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Bevande Il gin nasce in Italia Giovanni Ballarini

1) Jacopo Melia di Fattoria Paradiso a Bertinoro (FC). 2) Lo stand di Casali Viticoltori di Scandiano (RE).

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impedito la rimodulazione dell’assetto partecipativo di una manifestazione che in chiave nazionale ha anche ribilanciato le presenze del Centro-Sud — in rialzo — con quelle del Nord.

Sul fronte delle presenze estere, nel testa a testa tra USA e Germania la spuntano i primi che confermano la leadership nella classifi ca delle nazioni presenti. Terzo rimane il Regno Unito, mentre il Canada subentra alla Cina nella quarta posizione, davanti alla Francia. Seguono Svizzera, Belgio, Olanda, Repubblica Ceca e Danimarca. Bene, nel complesso, le presenze dal continente europeo, che hanno rappresentato oltre due terzi del totale degli esteri. Ottime anche le performance di Francia, Svizzera, Belgio e Olanda che vedono aumentare il numero degli operatori rispetto alle passate edizioni. Si consolidano inoltre le presenze dei Paesi del Nord e dell’Est, con in evidenza Finlandia, Danimarca, Repubblica Ceca, Slovenia e Romania. In ambito extraeuropeo, tengono Paesi come Singapore, Corea del Sud, Vietnam; in crescita l’India. Infi ne, anche se con valori assoluti contenuti, si dimezzano le presenze dall’Oceania mentre più che raddoppiano quelle dall’Africa.

Mixology

In tema di tendenze tra le novità di quest’anno ricordiamo l’area Mixology che ha registra il tutto esaurito e fatto da trend setter sull’evoluzione delle abitudini di consumo, dagli aperitivi ai cocktail low o free alcol. Il vino irrompe sempre di più nel mondo nei drink mixati, anche in virtù di una crescente domanda dei giovani verso calici meno alcolici e più facili da bere. L’indagine dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly sul mercato americano, da sempre vero incubatore di tendenze, ha infatti evidenziato come le nuove generazioni “miscelino” sempre di più il vino con le nuove bevande socializzanti. Una sorta di spritz o Bellini 4.0, fatto di ready to drink, di nuovi cocktail come il Negroni con il vermouth o il Red splash — a base di tequila, vino rosso, limone, lime e agave —, di vino aromatizzato alla frutta (come l’Asti al pompelmo rosa) all’esordio qui a Vinitaly. Un’arte, quella della miscelazione, che sintetizza in sé innovazione e nuove competenze, con una generazione di giovani bartender ispirata da modelli ed esempi che hanno fatto la storia della disciplina nel corso degli ultimi vent’anni. E sono queste fi gure, veri e propri chef della miscelazione, che dettano nuove tendenze e costumi del settore, mettendo sempre al primo posto la qualità del prodotto, sia nella rinascita di drink storici che nelle nuove sperimentazioni. È in tale contesto che viene riscoperta la grappa, tradizionale dopo-pasto dall’identità demodé, che viene svecchiata e rinnovata in ottica di miscelazione. Allo stesso modo, nei cocktail spazio anche a kombucha e saké, una valorizzazione dal sapore cosmopolita che si spinge verso nuove frontiere del gusto. E l’originalità la fa da padrona anche dal punto di vista visivo, con i bicchieri che smettono di essere semplici strumenti per diventare parte della composizione e il ghiaccio che assume un ruolo da protagonista reinventandosi in sfere o diamanti. E come nel mondo del vino, anche la mixology conosce una crescita delle preparazioni free e low alcol, con risultati lontani dai classici e noiosi analcolici: la cura e la ricercatezza di questi drink raggiungono quelle dei tradizionali cocktail alcolici, per garantire qualità e raffi natezza a qualsiasi livello di gradazione.

Sol&Agrifood

Anche quest’anno all’interno di Vinitaly si è svolto Sol&Agrifood, il salone delle specialità agroalimentari di qualità, suddivise in tre macro aree: food, olio extravergine di oliva e birre artigianali. Target dell’area espositiva sono stati buyer e operatori HORECA alla ricerca di specialità alimentari attraverso percorsi sensoriali e degustazioni. La tradizione e il meglio della gastronomia nazionale sono state celebrate al primo piano del Palaexpo con il Ristorante d’Autore a cura di MARCO GATTI de Il Golosario. Per quattro giorni, quattro chef si sono alternati per offrire i grandi piatti della cucina made in Italy in versione moderna e gourmet con DANIEL CANZIAN, lo chef patron dell’omonimo ristorante di Milano; SAIMIR XHAXHAJ, chef del ristorante La Canonica di Verona, il patron del ristorante Cavallino Bianco di Polesine Zibello (PR) LUCIANO SPIGAROLI e CRISTINA CARBONE del ristorante Manuelina di Recco (GE). Novità dell’edizione 2022 è stato Simply Gourmet – Italian fi ne food & bar, il progetto di VERONAFIERE in stile Food Court Premium con una grande area “esperienziale” dove due tra i più rinomati catering italiani, Papillon di Milano e La Dogaressa di Venezia, hanno declinato un menu di carne e un menu di pesce con attenzione all’italianità del piatto. L’appuntamento è con la prossima edizione di Vinitaly il 2-5 aprile 2023 sempre a Verona.

Federica Cornia

I 130 anni di Montresor

La cantina Montresor, noto marchio dell’Amarone della Valpolicella, ha festeggiato i 130 anni di storia dalla fondazione, avvenuta nel 1892 per opera di GIACOMO MONTRESOR, e per l’occasione ha lanciato una speciale Riserva di Amarone Docg 2012, presentata durante il Vinitaly. Si tratta di una bottiglia speciale, in 6.000 pezzi, che ricorda un’intuizione dello stesso fondatore, il quale pensò a una bottiglia satinata, da lui disegnata, per poter conservare meglio il vino durante il trasporto via mare verso gli Stati Uniti, mercato che Montresor conquisterà lentamente. Le tre generazioni successive hanno poi sviluppato l’azienda facendo conoscere i vini Montresor in tutto il mondo. Dalla prima bottiglia di Recioto Rustego secco del ‘46, alla presentazione in Canada nel ‘69 di quella che è divenuta un’icona dei vini veronesi in nord America: l’Amarone della Valpolicella in bottiglia satinata. Più di recente, a partire dal 2019, Montresor ha realizzato un nuovo impianto d’imbottigliamento, un nuovo fruttaio per l’appassimento delle uve per l’Amarone, una bottaia completamente ristrutturata e una nuova area di cantina. Totale dell’investimento 3,5 milioni di euro. Oggi i vini Montresor sono commercializzati in 56 Paesi del mondo.

>> Link: www.vinimontresor.com

Il gin nasce in Italia

di Giovanni Ballarini

Il ginepro, in particolare il ginepro comune (nome scientifi co Juniperus communis L.), è un arbusto il cui nome, Juniperus, da Junix = giovenca e pario = do alla luce, deriverebbe dalla sua (presunta) caratteristica di facilitare il parto delle giovani vacche o perché produce sempre giovani germogli. I suoi fi ori dioici con ovuliferi globosi dopo la fecondazione formano una coccola detta impropriamente bacca, grossa 5/8 mm, carnosa, e dalla quale si ricava un’essenza medicinale usata in cucina e, soprattutto, per preparare il Gin che, contrariamente a quanto si ritiene solitamente, è tra i primi distillati alcolici e soprattutto ha un’origine se non esclusiva perlomeno prevalentemente italiana.

Distillati medicamentosi di ginepro

La tecnica distillatoria è già nota ai Babilonesi, ad antichi Egizi e Greci e patrimonio dei sacerdoti e di pochi adepti in Egitto durante l’epoca ellenistica romana. Trasmessa agli Arabi, i distillati di alcool (denominazione araba) e preparati con le tecniche dei medici arabi andalusi applicate al vino, in Occidente si diffondono intorno al X secolo grazie alla Scuola Medica Salernitana. Oggi riteniamo che i distillati alcolici di ginepro, quasi primi proto-gin, siano prodotti in Italia, a Salerno, dove l’alcol originato dal vino è distillato insieme a coccole di ginepro per concentrare le sue proprietà e farne un medicamento stabile, facilmente trasportabile e utilizzabile tutto l’anno. Ancora oggi al ginepro sono attribuiti effetti utili nel trattamento di disturbi dispeptici.

In una raccolta di trattati del 1055, il Compendium Salernitanum, si parla di un distillato di vino infuso con bacche di ginepro. Nei secoli successivi i distillati alcolici di ginepro e ottenuti da diverse origini vegetali si diffondono nelle scuole mediche europee, dove sono modifi cati. Nel 1269, nel volume enciclopedico Der naturen bloeme volkeren, il dott. JACOB VAN MAERLANT (1235-1300) cita gli effetti benefi ci di un decotto di bacche di ginepro e vino e, un secolo dopo, JAN VAN AALTER descrive gli inebrianti effetti del Jenever. È questa la prima menzione della bevanda, in quanto il

Il gin è un distillato secco che deriva dalla distillazione di un fermentato di frumento ed orzo, in cui viene lasciata macerare una miscela di erbe, spezie, piante e radici, ovvero i cosiddetti “botanicals”. In questo insieme di erbe e spezie spiccano le bacche di ginepro, che caratterizzano particolarmente la bevanda in termini di gusto e aroma. È da queste che trae origine il nome della bevanda. (photo © 2019 Gordon Bell).

termine Gin risale al medico di Anversa PHILIPPUS HERMANNI, che nel libro Een Constelijck distileerboeck (1552), menziona l’Aqua juniperi. Verso la metà del ‘600 nell’Università di Leida FRANCISCO DELLA BOE (1614-1672), meglio noto come FRANCISCUS SYLVIUS, usa il Gin, coccole (bacche) di ginepro distillate in alcool, per curare la febbre delle Indie orientali.

Terapia e nutraceutica del ginepro

Oggi scarso è l’interesse per un uso terapeutico o nutraceutico del ginepro. RAJINDER RAINA e collaboratori [RAJINDER

RAINA, PAWAN K. VERMA, RAJINDER PESHIN, HARPREET KOUR (2019), Potential of Juniperus communis L. as a nutraceutical in human and veterinary medicine, HELIYON, Vol. 5, Issue 8, e02376] partendo dalle osservazioni e credenze empiriche europee e asiatiche, ritengono che il ginepro sia sicuro per la maggior parte degli adulti se assunto per via orale in quantità medicinale a breve termine o quando inalato come vapore o applicato sulla pelle in piccole aree, mentre la somministrazione orale dell’olio di ginepro per lungo tempo o in dosi elevate può essere pericolosa, causare problemi renali e irritazione dell’intestino, infl uenzare la pressione sanguigna e abbassare troppo la glicemia. Sarebbero quindi necessari nuovi studi clinici per supportare l’uso di questo prodotto naturale come nutraceutico. In modo analogo, ovvero sulla necessità di ulteriori ricerche, si era espresso il Final report on the safety assessment of Juniperus communis Extract, Juniperus oxycedrus Extract, Juniperus oxycedrus Tar, Juniperus phoenicea extract, and Juniperus virginiana Extract, and Juniperus virginiana (INT. J. TOXICOL., 20 Suppl. 2, 41-56, 2001).

Diff usione del Gin

Dall’Olanda il Gin si diffonde in Inghilterra, raggiungendo il massimo della produzione quando, nel 1690, GUGLIELMO III D’ORANGE vieta l’importazione di distillati stranieri, primo fra tutti il cognac dei Francesi, utilizzando le eccedenze di cereali per la produzione di alcool che è destinato alle distillerie di Gin e che in questo modo diviene il principale liquore inglese. Inizialmente prodotto col

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