La Freccia - luglio 2023

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CATERINA MURINO

INTERVISTE

Max Angioni

Gianmarco Saurino

Rose Villain

IN TRENO D’ESTATE

TRAVEL

Bandiere blu d’Italia

Garda Trentino

Tesori del Piemonte

Cilento sostenibile

ARTE E PHOTO

Michelangelo

Pistoletto

Milo Manara

Paesaggi d’autore

PER CHI AMA VIAGGIARE
ANNO XV | NUMERO 7 | LUGLIO 2023 | www.fsitaliane.it | ISSN 2785-4175

IL TRENO E I TANTI MOTIVI PER SCEGLIERLO

Questa rivista deve il suo nome al Frecciarossa. Il Frecciarossa all’Alta Velocità ferroviaria inaugurata, nella sua configurazione attuale, il 5 dicembre 2009. Un’anteprima si era tenuta il 24 marzo dello stesso anno, quando per la prima volta il Frecciarossa in un viaggio prova percorse la nuova tratta AV Bologna-Firenze. Il treno partì da Milano e raggiunse Roma in tre ore. A bordo era presente l’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che compì parte del viaggio in cabina di guida e indossò il berretto da capotreno, accreditandosi l’attributo di presidente ferroviere. Così lo abbiamo ricordato su FSNews, così lo ricordiamo qui, nella prima occasione utile e a poche settimane dalla sua scomparsa. Lo facciamo anche per riproporre la questione delle infrastrutture di cui questo Paese, come ogni Paese, ha

EDITORIALE
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tanto bisogno se lo vogliamo più coeso, attrattivo e competitivo. E soprattutto più sostenibile, dal punto di vista sociale, economico e ambientale, visto che parliamo di infrastrutture finalizzate ad assicurare una mobilità collettiva, accessibile a tutti, efficiente e green. Parliamo inoltre di infrastrutture che nella loro fase progettuale cercano il massimo coinvolgimento delle comunità interessate, in quella esecutiva adottano tutte le misure necessarie a ridurne l’impatto sul territorio e, nel loro successivo utilizzo, diventano fattori abilitanti di ulteriori servizi, quali una diffusa ed efficiente connettività e stazioni pronte a farsi centri polifunzionali a beneficio della collettività. C’è dell’altro. Com’è solito evidenziare l’amministratore delegato di FS Italiane, Luigi Ferraris, la stagione che viviamo, per varie ragioni, ha riportato al centro dell’agenda politica nazionale

ed europea il tema delle infrastrutture. Una ragione, tutta nostra, è che, tolta l’Alta Velocità Torino-Salerno, terminata appunto 14 anni fa (ma la sezione Roma-Firenze fu inaugurata nel 1992), le nostre infrastrutture hanno mediamente – lo ricorda sempre Ferraris – oltre 60 anni d’età. L’upgrading tecnologico ne consente oggi un uso più efficace e sicuro; tuttavia, la rete nel suo complesso è stata concepita e realizzata in una realtà socioeconomica e tecnologica ben diversa dall’attuale. Le ragioni del fare sopravanzano quindi, e di molto, quelle dell’inerzia. Di un no troppo spesso aprioristico, se non ideologico. E comunque sempre meno pressante e convinto di un tempo. Se leggete questo editoriale, sarete quasi senz’altro in treno. Se avete scelto un mezzo di trasporto collettivo ne conoscete tutte le positività. Che sopravvivono oggi al nostro isolarci da-

vanti allo schermo di uno smartphone o di un pc. Che sopravviveranno domani quando sulla nostra testa viaggeranno scooter volanti e taxi droni. Sono tante le positività che apprezziamo e un’altra la potrete vivere da subito, leggendo nelle prossime pagine che un Frecciarossa, da questo mese, vi porterà direttamente a Pompei, connettendovi comodamente e in sicurezza – come ci racconta il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, promotore dell’iniziativa – con la nostra storia, il nostro patrimonio e le nostre radici. Perché treno e cultura, treno e arte, treno e società sono binomi inscindibili. Se non bastasse, per dirla con Antonio Machado, «luego, el tren, al caminar/ siempre nos hace soñar (e poi, il treno, nel viaggiare, sempre ci fa sognare)». Un altro ottimo motivo per sceglierlo, e averne sempre di più. Buona estate, e buon viaggio, quindi.

© Archivio FS Italiane

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UNA VITA PER L’ARTE

Dalle prime collaborazioni con Armando Testa fino al progetto intercontinentale con Galleria Continua. Michelangelo Pistoletto è in continua mutazione

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UN TUFFO NEL BLU

Da Sirmione a Catanzaro, passando per Orbetello, sono 226 le località marine e lacustri premiate per la qualità dell’ambiente. Da raggiungere comodamente in treno

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LA VITA È UN CAPOLAVORO

A Bergamo, fino al 10 settembre, una personale sul fumettista Milo Manara. Oltre 60 opere che ritraggono artisti realmente esistiti, da Caravaggio a Fellini

4 102 108 65 61 SOMMARIO LUGLIO 2023 8 RAILWAY HEART
26 GUSTA & DEGUSTA 16 ITALIA CHE FA IMPRESA 21 AGENDA 28 WHAT’S UP 35 UN TRENO DI LIBRI pag. 46 IN COPERTINA CATERINA MURINO LE FRECCE NEWS//OFFERTE E INFO VIAGGIO 111 SCOPRI TRA LE PAGINE LE PROMOZIONI E LA FLOTTA DELLE FRECCE i vantaggi del programma Carta FRECCIA e le novità del Portale FRECCE 73 92 62 AFFACCIATI SUL MONDO 66 TESORI DEL PIEMONTE 70
PIEDI PER UN NUOVO UMANESIMO 74 IL MONDO A PESARO 78 PARADISI SENZA TEMPO 82 L’ALGORITMO DELLA LONGEVITÀ 86 I SANTUARI DEL MARE 90 MAGNIFICHE DIMORE 98 RINASCERE DALL’ACQUA 102 IN PUNTA DI FIORETTO 106 DESIDERIO D’ITALIA 125 PRIMA DI SCENDERE
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Tra le firme del mese

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i siti Unesco in Piemonte [pag. 67]

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CESARE BIASINI SELVAGGI

Da marzo 2017 è direttore editoriale di Exibart.com ed Exibart on pape r. Manager culturale per diverse fondazioni italiane, svolge anche un’intensa attività di consulenza di comunicazione strategica d’impresa e per l’internazionalizzazione del made in Italy

gli anni dalla fondazione di Lonely Planet [pag. 75]

600

le opere della mostra L’Italia è un desiderio a Roma [pag. 106]

READ ALSO

ADRIANA MALANDRINO

Nata nelle Marche, ma di sangue partenopeo, vorrebbe vivere in un Paese caldo circondata da animali e leggendo libri lievi. Ha una laurea magistrale al Dams e un master in Management dello spettacolo, organizza festival ed è giornalista professionista freelance per testate nazionali, oltre che autrice per Lonely Planet Italia

FSNews.it, la testata online del Gruppo FS Italiane, pubblica ogni giorno notizie, approfondimenti e interviste, accompagnati da podcast, video e immagini, per seguire l’attualità e raccontare al meglio il quotidiano. Con uno sguardo particolare ai temi della mobilità, della sostenibilità e dell’innovazione nel settore dei trasporti e del turismo quali linee guida nelle scelte strategiche di un grande Gruppo industriale

PER CHI AMA VIAGGIARE

MENSILE GRATUITO PER I VIAGGIATORI DI FERROVIE DELLO STATO ITALIANE

ANNO XV - NUMERO 07 - LUGLIO 2023

REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI ROMA

N° 284/97 DEL 16/5/1997

CHIUSO IN REDAZIONE IL 23/06/2023

Foto e illustrazioni

Archivio FS Italiane

AdobeStock Copertina © Marco Barbaro

Gioielli di Caterina Murino Jewellery, capelli di Cotril

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ROBERTA MANCINI

Nata a Roma, ha 24 anni ed è una story editor. Le piace abbozzare racconti e ha la passione per la lettura. Scrive per vari magazine recensioni sulla musica che ascolta, sui libri che legge e sui film che guarda. Collabora con la scuola di scrittura creativa Molly Bloom

Marco Mancini

Davide Falcetelli

Michela Gentili

Sandra Gesualdi, Cecilia Morrico, Francesca Ventre

Gaspare Baglio, Alex A. D’Orso, Irene Marrapodi

Francesca Ventre

Giovanna Di Napoli

Claudio Romussi

Osvaldo Bevilacqua, Cesare Biasini Selvaggi, Peppone Calabrese, Claudia Cichetti, Luigi Cipriani, Fondazione FS Italiane, Enzo Fortunato, Alessio Giobbi, Sandra Jacopucci, Valentina Lo Surdo, Adriana Malandrino, Roberta Mancini, Enrico Procentese, Andrea Radic, Elisabetta Reale, Alessandro Ribaldi, Gabriele Romani, Davide Rondoni, Gennaro Sangiuliano, Flavio Scheggi, Mario Tozzi

REALIZZAZIONE E STAMPA

Via A. Gramsci, 19 | 81031 Aversa (CE) Tel. 081 8906734 | info@graficanappa.com Coordinamento Tecnico Antonio Nappa

PROGETTO CREATIVO

Team creativo Antonio Russo, Annarita Lecce, Giovanni Aiello, Manfredi Paterniti, Massimiliano Santoli

PER LA PUBBLICITÀ SU QUESTA RIVISTA advertisinglafreccia@fsitaliane.it

VALENTINA LO SURDO

Conduttrice radiotelevisiva Rai, pianista classica con anima rock, presentatrice, speaker, attrice. Trainer di comunicazione, da 20 anni è reporter di viaggi all’ascolto del mondo. Le sue destinazioni preferite? Ovunque ci sia da mettersi in cammino

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On web

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I numeri di questo numero
PER CHI AMA VIAGGIARE CHI AMA VIAGGIARE VIAGGIARE

FRECCIA COVER

IMMAGINARIO D’ARTISTA

Una pittura monocroma e densa, con evidenti riferimenti al lavoro dell’artista come restauratore di opere antiche, ma anche tavole iconiche e colorate sul tema delle insegne dedicate a marchi come Esso o Coca-Cola. Sono oltre 50 i lavori presenti nella mostra Mario Schifano: il nuovo immaginario. 1960-1990, dedicata a uno dei più importanti artisti italiani del XX secolo, con cui il museo di Intesa Sanpaolo Gallerie d’Italia festeggia un anno di apertura della nuova sede di Napoli.

L’esposizione a cura di Luca Massimo Barbero, visitabile fino al 29 ottobre, è un focus sull’artista, nato a Homs, in Libia, nel 1934 e morto a Roma nel ‘98, seguendo i temi

centrali della sua creativa e spesso festosa produzione. Dai dipinti dedicati ai panorami italiani alla serie di opere degli anni ‘70 conosciuta come Paesaggi TV, fino alle fantasmatiche immagini che evocano Giorgio De Chirico, Leonardo da Vinci o Pablo Picasso e sembrano riprodotte su schermi televisivi. Al Salone Toledo, al piano terra, anche le scenografiche opere di grande formato come Festa Cinese, di oltre sette metri. I lavori in mostra, provenienti dalla collezione di Intesa Sanpaolo e da importanti gallerie e istituzioni culturali, sono stati raccolti anche grazie alla collaborazione dell’Archivio Mario Schifano. gallerieditalia.com

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di Elisabetta Reale Mario Schifano: il nuovo immaginario. 1960-1990 fino al 29 ottobre alle Gallerie d’Italia di Napoli Mario Schifano Compagni compagni Archivio Mario Schifano © Mario Schifano, by Siae 2023

PHOTO STORIES

PEOPLE

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Verso Firenze © Alberto De Rosa albederosa Torino Porta Nuova
© Francesco V. ciskie1977 RAILWAY heART
LUOGHI

LE PERSONE, I LUOGHI, LE STORIE DELL’UNIVERSO FERROVIARIO IN UN CLICK. UN VIAGGIO DA FARE INSIEME

a cura di Enrico Procentese enry_pro

Utilizza l’hashtag #railwayheart oppure invia il tuo scatto a railwayheart@fsitaliane.it. L’immagine inviata, e classificata secondo una delle quattro categorie rappresentate (Luoghi, People, In viaggio, At Work), deve essere di proprietà del mittente e priva di watermark. Le foto più emozionanti tra quelle ricevute saranno selezionate per la pubblicazione nei numeri futuri della rubrica.

AT WORK

Dipendenti del Gruppo FS Italiane in officina © Edoardo Cortesi eddiecortesi

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Dal finestrino © Giulio P.
IN VIAGGIO

A TU PER TU

Christian Dattola lavora come manutentore presso la Direzione Business Regionale di Trenitalia in Piemonte. La sua esperienza professionale è sempre al passo con le nuove tecnologie digitali utilizzate per la diagnostica dei treni.

In che cosa consiste la tua attività?

Mi occupo della manutenzione ordinaria e straordinaria dei Regionali nell’impianto di Alessandria. Il mio settore si suddivide in due parti fondamentali, una dedicata ai locomotori utilizzati per la trazione, che è quella di mia competenza, l’altra alle carrozze. Un discorso a parte riguarda la manutenzione del nuovo Regionale Rock, che ha rappresentato un’importante novità.

In che modo?

Il Rock è un tipo di treno tecnicamente definito come “materiale rotabile a composizione bloccata”, il che significa che il locomotore e le carrozze non possono essere scomposti. La manutenzione, quindi, deve essere attuata sul mezzo nella sua integrità. Questa particolarità ha reso necessaria una formazione speciale e una riorganizzazione delle nostre squadre di intervento, solitamente concentrate sui componenti degli impianti pneumatici, elettronici e meccanici del treno, come assi, carrelli, pantografi e casse.

L’aspetto del tuo lavoro che più ti appassiona?

La dinamica predittiva: un tipo di manutenzione d’avanguardia che agisce sui vari componenti prima che si manifesti un’anomalia e garantisce l’elevato standard di sicurezza e affidabilità dei treni. Il lavoro si svolge attraverso una telediagnostica sviluppata con sistemi digitali avanzati, capaci di assicurare un monitoraggio costante dei treni. Ciò permette di intervenire anticipatamente, e in modo più efficace, rispetto alla normale manutenzione programmata.

Viaggi spesso in treno?

Per una ragione o l’altra mi sono trovato a prendere frequentemente i Regionali o l’Alta Velocità, con la quale raggiungo periodicamente la Calabria per ricongiungermi con familiari e amici. Ma il treno è un mezzo che mi ha sempre affascinato, anche quando per lavoro mi occupavo d’altro: prima di entrare nel Gruppo FS, infatti, sono stato addetto alla manutenzione di motociclette e scooter in Spagna, operatore della logistica Amazon e poi dipendente Fiat a Torino.

Un’opportunità professionale che ti ha regalato soddisfazione?

Durante l’ultima edizione del Salone internazionale del libro, ho potuto partecipare in qualità di Ambassador FS alla presentazione della collana I Regionali da vivere, realizzata da Giunti Editore in collaborazione con Trenitalia. Il nostro stand si proponeva di far conoscere, in particolare, Piemonte in treno, il numero della collana dedicato ai luoghi più suggestivi della regione raggiungibili con i servizi regionali di Trenitalia. Un’occasione in più per sentirmi parte integrante di questa grande famiglia lavorativa.

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LE STORIE E LE VOCI DI CHI, PER LAVORO, STUDIO O PIACERE, VIAGGIA SUI TRENI. E DI CHI

I TRENI LI FA VIAGGIARE

Paolina Consiglieri è content creator, divulgatrice e fondatrice dell’associazione no profit Non è tutto rosa, che ha l’obiettivo di aiutare le donne a superare situazioni di disagio. Per la sua attività si muove in treno tra Roma, Napoli, Palermo e Catania.

Come è nato questo progetto?

Ho fondato l’associazione nel 2021, dopo un percorso non convenzionale, frutto di esperienze diversificate nella moda, nella comunicazione aziendale e nell’imprenditoria digitale. Inizialmente, Non è tutto rosa era solo un podcast, poi si è ingrandito con l’obiettivo di accompagnare le donne nella crescita personale, umana e professionale. Al tempo stesso, abbiamo cominciato a fare rete per facilitare quelle che si trovavano in situazioni più complicate, soprattutto per la mancanza di fiducia in loro stesse.

Quale obiettivo vi siete poste?

La nostra missione ha principalmente due intenti. Da un lato vogliamo offrire contenuti di natura ispirazionale e motivazionale. Dall’altro, puntiamo a organizzare eventi di formazione che coinvolgano stakeholder e aziende, creando momenti di confronto con professionisti, come psicologi e psicologhe. Come si svolge la vostra attività?

Il networking ha sicuramente un ruolo fondamentale: cerchiamo di creare collaborazioni e connessioni significative con partner, sponsor e tutti coloro che condividono i nostri valori, coinvolgendo più interlocutori possibili. Collaboriamo anche con realtà che contribuiscono alla riuscita delle nostre iniziative fornendoci i loro servizi.

Cosa ti ha spinto a intraprendere quest’avventura?

Cambiare tanti treni, perderne altri, ritrovarmi in luoghi che nel bene o nel male hanno influenzato la mia vita ha fatto maturare in me il desiderio di trasmettere ciò che avevo imparato. Ho dato e ricevuto molto nel rapporto con le persone, cercando di far tesoro delle loro storie. Non è tutto rosa nasce da questo viaggio immaginario in cui si impara a rialzarsi dopo essere cadute. Il segreto sta nel trovare il coraggio di amarsi e la forza per far emergere un talento nascosto, che aspetta solo di essere riconosciuto.

Prossima fermata?

Il progetto è in continua espansione e la nostra presenza sul territorio nazionale è sempre maggiore. Vogliamo fornire gli strumenti per aiutare le donne a superare gli ostacoli, a non sentirsi sole nel realizzare un’idea, a ritrovare la strada o imboccarne un’altra dopo aver attraversato un momento di disagio sociale, psichico, economico. Più semplicemente, vogliamo dare loro voce per essere ascoltate. Per fare questo viaggiamo in tutta Italia, con l’Alta Velocità o i treni Regionali e Intercity, toccando principalmente Roma, Napoli, Palermo e Catania. Il mondo dei treni è un prezioso alleato per realizzare i nostri obiettivi.

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IL GENIO DELL’

UNA MOSTRA SU LEONARDO DA VINCI A WASHINGTON DIVENTA

L’OCCASIONE PER FAR CONOSCERE IL MEGLIO DELL’IMPRESA

NOSTRANA NEL MONDO. A PARTIRE DAL FRECCIAROSSA, PUNTA

DI DIAMANTE DI TRENITALIA, SOCIETÀ CAPOFILA DEL POLO

PASSEGGERI DEL GRUPPO FS

di Irene Marrapodi - ir.marrapodi@fsitaliane.it

Immaginando il futuro. Leonardo Da Vinci: l’anima del genio italiano, allestita fino al 20 agosto alla Martin Luther King JR Memorial Library di Washington DC.

La rassegna organizzata da Confindustria, che coinvolge anche altre grandi eccelleze italiane, prevede l’esposizione di 12 tavole originali del Codice atlantico, la più grande raccolta di disegni e scritti autografi dello scienziato, selezionate tra le 1.119 normalmente custodite nella Veneranda biblioteca ambrosiana di Milano. I lavori di Leonardo Da Vinci rac-

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ITALIA

contano circa 40 anni di studi e invenzioni, dal 1478 al 1519, e diventano simbolo dell’impresa italiana, del suo impegno nella ricerca, della sua capacità di sperimentare e innovare il settore tecnologico come quello culturale. Con l’apertura della mostra Confindustria inaugura la sua nuova sede nella capitale statunitense, che punta a creare un ponte capace di collegare le aziende nostrane al mercato americano, dando nuovo impulso alle relazioni già esistenti. Anche bambine e bambini hanno la possibilità di avvicinarsi alle tavole di Leonardo con un’esibizione interattiva a loro dedicata, grazie alla quale possono sperimentare e costruire proprio come faceva l’inventore. In autunno, inoltre, sarà disponibile un docufilm sull’esposizione e sulle tappe più significative del viaggio che ha portato i progetti del genio rinascimentale da Milano a Washington.

Il “saper fare” italiano fa così il giro del mondo, arrivando fino agli Stati Uniti grazie allo spirito leonardesco che muove le sue aziende. In primis Trenitalia, società capofila del Polo Passeggeri del Gruppo FS, presente ormai da anni in Europa, dal Regno Unito alla Germania, dalla Francia alla Spagna, che grazie a questo progetto sbarca anche nel Nuovo continente.

imaginingthefuture.confindustria.it

La Martin Luther King JR Memorial Library di Washington DC Francesco Melzi Ritratto di Leonardo da Vinci © Veneranda Biblioteca Ambrosiana/Mondadori Portfolio

UN TRENO NELLA STORIA

DAL 16 LUGLIO LA NUOVA TRATTA ROMA-POMPEI COLLEGA LA CAPITALE A UNO DEI SITI ARCHEOLOGICI PIÙ FAMOSI DEL MONDO, VALORIZZANDO IL PASSATO CON UN OCCHIO AL FUTURO

Con la tratta Roma-Pompei, il 16 luglio, si avvia un importante progetto che coniuga tradizione e modernità e si segna un’ulteriore tappa dell’espansione nel Meridione d’Italia della rete dei collegamenti. Che ciò avvenga poi nel nome della cultura, unendo la Capitale a uno dei siti archeologici più importanti al mondo, ha un alto valore simbolico, che interpreta al meglio due dei carat-

teri originali fondativi della nostra nazione: la forte spinta all’innovazione e la ricchezza del patrimonio culturale. Roma e l’antica Pompei sono ora più vicine, permettendo ai tanti visitatori che dall’estero sono tornati ancor più numerosi in Italia di poter facilmente ammirare nello stesso soggiorno la meraviglia del Foro Romano, del Palatino e del Colosseo e la magica suggestione dei resti della città sepolta dall’eruzione del Vesuvio del 79 dopo Cristo.

Questa, tuttavia, non è solo la realizzazione di un collegamento rapido e veloce, che favorirà ancora di più lo sviluppo del turismo culturale nel Sud portando una crescita armoniosa e sostenibile del territorio. La nuova tratta ad alta velocità ha infatti un forte potere evocativo. Da un lato, essa rimanda immediatamente al Grand Tour a cavallo del ‘700 e dell’800, quando i letterati e gli artisti del Nord Europa scoprirono il Sud Italia e le

14 RAILWAY heART
di Gennaro Sangiuliano [ministro della Cultura] Il sito archeologico di Pompei
© Archivio FS Italiane

sue radici greco-romane, riconnettendo questa importante tradizione al pensiero e alla sensibilità culturale dell’epoca. Goethe, Hessemer, Keats e molti altri scrittori e poeti percorsero le strade e visitarono le città e le rovine archeologiche del Meridione, trascorrendovi una parte rilevante del periodo dedicato alla propria formazione intellettuale e traendovi notevole ispirazione creativa.  Dall’altro lato, con quest’opera si rende onore alla prima linea ferroviaria nella penisola italiana, la Napoli-Portici, costruita dall’ingegnere Armando Giuseppe Bayard de la Vingtrie e inaugurata dal re delle Due Sicilie, Ferdinando II, nel 1839.  Lungo i binari che i passeggeri si troveranno a percorrere, quindi, la storia entra nella nostra modernità, raccontando un’Italia sempre più connessa e contemporanea ma ben salda nelle sue radici, consapevole del proprio patrimonio culturale e orgogliosa del suo passato, pronta più che mai a essere una protagonista del futuro.

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© Atlantide Phototravel/GettyImages
© m n i s t e r o dell a Cultura
GennaroSangiuliano
Consulta la pianta degli scavi di Pompei

TECNOLOGIA IN MOVIMENTO

16 L’ITALIA che fa IMPRESA

A TORINO LA STARTUP

ALBA ROBOT USA

L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER AUMENTARE

L’INDIPENDENZA DELLE

PERSONE A MOBILITÀ RIDOTTA

Restituire libertà di movimento a chi, per età o disabilità, non è in grado di camminare per lunghe distanze. È questo l’obiettivo di Alba Robot, startup innovativa nata a Torino nel 2019. «Il nostro sogno è rivoluzionare la micro-mobilità indoor e nelle aree pedonali trasformando i dispositivi con cui si muovono le persone con ridotta mobilità in veicoli autonomi e intelligenti», spiega il co-fondatore e amministratore delegato dell’azienda, Andrea Bertaia.

Di quali tecnologie vi servite per riuscirci?

Utilizziamo l’intelligenza artificiale, la sensoristica, l’Internet of Things e la guida autonoma, presenti ormai in molti campi della vita quotidiana, per rispondere a un’esigenza reale e a un mercato in crescita. Nel mondo si contano oltre un miliardo di persone con disabilità che, nella maggior parte dei casi, corrisponde semplicemente a una ridotta mobilità. E il tema è sempre più importante se si considera l’invecchiamento generale della popolazione.

Per chi sono pensati vostri servizi?

Per tutti coloro che non possono muoversi autonomamente all’interno di strutture come ospedali, aeroporti o musei. Questi utenti hanno bisogno del supporto di operatori per spostarsi e il personale non sempre è nelle condizioni di intervenire in maniera efficace. Alba Robot punta a fornire a grandi strutture pubbliche e private un servizio di micro-mobilità indoor a guida autonoma. I benefici sono doppi: i passeggeri a mobilità ridotta diventano indipendenti e il personale è sollevato da attività potenzialmente pericolose per la salute.

Si tratta di un progetto ad alto impatto sociale, quindi. I dispositivi di Alba Robot riducono la frustrazione legata all’impossibilità di accedere a determinate aree e opportunità che sono invece aperte a tutti coloro che non hanno difficoltà a spostarsi. Chi si muove in questo modo non è costretto a richiedere l’intervento di un operatore, se non per specifiche esigenze, e ha la possibilità di vivere gli spazi di comunità con meno limitazioni. Nel nostro piccolo, rispondiamo alla sfida lanciata dall’Onu per il 2030 in tema di sviluppo sostenibile. Uno dei 17 obiettivi dell’Agenda è ridurre le disuguaglianze e potenziare l’inclusione sociale,

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AndreaBertaia © G i o r gi o Perottino perOgrTorino
Sperimentazione all’aeroporto di Torino Caselle nel 2022 © Buccia Studio

economica e politica.

C’è un risultato a cui tenete particolarmente?

Il nostro progetto è stato presentato a eventi internazionali come la fiera Gitex di Dubai, dedicata alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, e ha vinto le selezioni per partecipare a diversi acceleratori: nel 2020 Alexa Next Stage, due anni dopo Impact Deal e nel 2023 Innov. it, l’hub che crea una connessione tra il mondo dell’innovazione italiano e l’ecosistema della Silicon Valley, in California. Nel corso degli anni abbiamo anche ricevuto numerosi premi e riconoscimenti e, pochi mesi fa, siamo

stati inseriti nella top 40 dell’Entrepreneurship World Cup che si è svolta in Arabia Saudita, una delle più grandi e diversificate competizioni a supporto delle startup. Questi risultati ci regalano una forte motivazione a svolgere il nostro lavoro di ricerca e sviluppo e ci spingono a dare il massimo affinché le soluzioni tecnologiche che offriamo raggiungano velocemente la più ampia diffusione possibile.

Che progetti avete per il futuro?

Oltre alle sperimentazioni avviate con alcuni aeroporti italiani, proseguono le collaborazioni con altre grandi strutture come ospedali e case di cura. In questi mesi stiamo comin -

ciando a produrre la prima pre-serie di veicoli che entrerà in fase commerciale alla fine del 2023. Vorremmo che il nostro servizio diventasse parte di un esteso sistema di trasporto multimodale in grado di integrare quello ferroviario e aereo. Il nostro obiettivo è far sì che un passeggero a ridotta mobilità possa salire su un treno ad Alta Velocità, utilizzare poi i nostri veicoli e infine prendere un volo. D’altronde, il nome Alba evoca l’idea di un principio. Speriamo sia di buon auspicio per molti nuovi inizi.

alba-robot.com albarobot

18 L’ITALIA che fa IMPRESA
© Italdesign
Veicolo premium realizzato in collaborazione con Italdesign
si pronuncia Falkensteiner. LASCIATI I SPIRARE falkensteiner.com/calabria ITALIA | AUSTRIA | CROAZIA | REPUBBLICA CECA | SLOVACCHIA | SERBIA Che fantastica avventura ci aspetta al Falkensteiner Club Funimation Garden Calabria! Nome lunghissimo? Te lo ricorderai per le sue piscine divertentissime, per i mille giochi d’acqua e per tutte le attività che faranno volare la vacanza e ti faranno venire voglia di tornare anche l’anno prossimo. Un posto magico, dove tutto può accadere!

a cura di Alex A. D’Orso - an.dorso@fsitaliane.it - Irene Marrapodi - ir.marrapodi@fsitaliane.it - Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it

save the date LUGLIO 2023

CHIGIANA INTERNATIONAL FESTIVAL & SUMMER ACADEMY

SIENA E TOSCANA 6 LUGLIO>2 SETTEMBRE

Le terre di Siena con i loro anfratti antichi, i chiostri storici, i teatri, le chiese, le abbazie, una piazza a conchiglia tornano a essere palcoscenici unici per il Chigiana International Festival & Summer Academy. Con l’energica direzione artistica di Nicola Sani, parola alla musica – titolo e filo conduttore del festival – in tutte le sue espressioni e declinazioni per un cartellone pieno di grandi interpreti italiani e internazionali per oltre cento concerti, sei produzioni d’opera e altrettante esibizioni sinfoniche, grandi orchestre, giovani talenti al debutto.

E ancora percorsi tematici, prime esecuzioni, laboratori e 42 compositori in presenza tra cui, solo per citarne alcuni, Daniele Gatti, Nicola Piovani, Salvatore Sciarrino, Uto Ughi o Henry Fourès. Inaugurazione il 6 luglio alla chiesa di Sant’Agostino a Siena con la viola di Tabea Zimmermann e il coro della Cattedrale per la prima tappa di approfondimenti su Luciano Berio, il grande compositore delle avan-

guardie europee, nel ventesimo anniversario della scomparsa. Il 19 luglio, piazza del Campo ospita il Concerto per l’Italia con l’Orchestra del maggio musicale fiorentino, diretta da Gatti, che esegue le immortali musiche di Mozart e Čajkovskij. Mentre il 22 luglio è l’Orchestra della Toscana, diretta da Simone Bernardini, ad accompagnare, nel Concerto in re maggiore di Čajkovskij, il violinista Ughi. Tra le produzioni del Chigiana International Festival c’è la presenza parigina del Groupe de recherches musicales, uno dei maggiori centri al mondo di studio e sperimentazioni sulle nuove tecnologie. Nella città toscana, dal 24 al 26 luglio, il gruppo installa nella chiesa di Sant’Agostino l’Acousmonium, un’avveniristica orchestra composta da 60 altoparlanti. Sinfonie, bacchette alzate, opere, debutti e note diffuse tra Siena e i suoi borghi intorno, fino alle province di Grosseto ed Arezzo, per tutta l’estate. S.G. chigiana.org

Chigiana chigiana

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AGENDA
© Roberto Testi
Il Coro Guido Chigi Saracini al Chigiana International Festival & Summer Academy nelle terre senesi, in una delle passate edizioni

EMILIA ROMAGNA FESTIVAL EMILIA ROMAGNA 1˚ LUGLIO>8 SETTEMBRE

Nei luoghi feriti dalle alluvioni di maggio, l’ottimismo e la cultura non si spengono. Torna per la 23esima volta il festival musicale che tocca luoghi incantevoli tra le province di Bologna, Ravenna, Ferrara e Forlì-Cesena. Quaranta siti di notevole valore storico accolgono 50 appuntamenti con 600 grandi artisti, orchestre internazionali e giovani che si esibiscono in un programma tra classico e contemporaneo. Isabella Ferrari inaugura la manifestazione il primo luglio a Forlì con Le Eroine, tratto da Heroides di Ovidio. Il pianista Nicola Piovani regala due appuntamenti: l’11 luglio a Imola porta in scena la prima mondiale I tre fenomeni, il 13 a Comacchio racconta la sua emozionante carriera con Note a margine. Il festival si chiude a Cesena l’8 settembre, con l’iraniano Ramin Bahrami che suona Bach al pianoforte. E nel cartellone non manca la musica leggera con Elio il 24 luglio a Comacchio che rivisita alcune canzoni di Enzo Jannacci, e Danilo Rea, il 2 agosto a Pomposa, che si ispira ai Beatles e ai Rolling Stones. Nella stessa cittadina in provincia di Ferrara, il 27 luglio è in programma il recital Il mio cuore è con Cesare con Alessandro Preziosi. Tra i giovani talenti si segnalano il Terra String Quartet, che si esibisce con strumenti ad arco dal 30 luglio al 4 agosto, e la violoncellista Miriam Prandi sul palco il 7 e l’8 agosto. emiliaromagnafestival.it

GIFFONI FILM FESTIVAL

GIFFONI VALLE PIANA (SALERNO) 20>29 LUGLIO

Opere dal Belgio e dalla Grecia, dal Bangladesh e dalla Norvegia, dal Marocco, dall’Ucraina e da molti altri Paesi partecipano alla 53esima edizione del festival cinematografico che, come ogni anno, anima la cittadina campana. In concorso lungometraggi, cortometraggi e documentari per bambini e ragazzi visti e votati da una giuria composta da seimila membri italiani e internazionali, chiamati a decretare i vincitori dei Gryphon Award. Organizzati in otto sezioni, per argomenti e fasce d’età, i film affrontano tematiche attuali come guerra e cambiamento climatico, diseguaglianze e bullismo. Ma si parla anche di amore, amicizia e avventura, con attenzione alla costruzione della propria identità. Per i più piccoli, è atteso fuori concorso il lungometraggio animato The Websters Movie, di Katarína Kerekesova, sulle avventure di una famiglia di ragni e l’amicizia tra la giovane Lili e una ragazza umana. Mentre gli adolescenti tra i 13 e i 15 anni potranno viaggiare con Lena in cerca del mostro marino che ha ucciso suo padre nella toccante opera prima di Domien Huyghe, Sea Sparkle Particolarmente atteso è il teen drama Noi anni luce, diretto da Tiziano Russo, presentato in anteprima al festival il 23 luglio. In sala, oltre al regista, è prevista la presenza dei protagonisti Carolina Sala, Rocco Fasano e Laila Al Habash. giffonifilmfestival.it

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AGENDA
L’orchestra Toscanini si esibisce nell’Abbazia di Pomposa e Codigoro (Ferrara), in una delle passate edizioni del festival Carolina Sala e Rocco Fasano in una scena del film Noi anni luce in anteprima al Giffoni film festival © Francesco Ormando

BOLZANO DANZA

BOLZANO 14>28 LUGLIO Microcosmo è il titolo della 39esima edizione del festival di danza che per due settimane anima l’intera Bolzano. Dalle sale del Teatro comunale a piazze e parchi cittadini, dal Museo d’arte contemporanea alla Fondazione Antonio Dalle Nogare, fino alla terrazza panoramica affacciata sui vigneti di Caldaro, la danza occupa diversi luoghi urbani e spinge gli spettatori a riflettere sul legame tra mente e corpo sociale. Compagnie nazionali e internazionali, provenienti da Spagna, Francia, Germania, Austria, Croazia, Stati Uniti, Benin e Australia, si lanciano così in 27 spettacoli con l’obiettivo di far riflettere, unicamente attraverso il movimento, su temi complessi come amore e inclusione, violenza e dialogo, scambio intergenerazionale e affermazione femminile. bolzanodanza.it

UNA BOCCATA D’ARTE ITALIA FINO AL 24 SETTEMBRE

Un progetto esteso a tutto il territorio nazionale, un itinerario culturale che, di regione in regione, punta a valorizzare il patrimonio costituito dai piccoli centri. L’iniziativa, giunta alla sua quarta edizione, porta 20 artisti e artiste in altrettanti borghi italiani attraverso brevi residenze. Per l’intera estate è possibile scoprire mostre, installazioni site specific e progetti d’arte realizzati da creativi affermati ed emergenti, nazionali e internazionali, in luoghi inaspettati della Penisola. Ciascuno di loro, entrando in connessione con il borgo, la sua storia e il suo abitato, mette in relazione la propria ricerca con le peculiarità del posto, per dare vita a un intervento inedito composto talvolta da più opere diffuse. Un invito al viaggio e alla scoperta che unisce linguaggi artistici diversi e mette al centro le ultime generazioni. unaboccatadarte.it

CORTONA ON THE MOVE

CORTONA (AREZZO) 13 LUGLIO>1° OTTOBRE

More or less è il tema della 13esima edizione del festival di fotografia che porta nel cuore della Toscana i più grandi nomi nazionali e internazionali del settore. Trenta artisti per 26 mostre allestite tra il centro storico della città, la Fortezza medicea del Girifalco e la Stazione C – sede espositiva nei dintorni dello scalo di Camucia-Cortona – indagano la contemporaneità attraverso le categorie dell’abbondanza e della scarsità, del superfluo e dell’essenziale. Contribuisce a questa riflessione il lavoro dell’americano Larry Fink che, nella sua carriera pluridecennale, ha raccontato la società e la sua divisione in classi, entrando a far parte della storia della fotografia. In mostra, per la prima volta in Italia, anche la raccolta Working Class Heroes del californiano Chauncey Hare. cortonaonthemove.com

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L’opera Albori è destinata a scomparire? di Fabrizio Bellomo realizzata ad Albori (Salerno) per l’edizione 2022 del festival Courtesy Fondazione Elpis © Arnold Poeschl La compagnia di danza austriaca Hungry Sharks durante la scorsa edizione © Danilo Donzelli Photography West Chester, Pennsylvania (1972) © Chauncey HareThe Bancroft Library

105XMASTERS

SENIGALLIA (ANCONA) 15>23 LUGLIO

Competizioni di triathlon ed evoluzioni sullo skateboard, sessioni di yoga e corse in bicicletta, e ancora wing foil, stand up paddle e beach rugby. Per nove giorni, tra dimostrazioni, gare e workshop, lo sport è protagonista su 40mila m2 di spiaggia a Senigallia. Il village, creato appositamente da Radio 105 per consentire a chiunque di conoscere o provare circa 30 discipline, accoglie anche concerti, dj set e dirette radiofoniche, per continuare a muoversi fino a sera, ballando a piedi nudi sulla sabbia. Fiore all’occhiello della manifestazione è l’attenzione alla sostenibilità: i materiali utilizzati sono privi di plastica e vengono organizzati incontri di sensibilizzazione sul tema green e attività di pulizia della spiaggia. xmasters.it

L’ISTANTE E L’ETERNITÀ

ROMA FINO AL 30 LUGLIO

Ci sono anche il carro da parata, o forse da corteo nuziale, scoperto vicino a Pompei e la statua di Ercole rinvenuta solo pochi mesi fa nel Parco archeologico dell’Appia antica a Roma. Sono 300 i pezzi, preziosi e rari, esposti nella mostra allestita nelle Grandi aule delle Terme di Diocleziano, riaperte per l’occasione al pubblico dopo decenni. Gli antichi sembrano allo stesso tempo lontani e vicini, come le vittime dell’eruzione del Vesuvio – nel 79 d.C. – di cui si conservano i calchi, che mostrano come alcuni pompeiani rimasero immobilizzati nell’istante della morte. I cicli mitici senza tempo dell’Iliade e dell’Odissea rivivono nella marmorea ed espressiva testa di Ulisse, proveniente dal museo di Sperlonga. In esposizione anche la statua femminile di Santorini, una della più antiche sculture greche. museonazionaleromano.beniculturali.it

UN’ESTATE DA RE

CASERTA 13 LUGLIO>3 AGOSTO

La Reggia di Caserta, una delle residenze reali più importanti del mondo, ospita l’ottava edizione del festival che unisce la grande musica con artisti di fama internazionale e i migliori interpreti del mondo della danza. Il cantante Zucchero “Sugar” Fornaciari, il ballerino Roberto Bolle e il tenore spagnolo Plácido Domingo sono i principali protagonisti di un cartellone suddiviso in quattro appuntamenti nei cortili del Palazzo Reale. Nell’anno dedicato alle celebrazioni vanvitelliane, la kermesse rende omaggio all’architetto che progettò la residenza della famiglia Borbone, dedicandogli lo spettacolo di apertura. Inoltre, ogni venerdì e sabato fino alla fine di luglio, sono previste visite guidate gratuite a tema musicale negli spazi della reggia.

unestatedare.it

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Plácido Domingo Uno skater durante l’edizione 2022 di XMasters Statua di fanciulla del 640 a.C. circa, da Thera (Santorini, Grecia) © Thera, Museo archeologicoEforia delle Antichità delle Cicladi
AGENDA
© Fiorenzo Niccoli

MARATEALE

MARATEA (POTENZA) 25>29 LUGLIO

Trenta chilometri di costa e di bellezze naturali accolgono la 15esima edizione del festival, di cui Frecciarossa è treno ufficiale. Il concorso di cortometraggi, film, documentari e animazioni video è diviso in tre sezioni. La prima, International green, promuove la sostenibilità secondo gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. In shorts si rivolge ai giovani, con iniziative per avvicinarli al mondo del cinema. In School vede, invece, come protagonisti gli studenti della Basilicata. Nelle opere l’attenzione è puntata sui beni storici, ambientali e sociali della regione, la promozione turistica e l’innovazione. Tra gli ospiti 2023 Francesca Fagnani, giornalista e conduttrice del programma tv Belve, che riceve il Premio giornalista televisiva dell’anno. marateale.com

ORECCHIETTE NELLE ‘NCHIOSCE - ON THE ROAD GROTTAGLIE (TARANTO) 8-9 AGOSTO

La kermesse gastronomica dedicata alla pasta pugliese per eccellenza è all’insegna della maestria femminile. Nel quartiere delle ceramiche di Grottaglie, tra le storiche botteghe e i caratteristici vicoli bianchi – detti ‘nchiosce – 26 talenti del gruppo Lady Chef della Federazione italiana cuochi propongono ricette, anche gluten free, che uniscono tradizione e innovazione. Mentre cantine e birrifici artigianali locali suggeriscono gli abbinamenti ideali per esaltare il sapore dei piatti. Artisti di strada, dj set e gruppi musicali intrattengono i visitatori accompagnandoli nell’esperienza di degustazione. Chi vuole entrare in contatto diretto con l’arte antica dell’impasto può partecipare ai laboratori di pasta fatta a mano e mettere alla prova le proprie abilità. orecchiettenellenchiosce.com

SEGESTA TEATRO FESTIVAL

CALATAFIMI SEGESTA (TRAPANI) 28 LUGLIO>27 AGOSTO

Il mito e la storia si mescolano nel Parco archeologico di Segesta, antica città greca, dove per un mese si intrecciano musica, danza e spettacoli contemporanei. La struttura del teatro antico ritorna così alla sua funzione originaria e il tempio ne acquista una nuova, senza perdere la sua sacralità. Circa 250 artisti di fama nazionale e internazionale, tra cui il compositore Giovanni Sollima, il regista e coreografo Jan Fabre e la compagnia di danza Komoco, si esibiscono in rappresentazioni teatrali, concerti e spettacoli, per un totale di 36 appuntamenti. Oltre alle esibizioni, che si svolgono spesso all’alba o al tramonto, è previsto un altro appuntamento, che nella cornice suggestiva del parco acquista ancora più fascino: lo studio collettivo degli astri nella notte di San Lorenzo, guidata dagli studiosi del planetario di Palermo. segestateatrofestival.com

Il compositore Giovanni Sollima

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© Shobha La statua di Cristo Redentore a Maratea

BIO CANTINA ORSOGNA: LA BIODIVERSITÀ DELLA MAIELLA

NEI VINI VOLA VOLÈ

Il ritorno alla naturalità delle fermentazioni attraverso i lieviti indigeni è una condizione fondamentale per dare vita a vini che restituiscono odori e sapori autentici del vitigno, del territorio e dell’annata. Sono le aree montane, non ancora contaminate dai fitofarmaci, le zone rifugio della biodiversità microbica. Proprio in quelle zone, sui frutti zuccherini della montagna, Bio Cantina Orsogna, dinamica realtà in provincia di Chieti biologica al 100% e all’avanguardia nella biodinamica, seleziona ogni anno i lieviti per la fermentazione dei vini che fanno parte del progetto Vola Volè Maiella National Park, portato avanti dal 2019 in collaborazione con il Parco nazionale della Maiella. Questi lieviti, donati dall’azienda alla Banca del germoplasma del Parco, che li conserva congelati presso la sua ceppoteca, sono diventati patrimonio di chiunque voglia utilizzarli. Nascono così vini biologici, senza solfiti aggiunti e fermentati con la biodiversità della Maiella, dal Pecorino al Cerasuolo d’Abruzzo, fino al Pinot grigio. Quest’ultimo, dall’affascinante colore ramato, presenta piacevoli sentori olfattivi flore -

A SALEMI LA GIUMMARA: CUCINA DI TALENTO CHE CELEBRA IL TERRITORIO

ali e fruttati e scende al palato con carattere, freschezza e identità. Perfetto nelle serate estive per accompagnare la gioia dello stare insieme. orsognacantina.it

La semplicità è la vera eleganza. Fatta di materie prime del territorio e passione, tecnica e tradizione. Siamo a Salemi, nel consorzio comunale di Trapani, dove il ristorante La Giummara accoglie i visitatori che raggiungono l’antico borgo e il suo castello normanno.

La famiglia Simone, con i fratelli Nino, Giuseppe e Stefano, insieme a mogli e figli, è proprietaria della struttura che comprende anche un bed & breakfast. Nino e Giuseppe sono in cucina, dove la filosofia è utilizzare ciò che la natura offre, secondo la stagionalità. Le polpette con pecorino, aglio e prezzemolo sono quelle di mamma, con tutto il loro sapore. Quando il mare chiama, La Giummara risponde proponendo i marinati. Ed ecco in tavola i gamberi rossi di Mazara del Vallo che Nino seleziona personalmente percorrendo i circa 30 chilometri che separano Salemi dalla costa. Il polpo cotto e servito intero con olio Dop del Belice è una gioia per il palato, come il tonno in agrodolce.

Quando chef Nino, esperto di funghi grazie ai corsi di micologia, trova nei boschi porcini e chiodini, le sue tagliatelle valgono il viaggio. Se la terra ne fa dono, vengono preparate con aggiunta di tartufo nero locale. Anche la cantina regala sorprese. Siciliana, di bella struttura e interessante panorama enologico, offre diverse piacevoli proposte tra Grillo, Zibibbo e Nero d’Avola. Servizio curato e attento sotto lo sguardo di Stefano e una bella brigata di sala giovane e volenterosa. lagiummararooms.it

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GUSTA & DEGUSTA
I vini Vola Volè Maiella National Park di Bio Cantina Orsogna Nino Simone, chef de La Giummara a Salemi (Trapani) © Simone Spoltore

BETTOJA: DAL 1875 IL GUSTO E L’ELEGANZA DELLA GRANDE OSPITALITÀ ITALIANA

Nel 1862 cominciò la costruzione della stazione di Roma Termini. Maurizio Bettoja, originario del Piemonte e imprenditore visionario, capì che la ferrovia poteva portare i vini della sua regione nella Capitale e comprò nel 1875 una vasta cantina, un ristorante e un intero palazzo in via Cavour.

Inizia così la storia di una famiglia protagonista dell’ospitalità italiana nella Città eterna, con l’Hotel Massimo D’Azeglio, forte della sua storia e del suo stile Umbertino, e con il suo ristorante, uno dei più antichi di Roma, decorato da Alfredo Biagini, scultore romano noto soprattutto per le sue opere a tema animalier. Le figure da lui realizzate, ancora presenti nella boiserie del ristorante, sono vera arte. Come lo è la cucina degli chef Renzo Di Filippo e Antonio Vitale, che propongono un menù romano con influenze piemontesi di ottima mano. D’altronde, nel corso degli anni, qui si sono sedute personalità come Francesco Baracca, asso dell’aviazione, Fausto Coppi, campione di ciclismo, e i componenti dello storico gruppo britannico dei Pink Floyd. Sempre in via Cavour, fa parte della famiglia Bettoja l’Hotel Mediterraneo, affascinante con il suo arredamento Déco. Il severo stile razionalista, l’ambiente originale degli anni ‘40, le lampade disegnate da Gio Ponti e i mosaici lo rendono un luogo straordinario, tanto da meritare il vincolo di tutela della Soprintendenza delle Belle arti. Per

DON JUAN: A MILANO IL REGNO DELLA CUCINA DELLA PAMPA ARGENTINA

vivere appieno l’estate romana, al decimo piano il Ligea lounge bar offre un panorama mozzafiato sulla Città eterna. Qui è possibile gustare il cocktail Art Déco: un’esperienza di pura emozione. bettojahotels.it

Atmosfera calda e accogliente, cucina a vista con le griglie a fiamma viva e i maestri asador al lavoro per controllare il processo di cottura. A questo si aggiunge una cantina con la più vasta proposta di vini argentini di tutta Italia e la professionalità sorridente del personale di sala coadiuvato dai proprietari. È Don Juan, il primo ristorante argentino di Milano dal 2000. L’idea venne a Marlene Gomes e al marito Giorgio Beretta, lei brasiliana e lui italiano, innamorati da sempre della cucina gaucha. Il menù, ben saldo nelle tradizioni della Pampa, propone diversi tagli di carne, cotture magistrali e ghiotti condimenti. La qualità della materia prima è frutto di una profonda ricerca e di una filiera garantita. Si comincia con le empanadas, una ricetta tradizionale del Paese. Sono panzerotti ripieni di carne, spezie e verdure: delicato quello con spinaci, olive, uvetta e pinoli e originale quello ripieno di ossobuco, un omaggio a Milano.

Decisamente buono il tris di tartare di filetto di manzo con caviale di basilico, uova di quaglia, crema di burrata e tapenade. Golose le animelle e il rognone grigliati accompagnati dal chimichurri, una salsa verde intensa e marinata.

A seguire, la carne nei suoi tagli tipici: l’entrecote ojo de bife, il sottopancia vacio, le costine asado de tira e l’iconica costata intera cotta per sei ore e affumicata al legno di faggio. La domenica è di scena anche il tango, che rende l’atmosfera elegante e intrigante. ristorantedonjuan.com

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Un salone del Bettoja Hotel Mediterraneo a Roma La famiglia Beretta proprietaria del ristorante argentino Don Juan a Milano

WHAT’S UP DARK

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ROSE

DISCO D’ORO CON RADIO GOTHAM, LA CANTAUTRICE VILLAIN SI PREPARA A DIVENTARE GIUDICE DI UN TALENT SHOW TUTTO DA SCOPRIRE

Segnatevi questo nome: Rose Villain. Nel 2024, infatti, ne sentirete parlare davvero moltissimo. Il suo album Radio Gotham è già disco d’oro, la hit Fragole, in duetto con Achille Lauro, è un tormentone, i suoi concerti sono una bomba e il 3 dicembre si esibirà ai Magazzini Generali di Milano. Ma il prossimo anno, su Netflix, parte anche la prima edizione del talent show Nuova Scena - Rhythm+Flow Italia, competizione musicale sul mondo del rap che vede la cantautrice meneghino-newyorchese da milioni di stream sul banco dei giudici al fianco dei colleghi Fabri Fibra e Geolier. Radio Gotham è un richiamo a Batman?

In realtà, gli americani chiamano così New York, dove ho vissuto tanto tempo. Nell’universo di Batman mi piacciono i villain, come suggerisce il mio nome d’arte: da Joker all’Enigmista fino a Due facce, prima buono e poi cattivo perché ferito dalla vita. Con la tua musica cosa vuoi espri -

mere?

Ho un forte dualismo interiore. Sono sensibile ma ho anche una parte scura e inquieta. Mi sono sentita sempre incompresa: con le canzoni mi sfogo, mi sento me stessa e la gente mi capisce. Che messaggio vorresti dare?

È normale sentirsi inadeguati o chiedere aiuto. A volte ci si vergogna a mostrare i propri lati deboli ma non si può essere sempre felici. Ci sono tanti featuring nell’album. A quale tieni di più?

A quello con Elisa sulle note di Monet, perché è nato in maniera particolare. Il pezzo parla della scomparsa di mia mamma, una grande fan di Elisa. Proprio Elisa, per caso, sente il brano nel quale, sempre casualmente, mancava la seconda strofa. Così l’ha scritta lei. Ha detto di aver sentito una forza che l’ha spinta a tirare fuori le parole pensando a sua madre, senza neppure sapere che la canzone era dedicata alla mia, di mamma. È stato magico. Sarai giudice di un talent show. Cos’è il talento per te?

L’ossessione e la passione. Quando si fa qualsiasi cosa per potersi esprimere e si riesce ad arrivare alle persone al di là della tecnica vocale. Ci vogliono carisma e un sacco di lavoro. Non ci si diverte per niente: è una costante battaglia con se stessi per fare meglio. Cosa rappresentano Milano e New York City, le città dove hai vissuto? Con Milano ho un rapporto di odio e amore: da lì sono scappata anche se c’è la mia famiglia, a cui sono legatissima. Crescendo mi sono resa conto di voler fare la popstar tipo Britney Spears ma mi piaceva anche il tipo di cantautorato meraviglioso che fanno le donne in Italia. Mancava quello che volevo essere. Così, sono andata a cercarlo altrove, a New York. Lì ci sono molte persone in cerca di qualcosa o che vogliono essere qualcuno. Ora hai capito cosa mancava in Italia? Qualcosa di scandaloso e super commerciale. Ma sono qui apposta.

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© Giulia Lucarini

NON SONO SOLO

GIANMARCO SAURINO, PROTAGONISTA

DEL FILM L’ESTATE PIÙ CALDA, SI RACCONTA TRA PROGETTI E SOGNI di Gaspare Baglio gasparebaglio

Dopo tante fiction Rai di successo come Che Dio ci aiuti, Non dirlo al mio capo e Doc - Nelle tue mani, Gianmarco Saurino ha esordito al cinema nel 2021 con Maschile singolare, opera prima di Matteo Pilati e Alessandro Guida che ha riscosso un grande successo di pubblico e critica. Per L’estate più calda, la sua seconda prova dietro la macchina da presa, Pilati ha rivoluto accanto a sé l’attore foggiano. Il risultato è dal 6 luglio su Prime Video. Com’è andata questa nuova esperienza?

Matteo è una persona stupenda, ha una grande capacità creativa e con lui c’è dialettica e contaminazione. Prende tutto sul serio ma non seriamente: riconosce la professionalità di chi ha davanti ed è disposto a limitare la propria personalità in favore degli altri. Non avevo mai girato una commedia romantica, mi sembrava giusto farne una particolare. In che senso?

Questa pellicola fa la differenza per l’ostacolo che impedisce ai protagonisti di amarsi: da una parte c’è Lucia, fidanzata, che vuole uscire dal paesino della Sicilia nel quale vive; dall’altra Nicola, un diacono che prova amore per due persone, lei e Dio, nello stesso momento.

La tua estate più calda?

L’anno scorso, in India. Quel viaggio ha cambiato la mia percezione, modificando l’obiettivo della telecamera con cui guardo la vita: siamo abituati a osservare le cose in primo piano, mentre quell’esperienza mi ha fatto allargare l’inquadratura, deresponsabilizzandomi dall’idea di essere al centro del mondo e accogliendo il fatto di non essere solo.

Dopo l’estate che farai?

Sarò nel cast della seconda stagione del serial di Netflix La legge di Lidia Poët. A ottobre esce la serie di Rai1 Per Elisa, sull’omicidio di Elisa Claps. Interpreto il fratello Gildo, che ha dedicato la vita a cercare il corpo e l’assassino della sorella. Vestire i panni di un personaggio realmente esistito e diventarne amico restituisce la magia per questo mestiere. Sono orgoglioso di aver preso parte al progetto, anche solo per ridare un po’ di onore alla famiglia Claps.

Qual è il tuo ruolo dei sogni?

Mi piacerebbe interpretare Luigi Tenco. Vorrei entrare nella testa di una persona così talentuosa, capace di scrivere veri capolavori prima dei 28 anni, e che si è sacrificato in nome della propria arte. Una presa di posizione netta e idealistica affascinante. Che canzone di Tenco ti rappresenta di più?

Vedrai, vedrai. Le insicurezze, anche lavorative, non mi fanno stare bene ma mi smuovono qualcosa dentro. E io ho bisogno di questo per sentirmi vivo.

giasau

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WHAT’S UP 32
Ascolta l’intervista a Max Angioni nel podcast di FSNews 4 ore e 45 minuti
Mondadori Electa, pp. 204 € 17,95

UN’ESTATE DA MIRACOLATO

IN TOUR TEATRALE

FINO A SETTEMBRE,

IL COMICO MAX ANGIONI SI PREPARA ANCHE A RIPRENDERE LA CONDUZIONE DEL PROGRAMMA LE IENE

Ha cominciato sul palco di Zelig, poi un passaggio fugace a Italia’s Got Talent e, infine, la consacrazione con la seconda edizione del game show LoL - Chi ride

è fuori e la conduzione della trasmissione

Le Iene, al fianco di Belen Rodriguez.

Ma oltre ai successi in tv, il comico comasco Max Angioni ha esordito a maggio in libreria con Mistero brutto. Il vangelo secondo me, una rilettura ironica delle Sacre Scritture.

E da un anno porta in giro per l’Italia lo spettacolo teatrale Miracolato, in cui racconta un condensato delle proprie esperienze: dalle conversazioni ai tempi dei social alla relazione con lo sport, fino alla maledizione di arrivare secondo. Dopo numerose tappe estive, tra cui Cattolica (Rimini) il 14 luglio, Alghero (Sassari) il 28, Genova il 3 agosto e Pescara il 12, la tournée si chiude definitivamente l’8 settembre con l’ultima replica a Villanova sull’Arda, in provincia di Piacenza.

Come ti senti alla fine di quest’avventura?

Ci sono ancora molte date in ballo ma ogni volta che cala il sipario saluto una parte di me stesso e della mia vita artistica. Miracolato mi ha dato tanto ma, prima o poi, doveva concludersi. Quando arriverà l’ultima data sarò costretto a metterlo da qualche parte. Anche se non ho ancora capito dove si mettono gli spettacoli che finiscono.

Qual è la battuta che ti mancherà di più?

Non posso dirla perché è quella che chiude lo show. Ho paura di non riuscire più a scrivere una battuta così bella. Ogni volta che la pronuncio muoio un po’.

Il tour ti ha fatto viaggiare tantissimo…

Sì, anche se ho visto solo gli interni dei taxi e le poltrone del Frecciarossa, che sono tutte uguali. Il mio è un bel

lavoro ma non consente di fare il turista. L’8 luglio ho una data vicino a Verona e vorrei provare a prendermi almeno un aperitivo, mi basta un prosecchino. Quindi ti sei stancato anche di prendere il treno?

Assolutamente no. Anzi, è diventato il mio mezzo di trasporto preferito. Viaggi comodo, senza eccessivi controlli, puoi comprare il biglietto anche dieci minuti prima e non c’è nessuno che ti obbliga ad allacciare le cinture. E poi ti offrono gli snack anche se sali malvestito e con la faccia ancora non lavata. Eccezionale. Progetti per settembre?

Penso di andare in qualche posto esotico come Busto Arsizio. A parte gli scherzi, niente vacanze: si torna in televisione con Le Iene, un programma che mi sta facendo crescere molto a livello professionale. Ha una formula rodata, quasi quotidiana, che mi sprona a seguire l’attualità per scrivere battute sempre aggiornate. Molto diverso da LoL, che è un format stressante: tra il montaggio e la messa in onda passa tantissimo tempo e non riesci a immaginare cosa vedrà il pubblico e come verrai raccontato.

Teatro, televisione ma anche un libro. Sei soddisfatto? Non sono uno scrittore ma è stata un’esperienza divertente. Non certo per i redattori che l’hanno corretto. Si vocifera che siano stati tantissimi quelli che hanno presentato le dimissioni dopo quel lavoro.

Manca solo il cinema, a questo punto. Ti piacerebbe fare un film?

Ho rifiutato tre proposte, forse ho gusti difficili. Magari lo vedo ancora come un impegno troppo grande. O forse deve essere un’idea che viene da me e non da altri. Insomma, non sono convinto. Anche se dovesse arrivare un’offerta da un regista come Scorsese probabilmente gli risponderei allo stesso modo: «Martin, I am not convinced».

maxangioni.com maxangioni_

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UN TRENO DI LIBRI

CHE COSA FA LA GENTE TUTTO IL GIORNO?

LA RACCOLTA DI RACCONTI DI PETER CAMERON È UN VIAGGIO NELLE UMANE PASSIONI DI PERSONE COMUNI.

CONFUSE, SPIETATE, TRISTI E BUGIARDE

a penna di Peter Cameron ha il potere di essere sempre molto accogliente. E se è vero che noi leggiamo per trovare qualcosa nella quale riconoscerci, lui riesce sempre a creare uno specchio magico, capace di farci riflettere su quello che vorremmo essere, e allo stesso tempo, mostrarci ciò che, in -

Quello che più si percepisce nei 12 racconti di questo libro sono sentimenti e sensazioni: tutte le storie riguardano l'intimità delle persone, le loro vite private, le relazioni con gli altri. Cameron riesce sempre a disegnare molto bene il carattere dei suoi personaggi e nei protagonisti di questa raccolta possiamo ritrovare soggetti molto simili a noi. Nessun eroe, semplicemente esseri umani. Confusi, spietati, tristi, bugiardi, raccontati con il filtro della quotidianità. E così ci rende tutto più reale, facendoci sentire degni di normalizzare i

nostri sbagli: «Allora non sono il solo a compiere queste azioni!». Quando si legge un testo come questo, dopo ci si sente più leggeri.

Nei racconti ci sono persone che hanno lati di cui si vergognano e tendono a mascherare con tutte le forze, a costo di rovinarsi la vita; altre che non vogliono vedere la realtà dei fatti, cercando di nasconderla sotto al tappeto; donne e uomini comuni, insicuri e innamorati, che si lasciano o si ritrovano. Gente confusa che si muove disperatamente per trovare una stabilità o prova ad avere una vita ordinaria, dimenticandosi della straordinaria bellezza che la libertà potrebbe offrirgli. Insomma, un bel viaggio nelle umane passioni.

Ma non solo. Quello che il libro ci offre è anche un viaggio nella vita dell’autore. Infatti, i racconti presentati da Cameron sono stati scritti nell’arco della sua vita: uno di questi, Il Cane segreto, durante gli anni del college.

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alla lettura
Invito
Adelphi, pp. 188
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di Roberta Mancini [editor, collabora con Molly Bloom*]

DA CHE COSA FA LA GENTE TUTTO IL GIORNO?

Fuochi d’artificio

«Ti amo ancora». Tom ha aperto gli occhi. Non sapevo cosa rispondere perciò sono rimasto zitto. Ho pensato: che pena coloro che non sono più amati. Che meticolosità nel soffrire, e nel coltivare il rifiuto tormentandosi di continuo le ferite. «Mi pareva di doverlo dire», ha fatto lui «anche se ho l'impressione che non avrei dovuto».

«No» ho replicato. «Insomma, pensavo solo che, sai, fosse tutto finito».

«Lo so, lo pensavo anch'io».

«Per me è finita» ho detto io. «Lo so, lo so bene». Tom si è alzato e si è messo lo zaino in spalla. «Dimentica quello che ho detto, andiamo». Si è incamminato verso la strada e l'ho seguito.

«C'è qualcosa che per te ha importanza?».

«Ma certo».

«Cosa?». Ho cercato di pensare a cosa l'avesse ma non mi è venuto in mente niente, perciò non ho risposto. Siamo rimasti entrambi zitti. La banda all'improvviso è sembrata suonare più forte, ma mi sono reso conto che non si trattava della banda, quanto di una specie di sgangherata esplosione. Ho pensato: fuochi d'artificio. Ho alzato gli occhi al cielo in attesa della loro sfavillante e improvvisa parabola discendente, ma il rumore è continuato e il cielo è rimasto

scuro. E poi il rumore è cessato. [...]

Cambiare direzione «Sei di malumore». Ted non risponde. «Io cerco di trascendere i miei malumori», dice Diane «per il bene degli altri. Mi hai mai visto di malumore?». «No».

«Lo sono stata tutta l'estate, e anche adesso». Sorride. «Ma riesci a capirlo? Voglio ancora andare a letto con te. Voglio accarezzarti la guancia sopra ogni cosa al mondo. Ma trascendo queste cose, tengo le mani a posto». Le guarda mentre giocano con il ghiaccio rimasto nel bicchiere. «In senso figurato».

Non riesce a capire perché, visto che sta seriamente cercando un lavoro, che ha smesso di vedere Diane e che si è reso conto di amare davvero Helen, perché non si senta meglio con sé stesso. Di sicuro sbaglia ancora qualcosa. Si guarda il viso senza barba nello specchio. Fa fatica a riconoscersi.

In camera da letto Helen mette giù il libro e lo osserva mentre si spoglia. Sorride, si sporge in avanti. Se solo Ted riuscisse ad avere idea di cosa sbaglia lo cambierebbe subito e tutto tornerebbe a posto. Vorrebbe tanto che partisse una musica: lui muoverebbe le labbra e spiegherebbe a Helen questo, e anche tutto il resto. [...]

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© Danny Hooks/AdobeStock
UN TRENO DI LIBRI

Sul campo da baseball

«Vuoi fare qualche colpo?» mi ha chiesto Jason offrendomi il bastone. «Volentieri». L'autunno precedente ero stato nella squadra di golf, ma quella primavera avevo giocato a baseball. Penso che il golf sia uno sport d'élite. Il baseball è più democratico. Ho posizionato la palla sul tee e ho provato lo swing perché mio padre, che mi ha insegnato a giocare, mi ha detto di provarlo sempre. Senza eccezioni. Il primo colpo è andato abbastanza bene. Non è arrivato troppo lontano, ma ha seguito una traiettoria dritta e ha rimbalzato per un bel po' prima che ne perdessi le tracce nel buio. Ho tirato di nuovo. Jason, nella postazione vicino alla mia, ha poggiato il bastone e mi ha guardato. «Hai un bellissimo swing naturale» ha detto. La sua attenzione mi ha infastidito e ho quasi mancato la palla, che è caduta giù dal tee. L'ho recuperata e l'ho messa di nuovo in posizione.

«Aspetta» ha fatto lui. Mi è arrivato alle spalle. «Ci metti troppa forza nello swing». Si è chinato verso di me fino ad abbracciarmi da dietro, le grandi mani abbronzate sopra alle mie, e ha stretto il bastone. «No, rilassati» ha detto con la voce vicina alla mia guancia. Ho provato a rilassarmi ma non ci sono riuscito. All'improvviso ho sentito un gran caldo.

Quando lui se ne andrà

Che il vino vada a prenderselo da solo. E poi in negozio

bisogna pagare per quello che si compra e pagare è una cosa di cui ha paura. Quando l'uomo - martedì dopo cena - se ne andrà, lei dovrà comprarsi da sola le cose che le servono. È uno dei lati peggiori di quella decisione. Lati brutti ce ne sono parecchi, ma è quello a preoccuparla di più. Forse morirà di fame quando lui se ne andrà. Al college era quasi morta perché non riusciva a mangiare in mensa, davanti agli altri. Lei odia mangiare davanti agli altri per via di come muove la bocca e del colore del cibo che le viene sulle labbra mentre tutti guardano. Arrivata a pesare meno di quaranta chili a - neanche metà del primo semestre - sua madre aveva lasciato che abbandonasse gli studi.

[...]

Un’estate caldissima in città

Lì da fare per noi non c'era niente, se non andare di stanza in stanza tutto il giorno, fumare, parlare o stare zitti. Uscivamo di casa e camminavamo per le strade di quella città in stato comatoso solo quando era strettamente necessario, quando avevamo bisogno di comprare qualcosa o non sopportavano più di essere intrappolati fra quelle mura, e allora uscivamo uno alla volta e camminavamo nell'ombra. Non abbiamo mandato Louisa a scuola per paura di suscitare gli stessi sospetti e accertamenti e ultimatum che ci avevano spinto a lasciare la fattoria, ma la povera Louisa ogni mattina indossava un vestito della bambina morta e si legava i capelli in due codini, aspettando

37 Un assaggio di lettura © onedayiwillWIN/AdobeStock
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pazientemente tutto il giorno che venisse l'ora di andare perché lei amava la scuola, amava la dolcezza della sua maestra e la turbolenza degli altri scolari, e non riusciva a capire perché era stata esclusa da un mondo che aveva sfiorato brevemente e le era sembrato incantevole. Penso che ci sentissimo tutti in quel modo: rinchiusi in gabbia e sconnessi, inutili e soffocati. Era anche un'estate caldissima in quella città industriale delle pianure, e per giorni e giorni e notti e notti non tirava un filo d'aria, le tende pendevano abbattute alle finestre come bandiere di un esercito sconfitto. Constance e Patience erano sempre più apatiche e sonnolente, al mattino si svegliavano a fatica avendo dormito ben poco durante la buia notte rovente, si vestivano il meno possibile o quasi per nulla, e se ne stavano languidamente stese a letto a fumare, oppure in trance davanti alle finestre aperte, quasi potesse arrivare una bava di vento a resuscitarle. Era strana la vita che vivevamo in città, una vita dimezzata, e con il passare dei giorni e il sole estivo sempre più impietoso, e le notti estive che restavano incandescenti perfino con l'arrivo del buio, abbiamo smesso di toccarci, abbiamo smesso di parlarci, abbiamo smesso di amarci. Constance è stata la prima ad andarsene.

Segreti e sospetti

Non tiene il viso rivolto verso di me, ma verso il lavello. «Con chi ti vedi?» dice. «La conosco?» Non avevo mai pensato che potesse venirle in mente una relazione. Che gran sollievo, perché se è questo che crede, del cane non sospetta. «Non ho una relazione,» dico «non mi sono visto con nessuna»

Lei gira lo sguardo verso di me. «Sul serio?».

«Si, sul serio».

«Dove sei stato?» Ci penso un po' su. «Non posso dirtelo». Miranda abbassa gli occhi sul dito. «Perché non puoi?»

«È un segreto. Non posso dirtelo perché è un segreto. Ma non ho una relazione, lo capisci?». Per qualche secondo lei non parla. Getta un'occhiata oltre le mie spalle, alla sua immagine riflessa nella finestra. Anch'io mi giro a guardarla nella finestra. È molto bella. Vedo la bocca che si muove contro la notte.

«Sì», dice «lo capisco».

Scendo di sotto a prendere la cagnolina. È meraviglioso vederla. Stanotte sono molto triste e neanche lei riesce a tirarmi su. [...]

ACCADEMIA MOLLY BLOOM*

La nostra rubrica Un treno di libri è a cura di Molly Bloom, l’accademia fondata a Roma da Leonardo Colombati ed Emanuele Trevi, che riunisce alcuni dei migliori scrittori, registi, sceneggiatori, musicisti e giornalisti del Paese. Con un unico fine: insegnare la scrittura creativa per applicarla ai campi della letteratura, della musica, dello spettacolo, dei media e del business.  mollybloom.it

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UN TRENO DI LIBRI Un
assaggio di lettura
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Lo scaffale della Freccia a cura di Gaspare Baglio e Sandra Gesualdi

BABA

Mohamed Maalel

Accento, pp. 264 € 16

Ahmed nasce in una famiglia con tante ombre nascoste, in cui lingue e ricette italiane e tunisine si mescolano. Il padre Taoufik è un groviglio di violenza e tenerezze, una personalità intricata che cancella l’infanzia del figlio. Un romanzo d’esordio straordinario ma anche una confessione a un genitore. Identità e legami, intensità e spietatezza, commozione e ricerca di riscatto: un libro necessario che svela un lato inedito della multiculturalità.

SE AMORE GUARDA

Tomaso Montanari

Einaudi, pp. 120 € 13

Il patrimonio culturale è l’insieme dei beni artistici e paesaggistici che costituiscono la ricchezza di un luogo. Un tesoro in grado di stimolare visioni alternative, sentimenti e conoscenze potenti. Per goderne è necessaria un’educazione sentimentale e civica che riattivi la riflessione sul significato dell’arte e della cultura. Perché ogni sguardo su una chiesa antica e ogni piede che calpesta un selciato comporta domande e interpretazioni, individuali e collettive.

L’ESTATE IN CUI MIA MADRE EBBE GLI OCCHI VERDI

Tatiana Tibuleac

Keller, pp. 274 € 18

Un viaggio tra i ricordi, i lessici familiari e il rapporto complicato tra una madre e un figlio. Alesky è un pittore in crisi, con un blocco creativo, e il suo terapeuta gli consiglia come cura di rivivere un periodo del proprio passato. Si ritrova così indietro nel tempo, in un paesino francese, durante l’ultima estate trascorsa con sua madre, nella quale affrontano dissidi, lutti e incomprensioni. Fino a riconciliarsi e trovare pace.

Claire Vigarello

Edizioni e/o, pp. 432 € 19

Goffa, timida, impacciata. La segretaria Sylvie, al lavoro, è praticamente trasparente. A questo si aggiungono due figli e un marito in depressione. Gli unici rapporti umani sono con l’anziana gattara Mireille e l’amica Delphine, abbonata alle delusioni amorose.

Ma l’esistenza grigia della protagonista cambia colore quando scrive una buffa storia in cui infila le persone che le rendono la vita un inferno. Conoscerà, così, il successo e la passione ma anche il tradimento e la delusione.

IN EUROPA SENZA AEREO  Lonely Planet

EDT, pp. 312 € 26,50

L’Europa è il continente ideale per chi vuole viaggiare senza aereo. Treni ad alta velocità collegano le maggiori metropoli e, insieme alle tratte interurbane, regionali e locali, creano una rete ferroviaria in grado di unire la Norvegia al Marocco, l’Irlanda al confine con l’Asia e così via. Oltre alle rotaie, ci sono autobus, tratte via mare, piste ciclabili e sentieri da percorrere a piedi. Città, aree naturali e buon cibo svelati in 80 itinerari tutti da scoprire.

Jouvence, pp. 144 € 12

Cosa vuol dire per bambine, ragazze e donne vivere in Iran oggi? Le voci autorevoli di Sabahi, docente e giornalista, e dell’attivista Shirin Ebadi, premio Nobel per la pace, raccontano la condizione femminile in un Paese contraddittorio e complesso. Se da una parte è una repubblica colma di divieti, imposizioni e proibizioni, dall’altra ci sono scrittori e registi talentuosi e impegnati. Ma soprattutto donne coraggiose che rivendicano libertà e diritti.

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DOVE NASCONO LE EROINE DEI ROMANZI NOI DONNE DI TEHERAN Farian Sabahi

Invito alla lettura ragazzi

LILO

LA STORIA DI UN PICCOLO CANE MOLTO SENSIBILE CHE FA DI TUTTO PER PRENDERSI CURA DELLA

SUA FAMIGLIA DI UMANI E ANIMALI

Il protagonista di questo libro si chiama Lilo ed è un cane speciale. Ha la testa da pastore tedesco e le zampe cortissime, non vanta un pedigree nobile ma possiede qualità uniche. Con un olfatto molto sviluppato riesce a capire, per esempio, quali emozioni provano gli umani percependone l’odore. La paura puzza di lievito, mentre la felicità profuma di cioccolato. Attorno a lui ruota una costellazione di personaggi: i padroni Héctor e Ava con la loro nipotina Emi, un boxer di nome Armando, un pastore tedesco bellissimo che si chiama Lio e, soprattutto, Olivertwist, un vecchio cane appassionato di letteratura che sotto l’aspetto trasandato nasconde un animo da scaltro detective.

persona. Si entra nella vicenda attraverso un punto di vista inedito, quello di un quadrupede che guarda e interpreta la realtà usando codici e linguaggi del mondo canino. Questa prospettiva rovesciata richiede a chi legge un esercizio di immedesimazione, così come accade per i protagonisti del libro che, in diverse occasioni, devono mettersi nei panni degli altri per comprendere meglio come agiscono. Succede con Kai, antagonista di Emi, che maschera il suo profondo dolore con atteggiamenti aggressivi o con Olivertwist, solo in apparenza inaffidabile e sfuggente.

Sarà proprio lui, insieme alla banda di amici a quattro zampe, ad aiutare Lilo nella risoluzione del mistero che tiene in piedi l’intreccio della narrazione: perché la piccola Emi è triste? Come aiutarla? Gli indizi portano a Kai, una ragazza che vive in una casa misteriosa insieme a sua nonna e a una strana gatta. A raccontare la storia è Lilo in prima uovonero, pp. 194 € 16 (da 10 anni)

Tutto in questo libro parla di quanto il modo in cui comunichiamo definisca i legami che stabiliamo con gli altri. Non a caso il romanzo si sofferma sul tema del cyberbullismo, fenomeno che trasforma le parole in armi. Il contenuto è denso e le illustrazioni, quasi a controbilanciare, sono ariose e piene di luce, in un’alternanza di disegni tratteggiati a matita e acquerelli. Così il colore entra tra le righe e apre alla vita, come il finale di questa storia.

43 UN TRENO DI LIBRI
Un’illustrazione di Maite Mutuberria tratta da Lilo

Lo scaffale ragazzi a cura di

QUANDO LE GALLINE AVRANNO I DENTI

André Bouchard

Logos, pp. 48 € 10 (da 4 anni)

«Le galline non hanno mica i denti», obietta Tonino al papà quando una sera lui gli racconta la storia di Colette. Un pennuto speciale che si lava i denti e va a lavorare in uno stabilimento, dove cova le uova per 12 ore al giorno. La sera, esausta, la gallina si butta sul divano e guarda la tv. Una critica umoristica allo stile di vita moderno e alle condizioni di lavoro nei contesti urbani.

DIARIO DI UN’ESPLORAZIONE FUORI DALLA TANA, APPUNTI E SCOPERTE DI EDMOND IL CONIGLIO

Thierry Dedieu

Franco Cosimo Panini, pp. 96 € 22 (da 8 anni)

Nella quarta di copertina, l’autore racconta di aver trovato per caso questo taccuino con un elastico rosso a tenere insieme le pagine. Chi lo ha smarrito è un coniglio esploratore di nome Edmond. Il diario custodisce la sua passione per la natura, raccontata attraverso foto scattate da lui, appunti e disegni.

PERCHÉ IL CLIMA STA CAMBIANDO?

Mario Tozzi

Einaudi ragazzi, pp. 144 € 12,90 (da 11 anni)

L’autore sostiene i ragazzi che protestano e offre un fondamento scientifico ai giovani che sono dalla parte di Greta Thunberg. Geologo e ambientalista, Tozzi è convinto che la natura vada conosciuta nei suoi meccanismi e rispettata di più di quanto successo finora. Occorre consultare i dati per capire come si è arrivati ai disastri climatici degli ultimi anni. In questo libro, si riflette sulle responsabilità degli adulti e sulle possibilità che le nuove generazioni hanno di costruire un futuro migliore per il Pianeta.

HULK: GRAND DESIGN

Jim Rugg

Panini, pp. 128 € 24 (dai 12 anni)

Un’opera creata ad hoc per vecchi e nuovi appassionati delle avventure del Golia verde. Ma anche per chi vuole festeggiare degnamente i 60 anni di uno dei personaggi più tormentati e amati dei fumetti Marvel. Jim Rugg, stella degli indie comics, regala un omaggio toccante alle avventure del Gigante di giada diventato supereroe (suo malgrado) dopo l’esplosione di una bomba a raggi gamma. E ne svela l’universo, compresi i cattivi come Abominio. G.B.

ALBERI DI STRADA

Sara Filippi Plotegher

Quinto quarto, pp. 128 € 16 (da 8 anni)  Gli umani non possono esistere senza alberi, nonostante ne abbiano abbattuti tanti per costruire ovunque. Gli esseri vegetali, però, hanno una propria dignità, conducono la loro vita, sono portatori di bisogni e svolgono diverse funzioni per se stessi e le altre creature. Sono i migliori amici dell’uomo: ogni tanto litigano con lui ma poi entrambi fanno pace e tornano a giocare insieme. Un libro che invita a immaginare una convivenza fruttuosa con la parte green del mondo. G.B.

Andrea Farotto, illustrazioni Lucia de Marco

Caissa Italia, pp. 24 € 16,50 (da 3 anni)

La vita frenetica della città può far perdere di vista i piccoli piaceri del quotidiano. Il traffico invade le strade, gli adulti corrono in ufficio e nessuno si rende conto degli eventi speciali che accadono nei momenti più impensabili, nel bel mezzo di una noiosa routine.

Ma ci sono giorni in cui qualcuno si ferma, alza lo sguardo e nota quello che sfugge a molte persone. Anche un palloncino rosso, volato via dalle mani di un passante, può custodire una storia inaspettata. A.A.D.

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CI SONO GIORNI… Claudia Cichetti
INCONTRO 46
© Marco Barbaro, gioielli di Caterina Murino Jewellery, capelli di Cotril

IL TALENTO È GLAMOUR

ATTRICE DAL RESPIRO

INTERNAZIONALE, CATERINA

MURINO È STATA SCELTA COME

MADRINA DELLA MOSTRA

DEL CINEMA, DAL 30 AGOSTO

AL 9 SETTEMBRE A VENEZIA di Gaspare Baglio gasparebaglio

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Il countdown per l’80˚ edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica della Biennale di Venezia è ufficialmente iniziato. Tra un rumor e l’altro sui film che potrebbero gareggiare alla kermesse, c’è una sola grande certezza: la madrina sarà Caterina Murino. L’attrice cagliaritana, che avrà il compito di condurre la serata inaugurale, mercoledì 30 agosto, e quella di chiusura, sabato 9 settembre, vanta una partecipazione a Miss Italia, qualche apparizione in tv e diverse pellicole di successo. A dirigerla sono stati in tanti, da Luis Sepúlveda a Pappi Corsicato, da Oliver Parker a Renzo Martinelli. In Francia è uno dei volti di punta dello star system e sul panorama internazionale si è imposta nel 2006 grazie alla pellicola Casino Royale, per la regia di Martin Campbell e con Daniel Craig, che l’ha vista nei panni di Bond girl.

Negli ultimi anni ha illuminato il grande schermo anche grazie a pellicole come Agadah di Alberto Rondalli e Se son rose di Leonardo Pieraccioni. Adesso la aspetta il red carpet più glamour che c’è.

Come sei diventata madrina della Mostra del cinema?

È come se avessi sostenuto il provino per un film: c’è stato un incontro con il direttore artistico Alberto Barbera e il suo staff, una chiacchierata durata mezz’ora. Non immaginavo che mi avrebbero scelta ma lo speravo tanto. A un certo punto mi hanno chiamata comunicandomi di essere nella rosa delle papabili. E poi, alla fine, è andata bene.

Contenta?

Da tempo non tornavo nel mio Paese e per me è un grandissimo onore farlo per un evento così importante. Che madrina sarai?

Innanzitutto, cercherò di essere glamour indossando quasi solo brand italiani. È un grande onore vestire gli abiti di aziende che ci fanno grandi all’estero. Ma, con la mia presenza, spero anche di portare un po’ di internazionalità.

INCONTRO
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© Marco Barbaro, gioielli di Caterina Murino Jewellery, capelli di Cotril

Già, perché tu sei una star oltralpe. Diciamo che faccio parte del panorama del cinema francese, sì. Come è cominciata quest’avventura?

Nel 2003, 20 anni fa, al primo provino per Il bandito corso, con Jean Reno e Christian Clavier. Non parlavo una parola di francese ma in tre mesi ho imparato la lingua. Ho studiato tanto e passato quattro provini. Durante le riprese di questo film mi hanno chiamata per un’altra pellicola e poi, nel bel mezzo del secondo set, mi è arrivata la richiesta per un terzo lungometraggio. Proprio mentre stavo girando quest’ultimo, è uscito nelle sale Il bandito corso, che è stato un enorme successo in patria e il motivo per cui sono famosa in Francia.

E poi?

Ho cominciato a vivere qui, mi offrivano ruoli uno dopo l’altro. È arrivata la tv con alcune serie e ora sto facendo teatro. Solo quattro giorni dopo la fine di Venezia ho la prima dello spettacolo Piège pour un homme seul, diretto da Michel Fau, al Théâtre de la Micho -

dière di Parigi (ride, ndr).

Cosa ti lega alla Francia?

Mi ha adottata. E anche se gli italiani continuano a pensare che i francesi li detestino non è così: loro ci amano.

Bisogna vivere nel Paese per capirlo: sono pazzi per l’Italia a partire da Venezia, per continuare con la Puglia, la Sardegna, la Sicilia e la Toscana. Mi hanno addirittura dato una menzione al premio César per come avevo imparato la loro lingua. E poi la Francia ha un cinema ecclettico perché registi e attori vengono da tutte le parti del mondo. È molto inclusiva.

Se ti dico Italia a cosa pensi?

Alla mia Sardegna, che vive in me. E poi al cibo che mi manca tantissimo, insieme al nostro spirito, più leggero e gioioso rispetto a quello dei francesi, che sono sempre un po’ in collera. Davvero?

Già. E non dovrebbero: vivono in un Paese meraviglioso che ha molti meno problemi rispetto ad altri. Dico questo perché gli stessi francesi ammettono che lo sport nazionale d’ol-

tralpe è lamentarsi. Noi italiani abbiamo una marcia in più che, nonostante i problemi, ci fa risollevare. È difficile sfondare come attrice?

Sempre e tanto. Alcuni miei colleghi hanno una gang di amici con cui lavorano spesso. Io sono un cane sciolto ma ho avuto un agente straordinario, quasi un secondo padre, che però mi ha lasciato un paio di anni fa. Era un manager d’altri tempi: ti “creava”. Tornando alla domanda, nel mio mestiere non bisogna abbattersi: è necessario trovare la forza anche quando non c’è.

Il momento più duro?

Ci sono sempre alti e bassi, in continuazione. La cosa più difficile è imparare a stare su quando si ha il morale a terra e a rimanere con i piedi per terra quando si è in alto, per non farsi male quando si tornerà giù. Bisogna sempre mantenere un equilibrio. Un giorno sei richiestissimo e poi rimani tre anni senza lavorare: per me questa è un’altalena che dura da 25 anni. È molto complesso ma per fortuna,

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Murino nel film Agadah di Alberto Rondalli

oltre al mio straordinario compagno, ho la mia famiglia. Mia mamma dice sempre che non devo avere paura dei miei periodi bui perché dopo passano. Lei è fondamentale. Senza il suo appoggio non sarei diventata una Bond girl.

Ah no?

Ero caduta da cavallo, stavo a letto senza muovermi e mia mamma mi ha detto: «Su, su, muoviti e vai a fare il provino». Non rientra tra le madri che spingono le figlie, ha sempre rispettato il mio volere, ma per Casino Royale mi ha lavata, mi ha messo le scarpe da tennis e mi ha portata al casting. Non tutti hanno la fortuna di avere una famiglia straordinaria al proprio fianco.

I tuoi luoghi del cuore a Parigi?

Ho la fortuna di vivere a Montmartre, in un’oasi di verde e di pace. Sono un po’ sedentaria ma, grazie agli scioperi dei bus, ho scoperto che mi piace visitare la città a piedi. Cammino tanto sugli Champs-Élysées, verso il Beaubourg e il Louvre. Amo Parigi anche se nel tempo è molto cambiata. Il traffico ora è allucinante e, onestamente, sono un po’ contro i monopattini e chi

li guida, spesso male: come pedone mi sento sempre in pericolo. E se parliamo dell’Italia a quali posti sei legata?

A Cagliari, dove sono nata: è bellissima, a misura d’uomo e non bisogna essere miliardari per viverci. E poi a Venezia, che ho conosciuto approfonditamente durante il primo periodo della pandemia: in città c’erano solo due set, tra cui quello di Veneciafrenia, il film di Álex de la Iglesia a cui stavo lavorando. Mi sono trovata sul ponte di Rialto da sola, me la sono goduta ed è stato davvero straordinario. Non credo che nei dieci giorni del festival potrò girarla molto ma già solo l’idea di essere lì è un’emozione. In questa città ho recitato anche al Teatro Goldoni e in piazza San Marco ho girato alcune scene della fiction Il giovane Casanova, dove interpretavo Zanetta Farussi, la madre dell’avventuriero. Sono stata anche alla Mostra del cinema per presentare la pellicola Il seme della discordia, di Pappi Corsicato. Tornare è un’emozione straordinaria. Ancora non riesco a crederci. Hai nominato due registi cult. Com’è

stato lavorare con De la Iglesia? Ha un carattere molto particolare ma quando mi ha scelta mi sono messa a ballare. Lo trovo un genio. Stavo a Milano e lo amavo per Crimen perfectoFinché morte non li separi. Sua moglie, Carolina Bang, ora è una produttrice straordinaria. Il film girato con lui, Veneciafrenia, è molto bello e ha costumi pazzeschi. Lo hanno criticato per i tagli ma sono stati eliminati quasi 45 minuti perché era troppo lungo. Dovrebbero, comunque, fare un altro montaggio con tutto ciò che non è entrato. È stata un’esperienza unica: girare a Palazzo Pisani era come vivere un sogno, Venezia rende tutto più magico. E con Corsicato com’è andata?

Lo chiamavo Spugnetta, perché diceva sempre di asciugare. Pappi ha dentro un mondo pazzesco e complicatissimo. Anche la coach che mi aiuta da 25 anni lo ha incontrato più volte per comprenderne l’universo. Con lui non si poteva fare nulla di naturalistico: voleva che recitassi come se stessi interpretando una telenovela venezuelana sotto acidi. Ma è fantastico, ti fa entrare in una dinamica totalmente diversa e ti costringe a uscire dalla comfort zone.

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Murino nella pellicola Se son rose, diretta e interpretata da Leonardo Pieraccioni © Angelo Trani

Dopo Venezia che farai?

Sarò in Generazione Neet, di Andrea Biglione, e in Good Vibes di Janet De Nardis. Nel primo interpreto un ministro dell’Interno che rimette la naja in Italia per gli esponenti della generazione Z che non fanno nulla. Se trovano un lavoro entro un mese la scampano, in caso contrario devono fare il militare per un anno. La seconda pellicola racconta di uno smartphone che consente, inserendo il numero di telefono di una persona, di conoscerne tutti i segreti. Sto girando anche The Opera, il primo film del regista teatrale Davide Livermore. È la storia di Orfeo ed Euridice in opera pop e girata su un set virtuale. Gli interpreti sono tutti cantanti d’opera tranne me, Vincent Cassel, Fanny Ardant e Rossy De Palma.

Che ruoli ti piacerebbe avere in futuro?

A teatro vorrei essere Lady Macbeth, al cinema Mata Hari. Ma ho la fortuna di ricevere copioni sempre molto diversi, quindi non potrei chiedere più di quello che sto già vivendo.

A Sanremo ci andresti?

Ahia (ride, ndr)! Me lo hanno proposto tanti anni fa ma non saprei che fare. Non è il mio ruolo.

Il viaggio più bello che ricordi?

Io sono anche una gemmologa e creo gioielli in filigrana che vengono venduti in Place Vendôme, a Parigi, per aiutare gli artigiani della Sardegna. Per questa mia attività sono andata nelle miniere dello Sri Lanka. È stato stupendo. Poi, per la promozione di Casino Royale, ho girato l’Asia e l’Australia insieme a mia madre e, nonostante qualche litigata, è stato bellissimo averla vicina.

Come ti definiresti?

Una che non si ferma mai. Oltre al mio impegno per l’Africa, con l’ong Amref, supporto la causa della tutela degli animali. Voglio dare voce a questo tema, perché molti di loro vengono maltrattati e uccisi dagli esseri umani. È la mia nuova sfida. Per questo sono testimonial della campagna Resta con me contro gli abbandoni e sto anche diventando vegana. Le nuove generazioni saranno sempre più inclini a non trattare gli animali come oggetti. Rileggendo Il Cantico delle creature capiamo che noi non siamo migliori: San Francesco ha detto cose importanti, voleva rispettare tutto quello che il Signore ha creato.

Visto che sei gemmologa, se fossi una pietra preziosa quale saresti?

Lo zaffiro, perché è molto scuro e solo quando lo si guarda con una lente si capisce che l'inclusione ottenuta incidendo la composizione interna è, il più delle volte, a forma di farfalla.

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Caterina Murino in una missione in Africa per Amref
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© Alida Vanni

UNAVITA P ER L’ARTE

IN VIAGGIO CON
© Pierluigi Di Pietro Michelangelo Pistoletto di fronte all'opera Grande sfera di giornali (1966-2023)

DALLE PRIME COLLABORAZIONI CON IL PUBBLICITARIO

ARMANDO TESTA FINO AL PROGETTO INTERCONTINENTALE

CON GALLERIA CONTINUA. MICHELANGELO PISTOLETTO È IN CONTINUA MUTAZIONE E SI EVOLVE NEL SEGNO DELL’INFINITO

La sua analisi della vita e degli elementi che la compongono è incredibilmente affascinante. Il percorso artistico di Michelangelo Pistoletto è espressione del genio e della consapevolezza che sentimenti, passioni, certezze e contrasti possono essere declinati in molte forme. Incontrare il fondatore dell’Arte povera è un privilegio, le sue parole ti restano dentro e ti fanno riflettere. A 90 anni compiuti lo anima un’energia apparentemente inesauribile. Legato al Louvre di Parigi da un rapporto profondo, è stato il primo a tenere qui, tra aprile e maggio scorso, tre Leçons d’Artiste: Le musée-miroir, Une histoire de l’art par Michelangelo Pistoletto e L’archipel-musée. Nel 2013 il museo ha ospitato la sua mostra Année 1. Le Paradis sur Terre, mentre nel 2022 e nel 2023 il Louvre di Abu Dhabi ne ha accolto le opere all’interno della mostra Mirror Paintings

Pistoletto arriva, si siede con il suo trolley nero nel FRECCIALounge di Firenze Santa Maria Novella e si racconta, a partire dall’opera appena inaugurata al Centro tecnico federale di Coverciano a Firenze, in presenza di tutti i calciatori della Nazionale e dei vertici della Figc. L’installazione si intitola Il calcio nella formula della creazione ed è permanente. È composta da cento sfere delle dimensioni di un pallone, realizzate con diversi marmi del mondo a sottolineare l’universalità del calcio. Tre cerchi consecutivi rappresentano il simbolo della creazione prendendo spunto dalla raffigurazione dell’infinito matematico. Due cerchi rimandano alle reti mentre il terzo, quello centrale, evoca il punto del campo in cui inizia la partita. «Quando spiego ai giovani la formula della creazione la paragono proprio a un campo da calcio. Nei due cerchi più distanti le squadre e in quello centrale il pallone che rappresenta il caso, spinto verso una meta dalla volontà reciproca dei due team. L’avversario non è il nemico da debellare, bensì l’amico necessario per giocare la partita della vita e dare ciascuno il meglio di sé», racconta Pistoletto.

Per lui la creazione «nasce sempre da due elementi che stando fermi non creano niente ma incontrandosi in quel cerchio centrale producono qualcosa che non esisteva. L’universo è creato dall’incontro di spazio-tempo e massa-energia, l’uno positivo e l’altro negativo. In natura la creazione prosegue sempre in un continuo contrapporsi di elementi. Noi esseri umani, con la nostra intelligenza, abbiamo sviluppato un analogo sistema, creando attraverso l’immaginazione e il confronto un mondo artificiale che ci offre possibilità immense, ma mette a rischio la natura. Dobbiamo unire artificio e natura per produrre un mondo nuovo».

C’è un Dio che funge da arbitro o non dobbiamo considerare questa ipotesi?

Non c’è nessuno che fa l’arbitro.

Quest’anno la tua arte verrà celebrata da Galleria Continua con un progetto intercontinentale, un susseguirsi di mostre

personali in ciascuna delle otto sedi intorno al mondo: San Gimignano, in provincia di Siena, L’Avana a Cuba, Les Moulins a Parigi, San Paolo del Brasile, Pechino in Cina, Dubai negli Emirati Arabi e, naturalmente, Galleria Continua a Roma. Puoi dirci di più?

È una rassegna intercontinentale sul mio lavoro, caratterizzato da molti momenti diversi e autonomi. Sono un artista che si è moltiplicato, una sorta di collettivo di artisti in uno solo. La mostra in corso a Roma, al Chiostro del Bramante, presenta e mette in connessione molti aspetti della mia produzione, sembra un’esposizione di gruppo dei diversi Pistoletto, che sono io, uno solo, ma anche tanti. Quando all’inizio degli anni ‘60 ho realizzato i Quadri specchianti vedevo nell’opera me stesso, insieme a chiunque esistesse o passasse davanti al quadro. La mia identità è il noi. Ogni momento della mia vita può essere considerato un essere nuovo, sono figlio di me stesso, padre e nonno, una parentela di autonomie individuali. La molteplicità della società umana si identifica perfettamente con la mia personalità.

Sei soddisfatto del tuo percorso artistico o c’è un aspetto che avresti voluto maggiormente approfondire?

Sono contento del mio percorso e di ciò che faccio, non ho abbandonato nulla e tutto ritorna sempre come memoria. Non sapremmo chi siamo e dove andiamo se non conoscessimo bene da dove veniamo, quale strada abbiamo preso e cosa va mantenuto o superato. Bisogna passare la storia al pettine per vedere cosa ne rimane e da lì iniziare un percorso nuovo. Il quadro specchiante ci mostra cosa abbiamo alle spalle, oltre a ciò che abbiamo di fronte. Ci consente di setacciare il passato per costruire nuovi investimenti culturali in modo cosciente, vivo e attivo.

Che atmosfera c’era a Torino durante il tuo esordio artistico?

Era una città in movimento, in crescita, l’arte era molto presente e dai diversi Paesi del mondo raggiungeva la Galleria civica, molto attiva come altri centri privati. Io ho avuto la fortuna di iniziare nello studio pubblicitario di Armando Testa, dove ho capito quanto la pubblicità avesse un’anima vivace e fosse capace di stimolare l’immaginazione. Studiavo l’arte moderna da una parte e la proiezione immaginativa dall’altra, unite a una profonda esperienza delle opere antiche, grazie a mio padre che era restauratore.

Dove sei cresciuto?

A Torino, in una casetta con giardino, in zona corso Francia, dove i miei genitori si sono trasferiti dopo essersi sposati. Durante la guerra ci siamo spostati a Susa, nei dintorni del capoluogo piemontese, dove ho vissuto in una cascina di famiglia imparando a tagliare l’erba, potare gli alberi e allevare gli animali.

Quale è il profumo della tua infanzia?

Una mescolanza di pittura a olio e cucina. Mio padre dipingeva bellissime nature morte con cacciagione, pesci e funghi. Era

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un realista e quando terminava mia madre cucinava i soggetti ritratti.

Cosa non sopporti nelle persone e cosa invece ti piace di più?

Tutto. Apprezzo le qualità positive e non disprezzo quelle negative, perché penso possano essere modificate e, se diamo a quella persona la giusta possibilità, diventare positive. Cerco sempre di fare tesoro del problema che mi divide da qualcuno, perché se ci si rincontra non si farà più lo stesso sbaglio. Hai ricevuto più fiducia o più dinieghi?

Veri dinieghi no, forse momenti di incomprensione. Avevo ottenuto grande riconoscimento internazionale, ero stato accolto nella grande famiglia della Pop Art americana. Quando, nel 1964, questa si affermò con la vittoria da parte di Robert Rauschenberg alla Biennale di Venezia, il mio gallerista voleva che mi trasferissi negli Stati Uniti e dimenticassi di essere italiano. Gli risposi che ero molto contento del suo entusiasmo, ma che a differenza di quanti aderirono alla Pop Art io non mi riconoscevo esclusivamente nel sistema consumistico. Quindi, pur consapevole delle oggettive affinità artistiche, ascoltai me stesso e la mia storia che ha origini romane, greche e rinascimentali. Dal fondo oro che si traduce in superficie specchiante. Così, non mi sottomisi e restai in Italia. Ma gli Stati Uniti non mi voltarono le spalle, anzi: la mia Arte povera divenne un’alternativa alla Pop Art con me protagonista. Fu l’ultimo movimento dell’arte moderna, seguito solo dalla Transavanguardia che riconosceva, appunto, l’impossibilità di un’avanguardia dopo l’Arte povera. Che rapporto hai con i giovani artisti?

Straordinario. Mentre insegnavo all’Accademia di Vienna, ho creato a Biella

Cittadellarte - Fondazione Pistoletto, una realtà che si propone anche come laboratorio-scuola dedicata allo studio e alla sperimentazione. Se non mi guardo allo specchio e non guardo mia moglie vedo solo persone giovani. Dico sempre loro che nel futuro non ci sarà spazio per tutti gli artisti, ma non voglio vedere nessuno fallire, perché è la società intera ad aver bisogno dell’arte, non solo i grandi musei. Devono essere individuali e sociali per creare vita. Succede così alla nostra Cittadellarte, dove si crea una connessione con tutti i settori della vita sociale: la politica, la tecnologia, l’economia, la scienza. Qui tutte le forme culturali – teatro, musica, cinema, poesia, danza – comunicano tra loro. Si tratta di un luogo dove l’inventiva dell’artista trova il suo sviluppo didattico. Così nascono i maestri di questa nuova società. Grazie alla Fondazione, Biella è entrata nella rete delle Città creative dell’Unesco. Prendi spesso il treno?

Andavo a insegnare a Vienna in macchina, mille chilometri all’andata e mille al ritorno: ci fosse stato il Frecciarossa lo avrei sicuramente preferito. Lo sviluppo del trasporto ferroviario in Italia, che oggi mi permette di partire dal Piemonte ed essere in pochissime ore a Roma, a Napoli o a Parigi, è meraviglioso. E a bordo posso utilizzare molto bene il tempo: scrivo e lavoro sui miei progetti. Quando guardo il paesaggio mi dà gioia vedere che l’Italia vive di complessità naturale, tra verde e campi coltivati.

C’è un’emozione che ancora non hai provato e che vorresti vivere?

Sicuramente ne vivrò ancora diverse, ma non so quali. Non esiste l’emozione pura come non esiste la ragione pura. Io vivo l’emozione della ragione.

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Andrea Radic con Michel angelo Pis tolet to Il calcio nella formula della creazione (2023)
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© Soldo76/AdobeStock
Capo Noli (Savona), Liguria

UN TUFFO NEL BLU

DA SIRMIONE A CATANZARO, PASSANDO PER ORBETELLO, SONO 226 LE LOCALITÀ MARINE E LACUSTRI PREMIATE PER LA QUALITÀ DELL’AMBIENTE. DA

di Cecilia Morrico MorriCecili morricocecili

Sono 226 le località marine e lacustri che si sono aggiudicate le Bandiere blu dell’estate 2023 per la qualità del loro ambiente, per un totale di 458 spiagge premiate. Insieme ai comuni, anche 84 approdi turistici hanno ricevuto l’ambito riconoscimento assegnato dalla ong per l’educazione alla sostenibilità Foundation for Environmental Education (Fee). Per la selezione l’organizzazione internazionale si è basata su 32 criteri di sostenibilità, tra cui balneabilità, sistema di depurazione, raccolta differenziata, aree pedonali, piste ciclabili, servizi in spiaggia, abbattimento delle barriere architettoniche e ricettività alberghiera.

Domina la classifica anche quest’anno la Liguria con 34 località, sale sul podio al secondo posto la Puglia con 22 e seguono a pari merito al terzo, con 19 bandiere, Campania, Calabria e Toscana. Tutte zone perfette da raggiungere con il treno, il mezzo di trasporto più green, soprattutto in questa stagione: per l’estate, infatti, Trenitalia assicura oltre 10mila collegamenti al giorno lungo l’intero Paese.

Le 17 new entry che si colorano di blu quest’anno sono, in ordine di punteggio: Catanzaro, Rocca Imperiale (Cosenza), San Mauro Cilento (Salerno), Gatteo (Forlì-Cesena), Laigueglia (Savona), Sori (Genova), Sirmione

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RAGGIUNGERE COMODAMENTE IN TRENO
e Toscolano Maderno

(Brescia), Porto San Giorgio (Fermo), Termoli (Campobasso), San Maurizio D’Opaglio (Novara), Verbania (Verbano Cusio Ossola), Gallipoli (Lecce), Isole Tremiti e Vieste (Foggia) e, infine, Leporano (Taranto) e Orbetello (Grosseto).

Partendo dal sud e dalle isole maggiori, la Sicilia sventola 11 vessilli tra cui quelli posizionati sull’incantevole Modica, in provincia di Ragusa, famosa per il cioccolato e l’architettura barocca, e su Menfi (Agrigento), uno dei distretti vitivinicoli più importanti della regione, da esplorare anche per i siti archeologici di Selinunte e di Eraclea Minoa. Immancabile Lipari, nelle Eolie, comodamente raggiungibile con il biglietto combinato Trenitalia + SNAV che consente a chi arriva a Napoli con Frecce, Intercity, Intercity Notte e Regionali di imbarcarsi dal porto di Mergellina e scendere anche a Stromboli, Vulcano, Panarea e Salina. In Sardegna è la provincia di Sassari a ottenere il primato di dieci bandiere sulle 15 dell’intera regione. Lì fanno a gara per bellezza le spiagge inconta-

minate di Santa Teresa Gallura, Budoni e Palau e i fondali cristallini della Maddalena. Risalendo il Paese si incontrano le tre regioni del podio: Calabria, Puglia e Campania. La prima sale a 19 riconoscimenti grazie a Catanzaro, con il suo litorale fatto di sabbia e ciottoli, un mare azzurro e cristallino, i fondali ricchi di flora e fauna, e Rocca Imperiale che offre uno spettacolo paesaggistico e naturalistico tra i più ricchi dell’Alto Jonio Cosentino. Senza dimenticare altri tesori come Tropea (Vibo Valentia), Diamante (Cosenza) e Roccella Jonica (Reggio Calabria). Anche la Campania si aggiudica 19 bandiere grazie all’ingresso di San Mauro Cilento, borgo medievale fra il Monte Stella e la Marina di Mezzatorre, meta ideale per chi ama il turismo di mare ma anche per chi preferisce passeggiare tra i boschi. Fa incetta di premi la Puglia che conquista quattro nuove bandiere senza nessuna uscita e arriva a 22 in totale. Il mare più blu è quello del Salento: sei i comuni premiati nella provincia di Lecce. Oltre a Gallipoli, Melendugno, Castro, Salve,

Ugento e Nardò, tutti con spiagge da sogno come quelle di Pescoluse, Torre San Giovanni e Torre Mozza, spicca anche il ritorno delle Isole Tremiti, di nuovo in classifica dopo l’uscita nel 2022. In tutto, la provincia di Foggia ha cinque bandiere (Vieste, Tremiti, Rodi Garganico, Peschici e Zapponeta), mentre sono quattro quelle nel territorio di Taranto (Castellaneta, Maruggio, Ginosa e Leporano). Tre comuni premiati nel Brindisino ci sono Fasano, Ostuni e Carovigno, mentre sono due a testa per Bari (Polignano a Mare e Monopoli) e Barletta-Andria-Trani (Margherita di Savoia e Bisceglie). Per queste tre regioni è ricca l’offerta di Trenitalia, tra Frecce, Intercity, Regionali e corse in bus. Sono infatti intensificati i servizi ad Alta Velocità tra le principali città del Centro Nord e il Sud, con 32 Frecce al giorno che collegano Milano, Venezia, Torino, Bologna e la Puglia e 13 Frecce al giorno da e per Roma. Anche la Calabria è più facile da raggiungere con otto collegamenti quotidiani diretti in Frecciarossa tra Milano e Reggio Calabria e, nelle

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Isola di Caprera nell’arcipelago della Maddalena (Sassari), Sardegna

giornate a più alta mobilità, i Frecciarossa notturni tra le due città. Più corse anche sulla rotta Adriatica, con incremento delle fermate lungo la costa per i mesi estivi a Monopoli, Fasano e Ostuni. In Basilicata e Calabria si aggiungono rispettivamente Maratea e Scalea. Tante novità in Campania, dove sono previsti stop addizionali delle Frecce ad Agropoli, Vallo della Lucania, Pisciotta-Palinuro e Sapri. In programma anche fermate aggiuntive dei FRECCIALink per raggiungere Sorrento, in Campania, Vieste e Peschici, in Puglia. Anche l’offerta estiva degli Intercity si arricchisce di nuove fermate, per l’esattezza cento in più al giorno (con un aumento del 42% rispetto allo scorso anno), tra cui Polignano e Maratea. Tra le novità più interessanti per chi predilige le località balneari, ci sono i collegamenti verso alcune mete della Costa degli Dei: Vibo Marina, Ricadi, Nicotera e Tropea, che può contare su due collegamenti in più rispetto alla scorsa estate.

In Puglia, Ferrovie del Sud Est moltiplica le opportunità di viaggio alla scoperta delle meraviglie del tacco italiano. Il Trulli link collega le località della Valle d’Itria con Bari, il Grotte link – con 16 bus nei feriali e nei festivi – avvicina il capoluogo di regione alle Grotte di Castellana, mentre il Salento link prevede due collegamenti da Bari per le principali località sull’Adriatico e lo Ionico.

Continuando la salita alla ricerca delle Bandiere blu, la Basilicata ne conta cinque, tra cui Maratea e Pisticci, il Lazio dieci, che comprendono Sabaudia, San Felice Circeo, Sperlonga, Gaeta e Anzio. New entry in Molise, con Termoli, e nelle Marche, con Porto San Giorgio, per un totale di due riconoscimenti nella prima regione e 18 nella seconda.

Si arriva così alla Toscana, sul podio al terzo posto a pari merito con Campania e Calabria. Da sempre tra le più premiate d’Italia con Orbetello, vanta ora 19 comuni Bandiera blu per il

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© Salvatore/AdobeStock Lipari (Messina), Sicilia © Viktor/AdobeStock

mare cristallino, i servizi eccellenti, l'impegno per la tutela dell'ambiente. Dalla Riviera Apuana alla Versilia, dalla Costa degli Etruschi alla Maremma, senza dimenticare l’Isola d'Elba, sono tante le mete della regione apprezzate dai turisti provenienti da ogni angolo del mondo per il paesaggio, le bellezze naturali e la

gestione sostenibile del territorio. Regina indiscussa della classifica è la Liguria, al primo posto da 14 anni. In totale sono 34 le località segnalate, due in più rispetto al 2022 (Laigueglia e Sori), e oltre 60 le spiagge da non perdere, dal Golfo dei Poeti a quello del Tigullio, dalla Riviera delle Palme e quella dei Fiori, fino all’estremo

Ponente della regione. Tutte hanno superato l’esame delle acque balneari e soddisfatto una serie di criteri green tra cui spiccano le aree pedonali, le piste ciclabili, l’arredo urbano, le zone verdi, l’abbattimento delle barriere architettoniche e l’offerta dei corsi di educazione ambientale. Tra queste 14 sono in provincia di Savo -

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Tropea (Vibo Valentia), Calabria © Jovanning/AdobeStock Gallipoli (Lecce), Puglia © Luigi/AdobeStock

na, dove spiccano Noli e Finale Ligure con la loro stupenda vegetazione sulle acque cristalline, e otto nel territorio di Imperia, con Bordighera e Sanremo in pole position.

A chi sceglie di trascorrere le proprie vacanze estive tra la Maremma e il Mar Ligure, le Frecce Trenitalia offrono ottimi servizi: la nuova fermata Orbetello-Monte Argentario si aggiunge a quelle di Rapallo, Chiavari, La Spezia, Massa, Viareggio, Pisa, Livorno, Campiglia Marittima, Grosseto e Civitavecchia da Torino, Milano, Ge -

nova e Roma.

In più i FRECCIALink arrivano anche a Piombino e a Cecina, con quattro corse al giorno dal venerdì alla domenica da Firenze in connessione con i Frecciarossa da e per Bologna e Milano. Mentre il servizio del Regionale è intensificato per favorire la scoperta delle principali mete balneari grazie alla riconferma per il 2023 degli speciali Treni del mare tra la Lombardia e le spiagge del Ponente e Levante Ligure.

Si chiude con il Nord Italia: riman -

gono invariate le dieci bandiere del Trentino-Alto Adige, le nove del Veneto e le due del Friuli-Venezia Giulia. L’Emilia-Romagna vede premiate nove località con un’uscita – Cattolica, l’unico comune non confermato quest’anno – e un nuovo ingresso (Gatteo), mentre si registrano due nuove segnalazioni in Piemonte, che ottiene cinque bandiere, e in Lombardia, che sale a tre località con vessillo blu grazie a Sirmione e Toscano Maderno. bandierablu.org

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Leporano (Taranto), Puglia
© AerialDronePics/AdobeStock
©
Orbetello (Grosseto), Toscana
tuniz/AdobeStock

AFFACCIATI SUL

TRAVEL

MONDO

METE PER ESCURSIONISTI E BUONGUSTAI, I RIFUGI

PANORAMICI DEL GARDA TRENTINO SONO UN PUNTO DI VISTA

PRIVILEGIATO SUL PAESAGGIO MONTANO E LACUSTRE

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di Cecilia Morrico MorriCecili morricocecili Foto Archivio Garda Dolomiti Spa Vista sul Lago di Garda dal Monte Altissimo (Trento)

Tra terra e cielo, acqua e roccia. Il Garda Trentino è il giusto connubio tra il verde dei monti e il blu del lago. Comprende territori e località uniche in provincia di Trento: Riva del Garda, Arco, Nago-Torbole, Tenno, Dro-Drena, la Valle di Ledro, Comano e la Valle dei Laghi. Preziosi tesori tutti da scoprire da molteplici punti di vista, come quelli privilegiati dei rifugi panoramici. Questi nidi di quieta beatitudine in cima alle vette sono la meta ideale per gli escursionisti che, dopo aver camminato o pedalato in mezzo ai boschi, amano poter perdere lo sguardo davanti a un paesaggio incontaminato. Si parte con il rifugio Capanna Grassi, sorto in una zona storicamente utilizzata per il pascolo, a pochi chilometri da Riva del Garda e dalla frazione di Campi. Si può raggiungere anche in auto, ma le emozioni maggiori si provano ad arrivarci a piedi o in bici. Percorrendo per esempio il sentiero Del Berghem, che risale le pendici della Rocchetta e del Monte Tombio e attraversa il sito archeologico di San Martino, tra cascate e tratti attrezzati con funi e gradini. Sempre da Riva del Garda, e anche dalla Valle di Ledro, si può arrivare al rifugio Bocca di Trat Nino Pernici, un’antica caserma austriaca nelle Alpi Ledrensi raggiungibile da entrambi i versanti. È meta di escursionisti e biker, attratti dai paesaggi ma anche dall’ottima cucina: qui si può ammirare uno splendido panorama e assaggiare la polenta di patate, piatto forte della tradizione culinaria locale.

A poca distanza il rifugio Monte Calino San Pietro, ricavato dal romitorio dell’adiacente chiesa medievale, ancora ben conservata. Punto di arrivo e di partenza di numerose

escursioni, è apprezzato per la facilità di accesso a piedi o in bicicletta.

Si raggiunge percorrendo l’itinerario dedicato al Monte Calino, un tragitto immerso nella vegetazione che attraversa i ripidi campi coltivati attorno a Tenno e Calvola e poi si immerge nel bosco. Oppure con un bike tour da Fiavè al Passo del Ballino che, attraverso foreste ombrose, conduce lungo le pendici sud-occidentali del Monte Misone, soleggiate e calde nel periodo estivo, e alla Sella di Calino. Tra le nuove esperienze previste per l’estate 2023 dall’Azienda per il turismo Garda Dolomiti, al rifugio San Pietro si può fare colazione mentre il sole sorge sul lago. La partenza è fissata alle 5 ma la passeggiata, la vista e i prodotti a chilometro zero valgono la levataccia.

È raggiungibile solo a piedi, invece, il rifugio Prospero Marchetti, in prossimità della vetta del Monte Stivo, che domina l’intera zona. La fatica viene ripagata all’arrivo, quando davanti agli occhi del visitatore si apre uno dei panorami più sorprendenti, non solo sul lago ma anche sulla cosiddetta Busa, la zona pianeggiante tra Riva del Garda, Arco e Torbole. Vicino alla struttura, inoltre, è installato un osservatorio con l’indicazione di tutte le cime circostanti: il Monte Baldo a sud, le Alpi di Ledro a sud-ovest, i ghiacciai dell’Adamello, del Carè Alto e della Presanella a nord-ovest, le Dolomiti di Brenta a nord, le piccole Dolomiti, la catena del Lagorai e il gruppo del Pasubio a est. Anche qui è possibile vivere una delle più belle attività organizzate da Garda Trentino: un giro all’ora del tramonto da Malga Campo, dove l’orizzonte appare infinito e il sole che cala sembra

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Colazione al rifugio San Pietro, sul Monte Calino (Trento)

abbracciare tutto il cielo, per raggiungere il rifugio e assaporare una succulenta cena con piatti tipici trentini. Merita una menzione particolare il rifugio Damiano Chiesa che dalla sommità del Monte Altissimo sovrasta tutta la parte settentrionale del Lago di Garda, con una vista mozzafiato a 360 gradi. Gli escursionisti incontrano a ogni passo splendidi scorci sull’acqua e preziose testimonianze storiche: il monte, infatti, era la linea di fronte italiana durante la Prima guerra mondiale e nella zona sono presenti tuttora numerosi segni di trincee, costruzioni e camminamenti, alcuni dei quali attorno al rifugio. Infine, non può mancare una sosta al rifugio XII Apostoli, porta d’ingresso occidentale alle Dolomiti di Brenta. Costruito nel 1908 dalla Società alpinisti tridentini (Sat) nella conca di Pratofiorito, deve il suo nome alle 12 piccole conformazioni rocciose, simili a figure in preghiera, situate sul limitrofo passo omonimo.

Il contesto ambientale è di rara bellezza, così come l’orizzonte panoramico, ma il percorso risulta piuttosto aspro e quindi non per tutti. Adatta invece a tutta la famiglia è l’esperienza alla scoperta di una tipica malga, un pascolo in quota dove le mucche si trasferiscono d’estate per fare il pieno di erba buona e profumata.

Al rifugio Garibaldi, ai piedi del Monte Tremalzo, i visitatori possono vedere da vicino come il latte munto in alpeggio viene trasformato in formaggio, burro e ricotta, e degustare i prodotti delle aziende agricole locali.

Il tour del Garda Trentino si può chiu-

dere con un trekking in Val d’Algone, uno dei luoghi più selvaggi e meno frequentati delle Dolomiti di Brenta, che conserva un patrimonio floristico, faunistico e geologico eccezionale. Dal rifugio Ghedina parte una camminata insieme agli operatori del Parco naturale Adamello Brenta per scoprire la storia e le particolarità di quest’angolo fra i più incontaminati del Trentino. Con un’attenzione particolare a uno dei suoi più vecchi abitanti: un faggio monumentale. gardatrentino.it

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Rifugio XII Apostoli, Stenico (Trento)

TESORI PIEMONTE

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DAL 21 AL 23 SETTEMBRE, A TORINO, UN EVENTO MONDIALE CELEBRA IL TURISMO NEI SITI PATRIMONIO UNESCO. UN’OCCASIONE PERFETTA PER SCOPRIRE I GIOIELLI REGIONALI, DALLE RESIDENZE SABAUDE AI CORNI DA CACCIA DEL di Francesca Ventre – f.ventre@fsitaliane.it

L’Italia è attualmente la nazione più ricca di beni inseriti nella lista del Patrimonio Unesco: bellezze di eccezionale importanza da un punto di vista culturale o naturale sono sparse in tutto il Paese. E, dal 21 al 23 settembre, vengono raccontate a Torino nella 14esima edizione del World Tourism Event, il Salone mondiale del turismo nei siti Patrimonio mondiale. Quest’anno, in particolare, sarà data attenzione ai beni intangibili – pratiche, espressioni, saperi e capacità, ma anche strumenti e artefatti – a 20 anni dall’adozione della Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale.

Il Piemonte raccoglie, in tutto, cinque siti Unesco: i nove Sacri Monti, i siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino, i paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, Ivrea, città industriale del XX secolo, e le Residenze sabaude. Tra queste, l’elegante e ricco Palazzo Carignano, sede dell’evento, e due luoghi a poca distanza da Torino: la Palazzina di caccia di Stupinigi a Nichelino e la Reggia di Venaria. Due splendide tenute fuori città legate, a loro volta, a uno dei quattro patrimoni immateriali piemontesi, l’Arte musicale dei suonatori di corno da caccia, che si unisce a quella della costruzione in pietra a secco, all’alpinismo e alla ricerca e cavatura del

tartufo. Per conservare una memoria viva e partecipata di questa singolare pratica, le iniziative e gli eventi organizzati sono molteplici. Giorgio Marinello, anima di un’organizzazione che cementa la comunità dei suonatori e la popolazione, referente Unesco per questa tradizione e vicepresidente vicario dell’Accademia di Sant’Uberto (il protettore dei cacciatori) premette che «il corno da caccia, nato per accompagnare il cerimoniale venatorio di corte, è diventato da subito anche un’opportunità per la musica d’arte. Compare infatti con tale denominazione nelle partiture di grandi compositori, come Antonio Vivaldi e Johann Sebastian Bach, benché oggi per

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© Michele
La Galleria grande nella Reggia di Venaria (Torino), opera di Filippo Juvarra

quest’impiego si chiami anche corno barocco».

Uno strumento di tutto rispetto, le cui origini risalgono al XVII secolo: è un corno circolare con canneggio conico avvolto in uno o più giri, in ottone, senza valvole e tasti. La maggiore lunghezza del canneggio consentiva di emettere più note e quindi di esprimere una melodia degna della magnificenza barocca. Il corno detto “francese”, ma in uso anche in Piemonte, era denominato Dauphine, in onore del delfino di Francia, figlio di Luigi XV. Era usato nella caccia al cervo e serviva per trasmettere informazioni non solo agli uomini ma anche ai cani, capaci di comprendere le fasi di quanto avveniva attraverso i suoni. Si svolgevano così battute

scenografiche, immortalate anche dai pittori dell’epoca: sono noti i cicli di affreschi a tema di Jan Miel alla Venaria Reale e quelli di Vittorio Amedeo Cignaroli alla Palazzina di caccia di Stupinigi. Con la Rivoluzione francese il corno viene impiegato dai corpi musicali militari e, in seguito, dalla popolazione. L’arte immateriale è così sopravvissuta fino ai nostri giorni, conservando memoria dell’antica tradizione cerimoniale ed evolvendo nel tempo la sua tecnica. «Oggi», spiega Marinello, «proprio davanti a quegli affreschi si esibiscono i suonatori dell’Equipaggio della Regia Venaria, eseguendo le fanfare, che corrispondono alle azioni rappresentate, o in occasione di concerti internazionali. La nostra Orchestra

barocca, inoltre, mette a disposizione dei giovani musicisti strumenti originali. Un altro obiettivo della nostra comunità è far riprendere vita ad antiche partiture e fare ricerca. Di recente è stato trovato un corno sabaudo preziosissimo che certamente ha suonato a Stupinigi nel '700». In epoca contemporanea, lo strumento d’ottone continua a essere protagonista nelle Residenze sabaude. L’Accademia di Sant’Uberto organizza ogni anno concerti di musica barocca, a Stupinigi in primavera e a Venaria nel periodo di Natale. Nella Reggia, inoltre, Musica en plein air è un appuntamento fisso tra settembre e ottobre e il 3 novembre nella cappella di corte dedicata al santo, si celebra la messa di Sant’Uberto,

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© Gianfranco Roselli L'Equipaggio della Regia Venaria con gli attuali corni da caccia d’Orléans nel Salone d’onore della Palazzina di Caccia di Stupinigi, Nichelino (Torino)

un tempo detta missa canum, per invocare la protezione di cani e armenti dalla rabbia silvestre. La Palazzina di Stupinigi è uno dei migliori scenari per evocare la lunga storia della vita di corte. Il complesso si dispiega con un salone centrale, affiancato dalle ali degli appartamenti del re e della regina e da due giardini grandiosi. Il terreno su cui sorge è dal 1573 di proprietà dell’Ordine mauriziano, di cui Vittorio Amedeo II era Gran maestro. Fu lui a rivolgersi all’architetto Filippo Juvarra per la richiesta di una piccola residenza per la caccia. Attualmente, può essere visitata con un percorso che inizia dalla settecentesca Scuderia juvarriana, passa dalla biblioteca e arriva al Salone centrale. Non possono mancare

l’appartamento del re e quello della regina e la Cappella dedicata a Sant’Uberto. Nell’appartamento dei duchi del Chiablese, infine, gli occhi guardano con stupore i ricchi decori dei Gabinetti cinesi, il Salotto degli specchi e la vasca di Paolina Borghese.

Eleganza e grandiosità caratterizzano anche la Reggia di Venaria, teatro di Musica en plein air, in autunno. In quei giorni, i suonatori di corno da caccia, insieme a bande musicali, sfilano tra il borgo della città e la residenza, con il clou nel Cortile delle carrozze. È un’occasione speciale per entrare nella Reggia, voluta a metà del XVII secolo dal duca Carlo Emanuele II di Savoia e dalla duchessa Maria Giovanna Battista. L’incarico

fu assegnato all’architetto Amedeo di Castellamonte che pensò a un progetto con il palazzo, il parco, i boschi di caccia e un intero borgo. Spiccano la Galleria grande, la Cappella di Sant’Uberto con le Scuderie juvarriane, opere dello stesso architetto della Palazzina di Stupinigi, e la Fontana del cervo. Anche in questo caso, molte modifiche ne hanno fatto nel tempo un sito eccellente. Dopo un periodo di oblio, un progetto di valorizzazione e restauro la restituisce al pubblico nel 2007. Per condividere un tesoro tangibile e ascoltare il diffondersi di musiche immateriali. wtevent.it accademiadisantuberto.org ordinemauriziano.it lavenaria.it

IN TRENO TRA BELLEZZE E CURIOSITÀ

Da Torino, prima capitale del Regno d’Italia, a Domodossola, si può attraversare la regione con il mezzo di trasporto più comodo, ecologico e rilassante alla ricerca di bellezze e curiosità. Tutte raggiungibili a piedi in un raggio di tre chilometri dalle stazioni. Piemonte in treno (pp. 224 € 14), volume della collana I regionali da vivere, edita da Giunti in collaborazione con Trenitalia, racconta un territorio circondato da montagne come il Monviso, il Monte Rosa e il Gran Paradiso, che ospita il Lago Maggiore e il romantico Lago d’Orta, con l’isola di San Giulio. Il Piemonte è anche disseminato da città ricche di storia e tesori d’arte e incantevoli realtà minute che nascondono gioielli insospettati e poco conosciuti.  giunti.it

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© Alex Adducci Vista della Palazzina di caccia di Stupinigi. In primo piano le due grandi scuderie dell’esedra

A PIEDI PER UN NUOVO UMANESIMO

DALLA SABINA AL MONTE AMIATA. UN PERCORSO TRA LAZIO, UMBRIA E TOSCANA CHE ABBRACCIA I LUOGHI DELLA CRISTIANITÀ

E DEL BUDDISMO

di Valentina Lo Surdo valentina.losurdo.3 ValuLoSurdo ilmondodiabha ilmondodiabha.it

C’è bisogno di iniziare un nuovo cammino coltivando con cura anche il più piccolo seme da cui far nascere nuovi fiori e alberi. I semi sono tutte quelle esperienze che con coraggio irrompono nel fiume della storia, per costruire nel quotidiano un modo inedito di abitare il mondo». Parole di Paolo Piacentini, uno dei massimi esperti dei cammini italiani, che risuonano in controcanto con la voce

di Pino Soden Palumbo, monaco zen e fondatore del Centro Hōdo di Montorio Romano in Sabina, a 50 km da Roma. Un pensiero che da manifesto culturale è divenuto intento concreto nel Cammino per un nuovo Umanesimo, il viaggio a piedi che attraversa Lazio, Umbria e Toscana abbracciando luoghi della cristianità e del buddismo. Concepito a quattro mani da Paolo e Pino, uomini di passi e di meditazione legati da una profonda ami-

cizia e dalla comune volontà di creare un nuovo modo di intendere il cammino, questo progetto ha dato vita a un percorso a piedi spirituale ma non religioso, animato da un sentire senza bandiere di fede, dove a rivelarsi è la pura fiducia in un’umanità rinnovata, a passo lento. Come spiega Palumbo, infatti, «camminare è uno degli aspetti centrali della meditazione. Nello zen impariamo a porre attenzione sulla realtà interna ed esterna a noi: ogni

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© Diego Fratali Escursione con vista su Poggio Mirteto (Rieti)

passo che compiamo è l’unico che esiste e che determina il nostro modo di attraversare il mondo». Le origini di questo affascinante progetto risalgono al 2009: «In quel periodo», spiega Piacentini, «quando ero presidente del Parco regionale naturale dei Monti Lucretili, venni a conoscenza dell’esistenza a Montorio Romano, proprio dove vive Pino, del romitorio di Sant’Angelo, uno sconosciuto luogo di preghiera scelto dal

predicatore Davide Lazzaretti». Piacentini si riferisce al cosiddetto Cristo dell’Amiata, che intorno alla metà del XIX secolo esercitò, in particolare nelle zone del Monte da cui prese il soprannome, una straordinaria influenza spirituale e sociale, dando vita alla cosiddetta comunità giurisdavidi-

PaoloPiacentini

ca e ritirandosi con i suoi seguaci sul Monte Labbro, nei pressi della natia Arcidosso. «Decisi così di progettare un tracciato che, riprendendo l’antica tradizione di un pellegrinaggio, collegasse i luoghi simbolici del viaggio umano e spirituale di Lazzaretti». Piacentini, in dialogo con Palumbo, comincia così a costruire un percorso ispirato agli ideali di giustizia e solidarietà dell’eremita, ma anche al pensiero pacifista di un altro “padre” dell’Amiata, Ernesto Balducci, sacerdote intellettuale nato a Santa Fiora nel 1922 e morto nel 1992, all’indomani del suo visionario Appello per la pace intentato contro la guerra in Iraq.

«La prima edizione del Cammino per un nuovo Umanesimo è stata tenuta a battesi -

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© D i e go Fratali

mo nel 2022, per celebrare i 30 anni dalla morte di Balducci», specifica Piacentini. Dal 9 al 21 maggio scorsi, invece, è stata realizzata una seconda edizione, in cui hanno marciato insieme una quarantina di persone, compiendo il tracciato definitivo. A ben vedere, dunque, il Nuovo Umanesimo, più che un percorso a piedi tradizionale, è un vero e proprio meta-cammino, libero da caratteristiche canoniche quali la segnaletica specifica, gli obblighi di fare tappa nei luoghi indicati o i pernotti scelti da una lista di ospitalità selezionate. «Lo si può percorrere tutto o partecipare per un giorno soltanto, non apre nuove vie ma utilizza parti di preesistenti tracciati, creando una vera e propria rete. La metafora comunitaria, infatti,

è tra le chiavi di lettura essenziali di questo progetto, che è stato ideato per essere affrontato insieme, in un viaggio rituale, una volta l’anno. E che da ora in poi ognuno potrà percorrere», commenta.

Tra i partecipanti c’è chi sceglie di dormire in tenda sotto le stelle, chi viene accolto negli alloggi a libera offerta messi a disposizione dalle realtà locali, chi sceglie una sistemazione in hotel: ognuno è libero di interpretare quest’avventura a modo suo.

Il percorso si snoda, dunque, dalla provincia di Roma, a Montorio Romano nel Parco dei Monti Lucretili, fino alla provincia di Grosseto, per terminare ad Arcidosso, «nel nome del dialogo tra realtà spirituali, culturali e produttive che si muovono verso un

nuovo umanesimo», racconta Palumbo.

La partenza è sancita proprio dall’incontro con Palumbo, con un invito a partecipare a una suggestiva cerimonia del tè al tempio zen. La visita all’eremo di Lazzaretti rappresenta il vero e proprio inizio del viaggio che porta a contatto con numerosi altri luoghi sacri, sentieri immersi in una natura spettacolare e tante realtà di accoglienza. Nella prima tappa, che tocca la variante tiberina della Via di Francesco nel Lazio, si incontra il tempio buddista Santacittarama, abitato da monaci della tradizione tailandese.

Si giunge poi al monastero delle Clarisse eremite di Fara in Sabina (Rieti), che ospita il suggestivo Museo del silenzio. Il giorno dopo, a Poggio Mir-

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© Diego Fratali ©
anghifoto/AdobeStock Il centro storico di Roccantica (Rieti) Il Sacro speco di Narni (Terni)

teto, è preziosa l’esperienza di ospitalità al seminario di San Valentino, mentre, arrivati nell’antico borgo di Roccantica, ad accogliere i camminatori c’è l’emblematico Ostello del tempo perso. A Configni, invece, prima di lasciare il reatino e valicare il confine con l’Umbria, si incontrano i giovani che gestiscono l’Ostello degli Orsini. È poi tempo di raggiungere il magnifico Sacro speco di Narni a Terni, che fu rifugio del santo d’Assisi, sulle orme del Cammino dei protomartiri francescani, alla fine di una salita mozzafiato.

A quel punto, per arrivare ad Amelia, il sentiero passa per la suggestiva abbazia benedettina di San Cassiano grazie

a un tragitto che interseca il cammino dei Borghi silenti e conduce a Montecchio, una zona dove l’ospitalità è curata dalle vivaci attività delle pro loco. Vicino a Castiglione in Teverina, nel Viterbese, si aggancia la Via Romea Germanica e poi, nel territorio etrusco della provincia di Grosseto, tra Pitigliano e Sovana, si tocca il Cammino Italia coast to coast prima di addentrarsi in terra amiatina, con le tappe finali a Castell’Azzara, Santa Fiora e Arcidosso, dedicate a Balducci e Lazzaretti. Da segnalare, proprio in questa direzione, il lavoro della Cooperativa di comunità Davide Lazzaretti a Roccalbegna, per difendere, innovare e valorizzare i beni del territorio che fu

abitato dal celebre eremita. Senza dimenticare, infine, che ad Arcidosso ha sede anche un’importante comunità del buddismo tibetano: Merigar, fondata da Chögyal Namkhai Norbu, grande maestro dell’insegnamento Dzogchen.

È questo il cammino che Piacentini, (piacentinicammina@gmail.com) ideatore della Giornata nazionale del camminare, da presidente onorario di Federtrek ha voluto consegnare agli appassionati. Un’esperienza che risponde al teorema «camminare per cambiare il mondo», da lui descritto in Passo dopo passo, il suo ultimo libro edito da Pacini, in cui invita «alla cura del sé, del territorio, dell’altro».

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Ricci/AdobeStock
Franco
© Ubaldo Denni
Il tempio buddista Merigar ad Arcidosso (Grosseto) Vista su Torre Alfina ad Acquapendente (Viterbo)

IL MONDO A PESARO

TRAVEL
© DEA/M. Borchi/GettyImages

DAL 13 AL 16 LUGLIO, LA CITTÀ MARCHIGIANA

OSPITA LA SESTA EDIZIONE DI ULISSEFEST, LA FESTA DEL VIAGGIO DI LONELY PLANET

Quando ci si mette in viaggio, persino per uno di quelli interiori, si è perennemente in bilico tra il desiderio tentacolare di perdersi nel disordine dell’ignoto e quello di ritrovarsi nella dimensione romantica della poesia, che solo l’uscire dalla propria zona di comfort regala ai più audaci.

È proprio questo – Tra caos e poesia – il tema della sesta edizione di UlisseFest, la festa del viaggio di Lonely Planet che si tiene a Pesaro, Capitale italiana della cultura 2024, dal 13 al 16 luglio. In programma 50 appuntamenti con 150 ospiti, pervasi dalla contagiosa voglia di festeggiare assieme il 50° anniversario della casa editrice fondata nel 1973 da Tony e Maureen Wheeler, al termine dell’epico viaggio che dall’Europa li portò in Australia, dopo aver attraversato l’Asia lungo il celebre hippie trail

I palchi di Pesaro, ma anche gli angoli più nascosti della città, ospitano scrittori, giornalisti, artisti e semplici viaggiatori, fotografi di viaggio e reporter, poeti, influencer ed esperti di comunicazione digitale che insieme si interrogano sull’incessante desiderio di andare altrove, spostarsi, scoprire. Tra talk, concerti, ma anche lezioni di yoga all’alba, corsi di mindfulness e meditazione, aperitivi a base di specialità locali, show cooking e phototrekking urbani. Con il filosofo e saggista Umberto Galimberti si indaga l’incerto e fertile territorio al confine tra follia e ragione, con il teologo Vito Mancuso si prova a capire quali fermenti germinano dall’incontro tra la paura e il coraggio, guidati dall’idea che il viaggio sia anche il tentativo di trovare riferimenti e direzioni affidabili. Mentre il paesologo Franco Arminio accompagna lo spettatore in una lettura poetica e insolita del paesaggio che ci circonda e dei suoi antichi luoghi. Al Belpaese viene dedicato anche l’incontro Viaggio in Italia, che mette in dialogo tra loro i rappresentanti di Toscana, Friuli-Venezia Giulia, Umbria e Veneto. La prima regione è a UlisseFest con Creatures, il progetto interregionale che promuove il turismo culturale e creativo attraverso l’ideazione di rotte esperienziali e sostenibili per scoprire il territorio. Durante la giornata di sabato 15 luglio è in programma la presentazione del percorso letterario dedicato a Giuseppe Ungaretti e al Carso ma anche un momento dedicato alla cucina di confine con uno show cooking sui piatti tipici di Gorizia, la città che, insieme alla vicina slovena Nova Gorica, sarà Capitale europea della cultura nel 2025. L’Umbria, destinazione nella classifica Lonely Planet Best in Travel 2023, racconta invece le eccellenze che ne fanno una meta sorprendente tra arte, sapori e cultura del viver bene.

Particolare attenzione viene dedicata alle destinazioni del mondo: dall’Afghanistan alla Colombia, dalla Cina all’Ucraina fino al Giappone, da Malta all’Albania e alla Slovenia. I cambiamenti climatici e le loro ricadute sono al centro dell’intervento di Bill De Blasio, sindaco di New York dal 2014 al 2021, Con Mike Maric, primatista mondiale di apnea e ricercatore, si va nel profondo del mare grazie al suo documentario Broken Breath, finalista all’Ocean Film Festival.

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La Sfera Grande di Arnaldo Pomodoro a Pesaro

Inoltre, tre concerti in piazza del Popolo sono pronti ad accendere le notti di Pesaro: la sera del 13 luglio Vinicio Capossela sale sul palco per offrire uno spettacolo animato dalle musiche e dalle parole delle Tredici canzoni urgenti che danno il titolo al nuovo album. Il giorno successivo Simone Cristicchi e Amara sono protagonisti nel concerto mistico per Franco Battiato Torneremo an -

cora, mentre da oltreoceano arriva a UlisseFest il 15 luglio una delle figure di spicco del panorama musicale cubano, Eliades Ochoa, celebre anche per aver preso parte al Buena Vista Social Club di Ry Cooder. Il tradizionale appuntamento con i workshop del festival diventa quest’anno la Lonely Planet Academy: le ricerche sul campo degli autori, la genesi dei contenuti vei -

colati sul web e sui social media, la scrittura di un podcast e di un reportage giornalistico, la produzione video sono gli argomenti al centro dei vari appuntamenti a Palazzo Gradari, a pochi passi da piazza del Popolo. Non resta che preparare la valigia e mettersi in marcia verso Pesaro. ulissefest.it ulissefest

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TRAVEL © kgproduction © kgproduction
Nicola Lagioia a UlisseFest 2022 La fontana di piazza del Popolo a Pesaro

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di Osvaldo Bevilacqua [Direttore editoriale Vdgmagazine.it e ambasciatore dei Borghi più belli d’Italia]

PARADISI SENZA TEMPO

SULLE ISOLE DI SANT’ANTIOCO E SAN PIETRO, NELL’ARCIPELAGO DEL SULCIS, TRA ACQUE CRISTALLINE, SITI ARCHEOLOGICI E ANTICHE TRADIZIONI FOLCLORISTICHE

IL PAESE DEI MILLE PAESI
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© Davide CauVisit Sant’Antioco
L’Arco dei baci sull’isola di Sant’Antioco

Bellezza, storia, arte ma anche emozioni e intense sensazioni. Questo cerca in una destinazione il viaggiatore consapevole di oggi, ricalcando in qualche modo lo spirito dei giovani aristocratici europei che nel XVIII secolo partivano per il Grand Tour. Un lembo dell’Italia che sicuramente ha da offrire tutto questo ai propri ospiti è l’arcipelago del Sulcis: insieme di isolotti nella parte sud ovest della Sardegna. Tra questi i più celebri sono Sant’Antioco e San Pietro. Il primo prende il nome dal patrono della regione, martire africano esiliato nella zona, a cui è dedicata l’omonima basilica le cui origini risalgono al 1089. Si chiama così anche il centro principale dell’isola, collegato con la Sardegna da un istmo artificiale costruito probabilmente dai punici e perfezionato dai romani. L’altra località turistica è Calasetta, con le sue splendide spiagge, fondata nel 1770 da coloni liguri provenienti da Tabarka, atollo sulla costa tunisina ricco di corallo.

Vari studiosi indicano Sant’Antioco come il centro urbano più antico della Sardegna e d’Italia. Il primo nucleo cittadino nacque a Sulky, toponimo

verificabile nelle documentazioni epigrafiche scoperte ad Antas. A fondarlo furono probabilmente i fenici nella prima metà dell'VIII secolo a.C. Alla fine del VI secolo a.C. i cartaginesi presero possesso della parte meridionale della regione e anche dell’isola di Sant'Antioco.

Spettacolari i ritrovamenti archeologici: dai complessi nuragici alla tomba dei giganti di Su Niu ‘e Su Crobu, luogo di culto e sepoltura collettiva, passando per le domus de janas, necropoli preistoriche scavate nella roccia. E poi il meraviglioso tophet, santuario fenicio a cielo aperto dove venivano conservati i resti sacrificali e quelli degli infanti, il mausoleo di Sa Presonedda, testimonianza architettonica dell’incontro tra la cultura romana e quella fenicio-punica, e il Museo archeologico Ferruccio Barreca.

Con i suoi circa 45 chilometri di costa, poi, Sant’Antioco è caratterizzata da spiagge dalle sabbie fini, insenature di ciottoli, coste bianche con scogliere a picco sul mare, baie rocciose, grotte e piscine naturali, fondali profondi dal blu intenso. Da non perdere la sagra di Sant’Antioco, tra le più antiche e partecipate feste religiose

ancora celebrate: la sua origine fu datata inizialmente nel 1615 anche se ne fanno cenno documenti risalenti al 1360. Si tiene tre volte l’anno con tanto di sfilata in abiti folcloristici. La principale, Sa Festa Manna, si organizza di lunedì, 15 giorni dopo la Pasqua. Il primo agosto si celebra l’edizione estiva, anche questa con processione religiosa e sfilata, a cui va aggiunta la ricorrenza del 13 novembre. I costumi tradizionali antiochensi vengono usati solo in occasione delle solennità religiose e la loro tipologia cambia in base alla posizione sociale di chi li indossa.

Nel sud della Sardegna sorge anche un altro angolo di paradiso: San Pietro, che greci e romani chiamavano isola degli sparvieri. Mare meraviglioso, paesaggi di straordinaria bellezza, calette, insenature, rocce a picco sulle acque cristalline, sabbie bianche. Secondo la leggenda, il pesce San Pietro prenderebbe il suo nome proprio dall’isola sulla quale si presume che il santo con le chiavi del Paradiso abbia trovato riparo durante una tempesta mentre tornava dall’Africa verso Roma.

L’unico centro abitato qui è Carloforte, comune di circa seimila anime con

79 a cura di vdgmagazine.it
Festa di Sant’Antioco, patrono della Sardegna © Davide CauVisit Sant’Antioco

architettura tipicamente mediterranea, avvolto dal profumo di fiori e rosmarino. Inserito tra i Borghi più belli d’Italia, fu fondato nel 1738, durante il regno di Carlo Emanuele III, da una colonia di pescatori genovesi provenienti da Tabarka. I navigatori misero piede sull’isola disabitata seguendo l’invito del sovrano, richiamati anche dalla ricca presenza di tonni: non a caso, qui c’è una delle tonnare più arcaiche del Mediterraneo e anche il Girotonno, antico evento che evoca la cultura millenaria di questo spettacolare tipo di pesca e prevede una competition gastronomica internazionale con chef da tutto il mondo. Ancora oggi, l’origine ligure degli abitanti di Carloforte si riflette nel dialetto, nelle tradizioni, nei costumi e nell’urbanistica, ma anche nella cucina con primi piatti come i casulli cu pesto, i curzetti e la farinata di ceci. Un’isola sarda con il molo, le piazzette e i carruggi in cui si parla e si mangia genovese, in un’atmosfera senza tempo e dal sapore magico.

BELU DI TONNO DI CARLOFORTE

di Sandra Jacopucci

Del tonno, tradizionalmente, non si butta niente: vendute le parti nobili del pesce, le interiora e gli scarti rimanevano ai tonnaroti che, con secolare esperienza, elaboravano piatti poveri ormai apprezzati in tutto il mondo. Tra questi c’è il belu di tonno (lo stomaco), fortemente identitario di Carloforte, che una volta si lasciava essiccare al sole, appeso fuori dalle finestre dei negozi e reidratato per il consumo. Oggi, prelevato freschissimo dalla tonnara, viene conservato sottovuoto. Ci racconta l’antica ricetta la chef Vittoria Ferraro: «Lavare gli stalli, cioè le varie parti, per togliere il sangue, far bollire per un’ora e mezza e lasciare in ammollo nell’acqua di cottura per conferire maggiore morbidezza. Tolte tutte le pellicine, tagliare a striscioline come per la trippa e inserire in un soffritto di abbondante cipolla a spicchi, aglio e olio evo. Sfumare con vino bianco e cognac, aggiungere i pomodori freschi pelati e, infine, le patate a tocchetti. Quattro ore in totale».

80 IL PAESE DEI MILLE PAESI
Un carruggio a Carloforte La spiaggia di Girin a Carloforte, sull’isola di San Pietro © ferdyart © Comune di Carloforte © Hotel Paola Carloforte

di Peppone Calabrese PepponeCalabrese peppone_calabrese [Conduttore Rai1, oste e gastronomo]

L’ALGORITMO DELLA LONGEVITÀ

A POLLICA, IN PROVINCIA DI SALERNO, ALLA SCOPERTA DEI SEGRETI DELLA DIETA MEDITERRANEA CHE QUI È NATA. NON UN REGIME

ALIMENTARE MA UNO STILE DI VITA SOSTENIBILE CON RADICI CULTURALI ANTICHE

GENIUS LOCI
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Pollica (Salerno)

Sono da sempre affascinato dal Cilento. Lo sento mio e del resto un po’ lo è, visto che in epoca romana era parte della Lucania, la mia regione, un tempo ben più vasta dell’odierna Basilicata. Oggi il mio diario di viaggio mi porta a Pollica, in provincia di Salerno, per pranzare nel ristorante di Ada, una finestra sul vivere mediterraneo.

Parto alla volta del Cilento e prendo il treno da Potenza verso Salerno. Scendo a Battipaglia e cambio in direzione Ascea. Sul vagone incontro ragazzi felici con costumi da mare e zainetti. Vorrei avere la loro spensieratezza, provo ad attaccare bottone e, con grande sorpresa, scopro di avere di fronte giovani molto responsabili e maturi. Stanno andando al mare, sono orgogliosi di essere cilentani e consapevoli di avere una responsabilità importante nei confronti del Pianeta.

Tra loro c’è Franco: alto, capelli scuri e occhiali rossi. Mi chiede dove sto andando e quando gli rispondo che sono diretto a Pollica mi dice con un moto di orgoglio: «Lo sai che Pollica è stata riconosciuta come Comunità emblema-

SaraRoversi

tica della Dieta mediterranea dall’Unesco?». Faccio finta di non sapere e chiedo ulteriori notizie in merito. «È un paesino con poco più di duemila abitanti, nel cuore del Mediterraneo, dove si usano ancora i soprannomi per indicare l’appartenenza a una famiglia». Parlerei ancora molto con Franco ma sono arrivato ad Ascea e devo scendere. Affitto una bicicletta a pedalata assistita e parto per raggiungere Pollica. La strada è ricca di colori e profumi, le persone per strada salutano e sono molto rispettose dei ciclisti. Finalmente arrivo a Pollica e mi sento proiettato in un’altra dimensione.

Il paese sorge alle pendici del Monte della Stella, di fronte allo spicchio cristallino di Mar Tirreno, insignito delle Cinque vele di Legambiente dal 2000. Il Comune comprende cinque frazioni incantevoli: Acciaroli, Cannicchio, Celso, Galdo e Pioppi. Cinque scrigni di biodiversità, con natura e storia che si contaminano. Questo territorio è infatti erede di una trama umana antica, che parte dalla scuola eleatica di Parmenide, attraversa il lungo Medioevo con la Scuola medica salernitana e arriva agli anni ‘50, quando gli scienziati Ancel e Margaret Keys diedero un nome allo stile di vita diffuso tra chi abitava questi luoghi. Nacque così il mito della Dieta mediterranea, inserita dall’Unesco nella lista del Patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Non a caso Pollica ospita oggi il Paideia campus, un laboratorio sperimentale dedicato alla ricerca e alla formazione sul tema dell’ecologia integrale. Si è fatta l’ora di pranzo e la mia missione è andare a mangiare da Ada, la cuoca di Ancel Keys. Conosco bene lei e il suo ristorante: trattoria contemporanea per eccellenza, dove c’è grande cura per la sostenibilità ambientale e rispetto della madre terra. Riconosco la padrona di casa che, seduta quasi all’ingresso dell'osteria, è attenta a tutto quello che le succede intorno, ci salutiamo affettuosamente e mi presenta una ragazza riccia, dal chiaro accento bolognese. Si chiama Sara Roversi, è un’esperta di innovazione nella filiera agroalimentare e quando le chiedo cosa fa a Pollica mi dice di esserci arrivata grazie al regista americano Andrew Friedberg. «È stato lui a farmela scoprire e a presentarmi il sindaco Stefano Pisani, un visionario, un innovatore. Con lui ho scoperto il Vivere mediterraneo, non un regime alimentare o una dieta ma un vero e proprio modello culturale, un programma

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© mezzotint_fotolia/AdobeStock

di governo». Prosegue e mi parla del sogno del primo cittadino: trasformare la narrazione delle aree marginali in riserve naturali per il futuro del Pianeta; dare vita a un territorio educante e diffondere quel modello dalle origini antiche che oggi è più moderno che mai.

Sono sorpreso dalla risposta, conosco bene questo patrimonio, Pollica e tutte le terre della Dieta mediterranea che contribuiscono da millenni alla magica alleanza tra gastronomia e sostenibilità. Un connubio in grado di tenere in vita una biodiversità unica al mondo e favorire la longevità di chi adotta questo stile di vita, che unisce la tutela dell’ambiente alla cura della salute.

Passo allora a una domanda più tec-

nica e le chiedo se sia corretto parlare di una gastronomia della sostenibilità e lei sembra essere d’accordo: «Si tratta di una gastronomia stagionale e circolare, che in queste terre si unisce a una cucina equilibrata e inclusiva, multiculturale e accogliente. Qui i cuochi, i pescatori, i coltivatori, le nonne e i nonni sono maestri creativi, scienziati e narratori che hanno custodito autenticamente saperi dalle radici profonde. E, nei secoli, sono diventati ispirazione per i grandi chef, esportando le icone della cucina italiana nel mondo». Continua spiegandomi come la forte coscienza ecologica abbia fatto sì che, nei secoli, queste terre siano diventate culla di patrimoni materiali e immateriali unici al mondo, dove il rituale del convivio diventa un vero algoritmo della longevità. Capisco che Sara non solo è innamorata del Cilento ma è anche una professionista. Le chiedo se vive a Pollica e se sta lavorando a progetti per il territorio. «Quattro anni fa abbiamo cominciato a sperimentare un modello ispirato all’ecologia integrale, coinvolgendo la comunità e tantissimi partner. Azione dopo azione, abbiamo portato Pollica e la Dieta mediterranea alle Nazioni Unite. Questa realtà non è un esercizio di storytelling ma un’esperienza da vivere. Devi connet-

terti all’energia del posto per poterla raccontare con animo aperto. Qui è nato il Paideia campus, che ospita studenti da tutto il mondo. Una scuola che non si fa sui banchi ma tra i campi dei coltivatori, tra le bufale degli allevamenti sostenibili o sulle barche di chi pesca le alici di menaica, presidio Slow Food. Con lo sguardo rivolto ai centenari che hanno ispirato le ricerche di Ancel e Margaret Keys sul potere longevo della Dieta mediterranea».

Sono curioso di sapere chi era Roversi prima di sperimentare tutto questo. E lei mi spiega: «Un’imprenditrice, una filantropa, un’attivista e una mamma che poi ha deciso di invertire la rotta. Se prima la mia strada andava dal globale al locale adesso si muove in senso contrario».

Il globale di cui mi parla è fatto dagli hub tecnologici e dalla finanza, ma anche dalle comunità indigene con cui il suo team è in contatto quotidiano, tra India, Indonesia, Messico, Africa e Amazzonia. «Perché oggi il mondo è cambiato ma vanno recuperate le radici. Non ci sarà alcun business senza umanità». Ringrazio Sara, le chiedo se vuole mangiare con me e Ada e intravedo una nuova trama per questa terra. Che ha il nome di una donna.

GENIUS LOCI
Due ragazzi del Paideia campus passeggiano nel Giardino della Dieta mediterranea

di Padre Enzo Fortunato padre.enzo.fortunato padrenzo padreenzofortunato [Giornalista e scrittore]

I SANTUARI DEL MARE

TRA VENETO, CALABRIA E SARDEGNA, ALLA

SCOPERTA DI LUOGHI SACRI IN CUI SI INTRECCIANO

STORIE DI NAUFRAGI E MIRACOLI

L’estate è la stagione migliore per rallentare il ritmo quotidiano e rigenerare l’anima e lo spirito. Magari visitando luoghi fortemente evocativi, come i santuari del mare: patrimoni sacri in cui si intrecciano racconti di pescatori, naufragi epici e miracoli.

Su un promontorio che si incunea nell’Adriatico, la chiesa della Madonna dell’Angelo di Caorle, a Venezia, è una meta di pellegrinaggio per i fedeli di tutto il mondo. Costruita intorno all’anno Mille, si trova all’inizio della spiaggia di Levante, detta anche della Madonnina. La storia legata a questo

luogo sacro cominciò quando alcuni pescatori trovarono una scultura della Vergine che galleggiava in mare sopra un blocco di marmo. Nonostante gli sforzi non riuscirono a portarla a riva. Solo alcuni bambini, su incarico del vescovo, furono capaci di recuperarla e sistemarla nella chiesetta. Una

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© Happy Warthog/AdobeStock

croce all’esterno del piccolo edificio rimanda, invece, a un prodigio avvenuto nel 1727: una spaventosa mareg-

giata ruppe gli argini, l’acqua invase tutta la cittadina ma nessuna goccia penetrò nel santuario. In ricordo di

quell’episodio miracoloso, ogni cinque anni si svolge la processione via mare della Madonna dell'Angelo. La

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Chiesetta di Piedigrotta a Pizzo Calabro (Vibo Valentia) Chiesa della Madonna dell’Angelo di Caorle (Venezia) © Tommaso Lizzul/AdobeStock

sua immagine viene accompagnata dalle barche dei pescatori vestite a festa. È una delle ricorrenze più sentite, non solo dagli abitanti di Caorle ma da migliaia di persone che affollano la città in quei giorni, pieni di grazia e di luce.

Spostandosi sul Tirreno, storia locale e leggenda si sovrappongono nella costruzione della chiesetta di Piedigrotta a Pizzo Calabro (Vibo Valentia).

Si racconta, infatti, di un naufragio avvenuto alla metà del ‘600, quando un veliero fu sorpreso da una violenta tempesta sulla costa calabrese.

I marinai si raccolsero nella cabina del capitano, dove era custodito un quadro della Madonna di Piedigrotta.

Tutti insieme cominciarono a pregare facendo voto che, in caso di salvezza, avrebbero eretto una cappella de -

dicata alla Vergine. Quando la nave calò a picco, l’equipaggio riuscì a raggiungere a nuoto la riva e con loro arrivarono sul bagnasciuga anche l’effige della Madonna e la campana di bordo. La promessa andava quindi mantenuta e i marinai scavarono una piccola cappella nella roccia e vi adagiarono l’immagine sacra. Durante le tempeste successive, ogni volta che le onde entravano dentro la grotta portando via il quadro questo veniva puntualmente recuperato nello stesso punto della spiaggia dove era stata rinvenuto la prima volta. Ora la chiesa, interamente scavata nella parete di una grotta che digrada verso il mare, è considerata un vero capolavoro e accoglie ogni anno decine di migliaia di visitatori.

A Cagliari, in Sardegna, merita una

visita il Santuario della Madonna di Bonaria, luogo di devozione per tutti gli abitanti dell’isola. Il termine sardo Bonaria deriva dal catalano bon aire, aria buona, utilizzato dagli Aragonesi per nominare il colle dove avevano fondato la loro colonia nel XIV secolo. Qui sorge ora il santuario omonimo, tempio cristiano per eccellenza della regione, dove è custodita la scultura della Madonna che si lega a un’altra storia di mare e naufragi. Nel 1370, una nave finì dentro una terribile tempesta e si liberò del carico. All’interno di una pesante cassa gettata in mare c’era una statua lignea della Vergine che approdò sulle coste sarde del colle di Bonaria. Maria sorreggeva con un braccio il bambino e con una mano una candela che, miracolosamente, rimase sempre accesa.

88 BUON VIAGGIO BRAVA GENTE
©
Santuario della Madonna di Bonaria, Cagliari
murasal/AdobeStock

Il suggestivo boutique hotel PALAZZO MANFREDI si contraddistingue per l’esclusiva posizione nel cuore della Roma Imperiale con una vista unica e spettacolare sul Colosseo, Ludus Magnus e Domus Aurea. Alla posizione unica e vista mozzafiato, l’hotel unisce un’ospitalità di lusso che si traduce in eleganti camere, suite e Grand View Colosseum Suites, dove arredi contemporanei si contrappongono a opere d’arte e dipinti antichi risalenti al XVI secolo. A coronare il soggior no sono le specialità culinarie offerte dal ristorante stellato Aroma, affidato all’executive chef Giuseppe Di lorio in un ambiente romantico che culmina nella scenografica terrazza con vista. Il nuovissimo The Court è il raffinato cocktail bar che propone deliziosi cocktail creati dal mixologist Matteo Zed con incomparabile vista Colosseo e Ludus Magnus.

PALAZZO MANFREDI is an elegant hideaway in the center of what was once imperial Rome. The char ming 17th century palace has spectacular views of the Colosseum and the Domus Aurea, combined with superb hospitality Today it is tastefully ador ned with art ranging from 16th century antique paintings to contemporary pieces. The hotel offers an intimate experience, crowned only by a meal at the hotel’s Aroma Restaurant where the unparalleled vistas of ancient Rome are beautifully matched by the culinary delights. The brand-new The Court, sophisticated cocktail bar with unparalleled views of the Colosseum and the Ludus Magnus and delicious cocktails created by mixologist Matteo Zed.

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MAGNIFICHE

ARTE 90

DIMORE

A TIVOLI, TRA TERME, NINFEI E GIARDINI, PER SCOPRIRE VILLA ADRIANA E VILLA D’ESTE. LUOGHI AL DI FUORI DEL TEMPO DOVE BELLEZZA E NATURA SI FONDONO

Èproprio il caso di dirlo: tante meraviglie in un’unica istituzione museale. Sono le Villae Tivoli, Villa Adriana e Villa d’Este, nell’antica Tibur, a pochi chilometri da Roma.

Entrambe riconosciute dall’Unesco come Patrimonio Mondiale, protagoniste di quel viaggio iniziatico e intellettuale che in passato fu chiamato Grand Tour, oggi stabilmente tra i musei più visitati in Italia.

Villa Adriana fu costruita tra il 118 e 138 d.C. dall’imperatore Adriano, su un’area di almeno 120 ettari, con le sue strutture residenziali, terme, ninfei, padiglioni e giardini, oltre all’eccezionale collezione di sculture. Quasi tutti i principali musei e le collezioni di Roma e del resto d’Italia, nonché d’Europa, annoverano tra le loro opere esemplari provenienti da qui. «Un luogo al di fuori del tempo e dello spazio, dove potersi rifugiare, lontano da tutto e tutti», come è stato magnificamente tradotto dalla grande intellettuale francese Marguerite Yourcenar. E poi c’è Villa d’Este, uno dei primi esempi di giardino all’italiana, con l’impressionante concentrazione di fontane, grotte, giochi d’acqua e musiche idrauliche.

In questi luoghi unici al mondo è in atto dal 2017 una straordinaria rivoluzione. Un esempio di management dei beni culturali a opera di Andrea Bruciati, direttore delle Villae dal 2017, che è strutturato su piani di crescita ecocompatibili a impatto zero, ma anche accogliente perché declina l’offerta culturale verso tutti i segmenti della comunità. «Al di là di qualsiasi tipo di definizione, vorrei premettere

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di Cesare Biasini Selvaggi - cesarebiasini@gmail.com Foto di Villae-Mic, Tivoli AndreaBruciati Panoramica di Villa Adriana, Tivoli

che non siamo soltanto museo, parco archeologico e giardino. Villa Adriana e Villa d’Este sono a tutti gli effetti un organismo vivente, un ecosistema che rappresenta la  summa delle caratteristiche di un intero territorio in tema di vegetazione, geomorfologia, idrografia e cultura, e contribuisce attivamente alla qualità di vita della comunità che vi afferisce. L’esperienza di visita è di tipo immersivo, una sorta di realtà aumentata dove la bellezza e la forza della natura si fondono perfettamente. Rappresentiamo in sintesi ciò che viene denominato Belpaese», spiega Bruciati mentre attraversiamo i giochi d’acqua di Villa d’Este tra frotte di turisti. E per favorire un rapporto con questi siti e le comunità circostanti, basato sul senso di appartenenza e la frequentazione assidua in ogni momento dell’anno, è stato attivato Villae365, un abbonamento annuale, valido 12 mesi dal primo utilizzo, con ingressi illimitati ai siti del circuito: Villa Adriana, Villa d’Este, Santuario di Ercole Vincitore, Mensa Ponderaria e Mausoleo dei Plautii. Ha assunto una consulente per realizzare eventi, tra cui matrimoni, nelle Villae. Perché questa scelta?

Per rispondere alle numerose richieste, nel 2019 abbiamo stipulato una convenzione con l’amministrazione comunale con l’obiettivo di celebrare i matrimoni civili a Villa Adriana, Villa d’Este e nel complesso monumentale del Santuario di Ercole Vincitore. Questo tipo di celebrazioni sono tra le massime espressioni del rapporto tra istituzioni e cittadini ed è nostro intento contribuire alla loro valorizzazione, mettendo a disposizione luoghi che facciano da prestigiosissima cornice. Quali altri progetti ha messo in campo per il benessere psicofisico delle persone?

Manifestazioni molto apprezzate, come Le vigne del cardinale a Tivoli, che danno rilievo al recupero dei vigneti degli Orti Estensi e dell’uliveto di Villa Adriana. Tra le iniziative culturali previste nel calendario estivo, Villa d’Este ha aperto le porte alla danza meditativa con incontri gratuiti nello spazio della Rotonda dei cipressi, coniugando la bellezza del luogo alla gioia del movimento. Questo tipo di attività nasce da uno studio che vuole mettere in luce gli aspetti profondi, simbolici e unificanti delle danze di tutti i popoli, da sempre complessi strumenti di espressione in-

trinseci all’essere umano. Quali novità ha introdotto durante la sua direzione?

Nel 2017 abbiamo aperto la Mensa Ponderaria, un vero e proprio gioiello incastonato nell’area adiacente al Duomo. A seguire Villa di Mecenate, oggi riconosciuta come il Santuario di Ercole Vincitore, che rappresenta una delle massime architetture romane di epoca repubblicana. Nel marzo 2019 è stata la volta di un nuovo percorso di visita a Villa Adriana, in cui scorgere angoli nascosti e inedite prospettive del tempio Serapeo, che si presenta nella parte superiore come una sorta di vera e propria calotta cranica, irrorata dalle arterie dei canali idrici. Nel maggio 2021 abbiamo anche inaugurato ufficialmente al pubblico le Piccole Terme e gli Hospitalia, due aree cruciali di Villa Adriana. Tali interventi si sommano a quelli sui Mouseia, la struttura museale all’interno della residenza imperiale, e promuovono così un ampliamento delle possibilità di fruizione pubblica e la complessiva rilettura da parte degli studiosi dell’area archeologica della residenza. Anche a Villa d’Este ci sono stati interventi?

ARTE
Fontana di Nettuno a Villa d’Este

Abbiamo focalizzato l’attenzione sulle zone panoramiche, come la terrazza dell’Arco di trionfo, gli ambienti affrescati, tra cui la Cappella del cardinale, e l’accesso alla Sala di Mosè al piano nobile del palazzo. Stiamo lavorando alla spettacolare passeggiata della Fontana dell’Ovato, che sarà l’evento rivoluzionario della primavera prossima. È stato recuperato anche il Giardino dei Melangoli, un’area verde raccolta e intima, vicina alla Fontana dell’organo, finora inaccessibile: un giardino nel giardino, con collezioni floreali e antiche essenze botaniche. Da citare poi, per importanza nel suo genere, l’apertura straordinaria, al Santuario di Ercole Vincitore, del laboratorio di antropologia fisica, dove sono custodite collezioni osteologiche di rilevanza internazionale. Una visita alla scoperta dell’evoluzione della nostra specie e dell’interazione nel rapporto tra uomo e ambiente.

Prevista anche un’ampia offerta di mostre d’arte tra il XX e il XXI secolo. Cosa dà il contemporaneo all’antico e viceversa?

La storia degli esseri umani è fatta di stratificazioni culturali, relazionali, architettoniche e queste ville ne sono una straordinaria testimonianza. Sono matrici assolute di bellezza nell’immaginario collettivo e noi abbiamo la responsabilità di aggiornare questo codice, che è dinamico, sensibile, identitario e prodromico nel coinvolgere le future generazioni. In tal senso, le mostre di arte contemporanea sono uno strumento di dialogo. A Villa Adriana ospitiamo fino al 5 novembre la mostra Antinoo disparu: memorie di un desiderio, che vuole rendere omaggio a Marcel Proust a cento anni dalla morte, riflettendo sulle dimensioni del tempo. Il progetto è ispirato alla figura di Antinoo, il bellissimo e giovane amante dell’im -

peratore Adriano di cui attualmente non esistono opere nel sito. Il percorso espositivo si snoda tra i disegni di Filippo de Pisis fino alle fotografie di Wilhelm von Gloeden e Wilhelm von Plüschow, due autori tedeschi che si specializzarono nei ritratti arcadici dove i ruderi sono set cinematografici ante litteram del mito. A Villa d’Este, invece, inaugura il 6 luglio Artificialia et Mirabilia, un dialogo fra gli artisti contemporanei Gianni Caravaggio, Francesco De Grandi, Andrea Mastrovito, Luca Trevisani e i reperti delle collezioni d’arte antica delle Villae, promosso dal ministero della Cultura.

Credo che questi luoghi producano in me una sorta di assuefazione: mi piace pensarmi come uno spacciatore di bellezza in un mondo che sta perdendo questa qualità.

villae.cultura.gov.it

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Teatro Marittimo di Villa Adriana Peschiere di Villa d’Este

LA VITA È UN CAPOLAVORO

A BERGAMO, FINO AL 10 SETTEMBRE, UNA PERSONALE SUL FUMETTISTA MILO MANARA. OLTRE 60 OPERE CHE RITRAGGONO ARTISTI REALMENTE ESISTITI, DA CARAVAGGIO A FELLINI

94 ARTE
di Luigi Cipriani Milo Manara nel suo studio (2020) © Pietro Semprebon

Ama viaggiare in treno. Il fumettista veronese Milo Manara, conosciuto in Italia e all’estero per il fascino sensuale delle sue tavole, prende spesso le Frecce e ha una particolare predilezione per il Frecciarossa 1000, con il quale è stato anche a Parigi. Dopo questa intervista andrà a Madrid per promuovere il suo ultimo progetto: l’adattamento a fumetti del best seller di Umberto Eco Il nome della rosa. Mentre nell’ex chiesa della Maddalena a Bergamo, fino al 10 settembre, è in programma la personale Milo Manara: vite d’artista - Da Caravaggio a Fellini, con oltre 60 opere che ritraggono diversi protagonisti della storia della pittura, della musica, del cinema.

La rassegna mette al centro una dimensione ricorrente del suo lavoro: il

dialogo tra arte e vita. Cosa significa? Non è una mostra di fantasia ma si trovano esposti lavori dedicati ad artisti realmente esistiti, che riguardano proprio la vita di alcuni di loro, da Federico Fellini a Franco Battiato, fino a Caravaggio.

Ha ritratto il grande pittore del Rinascimento nelle sembianze del compianto fumettista Andrea Pazienza. Trova una similitudine tra i due? Certamente. Avevano entrambi un senso di ribellione verso la società e indagavano la vita delle persone cosiddette normali. La capacità nel disegno di Pazienza era strabiliante così come il talento artistico di Caravaggio, di cui il fumettista era un grande ammiratore. È come se la loro arte li avesse consumati: volevano creare capolavori estremi e vivere in modo

estremo. Sono morti giovani come una candela che brucia da tutte e due le estremità: fa molta luce ma dura molto meno.

Con Fellini aveva un’amicizia di lunga data: ci racconta un aneddoto della vostra vita insieme?

Ho dormito una notte con lui e Giuletta Masina nella stanza di un hotel a Chianciano Terme. Loro nel lettone e io nel lettino. Stavamo lavorando a due fumetti insieme e una sera abbiamo finito tardi. Fellini si mise a chiamare gli hotel della zona ma erano tutti occupati. Così fece portare un lettino nella loro stanza. Curiosamente, sono nato proprio lo stesso anno del figlio, che poi morì a pochi mesi, e per un attimo ho pensato che avremmo potuto essere una famiglia.

Che cosa la lega, invece, al cantautore Battiato?

Da un punto di vista religioso, non essendo credente, sono molto affascinato dal pensiero orientale che traspare nella sua musica.

Il suo ultimo lavoro, Il nome della rosa, è tratto dal capolavoro di Eco. Cosa ha ancora di forte e attuale quel libro?

È uno dei grandi testi della letteratura italiana e contiene praticamente tutto. Il primo elemento dal quale traggo un parallelismo con la nostra società è l’ostilità alla risata dell’anziano frate cieco Jorge Da Burgos, che è una metafora del non poter vivere con leggerezza. La mia impressione è che

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Oblomov edizioni, pp.
La dolce vita

stiamo vivendo un periodo di scoraggiamento, non solo in Italia. Quando guardiamo al futuro lo percepiamo difficile, pensiamo che ci farà stare peggio, che dovremo fare i conti con i cambiamenti climatici e cambiare il nostro tenore di vita e modello di sviluppo. È molto attuale anche il dibattito sulla povertà ma lo svilupperò molto di più nel secondo libro della trasposizione, che uscirà in seguito. Oggi le disuguaglianze sono un problema enorme.

La voce narrante del fumetto è quella del novizio Adso da Melk, nonostante tutti o quasi identifichino come protagonista Guglielmo da Baskerville, lo Sean Connery del film.

Perché questa scelta?

Leggendo le note finali del libro di Eco, si scopre che il primo titolo scelto dall’autore era Adso da Melk ed è lui il vero protagonista. Sono i suoi racconti a fare da filo conduttore, è un vero e proprio romanzo di formazione. Poi Adso scopre la femminilità della donna e anche questo è un tema d’attualità. Oggi vi è un certo sobbollire nella

società su questo tema, gli uomini non sono culturalmente e mentalmente preparati a riconoscere il ruolo della donna, il suo diritto di libertà e di scelta.

Nella raccolta di disegni Lockdown Heroes, pubblicata nel 2020, ha disegnato una capotreno che si sporge dalla terza carrozza di un Frecciarossa fermo in stazione. Cosa voleva esprimere?

Era il periodo del lockdown per il Covid-19, mi sentivo paralizzato dallo sbigottimento e non avevo nessuna voglia di fare fumetti. Disegnare coloro che dovevano consentirci di continuare a vivere mi ha dato la forza per andare avanti nel mio lavoro. E poi, visto che ho passato tutta la vita a celebrare la bellezza delle donne, quello era un modo per celebrarne le altre virtù.

Una donna che l’affascina oggi e che vorrebbe ritrarre?

Mi è stato proposta la cantante Elodie e penso che sia un ottimo soggetto.

Ma mi piace molto anche Victoria dei Måneskin, la trovo una sex symbol.

96 ARTE
Caravaggio al Tevere Una tavola tratta dal fumetto Il nome della rosa di Manara
INCLUSION RINASCERE DALL'ACQUA IL PROGETTO BUST BUSTERS DEL CENTRO PER LA GIUSTIZIA MINORILE DI NAPOLI RIPULISCE IL MARE DELLA CAMPANIA E OFFRE UN PERCORSO DI RISCATTO PER CHI VIVE AI MARGINI DELLA SOCIETÀ di Alex A. D’Orso - an.dorso@fsitaliane.it
© Lorenzo Moscia

In queste pagine e nella successiva un gruppo di Bust Busters in azione

Liberano le spiagge dai rifiuti e si tuffano in mare per recuperare quanto ne contamina la superficie. I più esperti si immergono a fondo e portano via gli scarti che rischiano di raggiungere i fondali: bottiglie di vetro, pneumatici usurati, reti disperse durante la pesca. Sono i ragazzi che partecipano al progetto Bust Busters, ideato dal Centro per la giustizia minorile di Napoli con lo scopo di coinvolgere i giovani dell’area penale esterna in un percorso formativo guidato dai valori dell’ecosostenibilità e del vivere green. Ai destinatari, soggetti fragili che sono affidati in prova al servizio sociale o si trovano in comunità educative, viene offerta la possibilità di intraprendere una formazione da operatore tecnico subacqueo.

I Bust Busters, aspiranti sub professionisti, sviluppano quindi le competenze necessarie per ottenere il brevetto e iscriversi, se lo desiderano, all’albo dei sommozzatori. La strada tracciata conduce quindi al mondo del lavoro e costituisce una concreta opportunità di riscatto. L’iniziativa, a cui collaborano tra gli altri il Raggruppamento subacquei e incursori della Marina militare di Napoli e Marenostrum archeoclub d’Italia, è doppiamente virtuosa. Da una parte mira infatti a ripulire le acque del mare, contribuendo alla salvaguardia di un ambiente delicato e compromesso, dall’altra rappresenta un’occasione di rinascita e crescita per giovani che vivono in situazioni di disagio.

L’azione ambientalista è partita da Borgo Marinari, caratteristico abitato che sorge ai piedi di Castel dell’Ovo, a Napoli, e si è estesa ad altri contesti, entro e oltre i confini del golfo che bagna la città partenopea. Insieme al nucleo sommozzatori della Marina militare e agli istruttori di Marenostrum archeoclub, la squadra di Bust Busters ha effettuato interventi di pulizia di spiagge e fondali nel Napoletano, dalla Marina di Meta di Sorrento al Molo Borbonico di Ercolano, dal Lago Fusaro di Bacoli al Molo Cappellini di Nisida.

L’iniziativa promossa dal network di organi e istituzioni entusiasma i partecipanti anche per il carattere insolito dell’attività. A sottolinearlo è Giuseppe Centomani, ex dirigente del Centro per la giustizia minorile di Napoli che ha ideato il progetto:

INCLUSION

«I mestieri del mare sono pericolosi, si tratta di un ambito lavorativo difficile da frequentare e questi ragazzi si stanno scoprendo capaci di fare qualcosa di particolarmente complesso ma anche utile». Sembra essere questa, infatti, la formula per il successo di tutti quei programmi creati per riabilitare le persone che hanno avuto problemi con la giustizia. Per diminuire la possibilità di recidiva bisogna puntare al reintegro delle persone nel tessuto sociale, restituire loro la dignità fornendogli gli strumenti per contribuire alla vita comune. È necessario, insomma, che i soggetti coinvolti abbiano l’impressione di fare del bene al luogo dove operano e a chi lo abita.

Va in questa direzione anche il Protocollo d’intesa stipulato lo scorso anno tra Ferrovie dello Stato Italiane e il ministero della Giustizia. Un accordo attraverso cui la società si impegna a collaborare per lo studio, l’analisi e lo sviluppo di progetti volti a favorire l’istruzione e la formazione di persone detenute. Perché un errore lungo il cammino non può segnare il destino di un’intera storia.

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© Antonella Salvarezza © Antonella Salvarezza Giuseppe Centomani (terzo da sinistra) con i ragazzi e i rappresentanti delle realtà che aderiscono al progetto

IN PUNTA DI

SPORT 102
©
Alice Volpi durante i Campionati mondiali di scherma 2022 al Cairo
Bizzi/Federscherma

FIORETTO

DAL 22 AL 30 LUGLIO MILANO OSPITA I CAMPIONATI MONDIALI DI SCHERMA, FONDAMENTALI PER LA QUALIFICAZIONE ALLE

OLIMPIADI DI PARIGI 2024

di Flavio Scheggi mescoupsdecoeur

Per nove giorni Milano diventa la capitale mondiale della scherma. Dal 22 al 30 luglio, infatti, la città della Madonnina ospita i Campionati mondiali seniores di questa disciplina. Un’edizione particolarmente rilevante in quanto fondamentale per la qualificazione alle Olimpiadi di Parigi 2024. In pedana oltre mille atleti provenienti da 158 Paesi, compresi Russia e Bielorussia, come atleti neutrali a livello individuale, pronti a sfidarsi con fioretto, spada e sciabola, sia nelle gare individuali che in squadra. Lunedì 22 luglio cominciano le eliminatorie e dal 25 si disputano ogni giorno due finali che assegneranno il titolo mondiale. La cerimonia di chiusura è in programma domenica 30 alle 17:30.

L’Italia, reduce dalle otto medaglie vinte al Mondiale del Cairo 2022, parte con l’ambizione di conquistare il podio in tutte le discipline. I riflettori sono puntati soprattutto sulle squadre di fioretto maschile e femminile, entrambe campionesse in carica, che proveranno a difendere il titolo. Ma c’è attesa anche per le gare individuali, dove si ripongono grandi aspettative sullo sciabolatore Luigi Samele, vincitore di tre medaglie olimpiche, sulla spadista Rossella Fiamingo, due volte campionessa iridata e bronzo lo scorso anno, e sul talento del fioretto Alice Volpi, che ha conquistato il titolo mondiale individuale nel 2018.

A contendersi il podio c’è anche Daniele Garozzo, olimpionico del fioretto, medaglia d’oro ai Giochi di Rio 2016 e

Marco Fichera, presidente del Comitato organizzatore Milano 2023

d’argento a Tokyo 2020, che non vede l’ora di scendere in pedana. «Sono molto felice di gareggiare a Milano, non avrei mai immaginato di disputare un Mondiale nel mio Paese, per questo sono doppiamente elettrizzato. Invito tutti a seguirci e a farci sentire il tifo come solo gli italiani sanno fare. Questa è un’occasione importante per noi atleti ma anche per la Federazione italiana scherma. Noi ce la metteremo tutta per farci valere». A ospitare le gare è il MiCo, in zona City Life, uno dei più grandi e moderni centri congressi d’Europa che, con il suo originale tetto a forma di cometa, è diventato un punto di riferimento per Milano. L’evento avrà un impatto economico positivo per la città, grazie all’incremento del turismo sportivo e culturale, la promozione di uno stile di vita sano e l’aumento dell’interesse per la disciplina. «C’è molta attesa per questo Mondiale, speriamo possa essere una grande festa di sport e inclusione, oltre che un modo per promuovere i valori sociali della scherma», spiega Marco Fichera, presidente del Comitato organizzatore Milano 2023. Sono diversi, infatti, i progetti organizzati per l’occasione con l’obiettivo di raggiungere target differenti e lasciare un segno positivo e tangibile nel tempo. «Abbiamo coinvolto sei atenei di eccellenza in tutta Italia per parlare di valori, futuro e professioni con migliaia di studenti, portando la testimonianza di atleti ed esperti del settore. Siamo molto contenti e soddisfatti del risultato», conclude Fichera.

Oltre all’inclusione i campionati sono particolarmente focalizzati sulla sostenibilità, anche ambientale, e sulle misure che riducono le emissioni dirette e indirette di CO 2 . Viene infatti promosso l’uso dei mezzi di trasporto sostenibili per brevi e lunghe distanze e la carta per la produzione di materiale promozionale è stata ridotta al minimo. milano2023.it

SPORT
Daniele Garozzo durante il Campionato europeo di scherma 2022 ad Antalya, Turchia © Bizzi/Federscherma

The new line of Trekker ALASKA cases has been expanded with the arrival of the 56-litre top case, which can hold two modular helmets, the epitome of design and quality. In natural or black painted aluminium, equipped with the classic MONOKEY® system in addition to the innovative WIRELEASE® system.

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DESIDERIO D’ITALIA

A ROMA, OLTRE 600 OPERE PER RACCONTARE IL PAESAGGIO COME ELEMENTO IDENTITARIO DELLA CULTURA DALL’800 A OGGI. GRAZIE AL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE ALINARI E DEL MUSEO DI FOTOGRAFIA CONTEMPORANEA di Sandra Gesualdi sandragesu

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PHOTO Sconti Trenitalia

Una fotografia è sempre un viaggio. Una capriola nei ricordi, il sedimento di una memoria, l’appendice di nuovi orizzonti. Una finestra che si spalanca su pezzi di realtà o un binocolo puntato sul mondo. Come quello sul mare di Capri, immortalato da Luigi Ghirri in una nella foto presenti a Roma nella mostra L’Italia è un desiderio. Fotografie, Paesaggi e Visioni (1842-2022). Le Collezioni Alinari e Mufoco

Alle Scuderie del Quirinale fino al 3 settembre, l’esposizione è organizzata con Fondazione Alinari e il Museo di fotografia contemporanea (Mufoco) con l’intento di far conoscere al pubblico il cospicuo patrimonio di immagini di cui il Paese dispone. Oltre 600 le opere presenti, tra dagherrotipi, antichi negativi su carta e vetro, diapositive, lastre, stampe vintage e a colori in grande formato: vari supporti e tecniche che, dall’800 a oggi, sono stati usati per rappresentare l’Italia.

Al centro degli scatti e

protagonista indiscusso, il patrimonio paesaggistico e architettonico diventa simbolo identitario e scenografia della narrazione sociale e politica. Il risultato del percorso espositivo è un racconto per immagini animato da una continua tensione fra passato e presente, natura e cultura, conservazione e progresso, che sembra condensarsi nella strada tra i campi, tagliata dal guizzo di un’iride e immortalata da Vittore Fossati. In mostra ci sono l’immutabile grandezza di certi scorci, icone di arte e storia, accanto ai nuovi skyline delle metropoli in fieri: da una Siena ottocentesca e ingiallita alla Milano futurista di Olivo Barbieri. Un popolo si riconosce nelle sue magnificenze e nei suoi sassi, con cui stabilisce senza distinzione di razza o ceto un legame di profonda appartenza, tramandato dalla fotografia come un certificato di nascita. «Il paesaggio è l’esito della cultura e della dura e fantasiosa trattativa tra uomo e natura», afferma Davide Rondoni, presidente del Museo di fotografia contemporanea. «L’Italia più che Stato o nazione è un desiderio». scuderiequirinale.it

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Luigi Ghirri Capri (1982) © Eredi Luigi Ghirri - Museo di fotografia contemporanea, Milano - Cinisello Balsamo
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Olivo Barbieri Site specific-Milano 09 (2009) © Olivo Barbieri - Museo di fotografia contemporanea, Milano - Cinisello Balsamo Vittore Fossati Oviglio, Alessandria (1981) © Vittore Fossati - Museo di Fotografia Contemporanea, Milano - Cinisello Balsamo

Fratelli Alinari Fotografi presso Luigi Bardi Panorama di Siena con Piazza del Campo e la torre del Palazzo Pubblico

Siena (1855 c.a.)

Firenze, Archivi Alinari-Collezione Reteuna

Luciano Ferri per Studio Villani Albero nella neve Firenze, Archivi Alinari-Archivio Villani

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FRECCE TRENITALIA

GUIDA AI SERVIZI

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SUMMER EXPERIENCE

QUEST’ESTATE SI VIAGGIA SENZA STRESS CON OLTRE 250 FRECCE AL GIORNO E 120MILA POSTI OFFERTI. IN TOTALE, SONO PIÙ DI 120 LE DESTINAZIONI SERVITE

LE PROMOZIONI DELL’ESTATE

Viaggiare sui Frecciarossa e Frecciargento in compagnia dei propri cari è ancora più conveniente: con l’offerta FrecciaFAMILY, i ragazzi con meno di 15 anni viaggiano gratis e gli adulti con una riduzione del 50%. Per chi sale a bordo in compagnia di un amico a quattro zampe, invece, c’è la promo Cani Gratis che prevede, fino al 15 settembre, la gratuità sul biglietto per i cani di qualsiasi taglia.

I giovani fino ai 30 anni possono usufruire dell’offerta FrecciaYOUNG, viaggiando a 19 e 29 euro in Standard o in 2^ classe. Con la Speciale Frecce si può viaggiare in Alta Velocità in tutta Italia con sconti fino al 70%. Con l’offerta Insieme, i gruppi fino a 5 persone hanno diritto a uno sconto fino al 60%.

Infine, riduzioni fino al 50% con le offerte Me&You per chi viaggia in coppia e Senior per gli over 60. Maggiori informazioni sulle promozioni alle pp. 116-117.

AUMENTANO I COLLEGAMENTI FRECCIAROSSA

Con il nuovo orario estivo, treni ancora più frequenti tra Milano, Roma e Napoli grazie a 4 Frecciarossa in più al giorno. In totale sono 94 i collegamenti quotidiani tra Milano e Roma, di cui 2 no-stop in 2 ore e 45’ tra le stazioni di Tiburtina e Rogoredo e 7 no-stop in meno di 3 ore tra Roma Termini e Milano Centrale.

Sono 68, invece, i Frecciarossa che collegano tutti i giorni Milano e Napoli.

Due nuovi collegamenti tra Milano, Brescia, Verona, Padova, Vicenza, Venezia e Trieste. In totale, salgono a 38 i Frecciarossa al giorno tra il capoluogo lombardo e Venezia.

PIÙ FRECCE PER LE VACANZE ESTIVE

Cresce l’offerta Trenitalia per le località costiere, grazie a un maggior numero di collegamenti e fermate dedicate alla villeggiatura. Per l’estate 2023, i viaggiatori hanno a disposizione ogni giorno:

8 Frecciarossa tra il Nord Italia e la Calabria (2 in più con il nuovo orario)

• 32 Frecciarossa tra il Nord Italia e la costa adriatica, con 2 nuovi collegamenti quotidiani da Milano fino a Pescara e altri

2 il sabato e la domenica con partenza da Bolzano, Trento e Verona

OFFERTE E SERVIZI
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16 Frecciarossa e Frecciargento tra Roma e la Calabria

• fino a 13 Frecciarossa e Frecciargento tra Roma e la Puglia.

In più, nelle giornate a maggior traffico, sono disponibili 2 Frecciarossa notturni tra Milano e Reggio Calabria per essere a destinazione già alle prime ore del mattino. Inoltre, chi deve raggiungere la Sicilia può approfittare anche dei collegamenti con le navi Blu Jet. Infine, sono tante le fermate Frecce in più lungo tutta la costa, dall’Argentario alla Calabria e dalla riviera romagnola al Salento.

FRECCE E FRECCIALINK PER MARE, MONTAGNA E CITTÀ D’ARTE

Quest’estate si amplia l’offerta dei FRECCIALink, il servizio Frecce + bus per raggiungere le più belle destinazioni turistiche italiane. A disposizione oltre 20 collegamenti, soprattutto nel weekend, per le località di mare e le città d’arte: Sorrento, Piombino, Cecina, Vieste, Peschici

• Cortina e Cadore (Tai di Cadore e San Vito di Cadore), Courmayeur, Aosta, Madonna di Campiglio, Pinzolo, Val Gardena (Selva di Val Gardena, Santa Cristina, Ortisei), Val di Fassa (Canazei, Vigo di Fassa, Moena) e Val di Fiemme (Predazzo e Cavalese)

• Assisi, Perugia, Matera e Pompei.

Per chi ama la montagna, inoltre, sono in programma:

10 Frecciarossa al giorno Roma-Firenze-Bologna da e per Trento e Bolzano e 2 Frecciarossa aggiuntivi Milano-Bol

zano nel weekend

2 Frecciarossa Napoli-Torino per Oulx e Bardonecchia il venerdì, il sabato e la domenica

• 2 Frecciarossa Parigi-Milano con fermata a Bardonecchia.

IL FRECCIAROSSA PER LA PRIMA VOLTA A POMPEI

La nuova offerta di Trenitalia prevede 2 collegamenti Frecciarossa diretti per raggiungere il Parco archeologico di Pompei tutte le terze domeniche del mese con questi orari:

• partenza da Roma Termini alle 8:53 con arrivo a Pompei alle 10:40

• partenza da Pompei alle 18:40 con arrivo a Roma Termini alle 20:55.

SEMPRE PIÙ ATTENZIONE ALL’INTERMODALITÀ

Garantire soluzioni integrate e collegamenti efficienti fra stazioni, porti e aeroporti è tra gli obiettivi perseguiti quotidianamente da Trenitalia. Con la vendita del biglietto Trenitalia + SNAV e Alilauro, si raggiungono comodamente le isole Pontine e quelle del Golfo di Napoli, la Costiera amalfitana e le Eolie. E, grazie all’integrazione con le Ferrovie del Sud Est, si possono scegliere anche le più belle destinazioni nel Salento e nella Valle d’Itria.

Il servizio Frecciarossa + Mediopadana Link consente poi di arrivare a Parma da Roma e da tante altre città italiane del network Frecciarossa.

Infine, grazie alla partnership tra Trenitalia, Aeroporti di Roma e ITA Airways, è attivo il nuovo servizio di check-in dedicato alla stazione ferroviaria di Fiumicino e la possibilità di acquistare un biglietto combinato treno + aereo.

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IN VIAGGIO B2B: SCOPRI I SERVIZI DELL’APP TRENITALIA PER I VIAGGIATORI CON PROFILO BUSINESS

Per gli iscritti al programma Trenitalia for business, viaggiare è facile e vantaggioso. Accedendo al proprio profilo business dall’app Trenitalia, è possibile acquistare il proprio biglietto e seguire ogni fase del viaggio tramite lo smartphone.

Molti i servizi dell’app Trenitalia b2b:

• accesso a speciali tariffe corporate dedicate acquisto dei Carnet Aziende da 10, 30 o 50 viaggi

• self check-in, più facile e veloce

• possibilità di seguire l’andamento del treno nell’area I miei viaggi

• biglietto a portata di tap in homepage

• visualizzazione dei posti disponibili e prenotazione sui treni del Regionale acquisto rapido del viaggio preferito

• costanti aggiornamenti sull’andamento del treno con lo Smart caring

• pagamento come da accordi Trenitalia for Business

Iscriviti al programma Trenitalia for business dal sito trenitalia.com

OFFERTE E SERVIZI 114
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PROMOZIONI

BASE

LIBERTÀ DI VIAGGIO E CAMBI ILLIMITATI

Biglietto acquistabile fino alla partenza del treno. Entro tale limite sono ammessi il rimborso, il cambio del biglietto e il cambio della prenotazione un numero illimitato di volte. Dopo la partenza, il cambio della prenotazione e del biglietto sono consentiti una sola volta fino a un’ora successiva.

FRECCIAFAMILY

Con Trenitalia i bambini viaggiano gratis in Frecciarossa, Frecciargento, Frecciabianca in 1^ e 2^ classe e nei livelli Business, Premium e Standard. La gratuità è prevista per i minori di 15 anni accompagnati da almeno un maggiorenne, in gruppi composti da 2 a 5 persone. I componenti del gruppo dai 15 anni in poi pagano il biglietto scontato del 50% sul prezzo Base1

CARNET 15, 10 E 5 VIAGGI

I Carnet Trenitalia sono sempre più adatti a tutte le esigenze. Si può scegliere quello da 15 viaggi con la riduzione del 30% sul prezzo Base, da 10 viaggi (-20% sul prezzo Base) oppure il Carnet 5 viaggi (-10% sul prezzo Base). Riservato ai titolari di una carta di fidelizzazione Trenitalia, il Carnet è nominativo e personale. L’offerta è disponibile per i treni Frecciarossa, Frecciargento, Frecciabianca e Intercity 2

ECONOMY CONVENIENZA E FLESSIBILITÀ

Offerta a posti limitati e soggetta a restrizioni. Il biglietto può essere acquistato entro la mezzanotte del secondo giorno precedente il viaggio. Il cambio prenotazione, l’accesso ad altro treno e il rimborso non sono consentiti. È possibile, fino alla partenza del treno, esclusivamente il cambio della data e dell’ora per lo stesso tipo di treno, livello o classe, effettuando il cambio rispetto al corrispondente biglietto Base e pagando la relativa differenza di prezzo. Il nuovo ticket segue le regole del biglietto Base.

SUPER

ECONOMY

MASSIMO RISPARMIO

Offerta a posti limitati e soggetta a restrizioni. Il biglietto può essere acquistato entro la mezzanotte del sesto giorno precedente il viaggio. Il cambio, il rimborso e l’accesso ad altro treno non sono consentiti.

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FRECCIAYOUNG

Riservata agli under 30, l’offerta Young consente di viaggiare su Frecciarossa e Frecciargento a 19€ e 29€ a seconda della relazione di viaggio. Si può viaggiare, ad esempio, tra FirenzeMilano, Bologna-Torino e Bari-Roma a 19 €, mentre tra Milano-Napoli e RomaVenezia a 29€. L’offerta è riservata ai soci Carta FRECCIA under 30 ed è valida per viaggiare in Standard e in 2^ classe 3

A/R IN GIORNATA

Promozione per chi parte e torna nello stesso giorno con le Frecce a prezzi fissi, differenziati in base alle relazioni e alla classe o al livello di servizio. Un modo comodo e conveniente per gli spostamenti di lavoro oppure per visitare le città d’arte senza stress 4

NOTE LEGALI

1. Offerta a posti limitati e variabili rispetto al giorno, al treno e alla classe/livello di servizio. Cambio prenotazione/biglietto e rimborso soggetti a restrizioni. Acquistabile entro le ore 24 del secondo giorno precedente la partenza del treno. L’offerta non è cumulabile ad altre riduzioni a qualsiasi titolo spettanti.

2. Il Carnet consente di effettuare 15, 10 o 5 viaggi in entrambi i sensi di marcia di una specifica tratta, scelta al momento dell’acquisto e non modificabile per i viaggi successivi. Le prenotazioni dei biglietti devono essere effettuate entro 180 giorni dalla data di emissione del Carnet entro i limiti di prenotabilità dei treni. L’offerta non è cumulabile con altre promozioni. Il cambio della singola prenotazione ha tempi e condizioni uguali a quelli del biglietto Base. Cambio biglietto non consentito e rimborso soggetto a restrizioni.

SENIOR

Riservata agli over 60 titolari di una carta di fidelizzazione Trenitalia, l’offerta consente di risparmiare fino al 50% su tutti i treni nazionali e in tutti i livelli di servizio, ad eccezione dell’Executive, del Salottino e delle vetture Excelsior 5

3. Offerta valida sui treni Frecciarossa e Frecciargento, in 2^ classe e nel livello di servizio Standard. Prevede l’acquisto a prezzi fissi di 19€ e 29€, a seconda della relazione di viaggio. Tali prezzi non si applicano alle relazioni per le quali è previsto un prezzo Base inferiore ai 38€. Acquistabile fino alle ore 24 del secondo giorno precedente la partenza del treno. L’offerta è a posti limitati che variano in base al treno e al giorno della settimana e non si cumula con altre riduzioni a qualsiasi titolo spettanti, compresa quella prevista per i ragazzi. Cambio biglietto/prenotazione e rimborso non sono consentiti.

4. Il numero dei posti è limitato e variabile, in base al giorno, al treno e alla classe/livello di servizio. Acquistabile fino alle ore 24 del secondo giorno precedente la partenza del treno. Il cambio prenotazione/biglietto è soggetto a restrizioni. Si può scegliere di effettuare il viaggio di andata in una classe o livello di servizio differente rispetto a quella del viaggio di ritorno. Il rimborso non è consentito. Offerta non cumulabile con altre riduzioni, compresa quella prevista a favore dei ragazzi.

ME&YOU

La promozione consente di viaggiare in due tutti i giorni con sconti fino al 50% sul prezzo Base su Frecce, Intercity e Intercity Notte. L’offerta è valida in 1^ e 2^ classe e in tutti i livelli di servizio ad eccezione dell’Executive, del Salottino e i servizi cuccette, VL ed Excelsior 6

5. L’offerta è acquistabile entro le ore 24 del sesto giorno precedente la partenza per le Frecce e fino alle ore 24 del secondo giorno precedente la partenza del treno per i treni Intercity e Intercity Notte. La percentuale di sconto varia rispetto al prezzo Base dal 40% al 50% per le Frecce e dal 20% al 50% per gli Intercity e Intercity Notte. Il numero dei posti disponibili è limitato e varia in base al giorno, al treno e alla classe/livello di servizio. È possibile cambiare esclusivamente la data o l’ora di partenza, una sola volta e fino alla partenza del treno, scegliendo un viaggio con la stessa categoria di treno o tipologia di servizio e pagando la differenza rispetto al corrispondente prezzo Base intero. Il Rimborso e accesso ad altro treno non sono ammessi. Al momento dell’acquisto il sistema propone sempre il prezzo più vantaggioso. A bordo è necessario esibire la carta di fidelizzazione insieme a un documento d’identità.

INSIEME

Offerta dedicata ai gruppi da 3 a 5 persone per viaggiare con uno sconto fino al 60% sul prezzo Base di Frecce, Intercity e Intercity Notte. La promozione è valida in 1^ e 2^ classe e in tutti i livelli di servizio ad eccezione dell’Executive, del Salottino e delle vetture Excelsior 7

6. Offerta a posti limitati e variabili in base al giorno, al treno e alla classe/livello di servizio scelto ed è acquistabile entro le ore 24 del sesto giorno precedente la partenza per le Frecce e fino alle ore 24 del secondo giorno precedente la partenza per i treni Intercity e Intercity Notte. La percentuale di sconto varia dal 40% al 50% per le Frecce e dal 20% al 50% per gli Intercity e Intercity Notte. Cambio biglietto/prenotazione e rimborso non sono consentiti.

7. Offerta a posti limitati e variabili rispetto al giorno, al treno e alla classe/livello di servizio. La percentuale di sconto varia rispetto al prezzo Base dal 40% al 60% per le Frecce e dal 20% al 60% per gli Intercity e Intercity Notte. Lo sconto non è cumulabile con altre riduzioni fatta eccezione per quella prevista in favore dei ragazzi fino a 15 anni. La promozione è acquistabile entro le ore 24 del sesto giorno precedente la partenza per le Frecce e fino alle ore 24 del secondo giorno precedente la partenza del treno per i treni Intercity e Intercity Notte. Il cambio e il rimborso non sono consentiti.

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© Creative Juice/AdobeStock

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Il FRECCIABistrò ti aspetta per una pausa di gusto. Nel servizio bar, presente su tutti i Frecciarossa, Frecciargento e Frecciabianca, si possono acquistare deliziosi prodotti e menù pensati per ogni momento della giornata. Un’ampia selezione che comprende snack dolci e salati, panini e tramezzini, primi piatti caldi e freddi, insalate e taglieri, bevande alcoliche e analcoliche. L’offerta prevede anche opzioni vegetariane e gluten free ed è arricchita dalle note di gusto del caffè espresso Illy. Il servizio è previsto anche per i clienti dei treni Eurocity.

FOOD ON BOARD
Il viaggio nel viaggio
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L’INTRATTENIMENTO GRATUITO AD ALTA VELOCITÀ

Grazie ai servizi e ai contenuti del portale FRECCE il viaggio a bordo dei treni Frecciarossa e Frecciargento e nelle sale FRECCIAClub e FRECCIALounge è più piacevole. Per accedere basta collegarsi alla rete WiFi, digitare www.portalefrecce.it o scaricare l’app Portale FRECCE da App Store e Google Play. Ulteriori dettagli, info e condizioni su trenitalia.com

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Palazzi su cui arrampicarsi virtualmente, case sradicate e sospese in aria, ascensori che portano nel nulla, scale mobili aggrovigliate come i fili di un gomitolo. Sono le opere spiazzanti e surreali dell’argentino Leandro Erlich, uno dei maggiori talenti della scena internazionale contemporanea.

Per la prima volta in Europa, Palazzo Reale di Milano ospita fino al 4 ottobre un’ampia monografica in cui vengono riuniti in una sola sede i suoi lavori: grandi installazioni con cui il pubblico può relazionarsi e interagire, diventando esso stesso l’opera d’arte. Erlich cerca di raccontare qualcosa di ordinario in un contesto straordinario, dove tutto è diverso da quello che sembra e si perde il senso della realtà e la percezione dello spazio.

Il suo lavoro è frutto di una ricerca artistica profonda, che sfocia nel paradosso. E le sue mostre, caratterizzate da installazioni site specific complesse da realizzare, hanno già conquistato 600mila visitatori a Tokyo e 300mila a Buenos Aires. Ingresso a metà prezzo riservato ai possessori di un biglietto delle Frecce con destinazione Milano in una data antecedente al massimo di due giorni da quella della visita. palazzorealemilano.it | arthemisia.it

Bâtiment (2004)

Dimensioni variabili Courtesy Galleria Continua

IN CONVENZIONE ANCHE

MUSEO NAZIONALE DELLA SCIENZA

E DELLA TECNOLOGIA DI MILANO museoscienza.org

FONDAZIONE FRANCO ZEFFIRELLI DI FIRENZE fondazionefrancozeffirelli.com

YAN PEI-MING. PITTORE DI STORIE

Fino al 3 settembre a Palazzo Strozzi di Firenze. palazzostrozzi.org

SEMBRA VIVO!

Fino all’8 ottobre, a Palazzo Bonaparte di Roma, un’esposizione di sculture iperrealiste al confine tra arte e spettacolo. Ingresso a metà prezzo riservato ai possessori di un biglietto delle Frecce con destinazione Roma in una data antecedente al massimo di due giorni da quella della visita. mostrepalazzobonaparte.it | arthemisia.it

Sam Jinks

Woman and Child (detail) (2010)

Courtesy of the artist, Sullivan+Strumpf, Sydney and Institute for Cultural Exchange, Tübingen

L’ITALIA È UN DESIDERIO. FOTOGRAFIE, PAESAGGI E VISIONI

Fino al 3 settembre alle Scuderie del Quirinale di Roma. scuderiequirinale.it

MUSEO CIVICO GAETANO FILANGIERI DI NAPOLI filangierimuseo.it

RICHARD AVEDON. RELATIONSHIPS

Fino al 30 luglio 2023, alla Galleria d’Arte Moderna di Palermo, 106 scatti del maestro statunitense che ha rivouzionato il modo di fotografare le modelle trasformandole da soggetti statici ad attrici protagoniste del set. Ingresso ridotto per i clienti di Regionali, Intercity e Intercity Notte in possesso di un biglietto per Palermo.

avedonpalermo.it

Dovima con gli elefanti in abito Dior, Cirque d’Hiver, Parigi (agosto 1955)

© The Richard Avedon Foundation

Maggiori informazioni su trenitalia.com

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Leandro Erlich

Per schematicità e facilità di lettura la cartina riporta soltanto alcune città esemplificative dei percorsi delle diverse tipologie di Frecce. Maggiori dettagli per tutte le soluzioni di viaggio su trenitalia.com Alcuni collegamenti qui rappresentati sono disponibili solo in alcuni periodi dell’anno e/o in alcuni giorni della settimana. Verifica le disponibilità della tratta di tuo interesse su trenitalia.com.

Cartina aggiornata al 23 giugno 2023

122 NETWORK // ROUTES // FLOTTA
LEGENDA: Foggia Matera Potenza Peschici Vieste Madonna di Campiglio Pinzolo Val Gardena Val di Fassa-Val di Fiemme Cortina d’Ampezzo Courmayeur Aosta Venezia Mestre Torino P.Susa Udine Trieste Pisa Bari Lecce Reggio di Calabria Fiumicino Aeroporto Genova Rimini Ancona Pescara Taranto Lamezia Terme Caserta Bolzano Bergamo Milano Torino Bardonecchia Bologna Firenze Perugia Roma Paola Sibari Brescia Vicenza Venezia Padova Modena NO STOP Reggio Emilia AV La Spezia Trento Ravenna Verona Salerno Mantova Treviso Napoli Napoli Afragola Assisi Sorrento Cecina Piombino Piombino Marittima Pompei Parigi Lione Chambéry Ora

Velocità max 400 km/h | Velocità comm.le 300 km/h | Composizione 8 carrozze Livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard Posti 457 | WiFi Fast | Presa elettrica e USB al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIAROSSA ETR 500

Velocità max 360 km/h | Velocità comm.le 300 km/h | Composizione 11 carrozze

4 livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard | Posti 574 WiFi | Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIAROSSA ETR 700

Velocità max 250km/h | Velocità comm.le 250km/h | Composizione 8 carrozze

3 livelli di Servizio Business, Premium, Standard | Posti 497 WiFi Fast | Presa elettrica e USB al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIAROSSA ETR 600

Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 7 carrozze

3 livelli di Servizio Business, Premium, Standard | Posti 432 WiFi | Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIARGENTO ETR 485

Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h

Composizione 9 carrozze | Classi 1^ e 2^ | Posti 489 WiFi | Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIABIANCA ETR 460

Velocità max 250 km/h | Velocità comm.le 250 km/h

Composizione 9 carrozze

Classi 1^ e 2^ | Posti 479 | Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIAROSSA

ETR 1000

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IRPINIA DA SCOPRIRE

IN TRENO STORICO ATTRAVERSO L’ENTROTERRA ORIENTALE CAMPANO. TRA PANORAMI SORPRENDENTI SULL’APPENNINO E CAPOLAVORI D’ARTE RELIGIOSA

Con i suoi infiniti filari di vigneti, le cantine di vino pregiato, i tesori culturali e religiosi, l’Irpinia rappresenta una meta ideale per chi vuole fuggire dallo stress quotidiano e scoprire un territorio fuori dalle rotte abituali. Sono numerosi gli appuntamenti della Fondazione FS Italiane in calendario a luglio per scoprire questa zona dell’entroterra orientale campano a bordo di un treno storico. L’antica ferrovia che conduce fino alla stazione di

Rocchetta Sant’Antonio-Lacedonia, tra le province di Foggia e Avellino, è stata inaugurata nel 1895 ma, all’epoca, lo scalo finale aveva una denominazione diversa: Rocchetta Santa Venere. Anticamente, infatti, nella zona era molto radicato il culto per la dea della bellezza e questo rappresentava un pericolo per la diffusione del cristianesimo. Così, per ovviare alla deriva pagana, si cercò di spostare la devozione dei fedeli dalla dea Venere a Santa Venere.

SAVE THE DATE//TRENI STORICI LUGLIO

Archeotreno express Irpinia express. Il treno del paesaggio

Treno aria di Friuli-Venezia Giulia

Treno storico da Milano a Chiavenna

Pietrarsa express Reggia express Ferrovia dei Parchi. Altipiani maggiori d’Abruzzo

Ferrovia dei Parchi. L’Alto Sangro

I percorsi turistici ideati dalla Fondazione FS prevedono la partenza dalla stazione di Avellino, un importante nodo ferroviario ottocentesco completamente ricostruito dopo il terremoto del 1980. Il viaggio continua poi alla scoperta delle eccellenze locali come il rosso Docg Taurasi, prodotto in queste zone dal VI secolo a.C. Il percorso consente di ammirare il balcone dell’Irpinia, ovvero il comune di Nusco che, grazie ai suoi quasi mille metri d’altitudine, offre un panorama mozzafiato sull’Appennino campano incorniciato dai fiumi Calore e Ofanto. Un’altra tappa fondamentale per conoscere la zona è l’abbazia di Goleto a Sant’Angelo dei Lombardi, raggiungibile dalla stazione di Lioni: un capolavoro di arte romanica risalente all’XI secolo e restituito alla collettività nel 1990, dopo un lungo periodo di abbandono.

fondazionefs.it

fondazionefsitaliane

125 PRIMA DI SCENDERE FONDAZIONE FS
2, 30 2, 9, 15, 23, 28, 30 2 2 16 22 23 29
Il treno storico percorre un viadotto sulla linea che attraversa l’Irpinia di Gabriele Romani © Davide Porciello per Fondazione FS Italiane

MOVIDA ROMANA

San Lorenzo è un quartiere operaio che nasce alla fine dell’800 e prospera poi con l’artigianato legato alla lavorazione del marmo, a sua volta connessa alla presenza del Cimitero monumentale del Verano. Oggi vive di studenti – è il quartiere dell’Università La Sapienza – e della movida notturna, articolata su decine di locali e molte pizzerie storiche dove ancora si mangia a poco prezzo.

Andate a San Lorenzo la sera e mettetevi pazientemente in fila per cenare in posti dove la prenotazione non è prevista e i tavoli presentano solo tovagliette di carta. Se il locale è pieno fatevi una passeggiata per le strade della vita not-

turna romana.

Percorrete i sampietrini di via dei Volsci (l’intera toponomastica è dedicata agli antichi popoli italici), osservate le case di ringhiera che oggi hanno prezzi d’acquisto proibitivi oppure affacciatevi sull’oasi dei campi sportivi dei Cavalieri di Colombo, scampati alla speculazione.

Il quartiere è assediato dalle auto e stretto da strade di grande circolazione ma non privo di spazi verdi, a partire dal gigantesco giardino del cimitero Verano. Oltre ai cortili che, accanto ai parcheggi e ai palazzi, salvano frammenti di ecosistemi e di memoria. Dopo la passeggiata, però, tornate verso la pizzeria: ormai tocca a voi.

PRIMA DI SCENDERE FUORI LUOGO
126
Una piazza del quartiere di San Lorenzo a Roma

IL MISTERO DEL SÉ

Quello che non so di me è superiore alla pioggia.

Si rifiuta di cadere.

È una bellezza che resiste al buio dei temporali.

È una piccola follia che si ferma sopra le curve della massa informe delle strade.

Quello che non so di me conta gli anni dei fiumi, tutte le mani che hanno lavato le lenzuola. E le cose ferme

a terra tra gli abbracci delle piante.

C’è remissione nel naufragio dei miei occhi.

C’è supplica nel prestare attenzione alle cose che mi mancheranno.

[Antonietta Gnerre, da Quel che non so di me, Interno Poesia 2021]

Dicevano i saggi medievali che l’essere umano è un segreto a se stesso. Non essendosi creato da solo, non si conosce fino in fondo. Invece può conoscere oggetti usciti dalle sue mani (orologi, telefoni o algoritmi che siano) eccetto, però, quelli d’arte che recano il segno di quel medesimo mistero sulla persona. E anche quel che chiamiamo natura continua a sfuggire ai nostri tentativi di completa comprensione. In questi versi l’importante poetessa italiana Antonietta Gnerre, di origine irpina, getta lo sguardo su tale paradosso. E lo illustra con delicatezza e for-

za. Con parole memorabili. Anche un grande poeta come Arthur Rimbaud diceva «je est un autre (io è un altro)», indicando come al fondo di noi stessi, nonostante tutti gli sforzi di analisi e autoanalisi, resti qualcosa di inafferrabile. Per fortuna non ci capiamo fino in fondo. Segno di un mistero – Giuseppe Ungaretti lo chiamava segreto – che custodisce il valore di ciò che siamo nonostante qualsiasi interpretazione. Come di una poesia bella non si può dire «l’ho capita!» ma si può continuare solo a com-prenderla, a prenderla con sé e a lasciarsi stupire e commuovere, così anche le persone più impor-

tanti della nostra esistenza non sono quelle che abbiamo capito, magari in modo spesso superficiale, ma quelle che continuiamo a comprendere, a tenere con noi.

Quello che non so di me è la cosa veramente interessante, o meglio la cosa di assoluto valore. Che sfugge a ogni esaustiva interpretazione, proprio perché più grande e importante di qualsiasi pensiero o definizione frutto di analisi. «Io sono della tempesta», dice un poeta. O, come mostrava Giacomo Leopardi e diceva anche Pier Paolo Pasolini, l’io è fatto di infinito e per l’infinito.

127
PRIMA DI SCENDERE STAZIONE POESIA
© iG vo a n n i Gastel
di Davide Rondoni DavideRondoniAutore daviderondoni Daviderond [Poeta e scrittore]
© nuvolanevicata/AdobeStock

Mediterraneo e compongono l’ultimo capitolo del lavoro di Degiorgis. Esposti dal 28 luglio al 30 settembre al Gibellina Photoroad Festival, nel Trapanese, possono essere dominati da un limpido celeste ma anche da un morbido e intenso giallo aureo, in base alle diverse fasi dello sviluppo. Blu e oro sono anche i colori della bandiera dell’Unione europea, che il progetto vuole chiamare in causa per dirimere una delle più complesse questioni del mare: i flussi migratori. gibellinaphotoroadfestival.com

gibellinaphotoroad

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Ho bisogno del viaggio in treno della mia vita.

Zermatt
Moritz Ho bisogno di Svizzera.
St.
Scopri il Grand Train Tour: Svizzera.it/grandtraintour Guarda il video!
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