l'Orafo Italiano 02 2024

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Le nostre creazioni,
tue emozioni

ANNO LXXVIII - MAGGIO 2024

DIRETTORE RESPONSABILE

ANDREA AIELLO

COORDINAMENTO EDITORIALE

MICHELE WEISS

COLLABORATORI

LAURA ASTROLOGO PORCHÉ, PAOLO DE VECCHI, SIMONA INFANTOLINO, GIANFILIPPO VERSARI

ART DIRECTOR

FABRIZIO MAJERNA

COVER

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PUBBLICITÀ dircom@edifis.it

TRAFFICO PUBBLICITARIO

FRANCESCA GERBINO francesca.gerbino@edifis.it

STAMPA

AZIENDE GRAFICHE PRINTING S.R.L. – VIA MILANO 3/5 20068 PESCHIERA BORROMEO (MI)

EMAIL orafo@edifis.it

WEB SITE www.orafoitaliano.it

PREZZO PER COPIA € 5,00 / ARRETRATI € 10,00

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a EDIFIS S.r.l. - Viale Coni Zugna 71 - 20144 Milano (o ai riferimenti sotto trascritti), luogo della custodia della banca dati medesima.

l’Orafo italiano, una rivista edita da:

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WE ARE FAMILY

In cucina spesso sono gli ingredienti, le materie prime, a fare la differenza. Un segreto custodito dalle sapienti mani e dal palato di grandi chef, come di chi a casa si dedica ai fornelli.

Anche nella grande famiglia orafa e gioielliera, spesso, sono le materie prime a trasmettere valore, meraviglia e sogno ai manufatti più preziosi. Ma, in questo campo, sono i metalli e ancor più le pietre e le gemme a dare il colore e lo splendore che tanto ammalia e conquista.

In questo numero dell’Orafo troverete un’ampia sezione dedicata ad alcuni dei protagonisti dell’affascinante mondo delle gemme. Una scelta non casuale nel calendario delle nostre uscite.

Perché coincide con un’interessante manifestazione svizzera, GemGenève, nata per valorizzare non solo i prodotti ma ancor più le persone dedite a questi oggetti del desiderio.

Con un’attenzione particolare ai giovani.

La redazione ha lavorato con passione a questo contributo “speciale”. Speriamo che chi lo sfogli possa trovare informazioni e ispirazione per il proprio lavoro. Buona lettura

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EDITORIALE
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SOMMARIO

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Precious Rainbow

INTERVISTE

Damiani, un secolo di splendore e italianità

INSIDE JEWELRY

Cartier, Le Voyage Recommencé III

Boucheron - Histoire de Style

Un Air de Chaumet

Dior Délicat

L.V. - Deep Time Capitolo II

Buccellati - Il principe degli Orafi

SPECIALE GEMME

HC Anoldi - tra artigianalità e digitale

Rinaldi&Cesari - Alla ricerca della perfezione

Oxygène - 40 anni di passione per le gemme

Valentini 1927 - Un intreccio di fili invisibili

Petramundi - Cacciatori di tesori

Liverino 1894 - Maestri del corallo

GemGenève - Piattaforma per la Jewelry Community

Pietre

in fiera, attrazione fatale

Le pietre libere di Pomellato Peach Fuzz

World Shiner - Qualità senza compromessi

nuovo progetto moda

Il fenomeno dei diamanti sintetici

La nota del Club degli Orafi – cambio di contesto

FIOR - 50 anni di successi

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In copertina:
in
giallo e diamanti bianchi di Alessi Domenico.
Close Up Studios
collane
oro
Foto:
MARKET TREND I segnatempo del Dragone OROAREZZO
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2024:
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TREND Beach
Sahara Queen Wish List for Him Wish List for Her NEWS TRADUZIONI 21 30 34 36 38 40 42 88 46 50 52 54 58 60 62 64 66 79 84 86 93 74 76 89 68 70 72 73 94 98
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/ di Simona Infantolino
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L A D Y R E D

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Jean Paul Gaultier - Spring 2024 Couture
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Regale e imponente, il rosso porta con sé tutta l’energia e la forza di un colore così vivace e carismatico. Simboleggia il fuoco, la forza e la passione che trasmette con una carica travolgente a tutto ciò che lo circonda. È il colore comunemente accostato all’amore e ai sentimenti, anche nell’universo delle pietre preziose. Il rubino è sicuramente la gemma rossa più famosa in assoluto, portatrice di forza emotiva e spesso associata alla prosperità e alla protezione dalle energie negative, come anche la rubellite che vibra in risonanza con il chakra del cuore. Sono quindi le emozioni più forti quelle protagoniste del mondo che si tinge di rosso, un mondo di vivace passionalità ed energia in continuo movimento.

Nella pagina precedente: orecchini Tweed Royal della collezione Tweed de Chanel in oro giallo con diamanti e rubini.

In questa pagina, dall’alto: anello The Moonlight di Rubeus Milano con rubellite centrale taglio Yin circondata da rubini, zaffiri e diamanti montati su oro giallo.

Anello in oro rosa con ametiste, granati, rubini e diamanti. Collezione Iris di Ponte Vecchio Gioielli.

Anello della linea Swing di Lisa O. Jewels in oro con diamanti bianchi e granato centrale.

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D E E P M I N T
Homolog - Spring 2024 Couture

Il primo pensiero che affiora alla mente osservando il colore verde è la natura. Soffermandosi sulle infinite sfumature che un abito verde può assumere, il concetto di natura si amplia fino a racchiudere l’idea di nascita ed evoluzione,per poi giungere al puro rinnovamento di sé stessi nella pace e nell’equilibrio. Non è un caso che l’occidente associ il verde al buon auspicio e alla prosperità, mentre per la religione questo colore simboleggia la vita eterna e la rigenerazione spirituale. Con le sue nuance rilassanti e rassicuranti veste i panni di gemme preziosissime come lo smeraldo e la tormalina, che, oltre a suscitare sensazioni di armonia ed equilibrio, diventano portatrici di saggezza, fiducia e anche pace interiore.

Nella pagina precedente: anello in oro bianco con diamanti e smeraldi di Falcinelli Diamanti Arezzo

In questa pagina, dall’alto: anello Firenze Pavé Color di Annamaria Cammilli in oro Black Lava e pavé di smeraldi e diamanti.

Anello di Freelight in oro bianco con smeraldo e diamanti creati in laboratorio.

Anello in oro bianco con smeraldo centrale e diamanti bianchi. Collezione Ritorno di Steli d’Oro.

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U L T R A V

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I O L E T
Valentino - Spring 2024 Couture

L’enigmatico colore viola lascia il pensiero sospeso tra il reale e il mistico, tra il tangibile e l’ultraterreno, stimolando suggestioni e fantasie ed elevando la creatività a un livello quasi magico. Il mistero che avvolge questo colore attinge proprio dalle credenze soprannaturali, secondo le quali rappresenterebbe il confine tra il mondo materiale e quello spirituale. Avvolgersi in abiti viola trasformerebbe quindi le donne in moderne cleromanti che sfruttano il potere dell’armocromia per esaltare la propria personalità. La gemmologia accorre a supporto di questi poteri con l’ametista, dal forte valore protettivo, e con tutte le altre pietre preziose che si tingono di viola e che contribuiscono all’equilibrio emotivo di chi le indossa.

Nella pagina precedente: anello di Artlinea in oro bianco con ametista e diamanti.

In questa pagina, dall’alto: anello della linea Iris di Ponte Vecchio Gioielli in oro rosa con ametiste e diamanti.

Anello Chlorophyll di J’Or in oro bianco con ametista e tsavoriti.

Anello Eternity in oro giallo con zaffiri viola di Ribas Jewellery.

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I C E D A Q U A
Celia Kritharioti - Spring 2024 Couture

dell’acqua. Nella moda questo colore è in grado di trasformare in sirena qualunque donna lo indossi, mentre nel mondo della gioielleria lascia spazio alle infinite interpretazioni provenienti dalle pietre preziose. Associate all’equilibrio e alla saggezza, le gemme di colore azzurro si crede concilino il pensiero e la meditazione con le loro proprietà. Se da una parte l’acquamarina elimina la confusione e favorisce l’introspezione, dall’altra il topazio aiuta a rilassarsi e stimola il pensiero positivo mentre a infondere vitalità ed energia ci pensa la tanzanite che con il suo potere riduce lo stress e gli stati d’ansia.

Nella pagina precedente: orecchini Aquasumma di Piaget in oro bianco con acquemarine taglio a goccia e diamanti bianchi. Collezione Metaphoria.

In questa pagina, dall’alto: collier Princess The Rapper Acqua della collezione A walk in Nature di Pomellato in oro rosa con acquamarina e diamanti bianchi.

Collana Stella di Mare in titanio con acquemarine e diamanti. Collezione Mediterranea di Chantecler

Orecchini della linea Emozioni di Damiani in oro bianco con acquemarine taglio smeraldo e diamanti bianchi taglio marquise e taglio brillante.

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GUIDO DAMIANI: “UN SECOLO DI

SPLENDORE E ITALIANITÀ

NEL GIOIELLO D’ALTA GAMMA”

Damiani è un nome prestigioso, una famiglia italiana fortemente legata alla tradizione, latrice di uno storico savoir-faire nella lavorazione dei preziosi. Abbiamo intervistato Guido Damiani, Cavaliere del Lavoro e Presidente del Gruppo, che, con i fratelli Silvia e Giorgio porta avanti con orgoglio l’eccellenza del gioiello Made in Italy. Quest’anno ricorre il centesimo anniversario della Maison valenzana, realtà che, con passione, creatività e maestria ha scolpito capolavori che attraversano il tempo e ne scandiscono il ritmo col loro splendore.

100 anni di storia ma sempre attenti al mercato: quali sono le aree geografiche più interessanti oggi?

Il mercato della gioielleria offre molte opportunità di crescita in diverse regioni del mondo. In particolare, stiamo potenziando la presenza nei mercati asiatici che sono caratterizzati da una clientela sofisticata, alla ricerca dei valori dell’italianità e dell’autenticità quando acquista prodotti di lusso – valori di cui Damiani si fa portavoce nel mondo. In particolare, in Middle East, Giappone e Corea, mercati molto importanti per noi, siamo già presenti capillarmente ma puntiamo a consolidarci ulteriormente tramite ampliamenti delle nostre boutique esistenti e relocation in aree ancora migliori. La nostra clientela è raffinata e molto esigente, quindi ci impegniamo al massimo per offrire una luxury experience sempre più evoluta, in grado di soddisfare le sue esigenze.

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/ di Laura Astrologo Porché @journaldesbijoux
INTERVISTE
lisaojewels.com
@lisao.jewels

Questo significa che aprirete molti nuovi negozi in questi paesi, tra cui la Cina?

L’espansione della rete retail è un cardine fondamentale della nostra strategia, però occorre sottolineare che non apriamo negozi in qualsiasi luogo: selezioniamo attentamente le location più adatte a garantire un posizionamento premium, dove sono anche i nostri competitors e i principali brand del lusso. I mercati su cui investiremo di più in termini retail sono quelli del Far e Middle East. Intendiamo rafforzare la nostra presenza in Medio Oriente, con diverse aperture nell’area del Golfo nei prossimi dodici mesi: Kuwait, Qatar, Bahrain, Saudi Arabia, ma anche negli Emirati Arabi, dove siamo già presenti con una boutique presso il Dubai Mall di Dubai, e dove io stesso vivo con la mia famiglia. Infine, abbiamo previsto una serie di investimenti strategici in Cina, con quattro nuove boutique per espandere la nostra presenza in quest’area sicuramente ad alto potenziale.

Cosa cercano i clienti più attenti al lusso, e come va incontro Damiani ai loro desideri?

Oggi il consumatore di beni di lusso è sempre più informato e attento sia agli elementi valoriali che alla qualità dei prodotti. Ricerca maestria artigianale ma anche autenticità. Per questo siamo testimoni della nuova perdita di rilevanza della gioielleria “unbranded”. I prodotti di marca sono molto più desiderabili anche in virtù della fiducia riposta nel brand. Dietro a un marchio c’è un sistema di valori, una promessa ma anche una garanzia di qualità. Questo è vero soprattutto per Damiani, che vanta una tradizione ormai centenaria e soprattutto con la terza generazione della famiglia fondatrice ancora al timone dell’azienda. Io e i miei fratelli garantiamo in prima persona, perché Damiani per noi non è solo un brand, ma è il nostro cognome e anche quello dei nostri figli.

Quali linee di prodotti state sviluppando e quali sono le più ricercate?

Da un lato stiamo sperimentando un crescente interesse per l’alta gioielleria, sinonimo di vera esclusività e massima qualità; dall’altro, nella fine jewelry –interamente realizzata a mano nei nostri laboratori di Valenza, con i più alti standard qualitativi – assistiamo a una richiesta sempre maggiore delle nostre collezioni più iconiche e riconoscibili: un esempio? I collier con croci della collezione “Belle Epoque”, ma anche i gioielli “Margherita” e “Mimosa” acquisiscono sempre più fascino nel tempo. Inoltre, sta rapidamente crescendo l’interesse mondiale per la nostra ultima collezione di fine jewelry, “Belle Epoque Reel”, pensata ad hoc per un pubblico più giovane e genderless. D’altronde, con la globalizzazione, i gusti del pubblico nelle varie aree del globo si assomigliano sempre di più.

L’online cresce dappertutto: in quest’ottica le boutique contano ancora molto?

Sì, le boutique e l’esperienza in-store costituiscono il fulcro della nostra attività. Nonostante stiamo investendo sempre più nei canali online, per i quali registriamo un trend di crescita costante, curare l’esperienza in negozio rimane di primaria importanza per i beni di lusso, specialmente per i gioielli. Nei negozi, i clienti non acquistano solo i prodotti, ma si immergono completamente nel mondo Damiani. Le boutique offrono un ambiente dove i clienti possono esperire e provare i preziosi, ricevere consulenza personalizzata e sentirsi rassicurati nelle scelte.

Ci si informa e si ricerca online, però poi l’acquisto si perfeziona spesso di persona, o per lo meno con una telefonata, evidenziando l’importanza del servizio personalizzato nel settore dell’Alta Gioielleria. In fondo, l’acquisto di un gioiello è un’esperienza emozionale che va oltre la semplice tecnologia, si basa sul rapporto umano e sulla fiducia.

Quali servizi dedicate ai clienti top?

Ci tengo a sottolineare che siamo molto attenti a tutti i nostri clienti, non solo ai vip. Molti dei nostri servizi premium sono pensati per tutti.

Uno è sicuramente l’assicurazione contro il furto per tutti i gioielli acquistati. Ma potrei fare altri esempi: penso però che quello che ci rende davvero speciali soprattutto con i clienti alto spendenti, sia il rapporto diretto che si può instaurare con noi che rappresentiamo la terza

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generazione Damiani. Io, Giorgio e Silvia conosciamo personalmente la maggior parte dei nostri top client, abbiamo un rapporto diretto con loro e le loro famiglie. Si fidano di noi, ci chiamano spesso direttamente per chiedere consigli sugli acquisti e quando vengono nel nostro showroom di Milano, qualcuno della famiglia li accoglie personalmente se può. Penso che rispetto a molti altri competitor, sia questo a fare la diffe-

renza e il successo della nostra azienda e del nostro modello di business.

Il lusso Made in Italy è sotto attacco da competitor più “giovani”?

Non mi piace pensare che siamo “sotto attacco”, la competizione è sempre una cosa positiva, spinge a far di più e meglio. Certo, è innegabile che il settore del lusso sia sottoposto a una crescente concorrenza a livello internazionale.

Tuttavia, penso che il Made in Italy, soprattutto in questo ambito, sia inscalfibile. Il patrimonio unico di artigianato, design, creatività combinata a tradizione, unicità, è ciò che i clienti del lusso vogliono, e proprio qui risiede il nostro valore aggiunto. Damiani continua a distinguersi non solo per la sua tradizione e la sua qualità, ma anche per la sua capacità di innovarsi.

Ci racconti dei 100 pezzi unici presentati in occasione della celebrazione dei cento anni di attività della Maison Damiani, in una mostra curata dalla prof. Alba Cappellieri e la cui prima tappa è

stata alle Gallerie d’Italia a Milano. Penso che il titolo della mostra sia particolarmente esplicativo del significato che ha per noi questa collezione. 100X100 Italiani: cento gioielli unici, interamente italiani, proprio come noi. L’italianità è una connotazione fondamentale perché racchiude molti valori in cui crediamo: sicuramente uno è il territorio, soprattutto con riferimento a Valenza, l’unico distretto orafo al mondo riconosciuto a livello internazionale, dove la famiglia Damiani ha radici sin dal 1600.

Ma italianità per noi significa anche famiglia, creatività, storia, passione. Tutti elementi che definiscono il DNA Damiani e che fanno da fil rouge della mostra. Gioielli particolari realizzati con pietre uniche, o con combinazioni uniche e irripetibili di gemme, frutto di una lunga e attenta selezione curata direttamente da mio fratello Giorgio col suo team. La mostra è rimasta aperta al pubblico presso Gallerie d’Italia, a Milano, fino al 28 aprile, ma poi viaggerà per il mondo, quindi, le occasioni per vederla non mancheranno.

33 INTERVISTE

CARTIER “LE VOYAGE RECOMMENCÉ III”

UN VIAGGIO POETICO ALLA SCOPERTA DI NUOVI ORIZZONTI

Le Voyage Recommencé III” di Cartier non è solo una collezione di Alta Gioielleria, ma un vero e proprio invito a scoprire nuovi orizzonti. Una trilogia epica che ci incita a salpare verso terre inesplorate, dove la creatività si dispiega in tutta la sua bellezza e originalità. Attraverso trenta creazioni uniche, Cartier celebra la bellezza del mondo in ogni sua forma. Dalle sfumature vibranti delle gemme alle delicate incisioni sui metalli preziosi, ciascun gioiello racconta una storia di scoperta e meraviglia. Ogni prezioso della collezione è un capolavoro di savoir-faire. I migliori artigiani di Cartier hanno impiegato il loro immenso talento e la loro rinomata abilità per creare gioielli di una bellezza e di una raffinatezza senza pari. Per celebrare il lancio della collezione, presentata a Parigi a fine gennaio 2024 nelle fastose sale dell’Hotel Ritz, Cartier ha creato un’esperienza immersiva che ci ha permesso di viaggiare virtualmente attraverso le diverse tappe di un esotico viaggio.

Da sempre la Maison Cartier nutre una passione vibrante per il mondo e le sue culture. Questo gusto per la scoperta fa parte del suo DNA. Jacqueline Karachi,

Direttrice Creativa dell’Alta Gioielleria della Maison, spiega: “È come un viaggio che si rinnova senza sosta, portandoci verso le fonti inesauribili dell’ispirazione di Cartier”. Un collier, dal nome misterioso Yfalos, trae ispirazione dal mare in una sorta di prolungamento del cielo rappresentato da due turchesi cabochon, uno azzurro e l’altro striato di venature oscure. La collana è completata da un insieme di sfere di corallo scanalato, turchesi e smeraldi che dialogano tra loro, evocando il mare e i suoi misteri.

La natura viene rappresentata in tutte le sue sfaccettature: dall’iperrealismo alla stilizzazione fino all’astrazione. In questo viaggio non poteva mancare la mitica pantera, un animale elegante e indo-

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Collier Yfalos
INSIDE JEWELRY

mabile, emblema della Maison, sin dalla sua prima apparizione nel 1914. Il Collier Panthère Confiante è un trionfo di dettagli e cromie che cattura l’essenza di questa fiera creatura, riproducendola fedelmente in ogni dettaglio.

Il felino tiene saldamente nelle sue zampe un peridoto cabochon di 26,52 carati ornato da quattro altri peridoti ottagonali. Intorno alla pantera si dispiega una cascata di sfere di corallo finemente costolate e punteggiate di nuovi peridoti. Perle di diamanti e onice, disposte con sapiente maestria evocano il mantello dell’animale, donando un tocco grafico e raffinato. Il trio cromatico verde-rosso-nero tipico di Cartier è reinterpretato con una ricchezza di volumi e texture. Questa collana non è solo un ornamento ma un vero e proprio racconto, fatto di audacia, fascino e savoir-faire.

Il mondo marino è rappresentato dall’anello Pileo, un riccio di mare interpretato da un diamante esagonale di 5,12 carati. La struttura del prezioso è disegnata intorno ai bordi della gemma per formare una sfera irta di diamanti taglio rosa e taglio brillante, impreziositi da borchie in oro bianco.

Geometria e contrasti sono due elementi che incarnano lo stile di Cartier. La collana Spina è un trionfo di linee spezzate, diamanti, zaffiri e trafori che si alternano a comporre il design abbagliante del collier. Al centro brilla un allineamento di due diamanti taglio cuscino e uno zaffiro di Ceylon da 29,16 carati, il cui scintillio si espande come un’onda marina. Il collier può trasformarsi in tiara.

La collezione “Le Voyage Recommencé III” è un’opera d’arte che lascia un’impronta indelebile. Un inno alla bellezza, alla scoperta e all’eterna poesia del viaggio.

35 INSIDE JEWELRY
Collier Panthère Confiante Anello Pileo

BOUCHERON HISTOIRE DE STYLE

“THE POWER OF COUTURE”

Claire Choisne, Direttrice Creativa della Maison Boucheron, trae ispirazione dagli abiti cerimoniali per la quarta edizione di Histoire de Style. La collezione “The Power of Couture” presenta 24 creazioni di Alta Gioielleria che reinterpretano con originalità le decorazioni tipiche delle uniformi, utilizzando cristallo di rocca e diamanti. “Fiocchi maglie, gros-grain, nappine e pizzi sono repertoriati abbondantemente nei nostri archivi”, spiega Choisne durante la presentazione alla stampa. “Per questa quarta edizione di Histoire de Style, volevo esplorare il tema della couture, ma senza sentimentalismi. Sono attributi di potere che ho voluto destrutturare in modo che potessero avere una nuova identità”. “The Power of Couture” punta sull’uniformità dei materiali: cristallo di rocca e diamanti, la cui monocromia rende le decorazioni leggiadre e morbide come il tessuto: “La difficoltà di questa collezione è stata quella di conferire le caratteristiche del tessuto a materiali rigidi come l’oro e le pietre”, puntualizza la direttrice, sottolineando l’approccio sartoriale. L’influenza della sartoria sulla Maison è profonda e di antica data. Louis Boucheron, il padre di Frédéric, fondatore del tempio del gioiello omonimo, era un mercante di tessuti nella Parigi di inizio Ottocento. Choisne si ispira a questa tradizione, destrutturando gli elementi di potere delle uniformi e conferendo loro una nuova identità. L’unione armoniosa di materiali differenti, quali il cristallo di rocca e i diamanti, rappresenta un’autentica sfida in cui, anche materiali rigidi come le pietre e l’oro, assumono le caratteristiche delicate del tessuto.

L’ORAFO ITALIANO
INSIDE JEWELRY

MEDAGLIE

Lasciamoci incantare da uno strabiliante collare, le cui mostrine riproducono la texture del gros-grain e culminano in 15 medaglie. La particolarità di questo collier consiste nella sua trasformabilità: le decorazioni, che ricordano le onorificenze militari, possono essere indossate anche come spille.

TRICOT

Una collana che reinterpreta il motivo a zig-zag dei maglioni, dando l’illusione di un prezioso intreccio lavorato a mano.

ÉPAULETTES

Spalline in oro bianco e diamanti che si trasformano in bracciali. Un diadema del 1902 ha ispirato il motivo a cascata di volute.

FIOCCO

Un collier con 435 baguette di cristallo di rocca satinato che può essere indossato in sei modi diversi. Il fiocco si trasforma anche in spilla, ornamento per la spalla o braccialetto.

COLLARE

Ispirato a una tiara di inizio XX secolo, il collare presenta un motivo a treccia in oro bianco, diamanti e cristallo di rocca.

AIGUILLETTE

L’aiguillette, cordone delle uniformi militari, diventa una collana multi-indossabile in oro bianco, cristallo di rocca e diamanti.

RICAMI

I ricami assumono la forma della felce, la pianta preferita di Frédéric Boucheron. Una tiara in oro bianco e diamanti con orecchini abbinati completa la parure.

Presentata a Parigi durante la settimana della Haute Couture a gennaio 2024 nell’elegante Maison Boucheron a Place Vendôme, la collezione “The Power of Couture” è frutto di originalità e innovazione. I gioielli sono versatili e unisex. Durante la nostra conversazione, Claire Choisne mi ha rivelato che il primo pezzo è stato acquistato proprio da un uomo.

37 INSIDE JEWELRY

“UN AIR DE CHAUMET”

La collezione d’Alta Gioielleria “Un Air de Chaumet” rappresenta un momento significativo nella lunga storia della Maison, che vanta più di 244 anni di prestigio. Viene svelata ai nostri occhi una capsule sospesa tra cielo e terra che cattura l’eleganza degli uccelli con grazia e audacia, dalle loro acrobazie in volo alle evoluzioni nel cielo. Ecco che gli ornamenti avvolgono il viso con la loro cre/ di Laura Astrologo Porché @journaldesbijoux

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ODE ALLA LEGGEREZZA: L’INCANTO
DI
INSIDE JEWELRY
Diadema trasformabile in platino, oro bianco e oro rosa, con incastonato un diamante a forma di pera da 2,30 carati e diamanti taglio brillante.

strazione della predilezione della Maison per la trasformabilità. La parure è completata da orecchini ultra-flessibili e spille di grande impatto.

Balletto aereo

Catturando in volo il balletto delle rondini, orecchini e ornamenti per capelli trasformabili in uno o due motivi portano all’apice l’arte del design. Complice della Maison sin dal XIX° secolo, il passerotto acquista un nuovo fascino, ricco di femminilità. Immersi nella natura, nove uccelli illuminano l’acconciatura con le loro piume di diamante, il loro becco e la loro coda in oro rosa lucido.

Volo

La leggerezza suggerisce la dolcezza di un battito d’ali che sfiora la chioma o

l’orecchio. Per questa terza parure, la virtuosità degli atelier di Place Vendôme 12 dà vita a un ornamento per la testa trasformabile in spilla che può essere suddiviso in due motivi, in cui la creazione si fonde con l’ascensione. I montaggi a grana filet e a squame sovrappongono delicatamente i diamanti. Ne risulta una struttura aerea dove le pietre sembrano essere in sospensione. Così si posa sulla chioma un piumaggio d’oro bianco che danza nell’aria, come se fosse portato dal vento. Con audacia, il movimento anima gli orecchini asimmetrici ornati di diamanti taglio poire.

Parata

Immerso nel suo splendore cangiante, l’uccello del paradiso sfila con grazia e fascino in questa parure composta da

una spilla e da orecchini asimmetrici. Questi ultimi uniscono l’audacia e il dinamismo caratteristici di Chaumet per sottolineare la modernità dello stile. Le spille e gli orecchini sono progettati per essere indossati sia singolarmente che in abbinamento, accendendo il viso con piume adornate da diamanti incastonati sia in oro bianco che in oro rosa guilloché, lavorati a mano.

Con questa capsule, Chaumet ha saputo catturare la leggiadria e la libertà delle creature che solcano i cieli. Ogni gioiello, come un’ala preziosa, evoca l’eleganza inarrestabile del volo, trasportando chi lo indossa verso l’infinito della bellezza e della grazia. Un incanto per gli occhi attraverso la magia eterea dei cieli.

39 INSIDE JEWELRY
Parure Volo oro bianco, diamanti taglio poire e brillante. Parure Parata, oro bianco e rosa con diamanti taglio poire e brillante.

DIOR DÉLICAT

INCANTEVOLE EQUILIBRIO TRA GEOMETRIA E ASIMMETRIA

/ di Laura Astrologo Porché @journaldesbijoux

INSIDE JEWELRY

Nella prestigiosa cornice della settimana della Haute Couture parigina, la Maison Dior, nel corso di un evento straordinario, ha presentato la sua nuova e coinvolgente collezione di Alta Gioielleria: Dior Délicat. La Direttrice Artistica Victoire de Castellane ci ha condotto in un viaggio senza tempo attraverso 79 gioielli unici, inclusi cinque magnifici anelli solitari che, ispirati al minuzioso lavoro di ricamo tipico degli abiti di alta sartoria, hanno catturato l’immaginazione di tutti gli appassionati di gioielli.

È stata un’odissea onirica in cui gli stessi gioielli sembravano prendere vita, imitando con maestria la delicatezza e la complessità dei ricami in un magico balletto di forme geometriche e affascinanti asimmetrie. Come se fossero abiti couture, questi gioielli si adattano alle curve del corpo in modo sublime, intrecciandosi e sovrapponendosi in un gioco di accostamenti e separazioni che, alternativamente, velano e svelano la pelle in modo irresistibile.

Le montature quasi invisibili creano l’illusione che le gemme –rubini, smeraldi, zaffiri blu, rubellite e tanzaniti – fluttuino liberamente, rivelando le loro tonalità attraverso composizioni intricate, che rappresentano l’eccellenza artigianale tanto cara a Monsieur Dior.

In un omaggio sottile ma significativo all’estroso gusto di Monsieur Dior per la natura e la botanica, alcuni pezzi, evocano elegantemente dettagli vegetali.

Un’ode all’eredità della Maison Dior e alla maestria dei suoi artigiani, tradotta in creazioni uniche esaltate dalle vibranti tonalità delle gemme che invitano a un’infinita varietà di abbinamenti.

Attraverso questa straordinaria esposizione di gioielli, si è celebrata la complessità e la versatilità della femminilità, che incarna al tempo stesso fragilità e potenza, grazia e determinazione.

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Collier diamanti bianchi e oro bianco. Collier oro bianco, diamanti, zaffiri e tormaline Paraiba. Collier oro bianco, diamanti, zaffiri e lacca blu. Bracciale in oro bianco e giallo, smeraldi e tzavoriti. Anello oro rosa, diamanti e rubellite.
INSIDE JEWELRY
Collier in oro bianco e giallo: diamanti, smeraldi e tzavoriti.

IL VIAGGIO NEL TEMPO DI

LOUIS VUITTON

/ di Laura Astrologo Porché @journaldesbijoux

“Deep Time Capitolo II”

LINSIDE

o scorso 23 gennaio 2023 durante la settimana parigina della Haute Couture, Louis Vuitton ha presentato la nuova collezione di Alta Gioielleria “Deep Time II” nella prestigiosa sede di Place Vendôme, alla presenza di Francesca Amfitheatrof, Direttrice Creativa per la Gioielleria e Orologeria. Mi sono trovata subito immersa in un’atmosfera surreale, in cui i 50 preziosi del nuovo capitolo erano abbinati a fossili e manufatti archeologici che illustravano mirabilmente il viaggio profondo dalla nascita del nostro pianeta sino alla creazione della vita. Una collezione dai toni epici che travalica i millenni: tutto cominciò in un’era in cui presero forma i due supercontinenti: Laurasia e Gondwana. Francesca Amfitheatrof ci accompagna nell’esplorazione, narrando una storia ancestrale scandita da pietre preziose inestimabili dal design inconfondibile di LV. “In questo secondo capitolo, prosegue la storia di questa collezione splendida e poetica, che simboleggia un viaggio dalla trama vasta e sorprendente.” Il collier a sette fili Laurasia è ornato da uno scintillante diamante giallo, mentre il potente gi-

rocollo Gondwana incarna la traiettoria orbitale della terra. L’epopea continua con Drift, ispirato ai cataclismi sismici e climatici, mentre Myriad celebra la divisione cellulare con motivi del DNA per creare gioielli ipnotici e sensuali. Simbiosi, un tema inedito, rende omaggio ai primi ecosistemi terrestri rendendo protagonisti gli spinelli viola e rosa pastello. La collezione continua celebrando i Fossili, le Piante, per arrivare a Skin (pelle) che trasforma le forme naturali in geometrie pure in oro rosa, messe in risalto da zaffiri Umba in tonalità uniche. Si prosegue con Bones (Ossa) e Seeds (Semi), che presentano perle naturali in omaggio alla vita e alla natura. Il primo capitolo di Deep Time culminava con un fiore prorompente fucsia e il medesimo tema Flower è la conclusione di questa nuova avventura: un tributo all’emblema di Louis Vuitton. Al termine di questa visita straordinaria, Amfitheatrof puntualizza: “Siamo degli esploratori in viaggio verso luoghi straordinari e inaspettati”. Una storia di pietre eccezionali che ci proiettano nel passato più remoto con uno slancio verso il futuro.

L’ORAFO ITALIANO
JEWELRY
Collier Simbiosi
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SPECIALE GEMME

Le gemme sono prodotto magico per l’oreficeria, animato da antiche dinastie gioielliere e da maison internazionali altrettanto storiche, così come da grandi brand globali. Ma anche da abilissimi “cacciatori” di pietre en solitaire, dal fiuto eccezionale. Sono gli attori di questa ribalta colorata e strabiliante che l’Orafo Italiano ha deciso di seguire da vicino con uno speciale, che rende il numero di maggio ancora più scintillante. Per prima cosa, abbiamo intervistato i protagonisti del settore: aziende italiane (e non solo) del distretto di Valenza, un comparto sempre più cruciale a livello mondiale. Dedicandogli pagine ariose e piene di curiosità, informazioni e, naturalmente, tempestate da pietre eccezionali. E non è tutto: a maggio si tiene anche l’edizione primaverile della più importante fiera europea di pietre preziose, GemGenève, e abbiamo sentito in anteprima gli organizzatori per conoscere le novità dell’anno, selezionando gli espositori più affascinanti. A proposito, a Ginevra ci saremo anche noi, perché vogliamo raccontare molte altre storie di questo mondo ricolmo di sogni, bellezza e valore.

HC Arnoldi è più di un semplice fornitore di pietre preziose, è un custode di desideri, una porta d’accesso a un mondo in cui il lusso può sognare. Al centro della filosofia della casa c’è l’impegno per una qualità senza compromessi. Ogni pietra preziosa, meticolosamente proveniente dagli angoli più remoti del pianeta testimonia la sorprendente arte della natura. Che si tratti dell’ipnotico scintillio di una tormalina o delle incantevoli sfumature di un raro zaffiro, ogni pietra della collezione emana un’aura di raffinatezza e misticismo. Nata nel 1919 e convogliata nella nuova veste societaria nel 2017, l’azienda è guidata da Hubert Arnoldi coi

società della famiglia, “GemHype”, specializzata nella vendita online.

Buongiorno Isaline Arnoldi, il core business di CHC Arnoldi è acquistare pietre grezze e tagliarle: da quando siete operativi nel nuovo assetto?

La nuova società è nata nel 2017, quando mio papà si è separato dal fratello con cui gestiva la storica azienda fondata nel 1919. In pochi anni abbiamo raddoppiato il fatturato e oggi contiamo più di 30 dipendenti.

Sappiamo però che non vi limitate a tagliare su commissione, amate ispirare i clienti. È vero, quando riceviamo un nuovo materiale spesso creiamo nuovi layout, dando vita a combinazioni diverse e a nuove forme: ad esempio, abbiamo appena dato vita a un set composto da crisoberillo e spinello grigio. E stiamo lavorando per realizzare collier come ispirazione per orafi e designer, e anche orecchini e bracciali. È un’attività in crescita.

Come funziona?

Non ci limitiamo a fare una collana, per esempio di acquamarina, e poi un’altra di morganite, ma cerchiamo di realizzare una serie completa. Quindi una collana della stessa forma, dimensione e stile e magari anche un bracciale.

Lei è la quarta generazione che entra in azienda, è impegnativo lavorare con la sua famiglia?

Siamo fortunati perché lavoriamo bene insieme: ognuno ha il suo spazio. Lui è fantastico a incoraggiarci e a sostenerci ma è vero che abbiamo anche discussioni come in tutte le famiglie. Mio padre, comunque è molto aperto alle nuove idee e credo che la combinazione di due generazioni, quando lavorano bene insieme, sia la cosa migliore perché anche noi abbiamo bisogno dell’esperienza dei nostri padri. E, soprattutto, nell’acquisto delle pietre grezze, sta insegnando tanto a mio fratello: senza il

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SPECIALE GEMME / HC ARNOLDI
/ di Michele Weiss

suo insegnamento non potremmo farcela, ma è vero che i tempi nuovi stanno arrivando e lui l’ha capito accettando, ad esempio, di aprire “Gemhype.com”.

Che ruolo occupa in azienda?

Il mondo è ormai digitale e dobbiamo lavorare anche in questo campo. Io mi occupo dei negozi online e di Gemhype.com, e sono responsabile dei nostri apprendisti. Quindi supervisiono tutti i giovani che iniziano a lavorare nella nostra azienda e apprendono a fare i tagliatori o a lavorare in ufficio.

Carl-Philip invece è più operativo?

Lui è responsabile dell’acquisto delle pietre grezze accanto a mio padre. E poi entrambi fanno parte del processo di lavorazione vero e proprio, quindi decidono quando e come una pietra grezza debba essere tagliata e ne decidono la forma. Lui ha imparato a tagliare le pietre preziose, quindi è ormai un professionista del taglio (segue il laboratorio di taglio della casa), e poi ha anche studiato business management per poter dirigere la società. Infine, è responsabile del team di vendita.

Prima parlavamo di “Gemhype.com”, una nuova azienda che si occupa di vendere pietre online: quanto è stato difficile realizzarla e come funziona?

La base è la mia tesi di laurea: ho intervistato molti orafi e gioiellieri, dai piccoli brand alle grandi case. Nelle interviste molti dicevano che fosse importante fare un sito di vendita e alla fine ci siamo convinti. È un canale importante, aperto 365 giorni all’anno 24/h ma non solo: è attivo anche come consulenza e per le informazioni sulle pietre. Sta funzionando bene, abbiamo messo insieme una banca immagini di alto livello e poi offriamo ai clienti la possibilità di ricevere le pietre in conto deposito, per testarle, con la possibilità di rimandarle indietro.

Com’è da voi l’equilibrio tra tecnologia e lavorazione artigianale?

In realtà noi tagliamo al 100% in modo artigianale, come 50 anni fa. Abbiamo un reparto che taglia con macchine supportate dalla tecnologia, ma è la persona che deve tagliare l’intera pietra e a decidere gli angoli con cui la macchina opera. Lo chiamiamo taglio supportato dalla tecnologia, ma è un lavoro artigianale perché fatto a mano. Le pietre tagliate sono di alta qualità e addestriamo i giovani a farlo, perché abbiamo bisogno di questo tipo di maestria, è uno dei nostri punti fermi.

E quindi, pensando ai vostri concorrenti, quali sono i punti di forza?

Siamo molto veloci, ma sempre con grande knowhow. Visto che abbiamo il nostro laboratorio qui a Oberstein, possiamo entrare in azione molto rapidamente. Quando c’è una consegna importante, siamo

in grado di farlo subito e poi contiamo sulla nostra qualità, decisamente alta.

Per quanto riguarda i vostri clienti, immaginiamo siano i grandi player dell’alta gioielleria, della Francia e della Svizzera. Lavoriamo per una clientela internazionale. Esportiamo per oltre il 90-95% della produzione e vendiamo a diverse gioiellerie in tutto il mondo, non solo d’Europa.

Pensando ai mercati, come vede il futuro e cosa sta cercando di fare per migliorare e ampliare la sua attività?

I tempi non sono facili a causa soprattutto del mercato in Asia, immenso e i cui tagli stanno migliorando. Dobbiamo fare uno sforzo per distinguerci con la nostra qualità, dobbiamo essere perfetti e veloci. Ma dobbiamo anche offrire un servizio su misura, in modo che i clienti ci inviino le loro richieste su come la pietra debba essere tagliata.

Si parla molto delle origini delle pietre nelle miniere. Sì, abbiamo una lunga storia in questo campo, con relazioni di lunga data con quasi tutti i fornitori. Mio padre ha rapporti stretti con loro e ha viaggiato molto in Africa per vedere come si svolge il lavoro lì e con le pietre, le miniere e i Paesi. Cerchiamo anche di comunicare in modo trasparente da dove provengono le pietre e soprattutto come vengono trattate. Anche con Gemhype.com.

SPECIALE GEMME

ALLA RICERCA DELLA PERFEZIONE

Azzurra Cesari, special project manager di Cesari&Rinaldi Gemmai, storica azienda specializzata nel taglio con sede a Rimini ma protagonista anche nel valenzano, spiega cosa serve per soddisfare gli standard dei maggiori produttori di gioielli internazionali.

Come è nata l’azienda?

Tutto è nato dalla passione per le cose preziose di mio padre, Paolo Cesari, e del suo socio Antonio Baletti. Una passione che negli anni si è concretizzata nell’azienda in termini sia di adeguatezza di servizi che di ricerca di qualità, per arrivare a quello che oggi è un customer service a tutto tondo.

Qual è il suo ruolo, di cosa si occupa e da quanto tempo?

Dalla mia entrata in azienda mi occupo di Masterpieces, pezzi unici di pregio destinati all’alta gioielleria. Il mio ruolo è affiancare il direttore creativo delle Maison nelle diverse fasi di sviluppo del gioiello: ricerca, proposta di nuove cromie e consulenza gemmologica.

Quante taglierie avete?

Una a Forlì e una a Valenza. Abbiamo mantenuto due tipologie di lavorazione diverse: a Valenza continuiamo lo sviluppo dell’alta gioielleria e del taglio su castone ad alta precisione, a Forlì abbiamo sviluppato internamente un’altra tecnologia, con cnc che ci consentono di tagliare forme con tolleranze dimensionali che rispettano, a livello di misure, +/- 0,03 mm: per quanto riguarda le produzioni di altissima qualità, oggi è una peculiarità importantissima.

L’eccellenza del prodotto finito è definita quindi dalla modalità di lavorazione e dalla selezione del prodotto d’origine?

Certamente, l’approccio è quello di una certa maniacalità nell’ambito della selezione qualitativa del prodotto e, a seguire, ovviamente anche la manifattura

stessa: il portare a misura” il pezzo è, come dire, una piccola, piacevole follia.

Qual è il vostro punto di forza?

Offriamo un’elevatissima customizzazione del prodotto (cioè adattiamo il prodotto alle esigenze del cliente) nell’ambito delle pietre di colore per l’alta gioielleria: eseguiamo determinati tipi di tagli su disegni dei nostri clienti più esigenti, rispettando margini molto rigidi grazie alla capacità tecnica conseguita negli anni con determinazione e impegno. Capacità che ci permette di rappresentare il miglior supporto alla filiera fornendo “pezzi unici”. Tra l’altro, questa attenzione e competenza riguardo ai pezzi unici da sempre contraddistingue ogni aspetto della pr duzione di Cesari & Rinaldi. Ne deriva che noi riusciamo anche a rispettare le richieste più specifiche nell’ambito del mercato del lusso e, in particolare, della produzione di determinati tipi di gemme.

Non solo pezzi unici, però, trattate e tagliate grandi quantitativi di pietre su commissione.

La ricerca della perfezione si articola in modi diversi. Se i pezzi unici serbano la magnificenza del pezzo singolo, quindi della rarità o della spettacolarità della singola pietra, anche quando si parla di grandi numeri, 35.000 pietre, serve un approccio qua itativo non inferiore, anzi: è un lavoro difficilissimo, a volte anche più complesso di quello sul pezzo singolo.

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SPECIALE GEMME / CESARI&RINALDI

Lavorate in modalità B2B con quali tipologie di clienti?

Lavoriamo con i tre gruppi più importanti del lusso internazionale, e con tutti i marchi più grandi presenti a Place Vendôme. Forniamo direttamente le pietre finite su commissione.

Che tipo di mercato è quello delle pietre colorate?

I marchi ad alto posizionamento continuano ad avere performance importanti, e richiedono un costante aumento di produzione. I piccoli soffrono perché per competere sul mercato globale occorrono grandi investimenti. E poi c’è una questione dovuta al quadro eopolitico. Come dicevo, c’è un’alta richiesta di qualità nel mondo delle pietre, e questo fa aumentare i prezzi perché la disponibilità è limitata.

Cosa serve per rispondere alle sfide più importanti? Occorre una grande capacità di approvvigionamento e continuare a investire nella qualità. Approvvigionamento di materiali grezzi di un certo tipo a cui deve seguire un’esecuzione impeccabile. Quindi bisogna lavorare su entrambi gli aspetti: complicato ma alla fine premiante.

La tecnologia è importante?

Sì, ma l’elemento umano resta fondamentale perché la tecnologia, perlomeno per come l’abbiamo sviluppata noi, è solo un supporto: le nostre maestranze restano insostituibili. La parola chiave è integrazione tra il lato tecnologico e quello umano, ci siamo riusciti con anni di sviluppo impegnativi.

Quanto conta l’italianità nel vostro know-how aziendale?

È sicuramente un aspetto importante, che ci viene riconosciuto ad esempio dai francesi, legato al nostro approccio e a una sensibilità al colore unica. Forniamo consulenza ai brand con cui sviluppiamo insieme quella nuance specifica che poi diviene iconica per lo sviluppo di una collezione. I clienti stranieri apprezzano la nostra affidabilità legata a questa sensibilità

cromatica che ci consente di toccare standard e numeri elevati senza rinunciare al particolare.

Le pietre “etiche” sono la chiave del futuro?

Mi è particolarmente al cuore la responsabilità sociale d’impresa. Sono membro del comitato etico di Assogemme, che si occupa di stilare un codice etico procedurale al fine di garantire l’intera filiera etica di produzione delle gemme, dal grezzo al prodotto finito, di cui fanno parte Kering (Pomellato e Gucci) e LVMH (Bulgari), e diversi attori fondamentali del settore. È un processo che richiederà tempo, ma, comporterà grandi cambiamenti, con la garanzia di pietre etiche conflict free e child labour free.

Per finire, dove sta andando questa antica professione?

Il gioiello, fin dall’antichità non si può definire tale se non si compone di oro e gemme. Al di là del valore economico racchiude un valore intangibile straordinario: ancora oggi è il frutto di mani sapienti che spingono il materiale al limite per ottenere l’eccellenza. È un valore imperituro: fondamentale quindi salvaguardare le competenze artigianali e assicurare che non si perdano nel tempo, credendo nei giovani e continuando a investire nel futuro.

Assogemme, al servizio della filiera

Assogemme, partner di CIBJO, The World Jewellery Confederation, è l’organizzazione nazionale italiana delle aziende della gioielleria che operano nell’ambito delle gemme di colore, pietre preziose, semipreziose e dure, diamanti e coralli. L’associazione promuove programmi educativi relativi alla responsabilità sociale d’impresa (CSR) e alla sostenibilità all’interno della filiera dei metalli e pietre preziose, e della gioielleria. Tra i suoi task, la ricerca e formazione delle nuove generazioni di maestri orafi in collaborazione con la fondazione Mani Intelligenti di Valenza, tra gli enti con cui collabora anche Vicenzaoro, con cui organizza talk a supporto della cultura gemmologica e del know-how italiano nel sistema gioiello. Al suo interno è nato il “Comitato Etico delle pietre di colore”, con presidente Guido Grassi Damiani e a cui partecipano brand come Buccellati, Bvlgari, Damiani, Gucci, Pomellato, Dolce e Gabbana, Alberta Ferretti, Pasquale Bruni, Crivelli e Boucheron; insieme a una rappresentanza di operatori italiani coinvolta nella manifattura del gioiello, di commercianti dei prodotti finiti, di taglierie e di operatori addetti all’approvvigionamento dei materiali grezzi, e di esperti gemmologi.

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SPECIALE GEMME

40 ANNI DI PASSIONE PER LE GEMME

/ di Gianfilippo Versari

Fondata nel 1985 da Vittorio Ummarino e Paride Bolognini, Oxygène si è evoluta nel tempo diventando un punto di riferimento nel mercato delle perle. L’azienda ha saputo adattarsi alle nuove tendenze e alle sfide della globalizzazione, offrendo prodotti di alta qualità e un servizio impeccabile.

Acquemarine, rubini, zaffiri, smeraldi, topazi, opali, ambre e pietre sintetiche di ogni forma, gradazione e colore. Sono solo alcuni esempi della grande varietà di gemme che ogni giorno Oxygène propone alla clientela da quasi quarant’anni. Dietro l’azienda, che ha sede a San Marino dal 2006, i due soci, Vittorio Ummarino e Paride Bolognini, commercializzano principalmente perle, pietre naturali e sintetiche, oltre a una linea di prodotti finiti destinati alla vendita in gioielleria. “Abbiamo maturato la nostra esperienza lavorativa in Italia con altre realtà, ma dal 1985 le nostre forze si sono unite in Oxygène per intraprendere il commercio di perle e pietre. Il momento era il più favorevole per questo settore: gli anni 80-90”, racconta Ummarino. “Ci rivolgiamo a produttori orafi per lo più italiani. Vendiamo principalmente perle Akoya, Australia, Tahiti e Fresh Water in varie forme e con un’incredibile varietà di colori e dimensioni. I materiali sono importati direttamente dal Giappone, Australia e Cina e commercializzati attraverso il nostro brand dedicato Shinju”. L’azienda si è evoluta nel tempo diventando sempre più importante principalmente nel mercato delle perle. “Negli anni, la nostra flessibilità ci ha permesso di resistere alle tante fluttuazioni del mercato. Attraverso una ricercata strategia commerciale siamo riusciti a ottenere la fidelizzazione di molti clienti, che seguiamo da tantissimi anni. La nostra professionalità, favorita dalla qualità dei nostri prodotti, requisiti imprescindibili, è divenuta indiscussa e nel tempo stesso premiante. Sebbene il momento attuale non sia facile, dal piccolo al grande brand, dalla piccola alla grande richiesta, cerchiamo di soddisfare tutto nella maniera più veloce possibile senza mai mettere da parte la qualità”.

Con un occhio sempre attento ai cambiamenti del mercato, Oxygène ha via via definito una variegata offerta che include anche le gemme sintetiche: una vasta selezione di zirconia cubica, pietre e diamanti di laboratorio che vanno ad affiancarsi a quelli naturali.

Una gamma ampia consente, da un lato, di risentire meno dei cali della domanda di alcuni prodotti dovuti anche ai trend della moda: le perle, infatti, sembrano non essere più richieste

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SPECIALE GEMME / OXYGÈNE
L’ORAFO ITALIANO

come un tempo, soprattutto dalle nuove generazioni, i Millennial e la Gen-Z. “Difficile immaginare una giovane cliente che entra in un negozio alla ricerca di un filo di perle”, argomenta Ummarino. Dall’altro lato, la possibilità di offrire anche prodotti, come le pietre di sintesi, rivolti a brand di gioielleria che cercano di raggiungere un livello minimo di “sostenibilità”. Fondamentale per il continuo successo di Oxygène sono i canali di acquisto dei materiali aperti nel corso degli anni e in maniera esclusiva, principalmente grazie all’attività sul campo di Paride Bolognini, che permettono all’azienda di arrivare ad accaparrarsi prodotti di qualità eccelsa e corredati da una filiera di approvvigionamento ben certificata e tracciata, come richiesto ormai da tutti i marchi di gioielleria. “Collaboriamo solo con fornitori competenti e certificati: aziende con una lunga esperienza e in grado di valorizzare al meglio le caratteristiche delle nostre materie prime, e offrire alla clientela prodotti di alta qualità”, è il mantra di Vittorio Ummarino. “Ultimamente la domanda si concentra principalmente sulle perle di provenienza australiana e giapponese, ma le richieste particolari sono sempre dietro l’angolo perché i brand si fanno sempre più esigenti. Tuttavia, cerchiamo di avvalerci dei nostri fornitori, i più importanti sul mercato, per andare incontro a qualsiasi richiesta cercando sempre di accontentarla”, continua. “Stessa cosa per le certificazioni: i marchi di gioielleria nostri clienti vogliono conos cere la provenienza del prodotto, la sua natura e la sua filiera; e sebbene molte volte sia ostico reperire informazioni soprattutto in paesi come Cina e India, stiamo cercando di seguire una regolamentazione che ci consenta di dare documentazioni accurate sulla provenienza di ogni pietra.” Accanto all’attività di vendita di perle e gemme, che coinvolge oggi an che figli e figlie dei due soci, si affianca una linea di gioielli a marchio Oxygéne che mixa colori, stili e ten denze, con creatività e originalità; il tutto attraverso la combinazione tra metalli nobili e le infinite nuance di pietre e perle. Conclude Ummarino: “L’obiettivo è dare forma a idee innovative e alla moda in grado di soddisfare le richieste di una bellezza unica, vivida e in continua evoluzione”.

VALENTINI 1927: UN INTRECCIO DI FILI INVISIBILI

/ di Gianfilippo Versari

Quattro generazioni legate dalla passione verso le pietre colorate: zaffiri, smeraldi e rubini. Con la forza delle relazioni umane alla base di un business di successo.

Valentini 1927 si pone in controcorrente rispetto all’epoca digitale, basando la strategia su rapporti consolidati in anni di attività, e scegliendo una presenza online limitata a una pagina Instagram dal profilo chiuso: “Siamo una famiglia storica nel mondo delle gemme”, esordisce Paolo Valentini, rappresentante della terza generazione alla guida dell’azienda valenzana, affermata grossista nel settore delle pietre preziose colorate. Riavvolge il nastro fino al lontano 1927, quando suo nonno Giuseppe avviò l’attività a Roma, basando la sua licenza sulle competenze acquisite ad Anversa nel taglio dei diamanti. La Seconda guerra mondiale porta il figlio Mario in Africa, dove, dopo la cattura da parte dell’esercito inglese, viene deportato in India. Solo dopo la liberazione torna a Roma e acquisisce la rappresentanza di Baume & Mercier, ma la sua meta è l’India, dove si reca in au-

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SPECIALE GEMME / VALENTINI 1927

tomobile per acquistare le prime pietre, permettendo così alla sua attività di “pietraio” di rifiorire. In seguito, trasferisce l’azienda a Valenza, aprendo un ufficio negli anni ‘60, ma nel 1973, la sua prematura scomparsa impone a Paolo, all’epoca studente universitario e figlio unico, di prendere le redini dell’azienda. Pur non essendo estraneo all’attività di famiglia, Paolo si appassiona pienamente alle pietre preziose e continua con impegno la missione di Valentini 1927, cominciando a viaggiare nei luoghi di approvvigionamento. La passione per le gemme e per la sua professione, unita a un forte spirito di associazionismo lo portano nel corso degli anni a ricoprire diverse cariche istituzionali, tra cui la presidenza dell’International Colored Gemstone Association (ICA), dal ‘95 al ‘99, e del Gemmologico Italiano (IGI), dal 2005 al 2017. Ma è anche presidente della Federazione Nazionale dei Commercianti in Diamanti, Pietre Preziose e Lapidari (Federpietre), e consigliere dell’Associazione Orafa Valenzana fino al suo assorbimento da parte di Confindustria. Oggi, Paolo Valentini, insieme al supporto trentennale della moglie Cristiana e al figlio Brando, quarta generazione che ha portato nuove idee e linfa nella Valentini 1927, continua la sua attività di grossista di pietre preziose, selezionando le migliori in un vasto range, che va dalle misure infinitesimali fino a pietre importanti, sia per dimensione che per valore. Le variazioni di colore sono infinite, comprendendo tutte le sfumature e gradazioni possibili per accontentare una clientela sempre più esigente. “Il mercato delle pietre preziose colorate è completamente diverso da quello dei diamanti. È un mondo che vive di vita propria, è difficile fare previsioni.” Oggi, la qualità è un requisito essenziale, in più ora è sempre più accompagnata da certificazioni e protocolli che attestano per ogni gemma la provenienza e il rispetto di regole etiche e sostenibili in tutta la filiera. “Valenza ha la necessità di distinguersi per la qualità”, afferma Paolo Valentini senza esitazione. “La moda guida il mercato, è imprevedibile. Cambiano di gusti, su determinate pietre, colori e sui tagli richiesti dai brand committenti e non solo, ma a volte ritornano anche i grandi classici. il problema che oggigiorno ci troviamo ad affrontare è la scarsità di materiale

di qualità, e di conseguenza la variabile prezzo è determinante”. “Il modo di lavorare oggi è cambiato”, continua Valentini con un po’ di nostalgia, pronto a saltare sull’ennesimo aereo. “Non erano molti quelli che viaggiavano per il mondo alla ricerca delle pietre migliori, ma quei lunghi viaggi con scali interminabili permettevano d’instaurare rapporti che ancora oggi durano. Questa è l’eredità più importante, per la quale non esiste prezzo: relazioni fidate con persone di spessore, basate sulla parola e sulla stretta di mano”.

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SPECIALE GEMME

CACCIATORI DI TESORI

Petramundi è un’azienda B2B di Valenza specializzata nel commercio e nella lavorazione di gemme e pietre rare. Guidata dall’AD Rocco Gay insieme ai fratelli Pietro e Tommaso, la sua crescita riflette quella del distretto valenzano, area di eccellenza italiana nella manifattura di gioielli colorati, sempre più ricercata anche dai colossi internazionali.

Dott. Gay, la vostra famiglia lavora con le pietre da quattro generazioni ma non siete tra i fondatori del distretto valenzano.

Siamo torinesi trasferiti a Valenza nel 2008: a dirigere l’azienda, fondata nel 1930 per commerciare diamanti, oggi siamo io e i miei fratelli, Tommaso e Pietro. L’interesse per le pietre colorate della famiglia risale agli anni Sessanta, ma il lavoro coi grezzi l’abbiamo avviato noi, iniziando a fornirli alle taglierie, che sono una quindicina in Italia, quasi tutte a Valenza.

In cosa consiste il vostro core business?

Siamo sia commercianti che produttori, custodiamo e lavoriamo una notevole varietà di gemme. In passato eravamo solo rivenditori e avevamo una piccola taglieria a Bangkok, poi abbiamo visto che le condizioni di mercato erano favorevoli e abbiamo cominciato a trasformare il grezzo: il business si è ingrandito rapidamente, e dopo le prime due o tre piccole taglierie abbiamo aperto questa più grande a Valenza. E con 38 addetti, da ultimi arrivati siamo diventati la taglieria più rilevante del distretto.

Come avete costruito il vostro stock gemmologico?

Ci vuole un know-how specifico. Vengo da studi di gemmologia che mi hanno portato ad aprire un laboratorio a Torino affiancando mio papà, commerciante di diamanti. Ho cominciato a viaggiare con lui e negli anni abbiamo comprato una grande quantità di pietre, anche rare, come gli spodumeni o le “pietre di luna” oltre alle ambite tormaline. Abbiamo uno stock molto vasto con anche gemme che ora non vanno più di moda ma che restano importanti, come il granato e molte altre pietre rare che lavoriamo su ordinazione.

Quali sono i vostri clienti principali?

Lavoriamo in modalità B2B con tutti i top player mondiali e in particolare con i grandi gruppi francesi, anche se qui nel valenzano è Bulgari il referente principale di tutte le taglierie: è la più grande fabbrica di manifattura orafa del mondo, con centinaia di fornitori esterni. Quello che vediamo a livello di tendenza è che Valenza sta diventando sempre più attraente anche per i colossi esteri.

Come mai?

Il primo motivo è che le aziende locali, meno care, si stanno strutturando per poter rispondere agli standard qualitativi e quantitativi richiesti dai francesi, ma il secondo e principale motivo è che stanno pensando di far produrre gioielleria da noi: essendoci già le pietre, la logistica ci avvantaggia e quindi diventa più conveniente importare il gioiello finito.

Quali pietre colorate vanno di più nel mercato?

Contrariamente a ciò che si pensa, non si cercano le pietre rare ma quelle che offrono un’omogeneità di colore e che sono reperibili in quantità. Un singolo

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SPECIALE GEMME / PETRAMUNDI

grande rivenditore, ad esempio, può aver bisogno di oltre centomila sassi all’anno: per questo servono grezzi che siano tutti “uguali”. Dei nomi? Madreperla, Onice, Corniola, Agate di vari colori e Malachite sono i più comuni, a seguire Calcedonio rosa e azzurro, Opale rosa, Lapis e Turchese.

Come funziona il processo produttivo?

Le pietre vengono presagomate dalle macchine a controllo numerico o dalle frese computerizzate dove ricevono una forma semidefinitiva, poi interviene il maestro tagliatore con le sue mani sapienti a terminare il lavoro: questa fase artigianale produce l’eccellenza dei prodotti. La pietra viene lucidata e tagliata insieme al metallo in modo da creare un tutt’uno.

Che fase sta vivendo il mercato?

È saturo, il sentiment per il 2024 è di un calo di vendite ma non di prezzo. In questo scenario i grandi gruppi come LVMH, Richmond e Kering dominano battagliandosi le quote importanti a danno dei piccoli. Per noi tagliatori e fornitori però la domanda dovrebbe aumentare nei prossimi anni. Per questo cerchiamo di rispondere aggressivamente, investendo.

Come si tracciano le pietre per una filiera equa e sostenibile?

Abbiamo un codice etico rigoroso e stiamo cercando di trovare un sistema per inscrivere un codice univoco sulle pietre col laser anche se è un procedimento complesso. A livello di approvvigionamento siamo certificati RJC (Responsible Jewelry Council), e ci impegniamo a certificare a nostra volta i fornitori in base alle informazioni che riusciamo a ottenere sulla provenienza, ma una tracciabilità totale oggi è impossibile, la galassia delle miniere, che sono in gran parte in Africa (Nigeria, Mozambico, Congo e Madagascar), è troppo articolata per tutte le diverse pietre.

In quali fiere di settore siete presenti?

Prima andavamo alle maggiori esposizioni internazionali, ma in quanto produttori abbiamo visto che non serviva: oggi siamo solo alle due edizioni di Vicenza Oro. La novità è il “Valenza Gem Forum” (la seconda edizione si è tenuta il 10 ottobre), organizzato in partnership con IEG dalla Fondazione Mani Intelligenti e dal Gruppo Aov di Confindustria Alessandria, presieduto da Alessia Crivelli e del cui board direttivo sono membro: dovrebbe diventare l’evento istituzionale di riferimento delle gemme in Italia.

Lei è anche vicepresidente dell’ICA, l’International Colored Gemstones Association, l’unica associazione internazionale delle gemme di colore. Sì, è fondata nel 1984 e oggi appresenta oltre 800 as-

sociati principalmente minatori, tagliatori e commercianti di oltre 50 paesi. Tra gli obiettivi raggiunti c’è anche un sistema di certificazione AEM - Accredited Ethical Member: chi ne entra in possesso aderisce a pratiche commerciali volte a garantire un approvvigionamento e commercio responsabili.

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SPECIALE GEMME

MAESTRI DEL CORALLO TRA PASSATO E FUTURO

/ di Gianfilippo Versari

1894, a Torre del Greco un giovane Basilio Liverino, appena sedicenne, inizia a incidere cammei in corallo. È l’alba di una saga artigiana che, di generazione in generazione, porterà il nome Liverino alla fama mondiale.

Un importante cliente tedesco e l’investimento in una barca “corallina” danno la spinta, alla fine dell’Ottocento, all’attività di Basilio Liverino, dedita alla lavorazione e commercializzazione del corallo. Si deve tuttavia al figlio Vincenzo il posizionamento tra le aziende medie partenopee, ma un successivo pieno sviluppo e l’internazionalizzazione avvengono grazie all’attività del figlio Basilio, insieme ai fratelli, alla morte del padre. Sulle rovine di Torre del Greco, nel dopoguerra, trovano il modo di ricostruire l’azienda con un approccio organizzato, ispirato agli standard svizzeri, focalizzandosi sulla documentazione, certificazione e archiviazione. Vista la grande richiesta di corallo rosa in Germania, il primo Basilio era arrivato in nave in Giappone instaurando, già allora, rapporti con grandi marchi, tra i quali Bulgari, come testimoniano alcune fatture datate 1917. Al secondo Basilio si deve invece la creazione del “Museo del Corallo – Collezione Liverino”, una collezione di oggetti raccolti già dal 1934, tra cui un vecchio cameo acquistato a Venezia. Nel 1986 era emersa la necessità di mettere in sicurezza

il corallo grezzo, e dallo scavo nella roccia vulcanica per ricavare il caveau nacque contestualmente l’idea del museo, che oggi raccoglie più di mille pezzi divisi in otto sezioni. “Per il visitatore che accede alla prima sezione ci sono tutte le 8 specie di coralli preziosi, poi anche alcuni campioni di coralli di barriera e comuni per dare una panoramica sul materiale, sebbene noi non li trattiamo”, spiega Enzo Liverino, classe 1952 e quarta generazione alla guida dell’azienda. “Le specie di corallo sono oltre 7.500 e soltanto otto, quelle di profondità, sono lavorabili.”

“Ho avuto sempre la passione del corallo e del laboratorio, alle scuole medie dopo aver finito i compiti e giocato un po’, andavo a imparare dagli operai che mi spiegavano i loro piccoli segreti, passandomi questa passione del taglio del corallo che ancora oggi coltivo”, continua, “quando mi iscrissi all’università, mio padre mi mandò in Giappone a trattare corallo in quantità, viste le grandi richieste che provenivano dall’Arabia Saudita, e mi portavo i libri di economia in viaggio”. L’azienda Enzo Liverino è ormai giunta alla

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SPECIALE GEMME / LIVERINO 1894

quinta generazione, un’istituzione nel campo della produzione artigianale di fili, opere e prodotti semilavorati in corallo (mediterraneo, moro, cerasuolo, e altro), che vengono poi assemblati dai grandi marchi di gioielleria nel prodotto finito. Le richieste sono sempre più importanti ed esigenti da parte di questi top brand, che sanno di trovare nell’azienda di Torre del Greco credenziali anche di responsabilità sociale, etica e di sostenibilità, da sempre loro prerogativa. Nel tempo, la Enzo Liverino ha collezionato in materia una lista interminabile di certificazioni e riconoscimenti a livello italiano e internazionale, come quella del Carbon Expert, HKGMA – Hong Kong Gemstone Manufacturers’ Association e ICA – International Colored Gemstone Association, per menzionarne alcune. “Visto che il corallo viene lavorato con l’aiuto dell’acqua, che deve raffreddare durante le fasi di taglio e abrasione, viene filtrata: raccogliamo il carbonato di calcio migliore che doniamo alle case farmaceutiche per la produzione di medicinali,” spiega Enzo Liverino. Il corallo è apprezzato ovunque, accompagna l’uomo da millenni. I mercati sono molteplici, l’America in testa, sebbene sempre con andamento altalenante soprattutto per quel che riguarda i prodotti medi; quelli di alta gamma non sembrano sentire crisi. Alcuni mercati soffrono delle difficoltà e restrizioni all’acquisto, altri sono chiusi come la Russia e la Cina, sebbene quest’ultima ultimamente sembra dare segnali di riapertura. Sul lato approvvigionamento dipende sempre dal mercato: negli ultimi anni la richiesta è stata incentrata sul corallo Mediterraneo, più facile da commercializzare di quello asiatico, perché libero da certificato Cites, da certificati di origine e facile per la circolazione.

Enzo Liverino ora è affiancato dai suoi due figli, e può dedicarsi alle sue passioni: mettere le sue conoscenze al servizio dell’arte, grazie alla collaborazione, ormai storica, con Jan Fabre, famoso artista contemporaneo che, da anni crea opere in corallo; e dell’educational con progetti che coinvolgono l’organizzazione CIBJO – The World Jewellery Confederation voluta delle Nazioni Unite. Una vocazione, quella di Enzo Liverino, che si esprime nel restituire ai giovani la conoscenza appresa negli anni. E, dall’altro, nella donazione di diverse opere in corallo create con lo stesso Fabre a diverse e famose strutture partenopee: come le quattro offerte al Pio Monte della Misericordia, e il pannello della Sagrestia della Cappella del Tesoro di San Gennaro a Napoli.

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SPECIALE GEMME

GEMGENEVE: PIATTAFORMA “SARTORIALE” PER LA JEWELRY COMMUNITY

La città di Ginevra accoglie l’ottava edizione di una manifestazione che, in pochi anni è diventata un punto di riferimento internazionale per la comunità che ruota intorno ai preziosi. Attenzione però, GemGenève, in programma al Palexpo dal 9 al 12 maggio, è qualcosa di più di una fiera in cui trovare il meglio in termini di pietre colorate e gioielli raffinatissimi. Come sottolinea Ronny Totah, cofondatore della kermesse, “è un evento in cui viene dato grande rilievo a cultura, giovani, formazione e trasmissione del knowhow e della passione per i mestieri d’arte legati all’Alta Gioielleria”. Offrendo una panoramica a 360 gradi sulla creazione gioielliera di ieri e di oggi, in meno di cinque anni GemGenève è diventata un appuntamento internazionale imperdibile. Una vera piattaforma taylor-made di contenuti per gli oltre duecento selezionatissimi espositori e il pubblico, che non è formato solo dai top buyer e commercianti mondiali, ma anche da “quelli che vogliono restare affascinati dalla magia del nostro mondo”, spiega l’altro cofondatore, Thomas Faerber. Nel menù, concorsi e vetrine per nuovi designer, premi e laboratori in collaborazi-

one con le migliori scuole di gioielleria europee. Un meeting place di eccellenza per dare visibilità a tutte le forme d’arte e a tutti i mestieri del gioiello. In un’intervista esclusiva, Faeber e Totah spiegano i segreti del format di successo di GemGenève ai lettori dell’Orafo Italiano.

Qual è la visione di GemGenève e come si differenzia dalle altre fiere di settore?

Faerber: Dal 1973 giro il mondo per visitare le fiere di gioielleria e credo che la differenza principale sia che GemGenève è fatta dagli espositori per gli espositori. Siamo espositori anche noi (presenti con la Faerber-Collection) e pensiamo davvero di sapere cosa vogliono i nostri espositori in termini di layout, servizi, illuminazione e altro. Abbiamo cercato di realizzare qualcosa di diverso da una semplice fiera e la gente sembra soddisfatta.

Totah: Da esibitori (anche lui è presente con Horovitz & Totah SA), la nostra visione è stata quella di costruire una piattaforma per persone che capiscono il commercio, e sappiamo esattamente cosa la gente non vuole; in secondo luogo, l’intento è stato quello di non mettere solo il business al centro: abbiamo pensato a qualcosa di speciale, su misura per i visitatori, con tanti spunti diversi, tra cui ad esempio la promozione di nuovi designer, il lancio di mostre e iniziative culturali (sono davvero ricchissimi i contenuti didattici dell’evento, Ndr), tutti valori aggiunti per i commercianti.

In pratica, possiamo dire che avete fondato una comunità: da dove vengono gli espositori?

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SPECIALE GEMME / GEMGENÈVE

Faerber: In realtà la comunità preesisteva, ma non aveva un luogo dove riunirsi e incontrarsi. Come nelle edizioni precedenti, gli espositori americani faranno la parte del leone: da soli rappresentano un quinto dei partecipanti. I paesi rappresentati sono in tutto 21: gli svizzeri occupano la seconda posizione, seguiti da Hong Kong, Germania, Belgio, Thailandia e Israele. Alcune case arrivano da Giappone, Brasile e Australia.

Questa è l’ottava edizione di GemGenève, quali sono i progetti per il futuro?

Faerber: vogliamo continuare a maggio, questo è quello che ci chiedono i buyer e gli espositori, anche perché in questo periodo Ginevra è un luogo di incontro di alto livello, con altri appuntamenti importanti in calendario. Penso che la città e la comunità internazionale siano entrambi felici di questo evento.

Totah: il prossimo futuro è ancora da decidere, aspettiamo di capire dalle case e dai buyer le loro esigenze, e nel caso annunciare l’edizione di novembre 2024. Invece, per l’edizione primaverile del 2025 stiamo riflettendo se aumentare leggermente la capienza. Inoltre, ci stanno chiedendo anche di organizzare qualcosa fuori sede, vediamo se ci sarà la possibilità. Siamo sempre all’ascolto della nostra comunità per capire come realizzare una fiera perfetta.

Quali sono le cose più interessanti per i visitatori?

Faerber: I visitatori business sperano di trovare pietre incredibili, come topazi e tormaline ad esempio. Il pubblico normale viene per scoprire il nostro mondo. Ma anche la famiglia dei media e dei giornalisti è importante perché è quella che sa raccontare le nostre storie.

Totah: GemGenève non è solo business, accorrono anche molti visitatori per conoscere le pietre. L’altro scopo è quindi quello di educare. Per questo ci sono tante conferenze e invitiamo le scuole a mostrare come i ragazzi possano intraprendere con passione la carriera dei “Metiers d’Art”: è un evento a 360 gradi e non solo un evento commerciale, per assaporare i valori della comunità.

Parliamo di mercato: quale evoluzione vedete in termini di domanda e quali aree geografiche stanno emergendo?

Faerber: Il business al momento si basa su una spiccata varietà, parlo anche per la mia azienda. Proponiamo anche diamanti particolari colorati, e una sezione dedicate ai gioielli antichi, molto amati. A livello di pietre, lo zaffiro del Kashmir è molto richiesto, e poi c’è una forte domanda per gli smeraldi, di cui c’è

scarsità. Anche i rubini di qualità eccellente sono difficili da reperire.

Totah: Le tendenze geografiche indicano che l’Estremo Oriente sta raggiungendo un picco, gli Stati Uniti tengono, mentre l’Europa è più debole – per quanto riguarda le pietre, confermo l’attenzione per lo zaffiro del Kashmir, molto popolare all’ultima fiera di Hong Kong. È una pietra bellissima ma purtroppo viene usata anche per scopi meno nobili, per convertire grandi quantitativi di soldi in “volumi minori”. Quindi occorre prudenza, è un trend ma forse di breve durata. E poi c’è la crescita dei gioielli di design: nell’edizione di novembre ’23 nell’area dedicata in fiera c’era un fermento incredibile, con attenzione per i nuovi designer giovani.

Per finire, si parla ormai abitualmente di sostenibilità nel mercato dei preziosi, è il futuro?

Faerber: È molto importante e lo diventerà sempre di più: occorre adattarsi e essere consapevoli che le nuove generazioni hanno altri criteri di scelta. La sostenibilità della filiera oggi è una questione cruciale: i produttori di diamanti e pietre colorate devono essere in grado di informare i clienti sulla “pulizia” e l’origine delle loro pietre.

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SPECIALE GEMME

PIETRE RARE IN FIERA, ATTRAZIONE FATALE

KREIS JEWELLERY

Kreis Jewellery è un’azienda a conduzione familiare specializzata nel mercato delle gemme e con base a Niederwörresbach, in Germania. “Oltre a recarci direttamente nelle miniere, tagliamo noi stessi le gemme e creiamo i gioielli internamente, grazie ai due esperti gemmologi in famiglia, ma soprattutto grazie a una vasta esperienza nel settore, che si estende per diverse generazioni”, spiega uno dei titolari, Carsten Kreis. “Il valore aggiunto? Ci consideriamo partner dei nostri clienti, fornendo loro le stesse informazioni e la stessa integrità che vorremmo vedere se i ruoli fossero invertiti, inoltre, ci piace costruire relazioni che durano generazioni”.

La famiglia Henn vanta una solida reputazione internazionale per le gemme colorate rare, frutto di una vocazione rimasta integra attraverso quattro generazioni. “Oltre a trattare gemme e minerali di qualità superlativa e museale, abbiamo riconoscimenti anche per i nostri eccezionali oggetti d’arte, unici nel loro genere”, spiega Axel Henn. Il terzo filone dell’attività è Henn of London, brand che crea gioielli su misura. Le collezioni Henn, che nascono negli atelier e laboratori in Germania e Regno Unito, si rivolgono a clienti che apprezzano la rarità, la preziosità e il valore estetico di gemme eccezionali, abbinate ai più alti standard artigianali. Oggi questa passione unisce due generazioni in tutta Europa, con Henn of London nel Regno Unito e Henn a Idar-Oberstein, in Germania.

NOMAD’S

Come dice il nome, Nomad’s è un sodalizio di artigiani tagliatori “cittadini del mondo”: scovare superbe gemme nelle miniere del globo e portarle da lavorare nei laboratori è una filosofia di vita che ambisce a unire costellazioni diverse. “Compriamo dai minatori della savana o del deserto, e vendiamo ai gioiellieri più raffinati dell’alta società di Place Vendôme e della Fifth Avenue. Trovare una comprensione comune e costruire amicizie ovunque è una superba avventura”. Per loro, trattare le pietre colorate non è solo un business: “Lo riteniamo anche un viaggio interiore di crescita personale in termini di conoscenza, comprensione e competenza”.

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SPECIALE GEMME / GEMGENÈVE

EMIL WEIS OPALS

Emil Weis Opals si proietta nel passato attraverso tre generazioni e più di cento anni di tradizione nella lavorazione delle pietre colorate. Partnership consolidate nel settore minerario in Australia e Messico garantiscono la costante fornitura di materiale d’alta qualità: la missione è fornire ai clienti gli opali più belli a prezzi sostenibili. Vero specialista in materia, Emil Weis Opals offre una vasta gamma di opali, tra cui l’opale di fuoco messicano in tagli cabochon e sfaccettati; l’opale nero australiano, Boulder, Cristallo e l’opale chiaro in forma cabochon; gli opali rari con giochi di colore; l’opale rosa e l’opale blu, provenienti da località esotiche del mondo.

Vlad Yavorskyy si definisce un amante delle gemme. Per tutta la vita ha viaggiato per il mondo alla ricerca degli esemplari più rari e spettacolari. Profondo conoscitore delle pietre preziose, Vlad Yavorskyy lavora tra gli Stati Uniti e l’Indonesia. Grande specialista delle miniere emergenti, la sua conoscenza delle pietre colorate lo ha portato a pubblicare sei libri sull’argomento, uno dei quali (nel 2016) è stato votato “miglior libro dell’anno” dalla rivista JCK. Yavorskyy commercializza pietre preziose sin dalla fine degli anni Ottanta. Documentando, come un esploratore, ogni spedizione nelle miniere più remote del globo, Vlad Yavorskyy ha un talento straordinario nell’individuare le nuove pietre più promettenti.

ALINE COLLECTION

Specializzata in pietre rare e insolite, la società svizzera ALine Collection mette la sua esperienza al servizio dei più grandi designer, gioiellieri, orologiai e collezionisti del mondo. Dal 1996, Alexander Leuenberger viaggia alla ricerca di pietre preziose stupefacenti: spinelli rossi, rosa o pastello, rubini e zaffiri non riscaldati, tormaline Paraíba, spessartiti, tsavoriti e acquamarine… Proprietaria della miniera di zaffiri più produttiva del Madagascar, ALine Collection occupa una posizione di primo piano nel mercato delle pietre nuove. Lavorando in collaborazione con Sapphirus Lanka, una manifattura all’avanguardia della tecnologia, la casa elvetica è in grado di soddisfare le richieste di taglio più esigenti ed eccelle nell’arte dei tagli complessi. Sostenibilità, tracciabilità, riservatezza e un approccio etico sono i valori chiave.

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SPECIALE GEMME
VLAD YAVORSKYY

AI SEGNATEMPO DEL DRAGONE

/ di Paolo De Vecchi

Non pochi orologi di pregio si ispirano alla millenaria mitologia dello zodiaco cinese: ecco i modelli più belli.

l di là del suo aspetto pauroso, la figura mitologica del Drago - nella tradizione orientale e cinese in particolare - è estremamente rassicurante. Creatura di grande benevolenza, non nuoce a nessun essere vivente e il suo corpo è simbolo delle cinque qualità umane: la testa rappresenta la virtù, le ali l’ubbidienza, la schiena il comportamento corretto, il petto la benevolenza e lo stomaco l’affidabilità. È inoltre considerato onnipotente per la sua forza, smisurata ma non distruttiva. Protettivo, la sua effige compare spesso sulle soglie o i tetti delle case perché porta fortuna e scaccia i demoni. Insomma, una simbologia di tutto rispetto quella del Drago, protagonista nel 2024 del calendario “lunisolare” cinese, con l’anno che è iniziato – secondo il nostro calendario gregoriano - lo scorso 10 febbraio per concludersi il 29 gennaio del 2025. Oltre alla potenza metaforica, questo gigantesco e benefico “mostro” possiede anche quella espressiva, con raffigurazioni artistiche che accompagnano la storia di gran parte dell’Estremo Oriente e che, adeguatamente miniaturizzate, si prestano a diventare motivo ornamentale per alcuni orologi particolari. Come lo potrebbero essere e lo sono stati anche altri protagonisti dello zodiaco cinese, quali il coniglio, la capra, la scimmia, il gallo o il cane, ma oggettivamente con una suggestione

infinitamente minore. Non deve dunque sorprendere se quest’anno l’industria di settore se ne sia uscita con un generoso numero di segnatempo realizzati in

omaggio all’Anno del Drago. C’è anche da dire che, oltre alla grande e unica potenza espressiva di questa figura mitologica, molto ci gioca l’estrema rile-

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MARKET TREND
L’ORAFO ITALIANO
Blancpain Villeret Calendario Tradizionale Cinese, automatico con cassa in oro rosso e quadrante smaltato verde. Breguet Double Tourbillon Dragon, meccanico scheletrato con cassa in platino e quadrante con miniatura in oro incisa a mano. Hublot Spirit of Big Bang Dragon, automatico con cassa in titanio e quadrante con la riproduzione di un’opera di Chen Fenwan.

vanza del mercato cinese nell’acquisto di orologeria svizzera, ed è quindi logico che il suo comparto industriale abbia un occhio di riguardo per tradizioni che

possono favorire una specifica produzione piuttosto di un’altra, più generica. Ma prima di descrivere brevemente nei loro leggendari dettagli i segnatempo qui illustrati, è interessante fare un passo indietro e cogliere l’idea che ha avuto Blancpain per celebrare questo Capodanno, così lontano e diverso dal nostro: il verde intenso del quadrante del suo modello Villeret si richiama immediatamente al colore con cui più spesso viene identificato il drago, ma poi le indicazioni sono quelle di un vero e proprio calendario perpetuo che vuole combinare le misure del calendario cinese con quello gregoriano, integrati coi loro specifici caratteri. Ecco allora che il misticismo orientale si esprime con quattro lancette dedicate, una finestrella per lo zodiaco e una per il mese bisestile, un insieme che indica le ore cinesi di 120 minuti, il ciclo di 60 anni degli elementi e quello dei 12 anni dello Zodiaco, e poi i giorni e i mesi. Il più razionale datario occidentale è invece indicato lungo il bordo esterno del quadrante da una lancetta a serpen-

tina, mentre le fasi lunari compaiono in modo classico in una finestrella a ore 6. E se questo modello è un inno alla meccanica di precisione incrociata su due differenti parametri (5 anni di ricerca e sviluppo e 464 singoli componenti sistemati su 6 piani), gli altri orologi dedicati all’Anno del Dragone sono invece un tripudio di estetica e immaginazione. Tra i molti modelli a tema, vale segnalare il percorso creativo che, partendo dalla fantasiosa e sempre coloratissima semplicità di Swatch, arriva alla complessità di Breguet e Ulysse Nardin, che un drago lo hanno adagiato sul quadrante in modelli rispettivamente in platino con doppio tourbillon rotante e in oro rosa con tourbillon volante. Da par suo, Jaeger-LeCoultre utilizza la famosa cassa basculante del suo Reverso per un’incisione “a tema dragone” in smalto nero, mentre l’orologio di Hublot è un vero e proprio totem che, nel suo quadrante tridimensionale, si ispira al tradizionale intaglio della carta in collaborazione con l’artista cinese Chen Fenwan.

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Ulysse Nardin Tourbillon Dragon automatico scheletrato con cassa in oro rosa e quadrante con miniatura in oro e dipinta a mano. Jaeger-LeCoultre Reverso Dragon, meccanico con cassa basculante in oro rosa, quadrante e fondo con incisione in smalto “Grand Feu”. Swatch Dragon, elettronico con cassa in acciaio “inox” o materiale “biosourced” e quadrante con stampa multicolore.

BEACHPARTY

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GUESS WATCHES
BOCCADAMO di Simona Infantolino MARINE SERRE ETRO

Le giornate diventano più lunghe e il desiderio di migrare verso le mete marittime si fa sempre più insistente. Benvenuti bermuda, camicie colorate e stampe floreali che scandiranno il divertimento dell’estate insieme a gioielli e orologi leggeri e coloratissimi.

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TREND
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SAHARAQUEEN

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CLUSE
RALPH LAUREN UNOAERRE di Simona Infantolino

Una donna avventuriera esce vincitrice dai mesi più freddi per affrontare l’arrivo dell’estate. Le ispirazioni di stile arrivano direttamente dai safari africani in cui il mondo femminile si erge a vero protagonista tra predatori feroci e paesaggi mozzafiato.

TREND
OTHER STORIES
BREIL
&
BENEDETTA BRUZZICHES
POMANDÈRE
MIU MIU

WISHList di

Al primo raggio di sole, l’uomo si avventura alla scoperta di nuovi mondi oltre l’orizzonte solcando i mari in cerca di novità. L’abbigliamento è comodo ma sempre sofisticato, in palette con le sfumature delle profondità acquatiche e adatto a un lupo di mare che non rinuncia mai al proprio stile, neanche di fronte alle onde più ostili.

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Bracciale Carvin di Breil in acciaio con turchese. Bracciale di Boccadamo in argento e cuoio. Scarpe da barca Gambaree di Velasca in pelle di vitello liscia. Giacca a vento Lockeport di Canada Goose Orologio di Boss con quadrante guilloché blu e cinturino in silicone. Maglia girocollo in cotone biologico di Malo Cashmere Cappello di Saint Laurent realizzato in collaborazione con New Era.
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Borsa Large Casa Tote in cotone e pelle di Casablanca

WISHList

I colori del tramonto diventano una vivace ispirazione per i primi giorni d’estate. Gli accesissimi arancioni incontrano i vibranti fucsia in un abbraccio di pura energia. Il risultato è divertente e inaspettato, con combinazioni in perfetta sintonia che non lasciano nessun dettaglio al caso, dal primo tuffo della stagione all’ultima cena di fine estate.

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Cappello Big Fedora di Montegallo in paglia e nastro in licra. Anello Sophie di Boccadamo in argento rodiato con zirconi bianchi e zircone colorato centrale. Mocassini di Ludovica Mascheroni in suede e suola in cuoio. Costume da bagno di Valeria Damato con ricamo fatto a mano e personalizzabile. Collana di Cettina Bucca in rafia e tessuto intrecciati. Abito longuette di Caliban
HER
Blush On-the-Glow di Pixi con pigmento reattivo al pH della pelle. Orecchini pendenti Chroma di Swarovski placcati oro con cristalli.

LE PIETRE LIBERE DI

POMELLATO

/ di Simona Infantolino

Pomellato rompe gli schemi e si racconta attraverso le proprie pietre preziose, che incarnano l’ideale di empowerment femminile e unicità. È così che l’azienda vede le gemme che seleziona accuratamente per i propri gioielli, ed è così che identifica anche le proprie clienti, autentiche e indipendenti, la cui voce racconta una ricca e forbita storia di eleganza e femminilità. Quella raccontata da Pomellato nel suo nuovo progetto di comunicazione “Pietre libere”, è una storia d’eccezionale artigianalità milanese, di modernità e rottura, di libertà di esprimere la creatività attraverso le gemme più affascinanti e particolari. Per narrare questa sua storia, Pomellato attinge dall’archivio delle sue creazioni più iconiche che, proprio attraverso le pietre preziose, rappresentano ciascuna un capitolo della storia della Maison. Dall’iconico anello Nudo, la cui incastonatura sospesa e il taglio asimmetrico della gemma hanno rivoluzionato il modo di intendere i solitari, alla collezione Sabbia, che trova l’equilibrio in un’apparente casualità di pietre preziose irregolari, sapientemente selezionate in base a dimensioni e sfumature di colore. Il racconto termina col gran finale dell’Alta Gioielleria, che lascia l’immaginazione dei maestri artigiani di Pomellato libera di spaziare attraverso tagli e colori di pietre preziose inaspettati, che, combinati insieme danno vita a quello che la Maison definisce Charivari: composizioni irregolari ma allo stesso tempo talmente originali da lasciare ogni volta senza fiato.

NEW LOOK
Anelli Nudo
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Collana Light Blue Reef Riviere della collezione di Alta Gioielleria A Walk in Nature
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PEACH FUZZ

Delicato e morbido come una pesca, il colore Pantone di quest’anno evoca la dolcezza e la calma dei pomeriggi d’estate, in cui ci si rinfresca all’ombra di rustici porticati sorseggiando frizzanti bevande dai colori pastello. Quei pomeriggi in cui il sole accompagna verso la sera le lunghe passeggiate rilassanti, tingendo il cielo con le sfumature più belle dei rosa che si accendono con punte di rosso. È così che il Peach Fuzz, più che rappresentare il colore dell’anno, viene eletto a colore dell’estate: della spensieratezza, delle gite fuori porta, degli aperitivi sul mare al calar del sole avvolti da sontuosi gioielli che racchiudono quelle sfumature romantiche donate dal cielo al termine di ogni giornata. I bangle ricoperti di pietre preziose luccicanti tintinnano sulle note dei tormentoni estivi, gli anelli dalle imponenti gemme si accostano a scoppiettanti bollicine di champagne, mentre gli orecchini accompagnano balli sfrenati che si tingono di rosa al gusto di pesca.

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Foto di Maria Orlova su Unsplash Foto di Pawel Czerwinski su Unsplash
Fotodi Rubén BagüéssuUnsplash Buccellati Pasquale Bruni
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OROAREZZO 2024:

IEG LANCIA UN NUOVO PROGETTO PER LA FILIERA DELLA MODA

Dall’11 al 14 maggio 2024 ad Arezzo Fiere e Congressi torna la fiera internazionale dell’eccellenza manifatturiera orafa, argentiera e gioielliera del made in Italy.

Tutto pronto per la 43ma edizione di Oroarezzo, che aprirà i battenti l’11 maggio 2024 ad Arezzo Fiere e Congressi. La fiera è la piattaforma internazionale dell’eccellenza manifatturiera orafa, argentiera e gioielliera Made in Italy, allestita da Italian Exhibition Group. In vetrina la migliore offerta per lo sviluppo di creazioni uniche e private label, un programma di seminari tecnico-scientifici e un’area cash & carry per il riassortimento stagionale delle vetrine. La grande novità 2024 è l’apertura strategica alla filiera del fashion, con un’offerta di lavorazioni e tecnologie all’avanguardia per la creazione dell’accessorio moda. E poi creatività, innovazione e savoir-faire in concorso nella 33a edizione di Première, che conferma l’attenzione ai giovani designer under 30, in concorso nella categoria Talents. La 43ma edizione vede potenziato il mix espositivo, come sottolinea Matteo Farsura, Global Exhibition Manager della divisione Jewellery & Fashion di IEG: “L’ampia offerta incentrata sulla migliore produzione orafa e gioielliera, che risponde alle esigenze del mercato di una fornitura di qualità per lo sviluppo di creazioni uniche e private label, affiancata dall’area cash & carry, si arricchisce di una sezione per la produzione e la lavorazione dell’accessorio moda”. Col progetto “Precious Fashion” lanciato nel 2023, l’edizione 2024 offrirà alle aziende del settore l’opportunità di incontrarsi e confrontarsi sulle sfide e le innovazioni necessarie per affrontare i mercati internazionali, rivolgendosi alla

filiera produttiva dell’accessorio moda con focus sul Made in Italy. Brand, designer e uffici stile potranno entrare in contatto con le aziende leader nelle tecnologie per le finiture di alto livello, lavorazioni innovative, processi efficienti e sostenibili al servizio del settore moda e lusso: le eccellenze italiane nella lavorazione chimica e galvanica dei metalli e le più apprezzate aziende di produzione, saldatura e assemblaggio di accessori in metallo e decorazioni. Ovviamente, resta strategico anche il programma di incoming per i buyer

che, grazie alla collaborazione con ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane – e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, punta al business matching guardando ai mercati consolidati dell’export - Est europeo, USA e Middle East –, spingendosi fino a Sud Est Asiatico e Sud America. Attesa in fiera anche una selezione di dettaglianti italiani particolarmente interessati all’offerta dell’area Cash & Carry per gli acquisti sul pronto finalizzati al rinnovo stagionale delle vetrine.

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Hong Kong chiama:

è il momento di prepararsi per la Jewellery & Gem Asia che aprirà i battenti il prossimo giugno

Informa Markets Jewellery ha annunciato che nuovi prodotti, innovazioni e opportunità commerciali attendono i compratori che visiteranno il più importante evento per l’approvvigionamento di gioielli e pietre preziose B2B di metà anno organizzato in Asia che si terrà ad Hong Kong il prossimo giugno.

Per il suo ritorno all’Hong Kong Convention and Exhibition Centre (HKCEC) dal 20 al 23 giugno, Jewellery & Gem ASIA Hong Kong (JGA) potrà contare su più di 1700 espositori provenienti da oltre 30 paesi e regioni, estendendosi su più di 30 padiglioni che ospiteranno le categorie gruppi, prodotti e a tema. Un altro evento centrale è rappresentato dalla rivelazione dei finalisti dell'attesissimo Sustainability Awards 2024 by JWA (Jewellery World Awards), un programma che riconosce e premia le pratiche sostenibili nella comunità orafa globale. Grande attenzione merita anche il ritorno di una mostra immersiva sul “Re delle Gemme” - Red Radiance 2.0 - Ruby’s Mine-to-Market Adventure

Introdotta per la prima volta durante la 40a edizione della JGW lo scorso settembre dalla Jewellery & Gem Knowledge Community di Informa, questa esperienza in sito consiste in una mostra di rubini accompagnata da una narrazione audio, dimostrazioni dal vivo di taglio di pietre preziose e una camera oscura in cui i visitatori potranno utilizzare una torcia UV per esaminare i rubini.

Organizzata a metà anno, la JGA rappresenta un evento centrale nel calendario delle mostre mercato.

“I compratori avranno a disposizione quattro giorni per le attività di approvvigionamento che potranno effettuare in un unico luogo", ha rivelato Celine Lau, Responsabile Jewellery Fairs presso Informa Markets Jewellery. “La tempistica strategica di JGA fornisce alle imprese un’opportunità eccezionale per riesaminare e rifornire le scorte per il resto dell’anno, preparandosi, al contempo, all’ l'evento di approvvigionamento più importante al mondo del settore orafo che si terrà a settembre, la Jewellery & Gem WORLD Hong Kong (JGW).”

La JGA intende presentare una vasta gamma di collezioni che comprendono gioielli finiti, diamanti, pietre preziose colorate e perle. Inoltre, sezioni dedicate daranno risalto a soluzioni legate ad

apparecchiature, packaging e tecnologia. Partecipando all'evento, gli acquirenti non avranno solo la possibilità di esaminare i prodotti più recenti, ma potranno anche accedere a preziose informazioni di mercato.

“Facciamo molto più che mettere semplicemente in contatto le persone con i prodotti. Offriamo contenuti nuovi che aggiungono profondità e valore all'esperienza di acquisto. Dopotutto, le persone vengono a visitare la JGA per trovare ispirazione”, ha aggiunto Lau.

Anteprima dei prodotti

Gli acquirenti professionali avranno l'opportunità di esplorare più di 30 padiglioni, tra cui due aree distintive, ovvero CORE nel padiglione 1 e Fine Design/Fine Gem nel padiglione 3. Questa chiara categorizzazione non solo mette in evidenza le offerte uniche di ogni sezione, ma semplifica gli spostamenti all’interno della fiera.

Il padiglione CORE ospita i principali produttori di gioielli di Hong Kong, sottolineando la posizione della città come centro di progettazione e produzione di gioielli. Inoltre, la categoria Fine Design/ Fine Gem presenta collezioni e pezzi unici attenti al design dei migliori gioiellieri, oltre a diamanti, pietre preziose colorate e perle eccezionali di commercianti del settore.

La pre-registrazione on line dei visitatori è aperta fino al 13 giugno, iscrivetevi oggi!

Smeraldi colombiani P.V. Gems Collana in rubini, diamanti e oro bianco a 18 carati. Gli otto rubini presentano una caratura totale pari a 41,42 carati Nelson Jewellery Arts Co Ltd Red Radiance 2.0 Anello con perla naturale in oro bianco a 18 carati con diamanti a taglio rosa e pieno
J.
R. Diam Limited
Richieste di informazioni da parte dei visitatori: T +852 3709 4992 E visitjgf-hk@informa.com

IL FENOMENO DEI DIAMANTI SINTETICI

Seppur noti, non generano ancora piena fiducia nella clientela che ricerca la consulenza del gioielliere per un acquisto consapevole e sicuro.

Secondo una ricerca Federpreziosi/Format Research presentata a VO 2024, l’85% dei consumatori conosce le pietre di sintesi ma l’80% preferisce ancora quelle naturali. “Il consumatore non è in grado di distinguere tra diamante sintetico e naturale. A fare la differenza possono essere solo la professionalità, l’etica e la capacità di ‘racconto’ del gioielliere”. Così Pierluigi Ascani di Format Research sintetizza il quadro che emerge dalla ricerca condotta per l’Osservatorio Federpreziosi Confcommercio presentata a VicenzaOro - gennaio 2024.

Naturale o sintetico?

A commentare i dati della ricerca a VicenzaOroo-gennaio in un dibattito moderato dal direttore di Federpreziosi Steven Tranquilli, sono intervenuti il presidente di Federpreziosi Stefano Andreis, il presidente dell’Associazione Italiana Gemmologi Rinaldo Cusi, Loredana Prosperi, Direttore del Laboratorio dell’IGI-Istituto Gemmologico Italiano, e Davide Bolzoni, gioielliere e gemmologo. “Volendo partire dal punto di vista del gioielliere, dalla lettura dei dati emerge la convinzione che solo ‘il professionista gioielliere’ sia punto di riferimento per il cliente”, afferma Andreis, “non solo

perché in grado di raccontare il gioiello trasmettendo emozione, ma soprattutto perché è l’unica figura che può garantire una corretta informazione e comunicazione sul valore aggiunto delle creazioni. Il tema non è nuovo, ma oggi è più che mai importante valorizzare il ruolo del gioielliere che è punto di riferimento anche nello spiegare al cliente cosa può aspettarsi in futuro in termini di valore e quotazioni: un ruolo di evidente responsabilità”.

Una scelta etica e culturale

“Il cliente oggi è piuttosto informato” prosegue Steven Tranquilli “ma con dei limiti. Questo è evidente anche quando si parla di sostenibilità, dal momento che il tema è complesso e raffinate operazioni

di marketing spesso non aiutano a fare chiarezza. Chi è pronto ad acquistare un diamante, tuttavia, ha in genere fatto la sua scelta etica; spetta poi al gioielliere guidare il cliente verso la scelta migliore”. Rinaldo Cusi, dal canto suo sostiene che “per conoscere e raccontare il diamante occorre muoversi tra scienza e storia, così da essere in grado di fare le appropriate distinzioni e attribuire il corretto valore simbolico. La dicotomia naturale/sintetico, tra l’altro, esiste anche in altri ambiti della produzione e del lusso. Da un lato, personalmente nutro generale ammirazione per quanto l’uomo è in grado di fare con la propria intelligenza e le proprie capacità dando vita a nuove ‘creazioni’. Dall’altro lato, è fondamentale disporre degli adeguati strumenti

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RICERCA FEDERPREZIOSI

culturali per poter scegliere consapevolmente e, non da ultimo, evitare che un acquisto fatto con leggerezza si riveli una vera propria truffa”. Il gioielliere e gemmologo Davide Bolzoni insiste sulla necessità di conoscere e utilizzare la corretta terminologia quando si parla di diamanti naturali e sintetici: “Il compito delicato del gioielliere consiste nel farsi messaggero del mondo accademico in questo senso. È importante essere compresi con chiarezza dai propri clienti, evidenziando le opportune differenze, ad esempio tra ‘artificiale’ e ‘sintetico’. Questo vale quando si parla di caratte ristiche fisiche così come di temi etici e sostenibilità. Accuratezza e capacità di suscitare emozioni devono essere al pari parte del racconto”. Una visione condivisa da Loredana Prosperi, che sottolinea quanto sia importante per il gioielliere mantenersi costantemente aggiornato. “Non solo su ciò che è di stretta attualità, ma anche sulla storia e i percorsi gemmologici del passato. La storia dei diamanti sintetici nasce nel 1954, lo stesso anno in cui nacque la Fiera Orafa di Vicenza, ed è interessante ripercorrerne le tappe per scoprire come fin dall’inizio la professionalità del gioielliere fosse di fondamentale importanza nell’orientare i consumatori. Oggi più che mai anche su temi etici e di sostenibilità”. Nel presentare la ricerca Pierluigi Ascani ha evidenziato come il valore duraturo che au menta nel tempo e il carattere di rarità e unicità sono i motivi principali per cui i consumatori preferiscono acquistare un diamante naturale piuttosto che sintetico. Nove diamanti su dieci venduti dalle gioiellerie nell’ultimo anno sono naturali mentre il restante 10% riguarda diamanti sintetici, un fenomeno comunque in aumento”. “Dal punto di vista del consumatore”, continua Ascani “non è tanto importante cosa distingue le diverse tipologie in termini di caratteristiche fisiche, ma l’idea che si è fatto a riguardo e la modalità con cui l’ha costruita: è quasi sempre il gioielliere che guida verso l’acquisto. Anche quando si parla di sostenibilità il consumatore preferisce il naturale per l’idea che si è fatto - ovvero la sensazione di aver acquistato “qualcosa di vero” - grazie al gioielliere. Una grande responsabilità per chi opera in questo settore, ma anche, e più che mai, un forte stimolo.”

Mercato odierno dei diamanti sintetici|

Secondo circa il 65% dei gioiellieri la maggioranza dei consumatori predilige i diamanti naturali nonostante le preoccupazioni ambientali ed etiche. Tuttavia, il 23,5% di questi afferma che esiste un crescente interesse per i diamanti sintetici.

Come valuta l'atteggiamento prevalente nel mercato odierno dei gioielli riguardo ai diamanti sintetici, considerando le preoccupazioni ambientali e le questioni etiche legate all'estrazione dei diamanti naturali? GIOIELLERIE

Secondo il 64,7% dei gioiellieri, i consumatori prediligono ancora i diamanti naturali.

Informazione riguardo ai diamanti sintetici| Secondo oltre il 73% dei gioiellieri, molti clienti hanno una conoscenza limitata riguardo alla differenza tra diamanti naturali e sintetici ma tendono a preferire i diamanti naturali per ragioni tradizionali o emotive. Secondo la sua esperienza, quanto sono informati i clienti riguardo alla distinzione tra diamanti naturali e sintetici, e come influisce questa conoscenza sulla loro preferenza di acquisto?

73,1%

11,5%

7,7%

3,8%

CONOSCENZA LIMITATA e PREFERENZA PER I DIAMANTI NATURALI per ragioni tradizionali o emotive

CONOSCENZA LIMITATA e PREFERENZA PER I DIAMANTI SINTETICI per il loro costo inferiore o per ragioni etiche

CONOSCENZA ELEVATA e PREFERENZA PER I DIAMANTI NATURALI

CONOSCENZA MODERATA che influisce PARZIALMENTE SULLA LORO SCELTA

La conoscenza dei clienti varia notevolmente e non sembra influenzare significativamente la loro preferenza

MARKET TREND
Anello Pileo Vicenza, 22 gennaio 2024 | 24 Base campione Dati qualitativi GIOIELLERIE
3,8%
41,2 23,5 2,9 2,9 29,4
Vicenza, 22 gennaio 2024 | 23
I
Non ho osservato alcun cambiamento significativo
La maggioranza dei consumatori predilige ancora i diamanti naturali Esiste un crescente interesse per diamanti sintetici ma diamanti naturali mantengono una forte preferenza I consumatori sono divisi equamente tra la preferenza per diamanti sintetici e quelli naturali
consumatori sono fortemente orientati verso diamanti sintetici
Base campione Dati qualitativi La maggioranza dei consumatori predilige diamanti naturali

IN CRESCITA IL 2023

MA SI AFFACCIA LA CONTRAZIONE DEGLI ORDINI PER IL COMPARTO DEI PREZIOSI

Il Club degli Orafi Italia e la Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo presentano i dati di chiusura del 2023 nel rapporto congiunto, nato per condividere le rispettive conoscenze sul settore: da un lato basate sull’esperienza di chi da anni sta sul mercato, dall’altro sul patrimonio informativo di un centro di ricerca specializzato sull’analisi quantitativa multisettoriale.

Dopo i buoni risultati del 2022, il settore orafo italiano conferma una eccellente dinamica anche nel 2023 con una crescita del fatturato del 7,4%. Nonostante un contesto di stabilità della domanda mondiale di gioielli in oro, il comparto ha realizzato esportazioni di preziosi per più di 10 miliardi con una crescita dell’11% in valore e del 7,1% in quantità. La crescita si è dimostrata diffusa ai principali mercati di riferimento: nel complesso del settore che comprende anche la bigiotteria e l’argenteria,

si collocano come primi mercati gli Stati Uniti (+7,0%) e la Svizzera (+20,7%) con un valore pari a 1,6 miliardi di euro.

Si evidenzia il balzo importante delle vendite verso la Turchia (+91,8%) e il consolidamento delle esportazioni verso Francia (+11,3%), Irlanda (+25,2%) e Hong Kong (+13,8%); stabilità invece delle vendite verso Emirati Arabi e leggero calo in Germania (-3,7%).

“Il 2024 potrebbe risentire, soprattutto nella prima parte dell’anno, del rallentamento del ciclo internazionale, con-

/ di Arch. Augusto Ungarelli

(Delegato Club degli Orafi Italia per il Centro Studi) e Dr.ssa Stefania Trenti (Responsabile Industry and Local Economies Research, Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo)

seguenza dell’inflazione e del rialzo dei tassi” – afferma Stefania Trenti – “le attese però di allentamento delle politiche monetarie e una spinta maggiore nei consumi, rappresentano elementi di sostegno al settore che può contare su un ottimo posizionamento nei mercati internazionali e un’elevata qualità delle proprie produzioni. Il settore orafo italiano ha infatti dimostrato una buona competitività: dopo i brillanti risultati del 2022, ha confermato una discreta dinamica anche nel 2023 con una cre-

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Il settore orafo italiano Quadro di sintesi dell’andamento del settore orafo - milioni di € e var. % (stime)*

(a)Idatisiriferiscono,senonaltrimentispecificato,algruppomerceologicoidentificatodalcodice32.1dellaclassificazioneATECO 2007, che secondo la definizione dell’ISTAT include la fabbricazione di gioielleria, bigiotteria e articoli connessi, lavorazione delle pietre preziose. In questa tabella non sono pertanto inclusi i valori relativi alle materie prime metallifere (metalli preziosi) rilevati in un altro codice mentre sono incluse le pietre preziose.

(*) Stima relativa al fatturato ex fabrica; livelli stimati sulla base dei dati Eurostat ProdCom, variazioni ricavate dall’indice del fatturato totale ISTAT **) Fonte ISTAT. (***) Gioielli in argento (cod. HS 711311), in oro o altri metalli preziosi (cod.HS 711319), anche rivestiti e placcati.

Le esportazioni di oreficeria italiana per mercati (milioni di € e variazione %)

Fonte: ISTAT - ATECO 321. I dati 2022 sono definitivi.

scita del fatturato del 7,4%, sostenuta in particolare dalle esportazioni che, pur in un contesto di domanda mondiale stabile, sono cresciute dell’11% in valore e del 7,1% in quantità”.

“Già nei primi giorni del 2024 sono emersi i primi segnali dell’atteso rallentamento del ciclo internazionale, pre-

visto in particolare per la prima parte dell’anno”, ha dichiarato Augusto Ungarelli. “Lo affermavano chiaramente gli imprenditori in risposta all’indagine congiunturale di fine 2023, per cui la principale preoccupazione è il calo degli ordini, in particolare dal mercato interno, criticità che nel giro di pochi mesi

ha superato tutte le altre, compresa la difficoltà nel reperire manodopera specializzata. Nelle aziende italiane si continua però a investire per essere sempre pronti alla ripresa del mercato e a dare risposte a un contesto estremamente competitivo dove il Made in Italy continua a fare la differenza”.

87 MARKET TREND MARKET TREND
Paese 2023 Peso 2023 Variazione % 2022 Variazione % 2023 Stati Uniti 1.633 14,3% 12,0 7,0 Svizzera 1.605 14,0% 20,9 20,7 Emirati Arabi Uniti 1.128 9,8% 20,8 -0,2 Francia 1.111 9,7% 31,0 11,3 Turchia 946 8,3% 39,6 91,8 Irlanda 651 5,7% 5,0 25,2 Hong Kong 647 5,6% -4,9 13,8 Germania 262 2,3% 26,2 -3,7 Regno Unito 221 1,9% 25,7 -14,2 Messico 211 1,8% 43,7 29,8 Sudafrica 198 1,7% 5,8 -40,0 Repubblica Dominicana 190 1,7% 5,5 27,3 Spagna 181 1,6% 30,2 0,0 Panama 141 1,2% 57,8 2,5 Canada 136 1,2% 18,5 2,2 Totale 11.459,2 100,0% 20,7 10,7 2023 2023 Variazione % 2022 Variazione % 2023 Fatturato* 13.219 14.203 +22,1 +7,4 Esportazioni** 10.354 11.459 +20,7 +10,7 di cui solo gioielli in preziosi*** 9.108 10.107 +20,2 +11,0 di cui gioielli in oro 8.233 9.229 +22,8 +12,1 di cui gioielli in argento 875 878 +0,1 +0,4 Importazioni** 3.535 3.851 +13,4 +8,9 di cui solo gioielli in preziosi*** 1.840 2.131 +4,8 +15,8 di cui gioielli in oro 1.364 1.690 +2,9 +23,9 di cui gioielli in argento 476 441 +10,4 -7,4 Saldo commerciale (export-import) 6.819 7.608 di cui solo gioielli in preziosi*** 7.268 7.976 di cui gioielli in oro 6.869 7.539 di cui gioielli in argento 398 437

LA SAGA BUCCELLATI

RIVIVE IN UNA

RETROSPETTIVA VENEZIANA

a rinomata Maison di Alta Gioielleria Buccellati, parte del gruppo Richemont, ha presentato a Venezia “Il Principe degli Orafi, Riscoprire i Classici”, una vasta retrospettiva che esplora la sua eredità, storia e maestria. Ospitata a Venezia presso Oficine 800 alla Giudecca (aperta fino al 18 giugno 2024) e firmata dall’Art Direction di Wonder Studio Balich e curata per i gioielli e gli argenti da Alba Cappellieri, la mostra rivive i temi distintivi delle creazioni Buccellati, mettendo in evidenza la creatività e il valore intrinseco dei ‘classici’. “Il Principe degli Orafi” – così come Gabriele d’Annunzio definì Mario Buccellati nel 1936 –, è celebrato per la sua abilità nel creare opere imperiture. Dalla sua fondazione nel 1919 fino ai giorni nostri, i gioielli Buccellati si distinguono per la loro capacità di armonizzare le tecniche orafe tradizionali con un’eleganza sempre attuale. Buccellati, oggi come ieri, abbraccia il concetto di ‘classico’, inteso come gusto che trascende il tempo, garantendo l’eternità attraverso la bellezza e l’eccellenza. Il tema della restrospettiva si concentra sulla “riscoperta dei Classici”, identificando come tali quegli oggetti che, in ogni

epoca, sono in grado di evocare sentimenti universali di vicinanza e meraviglia. Per Buccellati, la tradizione è viva e pulsante, permeata dalla passione che gli artigiani hanno trasmesso attraverso i secoli. La mostra è un viaggio affascinante attraverso i gioielli e gli argenti, gli eventi significativi e le suggestioni che hanno permeato la storia della Maison. La scelta di ambientare l’evento a Venezia, celebre per la sua tradizione orafa e gioielliera, si è rivelata ideale, poiché la città stessa celebra la preziosità in molteplici forme. Il percorso espositivo è diviso in quattro temi distinti: il primo, verte sulle generazioni della famiglia Buccellati, simboleggiate dall’icona della farfalla, che hanno guidato artisticamente la Maison nel corso degli anni; il secondo, sugli eleganti accessori e galanterie preziose in argento e oro, incarnazioni dell’eleganza nel tempo; il terzo, sui capolavori in argento, emblema dello Stile Buccellati, noti per il loro virtuosismo nell’arte del cesello e dello sbalzo; l’ultimo, sulle icone della gioielleria Buccellati, esposte come autentiche opere d’arte, creando un parallelo evocativo con i miti classici.

L’ORAFO ITALIANO 88

QUALITÀ SENZA

COMPROMESSI

Alla scoperta della filiale tricolore di un gruppo leader nel commercio di diamanti, World Shiner, attraverso le parole dell’AD italiano, Leonardo Chilleri.

Nel mondo dei preziosi da una vita, grazie alla ditta fiorentina Fratelli Chilleri, proprietaria del brand “Noi Gioielli” che ha sede accanto a Ponte Vecchio, Leonardo Chilleri ha accettato una nuova sfida professionale, quella di curare l’apertura italiana della sede di un gruppo internazionale leader nel commercio di diamanti, attivo sul mercato da tre generazioni. “Quella italiana è la decima sede aperta da World Shiner: la principale è a Mumbai, poi c’è quella australiana a Melbourne e altre sono state inaugurate in Germania, Giappone, Usa, Nuova Zelanda e UK”. Ma altre ancora seguiranno, in un’ottica di espansione globale con la missione di unire grandi numeri alla qualità del prodotto. “Il nostro punto di forza è una qualità senza compromessi, spiega Chilleri, siamo estremamente affidabili nella fornitura a fabbricanti e gioiellieri di una materia prima di altissima provenienza, con standard elevati per la purezza e il colore”. Con quali obiettivi sbarca in Italia questo gruppo

lo chiarisce sempre Chilleri, che prima di prendere le redini ha potuto testare il prodotto come cliente: “Vogliamo acquistare la fiducia dei clienti e accreditarci come uno tra i fornitori più importanti nel mercato italiano. La filosofia del gruppo in precedenza era la capillarità, e quindi avere tanti piccoli clienti ma visto che sono riuscito a introdurli ad aziende più grandi qui, abbiamo cambiato strategia: a questo punto ci si rivolge esclusivamente ai fabbricanti di gioielleria”. Anche a livello di certificati World Shiner è attento che i diamanti impiegati provengano solo da produttori etici, e ha conseguito il Kimberley Certificate, mentre è in atto la fase di raccolta ed esamina di documenti per aderire anche al RJC. “Il messaggio che lanciamo al mercato italiano è chiaro: abbiamo aperto una nuova filiale con sede qui, a Firenze, con dipendenti italiani e tutte le certificazioni. Vogliamo fare bene e sappiamo come portare un prodotto impeccabile anche qui”.

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Leonardo Chilleri
NEW LOOK
L’ORAFO ITALIANO 92

FIOR FESTEGGIA

CINQUANT’ANNI DI SUCCESSI

L’azienda italiana specializzata in semilavorati tocca lo storico traguardo nel 2024, celebrato a OROAREZZO 2024.

Cinquant’anni di attività per la FIOR. Il 2024 è un anno di festeggiamenti per la storica azienda italiana specializzata in semilavorati che, in mezzo secolo è diventata un punto di riferimento per produttori orafi mondiali. Il filo conduttore di questi decenni è sempre stato la ricerca della massima qualità, resistenza, affidabilità e funzionalità nella produzione di anelli a molla, chiusure stampate e palline in tutte le leghe, in tutte le carature e in tutti i colori per assecondare gli specifici bisogni di ogni cliente: dalle grandi realtà industriali ai piccoli laboratori artigianali. Le radici sono ad Arezzo, in uno dei distretti più importanti al mondo, dove Enio Luciano Calvani, nel 1974 investì per dare vita a un’azienda capace di porsi al servizio dei settori di oreficeria, argenteria e bigiotteria. L’attività, fin dal primo momento è stata supportata da investimenti costanti per ideare e realizzare direttamente le strumentazioni tecnologiche necessarie per la produzione automatizzata dei semilavorati, con la costante modernizzazione dei processi, la capacità di rispondere con flessibilità alle diversificate esigenze di business e la forte spinta alla personalizzazione del prodotto. Nel frattempo, l’eredità di Luciano è stata raccolta dai figli Ilaria, Beatrice e Antonio, che lo hanno affiancato nella gestione dell’azienda contribuendo a modernizzarne l’attività. La seconda generazione ha accompagnato la FIOR nel terzo millennio, e ne ha favorito l’affermazione tra le maggiori realtà internazionali del settore, coprendo con i propri semilavorati quasi un terzo del mercato mondiale. “I semilavorati - ricorda Ilaria Calvani, - sono prodotti di piccole dimensioni ma di grande pregio perché completano ogni gioiello e perché, abbinando estetica e funzionalità, contribuiscono a incrementarne il valore. La nostra azienda affonda le radici nella tradizione orafa aretina ma è orientata al futuro attraverso un costante sviluppo tecnologico, un efficientamento dei processi e un ampliamento del catalogo di chiusure stampate, palline, anelli a molla e altri semilavorati, con una forte capacità di interpretare le evoluzioni dei mercati e le richieste dei clienti”. Tra i punti di forza FIOR rientrano le solide relazioni di fiducia con i clien-

ti, grazie alla qualità della produzione improntata ai massimi standard di personalizzazione, robustezza, leggerezza e durata nel tempo. A questo, si aggiunge l’attenzione al servizio in termini di pronta consegna, flessibilità, affidabilità e, soprattutto, rispetto delle normative internazionali, testimoniato dal conseguimento delle certificazioni RJC COC per l’approvvigionamento responsabile di metalli preziosi nella catena di fornitura della gioielleria, e RJC COP per le pratiche etiche e sociali relative ai diritti umani e ambientali. Il 2024 rinnoverà la presenza della FIOR nelle principali fiere orafe in Italia e nel mondo, spaziando da OroArezzo di maggio fino al Jewellery&Gem World Hong Kong di settembre, in uno stand appositamente allestito per celebrare il cinquantenario. “Nonostante il rincaro dei metalli e le incertezze internazionali - conclude Calvani, - il 2024 finora è caratterizzato da vivacità e dinamismo. La forza della nostra azienda è insita nel carattere familiare, che ci rende attenti ai bisogni di ogni cliente, nella passione e nelle capacità dei singoli dipendenti, e nella propensione a rinnovare un settore standardizzato come quello dei semilavorati: tutte caratteristiche che ci permettono di contribuire coi nostri pezzi alla realizzazione di gioielli destinati a ogni mercato”.

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MARKET TREND

NEWS

DAMIANI

“100 X 100 Italiani”

Ruba la scena la rassegna che celebra il centenario della prestigiosa maison gioielliera valenzana. “Damiani 100X100 Italiani” rende omaggio a un secolo di storia famigliare della Maison valenzana. In una mostra itinerante (prima tappa a Milano alle Gallerie d’Italia, dal 19 marzo al 28 aprile 2024), curata da Alba Cappellieri, professoressa di Design del Gioiello al Politecnico di Milano, sono esibiti cento capolavori che rappresentano la summa dei valori e del savoirfaire del brand: la famiglia, la maestria, la storia, la passione, la creatività. Al taglio del nastro erano presenti i tre fratelli Damiani, 3a generazione alla guida dell’azienda, Guido (intervistato in esclusiva in questo numero), Silvia e Giorgio..

ITALPREZIOSI

Festa per i 40 anni con B Corp

Italpreziosi s.p.a., società benefit leader internazionale nell’affinazione, trading e commercio di metalli preziosi, oltre alla produzione e al commercio di lingotti in oro da investimento, annuncia la certificazione B Corp™, che la rende conforme agli standard di impatto sociale e ambientale di B Lab. L’annuncio in occasione dei festeggiamenti per il 40° anniversario: l’azienda entra così a far parte di un movimento globale che guida il cambiamento in favore di un paradigma economico inclusivo, equo e rigenerativo. L’impegno verso pratiche sostenibili è un pilastro dell’identità Italpreziosi, attestato dall’ottenimento di numerose certificazioni, di settore e non. L’azienda si distingue nel mercato con i suoi lingotti in oro puro 999.9, riconosciuti internazionalmente per la purezza e tracciabilità grazie alla certificazione LBMA Good Delivery. Unita al costante investimento in tecnologia italiana e alla partecipazione in miniere di metalli preziosi, garantisce la tracciabilità dell’intera filiera assicurando il rispetto degli standard internazionali più rigorosi in termini di purezza e provenienza.

IEG

Farsura nuovo G.E.M.

Passaggio di testimone all’interno della divisione jewellery & fashion di Italian Exhibition Group (IEG). Mentre il Global Exhibition Director della divisione, Marco Carniello, assume il ruolo di Chief Business Officer alla guida della nuova Direzione Business di IEG, che coordinerà tutte le industries presiedute dal player fieristico, Matteo Farsura, già Exhibition Manager di Vicenzaoro, prende la guida della divisione Jewellery & Fashion. In qualità di Global Exhibition Manager, Farsura gestirà le manifestazioni della Jewellery Agenda di IEG. In Italia: Vicenzaoro, Oroarezzo, T.Gold, Summit del Gioiello, Valenza Gem Forum, VO’Clock Privé, VO Vintage; all’estero, JGTD e SIJE, rispettivamente a Dubai e Singapore. Avrà inoltre la responsabilità di FIMAST, anch’essa facente capo alla divisione J&F di IEG. Padovano, classe 1975, Farsura opera dal 2017 in IEG, dove ha contribuito a sviluppare prima il segmento delle tecnologie, quindi gli eventi di Arezzo e infine Vicenzaoro.

L’ORAFO ITALIANO 94

ARTLINEA

Potenza “Hyperion”

“Hyperion”, nuova collezione di gioielli uomo Artlinea in oro 18 kt e titanio, è ispirata alla potenza mitologica del titano Iperione e alla sua connessione col

Sole. I gioielli della collezione, disponibili nelle tre varianti cromatiche dell’oro giallo, rosa e bianco, sono esaltati dalle note materiche del titanio, così chiamato così per le sue eccezionali caratteristiche fisiche che evocano le potenti figure mitologiche dei Titani: un metallo resistente ma super leggero. Abbinato alla potente lucentezza dell’oro e alla durezza dei diamanti, dà forma a un gioiello di forza straordinaria. I soggetti “Hyperion”, ispirati all’immaginario della forza maschile, sfoggiamo teschi, ancore, rose dei venti, ferri di cavallo, tutti impreziositi da diamanti naturali o da spinelli neri in singola incassatura o in riviera, e abbracciati da cordoni geometrici in oro o titanio. Un’altra caratteristica della collezione “Hyperion”? Tre tipologie di ghiere decorative: a riviera in oro e diamanti bianchi o spinelli neri, a corda in oro o a corda in titanio.

PALAKISS

IEG acquisisce il 51%

Italian Exhibition Group S.p.A (IEG), società leader in Italia nell’organizzazione di eventi fieristici internazionali che organizza tra le altre anche Vicenzaoro, ha sottoscritto un accordo per l’acquisizione del 51% del capitale di Palakiss S.r.l., per il corrispettivo di un milione di euro. L’acquisizione prevede anche un’opzione call per l’acquisto del residuo 49% del capitale, esercitabile a 30 giorni dall’approvazione del bilancio di esercizio 2024, e valida per i successivi 3 anni. Il closing, subordinato alle condizioni sospensive previste dal contratto di acquisto, sarà perfezionato in data successiva. Per Corrado Peraboni, CEO di Italian Exhibition Group, “l’operazione rappresenta un ulteriore passo nella strategia definita dal Gruppo nell’accrescere e arricchire il portafoglio dei prodotti IEG. L’acquisizione costituisce, infatti, un’occasione per rafforzare la specializzazione settoriale dell’industry orafa, che serviamo e che contribuiamo a supportare al fine di creare continue opportunità di business”.

FALSINI

Collezione “Arabeschi”

La collezione “Arabeschi” di Falsini è un autentico capolavoro di leggerezza e raffinatezza, risultato delle sapienti lavorazioni e degli intarsi che caratterizzano l’arte orafa della Casa. Ogni pezzo riflette un impegno all’eccellenza, in cui il design innovativo si fonde con tecniche artigianali secolari per dare vita a gioielli di inconfondibile bellezza. Tra le proposte più seducenti ci sono due collane a cerchi: la prima si distingue per la lunghezza e la sequenza armoniosa dei cerchi, l’altra incanta con un elemento centrale unico, una rosa smaltata che rappresenta il cuore della creazione. La collezione “Arabeschi” è un magico incontro tra arte e gioielleria che promette di aggiungere un tocco di sofisticata leggerezza allo stile.

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NEWS

FRANCESCA BIANCHI DESIGN

Artigianalità esclusiva

Esponente di un’antica dinastia orafa, Francesca Bianchi ha dato vita al suo marchio nel 2013. La missione? Creare gioielli innovativi e all’avanguardia, studiati insieme a esperti artigiani fin nel minimo dettaglio, con pezzi nati dall’armonioso equilibrio tra il retaggio artigianale familiare e l’allure della moderna imprenditrice. Con l’ambizioso obiettivo di creare un brand differente e inconfondibile. I gioielli di FBD sono forgiati a mano, uno a uno, e nascono grazie alla sapiente manifattura di autentici maestri orafi. Ogni prezioso, prima di essere confezionato supera almeno trenta passaggi di lavorazione, necessari a realizzare un prodotto curato sotto tutti gli aspetti e interamente realizzato in Italia. Il risultato? Gioielli in bronzo, ottone placcato oro 24 carati protetto con vernice trasparente e smaltati a mano da artigiani toscani aretini.

FOPE

Ricavi ok e nuova boutique malese

FOPE, azienda orafa vicentina leader nel settore della gioielleria di alta gamma, annuncia un 2023 positivo, con ricavi a 66,8 milioni di euro, in aumento di oltre il 7% rispetto all’anno precedente. Il risultato sottolinea la solida crescita del Gruppo in un contesto globale complesso. Come evidenziato dall’Amministratore Delegato Diego Nardin, “i mercati esteri hanno avuto un ruolo fondamentale nel raggiungimento di questo traguardo, con l’America in testa”. A conferma del trend, FOPE ha annunciato l’inaugurazione di un secondo spazio a Kuala Lumpur, in collaborazione con lo storico partner Suen Jewellers, consolidando così la propria presenza nel mercato malese dopo l’apertura nel 2020 della prima FOPE room. “Guardiamo con positività lo sviluppo business per il 2024, con attese di vendita in crescita nonostante le incertezze del contesto economico internazionale”, ha commentato Nardin. La nuova FOPE boutique di Kuala Lumpur rafforza l’approccio e la presenza globale del brand e si aggiunge ai cinque store monomarca e alla FOPE room di Dubai, oltre che agli 780 punti vendita multimarca a

UNOAERRE

“Dinamica” e “Lux”

In occasione di VicenzaOro 2024, Unoaerre ha lanciato le collezioni Fashion Jewellery per la stagione Spring/Summer 2024. La capsule “Dinamica”, presentata per la prima volta la scorsa stagione nella collezione Bronzo Winter 2023, declina la maglia forzatina in diverse versioni: ovale, quadrata, a navette fino a intersecarsi e intrecciarsi su se stessa in un susseguirsi unico di stili. Per la collezione Spring Summer 2024, alla capsule si aggiunge una parure composta da collana, bracciale e orecchini declinata in una nuova veste a maglie squadrate piatte. Particolari gli orecchini che vedono la maglia squadrata piatta avvolgersi su se stessa. Altra novità di questa stagione è la capsule “Lux”, dalle linee pulite e minimal capaci di riflettere la luce e rendere luminoso ogni look. “Lux” si compone di collane pendenti a Y, in cui la catena viene mixata con elementi a piastrina, chocker e bracciali piatti rigidi, anelli e bracciali concatenati; e orecchini pendenti rettangolari, a goccia o a cerchio.

L’ORAFO ITALIANO 96

AUDEMARS PIGUET

Nuova sede milanese

Audemars Piguet, prestigiosa manifattura di alta orologeria svizzera, ha inaugurato una nuova AP House in via Bagutta, nel cuore di Milano. L’AP House si trova all’interno dell’ex Garage Traversi, un edificio storico ristrutturato ma con ancora la facciata originale liberty. La nuova sede, progettata da Lissoni & Partners, si sviluppa su cinque piani e offre un’esperienza immersiva nel mondo AP. Al piano terra c’è la boutique, dove gli appassionati di orologeria possono ammirare le ultime collezioni. I piani superiori ospitano invece un’area dedicata all’heritage, con una collezione di orologi vintage e un museo interattivo che racconta la storia di Audemars Piguet. La nuova sede offre anche un servizio di assistenza clienti e un bar dove gli ospiti possono rilassarsi e godere di un drink. L’inaugurazione dell’AP House di Milano è il segno dell’impegno della Casa orologiera nel mercato italiano: rappresenta un punto di riferimento per gli appassionati e un luogo dove vivere un’esperienza unica all’insegna del lusso e dell’eccellenza.

SO-LE STUDIO

Pop-up a Parigi

So-Le Studio, brand fondato e diretto da Maria Sole Ferragamo, sbarca anche a Parigi. Lo scorso 24 febbraio, infatti, ha inaugurato un pop-up store presso il department store Le Bon Marché Rive Gauche. Come il negozio milanese situato nella Piazza del Quadrilatero, lo spazio parigino è stato progettato dallo studio Fondamenta. Il concept ricalca i principi del brand: illusione, leggerezza e distorsione. Un’installazione realizzata con un tessuto generato da una membrana di fibra tesa su una struttura scheletrica di legno, e tagliata da superfici rigide e opache, crea un’atmosfera magica e fluttuante, esaltando i gioielli in mostra. L’allestimento si distingue anche per la sua attenzione alla sostenibilità: il legno e il tessuto utilizzati provengono da materiali di scarto, e l’intera struttura è stata smontata e conservata per futuri utilizzi al termine dell’evento. Il pop-up store parigino rappresenta un’occasione imperdibile per tuffarsi nell’universo creativo del marchio e scoprire le sue ultime collezioni.

OROLOGERIA SVIZZERA

Export in calo

Secondo l’ultima ricerca della Fédération de l’Industrie Horlogère Suisse, l’esportazione di orologi svizzeri è calata del 3,8% a febbraio 2024 rispetto allo stesso mese del 2023, registrando la prima flessione dopo due anni di crescita. Le fasce di prezzo più colpite? Quelle medio-alte, con un meno 14% per gli orologi tra 500 e 3.000 franchi. Quattro tra i primi dieci mercati hanno virato in negativo (Cina, Hong Kong, Regno Unito, Germania), mentre gli altri sei (Usa, Giappone, Singapore, Emirati Arabi Uniti, Francia, Corea del Sud) hanno mantenuto la progressione. L’Italia ha registrato un -17%, scendendo dal decimo all’undicesimo posto come bacino di riferimento. Le cause di questo rallentamento sono molteplici: l’inflazione crescente, la guerra in Ucraina e il rallentamento dell’economia cinese. Inoltre, il mercato degli orologi di lusso è più competitivo con l’ingresso di nuovi concorrenti negli ultimi anni. L’industria elvetica degli orologi rappresenta oltre il 50% del fatturato mondiale del settore, ed esporta oltre il 90% della produzione.

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NEWS

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P. 30 | Guido Damiani, “a century of splendor and Italianness in tailor made jewellery”

The name Damiani is prestigious. It refers to an Italian family fiercely proud of tradition and a history of savoir-faire in creating jewellery. We interviewed Guido Damiani, Knighted for his Work and Group Chairman who, with his siblings Silvia and Giorgio, proudly goes ahead with Made in Italy jewellery excellence. This year marks the centenary of the founding of Maison Valenzana that has been able to apply passion, creativity, and skill to creating unique masterpieces that are timeless and enhance the passage of time with their splendour.

A 100 year history, but still attentively watching the market: which geographical areas are the most interesting today?

The jewellery market offers many opportunities for growth in various parts of the world. In particular, we are stepping up our presence in Asian markets, which are characterised by sophisticated clientele in search of Italianness and authenticity when purchasing luxury products - values for which Damiani is a spokesperson in the world. We already have a widespread presence in the Middle East, Japan, and Korea especially, but we are aiming to build on this by extending our existing boutiques and by relocating to even better areas. Our clientele is refined and very demanding, and so we do all we can to offer an ever more evolved luxury experience, able to meet their needs.

Does this mean that you are going to open new stores in these Countries, including China?

Expanding our retail network is a key part of our strategy, however, we must stress that we do not open stores just anywhere: we carefully select the locations that are best suited to guaranteeing premium positioning, also venues for our competitors and the major luxury brands. The markets we are going to invest in most in terms of retail, are those in the Far and Middle East. We plan to increase our presence in the Middle East, opening new stores in the Gulf area over the next 12 months: Kuwait, Qatar, Bahrain, and Saudi Arabia, as well as the Arab Emirates, where we already have a boutique in the renowned Dubai Mall in Dubai, and where I myself live with my family. Finally, we have planned a series of strategic investments in China, with four new boutiques, in order to expand out presence in what is certainly an area of great potential.

What are the most discerning luxury clients looking for, and how does Damiani meet their wishes?

Today, consumers of luxury goods are ever better informed and attentive to product value and quality. They are looking for artisanally crafted skills, but with authenticity. That is why today we are witnessing the loss of relevance of unbranded jewellery. Brand products are much more sought-after, also due to the trust placed in the brand. Behind a brand there is a value system, a promise, but also guaranteed quality. This is especially true of Damiani, who can boast a century-long tradition, above all with the third generation of the founding family still at the helm. My siblings and I see to this personally because to us Damiani is not merely a brand, it is our surname and, even more importantly, that of our children.

What product lines are you developing and which are the most sought-after?

On the one hand we are finding growing interest in top notch jewellery, synonymous with exclusivity and the utmost quality. On the other hand, there is fine jewellery - all made entirely by hand in our workshops in Valenza, applying the highest quality standards. We are seeing an ever greater demand for our more iconic and recognisable collections. One example is the necklaces with crosses in the Belle Epoque collection, while the Margherita and Mimosa items are gaining fascination over time. In addition, there is fast growing

interest worldwide in our latest fine jewellery collection, Belle Epoque Reel, designed ad hoc for younger, genderless clients. Besides, with globalisation the taste of clients in the various areas of the world are becoming ever more similar.

Online purchases are growing everywhere: in light of this, are boutiques still very important?

Yes, our boutiques and in-store experience are at the hub of our activity. Even though we are investing more and more in online channels, in which we are finding a constant growth trend, seeing to the in-store experience is still of prime importance for luxury goods, especially jewellery. In our stores our clients do not merely purchase our products, they are fully immersed in the world of Damiani. Boutiques offer a setting in which clients can experience and try on the jewellery, get personalised consultancy, and feel assured of their choices. They inform themselves and search online, but the purchase is often finalised in person, or at least by telephone, showing the importance of personalised service in the fine jewellery sector. Basically, purchasing jewellery is an emotional experience that goes beyond simple technology, based on human relationship and trust.

What services does Damiani reserve for its top clients?

I would like to stress that we are very attentive to all our clients, not only the VIPs. Many of our premium services are intended for everyone. One is certainly insurance against theft for all the jewellery purchased. But I could give other examples: however, what I think makes us really special with high spending clients are the direct relationships that can be set up with us, the third generation of Damiani, still heading the company. Giorgio, Silvia, and I know most of our top clients personally, we have a direct relationship with them and their families. They trust us. They often call us to ask for advice on purchases and when they come to our showroom in Milan, someone from the family is there to welcome them personally if we can. I think that, compared to many of our competitors, it is this that makes the difference, and makes our company and our business model successful.

Are Made in Italy luxury goods under attack by “younger” competitors?

I don’t like to think we are “under attack”. Competition is always a positive thing, it pushes one to do more and better. Granted, one cannot deny that the luxury sector is subject to increasing competitiveness internationally. Nevertheless, I think that, especially in this setting, Made in Italy is unassailable. Our unique heritage of craftsmanship, design, and creativity, combined with tradition and uniqueness is what luxury clients want, and Damiani’s added value lies right here. Damiani continues to stand out, not only for its tradition and quality, but also for its capacity to innovate.

Tell us about the 100 unique items presented on the occasion of celebrating 100 years in business for Maison Damiani in an exhibition curated by Prof Alba Cappellieri at Gallerie d’Italia: I think that the title of the exhibition fully explains what this collection means to us: 100X100 Italians: One hundred unique pieces of jewellery, fully Italian, just like us. Italianness is fundamental for us, because it encompasses many of the values we stand for: certainly one is our land, especially in relation to Valenza, the only goldsmithing district in the world recognised internationally, where the Damiani family has had its roots since the 1600s. But, to us Italianness also means family, creativity, history, and passion. These are all elements that define Damiani DNA and that form the fil rouge of the exhibition. Particular pieces made using unique stones or unique, unrepeatable combinations of gems, the result of long, careful selection by my brother Giorgio himself, with his team. The exhibition is open to the public at Gallerie d’Italia in Milan until 28 April, and will then tour the world, and so there will be no shortage of opportunities to view it.

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P. 46 | HC Arnoldi, between craftsmanship and the digital

HC Arnoldi is more than simply a supplier of precious stones: it is a guardian of desires, a gateway to a world where luxury can dream. At the heart of the company philosophy there stands a commitment to uncompromising quality. Every precious stone, meticulously sourced from the remotest corners of the planet, bears witness to the astonishing art of nature. Whether it is the hypnotic sparkle of a tourmaline or the enchanting hues of a rare sapphire, each stone in the collection exudes an aura of refinement and mysticism.

Founded in 1919 and brought under new ownership in 2017, the company is led by Hubert Arnoldi with his children Carl-Philip and Isaline, the fourth generation. Of the two siblings, Carl-Philip is a gemmologist by training and also oversees management, while Isaline is in charge of marketing and the family’s new company, “GemHype”, specialising in online sales.

Hello Isaline Arnoldi, CHC Arnoldi’s core business is buying rough stones and cutting them: since when have you been working in the new set-up?

The new company was born in 2017, when my father separated from his brother with whom he ran the historic company founded in 1919. In just a few years we have doubled our turnover and today we have more than 30 employees.

But we know that you don’t just cut on commission, you love to inspire customers.

It’s true, when we receive a new material we often create new layouts, bringing to life different combinations and new shapes: for example, we have just created a set consisting of chrysoberyl and grey spinel. And we are working on making necklaces as inspiration for goldsmiths and designers, and also earrings and bracelets. It’s a growing business.

How does it work?

We don’t just make a necklace, for example of aquamarine, and then another of morganite, we actually try to make a complete series. So a necklace of the same shape, size and style and maybe even a bracelet.

You are the fourth generation to join the company, is it challenging to work with your family?

We are lucky because we work well together: everyone has their own space. He is great at encouraging and supporting us, but it is true that we also have discussions as in every family. My father, however, is very open to new ideas and I believe that the combination of two generations, when they work well together, is the best thing because we also need the experience of our fathers. And, above all, he is teaching my brother a lot about buying raw stones: without his teaching we couldn’t manage, but it is true that new times are coming and he has understood this by agreeing, for example, to open “Gemhype.com”.

What is your role in the company?

The world is now digital and we have to work in this field too. I look after the online shops and Gemhype.com, and I oversee our apprentices. So I supervise all the young people who start working in our company and learn how to be cutters or work in the office.

Carl-Philip on the other hand is more operational? He handles the purchase of rough stones alongside my father.

eventually we were convinced. It is an important channel, open 365 days a year 24 hours a day, but not only: it is also active as a consultancy and for information on stones. It is working well, we have put together a high-level image bank. We also offer customers the possibility of receiving stones on consignment, to test them, with the possibility of sending them back.

How do you balance technology and craftsmanship?

We actually cut 100% by hand, like we did 50 years ago. We have a department that cuts with technology-supported machines, but it is the person who has to cut the whole stone and who decides the angles at which the machine operates. We call it technologysupported cutting, but it is craftsmanship because it is done by hand. The stones we cut are of high quality and we train young people to do it, because we need this kind of craftsmanship, it’s one of our staples.

So, thinking about your competitors, what are your strengths? We are very fast, but always with great know-how. Since we have our own workshop here in Oberstein, we can get into action very quickly. When there is an important delivery, we are able to do it immediately and then we count on our quality, which is very high.

As for your customers, we imagine they are the big players in high jewellery, France and Switzerland. We work for an international clientele. We export more than 90-95% of our production and sell to several jewellery dealers around the world, not just in Europe.

Thinking about the markets, how do you see the future and what are you trying to do to improve and expand your business?

Times are not easy, especially because of the market in Asia, which is huge and where cuts are improving. We have to make an effort to stand out with our quality, we have to be perfect and fast. But we also have to offer a tailor-made service, so that customers send us their requests on how the stone should be cut.

There is a lot of talk about the origins of stone in mining. Yes, we have a long history in this field, with long-standing relationships with almost all suppliers. My father has close relations with them and has travelled a lot to Africa to see how the work is done there and with the stones, the mines and the countries. We also try to communicate transparently where the stones come from and especially how they are processed. Also with Gemhype.com.

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Azzurra Cesari, special project manager of Cesari&Rinaldi Gemmai, a historic company specialising in stone cutting, based in Rimini but also a key player in the Valenza area, tells us what it takes to meet the standards of the major international jewellery manufacturers.

How was your company born?

It all started from the passion for precious things of my father, Paolo Cesari, and his partner Antonio Baletti. Over the years, this passion has taken shape in the company in terms of both service adequacy and quality research, to arrive at what today is an all-round customer service.

What is your role, what do you do and since when?

Since I joined the company, I have been in charge of Masterpieces, unique pieces of fine jewellery. My role is to support the creative director of the Maison in the different stages of jewellery development: research, proposing new colours and gemmological consultancy.

How many cutting plants do you have?

One in Forlì and one in Valenza. We have maintained two different types of processing: in Valenza we continue the development of high jewellery and high-precision bezel cutting; in Forlì we have developed another technology internally, with CNC machines that allow us to cut shapes with size tolerances that respect +/- 0.03 mm: as far as very high quality production is concerned, this is a key feature today.

So the excellence of the finished product is defined by the processing method and the selection of the product of origin?

Certainly, there is a rather fanatical approach to the quality selection of the product, followed, of course, by the manufacture itself: bringing the piece to size is, as it were, a small, pleasant madness.

What is your strength?

We offer a very high level of product customisation (i.e. we adapt the product to the customer’s needs) in the field of colour stones for high jewellery: we perform certain types of cuts according to the drawings of our most demanding customers, respecting very strict margins thanks to the technical ability we have acquired over the years with determination and commitment. This capacity makes us the best support to the supply chain by providing “unique pieces”. Among other things, this attention and expertise regarding unique pieces has always characterised every aspect of Cesari & Rinaldi’s production. As a result, we are also able to meet the most specific requests within the luxury market and, in particular, the production of certain types of gemstones.

Not only unique pieces, however, you also process and cut large quantities of stones on commission.

The quest for perfection is expressed in different ways. While unique pieces retain the magnificence of the single piece, hence the rarity or spectacularity of the single stone, even when we are talking about large numbers, 35,000 stones, a qualitative approach is required, which is not inferior, on the contrary: it is a very difficult job, sometimes even more complex than that on the single piece.

With what types of customers do you work in B2B?

We work with the three most important international luxury groups, and with all the biggest brands present at Place Vendôme. We directly supply finished stones on commission.

What kind of market is the market for colour stones?

The high-positioned brands continue to perform strongly, and require a constant increase in production. The small ones suffer because to compete on the global market requires large investments. And then

there is an issue due to the geopolitical scenario. As I said, there is a high demand for quality in the stone world, and this drives up prices because availability is limited.

What does it take to meet the major challenges?

We need a large supply capacity and to continue to invest in quality. Sourcing raw materials of a certain type must be followed by flawless execution. So you have to work on both aspects: complicated but rewarding in the end.

Is technology important?

Yes, but the human element remains fundamental because technology, at least as we have developed it, is only a support: our workers remain irreplaceable. The key word is integration between the technological side and the human side, and we have succeeded with years of challenging development.

How important is Italianness in your company know-how?

It is certainly an important aspect, which we are recognised for example by the French, linked to our unique approach and sensitivity to colour. We advise brands with which we develop together that specific nuance that then becomes iconic for the development of a collection. Foreign customers appreciate our reliability linked to this colour sensitivity, which allows us to achieve high standards and numbers without sacrificing detail.

Are “ethical” stones the key to the future?

Corporate social responsibility is particularly close to my heart. I am a member of the Assogemme ethics committee, which is in charge of drawing up a procedural ethical code to guarantee the entire ethical gemstone production chain, from the raw material to the finished product, of which Kering (Pomellato and Gucci) and LVMH (Bulgari), as well as several key players in the sector, are members. It is a process that will take time, but, will bring about big changes, with the guarantee of ethical conflict free and child labour free stones.

Finally, where is this ancient profession heading?

Since ancient times, jewellery cannot be defined as such if it is not composed of gold and gems. Beyond its economic value, it holds an extraordinary intangible value: even today, it is still the fruit of skilful hands that push the material to its limits to achieve excellence. It is an imperishable value: it is therefore essential to safeguard craft skills and ensure that they are not lost over time, believing in the younger generation and continuing to invest in the future

Assogemme, at the service of the supply chain Assogemme, a partner of CIBJO, The World Jewellery Confederation, is the Italian national organisation of jewellery companies operating in the field of coloured gemstones, precious, semi-precious and hard stones, diamonds and corals. The association promotes educational programmes related to corporate social responsibility (CSR) and sustainability within the precious metals and stones, and jewellery supply chain. Its tasks include scouting for and training new generations of master goldsmiths in collaboration with the Mani Intelligenti foundation in Valenza. Vicenzaoro is also one of the organisations it collaborates with, with which it organises talks to support gemmological culture and Italian know-how in the jewellery system. The “Ethical Committee of Coloured Stones”, with Guido Grassi Damiani as its chairman, has been set up, with the participation of brands such as Buccellati, Bvlgari, Damiani, Gucci, Pomellato, Dolce e Gabbana, Alberta Ferretti, Pasquale Bruni, Crivelli and Boucheron; together with a representation of Italian operators involved in jewellery manufacturing, traders of finished products, cutters and operators involved in the procurement of raw materials, and gemmological experts.

L’ORAFO ITALIANO 100 P. 50 | CESARI & RINALDI: SEEKING PERFECTION

P. 60 | CORAL MASTERS

In 1894, when he was only sixteen, Basilio Liverino began his activity as a Cameo engraver, launching a saga of coral craftsmanship that began in Torre del Greco and achieved worldwide fame. Now Enzo Liverino 1894 is in its fifth generation

An important German customer and an investment in a “coral” boat gave a boost, at the end of the 19th century, to Basilio Liverino’s business, dedicated to the processing and marketing of coral. However, it was his son Vincenzo who positioned the company among Naples’ medium-sized companies; subsequent full development and internationalisation were due to the enterprise of his son, also named Basilio, together with his brothers, on the death of their father. On the ruins of Torre del Greco after the war, they found a way to rebuild the company with an organised approach, inspired by Swiss standards, focusing on documentation, certification and archiving. Given the great demand for pink coral in Germany, the first Basilio had arrived by ship in Japan, already establishing relations with major brands, including Bulgari, as evidenced by some invoices dated 1917. The second Basilio was responsible for the creation of the “Coral Museum - Liverino Collection”, exhibiting of items that had been collected since 1934, including an old cameo purchased in Venice. In 1986, the need emerged to secure the raw coral, and digging in the volcanic rock to create the vault gave rise to the idea for the museum, which today houses more than a thousand pieces divided into eight sections. “For the visitor who enters the first section, there are all eight species of precious corals, then also some samples of reef and common corals to give an overview of the material, although we do not process them,” explains Enzo Liverino, born in 1952 and fourth generation at the helm of the company, “the coral species are over 7,500 and only eight, the deep water ones, are workable.” “I’ve always had a passion for coral and the workshop, in middle school after finishing my homework and playing a bit, I would go and learn from the workers who would explain their little secrets to me, passing on to me this passion for coral cutting that I still cultivate today,” Liverino continues, “when I enrolled in university, my father sent me to Japan to process coral in quantity, given the great demands that came from Saudi Arabia, I would take my economic

studies books with me on the trip.” The Enzo Liverino company is now in its fifth generation, an institution in the field of handcrafted production of threads, works and semi-finished products in coral (Mediterranean, Moorish, cherry, and other) that are then assembled by the big jewellery brands into the finished product. Requests are increasingly important and demanding from these top brands who know they will also find in the Torre del Greco company credentials of social responsibility, ethics and sustainability, which have always been their prerogative. Over time, Enzo Liverino has collected an interminable list of certifications and recognitions in this field at Italian and international level, such as the Carbon Expert, HKGMA - Hong Kong Gemstone Manufacturers’ Association and ICA - International Colored Gemstone Association, just to mention a few. “Since coral is processed with the help of water, cooling down during the cutting and abrasion phases, it is filtered, and we collect the best calcium carbonate that we donate to pharmaceutical companies for the production of medicines,” explains Enzo Liverino. Coral is appreciated everywhere, it has accompanied man for millennia. There are many markets, with America in the lead, albeit always with a fluctuating trend, especially as far as medium-sized products are concerned; the high-end ones do not seem to feel the crisis. Some markets are suffering from purchasing difficulties and restrictions, others are closed like Russia and China, although the latter lately seems to be showing signs of reopening. On the supply side, it always depends on the market: in recent years, demand has focused on Mediterranean coral, which is easier to market than Asian coral because it is free of Cites documents, certificates of origin and easy to circulate. Enzo Liverino is now flanked by his two sons, and can devote himself to his passions: putting his knowledge at the service of art, thanks to the now historic collaboration with Jan Fabre, a famous contemporary artist who has been creating works in coral for years; and of education with projects involving the organisation CIBJO - The World Jewellery Confederation wanted by the United Nations. A vocation, that of Enzo Liverino, which expresses itself in giving young people the knowledge they have learnt over the years. And on the other hand in the donation of various coral works, created with Fabre himself, to several famous Neapolitan structures: such as the four coral works offered to the Pio Monte della Misericordia, and the panel in the Sacristy of the Chapel of the Treasure of San Gennaro in Naples.

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P. 62

The city of Geneva is hosting the eighth edition of an event that, in a few years, has become an international reference point for the community that revolves around precious stones. Beware, however, GemGenève, scheduled at the Palexpo from 9 to 12 May, is something more than an expo where there is the best in terms of coloured stones and refined jewellery. As Ronny Totah, co-founder of the event, points out, “it is an event in which great importance is given to culture, young people, training and the transmission of know-how and passion for art crafts related to High Jewellery”.

Offering a 360-degree overview of the jewellery creation of the past and present, in less than five years GemGenève has become an unmissable international event. A true taylor-made platform of content for the over two hundred selected exhibitors and the public, which is not only made up of the world’s top buyers and traders, but also “those who want to be fascinated by the magic of our world”, explains the other co-founder, Thomas Faerber. Competitions and showcases for new designers, prizes and workshops in collaboration with the best European jewellery schools are on the menu of the event. A meeting place of excellence to give visibility to all forms of art and all jewelry crafts.

In an exclusive interview, Faerber and Totah explain the secrets of GemGenève’s successful format to readers of the Orafo Italiano.

What is GemGenève’s vision and how does it differ from other trade fairs in the industry?

Faerber: Since 1973 I’ve been traveling the world to visit jewelry fairs and I think the main difference is that GemGenève is made by the exhibitors for the exhibitors. We are also exhibitors (present with the Faerber-Collection) and we really think we know what our exhibitors want in terms of layout, services, lighting and more. We tried to create something other than a simple fair and people seem satisfied.

Totah: As exhibitors (he is also present with Horovitz & Totah SA), our vision was to build a platform for people who understand commerce, and we know exactly what people don’t want; secondly, the intent was not to put only business at the centre: we thought of something special, tailored to visitors, with many different contents, including for example the promotion of new designers, the launch of exhibitions and cultural initiatives (the educational content of the event is very rich, Ed.), all added values for traders.

In practice, we can say that you have founded a community: where do exhibitors come from?

Faerber: In reality, the community pre-existed, but had no place to gather and meet. As in previous editions, American exhibitors will play the part of the lion: they alone represent a fifth of the participants. There are a total of 21 countries represented: the Swiss occupy the second position, followed by those of Hong Kong, Germany, Belgium, Thailand and Israel. Some homes come from Japan, Brazil, and Australia.

This is the eighth edition of GemGenève, what are the plans for the future?

Faerber: We want to continue in May, this is what buyers and exhibitors ask us, also because in this period Genève is a high-level meeting place, with other important appointments on the calendar. I think the city and the international community are both happy about this event.

Totah: The near future is yet to be decided, we hope to understand from the companies and buyers their needs, and if necessary we will announce the November 2024 edition. Instead, for the spring edition of 2025 we are considering whether to slightly increase the capacity. In addition, they are also asking us to organize something outside Geneva, let’s see if there will be the possibility. We are always listening to our community to understand how to create a perfect expo.

What are the most interesting things for visitors?

Faerber: Business visitors are hoping to find incredible stones, such as topaz and tourmalines for example. The normal audience comes to discover our world. But the family of media and journalists is also important because it is the one that tells our stories.

Totah: GemGenève is not only business, visitors also come to learn about the stones. The other purpose is therefore to educate: for this reason there are many conferences and we invite schools to show that young people can passionately embark on the career of the “Metiers d ‘Art”: it is a 360-degree event and not just a commercial event, to savour the values of the community.

Let’s talk about the market: what evolution do you see in terms of demand and what geographical areas are emerging?

Faerber: The business at the moment is based on a strong variety, I also speak for my company. We also offer special coloured diamonds, and a section dedicated to the much-loved antique jewellery. At the level of stones, Kashmir sapphire is in high demand, and then there is a strong demand for emeralds, of which there is a shortage. Even rubies of excellent quality are difficult to find.

Totah: Geographical trends indicate that the Far East is reaching a peak, the United States is holding, while Europe is weaker – as far as stones are concerned, I confirm the attention to the very popular Kashmir sapphire at the last fair in Hong Kong. It is a beautiful stone but unfortunately it is also used for less noble purposes, to convert large amounts of money into “smaller volumes”. So caution is needed, it is a trend but perhaps short-lived. And then there is the growth of design jewelry: in the November ’23 edition in the dedicated area at the fair there was an incredible ferment, with attention to young new designers.

Finally, there is more and more talk of sustainability in the precious goods market, is it the future?

Faerber: it’s very important and will become increasingly so: we must adapt and be aware that the new generations have other choice criteria. The sustainability of the supply chain today is a crucial issue: producers of diamonds and coloured stones must be able to inform customers about the “cleanliness” of their stones.

L’ORAFO ITALIANO 102
| GemGenève: a “tailoring” platform for the jewellery community

HENN GMBH

The Henn family boasts a solid international reputation for the rare coloured gems, the result of a vocation that has remained intact through four generations. “In addition to treating gems and minerals of superlative and museum quality, we also received recognitions for our exceptional art objects, unique in their kind,” explains Axel Henn. The third strand of the business is Henn of London, a brand that creates bespoke jewellery. The Henn collections, born in ateliers and laboratories in Germany and the United Kingdom, are aimed at customers who appreciate the rarity, preciousness and aesthetic value of exceptional gems, combined with the highest standards of craftsmanship. Today this passion unites two generations across Europe, with Henn of London in the UK and Henn in Idar-Oberstein, Germany.

KREIS JEWELLERY

Kreis Jewellery is a family business specializing in the gemstone market and based in Niederwörresbach, Germany. “In addition to going directly to the mines, we cut the gems ourselves and create the jewels internally, thanks to the two expert gemologists in the family, but above all thanks to extensive experience in the sector, which extends over several generations,” explains one of the owners, Carsten Kreis. “The added value? We consider ourselves partners with our customers, providing them with the same information and integrity that we would like to see if the roles were reversed, and we like to build relationships that last for generations. ”

NOMAD’S

As the name Nomad’s says, it is a partnership of artisan cutters “citizens of the world”: finding superb gems in the mines all over the world and bringing them to process in laboratories is a philosophy of life that aims to unite different worlds. “We buy from savannah or desert miners, and sell to the finest jewellers of the wealthy class of Place Vendôme and Fifth Avenue. Finding common understanding and building friendships everywhere is a superb adventure. ” For them, treating coloured stones is not just a business: “We also consider it an inner journey of personal growth in terms of knowledge, understanding and competence”.

EMIL WEIS OPALS

Emil Weis Opals projects itself into the past through three generations and more than 100 years of tradition in coloured stones. Consolidated mining partnerships in Australia and Mexico guarantee the constant supply of high quality material: the mission is to provide customers with the most beautiful opals at sustainable prices. A true specialist in the field, Emil Weis Opals offers a wide range of opals, including Mexican fire opal in cabochon cuts and faceted; Australian black opal, Boulder, Crystal and light opal in cabochon shape; rare opals with colour games; pink opal and blue opal, from exotic locations around the world.

VLAD YAVORSKYY

Vlad Yavorskyy calls himself a lover of stones. Throughout his life he has travelled the world in search of the rarest and most spectacular specimens. A deep connoisseur of precious stones, Vlad Yavorskyy works between the United States and Indonesia. A great specialist in emerging mines, his knowledge of coloured stones led him to publish 6 books on the subject, one of which in 2016 was voted “best book of the year” by JCK magazine. Yavorskyy has been trading precious stones since the late 1980s. Documenting, like an explorer, every expedition in the most remote mines of the globe, Vlad Yavorskyy has an extraordinary talent in identifying the most promising new stones.

ALINE COLLECTION

Specialising in rare and unusual stones, the Swiss company ALine Collection puts its expertise at the service of the world’s greatest designers, jewellers, watchmakers and collectors. Since 1996 Alexander Leuenberger has been travelling in search of amazing gemstones: red, pink or pastel spinels, unheated rubies and sapphires, Paraíba tourmalines, spessartines, tsavorites and aquamarines... Owner of the most productive sapphire mine in Madagascar, ALine Collection occupies a leading position in the new stone market. Working in partnership with Sapphirus Lanka, a state-of-the-art manufacturing company, ALine Collection is able to meet the most demanding cutting requirements and excels in the art of complex cutting. Sustainability, traceability, confidentiality and an ethical approach are the key values.

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