L'Arte del ghiaccio

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L’attrezzatura

La lama Era inizialmente parte integrante della testa della piccozza e si presentava dritta con una sezione quadrata per spaccare e tagliare più facilmente il ghiaccio. Gli alpinisti le aggiunsero dei denti e la resero curva per migliorare le capacità di ancoraggio. Successivamente le capacità di aggancio della lama inclinata a 45° (ideata dagli scozzesi), unita alla facilità di penetrazione della lama curva, diedero vita alla lama a banana6. Oggi l’angolo α ha un valore vicino ai 50°, mentre l’angolo β si avvicina ai 60°.7 Per un funzionamento ideale della piccozza è necessario che in posizione di trazione sul manico, la punta P sia l’elemento più basso della lama. Vi sono due tipi di norme che corrispondono a due utilizzi differenti delle becche: le lame B (basiche) sono regolate da norme meno esigenti e si utilizzano su neve e ghiaccio delle vie classiche; le lame T (tecniche) sono regolate da norme più esigenti e si utilizzano su neve, ghiaccio e roccia difficili. Solitamente gli alpinisti utilizzano tali lame all’opposto di quanto viene definito dalla norma perché una piccozza della tipologia T è troppo spessa per un utilizzo efficace su ghiaccio e misto, D’altronde l’assicurazione del secondo di cordata su questo tipo di lama rinforzata è più faticoso rispetto alla lama di tipologia B. L’utilizzo si distingue quindi in questo modo: lame B, più performanti, per cascate di ghiaccio e drytooling; lame T, più resistenti, per salite classiche, pareti nord ingaggiate e spedizioni. Le norme si basano su un test di flessione della lama ma una tipologia sfugge a tali esperimenti: la lama tubolare. Essa agisce come un perforatore, la sua forma circolare o semicircolare concentra le forze sul cilindro di ghiaccio

ricavato dalla percussione, un po’ come le viti tubolari. Rispetto alle piccozze classiche che agiscono come un cuneo, quelle tubolari non impongono tensioni nel supporto e si rimuovono più facilmente tramite un movimento rotatorio. Ma sono state abbandonate perché il loro utilizzo su misto è molto delicato (l’estremità della lama tubolare è fragile) mentre è impossibile in fessura. Il peso Il peso della piccozza è una vera e propria ossessione per gli alpinisti contemporanei che su questo argomento sono in grado di agitare i fantasmi più profondi della loro irrazionalità. Alcuni invocano la leggerezza, altri elaborano teorie complicate a favore di un certo peso necessario per l’ancoraggio della becca. Il peso complessivo di una piccozza non è significativo della sua efficacia, indica semplicemente il numero di grammi che sarà necessario trasportare nello zaino in occasione degli avvicinamenti e delle discese. Tale criterio è molto importante per attività come lo scialpinismo o l’alpinismo, molto meno sul terreno delle cascate di ghiaccio. L’equilibrio della piccozza, ovvero il suo centro di gravità8, è l’elemento realmente importante. Il peso e la velocità Considerando la formula dell’energia cinetica (E=1/2mv²), possiamo concludere che una variazione di velocità v ha un effetto più significativo sull’energia E rispetto a una variazione equivalente della massa m. Dunque, una piccozza leggera necessiterà di una maggiore velocità del colpo per ottenere la medesima energia cinetica di una piccozza più pesante9. E siccome la natura fa le cose per bene, è più facile imprimere maggiore velocità a una piccozza leggera rispetto a una pesante. Come vedremo nel capitolo sulla progressione, questo aspetto genera due tipologie distinte di gestualità. Il baricentro È il centro, o meglio il vero cuore del problema. In passato si pensava che una piccozza dotata di testa pesante fosse garanzia di efficacia nell’ancoraggio; l’evoluzione della pratica attuale si è spostata verso piccozze più leg6 - Questa innovazione fu utilizzata per la prima volta sul modello “Chacal” di Simond. 7 - Il disegno moderno dei denti lungo questi due segmenti della lama comparve per la prima volta sul modello “Pulsar” di Charlet-Moser. 8 - Attenzione a non confondere equilibrio e peso della piccozza. 9 - Una piccozza di massa m dotata di una velocità 2v ha la stessa energia cinetica di una piccozza di massa 4m e velocità v.

Esempio di lama tubolare.

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