LA MOSTRA HA DEBUTTATO LO SCORSO ANNO AL “FESTIVAL FOTOGRAFIA EUROPEA” DI REGGIO EMILIA. A SETTEMBRE IL LIBRO È STATO PRESENTATO AL MOMA DI NEW YORK A CUI È SEGUITA LA PRESENTAZIONE A MILANO: “SPERO CHE PRESTO SI POSSA PORTARE A RIMINI”.
IN ALTO, PASQUALE BOVE CON IL SUO LIBRO DOVE RACCOGLIE UNA SELEZIONE DEL SUO ARCHIVIO FOTOGRAFICO SU RIMINI E L’ITALIA DEGLI ANNI ‘80 E ‘90.
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lizzato a quattro mani con Luca Santese, fotografo milanese che era in cerca di una storia italiana da raccontare. La mostra ha debuttato lo scorso anno al Festival Fotografia Europea di Reggio Emilia. A settembre il libro è stato presentato al MOMA di New York a cui è seguita la presentazione a Milano. A Rimini “ci stiamo lavorando, io mi sto riprendendo – afferma Pasquale – e spero che presto si possa portare la mostra e la presentazione del volume anche qui”. Il progetto Italy&Italy arriva in un momento particolare della vita di Pasquale Bove, quando nel fiore dell’età si scontra con la malattia. Abituato a essere sempre sulla notizia, appassionato di arti marziali, all’improvviso si ritrova nel buio, fra la vita e la morte. “Mi considero un sopravvissuto – racconta –. Sinceramente nemmeno i medici sono riusciti a spiegarmi che cosa sia successo. Avevo un fortissimo dolore alla schiena. Per cercare di farlo pas-
sare, perché in questa vita non ci si può mai fermare un attimo, ho fatto una serie di punture epidurali. Alla terza mi è salita una febbre altissima. Mi hanno portato d’urgenza in ospedale e sono andato in coma: tre mesi nel reparto di rianimazione all’Infermi di Rimini dei quali non ricordo nulla. Quando sono uscito ho dovuto ricominciare tutto daccapo. La mia famiglia è stata importante. Maria Grazia, la mia compagna di vita, e i miei figli sono stati il mio sostegno. Non camminavo più. Con ostinazione sono passato dal deambulatore alla stampella, fino a rimettermi in piedi sulle mie gambe. Tutto questo è avvenuto un anno fa. Oggi va molto meglio. Ho ripreso a guidare la macchina e sono tornato al lavoro.” Infatti è nel suo studio fotografico. A terra c’è una distesa di pani di tutte le forme. “Li sto fotografando per un cliente”. Sul tavolo ce n’è uno avvolto da un cerchio di luce. “Vedo la bellezza nelle piccole cose – mi spiega – e voglio farle diventare ancora più belle. Mi sto impegnando per fare tornare la mia vita il più normale possibile, sebbene le terapie mi ricordino ogni giorno quello che mi è successo.” Parliamo degli anni di Italy& Italy. “Gli anni dal 1985 al 1999 sono stati cruciali nella vita di Rimini e, di riflesso, nel mio lavoro. Nel pieno della stagione si lavorava quasi 24 ore al giorno. C’era da coprire la cronaca del giorno e della notte. Gli inserti e gli speciali in quegli anni erano una costante. Bisognava quotidianamente recuperare tantissime immagini e la