La distorta immagine di sé; l’ossessivo autocontrollo sul corpo, sul suo peso, sul cibo da (non) inghiottire ed eventualmente vomitare; i vissuti ansioso-depressivi, i conflitti interpersonali, i disturbi sessuali e della vita affettiva in generale, il cattivo uso dell’intelligenza, la patologica strumentalizzazione della precisione e di certi ideali di irrealistico perfezionismo.
Ecco, in sintesi, l’essenziale quadro di riferimento della anoressia, un autentico paradosso per la “abbondante” civiltà occidentale.