Faenza IN Magazine 02/2013

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Faenza w w w. i n m a g a z i n e . i t ®

Anno XII - N. 2 - MAGGIO - GIUGNO 2013

Jacopo

Cirillo

Un topo per amico

Alex Majoli Obiettivo sulla Storia Ravenna Calcio Cento anni dietro al pallone Mattia Emme Il mix vincente



Sommario

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4 Annotare Brevi IN 12 Essere Alex Majoli 18 Essere Jacopo Cirillo 24 Raccontare Ravenna calcio 32 Suonare Mattia Emme 34 Creare Anna Tazzari

| EDITORIALE di Andrea Masotti |

38 Divertirsi Parco di Mirabilandia 40 Giocare Giacomo Cicognani 44 Illustrare Luca Merendi 46 Collezionare Aldo Dente 48 Ballare La Balera ai Giardini 58 Scegliere Shopping

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Da Ravenna al mondo per fissare negli occhi la realtà più cruda. È la storia di Alex Majoli, personaggio di copertina di questo numero, pluripremiato fotoreporter internazionale e presidente della Magnum Photos di New York. Anche Jacopo Cirillo, partito da Faenza per Milano, ha lasciato casa per seguire il suo sogno professionale, concretizzatosi nel lavoro per la Disney come sceneggiatore per i mitici Topolino e Paperino. Stracittadina è invece la storia del Ravenna Calcio, ripercorsa in occasione dei primi cento anni di vita della società. Passiamo alla musica giovane con Mattia Emme, dj ravennate selezionato nella top ten

nazionale dal concorso promosso da Pioneer Italia, e torniamo verso la tradizione con le ironiche “azdore” in ceramica create dall’artista Anna Tazzari. Poi le emozioni a tutto campo per una lunga stagione di divertimento al Parco di Mirabilandia, per prepararci all’estate. Parliamo quindi di basket con Giacomo Cicognani, fiore all’occhiello del vivaio Acmar, e di arte con Luca Merendi, che nelle sue opere fonde pittura e pubblicità, webdesign e fotografia. Poi i ventagli del collezionista lughese Aldo Dente e l’originale iniziativa della Balera ai Giardini, spazio inedito riservato al liscio inserito nell’ambito del Ravenna Festival 2013. Buona lettura!

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Ufficio commerciale: Gianluca Braga, Luca Retini

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Collaboratori: Andrea Casadio, Giulia Crociani, Anna De Lutiis, Sabrina Marin, Aldo Savini, Michele Virgili.

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Fotografi: Lidia Bagnara, Massimo Fiorentini

www.inmagazine.it inmagazine@menabo.com

Roberta Brunazzi, Serena Focaccia Progetto grafico: Lisa Tagliaferri Impaginazione: Marica Graziani Controllo produzione e qualità: Isabella Fazioli

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Chiuso per la stampa il 14/05/2013

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Nuova medaglia scelta per la “Cento” Errata corrige Nel numero precedente della rivista (1/2013) per errore è stata inserita nel fascicolo di Ravenna una pagina dedicata alla Concessionaria BMW Motorrad di Forlì. Ci scusiamo con i lettori, con la Concessionaria BMW di Ravenna e con BMW Italia per il disguido.

GialloLuna Mondadori, concorso letterario Ravenna - Nuovo premio letterario nazionale per gli autori di giallo, thriller e noir. È “GialloLuna Mondadori”, istituito dall’associazione culturale Pa.Gi.Ne., organizzatrice del festival letterario GialloLuna NeroNotte, e “Il Giallo Mondadori”, la più importante collana dedicata al genere. C’è tempo fino al 31 luglio 2013 per presentare i propri racconti inediti. Il racconto vincitore verrà premiato durante l’undicesima edizione del festival ravennate dal direttore editoriale de “Il Giallo Mondadori”, lo scrittore Franco Forte, e sarà pubblicato nella collana Mondadori. Il Premio è aperto a tutti i cittadini europei: i racconti devono essere scritti in lingua italiana e ambientati in Italia. La lunghezza massima delle opere deve essere di 20 cartelle dattiloscritte (ogni cartella è intesa di 35 righe e 55 battute, per un massimo di 2.000 battute). I racconti devono essere inviati in busta chiusa e in 5 copie ciascuno al seguente indirizzo postale: Premio GialloLuna Mondadori, c/o associazione culturale Pa.Gi.Ne., via Corezolo 47, 48121 Ravenna. Contemporaneamente una copia, in formato pdf, andrà inviata all’indirizzo di posta elettronica: gialloluna@ racine.ra.it. All’interno della busta con i racconti i concorrenti devono inserire, ritagliato in originale, il Certificato di Partecipazione (CdP), che si trova nelle ultime pagine de “Il Giallo Mondadori” in edicola. Per ulteriori informazioni tel. 335 6485088, gialloluna@racine.ra.it, www.gialloluna.it

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Faenza - La 41esima edizione della “100 Km del Passatore”, in programma il 25 e 26 maggio, ha la sua medaglia ufficiale. A sceglierla è stata la commissione giudicatrice del concorso, costituita dall’omonima associazione sportiva di Faenza per selezionare i migliori disegni eseguiti da studenti del Liceo artistico - Istituto statale d’arte “Gaetano Ballardini” della città. La giuria, composta da Elio Ferri, Pietro Pirì Crementi, Adolfo Camporesi, Aldo Rontini, Rolando Giovannini, Paolo Solaroli e Marco Tadolini ha scelto il prototipo eseguito da Raffaele Rampino (nella foto il modello vincitore). La motivazione del premio sottolinea le caratteristiche positive del lavoro che, “reso con adeguata perizia esecutiva, accosta i due

importanti simboli architettonici delle città con evidente e affascinante alterazione delle prospettive”. Secondo classificato il modello di Matteo Lamourt, al terzo posto Giulia Cecchini.

Visite guidate alla città del Sale Cervia - Una serie di curiose iniziative partono a Cervia in giugno. Il museo del sale cervese, Musa, propone visite guidate gratuite al museo e alla salina Camillone dove, tutti i martedì pomeriggio dal 15 giugno fino al 30 agosto, si può provare l’emozione di essere “Salinaro per un Giorno”, estraendo il sale insieme ai salinari. Non mancano poi visite gui-

date notturne in centro a Cervia e Milano Marittima, e visite in notturna delle saline, raggiungendo l’area con unabarca a motore ecologico, per poi dedicarsi alla osservazione delle stelle con un esperto astrofilo. Magia si aggiunge a magia con il Festival delle Arti, in programma a Cervia dal 28 al 30 giugno. www.turismo.comunecervia.it



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Tra mito e realtà con Arturo Martini

Ecomuseo delle erbe palustri

Villanova di Bagnacavallo L’Ecomuseo delle erbe palustri di via Ungaretti 1 è stato rinnovato nel corso degli ultimi due anni su progetto di Panstudio Architetti Associati di Bologna. L’intervento, mirato a dare una più adeguata collocazione agli oltre duemila reperti raccolti negli anni dall’associazione “Civiltà delle Erbe Palustri”, intende evitare la dispersione di un sapere antico sulle tecniche di lavorazione a intreccio delle erbe spontanee degli ambienti umidi vallivi, sviluppatosi dal XIV secolo fino agli anni ‘70 a Villanova di Bagnacavallo. Di particolare interesse la sezione didattica all’aperto, l’etnoparco “Villanova delle Capanne”, realizzata dall’ultimo maestro capannaio della Bassa Romagna depositario della tecnica ottocentesca della costruzione degli edifici in canna palustre. Il museo è aperto dal martedì al venerdì ore 9 12; sabato 9 - 12 e 15 - 18; domenica 10 - 18. Ingresso 2 euro; info: 0545 47122. www.ecomuseoerbepalustri.it (A.S.)

Palomar, la ludoteca itinerante Ravenna - Tornei al bigliodromo del parco Teodorico fino al 13 giugno, tra corse su circuito, libere biglie e coperchini. A proporli è il Ludobus Palomar, il furgone itinerante attrezzato per attività di gioco e animazione che periodicamente staziona in parchi, giardini, cortili scolastici e piazze allestendoli con strutture per i giochi di strada. Palomar animerà Ravenna e tutta la provincia ravennate fino ad ottobre.(G.C.)

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Faenza - Ad Arturo Martini, protagonista della scultura italiana, è dedicata una grande mostra suddivisa tra Bologna e Faenza. L’iniziativa nasce grazie alla sinergia tra la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza. L’esposizione è in programma nelle sedi di Bologna a Palazzo Fava (“Arturo Martini. Creature, il sogno della terracotta”, 22 settembre 2013 - 12 gennaio 2014) e di Faenza al MIC (“Arturo Martini. Armonie, figure tra mito e realtà”, 12 ottobre 2013 - 30 marzo 2014). A Faenza la mostra “Arturo Martini. Armonie, figure tra mito e realtà” è a cura di Claudia Casali, direttrice del Museo Internazionale delle Cerami-

che. Qui verrà esposta una cinquantina di opere significative della sua poetica e della sua idea di “armonia”, sia attraverso l’interpretazione della figura femminile tra mito e realtà, sia attraverso le opere degli ultimi anni caratterizzate da una accentuata ricerca formale. www.micfaenza.org

Deco Industrie, nuovo laboratorio Ricerca & Sviluppo Bagnacavallo - Ufficiale taglio del nastro sabato 4 maggio per il nuovissimo laboratorio di Bagnacavallo, fiore all’occhiello del dipartimento Ricerca & Sviluppo della Deco Industrie. L’inaugurazione è avvenuta alla presenza dell’amministratore delegato Giorgio Dal Prato insieme a tutto il board Deco Industrie, da Giordano Graziani, presidente, a Vito Di Chiaro, direttore Qualità e Ricerca e Sviluppo detergenza. Il simbolico taglio del nastro è stato fatto dal presidente Legacoop Ravenna, Elio Gasperoni, e dal sindaco di Bagnacavallo, Laura Rossi. A seguire si sono tenuti i lavori dell’assemblea annuale di bilancio, in cui l’azienda ha mostrato risultati e obiettivi del nuovo anno. Deco Industrie è un’azienda che produce detersivi, biscotti, dolci da

ricorrenza, piadina e panetti croccanti con i propri marchi (Scala, Loriana e Pineta) e per conto delle maggiori insegne della grande distribuzione italiana. L’azienda impiega in Romagna circa 240 persone (in crescita rispetto al 2011), che aumentano nel periodo di produzione di colombe pasquali e panettoni a 332 unità, distribuite nei tre stabilimenti produttivi di Bagnacavallo (detergenza), San Michele e Forlì (alimentare).


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Erbe spontanee in cucina, seguendo il Lamone Ravenna - In occasione del 50° anno d’attività (1962 - 2012) la delegazione di Ravenna dell’Accademia Italiana della Cucina ha avviato un importante progetto che ha trovato la sua conclusione in questo 2013: la realizzazione di un inedito videodocumentario dedicato alle erbe spontanee in cucina. “Selvatico di pregio. Erbe spontanee in cucina: il Lamone fiume romagnolo” è il titolo di questo medio-metraggio, della durata di circa 45 minuti. Il video ha messo al centro della ricerca di queste piante spontanee - asparagina e stridoli, rucola e raperonzoli, fino alla salicornia e alle alghe - la cultura dei grandi cuochi romagnoli, “professionisti del gusto” e quindi i migliori interpreti per un’analisi sensoriale ottenuta applicando moderne tecniche di elaborazione e di cottura a questi straordinari prodotti.

Tempo e frammenti Nittolo al San Rocco Fusignano - Fino al 2 giugno il museo civico di San Rocco (via Monti, 5) espone la mostra di Felice Nittolo “Tempo e frammenti”, percorso espositivo inedito che vede il mosaico superare la tecnica e irrompere sempre più nel linguaggio dell’arte contemporanea. L’intervento, ideato dallo stesso artista Felice Nittolo, vede il coinvolgimento degli insegnanti delle scuole medie, elementari e materne del territorio, che nei giorni feriali animeranno i laboratori assieme ai ragazzi, sotto la guida delle educatrici Laura Tramonti e Elisabetta Merendi del Centro d’animazione comunale d’arte ”Il Cerchio” di Fusignano. Il museo, ad ingresso libero, è aperto nei fine settima a e nei giorni festivi (sabato ore 15.00 - 18.00; festivi 10.00 - 12.00 e 15.00 - 18.00). www.comune.fusignano.ra

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Premio al giornalismo nel segno di Fellini Milano Marittima - L’ottava edizione del Premio Internazionale “Cinque Stelle al Giornalismo” ha premiato i giornalisti Laura Bozzi, direttrice del settimanale “Vero”; Aldo Cazzullo, inviato del “Corriere della

Sera”; Mario Orfeo direttore del TG1, Giuseppe Tassi, vice direttore “QN” e Tobias Piller, corrispondente del “Frankfurter Allgemeine Zeitung”. La serata di gala, presentata da Massimo Giletti e Vira Carbone nella suggestiva cornice del Palace Hotel di Milano Marittima, ha visto celebrare la figura di Federico Fellini, a vent’anni dalla scomparsa, alla presenza della nipote Francesca Fellini, che ha presentato un’intervista a Tonino Guerra, mentre i musicisti Mauro Maur e Françoise De Clossey hanno interpretato brani tratti dalle colonne sonore scritte da Nino Rota.

Spring Match Race, vince Jacopo Pasini Marina di Ravenna - Il 21 aprile si è conclusa la due giorni di avvincenti sfide uno contro uno con cui il Circolo Velico Ravennate ha inaugurato la stagione dei duelli: la regata internazionale Spring Match Race di Grado 4, valida per la ranking nazionale e mondiale corsa, come sempre, sui Tom 28 firmati dal ravennate Giovanni Ceccarelli, progettista di +39 Challenge (2007) e di Mascalzone Latino (2003). Ad aggiudicarsi il primo gradino del podio è stato ancora una

volta il campione tricolore in carica da due anni, Jacopo Pasini (CV Ravennate), in equipaggio con il fratello Federico a prua, Leonardo Calarco alla randa e Manuele Pasotti tailer. Per il portacolori del Circolo Velico Ravennate, incaricato di seguire l’attività match race del sodalizio, la nuova meta è ad ottobre nelle acque di casa, quando punterà a conquistare il terzo titolo italiano consecutivo dopo essersi laureato campione tricolore per due volte nel Golfo di Gaeta.


Mattonelle in ceramica, nuova sezione al MIC Faenza - Il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza ha inaugurato una nuova sezione permanente dedicata all’utilizzo della ceramica in architettura, dal titolo “Pavimenti e rivestimenti ceramici tra Occidente ed Oriente dal Medioevo all’età contemporanea”. L’esposizione consente di focalizzare l’evoluzione tecnicostilistica delle mattonelle attraverso i secoli e di cogliere le affinità e influenze tra Occidente ed Oriente. In mostra antichi esemplari provenienti dall’Iran, dall’antica Nicea, dalla Tunisia, tanti raffinati esempi di stile ispano-moresco, della Francia medievale e rinascimentale e dell’Olanda del Secolo d’oro, per arrivare alle mattonelle smaltate e invetriate dell’era contemporanea. (G.C.)

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Turismo e pesca Sportiva Lido Adriano - Divenire punto di riferimento per la pesca sportiva: è l’obiettivo che Lido Adriano si pone, mettendo in campo iniziative di promozione per questo sport. Come “Pescando Ravenna by Lido Adriano”, prima edizione andata in scena il 18 e 19 maggio, in collaborazione con Arci pesca, Fipsas, surf casting Romagna, Associazione Italiana pesca Sportiva, Ravenna Fishing Club e la motobarca Elisa di Marina di Ravenna. La due giorni ha visto la gara di pesca sportiva e l’apertura dei bilancioni, surf casting sulle spiagge e una gara di pesca sportiva in barca. Rivolto alle associazioni di pesca sportiva e professionale, agli operatori turistici e alle istituzioni, l’evento nasce per lanciare la pesca come vettore turistico, stimolando sinergie per favorire vacanze con pacchetti offerta in ogni periodo dell’anno. (A.D.L.)

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Scuola di mosaico e dell’affresco Marina Romea - Riscoprire le tecniche antiche del mosaico e dell’affresco per compiere ricerche artistiche attuali, fruire di questi linguaggi antichi per un’innovativa comunicazione artistica: è l’obiettivo dei seminari estivi proposti dal Sisam, Scuola Internazionale Studi d’arte del Mosaico e dell’Affresco. Organizzati fino ad ottobre, i corsi di mosaico romanobizantino (stile ravennate) e mosaico contemporaneo, di affresco e di tecnica del colore svelano i segreti della tecnica e del modo di fare arte praticato da Babilonesi, Assiri, Greci, Romani, Bizantini, nel medio e tardo Evo, nel Rinascimento e nei secoli successivi. I corsi sono tenuti dalla direttrice didattica del Sisam Deborah Gaetta e dall’artista Valentino Montanari, per condurre in una rivisitazione moderna dell’arte del mosaico. www.sisamravenna.it (G.C.)

Premio Fabbrica Vecchia a Irma de “La Cubana”

Marina di Ravenna - Istituito nel 2003, il Premio Fabbrica Vecchia viene assegnato ogni anno a chi si è distinto nella tutela, valorizzazione e promozione di Marina di Ravenna, del porto ravennate e, più in generale, della cultura marinara. Quest’anno è stato assegnato a Irma Canini della trattoria “La Cubana da Irma e Pino”. Irma Canini, scomparsa nel 2010, era originaria di Bellaria, dove aiutava il marito pescatore nella vendita del pesce. Trasferitasi a Marina di Ravenna negli anni ’70 apre una sua trattoria di pesce con vendita da asporto “al cartoccio”. Da allora i locali si sono ampliati e rimodernati, fino a diventare il ristorante che vediamo oggi, guidato dal figlio Alfonso, che ha ritirato il premio a nome della madre. (G.C.)

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Nello showroom Jaguar la nuova F-Type Ravenna - Lo showroom Jaguar Ravenna il 12 aprile scorso ha presentato ufficialmente la nuova Jaguar F-Type. La nuova auto sportiva del marchio inglese F-Type è una degna erede dei modelli storici C-Type, DType, E-Type, che hanno negli anni rappresentato per Jaguar l’eccellenza. A presentare il nuovo modello a clienti e amici sono stati il titolare dello showroom ravennate, Enrico Benelli, e il responsabile vendite Marco Lattuga.

Per allietare la serata è stato offerto ai presenti anche un ricco buffet, grazie al servizio di catering a cura del gruppo “La Campaza”.

Bici Golden Gate per il Corpo Forestale Cervia - Dotate di un telaio in alluminio 7005 a triplo spessore Hydroformato e montate con gruppo Shimano LX, le biciclette Golden Gate saranno un fedele alleato per la salvaguardia delle risorse paesaggistiche: otto esemplari, ideati da Freewheeling (FRW) con i colori e le grafiche del Corpo della Forestale, sono stati consegnati ad inizio aprile dal presidente della FRW Claudio Brusi al Corpo Forestale di Ravenna. I mezzi di trasporto ecocompatibili

fanno parte del Dna della forestale: nei loro 191 anni di storia i forestali hanno presidiato le zone collinari e montane per lo più a cavallo, e dalla fine degli anni ’70 è partito il servizio di guardia forestale in mountain bike. Il gruppo ravennate è diventato una sorta di laboratorio per sperimentare il servizio in bicicletta, anticipando ciò che, con gli anni, è divenuto una caratteristica specifica di ben 200 nuclei sparsi sul territorio italiano. (G.C.)



Essere | Alex Majoli

Obiettivo sulla

Storia

testo Roberta Brunazzi - foto Lidia Bagnara

Da Ravenna al mondo per fissare negli occhi la realtà più cruda, raccontando per immagini il dolore della guerra. In Afghanistan, Iraq, Ruanda. Così lavora il fotoreporter Alex Majoli, oggi presidente della Magnum Photos di New York.

“Se le tue foto non sono abbastanza buone, è perché non eri abbastanza vicino”. La regola è sempre la stessa, da Robert Capa in poi. Tanto più alla Magnum Photos, agenzia fotografica fondata da Capa in forma cooperativa nel 1947 assieme ad Henri Cartier-Bresson, David “Chim” Seymour, George Rodger e William Vandivert, nomi che con lui hanno fatto la storia del fotogiornalismo. Dal 2011 il presidente della Magnum è Alex Majoli, nato a Ravenna 41 anni fa e oggi newyorkese a tutti gli effetti. Il primo contatto con la celebre agenzia risale al ’96, a 25 anni; nel 2001 ne diventa membro effettivo, secondo italiano di sempre a riuscirci. Il viaggio di Majoli nel mondo della fotografia era cominciato dieci anni prima nella sua città natale, quando di anni ne aveva solo 15 e già lavorava a fianco di Daniele Casadio, suo mentore, nello

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studio F45. L’immagine è il suo linguaggio e il percorso di studi appare obbligato all’Istituto d’Arte di Ravenna, dove si diploma nel ’91. Segue il trasferimento a Milano, dove collabora con l’agenzia di Grazia Neri e i primi reportage in Jugoslavia e in Albania. Poi un libro fotografico, “Leros”, che proietta il suo nome nell’Olimpo dei fotoreporter internazionali. Entrato a far parte dell’agenzia Magnum il suo obiettivo si concentra sempre più sulle guerre del mondo, Afghanistan, Iraq, Ruanda, raccontate con scatti coraggiosi che evocano il dramma più che spiegarlo, capaci di entrare nell’anima delle persone e delle cose nel momento stesso in cui diventano pezzi di storia e memoria collettiva. Un tocco poetico, il suo, pluripremiato a livello internazionale. Da New York, ormai sua sede fissa da 12 anni, ogni tanto Majoli torna verso casa. È accaduto lo scorso febbraio, quando è stato protagonista


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saico, senza nulla togliere a questo ‘forziere artistico’ della città”. Ogni reportage è come una grande avventura. Qual è stato per lei il più toccante? E il più pericoloso?

“Tutti i miei reportage sono importanti per me, almeno quelli che partono da iniziative personali. E tutte le storie, in un modo o nell’altro, hanno un rischio in sé, da un punto di vista fisico ma anche morale. Comunque non credo ci sia nulla di folle nell’andare in luoghi, diciamo così, non conformi alla sicurezza. C’è chi fa body jumping o cose simili per provare il senso dell’avventura ma io non sono così, non cerco adrenalina ma storie”. Il suo stile visionario, con cui interpreta la realtà più che raccontarla, come si adatta alla crudezza della cronaca?

“Mi metto in gioco come uomo/ fotografo nello stesso palcoscenico dell’evento, faccio la mia parte senza pregiudicare la scena. Direi che reagisco all’improvvisazione...”. Sono solo tre i fotografi italiani ad aver realizzato servizi per l’edizione americana del “National Geographic”: Stefano Unterthiner, In alto, Majoli all’incontro con i ragazzi del Liceo di Lugo. Sotto, la foto vincitrice del prestigioso Concorso World Press Photo 2012, nella categoria “General News”.

di una lectio magistralis alla Biblioteca Classense di Ravenna, seguita da un incontro al liceo Curbastro di Lugo e dalla presentazione alla galleria Argentica di Ravenna del suo ultimo libro, “Libera me”. Che effetto fa tornare nella propria città in veste di relatore internazionale?

“È stato piacevole, ho rivisto molti amici. Speriamo che Ravenna si accorga che la fotografia può essere una buona alternativa al mo-

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Paolo Pellegrin e lei...

“Con il ‘National Geographic’ feci un lavoro nel 2001 e ricordo bene che ci fu uno scontro tra me e il loro modo di vedere le cose, mi dissi che non sarei mai più rientrato nel loro circuito. Le cose però cambiano per tutti, per alcuni più velocemente per altri meno. Ora a ‘NG’ sembra che si cerchi di entrare più negli eventi che nel daily life, per questo stanno chiamando fotografi con un background



fotogiornalistico. Io non conosco Stefano Unterthiner ma il fatto di essere italiani per me e Paolo non c’entra niente. Siamo cresciuti con un linguaggio americano, abbiamo quasi sempre lavorato solo con l’editoria americana. Anzi, personalmente credo che non esista un vero e proprio linguaggio italiano in fotografia, al contrario di quanto invece è successo nel cinema, per esempio”. Essere un fotoreporter significa lavorare come fotografo e giornalista insieme, svolgendo un’inchiesta in cui si documentano i fatti. E Majoli lo fa immortalando un microcosmo che diventa uno spaccato della realtà. Come imposta il suo lavoro?

“In maniera improvvisata, perché vado sempre dentro le storie. Se non fosse così dovrei organizzarmi con missioni e appuntamenti. E invece questo è proprio un modo di lavorare al vivo...”. Internet e social network stanno cambiando radicalmente il mondo della comunicazione. Come vede il futuro della sua professione?

“Non lo so. Da una parte credo che ci sia o ci sarà presto una standardizzazione dell’immagine. Dall’altra, proprio a causa di questa standardizzazione, chi si butterà a piedi pari dentro una storia ne uscirà bene”. Un fotoreporter è sempre pronto a ripartire. Verso quali progetti?

“Un po’ di tutto. Sto facendo un lavoro a quattro mani con Paolo Pellegrin sul Congo e sto ultimando altri miei progetti sul Brasile e sugli albanesi”. IN

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Uno scatto avanti Una passione per la fotografia cominciata ai tempi della scuola. Nato nel 1971 a Ravenna, a 15 anni Alex Majoli entra a far parte dello studio F45, dove inizia a lavorare al fianco di Daniele Casadio. Durante gli studi all’Istituto d’Arte di Ravenna diventa membro dell’Agenzia Grazia Neri e comincia a viaggiare per il mondo realizzando reportage su eventi bellici e sui principali avvenimenti storici per riviste come Newsweek, New York Time Magazine, Granta e National Geographic. Dal conflitto in Jugoslavia al Kosovo, dall’Albania al sud America. Nel 1994 realizza l’opera che lo rende noto, un reportage sull’ospedale psichiatrico dell’isola di Lero, in Grecia, da cui nascerà il suo primo libro, “Leros”. Nel 1996 inizia a collaborare con la prestigiosa agenzia Magnum Photos e nel 2001 ne diventa membro effettivo. Poi realizza reportage sui talebani in Afghanistan, viaggia in Iraq, Ruanda e Lettonia, lavorando anche su cortometraggi e documentari. In collaborazione con i fotografi Thomas Dworzak, Paolo Pellegrin e Ilka Uimonen crea l’esibizione e installazione “Off Broadway” a New York nel 2004, esposta anche in Francia, Germania, Italia e Brasile. Viene in seguito coinvolto dal Ministero della Cultura Francese per un reportage intitolato BPS “Bio-Position System”, sulle trasformazioni sociali della città di Marsiglia. Il suo ultimo progetto, “Libera Me”, è una riflessione sulla condizione umana divenuta un libro nel 2011. E sempre nel 2011 Majoli viene eletto presidente dell’agenzia Magnum. Oggi vive stabilmente a New York.


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Essere | Jacopo Cirillo


Un topo per

Amico

testo Andrea Casadio - foto Lidia Bagnara

Da Faenza a Milano, anzi a Topolinia. Creando avventure per ragazzi che diventano metafora del reale. È il lavoro di Jacopo Cirillo, specializzato in semiotica e oggi sceneggiatore della Disney.

Scrivere per Topolino è più divertente, gratificante, stancante o stressante? “Senza dubbio divertente. E anche gratificante. L’anno scorso, quando ho aperto il fascicolo con la mia prima storia, è stata una delle emozioni più grandi della mia vita...”. Jacopo Cirillo, trent’anni e una laurea in Scienze della comunicazione, è sceneggiatore (uno dei più giovani) della rivista di culto della Disney. Un approdo niente male, al termine di un viaggio di cinque anni lungo la via Emilia che, partendo da Faenza e passando per Bologna, è approdato alla fine a Milano, anzi a Topolinia. “È iniziato tutto nel 2007, dopo la specializzazione in Semiotica, una disciplina forse astrusa, che non dà cognizioni pratiche ma che in compenso aiuta ad acquisire l’elasticità mentale e la capacità di astrazione che permettono di capire meglio la realtà. In quel periodo, insieme al mio amico Carlo Zuffa di Castelbolognese, ho creato un blog letterario, ‘Finzioni’,

che col tempo ha acquisito un seguito sempre maggiore fra gli appassionati e gli addetti ai lavori. Successivamente, insieme alla mia fidanzata Marina (che oggi è mia moglie), mi sono trasferito a Milano per uno stage alla RCS”. Un ambiente, quello della metropoli lombarda, rivelatosi fondamentale per la crescita professionale del giovane faentino. “Milano è una realtà senza dubbio più stressante ma incomparabilmente più stimolante della provincia. È una città abbastanza ‘difficile’, all’inizio ti aggredisce un po’, ma quando le prendi la mano ti permette davvero di pensare più in grande. Diciamo che ti legittima ad avere delle ambizioni. E non è neppure quella città fredda e grigia che molti si immaginano, secondo lo stereotipo corrente”. Dopo la fine dell’esperienza a RCS inizia una serie di collaborazioni, finché, l’anno scorso, ecco l’incontro con Tito Faraci, dagli anni ’90 sceneggiatore della Disney e

ora anche di Tex e Diabolik. “Tito

è uno dei più grandi sceneggiatori Disney del mondo. Per me è un amico e un maestro, che mi ha permesso di imparare un nuovo linguaggio di espressione artistica”. Il risultato è il primo contatto con la Disney, e la prima storia pubblicata nel numero del 4 luglio 2012. Ora Jacopo è alla quindicesima già scritta e alla sesta pubblicata, e la sua collaborazione con la Disney, dopo una prima fase come lavoro ‘del weekend’, è diventata molto più coinvolgente. “Quando sfogli per la prima volta la ‘tua’ storia sulla rivista provi una sensazione strana, soprattutto nei primi tempi. Da una parte ti accorgi che, anche se l’avevi perfettamente in testa, non è esattamente come te la immaginavi, dal momento che anche il disegnatore mette molto di suo nel prodotto finale. Inoltre, siccome la pubblicazione avviene mesi dopo la scrittura, ti rendi conto di quanto sei migliorato nel frattempo, e dei perfezionamenti che

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Ma in cosa consiste, nella pratica,

è sufficiente per fare un vero sceneggiatore. “Il segreto è conoscere perfettamente l’argomento. Non

il lavoro dello sceneggiatore? “In

potrei scrivere le storie di Topolino

primo luogo - spiega Cirillo - si stende un soggetto con la trama sintetica, non più di due cartelle, che si sottopone all’editor. Dopo un congruo scambio d’idee e il relativo affinamento dell’ipotesi iniziale si passa alla vera e propria sceneggiatura, che significa creare un documento sul quale il disegnatore possa lavorare avendo già a disposizione tutti gli elementi necessari. Per ogni vignetta si specificano le ambientazioni, le espressioni dei personaggi e i dialoghi, avendo cura, al contempo, di impostare quella che sarà la struttura delle singole pagine. Ad esempio, i colpi di scena devono avvenire a fine pagina, ognuna delle quali contiene di regola sei vignette. Tito Faraci ha detto giustamen-

se non le avessi lette io stesso per

potresti aggiungere con il bagaglio di esperienza accumulato”.

te che, facendo un paragone con la prosa, la storia è il libro, la pagina il capitolo e la vignetta il paragrafo”.

Questo per quanto riguarda il lato strettamente tecnico, che però non

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In alto, e in apertura, Cirillo nel suo studio di Milano.

tutta la vita. Ma, proprio per questo, quando cominci a prenderci la mano la soddisfazione di far vivere i personaggi che hai conosciuto e amato per tanto tempo come lettore, e al tempo stesso di farli tuoi pur rispettandoli nelle loro caratteristiche di base, è davvero enorme. Questa è la vera grandezza, l’obiettivo finale di ogni sceneggiatore”. Tuttavia, passare ‘dall’altra parte della barricata’ rispetto al ruolo di lettore comporta degli effetti a volte inaspettati. “Tradizionalmente

Chi è Jacopo Cirillo Jacopo Cirillo è nato a Faenza il 18 luglio 1982, una settimana dopo la vittoria dell’Italia ai mondiali di Spagna. Frequenta il liceo scientifico in città e poi a Bologna il corso di laurea in Scienze della comunicazione, specializzazione in Semiotica. Nel 2007, insieme a Carlo Zuffa, fonda il blog letterario “Finzioni”. Dopo la laurea e un master in marketing a Bologna, si trasferisce a Milano per uno stage in RCS. Inizia quindi la collaborazione con BravaCasa e, l’anno scorso, quella con la Disney in qualità di sceneggiatore. Collabora anche con Serialmente.com, blog dedicato alle serie Tv americane.


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Via Caroli 13, Reda di Faenza (RA) Tel. 0546 639295 • Fax 0546 639201 • www.baggioniarredamenti.it


A fianco, Jacopo con la moglie Marina.

bicchiere e una chiacchierata sui tavoli del locale”. Un pezzo di Faenza a Paperopoli, dunque. A questo punto, quindi, la domanda d’obbligo: cosa resta della Romagna per un faentino ormai ‘metropolitano’? “La Romagna è la terra dove sono nato, che mi ha formato come persona e nella quale torno appena posso. E proprio in una città di relazioni come Milano emerge quanto è importante e preziosa la carica di ‘romagnolità’ che mi porto dentro. L’approccio positivo e ottimistico alle cose - un ottimismo non superficiale, ma intelligente e consapevole - tipico dei romagnoli, è alla base di una capacità tutta particolare di affrontare i problemi e trasformarli in opportunità. Me ne sono accorto proprio stando qui. È la nostra arma in più”. IN

fica scrivere solo per bambini, ma

per loro, piuttosto che per gli adulti, non è più facile, è più difficile”. Alla base di tutto, però, resta sempre l’idea iniziale, la capacità di inventare storie. “L’ispirazione mi viene costantemente da tutto quello che mi circonda, le cose, le persone, le mie vicende private. Prima di tutto da mia moglie, che del resto è giornalista e di queste cose se ne intende, e che mi suggerisce mille spunti. Quando qualcuno mi aiuta in questo senso cerco sempre di ringraziarlo, inserendolo dentro la storia sotto forma di qualche personaggio di contorno. Per esempio, qualche tempo fa, ho in-

anche per bambini. Le capacità di

serito il Clandestino e il barista Leo

comprensione dei giovanissimi sono spesso sottovalutate. Scrivere

nella storia Paperino e un papero in carriera, che è nata proprio fra un

i personaggi più amati dai lettori sono quelli del mondo dei paperi, perché sono portatori di una carica di simpatia molto stereotipata. Quelli preferiti dagli sceneggiatori sono invece i ‘topi’, proprio per il fatto di essere più sfaccettati e quindi più malleabili. Attraverso di loro ci si può esprimere più liberamente”. In ogni caso, l’errore da evitare è quello di sottovalutare l’impegno che comporta un genere diretto principalmente al pubblico infantile. “Questa è una delle lezioni più importanti che ho imparato. Scrivere per l’infanzia non signi-

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Finzioni, lettura creativa sul blog “Finzioni”, nome suggerito da Marina e ispirato all’omonima opera di Borges, è un blog di letteratura fondato da Jacopo Cirillo e da Carlo Zuffa nel 2008 sulla base di due linee guida principali. La prima è creare un luogo di dibattito alternativo rispetto ai tecnicismi specialistici dei blog preesistenti. La seconda è quella di un’idea di letteratura fondata, più che sui libri, su ciò che sui libri si dice e si dibatte. La lettura, più che la scrittura, e l’interrelazione fra i lettori, sono dunque i veri atti creativi. Un’idea che si è rivelata di successo: oggi “Finzioni” è uno dei blog più influenti nel suo ambito, ed è cresciuto fino a contare una quarantina di collaboratori. www.finzionimagazine.it


foto Franca Bernardi


Raccontare | Ravenna calcio

Cento anni

dietro al

Pallone

testo Andrea Casadio - foto Massimo Fiorentini

Il 20 aprile del 1913, in piazza d’armi, i ravennati scoprono la bellezza del football. Parte da lì l’epopea del Ravenna calcio, tra sogni di promozione e delusioni cocenti, vittorie e sconfitte. In una storia altalenante che accompagna quella della città.

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Da una parte la teoria dei pioppi che costeggiavano il canale del mulino, dall’altra la città con il suo profilo di cupole e campanili, in mezzo il largo orizzonte aperto verso il mare: e al centro di tutto, nel grande prato che per secoli aveva conosciuto solo il brucare delle greggi e le manovre dei militari, un gruppo di ragazzi in pantaloni a mezza gamba che si affannavano dietro a un pallone. Questo lo

spettacolo che apparve ai “curiosi” (come li definì il quotidiano cittadino) che in un pomeriggio di cento anni fa, il 20 aprile 1913, affluirono in piazza d’armi per assistere al match calcistico fra una squadra ravennate e una forlivese. Tutti

(giocatori e spettatori) protagonisti senza saperlo di un momento a suo modo storico: il calcio, il grande fenomeno sociale che avrebbe segnato come pochi altri il secolo


incipiente, era finalmente sbarcato anche a Ravenna. Praticato già da una ventina d’anni nel triangolo Torino-MilanoGenova, il football, come ancora si chiamava, si era diffuso gradualmente nel resto della penisola, da nord a sud e dalle realtà metropolitane ai centri minori. La leggenda, per quanto riguarda la nostra città, parla di un giovanissimo Angelo Fabbri (della nota dinastia di commercianti di tessuti, futuro giocatore e dirigente della squadra) che portò il primo pallone dal collegio svizzero in cui seguiva un corso di studi commerciali. In realtà, i com-

ponenti di quel primo “Ravenna” sceso in campo nel 1913 erano non solo giovani locali, ma anche militari provenienti da città dove il calcio era già ben conosciuto, e che certamente furono decisivi nel fare da tramite verso la pratica concreta del nuovo sport. Anche se il 1913 viene considerata a buon diritto la data di nascita ufficiale del Ravenna, in quei tempi pionieristici non si può parlare di una vera e propria “società” calcistica. Appena il tempo di qualche altro incontro estemporaneo, e quei giovani che si erano affrontati sul prato della piazza d’armi avrebbero dovuto fronteggiare ben più seri cimenti nelle trincee della Grande guerra, talvolta senza farne ritorno. Superata la bufera, anche a Ravenna la crescente popolarità del fenomeno calcistico portò al proliferare di diversi sodalizi, spesso dai nomi improntati al clima di attivismo

giovanilistico e bellicista tipico dell’epoca: Virtus, Invicta, Audace... Nel 1920 l’aggregazione di quest’ultima all’ Unione Sportiva Ravennate, già sua acerrima rivale, fu il primo passo di una serie di fusioni e accorpamenti da cui emerse infine un sodalizio cittadino “ufficiale”: quello che, nel

In alto, l’U.S. Ravennate del 1921. Sotto, la formazione della Sarom Ravenna, stagione 1959-60. In apertura; la squadra di oggi festeggia la vittoria nel campionato di Promozione.

1928, acquisì la denominazione di Associazione Calcio Ravenna, assumendo definitivamente i canonici colori giallorossi.

Nel frattempo era iniziata la partecipazione stabile ai campionati

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A fianco, due storiche formazioni che militarono in serie B, stagione 1993-94 e 1997-98.

giardini pubblici, con la Loggetta lombardesca a fare da leggiadro sfondo alle disfide pallonare; poi, ne ’31, il ritorno proprio nel luogo delle prime partite di vent’anni prima, ora all’interno del nuovo ippodromo della Darsena, la cui costruzione fu il primo passo per la scomparsa, sotto il cemento di un nuovo quartiere, del vecchio prato della piazza d’armi. Al tempo stesso, il sodalizio giallorosso conobbe una lenta ma progressiva ascesa, che nel 1936 lo portò ad approdare in serie C e nel 1941 a sfiorare la promozione in B, sfuggita solo per la beffa del quoziente reti dopo un torneo vinto ex aequo con il Pescara. La serie B: il sogno irrealizzato, il mito irraggiungibile, il Sacro Graal di generazioni di tifosi ravennati.

locali, ovviamente su base dilettantistica, attorno a un gruppo ormai compatto di giocatori in gran parte di origine ravennate. Un segno della fuoriuscita dalla fase strettamente pionieristica era stato anche l’allestimento dei primi veri campi da gioco: prima, nel 1921, quello ricavato all’interno del vecchio ippodromo, nell’area oggi occupata dai

Iniziative per il centenario Il centenario del Ravenna Calcio sarà ricordato con varie iniziative. Saranno allestite esposizioni di cimeli in varie collocazioni (Bubani, Camera di Commercio, ex Tribunale e Banca Popolare) e si progettano incontri sulla storia del calcio cittadino. L’evento clou sarà il 15 giugno, al “Benelli”, con un torneo di calcio giovanile e l’amichevole fra il Ravenna di Guidolin, autore della prima storica promozione in B nel 1992-93, e quello di Novellino, protagonista del miglior piazzamento della storia giallorossa nel 1996-97. www.centenarioravenna.it.

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Un sogno tornato evanescente nei duri anni del dopoguerra, quando i cronici problemi finanziari e l’indifferenza della città (due tristi costanti della storia del calcio ravennate) ricacciarono il sodalizio giallorosso nei bassifondi del calcio locale. Riapparso però di attualità quando, nel 1954, il ricco e ambizioso Attilio Monti, proprietario della Sarom e tifoso di vecchia data, acquistò la società.

Nella seconda metà degli anni ’50 il mix di entusiasmo, organizzazione e disponibilità economica che caratterizzò il nuovo “Sarom Ravenna”, protagonista di una fulminea risalita dalle categorie minori, fece davvero della squadra il simbolo di una città in ascesa, alla quale il boom economico sembrava dischiudere ogni tipo



A fianco, manifesti di squadre e campionati nella sede del Ravenna Calcio.

la società giallorossa incarnava un’idea più moderna e vivace del calcio, e non è un caso se in quegli anni furono lanciati sul prato del “Benelli” allenatori (Del Neri, Guidolin, Novellino) e giocatori (Vieri, Toldo, Torrisi, Schwoch…) destina-

di ambizione. Il destino, però, era ancora in agguato, questa volta sotto forma di un gol subìto in zona Cesarini la penultima giornata del 1958, che ancora una volta fece sfuggire l’obiettivo proprio sulla soglia del traguardo. Anche se gli ultimi anni della Sarom (che cedette la società nel 1964) non furono altrettanto scoppiettanti, rimasero però nella memoria dei tifosi come una parentesi quasi leggendaria, mano a mano che si allontanavano nel tempo e il Ravenna - nonostante la nuova e allora moderna “casa” dello stadio “Benelli”, inaugurato nel 1966 - riprendeva la china della decadenza. Una decadenza che toccò il fondo fra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80, per poi stabilizzarsi in una grigia militanza in serie C2 nel corso di quel decennio. Finché, nel 1990, ecco la nuova svolta, destinata a rivelarsi la più importante nella storia del

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club. L’armatore Daniele Corvetta, ricco, tifoso e ambizioso, diventava il nuovo “capitano” della nave giallorossa, deciso a riuscire dove anche Monti aveva fallito. Dopo un inizio incerto, i risultati arrivarono. Questa volta non ci

ti a brillanti carriere ai livelli più alti del calcio nazionale. Perfino la tradizionale ritrosia dell’ambiente fu vinta, e lo stadio cominciò ad essere annoverato fra le mete plausibili della domenica del ravennate medio. C’è chi crede che, se la vicenda di Raul Gardini non si fosse conclusa nel modo tragico a tutti noto, anche quella del calcio locale avrebbe avuto uno sviluppo ben diverso. Fatto sta che, ancora una volta, il destino del Ravenna appare singolarmente emblematico di quello della città nel suo complesso, delle sue speranze tradite e delle sue occasioni mancate.

I successi in B, da Guidolin in poi furono quozienti reti e gol all’ultimo minuto a frapporsi al sogno, e il 9 maggio 1993 il Ravenna, guidato da un giovane allenatore in ascesa, Francesco Guidolin, poteva festeggiare il suo ottantesimo compleanno insieme alla promozione in serie B. Si apriva così

l’epoca più felice della storia del calcio cittadino, che dal 1996 al 2001 fece del Ravenna la prima squadra romagnola, violando la tradizionale supremazia cesenate. Rispetto ai rivali bianconeri,

Alla fine, il fallimento del gruppo Corvetta portò con sé anche quello del club, sancito nel 2001 dopo vicende degne di un romanzo d’appendice. Il resto è cronaca dell’ultimo decennio, con una veloce ripresa, una seconda caduta, e una nuova, difficile rinascita, appena sancita dalla vittoria nel campionato di Promozione. Cento anni dopo quel giorno d’aprile sul prato della piazza d’armi, il calcio ravennate è pronto per una nuova scalata. IN



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Dream Car - BmW motorraD il motore giusto a ravenna

SeRIetà, qualItà, InnovazIone: Sono le BaSI Su CuI poggIa Il CeleBRe MaRChIo MotoCIClIStICo. FoRte dI pRodottI vInCentI CapaCI dI IMpoRSI Sul MeRCato.

Il mondo delle due ruote corre sulla strada della contemporaneità, accusando i colpi della crisi. La ridotta capacità di spesa riduce gli spazi per gli hobby, anche per gli appassionati di motociclismo e scooterismo. Come far fronte alla situazione? Lo abbiamo chiesto al concessionario BMW di Ravenna, storico marchio del motociclismo internazionale. “Nessuno può dirsi fuori dalla bufera - afferma Massimo Ceccoli, direttore della Divisione BMW Motorrad - Dream Car di Ravenna -. Il nostro brand però è quello che meno soffre la situazione. Siamo l’unico marchio premium con volumi di ‘massa’. Ad esempio la R1200GS è la moto più venduta da molti anni”. Come riesce il marchio BMW a contrastare la crisi? “Puntando su serietà, qualità, innovazione, investimenti immani per sicurezza e nuove tecnologie. Sono solo alcuni aspetti che distinguono il marchio BMW Motorrad da sempre. Aver studiato in solitudine e per tanti anni sistemi di sicurezza come l’ABS, quando per tutti sembrava superfluo, oggi garantisce al nostro marchio un grande vantaggio tecnologico. Da trent’anni

BMW offre l’ABS sulle proprie moto e oggi è ancora unica ad averlo di serie su tutta la gamma. Studiare sistemi di sicurezza raffinati, come il controllo dinamico della stabilità, il telelever, i fari adattivi e a LED (ma sono decine i dispositivi, in tanti casi esclusivi), più che perseguire potenze assurde ha reso i nostri prodotti ineguagliabili e oggi, che le moto BMW sono anche tra le più potenti, BMW Motorrad può vantare un connubio di prestazioni, divertimento di guida e sicurezza unici. BMW offre una gamma di 9 diversi propulsori, 5 tipi di bicilindrico, una mono, due tipi di motori 4 cilindri e un 6 cilindri in linea incredibilmente compatto, addirittura più di alcuni 4 cilindri. E nei prossimi due/tre anni non mancheranno sorprese, estremamente avveniristiche, tecnologiche e, come tradizione BMW (unici per anni ad avere il catalizzatore regolato), orientate a un’ulteriore drastica riduzione di consumi e inquinamento”. In particolare a Ravenna qual è il trend della vostra concessionaria moto? “Il nostro settore Moto è andato a gonfie vele sino al 2011.


Nel 2012 c’è stata una tenuta e in questo inizio 2013 siamo di nuovo in crescita. Gli ottimi risultati sono dovuti all’uscita di prodotti vincenti come la R1200GS o la F800GS Adventure, ma anche per i servizi esclusivi che offriamo, come la moto sostitutiva gratuita, un servizio di accettazione dedicato o il service aperto tutto l’anno, senza chiusura estiva, con tempi d’attesa molto sotto la media. Positiva è la capacità di gestire una mole d’usato elevata: uno stock di moto usate di circa 100 unità costanti, con un indice di rotazione elevatissimo. La nostra concessionaria si posiziona nelle prime dieci d’Italia, sia per penetrazione di mercato che per customer satisfaction. Per questo la proprietà Dream Car, nella persona di Walter Visani, ha deciso di mantenere la divisione BMW Motorrad, con l’assistenza auto e moto, dirottando le energie dedicate alla vendita di auto BMW e Mini a un’attività multimarca”. Rimane quindi BMW Motorrad ufficiale, assistenza moto, auto BMW e auto MInI ufficiali, mentre il reparto vendite auto BMW diventa multi marche? “Sì, questo potrebbe essere lo scenario di un futuro vicino. Amaro per le auto BMW, che rappresentiamo con orgoglio e successo dal 1986, e a cui rimarremo legati per l’assistenza. Siamo soddisfatti di continuare con le moto, senza disperdere uno staff efficace e affiatato. La nostra concessionaria è una delle migliori BMW Motorrad d’Italia e prima tra le comby, cioè la migliore di quelle che gestiscono auto e moto. Vogliamo allargare il settore moto, acquisendo un altro marchio”.

Scooter e moto: come vanno le vendite? “Il mercato dei maxi scooter è in difficoltà, ma gli scooter BMW, con il lancio del nuovo modello C 600 Sport ( nelle foto), sono secondi nelle vendite in Italia e terzi su Ravenna. La S1000RR, che svettò in testa alle classifiche delle super sport sin da subito, continua a dare soddisfazioni. La S1000RR è anche la moto di Marco Melandri, pronta per vincere tutti i campionati. Nessuno si aspettava una prima super sportiva BMW così prestazionale, gestibile e guidabile. Ricercata nel design, è una vera Super Bike già di serie, con prezzi in linea con le moto giapponesi e sensibilmente più economica delle altre europee con prestazioni simili. Il Touring è da sempre dominato dal nostro brand, che detiene oltre l’80% del mercato. Ora abbiamo prodotti di media cilindrata accattivanti, tecnologicamente avanzati e a prezzi concorrenziali. Alcune moto sono amate anche dal pubblico femminile. La R1200GS, ormai da diversi anni, rimane la moto più venduta ed è appena uscita vincente da tutte le prove comparative su tutte le riviste di settore mondiali. Come dicevo, di certo non è un periodo facile, ma l’impegno e la serietà di BMW casa madre e della nostra concessionaria portano frutti”.

dream Car S.r.l. - BMW Motorrad Via Vicoli, 91 - 48100 Ravenna (RA) Tel. 0544/263611- fax 0544/263612 www.dreamcar.bmw.it


Suonare | Mattia Emme

Il mix

Vincente

testo Anna De Lutiis - foto Massimo Fiorentini

Carica e grinta fuse con tecnica e professionalità. Sono questi gli elementi distintivi di Mattia Emme, giovanissimo Dj ravennate inserito nella top ten dei deejay italiani.

Incontrare Mattia vuol dire incontrare l’entusiasmo fatto persona. Giovanissimo - nato nel 1990 sotto il segno della Vergine, tiene a precisare - sempre vestito casual, aperto, disponibile verso tutti, sorriso contagioso, sembra muoversi al ritmo di una musica che fa parte del suo Dna. Appuntamento, dunque, con Mattia Marisi Torre, in arte Mattia Emme, reduce dal successo ottenuto a Milano al concorso The Italian DJ Contest organizzato da Pioneer Italia. Tra i tanti partecipanti in se-

mifinale sono arrivati in dieci e tra questi c’è Mattia, uno dei Top Ten.

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“Ho visto il bando di Pioneer e ho inviato la mia partecipazione. Ho spedito, come richiesto, un mio mixato, un curriculum con tutte le notizie riguardanti la musica che faccio, quasi per gioco. Invece dopo soli dieci giorni sono stato convocato a Milano perché selezionato fra i primi dieci, provenienti da tante diverse città italiane. C’era anche una ragazza. La prova è stata difficile, venti minuti di esibizione davanti a giudici, promoter, rappresentanti di marketing, e solo tre sono giunti in finale ma io sono contento del giudizio che


A fianco, Mattia Emme, in apertura alla consolle del Kojak.

ho ricevuto: ‘buon set, sei entrato e uscito con disinvoltura tra vari generi musicali, si vede che hai una marcia in più e che hai già molta esperienza’. Sono soddisfatto”. È interessante conoscere le tappe precedenti di Mattia: “Ho studiato come perito informatico, argomento distante dalla musica che mi ha però avvicinato molto al mondo dei computer; contemporaneamente studiavo chitarra e basso. Appena diplomato ho frequentato un anno di ingegneria del suono, allo studio Fono-Print di Bologna, lo stesso frequentato da Lucio Dalla. Poi mi sono dedicato alla musica, aggiungendo a chitarra e basso il pianoforte. Ho suonato con due gruppi, ci chiamavano per animare feste private o in piccoli locali a Ravenna”.

di carica e grinta, frutto di una rigida selezione tra le principali uscite delle charts mondiali, di cui ascolta le anteprime scegliendone i pezzi migliori. Gli ingredienti base delle sue serate sono la tecnica unita ad una selezione musicale vincente, oltre alla professionalità che dimostra salendo in consolle. Non è facile tenere il

Carica e grinta nella sua Dj Bag Di qui inizia l’avventura del Dj Mattia Emme. Dal 2007 si interessa alle sonorità House da Club con

influenze vocali e strumentali e cresce la sua tecnica e il suo gusto musicale. Nell’inverno del 2008, appena diciassettenne, vede realizzato il suo più grande desiderio: far ascoltare un suo DJ set al di fuori del proprio salotto di casa, al Forex di Marina di Ravenna. Da quel momento non si è più fermato: la sua professionalità e la sua energia l’hanno portato ad essere uno dei Dj emergenti fra i ragazzi della sua generazione. La sua DJ Bag è un prezioso concentrato

conto dei locali in cui si è esibito e si esibisce Mattia Emme DJ, dal Pascià al Pineta by Visionnaire, dal BBK al Touchè Santafè, al MOWA, Marina Bay, Baccara, Contro Tempo, Casablanca, Hype Cafè, VanQuish, DVNO, Marilyn, DNA, Kojak Club Le Scimmie, Hookipa, Molo30, Donna Rosa, Larry’s, Cascador, La Vie En Rose... e l’elenco sarebbe ancora lungo. “Attualmente mi esibisco una volta al mese al Pineta, conosciuto come il club più elegante non solo dell’Emilia-Romagna. Ho anche in programma Firenze, Milano, Parma, Palermo”.

Il giovane DJ volante si sta preparando alla sua tournée estiva con l’entusiasmo alle stelle.

Mattia racconta infine di quanto sia interessante affiancare, nei suoi ‘live set’, noti personaggi come Pink Fluid (Max Pagani & John Dabel); Cristian Marchi (“Love Sex American Express” & More); Luca Cassani (Top Italian Dj/Casting Couch Records); Geo Dj (Versuz Essentials/Oh Oui Belgium); AlbertoMarra (Byblos/ Coconuts/Matis Club/Life Disco Dinner/Hobby One). Chiediamo a Mattia se, oltre al lavoro di DJ, svolge anche qualche altra attività nel mondo della musica. La risposta rivela un ragazzo dinamico e disponibile, che si aiuta anche utilizzando le sue conoscenze di computer e web. Restando, nonostante il successo in campo musicale, con i piedi per terra. Per gli hobby, infine, di tempo ne rimane poco: “Quando si fa musica si deve provare continuamente. Non si esaurisce tutto nelle ore serali delle esibizioni ma bisogna inventare, studiare, per offrire un mixato sempre aggiornato e originale”. IN

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Creare | Anna Tazzari

L’ultima

Azdora

testo Aldo Savini - foto Lidia Bagnara

La regina della casa romagnola d’un tempo viene raccontata dalle ceramiche di Anna Tazzari, che conferisce a questa figura popolare una solenne dignità.

Fu il cesenate Maurizio Ferrini, all’inizio degli anni Novanta in una lontana edizione di Domenica In, a far scoprire ad un vasto pubblico la signora Emma Coriandoli di Bagnacavallo, un personaggio d’invenzione ma riconoscibile nella realtà. In tempi più recenti Anna Tazzari ha realizzato oltre 350 statuette, tutti esemplari unici in terracotta smaltata, della “signora Maria”, anch’essa figura tipica della Romagna. Pur diversamente interpretata, l’azdora è la grande protagonista delle creazioni di Ferrini e della Tazzari. Non esi-

ste un termine corrispondente nella lingua italiana: nel dialetto significa

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massaia, cioè colei che presiede, regge e governa la casa, ne è la regina incontrastata, soprattutto della cucina, e poiché provvede all’alimentazione della famiglia ne è il pilastro portante. Con la dissoluzione della famiglia patriarcale l’azdora ha perso gran parte del suo potere e molte funzioni si sono ridimensionate. Nella tradizione contadina i ruoli venivano divisi e spartiti tra i componenti della famiglia: l’azdor era il capofamiglia, si occupava degli affari di casa e teneva i rapporti con l’esterno; l’azdora era la moglie, a lei spettavano le faccende domestiche e la cura del pollaio e degli animali.


A fianco, le originali creazioni di Anna Tazzari, nella foto di apertura.

pravvivendo, è entrata in una sorta

delli femminili imposti dalla pubblicità delle riviste di cronaca mondana e soprattutto televisiva, tanto che sembra quasi volersi ribellare ai condizionamenti del passato dai quali, però, non riesce a liberarsi completamente. Al di fuori delle mura domestiche si presenta in abbigliamento semplice ma vistoso, all’ultima moda, scarpe dai tacchi a spillo e sempre la borsetta in mano, e non esita ad indossare appariscenti bikini a grandi fiori. La Tazzari le

di mitologia popolare. Anna Tazzari,

ha conferito dignità e solennità, come

Aveva poi un altro compito, quello di tenere con autorevolezza unita la famiglia, e siccome era consuetudine che i figli maschi portassero le mogli in casa, doveva insegnare alle nuore ad esser “brave mogli e madri”, evitando che tra loro si creassero rivalità e conflitti. Quel mondo non esiste più in Romagna a partire dal secondo dopoguerra, e con la scomparsa della millenaria civiltà contadina l’azdora, pur so-

La felliniana “signora Maria” che vive nella campagna attorno a Bagnacavallo, ha dato vita alla “signora Maria” con ironia compiacente e non dissacratoria. Guardando le donne per strada, al mercato, in spiaggia e riandando ai ricordi dell’infanzia ha creato una figura curiosa e affascinante che incarna in tutte le sue varianti vizi, virtù, piaceri, aspirazioni e compromessi delle donne di questa terra. Non più giovanissima pur senza un’età definita, decisamente corpulenta e avvolgente nelle forme e protettiva negli atteggiamenti, curata e decisa nei modi, con qualche tentazione femminista, madre e moglie emancipata, grande lavoratrice di giorno e viveur di notte, la “signora Maria” ricorda certi personaggi femminili felliniani. È vistosamente tonda e

un po’ in sovrappeso, ma è sempre sorridente perché ha un rapporto con il corpo senza alcun complesso o tabù. Ha saputo adeguarsi ai mo-

depositaria di una grande saggezza popolare. Le piace molto pensarla e immaginarla come simbolo e rappresentante dell’archetipo della Dea Madre con tutte le sue funzioni, dal dare la vita al governare la morte, paragonandola pertanto alle Dee come creatrici di vita e non come Veneri o Bellezze assolute, rivelando così qualche attinenza con le grandi sculture di Marino Marini sul tema della “pomona”, simbolo della fertilità e della femminilità prosperosa e accogliente. IN

Ceramista e restauratrice Anna Tazzari è nata a Lugo nel 1962. Dopo il diploma all’Istituto d’Arte per il mosaico di Ravenna, dove ha avuto come insegnanti, tra gli altri, Sergio Cicognani, Isotta Fiorentini e Marcello Landi, si è specializzata in ceramica all’Istituto d’arte “G. Ballardini” di Faenza. Ha iniziato la sua carriera come restauratrice dei mosaici antichi del Duomo di Otranto, con Carlo Signorini. Dal 2002 ha avviato un laboratorio di ceramica dove sperimenta le varie possibilità espressive nell’uso delle terrecotte. Ha realizzato sculture anche di grandi dimensioni, su indicazione di Tonino Guerra e Gianfranco Budini. Vive e lavora a Bagnacavallo, in via Baccano 5.

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RistoRante ‘al 45’ nel cuore della città

TrA LA ChiesA di sAnTo spiriTo e iL BATTisTero degLi AriAni s’inConTrA quesTo rAffinATo LoCALe, Che fonde in unA sApienTe misCeLA TrAdizione e innovAzione.

La tradizione incontra l’innovazione in una miscela sapiente di antica arte culinaria e sperimentazione. Sono questi gli ingredienti del ristorante ‘Al 45’, situato nel cuore della città, a pochi metri dalla Chiesa del Santo Spirito e del suggestivo Battistero degli Ariani. Aperto nel 2011, il ristorante propone menu tipici della cucina tipica romagnola, con una particolare attenzione al pesce, ma offre anche varianti cucina separata senza glutine per celiaci e piatti vegetariani. A gestirlo sono due dei sette soci, Andrea, chef e ‘anima’ del locale, e la sua compagna Teresa, che si occupa per-

sonalmente del bar attiguo, il Clou Lounge Caffè. Due locali distinti ma uniti dal filo rosso della passione per la buona tavola e per l’accoglienza, caratterizzati da uno stile moderno ma accogliente, dove accanto alle pareti tortora e al grande bancone in cemento armato compaiono quadri e graffiti che ‘scaldano’ le pareti. “Abbiamo voluto ricreare un ambiente confortevole ma elegante, per mettere a proprio agio i nostri clienti. Con l’arrivo della bella stagione è offerta anche la possibilità di gustare i piatti nella piazzetta degli Ariani, dove si organizzano pranzi, cene e aperitivi a tema nella giornata


‘clou’ del mercoledì, come quello spagnolo con tacos e paella o l’October Fest con hamburger, hot dog e crauti”, spiegano i due giovani imprenditori. Andrea porcelli, 32 anni, già chef in numerosi locali di Milano Marittima, si occupa personalmente della cucina, con la preziosa collaborazione e l’esperienza del collega silvano Alemanno, dando vita a creazioni originali completate dalla pasta rigorosamente fatta a mano da una ‘azdora’, che realizza la sfoglia ‘come una volta’ ma anche nella variante senza glutine dedicata a persone intolleranti.

Molte le iniziative che animano il ristorante, come il pranzo della domenica dedicato alla paella o i giovedì sera a tema. “C’è stato quello dedicato ai fritti - spiega Teresa - con i calamaretti in salsa agrodolce e verdure, i bianchetti in pastella con rucola e aceto di Modena, fino al gran fritto del 45 con verdurine croccanti. Poi è stata la volta della serata del pesce azzurro, con alici marinate al peperoncino e cipolla, il salmone marinato ai tre pepi, i maccheroncini alle canocchie e i sardoncini scottadito”. In estate la piazzetta ospiterà poi concerti ed eventi come la lettura di poesie ed iniziative di vario genere. Una curiosità: ai clienti che scelgono il menu degustazione di pesce il primo sarà servito su un piatto di porcellana romagnola realizzato da un’artista ravennate, che verrà loro regalato al termine della cena. Il tema? Il Battistero degli Ariani naturalmente, con la dedica ‘Al 45’. il ristorante si trova in via paolo Costa 45 a ravenna, ed è aperto a pranzo e cena tutti i giorni.

ristorante ‘Al 45’ Via Paolo Costa 45, 48121 Ravenna Tel. 0544 212761 www.al45.it - ristoranteal45@virgilio.it


Divertirsi | Parco di Mirabilandia

Emozioni

a tutto

Campo

testo Sabrina Marin

Divertimento, allegria e, naturalmente, tanta adrenalina. È la ricetta con cui il Parco di Mirabilandia affronta la nuova stagione 2013.

Abbiamo incontrato il direttore generale di Mirabilandia, oggi al 30° posto nel mondo tra oltre 1000 Parchi di divertimento, con circa 2 milioni di visitatori l’anno. Riccardo Capo, nato a Torino nel 1965, dall’ottobre 2012 è presidente della sezione Turismo in Confindustria Ravenna e si appresta oggi ad affrontare la sua quarta stagione alla direzione di Mirabilandia. Con l’obiettivo primario di far arrivare il divertimento dritto al cuore di tutti gli ospiti del Parco. Proprio per questo da un paio d’anni a Mirabilandia la stagione viene inaugurata in modo speciale: con un caloroso welcome da parte di tutti i dipendenti (oltre un migliaio ad ogni stagione) che accolgono gli ospiti all’ingresso del Parco con uno spettacolo nuovo e coinvolgente per regalare loro una giornata piena di emozioni. Una stagione che nel tempo si è allungata con i suoi

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180 giorni di apertura e con l’orario

serale prolungato nei sabati estivi. La curiosità è tanta. Chiediamo subito quali sono le novità della stagione 2013. Si comincia con i due nuovi spettacoli ospitati sul palco esterno di Mirabilandia: Flash Back e The Edge of Rock, due show energici, grazie alla forza del rock e alle coinvolgenti coreografie, a cui si affiancano i due nuovi musical rappresentati nel Teatro Déco del Parco: Robin Hood e il Signore di Sherwood e Alice nel Parco delle Mirabilie, entrambi ispirati ai grandi classici che hanno fatto sognare adulti e bambini di ogni generazione. Novità anche per lo spettacolo di tuffi acrobatici L’Isola dei Pirati, ospitato nel Villaggio Misterioso, dove si assisterà ai nuovi virtuosismi mozzafiato dei suoi tuffatoristuntmen, e per Scuola di Polizia, campione di audience di Mirabi-


Sotto, il logo dell’iniziativa “30 e lode”, con a fianco lo scatenato rollercoaster iSpeed.

landia, che propone sorprese sia nella trama che nelle evoluzioni. Una curiosità: ogni giorno durante questi spettacoli si consumano 4 treni di pneumatici, ovvero circa 3mila gomme a stagione, per un totale di oltre 40mila pneumatici in 15 anni di repliche, tutti rigorosamente riciclati, in linea con la grande attenzione all’ambiente che caratterizza le attività del Parco. E per chi vuole fare il pieno di adrenalina c’è il tris d’assi da brivido di Mirabilandia: Katun, fol-

appositamente per gli operatori della Riviera. Innanzitutto il nome, ‘30 e lode’, ispirato dal posizionamento del prezzo 30 euro appunto che è, per questa stagione, l’unico prezzo di vendita dei biglietti forniti ai nostri partner. Le strutture che hanno aderito al progetto veicolano i biglietti ai loro clienti e Mirabilandia riconosce una serie di benefit come ad esempio il biglietto d’ingresso a MiraBeach, Parco Acquatico che sarà omaggio per il mese di giugno 2013, oppure

Nuove iniziative, benefit e concorsi le corsa con le gambe nel vuoto; iSpeed, il rollercoaster con l’accelerazione da Formula Uno; Divertical, un tuffo senza precedenti dal water coaster più alto del mondo.

un buono valido per un pasto nel mese di luglio 2013”. Quest’anno Mirabilandia fa ancora di più, rimborsando la tassa di soggiorno ai turisti che soggiornano

nelle strutture ricettive dei comuni della Riviera che la applicano. È previsto infatti un coupon omaggio, del valore pari alla tassa di soggiorno pagata, rilasciato direttamente dall’albergatore al cliente e che può essere speso all’interno del Parco (questi benefit s’intendono a fronte di un biglietto adulto pagante). “Altra novità 2013 - prosegue il direttore - è la creazione di un contest per premiare i nostri partner che hanno avuto le performance migliori nelle vendite: ad esempio maggior numero di biglietti venduti (per categorie di stelle di hotel), maggior incremento rispetto all’anno scorso, miglior nuova struttura e altro ancora. La celebrazione di questa gara/concorso si terrà a fine stagione, con un’esclusiva cena di gala durante la quale verranno effettuate le premiazioni”. www.mirabilandia.it IN

Il divertimento è assicurato. Ma quali sono i costi, soprattutto per le famiglie?

“Confermiamo anche per il 2013 l’offerta Parco+Hotel a partire da 49 euro - afferma il direttore Riccardo Capo - a cui da quest’anno si aggiunge il Pacchetto Famiglia, con 4 ingressi (2 adulti e 2 bimbi), a 99 euro online e biglietto ridotto dal terzo bimbo in poi”. Come dialoga Mirabilandia con il territorio locale?

“Prima di tutto attraverso il lavoro. Mirabilandia impiega circa un migliaio di persone, tutte provenienti dal nostro territorio. Quest’anno poi abbiamo creato una speciale iniziativa denominata ‘30 e lode’. Si tratta di un progetto sviluppato

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Giocare | Giacomo Cicognani

La riscossa

del

Pivot

testo Michele Virgili - foto Massimo Fiorentini

Dopo un grave infortunio che lo ha tenuto fermo otto mesi Giacomo Cicognani è tornato sotto canestro, partecipando agli Europei in Slovenia. E ora punta alla promozione in DNA.

Conquista della Coppa Italia a Cecina a metà marzo, primo posto nella regular season con cinque turni d’anticipo: il tutto, dopo aver celebrato, l’anno scorso l’esordio in nazionale Under 20, primo ravennate della storia. Per Giacomo Cicognani, fiore all’occhiello del vivaio dell’Acmar, continuano le soddisfazioni sportive. “è stata un’esperienza molto bella - dice - aver vinto la Coppa Italia battendo le prime degli altro gironi. è una gran cosa per Ravenna”. Il primo posto in campionato è arrivato con una striscia di 18 successi consecutivi: “A inizio stagione non ci credevo, poi a metà campionato, vedendo come giocavamo, ero sicuro che ce l’avremmo fatta”. Vent’anni, ravennate, Cicognani trasmette tanta voglia di migliorare e dare il proprio contributo alla promozione della propria squadra. Lo incontro prima di un allenamento alla palestra “Morigia”. È un piacere ascoltare “Cico” mentre racconta i primi passi della sua carriera: “Dai sei agli undici anni ho giocato a tennis - inizia - perché mia madre insegnava questo sport. Poi, grazie ad un amico che giocava

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nel Bisanzio, mi sono avvicinato alla pallacanestro. Mi è subito piaciuto molto e devo ringraziare l’allenatore Massimo Bianchini che mi ha incoraggiato”. L’idolo indiscusso? “Tracy McGrady. Da piccolo guardavo più NBA che basket italiano”. Dopo la trafila nelle varie formazioni giovanili e la fusione tra Bisanzio e Acmar, Giacomo passa a 14 anni nel settore giovanile della società di via della Lirica. “All’epoca ricevetti varie proposte da squadre importanti come Fortitudo e Virtus. Però ho sempre preferito rimanere qui a Ravenna. La nostra società sta lavorando molto bene con i giovani, c’è stato un notevole salto di qualità, grazie al lavoro di Livio Neri prima e a quello di Massari poi”. Nel corso della stagione 2008/09 il debutto in prima squadra: “Lo ricordo ancora perché, appena entrato, ho fatto canestro. La mia crescita è stata costante e dal 2010, con coach Cesare Ciocca, ho iniziato a partire da titolare”. Nella stagione 2010/11 arriva anche la prima chiamata dalla nazionale under 20 di Sacripanti che deve preparare la fase finale degli Europei: “è stata una grande emozione, poi però nella preparazione ho avuto un infortunio al ginocchio, che mi ha tenuto fermo per otto mesi”. Dopo la riabilitazione Sacripanti ha richiamato Cicognani per l’Europeo in Slovenia: “Dopo l’infortunio è stata una grande soddisfazione partecipare a questa fase finale. Ho visto un basket molto fisico che non c’è in DNB con giocatori che sarebbero poi andati in NBA. Ora non ho più l’età per l’Under 20 e spero in futuro di meritare una convocazione nella nazionale sperimentale”. IN

Da Ravenna alla Nazionale Giacomo Cicognani è nato a Ravenna il 5 agosto 1992. Ala pivot, alto 2 metri e 5 centimetri, è partito dal settore giovanile del Bisanzio per poi passare in quello del Basket Ravenna dopo la fusione. Nella stagione 2008/09 debutta in prima squadra con qualche rotazione e nella stagione successiva, con coach Cesare Ciocca, comincia a collezionare presenze da titolare. Nella stagione 2010/11 raggiunge la semifinale play-off con l’Acmar e viene chiamato agli stages con la nazionale Under 20 che prepara l’Europeo di Bilbao. Durante un allenamento un grave infortunio al ginocchio lo blocca tenendolo fermo per 8 mesi. Nel campionato scorso il rientro in campo, impreziosito dalla convocazione in Nazionale per gli Europei 2012 disputati nel luglio scorso in Slovenia. Ha un fratello, Francesco, e una sorella, Beatrice. Nel tempo libero gli piace guardare film d’autore, giocare alla play-station e uscire con gli amici.

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al servizio della qualità MateRiali teRMoidRauliCi, aRRedo Bagni e seRvizi teCniCo-CoMMeRCiali, da oltRe 40 anni a Ravenna e dintoRni.

Dagli inizi degli anni Settanta Ciicai è leader in provincia di Ravenna nella fornitura di materiali termoidraulici, arredo bagni e servizi tecnico-commerciali, e la sua operatività è assicurata nelle sedi di Ravenna, Cervia e Lugo. “Ciicai nasce a Ravenna nel marzo 1971, nella sede storica di via Romea su iniziativa di quarantotto soci”, ricorda il direttore Claudio Bassi, “come Consorzio per imprenditori e installatori operanti nei settori del condizionamento aria, idraulica, lattonieri e affini. L’obiettivo iniziale era quello di calmierare i prezzi nel nostro territorio. La ricerca continua del miglioramento ha condotto la nostra realtà all’apertura di un canale diretto con i professionisti del settore, che ha consentito nel tempo di ampliare i magazzini a innumerevoli

tipologie di materiali e accessori. A partire dagli anni Novanta, l’attività si è ingrandita: pur restando punto di riferimento per la fornitura idraulica, Ciicai si rivolge oggi anche a studi professionali e, infine, ai privati. In questo modo l’attrattiva di un prodotto non è più definita solo da un catalogo, ma anche dalla possibilità di poter essere visto e toccato prima ancora di essere scelto direttamente dal consumatore”. Lo stile, il design, la ricerca di materiali innovativi, hanno reso possibile la realizzazione di showroom che, affiancati da magazzini ben assortiti, danno al pubblico l’opportunità di vedere, scegliere e farsi consigliare su arredo bagno, sanitari, accessori, pavimenti e rivestimento, con un servizio di consulenza e installazione altamente qua-


lificato e certificato. inaugurato nel settembre 2009, lo showroom Ciicai di Ravenna si estende su 510 metri quadrati ed è situato in zona Bassette (via negrini 1/B), dove ha sede anche la direzione generale e il magazzino. a lugo, dal febbraio 2009, la sede con magazzino ampliato e nuovo showroom è in via Meucci 30/32 (zona artigianale), mentre a Cervia magazzino e showroom sono in via levico 4 (zona Malva sud). “Il nostro è un gruppo importante e in crescita che ora vanta 103 aziende associate aggiunge Bassi -. Nel 2012, nonostante le previsioni di calo, abbiamo investito in un miglioramento del servizio a soci e clienti, con l’apertura di una nuova sede nel giugno scorso, in via Elba 5. E non è finita qui: stiamo pensando anche a nuovi punti vendita, per affermare la presenza del nostro consorzio anche fuori dal territorio ravennate”. Ciicai va oltre la termoidraulica, e oggi negli showroom sono in mostra, oltre a pregevoli campioni e accessori di arredo bagno, anche porte e infissi in pvc che contribuiscono al risparmio energetico, su cui è possibile ottenere detrazioni fiscali. sul fronte delle novità, stiamo lavorando sul risparmio energetico col marchio Ciicai energia. “La gente è sempre più attenta all’ambiente e il mercato della green economy è in espansione - conclude Bassi - Per questo Ciicai, in collaborazione coi propri fornitori e le associazioni di categoria artigiane, sviluppa corsi di formazione ai propri installatori, per offrire una risposta concreta a chi desidera essere formato sulle nuove normative di settore”. Quando si dice avere più di quarant’anni ed essere ancora protagonisti del mercato e guardare a un futuro al fianco delle imprese associate per garantire servizi e innovazione sul territorio, si parla di CiicaiI Ravenna.

CiiCai Via Negrini,1 - 48123 Ravenna Tel. 0544 519800 Fax 0544 519853 info@ciicai.ra.it - www.ciicai.ra.it

Nella foto sopra Raffaele Lacchini, presidente di Ciicai.


Illustrare | Luca Merendi

Immagini per

Comunicare

testo Anna De Lutiis - foto Massimo Fiorentini

Pittura e pubblicità, webdesign e fotografia. Gli spazi creativi dell’artista ravennate Luca Merendi s’intrecciano in esperienze nuove, allargandosi oggi anche alla ristorazione.

Luca Merendi è ravennate doc ma Ravenna è una città troppo piccola per un giovane estroso. Così, subito dopo il Liceo, si trasferisce a Milano dove vive ormai da 19 anni. Frequenta lo IED, Istituto Europeo di Design di Milano, quindi si dedica al webdesign, all’illustrazione digitale, alla pittura e alla scultura. Poi è la volta della pubblicità e lì inizia il suo percorso come Art Director. Recentemente è tornato a Ravenna per una mostra alla Ninapì nesting art Gallery, in cui ha presentato una nuova versione della sua arte. “Il mio lavoro può essere descritto come pittura digitale su base fotografica. Scatto le foto che mi servono come schizzo preparatorio/layout, poi con penna e tavoletta grafica lavoro come se avessi una tela vera aggiungendo pennellate e collage. Creo spesso una serie di ‘campioni’ - pennellate, segni grafici, macchie o altro

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- che poi uso in varie situazioni”. Tra i tanti sperimentati, c’è un lavoro che ti ha dato maggiore soddisfazione?

“Senza dubbio le campagne pubblicitarie che ho fatto quando ancora Emanuele Pirella era in vita. Lavorando nella sua agenzia mi si è aperto un mondo nuovo, in cui poter unire creatività a regole ‘ferree’ per farsi capire comunicando. Un esempio sono le campagne fatte per Artemide, oppure lo spot per Conai. Ho fatto anche copertine di dischi per Laibach, Liquido, Dulce, gruppi di musica elettronica, dark electro, industrial”. Quali sono le cose più importanti della tua vita?

“Lilo, mia figlia, ha dato una sterzata alla mia pittura, portando il bianco dove c’era il nero, anche se con gli ultimi lavori ho di nuovo riscoperto il buio. Inoltre, ora che la crisi ha colpito tutto e tutti, pubblicitari

compresi, mi sono dovuto reinventare, quindi ho unito il mio hobby per la cucina e i cocktail all’opportunità di sfruttare una proprietà di famiglia, a Vernazza, per dare vita, in parallelo alle cose che già faccio, ad un ibrido di casa vacanza e Bed&Dinner, dove quando io sono presente cucino per gli ospiti”. Nel suo continuo andirivieni Milano-Vernazza-Ravenna trova anche il tempo per libri, sport o musica?

“Leggo molto, dal fantasy alla letteratura cyberpunk, fino alle recensioni. I miei autori preferiti sono Gibson, Sterling, Palahniuk, Stephenson. Sport ne faccio poco, un po’ di nuoto, pattinaggio e lunghe camminate. Per quanto riguarda la musica ormai sono ‘drogato’ di musica indipendente, dark, punk, alternative, elettronica e industriale. Per dare sfogo ai miei gusti ho creato un blog dove pubblico le mie playlist preferite”. IN


_Aperto a pranzo per colazioni di lavoro. Ideale la sera, per cene intime, in una romantica atmosfera_ LE NOSTRE SPECIALITà

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Collezionare | Aldo Dente

Dietro al

Ventaglio

testo Aldo Savini - foto Massimo Fiorentini

L’originale raccolta curata dal lughese Aldo Dente, con pezzi risalenti ad epoche diverse dedicati a eventi e personaggi storici.

Pur non essendo l’unica in regione, la collezione di ventagli del lughese Aldo Dente è tra le più varie ed originali. Il primo ventaglio con quale ha avuto inizio è stato acquistato nel 1973 a Londra: qui Dente rimase quasi folgorato da questi oggetti affascinanti, esposti nei mercati da venditori specializzati. Poi scoprì le sale d’asta londinesi dedicate ai ventagli. Il primo acquistato è un ventaglio dell’Ottocento con lo specchietto retrovisore per le donne che

andavano a teatro: siccome non era decoroso voltarsi indietro, potevano vedere ugualmente chi c’era alle loro spalle. Poi seguirono ricerche di studio e documentazione, col-

laborazioni con diverse istituzioni, anche per consulenze. Grazie ai rapporti con i Circoli culturali del ventaglio di Londra, Washington e Parigi, che organizzano convegni

riservati a conservatori museali e collezionisti, la collezione si è progressivamente arricchita raggiungendo un numero imprecisato di esemplari tra storici e moderni, di cui 130 di corte e d’autore esposti alla Rocca di Dozza fino al 30 giugno. I ventagli vengono conservati in teche, legati con fili di bava e cotone grosso e non incollati né inchiodati come generalmente fanno i corniciai. Dente commissiona le teche su misura a Modena e segue personal-

mente la montatura, per poi custodirle lontano da luce e fonti di calore. Ha raccolto ventagli per tutte le occasioni e per tutti i ceti sociali; le tipologie e le tematiche seguono il variare delle mode e della storia del Settecento, fino ai più recenti ventagli pubblicitari che, prodotti in numero ristretto, venivano usati e gettati (quelli che si sono salvati sono oggi rari oggetti da collezione). Al ventaglio si accosta sempre la ventarola rigida per proteggersi dal calore del fuoco del camino, in Romagna detta “scaramai”, termine caduto in disuso. I ventagli a cui è più affezionato sono quelli del quarantennio di regno e del funerale di Cristiano IX di Danimarca e uno di Roger Jourdain, un pittore

post impressionista che ha dipinto una scena in riva al mare durante una regata. Ma anche, solo per citarne alcuni altri, il settecentesco e raro ventaglio da matrimonio raffigurante Luigi XVII, figlio di Maria Antonietta, e Luigi XVI del 1790; i ventagli nuziali della Regina Margherita di Savoia e di Sissi, Elisabetta di Baviera imperatrice d’Austria, e quello da lutto per la morte del figlio Rodolfo. L’ultimo acquisto è il ventaglio per il giubileo della regina Elisabetta II, il numero 12 su 60 per ogni anno di regno. IN

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Ballare | La Balera ai Giardini

Giro di valzer

tra il

Verde Il liscio nelle sue forme originali e nelle interpretazioni jazz o blues. Con la Loggetta lombardesca a fare da sfondo. È La Balera ai Giardini, cuore pulsante di Ravenna Festival 2013.

Ph. Erik Messori

È uno spazio inedito, una sorta di oasi ricavata nel cuore della città, in cui gli umori della festa di campagna si fondono con la voglia più che mai viva di ritrovare tradizioni dimenticate o accantonate e tornare a farle proprie. È la Balera ai Giardini, novità e al tempo stesso cuore pulsante di Ravenna Festival 2013: tra il verde dei

giardini pubblici, sullo sfondo le forme armoniose della Loggetta lombardesca, una grande pedana appositamente allestita sarà di volta in volta pista da ballo su cui lasciarsi andare alla danza o platea da cui ascoltare le acrobazie musicali proposte sul palco. Perché quel nucleo tematico che parte dalla tradizione del ballo “liscio” e quindi dalla celebrazione di uno dei simboli della Romagna musicale quale è stato Secondo Casadei (le cui musiche saranno al centro di due concerti “sinfonici” al Pala de Andrè: Un classico giro di valzer e Secondo a nessuno) verrà proposto

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nelle sue forme originali, ma anche riletto e “variato” secondo le più diverse inflessioni stilistiche. Così dal Polka day, che il 18 giugno aprirà ufficialmente la Balera, e in cui i migliori clarinetti e sassofoni romagnoli chiameranno il pubblico alla frenesia del ballo, dal tango e le milonghe di El Cachivache, o ancora da quella singolare tradizione bolognese che è il Ballo alla Filuzzi, si passerà a reinterpretazioni in chiave jazz come quella del duo composto da Gianluigi Trovesi e Gianni Coscia, o quella della fisarmonica di Simone Zanchini, che in quartetto rilegge in chiave originale i temi più popolari di

Casadei, o ancora quella virante al blues di Vince Vallicelli sul palco con l’Orchestra Maderna. Sconfinando fino al “meticciato” di libere interpretazioni come quella della Banditaliana di Riccardo Tesi che incontra la Fanfara Tirana, o quella dei Radiodervish che con la mediazione del piano jazz di Livio Minafra si fondono alla Banda di Sannicandro. Per tornare alla tradizione “pura” degli antichi violini emiliani di Santa Vittoria, passando per i ballabili che popolano le più amate opere verdiane, “melodrammi ballabili” affidati all’inconfondibile timbro delle ocarine. IN

Ravenna Festival, le chicche in programma Nel ricchissimo cartellone della 24esima edizione del festival, che prosegue fino al 14 luglio, sono da segnalare, tra gli altri, il concerto del poliedrico violoncellista Yo-Yo Ma, l’appuntamento con l’intramontabile songwriter Burt Bacharach, il Tango Project della pianista argentina Martha Argerich e il doppio omaggio verdiano che vedrà sul podio Riccardo Muti. Per il programma dettagliato, info e prevendite www.ravennafestival.org


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