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Bruna Sartori, la poesia come gioco
Poesia della nostra terra
di Laura Mansini
BRUNA SARTORI:
LA POESIA COME GIOCO
Poetessa che di sè ama dire:” Io gioco con le parole, perché scrivo, cancello, sposto, finché non metto quella giusta, che credo giusta al posto giusto. Può succedere tuttavia che cambi anche una vecchia poesia”
Èdifficile raccontare che cosa sia la poesia, entrare nel cuore di chi si avvicina a Calliope. In questi miei ritratti letterari ci sto provando. La Poesia racconta il cuore, l’anima, la cultura di chi affronta questa difficile arte. Gli antichi Greci consideravano Calliope, figlia di Zeus la musa della poesia , quella epica. Io più modestamente, considero la poesia un dono dell’anima, mio padre, artista di professione, avrebbe detto “un dono degli dei”, sia per quanto riguarda la poesia classica, che quella più vicina a noi, quella dialettale, che risponde al cuore ed all’intelligenza dei nostri avi, che durante i lunghi inverni stavano chiusi nei loro masi e facevano Filò nella stalla raccontando favole, storie de sti ani, e i più coraggiosi le sintetizzavano in versi, in canzoni, in commedie. Oggi vi voglio raccontare una poetessa che si è avvicinata alla scrittura poetica per la prima volta a vent’anni e fu subito un successo. Bruna Sartori, nata a Borgo Valsugana,la famiglia abitava a Bieno, il 19 settembre del 1950, è una delle figure più interessanti dell’attuale panorama poetico della Valsugana. Schiva, non ama parlare molto di sè ed incontrarla, in questo tempo di Covid non è stato facile. Scrive, ma si è un po ritirata , con una bella storia poetica alle spalle. Mi piace ricordare che appena ventenne, con la sua prima poesia scritta nel giugno del 1970, spinta dal padre, Mario Sartori, (1897-1973) uomo eclettico, molto conosciuto in Valsugana, ha mandato i versi ad un concorso per poesia indetto dal Club Armonia di Trento in quello stesso anno e subito ha vinto il primo premio. Eccola:
Come zoca dilanià dal tempo strussià dai ani l’è el to corpo e mi me sento verde rebuto de le to raise. Voio viver co la clorofila dei me vinti ani, co la linfa de la to esperiensa Come ceppo dilaniato dal tempo distrutto dagli anni è il tuo corpo ed io mi sento verde pollone delle tue radici. Voglio vivere con la clorofilla dei miei vent’anni con la linfa della tua esperienza
Poesia della nostra terra

Versi intensi, che dimostrano le potenzialità della giovane autrice, la quale, tuttavia dopo la gioia e la sorpresa per un po di tempo non ha più scritto. Non ha però mai smesso di leggere, romanzi dei grandi autori russi, ma anche i versi di Reiner Maria Rilke, di Pablo Neruda, Pasolini, Ungaretti, Pavese non trascurando la poesia dialettale della quale la Valsugana ha grandi autori, come don Mario Beber e Marco Pola. Parlando con lei ho scoperto l’influenza del padre nel consigliarla di proseguire con la scrittura, infatti le chiedeva perché leggesse le poesie degli altri quando avrebbe potuto scrivere e leggere le sue; la stessa cosa che più tardi le disse il poeta Roberto Spagolla quando la invitò a prendere parte alle serate di “Immagini e poesie” che organizzava nei paesi della Bassa Valsugana. Bruna si è trasferita a Borgo nel 1983 col marito ed il figlio. Qui ha iniziato a collaborare con le associazioni culturali e sportive, in particolare con la redazione di “Prospereto”, si è fatta notare dalla grande famiglia dei poeti sia Valsuganoti che Trentini; nel 1991 ha conosciuto Luciano DeCarli, poeta fondatore del Cenacolo dell’Alta Valsugana, a Borgo dove era andato per presentare il suo ultimo libro “Sull’oscurato raspo degli anni”; questa conoscenza poi sfociò nella collaborazione che durò per molti anni col “Cenacolo”. Va detto che la Sartori ha partecipato attivamente sia come autrice che come organizzatrice alle più importanti manifestazioni della nostra terra fra le quali: “Poeti lungo il Brenta”, organizzata col Cenacolo Valsugana, deciso a raccontare attraverso le poesie degli abitanti i paesi lungo il fiume. Nel 2002 ha vinto pari merito con la sig.ra Lidia Roat Tecilla il premio del concorso “Di..versi sentimenti” di Tenna. Ricordiamo anche “Il lago nel cuore” di Calceranica nel 2016, ideata ed organizzata da Alberto Pattini. Molto importante per la nostra autrice è stato l’incontro con il maestro del Coro Paganella di Terlago, Claudio Valdagni, che ha scelto una sua poesia per metterla in musica e farla Cantare ai suoi coristi in occasione del 40° di Fondazione (1969). La poesia che Bruna aveva scritto nel 2006, fu considerata dal giovane maestro, molto adatta ad essere musicata, infatti nella presentazione egli afferma che “Nova matina” gli è piaciuta:” nella sua brevità, l’ambiguità di base delle parole che possono essere interpretate in vari modi...ho giocato con le parole soffermandomi in particolare su :”fati” e lontani”. Ecco quindi ” Nova matina (2006) : Ala porta verta /su le scale del doman/ curioso arder /de foghi /de stele lontane. Nte l nasser de la luce/ de na nova matina / se consuma/ momenti de ore/ passade/ dove, al tempo,/ resiste, /calmi, bei deboli fati. Bei deboli fati che segnano la vita. Parole come pedine di un gioco sulla scacchiera del tempo dove ogni mattina rinasce la speranza che è, ci dice Bruna Sartori, il sale stesso della vita.
