Passaggio a Nord Ovest - Falesie e vie nelle valli del Piemonte occidentalde

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CLIMA Il clima del Piemonte occidentale non differisce molto da quello delle restanti zone piemontesi ed in generale dell’Italia Nord-occidentale. In bassa quota l’arrampicata è piacevole nelle mezze stagioni, mentre diventa proibitiva in inverno ed in estate. Fanno eccezione a questa regola le zone alpine, dove si arrampica prevalentemente da giugno a ottobre, e la bassa val di Susa, che beneficia di un microclima particolare. Qui non è raro, anzi è piuttosto frequente, trovare una temperatura gradevole anche in pieno inverno, anche quando in città il termometro scende sotto zero. Particolari sono anche le giornate di fohn, quando nella bassa Val di Susa il cielo si presenta terso dal forte vento (di temperatura mite), mentre le montagne sono avvolte dalla bufera. In queste condizioni è piacevole arrampicare in bassa valle, mentre sulle pareti più in quota il vento può risultare molto fastidioso. In estate sono frequentabili gli orridi e le pareti del Bourcet, e naturalmente tutte le pareti in quota, oltre i 1000 metri. Sempre nella stagione estiva prestare attenzione alle vipere, specialmente nei settori meno frequentati della Val Pellice LA ROCCIA Le pareti trattate in questa guida sono costituite essenzialmente da tre tipi di roccia, lo gneiss granitico, il serpentino ed il calcare. Lo gneiss: si presenta con placche levigate inframezzate da liste nette e da tettini squadrati, a mò di scalinata rovescia. Può presentarsi a grana grossa (Rocca Sbarua) o fine (Rocca Parey, Val Pellice, Bourcet). Presenta belle fessure nette e piacevolmente scalabili in opposizione o con tecnica ad incastro. In qualche caso offre anche belle placche di aderenza (Rocca Parey, Gran Dubbione, Embergeria), mentre alla Punta d’Ostanetta lo gneiss si presenta con caratteristiche del tutto simili a quelle del Gran Paradiso. La bassa Val di Susa offre invece alcune belle strutture di classico granito a scagliette un po’ fragili, talvolta un po’ scivoloso per la presenza di mica.

Il serpentino: roccia particolare ed “aggressiva”, si presenta con forme meno geometriche e più arrotondate, talvolta poco pulite ed invase dal muschio. Offre un’arrampicata varia su cui occorre buona forza di dita per artigliare le scagliette abrasive. Si trova a Caprie, Mompellato, Colle del Lys, e su alcune pareti e montagne della Val Pellice. Il calcare: più che mai vario, si presenta giallo e stratificato orizzontalmente nella zona della bassa Val di Susa (dove spesso è poco solido) e grigio e slavato nell’alta Val di Susa. In bassa valle le pareti di calcare regalano un’arrampicata atletica su liste sempre nette ma su pareti spesso strapiombanti. Al contrario, nella zona di Cesana e di Bardonecchia l’arrampicata si fa tecnica su liste spesso rovesce. Alcune zone della Valle Stretta presentano un calcare che è del tutto simile alla dolomia (da qui il nome “Dolomiti di Valle Stretta”. L’ARRAMPICATA NEL PIEMONTE OCCIDENTALE L’area trattata in questa guida è, storicamente parlando, una delle più importanti nella storia dell’alpinismo e arrampicata italiani. Anche se dagli anni ‘70 in poi la Valle dell’Orco ha rivestito un ruolo di primaria importanza nella nascita e nello sviluppo dell’arrampicata libera, è innegabile che i protagonisti del Nuovo Mattino che tanto fecero parlare di sè, cominciarono ad arrampicare proprio in Valle di Susa. Inoltre già dal primo dopoguerra erano molto conosciute palestre come la Rocca Sbarua e la Parete dei Militi in alta Val di Susa, dove si cimentarono tutti i migliori alpinisti dell’epoca, da Boccalatte e Gervasutti sino a Guido Rossa. Ogni parete trattata in questo libro trasuda quindi di storia, una storia che meriterebbe essere raccontata per filo e per segno ma che, salvo la cronistoria che si darà di seguito, è un compito titanico che esula dai fini di questa trattazione. Con la valorizzazione di ogni singolo risalto di pietra di queste valli, avvenuta a partire dagli anni settanta da un manipolo di scalatori, quest’area divenne in ambito italiano ben più famosa per le sue “palestre” che per le sue


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