sci che è così, come del fatto che ci meritiamo gli amministratori locali e centrali che abbiamo, come possiamo credere che la normativa espressa sia semplice? Anche per ovviare a questo si sviluppa l’informatica; oggi nessuna azienda o commercialista sarebbe in grado di tenere una contabilità, fare un bilancio o una dichiarazione dei redditi senza i nostri software. Ma forse è meglio così, ognuno può concentrarsi sul core-business della sua professione”. Lo stato di salute di Eticredito in tempi di stretta creditizia.
“Questa è una crisi sistemica che ha origini nei paesi anglosassoni e nella mondializzazione dei flussi finanziari. Nell’incapacità dei singoli governi di arginare con buone regole l’egoismo e l’ingordigia dei singoli. Eticredito è stata fondata con l’obiettivo di coniugare un sano equilibrio finanziario e gestionale con politiche orientate alle famiglie della nostra città, alle associazioni e alle imprese che fanno del profitto un obiettivo conseguente alle esigenze di chi lavora in quelle stesse strutture. La stretta creditizia colpisce però anche Eticredito perché, in modo naturale,
Chi è Bonfiglio Mariotti Bonfiglio Mariotti è nato e vive a Rimini. È padre di tre figli, Giacomo, Matteo e Allegra e marito di Fiorella Casadei. In Italstudio Spa ricopre la carica di presidente e socio di maggioranza. L’impresa produce software per l’archiviazione ottica e la conservazione sostitutiva dei documenti. È socio dell’azienda di famiglia Modulsnap e in Dataprint Grafik, specializzata nella produzione di card magnetiche personalizzate con microchip. Mariotti è inoltre al vertice di Assosoftware, che rappresenta il sodalizio di aziende produttrici di software gestionali e fiscali aderente a Confindustria, raggruppando quasi 120 imprese, le più importanti nel panorama dell’Information Technology nazionale.
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l’uomo è egoista e se tenere i soldi in Bot oggi rende il 4% è chiaro che i privati si aspettano uguali interessi. Questo meccanismo perverso porta tutte le banche ad avere meno raccolta a prezzi remunerativi e, di conseguenza, a prestare meno soldi. Contiamo di uscire al più presto da questo imbuto anche con l’aiuto, magari, di banche più grandi che credono in una visione mutualistica ed etica del credito”. Che cosa farebbe per Rimini.
“I problemi sono tantissimi, strutturati e stratificati in decenni di governo di questa sorta di oligarchia allargata, che ha fatto dell’egoismo e della ‘non contribuzione’ alle spese collettive un suo modo di governare. Non voglio addentrarmi in questioni molto delicate, che potrebbero suscitare reazioni o incomprensioni. Se i comuni si lamentano tanto della riduzione dei trasferimenti dal centro comincino a ridurre i centri di costo, a rendere efficiente ciò che non lo è e ad aumentare i ricavi dove è possibile, senza pesare sulle fasce deboli. Faccio un esempio: con le nuove tecnologie di cui ci occupiamo, i parcheggi potrebbero essere pagati con un click del telefonino di residenti e turisti senza schede magnetiche, bigliettini, monete, macchinette che devono essere svuotate ogni giorno da decine di persone che se ne devono occupare. Oggi la gestione dei parcheggi costa al Comune il 70% di quanto incassa: con le nuove modalità informatiche non costerebbe più del 20% o 25%. E tutto questo è applicabile anche ai trasporti locali”. IN