Tre composizioni per pianoforte scritte da Castelnuovo-Tedesco dopo il suo volontario esilio negli USA. In esse, si osserva l’impegno del musicista fiorentino nell’andare incontro alle aspettative e ai gusti, sia degli interpreti, sia del pubblico, del nuovo mondo, lontanissimi da quelli nei quali si era formato, pur senza smarrire le sue matrici culturali, artistiche e musicali. Le forme, la scrittura pianistica e la sapienza dell’autore appaiono infatti imperturbate, e ad esse si aggiunge talvolta il divertimento ironico del raffinato umanista toscano che osservava la fatuità del divismo cinematografico con un atteggiamento affettuoso e compassionevole.