IN Magazine Rimini 01/2014

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due outlet (nel quartier generale di San Giovanni in Marignano e nella Fashion Valley di Scandicci) mentre è in procinto di aprire a Mosca. Antonio Croce è in questi giorni anche “sul grande schermo”: nell’ultimo film di Carlo Verdone, “Sotto una buona stella”, la protagonista femminile Paola Cortellesi indossa infatti molti capi del suo brand. Tra le bellezze valorizzate da abiti firmati Antonio Croce anche la concorrente italiana di miss universo Luna Voce, la ex velina Alessia Reato, la fashion blogger Chiara Ferragni. Tenacia, serio lavoro e un talento naturale e precoce nel tradurre geometrie in volumi: sono il segreto del successo di questo stilista di origini siciliane (Screpis è il cognome di famiglia) trapiantato giovanissimo in Valconca, proprio in quello che è diventato il distretto della moda riminese. Ha solo 14 anni quando inizia ad affiancare la madre nel cucire abiti e idea il marchio Halben, con cui la famiglia vende i propri capi da Pesaro

Dida

da di moda di Cattolica, dove mette in mostra le sue doti da modellista. Seguiranno Aeffe e Ittierre, fino alla scelta di aprire un’attività imprenditoriale propria all’inizio degli anni Duemila.

Dare l’anima agli abiti

sce così a Milano Aesse Projects, l’azienda di progetti e modellistica che ancora oggi guida con successo accanto al brand Antonio Croce. Negli ultimi tre anni Aesse Projects ha triplicato il fatturato e alla fine del 2013 è stata premiata come miglior fornitore Burberry su più di 400 a livello mondiale. È stato difficile intraprendere una carriera all’interno di un setto-

a Cesenatico. La svolta, dopo una serie di esperienze in cui affianca con convinzione lo studio sartoriale al lavoro, avviene alla fine degli anni ’80, quando Antonio inizia a lavorare per Fuzzi, la storica azien-

Dopo aver maturato un’esperienza ai massimi livelli lavorando per griffe come Alberta Ferretti, Gianfranco Ferré, Versace, Hermès, Jean Paul Gaultier, Montanà, Gilles Rosier, Donna Karan, na-

re competitivo come quello della moda?

“Non è stato semplice. Occorre fare molta gavetta, studiare, conoscere il lavoro a fondo. La concorrenza è notevole”.

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