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Tre libri Denominazione di Origine Inventata – Figurine di gusto Piccolo atlante dei cibi perduti
Fase di lavorazione da Agricola Lusia.
CSB M-ERP per picking e vendita
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L’utilizzo di una soluzione mobile consente di ridurre il dispendio di tempo ed i margini di errore nell’evasione degli ordini, con percorsi ottimizzati e verifi ca on-line delle richieste specifi che del cliente (ad esempio, consegna con scadenza minima non inferiore a 3 mesi) e rilevazione uscita merci. «Da quando abbiamo implementato l’MERP per picking e vendita, abbiamo ridotto in maniera signifi cativa i tempi operativi e gli errori» afferma LUIGI REGA, responsabile commerciale della Ponte Reale, azienda casearia dove la più antica tradizione si coniuga con concetti all’avanguardia come sostenibilità e responsabilità d’impresa. Infatti, «le nuove procedure di preparazione ordini, semplici da usare ma allo stesso tempo fl essibili e complete, hanno migliorato la nostra routine lavorativa perché così abbiamo alleggerito lo stress dei periodi di superlavoro».
Anche da EUROCHEF ITALIA, azienda specializzata nella produzione e vendita di piatti pronti di gastronomia per la ristorazione, la Grande Distribuzione e il consumatore fi nale, «l’implementazione dell’M-ERP di CSB-System ci ha fornito la soluzione ad alto valore aggiunto che cercavamo. Con una sola azione abbiamo inciso positivamente su mobilità, controllo e produttività».
CSB M-ERP per la produzione
Attraverso il collegamento delle bilance, degli scanner e di tutte le periferiche necessarie, sulla base delle ricette inserite e degli ordini di produzione esistenti si possono ricomporre gli ingredienti di una ricetta, le cui quantità vengono scaricate dai conti di giacenza di magazzino. «Potrei riassumere In tre parole la completa ottimizzazione dell’operatività in produzione: fl essibilità, velocità e controllo» dice ISABELLA GAMBIN di Agricola Lusia, azienda veneta specializzata nell’approvvigionamento, confezionamento e distribuzione di agrumi. E continua, «Il valore aggiunto deriva dai dati sempre aggiornati in tempo reale e sempre corretti. Aspetto questo che ci consente di avere performance migliori anche nelle vendite».
Per concludere
Avere un unico fornitore di ERP e M-ERP è sicuramente conveniente, perché consente all’azienda di formare gli utenti su un unico software e di avere un unico referente per le soluzioni sia fi sse che mobili. In breve, i vantaggi: • inserimento e visualizzazione delle informazioni in tempo reale; • integrazione di periferiche per automatizzazione parziale o completa di processi aziendali complessi; • eliminazione del cartaceo; • riduzione degli sprechi di tempo causati da doppi inserimenti; • ottimizzazione delle prestazioni delle risorse umane sull’intera fi liera.
Referente: • Dott. A. MUEHLBERGER
CSB-System Srl Via del Commercio 3-5 37012 Bussolengo (VR) Telefono: 045 8905593 Fax: 045 8905586 E-mail: info.it@csb.com Web: www.csb.com

ALBERTO GRANDI Denominazione di Origine Inventata Le bugie del marketing sui prodotti tipici italiani Edizioni: Mondadori 192 pp. – € 11,00

ALBERTO CAPATTI, ELENA FAVA (a cura di) Figurine di gusto Delizie per la gola e gli occhi dalla natura all’industria Edizioni: Franco Cosimo Panini 224 pp. – € 25,00

ALBERTO CAPATTI Piccolo atlante dei cibi perduti Storie di cucina dimenticata Edizioni: Slow Food Editore 192 pp. – € 16,50
Il Parmigiano Reggiano più simile a quello creato secoli fa dalla sapienza dei monaci emiliani? È il Parmesan prodotto in Wisconsin, USA. E quella meraviglia dolce e succosa che si chiama pomodoro di Pachino? Un ibrido prodotto in laboratorio da una multinazionale israeliana. Tutto quel gran sbattersi per defi nire il vino DOC, DOP o IGP in base a millenarie tradizioni dei vigneti? Un nobile intento, che fi nge di non sapere che nell’800 un parassita distrusse tutte le vigne presenti sul territorio italiano e europeo, obbligando i nostri viticoltori a usare viti non autoctone e innesti vari. ALBERTO GRANDI, dell’Università di Parma, svela il marketing dietro al successo dell’industria gastronomica italiana. I tanti prodotti tipici italiani, gran parte dei piatti e la stessa Dieta Mediterranea sono certo buonissimi, ma le leggende di storia e sapienza che li accompagnano sono invenzioni degli anni ‘70: è in quel momento che imprenditori e coltivatori si alleano per inventare una presunta tradizione millenaria del nostro cibo e il conseguente storytelling per sostenerla. Un libro, questo, che farà arrabbiare, ma, forse, anche ragionare, tutti coloro che sono fi deisticamente innamorati del grande mito della tipicità italiana.
Figurine di gusto affronta il tema del cibo e dell’alimentazione così come è stato raccontato dalle fi gurine fi n dalla metà del XIX secolo. In quegli anni la nascente industria alimentare le sfrutta infatti come veicolo promozionale per illustrare al pubblico alimenti pensati, per la prima volta, per la lunga conservazione, una vasta distribuzione e una facile preparazione. Prodotti come l’estratto di carne liofi lizzata, il latte condensato, la tapioca o le tavolette di cioccolato diventano così protagonisti delle fi gurine, che spiegano le loro proprietà benefi che e principi nutritivi e mostrano gli stabilimenti in cui venivano realizzati e imballati. Ma il rapporto tra le piccole cromolitografi e e il cibo non si esaurisce certo qui: i “cibi di strada” e le ricette tipiche spesso oggi dimenticate sono frequentemente stati il soggetto di numerose serie, insieme a panoramiche sulla storia dell’alimentazione dei popoli. Tra le pagine di questo libro, come in un’Esposizione Universale che attraversa i secoli e i continenti, il lettore incontrerà così ghiottonerie e prelibatezze, frutti dei campi e cibi conservati, ricette antiche e tavole imbandite.
Il gioco del cibo dimenticato o ricordato è all’origine di questo piccolo atlante: 80 schede-racconto riportano in vita cibi e ricette del ‘900 (apparentemente?) scomparsi. La seconda parte è dedicata alle nonne, attraverso i ricettari che le vedono protagoniste, prime custodi nell’immaginario popolare di una cucina senza di loro condannata all’oblio. I cibi dimenticati danno continuità alla nostra storia e ci permettono di intuire non soltanto che cosa siamo stati, ma soprattutto che cosa siamo e cosa saremo. Quasi un giallo, un mistero, un elenco di stranezze, della nonna o di qualche ristoratore modaiolo, ma poi neanche tanto strano a bene vedere… Il loro nome attira l’attenzione, perché misterioso come bighelloni e broccioli, o perché esagerato e fantasioso come le uova di pavoncella, suggerite per una cena galante in un ricettario afrodisiaco del 1910. Le fonti sono le più varie: i brustulli, ad esempio, vengono dal Dizionario delle cose perdute di FRANCESCO GUCCINI. Le schede si susseguono in ordine alfabetico, dall’abalon al pane perduto, nomen omen, fi no a uno yogurt usato insolitamente (ILARIA RATTAZZI nel 1981: “Vi siete presi una sbronza, mangiate dello yogurt”).







