

In copertina di questo numero, la forlivese Daniela Biserni, nutrizionista che unisce empatia e metodo e buca i social, e il cesenate Guido Guidi, pioniere della fotografia italiana di paesaggi. Ci addentriamo nel mondo dell’arte con l’artista e musicista Lorenzo Kruger che racconta come ha trasformato l’Ex Bar Cristina in una galleria d’arte, con la nuova mostra ospitata al Museo Civico San Domenico che indaga il ritratto d’artista, e con la celebrazione dei 60 anni di carriera del maestro Ido Erani. Loretta Amadori ci apre le porte della sua casa, B&B e spazio di ricerca, e storie e memorie si intrecciano in un viaggio alla scoperta dei cimiteri cittadini. Infine, parliamo di successi con Manuel Cortesi, campione di reining, disciplina dell’equitazione americana, e Menabò Group che festeggia 40 anni di attività. Buona lettura!
DI ANDREA MASOTTI
Edizioni IN Magazine s.r.l. Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47122 Forlì | T. 0543.798463 www.inmagazine.it | info@inmagazine.it
Anno XXVI N.1 marzo/aprile Reg. di Tribunale di Forlì il 23/11/1998 n.27
Direttore Responsabile: Andrea Masotti Redazione centrale: Clarissa Costa, Paola Francia Coordinamento di redazione: Roberta Invidia Artwork e impaginazione: Francesca Fantini Ufficio commerciale: Gianluca Braga Stampa: La Pieve Poligrafica Villa Verucchio (RN) Chiuso per la stampa il 24/03/2025
Collaboratori: Barbara Baronio, Anna Chiarini, Francesca Miccoli, Umberto Pasqui, Ella Raggi. Fotografi: Andrea Bardi, Fabio Blaco, Andrea Bonavita, Gianmaria Zanotti.
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04 PILLOLE
NOTIZIE DALLA PROVINCIA
08 PROFILI
DANIELA BISERNI
14 PROFILI
GUIDO GUIDI
20
48 ANNIVERSARI MENABÒ GROUP
FORLIMPOPOLI | È un omaggio a una delle coppie più famose del cinema, quella formata da Bud Spencer e Terence Hill, il docufilm E continuano a mangiare fagioli del regista forlimpopolese Daniel Mercatali, realizzato con interviste agli attori e ai protagonisti dei loro film. Il progetto nasce da una raccolta fondi che ha coinvolto i fan dei due attori ed è ispirato dal libro I fagioli comunque…fanno schifo dello scrittore cesenate Marcello Vicini, che è anche voce narrante, intervistatore e produttore del docufilm insieme a Human Film International, Everglades Film, Nevada Film, Elia Pascoli e Paolo Lustica. Distribuito da Saturnia Pictures, sarà disponibile in autunno sulle principali piattaforme streaming internazionali.
PICTA, MOSTRA E ARTE DIFFUSA
CASTROCARO TERME TERRA DEL SOLE
| Terza edizione di Picta, rassegna europea d’arte contemporanea - Premio città di Castrocaro Terme e Terra del Sole, realizzata dall’associazione Cava Forever Group, ideata dal direttore artistico Giuseppe Bertolino. La rassegna, curata da Michele Govoni, sarà allestita fino al 7 aprile 2025 nel Palazzo Pretorio di Terra del Sole con la presenza di opere d’arte di 24 artisti italiani e stranieri, arricchita da 25 mostre collaterali di arte, fotografie e installazioni e da 18 eventi curati da Maurizio Gioiello su argomenti legati all’arte, alla letteratura, al vino e alla musica. Fra le mostre a latere, Le Scarpe d’artista, nata dalla sinergia culturale con Pollini, storico brand di calzature, interpretate e impreziosite da 28 artisti italiani che le elevano a opere d’arte.
CIVITELLA DI ROMAGNA | La testata internazionale Wine Enthusiast premia due espressioni di Sangiovese di Romagna dei Poderi dal Nespoli. Il Nespoli Romagna DOC Sangiovese Superiore Riserva, descritto come “un vero campione”, pone l’accento sulle intense note fruttate di ciliegia e le sfumature speziate che vengono accompagnate da tannini fini e da un’acidità vibrante che dona freschezza ed equilibrio. Del Gualdo Romagna DOC Sangiovese Predappio Biosimbiotico ha convinto la vibrante carica aromatica, con note di ribes e mirtilli rossi, petali di rosa e un tocco di timo fresco. Ciliegia nera e prugna arricchiscono il profilo, mentre le sfumature di semi di sedano ed erbe aggiungono una complessità sapida.
GAMBETTOLA | Un progetto esclusivo a Milano Marittima che unisce design, luce naturale e innovazione tecnologica. È quello al quale ha collaborato l’azienda Bisacchi di Gambettola: una villa dallo stile minimale, inondata di luce grazie a infissi in alluminio Schüco, vetrate scorrevoli e sguinci esterni che amplificano l’ingresso della luce naturale. Un progetto realizzato in collaborazione con l’architetto Fabrizio Fontana di Archlabo e l’impresa MCG di Mulinari Romano. Dalle geometrie essenziali, con cubi di vetro all’ingresso e le grandi vetrate angolari senza montanti, ogni dettaglio è stato studiato per esaltare la luce naturale.
SANTA SOFIA | Sono aperte le iscrizioni al progetto di volontariato Pasturs, che offre la possibilità di vivere per almeno due settimane in una azienda agricola nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, condividendo la vita del pastore e molte delle sue mansioni quotidiane. Le esperienze e i contributi dei volontari verranno raccolti nel Diario del buon pastore: un libro di memorie ricche di emozioni, ma anche divertenti aneddoti che raccontano la vita pastorale nel Parco. È possibile candidarsi entro il 10 maggio.
CESENA | Da venerdì 11 a domenica 13 aprile, il centro storico di Cesena ospiterà due grandi eventi fieristici: la Mostra Mercato ‘Regioni d’Europa - Mercati Internazionali’, per un viaggio tra sapori, artigianato e tradizioni; e, solo per domenica, la ‘Fiera di Primavera’, dove shopping, artigianato e specialità locali animeranno piazza del Popolo e viale Mazzoni.
DI ROBERTA INVIDIA
Daniela Biserni è così: precisione ed empatia, cura dei particolari e istinto. Se fosse un piatto, sarebbe uno di quelli che combinano scienza e rigore nella scelta degli ingredienti, con un sapore intenso e una nota di imprevedibilità che sorprende il palato. Oggi è una delle nutrizioniste più apprezzate di Forlì, e non solo. Nel suo studio non insegna solo ad alimentarsi, ma anche a valorizzare gli ingredienti e a ricavarne il meglio per il corpo e la mente. E non è necessario andare da lei per cominciare a stare bene, basta seguirla sui suoi canali social (su Instagram sono già in 160.000 a farlo), dove ogni giorno dà consigli su come scegliere gli alimenti, come abbinarli, come cuocerli. Un percorso verso la nutrizione, il suo, che è cominciato 10 anni fa, in farmacia.
“Sono nata scientifica. Ho sempre avuto la passione per il laboratorio, la ricerca sulle materie prime, anche se poi in farmacia di laboratorio riuscivo a farne sempre meno e mi sono ritrovata, negli anni, a fare un la-
voro ripetitivo,” racconta Biserni. “Ho avuto grandi esempi, come il dottor Lattuneddu della farmacia Malpezzi di Forlì, che mi ha formata in omeopatia, fitoterapia e anche sulle tecniche di vendita, ma dietro al bancone sentivo di arrivare sempre dopo. Spegnevo il sintomo, mentre il mio istinto mi diceva di andare alla radice del malessere, di chiedere alle persone perché venivano in farmacia. Se avevano il mal di testa, volevo sapere come gli era venuto, come lo vivevano. A me interessavano questi aspetti qui.”
La svolta arriva con la maternità. La necessità di ripensare lo stile di vita e l’alimentazione, anche per i suoi figli, diventa uno stimolo potente: “Mi sono rimessa in discussione. Ho deciso di studiare nutrizione. E così a 40 anni mi sono iscritta di nuovo all’Università, a Urbino. All’inizio non è stato semplice. Lavoravo, studiavo, avevo una famiglia da gestire. È stata dura, ma ne è valsa la pena. Quando mi sono laureata, la nutrizione era diventata una professione sa-
nitaria a tutti gli effetti, non sovrapponibile a quella del farmacista. Ho dovuto fare una scelta. Non ho avuto dubbi, anche se in quel momento il nutrizionista non era un mestiere in auge come oggi.”
E così ha lasciato il bancone della farmacia per seguire il suo istinto. “I primi anni li ho passati ad approfondire, oltre il titolo accademico. Ho fatto corsi su corsi, scegliendoli anche in base alle esigenze dei miei pazienti. Il primo che ho seguito è stato sulla nutrizione oncologica. Avevo un’amica che stava affrontando quel problema, volevo aiutarla. Approfondendo, ho capito una verità importante: non basta dire a una persona di smettere di mangiare male, ma bisogna capire le motivazioni profonde per cui continua a scegliere certi alimenti.”
PASSIONE MA DIETRO
AL BANCONE SENTIVO
DI ARRIVARE SEMPRE
DOPO. SPEGNEVO
IL SINTOMO, MENTRE
IL MIO ISTINTO MI
DICEVA DI ANDARE
ALLA RADICE DEL MALESSERE. COSÌ MI
SONO LAUREATA IN NUTRIZIONE.”
Da lì in poi, il passo verso il coaching è stato naturale. Ha studiato il metodo Ongaro, fino a diventare life stile coach & longevity advisor e poi docente. “Per me ha fatto la differenza. Emozioni e cibo sono collegati: se non lavori sulle prime, è difficile cambiare davvero abitudini.” Il suo approccio oggi è ben riconoscibile e mette sul piatto, come ingrediente fondamentale, l’empatia, che passa anche per il non indossare il camice, togliere le barriere, far sì che nel suo studio ci si possa sentire a proprio agio fin dal primo incontro. “Finché resti dietro una cattedra non funziona. Devi essere accanto al paziente, comprendere cosa gli impedisce di cambiare. Sempre più persone vengono da me non per dimagrire, ma per stare bene, ritrovare l’energia. Capiscono che il benessere non è quello che si vede nello specchio, ma quello che si sente a occhi chiusi.”
Uno degli aspetti principali da cambiare è il fatto che, spesso, mangiare è uno sfogo facile e immediato, una reazione allo stress, e questo può dare comunque dei problemi anche in condizioni di peso normale. “Ci sono persone che sono magre, ma che hanno i tessuti molto infiammati perché non sanno abbinare gli alimenti, mangiano sempre le stesse cose. L’infiammazione è una condizione di rischio per molte malattie su cui l’alimentazione ha un grande ruolo.”
E Biserni invita i pazienti a mettersi in gioco in prima persona, a mettere le mani in pasta, a conosce il cibo e a sentire il sapore degli ingredienti veri, non industriali. Nel suo studio dove ha una grande cucina attrezzata, organizza corsi con chef e ricette innovative, insegna a trattare le materie prime, a leggere le etichette degli alimenti, capire i piccoli inganni del marketing che spingono a comprare cibi ultra-processati.
“Le ricette dei prodotti industriali sono un mix di sapori calcolato a tavolino per farci desiderare certi alimenti. Nel cervello, il centro del piacere e quello della dipendenza sono vicini, ma noi dobbiamo tornare a mangiare cibi veri.”
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IL SUCCESSO SUI
SOCIAL È ARRIVATO
INASPETTATO E OGGI DANIELA
BISERNI HA OLTRE
160.000 FOLLOWER SU INSTAGRAM. “UNA RELAZIONE QUOTIDIANA A CUI
TENGO MOLTO.”
Il successo sui social è arrivato quasi per caso, come una di quelle cose che incontri senza saperlo, ma che sono sempre state lì ad aspettarti, e la chimica è stata immediata. “Facendo ricerche per comporre il menù di un asilo nido che seguivo come nutrizionista, ho conosciuto Prevenzione a tavola, una start up che fa educazione alimentare e mette nei piatti le evidenze scientifiche. Mi hanno insegnato a usare i social in modo intelligente e oggi per loro sono anche responsabile scientifica. Ho investito su di me e in un anno sono passata da 20.000 a 160.000 follower.” Sui social pubblica piccole pillole quotidiane, ricche di spunti e di informazioni utili ed è sempre disponibile per chi pone domande, chiede consigli. “È una relazione importante a cui tengo, quella con le persone che mi seguono. In tanti mi hanno scritto che da quando vedono i miei video hanno cambiato il loro modo di pensare al cibo e fanno scelte sempre più consapevoli.”
La sua passione per la divulgazione non si ferma ai social. Di recente ha pubblicato il libro Uno sportivo in cucina: 100 ricette e consigli per massimizzare le performance con la prefazione di Filippo Ongaro, e sta per uscire un nuovo libro, questa volta sul microbiota intestinale, pubblicato da Cairo Editore. “L’intestino è un universo su cui ora sappiamo molto di più ed è fondamentale per la nostra salute. Se è alterato, tutto l’organismo ne risente: dall’umore alla pelle, dall’energia alla capacità di concentrazione.”
E quali sono per Daniela Biserni i pilastri del benessere? Nutrizione, lavoro interiore, allenamento fisico e integrazione mirata. “Tutto quello che consiglio ai miei pazienti lo applico su di me. Anche io ho un coach. Anche io mi muovo. Non è una questione di età, ma di ascolto.” In un mondo in cui il cibo è spesso vissuto come un problema, trasformarlo in una chiave di benessere è possibile.
Percorrendo un lungo viale alberato si raggiunge la sua abitazione nella campagna di Ronta di Cesena e si ha quasi l’impressione di addentrarsi in un luogo senza tempo dove il silenzio è il grande protagonista. In questo angolo lontano dalle luci della città vive, con la sua famiglia, uno dei massimi artisti della fotografia contemporanea. Il suo studio, che da fuori appare come una piccola nicchia immersa nella natura, è il luogo dove custodisce le sue meravigliose macchine fotografiche analogiche e dove crea e riflette sulle sue opere. Cinque ampie sale in cui è racchiusa una storia che parte dagli anni Sessanta e che racconta l’evoluzione della fotografia.
Ecco Guido Guidi, pioniere della fotografia italiana di paesaggi, classe 1941, è nato a Cesena e dopo una vita entusiasmante e non priva di sorprese oggi espone le sue opere al MAXXI di Roma. La Galleria ospita Guido Guidi. Col tempo, 1956-2024, la più grande mostra monografica di sempre sull’artista cesenate: un percorso tra 400 opere e materiali
d’archivio racconta la carriera del grande fotografo italiano che “ha ridefinito il linguaggio fotografico, trasformando la rappresentazione visiva in una riflessione concettuale sul tempo, sullo spazio e sul modo di vedere il mondo.”
La sua capacità di indagare il reale, di farlo suo e di valorizzarne i dettagli attraverso grandi panoramiche, giochi di luce e di inquadrature lo rendono uno dei grandi maestri di questo tempo, tanto che le sue opere sono attualmente in svariate collezioni di istituzioni italiane e internazionali quali la Bibliothèque Nationale e il Centre Georges Pompidou a Parigi, il Centro Studi e l’Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino, l’Iccd di Roma, la Fondation Stichting di Bruxelles, la Galleria Nazionale di Arti Estetiche a Pechino, il Canadian Centre for Architecture di Montreal e il San Francisco Museum of Modern Art. Umile e schivo, Guidi è dotato di una sensibilità fuori dall’ordinario che lo ha aiutato
negli anni a guardare il mondo da un’altra angolazione.
“La fotografia può essere considerata una protesi della nostra memoria,” riflette Guidi.
“Dietro la macchina fotografica mi sento a mio agio, è il mio paravento con cui osservo il mondo.” Se gli si domanda come si fa ad allenare gli occhi alla bellezza lui risponde: “È necessario saper riconoscere la bruttezza, quindi guardare tutto dell’umano e del mondo.” Le sue opere sono tutte realizzate con macchine analogiche e poi stampate. “Ho anche una camera digitale e quando ho fretta scatto con il cellulare, ma questo tipo di foto non le stampo quasi mai.”
Cresciuto in una famiglia molto umile, da figlio unico, gli è stato concesso di studiare nonostante i tempi non fossero favorevoli.
“Sono andato a scuola a casa del maestro Milandri a San Mauro in Valle. Sin da bambino ho manifestato un’attitudine per l’arte: il mio desiderio era quello di fare il pittore, pertanto
LA SUA CAPACITÀ
DI INDAGARE
IL REALE, DI
VALORIZZARNE I
DETTAGLI ATTRAVERSO
GRANDI PANORAMICHE
E GIOCHI DI LUCE
LO RENDONO UNO
DEI GRANDI MAESTRI
DELLA FOTOGRAFIA DI QUESTO TEMPO. LE SUE
OPERE SONO ESPOSTE
AL MAXXI DI ROMA
FINO AL 27 APRILE
PER LA MOSTRA GUIDO GUIDI. COL TEMPO, 1956-2024.
ho frequentato il liceo artistico a Ravenna. Successivamente grazie al mio parroco don Pio Vicini, che mi ha trovato un alloggio in cambio di lezioni, e poi avendo trovato posto presso la Casa dello studente a Venezia, ho potuto intraprendere gli studi di architettura.” Anni meravigliosi quelli trascorsi nella città lagunare in cui Guidi inizia la scoperta della fotografia.
“La fotografia è parente della prospettiva e la prospettiva ha passato il testimone alla fotografia. Quando la pittura del paesaggio è entrata in crisi, nel Novecento si è fatta spazio questa nuova forma d’arte che oggi domina la cultura contemporanea. All’inizio per me era semplice hobby. Talvolta ho usato la fotografia per qualche esame all’università. Si è trattato di un periodo molto particolare della mia vita, me la sono presa un po’ comoda. Ad un certo punto sono stato chiamato alle armi e accettato tra gli allievi ufficiali.” Rientrato dopo la leva Guidi è tornato a Venezia ospi-
tato da amici. Sono gli anni del ‘68 in cui scopre Kerouac, Salvemini, Banfi, Joice e cresce in lui il forte desiderio di compiere un percorso personale. Inizia una collaborazione con l’ingegnere Latini di Ravenna per il quale disegna prospettive, diventa l’assistente dello scultore Amedeo Masacci. Viene in contatto con la rete degli artisti locali come Giorgio Villa, Osvaldo Piraccini e Ilario Fioravanti che conosce a Parigi e poi rivedrà a Cesena. Abbandona architettura e inizia lo studio dell’industrial design in un corso dell’Università di Venezia e qui incontra il suo più grande maestro, Italo Zannier. “Mi sono iscritto al corso per migliorare nell’arte della fotografia e ho avuto il privilegio di assistere alle lezioni di Zannier e di Veronesi. Questa per me è stata la svolta.” Guidi comincia a sperimentare alla fine degli anni Sessanta l’obiettività della fotografia attraverso immagini di ‘stile documentario’ e concentra il suo lavoro sull’in-
“DIETRO LA
FOTOGRAFICA MI
SENTO A MIO AGIO, È IL MIO PARAVENTO
CON CUI OSSERVO IL MONDO. SONO SEMPRE
STATO INTERESSATO ALL’ARREDO URBANO CHE RACCOGLIE I SEGNI DEL TERRITORIO E CHE HO SEMPRE CERCATO DI COMPRENDERE ATTRAVERSO L’OBIETTIVO.”
dagine del significato stesso della pratica del guardare. Influenzato dal cinema neorealista e dall’arte concettuale, inizia a esplorare i paesaggi dell’Italia e indirizza la sua attenzione sugli spazi marginali e anti-spettacolari della provincia. In seguito, la sua ricerca si allarga all’architettura modernista, di cui documenta la vita e la morte attraverso progetti sulle opere di Carlo Scarpa, Ludwig Mies van der Rohe e Le Corbusier.
Dalla fine degli anni Ottanta si dedica anche all’insegnamento. La sua intera esistenza è costellata di incontri fortunati e di amici come Giuliano Cosolo e Mariano Sartore che lo hanno aiutato a creare la sua arte. “Cosolo è stato per me un amico a cui devo tanto, perché, a mia insaputa, ha inviato la mia candidatura a un concorso come fotografo per la Facoltà di Venezia, attività che mi ha consentito di realizzare tanti progetti sul Veneto e l’Europa. Sartore inoltre, quando ne ho avuta la necessità, mi ha aperto le porte di casa sua. Per diversi anni ho anche viaggiato in modo povero con la mia R4, si è trattato di un periodo dall’incredibile fervore creativo e Marta, oggi mia moglie, è sempre stata con me. Io che amavo la pittura mi stavo però rendendo conto che la pittura di paesaggio non esisteva più. È lì che ho cominciato a pensare a quanto avesse ragione Osvaldo Piraccini quando un giorno mi ha detto: “Beati voi fotografi che potete occuparvi del paesaggio.” Dal Futurismo in poi infatti il paesaggio è stato praticamente abolito, invece io sono sempre stato interessato all’arredo urbano che raccoglie i segni del territorio.” Guidi per i suoi scatti usa la sua Deardorff 8 x 10, un’antica camera da campagna molto pesante, oppure una Hasselblad di oltre 30 anni. “Quello che mi piace lo catturo e non mi faccio condizionare. Ricordo che un giorno sono venuti a prendermi per fare un servizio a un paesaggio e sono tornato a casa con la foto di un palo della luce con la base rossa. Il mio sguardo era caduto lì. La fotografia è l’arte del nostro tempo e va esercitata con libertà e per me la libertà è impagabile.”
Lavoriamo al fianco delle imprese e a servizio dell’ambiente, valorizzando i benefici dell’economia circolare per uno sviluppo vantaggioso per tutti e coprendo con sempre maggiore efficienza il nostro territorio grazie all’apertura della nuova filiale a Castel Guelfo.
Sede di Forlì via Gramadora 15/17/19 0543 781022 Sede di Castel Guelfo via Poggio 11 0542 063226
L’EX BAR CRISTINA LUOGO
D’INCONTRO
DI CUORI
E MENTI
È il luogo delle eccellenze sconosciute, dei talenti inesplorati e delle esperienze inedite: ecco l’Ex Bar Cristina, uno spazio nato a Cesena nel 2024 dall’intuito dell’artista e musicista Lorenzo Kruger. Una galleria che si tramuta in luogo d’incontro di cuori e di menti, dove la curiosità si coniuga alla ragione nella scoperta del bello e della creatività umana. Lorenzo Kruger, leader dei Nobraino e autore di tutti i brani del gruppo musicale underground riccionese, è il padrone di casa e ha voluto attribuire una nuova vocazione a questo ambiente da lui acquistato pochi anni fa. “Tutto ha preso inizio,” racconta, “nel 2020 quando la mia famiglia ed io ci siamo trasferiti nello stabile che ospita al piano terra l’Ex Bar. Lo spazio mi ha incuriosito sin da subito. Per diversi anni non mi è stato chiaro come avrei potuto sfruttarlo. Le agenzie immobiliari mi suggerivano di farne un miniap-
NATA A CESENA
NEL 2024 DALL’INTUITO
DELL’ARTISTA E
MUSICISTA LORENZO
KRUGER, L’EX BAR
CRISTINA OSPITA LA
GALLERIA D’ARTE E
DI POESIA DOVE LA
CURIOSITÀ SI CONIUGA
ALLA RAGIONE NELLA
SCOPERTA DEL BELLO E DELLA CREATIVITÀ.
partamento, ma questa idea non è mai stata molto convincente per me. Chiudere delle vetrine è un evento luttuoso e non ero certo di voler sottrarre l’ennesimo spazio al pubblico e alla città di Cesena. Una sera l’amico e scultore Federico Guerri mi ha lanciato la proposta di esporre alcune delle sue opere nella mia
casa che, a suo parere, si prestava a divenire una home-gallery. Il pensiero all’Ex Bar è stato immediato. Ho cominciato a immaginare e a visualizzare questo spazio come una galleria e mi sono dato una deadline per realizzare il mio progetto”.
Trasformare questo luogo non è stato semplice per Kruger che ha dovuto spogliarlo in tempi molto veloci di tutto quello che ne riguardava la sua precedente destinazione d’uso, poi ne ha studiato la struttura, creando un ambiente essenziale ma non scontato, mantenendo le finestre ad arco dell’Ex Bar e l’ingresso su via Manfredi. “Per tutelarne la memoria non ho voluto sostituirne il nome che, nel ricordo dei cesenati, rimanda ad un’attività ben precisa e che dopo la chiusura del bar è sempre stato identificato come lo spazio ‘Ex Bar Cristina’.”
Nell’autunno del 2024 la Galleria ha inaugurato con la prima mostra dedicata alle incisioni
del XXI secolo e il successo non si è fatto attendere.
L’Ex Bar Cristina ha generato un moto di interesse catalizzando l’attenzione di tanti appassionati e curiosi che si sono fatti attrarre dalle vetrine illuminate della galleria e si sono affacciati in casa Kruger, per scoprire nuove forme d’arte e i talenti ispirati in esposizione. Kruger, amante della fotografia e abile nel disegno, attitudine che potrebbe aver ereditato dal nonno Giulio, ex fumettista, già dalle prime mostre è riuscito ad arricchire lo spazio con scelte inconsuete. Ha puntato su artisti che hanno saputo guardare oltre, giocando talvolta con i materiali e coniugando abilità artigianali e profonda conoscenza delle materie prime con intuizioni originali e insolite. La galleria di Kruger ad ogni ora del giorno emana luce dalle sue vetrate, ogni mese ospita nuove proposte artistiche ed eventi collaterali. Kruger ha avviato questa nuova avventura con le opere di Guerri, per passare alla fotografia di Piras e alle sculture e ai giocattoli di latta di Bocchini. Inoltre, in collaborazione con Francesca Crociati e Stefano Maldini, organizza
“LA SFIDA DELL’EX BAR È OFFRIRE ALLA CITTÀ LA POSSIBILITÀ DI SCOPRIRE UN CIRCUITO D’ARTE E DI BELLO FUORI DAI CANONI, UN ANGOLO CESENATE IN CUI PORTARE QUELLA RISERVA DI TALENTI NOSTRANI CHE MOLTI NON CONOSCONO.”
all’Ex Bar i suoi Versinage, gioco di parole, per indicare un momento di incontro tra arte figurativa, poesia e musica L’Ex Bar Cristina si potrebbe definire lo spazio dove l’ovvio è bandito e dove si percepisce intensamente la sensazione di crescere nell’incontro con l’arte, soprattutto del proprio territorio. “Conosco bene la fatica che si sperimenta ‘nel tenere il punto’ e non farsi condizionare dal mainstream,” confessa il musicista. “Io stesso come artista mi muovo nel mondo della musica underground, ma per molti po-
trei essere un illustre sconosciuto. Pertanto, la sfida dell’Ex Bar è offrire alla città la possibilità di scoprire un circuito d’arte e di bello che esce dai soliti canoni, un nuovo angolo cesenate in cui portare quell’insospettabile riserva di talenti nostrani che molti, anche se artisti di livello, non conoscono. Ho scelto di farlo perché amo il centro storico di Cesena, infatti pur essendo riccionese d’origini, ormai mi sento cesenate e in questo modo voglio offrire il mio contributo per valorizzare il più possibile questo gioiello della Romagna.”
PIONIERI DELLE TECNOLOGIE DIGITALI PER LA CURA DELLA SALUTE
LO STUDIO
ODONTOIATRICO E POLIAMBULATORIO
GRILLI, GRAZIE ALL’UTILIZZO DI TECNOLOGIE DIGITALI ALL’AVANGUARDIA, È PUNTO DI RIFERIMENTO PER LA SALUTE E IL BENESSERE DELLA PERSONA
Competenza e preparazione, accuratezza nella diagnosi e professionalità nella cura, sulla base di un consolidato rapporto di fiducia. Sono i principi che guidano, da tre generazioni, lo Studio Odontoiatrico e Poliambulatorio Grilli, punto di riferimento in fatto di salute e benessere della persona. Presente a Forlì dal 1960 – quando Carlo Grilli, medico chirurgo odontoiatra aprì le porte della sede di Ca’ Ossi –con il passaggio di testimone al figlio Stefano, anch’egli Medico e odontoiatra specializzato all’Uni-
versità di Göteborg in Parodontologia Clinica e attuale direttore sanitario, nel 1986 lo Studio si trasferisce in piazza Duomo e, dal 2012, nella sede di viale Italia 153, dove si trova tuttora. Grazie a un importante investimento, sia in termini di professionalità che di potenziamento delle strutture, nel 2024 lo Studio Odontoiatrico Grilli ha attuato un significativo ampliamento della sede e la trasformazione in Poliambulatorio, implementando le branche di competenza.
“Il nostro Studio odontoiatrico
si occupa di implantologia, rigenerazione tissutale e trattamenti protesici ad alta valenza estetica,” spiega Stefano Grilli, affiancato da Emanuela Piazza, storica esperta amministrativa dello Studio. “Grazie all’utilizzo di materiali e di tecnologie innovative, abbiamo raggiunto livelli di eccellenza che permettono di ritrovare uno stato di salute ed estetica in perfetta armonia.” Tra le tecniche all’avanguardia spicca la diagnostica per immagini digitale, che comporta una riduzione delle radiazioni per i pazienti, e l’utilizzo della Tac dentale 3D (CBCT). “Abbiamo sostituito le pratiche tradizionali con l’utilizzo di scansioni digitali che hanno rappresentato una svolta innovativa per i nostri pazienti e per l’ambiente, sebbene ancora poco diffuse,” dice Riccardo Grilli, medico odontoiatra con un master all’Università di Padova in Implantologia digitale, che rappresenta la terza generazione di una filiera medica e famigliare di lungo corso. “Le impronte di silicone, così come le protesi metalliche, sono state soppiantate dalla moderna odontoiatria metal free che prevede l’abolizione di materiali metallici, sostituiti da elementi biocompatibili che consentono un approccio meno invasivo e una maggiore durevolezza degli interventi nel tempo, in linea con una filosofia conservativa.” Tra i servizi innovativi c’è anche l’ortodonzia invisibile che, grazie a una serie di mascherine dal minimo impatto visivo, con-
L’AMPLIAMENTO
DELLA SEDE E LA TRASFORMAZIONE IN POLIAMBULATORIO HA
CONSENTITO DI AMPLIARE
LE COMPETENZE
CHE COMPRENDONO
DERMATOLOGIA, MEDICINA ESTETICA E CHIRURGIA PLASTICA, CHIRURGIA ORTOPEDICA, OTORINOLARINGOIATRIA E NUTRIZIONE.
sente di spostare e di allineare i denti in maniera estremamente prevedibile, annullando i disagi dell’apparecchio tradizionale. “Il nostro è, da sempre, un approccio sartoriale all’odontoiatria,” spiega il direttore sanitario, “che segue il paziente in tutte le fasi della cura, sulla base di un rapporto di fiducia e continuativo nel tempo. Non esitiamo a definirci pionieri delle tecnologie digitali che, oltre ad aver migliorato la qualità degli interventi, hanno ridotto i tempi e i costi delle prestazioni, economicamente sostenibili per i pazienti che arrivano da numerose regioni italiane e anche dall’estero.”
Dal 2024 il Poliambulatorio si è arricchito di nuove competenze e specializzazioni che comprendono Dermatologia, Medicina estetica e Chirurgia plastica, Chirurgia ortopedica (con dimissione in giornata), Otorinolaringoiatria e Nutrizione. A oggi conta 10 ambulatori, di cui due sale chirurgiche, un ambiente di radiologia all’avanguardia, un laboratorio di progettazione CAD e stampa 3D, un ambulatorio di microscopia operatoria, un ambiente dedicato alla fotografia e scansione digitale del volto, un’unità di sterilizzazione di tipo ospedaliero e attrezzature di ultima generazione. L’equipe è com-
posta da 22 professionisti tra personale medico e paramedico. “Il Poliambulatorio,” dice Stefano Grilli, “riunisce medici e specialisti di alto livello per mettere a disposizione del paziente i migliori trattamenti, grazie anche alla moderna sala operatoria per interventi di chirurgia plastica ed estetica, dermatologica, ortopedica e otorinolaringoiatrica. Inoltre, tutto il personale medico e paramedico è formato per interventi di emergenza. Da sempre la salute e il benessere del paziente sono al centro della nostra formazione e della nostra esperienza, in una visione olistica e di cura della persona a 360 gradi.”
IN APERTURA: STEFANO GRILLI, DIRETTORE SANITARIO DELLO STUDIO ODONTOIATRICO GRILLI, E IL FIGLIO RICCARDO GRILLI, MEDICO ODONTOIATRA.
DI ELLA RAGGI
DALL’ALLEGORIA DEL
MITO DI NARCISO
AL SELFIE DIGITALE, LA MOSTRA IN PROGRAMMA AL
MUSEO SAN DOMENICO
FINO AL 29 GIUGNO
2025 ESPLORA IL TEMA
DELL’AUTORITRATTO
ATTRAVERSO 200
OPERE CHE SPAZIANO
DAL QUATTROCENTO AL NOVECENTO.
UN VIAGGIO TRA
SPECCHI, MASCHERE E IDENTITÀ.
Dallo specchio alla tela, alla macchina fotografica fino al selfie dell’era digitale, l’autoritratto è una forma espressiva che ha attraversato i secoli unendo gli artisti sotto un comune desiderio: quello dell’autorappresentazione. Niente come un autoritratto ci permette di cogliere l’essenza di un artista nel suo tempo: è una rappresentazione del suo io narrante, un ‘autografo esistenziale’ con cui l’artista consegna ai posteri non solo i propri tratti somatici, ma soprattutto la propria visione del mondo. A ricostruire questa storia con grandi opere di ogni epoca è la mostra Il ritratto dell’Artista nello specchio di Narciso. Il volto, la maschera, il selfie, in programma al Museo Civico San Domenico di Forlì fino al 29 giugno 2025. Un viaggio tra specchi, maschere e identità, che propone un’avvincente indagine su uno dei soggetti più raffigurati di tutti i tempi, ovvero l’artista stesso. Un’esplorazione che trova radici da un’immagine fondativa: quella di Narciso, il meraviglioso giovane del mito di Ovidio che, guardandosi in uno specchio d’acqua, riconobbe il proprio volto e se ne innamorò
fatalmente. Un momento radicato nel mito, poi diventato allegoria e fonte di ispirazione per artisti che, nelle diverse epoche, si sono cimentati nell’arte di immortalare la propria immagine riflessa.
Diretta da Gianfranco Brunelli e curata da Cristina Acidini, Fernando Mazzocca, Francesco Parisi e Paola Refice, l’esposizione, che si sviluppa dall’ex Chiesa di San Giacomo alle ampie sale del primo piano, celebra i vent’anni delle grandi mostre promosse dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì in collaborazione con l’Amministrazione cittadina. Con oltre 200 opere che spaziano dal Quattrocento al Novecento, provenienti da prestigiose collezioni europee, la mostra approfondisce il tema dell’autoritratto esplorando le ragioni del suo intramontabile successo e i motivi che, di volta in volta, hanno spinto gli artisti a catturare la propria immagine: dall’affermazione sociale all’eser-
“NEI SECOLI, RITRARRE IL PROPRIO VOLTO È STATO PER OGNI
ARTISTA UNA SFIDA, UNA PROIEZIONE, UN ESERCIZIO DI ANALISI PROFONDA
CHE MOSTRA LE ASPIRAZIONI E LE ESPRESSIONI EMOTIVE, MA CHE RIVELA ANCHE IL TALENTO.”
cizio sul vero, dall’introspezione psicologica al desiderio di eternità.
“Nei secoli, ritrarre il proprio volto, la propria immagine, è stato per ogni artista una sfida, un tributo, un messaggio, una proiezione, un esercizio di analisi profonda che mostra le aspirazioni ideali e le espressioni emotive, ma che rivela anche la maestria e il talento. Poi serve uno specchio. Timore, prudenza o desiderio, persino bramosia di guardarsi. Allegoria di vizi e virtù,” sottolinea Gianfranco Brunelli, Direttore delle Grandi Mostre
della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. “Nudo o vestito, truccato o travestito, sorridente o malinconico, attraverso l’immagine di sé l’artista rintraccia il proprio mondo interiore, il significato della propria arte, l’unicità del proprio stile.” Il percorso espositivo si sviluppa in 14 sezioni, in un fil rouge che inizia con la metafora del mito di Narciso passando alle potenti maschere teatrali, per poi addentrarsi in epoche in cui ancora il volto dell’artista viene inserito quasi di soppiatto, ai margini come una firma silenziosa. Si
passa al Rinascimento, con la sua esplosione di individualismo e la nascita dell’autoritratto come genere autonomo, si prosegue con il Barocco, dove l’autoritratto si fa strumento di autocelebrazione e affermazione sociale, per poi giungere al Romanticismo, che ne esalta la dimensione interiore e introspettiva. L’ultima sala non può che riportare il visitatore nel contemporaneo, con opere di Bill Viola e Marina Abramović, tra gli altri, chiudendo il percorso ponendo l’accento sul selfie come erede contemporaneo del mito da cui tutto è iniziato.
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Ha dato voce al suo immenso talento creativo omaggiando Papa Francesco e il presidente della Repubblica Mattarella. Le sue inconfondibili opere sono state esposte in ogni parte del globo,
riscuotendo consensi unanimi di pubblico e critica. Innumerevoli i premi di prestigio messi in bacheca – dal rinomato Rotary al trionfo alla Biennale di Sharm El Sheik passando per la piazza d’onore al concorso internazionale di arte sacra di Assisi – e le partecipazioni a eventi istituzionali e manifestazioni benefiche. Ido Erani è l’orgoglioso portabandiera di Forlì nel mondo: all’ombra di Saffi è nato e ha sempre fatto ritorno al termine delle esperienze d’arte e di vita consumate lontano dalle amate mura domestiche. A partire dagli anni milanesi, quando giovanissimo diede seguito agli studi all’Istituto artistico frequentando l’Accademia di Belle Arti di Brera, entrando in contatto con un ambiente fervido e all’avanguardia. Dopo un breve periodo romano, il trasferimento oltreoceano: ben dieci gli anni vissuti a Los Angeles, resi indimenticabili dall’amicizia con Roy Lichtenstein e la frequentazione di Andy Warhol. E negli Stati Uniti allestisce numerose personali: opere sono attualmente esposte al Museo Rockefeller e al Guggenheim di New York. Il 2025 non è un anno qualsiasi per Erani, che soffia sulle 80
candeline e celebra i 60 anni di carriera. Traguardi importanti per un ritrattista talmente abile da rasentare nelle sue opere il realismo fotografico. Un uomo ispirato che nel tempo ha sempre affinato la sua arte, traendo ispirazione ed energia creativa dalla quotidianità senza tuttavia farsi mai irregimentare nell’omologazione. Tra i pochissimi al mondo a utilizzare le tecniche di pittura murale proprie dell’affresco, recentemente Erani è stato brillante protagonista di varie iniziative sul palcoscenico forlivese: dalla rassegna ‘La cura dell’anima’ con l’esposizione di 80 opere negli Ospedali Privati, all’evento benefico ‘Amore, Arte e Vita’, svoltosi in Prefettura alla presenza di numerose autorità, per celebrare una carriera straordinaria e ricordare il professor Dino Amadori, ritratto in una pregevole tela donata allo Ior. Tantissimi sono gli appuntamenti in agenda tra maggio e dicembre, per rendere il giusto riconoscimento a un artista le cui immagini ‘lusingano come le poesie che si dicono a voce alta in un irrefrenabile impeto d’amore’, come ha scritto il critico d’arte Umberto Tessari.
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Ha attraversato una storia più che secolare affrontando le trasformazioni del mercato, le sue rivoluzioni al pari delle crisi, con lo spirito imprenditoriale di chi ama le sfide e sa cogliere nel cambiamento un’opportunità per generare sviluppo. E, non di meno, lo ha fatto puntando sul radicamento nel territorio, sulla capacità di fare squadra e sul ricambio generazionale come leva di innovazione. Ecco perché De Stefani Group, con alle spalle oltre 100 anni di esperienza e di conoscenza del settore delle auto, oggi più di ieri si conferma un punto di riferimento in fatto di mobilità e di affidabilità. Il gruppo, nato nel 2024 dalla fusione aziendale di De Stefani spa
e Destauto spa, ha aperto le porte al pubblico nel mese di giugno nella nuova e ampia sede di Forlì, in via Thomas Alva Edison 20, con un importante investimento finanziario e strutturale, per potenziare l’offerta e la vicinanza ai clienti.
“L’unione delle due aziende è avvenuta a coronamento di una comune visione imprenditoriale indispensabile per affrontare il mercato del futuro, basato sulla necessità di ottenere sinergie e fare squadra in termini di competenze e di prodotti. Di qui la decisione di unire le competenze e di rafforzare l’offerta e la presenza sul territorio,” spiega Riccardo Minghetti, socio e amministratore delegato di De Stefani Group,
alla guida dell’azienda insieme al padre Gino, ad Adolfo Cosentino De Stefani e ai nipoti di quest’ultimo, Luca e Andrea Barbera A oggi il Gruppo gestisce la vendita e l’assistenza dei marchi Mercedes-Benz, Nissan, Renault, Dacia e MG in sei filiali: Ravenna (con due sedi), Lugo, Forlì, Cesena e Imola. Conta 160 dipendenti e, nel 2024, ha fatturato 135 milioni di euro.
Un successo che parte da lontano, addirittura nel 1910, quando Evaristo De Stefani apre a Ravenna la prima bottega artigiana in cui si costruiscono e si vendono carrozzine e biciclette e, successivamente, nel 1927, con l’acquisizione delle OM – Officine Meccaniche, passa agli auto-
IL GRUPPO GESTISCE LA VENDITA E L’ASSISTENZA DEI MARCHI MERCEDESBENZ, NISSAN, RENAULT, DACIA E MG IN SEI FILIALI: RAVENNA (CON DUE SEDI), LUGO, FORLÌ, CESENA E IMOLA. CONTA 160 DIPENDENTI E, NEL 2024, HA FATTURATO 135 MILIONI DI EURO.
carri. Risale al 1980, sotto la direzione di Stelvio De Stefani, la trasformazione societaria in spa, cui segue, nel 1996, l’apertura della filiale di Forlì. I destini delle famiglie De Stefani e Minghetti si incrociano negli anni Novanta, con l’apertura e l’investimento comune della concessionaria Destauto a Ravenna, che acquisisce per la prima volta il marchio giapponese Nissan, per poi culminare nella recente fusione aziendale. “Con l’apertura della nuova sede in via Thomas Alva Edison a Forlì, siamo entrati in una realtà storica e in un sito vocato all’auto in cui si
vendevano già autoveicoli da 60 anni, con la volontà di servire il comprensorio di Forlì nel migliore dei modi e con politiche centrate sulle esigenze del cliente,” prosegue Minghetti. “Nella nuova sede, che gode di un’ottima posizione e visibilità, è possibile trovare i marchi Mercedes-Benz, Nissan e MG, compresi veicoli commerciali per uso lavoro, per garantire le diverse necessità del pubblico rappresentate dal segmento di lusso Mercedes, dalla qualità Nissan, fino alla new entry MG con un prezzo d’ingresso molto allettante. Dalla famiglia,
all’imprenditore fino al giovane al primo acquisto, abbiamo un’auto per ogni esigenza.” Senza perdere di vista l’andamento dei mercati e le tasche degli automobilisti. “Dopo la pandemia e con l’aumento dei costi che hanno superato anche il 25%,” spiega Minghetti, “l’acquisto di un’auto nuova stava per diventare un tabù. Ma l’arrivo del marchio MG, in forte espansione e sul quale si sono concentrati molti dei nostri investimenti, ha portato una ventata di novità e ha reso accessibile l’acquisto di un’auto nuova, di qualità e a
prezzi contenuti.” Nella sede di Forlì, nella quale sono impiegati 12 addetti, è possibile trovare un servizio di vendita a tutto tondo che comprende assistenza, magazzino e ricambi. Non manca, naturalmente, il segmento dell’elettrico e l’attenzione a una mobilità sostenibile e rispettosa dell’ambiente. “La nostra storia è legata da generazioni all’automobile e alla sua evoluzione,” conclude Minghetti, “ed è quel plus in più che, unito all’affidabilità e al rapporto con il territorio, ci fa guardare con fiducia alle sfide future del mercato.”
“Non ci sono estranei, solo amici che non hai ancora incontrato”: questo è uno dei messaggi presenti nel campanello della casa posizionata all’inizio della salita di via Giovanni Minzoni a Cesena, a poca distanza dal teatro Bonci, in cui vive, crea e lavora Loretta Amadori, graphic designer, terzogenita di Francesco Amadori e azionista del Gruppo Amadori tra i principali leader del settore agroalimentare. Un’abitazione sviluppata su tre livelli in cui la proprietaria ha scelto, oltre 10 anni fa, di aprire un bed and breakfast
‘Casa Lò’ al piano superiore. Qui a partire dalla scelta dei materiali fino agli inconsueti arredi e agli accostamenti insoliti emerge il carisma di Loretta amante del bello, del non convenzionale, ma anche del semplice e del naturale.
Entrando nella sua casa, immersa nella natura a pochi passi dal centro storico cittadino, si è subito attratti dal vorticoso e allo stesso tempo armonico gioco di colori che caratterizza il grande salone dove Loretta ama acco-
gliere gli amici, gli artisti e tutti coloro che hanno qualcosa da raccontare e che manifestano il desiderio di crescere nell’esperienza di un incontro.
Loretta non ha seguito le orme del padre. Sin da bambina ha manifestato uno spiccato interesse per l’arte in tutte le sue forme e il suo talento, il suo intuito e la sua creatività hanno trovato la loro naturale espressione presso l’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Urbino (ISIA) dove si è formata in graphic design. La sua esperienza a Barcellona, dove ha vissuto collaborando con case editrici musicali e culturali, e gli oltre 25 anni di professione in Italia l’hanno condotta a sviluppare progetti di grafica e comunicazione con diverse organizzazioni nazionali e internazionali in ambito culturale-educativo-sociale, oltre a progetti editoriali per case editrici, enti privati e associazioni culturali e artistiche.
Una professionista che ha saputo declinare la sua passione in tanti ambiti artistici a partire
dal corso di ceramica di due anni dal quale è scaturita un’opera d’arte meravigliosa: il tavolo che si impone nello spazio del grande salone della sua abitazione. Si tratta di un tavolo che è stato presentato anche al MIC di Faenza che si sorregge su una grande scritta gnam in ceramica ed è costituito da un ampio piano in policarbonato trasparente. “Per la mia casa,” sottolinea, “ho voluto un tavolo che potesse accogliere e abbracciare i miei ospiti, un tavolo dalle proporzioni armoniose che consentisse ad ogni commensale di guardare in volto tutti come in un grande abbraccio. Era una grande sfida, ma per fortuna avevo le idee chiare e l’ho realizzato grazie anche al prezioso aiuto di Gianfranco Budi-
“DESIDERO
CASA E I MIEI SPAZI
POSSANO GENERARE UN MOVIMENTO VIRTUOSO
DI IDEE E DI ESPERIENZE.”
ni, ex insegnante e ceramista.”
“Quando ho deciso di acquistare questa casa, quasi vent’anni fa, ho progettato un’importante ristrutturazione seguendo tutte le indicazioni legate alla bioedilizia. Le mie scelte sono state indirizzate ad ottenere il massimo risparmio energetico senza mai rinunciare alla bellezza. Devo ammettere che ho impiegato anni per adattarla alle mie esigenze ma soprattutto per renderla il più adeguata possibile al mio modus vivendi.”
Affacciandosi nel suo soggiorno, l’occhio cade sulle poltrone rosso cinema appoggiate a una parete, e poi sull’imponente ramo che svetta nel punto più alto del suo soffitto in legno e che Loretta definisce il “suo albero
Vuoi avviare la tua attività in un contesto di prestigio, o sogni di vivere in un loft dal design unico, ricco di storia e personalità? L’antica chiesa sconsacrata di San Nicolò, nel cuore pulsante di Forlimpopoli, è stata sapientemente restaurata ed è oggi disponibile come locale commerciale/uffici o ad uso abitativo: 153 mq su due livelli, finiture di pregio, tra cui riscaldamento a pavimento, condizionatore, sistema di ricambio d’aria e una romantica piazzetta privata, rendono questo locale uno spazio dalle infinite potenzialità.
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di Natale perenne.” E ancora non si può non restare affascinati dai giochi di luce dei led della sua libreria a nicchie che variano in maniera ritmata.
IN QUESTE PAGINE, LORETTA AMADORI CI APRE
LA SUA CASA A POCHI PASSI DAL CENTRO
STORICO DI CESENA. UNO SPAZIO PIENO
DI COLORE, RISTRUTTURATO IN BIOEDILIZIA.
“Credo fortemente che il benessere della persona passi anche attraverso le scelte legate alla propria casa,” spiega Loretta. “Ho sempre avuto la tendenza ad anticipare i tempi e ho deciso di investire in un cappotto esterno con materiale in fibra di legno, quando ancora in pochi credevano in questa soluzione edilizia per ridurre la dispersione termica. Per le mie finestre ho optato per infissi a taglio termico e ho puntato sulla posa di legno naturale per i pavimenti. Ho voluto creare uno spazio dall’atmosfera ospitale, ho scelto colori caldi per le pareti realizzati con materiali
naturali. Ad esempio, i muri dell’area giorno sono tutti tinteggiati a calce e volutamente non ho lasciato nella mia abitazione nemmeno una parete bianca. Il mio obiettivo è stato quello di creare uno spazio in cui la persona possa sentirsi accolta: per me la casa, infatti, è uno spazio di incontro e di socializzazione. Proprio per questo ho deciso, anche su suggerimento del mio architetto Carlo Verona, di sfruttare per me tutto il piano terra e di creare nel piano superiore un B&B che ho chiamato ‘Casa Lò’”.
Loretta Amadori è stata tra le prime cesenati ad aprire in città un B&B: la sua cura maniacale per i dettagli, le stanze accuratamente arredate e la posizione invidiabile hanno portato ‘Casa Lò’ a essere per tutto il tempo della sua apertura il primo B&B in classifica nelle recensioni di Tripadvisor.
“Ricordo ancora il primo ospite, uno scrittore svedese. Per non sfigurare preparai per lui una colazione luculliana ricca di prodotti anche locali, ma alla fine lui prese solo un caffè! Nel tempo mi sono sbizzarrita nella creazione di colazioni particolari con un occhio attento alla valorizzazione dei prodotti stagionali e a km 0.” Oggi Loretta ha diversi progetti in cantiere per la sua casa. “Ho deciso di intraprendere la ristrutturazione del piano interrato che andrà ad accogliere la Fondazione LAM per le arti contemporanee, uno spazio di sperimentazione e di ricerca dove potranno essere organizzati corsi, laboratori, performance e serate conviviali. Desidero che, nel tempo, la mia casa e i miei spazi possano generare un movimento virtuoso di idee e di esperienze in grado di far affiorare la parte più autentica di ognuno di noi e la naturale tensione al bello e all’armonia.”
Il Cimitero Monumentale di Forlì è una vera e propria grande città con strade, alberi, mura. Ospita oltre 90.000 defunti confermandosi luogo di pietà e di bellezza, di storia e di arte. Vale una passeggiata nel passato, in un’atmosfera di rispetto e di scoperta di nomi, storie, volti. È un vero e proprio museo e, percorrendo i vasti loggiati, si legge la vicenda della città, i nomi di persone note e ignote, si notano statue e sculture impolverate, alcune di esse decisamente interessanti, di una struggente eleganza.
Recentemente, la vasta città dei morti è stata riscoperta pure come attrazione turistica, con visite guidate anche al tramonto, in momenti in cui l’accesso ai vivi è di norma precluso, regalando suggestioni ancora più forti.
Se il quadrilatero si può considerare il ‘centro storico’ del camposanto ottocentesco, si estende pure una periferia oltre la prima
IL CIMITERO
MONUMENTALE DI FORLÌ È UNA GRANDE CITTÀ CON STRADE, ALBERI, MURA. OSPITA
OLTRE 90 MILA DEFUNTI. VALE UNA PASSEGGIATA
NEL PASSATO IN UN’ATMOSFERA
DI RISPETTO E DI SCOPERTA DI NOMI, STORIE, VOLTI. UN VERO E PROPRIO MUSEO.
cerchia muraria, periferia inizialmente un po’ disordinata, con vialetti stretti coperti di ghiaia accanto a sepolcri più recenti e tempietti simili a villette secondo gusti e risorse delle famiglie. Oltre a questa fascia se n’estende un’altra ancor più moderna, alternata a verde con panchine e
dove incombono i loculi su strutture a più piani. E ancora, verso il mare, si estende un fazzoletto ancora verde, destinato ai morituri, e l’area dei sepolti a terra, con croci provvisorie, in legno e segni d’affetto e di pietà dei familiari. Si possono leggere nomi e dettagli che abbracciano varie vicende vicine e lontane della città, dalle iscrizioni in lapidi ormai sbiadite, a nomi cinesi e di qualche altro Paese lontano, per esempio dai Balcani, con bottiglie di birra accanto ai loculi a ristoro di un caro estinto. Vale poi segnarsi il compendio di nomi misteriosi e creativi come Celide, Fiovo, Presentino, Amalfisa, Sferica, Ilvano, Eviardo (solo per fare qualche esempio): fanno rivivere tempi di scarso conformismo. Alle croci, si alternano squadre e compassi, stelle, foglie d’edera, mezzelune, e altri simboli che rendono esplicita la fede del defunto.
Il Monumentale, dunque, vive e muta nel tempo pur mante-
DAVANTI AL CIMITERO MONUMENTALE, DAL
1944 SI ESTENDE IL CIMITERO DI GUERRA INDIANO. L’ALTRO CIMITERO DI GUERRA È A VECCHIAZZANO, DOVE SONO SEPOLTI
738 CADUTI DELLA
SECONDA GUERRA MONDIALE.
nendo il silenzio e quel distacco severo e sacro proprio del trapasso. Frutto di una serie pluridecennale di progetti discussi, rinviati, modificati (quello definitivo porta la data del 1867), fu completato vent’anni più tardi, almeno nella sua forma originaria: un quadrato perfetto di 140 metri per lato delimita il perimetro originario, quello confinato dal solenne porticato, che trova il suo culmine nel Pantheon o Famedio dei forlivesi. Costruito a metà del lato settentrionale, sul modello dei templi corinzi, è abbracciato da portici sopraelevati le cui arcate forniscono
alle famiglie notabili cappelle e tombe, per distinguersi da quelle del ‘piano terra’. Nei portici rifulgono vestigia di una nobiltà che non mostra parsimonia ma neppure indulge sullo sfarzo. L’umidità sbriciola l’intonaco, ricordando sì la caducità, ma anche la necessità di qualche lavoro per recuperare decoro. Sono tombe composte e sobrie benché ricche, ferme nel tempo, antidoto contro la mortalità. Un boschetto selvaggio nasconde la tomba sotterranea di Aurelio Saffi, corredata di resti romani. Le lapidi antiche e abbandonate, dalle suggestioni go-
IN APERTURA, IL CIMITERO MONUMENTALE DI FORLÌ. IN ALTO, IL CIMITERO DI GUERRA INDIANO. SOTTO, IL CIMITERO DEGLI INGLESI A VECCHIAZZANO.
tiche e floreali, sono sostitute a via a via da cappelline marmoree con fotografie a colori. Perché la storia del luogo dei morti è in continuo divenire.
Forlì già di per sé dovrebbe essere la città con il maggior numero di camposanti: sono ben 38, di cui 31 parrocchiali e 7 comunali. Davanti al Cimitero Monumentale, dal dicembre del 1944 si estende il Cimitero di Guerra Indiano, dove riposano centinaia di ‘soldati col turbante’ inquadrati nell’Ottava armata britannica, di religione Sikh. Sono 496 i giovani sepolti, di cui 15 senza nome. Altri sono ricordati in un
monumento commemorativo mentre un gruppo scultoreo in bronzo collocato nel 2011 ricorda questi ragazzi venuti da lontano per contribuire a liberare la Romagna.
L’altro cimitero di guerra è a Vecchiazzano, in via Borghina. Vi sono sepolti 738 caduti della Seconda Guerra Mondiale, di cui 4 sono ancora ignoti. Si tratta di soldati inglesi, canadesi, neozelandesi, sudafricani, indiani, del ‘Pioner Corps’ dell’Africa del Sud e delle Seychelles che caddero nei combattimenti dell’ottobre-dicembre 1944, nella zona fra Rimini e Ravenna.
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Con NGL la casa del futuro è già qui. Attenzione alle nuove tecnologie, domotica, materiali di alta qualità, servizio di posa e montaggio completo, manutenzione sempre garantita, accessori che fanno la differenza, risparmio energetico e sicurezza: tutto questo è NGL Infissi di Gianluca Neri di Cesena. L’azienda, nata nel 2011 da un piccolo negozio di 30 mq a San Vittore dedicato a zanzariere, tendaggi e infissi, è passata a un ampio atelier di 120 mq in via dell’Arrigoni a Cesena. Qui i clienti possono conoscere e scoprire tutte le soluzioni che Gianluca Neri e il suo team propongono: porte blindate, nuove finestre, tendaggi motorizzati e pergole. “Ero caposettore di un’azienda di tapparelle e ho scelto di intraprendere un’av-
ventura imprenditoriale tutta mia. Sono partito da zero con un furgone e l’attrezzatura necessaria. Successivamente mi sono reso conto che per offrire la mia massima disponibilità al cliente era necessario che fossi rintracciabile e così ho aperto il primo punto vendita della NGL.”
Un successo confermato dal numero sempre in aumento di clienti che scelgono NGL per le loro abitazioni. Gianluca Neri, infatti, ha visto crescere in maniera esponenziale il fatturato da 30.000 euro del primo anno a oltre 1 milione di euro dello scorso anno. “Abbiamo scelto di offrire il meglio, di dedicare tempo al cliente, di spiegare come la scelta di un diverso materiale possa fare la differenza,” continua Neri. “Il nostro cliente viene
accompagnato nella definizione del suo progetto in relazione alle sue esigenze e al suo gusto. Tutto questo è stato reso possibile anche dall’importante lavoro del mio staff costituito quattro collaboratrici: Veronica, Lisa, Laura e Chiara. Determinante in questi anni è stata mia moglie Eleonora, anche socia dell’azienda, che mi ha sempre affiancato in tutte le mie scelte strategiche offrendomi il suo sostegno e condividendo anche le decisioni più difficili.” L’aggiornamento continuo ha portato Neri a investire nelle nuove tecnologie e a concretizzare nuovi progetti: tra qualche settimana inaugurerà un negozio in centro a Cesena, NGL Smart “Andremo a occuparci di tutto quello che concerne l’outdoor e la domotica su porte, finestre e
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luci. Il nuovo punto vendita NGL si troverà in via Zeffirino Re, nel cuore del nostro bellissimo centro storico. Qui presenteremo anche la nostra innovativa finestra NGL, che ho personalmente progettato in collaborazione con tutti i rivenditori della mia azienda. Si tratta di un prodotto di altissima qualità che coniuga le esigenze di riscaldamento, sicurezza e design: una finestra dalle ante minimali con triplo vetro di serie che mantiene il riscaldamento dell’abitazione e che riduce la percezione dei rumori esterni. È realizzata con ferramenta antieffrazione e maniglie di sicurezza, che rendono complesso lo scasso e dotata di luci a led. Sarà una finestra che porterà il marchio NGL che la identifica come prodotto di qualità nell’ambito dei modelli luxury. Sarà possibile anche progettare insieme a noi vetrate panoramiche e grandi pergole bioclimatiche che oggi consentono di vivere l’outdoor anche in periodi meno favorevoli dell’anno – anche grazie alla possibilità di
aggiungere pannelli solari che possono coniugare l’esigenza di avere spazi esterni al coperto con quella di risparmio energetico – e di aggiungere spazi abitativi alle proprie case.”
Il punto di forza di NGL è la capacità di rispondere ai bisogni dei clienti nel pre e post vendita. “Puntiamo sulla qualità perché riteniamo che montare degli infissi di un certo tipo, acquistare delle porte con serramenti solidi, scegliere tendaggi sostenuti e di ottima fattura possano nel lungo tempo far risparmiare molto i nostri clienti. Un investimento come quello degli infissi in un’abitazione non dovrebbe essere un lavoro su cui si torna nell’arco di poco tempo. In questi anni abbiamo compreso che l’importanza della scelta dei materiali viene recepita quando all’interno del nostro atelier il cliente può scoprire i prodotti, toccare i materiali e comprenderne la valenza. Ad esempio,” prosegue l’imprenditore, “è fondamentale capire se per l’abitazione del cliente può essere ideale l’alluminio o il pvc,
oppure valutare la differenza tra un doppio e triplo vetro e ancora quanto può essere più solida una finestra con un determinato tipo di serramenti.”
NGL ha scelto di offrire ampio spazio alla domotica che, secondo Gianluca Neri, può impattare in maniera significativa nello stile di vita delle persone: “Ci si dimentica che la domotica può consentire a persone con una
limitata mobilità o anche anziani di avere più comodità nella propria abitazione, di essere più facilmente assistiti, anche dai familiari che possono monitorarli da remoto. È però necessario avere professionisti che possano illustrarne tutte le potenzialità. La casa del futuro è già possibile e noi lavoriamo perché tutti possano migliorare l’ambiente in cui vivono.”
ITALIANO
ED EUROPEO
DI REINING
DI PAOLA FRANCIA
Una carriera costellata di traguardi e trofei che lo hanno portato in cima al podio delle più importanti competizioni nazionali – e non solo – di reining. Originario di Forlimpopoli, classe 1992, Manuel Cortesi ha fatto di questa disciplina, conosciuta anche come dressage della monta western, una professione, arrivando ai vertici delle classifiche fino ad aggiudicarsi il titolo, nel 2024, di ‘Million Dollar Rider’ – secondo classificato in Italia – per vincite di gare complessive.
Pluricampione europeo e internazionale, quella del reining –dal verbo ‘to rein’, ‘guidare fra le redini’ – è una passione che, fin da bambino, gli trasmette papà Piero che da sempre alleva cavalli, e con il quale tuttora gestisce la Scuderia Cortesi, il centro ippico di via Scardavilla.
“Ho iniziato ad andare a cavallo a cinque anni,” racconta, “e a praticare quasi subito questa disciplina. Poi, intorno ai dieci anni, ho partecipato alle prime gare e, successivamente, il mio percorso è proseguito all’interno
ANDREA BONAVITA
della categoria degli atleti non professionisti.”
Piuttosto diffuso in Italia, il reining – le cui origini risalgono ai tempi dei cowboy – nasce in America ed è una specialità dell’equitazione americana in cui si ricerca la perfetta sintonia tra cavallo e cavaliere e che prevede l’esecuzione di particolari figure, dette ‘manovre’, in un determinato ordine, ‘pattern’, con movimenti rapidi e precisi e con continue inversioni di direzione, fermate e turnaround. Un connubio tra atleta e cavallo all’apice dell’empatia, nel quale la fluidità dei movimenti, la precisione, la velocità e la spontaneità nell’eseguire le varie figure sono elementi fondamentali di valutazione.
Nel giro di pochi anni Manuel, che a maggio diventerà papà, ha conquistato il titolo di campione nelle principali gare in Italia e in Europa, arrivando primo all’edizione 2024 del Derby Italiano e dell’Irha-Irhba-Nrha Reining Futurity & Italian Championship, e si è aggiudicato il primo e il terzo posto al Western Reising
PLURICAMPIONE EUROPEO E INTERNAZIONALE DI REINING, DISCIPLINA DELL’EQUITAZIONE AMERICANA, MANUEL CORTESI SI È AGGIUDICATO IL
TITOLO DI ‘MILLION
DOLLAR RIDER’ IN SELLA A JULY JOE SNAP, IL
CAVALLO DELL’AMICO SCOMPARSO PREMATURAMENTE.
100 X Show di Parigi, lasciandosi alle spalle 200 atleti provenienti da tutto il mondo.
Quella di Manuel è sì una storia di vittorie ma è prima di tutto una storia di amicizia
“I primi successi sono arrivati in sella a July Joe Snap, il cavallo del mio migliore amico che non c’è più, Giacomo Ronchi.”
Scomparso prematuramente a 40 anni, nell’ottobre del 2022, Gia-
como aveva allenato per tre anni July Joe Snap, cavallo di razza Quarter, per partecipare al Futurity Irha. “Un mese prima della gara scoprì di avere un tumore e nell’arco di pochi giorni ci ha lasciato. Sono stati i suoi genitori a convincermi a gareggiare con il suo cavallo.”
Manuel in sella July Joe Snap conquista il titolo ‘Futurity Open’ che si è disputato a Cremona proprio nel giorno del compleanno di Giacomo.
“Non potrò mai dimenticare le emozioni che mi hanno attraversato,” racconta Manuel, “e che al momento della vittoria hanno fatto esplodere la platea in un boato di gioia e commozione.”
Da allora, Manuel ha continuato a competere e a vincere senza mai tralasciare le quotidiane attività del centro ippico forlivese dove le giornate, insieme a papà Piero, iniziano all’alba e terminano dopo il tramonto.
E ora si prepara ad affrontare un nuovo Derby, ma questa volta senza July Joe Snap, che rimarrà sempre il fedele compagno di sogni e trionfi.
ANNIVERSARI
Menabò si prepara a celebrare i suoi primi 40 anni di attività Guidata da Stefano Scozzoli, Elisa Ravaglia, Gianluca Rondoni e Andrea Masotti, la storia dell’agenzia è la storia di chi, conservando le proprie radici
in un territorio di provincia, ha scelto di non porre limiti ai propri orizzonti. Oggi, infatti, più di un quarto del fatturato dell’agenzia deriva da clienti esteri. “Quarant’anni sono un bellissimo risultato e festeggeremo con
eventi sul territorio dedicati ai grandi temi della comunicazione di oggi,” dice Stefano Scozzoli, fondatore e presidente di Menabò. L’agenzia è nata nel 1985 in quello che era poco più di un sottoscala e nel tempo si è trasformata diventando una realtà internazionale forte e riconosciuta. “Siamo sempre rimasti a Forlì, nostro quartier generale, ma questo non ci ha impedito di lavorare al fianco di aziende nazionali e globali che si affidano alla nostra competenza per comunicare i loro prodotti più innovativi. Da Amadori a Ferretti Group, da Vivisol a Sanko, leader globale del denim, solo per citarne alcuni.”
Per essere così longevi, contano le relazioni significative e durature con i clienti, ma conta anche la capacità di restare al passo con i tempi in un settore in continua evoluzione. “A supporto dei professionisti e delle professioniste che fanno parte di Menabò,” continua Scozzoli “ab-
LA STORIA
DELL’AGENZIA È LA
STORIA DI CHI HA
SCELTO DI NON
PORRE LIMITI AI
PROPRI ORIZZONTI.
OGGI, INFATTI, PIÙ DI UN QUARTO
DEL FATTURATO
DELL’AGENZIA DERIVA
DA CLIENTI ESTERI.
biamo integrato da tempo una Academy di formazione interna, Teaching in Agency che nell’ultimo anno ha messo al centro l’intelligenza artificiale, garantendo al team gli strumenti e le competenze necessari per padroneggiare questa nuova, grande trasformazione.”
Radici locali e operatività globale, l’agenzia conta oggi 40 collaboratori, un mix di talenti, spesso di rientro da esperienze nelle grandi città o all’estero, che hanno scelto Menabò per la possibilità di misurarsi su progetti di alto livello senza allontanarsi dalla Romagna. “Abbiamo professionisti che lavorano con noi da oltre 20 anni e professionalità più giovani che si sono aggiunte più di recente,” spiegano Elisa Ravaglia e Gianluca Rondoni “Questo scambio generazionale aperto è il nostro motore creativo, quello che ci permette di interpretare con esperienza e freschezza la personalità dei nostri clienti.”
Da sempre, ciò che contraddistingue Menabò è la voglia di approfondire i nuovi trend dei settori in cui la sua attività è più radicata, ma anche di conoscere ed esplorare i settori emergenti. Una spinta in avanti da cui nascono i servizi di comunicazione dedicati ai brevetti, alle soluzioni innovative con una forte componente di ingegnerizzazione e ai prodotti nativi sostenibili. Progetti complessi a volte difficili da comunicare, ma che generano un grande valore aggiunto per i settori di riferimento. “Il nostro sguardo sempre fresco sulle peculiarità dei nostri clienti,” chiude Andrea Masotti “ci permette di essere i partner ideali per lo sviluppo di prodotti e processi che cambiano i paradigmi, specialmente nei settori dell’ingredient branding.”
Un esempio? La partnership con la olandese Re&Up, una circulartech company con una ricetta innovativa per il riciclo di materiali tessili.
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(1) Fonte: Magstat, indagine 2023. Ranking realizzato sui dati di stock al 31 dicembre 2022.
(2) Fonte: Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking - Relazione semestrale al 30 giugno 2024.
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