La Freccia - marzo 2020

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© Fabio Mantegna

ARTE

Gli artisti italiani della Collezione ACACIA, Palazzo Reale, Milano, 2012: in primo piano Gianni Caravaggio, Cause, 2003; a fianco Gianni Caravaggio, Cacciatore di soli, 2008; dietro Francesco Gennari, La degenerazione di Parsifal (natività), 2005-2006

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Nel 2003 ha fondato Acacia. Di cosa si tratta e perché ha deciso di dar vita a questa associazione? Acacia nasce su mia iniziativa con l’obiettivo di dialogare con le istituzioni, sostenere i giovani artisti italiani e promuovere l’arte contemporanea. L’associazione

© Fabio Mantegna

Lei ha sempre visitato le grandi manifestazioni internazionali d’arte contemporanea. Ha qualche aneddoto da raccontarci con suo marito, i Maestri e i galleristi che avete conosciuto insieme negli anni? Tra i miei ricordi vi sono molti aneddoti. Non frequentavamo solo le grandi fiere, ma visitavamo spesso anche le gallerie private. Per esempio, mi viene in mente un episodio che vede protagonista il grande critico d’arte Luigi Carluccio, in occasione di una mostra di César a Torino, alla galleria Il Fauno di Luciano Anselmino, in piazza Carignano. L’artista aveva presentato le sue tipiche compressioni sotto forma di rettangoli, accompagnati da altri oggetti di uso quotidiano come mestoli o pentole schiacciate. Usciti dall’esposizione, fuori dalla galleria, Carluccio discuteva animatamente con Armando su ciò che avevano visto: credo che lui non fosse un estimatore di César, mentre Armando lo apprezzava, o almeno si erano piaciuti. Il critico, vedendomi uscire dalla galleria, con tono piuttosto nervosetto disse ad Armando: «Voglio proprio chiedere a Gemma, che è giovane, cosa le hanno trasmesso questi lavori!». Emozionata e rossa in viso per aver suscitato il suo interesse, circondata da un gruppetto di persone sopraggiunte, non volevo sfigurare agli occhi di Armando, dunque mi feci coraggio e risposi: «C’è un capovolgimento e una metamorfosi delle cose – gli oggetti hanno perso il loro valore d’uso – e hanno assunto un significato nuovo e diverso da quello originario, pertanto stimolano la nostra immaginazione». Armando fu compiaciuto dalla mia risposta, pensò che le sue lezioni cominciavano a dare i loro frutti...

Collezione Gemma De Angelis Testa. In primo piano Armando Testa, Sedia AT, 1990; sullo sfondo Cecily Brown, Handsome Stranger, 2010


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