La Freccia - marzo 2020

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ARTE

nettamente a una statua antica: è una statua che si fa carne e sopra c’è il volto di una donna reale. Nelle opere di Raffaello abbiamo spesso una sintesi di diversi modelli culturali, qui abbiamo invece una scomposizione, perché da una parte c’è il volto che fa credere che questa donna sia stata l’amante, dall’altro un corpo impostato in maniera quasi classica. Questa scomposizione ci fa notare che per l’artista ognuno dei suoi contemporanei era l’erede di una grande Storia, era l’uomo che credeva alla ricongiunzione tra l’antico e il presente. La Fornarina, proprio perché era il ritratto più intimo per lui, è il frutto di una scomposizione. È come se dicesse: «Tu sei tu, concreta, ma io sono pittore e ti dipingo come una statua». Questo, secondo me, è un atto d’amore molto grande. Raffaello, che riceveva molti incarichi prestigiosi, era il pittore dei papi e di Agostino Chigi, banchiere molto ricco e potente, ma la sua fama è andata oltre i palazzi vaticani, dei ricchi e dei nobili. C’è in lui anche una vena popolare? Possiamo trovarla nelle sue Madonne esposte nelle chiese, cioè nelle opere visibili in luogo pubblico anche al popolo, per esempio a Città di Castello o a Perugia. Queste tele avevano una grande risonanza, perché erano moderne nella concezione, ma nello stesso tempo all’interno dei dettati. Non erano scandalose, ma innovative nel linguaggio. Questo lo ha reso famoso e amato. Quando nasce la leggenda di Raffaello? Subito dopo la morte, questo artista diventa un fenomeno al di là di ogni aspettativa. La morte stessa, avvenuta come la nascita nel Venerdì Santo, improvvisamente e in giovane età, fa nascere subito la leggenda. C’è un senso di perdita del simbolo di un’epoca e di una certa

Raffaello Sanzio La Velata (1512-1515 circa) Olio su tavola Palazzo Pitti, Galleria Palatina (FI)

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speranza. Nella triade dei geni italiani Leonardo, Michelangelo, Raffaello, secondo lei il terzo è sottovalutato? Lo dicono in molti, soprattutto tra i non addetti ai lavori. Bisognerà lavorare nella cultura popolare per far capire che ciò che sembra semplice è in realtà più complesso. Però dobbiamo anche dire che dopo 48 ore dall’apertura delle prenotazioni per la mostra alle Scuderie del Quirinale c’erano già 10mila richieste. Cosa possiamo aspettarci da questa immersione nell’arte di Raffaello? Spero che ci sia sempre qualcuno di noi ad accompagnare i visitatori con entusiasmo. La mostra deve essere ben spiegata, perché è sottile,

profonda, non solo spettacolare: ha pretese di approfondimento. Raffaello è un artista che mantiene intatta la fantasia nonostante un’opera continua di gestione delle emozioni, che straripano da ogni parte ma vengono dominate. Ogni opera ha qualcosa che evidenzia come la perfezione sia una tensione ideale dell’uomo, è il frutto di una meditazione e di una felicità che, se venissero donate ai visitatori, assicurerebbero benessere per qualche tempo. scuderiequirinale.it ScuderieQuirinale scuderiequirinale

Scuderie

ROMA 207 FRECCE AL GIORNO


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