L'uomo del Khyber

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L’Uomo del Khyber attilio micheluzzi


L’uomo del Khyber

di Attilio Micheluzzi © 1980 Attilio Micheluzzi / eredi Micheluzzi © 2023 Solone srl per questa edizione Tutti i diritti riservati Collana Attilio Micheluzzi, 11 Direttore Editoriale: Nicola Pesce Caporedattore: Stefano Romanini Ufficio Stampa: Gloria Grieco Coordinamento Editoriale: Cristina Fortunato Correzione bozze: a cura della redazione L’uomo del Khyber è stato pubblicato per la prima volta nella collana «Un uomo un’avventura» n. 26, edizioni CEPIM, febbraio 1980. Si ringraziano Agnese Micheluzzi ed Erasmo Frascaroli per la collaborazione e la gentile consulenza.

Stampato tramite Tespi srl – Eboli (SA) nel mese di settembre 2023 Edizioni NPE è un marchio in esclusiva di Solone srl Via Aversana, 8 – 84025 Eboli (SA) edizioninpe.it facebook.com/EdizioniNPE twitter.com/EdizioniNPE instagram.com/EdizioniNPE #edizioninpe


L’uomo del Khyber di Attilio Micheluzzi



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L’architetto del fumetto amante della Storia di David Padovani

Nella seconda metà degli anni ’70 del secolo scorso – più esattamente tra il 1976 e il 1980 – il mondo dell’editoria italiana a fumetti da edicola fu testimone di una esperienza per certi versi d’avanguardia e, per altri, irripetibile. La casa editrice Bonelli, che da poco era stata ribattezzata Edizioni Cepim e con alla guida Sergio Bonelli, varò una collana da edicola – con una confezione cartonata e di pregio – intitolata «Un uomo un’avventura». Al suo interno, i più importanti nomi della Nona Arte italiana e internazionale dell’epoca, dettero vita a una serie di romanzi a fumetti di genere avventuroso, autoconclusivi e accomunati dai titoli che iniziavano tutti con “L’uomo del…” . La serie, assolutamente innovativa per gli anni in cui fu in edicola, si basava sul connubio tra avventura e realismo, tra fumetto di finzione e Storia, provando ad abbattere la barriera pregiudiziale insita nelle connotazioni “popolare” e “autoriale” che già al tempo iniziava a erigere muri di divisione tra i vasi comunicanti dei vari mondi del fumetto. All’interno della collana, tra i nomi dei maggiori autori che produssero i trenta volumi che la compongono, per ben due volte troviamo quello di Attilio Micheluzzi che al connubio tra fumetto e Storia ne aggiunge un altro altrettanto intrigante, quello tra fumetto e architettura. A L’uomo del Tanganyka, riproposto nel settimo volume di questa collana di Edizioni NPE, seguì L’uomo del Khyber, che vi apprestate a leggere. Anche in questa sua opera Micheluzzi riversa tutta la sua grande passione per le vicende storiche, mischiando personaggi e vicende di fantasia all’interno di un preciso contesto storico. 5


Il titolo della storia fa riferimento infatti al passo Khyber, valico montuoso che collegava la regione del Punjab all’Afghanistan. La vicenda è ambientata tra l’estate e l’autunno del 1879, quando il Punjab – regione a cavallo tra India e Pakistan – era un luogo nevralgico per l’impero inglese che stava cercando di estendere la propria sfera d’influenza fino all’Afghanistan, con l’obiettivo di proteggersi da una eventuale invasione russa della propria colonia asiatica. Al protagonista della storia, l’ambiguo euroasiatico Reginald Winkie – commesso di banca e donnaiolo – Micheluzzi affianca figure storiche come il diplomatico britannico Pierre-Louis Cavagnari e il generale inglese Frederick Roberts, per dare vita a un’avventura che unisce intrighi politici e vendette private sullo sfondo degli affascinanti paesaggi naturali e urbani del subcontinente indiano.

Tra Storia e storie La Storia – quella, appunto, con la S maiuscola – è sempre stata una presenza forte nel fumetto europeo. Se nella scuola franco-belga continua a essere prolifico tutt’oggi un filone di fumetti che raccontano vicende storiche realmente avvenute e personaggi realmente esistiti, nel nostro Paese la Storia si è sempre ibridata nel fumetto popolare e seriale, cioè in quel tipo di fumetto che per decenni è stato quantitativamente il più importante e diffuso nel territorio italiano. Icone come Tex e Zagor hanno spesso incrociato il loro sentiero narrativo con personaggi ed eventi storici e i loro autori si sono spesso avvalsi della licenza di piegare gli uni e gli altri alle esigenze della storia da raccontare, reinterpretando verità storiche da prospettive che non le distorcessero, quanto piuttosto andassero a cercare zone d’ombra di eventi reali per arricchirli con invenzioni di fantasia. 6


Attilio Micheluzzi ha sempre frequentato il fumetto seriale, quello delle riviste per ragazzi e quello “bonelliano”, come le due storie per «Un uomo un’avventura». E ha sempre frequentato la Storia, perché avventura per lui ha sempre significato raccontare vicende storiche del passato, meglio se extra nazionali con protagonisti cittadini del mondo esattamente come era lui: di origini napoletane ma giuliano di confine, prima italiano e poi istriano – seguendo le sorti della sua città natale Umago – e architetto per tanti anni in Africa settentrionale, tra Marocco, Senegal, Nigeria, Tunisia e Libia. La sua passione per la Storia è evidente nell’attenzione che anche nelle pagine che vi apprestate a leggere traspare per i costumi dei personaggi e le atmosfere delle ambientazioni. Alcune tavole de L’uomo del Khyber potrebbero tranquillamente essere scambiate per schede di qualche manuale di storia per la loro accuratezza. Il livello di dettaglio con il quale Micheluzzi disegna gli abiti di lord e nobildonne, l’abbigliamento tipico di indiani e afgani, le divise dei vari corpi militari, per non parlare della sua solita precisione nella resa delle architetture civili e, soprattutto, militari e degli scorci urbani sono la conferma di quanto la materia storica fosse importante nella sua cifra di autore, come elemento narrativo fondante. Leggere questo fumetto equivale a immergersi nelle atmosfere dell’India coloniale di fine ’800, quasi sentire gli odori delle spezie e dell’umanità brulicante di Lahore (il grande rimpianto di Micheluzzi, quello di non poter disegnare su pagina gli odori, che tanto raccontano…). Sono questi il merito e il talento più grande di questo maestro dell’illustrazione: rendere una storia di avventura un’esperienza immersiva per il lettore, grazie alle inquadrature e alla composizione di ogni tavola. Grazie all’architettura.

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L’architetto del fumetto Attilio Micheluzzi è arrivato nel mondo del fumetto dopo i quarant’anni, lasciandovi nei successivi venti un’impronta indelebile e dopo aver praticato, nei precedenti venti o quasi, l’arte e il mestiere dell’architetto. Costretto ad abbandonare la Libia e il suo lavoro, l’artista nel pieno della sua maturità anagrafica decise che era tempo di sostituire la propria professione con la sua passione. Laddove, come in questo caso, la prima e la seconda sono mondi limitrofi, quasi paralleli. Le affinità tra architettura e fumetto sono tante e forse è per questo che ci sono tanti fumettisti laureati in architettura (accanto a Micheluzzi facciamo giusto i nomi di Guido Crepax e Manuele Fior) e altrettanti fumettisti appassionati di architettura (come Paolo Bacilieri). Il linguaggio del fumetto si compone di parole e disegni, esattamente come l’architettura si esprime attraverso testi e disegni, con i progetti che vengono rappresentati attraverso una serie di elaborati descrittivi e grafici. Nell’uno e nell’altra, dove non arrivano le parole, arrivano i segni o viceversa: un connubio inscindibile, pena l’incomunicabilità di una narrazione o di un progetto. Altro punto di contatto tra le due arti è la composizione. Nell’ambito architettonico, la composizione è materia fondamentale – non a caso insegnata spesso nei primi due anni del percorso accademico – e propedeutica all’apprendimento della progettazione.

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Per un architetto, saper “comporre” una pianta e, ancora di più, un prospetto significa far convivere funzione ed estetica, armonizzandole in una forma nella quale le due si annullano senza perdere di valore. Nel fumetto, la composizione di una tavola mira anch’essa a un fine armonizzante che faccia apprezzare su pagina il lato estetico e il lato funzionale del montaggio delle vignette, con la funzione che in questo caso è la leggibilità, lo storytelling fondamentale per la narrazione. È una disciplina “invisibile” la composizione, che ha efficacia proprio quando chi ammira un’architettura o una pagina a fumetti non la legge “strutturalmente” (quantomeno, non senza un’analisi approfondita), ma la percepisce esteticamente. E Micheluzzi – da fumettista ed ex architetto – ne conosce il valore e ne è maestro: prova ne siano le sue pagine nelle quali le strisce di vignette si compongono in senso orizzontale o verticale, modificando il ritmo di lettura secondo quanto dettato dalla sceneggiatura. E tutti gli elementi di questa composizione – non solo le vignette, ma gli spazi bianchi, i balloon, il lettering e le onomatopee – diventano imprescindibili per la riuscita del risultato finale. Ne L’uomo del Khyber l’esempio più evidente di quanto appena scritto sono le tre pagine iniziali della storia, quelle che possiamo chiamare l’introduzione e la presentazione dei personaggi e della vicenda. Micheluzzi le compone come una sorta di immagine unica priva di strutture a vignette, nelle quali sono i vari personaggi rappresentati in primo piano, mezzo busto, piano americano o campo totale ad assolvere alla funzione di ritmo visivo, con i balloon posizionati a “s” rovesciata – dall’alto a sinistra fino in basso a destra – a dettare il senso di lettura. Il tutto su uno sfondo dove il bianco è padrone e i personaggi appoggiano su un “piano” a contrasto, una forma geometrica (un ovale in due pagine, un quadrato nella terza) trattata come fosse un carabottino in legno, elemento grigliato tipico delle finestre delle costruzioni indiane, per permettere il passaggio dell’aria nelle notti afose ed evitare l’ingresso di animali nelle stanze. In queste tre pagine tutti gli elementi compositivi si fondono tra loro – basta osservare nella prima come le “pipette” di collegamento tra balloon diventano la cornice del carabottino di sfondo – e il risultato è un’armonia e una chiarezza di lettura che nel lettore si trasforma in facilità comprensiva della narrazione. Per questo, e per tanto altro che ci sarebbe da scrivere, Attilio Micheluzzi rimane un maestro del fumetto (e, essendo un architetto chi scrive, anche dell’architettura, credetemi).

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Pubblicato per la prima volta nella collana «Un uomo un’avventura» n. 26, edizioni CEPIM, febbraio 1980


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Volumi di Attilio Micheluzzi già pubblicati in questa collana: Air Mail – isbn: 978-88-36271-00-9 Rosso Stenton – Integrale– isbn: 978-88-94818-59-8 Petra Chérie – isbn: 978-88-36270-88-0 L’uomo del Tanganyka – isbn: 978-88-36270-75-0 Roy Mann – isbn: 978-88-36270-32-3 Afghanistan – isbn: 978-88-94818-46-8 Siberia – isbn: 978-88-94818-45-1 Pizarro in Perù – isbn: 978-88-94818-40-6 Titanic – isbn: 978-88-94818-22-2 Marcel Labrume – isbn: 978-88-94818-21-5 Volumi di Attilio Micheluzzi di prossima pubblicazione in questa collana: Mermoz Bab-el-Mandeb

La casa editrice del fumetto d’autore

edizioninpe.it


«È stata una notte fatale, Winkie. Di quelle che segnano una vita...»

Primavera del 1879. L’India è controllata dagli Inglesi, intenti a contenere la minaccia dell’espansionismo russo e ad estendere la propria influenza in Afghanistan. Reginald Winkie, capo cassiere di una banca di Lahore, è un giovane promettente e un grande seduttore. Un giorno, una delle sue amanti viene assassinata in circostanze misteriose.

Mossa da sentimenti discriminatori, la società inglese fa ricadere su di lui tutte le accuse. Fra spionaggio, ricatti e congiure, Winkie proverà a farsi giustizia guardando con occhi nuovi le sue radici. Dal maestro Micheluzzi, un’opera che affronta il problema dell’identità dell’individuo nel corso della Storia.

Attilio Micheluzzi (Umago 1930 – Napoli 1990), è considerato uno dei principali maestri della “linea chiara” del fumetto mondiale. Noto anche con lo pseudonimo di Igor Arztbajeff, iniziò a dedicarsi all’attività di fumettista molto tardi – quando aveva già superato i quarant’anni – eppure la sua produzione è sconfinata e presenta un livello di perfezione tecnica costante. Forte la sua predilezione per le storie con ambientazione d’epoca, per l’aviazione e per i periodi di grandi conflitti in cui gli esseri umani si mostrano per quello che sono.

edizioninpe.it ISBN: 978-88-36271-90-0

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