TEX - Fiumi di china italiana in deserti americani

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Doctor De Falco, I presume di Graziano Frediani Quanti sono i dottori del fumetto italiano? Parlo dei dottori raccontati a matita, i medici immaginari davanti ai quali i ragazzi di una volta si sedevano volentieri, senza provare il timore che invece incutevano i dottori in carne e ossa, armati di siringhe e stetoscopi, pasticche e purganti… Nel piccolo mondo di sogni fatti di segni che Raffaele De Falco ama da sempre, e di cui oggi è diventato uno dei più informati cronisti, ma soprattutto uno dei più attenti studiosi, i dottori degni di nota, secondo me, sono due: uno Buono e uno Cattivo. Quello Buono (ma sarebbe più giusto dire: Buono a Nulla) è un omone dalla barba incolta e dal sorriso furbo, signiicativamente soprannominato “Salasso”, che pensa soltanto a ubriacarsi con un anziano scout brontolone e traballante, signiicativamente soprannominato “Doppio Rhum”. Ricalcato sulla isionomia di un celebre caratterista hollywoodiano (Thomas Mitchell, il “doc” alcolizzato in cerca di riscatto nel classico Ombre rosse di John Ford), Salasso compare nel 1951 in uno dei primi episodi di «Capitan Miki», una serie western incentrata su un giovane, coraggioso (e morigeratissimo) Ranger del Nevada, e irmata da tre cartoonist (Pietro Sartoris, Dario Guzzon, Giovanni Sinchetto) che si nascondono dietro il nome d’arte di “EsseGesse”. Da allora in poi, Salasso resterà per sempre, insieme a Doppio Rhum, al ianco di Capitan Miki, diventando una igura proverbiale per le sbornie che si concede, più che per le sue doti professionali. Salasso è tanto simpatico, quanto inafidabile. Viveva e praticava il suo mestiere a Kansas City, ma se n’è dovuto scappare in fretta e furia: «Un certo Joe, detto il “Massacratore”, se l’è presa a male perché gli ho cavato un dente sano invece di un dente cariato», confessa. Un cialtrone, dunque, che dà l’impressione di non aver mai sentito nominare quel giuramento di Ippocrate che i dottori veri – quelli come Raffaele De Falco – considerano sacro e inviolabile. L’altro dottore cui accennavo all’inizio non è proprio un medico, bensì un mad doctor, uno “scienziato pazzo”: creato nel 1939 dallo sceneggiatore Federico Pedrocchi, è protagonista assoluto di tre racconti (Il mago della foresta morta e Il Polo ‘V’, illustrati da Walter Molino, e Il Signore del Buio, disegnato da Antonio Canale). Nel suo farneticante odio contro l’umanità, Virus sfodera capacità

Il Dottor De Falco e la “famiglia” bonelliana ritratti da Raffaele Della Monica in un’avventura di Zagor. Pagina precedente: disegno di Giovanni Ticci.

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