dello stesso prodotto formano le cosiddette catene globali del valore. In queste catene le attività industriali si integrano con le tecnologie di comunicazione, i servizi di trasporto e il settore finanziario; di conseguenza le economie diventano sempre più interconnesse.
Digitalizzazione Per industria 4.0 si intendono i nuovi processi che coinvolgono l’automatizzazione delle industrie. Ciò si basa sulla digitalizzazione e sull’utilizzo di una rete Internet di ultima generazione, capace di fornire velocemente più informazioni, attraverso la quale è possibile connettere fra loro anche oggetti, macchine e servizi.
Automazione La digitalizzazione, la robotica e le stampanti 3d, in grado di realizzare oggetti tridimensionali guidate da un software, stanno modificando nel profondo l’organizzazione dell’industria manifatturiera che diventerà del tutto automatizzata.
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→ Osserva l’infografica e rispondi alle domande.
a. Quali sono le caratteristiche della prima rivoluzione industriale?
b. Quali sono le caratteristiche più significative delle 4 rivoluzioni?
c. Perché la rivoluzione attuale si definisce 4.0?
↑ Un esempio di catena globale del valore o frammentazione della produzione: A Blocco di sicurezza (Slovacchia); B Altoparlanti (Germania); C Aria condizionata (Francia); D Touch screen per auto (Indonesia); E Impianto audio (Corea); F Poggiatesta (Norvegia); G Antenna radio (Brasile); H Copertura interni (India); I Ruote motrici (Svezia); L Sistema dei freni (USA/Inghilterra); M Scarico fumi (Svezia); N Fari (USA/Canada).
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→ Definisci i termini «delocalizzazione» e «multinazionali».
La green economy In campo industriale è cresciuta notevolmente l’importanza della green economy, cioè l’insieme delle attività che per le loro produzioni utilizzano metodologie attente alla sostenibilità ambientale. Per esempio, pongono una particolare attenzione al risparmio energetico, al riciclaggio, alla salute e alla sicurezza sui luoghi di lavoro. Sono interessate soprattutto le aziende dei Paesi appartenenti all’Unione Europea, che sostiengono le produzioni ecocompatibili con mirati piani di finanziamento.
L’America del Nord, il Giappone e l’Unione Europea sono stati fino a poco tempo fra le principali potenze industriali del pianeta. Hanno una struttura produttiva diversificata e innovativa, e la ricerca scientifica è potenziata.
Europa In Europa sono presenti tutti i settori; particolarmente importanti sono quello chimico e quello automobilistico. I Paesi più industrializzati sono Germania, Francia, Regno Unito, Italia; a questi si affiancano altri Paesi, come Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, che stanno rendendo più efficienti e competitive le loro industrie.
America In America la più forte e dinamica industrializzazione si è verificata in Canada e Stati Uniti. Le aziende di punta sono quelle aerospaziali, chimiche, elettroniche, delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT, Information and Communications Technology).
Giappone In Giappone il settore dei trasporti, quello dell’elettronica, della meccanica di precisione e dell’industria automobilistica dominano l’industria.
L’industria manifatturiera nel mondo
INDUSTRIA NEL MONDO: LE PRINCIPALI REGIONI E CENTRI INDUSTRIALI
Oceano Pacifico
1 Osserva la carta, comparala con un planisfero e rispondi alle domande.
a. Quali Paesi dell’Asia sono più industrializzati?
c. Quali sono le aree più industrializzate dell’America del Nord? Dell’UE e della Russia?
2 Osserva il grafico a lato e rispondi.
a. In che anno la Cina supera gli USA per valore di produzione industriale?
b. Confrontando i dati iniziali e le previsioni per il 2025 che cosa noti?
In alcuni dei Paesi che hanno imboccato definitivamente la via della crescita economica, diventando seri competitors dei Paesi OCSE, sono presenti altre sfide. Tra queste, due meritano di essere ribadite: quella per una più solida “democratizzazione” (in particolare per i due “giganti” Cina e Russia) e quella per debellare disuaglianze e povertà.
Asia I nuovi poli produttivi dell’industria mondiale, affermatisi a partire dagli anni Settanta del XX secolo, sono alcuni Paesi dell’Asia orientale e sud orientale come Corea del Sud, Taiwan, Singapore, Thailandia, Indonesia. Questi Paesi all’inizio si sono sviluppati basandosi sull’esportazione di prodotti del tessile e dell’elettronica di consumo, ma in seguito hanno sviluppato industrie ad alta tecnologia.
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→ Leggi la tabella e rispondi alle domande.
Altri Paesi Altri Paesi, come il Venezuela e alcuni Stati arabi, hanno iniziato un processo di industrializzazione grazie alla presenza nel sottosuolo di risorse minerarie ed energetiche (soprattutto petrolio).
BRICS Tra i nuovi poli si sono affermati alcuni grandi Paesi che hanno conquistato posizioni di primo piano nell’industria mondiale. La Cina è ora la prima potenza manifatturiera e la più grande esportatrice di merci. L’India ha una produzione diversificata con una forte crescita dei settori high tech. Il Brasile è la principale potenza industriale del Sudamerica, seppure in crisi negli ultimi anni, e ha sviluppato vari settori, dall’automobilismo all’elettronica. Insieme a Russia e Sudafrica, Cina, India e Brasile formano il gruppo dei BRICS, acronimo formato dalle loro iniziali.
a. Quale Paese ha il PIL/PPA (Parità Potere d’Acquisto) più basso?
b. Qual è la percentuale più alta del PIL prodotto dall’industria?
c. In quale Paese è più elevata la percentuale di popolazione attiva nell’industria (att. ind.)?
d. Metti in ordine decrescente i cinque Paesi considerati secondo il PIL/PPA, il PIL prodotto dall’industria e la percentuale di popolazione che ci lavora.
Nel mondo vi sono ancora molti Paesi dove l’attività dominante è l’agricoltura e l’industria è poco sviluppata. La principale attività commerciale è spesso costituita dall’esportazione verso i Paesi sviluppati di un unico prodotto non lavorato.
Africa centrale L’Africa centrale è la regione meno industrializzata del mondo, nonostante le enormi risorse minerarie di rame, oro, ferro, bauxite, diamanti. Ma le materie prime, estratte prevalentemente da imprese europee, nordamericane e cinesi, non vengono lavorate localmente, ma sono esportate grezze verso le industrie di Paesi più industrializzati. Non viene perciò generato quel circolo vir -
tuoso che hanno vissuto altre aree e che porta allo sviluppo: l’industria genera profitto e crea posti di lavoro, che a loro volta determinano un aumento dei consumi e della richiesta di prodotti manifatturieri.
→ Secondo te, che cosa potrebbero fare le grandi aziende multinazionali per creare sviluppo in queste aree? Rispondi con l'aiuto di un chatbot di tua scelta e confronta la tua risposta con le altre della classe.
Il settore terziario raccoglie l’insieme delle attività economiche che forniscono i servizi necessari per la produzione o per la vita e le attività dei cittadini. Le attività che si avvalgono delle moderne tecnologie come finanza, informazione, attività culturali e ricerca sono considerate terziario avanzato o quaternario.
Il terziario rappresenta il settore di attività che nell’ultimo mezzo secolo ha aumentato maggiormente il numero degli occupati. Sono sempre più numerose e importanti le attività dei movimenti di beni, persone e capitali, le comunicazioni, il tempo libero, la salute e l’educazione dei cittadini.
Servizi Nei Paesi sviluppati vengono garantiti agli abitanti numerosi servizi come la sanità, l’istruzione, la tutela della maternità; questi servizi sono finanziati con le tasse versate dai cittadini e costituiscono lo Stato sociale, detto anche Welfare State Tipologie Il settore terziario si divide in:
• terziario tradizionale: il commercio, i servizi alberghieri e di ristorazione, la scuola, i trasporti;
• terziario avanzato-quaternario: le amministrazioni pubbliche, il mondo della finanza, delle assicurazioni, dell’informazione, della ricerca che utilizza le più moderne tecnologie. Il terziario avanzato comprende attività a livello dirigenziale, con contenuti e metodologie innovativi che possono indirizzare il futuro del pianeta. Infatti, solamente i Paesi più sviluppati hanno attività che vi rientrano.
→ Completa la mappa con le parole mancanti che trovi qui elencate. distribuzione e commercio • telecomunicazioni • produzione • ricerca scientifica • pubblica amministrazione
IL SETTORE TERZIARIO
attività altamente qualificate attività tradizionali
possono essere come per esempio
danno lavoro a un gran numero di
scienziati e ricercatori
nei Paesi moderni e più sviluppati sono indispensabili per consentire
private
composto da come per esempio
competizione con le altre potenze industriali turismo informatica pubbliche
trasporti e comunicazione
In tutto il mondo, tra gli addetti al terziario i più numerosi sono quelli impiegati nel settore commerciale. In generale, nei Paesi meno industrializzati le attività commerciali sono svolte da piccolissime imprese familiari, mentre nei Paesi avanzati prevalgono negozi di grandi dimensioni, supermercati e centri commerciali riuniti in rete. Hanno volumi sempre più grandi le varie forme dell’e-commerce, cioè la compravendita attraverso Internet.
Aree La globalizzazione ha determinato un forte sviluppo del commercio internazionale. Le tre aree del mondo in cui si concentrano i due terzi degli scambi sono l’Unione Europea (l’area commerciale più importante del pianeta), il Nord America e l’Asia orientale, in particolare la Cina
Protagonisti I Paesi avanzati esportano beni industriali, prodotti e servizi ad alto contenuto tecnologico, mentre i Paesi emergenti esportano soprattutto beni di consumo, impianti e risorse energetiche. I Paesi che hanno economie arretrate e possono esportare solo materie prime e prodotti agricoli dipendono dalle scelte e dalle condizioni mposte dai Paesi più ricchi o dalle multinazionali.
Le attività finanziarie, legate all’acquisto e alla vendita di denaro fanno da supporto al sistema economico. Dagli anni Novanta del secolo scorso il ruolo della finanza ha continuato a crescere; oggi il valore dei prodotti finanziari è superiore a quello della produzione mondiale di beni e servizi. Multinazionali Protagonisti di questo processo sono le multinazionali e le grandi istituzioni finanziarie che spostano enormi capitali da una parte all’altra del mondo alla ricerca di investimenti più redditizi o di luoghi dove si pagano meno tasse: i cosiddetti paradisi fiscali
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→ Osserva l’istogramma e completa le frasi.
a. Nell’istogramma qui in basso possiamo valutare i contributi al commercio internazionale di varie aree del mondo, analizzandoli nell’arco di tempo che va .
b. Le economie emergenti sono cresciute molto più di qualsiasi altra nell’anno
c. Rispetto al dato mondiale le economie dell’Eurozona e degli USA sono in leggera
← La sede di Wall Street, la Borsa di New York, uno dei luoghi-simbolo della ricchezza degli Stati Uniti e uno dei più importanti centri degli scambi finanziari a livello mondiale.
Mercati I mercati principali dei prodotti finanziari sono le Borse valori, dove gli scambi avvengono quasi completamente online, su reti telematiche. Le Borse di New York, Tokyo, Londra, Hong Kong e Shanghai sono le più importanti. Solo l’Africa per ora resta fuori dai grandi circuiti mondiali. Banche Fanno parte del sistema finanziario le banche, cioè imprese pubbliche o private che raccolgono il denaro dei risparmiatori, lo investono e lo prestano dietro pagamento di un interesse. Fra queste le banche centrali hanno la funzione di controllare tutta l’attività bancaria di uno specifico Stato e di emettere la moneta nazionale. I maggiori gruppi bancari del mondo si concentrano negli Stati Uniti, in Giappone, nel Regno Unito e in Svizzera. Recentemente sono nate le banche online che utilizzano Internet e la rete delle carte di credito per attivare un servizio home banking.
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→ Ricerca in rete dove si trovano i principali paradisi fiscali.
Descrivi le caratteristiche di uno a tua scelta con l'aiuto di Internet.
Ricerca scientifica La ricerca è una delle principali attività del terziario avanzato. I Paesi più sviluppati basano sempre più la propria economia sul settore della ricerca e dello sviluppo di nuove tecnologie e di prodotti high tech come computer, software, satelliti, robot, droni, nuovi materiali, fibre ottiche, farmaci, armi nucleari e chimiche. Oggi i campi più avanzati della ricerca sono quelli relativi alle biotecnologie (tecnologie che integrano organismi, cellule o loro parti in processi produttivi) e alle nanotecnologie (tecnologie che sviluppano strumenti grandi milionesimi di millimetro: nanometri).
Paesi protagonisti La spesa mondiale per la ricerca e lo sviluppo (R&S) è fortemente concentrata in pochi Paesi situati quasi tutti nelle tre principali aree economiche del pianeta: il flusso più consistente di investimenti in R&S avviene nell’Asia orientale e meridionale (Cina, India e Corea del Sud da sole effettuano oltre il 40% degli investimenti totali); seguono il Nord America (gli Stati Uniti sono il Paese che spende di più) e l’Unione Europea
Settore quaternario Il quaternario comprende tutte le attività che riguardano la gestione e il controllo della società e dell’economia, funzioni svolte dagli organi di programmazione economica e finanziaria, dalle associazioni imprenditoriali, culturali, sindacali e politiche, dalle grandi organizzazioni internazionali (per esempio l’ONU), dai gradi più alti dei servizi amministrativi, commerciali e di marketing.
→ Nei due areogrammi a lato sono visualizzati gli investimenti pubblici nel settore R&S dal 2000 al 2017. Scrivi accanto a ciascuna didascalia a quale anno fa riferimento.
Le economie asiatiche emergenti sono l’unico fenomeno degno di nota dopo USA e UE.
La Cina ha incrementato notevolmente i suoi investimenti nella ricerca sia per quanto riguarda il pubblico sia il privato. Questo andamento è una diretta conseguenza del fatto che, negli ultimi anni, l’intensità degli sforzi dedicati a R&S ha ristagnato a livello di tutta l’UE.
Nel settore R&S la percentuale di spesa sostenuta dalla UE è diminuita.
Poche grandi metropoli nel mondo sono sedi di attività del quaternario di portata mondiale, luoghi di incontro di relazioni finanziarie, scientifiche, commerciali, politiche globali e perciò sono state chiamate città globali Le più importanti città globali sono due europee, Londra e Parigi, una nordamericana, New York, due asiatiche, Tokyo e Shanghai, Dubai negli Emirati e Sao Paulo in America Latina.
Il grande sviluppo delle vie e dei mezzi di trasporto e il miglioramento delle condizioni di vita in molti Paesi hanno contribuito alla crescita delle attività turistiche
A partire dalla metà del secolo scorso, nei Paesi europei e negli Stati Uniti diverse zone caratterizzate dalla bellezza dei paesaggi naturali (mare, montagna, laghi) sono diventate meta di flussi turistici, trovando in questa attività un’importante occasione di sviluppo economico. Con l’avanzare del turismo di massa e dell’urbanizzazione a volte incontrollata (alberghi, seconde case ecc.), hanno assunto interesse turistico molte aree in Paesi del Sud del mondo, periferiche economicamente, ma dotate di grandi ricchezze naturali.
Turismo di massa Il turismo oggi è un’attività capace di promuovere flussi enormi di persone. Nel 2017, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT, un’agenzia dell’ONU), hanno viaggiato all’estero un miliardo e 32 milioni di persone e si stima che nel 2030 saranno quasi 2 miliardi. Nel 2020, a seguito della pandemia di Covid-19, il settore ha attraversato una profonda crisi.
Attività L’industria del turismo comprende una vasta gamma di attività: dalle strutture di accoglienza (alberghi, ristoranti, discoteche) ai servizi organizzativi (agenzie di viaggio, noleggio veicoli). Dominano il mercato i grandi gruppi che controllano sia l’organizzazione del viaggio sia le strutture di accoglienza.
Protagonisti Il turismo è un fenomeno diffuso in tutti i continenti con caratteristiche e numeri diversi. L’Europa è l’area più visitata al mondo, seguita dalla zona Asia-Pacifico in costante crescita; l’area che registra i maggiori introiti è però l’America settentrionale. Fra i Paesi il più visitato è la Francia, seguita da Stati Uniti, Spagna, Cina e Italia. I Paesi che spendono di più per il turismo internazionale sono Germania, Stati Uniti e Regno Unito. Negli ultimi anni però in questa classifica sono entrati anche Cina, Russia e Corea del Sud.
→ Osserva l’infografica per il turismo sostenibile, proposta online. Completa poi le righe sottostanti con quelli che, secondo te, sono i 5 argomenti che ti convincono di più (puoi aggiungerne tu).
Il turismo sostenibile
COME GESTISCI LA TUA IDENTITÀ DIGITALE
E I DATI IN RETE?
La gestione consapevole della propria identità e dei dati personali nell’ambiente digitale è fondamentale per garantire sicurezza, riservatezza e benessere. Essere cittadini digitali responsabili significa conoscere i propri diritti, applicare strategie di protezione e adottare comportamenti rispettosi verso sé stessi e gli altri negli ambienti online.
CHE COS’È L’IDENTITÀ DIGITALE?
L’identità digitale è l’insieme delle informazioni che condividiamo online, come nome, foto, interessi e attività. Ogni azione digitale lascia tracce, chiamate “impronte digitali”, che possono essere usate per identificarti. È essenziale gestire queste informazioni con attenzione per evitare furti di identità, danni alla reputazione e altri rischi.
DIRITTI E PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI
Il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR); ha come obiettivo principale la protezione dei dati personali dei cittadini europei e la regolamentazione del loro trattamento da parte di organizzazioni pubbliche e private.
Prima di usare un servizio digitale, leggi attentamente la Privacy Policy per capire come i tuoi dati saranno utilizzati. Puoi chiedere che i tuoi dati siano cancellati o modificati se necessario. Domande utili:
• Quanto spesso leggi la Privacy Policy prima di utilizzare un servizio digitale? Quali elementi consideri più importanti per decidere se accettarla?
• In quali situazioni pensi sia più rilevante chiedere la modifica o la cancellazione dei tuoi dati personali? Hai mai fatto una richiesta del genere? Se sì, quali difficoltà hai incontrato?
CONOSCI GENERAZIONI CONNESSE?
Il progetto Safer Internet Centre – Generazioni Connesse (SIC; https://www.generazioniconnesse.it/site/), co-finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Digital Europe, è coordinato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. È un punto di riferimento per sensibilizzare, informare e proteggere sui rischi e le opportunità legati all’uso di Internet.
Il SIC offre risorse educative e informative per affrontare diverse tematiche legate alla sicurezza online, tra cui:
• Cyberbullismo: strategie per riconoscerlo e contrastarlo.
• Fake news: consigli per sviluppare il pensiero critico e riconoscere informazioni false.
• Privacy e protezione dei dati personali: indicazioni su come tutelare la propria identità digitale.
• Uso responsabile dei social media: linee guida per comportamenti consapevoli online
DIPENDENZE ONLINE: RICONOSCIMENTO E PREVENZIONE
La dipendenza da Internet si manifesta attraverso un uso eccessivo e incontrollato della rete, paragonabile ad altre forme di dipendenza, e può portare a isolamento sociale, sintomi di astinenza, problemi scolastici e un desiderio irrefrenabile di connessione.
Per saperne di più:https://www.generazioniconnesse.it/ site/it/2019/09/04/dipendenze-online/? ww-parametri-ritorno=ricerca_fulltext%3D%26idcateg orie%255B%255D%3D24%26ww-off%3D0%26 ww-limit%3D80
È ARRIVATO IL TEMPO DI DIRE BASTA?
Se passi troppo tempo online, potrebbe influire sul tuo benessere fisico ed emotivo. La dipendenza da Internet si manifesta non solo con la quantità di tempo trascorso, ma anche con il tipo di attività svolte.
Come capire se esageri:
• Segnali fisici: mal di testa, occhi stanchi o dolori al collo e alle spalle.
• Segnali emotivi: ansia, nervosismo o irritabilità quando non sei connesso.
Domande utili:
• Ti capita di trascurare il sonno?
• Ti senti più gratificato online rispetto ad altre attività?
• Hai ridotto il tempo con gli amici per restare in rete?
Consigli pratici:
• Fissa limiti di tempo per l’uso di dispositivi.
• Spegni le notifiche non essenziali.
• Dedica tempo ad attività offline come sport o hobby.
Ascolta il tuo corpo:
• Se senti stanchezza o irritazione, fermati.
• Se senti che il tuo uso di Internet ti sta sfuggendo di mano, parlane con qualcuno di fiducia o rivolgiti a professionisti.
Per saperne di più: https://www.generazioniconnesse.it/ site/it/2020/03/21/dipendenza-online/
Il SIC mette a disposizione strumenti per denunciare e affrontare situazioni problematiche, come:
• Cyberbullismo e molestie online: tramite una piattaforma dedicata, è possibile segnalare episodi di abuso digitale e ricevere supporto.
• Contenuti inappropriati o illegali: il SIC collabora con le autorità per rimuovere contenuti dannosi.
• Situazioni di disagio personale o sociale: fornisce un servizio di ascolto e consulenza attraverso enti partner come Telefono Azzurro.
CHE CITTADINO/CITTADINA DIGITALE SEI?
Rifletti sul tuo comportamento online e sulle tue competenze. Impegnati ad identificare i tuoi punti di forza e le possibili aree di miglioramento. Questa riflessione ti aiuterà a comprendere meglio come le tue azioni digitali possano influenzare non solo te stesso, ma anche il benessere e la sicurezza della comunità digitale di cui fai parte.
Istruzioni: leggi attentamente ogni affermazione e valuta il tuo livello di competenza assegnando un punteggio da 1 a 5:
• 1 = Non sono consapevole di questa pratica.
• 2 = Ho una conoscenza limitata ma non applico costantemente questa pratica.
• 3 = Sono consapevole e applico questa pratica occasionalmente.
• 4 = Sono consapevole e applico questa pratica nella maggior parte delle situazioni.
• 5 = Sono molto consapevole e promuovo attivamente questa pratica anche tra gli altri.
A. Riesco a proteggere la mia identità digitale scegliendo password sicure e personalizzando le impostazioni di privacy sui social media. __/5
B. So analizzare una Privacy Policy e capire come vengono utilizzati i miei dati personali. __/5
C. Applico misure di sicurezza, come l’uso di antivirus e aggiornamenti software, per proteggere i miei dispositivi. __/5
PROTEGGITI E PROTEGGI!
• Proteggi i dispositivi: usa antivirus, firewall e password sicure.
• Non condividere dati sensibili: evita di fornire informazioni personali su piattaforme non affidabili.
• Verifica le fonti: pubblica solo contenuti attendibili e rispetta la privacy degli altri.
• Contrasta il cyberbullismo: segnala comportamenti scorretti e sostieni chi ne è vittima.
• Fai attenzione ai rischi: limita il tempo davanti agli schermi, evita discussioni tossiche sui social e promuovi relazioni positive.
• Cura la tua impronta ecologica: riduci gli sprechi di energia e ricicla correttamente i dispositivi.
D So riconoscere i segnali di phishing, truffe online o contenuti malevoli e agire per proteggermi. __/5
E. So adottare comportamenti digitali responsabili per prevenire minacce come il cyberbullismo. __/5
F. Riesco a identificare l’impatto ambientale di dispositivi digitali e agire per ridurlo (es. riuso, riciclo, acquisti consapevoli). __/5
G. Verifico l’attendibilità delle informazioni che pubblico o condivido online per proteggere me stesso e gli altri. __/5
H. Sono in grado di gestire i miei tempi di connessione per tutelare il mio benessere psico-fisico. __/5
• Quali affermazioni hai valutato con un punteggio inferiore a 3?
• Cosa ti impedisce di applicare queste pratiche in modo regolare o efficace?
• Ti mancano conoscenze specifiche su questo/i argomento/i? Se sì, quali aspetti necessitano di approfondimento?
• Ti senti poco sicuro/a o incerto/a nell’applicare queste pratiche? Quali sono le difficoltà principali che incontri?
• Quali azioni concrete potresti intraprendere per migliorare (es. seguire un corso, leggere guide, utilizzare strumenti specifici)?
Lo spazio geografico terrestre è attraversato da un fitto intreccio di linee di comunicazione. Strade, ferrovie, vie d’acqua, oleo e gasdotti costituiscono grandi reti di trasporto che si irradiano sulla superficie terrestre, favorendo la produzione e gli scambi commerciali. Porti e aeroporti, vie aeree e rotte marittime integrano il complesso sistema dei trasporti planetari.
Negli ultimi decenni il processo di globalizzazione economica ha moltiplicato gli spostamenti di merci e persone all’interno dei Paesi e fra le diverse parti del pianeta, coinvolgendo anche zone in precedenza isolate. Tuttavia, sono molte le cause che possono creare un arresto nello sviluppo dei trasporti: guerre, chiusure dei confini, eventi climatici catastrofici o, come è successo di recente con il Covid-19, l’estendersi di pandemie che vedono nelle comunicazioni la prima diffusione dei contagi. Paesi sviluppati Le vie di comunicazione sono naturalmente più fitte dove è più densa la popolazione e dove esiste una maggior ricchezza economica. La rete dei trasporti più sviluppata del mondo, infatti, si trova nella regione nordoccidentale dell’Europa (Benelux, Francia settentrionale, Germania occidentale) e si prolunga a nordovest fino a Londra, grazie al tunnel sotto il canale della Manica, e a sud, attraverso le Alpi, fino all’Italia settentrionale. Altri siste-
mi importanti sono la fittissima rete giapponese e quella nordamericana, molto estesa e più densa lungo le fasce costiere. In queste aree prevalgono sistemi di trasporto moderni: il traffico scorre lungo autostrade e linee ferroviarie efficienti; utilizza automezzi commerciali potenti, automobili con tecnologie avanzate, treni confortevoli, aerei e navi traghetto. Anche l’Europa orientale, la Russia europea e l’Australia hanno buone vie di comunicazione, anche se più rade e con un traffico meno intenso.
→ Dopo aver letto il testo rispondi. Perché la globalizzazione ha aumentato gli spostamenti? Rendi più completa la tua risposta con l’aiuto di un chatbot di tua scelta e confronta la tua risposta in classe.
Paesi meno avanzati In gran parte dell’America latina, dell’Africa e dell’Asia le comunicazioni si effettuano con sistemi obsoleti: poche strade a scorrimento veloce, ferrovie antiquate e disagiate, fiumi difficili da navigare, mezzi di trasporto pubblico su strada lenti, affollati, poco affidabili. In molti di questi Paesi si trovano anche tronconi di linee ferroviarie o di arterie stradali risalenti al passato coloniale, quando collegavano piantagioni e miniere ai porti d’imbarco, tenuti oggi in efficienza dalle multinazionali che hanno interessi economici sul luogo. Reti di trasporto fitte e abbastanza efficienti si trovano solo nelle vicinanze delle grandi città, dei porti e dei poli industriali dei Paesi in maggior sviluppo.
Cina Una realtà a parte è costituita dalla Cina. Nel suo vastissimo territorio i trasporti hanno dati da record: quasi 2 milioni di chilometri di rete stradale e il sistema autostradale più esteso, il più grande mercato automobilistico del mondo e 470 milioni di biciclette, un quarto del totale globale di ferrovie e la linea ad alta velocità più lunga della Terra. Inoltre, il ponte più lungo del mondo (Hong Kong-
Le aerolinee L’aeroplano è il mezzo maggiormente indicato lungo le grandi distanze, per il traffico intercontinentale e per quello all’interno dei Paesi più estesi, come gli Stati Uniti, il Brasile o l’Australia.
Dagli ultimi decenni del secolo scorso il trasporto aereo ha però fatto registrare un elevato sviluppo anche per le medie distanze, grazie all’enorme diffusione delle compagnie low cost (a basso costo). Questo fenomeno ha determinato anche un aumento del traffico negli aeroporti secondari, situati nei pressi di centri minori, che hanno costi di servizio inferiori a quelli dei grandi scali internazionali.
Gli hub Gli aeroporti di livello planetario sono definiti hub, in italiano «fulcro», dove si incrociano le linee principali. Con il sistema hub and spoke (cioè «fulcro e raggi») si fanno convergere su questi grandi scali i voli provenienti da quelli secondari, permettendo così di collegare alla rete principale anche aeroporti con scarsi flussi di traffico. Questi nodi globali corrispondono in genere alle grandi metropoli del pianeta, soprattutto nelle regioni più sviluppate e nei Paesi a economia emergente: oltre agli aeroporti internazionali possono essere dei centri nodali i grandi porti oceanici e anche i nodi terrestri, autostradali e ferroviari.
Zhuhai-Macao) e un treno, il Transrapid di Shanghai, che raggiunge i 431 km/h. A fronte di queste eccellenze ci sono però aree, soprattutto nelle zone occidentali, dove i trasporti sono estremamente difficili e le comunicazioni con il resto del Paese sono quasi inesistenti.
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→ Dopo aver letto il testo rispondi. Quali sono le caratteristiche delle reti di trasporto nei Paesi meno avanzati?
COMPLETA LO STUDIO
→ Leggi la tabella che riguarda i maggiori aeroporti del mondo per numero di passeggeri e rispondi alle domande.
a. A quali Paesi appartengono i due aeroporti più trafficati?
b. Qual è l’unico scalo europeo in classifica?
L’intelligenza artificiale (IA) permette ai sistemi informatici di analizzare dati, riconoscere schemi e prendere decisioni in base a informazioni disponibili. Grazie a potenti algoritmi e grandi quantità di dati, l’IA può svolgere attività come riconoscere immagini, tradurre testi, suggerire contenuti o risolvere problemi complessi. “I sistemi di IA interagiscono con noi e agiscono sul nostro ambiente, direttamente o indirettamente. Spesso sembrano operare in modo autonomo e possono adattare il loro comportamento imparando a conoscere il contesto” (UNICEF, Policy guidance on AI for children, 2021, p.16). L’IA è presente in molti aspetti della nostra vita quotidiana: dalle app che suggeriscono playlist musicali, ai sistemi di navigazione, fino agli assistenti virtuali. Ogni sistema di IA funziona secondo regole precise e in base alle informazioni che gli vengono fornite.
L’IA GENERATIVA
L’IA generativa crea contenuti originali, come testi, immagini, video o musica, utilizzando modelli di machine learning (ML) di grandi dimensioni basati su reti neurali profonde pre-addestrate su ampi dataset.
INTERAGIRE CON I SISTEMI DI INTELLIGENZA
ARTIFICIALE (IA)
Interagire con i sistemi di intelligenza artificiale (IA) è ormai una componente fondamentale della vita quotidiana, rendendo indispensabile per i cittadini lo sviluppo di competenze specifiche.
Conoscenze: comprendere ciò che i sistemi di IA sono in grado di fare e i loro limiti. Riconoscere sia i vantaggi, come l’automazione e il supporto decisionale, sia i rischi, tra cui possibili errori, pregiudizi (bias) e gli impatti etici e sulla privacy.
Abilità: saper interagire efficacemente con i sistemi di IA. Essere in grado di fornire feedback utili all’IA.
Attitudini/atteggiamenti : mantenere il controllo umano sui sistemi di IA, garantendo che la tecnologia supporti il processo decisionale senza sostituire il giudizio critico. Avere un approccio critico ma aperto, che consenta di sfruttare i benefici della tecnologia senza trascurare i rischi. Considerare le implicazioni etiche, promuovendo trasparenza, inclusività e il rispetto dei diritti umani.
Domande utili:
• Mantieni un approccio critico nell’uso dei sistemi di IA, valutando i loro risultati prima di prendere decisioni?
• Adotti un atteggiamento aperto verso l’IA, cercando di sfruttarne i benefici senza trascurare i potenziali rischi?
LIMITI PER L’IA
L’età minima per usare l’IA in Italia è generalmente 14 anni per servizi che trattano dati personali, ma può variare a seconda delle condizioni specifiche della piattaforma.
Ad esempio: ChatGPT di OpenAI richiede che gli utenti abbiano almeno 13 anni, con il consenso dei genitori per chi ha meno di 18 anni.
PARLIAMO DI PROMPT
Per interagire con l’IA generativa si utilizza il prompt. Un prompt è un testo in linguaggio naturale che fornisce istruzioni specifiche all’IA per eseguire una determinata attività.
COME SCRIVERE UN BUON PROMPT
Ecco alcuni consigli pratici:
• Essere specifici: fornire istruzioni chiare e dettagliate per evitare ambiguità, assicurandosi che il contesto sia ben definito.
• Indicare il formato desiderato: specificare il tipo di risposta richiesta, ad esempio un elenco puntato, un paragrafo o una spiegazione approfondita.
• Definire il pubblico di riferimento: indicare il livello di formalità e il target a cui è destinata la risposta, in modo che il tono e lo stile siano appropriati.
Un esempio di utilizzo
• Prompt: “Sono una studentessa di 16 anni e devo organizzare una campagna di sensibilizzazione sull’uso responsabile dei social media tra gli studenti della mia scuola. Redigi un piano in 5 punti per organizzare la campagna di sensibilizzazione.”
L’Artificial Intelligence Act (https://data.consilium.europa.eu/doc/document/PE-24-2024INIT/it/pdf) è la prima normativa mondiale dedicata all’intelligenza artificiale. Adotta un approccio “basato sul rischio”, modulando la severità delle regole in base al potenziale impatto dei sistemi di IA sulla società. L’obiettivo principale è garantire un utilizzo sicuro, trasparente e responsabile della tecnologia, tutelando al contempo innovazione e diritti umani.
→ Pensa ai dispositivi o alle app che usi ogni giorno: smartphone, motori di ricerca, social media. Individua almeno cinque esempi in cui potrebbe esserci IA dietro le quinte (per esempio, traduzione automatica, assistenti vocali, playlist personalizzate). Condividi i tuoi esempi con la classe.
• Come funziona l’IA in questi casi?
• Quali decisioni potrebbe prendere e su quali dati si basa?
• Cosa succede se l’IA riceve dati incompleti o sbagliati? Ad esempio, un assistente vocale potrebbe interpretare male un accento regionale.
Svolgi gli esercizi in modalità interattiva sull’eBook+ o sull’app librARsi
1 Collega correttamente gli elementi della prima colonna con il significato corrispondente espresso nella seconda colonna.
a. No global
b. Digital divide
c. Glocal
d. WTO
e. FMI
f. Multinazionale
g. Spazio economico
h. Dazio doganale
1. Organizzazione mondiale del commercio.
2. Neologismo che sintetizza globale e locale.
3. Grande azienda con sedi in molti Paesi.
4. Tassa sulle importazioni.
5. Fondo monetario internazionale.
6. Persona o movimento contrario alla globalizzazione.
7. Disuguaglianza in campo tecnologico.
8. Ambito dove avvengono gli scambi.
2 Rispondi alle domande scegliendo la risposta corretta.
a. Tra quali Paesi avvenivano principalmente gli scambi fino a pochi decenni fa?
Stati Uniti, Paesi europei, Giappone Stati Uniti, Cina, Germania
b. Che cosa finanzia la Banca Mondiale?
Programmi dei Paesi meno avanzati Attività delle multinazionali
c. Quale effetto negativo ha la globalizzazione?
Scambi culturali tra Paesi diversi Omologazione degli stili di vita
d. Quale effetto positivo ha la globalizzazione?
Miglioramento delle condizioni di vita in molti Paesi
Annullamento delle disuguaglianze economiche
3 Individua il completamento corretto.
1. L’agricoltura del Sud del mondo:
a È una agricoltura di sussistenza cui si affianca una agricoltura di piantagione.
b È una agricoltura di sussistenza cui si affianca una agricoltura intensiva.
2. L’agricoltura intensiva si pratica:
a Su terreni poco estesi e con abbondanza di macchinari.
b Su terreni molto estesi e con molta manodopera.
3. Gli OGM sono piante più produttive ma:
a Sono del tutto diverse dagli originali.
b Minacciano la biodiversità.
4. La più grande opposizione agli OGM:
a È in Africa. b È in Europa.
5. La maggior parte del pesce:
a Si ottiene con la cattura (pesca).
b Si ottiene con l’acquacoltura.
7 Indica se le seguenti frasi sono vere V o false F.
1. I combustibili fossili sono risorse rinnovabili. V F
2. Il petrolio è la fonte energetica più utilizzata.
3. L’energia elettronucleare è diffusa in tutti i Paesi industrializzati. V F
4. Tra le fonti energetiche “alternative” le principali sono la solare e l’eolica. V F
5. L’energia da biomasse è ricavata anche dallo sfruttamento dei rifiuti agricoli. V F
6. L’energia nucleare si ottiene dall’uranio. V F
7. La maggior parte delle centrali sono in Asia. V F
5 Completa il brano scegliendo tra le parole dell’elenco. idrocarburi � solare � 80 � idroelettrica � sicurezza � 21 � carbone � da biomassa � 32 � nucleare � rinnovabili
Più dell’ % del consumo mondiale di energia è garantito dal ( 29% del fabbisogno mondiale ), petrolio ( %) e gas naturale ( %). Molti Paesi hanno iniziato a ridurre i consumi di e incoraggiato l’uso delle fonti ( , eolica, , geotermica, ) ma di quella , che però pone ancora molti problemi di
6 Indica se le seguenti frasi sono vere V o false F.
1. Il settore secondario comprende le attività di trasformazione dalle materie prime in prodotti finiti.
2. Le PMI fanno parte delle grandi industrie multinazionali.
3. L’industria manifatturiera trasforma le materie prime in semilavorati.
4. La delocalizzazione avviene principalmente nei Paesi del Sud del mondo.
5. Fra i BRICS non compare nessun Paese europeo.
6. I Paesi non industrializzati esportano principalmente materie grezze.
7 Rispondi alle seguenti domande.
1. Quali sono i settori che fanno parte del terziario avanzato?
2. Quali sono i più importanti servizi per la vendita?
3. Quali sono le principali aree turistiche mondiali?
8 Attribuisci correttamente le seguenti caratteristiche dei trasporti.
a. Paesi avanzati
b. Paesi meno avanzati
1. Numerose autostrade.
2. Densità della rete.
3. Collegamenti tra miniere e porti.
4. Mezzi tecnologicamente avanzati.
5. Sistemi obsoleti.
6. Ferrovie antiquate.
9 Rispondi alle domande.
a. Quale mezzo è particolarmente usato nei Paesi di grande estensione?
b. Quali scali sono stati avvantaggiati dalla diffusione delle compagnie low cost?
c. Quali aeroporti possono essere definiti degli hub?
10 Collega correttamente gli elementi della prima colonna con il significato corrispondente espresso nella seconda colonna.
a. Bandiera ombra
b. Container
c. Nave-cargo
d. Nodo globale
e. Alta velocità
f. Canale artificiale
g. Navigazione interna
1. Trasporto su fiumi e canali.
2. Mezzo per il trasporto merci.
3. Corso d’acqua costruito dall’essere umano.
4. Paesi che offrono agevolazioni fiscali alle navi.
5. Grandi metropoli del pianeta.
6. Grande contenitore metallico.
7. Linea ferroviaria rapida.
NUOVI
Negli ultimi anni gli economisti si sono molto interrogati sulla necessità di mettere a punto nuovi modelli economici. Gli esperti si sono dovuti confrontare con le ricorrenti crisi dell’economia, con la costante diminuzione delle risorse e con i danni ambientali determinati dal sistema economico-industriale oggi dominante. Inoltre, è diventato sempre più evidente come in molte nazioni, soprattutto in via di sviluppo, manchino beni primari e sia ancora difficile accedere all’istruzione e partecipare attivamente alla vita sociale. Bisogna quindi correggere alcune storture ricorrendo anche a scelte alternative per quanto riguarda lo stile di vita e l’economia.
L’ECONOMIA CONDIVISA
Uno dei modelli proposti è quello della sharing economy, espressione che possiamo tradurre con «economia condivisa»: essa si propone come nuovo modello economico che si basa sull’utilizzo e sullo scambio di beni e servizi piuttosto che sul loro acquisto. È un modello economico che dunque privilegia l’accesso ai beni più che il loro possesso. È un sistema che si caratterizza per il contatto diretto tra chi domanda un bene e chi lo offre, contatto che avviene tramite siti web oppure app. Così, iscrivendosi a una community, si può trovare un autista con cui condividere un viaggio in auto, una stanza per le vacanze, il trapano elettrico per la ristrutturazione della casa
NUCLEO Sviluppo economico e sostenibilità COMPETENZA 5-6-8
ecc. In questo modello sono dunque fondamentali le relazioni fra le persone, il senso di fiducia verso gli altri, la creazione di “comunità” che forniscono giudizi sui servizi e che determinano la reputazione di chi li offre.
I settori che al momento appaiono più interessati a questo sistema sono i trasporti e il turismo. Il costo sempre più elevato dei carburanti ha spinto molti consumatori a condividere i mezzi di trasporto, con la creazione di formule quali il carsharing, il bikesharing, il carpooling. Per quanto riguarda il turismo, invece, si sono sviluppate formule di ospitalità che permettono di accedere in casa di uno degli utenti e di soggiornarvi per un periodo di tempo limitato, dietro il pagamento di un affitto conveniente rispetto all’ospitalità tradizionale.
VANTAGGI DI UN MODELLO ECONOMICO
ALTERNATIVO
La sharing economy permette agli individui di essere più consapevoli del sistema economico e di mettersi in gioco come consumatori-produttori. La share economy permette di personalizzare i servizi: la maggior parte di essi nasce infatti da bisogni specifici del territorio ai quali le comunità hanno dato spontaneamente una risposta; ne sono un esempio i mercati del riuso, gli asili di quartiere ecc. È un modo per riutilizzare gli oggetti, condividendoli con altri, piuttosto che comprarli e usarli una sola volta per poi eliminarli se non servono più.
→ Dividete la classe in due gruppi. Provate quindi a rispondere separatamente alle seguenti domande:
• Pensate che la sharing economy sia un modello realmente capace di garantire benessere e nello stesso tempo sostenibilità?
• In quali altri settori, oltre ai trasporti e al turismo, questo modello potrebbe essere applicato?
Dopo aver approfondito queste tematiche, confrontate le risposte dei due gruppi, discutendone e cercando di arrivare a una conclusione comune.
NUCLEO Costituzione COMPETENZA 1-3
DI CHE COSA TRATTA
QUALI DISCIPLINE POSSONO ESSERE COINVOLTE?
QUALI ARGOMENTI DEL TESTO DI GEOGRAFIA RIGUARDA?
QUALI ABILITÀ DEVI METTERE IN CAMPO?
QUALI STRUMENTI E METODI PUOI UTILIZZARE?
COME È STRUTTURATO IL LAVORO?
Questa Unità di apprendimento ti invita ad approfondire l’argomento del lavoro. Il diritto al lavoro fa parte dei diritti umani, come puoi leggere nei punti elencati nell’articolo 23 della Dichiarazione universale dei diritti umani, proclamata nel 1948 dall’Assemblea delle Nazioni Unite. Ciononostante, questo diritto non sempre è rispettato. Per esempio negli Stati a regime totalitario, dove non è garantita la libertà di aderire a un sindacato. Ma sono moltissimi i Paesi del mondo dove il lavoro non è considerato un diritto, né ci sono sistemi di protezione contro la disoccupazione. Numerosi sono anche i Paesi dove è permesso o tollerato il lavoro minorile. Infine, quasi ovunque non viene garantita uguale retribuzione per uguale lavoro, soprattutto nel caso della differenza di genere.
Oltre a geografia, sono interessate educazione civica, italiano, informatica, inglese, diritto
I settori economici: primario, secondario e terziario – Globalizzazione – Economia italiana – Agenda 2030: Obiettivo 8 (garantire un lavoro dignitoso) - Obiettivo 5 (garantire la parità di genere)
Comprensione di un testo – Comprensione di una comunicazione video – Utilizzo della rete Internet – Elaborazione di uno schema per punti – Elaborazione di un testo –Organizzazione e assemblaggio di materiale da fonti diverse
Lezione partecipata (in presenza o a distanza) – LIM – Video – Libro di testo –Laboratorio di informatica per ricerca in Internet – Lettura di articoli online – Ricerca cartografica e iconografica – Creazione di un testo stampato
Lettura di articoli della Dichiarazione Universale e della Costituzione Italiana riguardanti il lavoro e visione di un video in modalità flipped classroom – Discussione di gruppo - Lettura del testo di geografia – Indagine in Internet – Attività parallele nelle varie discipline – Elaborazione di testi per comporre un Atlante mondiale del lavoro
CHE COSA TI PROPONE LA FLIPPED CLASSROOM?
COME PROCEDE IL LAVORO?
COME SI CONCLUDE IL LAVORO?
A casa trova e leggi l’articolo 23 della Dichiarazione universale dei diritti umani. Leggi anche gli articoli della Costituzione Italiana che riguardano il lavoro. In particolare, gli articoli 1 e 4 dei Principi Fondamentali e gli articoli 35-36-37-38-39-40 del Titolo III-Rapporti Economici. Per approfondire l’impegno internazionale nelle questioni di lavoro, guarda il video sull’ILO (International Labour Organization). Ricordati di prendere appunti su ciò che guardi e leggi.
Con i tuoi compagni e l’insegnante avvia una discussione sul materiale che avete esaminato. Insieme, stendete un elenco di temi-chiave relativi ai problemi sul mondo del lavoro, avvalendovi anche delle attività svolte nelle altre discipline. Singolarmente o a piccoli gruppi fate un’attività di ricerca in Internet: per ogni punto individuato cercate un esempio relativo a un diverso Paese del mondo: potrà essere un’analisi complessiva o un caso concreto, o entrambi.
Si tratta ora di realizzare l’Atlante del lavoro. Ognuno di voi (oppure ogni gruppo) si occupa di un Paese. Il capitolo relativo conterrà un testo introduttivo elaborato da voi, una carta e le informazioni di base del Paese (nome, continente, superficie, abitanti, densità, capitale, lingua), gli articoli che avete trovato in Internet, eventuali immagini, le vostre personali riflessioni finali.
L’ Europa è il nostro continente. L’Italia è uno dei Paesi che lo costituiscono e che concorrono a formarne l’identità. Le sue particolarità sono però notevoli: dalla stessa conformazione fisica e localizzazione al centro del Mediterraneo all’immensa ricchezza del suo patrimonio culturale. La conoscenza di Francia, Regno Unito, Germania e Russia ci permette di approfondire altri aspetti fondanti del continente.
LEZIONE 21
IL TERRITORIO ITALIANO
LEZIONE 22
IL SISTEMA DEGLI ENTI
LEZIONE 23
LA POPOLAZIONE ITALIANA
LEZIONE 24
ECONOMIA E LAVORO IN ITALIA
LEZIONE 25
TERRITORIO EUROPA
LEZIONE 26
GLI EUROPEI
LEZIONE 27
L’UNIONE EUROPEA
LEZIONE 28
I PAESI EUROPEI
LEZIONE 29
FRANCIA
LEZIONE 30
GERMANIA
LEZIONE 31
REGNO UNITO
LEZIONE 32
RUSSIA
Si trova nell’Europa meridionale
Ha un patrimonio storico e artistico immenso
Stato centrale che demanda parte dell’amministrazione a ENTI LOCALI
È tra le maggiori potenze industriali
Dal 2019 il saldo naturale è negativo
REGIONI (5 a statuto autonomo), PROVINCE, COMUNI e CITTÀ METROPOLITANE
Piccolo continente quasi interamente compreso nella fascia temperata dell’emisfero boreale
Le maggiori potenze europee sono
Al 2024, 27 Stati europei fanno parte dell’UNIONE EUROPEA
È una delle economie più avanzate del mondo
Paese tra i più vasti e popolosi, è una grande protagonista sulla scena europea
Principale punto di riferimento delle politiche europee
Con la BREXIT è uscito dall’UE
Tra gli Stati più importante della Terra, ma il suo ruolo è limitato dal territorio vasto, dall’economia legata al settore estrattivo, e da un regime poco democratico
L’Italia si trova nella parte meridionale dell’Europa. Il suo territorio è costituito in massima parte da una penisola (circondata per tre lati dal mare e collegata alla terra solo da un lato) che si allunga nel centro del Mar Mediterraneo.
Possiamo immaginare l’Italia composta da tre grandi parti: l’area continentale, l’area peninsulare e l’area insulare.
Superficie 302 073 km 2
Popolazione 58 850 717 abitanti
Densità 195 abitanti per km 2
Capitale Roma
Forma di governo repubblica parlamentare
Lingua ufficiale italiano
Moneta euro
Il 35% del territorio è formato da montagne, il 42% da colline e il 23% da pianure
Alpi e Appennini A nord si trovano le Alpi, una catena montuosa dalle cime aguzze, ancora poco levigate dall’erosione degli agenti atmosferici. Sono suddivise in occidentali e orientali, con la linea di demarcazione in corrispondenza del lago di Como. Il sistema alpino digrada a sud verso la Pianura Padana, formando una serie di catene meno aspre ed elevate chiamate Prealpi. Gli Appennini sono meno elevati, ma costituiscono la catena più lunga: percorrono la penisola, dalla Liguria alla Calabria fino ai monti della Sicilia.
Vulcani I vulcani attivi sono: il Vesuvio in Campania, Stromboli e Vulcano nelle isole Eolie e l’Etna che supera i 3000 metri ed è la cima più elevata della Sicilia.
Colline La maggior parte del territorio italiano è occupato da colline (fino a 600-700 m di altitudine) in tutte le regioni tranne Val d’Aosta e Trentino-Alto Adige. Alcune derivano da antiche montagne erose dagli agenti atmosferici, altre sono costituite dalle morene, masse di terra spinte a valle durante le epoche glaciali, altre sono vulcani spenti.
Pianure La più estesa e più importante è la Pianura Padana: prende il nome dal fiume Po che l’attraversa e l’ha formata nel tempo. Quasi tutte le altre sono pianure costiere; vaste superfici pianeggianti si trovano in Puglia, con il Tavoliere e la pianura della penisola salentina.
Dal momento che l’Italia ha una lunga linea costiera (circa 8300 km) e moltissime isole, le sue coste sono molto variegate. La loro morfologia, cioè la forma in cui si presentano, dipende da vari fattori; per più di un terzo sono coste alte con tratti rocciosi, le rimanenti sono coste basse e sabbiose, formate dai detriti depositati dai fiumi.
Coste liguri Strette alle spalle da Alpi e Appennini, le coste affacciate sul Mar Ligure sono alte e rocciose, frastagliate e piene di insenature.
Coste tirreniche Sabbiose e lineari sono le coste tirreniche fino al Golfo di Napoli: dalla penisola sorrentina inizia una costa alta, fino alla punta calabrese di Scilla.
Coste adriatiche Bassi e sabbiosi sono anche i litorali affacciati sul Mar Adriatico, tranne le coste alte e frastagliate del promontorio del Gargano e del Monte Conero.
COMPLETA LO STUDIO
→ Confronta la carta con quella fisica di pagina 120; colora la zona della Pianura Padana e indica con un pallino dove si trovano i vulcani.
Coste ioniche Uniformi, con un breve bordo sabbioso, sono le coste ioniche della Sicilia orientale e quelle che racchiudono il Golfo di Taranto, mentre si innalzano lungo la Calabria.
La carta delle coste italiane
COMPLETA LO STUDIO
→ Lavora con le immagini. Scrivi la didascalia dell’immagine utilizzando le parole: •insenature •frastagliate •Mar Ligure •coste •rocciose •detriti
I corsi d’acqua che scorrono nel territorio italiano sono molti ma decisamente più brevi rispetto a quelli degli altri Paesi europei. Anche i laghi sono numerosi ma non di grandi dimensioni. Il Po è il nostro fiume più lungo, il lago di Garda è il lago più vasto.
Fiumi alpini I fiumi alpini sono in genere abbastanza lunghi e hanno portata regolare, poiché ricevono acqua sia dallo scioglimento delle nevi, sia dalle precipitazioni. Il fiume alpino più lungo è il Po, che nasce dal Monviso, sul versante meridionale delle Alpi, e attraversa tutta l’Italia settentrionale per gettarsi nel Mar Adriatico. Dalle Alpi scendono diversi affluenti del Po, come il Ticino, l’Adda e il Mincio.
Fiumi appenninici I fiumi appenninici hanno invece corsi più brevi (solo l’Arno, il Tevere e il Volturno raggiungono una certa lunghezza) e portate irregolari, poiché sono alimentati prevalentemente dalle piogge. Le stagioni più piovose come l’autunno e la primavera sono i loro periodi di piena, mentre l’inverno e l’estate sono stagioni in cui la portata di questi fiumi si riduce al minimo.
Laghi I maggiori laghi italiani si trovano a nord, e sono di origine tettonica e glaciale. Sono infatti all’interno di vaste conche scavate dai ghiacciai. I più estesi si trovano nella fascia prealpina e sono il Lago di Garda, il Lago Maggiore e il Lago di Como. Nell’Italia centrale si trovano diversi laghi di origine vulcanica come il Lago di Bolsena. In Umbria il Lago Trasimeno, che è il quarto lago più vasto d’Italia, è di origine tettonica e alluvionale
→ Osserva la carta e rispondi alle domande.
a. Dove nasce il Po?
b. Dove sfocia? Con che tipo di foce?
c. Quali importanti città attraversa?
d. Quali sono i suoi principali affluenti di destra? Quali di sinistra?
e. Confronta questa carta con quella politica di pagina 126. Di quali regioni segna il confine?
È possibile suddividere l’Italia in 6 regioni climatiche e ambientali.
Regione alpina Questa regione ha inverni lunghi e freddi, con precipitazioni nevose, ed estati brevi e fresche, spesso piovose. La vegetazione è costituita da foreste di conifere e da prati; alle altitudini più elevate si estendono ghiacciai e nevai.
Regione padana La regione padana ha un clima di tipo continentale, con estati calde e afose e inverni rigidi. Questa è l’area naturale più trasformata dall’uomo: l’antica foresta di latifoglie sopravvive solo in piccole aree.
Regione appenninica Varia a seconda della latitudine: nel tratto settentrionale le temperature sono più basse e la piovosità è maggiore, nel tratto meridionale l’aridità è più accentuata e le temperature sono più alte. La vegetazione è costituita soprattutto da foreste di latifoglie e prati
Regione adriatica La regione adriatica ha un clima più freddo e piovoso rispetto alla costa tirrenica. Alle foci dei fiumi si trovano aree paludose, mentre più a sud cresce la macchia mediterranea
Regione ligure-tirrenica La regione ligure-tirrenica ha inverni miti ed estati calde, ma ventilate. Le piogge sono poco abbondanti e si concentrano in autunno. Qui si estende la macchia mediterranea, intervallata da pinete.
Regione meridionale e insulare La regione meridionale ha un clima mediterraneo sub-tropicale, con estati lunghe, calde e secche, e inverni miti e poco piovosi. Qui prevale nettamente la macchia mediterranea, alternata a piante tropicali, come palme, agavi, fichi d’india.
Regione alpina
Regione padana
Regione appenninica
Regione adriatica
Regione ligure-tirrenica
Regione meridionale e insulare
→ Rispondi alle domande in base al testo e alla carta.
a. Quale tipo di clima ha la regione padana?
b. Quale regione ha la massima estensione in latitudine?
c. Quali aree sono interessate dalla regione mediterranea?
MARE NOSTRUM
Fin dai tempi più antichi, il Mar Mediterraneo è stato culla di grandi civiltà: le sue acque e le sue sponde hanno infatti visto avvicendarsi Egizi, Fenici, Greci, Romani. Questi ultimi, che hanno controllato per secoli l’intero bacino mediterraneo, indicavano le sue acque con il nome di Mare Nostrum, cioè «mare nostro».
Il Mediterraneo è stato, quindi, fin da secoli remoti luogo di incontro e scontro tra popolazioni, culture, lingue. È stato soprattutto al centro dei grandi traffici del continente euroasiatico almeno fino al XVI secolo, quando si sono aperte le rotte commerciali attraverso gli oceani e gli europei hanno cominciato a dirigere le proprie attenzioni verso l’Atlantico e il Nuovo Mondo.
LE ROTTE COMMERCIALI
Il Mediterraneo è il più grande mare interno del mondo,
Chiamata anche Belt and Road Initiative, la Nuova Via della Seta è una strategia ideata dalla Cina volta al miglioramento dei collegamenti commerciali con i Asia Centrale ed Euorpa.
con i suoi 2,5 milioni di km2 di superficie. Bagna ben 3 continenti e sulle sue coste si affacciano ben 21 nazioni. Dato che è un bacino chiuso, il Mar Mediterraneo soffre per un ridotto apporto e ricambio delle proprie acque. Gli sbocchi verso gli oceani sono garantiti solo da due stretti canali. Il primo, lo stretto di Gibilterra, è un ridotto passaggio naturale che divide Africa ed Europa e consente il collegamento diretto con l’Atlantico. Il secondo sbocco oceanico è il canale di Suez, un passaggio artificiale inaugurato nella seconda metà del XIX secolo e che mette in collegamento Mediterraneo e Oceano Indiano attraverso il Mar Rosso. Questo ridotto scambio di acque incide negativamente sulle caratteristiche delle acque mediterranee, che soffrono di problemi di inquinamento, di aumento delle temperature e di una conseguente diminuzione della pescosità.
Nonostante ciò, il Mar Mediterraneo rimane un’area di
OLANDA
Rotterdam
Duisburg
Venezia
Atene
Istanbul Mosca
TURCHIA
RUSSIA
ITALIA GRECIA IRAN GERMANIA
KAZAKISTAN
KIRGH. TAGIK. PAKISTAN
Gwandar
Cintura economica della Via della Seta
Via della Seta marittima
Corridoio economico Cina-Pakistan
Nairobi
KENYA
Kolkata Islamabad
INDIA
Nella carta qui a lato, possiamo osservare le diverse tratte economiche da cui è composta. Oltre allo sviluppo delle infrastrutture, gli accordi prevedono una collaborazione in ambito energetico e delle telecomunicazioni. Urumqi Kashgar Almaty Bishkek Samarcanda Dushanbe Teheran
Colombo
SRI LANKA
grande importanza economica e strategica. Proprio la presenza di due stretti passaggi che lo mettono in comunicazione con l’Oceano Atlantico e l’Oceano Indiano fa sì che il bacino mediterraneo sia al centro degli interessi non solo delle nazioni che si affacciano sulle sue acque, ma anche di grandi potenze come la Russia, gli Stati Uniti e la Cina. Non a caso, negli ultimi anni queste nazioni hanno incrementato la presenza delle loro flotte militari nell’area mediterranea. Qui, infatti, transitano enormi quantità di merci trasportate nei container, provenienti dall’Estremo Oriente e dirette ai mercati europei e dell’America del Nord. Inoltre, attraverso il Mediterraneo circola gran parte del petrolio proveniente dall’Africa del Nord e dal golfo Persico e diretto verso le nazioni europee; in più le sue acque sono percorse dai gasdotti dedicati al trasporto di gas naturale proveniente dai giacimenti africani e dell’Asia centrale. Il Mediterraneo continua, ancora oggi, a essere una grande emporio commerciale. I Paesi dell’Africa e dell’A-
sia trovano qui sbocco per le merci dato che le nazioni dell’Unione Europea sono il loro maggiore partner commerciale. Il ruolo delle acque mediterranee dal punto di vista economico e commerciale è confermato anche dal fatto che il bacino è al centro di uno dei maggiori progetti strategici di questo XXI secolo: la cosiddetta Nuova Via della Seta. Si tratta di un vasto piano di costruzione di infrastrutture (autostrade, ferrovie ad alta velocità, porti e aeroporti) finanziato dalla Cina e volto ad aumentare i collegamenti tra Estremo Oriente e resto del mondo. Una parte di questa Nuova Via della Seta transita attraverso il Mediterraneo o ha nel Mediterraneo i suoi punti di arrivo.
L’area mediterranea è però afflitta da problemi non semplici da risolvere, come la questione dell’estrema frammentazione politica che caratterizza il bacino del Mediterraneo. Le oltre 20 nazioni che vi si affacciano hanno diversi interessi strategici, economici e politici da difendere. Tendono a entrare in competizione per il controllo dei mercati e delle vie di transito, per le zone di mare più ricche di pesce o di risorse naturali. Inoltre, vi sono grosse disparità, politiche, sociali ed economiche, tra le nazioni dell’Europa mediterranea e Israele e i Paesi dell’Africa mediterranea e del Medio-Oriente. Le prime sono più ricche, hanno istituzioni democratiche e standard di vita più alti. Le seconde invece sono spesso caratterizzate da instabilità politica o da regimi dittatoriali e da standard di vita al di sotto di quelli occidentali. Un altro fattore di distanza tra Nord e Sud del Mediterraneo è legato ai trend demografici. Nelle nazioni europee nascono pochi bambini e la popolazione tende progressivamente a invecchiare. Nei Paesi africani e asiatici affacciati sul Mediterraneo invece la natalità è più alta e la popolazione più giovane.
Il bacino del Mediterraneo presenta inoltre alcune aree di vero e proprio conflitto. La guerra civile in Libia, il lungo e terribile conflitto siriano, le costanti tensioni dell’area medio-orientale accrescono l’instabilità dell’area mediterranea.
Tutte queste disparità, aggiunte alle guerre, alimentano i costanti flussi migratori dalle regioni mediterranee meridionali verso l’Europa, la cui gestione è uno dei grandi problemi attuali dell’area mediterranea.
La Costituzione, entrata in vigore il 1° gennaio 1948, stabilisce i principi della nostra Repubblica parlamentare. Uno di questi è l’esistenza di uno Stato centrale che demanda agli enti locali, cioè gli organi di governo decentrato del territorio, buona parte dell’amministrazione. I principali enti locali sono le Regioni, le Province, i Comuni e le Città metropolitane.
La Regione è il livello superiore della divisione amministrativa territoriale del nostro Paese, dove più Comuni formano una Provincia o, a volte, una Città metropolitana e l’insieme di una Città metropolitana e di più Province forma una Regione. La Regione è un ente pubblico che esercita poteri e funzioni su territori più o meno ampi secondo i principi stabiliti dalla Costituzione.
Potere legislativo La Regione è l’unico ente amministrativo a condividere con il Parlamento il potere legislativo. Su diversi argomenti può quindi emanare leggi che hanno valore su tutto il territorio regionale. Un esempio recente è stata la gestione della pandemia Covid-19 che ha spinto alcune Regioni a mettere in atto norme più stringenti rispetto alle prescrizioni statali. Rientra infatti nelle prerogative regionali la possibilità di assumere autonome decisioni relative all’organizzazione ed erogazione delle prestazioni sanitarie. È il caso, per esempio, della scelta se effettuare o meno tamponi a tutta la popolazione regionale o la decisione di introdurre misure di lockdown più restrittive.
Autonomia regionale Le Regioni italiane hanno diversi poteri e campi di autonomia: oltre a emanare leggi regionali, hanno un proprio patrimonio e proprie entrate (reperite attraverso le tasse regionali) e definiscono autonomamente le proprie regole di organizzazione e funzionamento.
Compiti delle Regioni Lo Stato affida alle Regioni diversi compiti. Devono occuparsi di servizi per il cittadino, come gli ospedali e i trasporti. Devono intervenire a difesa dell’ambiente, per esempio controllando l’inquinamento dell’aria e delle acque: di questo si occupano le ARPA (Agenzie Regionali di Protezione Ambientale). Istituiscono e gestiscono i parchi regionali nelle aree di importante in-
COMPLETA LO STUDIO
UN ESEMPIO DI DIVISIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE VENETO
teresse naturalistico. Aiutano le attività economiche, stabilendo regole e assegnando dei contributi che favoriscano lo sviluppo.
Governo della regione Ogni Regione è amministrata da un Consiglio Regionale e da un Presidente, eletti ogni cinque anni dai cittadini maggiorenni. Il Presidente nomina e guida la Giunta, formata dagli assessori regionali. Regioni a statuto speciale Delle 20 Regioni 15 sono a statuto ordinario e 5 a statuto speciale. Queste ultime godono di un’autonomia maggiore per le loro specificità territoriali e culturali: la Valle d’Aosta, il Trentino-Alto Adige e il Friuli-Venezia Giulia, regioni di confine dove vivono importanti minoranze etniche, e le regioni insulari di Sicilia e Sardegna.
→ Completa la mappa sul meccanismo di governo delle Regioni.
formata dagli
Le città italiane non si concentrano in alcune aree geografiche ma sono distribuite lungo tutto il territorio nazionale, solo poche aree lungo l’Appennino centro-meridionale e interne alla Sardegna e alla Sicilia presentano rari insediamenti urbani.
Tasso di urbanizzazione Si definisce tasso di urbanizzazione il rapporto tra popolazione urbana e popolazione rurale. L’Italia ha una percentuale di abitanti che vive nelle città non molto elevata (70,4%), se confrontata alla media europea (75%).
Rete urbana In Italia la rete delle città è stata determinata dalla morfologia del territorio, in prevalenza montuoso e costiero, e dalle vicende storiche. Dalla caduta dell’impero romano, nel corso dei secoli si sono venuti a formare diversi Stati che, pur con dimensioni diverse, hanno avuto un importante ruolo di governo del proprio
e comuni
Reggio Calabria
Cagliari
→ Rispondi alle seguenti domande.
a. Che cosa significa rete policentrica?
b. Quali sono le radici storiche di questa struttura urbana?
c. Che cosa sono le città metropolitane?
Due piccoli stati stranieri
territorio. Ognuno di questi Stati aveva una propria capitale, con funzioni di centro politico, culturale ed economico all’interno dei propri confini.
Le 100 città Anche l’unificazione del Paese nel XIX secolo non ha contrastato il ruolo direzionale di molte capitali degli Stati preunitari. Pur essendo il centro politico e la città più estesa e abitata del nostro Paese, anche Roma non svolge il ruolo accentratore che hanno altre capitali europee. Ecco perché si parla spesso di “Italia dalle 100 città”, una definizione che spiega la struttura policentrica della sua rete urbana.
Città metropolitane Nel 2014 una legge ha istituito 14 città metropolitane: Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Reggio Calabria, Palermo, Messina, Catania e Cagliari. In questi nuovi enti locali, i capoluoghi devono prendere decisioni con gli altri comuni del loro territorio, coordinando i piani di sviluppo nei vari ambiti di governo: trasporti, scuole, risorse energetiche, parchi, acque, settori economici ecc.
Roma 2.748.109 ab.) Situata in una zona collinare, lungo il fiume Tevere, Roma fu il centro della civiltà romana, come testimoniano i numerosi monumenti che si sono conservati nonostante i secoli di decadenza e le ristrutturazioni dell’epoca fascista. Importanti sono anche gli edifici e le opere d’arte che risalgono alle epoche rinascimentale e barocca. Per la grande ricchezza artistica e per la presenza del Vaticano, Roma è una delle principali mete turistiche mondiali.
Milano (1.354.196 ab.) È il principale centro economico e finanziario del Paese, oltre che il primo polo borsistico italiano e città famosa per il design industriale. Per la sua attività fieristica e congressuale ha sempre attirato moltissimi visitatori. Ma la ricchezza di opere d’arte e le recenti trasformazioni urbanistiche, con la costruzione di avveniristici edifici e la creazione di nuovi spazi pubblici, ne stanno facendo una delle principali mete turistiche italiane.
Napoli (913.462 ab.) Affacciata sul celebre golfo che porta lo stesso nome, tra il Vesuvio e l’area vulcanica dei Campi Flegrei, Napoli è il principale centro demografico ed economico dell’Italia meridionale. È soprattutto una città terziaria: importante è la sua attività commerciale e quella del suo porto (il primo per numero di passeggeri). È anche una notevole meta turistica, celebre in tutto il mondo.
Torino (841.600 ab.) Torino sorge nella parte più occidentale della Pianura Padana ed è attraversata dal Po e dal suo affluente Dora Riparia. È uno dei più attivi centri economici del Paese: il suo nome viene infatti identificato con l’industria automobilistica. Ma fondamentale è anche la sua funzione culturale, per la presenza di musei, università e importanti istituti di ricerca.
Palermo (630.167 ab.) Il capoluogo siciliano sorge in una zona pianeggiante (la Conca d’Oro, dal colore degli agrumeti) affacciata su un’ampia insenatura della costa tirrenica. Fondata dai Fenici, fu un importante centro della Magna Grecia, capitale dell’isola durante la dominazione degli Arabi e poi dei Normanni, che ne fecero uno dei maggiori poli culturali del Mediterraneo. Oggi è un centro terziario di grande attrazione turistica sia per il suo patrimonio artistico sia per la bellezza delle vicine zone costiere.
→ Prova a descrivere il capoluogo vicino alla tua residenza utilizzando lo stesso modello di descrizione qui proposto. COMPLETA LO STUDIO
La situazione demografica italiana è il frutto dei processi storici, sociali ed economici che hanno caratterizzato il nostro Paese dall’Unità. Oggi la popolazione si concentra in alcune aree: le zone costiere e quelle pianeggianti, oltre alle principali aree metropolitane, che continuano ad attirare abitanti dal resto del Paese.
La struttura e le tendenze demografiche sono fattori che hanno effetti determinanti sull’organizzazione e sullo sviluppo economico e sociale di un Paese. L’ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) aggiorna ogni anno i dati della popolazione italiana fornendo informazioni molto utili.
Una popolazione che non cresce Dall’Unità fino alle soglie del 2000 il saldo naturale (numero dei nati meno numero dei morti) è stato positivo, tranne che nei periodi delle due guerre mondiali, nonostante la massiccia emigrazione verso le Americhe e verso altri Paesi europei. Dal 2019 però il saldo naturale è diventato negativo (secondo ISTAT 200 mila unità in meno), inoltre al crollo della natalità si è aggiunta l’aggravante della pandemia Covid-19.
Vita più lunga Rispetto al secolo scorso il tasso di mortalità (cioè il numero di morti ogni 1000 abitanti) è diminuito. Gli italiani sono ancora oggi fra le popolazioni più longeve del mondo: la speranza di vita è di 81 anni per gli uomini e 85 per le donne. Quasi un italiano su 5 ha più di 60 anni, mentre bambini e ragazzi sotto i 15 anni rappresentano meno del 14%.
Meno nascite L’invecchiamento della popolazione in Italia è legato al tasso di fecondità, che è uno dei più bassi del mondo (1,3 figli per donna). Il tasso di natalità (cioè il numero di nati ogni 1000 abitanti) è infatti diminuito. Una prole numerosa era un tempo un aiuto per la famiglia, poiché ogni membro contribuiva presto alla sua economia. In una società moderna come quella italiana, invece, ogni figlio è un costo fino al raggiungimento dell’età adul-
LO STUDIO
→ Completa tu le seguenti definizioni:
Il saldo naturale è
Il tasso di mortalità è
ta: prosegue sempre più a lungo negli studi e ha esigenze che i suoi coetanei di un tempo non avevano.
100 statistiche per capire l’Italia
DENSITÀ DEMOGRAFICA
0 - 99
0 - 99
Densità demografica nelle province italiane per km2 ab./km2
100 - 199
200 - 299
300 - 399
400 - 499
500 - 599 + 1.000
0 - 99
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NELLE PROVINCE ITALIANE per km2
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500 - 599 + 1.000
Densità demografica nelle province italiane per km2 ab./km2
Il tasso di fecondità è
Il tasso di natalità è
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500 - 599 + 1.000
Densità demografica nelle province italiane per km2 ab./km2
Densità demografica nelle province italiane per km2 ab./km2
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300 - 399
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Pianificazione delle famiglie Oggi in Italia il numero dei figli non viene più lasciato alla casualità, ma, di solito, pianificato; così, le famiglie italiane sono sempre più piccole e oggi la maggioranza è composta da 2 o 3 persone. Questo fenomeno è accompagnato dalla diminuzione dei matrimoni e dal “ritardo” con cui le coppie scelgono di avere il loro primo bambino.
POPOLAZIONE ANZIANA
65 anni e più
85 anni e più
ultracentenari
12 MILIONI
20,3% della popolazione
3.000.000 5% della popolazione
11.300 0,02% della popolazione
Famiglie composte da una sola persona Cinquant’anni fa una famiglia italiana era composta in media da 3,3 persone, oggi solo da 2,2. Inoltre, una famiglia su 3 è composta da una sola persona perché, con l’invecchiamento della popolazione, è aumentato il numero di anziani vedovi, perché sono cresciuti separazioni e divorzi, sono diminuiti i matrimoni e molti immigrati vivono in Italia da soli, perché la famiglia è rimasta nel Paese d’origine.
22.000 0,04% della popolazione 2008
In Italia vivono 5 milioni di stranieri, pari all’8,3% della popolazione. La maggior parte di loro proviene da Paesi al di fuori dell’Unione Europea. Quasi il 60% risiede nelle regioni del settentrione.
Flussi in entrata Il numero degli italiani sarebbe molto diminuito già da alcuni anni se il saldo negativo non fosse compensato dall’immigrazione. A contrastare questa linea di tendenza, infatti, contribuiscono gli ingressi, cioè i flussi migratori in entrata, in continuo aumento. Inoltre, le famiglie immigrate, hanno in genere un tasso di fecondità superiore rispetto a quelle italiane.
Comunità di provenienza L’etnia straniera più numerosa è quella proveniente dalla Romania, Paese della comunità europea, con quasi un quarto di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita da quelle dell’Albania, del Marocco, della Cina e dell’Ucraina.
Nuova emigrazione Negli ultimi decenni del secolo scorso l’emigrazione degli italiani si è invece molto ridotta, mentre è cresciuto il numero dei ritorni in patria. Ma nel secondo millennio i trasferimenti all’estero sono intensamente ricominciati, anche se differenti dal passato: a emigrare sono soprattutto i giovani diplomati e laureati in cerca di occasioni di lavoro migliori di quelle offerte in Italia.
14,1 MILIONI 24,1% della popolazione
4,5 MILIONI 7,7% della popolazione
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→ Svolgi una ricerca in rete su come è formata la popolazione nel tuo comune.
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→ Osserva i grafici e rispondi alle domande.
1. Da quale continente proviene la maggior parte degli immigrati in Italia?
2. Qual è la prima etnia africana? E la prima etnia asiatica?
COS’È LA COSTITUZIONE La parola “costituzione” deriva dal verbo latino constituere (“ordinare”, “stabilire”) e in effetti nell’ambito del diritto indica la “legge fondamentale dello stato”, che stabilisce l’ordinamento dello stato e i diritti-doveri dei cittadini, insieme ai principi e agli ideali pensati come una bussola per qualsiasi legge.
LE ORIGINI DELLA COSTITUZIONE ITALIANA? La
Costituzione democratica entrata in vigore il 1° gennaio 1948 presentava una differenza fondamentale rispetto allo Statuto albertino, cioè la Carta costituzionale che la aveva preceduta: mentre lo Statuto albertino era stato concesso “dall’alto”, per volere del sovrano, la nuova Costituzione era espressione della volontà del popolo, che aveva eletto a suffragio universale propri rappresentanti, incaricati di redigere il “testo fondamentale” della Repubblica italiana.
UNA COSTITUZIONE UNITARIA Lo “spirito unitario” del testo costituzionale trova infatti piena realizzazione nella tutela di diritti umani inviolabili come la vita, la libertà, la sicurezza e la salute; nella proclamazione dell’uguaglianza di tutti i cittadini; nella centralità della sovranità popolare e della forma repubblicana.
I PRINCIPI DELLA COSTITUZIONE La Costituzione italiana è composta da 139 articoli suddivisi in quattro grandi sezioni. Nella prima vengono messi fin da subito in chiaro gli ideali, i principi e i valori che costituiscono la colonna portante dello stato italiano: nessuna legge può in alcun modo violarli e devono orientare le scelte sia delle istituzioni che dei cittadini. Si tratta della forma repubblicana e democratica, della sovranità popolare, dei diritti inviolabili di ogni essere umano, della tutela dell’ambiente, dello sviluppo di cultura e scienza.
DIRITTI, DOVERI La seconda sezione riguarda invece i diritti e i doveri di tutti i cittadini e cittadine nei diversi momenti della loro vita pubblica e privata: nei rapporti civili (libertà personali e collettive), nei rapporti etico-sociali (famiglia, istruzione, salute), nei rapporti economici (proprietà privata, tutela del lavoro, libertà di impresa, diritto di sciopero) e nei rapporti politici (voto, disciplina delle cariche pubbliche, tasse).
NUCLEO Costituzione COMPETENZA 1-2
I POTERI DELLO STATO La terza sezione ci spiega invece in modo dettagliato la composizione, le funzioni e i limiti dei tre principali poteri dello Stato (Parlamento, governo e magistratura) e del Presidente della Repubblica. Inoltre, vi si ripercorrono i compiti e le competenze degli enti locali (regioni, province e comuni) e vi si stabiliscono i compiti della Corte costituzionale e le procedure per modificare il testo costituzionale.
NORME TRANSITORIE Esiste anche una quarta sezione che riguarda le Disposizioni transitorie e finali, nelle quali si specificano i passaggi necessari per rendere operative le strutture e le istituzioni repubblicane. Tra le diverse indicazioni tecniche vi è anche una disposizione di grande importanza per la tenuta della democrazia italiana: il divieto di ricostituire il partito fascista “sotto qualsiasi forma”.
Principi fondamentali articoli 1-12
Parte I: Diritti e doveri dei cittadini articoli 13-54
Titolo I. Rapporti civili artt. 13-28
Titolo II. Rapporti etico-sociali artt. 29-34
Titolo III. Rapporti economici artt. 35-47
Titolo IV. Rapporti politici artt. 48-54
Parte II: Ordinamento della Repubblica articoli 55-139
Titolo I. Il Parlamento artt. 55-82
Titolo II. Il Presidente della Repubblica artt. 83-91
Titolo III. Il governo artt. 92-100
Titolo IV. La magistratura artt. 101-113
Titolo V. Le regioni, le province, i comuni artt. 114-133
Titolo VI. Garanzie costituzionali artt. 134-139
Disposizioni transitorie e finali articoli I-XVIII
Gli articoli della Costituzione
→ Scegli su Internet due articoli tra i Principi fondamentali che più degli altri ritieni abbiano a che fare con la tua vita di tutti i giorni e riscrivili con parole tue.
NUCLEI Costituzione / Sviluppo economico e sostenibilità
IL RUOLO DELL’UNESCO L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (conosciuta con l’acronimo inglese UNESCO) con sede a Parigi, ha tra i suoi obiettivi la tutela dei siti considerati Patrimonio dell’Umanità. Dal 1972 ogni anno aggiorna una lista di luoghi che per la loro importanza necessitano di una tutela sovranazionale.
COME È NATA L’INIZIATIVA L’idea di proteggere questi siti preziosi ebbe origine nel 1960, quando l’UNESCO avviò una campagna internazionale per salvare la Valle dei Templi in Egitto: la costruzione di una grande diga sul Nilo avrebbe infatti provocato la sommersione degli inestimabili tesori del sito archeologico.
COLLABORAZIONE INTERNAZIONALE Oltre cento
Paesi di diversi continenti si impegnarono fornendo risorse economiche e tecnologia, per salvaguardare il sito, in modo da spostare i templi di Abu Simbel, nell’Egitto meridionale, e ricostruirli più in alto rispetto alla diga.
1972: NASCE LA CONVENZIONE L’esito positivo di questo intervento spinse gli stessi Paesi alla firma, nel 1972, della Convenzione sulla tutela del patrimonio mondiale.
L’UNESCO stilò un primo elenco di luoghi che per la loro importanza culturale, oppure naturale, avevano valore emblematico per tutta l’umanità e necessitavano perciò di una tutela sovranazionale (cioé al di sopra di una o più nazioni).
IL PATRIMONIO ITALIANO L’Italia è la nazione al mondo con più siti protetti dall’Unesco (60 nel 2024).
L’alto numero di siti protetti in Italia è dovuto soprattutto all’enorme ricchezza del suo patrimonio storico, artistico ma anche naturale, un patrimonio tutelato anche dalla nostra Costituzione che all’articolo 9 recita: “La Repubblica […] tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”.
Il patrimonio culturale comprende infatti monumenti, edifici o località di valore storico, estetico, archeologico, scientifico o antropologico. Il primo sito italiano iscritto nel Patrimonio dell’Umanità (1979) è stata la Valle Camonica, nell’area alpina dell’Italia settentrionale, e le sue incisioni rupestri. Nel 2024 è stata inserita nella lista UNESCO la Via Appia.
PATRIMONIO NATURALE Il patrimonio naturale, invece, indica rilevanti caratteristiche fisiche, biologiche e geologiche, nonché l’habitat di specie animali e vegetali in pericolo e aree di particolare valore scientifico ed estetico.
Per esempio, appartengono a questa lista il complesso vulcanico dell’ Etna e la catena montuosa delle Dolomiti
→ Consulta la lista dei siti sul portale UNESCO. Trovane uno vicino a dove abiti e descrivilo in massimo 10 righe aiutandoti con Internet.
L’Italia, nonostante i periodi di crisi dovuti anche alla recente pandemia Covid-19, resta una tra le maggiori potenze industriali. La nostra economia, tuttavia, è caratterizzata da forti squilibri regionali nell’occupazione, negli investimenti innovativi e nel sistema delle infrastrutture che, insieme a un’elevata evasione fiscale, costituiscono un ostacolo a un completo sviluppo.
La maggior parte delle aziende in Italia è di piccole e di medie dimensioni, mentre le grandi aziende che operano a livello multinazionale sono molto meno numerose in confronto a quelle di altri Paesi europei.
Settore primario Il settore primario, come in tutti i Paesi sviluppati, è quello che occupa meno manodopera e contribuisce in minima parte alla formazione del PIL. Ciononostante riveste un’importanza strategica notevole ed è destinatario di ingenti investimenti e attività di ricerca. 1
Settore secondario Per quanto riguarda l’industria, anche in Italia si verifica il fenomeno della delocalizzazione: molte fabbriche vengono spostate in Paesi, come quelli dell’Est, dove i costi di produzione e i salari risultano più bassi.
Settore terziario Il terziario, seguendo una tendenza che ha riguardato tutti i Paesi sviluppati, è il settore che da qualche decennio occupa la maggioranza della popolazione attiva e produce la maggior parte del reddito nazionale.
POPOLAZIONE ATTIVA
2 Osserva le tre foto sopra e individua l’attività che fa parte A) del settore primario, B) secondario e C) terziario. COMPLETA LO STUDIO
1 Completa tu le seguenti definizioni: Il settore primario comprende
La delocalizzazione è
Disoccupazione In seguito alla crisi economica, che ha colpito tutti i Paesi sviluppati, negli ultimi anni in Italia sono diminuiti i consumi. Il calo dei consumi e la delocalizzazione di interi comparti industriali in altri Paesi hanno determinato la crescita della disoccupazione, in particolare giovanile e nelle regioni meridionali, dove la struttura produttiva è più debole, arretrata e in alcune zone legata solo al settore primario.
Lavoratori stranieri Da alcuni anni l’Italia è interessata da un’immigrazione in costante aumento. La popolazione straniera proveniente da Paesi UE ed Extra UE in età da lavoro (15-64 anni), nel 2019, era pari a più di 4 milioni e 33 mila individui. Secondo gli ultimi dati gli occupati di 15 anni e oltre sono 2 milioni e mezzo, le persone in cerca di lavoro quasi 500 mila e gli inattivi tra i 15 e i 64 anni circa un milione. La maggior parte degli stranieri lavora nei servizi alla persona, come le numerose badanti, e alla collettività: nel complesso il 10% della manodopera del settore primario è straniero. La quota del lavoro non qualificato degli immigrati è del 36,5% contro il 7,9% degli occupati italiani.
Colture Il numero delle grandi aziende che usano macchinari tecnologicamente avanzati è in costante aumento: si trovano soprattutto nella Pianura Padana, dove operano nella cerealicoltura e nelle coltivazioni legate all’allevamento e all’industria alimentare. In tutta Italia, poi, sono diffuse le imprese che si occupano di colture specializzate: viti, ulivi, ortaggi, frutta, fiori. Allevamento Quello bovino e suino, praticato soprattutto nelle regioni settentrionali, è in genere moderno e produttivo. Gli ovini e caprini sono invece allevati nelle zone collinari del Centro, del Sud e delle isole, con metodi rimasti di base uguali nei secoli.
Pesca e acquacoltura La pesca non è molto produttiva, a causa dell’inquinamento marino e dell’utilizzo di attrezzature spesso arretrate. In crescita invece l’acquacoltura, cioè l’allevamento di specie ittiche lungo le coste.
COMPLETA LO STUDIO
→ Osserva la carta e rispondi alle domande.
a. Dove è più diffuso l’allevamento bovino?
b. Dove è diffusa la coltivazione di agrumi?
NUCLEO Costituzione COMPETENZA 1-2
Squilibri sociali Disoccupazione e lavoro in nero creano povertà e squilibri sociali. In Italia il 6,3% delle famiglie, circa 4,5 milioni di individui, si trova sotto la soglia di povertà. Questa soglia è il livello di reddito al di sotto del quale non si è in grado di ottenere per sé e per la propria famiglia i beni e i servizi indispensabili. Secondo i dati ISTAT , quasi 9 milioni di persone sono in stato di povertà, tra cui i lavoratori irregolari, totalmente in nero o che vivono nell’illegalità.
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→ A seguito della pandemia Covid-19 le quote di disoccupati sono cambiate e, quindi, la percentuale di popolazione in povertà assoluta.
Fai una breve ricerca e trova i dati relativi al fenomeno comparando il tasso di occupazione prima e dopo la pandemia.
LE COLTURE IN ITALIA
allevamento ovini
allevamento bovini
allevamento suini
uva da vino
uva da tavola
cerali
riso
foraggio
Imprese e distretti Il sistema industriale è caratterizzato dalla presenza di poche grandi imprese, alcune delle quali multinazionali e molte di medie e piccole dimensioni Mentre queste ultime sono diffuse su tutto il territorio, le aziende più grandi sono presenti soprattutto nel Nord. Nel Nord-est, nel Nord-ovest e nel Centro si sono formati numerosi distretti, zone caratterizzate dalla presenza di molte aziende specializzate nella produzione degli stessi prodotti. Settori Alcuni settori dell’industria italiana sono molto competitivi sui mercati internazionali. Si tratta dei settori che si basano sulla creatività e dove si utilizzano design e materiali di ottima qualità: il tessile, l’abbigliamento, le calzature, i mobili, gli accessori per la persona e per la casa. Saldo positivo (cioè si esporta più di quanto si importi) hanno anche i prodotti della trasformazione alimentare, come pasta, vino e conserve. Un altro settore in cui l’Italia è molto competitiva è quello della robotica e della meccanica di precisione, destinata soprattutto alle macchine utensili. L’Italia ha aziende di eccellenza anche nel settore automobilistico e nell’industria farmaceutica. Povera di risorse minerarie ed energetiche, per questi settori il nostro Paese è in gran parte dipendente dall’estero. Inoltre, l’industria italiana risulta meno presente nei settori innovativi come l’informatica, l’aeronautica, le telecomunicazioni, la chimica e l’elettronica: queste attività richiedono infatti forti investimenti nella ricerca scientifica, dove l’Italia è carente rispetto agli altri Paesi.
La Green Economy In Italia si sta ampliando il numero di imprese che fanno riferimento alla Green Economy, un modello di sviluppo economico che, oltre alla produzione, al profitto e all’occupazione, prende anche in considerazione l’impatto ambientale della filiera produttiva sul territorio: materie prime, fonti energetiche, distribuzione e smaltimento rifiuti.
→ Osserva la carta e rispondi alle domande.
a. Dove è diffusa l’industria automobilistica?
b. Quale settore prevale in Sardegna?
c. Dove è diffuso il tessile?
d. Che differenza noti tra Nord e Sud Italia?
L’industria manifatturiera in Italia
Attività Il terziario comprende attività molto varie, da quelle tradizionali (pubblica amministrazione, trasporti, commercio, turismo) a quelle tipiche delle società più avanzate (finanza, comunicazione, ricerca). Queste ultime si concentrano soprattutto nelle regioni settentrionali e nei grandi centri urbani.
Banche e borsa Nel settore bancario e assicurativo operano numerosi gruppi. La Borsa di Milano è una delle prime in Europa: nel 1998 ha inglobato anche le altre piazze borsistiche del Paese ed è diventata Borsa Italiana. Dal 2007, grazie alla fusione con la Borsa di Londra, fa parte del London Stock Exchange Group
Commercio Il settore del commercio, interno ed estero, è in Italia uno dei più importanti. La maggior parte del commercio estero avviene con i Paesi dell’Unione Europea (circa il 55% degli scambi), in particolare Francia e Germania, e con gli Stati dell’area mediterranea.
Turismo Il turismo è una delle attività terziarie per cui l’Italia occupa un posto di rilievo a livello mondiale. Il nostro Paese possiede infatti un enorme patrimonio ambientale e culturale che attira visitatori da tutto il pianeta. Località balneari e montane, città d’arte, centri archeologici alimentano grandi flussi turistici, con oltre 40 milioni di arrivi dall’e-
Via terra Il sistema dei trasporti è condizionato dalla forma lunga e stretta del Paese e dalla presenza delle montagne. I collegamenti sono garantiti soprattutto da strade e autostrade. Da alcuni decenni il trasporto ferroviario è oggetto di una profonda ristrutturazione, con la realizzazione di numerose linee ad alta velocità
Via aria Il trasporto aereo è organizzato intorno a due poli principali: Milano e Roma. Vi sono poi numerosi aeroporti regionali, utilizzati soprattutto dalle compagnie low-cost.
stero ogni anno. Sono le regioni dell’Italia settentrionale ad accogliere la maggioranza delle presenze. Nel 2020-2021 la pandemia di Covid-19 ha colpito duramente il settore.
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→ Svolgi una breve ricerca sulle principali tipologie commerciali della tua zona.
Via mare Il trasporto marittimo ha sempre avuto un ruolo importante, grazie al notevole sviluppo costiero dell’Italia e alla sua posizione centrale nel Mar Mediterraneo. I porti più importanti sono quelli di Genova, di Trieste, di Taranto e di Gioia Tauro
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→ Approfondisci: quali sono i principali punti deboli del trasporto via terra in Italia? Puoi aiutarti a rispondere ricorrendo a un chatbot a tua scelta.
L’Europa è un continente dalle dimensioni ridotte e dalla forma molto frastagliata, quasi interamente compreso nella fascia temperata dell’emisfero boreale. I suoi confini estremi vanno dal Mar Glaciale Artico, a nord, fino al Mediterraneo, a sud; dall’Oceano Atlantico, a ovest, fino ai monti Urali, a est, dove corre il confine con l’Asia.
Il monte più alto Elbrus 5642 m
Il fiume più lungo Volga 3531 km
Il lago più grande Ladoga 18 400 km 2
L’isola più estesa Gran Bretagna 209 331 km 2
Il principale vulcano attivo Etna 3330 m
Il Paese più vasto Russia europea 4 265 525 km 2
Il Paese più piccolo Città del Vaticano 0,44 km 2
Nel continente predominano pianure e colline, mentre le montagne coprono circa un quarto del territorio. I rilievi dell’Europa centro-settentrionale, come le Alpi Scandinave, sono di origine antichissima: modellati dal vento, dalla pioggia e dai ghiacciai, sono poco elevati e di forma arrotondata. I rilievi meridionali, più recenti, sono più alti e hanno vette appuntite: sono le Alpi, i Carpazi e il Caucaso, la catena dove alcune cime superano i 5000 metri. Alcune aree situate sui margini di zolle tettoniche ospitano diversi vulcani attivi: i maggiori si trovano in Italia, Islanda e Grecia. L’Europa è ricca anche di colline, in gran parte frutto dell’ero-
Coste e isole Le coste europee si estendono per circa 38.000 chilometri, lungo un litorale che, dal Mar Bianco e dalla penisola di Kola a nord del continente, si sviluppa fino al Mar Nero e Mar d’Azov. Tra il Mare del Nord e il Bal-
I BACINI IDROGRAFICI EUROPEI
OCEANO ATLANTICO
Danubio Danubio
sione delle montagne più antiche o dell’azione dei ghiacciai. Le pianure più estese del continente si trovano nell’Europa orientale. Sono pianure di erosione, come la pianura russa (Bassopiano Sarmatico). Antico è anche il Bassopiano Germanico, la più vasta pianura dell’Europa centrale.
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→ Individua sulla carta di p. 138 il sistema collinare delle Ardenne, delle Alture del Volga e dei Monti Metalliferi.
tico si allunga la grande penisola scandinava, fronteggiata dalla più piccola penisola danese
Nel Mar Mediterraneo si protendono la penisola iberica, quella italiana e quella balcanica. Nell’Atlantico si trovano le maggiori isole del continente europeo, la Gran Bretagna, l’Islanda e l’Irlanda. Acque interne L’Europa è ricca di fiumi e di canali artificiali. I fiumi che si gettano nell’Oceano Atlantico, come la Loira, o nel Mare del Nord, come il Reno (che segna per un tratto il confine tra Francia e Germania) e l’Elba, sono frequentate vie di navigazione, mentre i fiumi che sfociano nel Mar Mediterraneo sono in genere poco navigabili. Importanti vie fluviali sono anche il Danubio, che attraversa l’Europa da ovest a est e sfocia nel Mar Nero, e il Volga, che è il fiume più lungo d’Europa e scorre in territorio russo, terminando nel Mar Caspio. I laghi, in maggioranza di origine glaciale, sono concentrati in regioni determinate: nel Nord (Russia, Finlandia, Svezia) e nei pressi dell’arco alpino. Tra i primi vi è il Ladoga, il lago più grande d’Europa, situato nel Nord-ovest della Russia europea, vicino al confine con la Finlandia.
→ Individua sulla carta dei bacini idrografici quali sono i fiumi che si gettano nel Mar Mediterraneo.
Il continente europeo si trova nella fascia temperata settentrionale, tra il Tropico del Cancro e il Circolo Polare Artico: questa posizione, insieme all’importante presenza del mare, determina condizioni climatiche non estreme. Ciononostante i climi sono vari, a causa della sua forma molto mossa e frastagliata, della presenza di alti rilievi e delle diverse caratteristiche dei mari su cui si affaccia (mari chiusi, aperti, oceani).
Clima subartico Riguarda la parte più settentrionale del continente ed è caratterizzato da temperature medie molto basse e scarsità di precipitazioni. In queste regioni il suolo è gelato in profondità (permafrost) e quindi gli alberi non vi possono sviluppare le proprie radici. È il regno della tundra, una prateria di muschi, licheni e qualche arbusto.
Clima atlantico Riguarda l’Europa occidentale e ha temperature miti (grazie alla Corrente del Golfo) e un’abbondanza di precipitazioni; caratteristica è la presenza quasi costante dei venti. La vegetazione alterna foreste di latifoglie a distese erbose e brughiere, con terreni poco fertili dove crescono vari tipi di arbusto.
Clima continentale Domina gran parte dell’Europa centrale e orientale; l’inverno è rigido, la neve può durare anche per diversi mesi all’anno, mentre le piogge si con-
centrano in primavera ed estate. Alle latitudini maggiori prevale la foresta di conifere, ma è diffusa anche la foresta mista. Il clima subcontinentale risente in minima parte dell’influsso del mare.
Clima alpino Caratterizza non solo le Alpi, ma anche le altre zone montuose e le regioni nordiche. Ha inverni lunghi e freddi, estati fresche e precipitazioni abbondanti tutto l’anno (neve in inverno e pioggia nelle altre stagioni). È caratterizzato dalla presenza di foreste di conifere e dalle praterie di montagna
Clima mediterraneo Interessa le regioni costiere meridionali ed è caratterizzato da estati calde e secche e inverni miti. La vegetazione diffusa è la macchia mediterranea: arbusti bassi e alberi ad alto fusto come lecci, ulivi, querce da sughero e pini marittimi.
clima atlantico
clima mediterraneo
clima subcontinentale
clima continentale
clima subartico
clima atlantico
clima mediterraneo
clima subcontinentale
clima continentale
clima subartico
clima alpino
clima alpino
Ecosistemi europei
→ Osserva la carta tematica sui climi e rispondi alle seguenti domande.
1. Quale clima è più diffuso in Europa?
2. Quali Paesi sono interessati dal clima atlantico?
3. Quali catene montuose sono caratterizzate dal clima alpino?
4. Quali Paesi non mediterranei sono interessati dal clima mediterraneo?
5. Da quali climi è interessata l’Italia?
NUCLEO Sviluppo economico e sostenibilità
COMPETENZA 5-6
La densità abitativa dell’Europa e lo stile di vita dei suoi cittadini hanno un grande impatto a livello ambientale. Secondo i dati della Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA), in Europa sono minacciati il 42% dei mammiferi, il 15% degli uccelli e il 52% dei pesci d’acqua dolce; circa 1000 specie vegetali sono gravemente a rischio o in via di estinzione
Ambienti a rischio Tutti gli ambienti sono minacciati, anche se in diversa misura, dalle attività dell’uomo. Gli ambienti del Nord Europa (tundra, foreste boreali di conifere) sono poco popolati, per cui non vi sono pericoli di forte degrado, ma nell’Europa centrale, densamente popolata e urbanizzata, l’inquinamento dell’aria e dell’acqua legato alle industrie e all’agricoltura ha provocato notevoli danni, soprattutto alle foreste di latifoglie. Gli ambienti più a rischio si trovano però nell’Europa mediterranea, dove migliaia di ettari di boschi e di macchia mediterranea sono stati distrutti per lasciare il posto alle infrastrutture turistiche o a industrie inquinanti, come quella petrolifera presente soprattutto sulle coste. A protezione degli ambienti del nostro continente sono stati creati Parchi nazionali e riserve naturali. Il primo Paese a istituire un parco nazionale è stata la Svezia nel 1909; l’Italia nel 1922 ha creato il parco del Gran Paradiso, sulle Alpi, e il Parco Nazionale d’Abruzzo, sugli Appennini. Oggi in Europa esistono oltre 200 parchi nazionali.
Cambiamento climatico Il cambiamento climatico ha dimostrato di avere un effetto molto negativo nel nostro continente: il decennio scorso, infatti, è stato il più caldo mai registrato. In certe aree sono sempre più frequenti alluvioni e inondazioni, mentre altre subiscono lunghi
periodi di siccità. In generale si è registrata una lenta ma inesorabile recessione dei ghiacciai.
Obiettivi per il 2030 L’Unione Europea ha fissato alcuni obiettivi per ridurre entro il 2030 le emissioni di gas a effetto serra, per migliorare l’efficienza energetica e aumentare la quota di energia da fonti alternative ai combustibili fossili e per attuare un massiccio piano di rimboschimento.
→ Leggi il testo e traduci le parole evidenziate. Global warming is the term used to describe the rising of the average temperature on Earth. The Earth has gone through changes in temperature before. The Earth has even gone through several ice ages , when the temperature dropped significantly and a lot of the world was covered in ice glaciers . Each time the planet eventually warmed up and melted the ice. Why is global warming important?
Even small variations of the planet’s average temperature can have a large impact on the environment rising average ice ages ice glaciers eventually environment
Gli abitanti del continente sono oggi circa 750 milioni. In Europa convivono quasi 90 etnie, ma solo poco più di un terzo di esse costituisce la maggioranza della popolazione in uno Stato sovrano: il resto è costituto da minoranze e dalle etnie delle persone giunte attraverso i flussi migratori.
Il Paese più popoloso, anche considerando soltanto la sua parte europea, è la Russia, seguita dalla Germania.
Una crescita lenta La popolazione europea continua ad aumentare, anche se molto lentamente. La mortalità è diminuita, ma anche la natalità è in costante calo, così come il numero dei matrimoni che, d’altra parte, avvengono sempre più in tarda età, contribuendo a una diminuzione della fecondità.
Aumentano gli anziani La durata media della vita si è allungata grazie ai progressi della medicina e alla presenza di efficienti sistemi sanitari. L’invecchiamento della popolazione crea però nuovi bisogni e problemi di orga-
nizzazione sociale, con costi sempre più elevati di servizi necessari alla popolazione anziana.
Le migrazioni A contrastare il declino demografico è intervenuto un sempre più intenso fenomeno immigratorio, che ha contribuito ad arricchire ulteriormente la già straordinaria varietà culturale ed etnica del continente, un tempo area di origine di ingenti flussi verso le altre parti del mondo. Infatti, l’alto livello di sviluppo e il generale miglioramento delle condizioni di vita della popolazione hanno fatto sì che l’Europa diventasse una meta ambita per milioni di cittadini extraeuropei, in fuga da povertà e da situazioni di guerra.
DENSITÀ DELLA POPOLAZIONE IN EUROPA
Densità della popolazione in Europa (abitanti/kmq) Le città
superiore a 200 da 100 a 200 da 50 a 100
Densità
superiore a 200 da 100 a 200 da 50 a 100 da 1 a10
inferiore a 1 da 10 a 50
000 - 500 000 ab.
000 - 1 000 000 ab. oltre 1 000 000 ab.
Il futuro demografico dell’Europa
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→ Quali problemi può comportare, secondo te, il progressivo invecchiamento della popolazione europea?
Danese
Frisone
Inglese Basco
Francese
Catalano
Frisone
Occitano
RetoRomanzo
Bielorusso
Slovacco
Ungherese Gallese
Spagnolo Galiziano Portoghese
Inglese Basco
Francese Francoprovenzale
Ungherese
Serbocroato
Serbo-
Rumeno
Sardo
Bulgaro Rumeno Ceco
RetoRomanzo
Ucraino
Catalano Italiano Sloveno
Slovacco
Serbocroato
Bielorusso Ucraino
Oltre il 90% delle lingue europee appartiene al ceppo indoeuropeo: la loro origine risale infatti alla lingua parlata dalle popolazioni, provenienti dall’Asia centrale, che invasero l’Europa circa 10 000 anni fa.
Macedone Albanese
Macedone
Sardo
Sardo
Gruppi linguistici Nel corso dei secoli si sono quindi sviluppati diversi gruppi linguistici in cui è possibile raccogliere la grande maggioranza degli idiomi parlati attualmente in Europa:
Greco
• lingue neolatine: italiano, francese, spagnolo, portoghese, ladino, rumeno, catalano;
• lingue slave: russo, bulgaro, polacco, ucraino, serbo, croato, sloveno, ceco, slovacco ecc.;
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• lingue germaniche: tedesco, olandese, inglese, danese, norvegese, svedese, fiammingo, islandese ecc.;
• lingue baltiche: lituano e lettone;
• lingue celtiche: irlandese, scozzese, gallese, bretone.
Le lingue più parlate La lingua madre più conosciuta è il russo, seguita dal tedesco. Ma la lingua più parlata in assoluto è l’inglese, conosciuta come seconda lingua da circa il 40% degli europei. Le lingue extraeuropee Nel nostro continente si parlano poi anche molte lingue che provengono da altri continenti, diffuse tra le diverse comunità di immigrati, che affiancano quelle parlate nei Paesi d’accoglienza.
Lingue indoeuropee
lingue germaniche greco
inglese
lingue baltiche
lingue germaniche
si sia per secoli sentito unito dalla propria lingua.
greco
Lingue non indoeuropee
Famiglie e gruppi linguistici in Europa
Lingue indoeuropee
lingue neolatine
lingue slave
lingue germaniche greco
albanese
lingue celtiche
lingue baltiche
Lingue non indoeuropee
lingue ugrofinniche
basco
albanese
lingue neolatine
lingue slave
lingue celtiche lingue baltiche
Famiglie e gruppi linguistici in Europa
lingue germaniche
albanese
lingue ugrofinniche
basco
lingue celtiche
lingue baltiche
Lingue non indoeuropee
Lingue indoeuropee
greco
Lingue non indoeuropee
lingue neolatine
albanese
lingue ugrofinniche
lingue slave
lingue celtiche
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lingue baltiche
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Lingue non indoeuropee
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lingue celtiche
lingue baltiche
Lingue non indoeuropee
lingue ugrofinniche basco
08/07/20 16:10
08/07/20
→ Costruisci uno schema che visualizzi la struttura delle lingue indoeuropee.
In Europa sono presenti Stati nazionali, cioè abitati da una forte maggioranza etnica e minoranze di entità ridotta. Sono però numerosi anche gli Stati plurinazionali, che ospitano più di un’etnia. Esempi sono quelli della Svizzera – dove convivono cittadini di lingua tedesca, francese, italiana e romancia –, del Belgio, abitato da francesi e fiamminghi, del Regno Unito, dove, oltre agli inglesi, vivono scozzesi, gallesi e irlandesi, della Russia, dove le nazionalità sono diverse decine.
Anche la Spagna, la cui unificazione risale al XV secolo, mantiene al suo interno minoranze etniche così consistenti (la più numerosa è quella catalana) da permettere di parlare di Stato multinazionale.
Considerando la questione dal punto di vista delle etnie, ci sono popoli che sono suddivisi in più Stati, come i tedeschi, che vivono in Germania, in Austria e in Svizzera, ma sono presenti numerose minoranze germaniche anche in altri Paesi, come l’Italia (Alto Adige) e la Francia (Alsazia).
→ Analizza la situazione della Svizzera per quanto riguarda la composizione etnica: indica in una tabella la percentuale di popolazione di lingua tedesca, francese, romancia o italiana, oltre a quella della presenza di immigrati di altre etnie.
Una popolazione urbana A partire dalla Rivoluzione industriale, in Europa milioni di contadini hanno abbandonato le campagne per spostarsi definitivamente nelle città. Questo processo di urbanizzazione si diffuse inizialmente nell’Europa occidentale e, dopo la Seconda guerra mondiale, anche nell’Europa orientale. Oggi oltre il 75% della popolazione europea vive in un centro urbano.
Le metropoli Da diversi decenni le grandi città europee hanno però smesso di ampliarsi. Fino alla metà del secolo scorso 3 città europee comparivano nella classifica delle 10 metropoli più grandi del mondo: Londra, Parigi e Mosca. Oggi nessuna città europea è più in graduatoria: mentre le metropoli europee hanno perso in parte il loro potere di attrazione, le grandi città degli altri continenti stanno am-
pliandosi a dismisura. Le capitali europee restano comunque poli di primaria importanza nel panorama urbano mondiale, per il loro ruolo fondamentale nell’economia, per la cultura, per le conquiste sociali
Le aree metropolitane I centri urbani maggiori stanno perdendo abitanti a favore dei piccoli centri che li circondano e delle città medie, numerosissime in tutto il continente. Si formano così vaste aree metropolitane, dove i quartieri residenziali si alternano a zone industriali e commerciali.
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→ Fai una ricerca in rete e indica quali sono le maggiori aree metropolitane d’Europa.
La maggior parte delle città europee ha origini antiche, spesso romane o medievali. Tuttavia, dopo i terribili bombardamenti della Seconda guerra mondiale, esse hanno dovuto ricostruire, almeno in parte, i loro centri storici. Inoltre, sono stati realizzati quasi ovunque nuovi quartieri periferici per accogliere l’aumento della popolazione e delle unità produttive.
Le recenti trasformazioni Negli ultimi decenni del Novecento le città europee hanno subito nuove importanti trasformazioni. Sono diventate infatti sempre più centri terziari e direzionali: questo ha significato lo spostamento verso l’esterno delle fabbriche e delle residenze dei ceti più poveri.
Verde e trasporti È però solo negli ultimi tempi che edifici e piani urbanistici hanno cominciato a tener conto della sostenibilità ambientale. Si presta maggiore attenzione alla qualità della vita, grazie all’ampliamento degli spazi
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→ Definisci, eventualmente cercando in rete, i seguenti termini:
� centro storico
� centro direzionale
� sostenibilità urbana
� piano dei trasporti
� smart city
verdi, alla creazione di nuove strutture culturali e sportive, alla progettazione di piani dei trasporti che mirano a intensificare il trasporto pubblico, a rendere più fluido il traffico privato e a creare una rete sempre più fitta di piste ciclabili. Per questa attenzione alla sostenibilità e all’utilizzo di nuove tecnologie, molte città europee possono essere definite smart city.
L’Europa è una delle aree più economicamente avanzate del mondo. La nostra economia si avvantaggia di un passato coloniale che le ha permesso di attingere liberamente alle risorse di altri continenti.
Importazioni Ancora oggi l’Europa importa notevoli quantità di prodotti alimentari, nonostante il settore primario sia molto avanzato e produttivo. Importa inoltre molte materie prime minerali e anche sotto il profilo energetico solo pochissimi Paesi sono autosufficienti.
Attività industriale Alcuni dei Paesi europei sono grandi potenze industriali, ma oggi devono confrontarsi con una sempre più accesa concorrenza di altri forti produttori mondiali, primo fra tutti la Cina. Inoltre, la crisi economica che ha colpito l’Europa nel 2008, le cui conseguenze si sentono ancora oggi, ha provocato la chiusura di molte fabbriche, attività commerciali e un aumento della disoccupazione in tutti i Paesi.
Delocalizzazione A tutto ciò si affianca il fenomeno della delocalizzazione: molte aziende europee trovano infatti vantaggioso far eseguire le lavorazioni in Paesi dove il costo del lavoro è basso, le materie prime sono abbondanti e i problemi di carattere ambientale sono poco sentiti, riservando alle sedi del continente esclusivamente la distribuzione dei manufatti finiti.
L’Europa è il continente con la più fitta rete di trasporti, che unisce i Paesi tra loro e con il resto del mondo.
Trasporto su strada Negli spostamenti interni prevale il trasporto su strada: la motorizzazione di massa ha portato un’enorme crescita del numero di automobili e veicoli commerciali. Strade e autostrade costituiscono nel continente una rete densa e ben organizzata. L’Europa è ricca di meraviglie dell’ingegneria, come il Tunnel della Manica, che unisce Francia e Regno Unito.
Trasporto ferroviario Il sistema delle ferrovie ha visto un aumento dei treni ad alta velocità, concorrenziali con il mezzo aereo, e i treni metropolitani che collegano le periferie con i centri cittadini e servono soprattutto per il trasporto pendolare.
Trasporto sull’acqua I porti marittimi sono molto attivi, sia sul versante atlantico sia su quello mediterraneo.
→ Osserva la carta del livello di PIL pro capite. Come puoi notare, ci sono molte differenze tra i Paesi. Rispondi quindi alle domande.
a. Come si colloca l’Italia?
b. Quale Paese occidentale è interamente a basso livello di sviluppo?
c. Che confronti puoi fare tra Est e Ovest?
IL PIL PRO CAPITE IN UE, 2018 (EU = 100)
Nel nostro continente sono molto importanti anche le vie d’acqua interne, con la rete fluviale completata da un numero ingente di canali artificiali.
Trasporto aereo Le comunicazioni per via aerea hanno avuto una crescita notevolissima negli ultimi decenni, soprattutto in relazione ai movimenti interni al continente, in gran parte gestiti da compagnie low-cost che permettono collegamenti facili e frequenti entro i confini europei.
→ Scegli uno dei sistemi di trasporto diffusi in Europa, approfondisci in Internet e trova i suoi nodi principali (porti, aeroporti, poli ferroviari, nodi di interscambio).
L’
Unione Europea è la principale organizzazione internazionale del continente. Al 2024 vi partecipano 27 Stati che si estendono su circa metà del territorio continentale, dall’Oceano Atlantico al Mar Nero, dal Mar Baltico al Mar Mediterraneo.
L’Unione Europea
Paesi membri prima del 2004
Paesi entrati nel 2004
Paesi entrati dal 2007 in poi
Paesi candidati
Brexit 2020
LUSSEMBURGO
L’Unione Europea (abbreviata UE) viene definita come entità sovranazionale poiché i 27 Stati membri delegano all’organizzazione una parte della loro sovranità in merito a diversi argomenti. Uno dei principali campi di intervento è costituito dai programmi di cooperazione economica: i rapporti commerciali, infatti, sono un potente strumento di interdipendenza tra i Paesi che porta alla collaborazione e riduce il rischio di conflitti. Inoltre, le politiche comuni di sviluppo hanno portato l’Unione Europea a diventare una delle massime potenze economiche mondiali e a svolgere un ruolo di primo piano all’interno delle Nazioni Unite e
↑ La targa all’ingresso del Parlamento europeo in tutte le lingue dell’Unione.
Oggi l’Unione Europea riunisce la maggior parte dei Paesi europei e si occupa di molti aspetti della vita politica, economica, sociale e culturale.
Gli Stati membri delegano una parte della propria sovranità nazionale alle istituzioni dell’Unione Europea, in misura molto diversa a seconda degli argomenti: per alcune questioni, soprattutto in campo economico, le funzioni dell’UE sono molto precise e ben definite.
La CECA Nel 1952, con il Trattato di Parigi, 6 Paesi (Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi, Repubblica Federale Tedesca, Francia e Italia) istituirono la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA) con l’obiettivo di coordinare gli sforzi per la ricostruzione post-bellica e rilanciare il settore siderurgico che attraversava una grave crisi.
Dalla CEE all’UE Nel 1958, con l’applicazione del Trattato di Roma, gli stessi 6 Paesi diedero vita alla Comunità Economica Europea (CEE). Nel 1992 i Paesi, diventati 12, decisero con il trattato di Maastricht di intensificare le funzioni della Comunità, trasformandola in Unione Europea: tra gli obiettivi, il raggiungimento dell’unione monetaria
nei summit planetari. Su altre questioni, invece, come gli affari interni, la difesa e la politica estera, le competenze dell’Unione Europea sono scarse: in merito a questi argomenti, perciò, le decisioni restano agli Stati nazionali. Altri ambiti dove l’Unione Europea ha un’importante funzione sovranazionale sono le politiche ambientali, quelle dei trasporti e l’intervento nel settore dell’educazione e della cultura. Ci sono poi campi di intervento dove l’appartenenza all’Unione Europea favorisce un coordinamento e un’armonizzazione delle risoluzioni interne, come avviene per esempio in ambito sanitario.
→ Scegli la risposta corretta.
a. L’Unione Europea è: uno Stato federale una confederazione di Stati una organizzazione economica un’alleanza militare
b. Quanti Stati fanno parte oggi dell’Unione Europea? 6 12 27 28
e di quella politica, a oggi non ancora del tutto raggiunti. In oltre sessant’anni di storia, l’UE non ha comunque mai smesso di ampliarsi, anche grazie all’adesione di molti Stati dell’Est europeo.
BREXIT Nel 2016 il Regno Unito, votando un referendum per l’uscita dall’Unione, la cosiddetta Brexit (parola composta dai termini Britain ed exit), è stato il primo Paese a mettere in atto le procedure per uscire dall’UE. Il Regno Unito ha cessato ufficialmente di farne parte il 31 gennaio 2020, quando è iniziato un processo di transizione conclusosi alla fine dello stesso anno.
→ Osserva la carta a pagina 146 e rispondi alle seguenti domande.
a. Quali sono i Paesi che hanno fondato la UE?
b. Quali altri Paesi prima del 2004?
c. Quali Paesi hanno aderito nel 2004?
d. Quali Paesi hanno aderito dal 2007 in poi?
e. Quali sono i Paesi candidati?
NUCLEO Costituzione COMPETENZA 2
Parlamento Il Parlamento, l’unico organismo a suffragio universale, viene eletto da tutti i cittadini europei ogni 5 anni. Ha sede a Strasburgo. È un organismo di controllo e condivide il potere legislativo con il Consiglio dei Ministri che ha sede a Bruxelles, quest’ultimo composto da tutti i ministri dei Paesi membri, che si riuniscono a seconda delle competenze.
Commissione europea La Commissione europea, un’altra importante istituzione, con sede a Bruxelles, propone le leggi al Parlamento e vigila sulla loro applicazione; è composta da un commissario per ogni Paese.
Quanto sai dell’UE?
Consiglio Svolge un ruolo fondamentale anche il Consiglio europeo, composto dai soli capi di Stato o di governo. Nelle sue riunioni, che si svolgono a Bruxelles, si decidono gli orientamenti politici ed economici generali della UE.
Corti La Corte di Giustizia ha l’ultima parola su tutte le controversie tra Stati, cittadini e istituzioni europee. La Corte dei Conti esamina la regolarità della gestione finanziaria controllando i bilanci dell’Unione. Entrambe hanno sede a Lussemburgo.
BCE La Banca Centrale Europea (BCE) ha sede a Francoforte, emette l’euro e controlla l’andamento dei prezzi.
→ Riepilogo delle funzioni che spettano alle principali istituzioni della UE: scrivi per ognuno l’istituzione competente.
Nel 1992 il trattato di Maastricht istituì la cittadinanza europea per cui «è cittadino dell’UE chiunque abbia la cittadinanza di uno Stato membro» che si affianca a quella nazionale senza sostituirla. Riconosce numerosi diritti ai cittadini europei e rende possibile studiare, lavorare e risiedere in qualsiasi Paese dell’Unione.
L’accordo di Schengen L’accordo di Schengen (dal nome della cittadina lussemburghese in cui venne fissato) è stato sottoscritto da 26 Paesi: 22 membri dell’Unione Europea e quattro non membri (Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera). Nello spazio Schengen i cittadini della UE, i turisti extracomunitari e le persone che sono immigrate legalmente possono spostarsi in libertà senza essere sottoposti a controlli alle frontiere. Per evitare che possano circolare persone ricercate o entrate clandestinamente in un Paese per il controllo è stato istituito il Sistema Informativo Schengen (SIS), dal 2018 inoltre sono attivi controlli temporanei limitati.
Circolazione merci Dal 1968 per migliorare i rapporti commerciali tra i Paesi sono stati aboliti i dazi doganali e definiti i limiti quantitativi di importazione ed esportazione fra gli Stati membri.
→ Erasmus Plus è un programma ideato per consentire agli studenti universitari e della scuola secondaria, formatori e insegnanti, di trascorrere un periodo di studio in un altro Paese europeo e imparare una nuova lingua. Con questo progetto la UE intende promuovere la cittadinanza europea.
Collega ciascuna lettera sulla carta.
A La Spagna è il Paese più richiesto dagli studenti e con il maggior numero di studenti che partono; B la Germania è il 2° Paese più richiesto; C il Regno Unito ha interrotto nel 2021 la partecipazione al programma; D l’Italia è al 4° posto per studenti che partono, e al 5°per studenti in arrivo; E l’università più richiesta è quella di Granada; F l’università di Praga è al 5° posto come ateneo che riceve più studenti in Europa.
L’euro Con l’adozione dell’euro è stata attuata l’unificazione monetaria di una parte del continente. I tempi e i modi sono stati definiti nel Trattato di Maastricht e, dal 2019, sono 19 i Paesi che ne fanno parte. La gestione della politica monetaria della “zona euro” spetta al cosiddetto Eurosistema, che comprende la Banca Centrale Europea (BCE con sede a Francoforte, in Germania) e le banche centrali nazionali degli Stati membri della zona euro, come la Banca d’Italia. I parametri di Maastricht sono i requisiti economici e finanziari che i Paesi devono soddisfare per aderire e rimanere nella zona dell’euro e che gli Stati membri devono rispettare per evitare sanzioni. Per rispettare i “paletti” fissati dai parametri di Maastricht spesso i Paesi devono adottare politiche di austerità che tendono a rallentare la crescita economica e peggiorano le condizioni di vita delle popolazioni.
Le politiche comuni L’ Unione Europea fornisce finanziamenti e aiuti economici a molti settori per ridurre le differenze di sviluppo tra le aree economicamente più forti e quelle meno ricche e migliorare le capacità di competere delle aziende europee a livello economico mondiale.
LA POSIZIONE DELL’EUROPA
Tra le questioni aperte che l’Unione Europea deve affrontare e su cui non è riuscita a raggiungere ancora una soluzione chiara e condivisa da tutti i Paesi membri vi è la politica immigratoria. La base giuridica di questa politica si trova negli articoli 77, 78, 79 e 80 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE-1999), ma nel corso degli anni sono stati firmati altri trattati aggiuntivi che hanno cercato di trovare una mediazione tra le volontà dei Paesi membri, spesso molto differenti tra loro, e quelle degli organi dell’UE. La politica attuale si basa sul Trattato di Dublino (2014). Secondo questo regolamento i richiedenti asilo vengono destinati al primo Paese dell’Unione in cui arrivano e vengono registrati, sia via terra, sia via mare. Mentre le rotte terrestri sono in genere bloccate ai confini con l’Unione Europea, i Paesi mediterranei (Italia, Spagna, Grecia, Malta) continuano ad accogliere migranti che giungono sulle loro coste con mezzi di fortuna. Moltissimi sono anche i naufragi dovuti a una mancanza di coordinamento tra i Paesi,
e spesso anche della volontà politica di rimuovere il problema non rispettando la “legge del mare” sui salvataggi. Vi sono diverse proposte per attuare un sistema diverso, basato sulla distribuzione dei richiedenti asilo fra tutti gli Stati dell’Unione, ma la contrattazione, sostenuta soprattutto dalla presidente della Commissione Europea Ursula Van der Leyen, vede la ferma opposizione di alcuni Paesi membri, come per esempio l’Ungheria.
Per quanto riguarda l’immigrazione regolare, l’UE stabilisce le condizioni di ingresso e soggiorno dei cittadini di Paesi terzi che entrano e soggiornano legalmente in uno degli Stati membri, anche per motivi familiari. Gli Stati membri stabiliscono invece autonomamente quante persone possono entrare in cerca di lavoro. Inoltre, anche se l’UE fornisce incentivi e sostegni economici per promuovere l’integrazione degli immigrati regolari nel Paese di accoglienza, ogni Stato europeo è autonomo nel definire le proprie politiche di integrazio-
Negli ultimi anni è cresciuto significativamente il numero delle persone entrate in UE in maniera irregolare, lungo la rotta mediterranea, via mare, o quella balcanica, via terra.
199 990
87 300
112 600
ne dei nuovi cittadini. Questa autonomia, che parte da presupposti molto diversi, ha determinato notevoli differenze nel territorio dell’Unione Europea.
Secondo i dati della Commissione Europea, nel 2024, la popolazione nata all’estero e residente nell’UE era pari all’6,5% del totale, una percentuale inferiore a quella di altri Paesi ad alto reddito (per esempio, gli Stati Uniti).
La maggior parte degli immigrati era in possesso di permessi rilasciati per motivi familiari o di lavoro e impiegata in settori essenziali per la società e l’economia dell’UE. Le statistiche riportano, infatti, come la maggior parte dei regolari siano impiegati nell’edilizia, nei servizi alla persona e nella ricettività turistica.
I RIFUGIATI NELL’UE
Nel mondo sono 120 milioni le persone in fuga da situazioni di guerra, catastrofi ambientali ecc., dando origine ai flussi di migrazioni forzate
Considerando i dati UNHCR, alla fine del 2023, in tutto il mondo si contavano poco più di 43 milioni di rifugiati registrati, ma solo meno del 10% di questi vivevano nell’UE. La percentuale di profughi nell’Unione è pari allo
0,6% della popolazione totale, una quota molto bassa, dovuta al fatto che la maggior parte dei migranti forzati proviene da Paesi africani e asiatici e si ferma in aree confinanti, non raggiungendo l’Europa.
GLI STRANIERI RESIDENTI IN ITALIA E NELL’UE
Secondo i dati Istat, al 1° gennaio 2023 gli stranieri residenti in Italia erano pari all’8,7% della popolazione, ovvero poco più di 5 milioni. L’incidenza della popolazione straniera sul totale è in continua crescita, soprattutto a causa della progressiva diminuzione della popolazione italiana. Tra gli immigrati residenti in Italia, circa 1,5 milioni provengono da altri Paesi dell’Unione Europea, mentre 3,7 milioni (6,2% della popolazione totale italiana) sono di provenienza extra-comunitaria.
In termini assoluti, all’interno dell’Unione Europea, i Paesi con il maggior numero di immigrati residenti sono Germania (10,5 milioni), Spagna (5,4 milioni), Francia e Italia (5,2 milioni). Se si considera, invece, l’incidenza degli stranieri residenti in rapporto alla popolazione totale, il Paese con la maggior percentuale di stranieri è l’Austria, seguita dall’Irlanda.
L’Austria è da tempo ormai il paese europeo con la più alta incidenza di stranieri, seguita da Irlanda (13,0%), Germania (12,7%), Belgio e Spagna.
Austria
Irlanda
Germania
Belgio Spagna
Danimarca
Italia
Grecia
Svezia
Slovenia Francia
Olanda
Portogallo
Rep. Ceca
Finlandia
Dal 2016 la Turchia ha assunto il ruolo di guardia di frontiera dell’UE, ricevendo miliardi di euro dall’Unione per trattenere i migranti provenienti da Siria, Afghanistan ecc. e per riaccogliere quelli che vengono espulsi.
I46 Paesi che compongono attualmente il continente europeo sono il frutto di secoli di storia e di frequenti e sanguinosi conflitti che hanno mutato più volte i confini degli Stati, a volte separando comunità nazionali, a volte unendo etnie tradizionalmente ostili.
Europa e Asia vengono a volte definiti Eurasia, poiché tra i due continenti non esistono confini precisi, ma possono essere identificati con la bassa e lunga catena dei monti
Urali. D’altra parte, il più esteso Stato europeo, la Russia, comprende una parte ancora più vasta, la Siberia, che si estende in territorio asiatico.
Inoltre, Turchia e Kazakistan hanno una parte del loro territorio compreso nel nostro continente, così come i Paesi caucasici (Georgia, Armenia e Azerbaigian), che vengono talvolta inclusi tra gli Stati europei. L’Europa è separata dall’Africa solo dal piccolo braccio dello stretto di Gibilterra (14 km), ma insieme all’Asia occidentale i due continenti condividono le sponde del Mar Mediterraneo
Infine, la più vasta isola della Terra, la Groenlandia, pur facendo parte geograficamente del continente americano, a cui è vicinissima, appartiene politicamente alla Danimarca.
→ Trova sulla carta di pag. 152 i toponimi, cioè i luoghi geografici, citati nel testo. Sulla Groenlandia svolgi una breve ricerca in rete.
In Europa sono presenti alcune monarchie che conservano un capo di Stato nominato per diritto ereditario, ma molto più numerose sono le repubbliche, con un capo di Stato nominato dal Parlamento o direttamente eletto dal popolo.
Le monarchie Si trovano soprattutto in Stati di antica origine, ma in genere hanno poteri molto limitati, come nominare formalmente il capo del governo o svolgere funzioni di rappresentanza all’estero. Sono monarchie il Regno Unito, i Paesi Bassi, il Belgio, la Danimarca, la Svezia, la Norvegia, la Spagna, ma anche il Granducato del Lussemburgo, i Principati di Monaco e del Liechtenstein, oltre alla Città del Vaticano e ad Andorra, dove sono “coprincipi” il presidente francese e il vescovo di D’Urgell, in Spagna.
Le repubbliche Tutti gli altri Stati europei sono repubbliche e possono essere di due tipi. Nelle repubbliche parlamentari, come quella italiana, il presidente, eletto dal Parlamento, è una figura al di sopra delle parti e perciò con poteri limitati: nomina il capo del governo, rappresenta il Paese all’estero e in ogni situazione ufficiale. Nelle repubbliche presidenziali, come la Francia, il presidente della repubblica viene invece eletto dai cittadini e dispo-
ne perciò di poteri più ampi: è in genere a capo del potere esecutivo, affiancato da un primo ministro che coordina i diversi ministeri.
Stati centralizzati e Stati federali Anche il potere esecutivo può essere organizzato in modi diversi. Negli Stati con governo centrale il sistema è centralizzato e tutte le decisioni vengono prese nella capitale. Oppure, una parte più o meno ampia dei poteri può essere delegata ai governi locali delle Regioni (o Stati) che compongono lo Stato nella sua interezza; in questo caso siamo di fronte a un sistema federale (come per la Germania e la Svizzera). Al governo centrale restano comunque alcuni importanti ambiti come la gestione della moneta oppure la difesa e i rapporti con i Paesi esteri.
→ Un tempo la Iugoslavia era uno Stato federale. Agli inizi degli anni Novanta i vari Stati che ne facevano parte hanno cominciato un processo di indipendenza. Sapresti elencare gli attuali Paesi che facevano parte della ex Iugoslavia?
Per analizzare i vari aspetti del continente europeo e conoscerne meglio i Paesi che ne fanno parte, può essere utile la sua suddivisione in cinque aree regionali (Italia esclusa).
La regione occidentale L’Europa occidentale comprende una parte continentale e una parte insulare. Quest’ultima è costituita dalle Isole Britanniche, le cui maggiori sono Regno Unito e Irlanda. La fascia continentale comprende invece gli Stati della penisola iberica (Spagna e Portogallo), la Francia, il Belgio, i Paesi Bassi e il Lussemburgo. Nella regione vi sono anche i due piccolissimi Stati di Monaco e Andorra
Macroregioni
Occidentale
Centrale
Nordica
Balcanica
Orientale
La presenza del mare è importante: la regione occidentale è delimitata dall’Oceano Atlantico, dal Mare del Nord e dal Mar Mediterraneo. Qui si trova il punto più vicino all’Africa, Gibilterra.
Questa regione è complessivamente la più ricca del continente e quella dove è iniziato lo sviluppo industriale, anche se oggi la sua importanza è soprattutto legata al terziario (finanza, commercio, turismo). Il livello di reddito pro capite è più elevato rispetto alla media europea.
La regione nordica L’Europa settentrionale comprende Svezia e Norvegia, Paesi della penisola scandinava, e la Finlandia: questi Paesi sono attraversati dal Circolo Polare Artico. Più a sud, connesse alla parte continentale, si estendono la Danimarca e le Repubbliche Baltiche (Estonia, Lettonia e Lituania). Più lontana, nell’Atlantico settentrionale, si innalza l’isola di Islanda
Oltre all’Oceano Atlantico, numerosi mari e golfi separano le terre emerse: Mare del Nord, Mar di Norvegia, Mar Glaciale Artico, Mar Baltico, Golfo di Botnia, Golfo di Finlandia. Le condizioni climatiche hanno creato in passato notevoli difficoltà alle popolazioni, ma lo sfruttamento delle risorse e lo sviluppo industriale hanno portato alcuni di questi Paesi a un alto livello di sviluppo che ha garantito sistemi sociali efficienti. Meno avanzate sono invece le economie dei Paesi baltici, seppure in forte crescita grazie al loro sviluppo tecnologico.
La regione centrale Situata nel cuore del continente, la regione centrale si trova in una posizione strategica per le comunicazioni europee. Comprende i due vasti Paesi di Germania e Polonia, quindi Cechia e Slovacchia e, nella fascia sud, Svizzera e Austria, che racchiudono tra loro il piccolo Liechtenstein, oltre all’Ungheria. Il mare (Mare del Nord e Mar Baltico) si trova solo nella parte nord.
Nella regione restano notevoli differenze di livello economico e sociale tra la parte occidentale (Germania, Austria, Svizzera, Liechtenstein), dove il livello di reddito è molto elevato, e la parte orientale, meno sviluppata ma comunque in crescita.
La regione balcanica Sono i numerosi Stati che occupano la sud-orientale penisola balcanica: Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Kosovo, Serbia, Bulgaria, Macedonia del Nord, Albania, Grecia. A questa regione può essere associata l’isola orientale di Cipro e anche quella di Malta, che emerge a sud della penisola italiana. La penisola balcanica si affaccia sul Mediterraneo, che assume nomi diversi: Mar Adriatico, Mar Ionio, Mar Egeo, Mar di Creta. La costa bulgara è bagnata dal Mar Nero.
La situazione economica è molto differenziata: mentre alcuni Stati hanno un buon livello di sviluppo, in quest’area sono presenti diversi tra i Paesi più poveri d’Europa, come il Kosovo, l’Albania, la Bosnia-Erzegovina e la Macedonia del Nord. La regione orientale È la regione più vasta, perché comprende l’immensa Russia nella sua sezione europea, oltre a Ucraina, Bielorussia, Moldova e Romania. A est, segna il confine dell’Europa con l’Asia.
Molti sono i mari che la bagnano: il Mar Glaciale Artico con il Mar Bianco, il Mare di Barents, il Mare di Kara; poi a sud il Mar Nero con il Mar d’Azov e il Mar Caspio (quest’ultimo in realtà è il lago più vasto della Terra).
Dopo la fine dell’Unione Sovietica, il passaggio a un’economia di mercato ha aumentato le disuguaglianze tra la popolazione che, in maggioranza, ha peggiorato il proprio tenore di vita. I Paesi con il reddito pro capite più basso sono l’Ucraina, la Moldova e la Bielorussia, ma in generale tutta la regione è al di sotto della media europea. La situazione è altresì peggiorata dopo l’invasione russa in Ucraina e la guerra che ne è conseguita.
→ Compila sul quaderno una tabella dove suddividi tutti gli Stati europei per macroregione. Indica inoltre a fianco di ciascuno di essi la rispettiva capitale.
La Francia è uno dei Paesi più vasti e popolosi d’Europa. La sua lunga storia di potenza agricola e industriale e la sua posizione favorevole per i traffici ne fanno uno degli Stati chiave dell’economia europea.
È stato infatti tra i Paesi fondatori della CEE (diventata poi Unione Europea) e ancora oggi protagonista della scena economica del nostro continente.
Superficie 543 940 km 2
Popolazione 65 834 837 abitanti
Densità
121 abitanti per km 2
Capitale
Parigi
Forma di governo repubblica
Lingua ufficiale francese
Moneta
euro FRANCIA
(Fonte: Calendario Atlante De Agostini 2024)
Il territorio della Francia, situato nella parte occidentale del continente europeo, ha una forma compatta, simile a quella di un esagono. Si affaccia a ovest sull’Oceano Atlantico, a nord ovest sul canale della Manica e a sud sul Mar Mediterraneo. Fanno parte della Francia anche la Corsica, grande isola del Mediterraneo, prevalentemente montuosa, e alcuni dipartimenti d’oltremare, sparsi nei vari continenti ma perlopiù nei Caraibi e in Oceania.
Le pianure e i rilievi Il territorio è in prevalenza pianeggiante e collinare. La pianura più estesa è il Bassopiano Francese. I principali rilievi sono i Pirenei, condivisi con la Spagna, e le Alpi, condivise con Svizzera e Italia (il Monte Bianco è la vetta più elevata); al centro-sud si eleva il Massiccio Centrale, un altopiano di antica formazione, caratterizzato dai puys, coni di vulcani ormai estinti. Il confine con Germania, Belgio e Lussemburgo a est è pianeggiante o segnato dai modesti rilievi del Giura e dei Vosgi.
Nella Francia settentrionale e occidentale il clima è di tipo atlantico, caratterizzato da pioggia, nebbia e vento, con scarse escursioni termiche fra estate e inverno. Il paesaggio è costituito da ampie zone coltivate ma anche da brulle brughiere spazzate dal vento. Nel centro del Paese e a est il clima è continentale: qui diminuisce
Fiumi e laghi La rete idrografica è estesa e articolata: i numerosi fiumi hanno un regime regolare e una debole pendenza, perciò sono facilmente navigabili; inoltre, sono collegati fra loro da una fitta rete di canali. I principali sono la Senna, che percorre le regioni settentrionali e sfocia nella Manica; il Reno, che segna a est il confine con la Germania; la Loira e la Garonna, che sfociano nell’Oceano Atlantico; il Rodano, che nasce nelle Alpi Svizzere e si getta nel Mar Mediterraneo. In Francia si estende parte del Lago di Ginevra, al confine con la Svizzera.
→ Osserva la carta e rispondi alle domande.
a. Con quali Paesi confina la Francia?
b. Quali catene montuose sorgono lungo i confini?
c. Quale è la montagna più elevata? Con quale Paese è condivisa?
d. In quali mari si gettano la Senna, la Loira, il Rodano?
e. Quale fiume attraversa Bordeaux?
f. Come si chiamano e dove si trovano i due golfi più ampi?
la piovosità, gli inverni sono più freddi e le estati afose. Il clima di alta montagna è limitato alle zone più elevate delle Alpi e dei Pirenei. Infine, a sud il clima è mediterraneo, con lunghe estati calde e inverni miti: nelle zone meridionali e in Corsica domina la macchia mediterranea.
→ Dopo aver letto il testo, indica quali sono i fattori che determinano i vari climi del territorio francese.
La Francia si trasformò in un grande Paese industriale nel corso del XIX secolo, anche grazie ai profitti derivanti dai vasti domini coloniali in Africa, Asia e Oceania. Dopo la Seconda guerra mondiale, la Francia perse la maggior parte delle sue colonie: alcune conquistarono l’indipendenza pacificamente; altre, come l’Algeria e il Vietnam, dopo difficili guerre di liberazione. Il Paese, tuttavia, ha mantenuto il suo ruolo di potenza economica e politica, per esempio come protagonista della nascita e dello sviluppo dell’Unione Europea
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→ Quali altri Paesi sono stati fondatori della comunità che in seguito è diventata l’Unione europea?
Rete urbana La Francia ha una densità di popolazione piuttosto bassa, con una forte concentrazione di abitanti nell’area parigina e attorno a poche altre zone lungo le coste e i confini.
Le aree di campagna sono invece in genere poco abitate. Il tasso di urbanizzazione è perciò elevato: supera infatti l’80%. Nel corso del XX secolo, infatti, è stato continuo l’afflusso verso la conurbazione di Parigi, tanto che i governi hanno attuato diversi piani economici e urbanistici per spostare la popolazione verso i centri di medie e piccole dimensioni. 4
↑ Parigi è situata al centro del grande bacino formato dai fiumi Senna e Marna ed è l’unica grande metropoli a scala nazionale: il suo agglomerato, la Grande Parigi, è il più popoloso del continente. La metropoli è divisa in quartieri, chiamati arrondissement, ognuno con una spiccata identità urbanistica e culturale. Cuore amministrativo, politico, economico e culturale della Francia, Parigi è anche una delle più importanti mete del turismo internazionale grazie ai suoi monumenti famosi in tutto il mondo come, il Louvre o la Tour Eiffel (qui nella foto). La celebre cattedrale di Notre-Dame, monumento storico e Patrimonio Unesco, nel 2019 è stata gravemente danneggiata da un incendio.
Città Parigi è l’unico grande polo del Paese: ospita nel suo agglomerato urbano circa un quinto della popolazione totale. Al suo peso demografico si accompagna una netta prevalenza economica, poiché la maggior parte delle grandi aziende hanno sede nella capitale. Grazie al suo immenso patrimonio artistico, Parigi è inoltre uno dei principali poli culturali e tra le prime mete turistiche del pianeta. Lione, importante città industriale, è situata in una posizione favorevole, a metà strada tra l’area parigina e la costa meridionale. Marsiglia è il primo porto del Paese e del Mediterraneo. Tolosa è al centro di un’importante zona agricola, ma anche sede dell’industria aeronautica e aerospaziale.Bordeaux è un grande centro della produzione vinicola. Altre città importanti sono Lilla, Nizza e Strasburgo.
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→ Trova sulla carta a pagina 156 le città citate nel testo.
Etnie Circa un quinto dei cittadini francesi ha origini straniere: la Francia è il Paese dell’UE con il maggior numero di seconde generazioni, cioè di figli di immigrati nati in territorio francese. Fino agli anni Sessanta del secolo scorso 3 immigrati su 4 provenivano da altri Paesi europei (Italia, Spagna, Portogallo, Belgio, Russia, Polonia); in seguito sono aumentati quelli provenienti dalle ex colonie francesi di Africa e Asia (Algeria, Tunisia, Senegal, Marocco, Vietnam) e dalla Turchia
Demografia Con quasi 65 milioni di abitanti la Francia è il quarto Paese europeo per popolazione. In Francia l’incremento naturale è elevato (2,1 per 1000, in Italia è negativo) grazie a un alto tasso di natalità: le politiche demografiche francesi da molti anni incoraggiano infatti la natalità con servizi sociali e sgravi fiscali. La speranza di vita è in aumento e ha raggiunto gli 85 anni per le donne e i 79 per gli uomini: anche se in misura minore rispetto ad altri Paesi europei continua perciò l’invecchiamento della popolazione.
Un Paese ricco La Francia è una delle potenze economiche mondiali. Fino a pochi decenni fa lo Stato possedeva alcune fra le principali aziende del Paese. In seguito, le imprese statali sono state privatizzate, ma il ruolo dello Stato rimane rilevante, per esempio con la realizzazione di importanti poli industriali e di ricerca scientifica, le tecnopoli
Settore primario Grazie a una grande estensione di superficie agricola e a una situazione climatica favorevole, la Francia è il primo produttore agricolo della UE e tra i maggiori esportatori al mondo di prodotti alimentari. Molte sono le aziende di grandi dimensioni avanzate tecnologicamente. Principali coltivazioni sono i cereali, la barbabietola da zucchero, la vite per la produzione di vino (tra i primi posti nel mondo). Molto importante è l’allevamento bovino, famoso per la sua produzione di latte e latticini.
Settore secondario Carente di risorse energetiche, oltre il 70% dell’energia elettrica è prodotta in 19 centrali nucleari Il settore industriale è diversificato e molto avanzato: le esportazioni di prodotti ad alta tecnologia sono circa un quarto del totale. Altri settori sviluppati sono il tessile e l’alta moda, la siderurgia, la meccanica, la chimica e la farmaceutica.
Settore terziario È il settore prevalente per produzione di reddito e occupazione. Il turismo è un settore trainante per l’economia nazionale: da tempo la Francia è tra le prime
Lingue e religioni La lingua ufficiale è il francese, una delle lingue più diffuse nel mondo (l’area francofona mondiale comprende circa 280 milioni di persone) grazie al passato coloniale e all’importante tradizione culturale del Paese. Ma vi sono diversi dialetti e lingue parlate dalle minoranze: basco e catalano nella regione dei Pirenei, bretone in Bretagna, corso in Corsica, fiammingo nelle Fiandre, tedesco in Alsazia e Lorena, provenzale nel sud del Paese; l’arabo infine è la lingua più diffusa fra gli immigrati. Per quanto riguarda la religione, il 51% della popolazione è cristiana, ma quasi il 40% si dichiara non religioso. La seconda religione del Paese è quella islamica (5,6%).
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→ Ricerca in quali Paesi al di fuori della Francia il francese è lingua ufficiale, da sola o in abbinamento a un’altra lingua.
mete turistiche mondiali. Molto importanti sono la finanza (quella di Parigi è una delle principali piazze borsistiche del continente) e il commercio interno e internazionale.
Le vie di comunicazione La rete stradale è una tra le più fitte del mondo e la più estesa dell’Unione Europea. È sviluppata soprattutto nella regione parigina e lungo l’asse Parigi-Lione-Marsiglia. Anche la linea ferroviaria è ben sviluppata, con numerose linee ad alta velocità: il TGV (Train à Grande Vitesse) ha a disposizione quasi 1300 km di binari speciali. Nel 1994 l’apertura del tunnel ferroviario sotto il Canale della Manica (Eurotunnel) ha determinato l’aumento degli scambi con il Regno Unito. In Francia vi sono numerosi aeroporti internazionali; Parigi è uno dei più importanti scali d’Europa. Molto estesa la rete di fiumi e canali, utilizzata soprattutto per il trasporto di merci pesanti. I porti di Marsiglia e di Le Havre sono fra i più attivi d’Europa per il flusso delle merci transitate.
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→ Sophia Antipolis è uno delle principali tecnopoli francesi. Trova informazioni sulla sua localizzazione, sui principali settori che vi hanno sede e sulla sua organizzazione.
Uscita sconfitta dalla Seconda guerra mondiale, la Germania ha potuto comunque diventare la prima potenza economica del continente, partecipando anche alla fondazione della CEE (oggi UE). Dopo l’unificazione tra Est e Ovest (1990), ha visto crescere notevolmente il suo peso demografico e politico: oggi è il principale punto di riferimento delle politiche europee.
Superficie
357 582 km 2
Popolazione
84 358 845 abitanti
Densità
236 abitanti per km 2
Capitale
Berlino
Forma di governo repubblica federale
Lingua ufficiale tedesco
Moneta
euro
La Germania è situata nella regione centrale del continente europeo. Il suo territorio presenta un’uniformità di paesaggi per la decisa prevalenza di aree pianeggianti
Le coste, basse e sabbiose, a volte paludose, si affacciano sul Mare del Nord e sul Mar Baltico. In questi mari sorgono le isole principali, situate a poca distanza dalla costa, di cui sono un prolungamento naturale: le piccole Isole Frisone Orientali e Settentrionali, nel Mare del Nord, e la più vasta isola di Rügen, nel Baltico.
Le pianure e i rilievi Il territorio può essere suddiviso in 3 grandi regioni naturali, che si differenziano per la forma e l’altezza dei rilievi.
A nord, il Bassopiano Germanico è costituito da un’estesa pianura, occupata dal corso di lunghi fiumi e da stagni e brughiere nelle zone costiere.
La zona montuosa centrale è invece costituita da una serie di rilievi molto antichi, incisi da valli fluviali e ricchi di boschi, pascoli e miniere: a ovest c’è il Massiccio Scistoso Renano, attraversato dal fiume Reno, mentre a est, al confine con la Repubblica Ceca, si elevano i Monti Metalliferi.
A sud ci sono le cime più alte del Paese, comprese nei rilievi alpini (Prealpi Bavaresi e Giura Svevo) che segnano il confine con la Svizzera e l’Austria.
Nella zona che si affaccia sul Mare del Nord il clima è oceanico temperato, molto umido; più rigido sulle coste del Mar Baltico.
Nella parte centrale del territorio il clima è continentale, con inverni lunghi e freddi e precipitazioni più scarse. Il clima presenta invece caratteri alpini sui rilievi al confine con l’Austria. Qui l’ambiente naturale è caratterizzato da prati, boschi di conifere e latifoglie; le foreste, che si trovano soprattutto nella parte meridionale, occupano circa il 33% del Paese.
→ Nonostante la Germania sia densamente abitata e altamente industrializzata, buona parte del territorio risulta protetto, con 15 parchi nazionali.
Scegli uno di essi e cerca informazioni, approfondendo caratteristiche e localizzazione.
Fiumi e laghi La Germania è attraversata da numerosi fiumi, navigabili grazie all’abbondanza delle loro acque e alle portate costanti. Il Reno, che attraversa il territorio tedesco per 850 km, è la principale via d’acqua non solo del Paese, ma dell’intera Europa centrale: il suo corso collega l’Europa alpina con il Mare del Nord, nei Paesi Bassi, dove insieme alla Mosa forma un enorme delta. Anche i suoi affluenti hanno una notevole importanza economica e ambientale: i maggiori sono il Neckar, il Meno, la Ruhr, la Mosella. Altri grandi fiumi sono l’Elba, il Weser, l’Oder e il Danubio, che in Germania, nella Foresta Nera, ha le sue sorgenti. Le principali zone lacustri sono quella alpina, con il vasto Lago di Costanza, condiviso con Svizzera e Austria, e quella situata tra l’Elba e il confine con la Polonia, dove il ritiro dei ghiacciai ha formato numerosi bacini di varie dimensioni.
→ Osserva la carta e rispondi alle domande.
a. Con quali Paesi confina la Germania?
b. Da quali mari è bagnata?
c. Quali sono i più importanti rilievi della fascia centrale?
d. Quali sono i principali affluenti del Reno?
Dopo la Seconda guerra mondiale la Germania, sconfitta e in gran parte distrutta, venne divisa in due Stati: la parte ovest divenne la Repubblica Federale Tedesca, legata alle potenze occidentali; la parte est costituì la Repubblica Democratica Tedesca (RDT), uno Stato controllato dall’Unione Sovietica.
Anche Berlino venne divisa in due settori, separati all’inizio degli anni Sessanta da un lungo muro.
Questa situazione durò fino al 1989, quando il crollo del regime comunista permise la riunificazione del Paese
Nei decenni seguenti la Germania è diventata il Paese economicamente più avanzato del nostro continente e ha assunto un ruolo importante di guida dell’Unione Europea.
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→ Approfondisci l’argomento del Muro di Berlino.
a. Per quale ragione venne costruito?
b. Che cosa determinò nella vita della città?
Rete urbana Più del 77% dei tedeschi vive in città. Poiché per secoli la Germania è rimasta divisa in tanti Stati si sono sviluppate numerose città di rilievo, che formano una rete urbana molto fitta e articolata e ben integrata con la campagna circostante. La popolazione si concentra soprattutto nelle regioni occidentali e in quelle minerarie e industriali
le, che attira anche notevoli flussi turistici. Altre grandi metropoli del Paese sono Monaco, importante polo economico della Baviera, Francoforte, principale centro finanziario europeo e uno dei primi del mondo, e Amburgo che, grazie al suo lungo estuario sul Mare del Nord, è il più trafficato porto tedesco e uno dei maggiori europei. Inoltre, un’immensa conurbazione si estende su una vasta superficie, che dalle valli del Reno e della Ruhr arriva al confine con Paesi Bassi e Belgio, comprendendo alcuni dei maggiori centri urbani, come Duisburg, Essen, Dortmund, Düsseldorf e Colonia. 4
Città La più importante tra le città tedesche è certamente Berlino, tornata a essere la capitale della Germania unificata dal 1991. Oggi è un importante centro economico e cultura-
← Sorta alla confluenza dei fiumi Sprea e Havel, Berlino fu a lungo capitale dell’impero germanico prima e della repubblica tedesca fino alla Seconda guerra mondiale. Quasi completamente distrutta dai bombardamenti alleati durante la guerra, nel dopoguerra venne divisa in due zone, analogamente al resto della Germania. Entrambi i settori furono oggetto di ristrutturazione urbanistica, con la realizzazione di nuovi quartieri e opere di architettura moderna. Berlino è oggi il più importante centro culturale della Germania e anche una delle città europee più “verdi”: circa il 40% del suo territorio è occupato da parchi, giardini, laghi e canali. Uno dei monumenti simbolo è la Porta di Brandeburgo, in stile neoclassico (foto a lato).
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→ Trova sulla carta a pagina 160 le città citate nel testo.
Etnie I tedeschi costituiscono la maggioranza della popolazione, ma nel Paese vivono oltre 11 milioni di stranieri e molti sono i ragazzi di seconda generazione; le comunità principali sono quelle turca e curda, polacca, siriana e italiana. Per molti anni lo sviluppo economico favorì l’immigrazione: la Germania aveva infatti bisogno dei lavoratori stranieri per la sua economia in crescita. Negli ultimi anni, però, anche qui sono state introdotte leggi più restrittive: sono ancora ben accolti tecnici specializzati e ricercatori, è invece ostacolato l’arrivo di lavoratori meno qualificati.
Demografia Con quasi 83 milioni di abitanti la Germania è il secondo Paese europeo per numero di abitanti e il primo dell’Unione Europea. L’età media è abbastanza elevata e da molti anni l’incremento naturale è negativo, compensato in parte dall’arrivo di profughi e immigrati economici. Il declino demografico e la speranza di vita elevata, rendono molto forte il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione: infatti, quasi il 30% dei tedeschi ha
Grazie a un settore industriale molto solido e diversificato, la Germania è la quarta potenza economica nel mondo e la prima in Europa, dove svolge una vera e propria funzione di traino per l’economia degli altri Paesi. La Germania è uno Stato sociale che garantisce a tutti uno standard minimo di benessere; questo grazie a un efficiente sistema di tutela sociale e sanitaria dei cittadini che assicura una qualità della vita tra le più elevate del mondo. Il carbone , principale risorsa mineraria tedesca, ha favorito in passato lo sviluppo dell’industria, ma ora i grandi bacini carboniferi della Ruhr sono poco sfruttati.
Settore primario L’agricoltura è fortemente meccanizzata e ha un’alta produttività; tuttavia, per ragioni climatiche, metà del fabbisogno alimentare deve essere importato. Le principali coltivazioni sono quelle dell’orzo e delle patate, ma anche quelle della barbabietola da zucchero e del luppolo, utilizzato per la produzione di birra. L’allevamento bovino e suino è molto produttivo, collegato a un’attivissima industria alimentare
Settore secondario L’industria tedesca è dominata da un gruppo di grandi aziende multinazionali, ma la spina dorsale del sistema manifatturiero sono le numerose aziende di medie dimensioni. Sono molto attivi
più di 60 anni, mentre i giovani sotto i 15 anni sono solo il 12% del totale.
Lingue e religioni Lingua ufficiale è il tedesco, ma esistono numerosi dialetti locali, molto diversi fra loro.La religione principale è il cristianesimo: il Nord del Paese è in prevalenza protestante, mentre a sud, in particolare in Baviera, è molto forte la tradizione cattolica. Esiste poi una forte minoranza di religione musulmana, mentre la popolazione ebraica, un tempo molto numerosa, è stata drasticamente ridotta dall’olocausto operato dal regime nazista.
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→ Rispondi alle domande.
a. Qual è l a percentuale di stranieri in rapporto alla popolazione tedesca?
b. In quale zona del Paese è più radicato il cattolicesimo?
i settori metallurgico, chimico, farmaceutico; di particolare importanza è l’industria automobilistica: la Volkswagen è la principale azienda tedesca e una delle più grandi del mondo.
Settore terziario Il settore dei servizi produce quasi il 70% del prodotto nazionale. Ha il suo punto di forza nelle attività bancario-assicurative, dove sono presenti alcune tra le principali compagnie europee. Francoforte è un centro finanziario di livello mondiale. Molti investimenti sono diretti alla ricerca scientifica, collegata a diverse produzioni industriali, per esempio quella farmaceutica. Vie di comunicazione Il sistema di trasporti è molto efficiente. La rete stradale e quella ferroviaria sono fitte ed estese; le autostrade, gratuite, sono le seconde al mondo per estensione. Grande importanza hanno i trasporti sulle vie navigabili interne L’aeroporto internazionale di Francoforte è tra gli scali più trafficati d’Europa.
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→ La bilancia commerciale della Germania è in attivo o in passivo? Di quanto? Rispondi cercando i dati su Internet.
Erede di un immenso impero che ha permesso la formazione di capitali per lo sviluppo industriale, il Regno Unito (spesso definito semplicemente Inghilterra dalla sua regione principale) è tuttora uno dei protagonisti della scena economica e politica europea. La sua recente uscita dalla UE (Brexit) sta però modificando i rapporti commerciali e finanziari con le altre potenze del continente.
Superficie
242 495 km 2
Popolazione
66 980 490 abitanti
Densità
276 abitanti per km 2
Capitale
Londra
Forma di governo monarchia costituzionale
Lingua ufficiale inglese
Moneta sterlina
Il Regno Unito comprende la Gran Bretagna, l’isola più vasta d’Europa (formata da Inghilterra, Galles e Scozia), e l’Irlanda del Nord, che un confine separa dalla Repubblica d’Irlanda.
L’arcipelago è completato da migliaia di isole più piccole: le Shetland, le Ebridi e le Orcadi, le isole del Canale, oltre alle isole di Wight e di Man.
Il Regno Unito è bagnato dall’Atlantico a nord e a ovest, dal Mare del Nord a est e dal Canale della Manica, che lo separa dalla Francia, a sud. Le coste sono molto frastagliate e articolate; a sud-ovest si allunga la stretta penisola della Cornovaglia.
Le pianure e i rilievi Il territorio della Gran Bretagna e dell’Irlanda del Nord è soprattutto collinare e pianeggian-
La presenza dell’Oceano Atlantico e della Corrente del Golfo ha un’influenza notevole sul clima abbastanza mite del Paese, anche se diventa via via più freddo procedendo verso nord. Le precipitazioni sono abbondanti e ben distribuite in tutte le stagioni; sulle coste occidentali è spesso presente il fenomeno della nebbia. Le piogge costanti determinano una vegetazione di prati e pascoli nelle zone pianeggianti, che diventa brughiera sulle alture. Numerosi sono i parchi e le riserve naturali che tutelano l’ambiente. Il più vasto è il Lake District National Park, situato nel Nord-ovest dell’Inghilterra.
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te. Le catene montuose sono molto antiche, arrotondate durante i periodi glaciali e perciò poco elevate. La cima più elevata è il Ben Nevis (1345 m) compreso all’interno dei Monti Grampiani, in Scozia. In Inghilterra si innalzano i Monti Pennini e nel Galles i Monti Cambrici.
Fiumi e laghi I fiumi sono numerosi, spesso collegati da canali artificiali: percorrono il territorio con scarsa inclinazione e hanno portate regolari perché alimentati prevalentemente dalle piogge. I maggiori sono il Tamigi, sul cui estuario sorge la capitale, Londra, e il Severn, alla cui foce sorge Bristol. I laghi sono molto numerosi ma di piccole dimensioni; il più esteso, il Lough Neagh, si trova nell’Irlanda del Nord. Altri laghi si trovano in Scozia, dove hanno riempito le valli scavate dagli antichi ghiacciai.
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→ Osserva la carta e rispondi alle domande.
a. Qual è la regione più settentrionale?
b. Quali caratteristiche dei fiumi britannici ti fanno capire che sono per la maggior parte navigabili?
c. Qual è il nome dello stretto che separa l’Inghilterra dalla Francia?
d. Come si chiama il mare che divide le due isole maggiori dell’arcipelago britannico?
→ Perché la Corrente del Golfo influenza il clima britannico?
Rispondi prima in autonomia e poi con l’aiuto di un chatbot a tua scelta e poi controlla la tua risposta su una fonte sicura come l’Enciclopedia Treccani on line.
Le ricchezze conquistate con l’impero coloniale, esteso in tutto il mondo, furono alla base dello sviluppo economico del Regno Unito. In particolare, posero le condizioni per la Rivoluzione industriale, che ebbe origine proprio nell’Inghilterra del XVIII secolo. La fine dell’impero, nel secondo dopoguerra, ha mutato i rapporti economici con le altre potenze. Tuttavia, il Regno Unito ha mantenuto strette relazioni con molte delle sue ex colonie attraverso l’associazione del Commonwealth. Nel 1973 il Regno Unito è entrato a far parte della CEE, restando poi nell’UE fino al 2020: nel 2016, infatti, a seguito di un referendum, i cittadini britannici hanno votato a favore dell’uscita dall’Unione Europea (Brexit), avvenuta dopo una lunga fase di passaggio.
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↑ Ragazze inglesi manifestano a favore dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.
→ Approfondisci l’argomento Brexit. Per quali ragioni il Regno Unito è uscito dall’UE?
Rispondi con l’aiuto di un chatbot a tua scelta e poi confronta le tue risposte con quelle del resto della classe.
Rete urbana Circa l’83% della popolazione vive in un centro urbano, ma il tasso di urbanizzazione è molto diverso tra le regioni. In Inghilterra si estende la Greater London, una grande area metropolitana che circonda la capitale; in questa regione si trovano anche le altre principali conurbazioni del Paese. Al contrario, le regioni marginali (Scozia, Galles e Irlanda del Nord) hanno una densità urbana più bassa.
Città La capitale, Londra, è uno dei principali centri finanziari planetari: la sua Borsa è una delle prime tre del
mondo (insieme a New York e Tokyo) e muove immense quantità di capitali. La metropoli è uno dei poli del commercio europeo: il suo porto e i suoi aeroporti sono tra i più attivi d’Europa. Londra è anche una delle principali mete turistiche internazionali, ricca di celebri monumenti. Manchester e Birmingham sono importanti poli industriali. L’economia di Liverpool si basa sull’attività commerciale del suo porto. Edimburgo e Glasgow sono le principali città della Scozia, mentre Belfast è il capoluogo dell’Irlanda del Nord.
← Il tessuto urbano di Londra è formato da quartieri creati dalle continue ondate migratorie, in cui la popolazione si suddivide per area di provenienza o per classe sociale. Il Tamigi è il punto di riferimento per tutti e divide la città in due aree: a nord prosperano gli affari e si concentrano parchi, eleganti abitazioni, locali di divertimento, banche; a sud si trovano invece i quartieri abitati dalle classi meno abbienti. La City, il quartiere centro degli affari, costituisce con altri 12 municipi l’Inner London. Intorno a essa una cintura di 20 municipi forma l’Outer London, che delimita all’esterno il territorio della metropoli.
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→ Trova sulla carta a pagina 164 le città citate nel testo.
Etnie La popolazione del Regno Unito è molto composita: l’immigrazione ha infatti una lunga storia. Con la fine dell’impero i flussi dalle ex colonie (India, Pakistan, Bangladesh, Nigeria, Caraibi) si sono intensificati; a questi si sono aggiunti i numerosi arrivi dall’Irlanda e dagli altri Paesi europei, meridionali e orientali. Nel corso del tempo, molti immigrati hanno preso la cittadinanza, ma ci sono oggi oltre 6 milioni di stranieri appartenenti a più di 300 diversi gruppi etnici; recentemente, il flusso più consistente proviene dalla Polonia.
Demografia Il Regno Unito è un Paese popoloso, con una densità demografica molto elevata. La popolazione britannica, come quella di molti Paesi europei, ha un’ età media abbastanza elevata: la speranza di vita per donne e uomini è alta (83 e 79 anni rispettivamente). Tuttavia l’incremento naturale è abbastanza consistente, soprattutto grazie all’alta natalità delle comunità di immigrazione.
Il Regno Unito è una delle grandi potenze economiche mondiali, con un’industria produttiva e un settore terziario tra i più vitali del pianeta. La situazione di incertezza creata dalla Brexit ha causato un rallentamento della crescita economica. Molte grandi imprese hanno infatti deciso di portare la propria sede in altri Paesi e anche le attività finanziarie rischiano di avere un forte ridimensionamento, poiché chi non fa parte dell’Unione Europea non può operare in libertà nei suoi Paesi membri.
Settore primario L’agricoltura britannica è avanzata, ma non è sufficiente per soddisfare il fabbisogno alimentare del Paese, che deve perciò ricorrere alle importazioni. Le coltivazioni principali sono i cereali e le patate. Più produttivo è l’allevamento, che contribuisce per oltre due terzi al reddito del settore primario. Il Regno Unito ha il primo posto in Europa per numero di capi di ovini ed è tra i maggiori produttori mondiali di lana
Settore secondario Il settore industriale ha una lunga tradizione. Nell’ultima parte del secolo scorso l’industria pesante ha perso importanza rispetto ai settori più innovativi. Continuano a essere trainanti attività tradizionali come quella tessile, ma l’export si basa sempre più sulle produzioni legate alla ricerca scientifica, come l’elettronica, la chimica avanzata, la farmaceutica, le biotecnologie, le telecomunicazioni. Conservano importanza i settori meccanico, cantieristico e aeronautico.
Lingue e religioni Lingua ufficiale è l’inglese, ma sono presenti due lingue co-ufficiali: il gallese in Galles e il gaelico in Scozia. Vi sono poi, molto diffuse, le lingue parlate dalle diverse comunità di immigrati. La religione prevalente è il protestantesimo, soprattutto nella confessione anglicana, dove il capo della Chiesa è il sovrano del Regno Unito. In Scozia e nell’Irlanda del Nord è praticata anche la religione cattolica. Molto presenti sono le religioni delle varie comunità di immigrazione, come l’islamismo e l’induismo.
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→ Rispondi alle domande.
a. A quale gruppo delle lingue indoeuropee appartengono il gaelico e il gallese?
b. Quali altre lingue del continente appartengono a questo gruppo?
Settore terziario Nel centro di Londra si trovano il London Stock Exchange (la Borsa, una delle tre più importanti del pianeta) e innumerevoli aziende che offrono servizi bancari, assicurativi e di consulenza per grandi imprese di tutto il mondo. Dal Regno Unito vengono controllati anche diversi paradisi fiscali, come Gibilterra o le isole Cayman, nei Caraibi. Altri comparti molto attivi sono la ricerca scientifica, il turismo e il commercio internazionale.
Vie di comunicazione La rete delle comunicazioni è ben strutturata: vie terrestri, marittime, fluviali e aeree formano un sistema efficiente e integrato. Dal 1994 la galleria ferroviaria Channel Tunnel (o Eurotunnel) collega Regno Unito e Francia passando sotto il Canale della Manica. Numerosi canali collegano i principali fiumi formando un’estesa rete interna di vie d’acqua. Oltre 300 porti sono distribuiti lungo le coste. Nelle vicinanze della capitale sono situati gli aeroporti principali (Heathrow è il più trafficato d’Europa, con circa 80 milioni di passeggeri all’anno).
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→ Fai una ricerca sul web riguardo l’attuale bilancia commerciale del Regno Unito e rispondi.
La bilancia commerciale del Regno Unito è in attivo o in passivo? Di quanto?
Protagonista della storia mondiale dalla fine del XIX secolo, la Russia è oggi uno degli Stati più importanti della Terra, anche se il suo ruolo è limitato dalla difficoltà per il potere statale di amministrare un territorio vastissimo, da un’economia incentrata soprattutto sullo sfruttamento delle risorse minerarie e da un sistema politico poco democratico.
Superficie
17 125 200 km 2
Popolazione
147 182 123 abitanti
Densità
9 abitanti per km 2
Capitale Mosca
Forma di governo repubblica federale
Lingua ufficiale russo
Moneta
rublo russo
La Russia è il più vasto Paese del mondo; il suo territorio, che occupa la parte più orientale dell’Europa e tutta la fascia settentrionale dell’Asia, comprende 11 fusi orari. Fanno parte della Russia anche l’enclave di Kaliningrad, a ovest del Paese, le Isole Curili, rivendicate dal Giappone, e dal 2014 la Repubblica di Crimea e la città di Sebastopoli (queste ultime non riconosciute dall’Ucraina e dalla comunità internazionale).
Pianure e rilievi L’elemento dominante del paesaggio sono le pianure: nella Russia europea la più vasta è quella del Bassopiano Sarmatico che presenta al centro una zona di basse colline (Rialto del Valdaj, Rialto Centrale Russo e Alture del Volga) e termina a est con la catena de-
↓ L’isola di Valaam è situata nella parte settentrionale del lago Ladoga ed è una popolare meta turistica.
gli Urali. Nella parte asiatica si succedono bassopiani (Siberiano Occidentale), altopiani e catene montuose. Nella fascia meridionale si elevano i monti del Caucaso
Fiumi e laghi I bacini idrografici nella Russia europea formano due sistemi. Il primo comprende fiumi come la Neva, la Dvina Settentrionale e il Pečora che scorrono da sud a nord e sfociano nel Mar Baltico e nel Mar Glaciale Artico. Del secondo fanno parte i maggiori fiumi russi, quelli che scorrono verso sud : il Don che sfocia nel Mar Nero, il Volga e l’ Ural che terminano nel Mar Caspio. In Siberia i fiumi sono l’Ob, l’ Enisej, la Lena (che nasce presso il Lago Bajkal , il più profondo del mondo) e l’Amur. Nella Russia europea si trovano i laghi Ladoga e Onega
A nord il clima è artico, caratterizzato da inverni lunghi e rigidi; su tutta la fascia centrale del Paese è continentale: d’inverno le temperature medie sono sotto zero, mentre le estati sono brevi e calde. Sulle coste del Mar Nero e del Mar Caspio il clima è temperato ma arido
Sul litorale artico il terreno gela in profondità, e la vegetazione è costituita da muschi e licheni (la tundra ); nella fascia centrale del Paese si estende la più vasta foresta di conifere del mondo, la taiga , mentre sulle coste del Mar Nero e del Caspio le praterie con erbe alte lasciano il posto verso oriente alla steppa .
→ Osserva la carta e rispondi alle domande.
a. Con quali Paesi confina la Russia?
b. Da quali mari è bagnata?
c. Quale catena montuosa separa la Russia europea da quella asiatica?
d. Quali fiumi sfociano nel Mar Nero, nel Caspio e nel Mar Glaciale Artico?
→ Approfondisci le caratteristiche ambientali della tundra e della taiga.
Dopo la fine dell’Unione Sovietica, la Russia ha cercato di riaffermare il proprio ruolo politico nel mondo, intervenendo nella crisi ucraina e nella guerra siriana, contrapponendosi all’Unione Europea e agli Stati Uniti. Seppure esclusa dai vertici degli Stati più avanzati e influenti del pianeta, la Russia mantiene un ruolo internazionale importante in quanto membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. La politica interna vede una forte repressione delle opposizioni e restrizioni nella libertà di stampa e del web. Dal 2022 la Russia è in guerra con l’Ucraina.
La Russia e la sua storia
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→ Cerca in rete notizie sull’omicidio della giornalista Anna Politkovskaja.
Rete urbana La popolazione non è distribuita in modo omogeneo: il 74% dei russi vive in città, mentre il restante 24% nella Russia asiatica.
La distribuzione irregolare è ulteriormente accentuata dal processo di urbanizzazione: le campagne si spopolano e oggi il 74% dei russi vive in città.
Città Le aree più densamente popolate sono quelle at torno alla capitale Mosca e a San Pietroburgo. Diver-
→ Michail Sergeevič Gorbačëv è stato l’ultimo presidente dell’Unione Sovietica.
si insediamenti sono sorti lungo il Volga e nella regione degli Urali, favoriti dall’abbondanza di risorse minerarie ed energetiche che hanno permesso la nascita di enormi complessi industriali. In Siberia vi sono grandi città, come Novosibirsk e Omsk, sorte in genere all’incrocio della rete ferroviaria con quella fluviale, oppure vicino a importanti bacini minerari. Molte di queste città ospitano oggi importanti centri di ricerca per le nuove tecnologie.
← Mosca è il centro delle principali attività amministrative, economiche e culturali della Russia. La città forma, con i comuni vicini e numerose città-satellite, un’area metropolitana in continua espansione, che ospita ormai oltre 12 milioni di abitanti e che, nel corso del XX secolo, ha avuto notevoli ristrutturazioni urbanistiche. Grazie al suo grande patrimonio storico-artistico (Cremlino, Cattedrale di San Basilio, la Piazza Rossa), la capitale è anche un’importante meta turistica.
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→ Dove si trova Mosca? E San Pietroburgo?
Etnie In Russia vivono più di 100 etnie. Il gruppo più numeroso è quello slavo, che costituisce circa l’80% della popolazione e si concentra prevalentemente nella parte europea. Vi sono poi numerose minoranze: popoli d’origine turca, mongola e quelli appartenenti alla famiglia caucasica.
Demografia Da alcuni decenni la popolazione della Russia non cresce, a causa del diffuso peggioramento della qualità della vita. Solo negli ultimi anni, grazie al miglioramento della situazione economica e agli incentivi governativi a favore delle nascite, l’incremento naturale è tornato positivo, seppur di poco.
Petrolio, gas e materie prime Per circa settant’anni lo Stato ha controllato ogni attività produttiva.
Dal 1991, con la fine del sistema comunista, l’economia russa è diventata più simile a quella dei Paesi occidentali: sono nate piccole aziende private e, soprattutto, sono sorti importanti gruppi economici nel settore delle materie prime. La Russia è uno degli Stati più ricchi per potenziale energetico e risorse minerarie; la sua economia si regge in larga misura sulla vendita di petrolio, gas naturale e altre materie prime di cui il Paese è ricco (metalli e legname).
Settore primario L’agricoltura è poco meccanizzata: si coltivano cereali (grano, segale, avena, orzo) e si pratica l’allevamento. Sviluppata è la pesca, praticata soprattutto nel Mar Bianco e nell’Oceano Pacifico. Imponente è il patrimonio forestale che viene sfruttato in numerose industrie locali e anche esportato.
Settore secondario Le attività del settore secondario sono poco diversificate: per sfruttare le abbondanti materie prime, l’industria russa si è specializzata soprattutto nel settore pesante: siderurgia, metallurgia, chimica e meccanica.
Settore terziario La principale attività del terziario è il commercio, in particolare le esportazioni degli idrocarburi che rappresentano il 70% dell’export totale di merci. Il turismo è limitato alle città, soprattutto Mosca e San Pietroburgo.
Vie di comunicazione La Russia dispone di poche autostrade; le ferrovie, le vie di comunicazione più utilizzate, sono sovraccariche di traffico e maltenute. La Sibe-
Lingue e religioni La lingua ufficiale è il russo, una lingua slava che utilizza l’alfabeto cirillico. La religione più professata è quella cristiano-ortodossa (42,5%). La seconda religione è quella islamica (6,5%), maggioritaria nel Caucaso.
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→ Confronta i dati sulla speranza di vita in Russia e in Italia. Quali riflessioni puoi fare?
ria è attraversata dalla Transiberiana , una lunghissima linea ferroviaria che collega Mosca a Vladivostok, sul Pacifico. È molto sfruttata la vasta rete delle vie navigabili interne e i numerosi oleodotti e gasdotti che collegano regioni minerarie, industriali e agricole.
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→ La Russia dispone di grandi quantità di petrolio e di gas naturale, spesso però difficilmente accessibili perché situate nell’estremo Nord e in Siberia. Per superare le enormi distanze e facilitare l’esportazione degli idrocarburi è stato costruito un sistema di oleodotti e gasdotti, gestito dalla potentissima compagnia russa Gazprom. Osserva la foto e prova a fare una ricerca che risponda alle domande.
a. In quali zone si trovano i pozzi petroliferi e di gas naturale?
b. Gli oleodotti e i gasdotti quale parte della Russia attraversano? E quali città o nazioni mettono in contatto?
1 Rispondi alle domande.
1. Quali sono le caratteristiche del clima alpino?
Svolgi gli esercizi in modalità interattiva sull’eBook+ o sull’app librARsi
2. Che cosa significa clima continentale? Dove si trova in Italia?
3. Quali sono le caratteristiche climatiche della regione ligure-tirrenica?
4. Come varia da nord a sud il clima appenninico?
5. Quali sono le caratteristiche del clima dell’Italia meridionale e insulare?
6. Qual è la vegetazione prevalente in questa parte d’Italia?
2 Cita almeno tre elementi che hanno trasformato la società italiana negli ultimi decenni. a. b. c.
3 Indica se le seguenti frasi sono vere V o false F.
1. In Italia il saldo naturale negativo è compensato dall’immigrazione.
2. Le zone costiere sono le più spopolate.
3. La speranza di vita è maggiore per gli uomini che per le donne.
4. Le famiglie italiane sono piccole.
5. La comunità di immigrati più numerosa in Italia è quella marocchina. V F
6. Nel 2015 il numero degli emigrati italiani ha superato quello degli immigrati. V F
4 Quali di questi dialetti possono essere considerati vere e proprie lingue?
Rispondi indicando le due risposte corrette. veneto campano friulano calabrese toscano siciliano abruzzese sardo pugliese
5 Indica il completamento corretto.
1. La maggior parte delle aziende è: di grandi dimensioni / di medie e piccole dimensioni.
2. Il settore primario occupa: pochissima manodopera / la maggior parte della manodopera.
3. Molte produzioni industriali sono state delocalizzate dove: i salari sono più bassi / c’è maggior mercato.
4. Il settore terziario produce: la maggior parte / un terzo del reddito nazionale.
6 Collega gli elementi delle due colonne in modo corretto, indicando dove sono prevalentemente svolte queste attività.
a. allevamento bovino
b. allevamento ovino e caprino
c. colture specializzate
d. acquacoltura
7 Rispondi alle domande.
1. regioni centrali e meridionali
2. lungo le coste
3. in tutta Italia
4. regioni settentrionali
1. Quali sono i settori dell’industria italiana più competitivi sul mercato internazionale?
2. Quali sono le principali vie di comunicazione?
8 Osserva la carta dell’Europa a pagina 152 e collega correttamente gli elementi del riquadro.
a. Il Danubio
b. Gli Urali
c. I rilievi dell’Europa settentrionale
d. Il clima alpino
1. segnano il confine con l’Asia
e. Il Reno
f. Il clima atlantico
g. Il clima artico
h. I Carpazi
2. segna per un tratto il confine tra Francia e Germania
3. sono di origine recente
4. ha una piovosità molto abbondante
9 Indica almeno 6 Paesi attraverso cui scorre il Danubio.
a.
10 Completa le frasi scegliendo il termine corretto.
1. Gli europei sono oltre: 500/700 milioni.
2. La mortalità demografica è: aumentata/diminuita.
3. Il Paese più popoloso è: la Russia/Germania.
5. è il regno della tundra
6. attraversa l’Europa da ovest a est
7. sono di origine antichissima
8. ospita la foresta di conifere
11 Collega ogni istituzione della UE prima alle sue funzioni e poi alla sua sede.
a. Parlamento Europeo
b. Commissione Europea
c. Consiglio Europeo
d. Corte di Giustizia
e. Banca Centrale
1. Garantisce la corretta applicazione delle leggi
2. Decide gli orientamenti generali politici ed economici
3. Potere di controllo e legislativo
4. Emette l’euro
5. Garantisce la perfetta applicazione delle leggi
12 Indica se le frasi seguenti sono vere V o false F.
1. La Russia confina a sud con la Moldova. V F
2. Le montagne sono l’elemento dominante del paesaggio. V F
3. Il fiume Volga sfocia nel Mar Nero. V F
4. Il fiume Don scorre interamente in territorio russo. V F
5. I fiumi siberiani scorrono prevalentemente da sud a nord. V F
6. La popolazione è distribuita in modo regolare. V F
7. Il sottosuolo è ricco di materie prime, soprattutto risorse energetiche. V F
8. Le attività del settore secondario sono poco diversificate. V F
13 Scegli per ogni frase il completamento corretto.
1. La Russia è una:
a repubblica parlamentare
b repubblica presidenziale
c democrazia federata
d repubblica federale
2. La religione più praticata e quella:
a musulmana
b cattolica
c ortodossa
d protestante
1. Bruxelles
2. Francoforte
3. Lussemburgo
4. Strasburgo
NUCLEO Sviluppo economico e sostenibilità COMPETENZA 8
Per descrivere la realtà in cui viviamo sono necessarie molte informazioni e non tutte possono essere ricavate dalla semplice osservazione. Per descrivere un territorio, per esempio, non basta individuarne le caratteristiche naturali: è indispensabile conoscere il numero di abitanti, il tipo di economia, la storia, le tradizioni culturali. Dati fondamentali per la geografia sono quelli che riguardano le caratteristiche economiche di un Paese o di una regione.
PIL, PRODOTTO INTERNO LORDO
Un dato significativo è il PIL, il valore in moneta dei beni e dei servizi prodotti in un Paese. Vediamo il significato di questo indicatore: prodotto, perché indica il valore della produzione di ogni settore economico; interno, poiché comprende tutto ciò che è stato prodotto all’interno dei confini del Paese; lordo, perché include le imposte indirette. Spesso è difficile confrontare la ricchezza complessiva di due Paesi non omogenei (per esempio, se si confronta il PIL di uno densamente popolato e quello di uno quasi disabitato). Per ovviare al problema si utilizza il PIL pro capite (PIL/ab.), calcolato dividendo il PIL per il numero degli abitanti.
Generalmente il PIL viene suddiviso per settore economico: primario (agricoltura e pesca), secondario (industria), terziario (commercio, servizi e turismo); in questo modo si capisce quali sono i settori economici che generano più ricchezza. Per completare l’analisi dell’economia di un Paese sono anche significativi i dati relativi agli occupati. Altro indicatore interessante è il tasso di urbanizzazione, che rappresenta la percentuale di popolazione che vive nelle città sul totale degli abitanti di un Paese.
L’INDICE DI SVILUPPO UMANO
Negli anni è maturata la consapevolezza che per valutare il benessere di un Paese bisogna considerare l’effettiva qualità della vita, qualità che si basa su fattori come la sicurezza, la salute o anche la possibilità di esprimere la propria personalità. Secondo questo principio, l’UNDP (United Nations Development Programme, ovvero il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo) ha elaborato l’Indice di Sviluppo Umano (ISU). Secondo l’UNDP, per avere un reale sviluppo umano la crescita economica deve consentire alle persone un reddito sufficiente, ma anche una vita sana e lunga, grazie alla disponibilità di servizi come l’assistenza sanitaria e l’accesso alla conoscenza, che dipende dalla possibilità di istruzione. L’indicatore ISU è perciò un indicatore complesso, ottenuto dalla combinazione di tre dati: il tasso di istruzione, la speranza di vita, il PIL pro capite.
→ Dividete la classe in due gruppi. Provate quindi a rispondere separatamente alle seguenti domande:
• Pensate che i dati economici siano realmente importanti per determinare il benessere di una nazione?
• Il benessere di una nazione è più facilmente comprensibile in base al PIL o all’ISU?
Dopo aver approfondito queste tematiche, confrontate le risposte dei due gruppi, discutendone e cercando di arrivare a una conclusione comune.
TITOLO
DI CHE COSA TRATTA
QUALI DISCIPLINE
POSSONO ESSERE COINVOLTE?
QUALI ARGOMENTI DEL TESTO DI GEOGRAFIA RIGUARDA?
QUALI ABILITÀ DEVI METTERE IN CAMPO?
QUALI STRUMENTI E METODI PUOI UTILIZZARE?
COME È STRUTTURATO IL LAVORO?
CHE COSA TI PROPONE LA FLIPPED CLASSROOM?
COME PROCEDE IL LAVORO?
COME SI CONCLUDE IL LAVORO?
NUCLEI Costituzione / Sviluppo economico e sostenibilità COMPETENZA 2 e 7
Questa Unità di apprendimento ti guida ad approfondire il Patrimonio dell’Umanità del continente europeo. L’Europa, con oltre 500 siti, è l’area geografica più rappresentata fra i luoghi considerati Patrimonio UNESCO La presenza di questi luoghi è per il continente una grande risorsa economica perché, secondo i dati pubblicati dall’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), il 40% del turismo internazionale mondiale è di matrice culturale. Molti sono anche i siti europei che vengono tutelati per la loro importanza ambientale. Oltre a geografia, sono interessate educazione civica, italiano, storia dell’arte, storia, scienze, informatica, inglese
Le città – L’ONU – Il Patrimonio italiano – Il territorio europeo – La popolazione europea – Francia – Germania – Gran Bretagna - Russia
Comprensione del testo – Comprensione di una comunicazione video – Lettura di una carta fisico-politica – Lettura di immagine - Utilizzo della rete Internet – Elaborazione di un testo – Rappresentazione visuale di una ricerca
Lezione partecipata (in presenza o a distanza) – LIM – Video – Libro di testo –Laboratorio di informatica per ricerca in Internet – Lettura di articoli di viaggio –Analisi di un video o di un’immagine
Visione di un video in modalità flipped classroom – Lettura del testo di geografia – Osservazione di una carta – Lettura di articoli – Discussione di gruppo – Ricerca di informazioni e materiali in Internet – Attività parallele nelle varie discipline – Testo di sintesi – Confronto
Per un primo approccio ai siti del Patrimonio europeo puoi guardare il breve video realizzato da National Geographic e la galleria fotografica nel sito Visit Europe, il portale della European Travel Commission, organizzazione no profit composta dagli uffici nazionali del turismo di oltre 30 Paesi europei.
Trova quindi, con una ricerca in Internet, la lista completa dei siti del continente europeo, Italia esclusa.
Dividetevi in piccoli gruppi e ognuno di essi sceglie un sito della lista.
Raccogliete materiale (storia, descrizione, immagini) in Internet, utilizzando competenze e contenuti di tutte le discipline coinvolte.
Fate riferimento al Paese a cui il sito scelto appartiene e alle motivazioni per la decisione dell’Unesco di includerlo nella lista. Eventualmente, trovate dati sui movimenti turistici che il sito genera.
Ogni gruppo crea un PowerPoint o un altro strumento di comunicazione per la presentazione del sito al resto della classe.
a conoscenza dei continenti extraeuropei e dei principali Paesi che ne fanno parte costituisce non solo un ampliamento del sapere geografico, ma anche un importante elemento di crescita personale. Permette infatti di acquisire la piena consapevolezza della diversità tra le varie parti del pianeta, in un mosaico composito e integrato, sia sotto il profilo geoclimatico sia per gli aspetti demografici, culturali ed economici.
LEZIONE 33
ASIA FISICA
LEZIONE 34
ASIA POLITICA
LEZIONE 35
INDIA
LEZIONE 36
CINA
LEZIONE 37
AFRICA FISICA
LEZIONE 38
AFRICA POLITICA
LEZIONE 39
EGITTO
LEZIONE 40
AMERICA FISICA
LEZIONE 41
AMERICA POLITICA
LEZIONE 42
STATI UNITI
LEZIONE 43
MESSICO
LEZIONE 44
OCEANIA FISICA E POLITICA
LEZIONE 45
ARTIDE E ANTARTIDE
Si estende dall’Equatore fin quasi al Polo Nord
Presenta una grande varietà di climi e ambienti
È il continente più popoloso (4,5 miliardi di abitanti)
È un continente di antiche civiltà e grandi religioni
È attraversata dall’Equatore e dai Tropici
È il continente con il maggior numero di Stati (54)
Fa parte della fascia intertropicale con climi caldi, secchi e umidi
Ha enormi risorse agricole e minerarie, ma è l’area più povera del pianeta
Si divide in America settentrionale, America centrale e America meridionale
Presenta tutti i climi del globo
Si divide in due aree linguistiche e culturali: America Anglosassone e America Latina
È il continente più piccolo e meno popolato
Si trova interamente nell’emisfero australe con climi caldi e secchi
Australia e Nuova Zelanda hanno economie sviluppate; gli altri Paesi hanno uno sviluppo ridotto
Sono zone glaciali, con solo due stagioni (sei mesi continui di luce diurna e sei mesi di buio)
L’Asia, il continente più vasto della Terra, si estende dall’Equatore fino quasi al Polo Nord. Confina a ovest con l’Europa, mentre per i restanti lati le coste, lunghe circa 70.000 km, sono circondate da mari e oceani: Mar Glaciale Artico, Mare di Bering, Oceano Pacifico, Oceano Indiano, Mar Rosso, Mar Mediterraneo.
Il monte più alto
Everest (Cina/India) 8848 m
Il fiume più lungo
Chang Jiang (Cina) 5800 km
Il lago più grande
Caspio (Europa/Asia) 371 000 km 2
L’isola più estesa
Nuova Guinea (Indonesia, Papua Nuova Guinea) 785 000 km 2
Il deserto più vasto
Gobi (Cina/Mongolia) 1 500 000 km 2
Il Paese più esteso
Cina 9 572 900 km 2
Il Paese più piccolo
Maldive 3000 km 2
Il territorio asiatico si può dividere in tre grandi aree. Siberia A nord si estende la Siberia, terra di antichissima formazione, costituita da vaste pianure, sparse colline e a est chiuso verso il mare da catene montuose.
Regione centrale Nella regione centrale grandi sistemi montuosi racchiudono estesi altopiani, come il Tibet , e deserti vastissimi, come il Deserto del Gobi . Le principali catene si diramano dal massiccio del Pamir (detto il «tetto del mondo») verso est: sono il Karakoram, il Kunlun e l’ Himalaya , che comprende la vetta più alta della Terra, l’ Everest
Regione meridionale Nella regione meridionale si trovano grandi penisole e immense pianure alluvionali : la Mesopotamia (Iraq), la pianura indo-gangetica (Pakistan, India, Bangladesh), le pianure dell’Indocina e quelle cinesi. La penisola arabica e quella indiana sono caratterizzate dalla presenza di altopiani, definiti tavolati per la loro morfologia molto piatta. A est e a Sud-est ci sono numerose isole e arcipelaghi, come quello indonesiano e giapponese.
→ Osserva la carta e rispondi alle domande.
a. In quali punti l’Asia entra in contatto con gli altri continenti?
b. Da quali oceani e mari è bagnata?
c. Quali sono i più importanti rilievi della fascia centrale?
d. Dove si trovano le principali aree pianeggianti?
e. Quali sono le principali isole asiatiche?
f. Quale catena delimita a sud l’altopiano del Tibet?
L’Asia è attraversata da alcuni dei più lunghi fiumi del mondo, che nascono quasi tutti dalle catene montuose centrali. I fiumi che sfociano nel Mar Glaciale Artico (Ob-Irtys, Enisej, Lena) scorrono da sud a nord e sono ghiacciati per la maggior parte dell’anno. Nell’Oceano Pacifico sfociano i grandi fiumi cinesi Huang He (o Fiume Giallo), Chang Jiang (o Fiume Azzurro), Xi Jiang (o Fiume delle Perle) e il Mekong, nella penisola indocinese. L’Indo, il Gange e il Brahmaputra scorrono nel Nord della penisola indiana e sfociano nel Golfo del Bengala, il più ampio del mondo, che si apre nell’Oceano Indiano. In questo oceano si getta anche, in Asia Occidentale, lo Shatt-al-Arab (fiume degli Arabi) formato dal Tigri e dall’Eufrate. Nella parte centro-occidentale dell’Asia, oltre un terzo del territorio è solcato da fiumi che non arrivano al mare, ma sfociano in bacini interni: il Mar Caspio, il più grande del pianeta, il lago d’Aral, che per il ritiro delle acque si è diviso in due bacini, e il Bajkal, il lago più profondo del mondo (1620 m).
→ Individua sulla carta di p. 178 il Chang Jiang e indica quali grandi città attraversa.
L’enorme estensione in latitudine, la presenza di alti rilievi centrali, la vicinanza o meno al mare, la presenza di venti periodici rendono molto varia la situazione climatica del continente.
Zone climatiche Per semplicità possiamo suddividere il territorio in:
• una fascia di clima polare nell’estremo Nord;
• una zona dal clima continentale e continentale freddo a nord, dal confine con l’Europa alla Siberia orientale;
• una fascia dai climi aridi freddi e caldi al centro e a ovest;
• una zona montuosa centrale con un clima di montagna, o clima alpino;
• una zona dal clima temperato (umido o secco) dal centro del continente all’Oceano pacifico;
• una zona dal clima mediterraneo intorno al Mar Mediterraneo e al Mar nero;
• una zona caldo-umida, dove prevalgono climi equatoriali e subequatoriali nel Sud del continente.
clima equatoriale
clima subequatoriale
clima arido caldo
clima arido freddo
clima mediterraneo
clima temperato umido
clima temperato secco
clima continentale
clima continentale freddo
clima polare
clima di montagna
Monsoni Quest’ultima zona comprende il clima monsonico. I monsoni sono venti periodici, tipici delle coste dell’Oceano Indiano; il nome deriva dalla parola araba mawsim, che significa «stagione». Infatti, i monsoni sono due: uno estivo, carico di pioggia, e uno invernale che porta aria secca. L’alternanza dei monsoni determina anche i ritmi dell’agricoltura e le rese dei singoli anni: ritardi o anticipi di questi venti possono causare grandi siccità o disastrose alluvioni, che spesso compromettono i raccolti.
→ Osserva la carta e rispondi alle domande.
a. Quali climi incontri seguendo il parallelo del Tropico del Cancro?
b. Quali sono i climi dell’India?
c. Quale clima prevale nell’arcipelago indonesiano?
Siberia e montagne La regione più fredda è quella settentrionale, la Siberia: nella parte più a nord si trova la tundra, mentre al di sotto del 60° parallelo si estende la taiga, la foresta di conifere e betulle più vasta del pianeta. Ambienti simili si trovano anche nella regione centrale, dove si trovano le montagne più elevate
Isole e coste a sud Nelle regioni più meridionali peninsulari e insulari il clima caldo e molto umido ha determinato la nascita della foresta pluviale. Questo straordinario ambiente naturale è minacciato dalla deforestazione e dall’eccessivo sfruttamento delle sue risorse (soprattutto il legname pregiato) che mettono a rischio anche numerose specie di animali.
Le coste del Mediterraneo e del Mar Nero hanno inverni miti e piovosi ed estati asciutte; qui cresce perciò la macchia mediterranea, formata da arbusti sempreverdi e alberi resistenti alla siccità estiva.
Regione meridionale Nelle regioni influenzate dalla presenza dei monsoni, in cui la stagione secca si alterna a quella umida, predominano la savana e la giungla, una foresta simile a quella equatoriale, ma con alberi a foglie caduche.
→ Osserva le immagini e indica a quale ambiente si riferisce ciascuna di esse.
L’Asia è il continente più popoloso: oggi i suoi abitanti sono quasi 4,5 miliardi, più della metà concentrati in due soli Paesi, India e Cina. Ma la densità di popolazione (97 ab./km2 il suo valore medio) è molto varia, con diverse aree quasi disabitate e altre tra le più popolate della Terra. Un continente di antiche civiltà dove hanno avuto origine le grandi religioni.
Sotto il profilo della suddivisione politica è possibile ripartire il continente in tre grandi regioni.
Asia centro-occidentale Va dal Mediterraneo orientale fino ai confini occidentali della Cina; comprende Paesi, dalla penisola arabica al Mar Caspio, tra i più ricchi al mondo di risorse energetiche.
Asia orientale Il territorio e la popolazione di questa regione appartengono per la grande maggioranza alla Cina, il Paese più popoloso del mondo; in questa zona sono presenti anche altre realtà importantissime, come il Giappone e la Corea del Sud.
Asia meridionale e sud-orientale Comprende vasti Stati insulari e peninsulari. Una delle penisole è occupata dalla popolosissima India. Di fronte alla penisola indoci-
nese, nell’Oceano Indiano, si estendono migliaia di isole che formano i due grandi arcipelaghi dell’Indonesia e delle Filippine.
→ Osserva le carte e rispondi alle domande.
a. Quali sono i Paesi dell’Asia centro-occidentale?
b. Quali le loro capitali?
c. Quale Paese si trova tra la Russia e la Cina?
d. Quali Paesi occupano la penisola indocinese?
e. Quali sono le loro capitali?
f. Quale Paese ha per capitale Seoul?
Asia centro-occidentale
Asia orientale
Asia meridionale e sud-orientale
2
Culla di civiltà millenarie, l’Asia offre una straordinaria ricchezza di lingue e religioni.
Religioni In Asia occidentale si sono sviluppate tre grandi religioni monoteiste: Ebraismo, Cristianesimo e Islamismo. Nelle regioni centro-orientali sono nate religioni e filosofie come l’Induismo, il Buddhismo, lo Shintoismo, il Confucianesimo e il Taoismo.
Lingue Il cinese mandarino, l’arabo e l’ hindi costituiscono le principali lingue del continente, ma accanto a esse sono parlate anche le lingue degli ex-colonizzatori (inglese) e migliaia di lingue e dialetti locali.
→ Con l’aiuto di un chatbot di tua scelta elabora un breve testo in cui sono indicate le lingue indoeuropee parlate in Asia. Confronta poi il tuo elaborato con una fonte sicura come l’enciclopedia Treccani on line.
In Asia vivono quasi due terzi dell’umanità. Fino a poco tempo fa i ritmi di crescita erano molto elevati quasi ovunque. Demografia Oggi la situazione è molto differenziata: l’incremento naturale è negativo in Giappone e si è ridotto sensibilmente nell’Asia orientale, grazie soprattutto a campagne di pianificazione familiare, condotte a volte ai limiti della costrizione, mentre in Medio Oriente, Asia centrale, regione indiana e Sud-est la natalità resta alta o molto alta La maggior parte della popolazione vive in villaggi rurali, praticando un’agricoltura di sussistenza. In Asia si trovano, però, alcune delle più popolose metropoli del mondo.
→ La carta mostra la densità di popolazione nell’Asia sud-orientale peninsulare e insulare. Confrontala con la carta politica e individua:
a. I Paesi corrispondenti alle capitali.
b. In quali zone la densità della popolazione è superiore a 500 ab./kmq.
c. Le zone meno densamente popolate.
d. A conclusione dell’analisi della carta, scrivi una breve didascalia.
Metropoli dell’estremo oriente In Cina superano 10 milioni di abitanti ben 10 città, tra le quali Shanghai, Beijing, la capitale, e Guangzhou (Canton). Con oltre 37 milioni di abitanti, la Grande Area di Tokyo (Giappone) copre un’area di circa 13.500 km2 ed è considerata la più grande regione metropolitana del mondo.
Metropoli indiane Diverse sono le metropoli indiane, come Delhi, Mumbai e Kolkata. Altri enormi agglomerati sono quelli di Dhaka (Bangladesh), Karachi (Pakistan), Manila (Filippine), Giakarta (Indonesia), le cui periferie sono caratterizzate da enormi baraccopoli.
POPOLAZIONE NEL SUD-EST ASIATICO
Densità della popolazione (abitanti/kmq)
superiore a 500 da 499 a 200 da 199 a 100 da 99 a 50 da 49 a 10 inferiore a 10
Materie prime L’Asia possiede immense risorse forestali (taiga siberiana, foreste nelle regioni monsoniche ed equatoriali), minerarie (ferro, tugsteno, cromo e stagno) ed energetiche (carbone, petrolio, gas naturale, uranio).
Settore secondario L’Asia è il continente che ha subito di recente le maggiori trasformazioni economiche. Mentre fino a pochi anni fa solo il Giappone e Israele avevano una struttura industriale paragonabile a quella dei Paesi occidentali, negli ultimi tempi anche altre nazioni (Corea del Sud, Taiwan, Singapore) si sono industrializzate a ritmi elevatissimi. Il fenomeno più importante dell’economia asiatica è però rappresentato dalla crescita economica di Cina e India
Cina La Cina è diventata il primo Paese manifatturiero e la seconda potenza economica mondiale dopo gli Stati Uniti. Il settore industriale è in grande ampliamento, sia per le produzioni tradizionali sia nei settori avanzati. Le merci prodotte non vengono più solo esportate, ma acquistate dai cinesi: i consumi stanno infatti crescendo vertiginosamente e il mercato cinese è ormai il più grande del mondo.
India Anche l’India si sta velocemente sviluppando: le lavorazioni che erano un tempo artigianali sono diventate oggi soprattutto manifatture industriali, spesso su commissione di aziende europee e statunitensi. Inoltre, alcune attività online (assistenza tecnologica, consulenze, servizi commerciali ecc.) rivolte al resto del mondo hanno assunto un ruolo trainante.
Industrializzazione Altri Stati della regione hanno avviato un analogo processo di sviluppo: si tratta dei Paesi di nuova industrializzazione (Indonesia, Thailandia, Ma-
La rete delle strade e delle ferrovie è disomogenea. È fitta e moderna in Giappone e in Corea del Sud e nelle regioni più sviluppate dei Paesi emergenti come la Cina, mentre è molto più rada e poco efficiente nelle altre aree. In genere le zone più dotate di vie di comunicazione sono quelle costiere. È sempre più rilevante il trasporto aereo, grazie alla presenza di alcuni tra i principali hub mondiali.
→ Indaga in rete su quali sono i principali porti e aeroporti del continente.
Dalle risaie ai microchip laysia, Filippine), dove grandi imprese multinazionali, sia occidentali sia asiatiche, hanno aperto filiali, attirate dalla presenza di una manodopera numerosa e poco costosa e da una modesta tassazione.
Petrolio e gas naturale L’Asia centro-occidentale ha enormi giacimenti di petrolio e gas naturale. Grazie a questo, nei principali Paesi produttori (Arabia Saudita, Kuwait, Emirati Arabi Uniti, Iran) le condizioni di vita della popolazione sono notevolmente migliorate, anche se la ricchezza non è equamente distribuita; in particolare, resta precaria la situazione dei molti lavoratori immigrati.
→ Osserva la tabella e rispondi alle domande.
a. Quale Paese ha il PIL pro capite più alto?
b. Confronta i dati relativi al PIL e all’occupazione per settore ed evidenzia nella tabella i Paesi che presentano i dati più alti nel PIL e nell’occupazione per l’agricoltura, l’industria e per il terziario.
Calendario Atlante De Agostini 2024)
L’India è un immenso Stato asiatico, il secondo più popoloso del mondo. È un Paese dalle grandi contraddizioni: da un lato è un’economia emergente, proiettata verso una continua crescita industriale supportata da un attivissimo settore della ricerca, dall’altro presenta una diffusa povertà estrema, con enormi ritardi nel garantire un buon livello di vita per tutta la popolazione.
Superficie 3 249 863 km 2
Popolazione 1 407 563 842 abitanti
Densità 433 abitanti per km 2
Capitale
New Delhi
Forma di governo repubblica federale
Lingua ufficiale inglese, hindi Moneta rupia
L’India si trova nell’Asia meridionale, dove occupa una vasta penisola di forma triangolare. Si estende nell’Oceano Indiano, tra due ampi golfi, il Mar Arabico e il Golfo del Bengala Appartengono al Paese anche tre arcipelaghi: le Andamane e le Nicobare nel Golfo del Bengala, e le Laccadive nel Mar Arabico.
Confina a nord con la Cina, il Nepal e il Bhutan, a ovest con il Pakistan, a est con il Bangladesh e il Myanmar. Pianure e rilievi L’estremità settentrionale dell’India comprende tratti delle più imponenti catene montuose della Terra, il Karakorum e l’Himalaya: in quest’ultima si innalza il Kangchenjunga (8586 m), montagna più elevata del Paese e terza cima del pianeta.
A sud dell’area montuosa si estende la grande pianura fluviale formata dal fiume Gange e dai suoi affluenti. La parte peninsulare è occupata dall’altopiano del Deccan, ai cui bordi si elevano i Ghati Occidentali e Orientali, lunghe catene montuose parallele alle coste, dalla tipica struttura a gradinate (ghat in hindi significa infatti «gradino»).
La vastità del territorio determina una notevole varietà di climi e ambienti naturali. A grandi linee si possono individuare tre vaste regioni.
A nord c’è la fascia himalayana, con un clima di alta montagna; nelle zone non troppo elevate ci sono prati e foreste di conifere. A nord-ovest si estende la zona più arida, che comprende anche il Deserto del Thar. Nel resto del territorio prevalgono le zone caratterizzate da forti venti stagionali, i monsoni, con una stagione secca, da dicembre a marzo, e
Fiumi e laghi Il Gange ha la sorgente nella catena dell’Himalaya e lungo il suo corso raccoglie le acque di molti affluenti, tra cui lo Yamuna. Sfocia nel Golfo del Bengala con un amplio delta che in gran parte si estende nel territorio del Bangladesh, dove si unisce a un altro grande fiume, il Brahmaputra. Nella regione nord-occidentale scorre invece un breve tratto dell’Indo, che continua poi il suo corso in territorio pakistano. Molti altri corsi d’acqua attraversano la penisola: tra questi i maggiori sono il Godavari e il Narmada. Data l’abbondanza di acque, i laghi sono numerosi in tutto il territorio.
→ Osserva la carta e rispondi alle domande.
a. Quale Tropico attraversa l’India?
b. Come si chiama la regione settentrionale al confine con Pakistan e Cina?
c. Cita il nome di tre città che sorgono lungo le rive del Gange.
COMPLETA LO STUDIO → Con l’aiuto di un chatbot di tua scelta spiega perché la tigre del Bengala, l’animale simbolo dell’India, si sta estinguendo. Discuti poi in classe la tua risposta.
una piovosa, da giugno a novembre. Naturalmente i venti possono avere un’influenza più o meno accentuata: le zone interne sono più aride perché protette dai rilievi, mentre la costa orientale, affacciata sul Golfo del Bengala, ha il classico clima umido tropicale, con una piovosità massima (oltre 3000 mm di pioggia all’anno). L’ambiente del clima monsonico è la giungla che si differenzia dalla foresta pluviale perché le piante non sono sempreverdi, ma perdono le foglie durante la stagione secca.
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Per circa due secoli l’India è stata la principale colonia dell’impero britannico. Grazie alla lotta non violenta, guidata dal Mahatma («grande anima») Gandhi, il Paese divenne indipendente insieme al Pakistan nel 1947. La nascita dei due Stati di religione differente (India induista e Pakistan musulmano) causò la migrazione di 20 milioni di persone nelle due direzioni. La tensione tra i due confinanti, sfociata in una serie di conflitti, dura ancora oggi, aggravata dalle rivendicazioni di entrambi i Paesi sulla regione del Kashmir
Rete urbana Nonostante l’altissima densità demografica, il tasso di urbanizzazione dell’India è molto basso: la maggioranza della popolazione vive infatti nei villaggi rurali. Le grandi città sono comunque numerose e alcune sono tra le più popolose del mondo. Le metropoli si allargano nelle immense periferie costituite da slum, cioè baraccopoli, dove le condizioni di vita sono estremamente disagiate. Città Sulla costa occidentale sorge la megalopoli di Mumbai, una delle più popolose del pianeta. Fino agli anni Novanta è stata chiamata Bombay, dal nome dato dagli inglesi in epoca coloniale. Il suo sviluppo è dovuto alla posizione geografica molto favorevole: una serie di isole e penisole che creano un ampio e protetto porto naturale. Nel tempo, alla funzione commerciale si è aggiunta quella finanziaria; è sede inoltre di università e aziende avanzate.
Etnie Le etnie prevalenti sono quella dravidica, minoritaria e discendente dalle popolazioni originarie, e quella indoariana, maggioritaria e collegata alle grandi invasioni del II millennio a.C. Sono presenti altre etnie, soprattutto nelle zone di confine, come quella tibetana e quella birmana.
Demografia L’India è il secondo Paese più popoloso del mondo, ma secondo alcune previsioni statistiche sembra che possa superare la Cina nel giro di un decennio. La natalità è infatti tuttora molto elevata (soprattutto nelle zone rurali) e la popolazione giovane è nettamente prevalente. Questa situazione demografica, oltre al persistere di una povertà diffusa, determina notevoli flussi migratori verso l’estero. Sebbene sia proibita per legge la selezione in base al sesso, in India la natalità femminile è minore a quella del resto del mondo.
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→ Approfondisci la storia e il pensiero del Mahatma Gandhi.
Nnel Nord, è situata Delhi, un’antica città che si allarga in un vasto agglomerato urbano; nei suoi pressi sorge New Delhi, capitale del Paese, creata agli inizi del XX secolo come centro amministrativo della colonia britannica. Nei pressi della costa orientale del Golfo del Bengala sorge Kolkata (Calcutta), porto fluviale e importante polo industriale. A sud, lungo la costa orientale è situata Chennai (Madras), la più grande metropoli della regione peninsulare. Bangalore e Hyderabad sono importanti poli economici industriali e molto attivi nel campo della ricerca scientifica e delle nuove tecnologie.
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→ Individua sulla carta a pagina 186 le città citate nel testo.
Lingue e religioni Oltre alle lingue nazionali (hindi e inglese) ogni Stato della federazione ha le sue lingue ufficiali. In realtà le lingue parlate e i dialetti sono centinaia. L’antica lingua sanscrita è utilizzata solo in ambito culturale e religioso. In India vige la libertà religiosa; la fede più diffusa è l’induismo, mentre l’islamismo, meno diffuso dopo la separazione dal Pakistan, è praticato soprattutto nelle regioni settentrionali.
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→ Cerca materiale in rete e approfondisci la questione delle caste. Prepara un breve testo sul tema aiutandoti con Internet.
L’India fa parte del gruppo dei BRICS, le potenze economiche di recente sviluppo. In effetti, il volume complessivo del suo PIL è tra i primi 10 al mondo. Nonostante le esportazioni siano in crescita, la bilancia commerciale è sempre negativa; da alcuni anni il governo ha però avviato dei progetti per una produzione maggiormente indirizzata al mercato locale. Bisogna tuttavia osservare che la povertà diffusa tra la maggioranza della popolazione, soprattutto negli slum e nelle campagne, costituisce un freno ai consumi interni.
Settore primario La maggior parte dei lavoratori è occupata nel settore primario. Nei villaggi si pratica un’agricoltura di sussistenza poco produttiva, condotta con metodi antiquati. Nelle grandi piantagioni, che utilizzano mezzi moderni, si produce sia per i mercati interni delle città sia per l’esportazione. Per tè, riso, frumento, patate, cotone, arachidi, canna da zucchero l’India è tra i primi produttori al mondo. Importante è anche la coltivazione di spezie, come il pepe e la cannella. In campo allevamento, l’India è al primo posto per numero di bovini, utilizzati come mezzi di trasporto in agricoltura e per la produzione di latte. Importante è l’allevamento di bachi da seta. Nella produzione di pesce invece è al terzo posto: si pesca nei mari ma anche nei fiumi e nelle zone deltizie. Dalle foreste si ottiene legname pregiato, esportato in tutto il mondo.
Settore secondario Il sottosuolo è riccho di risorse minerarie, come carbone, ferro, petrolio e gas naturale, oltre a piombo, zinco, bauxite. L’industria è in continua crescita, avvantaggiata anche dalla creazione di numerose zone speciali con notevoli facilitazioni per gli investitori stranieri. Settori attivi da tempo sono la siderurgia, l’automobilistica, la chimica, il tessile e l’abbigliamento, ma i settori in maggior sviluppo sono quelli ad alta tecnologia: biotecnologie, elettronica, informatica, aerospaziale. Importante è anche l’industria cinematografica
Settore terziario È il settore più importante per la produzione di reddito. Ma al suo interno ci sono attività molto diverse, dai poverissimi lavori di servizio ai settori tecnologicamente più avanzati. Il commercio interno e internazionale è un settore tra i più produttivi. L’attività finanziaria è in crescita: la borsa valori di Mumbai è una delle più importanti dell’Asia. Ci sono poi prestigiose università, poli di ricerca scientifica e tecnologica, istituti per la sperimentazione sanitaria e farmaceutica. Il turismo muove molti capitali interni (sono molto importanti anche i pellegrinaggi che coinvolgono milioni di persone) e procura valuta pregiata estera con i flussi in entrata.
Le vie di comunicazione Le strade e ferrovie collegano le città principali e le coste. Molte zone interne sono invece poco servite dalle vie di comunicazione: nei periodi delle piogge a volte sono completamente isolate.
I porti marittimi principali sono quelli di Kolkata, di Mumbai e di Chennai, ma è importante anche la navigazione fluviale. Data la vastità del territorio, il trasporto aereo è molto utilizzato e gli aeroporti internazionali sono numerosi.
→ Nel 2022 l’India ha importato beni per un valore di 610.220 milioni di dollari e ne ha esportati per 417.810 milioni di dollari.
a. La bilancia commerciale è in attivo o in passivo?
I principali esportatori verso l’India sono la Cina (94.570 milioni di dollari) e gli Stati Uniti (43.314 milioni di dollari).
b. All’incirca, che percentuale rappresentano questi due Paesi sul totale delle importazioni indiane?
La Cina, Paese estremamente povero fino a circa quarant’anni fa, è stata protagonista negli ultimi decenni di un eccezionale sviluppo economico che l’ha profondamente trasformata e l’ha fatta diventare una delle maggiori potenze industriali del pianeta, oltre che uno dei principali artefici della globalizzazione.
Superficie
9 572 900 km 2
Popolazione
1 412 600 000 abitanti
Densità
148 abitanti per km 2
Capitale
Beijing-Pechino
Forma di governo repubblica popolare
Lingua ufficiale cinese mandarino
Moneta yuan renminbi
(Fonte: Calendario Atlante De Agostini 2022)
La Cina si estende su un immenso territorio, il terzo del mondo per superficie dopo Russia e Canada. Per la sua vasta estensione confina con 14 Stati e a est si affaccia sull’Oceano Pacifico. Si articola in due grandi regioni: quella orientale (Cina interna) e quella occidentale (Cina esterna).
Cina occidentale Circondati dalle alte catene montuose dell’Himalaya (che comprende il monte Everest, la cima più elevata della Terra) e del Karakorum, si trovano numerosi altopiani: lo Sinkiang (Xinjiang), la Mongolia interna, occupata dal deserto sabbioso del Gobi, il Tibet, chiuso fra le più elevate catene montuose del mondo e caratterizzato da deserti rocciosi. La regione è ricca di laghi per lo più salati, tra cui il Qinghai, uno dei più grandi.
Cina orientale Collinosa e pianeggiante, questa parte della Cina comprende quattro regioni: la pianura di nordest, la Manciuria, attraversata dal fiume Liao; lo Shandong, la pianura più grande e fertile della Cina attraversata dallo Huang He (Fiume Giallo) e dai suoi affluenti; la pianura del centro dove scorre il Chang Jiang (Fiume Azzurro), il fiume più lungo della Cina; le aree collinari meridionali, interrotte da pianure costiere e fluviali come quelle del delta dello Zhujiang (il Fiume delle Perle).
Le coste sono articolate, ricche di penisole e golfi (Bo Hai, Tonchino), circondate da più di 5000 isole; la più grande è quella di Hainan.
Nella Cina occidentale il clima è continentale freddo, caratterizzato in inverno da venti provenienti dal Nord; gli ambienti naturali prevalenti sono la steppa e il deserto freddo Nella parte orientale il clima varia da zona a zona ma in complesso è più temperato Sulle coste meridionali il clima è subtropicale: è caldo e molto umido perché risente dell’influsso dei monsoni 2
→ La Cina, come altre zone del mondo, sta vivendo un’epoca di cambiamento climatico? Rispondi con l’aiuto di Internet.
→ Osserva la carta che mostra le caratteristiche fisiche del territorio e rispondi alle domande.
a. Partendo da Nord-est e procedendo in senso antiorario, indica i 14 Stati che confinano con la Cina.
b. Quali sono e dove si trovano i tre mari che bagnano la Cina?
c. Quali sono e dove sfociano i fiumi principali?
d. Quali sono le catene montuose cinesi?
e. Quali sono e dove si trovano i deserti?
f. Qual è la più grande isola cinese?
Rete urbana La maggior parte (90%) degli abitanti vive nelle pianure, lungo i grandi fiumi e nelle zone costiere. Ogni anno centinaia di milioni di cinesi si spostano dalle campagne povere dell’interno verso le ricche metropoli delle pianure; nel 2013 la popolazione urbana ha superato quella rurale.
Città Le aree urbane più importanti sono: quella formata dalla capitale Beijing (Pechino) e Tianjin, importante porto fluviale e costiero; l’area di Shanghai, principale centro economico cinese, con Wuhan e Nanchino (25 milioni di abitanti); l’area del Guandong (50 milioni di abitanti), che include Xiangang (Hong Kong), Shenzen, Guanzhou e Macao; l’area di Chongqing e Chengdu (30 milioni di abitanti), situata nel Sechuan, la più popolosa provincia cinese.
→ Osserva la carta a pagina 190 e rispondi alle domande.
a. Dove si trova la capitale Beijing?
b. Quali sono le tre importanti città che sorgono sulle coste?
c. In quali parti del Paese sono sviluppate le vie di comunicazione?
Etnie La Cina è il Paese più popolato del mondo. Il 91,5% dei cinesi appartiene al gruppo etnico han. Le minoranze etniche comprendono circa 130 milioni di persone, che vivono soprattutto nelle aree periferiche del Paese, dove sono state create 5 regioni autonome: Mongolia Interna, Ningxia, Guangxi, Xinjiang, Tibet.
Lingue e religioni La lingua ufficiale è il cinese di Beijing (Pechino) o cinese mandarino, utilizzata nei mezzi di comunicazione, negli atti ufficiali, nell’insegnamento. Le religioni praticate in Cina sono soprattutto il confucianesimo, il taoismo, il buddismo, l’islamismo e diverse confessioni cristiane. Il regime esercita un controllo sull’attività religiosa che sino al 1980 era addirittura vietata.
→ Lhasa è la capitale del Tibet, un tempo residenza del Dalai Lama, il capo spirituale e politico di molti buddisti. Dopo aver fatto una ricerca in rete rispondi alle domande.
a. Da quali montagne è circondato l’altopiano del Tibet?
b. Quanti sono gli abitanti del Tibet?
c. Quali sono le conseguenze del dominio cinese in Tibet?
La Cina è diventata negli ultimi anni la seconda potenza mondiale dopo gli Stati Uniti. Il governo si è aperto al mercato mondiale e agli investimenti stranieri; in questo modo si è avviato un enorme sviluppo industriale che ha reso la Cina la “fabbrica del mondo” e la più grande esportatrice di merci.
Fase di transizione Il governo cinese sta trasformando la struttura economica del Paese, passando da una economia basata sul basso costo della manodopera a una tecnologicamente avanzata con servizi innovativi. Oggi la Cina non vuole essere solamente un grande Paese esportatore, ma sta attivando politiche per migliorare la qualità della vita dei cinesi e così facilitare lo sviluppo di un mercato interno
Settore primario Le coltivazioni più diffuse sono i cereali (frumento, riso, mais), patate, arachidi, frutta. La Cina è leader mondiale nell’allevamento di suini, ovini, pollame e nella pesca. I prodotti agricoli servono principalmente per coprire il fortissimo fabbisogno interno.
Settore secondario Il sottosuolo è ricco di risorse minerarie ed energetiche come ferro, carbone, petrolio
I canali navigabili e le ferrovie, le tradizionali vie di comunicazione negli ultimi anni sono state potenziate. La rete stradale è sottodimensionata rispetto alle esigenze del Paese. Per superare l’isolamento causato dalle grandi distanze e per far fronte al crescente turismo è stato potenziato il trasporto aereo. La rete ad alta velocità cinese
L’insostenibile inquinamento della Cina
e gas naturale. Per fronteggiare la crescita dei consumi energetici la Cina ha costruito grandi centrali idroelettriche e nucleari
Il settore industriale è molto sviluppato; le industrie siderurgiche e tessili sono localizzate soprattutto nel Nordest, mentre nella regione di Shanghai e nel Sud-est ci sono quelle più moderne (informatica ed elettronica).
Settore terziario Il Paese è uno dei maggiori esportatori mondiali di merci. Con l’aumento dei consumi interni si è sviluppato anche il settore e-commerce. Le attività finanziarie sono in grande crescita: le Borse valori di Shanghai e Hong Kong sono tra le più importanti del mondo.
→ Individua a casa tua almeno 5 prodotti di fabbricazione cinese.
Scegline uno e scopri in rete in quale zona della Cina (area, città) è stato prodotto. Approfondisci anche le principali caratteristiche dell’azienda produttrice.
è la più vasta del mondo: comprende oltre 35.000 chilometri di ferrovie. L’alta velocità ha permesso di rendere molto più rapidi e agevoli i viaggi attraverso l’immenso territorio del Paese. Oggi risultano connesse tutte le maggiori metropoli: una delle tratte più trafficate è quella che collega la capitale Beijing alla città di Guangzhou.
→ Osserva la carta a pagina 190.
Tenendo conto del fatto che la velocità media dell’alta velocità cinese è di 200 km/h, calcola i tempi di percorrenza tra:
• Beijing e Guangzhou;
• Shanghai e Chongqing;
• Chengdu e Wuhan.
Potrai trovare le distanze tra le città in rete oppure calcolarle sulla carta utilizzando la scala di riduzione.
L’
Africa si estende per oltre 30 milioni di chilometri quadrati, attraversata dall’Equatore e dai Tropici. È collegata all’Asia da uno stretto istmo, tagliato nel 1869 dal Canale di Suez; per il resto è circondata da mari e oceani (Atlantico, Mediterraneo, Mar Rosso, Oceano Indiano), separata dall’Europa solo dai 14 km dello Stretto di Gibilterra.
I DATI DELL’ AFRICA
Il monte più alto
Kilimangiaro 5895 m
Il fiume più lungo
Nilo-Kagera 6671 km
Il lago più grande
Vittoria 68 400 km 2
L’isola più estesa
Madagascar 587 000 km 2
Il principale vulcano attivo Meru (Tanzania) 4565 m
Il Paese più esteso
Algeria 2 381 741 km 2
Il Paese più piccolo
Seychelles 456 km 2
Rilievo Il territorio è quasi interamente costituito da uno scudo, una formazione geologica antichissima e molto stabile, dominata da altopiani. Lungo il lato orientale corre invece la fossa tettonica della Rift Valley: è una zona ad alto rischio sismico, caratterizzata da intensi fenomeni vulcanici. In quest’area si trovano le cime più elevate, come il monte Kilimangiaro, il monte Kenya e il Ruwenzori. Altre importanti aree montuose si trovano nella regione nord-occidentale (catena dell’Atlante, suddivisa in Medio, Alto e Anti Atlante), vicino al Golfo di Guinea (gruppo vulcanico del Monte Camerun) e nella parte meridionale (Monti dei Draghi). Il grande deserto del Sahara arriva in alcuni tratti fino al mare, interrotto da alcuni massicci montuosi, come l’Ahaggar e il Tibesti.
Coste e isole Nella forma del continente compatta e massiccia, vagamente triangolare, interrompono la linearità la grande rientranza del Golfo di Guinea, a ovest, e la sporgenza della penisola somala (o Corno d’Africa) a est, che forma con la costa arabica il golfo di Aden. Lo circondano poche isole: la più grande è Madagascar, una delle maggiori del mondo; vi sono poi piccoli arcipelaghi, sparsi nell’Oceano Atlantico, come le isole di Capo Verde, e nell’Oceano Indiano (Mauritius, Seychelles).
Acque interne I maggiori fiumi africani nascono nella regione equatoriale, dove le piogge sono abbondanti e frequenti tutto l’anno. Il Nilo è il fiume più lungo del mondo e sfocia nel Mediterraneo con un ampio delta. Il Niger è il principale corso d’acqua della regione occidentale e sfocia nel Golfo di Guinea. Navigabile e grande fonte di energia idroelettrica, il Congo attraversa una delle più vaste e fitte foreste del pianeta, giungendo alla fine del suo corso nell’Oceano Atlantico. Lo Zambesi scorre nell’Africa australe e
sfocia nell’Oceano Indiano. I laghi sono allineati soprattutto lungo la Rift Valley; hanno perciò una forma stretta e allungata e sono piuttosto profondi. Il più vasto, il lago Vittoria, ha però una forma arrotondata perché si è formato in una depressione.
→ Osserva le carte a pagina 194 e 198 e rispondi.
a. Come si chiama la penisola affacciata sul Mar Rosso che divide l’Africa dall’Asia?
b. Quali Paesi sono interessati dal Sahara?
c. Dove si trova l’arcipelago delle Seychelles?
d. In quale Paese si trova il deserto del Kalahari?
e. Come si chiama la principale catena montuosa del Sudafrica?
f. Come si chiama la più grande isola dell’Africa?
Clima equatoriale L’Africa è compresa per gran parte nella fascia intertropicale: è perciò interessata soprattutto da climi caldi, sia umidi sia secchi. Il clima equatoriale, caratterizzato da intense precipitazioni tutto l’anno, riguarda un immenso territorio nell’Africa centrale, coperto in buona parte dalla foresta pluviale. Solo gli altopiani orientali, grazie all’altitudine, hanno un clima più fresco e secco, che rientra nei climi temperati e che determina una vegetazione di montagna.
Climi tropicali Circa un terzo del territorio, in corrispondenza dei due Tropici, è interessato dal clima deser-
→ Leggi il testo e rispondi alle domande.
tico: a nord si estende il Sahara, mentre a sud si trovano il Kalahari e il deserto costiero del Namib; è desertica anche gran parte del Corno d’Africa. Tra i deserti e le zone di foresta sempreverde si estende la fascia a clima subequatoriale, dove la stagione invernale secca si alterna a quella umida estiva; ambiente caratteristico è la savana
Climi temperati A nord e a sud sulle zone costiere si presenta un clima mediterraneo, dalle temperature miti e dalle scarse escursioni termiche stagionali; qui è diffusa la macchia mediterranea. Sui rilievi delle zone temperate ci sono boschi di latifoglie e di conifere
Le riserve di acqua dei laghi e dei fiumi africani sono tra le più vaste dell’intero pianeta. Ma da tempo l’Agenzia per l’Ambiente delle Nazioni Unite lancia un grido d’allarme: la desertificazione avanza a ritmi spietati. La carenza d’acqua può avere notevoli conseguenze politiche. Per esempio, il Nilo è da molti anni al centro delle dispute tra i 10 Paesi che sono attraversati o lambiti dal suo corso, oppure che ospitano le sue sorgenti. L’Egitto, infatti, è molto contrario alla costruzione di dighe in altri Paesi, che potrebbero ridurre la portata d’acqua nel tratto egiziano del fiume. Queste tensioni sono state definite «guerre per l’acqua» e potrebbero sfociare un giorno anche in conflitti veri e propri.
a. Che importanza hanno fiumi e laghi in Africa?
b. Quali conseguenze può avere il controllo di questa risorsa?
c. Quali Paesi fanno parte del bacino del Nilo?
d. Perché l’Egitto contrasta la nascita di grandi dighe in altri Paesi?
↓ Diga di Assuan.
La posizione geografica a cavallo dell’Equatore e tra le due fasce tropicali fa sì che l’Africa sia il continente più fragile dal punto di vista ambientale rispetto ai cambiamenti climatici e alle conseguenze delle attività umane. Deforestazione L’estensione delle foreste africane ammonta a circa 6,2 milioni di chilometri quadrati. Ma questo ingentissimo patrimonio forestale è sotto continuo attacco. La responsabilità maggiore è attribuibile principalmente alle grandi compagnie multinazionali che abbattono le foreste per ricavare legname, accedere alle miniere e creare spazi per le piantagioni. Il taglio degli alberi ha spesso ritmi e metodi che non permettono la rigenerazione spontanea della vegetazione. Oltre alla diminuzione di fertilità dei suoli , che in poco tempo diventano inutilizzabili, la scomparsa della foresta provoca la perdita della biodiversità , cioè l’estinzione di numerose specie animali e vegetali, molte delle quali ancora sconosciute, con gravi danni per tutto l’ecosistema terrestre. Desertificazione Questo fenomeno di degrado ambientale colpisce soprattutto le zone ai margini dei deser-
ti veri e propri, come il Sahel, ma sta progressivamente estendendosi. Le cause principali sono legate ai mutamenti climatici (con l’aumento delle temperature e la diminuzione delle precipitazioni), ma anche ad attività umane come la deforestazione, l’eccessivo sfruttamento del suolo per l’agricoltura e l’allevamento, l’utilizzo intensivo delle acque e l’estendersi degli insediamenti umani. La desertificazione è un processo solitamente irreversibile che, in molte regioni africane, ha gravi ripercussioni sulla vita delle popolazioni che vedono drasticamente ridotte le risorse naturali necessarie alla loro sopravvivenza.
→ Osserva la foto relativa alla desertificazione dell’Africa. Le zone in giallo sono quelle dove il territorio è più desertificato. Dopo rispondi alle domande.
a. Quali aree dell’Africa si presentano più soggette a desertificazione?
b. In queste aree sono presenti deserti? Quali?
c. Quali zone invece appaiono meno desertificate?
d. Quali ambienti sono presenti dove la desertificazione incide meno?
← Il 90% dell’economia del continente è basato sull’agricoltura e sull’allevamento, ma la desertificazione e la deforestazione arrecano gravi danni al settore, specialmente in Kenya.
L’Africa è il continente più frammentato politicamente, con il più alto numero di Stati. Ciononostante ospita Stati molto vasti. Per le condizioni ambientali, la densità di popolazione è mediamente poco elevata. Dati demografici che caratterizzano il continente sono anche una bassissima età media, a causa dell’alto numero di giovani e della speranza di vita poco elevata.
Il continente è formato da 54 Stati indipendenti. È possibile suddividere il suo territorio in alcune macroregioni:
• il Maghreb, che comprende i Paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo;
• il Sahel, che comprende Stati molto vasti ma poco abitati, situati nella fascia interna che si estende tra l’Oceano Atlantico e il Mar Rosso;
• il Golfo di Guinea, i cui Paesi, di medie e piccole dimensioni, si affacciano sulla costa atlantica;
• il Corno d’Africa, la parte più orientale, con Stati proiettati verso il Mar Arabico;
• l’Africa centrale, che comprende Stati immensi e Stati piccolissimi, dall’Atlantico meridionale all’Oceano Indiano;
• l’Africa meridionale, l’estrema punta a sud del continente, affiancata dalla vasta isola di Madagascar e dominata politicamente dal Sudafrica.
Tasso di urbanizzazione La percentuale di popolazione che vive nelle città è più bassa che in altri continenti, anche se nelle metropoli africane sta aumentando vertiginosamente il numero degli abitanti; la forma di insediamento prevalente nel continente è infatti il villaggio rurale, spesso privo delle essenziali infrastrutture di base (rete idrica, elettrica, fognaria).
→ Inserisci nella tabella il nome degli Stati a cui corrispondono le capitali indicate.
CAPITALE STATO
Rabat
Nairobi
Abuja
Maputo
Antananarivo
Luanda
Asmara
Unione africana Tutti i Paesi fanno parte dell’Unione Africana, l’organizzazione con sede a Addis Abeba, in Etiopia, che ha come principali funzioni il mantenimento della pace nel continente e la garanzia dei diritti umani, ma pone la sua attenzione anche allo sviluppo economico sostenibile delle comunità.
→ Osserva la carta a pagina 198 e rispondi alle domande.
a. Quali Paesi si affacciano sul Mediterraneo?
b. Quali Paesi fanno parte del Corno d’Africa?
c. Quali Paesi si trovano lungo la linea dell’Equatore?
d. Qual è il Paese più occidentale?
e. Quali Paesi confinano con il Sudafrica?
f. Quale Paese è un’isola?
g. In quale Paese si trova la foce del Nilo?
Inurbamento Di solito isolate al centro di zone poco abitate, le grandi città continuano ad attirare popolazione dalle aree circostanti, nella speranza di un lavoro, favorendo il fenomeno dell’inurbamento. La maggior parte dei nuovi abitanti va a ingrandire le bidonville, un termine francese che definisce le immense baraccopoli di edifici costruiti con materiali di recupero, senza infrastrutture e servizi; non di rado si tratta di una fase di transito per una nuova migrazione verso le metropoli di Paesi più ricchi.
Popolazione in crescita Nel continente africano vivono oltre un miliardo e 200 milioni di persone, con una densità media di circa 40 ab./km2. Ma questa popolazione è in continuo aumento poiché a fronte di una diminuzione della mortalità (per il miglioramento economico di molte aree e la maggiore diffusione di cure e vaccini rispetto al passato), la natalità resta ancora elevata.
Famiglia patriarcale Soprattutto nelle situazioni rurali la sopravvivenza di una famiglia è in gran parte legata alla presenza di un alto numero di figli. Qui predomina infatti la famiglia allargata: in questo sistema familiare diverse generazioni e rami collaterali convivono e hanno relazioni di collaborazione e solidarietà reciproca. Ogni figlio porta molto presto un contributo all’economia della famiglia, essendo bassa la scolarità e anticipata l’entrata nel mondo del lavoro rispetto alle regioni più sviluppate. Gli anziani sono mantenuti all’interno del nucleo e contribuiscono secondo le loro possibilità, per esempio all’accudimento dei piccoli; in cambio, ed è una funzione importante anche per le carenze di sanità e servizi sociali, vengono assistiti nei loro ultimi anni. Il tasso di fecondità è perciò in genere elevato.
Etnie La composizione etnica dell’Africa è estremamente varia.
In Africa settentrionale la maggioranza della popolazione è costituita da arabi, mentre la minoranza di berberi discende dalle etnie che popolavano quest’area fin dalle epoche più antiche. A sud del Sahara, vivono popolazioni sudanesi, bantu (soprattutto in Africa centrale) e khoisan (Africa meridionale). In particolare, l’Africa orientale è un vero mosaico etnico, composto da etiopi e genti bantu, da arabi e indiani arrivati con la colonizzazione inglese ecc. Soprattutto in Africa meridionale vivono anche numerosi discendenti di europei, rimasti dopo la fine della colonizzazione.
Lingue La suddivisione etnica determina il mosaico linguistico: le più numerose sono le lingue bantu, anche se sono molto diffuse le lingue dei Paesi che hanno colonizzato in passato il continente (inglese, francese, portoghese ecc.). In alcuni Paesi sono state scelte come lingue ufficiali per non privilegiare un’etnia rispetto a un’altra. Lo swahili è una lingua bantu con forti influenze arabe, nata circa sette secoli fa come lingua commerciale e oggi ufficiale in alcuni
Molti giovani Tutto ciò ha determinato un notevole tasso di incremento naturale. A differenza di quanto avviene in Europa, dove prevalgono gli anziani, oggi in Africa circa la metà della popolazione ha un’età inferiore ai 15 anni. Numerosi giovani alla ricerca di un lavoro sono perciò costretti a spostarsi prima nelle città e seguire poi la strada dell’emigrazione all’estero.
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→ Secondo te, oltre all’occupazione lavorativa, quali altre esigenze sociali devono essere soddisfatte in presenza di una popolazione giovane?
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Paesi dell’Africa centro-orientale. L’afrikaans è invece una lingua derivata dall’olandese ed è parlata da una parte degli abitanti bianchi del Sudafrica.
→ Due donne della tribù Himba (del ceppo Bantu) che si sistemano i capelli secondo le acconciature tradizionali, ricoprendoli con una miscela di burro e ocra.
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→ Approfondisci in rete la spartizione dell’Africa nella seconda metà del XIX secolo a opera delle potenze europee.
L’Africa è un continente di grandi contraddizioni economiche, perché nonostante le sue immense risorse agricole e minerarie resta complessivamente l’area più povera del pianeta, con condizioni di vita della popolazione tra le più problematiche. Ci sono però differenze tra Paese e Paese: alcuni stanno avviando dei processi di modernizzazione economica, mentre altri restano legati a situazioni di estrema dipendenza dai Paesi avanzati e anche da quelli emergenti, come la Cina.
Agricoltura In Africa si possono distinguere due tipi di agricoltura. L’agricoltura di sussistenza è diretta ai consumi delle famiglie contadine e ai mercati locali. Vengono coltivati soprattutto cereali poveri, manioca, patate dolci. Questo tipo di agricoltura utilizza scarsi mezzi tecnici e spesso deve fare i conti con la siccità e la carenza di concimi. L’agricoltura di piantagione occupa grandi spazi ed è gestita in modo moderno da aziende multinazionali. Produce cacao, caffè, arachidi, tè, caucciù, cotone e frutta tropicale (ananas, banane), quasi completamente destinati all’esportazione. Dalle foreste dell’Africa occidentale e centrale si ricava legname pregiato, anch’esso esportato nel Nord del mondo.
Risorse minerarie L’Africa è un continente ricchissimo di risorse minerarie ed energetiche: alcuni Paesi hanno petrolio e gas naturale; altri hanno oro, diamanti, cromo, manganese, rame e uranio. L’estrazione è anche in questo caso controllata da grandi compagnie multinazionali che possiedono immensi territori, eserciti privati, linee ferroviarie e porti. Questo fa sì che i guadagni vadano soprattutto all’estero e non vengano investiti per la nascita di un’industria locale. Gli unici Paesi con una vera struttura industriale sono il Sudafrica e gli Stati mediterranei.
Comunicazioni difficili In gran parte dell’Africa vi sono poche arterie a scorrimento veloce e molte strade non asfaltate; le ferrovie, dove esistono, sono antiquate e spesso disagevoli, i fiumi difficili da navigare, i mezzi di trasporto pubblico su strada lenti e affollati. In molti Paesi si trovano tronconi di linee ferroviarie o di arterie stradali risalenti al periodo coloniale, quando collegavano piantagioni e miniere ai porti d’imbarco, tenuti oggi in efficienza dalle multinazionali che hanno interessi economici sul luogo.
Turismo Questo settore è una fonte di entrate importante per alcuni Paesi mediterranei, per gli Stati insulari e per quelli caratterizzati dai grandi parchi nazionali
→ Osserva le immagini e sistema al posto giusto le didascalie.
a. L’agricoltura di piantagione utilizza moderne tecnologie e produce per l’esportazione.
b. L’agricoltura di sussistenza utilizza strumenti antiquati e produce per la sopravvivenza della famiglia.
I governi africani, tuttavia, stanno adottando numerose iniziative allo scopo di fornire una risposta al problema dello sviluppo delle infrastrutture, mediante l’elaborazione di progetti regionali integrati.
→ Individua in rete quali sono i principali porti marittimi africani.
Erede di un’antichissima civiltà, l’Egitto moderno è un Paese a medio livello di sviluppo, con un’economia differenziata e una notevole influenza sul mondo islamico. Un terzo dei posti di lavoro riguarda l’attività turistica, importante fonte di ricchezza e di valuta pregiata. Tuttavia, il Paese presenta all’interno grandi disuguaglianze, un alto livello di analfabetismo e scarse garanzie nel campo dei diritti civili.
Superficie 1 003 194 km 2
Popolazione 104 462 545 abitanti
Densità 104 abitanti per km 2
Capitale Il Cairo
Forma di governo repubblica presidenziale
Lingua ufficiale arabo
Moneta lira egiziana
2024
L’Egitto si affaccia sul Mediterraneo e occupa l’estremità nord-orientale del continente africano, comprendendo anche la penisola del Sinai che appartiene geograficamente all’Asia.
Il territorio è in gran parte desertico con modesti rilievi a est e a sud. Il Deserto Libico, il più occidentale, è prevalentemente sabbioso: vi si incontrano depressioni come quella di Qattara (133 m sotto al livello del mare). Il Deserto Orientale arriva invece fino al Mar Rosso e si innalza nella catena degli Itbay.
Le coste La costa mediterranea è alta, a parte nella zona del delta, mentre la costa sul Mar Rosso alterna tratti alti ad altri bassi e sabbiosi ed è orlata da barriere coralline.
La penisola del Sinai, dalla forma triangolare, si affaccia sul Mar Rosso ed è delimitata dal Golfo di Suez, a ovest, e Golfo di Aqaba, a est. All’interno si trovano tavolati e massicci montuosi, come il Monte Sinai e il Monte Caterina (2642 m), la vetta più elevata.
Il clima è prevalentemente desertico, caldo e secco, più temperato solo in corrispondenza della zona mediterranea, dove le brezze marine rendono più sopportabile il caldo. Nel deserto le condizioni climatiche sono estreme (può non piovere per molti mesi) e l’escursione termica tra il giorno e la notte è molto elevata. Le coste del Mar Rosso hanno un’alta umidità, ma le precipitazioni sono comunque molto scarse.
→ Elabora un breve testo sulla biodiversità del Mar Rosso ricorrendo a Internet per raccogliere informazioni.
Fiumi e laghi La valle del Nilo attraversa tutto il territorio egiziano, da sud a nord, fino all’ampio delta che si estende da Alessandria a Porto Said per circa 240 km.
A nord della capitale, il Nilo si divide in due rami principali: a ovest quello di Rosetta, che sfocia vicino alla città di Alessandria, e a est quello di Damietta, che arriva nei pressi del Canale di Suez.
A sud, il corso del Nilo è interrotto dalla diga di Assuan che forma il bacino artificiale del lago Nasser, uno dei più vasti del pianeta.
→ Osserva la carta e rispondi alle domande.
a. Quali città sorgono lungo le rive del Nilo?
b. Con quale Paese l’Egitto condivide il lago Nasser?
c. Quale Paese fronteggia le coste egiziane del Mar Rosso?
La Repubblica Araba d’Egitto nacque nel 1958, quando un colpo di Stato pose fine alla monarchia e all’ingerenza britannica negli affari interni. Da allora si sono succeduti una serie di regimi autoritari che hanno represso le opposizioni e limitato le libertà civili. All’interno del conflitto israelo-palestinese, l’Egitto è stato a lungo in primo piano a fianco dei Paesi arabi, ma negli ultimi tempi si è avvicinato a Israele. I due Paesi condividono sempre più interessi comuni, sia per lo sfruttamento degli idrocarburi nel Mediterraneo orientale, sia per la questione della sicurezza, perché anche l’Egitto è inten-
La rete urbana La popolazione urbana è concentrata sulle coste, nel delta e lungo il corso del Nilo.
La quasi totalità degli egiziani vive nel 4% del territorio, il che comprende la valle del Nilo, il delta, la costa mediterranea e le oasi del deserto. Nonostante la presenza di alcune grandi metropoli, il tasso di urbanizzazione è di poco superiore al 42%
Le città La capitale, Il Cairo, situata lungo il corso del Nilo, è la più popolosa città africana: è circondata da un’ampia conurbazione (che comprende anche Giza, terza città per numero di abitanti), ed è una delle più antiche città islamiche del mondo. Sede dell’importante Museo Egizio, il suo centro
zionato a contrastare ogni forma di radicalismo islamico. Nel 2011 in Egitto, grandi manifestazioni popolari hanno preso il nome di Primavera araba, rivendicando il rispetto dei diritti civili e libertà di espressione. Dopo le prime elezioni libere, un colpo di stato ha restaurato la dittatura militare
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→ Approfondisci alcune delle recenti vicende legate alla repressione dei diritti civili in Egitto.
storico, in gran parte di origine medievale, è inserito nel Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Alessandria è stata fondata da Alessandro Magno e per molti secoli è stata una delle città più importanti del Mediterraneo. Ricca di resti romani e medievali, la sua importanza economica è legata soprattutto al suo porto, il principale dell’Egitto. Porto Said e Suez sono due grandi città situate alle due estremità del canale artificiale, che è la loro principale fonte economica.
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→ Individua sulla carta di pag. 202 le città citate nel testo.
Etnie La quasi totalità della popolazione è di etnia araba
Nel centro-nord ci sono minoranze berbere, mentre nel Sud del Paese vivono i nubiani
Demografia L’Egitto è uno dei Paesi più popolosi dell’Africa. L’incremento naturale è elevato, compensato da una forte emigrazione. La natalità è infatti molto alta e la popolazione è molto giovane
Lingue e religioni La lingua ufficiale è l’arabo, ma, a causa del passato coloniale, sono diffusi anche l’inglese e il francese.
Il 90% della popolazione è di religione islamica, mentre il 9% appartiene alla Chiesa cristiana copta, una Chiesa ortodossa la cui origine risale al I secolo. 5
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→ L’analfabetismo riguarda ancora il 28% circa della popolazione. Ipotizza quali possono essere le cause e le conseguenze per la struttura socio-economica del Paese.
Il primario è stato per lungo tempo il settore più importante, ma da diversi decenni il settore manifatturiero e il turismo hanno visto crescere la loro importanza, grazie soprattutto agli investimenti esteri. Le disuguaglianze economiche nel Paese sono notevoli, così come il livello di disoccupazione, soprattutto femminile. Continui sono i flussi migratori in uscita: molto importanti per l’economia sono perciò le rimesse degli emigrati. Un altro fondamentale contributo arriva poi dai pedaggi pagati dalle navi che attraversano il Canale di Suez.
Settore primario L’agricoltura è localizzata nell’area del delta e lungo la valle del Nilo, perché è possibile solo dove arriva l’irrigazione. Il clima permette tre raccolti all’anno. La produzione è varia: cereali, legumi, ortaggi, frutta (agrumi, uva, datteri), canna da zucchero, cotone. Molti di questi prodotti sono destinati all’esportazione o all’industria alimentare. Per i consumi interni la produzione è insufficiente ed è necessario importare cibo, soprattutto frumento. L’allevamento è prevalentemente ovino. La pesca e l’acquacoltura sono praticate sia in mare, sia nelle acque interne.
Settore secondario Le principali risorse minerarie sono costituite da petrolio, gas naturale, fosfati, ma è in crescita lo sviluppo delle fonti rinnovabili, come nelle grandi centrali solari ed eoliche, oltre a quella idroelettrica sulla gigantesca diga di Assuan.
L’industria è legata alla produzione di idrocarburi, come le aziende chimiche per la produzione di fertilizzanti.
Le strade sono sviluppate soprattutto nella zona del delta e lungo la valle del Nilo, collegata con strade laterali al Mar Rosso. Qui si dipanano anche le ferrovie che hanno un chilometraggio abbastanza ridotto.
Sviluppati sono anche i settori tradizionali vicini all’artigianato, come il tessile e l’alimentare.
Settore terziario Il terziario è oggi il settore più importante, grazie ai proventi delle comunicazioni (Canale di Suez) e del turismo. Quest’ultimo è un settore strategico per l’economia del Paese, ma è fortemente condizionato dalla situazione politica interna e dai numerosi episodi terroristici che hanno colpito diverse località turistiche. Le mete più importanti, oltre alla capitale, sono le località balneari sul Mar Rosso e le zone archeologiche lungo il Nilo (Abu Simbel, Tebe, Menfi, Luxor, Giza).
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→ Approfondisci le principali mete del turismo archeologico in Egitto, stendendo per ognuna una breve scheda.
I principali aeroporti si trovano al Cairo e ad Alessandria, ma anche vicino alle principali località turistiche. I porti maggiori sono situati sulla costa mediterranea: Alessandria, Porto Said, Damietta e Marsa Matruh. Importanti sono anche le comunicazioni lungo le vie d’acqua interne (Nilo, lago Nasser, canali artificiali).
LO STUDIO
→ Ricerca materiale in rete e scrivi quindi un breve testo (circa 80 parole) sul Canale di Suez, che contempli la sua progettazione, le sue dimensioni, i tempi di transito, l’importanza economica.
Nonostante le notevoli differenze tra le aree e tra Paese e Paese, il continente africano assomma in sé la maggior parte dei problemi che affliggono il nostro pianeta Problemi economici, che derivano da un passato di sfruttamento coloniale e da una cattiva gestione attuale delle risorse. Problemi ambientali, perché l’Africa è particolarmente vulnerabile agli effetti dei cambiamenti climatici, tra cui siccità, inondazioni e desertificazione. Problemi sociali, perché l’impossibilità di sopravvivere in molte campagne spinge le persone verso le periferie metropolitane e quindi verso l’emigrazione
Vediamo quindi alcune delle condizioni che rendono difficile la vita nel continente e molto fragile il suo equilibrio all’interno dei rapporti internazionali.
▶ La maggior parte dei Paesi dell’Africa subsahariana soffre di carenza relativa alle infrastrutture di base, come vie di comunicazione, reti elettriche, acqua potabile e servizi igienico-sanitari.
▶ La sicurezza alimentare è minacciata su diversi fronti: monopolio delle multinazionali, insufficienza di infra-
strutture agricole per la produzione locale, cambiamenti climatici, presenza di conflitti armati.
▶ La carenza di scuole, insegnanti qualificati e risorse didattiche adeguate influisce sulla formazione delle future generazioni.
▶ La corruzione è diffusa in molti settori governativi e in vari aspetti della società, ostacolando la crescita economica e contribuendo all’inefficienza delle istituzioni pubbliche.
▶ Molti Paesi africani lottano con un pesante debito estero, che limita la loro capacità di investire nelle infrastrutture e nei servizi essenziali.
▶ In diversi Paesi africani sono presenti governi dittatoriali, instabilità politica, repressioni violente delle opposizioni, conflitti armati.
La prima conseguenza dell’aumento del numero dei conflitti interni o tra Paesi confinanti è l’incremento del
L’Africa Center, un istituto di studi strategici sull’Africa, ha elaborato questo istogramma che indica la crescita delle migrazioni forzate nel continente dal 2009 al 2023, basandosi su dati UNHCR (l’organismo ONU per i Rifugiati), OIM (l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) e IDMC (il Centro che monitora gli sfollati interni).
La carta mostra i 15 Paesi del continente con il più alto numero di spostamenti forzati. I primi due posti sono del Sudan e della Repubblica Democratica del Congo, con oltre 7 milioni di sfollati ciascuno.
numero di sfollati, rifugiati e richiedenti asilo. Negli ultimi anni, tuttavia, è aumentato notevolmente a causa di disastri naturali. Nel 2023, in totale, sono stati registrati nel continente 40,4 milioni di rifugiati, più che triplicati rispetto ai primi anni del secolo. La maggior parte degli spostamenti rimane all’interno dei confini nazionali e si è stimato che rimanga in Africa il 96% delle persone che lasciano la propria patria.
UN IMPEGNO A LUNGO TERMINE
Da tutto ciò emerge che gli interventi necessari devono essere strutturali, sul lungo periodo e con la partecipazione di tutti i settori della società, compresi il governo, il settore privato e la società civile. Uno dei primi passi da intraprendere è quello di migliorare l’istruzione a tutti i livelli, intervento fondamentale per lo sviluppo economico e sociale. Un’istruzione di qualità prepara la forza lavoro per lavori più qualificati e contribuisce alla crescita dell’innovazione.
Importante è anche diversificare l’economia, per ridurre la dipendenza dalle aziende estere, interessate soprattutto alle materie prime del continente. Sostenere invece gli imprenditori locali attraverso finanziamenti, forma-
zione e semplificazione delle procedure burocratiche può stimolare la creazione di posti di lavoro e l’innovazione. Fondamentale oggi è poi gestire le risorse naturali in modo sostenibile per garantire che i benefici a lungo termine siano distribuiti equamente e che non si verifichi l’esaurimento delle risorse. Adottare pratiche sostenibili è molto utile anche per prepararsi ai cambiamenti climatici, proteggendo gli ambienti naturali e tutelando la sicurezza alimentare.
Indispensabili sono infine le politiche di protezione sociale per ridurre la povertà e garantire una rete di sicurezza per i cittadini più vulnerabili.
IL GIGANTE NIGERIANO
Gran parte delle problematiche e delle sfide per il futuro che devono affrontare le nazioni africane sono presenti in Nigeria, grande Paese, affacciato sul Golfo di Guinea, dalle immense risorse e dalle intense contraddizioni. È il più popoloso Paese del continente africano, con oltre 200 milioni di abitanti. Pur detenendo una delle economie più importanti dell’Africa, con una grande ricchezza di risorse naturali (petrolio, gas naturale, minerali rari), la dipendenza dalle fluttuazioni dei prezzi delle materie prime sui mercati internazionali è un fattore di fragilità. C’è da aggiungere che la stragrande maggioranza dei profitti non arriva alla popolazione, né resta nel Paese, ma è destinata alle multinazionali straniere.
IL CONTINENTE DEL FUTURO?
Nonostante tutti questi problemi l’Africa è secondo molti analisti il continente con più prospettive per il futuro È un continente che ha una natalità elevata ed è quindi giovane. Gli Stati africani sono poi ricchissimi di quelle tutte le risorse di cui avremo bisogno per la nostra transizione a un’economia meno basata sul carbone e il petrolio, come minerali metalli e terre rare che usiamo per le tecnologie sostenibili di cui abbiamo tanto bisogno. L’Africa è anche un continente che esporta talento in campi come la musica e il cinema, la letteratura e la pittura, la moda. È quindi un continente con enormi potenzialità che stanno in qualche modo esplodendo. Non dobbiamo, infatti, dimenticarci, che non esiste un’unica Africa: l’Africa è varia. Il continente africano è immenso: la sua superficie supera Stati Uniti Cina e India messi insieme, ha un miliardo e mezzo di abitanti, 54 nazioni, duemila etnie e gruppi linguistici.
L’America è un continente formato da realtà territoriali distinte: l’America settentrionale, che arriva a nord ben oltre il Circolo Polare Artico ed è separata dall’Asia dallo stretto di Bering; l’America centrale, formata da uno stretto istmo di terra e un grande arcipelago; l’America meridionale, attraversata dall’Equatore e protesa verso sud.
Il monte più alto
Aconcagua 6962 m
Il fiume più lungo
Rio delle Amazzoni 6281 km
Il lago più grande
Superiore 82 100 km 2
L’isola più estesa
Groenlandia 2 121 286 km 2
Il principale vulcano attivo Antofalla 6440 m
Il Paese più esteso
Canada 9 897 170 km 2
Il Paese più piccolo
Saint Kitts e Nevis 272 km 2
L’istmo e le penisole L’America ha una forma allungata: si estende cioè in prevalenza da nord a sud piuttosto che da est a ovest. La parte settentrionale e quella meridionale del continente sono unite da un istmo. A nord ci sono due grandi penisole, l’Alaska e il Labrador, e penisole minori, come la Florida e la Bassa California.
Coste e isole In America settentrionale e centrale le coste sono frastagliate e incise da golfi e mari interni, mentre l’America meridionale ha una forma più compatta. Le isole sono numerose. Oltre alla Groenlandia, l’isola più grande del mondo, lungo il circolo polare artico emergono diversi arcipelaghi. Le Piccole e Grandi Antille fronteggiano il continente nella sua parte centrale, delimitando il Mar dei Caraibi. Altre isole sono le Galapagos, nel Pacifico, e le Malvine (Falkland), nell’Atlantico di fronte all’Argentina.
Acque interne In America del Nord si trova il sistema dei Grandi Laghi, che è un complesso di cinque laghi ed è il più vasto bacino di acque dolci al mondo. Esso è collegato al mare dal fiume San Lorenzo che si getta nell’Atlantico settentrionale. Sempre a Nord, lo Yukon percorre gran parte del territorio dell’Alaska. Dai Grandi Laghi fino al Golfo del Messico scorre il Mississippi, con il suo principale affluente, il Missouri. Più brevi sono invece i fiumi che nascono dalle Montagne Rocciose e sfociano nel Paci-
I rilievi Le caratteristiche del rilievo di America settentrionale e meridionale sono simili: a ovest si estendono imponenti catene montuose; a est sono presenti rilievi antichi poco elevati; al centro si trovano vaste pianure fluviali. Nell’America settentrionale si snodano le Montagne Rocciose e alcune catene minori; in America meridionale troviamo le Ande, la catena più lunga del mondo. È montuosa anche l’America centrale, con le due catene della Sierra Madre che racchiudono un altopiano centrale.
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→ L’Aconcagua (6962 m sul livello del mare)
è la cima più elevata della Cordigliera («catena» in spagnolo) delle Ande.
Fai una ricerca in Internet e trova i seguenti dati relativi alla catena:
a. lunghezza totale
b. punti estremi
c. altezza media
d. Paesi interessati
e. capitali localizzate nell’area andina
fico. In America meridionale scorre uno tra i maggiori fiumi del pianeta: il Rio delle Amazzoni è il primo del mondo per portata d’acqua e ampiezza di bacino fluviale. Un altro grande sistema fluviale è formato dai fiumi Uruguay, Paraguay e Paranà, che creano insieme l’ampio estuario del Rio de La Plata, sulla costa atlantica. Qui si trovano anche numerose cascate spettacolari: la più alta del mondo (quasi un chilometro) è quella di Salto Angel, in Venezuela.
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→ Osserva le carte a pagina 208 e 212. Completa con il nome di almeno una città che sorge lungo le rive di ciascun fiume.
San Lorenzo Yukon
Mississippi Rio delle Amazzoni
Rio de La Plata
L’America è l’unico continente in cui sono rappresentati tutti i climi del globo
Clima artico Le grandi estensioni del Nord hanno clima polare; qui prevalgono i ghiacci perenni e l’ambiente della tundra.
Clima alpino Un clima di tipo alpino caratterizza anche le catene montuose, dove prevale la foresta di conifere. Un clima freddo, umido e connotato da forti venti è presente anche nella punta meridionale del continente, la Terra del Fuoco; qui le temperature sono rese meno estreme dall’influenza del mare.
Clima temperato Una fascia a clima temperato si estende nella parte mediana dei due continenti. Queste sono le regioni delle grandi foreste di latifoglie e delle praterie. Alle stesse latitudini vi sono però anche vaste estensioni di steppa, nelle zone più interne, e veri e propri deserti.
Clima tropicale All’interno delle due fasce tropicali le temperature sono in genere elevate e i periodi piovosi si alternano ad altri più secchi. In corrispondenza del Tropico del Cancro è localizzato l’Arcipelago delle Antille, mentre il Tropico del Capricorno attraversa il deserto di Atacama (Perù e Cile), una delle zone più aride della Terra; la causa della sua aridità è la presenza di una corrente oceanica fredda che costeggia la regione.
↓→ Il deserto di Atacama si estende dal Perù meridionale alla parte settentrionale del Cile. La scarsità di precipitazioni è prodotta sia dalla corrente fredda di Humboldt che fa condensare le nuvole sull’oceano, sia dalle Ande che impediscono l’afflusso di umidità dall’Amazzonia
Clima equatoriale Nella fascia equatoriale il clima è caldo con abbondanti precipitazioni tutto l’anno e una completa assenza di stagionalità. Qui è presente la foresta pluviale più vasta del pianeta, corrispondente al bacino del Rio delle Amazzoni.
→ Dove si estendono le principali zone climatiche? Fai un esempio per ogni tipo di clima.
a. Clima polare
b. Clima alpino
c. Clima temperato
d. Clima desertico
e. Clima equatoriale
Il vasto territorio americano presenta, come altre parti della Terra, importanti attacchi all’equilibrio ambientale.
I problemi del Nord Nel Nord un grave problema sono le piogge acide, cioè la ricaduta dall’atmosfera sui suoli di molecole acide, causate dai gas inquinanti, attraverso le precipitazioni. Le zone maggiormente colpite sono i territori orientali degli Stati Uniti e quelli del Sudest del Canada. Effetti negativi si avvertono soprattutto sulle foreste e sulle acque dolci e la loro fauna, ma anche sulla salute umana e gli edifici nelle città.
I problemi del Sud Nel Sud il problema principale è costituito dal diboscamento di larghe aree di foresta, che compromette l’equilibrio boschivo di flora e fauna, la so-
→ La foresta amazzonica è definita foresta primaria: questa definizione significa che è una foresta intatta, dove le attività umane non hanno distrutto o modificato la vegetazione originaria. Al suo interno vive il 50% di tutte le specie terresti e rappresenta la più estesa riserva di biodiversità.
Ma anche la foresta amazzonica sta subendo una riduzione della superficie boscata per motivi di sfruttamento economico.
Osserva l’areogramma sulle ultime foreste primarie del pianeta e rispondi alle domande.
a. Quale continente è maggiormente interessato?
b. Oltre a quella dell’Amazzonia, qual è la più vasta foresta americana?
La sfida del recupero ambientale
pravvivenza di popolazioni indigene e la riserva di ossigeno di tutto il pianeta. Ma il continente deve affrontare molte altre sfide ambientali. Come nel resto del pianeta, il forte innalzamento delle temperature globali determina varie conseguenze negative: il veloce scioglimento dei ghiacciai delle Ande sta provocando frequenti alluvioni; in altre zone invece la siccità porta desertificazione, con gravi danni all’agricoltura e la riduzione della disponibilità di energia idroelettrica. Inoltre, si è calcolato che oltre il 60% dei suoli sia soggetto a erosione. Molto grave è anche lo sfruttamento delle risorse del continente a opera di multinazionali sudamericane, statunitensi e cinesi, che viene attuato senza tener conto degli altissimi impatti ambientali che ne conseguono.
nuove miniere sono scomodi ostacoli per gli interessi delle grandi aziende.
L e vicende della colonizzazione europea hanno dato vita a due grandi aree linguistiche e culturali: l’America anglosassone, definita in tal modo perché permeata dalla cultura di origine inglese, e l’America latina, chiamata così perché vi prevalgono le culture spagnola e portoghese. Queste aree corrispondono rispettivamente all’America settentrionale e all’America centrale e meridionale.
L’America anglosassone comprende due grandi Stati (Canada e Stati Uniti), oltre ad alcune piccole isole, mentre l’America Latina è composta da oltre 30 Paesi, di dimensioni molto diverse: dal vastissimo Brasile alle piccolissime isole indipendenti del Mar delle Antille.
→ Osserva la carta a pagina 212 e rispondi alle domande.
a. Quale parte degli Stati Uniti confina a sud-ovest con il Canada?
b. Quale Paese costituisce un collegamento tra l’America settentrionale e l’America centrale?
c. A quale Paese dell’America meridionale è collegato l’istmo dell’America centrale?
d. Con quali Paesi confina la Bolivia?
e. Qual è il Paese più meridionale del continente?
f. Qual è l’isola più vasta dell’arcipelago delle Antille?
L’America è il continente più urbanizzato: la maggior parte della popolazione (oltre l’80%) vive nelle città, anche se spesso le aree urbanizzate sono circondate da vaste zone poco abitate.
Megalopoli Nell’America anglosassone si trovano aree metropolitane di enormi estensioni, che raggruppano le città principali e i centri minori. La più vasta è quella che si estende lungo la costa orientale degli Stati Uniti, che comprende New York e la capitale Washington: per quest’area è stato coniato il termine megalopoli, che dà l’idea della sua vastità, ma anche della sua importanza economica. Un’altra estesissima area metropolitana fa capo a Los Angeles e San Francisco, sulla costa del Pacifico. Al confine tra Stati Uniti e Canada vi è poi l’area urbanizzata della regione dei Grandi Laghi, che comprende Chicago (USA) e Toronto (Canada).
Metropoli e favelas In America Latina, sul versante orientale gli insediamenti si concentrano nelle aree costiere: sono in prevalenza le città fondate per motivi commerciali in epoca coloniale. Sul versante occidentale, il popolamento è invece maggiore sugli altipiani, caratterizzati
America anglosassone
America Latina
Scopri il Brasile
da un clima più temperato rispetto alle altitudini minori. Ci sono poi alcune delle metropoli più popolose del pianeta, come Città del Messico e São Paulo, in Brasile, che con le loro enormi periferie superano i 20 milioni di abitanti. Altre vaste metropoli sono Rio de Janeiro (Brasile), Buenos Aires (Argentina), Lima (Perù), Bogotà (Colombia). Queste città sono circondate da baraccopoli, i quartieri abitati dalle popolazioni più disagiate, denominati principalmente con il termine portoghese favela
→ Individua sulla carta di pagina 212 le metropoli citate.
a. Quali di esse sono capitali dei rispettivi Paesi?
b. Scegli una di esse e svolgi una ricerca in rete per individuare le sue principali caratteristiche.
Densità varia La popolazione conta poco meno di un miliardo di abitanti, con una densità media di 24 ab/km2 Ma la densità è molto varia: va da quella altissima dei Paesi piccoli e molto popolati, a quella bassa dei Paesi più estesi e, soprattutto, con condizioni climatiche estreme; il Canada, per esempio, ha una densità di soli 4 ab/km2. I Paesi andini hanno invece una bassa densità a causa della morfologia del territorio.
Natalità e mortalità Anche gli altri dati demografici si differenziano notevolmente, evidenziando le importanti disparità economiche. I Paesi più ricchi hanno in genere una bassa natalità e una bassa mortalità, con un conseguente incremento naturale ridotto. I Paesi più poveri mantengono invece una natalità ancora molto elevata. Anche se ci sono forti diversità, la speranza di vita è ovunque in aumento.
→ Osserva le due foto che mostrano due aspetti della demografia del continente americano. Poi rispondi alle domande.
Secondo te, quale immagine è relativa alla demografia dell’America settentrionale e quale a quella dell’America meridionale? Perché?
Etnie La colonizzazione, l’immigrazione dai diversi Paesi europei e asiatici e la tratta degli schiavi africani hanno contribuito a creare in America un amalgama di etnie e culture (melting pot, ossia crogiuolo, come si definisce con un’espressione inglese). Le popolazioni originarie (i nativi americani) sono invece diminuite drasticamente e, in generale, corrispondono ai ceti più poveri della popolazione. Lingue Le lingue più diffuse sono l’ inglese, parlato negli Stati Uniti e in Canada (dove è presente anche una forte comunità francofona), lo spagnolo, parlato in tutti i Paesi dell’America centrale e meridionale, tranne che in Brasile, la cui lingua ufficiale è il portoghese. In alcune zone sono ancora parlate le lingue delle popolazioni native, come gli idiomi quechua, diffuse in Perù, Colombia ed Ecuador.
Religioni nelle due Americhe
→ Melting pot o salad bowl ? Recentemente nell’America anglosassone, invece di melting pot si preferisce parlare di salad bowl . Trova il significato di questa definizione e spiega perché può essere più rispondente alla situazione etnica nordamericana.
America anglosassone L’America anglosassone è una delle zone più ricche del mondo. La struttura economica degli Stati Uniti e del Canada è moderna e articolata, gestita in larga parte da grandi imprese private. La ricchezza di risorse minerarie e naturali garantisce ai due Paesi l’autosufficienza alimentare ed energetica e un ruolo fondamentale nella rete del commercio mondiale. L’agricoltura è condotta con metodi avanzati ed è molto produttiva. Gli Stati Uniti, dove hanno la sede le più importanti multinazionali, detengono il primato in diversi settori produttivi e l’economia è basata principalmente sul settore terziario: finanza, informazione, commercio. Grazie ai programmi spaziali e militari statunitensi, sono molto sviluppati i settori industriali ad alta tecnologia, soprattutto l’elettronica, le biotecnologie, gli armamenti e le telecomunicazioni.
America Latina Nell’America Latina il quadro economico è molto vario. Negli ultimi decenni le economie nazionali hanno conosciuto frequenti crisi, alternate a periodi di notevole sviluppo. Paesi come Messico, Brasile e Argentina possiedono infatti ingenti risorse: grazie all’inserimento nei mercati internazionali e alla recente apertura ai Paesi asiatici, Cina soprattutto, che acquistano materie prime e prodotti agricoli in grande quantità, stanno migliorando il proprio sistema produttivo e puntando a costruire sistemi economici più solidi. Nel complesso, oggi l’attività industriale è ancora ridotta, mentre l’agricoltura e lo sfruttamento delle risorse del sottosuolo, di proprietà di società multinazionali e di poche grandi famiglie, sono ancora per molti Paesi le attività fondamentali. Nei fertili terreni pianeggianti sono diffuse le piantagioni dei prodotti tropicali: caffè, canna da zucchero, banane, cacao, gomma e noci di cocco, destinati all’esportazione. Un settore in forte crescita è ovunque il turismo, che in alcuni Paesi, come le isole caraibiche, è la principale attività economica.
Disuguaglianza L’America Latina è l’area del pianeta con il più alto grado di disuguaglianza economica. L’1% della popolazione latinoamericana, infatti, possiede più del 40% della ricchezza dell’intera regione e oltre il 30% della popolazione vive in povertà. Moltissime sono le persone non proprio povere ma in una situazione di grande precarietà: per loro l’insicurezza economica si accompagna alla difficoltà di accesso ai servizi fondamentali come la salute e l’istruzione. Per queste persone la Banca Mondiale ha coniato il termine di «classe vulnerabile». La ric-
→ L’industria aerospaziale è uno dei settori trainanti dell’economia nordamericana.
chezza di risorse ha arricchito i grandi patrimoni senza generare lavoro e benessere per tutti. D’altra parte, le politiche di molti governi non hanno favorito la redistribuzione della ricchezza e la protezione sociale.
→ Osserva la carta e rispondi alle domande.
a. Dove si trovano le principali zone minerarie del Brasile?
b. Dove si trovano le principali centrali eoliche?
c. In quali zone si trovano le centrali nucleari e quelle idroelettriche?
Stagno
Centrali idroelettriche
Parchi eolici
Centrali nucleari
Gli Stati Uniti occupano buona parte dell’America settentrionale e sono il terzo Paese del mondo per numero di abitanti, dopo Cina e India. La sua popolazione presenta una grande varietà etnica, formata, nel corso dei secoli, principalmente attraverso grandi ondate immigratorie. Gli Stati Uniti sono inoltre la più grande potenza economica del pianeta.
Superficie 9 371 219 km 2
Popolazione
333 287 557 abitanti
Densità 36 abitanti per km 2
Capitale Washington
Forma di governo repubblica federale
Lingua ufficiale inglese
Moneta dollaro USA
Gli Stati Uniti d’America si estendono nella fascia temperata del continente nordamericano, racchiusi tra Canada e Messico, dalle coste dell’Atlantico a quelle del Pacifico. Il Paese, quarto al mondo per superficie, ha dimensioni continentali, a cui si aggiungono i territori non contigui dell’Alaska (lo Stato più esteso e settentrionale, separato dal resto degli Stati Uniti dal territorio canadese), delle isole Hawaii (in Oceania) e di altre piccole isole del Pacifico e dei Caraibi.
Pianure e rilievi Grandi catene montuose con orientamento nord-sud costituiscono il rilievo principale: le Montagne Rocciose separano una grande e fertile pianura alluvionale da aridi e semidesertici altipiani, chiusi a loro volta a ovest dalla Sierra Nevada e dalla catena delle Ca-
scade Mountains. Lungo la costa orientale si allineano i più modesti rilievi degli Appalachi. La regione occidentale, l’Alaska e le isole Hawaii sono aree sismiche con la presenza di vulcani attivi.
Acque interne A nord-est si trova il sistema dei Grandi Laghi, il più grande bacino di acqua dolce al mondo, da cui escono diversi emissari, come il San Lorenzo, che entra in territorio canadese, e l’Hudson, che attraversa New York. Il più vasto bacino fluviale è costituito dal sistema Mississippi-Missouri che, dopo aver raccolto le acque di numerosi affluenti, sfocia nel Golfo del Messico con un grande delta. Tra i fiumi che nascono nelle Montagne Rocciose, uno dei maggiori è il Rio Grande, che segna il lungo confine con il Messico, dove è chiamato Rio Bravo.
Anche se gli Stati Uniti si trovano nella fascia temperata, per l’estensione in latitudine e la complessa morfologia del territorio i paesaggi creano uno straordinario mosaico che rappresenta buona parte dei climi del pianeta: dal clima glaciale a nord a quelli che caratterizzano la fascia tropicale a sud. Le temperature aumentano infatti procedendo da nord a sud, mentre le precipitazioni diminuiscono nelle zone interne. Anche sotto il profilo ambientale la varietà è notevolissima. Gli ambienti vanno da quelli artici dell’Alaska a quelli desertici del Sud-ovest, dalla macchia mediterranea della California alla foresta di latifoglie della fascia costiera settentrionale alla vegetazione tropicale umida della Florida. L’estensione forestale è notevole e copre quasi interamente le estese aree montuose, mentre le vaste praterie che un tempo coprivano a perdita d’occhio le grandi pianure centrali sono oggi in gran parte coltivate.
→ Osserva la carta a pagina 216 e rispondi.
a. Dove si trova la cima più elevata, cioè il Monte McKinley?
b. Quali sono le principali penisole?
c. Come si chiamano i cinque Grandi Laghi?
d. Quale lago si trova interamente in territorio statunitense?
↑ Uno degli spettacoli naturali più caratteristici e noti degli Stati Uniti è il Grand Canyon.
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→ Cerca in rete l’elenco dei parchi nazionali degli Stati Uniti e approfondisci le caratteristiche ambientali di uno di essi.
Rete urbana Gli Stati Uniti sono un Paese a forte tasso di urbanizzazione, con l’82% circa della popolazione che abita nelle città. D’altra parte, proprio perché gli statunitensi si concentrano nelle aree urbane, il Paese conserva ancora grandi spazi disabitati e in parte non utilizzati per le attività dell’uomo. I centri urbani sono situati principalmente sulle coste, lungo i fiumi e nella zona dei Grandi Laghi. Spesso le grandi metropoli non corrispondono alle capitali degli Stati, che hanno prevalentemente funzioni amministrative.
New York La maggiore area metropolitana ha al centro New York e fa parte della vastissima megalopoli che va da Washington D.C., la capitale, a Boston, più a nord sulla costa. Pur non essendo la capitale, New York, divisa nei cinque distretti di Manhattan, Brooklyn, Queens, Bronx e Staten Island, è il simbolo della potenza economica degli Stati Uniti. Sorge sulla parte meridionale dell’isola di Manhattan e fin dall’epoca coloniale è sempre stata la città più grande del Paese, porto di arrivo degli immigrati europei. Oggi New York è una città cosmopolita e multietnica, dove si parlano 800 lingue diverse. A New York si trova la borsa valori più importante del mondo (Wall Street), ma la metropoli è anche un punto di riferimento mondiale per l’arte, la cultura, l’informazione.
Etnie La maggioranza della popolazione è formata da bianchi (77%), discendenti dei coloni o arrivati attraverso i vari flussi migratori da tutti i Paesi europei. Gli abitanti di origine africana, eredi degli schiavi utilizzati nelle piantagioni dai primi coloni, rappresentano il 13% della popolazione. I nativi americani costituiscono invece poco più dell’1% della popolazione totale.
Demografia Tra le varie etnie ci sono notevoli differenze nei diversi indicatori demografici: per esempio, l’incremento demografico è vicino allo zero tra la popolazione bianca, mentre è elevato nelle altre comunità. L’immigrazione continua a essere notevole: si calcola che circa 40 milioni di cittadini statunitensi siano nati all’estero. Dalla seconda metà del secolo scorso l’immigrazione europea è diminuita, ma nuovi flussi provengono soprattutto dall’America Latina.
Lingue e religioni L’inglese è la lingua nazionale, conosciuta e parlata dal 96% della popolazione. Lo spagnolo,
Altre aree metropolitane Un’altra estesa regione urbanizzata fa capo alla città di Los Angeles, sulla costa del Pacifico in California, e comprende anche la città di San Diego, quasi al confine con il Messico. Altre popolate aree metropolitane sono quella dei Grandi Laghi, che ha al centro Chicago e si estende fino in Canada, e quelle di Dallas e Houston nel Texas.
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→ Elabora con l'aiuto di un chatbot di tua scelta un breve testo in cui spieghi perché New York è considerata il simbolo degli Stati Uniti. Confronta poi il tuo testo con gli altri elaborati della classe.
parlato dal 12% degli statunitensi, è la lingua più diffusa dopo l’inglese. Il cristianesimo in tutte le sue confessioni è la principale religione degli Stati Uniti: il 46% della popolazione è protestante.
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→ Indaga in rete su una delle nazioni dei nativi americani a tua scelta approfondendo la loro storia, la distribuzione geografica e il loro attuale stile di vita.
Grandi ricchezze L’economia degli Stati Uniti può contare su enormi spazi e una grande ricchezza di risorse naturali, a cui si uniscono ingenti investimenti per la ricerca Le potenti multinazionali americane dominano il mercato mondiale, e il dollaro è la principale moneta del commercio internazionale.
Settore primario L’agricoltura è importantissima e il patrimonio zootecnico è enorme. Le aziende agricole, generalmente estese e molto meccanizzate, sono strettamente collegate all’industria alimentare. Si coltivano cereali, semi oleosi, come il girasole e la soia, frutta e verdura, cotone, canna da zucchero, uva da vino; le risorse forestali sono immense.
Settore secondario Il Paese è ricchissimo di risorse minerarie, a cominciare dal petrolio e dal gas naturale; anche le altre risorse del sottosuolo (carbone, ferro, rame, piombo, zinco, oro) sono rilevanti. Gli Stati Uniti sono il più importante Paese industriale del mondo. Le industrie nazionali eccellono nell’aeronautica, nelle biotecnologie, nella chimica, nell’informatica nelle telecomunicazioni. Importanti sono anche le tradizionali industrie siderurgiche e dell’automobile.
Settore terziario Il settore dei servizi è nettamente il più importante, sia per l’occupazione, sia per la produzione di reddito. La borsa di New York è la prima al mondo per volume di scambio e valore delle società quotate, mentre a Chicago si trova la principale borsa merci. La ricerca
Trasporti efficenti Nel Paese è presente la più moderna ed estesa rete di strade al mondo. L’uso generalizzato del trasporto su gomma ha portato alla parziale dismissione della rete ferroviaria . Per il trasporto pubblico è presente un servizio di autobus ben organizzato.
La navigazione interna è utilizzata per il trasporto di merci pesanti. Data la vastità del territorio, il mezzo aereo è molto utilizzato anche negli spostamenti interni: Atlanta è il primo aeroporto del mondo per traffico di passeggeri.
La circolazione marittima ha dimensioni vastissime lungo tutte le fasce costiere.
→ Osserva la tabella.
La soia è una delle principali produzioni agricole degli Stati Uniti. I raccolti sono destinati principalmente all’alimentazione animale. Oltre il 90% della soia prodotta negli Stati Uniti è OGM (organismi geneticamente modificati).
a. Qual è la percentuale di soia prodotta negli Stati Uniti rispetto alla produzione mondiale?
b. Fai una breve ricerca. A che cosa è principalmente destinata questa coltivazione? Che cosa significa soia OGM?
scientifica detiene la leadership mondiale. Hollywood è uno dei poli principali della cinematografia mondiale. Gli Stati Uniti sono anche uno dei grandi Paesi turistici : primo nel mondo come entrate valutarie in questo settore e terzo per quanto riguarda gli arrivi internazionali.
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→ Osserva la tabella e rispondi alle domande.
a. Dove si svolge la maggior parte del traffico a terra?
b. Che importanza hanno le autostrade? Secondo te, perché?
c. Giudichi abbastanza estesa, in rapporto al territorio, la rete delle vie d’acqua interne?
Fortemente dipendente dal principale Paese confinante, gli Stati Uniti, il Messico possiede notevoli risorse: spazi agricoli e per l’allevamento, petrolio, metalli preziosi. Il governo ha attuato politiche sociali volte a migliorare le condizioni della popolazione meno abbiente: restano tuttavia gravi gli squilibri economici, che si aggiungono a corruzione, alla forte presenza di lavoro informale e al narcotraffico.
Superficie 1 960 647 km 2
Popolazione 127 504 125 abitanti
Densità
65 abitanti per km 2
Capitale
Città del Messico
Forma di governo repubblica federale
Lingua ufficiale spagnolo
Moneta peso messicano
Il Messico è il più vasto Paese dell’America centrale, caratterizzato da una forma triangolare, ampia a settentrione e via via più stretta verso l’istmo centroamericano. A ovest è bagnato dall’Oceano Pacifico, mentre a est si affaccia sull’Atlantico, nell’ampio golfo a cui dà il nome. A nord confina con gli Stati Uniti, a sud-est con Belize e Guatemala. Ha un territorio prevalentemente montuoso: circa il 90% supera i 1000 metri di altitudine.
Rilievo e coste Il territorio è attraversato da due catene montuose, la Sierra Madre Orientale e la Sierra Madre Occidentale, che delimitano il vasto Altopiano Centrale e rappresentano la prosecuzione delle Montagne Rocciose statunitensi. Nella regione meridionale si estende la Sierra Madre del Sud. L’Orizaba e il Popocatépetl sono le cime più elevate e si innalzano non lontano dalla capitale, in un’area notevolmente sismica e vulcanica. Le pianure si trovano soprattutto lungo le coste.
Sul litorale pacifico si estende la lunga penisola della Bassa California, che racchiude il golfo omonimo. Le co-
I tre elementi fondamentali per la definizione delle zone climatiche del Messico sono l’altitudine, la latitudine e la continentalità. La localizzazione tropicale determina temperature elevate che però sono mitigate dalla presenza dei rilievi. Perciò tra i 600 e i 2000 m le condizioni climatiche sono in genere temperate. Le coste sono abbastanza piovose, ma le montagne a ridosso del litorale impediscono ai venti oceanici di portare umidità alle aree interne, che sono perciò caratterizzate da una forte aridità.
ste del Golfo del Messico sono lineari e arrivano alla penisola dello Yucatán.
Fiumi e laghi Per la forma del territorio, con i monti che arrivano vicino alle coste, i corsi d’acqua sono in genere brevi e ripidi. Tuttavia, alcuni grandi fiumi solcano il Messico: il Rio Bravo del Norte, che segna il confine con gli Stati Uniti e sfocia nel Golfo del Messico, il Rio Grande de Santiago e il Rio Balsas, che si gettano nell’Oceano Pacifico. Numerosi laghi occupano i crateri di vulcani ormai spenti, altri sono artificiali, formati da dighe costruite lungo il corso dei fiumi.
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→ Osserva la carta e rispondi alle domande.
a. Quale parallelo fondamentale attraversa il Messico?
b. Localizza la capitale.
c. Descrivi il rilievo della penisola dello Yucatán.
Gli ambienti messicani vanno quindi dai deserti alle foreste tropicali alle cime perennemente innevate delle altitudini più elevate.
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→ Svolgi una ricerca in rete sulla vegetazione che caratterizza gli ambienti aridi del Messico.
Prima dell’arrivo degli europei, il Messico era popolato da grandi civiltà. In maggioranza, la forma di governo consisteva in una rete di città-Stato (le più importanti furono quelle dell’avanzata civiltà Maya), mentre il dominio degli Aztechi (XIV-XVI secolo) si manifestò nell’organizzazione di un potente impero. La conquista spagnola portò nel XVI secolo alla creazione di un’importante colonia. Il Messico diventò quindi indipendente nel 1821. Era allora un Paese molto più vasto dell’attuale, poiché comprendeva territori
La rete urbana La popolazione si distribuisce in modo poco omogeneo, con aree poco abitate e forti concentrazioni sull’Altopiano Centrale e lungo il confine con gli Stati Uniti. Un continuo flusso di inurbamento porta all’abbandono delle campagne e alla creazione di enormi quartieri periferici intorno alle città principali. Il tasso di urbanizzazione supera ormai l’80%.
Le città Città del Messico, la capitale, è un’immensa metropoli il cui agglomerato urbano raggiunge i 22 milioni di abitanti. Costruita sull’altopiano dove un tempo sorgeva Tenochtitlán, capitale dell’impero azteco, oggi è il centro politico ed economico del Paese. Cuore della città è la Piazza della Costituzione, chiamata Zócalo, che è una delle piazze
Etnie La popolazione messicana è per due terzi frutto di incroci tra le popolazioni native e gli europei che arrivarono nel Paese in ondate successive. Numerosi sono gli amerindi (circa 20%), mentre la popolazione di origine europea, soprattutto spagnola, costituisce il 16% del totale. Circa 40 milioni di messicani vivono oggi negli Stati Uniti, in seguito a continui flussi migratori.
La Ley Indigena riconosce la cultura e i diritti fondamentali degli amerindi e concede una larga autonomia alle loro comunità.
Demografia Per molti decenni la popolazione messicana ha avuto un costante e rapido incremento, che è rallentato solo negli ultimi tempi.
Anche altri dati, come il tasso di alfabetizzazione che si attesta oltre il 95% e l’aspettativa di vita (72 per gli uomini, 79 per le donne), mostrano una tendenza verso la modernizza-
che sono stati in seguito conquistati dagli Stati Uniti. Oggi il Messico è una repubblica federale di tipo presidenziale.
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→ Ricerca in rete quali furono le civiltà precolombiane che popolarono il Messico e approfondisci la conoscenza di una di esse.
più vaste del mondo. Seconda città del Messico è Guadalajara, importante centro agricolo e commerciali. Tijuana si trova vicino alla costa pacifica settentrionale. Per la vicinanza con la città statunitense di San Diego si è sviluppata come città turistica, ma è anche luogo di passaggio di migranti: oggi il confine tra le due città è il più attraversato al mondo. Tra le grandi città, Puebla è la più meridionale. Il suo centro storico ha edifici in stile coloniale ed è stato incluso nel Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.
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→ Individua sulla carta a pagina 220 le città citate nel testo.
zione. Tuttavia, ancora notevoli sono gli squilibri regionali: mentre nella zona della capitale e delle altre città industriali la qualità della vita è mediamente buona, la popolazione rurale, soprattutto nelle zone meridionali del Paese, vive sotto la soglia della povertà. La zona più povera è lo Stato del Chiapas, ancora popolato da numerosi discendenti dei Maya.
Lingue e religioni La lingua ufficiale è lo spagnolo, ma sono ancora vive in tutto il Paese le lingue dei popoli amerindi. La religione prevalente è quella cristiana cattolica (oltre il 78%) e l’8% si dichiara non religioso.
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→ Secondo te, quale area è interessata dai principali flussi di emigrazione? Trova sulla carta lo Stato del Chiapas.
Il Messico è un Paese a medio sviluppo caratterizzato da grandi contrasti socio-economici. La sua economia è basata sullo sfruttamento di ingenti riserve petrolifere e altre risorse del sottosuolo, ma anche dalla disponibilità di manodopera a basso costo, che ha attirato gli investimenti degli Stati Uniti, verso i quali è diretto circa l’80% delle esportazioni. Le attività industriali sono concentrate intorno alla capitale e lungo il confine settentrionale. L’attività turistica prevale lungo le coste del Golfo del Messico. Il resto del Paese ha un’economia prevalentemente agricola
Settore primario Nel settore prevalgono le grandi aziende agricole, che forniscono più del 50% dei prodotti e sono dedicate alle colture di piantagione destinate all’esportazione (canna da zucchero, tabacco, caffè e cacao, cotone, piante da olio) e all’allevamento. Principale coltivazione di sussistenza è il mais, affiancato da fagioli e patate. Importante è lo sfruttamento delle risorse forestali, come il legname o il chicle per la gomma da masticare.
Settore secondario Il Messico è il primo produttore mondiale di argento e il decimo di oro. Si estraggono anche minerali energetici, come il petrolio, il gas naturale e il carbone.
La maggior parte delle attività industriali, prevalentemente gestite da multinazionali nordamericane, produce beni di consumo nelle maquiladoras, fabbriche caratterizzate da un basso costo della manodopera e dall’assenza di tutela sindacale e di norme di protezione ambientale.
Settore terziario Il terziario è in crescita, soprattutto per le attività legate alle nuove tecnologie.
Il turismo, in continuo sviluppo, è molto importante nell’economia del Paese: mete principali sono le zone balneari, le aree naturalistiche e il patrimonio architettonico e archeologico.
La rete delle comunicazioni si sviluppa soprattutto in direzione nord-sud. In gran parte le strade principali costituiscono un tratto della Panamericana, la strada che collega tutto il continente americano, dall’estrema area settentrionale fino alla punta sud. Molto importante è l’attività dei porti: i principali sono Veracruz, Tampico, Acapulco, attivi anche come scalo per le crociere turistiche. Il traffico aereo è intenso, per i movimenti sia interni sia internazionali: l’aeroporto principale è quello della capitale.
→ Leggi la tabella relativa alla ripartizione per settori economici del Prodotto Interno Lordo e dell’occupazione.
Scrivi quindi una breve didascalia.
Il monte più alto
on una superficie di quasi 9 milioni di km l’Oceania è il più piccolo dei continenti e si trova interamente nell’Oceano Pacifico australe, tra l’estremità sud-orientale dell’Asia e il continente americano. In questo spazio vivono quasi 43 milioni di persone. Nonostante le sue magnifiche risorse naturali, l’Oceania ha modesti flussi turistici internazionali, per via delle distanze.
Wilhelm 4509 m
Il maggior bacino fluviale
Murray-Darling 910 000 km 2
Il lago più grande
Eyre 9690 km 2
L’isola più estesa
Nuova Guinea 785 000 km 2
Il principale vulcano attivo
Mauna Loa (Hawaii) 4170 m
Il Paese più esteso
Australia 7 692 024 km 2
Il Paese più piccolo
Nauru 21,2 km 2
L’Australia, l’Isola del Nord e l’Isola del Sud (Nuova Zelanda) e una parte della Nuova Guinea costituiscono il 99% del territorio dell’Oceania.
Australia L’Australia si può dividere in tre grandi regioni: lo scudo australiano, un vasto pianoro, ricoperto di terre rosse e sabbie, con rilievi isolati; la Grande Catena Divisoria , una zona montuosa che si sviluppa parallelamente alla costa orientale, da nord a sud; infine, un ampio bassopiano, sotto il quale si trova un sistema di falde acquifere, il Gran Bacino Artesiano. Le coste sono lineari e uniformi; le principali insenature sono la Grande Baia Australiana a sud e il Golfo di Carpentaria, delimitato dalla penisola di Capo York, a nord. Al largo della costa orientale si trova la Grande Barriera Corallina, la più grande struttura al mondo costruita da un organismo vivente, mentre a sud si estende la vasta isola della Tasmania. Molti fiumi hanno carattere endoreico, cioè non hanno sbocco al mare. Il principale bacino si trova nella regione sud-orientale ed è costituito dai fiumi Darling e Murray.
Nuova Zelanda e Nuova Guinea I rilievi maggiori si trovano in Nuova Zelanda con le Alpi Neozelandesi e in Nuova Guinea con il Monte Wilhelm. Queste due isole sono anche le più ricche d’acqua: la Nuova Zelanda, in particolare, ha un clima temperato umido, con la presenza di ghiacciai nell’isola meridionale.
Per la sua localizzazione geografica, in Oceania prevalgono nettamente i climi caldi, sia umidi sia secchi, e i corrispondenti ambienti naturali.
Equatore e Tropico In Nuova Guinea e nelle isole poste nei pressi dell’Equatore il clima è equatoriale; qui è presente la foresta pluviale. A mano a mano che ci si allontana dall’Equatore spostandosi verso i Tropici, le precipitazioni diminuiscono. Nelle regioni distanti dal mare, come le terre interne australiane, il clima è arido e continentale, e l’ambiente prevalente è il deserto o la steppa arida
Micronesia, Melanesia e Polinesia Il restante 1% del territorio dell’Oceania comprende circa 30.000 isole di origine vulcanica o corallina, suddivise in tre grandi gruppi: la Micronesia, la Melanesia e la Polinesia. Quest’ultima è la più vasta regione insulare, formata da diversi arcipelaghi sparsi tra l’Equatore e il Tropico del Capricorno; molte isole polinesiane hanno un’origine corallina: basse e pianeggianti, con una caratteristica forma anulare. Della Polinesia fanno parte l’Isola di Pasqua (a est) e l’arcipelago vulcanico delle Hawaii (a nord-est), uno dei 50 Stati degli Stati Uniti.
→ Osserva la carta a pagina 224 e rispondi alle domande.
a. Su quale oceano si affaccia a ovest l’Oceania?
b. Come si chiama il mare che separa l’Australia dalla Nuova Zelanda?
c. Come si chiama l’arcipelago a nord est di Australia e Nuova Guinea?
d. Come si chiama l’arcipelago a nord dell’Equatore?
e. Quali sono i deserti che si trovano nel Centro-ovest dell’Australia?
→ Trova informazioni sulla Grande Barriera Corallina e sui pericoli che sta correndo in questo periodo.
Gli Stati indipendenti sono meno di una quindicina: Australia, Nuova Zelanda, Papua Nuova Guinea e alcuni arcipelaghi; le altre isole sono rimaste territori coloniali appartenenti a Paesi europei e americani.
Etnie In Oceania si è venuta a costituire una società accentuatamente multietnica, composta dalle popolazioni originarie come i Maori in Nuova Zelanda (14,9%), dai discendenti dei colonizzatori e immigrati europei e dalle consistenti minoranze asiatiche (cinesi e indiani soprattutto), attratte da favorevoli condizioni di lavoro.
Lingue In tutto il continente la lingua più diffusa è l’inglese, spesso accanto alle lingue dei popoli autoctoni: molte di esse appartengono a un ceppo comune oceanico; fanno eccezione quelle degli aborigeni australiani e degli abitanti della Nuova Guinea.
Religioni Il cristianesimo di confessione protestante è professato da circa due terzi degli abitanti del continente, ma tra le popolazioni indigene sopravvivono religioni di tipo animista
Con poco più di 40 milioni di abitanti l’Oceania è il continente meno popolato e con la più bassa densità di popolazione. Il popolamento è fitto lungo le aree costiere più favorevoli all’insediamento e in alcune piccole isole come Nauru e Tuvalu. Il tasso di urbanizzazione è molto elevato solo in Australia e Nuova Zelanda.
Città Le città più popolose dell’Australia sono Canberra (la capitale), Sidney, Melbourne, Brisbane, mentre in Nuova Zelanda Auckland è l’unica città con quasi mezzo milione di
↓ La città di Sidney. Sulla sinistra la moderna architettura del famoso Teatro dell’opera.
Demografia La natalità è stata a lungo molto elevata ma oggi soprattutto in Australia e Nuova Zelanda la fecondità è molto bassa, simile a quella dei Paesi europei. L’aspettativa di vita alla nascita è di 68 anni per gli uomini e 73 per le donne, ma sempre con enormi differenze tra gli Stati maggiori e le isole.
COMPLETA LO STUDIO
→ Osserva la foto e rispondi alle domande.
a. Che cosa è l’Haka?
b. Quale popolazione la pratica?
c. In quale Paese?
d. Quale sport e quale squadra l’hanno resa famosa nel mondo?
abitanti. Nelle isole minori i centri urbani hanno spesso dimensioni modestissime; crescono quelli più turistici come Papeete nell’isola di Tahiti (Polinesia Francese).
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→ Da anni le metropoli australiane e neozelandesi sono ai primi posti nelle classifiche delle città vivibili. Secondo te, perché?
I Paesi più economicamente sviluppati dell’Oceania sono Australia e Nuova Zelanda. In principio il loro sviluppo si è basato soprattutto sullo sfruttamento minerario e zootecnico; in seguito si è formato anche un produttivo settore industriale.
Australia In Australia, ricca di risorse minerarie, si contano numerosi impianti siderurgici, chimici, meccanici e automobilistici. Il commercio è fondamentale per la sua economia: il Paese è uno dei maggiori esportatori di materie prime e agricole a livello mondiale. L’interscambio si svolge essenzialmente con Cina, Giappone, Corea del Sud e Stati Uniti.
Altri Paesi dell’Oceania Gli altri Paesi dell’Oceania hanno avuto uno sviluppo economico molto ridotto, anche per la limitatezza delle superfici territoriali e per la scarsità di risorse naturali a disposizione. La pesca qui è un’importante fonte di reddito, soprattutto perché i Paesi più piccoli hanno ceduto i propri diritti di pesca a Paesi dotati di grandi flotte pescherecce, come il Giappone. Un notevole contributo viene anche dal turismo
Aiuti internazionali A esclusione dell’Australia e della Nuova Zelanda, la maggior parte dei Paesi dell’Oceania sono caratterizzati da un basso livello di sviluppo e per alcuni la sopravvivenza è legata agli aiuti internazionali.
Ai contributi costanti si aggiungono di frequente aiuti umanitari a seguito di emergenze climatiche o ambientali come i cicloni (che hanno devastato alcuni arcipelaghi della Melanesia).
Le caratteristiche territoriali dell’Oceania fanno sì che il trasporto aereo abbia una grande importanza sia per i collegamenti interni sia per quelli con gli altri continenti. Tra le isole è molto efficiente la rete dei traghetti per il trasporto via mare.
In Australia le vie di comunicazione terrestri sono sviluppate soprattutto lungo le coste e in prossimità delle maggiori aree urbane, mentre in Nuova Zelanda la rete stradale è più fitta nell’Isola del Nord.
COMPLETA LO STUDIO
→ Secondo te, come hanno influito sulla rete dei trasporti le caratteristiche del territorio?
→ Quasi tutti i piccoli Stati insulari non sopravvivono senza ricorrere agli aiuti internazionali.
La maggior parte degli aiuti arrivano da Australia, Stati Uniti, Giappone e ultimamente Cina, che in questo modo esercitano un forte controllo su tutta l’area del Pacifico.
Osserva la tabella e rispondi alle domande.
a. Numera in modo decrescente i Paesi secondo la percentuale degli aiuti ricevuti.
b. Quale Stato dipende completamente dagli aiuti internazionali?
c. Quale Stato dipende dagli aiuti internazionali per circa un terzo del proprio PIL?
↓ Il Ghan è un treno passeggeri che attraversa l’Australia, da Darwin a Adelaide. Il viaggio dura 48 ore e percorre quasi 3000 km, attraverso i bellissimi paesaggi del Paese.
Le regioni polari sono gli ambienti compresi entro le due calotte polari, cioè entro il Circolo Polare Artico a Nord (Artide) e il Circolo Polare Antartico a Sud (Antartide). Sono zone glaciali. In queste aree le stagioni sono due: si hanno infatti sei mesi continui di luce diurna (stagione estiva) e sei mesi di buio (stagione invernale o notte polare).
L’Artide è l’insieme dei mari e delle terre a nord del Circolo Polare Artico, oltre i 66 gradi latitudine Nord. Fanno parte dell’Artide un vasto mare ghiacciato, il Mar Glaciale Artico, sede del Polo Nord, e le regioni più settentrionali di Europa, America e Asia.
Territorio In superficie la temperatura delle acque del Mar Glaciale Artico resta quasi sempre sotto lo zero e il mare è coperto da uno strato di ghiaccio spesso 2-4 m, denominato banchisa. Questa si espande durante l’inverno e si contrae durante l’estate: dalla banchisa si staccano enormi blocchi di ghiaccio, gli iceberg, che vanno alla deriva nel mare.
Clima e ambiente Il clima freddo è caratterizzato da forti contrasti sia stagionali sia fra le zone continentali e quelle costiere o insulari. Oltre agli orsi bianchi, la fauna comprende animali come la volpe e il lupo polari; le pia-
L’Antartide (cioè «opposto all’Artide») è un continente vero e proprio che occupa l’area circostante il Polo Sud. Grande circa una volta e mezza l’Europa, è ricoperto da un’enorme calotta di ghiaccio detta inlandsis, spessa fino a 4000 m che si allarga nelle acque di tre oceani: Atlantico, Pacifico, Indiano.
Territorio Elevati altopiani (oltre i 3000 m), vulcani attivi e catene montuose si innalzano in questa terra inospitale. Oltre alla parte continentale, l’Antartide presenta numerose isole e arcipelaghi. Il ghiaccio che la ricopre costituisce il 90% di tutto il ghiaccio del pianeta, il 2% dell’acqua totale e l’80% dell’acqua dolce presente sulla Terra. Tipiche dell’Antartide sono le piattaforme, cioè enormi tavolati di ghiaccio dolce galleggianti da cui si staccano periodicamente enormi iceberg piatti, alcuni dei quali lunghi più di 100 km, tanto che i primi esploratori li scambiarono per isole.
Clima e ambiente L’Antartide è l’area più inospitale del pianeta, con temperature che arrivano a -80 °C e dove sof-
nure e le regioni costiere sono coperte da bassi arbusti, licheni e muschi.
Popolazione Gli abitanti delle zone artiche vivono essenzialmente in Nord America (inuit), nelle regioni settentrionali della Siberia (jakuti, nenec e ciukci) e nella penisola scandinava (sami). Tradizionalmente si dedicavano alla pesca e alla caccia, ma molte comunità sono diventate oggi stanziali: vivono in villaggi occupandosi di allevamento (renne) oppure impiegati in miniere, centri di ricerca scientifica, basi militari che sono sorti nei loro territori.
→ Osserva la carta dell’Artide e rispondi.
a. A quale latitudine si trova il Circolo Polare Artico?
b. A quali Paesi è più vicino il Mar Glaciale Artico?
c. Quale grande isola è attraversata dal Circolo Polare Artico? Fa parte di quale Stato?
d. Quali Paesi europei sono bagnati dal Mar Glaciale Artico?
fiano venti molto forti: per questo motivo non sono possibili insediamenti umani permanenti. È abitata da una grande varietà di animali marini e terrestri come foche, elefanti marini, e da milioni di uccelli, tra cui gabbiani, albatros e pinguini. Questi ultimi, che si raggruppano in colonie formate da numerosi individui, appartengono a specie diverse. Nei mari circostanti abbonda il plancton, riserva alimentare per crostacei, molluschi, pesci e cetacei.
→ Osserva la carta dell’Antartide e rispondi.
a. Confronta la carta dell’Artide e la carta dell’Antartide: quali sono le caratteristiche dell’uno e dell’altro?
b. Quanta parte dell’Antartide è compresa nel Circolo Polare Antartico?
c. Dove si trova il Mare di Ross?
d. Quale parte dell’Antartide è più vicina alla costa dell’America Meridionale?
e. Quale è più vicina all’Oceano Indiano?
Territori del Nord Le terre artiche corrispondono alle zone costiere e insulari più settentrionali di Islanda, Norvegia, Svezia, Finlandia e Danimarca (Groenlandia), Russia, Stati Uniti e Canada. Nessuno Stato ha sovranità sulle acque del Mar Glaciale Artico, anche se i Paesi rivieraschi cercano di ampliare il più possibile i limiti delle relative acque territoriali.
Legge del mare Otto nazioni hanno firmato un trattato sulla Legge del Mare per regolare il controllo dell’Oceano Artico: Russia, Canada, Danimarca (tramite la Groenlandia), Norvegia, Stati Uniti (Alaska), Svezia, Finlandia e Islanda.
Rotte marittime Per lo scioglimento dei ghiacci le rotte tradizionali stanno diventando libere e dunque sempre
→ Osserva la carta e rispondi.
a. La rotta asiatica sarebbe stata percorribile tra il 1980 e il 2000? Perché?
b. La rotta americana (Passaggio a NordOvest) sarebbe stata percorribile tra il 1980 e il 2000? Perché?
c. Quali nazioni sono favorite dall’apertura della rotta asiatica?
d. Quali nazioni sono favorite dall’apertura del Passaggio a Nord-Ovest?
e. Quali nazioni rientravano nel limite dei ghiacci tra il 1980 e il 2000 e non rientrano più nel 2020?
navigabili senza difficoltà. Inoltre sta diventando possibile tracciare nuovi percorsi, più veloci (le navi potranno transitare dall’Europa del Nord all’Asia in soli 10 giorni), che potrebbero modificare drasticamente le caratteristiche degli attuali commerci via mare.
Conseguenze ambientali Oltre ai problemi ai vari habitat causati dal riscaldamento globale e dalla progressiva riduzione dell’estensione della calotta polare, con la riduzione dei ghiacci è stato possibile sfruttare nuovi importanti giacimenti di petrolio, con notevoli conseguenze sul fragile ecosistema artico. Nel 2020 in Siberia un incidente causato dallo scioglimento del permafrost ha determinato il crollo di enormi serbatoi contenenti gasolio che si è riversato, inquinandolo gravemente, nel Mar Glaciale Artico.
CANADA Alaska (USA)
Limite della banchisa a febbraio del 1980
Limite della banchisa a febbraio del 2000
Limite della banchisa a febbraio del 2020
Centri di ricerca La popolazione umana in Antartide è scarsissima; la maggior parte è costituita da ricercatori e addetti delle basi scientifiche che sono state create da numerosi Paesi (in estate 4000 persone e in inverno non più di 1000). Qui gli scienziati osservano l’evolversi del clima, l’attività del Sole, la deriva dei continenti e gli adattamenti della vita alle condizioni ambientali più ostili.
Trattato Antartico L’Antartide non appartiene a nessuno Stato: per evitare rivendicazioni territoriali, nel 1959 è stato firmato da 12 Paesi il Trattato Antartico che prevede:
• il divieto di ogni attività a carattere militare e di ogni esperimento nucleare;
• la promozione dell’attività scientifica attraverso la cooperazione internazionale;
• la protezione degli animali terrestri e marini;
• il divieto di sfruttare le risorse minerarie esistenti.
NUCLEI Costituzione / Sviluppo economico e sostenibilità COMPETENZA 2-5-6-7
Dal 1985 l’Italia invia spedizioni scientifiche in Antartide; la base italiana è la Stazione Mario Zucchelli, situata a Baia Terra Nova nel Mare di Ross.
Riserva marina Nelle profonde acque del vasto Mare di Ross si trova un ecosistema marino quasi incontaminato e ricco di biodiversità. Questa porzione dell’oceano è popolata da circa 16.000 specie viventi che sono riuscite a adattarsi in modo unico al clima. In quest’area di 1,5 milioni di km2 sta sorgendo la più grande riserva marina della Terra: un accordo firmato da 24 Paesi prevede l’istituzione di un’area nel quale vi sarà un divieto assoluto di pesca. Questa tutela può portare a nuove scoperte e a un ripopolamento ittico compromesso da decenni di pesca intensiva.
→ Osserva l’immagine, leggi il testo e rispondi alle domande. Gli iceberg sono blocchi di ghiaccio che si sono staccati da un ghiacciaio o da una piattaforma di ghiacciai, galleggiante nel mare. Dall’Antartide negli ultimi anni si sono staccati alcuni grandi iceberg.
a. Quali sono le cause dell’aumento del numero di iceberg?
b. Quali le possibili conseguenze nei territori vicini? E a livello mondiale?
Svolgi gli esercizi in modalità interattiva sull’eBook+ o sull’app librARsi
1 Completa il seguente testo con le parole che trovi nella lezione.
L’Asia si estende prevalentemente nell’emisfero , cioè a dell’Equatore. A est è bagnata dall’Oceano , mentre a Sud da quello ; a ovest confina con l’ e la linea di confine è segnata dagli .
2 Rispondi seguendo le indicazioni.
1. Indica tre religioni che sono nate in Asia.
2. Indica le tre lingue più diffuse.
3. Indica le tre principali città cinesi.
4. Indica le tre principali città indiane.
3 Indica se le seguenti frasi sono vere V o false F.
1. La popolazione cinese è la più numerosa del mondo.
2. Il 90% della popolazione vive nelle regioni occidentali.
3. Il gruppo etnico Han è il più diffuso.
4. La popolazione urbana è in diminuzione.
5. Le vie di comunicazione sono ovunque poco efficienti.
6. Gli scambi commerciali sono in continuo aumento.
4 Collega gli elementi delle due colonne in modo corretto, indicando dove sono prevalentemente svolte queste attività.
1. Madagascar
2. Kilimangiaro
3. Sahara
4. Vittoria
5. Suez
6. Indiano
7. Rift Valley
8. Zambesi
9. Guinea
10. Atlante
a. stretto
b. golfo
c. catena montuosa
d. isole
e. estuario
f. fiume
g. deserto
h. canale
i. lago
l. cascata
5 La popolazione messicana è composta da: (due risposte corrette)
1. il 20% da amerindi
2. il 20% da Maori
3. il 16% da portoghesi
4. il 16% da spagnoli europei
6 Attribuisci correttamente le frasi all’America Settentrionale, Centrale o Meridionale. a AMERICA SETTENTRIONALE a AMERICA CENTRALE c AMERICA MERIDIONALE
1. è separata dall’Asia dallo Stretto di Bering.
2. è attraversata dall’Equatore.
3. a nord si trovano molte isole e penisole.
4. comprende l’arcipelago delle Antille.
5. nel suo territorio si trova il lago di Maracaibo.
6. il Canale di Panama mette in contatto l’Oceano Atlantico e l’Oceano Pacifico.
7 Collega correttamente i seguenti toponimi con la definizione corrispondente.
1. Titicaca
2. Baia di Hudson
3. Rio della Plata
4. Atacama
5. Salto Angel
6. Sierra Madre
7. Drake
8. Galapagos
9. Missouri
10. Magellano
a. stretto
b. golfo
c. catena montuosa
d. isole
e. estuario
f. fiume
g. deserto
h. canale
i. lago
l. cascata
8 Verifica se le seguenti affermazioni sono V o false F.
1. L’America anglosassone comprende il Messico, gli USA e il Canada. V F
2. Il Canada ha sempre avuto un rapporto privilegiato con gli Stati Uniti. V F
3. La popolazione prevalente in America è di origine europea. V F
4. L’economia degli Stati Uniti è prevalentemente industriale. V F
5. Diverse isole caraibiche sono mete turistiche. V F
6. La densità di popolazione dell’America è molto alta. V F
9 Individua tre caratteristiche della popolazione statunitense scegliendo tra quelle elencate.
1. L’incremento naturale è negativo
2. La maggioranza degli statunitensi deriva da immigrati
3. Gli afroamericani costituiscono il 13% della popolazione
4. I nativi americani costituiscono il 10% della popolazione
5. La religione più diffusa è il protestantesimo
6. I flussi immigratori si sono recentemente arrestati
10 Scegli il completamento corretto.
1. La capitale del Messico è Guadalajara/Città del Messico
2. La principale coltivazione di sussistenza del Messico è pomodori/mais .
3. Nel Paese si parla spagnolo/portoghese
11 Scegli tra le frasi seguenti quella che definisce l’Oceania.
1. Oceania e Australia sono sinonimi.
2. L’Oceania è composta dall’isola continentale dell’Australia, dalle isole della Nuova Zelanda e da migliaia di isole del Pacifico.
3. L’Oceania è costituita da tre grandi arcipelaghi: Micronesia, Melanesia e Polinesia.
12 Collega correttamente Artide e Antartide con gli elementi corrispondenti.
1. Artide
2. Antartide
a. Si trova al Polo Nord
b. È un continente
c. È abitato da alcune popolazioni
d. Si trova al Polo Sud
e. È sede soltanto di basi scientifiche
f. Ci vivono pinguini
g. È un grande mare circondato da terre
h. Ospita l’orso bianco
Nel mondo, miliardi di persone sono esclusi dal sistema bancario tradizionale, perché il loro reddito e le loro proprietà non offrono sufficienti garanzie per aprire un conto corrente o ricevere un normale prestito finanziario. Questo significa che miliardi di persone non possono ottenere denaro per avviare un’impresa, per consolidare un’attività già esistente, per costruirsi una casa, per far studiare i propri figli.
← Un francobollo con l’immagine dell’economista Muhammad Yunus. Nato a Chittagong (Bangladesh) nel 1940, ha conseguito la laurea in Economia presso l’Università di Chittagong e in seguito un dottorato di ricerca in Economia all’Università di Nashville (Tennessee).
Negli anni Settanta del secolo scorso un professore di economia del Bangladesh, Muhammad Yunus, ipotizzò che, per permettere anche ai più poveri di diventare imprenditori di se stessi e migliorare le proprie condizioni di vita, bisognasse concedere piccoli prestiti sulla fiducia. Iniziò quindi a prestare piccole somme dal suo capitale personale. La prima, equivalente a 27 dollari, fu affidata a un gruppo di donne che produceva mobili in bambù.
In seguito, Yunus con il supporto di una banca locale fondò la Grameen Bank, che significa «banca del villaggio». Nell’arco di poco tempo vi si rivolsero moltissime persone, soprattutto piccoli agricoltori, in larghissima maggioranza donne, che restituivano quanto ricevuto al momento del raccolto. Chi riceveva il prestito considerava infatti una questione d’onore il saldo del debito e solo delle vere calamità potevano impedirne la restituzione. Da allora la Grameen Bank ha continuato a crescere in ogni parte del Bangladesh, ma diffondendosi anche all’estero: a oggi sono 41 i Paesi di vari continenti dove essa opera, ma il suo modello è stato seguito anche da altri istituti.
NUCLEI Costituzione / Sviluppo economico e sostenibilità COMPETENZA 3-8
Alla base di questa attività finanziaria non c’è scopo di lucro; i modesti tassi di interesse servono solo per coprire le spese. Questo permette l’avvio e la sopravvivenza di molte piccole realtà imprenditoriali considerate a rischio di emarginazione secondo la logica produttiva di mercato. Inoltre, i prestiti vengono accompagnati da un’offerta integrata di servizi per aiutare persone e imprese in caso di difficoltà. Per esempio, si fornisce consulenza legale o informatica e anche sostegno psicologico per una buona gestione della somma ricevuta.
I programmi di microcredito sono perciò un vero strumento sociale: investono sul valore della persona, sulle sue capacità e sulla possibilità di arrivare a un’autonomia economica e finanziaria all’interno della comunità di appartenenza. Sostengono le imprese non per creare profitto, ma per creare lavoro
IL PREMIO NOBEL
Dei circa 9 milioni di membri attuali della Grameen Bank, il 96,5% è costituito da donne: un contributo notevole all’incremento della parità di genere in ambito lavorativo (Obiettivo 5 dell’Agenda 2030). Inoltre, il tasso di restituzione dei prestiti è altissimo (circa il 99%). Nel 2006 Yunus è stato insignito del premio Nobel per la pace insieme alla sua organizzazione.
L’idea del microcredito come contributo alla diminuzione della povertà è in continua espansione e ha conquistato anche diverse aree dei Paesi avanzati.
→ Dividete la classe in due gruppi. Provate quindi a rispondere separatamente alle seguenti domande:
• Pensate che il microcredito sia una soluzione per diminuire le disuguaglianze economiche? In che modo?
• Quali ostacoli incontra principalmente, secondo voi?
• Perché, sempre secondo voi, a Yunus è stato dato il premio Nobel per la pace e non per l’economia?
Confrontate le risposte dei due gruppi, discutendone e cercando di arrivare a una conclusione comune.
CHE COSA TRATTA
QUALI DISCIPLINE POSSONO ESSERE COINVOLTE?
QUALI ARGOMENTI DEL TESTO DI GEOGRAFIA RIGUARDA?
QUALI ABILITÀ DEVI METTERE IN CAMPO?
QUALI STRUMENTI E METODI PUOI UTILIZZARE?
COME È STRUTTURATO IL LAVORO?
CHE COSA TI PROPONE LA FLIPPED CLASSROOM?
COME PROCEDE IL LAVORO?
NUCLEO Sviluppo economico e sostenibilità COMPETENZA 5-6-9
Questa Unità di apprendimento affronta il problema del taglio illegale delle foreste, approfondendo in particolare gli effetti sulle comunità tribali che vivono nella foresta amazzonica.
È un fenomeno in continuo aumento: per fare un esempio, in questo ecosistema l’area deforestata monitorata dal satellite nel luglio 2020 copre una superficie di 2254 km2, ovvero il 278% in più rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
A difendere la foresta ci sono i corpi delle guardie forestali, che sono attivamente affiancate da volontari delle tribù indigene, che combattono per la propria sopravvivenza.
Al contrario, le azioni governative non contrastano a sufficienza i taglialegna abusivi, perché sono emissari di potenti compagnie multinazionali del commercio di legname.
Oltre a geografia, sono interessate educazione civica, italiano, scienze, informatica.
COME SI CONCLUDE IL LAVORO?
Il mondo vegetale – Etnie – America fisica – America politica – Agenda 2030: Obiettivo 15 (conservare la biodiversità) – Obiettivo 16 (garantire la pace e i diritti umani)
Comprensione del testo – Comprensione di una comunicazione video – Lettura di una carta fisico-politica – Lettura di immagine – Utilizzo della rete Internet – Elaborazione di un testo – Rappresentazione visuale di una ricerca
Lezione partecipata (in presenza o a distanza) – LIM – Video – Libro di testo –Laboratorio di informatica per ricerca in Internet – Lettura di articoli – Analisi di un video o di un’immagine
Visione di un video in modalità flipped classroom – Lettura del testo di geografia – Osservazione di una carta – Lettura di articoli – Discussione di gruppo – Ricerca di informazioni e materiali in Internet – Attività parallele nelle varie discipline – Testo di sintesi – Confronto
Per conoscere l’impegno dei popoli tribali contro l’attività dei taglialegna illegali e delle multinazionali del legname guarda il breve video del canale televisivo Euronews.
Successivamente guarda il video realizzato dalla rivista “Internazionale”.
Consultate anche il sito della ONG Survival, che offre molti spunti di testi e video sull’argomento.
Dopo aver letto i testi di geografia su Africa e deforestazione, avviate una discussione in classe sui gravi problemi della foresta amazzonica e delle altre foreste equatoriali (individuate dove si trovano), Dividetevi quindi in piccoli gruppi: ciascuno di essi approfondirà, facendo una ricerca in Internet, uno dei punti di vista sotto il quale osservare la questione: sociale, culturale, politico, economico, ambientale.
Ogni gruppo crea un PowerPoint o un altro strumento di comunicazione per presentare il risultato della propria ricerca al resto della classe. Segue un confronto finale.
Presentiamo in questa appendice gli strumenti più importanti grazie ai quali i geografi orientano le proprie ricerche: dai riferimenti del reticolato immaginario che avvolge la Terra, alla cartografia elaborata anche grazie alle più recenti tecnologie informatiche.
Asse terrestre ed Equatore La Terra ha una forma vicina a quella di una sfera, leggermente schiacciata ai poli (Polo Nord e Polo Sud).
Sappiamo poi che compie due movimenti, uno intorno al Sole (movimento di rivoluzione) e l’altro intorno a se stessa (movimento di rotazione). L’asse immaginario intorno al quale la Terra gira nel movimento di rotazione è definito asse terrestre, che ha i poli come estremità. A metà strada tra i due poli si sviluppa la linea dell’Equatore che corrisponde alla circonferenza massima e divide a metà il globo: l’emisfero boreale a nord e l’emisfero australe a sud.
Latitudine I paralleli sono circonferenze perpendicolari all’asse terrestre e parallele all’Equatore (definito anche parallelo 0 o fondamentale). Sui paralleli si misura la latitudine, che è la distanza angolare di un punto dall’Equatore. Varia da 0° a 90° nord e da 0° a 90° sud. Tutti i punti che si trovano lungo uno stesso parallelo hanno la stessa latitudine: per esempio i punti che si trovano sull’Equatore hanno tutti latitudine 0°.
Longitudine I meridiani sono semicirconferenze che collegano il Polo Nord al Polo Sud e tagliano perpendicolarmente l’Equatore. Il meridiano fondamentale (o meridiano 0) è il meridiano di Greenwich, chiamato così dal nome della località inglese che attraversa e in cui sorge un importante osservatorio astronomico. Sui meridiani
RETICOLATO GEOGRAFICO
si misura la longitudine che è la distanza angolare di un punto dal meridiano fondamentale misurata sul parallelo che passa per quel punto. Varia da 0° a 180° est e da 0° a 180° ovest. Tutti i punti che si trovano lungo uno stesso meridiano hanno la stessa longitudine: per esempio tutti i punti che si trovano sul meridiano fondamentale hanno longitudine 0°.
→ Osserva i disegni e rispondi alle domande.
a. Che latitudine ha l’Equatore?
b. Che longitudine ha l’antimeridiano di Greenwich?
c. Conosci le coordinate geografiche della località in cui vivi, oppure del punto dove sorge la tua scuola?
d. A che cosa serve il reticolato geografico?
Il reticolato geografico viene tracciato sul globo terrestre (o, come viene chiamato abitualmente, mappamondo) oppure sul planisfero, la rappresentazione cartografica dell’intera superficie terrestre.
Paralleli fondamentali Oltre all’Equatore, il reticolato geografico evidenzia alcuni paralleli fondamentali, determinati in base all’altezza del Sole al passaggio da una stagione all’altra. Il parallelo di latitudine 23°30’ Nord, sul quale al solstizio d’estate (21 giugno) il Sole è perpendicolare a mezzogiorno, è il Tropico del Cancro. Il parallelo di latitudine 23°30’ Sud, sul quale il Sole è perpendicolare nel solstizio d’inverno (22 dicembre), è chiamato Tropico del Capricorno. Il Circolo Polare Artico (66°30’ Nord) è il parallelo che delimita nell’emisfero boreale la zona glaciale artica: lungo il Circolo Polare, al solstizio d’estate, il Sole non scende sotto la linea dell’orizzonte. Analogamente, nell’emisfero australe il Circolo Polare Antartico (66°30’ Sud) corrisponde al circolo di illuminazione che delimita la zona glaciale antartica.
Accordo internazionale Alla fine del XIX secolo venne stabilita una convenzione che regola il tempo su scala internazionale. La superficie terrestre è stata divisa in 24 fasce orarie corrispondenti alle 24 ore del giorno e delimitate da 24 meridiani distanti 15° di longitudine l’uno dall’altro; queste fasce sono state chiamate fusi per la loro forma, che si stringe verso i Poli e si allarga in corrispondenza dell’Equatore. Tutte le località che si trovano dentro lo stesso fuso hanno la medesima ora, cioè quella del meridiano centrale del fuso (ora civile). L’ora adottata nel primo fuso orario, centrato attorno al meridiano di Greenwich (meridiano 0), è chiamata ora internazionale o anche Tempo Universale (T.U.).
Cambio di fuso A ogni fuso corrisponde un’ora diversa. Quello in cui si trova l’Italia (II fuso o fuso dell’Europa centrale) ha il meridiano centrale passante per l’Etna; se in questo fuso è mezzogiorno, nel fuso immediatamente a ovest sono le 11 del mattino, mentre in quello a est sono le ore 13. Quindi, se un viaggiatore si dirige verso est deve, a ogni passaggio di fuso, spostare avanti le lancette dell’orologio; al contrario, se il suo viaggio lo porta verso ovest, l’orologio dovrà segnare, a ogni cambiamento di fuso, l’ora precedente.
Rappresentazioni approssimate Dal momento che è impossibile riprodurre esattamente in piano una superficie sferica, come quella della Terra, il planisfero, come ogni carta geografica, è considerato una rappresentazione approssimata della realtà. I cartografi devono perciò scegliere quale elemento privilegiare: la corretta forma dei continenti oppure una giusta proporzione tra le aree. Per fare questo ricorrono a operazioni geometriche e matematiche, definite proiezioni
→ Cerca su internet un planisfero politico, poi rispondi alle domande.
a. Quali continenti sono attraversati dall’Equatore?
b. Quali sono gli Stati attraversati dal Circolo Polare Artico?
Paesi e fusi orari Per ragioni di praticità, molti Stati hanno preferito aderire a un unico fuso orario, anche se questo ha significato non seguire geometricamente i limiti creati dai meridiani. Gli Stati di grandi dimensioni hanno dovuto adottare più di una fascia oraria sul proprio territorio nazionale.
Per esempio, negli Stati Uniti l’ora di New York, sull’Atlantico, differisce di tre fusi dall’ora di Los Angeles, situata sul Pacifico. Altri Paesi hanno invece scelto un’ora intermedia: per esempio, l’India si trova a +5h30’ da Greenwich. Per facilitare le comunicazioni, diversi Paesi che fanno parte dell’Unione europea hanno deciso di adottare un’unica ora, indipendentemente dal fuso a cui appartengono.
→ Cerca su internet una carta dei fusi orari, poi rispondi alle domande.
a. Che ore sono a New York, quando a Roma sono le 18?
b. Consigli di telefonare a una persona che sta a Tokyo quando in Italia sono le 20? Perché?
c. Quanti fusi ci sono tra la costa pacifica e la costa atlantica degli Stati Uniti?
Ogni carta è una rappresentazione ridotta di una porzione della superficie terrestre. Il passaggio dalla realtà al disegno sulla carta avviene grazie all’adozione della scala, un rapporto di riduzione che può essere espresso in modo numerico oppure grafico.
Scala numerica La scala numerica indica quante volte le misure lineari sulla carta sono rimpicciolite rispetto a quelle reali. Per esempio, nella scala 1:1000 (si legge: uno a mille) ogni distanza reale è stata ridotta mille volte: quindi 1 cm sulla carta corrisponde a 1000 cm nella realtà, cioè a 10 m. Il secondo termine del rapporto, infatti, indica quante volte si deve moltiplicare la distanza sulla carta per ottenere la corrispondente distanza reale.
Scala grafica La scala grafica è costituita da un segmento graduato, le cui parti, uguali tra loro, corrispondono a una determinata distanza reale. In questo modo è possi-
bile dedurre per confronto, per esempio con un righello, le distanze tra due punti riportate sulla carta.
Carte diverse Più il secondo numero del rapporto di scala è grande, più le dimensioni sono state ridotte: si dice allora che la carta è a piccola scala e rappresenta grandi territori. Il contrario avviene nelle carte a grande scala, che mostrano una porzione ridotta di territorio.
• Piante e mappe sono le carte con scala maggiore di 1:10.000.
• Carte topografiche hanno scala tra 1:10.000 e 1:100.000.
• Carte corografiche (cioè regionali) hanno scala tra 1:100.000 e 1: 1.000.000.
• Carte geografiche hanno una scala inferiore a 1:1.000.000.
→ In base alla scala, quale tipo di carta utilizzeresti per rappresentare:
a. Il territorio della Sicilia?
b. La città di Lucca?
c. La Francia?
d. Un itinerario di trekking?
Le rappresentazioni cartografiche sono spesso utilizzate per illustrare fenomeni in base a dati statistici o linee di flusso. Grazie alla tecnologia informatica, la carta tematica si è evoluta da semplice disegno rappresentativo di un territorio alla funzione di una vera e propria banca dati che ne mostra dinamiche e trasformazioni.
Dati sulle carte Le carte tematiche conservano lineamenti generali del territorio, come appaiono nelle carte geografiche, sovrapponendo a essi una gamma di simboli, colorazioni e scritte che rappresentano i dati relativi al tema considerato. Il vantaggio di trasferire i dati visivamente sulla carta è quello di offrire una visione immediata della distribuzione, nello spazio, di un fenomeno.
Diverse carte tematiche Sono un esempio di particolari carte tematiche le carte demografiche che rappresentano la distribuzione e i movimenti delle popolazioni. Oppure le carte che si riferiscono alla produzione agricola o industriale, agli insediamenti e alle diverse attività (carte economiche) o a caratteristiche tipologiche del territorio.
Cartogrammi A differenza delle carte tematiche, i cartogrammi non tengono conto della esatta posizione geo-
grafica dei fenomeni rappresentati, ma utilizzano un fondo cartografico a cui sovrappongono diverse gradazioni di colori, simboli grafici o numeri. Sono in genere di facile interpretazione e risultano particolarmente utili quando si devono rappresentare, contemporaneamente, dati di carattere economico e storico.
Metacarte Sono un particolare tipo di cartogramma dove la dimensione di un fenomeno viene rappresentata ricorrendo a vistose deformazioni dell’area a cui si riferisce. Per esempio, in una metacarta demografica un Paese vasto ma poco abitato risulterà più piccolo di uno meno esteso, ma densamente popolato.
→ Fai una ricerca si internet e trova una carta tematica e una metacarta riguardanti l’Europa e poi prova a descrivere quali sono le differenze che noti in queste due diverse rappresentazioni. Quale delle due ti sembra rappresenti meglio il fenomeno o il tema scelto?
Mappe informatiche I Geographic Information Systems sono applicazioni che nascono dall’integrazione tra informatica e cartografia, grazie all’analisi delle diverse informazioni che è possibile rilevare all’interno di un territorio. L’obiettivo è la creazione di mappe informatiche specializzate che hanno vari livelli separati, ognuno dei quali contiene un certo tipo di dati. Si creano così carte tematiche digitali che considerano un fenomeno sia complessivamente, sia sotto i differenti aspetti che lo compongono.
Utilizzi I GIS vengono utilizzati per individuare le relazioni tra un territorio (componente geografica) e le possibili evoluzioni di particolari fenomeni, come il rischio idrogeologico o la diffusione di malattie (componente descrittiva). Nelle grandi aziende agricole si combinano i dati relativi alle semine e ai raccolti con le informazioni meteorologiche. Importante è l’uso dei GIS nella pianificazione urbanistica e delle reti dei trasporti, nella creazione di piani di emergenza in occasione di calamità naturali ecc.
Il GPS strumento militare La storia del Global Positioning System inizia negli anni Sessanta, all’apice della Guerra Fredda, come strumento militare e di intelligence del dipartimento della difesa statunitense. Negli ultimi decenni del secolo scorso il sistema è stato reso disponibile anche per le applicazioni civili: navigazione navale e aerea, pesca, circolazione automobilistica, escursionismo ecc.
Funzionamento Il GPS si basa sulle rilevazioni di 27 satelliti orbitanti attorno alla Terra, di cui 24 operativi e 3 di riserva. Ogni satellite si trova a circa 20.000 km dalla Terra e compie due rivoluzioni al giorno intorno al pianeta. Le orbite dei satelliti sono state studiate in modo che ogni
L’uso dei satelliti ha permesso a Google, il principale motore di ricerca per Internet e il sito più visitato al mondo, di creare una cartografia digitale estesa a tutta la superficie terrestre e via via sempre più completa e particolareggiata.
Google Maps Dal 2005 Google Maps presenta carte geografiche di ogni parte del mondo e la possibilità di ricercare e localizzare luoghi, punti di attrazione, servizi e attività, oltre alle indicazioni dei percorsi per raggiungerli. Grazie a Google Maps si può velocemente cambiare la scala di un territorio, passare dalle foto satellitari alle mappe e viceversa, seguire precisi itinerari
punto della Terra venga sempre “visto” da almeno 4 satelliti contemporaneamente. Incrociando tra di loro i dati ricevuti dai satelliti, il ricevitore determina la localizzazione di un punto sulla Terra e le sue coordinate geografiche.
Navigatori Il GPS viene messo in abbinamento a dettagliati atlanti digitali, che trasformano le coordinate e le altitudini fornite dal satellite in mappe digitali, riuscendo a contenere in pochi megabyte la rete stradale di Paesi e continenti.
→ Osserva il disegno che illustra il meccanismo del GPS. Collega poi al disegno le sue funzioni.
a. Una costellazione di più di 24 satelliti orbita intorno alla Terra monitorando la superficie del pianeta. (.....)
b. I satelliti trasmettono segnali radio con la loro posizione, lo stato e il tempo esatto dell’invio del messaggio. (.....)
c. Il rilevatore GPS riceve i segnali radio, registra l’esatto orario del loro arrivo e calcola la distanza dal satellite. (.....)
d. Le stazioni di controllo a terra verificano lo stato dei satelliti. (.....)
Google Earth Per esplorare la superficie terrestre lo strumento ideale è Google Earth. Questo software parte dalle immagini satellitari, le abbina a fotografie aeree e a dati topografici secondo la tecnologia dei GIS: in questo modo genera immagini virtuali e tridimensionali della Terra, estremamente precise e riconoscibili. Nelle principali città del globo, Google Earth è in grado di mostrare immagini con una risoluzione spaziale inferiore al metro quadrato: strade, piazze, edifici, monumenti sono visitabili in alta risoluzione navigando con il mouse. Dal 2017 il programma ha avviato una funzione che mostra i luoghi in una simulazione di volo
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Redazione Studio RovedaMarelli Milano
Coordinamento redazionale Marco Mauri
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Progetto grafico Chiara Zavattaro
Copertina Enrica Bologni
Impaginazione Studio Mizar - Bergamo
Ricerca iconografica RovedaMarelli Milano
Cartografia Studio Aguilar – Milano, LS International, Archivio Principato
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Prima edizione: gennaio 2024
Ristampa aggiornata: gennaio 2025
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