RAILWAY heART
A TU PER TU A cura di Sandra Gesualdi
LE STORIE E LE VOCI DI CHI, PER LAVORO, STUDIO O PIACERE, VIAGGIA SUI TRENI. E DI CHI I TRENI LI FA VIAGGIARE
ANTIMO, OLTRE 20 ANNI NELLE FERROVIE
A
ntimo, geometra-pendolare, 47 anni e quasi 17 in Sala operativa Trenitalia. «Sono uno dei più vecchi lì, ma in FS sono stato assunto il 30 ottobre 1996», ci tiene a sottolineare. Il primo lavoro? Sì, dopo aver fatto il corso da capostazione al Genio Ferrovieri, sono stato assunto con quel ruolo nel reparto di Gallarate. Poi trasferito alla stazione Santa Maria Novella di Firenze, una tra le esperienze più belle, per la città e per il contatto col pubblico. Di cosa ti occupavi? All’epoca non c’era la tecnologia di oggi e il capostazione faceva concretamente partire i treni. Stavo sul piazzale e ne smistavo anche cinque o sei a volta, insieme ai capitreno. Qualche ricordo? C’era la Direttissima, il Frecciarossa e l'Alta Velocità non erano ancora nati. Ci occupavamo anche di informazione al pubblico, oltre che di circolazione. È stato un bel periodo da pendolare tra Firenze e Napoli, quattro ore e mezza di viaggio ogni tre giorni. Poi il colloquio per trasferirmi a Roma, il 1° gennaio 2002. Da allora lavoro lì. E adesso? Sono coordinatore della Sala operativa Trenitalia. In sintesi monitoriamo tutto il traffico, rileviamo le anomalie e le risolviamo in condivisione con le altre strutture specifiche che si occupano di Frecce, Regionali, Intercity, in coordinamento con Rete ferroviaria italiana che gestisce l’infrastruttura. Controlliamo quasi 6.500 treni al giorno. La soddisfazione più grande? Quando riusciamo a contenere i ritardi
per i viaggiatori. Che poi protesteranno lo stesso, ma dietro c’è un grandissimo lavoro. La vita in Sala operativa? È un universo composto da varie professionalità e competenze tecniche. Siamo sempre concentrati sui monitor dove controlliamo costantemente la circolazione, ma non mancano momenti di buonumore. E si prendono dei bei caffè, soprattutto durante il turno di notte. Se per un giorno fossi AD di Ferrovie? Logisticamente trasferirei la Sala operativa in un piano alto, perché siamo sotto il livello della strada. Difficile aggiungere altro: secondo me, operiamo bene, continuerei con lo stesso impegno. Tempo libero, passioni? Mi dedico alla famiglia, sto con mia figlia 10
LF
GEN2019
Eleonora. Abito in campagna e quando posso curo l’orto, ma la mia passione è proprio la famiglia. Quanto viaggi in treno? Ogni giorno. Vivo in provincia di Viterbo e sono un pendolare da 40 minuti di Regionale, dieci minuti a piedi, un quarto d’ora in macchina. Una vita al minuto… Sì, devo essere sempre in anticipo, alla stazione come in ufficio. E durante il viaggio cosa fai? Leggo regolamenti ferroviari e libri di psicologia. Raramente dormo. A bordo non ho pensieri, è uno spazio tutto mio. Un incontro particolare? Mi ricordo Marco Pannella, su un Intercity di notte, e in stazione a Firenze Romano Prodi.