retail&food 03 2016

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giungerà 12.500 mq di spazio retail nel lato ovest del village, che porteranno la Gla totale a 51.500 metri quadrati. Nonostante l’apertura avverrà in contemporanea, McArthurGlen ha individuato due fasi distinte da 3.500 e 9.000 metri quadrati. Tale scelta è motivata dal fatto che le due aree sono separate, come ci ha spiegato Daniela Bricola. «L’ampliamento sarà inaugurato nell’autunno con due fasi che chiamiamo 5 e 6, che nominiamo separatamente in virtù del fatto che una starà al di qua e l’altra al di là della strada provinciale, collegate con un ponte leggero in struttura reticolare metallica di design, che porterà laddove prima vi era un grande sterrato in cui vi parcheggiavano camper e automobili. Sottolineo che le nuove fasi usufruiranno di due ingressi dedicati, uno realizzato ex novo e l’altro traslato di qualche decina di metri dall’area preesistente. Alla fine dei lavori ci saranno sino a 70 punti vendita aggiuntivi e al momento stiamo ragionando sui tagli delle unità: stiamo completando infatti la commercializzazione, che è più avanti di quanto avessimo preventivato per questo periodo, ma c’è ancora margine di manovra dovuto anche al fatto che, mentre alcune unità rimarranno grandi, altre verranno frazionate. Per quanto riguarda il can-

tiere stiamo rispettando il crono-programma e al momento stiamo iniziando al lavorare al parcheggio multipiano. In ambito di commercializzazione – prosegue il direttore della struttura – stiamo valutando anche lo spostamento di alcuni brand, al fine di favorirne la crescita ascoltandone ovviamente le necessità. Per tanti anni siamo stati costretti in 40.000 mq e abbiamo fatto fatica a dare il giusto spazio alle aziende. Tuttavia la grande maggioranza dei marchi nelle fasi 5 e 6 sarà nuova: l’innovazione è un elemento da non sottovalutare e infatti intendiamo portare un portafoglio di brand all’esordio nel nostro canale, perlomeno in Italia». Ci saranno quindi nuovi marchi del lusso, ma non solo, e tutta la proposta sarà ampliata trasversalmente, tenendo conto di alcun trend: «La crescita dei comparti è sempre molto bilanciata: nel 2015 è continuata senza dubbio quella del lusso, ma danno ottime performance anche gli accessori, adorati sia dagli stranieri sia dagli italiani, e la gioielleria, sebbene non abbiano tantissimi negozi – continua il direttore – Complessivamente, con l’attuale commercializzazione stiamo coprendo tutti i settori merceologici di interesse che ancora non erano presenti nel centro per mancanza di spazio, stando attenti a non creare delle sovrapposizioni nell’offerta. Inoltre le due nuove fasi avranno una forte caratterizzazione: la 5 sarà particolarmente dedicata a una certa tipologia di marchi, mentre la 6 avrà un imprinting più contemporaneo». Non mancheranno poi unità più estese, a fungere da ancore, dove saranno inserite insegne che lavorano su un footfall maggiore, e altre più ridotte, funzionali ai marchi di eccellenza. Ma il Serravalle Designer Outlet, nel 2016, accoglierà nel suo complesso un maggiore numero di insegne food, in linea con i principali trend del mercato outlet e non solo, italiano e internazionale: è prevista un’integrazione dell’attuale proposta di ristorazione, in termini sia di servizio sia di offerta, puntando anche su esperienze di degustazione molto caratterizzate e diverse tra loro. «Partiamo dalla considerazione che l’outlet di Serravalle Scrivia ha ospitato sino ad ora un’offerta food meno aspirazionale rispetto a quella non food:

mentre con i settori tessile, accessori, calzature e abbigliamento bambini abbiamo realizzato negli anni un certo percorso, non siamo riusciti a fare altrettanto con la ristorazione, anche in virtù dei grandi numeri che caratterizzano il nostro centro, scanditi da picchi decisamente marcati. Di contro l’evoluzione delle aspettative del consumatore italiano e straniero, abbinata alla velocità con cui si evolve il mercato, ha fatto sì che il valore di stare bene a tavola, anche in una giornata di shopping, non sia secondo a quello degli acquisti. Anzi, talvolta ne diventa un traino – puntualizzata Bricola – Per questo motivo abbiamo deciso di focalizzarci su una percentuale maggiore di offerta gastronomica rispetto a quella che avremmo inserito un tempo: avremo quindi quattro o cinque unità, di non grandissima dimensione, tutte differenziate in termini di proposta, che andranno a integrare i segmenti sguarniti ma soprattutto che saranno funzionali a rispondere, ci auguriamo, alle più elevate aspetta-

tive dei nostri ospiti. Alcune saranno nelle fasi nuove e vicine tra loro, altre invece in quelle preesistenti e andranno a rivisitare l’offerta food attuale o a occupare delle unità che verranno convertite. La flessibilità è la parola chiave: ci saranno player strutturati in grado di offrire e garantire determinati servizi e prodotti, ma anche operatori unici tra cui qualcuno espressione della cucina locale». L’espansione creerà oltre 500 nuovi posti di lavoro, più quelli dell’indotto, portando il totale delle persone impiegate a circa 2.200. Indipendentemente dai lavori e dalle nuove aree, ma a testimonianza della vivacità dell’offerta commerciale di Serravalle Designer Outlet che si rinnova con una decina di inserimenti all’anno, di recente hanno aperto Pandora, Jack Wolfskin, Le Creuset, Casadei, The North Face, mentre tra gli opening soon si annovera il brand di moda francese Saint Laurent. Andrea Penazzi

retail&food - marzo 2016

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