retail&food 01-02 2023

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Nuovi

format e investimenti: la ristorazione punta sul travel

Aeroporti: a colloquio con SEA e SAVE

Svelato il “food” in Stazione Garibaldi

Brogi (NAU!): “Battuti i volumi pre-crisi”

4 Foods porta in Italia El&n e BrewDog

Focus Delivery: è ora di fare margini

Gennaio • Febbraio
€ 5,00
2023 In
caso di mancato recapito inviare al CPM di MIlano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi
Foto credits: SEA-Aeroporti Milano

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FOODSERVICE AWARD ITALY, RICOMINCIAMO DA SAN SIRO

L’uscita di questo numero di retail&food coincide con il lancio della 5a edizione del Foodservice Award Italy, il premio per le migliori catene f&b attive in Italia. Un’iniziativa lanciata nel 2015 dalla nostra casa editrice, Edifis, promossa dalle redazioni di Ristorando e retail&food.

Il contest ha guadagnato credito, reputazione, candidati e finalisti nel corso degli anni. Fino all’ultima edizione, svolta a fine 2021, in un periodo reso ancora complicato dalla pandemia.

Per questo, affacciandoci all’edizione 2023, abbiamo deciso di ricominciare da dove ci eravamo lasciati, di ritrovarci allo Stadio di San Siro, dove si svolse l’indimenticabile kermesse del 2019.

Lo confessiamo, è anche un modo per esorcizzare e lasciarci alle spalle, speriamo, il difficile periodo appena trascorso.

Ma non solo, ci saranno tante novità. A partire dal Foodservice Summit, un evento nell’evento, che anticiperà di qualche ora Gala Dinner e Premiazione, riservato ai C-levels, ai top manager, alle insegne finaliste e agli sponsor del Summit.

I nostri obiettivi sono gli stessi di sempre: offrire un’occasione di confronto fra i player della ristorazione e creare opportunità di networking fra operatori e fornitori di prodotti e servizi dell’area foodservice.

Contiamo di raggiungere, e superare, lo straordinario risultato del 2021 che vide 92 insegne finaliste per oltre 3.000 punti vendita. E contiamo di farlo con il coinvolgimento di tutti voi.

Quindi aprite le agende e segnate la data: Summit, Gala Dinner e Premiazione si svolgeranno presso lo Stadio San Siro di Milano, mercoledì 24 maggio. E che vincano i migliori!

EDITORIALE pag. 1 | retail&food | Gennaio • Febbraio 2023

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pag. 3 | retail&food | Gennaio • Febbraio 2023 SOMMARIO 4 News 18 News Opening 23 Cambi di Poltrona 24 News Sostenibilità 4 Stock options 8 Rubrica legale 14 Retail Glitch 16 Dal Tabaccaio 22 Grazie e scusa 51 Collaborations e Co-Branding 57 Duty free world 58 New travel markets RUBRICHE 36 32 44 56 World Travel Retail 59 News | International 60 News | Servizi e Fornitori 62 Vetrina 44 RETAIL | Nuovi progetti Bolzano Revolution 26 REPORT | Aeroporti 28 REPORT | Aeroporti 30 REPORT | Aeroporti Battuello (SEA): “Affinare l’offerta con format sempre più sofisticati” Mapic, tutte le novità in arrivo per il 2023 (e oltre) Chef Express svela la nuova Milano Porta Garibaldi I grandi brand scommettono sul Marco Polo di Venezia Da Nord a Sud, traffico in ripresa e lavori in corso Il delivery sale del 20%. Ora è il momento di fare margini 4 Food porta in Italia i grandi marchi inglesi 32 FOCUS | Travel retail 36 BRAND | Analisys Nau! tira le somme, vendite in crescita sui volumi 2019 38 MASTER | Franchising 40 EVENTI | Retail real estate 46 FOCUS | Digital Food 52 FASHION | Trend Moda a doppia velocità, solo il lusso corre ancora 54 GDO | Storie La marcia in più dei discount. Il caso di Netto Marken 35 TRAVEL | M&A Dufry-Autogrill fusione al via Fabrizio Brogi, fondatore di NAU!

Svicom si aggiudica la gestione del centro commerciale Fiordaliso

La gestione del centro commerciale Fiordaliso di Rozzano (Milano) passa a Svicom. Svicom SpA Società Benefit è stata scelta dalle due proprietà, Eurocommercial Properties (per cui c’è già, dal 2017, il mandato di gestione del centro commerciale I Portali di Modena) e Gruppo Finiper, a seguito della gara che ha coinvolto alcuni fra i principali player del settore. Il Fiordaliso è uno degli shopping centre più importanti in Italia. Nell’ultimo periodo è stato oggetto di una serie di ampliamenti e riqualificazioni culminati con la nuova galleria e la nuova food court. “Questo incarico arricchisce il nostro portafoglio di beni in gestione nell’asset class sulla quale l’azienda vanta oltre venticinque anni di esperienza, il Retail Real Estate”, ha dichiarato Letizia Cantini, General Manager & Partner di Svicom. “Ci contraddistingue un approccio alla gestione immobiliare strategico, dinamico e proattivo in ogni fase, siamo orgogliosi di mettere a disposizione dei due proprietari il nostro lungo percorso di esperienza e di crescita”.

STOCK OPTIONS

I conti dei primi 9 mesi di esercizio sostengono OVS. Vendite nette a 1,08 miliardi (+11,1%), con Ebitda a 124,1 milioni, in crescita anche rispetto al 2019, e risultate ante imposte positivo per 68,8 milioni (+59%). Titolo stabilmente sopra i 2 euro.

PIQUADRO

Buoni i conti di Piquadro, nei 9 mesi di esercizio chiusi lo scorso 31 dicembre: fatturato consolidato a 126,8 milioni (+ 15,9%). Il marchio Piquadro genera 53,2 milioni (+18,3%) , The Bridge 23,1 milioni (+23,9%) e 50,5 milioni (+10,3%) arrivano invece da Maison Lancel.

CUCINELLI

Bilancio 2022 da record per la maison italiana, con ricavi per 919,5 milioni (+29,1%), più della metà realizzati nel canale retail. Il titolo in Borsa viaggia a livelli massimi da un anno, intorno ai 70 euro contro i circa 52 con cui aveva iniziato il 2022.

UNIEURO

Approvati i dati sui primi nove mesi del 2022, in leggera flessione, sulla scia dell’andamento dei consumi: ricavi giù da 2,15 a 2,1 miliardi ed Ebit adjusted ridotto, da 56,5 a 19,9 milioni. Positivo comunque l’effetto Black friday. Titolo stazionario tra gli 11 e i 12 euro.

RICHEMONT

Il colosso del lusso, a gennaio, ha diffuso i dati del terzo trimestre 2022. I ricavi crescono, a 5,4 miliardi (+8%), ma sotto le attese degli analisti. A pesare è stata l’apertura a singhiozzo dei negozi in Cina, ancora a causa dell’emergenza Covid.

AMAZON

Il titolo del colosso eCommerce aveva chiuso l’anno ai minimi da un biennio, sotto gli 80 euro. Poi la ripresa, anche grazie alla vendite super messe a segno da “Spare – il minore” il libro confessione del principe Harry.

Scivolone in Borsa, a metà gennaio, per il titolo degli anfibi più famosi al mondo. L’azienda ha dovuto lanciare un nuovo profit warning a causa di rallentamenti nelle operazioni americane. Il titolo scende ai minimi di sempre.

VICTORIA’S SECRET

A dicembre, il colosso della lingeria aveva comunicato i dati del terzo trimestre di esercizio, terminato con ricavi a 1,31 miliardi di dollari, in calo del 9%. Il risultato è sottotono, ma secondo una nota dell’azienda rientra nelle previsioni annunciato al mercato.

PARTY CITY

Party City è una catena con oltre 800 negozi nel Nord America che vendono giochi, costumi e oggetti vari per feste e travestimenti. La crisi l’ha portata a scegliere volontariamente il Chapter 11, procedura fallimentare con cui tentare il rilancio ed evitare la liquidazione.

NEWS pag. 4 | retail&food | Gennaio • Febbraio 2023
SELL
BUY NEUTRAL
OVS
DR. MARTENS

CBRE con Lendlease per il retail del West Gate di MIND

Dopo gli incarichi di Property e Community Management del MIND Village - l’area che si trova in posizione baricentrica in MIND e che accoglie 800 postazioni tra uffici e spazi co-working - CBRE rafforza la propria partnership con Lendlease occupandosi anche dello sviluppo della componente retail del West Gate di MIND Milano Innovation District, l’innovativo progetto di rigenerazione urbana sviluppato da Lendlease sul sito che in precedenza aveva ospitato EXPO2015. “Siamo molto orgogliosi di poter lavorare a questo progetto unico e innovativo per il quale adotteremo un approccio tutt’altro che standard”, ha dichiarato Mirko Baldini, Head of Property Management di CBRE. “Il nostro obiettivo sarà quello di identificare un’offerta retail di successo, considerando che questa componente rappresenta uno dei servizi fondamentali, per incoraggiare la socializzazione e la collaborazione tra gli occupier di MIND”.

Morellato acquista Christ: nasce il maxi polo europeo da 620 gioiellerie

Morellato Group ha definito l’acquisto della tedesca Christ, provider omnichannel leader di mercato in Germania per orologerie e gioiellerie. Insieme, il nuovo gruppo controlla 620 negozi in Europa, di cui 200 apportati dalla società tedesca, presente anche in Austria, con i brand Christ dal 1863, Valmano e Brinckman & Lange. Cui si aggiungono i 420 negozi di Morellato, sparsi tra Italia e Francia, con insegne retail quali Bluespirit, D’Amante, Cleor e Noélie. L’operazione punta a sviluppare tanto il canale retail quando il digitale, su cui i tedeschi apportano un notevole know how. “Vogliamo sviluppare le realtà retail di Christ e Brinckman & Lange, mantenendo ben distinti mission e posizionamento. L’eCommerce di Christ e Valmano sono punti di riferimento in Europa”, ha detto il presidente di Morellato, Massimo Carraro Stephan Hungeling rimane nel ruolo di Ceo di Christ Group. Morellato ha chiuso il 2022 con ricavi stimati in 370 milioni di euro. Christ Group ha realizzato invece 420 milioni.

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Scalo Milano Outlet, fatturato in crescita e +25% di visitatori nel 2022

Scalo Milano Outlet ha concluso il 2022 con 3,4 milioni di visitatori (+25% rispetto al 2021) e con una percentuale di crescita del fatturato aggregato del +32%. L’Outlet di Milano conferma il trend positivo anche nei primi giorni di Saldi invernali 2023, con un incremento della spesa media tra i consumatori del +11% rispetto allo stesso periodo del 2022. Il segmento del fashion è tra i comparti con le migliori performance insieme a quello degli accessori per la casa. Numerose le nuove aperture negli ultimi mesi, tra cui il primo store italiano di Fatboy, marchio olandese di prodotti e accessori di design per la casa. Tra le novità anche lo store Pinalli, Il Lanificio e Oltre. Ad arricchire l’area Food di Scalo Milano Outlet & More si aggiungono invece Starbucks, Panino Giusto e Osteria Urbana. Scalo Milano Outlet & More guarda inoltre agli investimenti con positività inaugurando a fine del 2022 “The Place. Hospitality Lounge”, uno spazio progettato per offrire servizi premium ed esclusivi ai clienti fidelizzati e ai propri Partner.

Sbarca in Italia SiNSAY (Lpp): debutto a Venezia, a Milano nel 2023

Apre in Italia il suo primo negozio fisico SiNSAY, brand di fast fashion parte del colosso polacco LPP. Lo store, su una superficie di 1.400 metri quadrati, è stato inaugurato al centro commerciale Valecenter di Marcon (Venezia), gestito da Multi Corporation. Nella prima parte del 2023 è previsto anche il secondo tassello, a Milano. SiNSAY fa parte del gruppo polacco LPP, multinazionale che controlla anche i brand House, Reserved, Cropp e Mohito. I brand sono già attivi in Italia con l’eCommerce, ma il negozio SiNSAY rappresenta la prima presenza fisica sul nostro mercato. LPP è un colosso presente in 40 Paesi tra negozi e on line, controlla una rete di 1.700 negozi specialmente nel Centro ed Est Europa, ma da poco ha annunciato una fase di penetrazione in Italia e Grecia. Nell’anno finanziario 2021-2022 il gruppo ha generato 14 miliardi di vendite in zloty, equivalenti a circa 3 miliardi di euro.

Löwengrube si prepara a conquistare Milano: a marzo 2023 aprirà il primo

La catena di ristoranti e birrerie in stile bavarese Löwengrube ha annunciato l’acquisizione del Kapuziner Platz, storico locale del capoluogo lombardo, e l’apertura del primo locale a Milano. Il Kapuziner riaprirà i battenti con l’insegna Löwengrube nei primi mesi del 2023 grazie all’iniziativa dell’imprenditore Pietro Nicastro, che nel 2005 aprì con Monica Fantoni il primo Löwengrube a Limite Sull’Arno, a pochi chilometri da Firenze. Il nuovo Lowengrube milanese, il sesto a gestione diretta della società e il secondo in Lombardia (un altro locale è attivo a Castellanza, in provincia di Varese), segna una importante tappa nell’ambizioso piano di crescita dell’azienda che punta ad aprire 80-90 punti vendita nel giro di cinque anni, conquistando anche i grandi centri urbani. Il nuovo locale di Milano, come si legge nella nota stampa, “richiamerà molto da vicino il vecchio Kapuziner Platz in ottica di continuità e rispetto.

A Promos la gestione dell’Outlet Center Brenner (Invesco)

Il Gruppo Promos ha firmato un accordo con Invesco Real Estate per la gestione e la commercializzazione dell’outlet altoatesino, di proprietà del gruppo americano dal 2018. L’Outlet Brenner, aperto nel 2007, si trova a 75 km da Bolzano e a 45 da Innsbruck e conta una superficie di vendita pari a 15.000 metri quadrati con 70 store. L’accordo con Promos prevede fin da subito un importante investimento per il riposizionamento e il rilancio del centro che, come si legge in una nota, “in 5 anni porterà a un aumento del valore e ne incrementerà le performance”. Già entro i primi mesi del 2023, è previsto l’avvio del cantiere che porterà alla creazione di una nuova food court di 1.500 GLA con 6 ristoranti, al restyling del centro e alla realizzazione di una Premium Plaza di 2.000 GLA dedicata a brand alto di gamma.

NEWS pag. 6 | retail&food | Gennaio • Febbraio 2023

La Rubrica Legale a cura di Cocuzza & Associati Studio Legale, Milano

Lo sviluppo della società Benefit

Da diversi anni si assistite ad una progressiva crescita della consapevolezza dell’impatto che le attività economiche hanno sull’ambiente circostante. La CSR, dall’inglese “Corporate Social Responsibility”, la responsabilità sociale d’impresa, intesa come “integrazione su base volontaria dei problemi sociali e ambientali delle imprese nelle loro attività commerciali e nelle loro relazioni con le altre parti” rappresenta un tema imprescindibile per le aziende. Ma come si declina in concreto la CSR?

A questo proposito, sono state già introdotte in alcuni ordinamenti forme organizzative volte a coniugare l’attività di impresa legata allo scopo lucrativo con scopi sociali o di beneficio comune e l’Italia rappresenta in tal senso un’avanguardia a livello europeo, in quanto già nel 2016, con la Legge di Stabilità, ha introdotto le Società Benefit. In Europa, oltre l’Italia, solo Francia e Spagna hanno ad oggi introdotto una disciplina in materia. La peculiarità delle società Benefit è rappresentata dal fatto che esse perseguono volontariamente, nell’esercizio dell’attività d’impresa, oltre allo scopo di lucro anche una o più finalità di beneficio comune. Le società Benefit non rappresentano un nuovo tipo societario: qualsiasi società prevista dal nostro codice civile può assumere la veste giuridica di società Benefit.

Il beneficio comune è definito come il perseguimento, nell’esercizio dell’attività economica, di uno o più effetti positivi, o la riduzione degli effetti negativi, su una o più categorie di portatori di interesse. L’acquisizione della qualifica giuridica di società Benefit comporta una modifica statutaria e l’assunzione di alcuni obblighi. Innanzitutto, le società Benefit devono indicare il beneficio comune che intendono perseguire, modificando in modo opportuno il proprio oggetto sociale o statuto, e rendendo noto a terzi che si tratta di una società Benefit, mediante l’introduzione, accanto alla denominazione sociale, delle parole «Società Benefit» o l’abbreviazione «SB»

La legge non dà indicazioni su quali debbano essere le finalità di beneficio comune perseguite dalle società Benefit ma è evidente che tali finalità devono essere per la maggior parte attinenti all’attività svolta. Per fare un esempio, finalità di beneficio comune perseguite da società che producono beni alimentari potrebbero essere le seguenti: impiego nel ciclo produttivo di materiali in prevalenza riciclabili e biodegradabili, uso di energie rinnovabili, approvvigionamento da fornitori che rispettano principi di sostenibilità, formazione del personale

sulla sostenibilità, impiego di una buona percentuale di quote rosa, promozione di buone pratiche per una corretta alimentazione.

La disciplina delle società Benefit prevede, inoltre, che la società sia gestita in modo da bilanciare l’interesse dei soci con l’interesse di coloro sui quali l’attività sociale possa avere un impatto, ampliando in tal modo gli obblighi degli amministratori. È poi prevista l’individuazione di un soggetto – il cd. responsabile dell’impatto - responsabile, insieme al management, di assicurare che la società persegua il beneficio comune.

Infine, le società Benefit devono presentare annualmente una “relazione di impatto” redatta in base a uno standard di terze parti (ad esempio il B Impact Assessment di B Lab) per valutare le performance della società per quanto riguarda i suoi impatti e il beneficio comune prodotto. La relazione, che deve presentare i contenuti indicati nella legge, viene solitamente allegata al bilancio e depositata in Camera di Commercio.

Il modello delle società Benefit è già stato adottato da oltre 1000 aziende italiane, fra le quali molte aziende retail, e questo dimostra che molte società lo hanno riconosciuto come strumento ottimale per implementare la governance e essere pronte per affrontare le sfide presenti e future. Certamente è importante che la società che si autodefinisce Benefit ponga effettivamente in essere azioni concrete in linea con quanto dichiarato. Questo è un profilo molto delicato e al momento la normativa non pare essere ancora sufficientemente efficace da permettere di rilevare e sanzionare, in maniera tempestiva, quelle società che si autodefiniscono Benefit ma di fatto non pongono in essere comportamenti in linea con le sue finalità.

Anche a livello europeo la direzione è quella di aumentare gli obblighi di rendicontazione societaria in materia di sostenibilità. In particolare, la Direttiva UE/2022/2464 (cd. Corporate Sustainability Reporting Directive) del 16 dicembre 2022, introduce, a partire dal 2024, per tutte le imprese di grandi dimensioni e le società quotate precisi obblighi di rendicontare le informazioni di sostenibilità secondo nuovi criteri e contenuti. L’ottica è quella di ridurre il greenwashing, rafforzare l’economia sociale del mercato UE e gettare le basi per standard di trasparenza sulla sostenibilità a livello mondiale.

pag. 8 | retail&food | Gennaio • Febbraio 2023

Percassi accelera nel food: svilupperà l’Antico Vinaio in Italia e all’estero

Percassi e All’Antico Vinaio hanno siglato una joint venture paritetica per lo sviluppo del brand toscano in Italia e in Europa. Si avvia così un percorso di crescita, sfruttando l’expertise del gruppo bergamasco che da molti anni opera in Europa per la gestione di catene retail di fama internazionale. Percassi si occuperà di sviluppare il concept dello store All’Antico Vinaio e della sua ulteriore espansione geografica. All’Antico Vinaio, marchio di ristorazione specializzato nella schiacciata toscana, oggi conta su 11 punti vendita nelle principali città italiane, tra cui Firenze, Roma, Milano, Torino. All’estero, è presente negli Stati Uniti con due negozi a New York e prossimamente è prevista l’apertura a Los Angeles. In Italia, è già pianificato un nuovo punto a Forte dei Marmi. Impiega complessivamente 200 dipendenti e prevede di chiudere il 2022 con un fatturato di oltre 22 milioni di euro.

Signorvino: +57% di ricavi e 10 locali in arrivo nel 2023 (tra cui Parigi)

Signorvino ha chiuso il 2022 con 55 milioni di ricavi, il 57% in più rispetto al risultato del 2021. Il dato comprende l’attività di ristorazione e la vendita delle bottiglie (1,8 milioni) distribuiti su tutti i canali: retail, eCommerce, bottiglie al tavolo e in mescita. Particolarmente forte la crescita delle vendite tramite eCommerce (+50%). Per quanto riguarda l’espansione della rete retail, Signorvino è passato in un anno da 25 a 28 punti vendita. “Il nostro processo di crescita non si è fermato neanche durante il periodo dell’emergenza sanitaria, ed ora siamo pronti a donare nuova continuità allo sviluppo del brand con l’apertura di 10 nuovi locali nel 2023” ha dichiarato Federico Veronesi (a destra nella foto). In Francia, a Parigi, il locale prescelto è già in fase di preparazione e l’apertura dovrebbe arrivare entro la prima metà del 2023. Nel mirino c’è anche Praga, capitale della repubblica Ceca.

Hippocrates Holding incassa oltre 900 mln di finanziamenti, obiettivo 500 farmacie entro il 2024

Il gruppo italiano di farmacie indipendenti Hippocrates Holding, fondato da Davide Tavaniello e Rodolfo Guarino, ha annunciato di aver siglato un accordo per un pacchetto di finanziamenti da oltre 900 milioni di euro. Oltre a rifinanziare le linee di credito esistenti, l’accordo prevede oltre 420 milioni di euro per sostenere la crescita del gruppo. Una parte sarà destinata anche alla costruzione di un nuovo magazzino logistico centralizzato. Tra gli obiettivi di Hippocrates – controllata dalla private equity francese Antin Infrastructure Partners e con circa 300 farmacie di proprietà, 2.000 dipendenti e oltre 500 milioni di euro di fatturato –c’è il rafforzamento della sua presenza in Italia con il marchio proprietario Lafarmaciapunto Obiettivo: oltre 500 farmacie entro il 2024.

California Bakery e God Save the Food hanno aperto un punto vendita al Designer Outlet Serravalle. California Bakery è il brand specializzato nella cucina e nei dolci in stile americano, acquistato nel 2021 dal gruppo Orlean Invest Holding (che fa capo all’imprenditore Gabriele Volpi), al cui interno è attiva la controllata TEN Restaurants. California Bakery, brand legato soprattutto al territorio milanese, si è ripreso decisamente nel capoluogo lombardo e ha messo a segno qualche nuova apertura fuori regione, tra cui Bergamo, Bologna, Arzachena e Padova. Anche se a fine 2021 era stato lanciato un piano molto ambizioso per addirittura 80 nuove aperture, tra franchising e dirette. Piano di cui, in realtà, si sono un po’ perse le tracce. Il secondo brand ad aprire a Serravalle è God Save the Food, piccola catena di cucina veloce, healthy e contemporanea, anche questa con una base di quattro locali a Milano. Quello di Serravalle rappresenta il quinto tassello. God Save the Food è stata fondata da Federico Bollito.

NEWS pag. 10 | retail&food | Gennaio • Febbraio 2023
Più food per McArthurGlen: dopo l’accordo con Eataly, due nuovi ingressi a Serravalle

Poke House prepara round da 50 milioni di euro e punta alla Borsa

Poke House sta preparando un nuovo round di finanziamento, dal valore di 50 milioni di euro. Lo ha dichiarato Matteo Pichi, fondatore della catena, in un’intervista all’agenzia stampa inglese PA Media. Pichi non ha aggiunto dettagli su tempi e soggetti coinvolti nell’operazione, ma ha specificato che si tratta di un nuovo passo del percorso che dovrebbe portare alla quotazione di Poke House in Borsa. Tra gli azionisti di peso di Poke House c’è Mip – Milano Investment Partners, la sgr fondata da Angelo Moratti che ha già sostenuto in due round precedenti la crescita di Poke House. Mip è anche azionista di MiScusi. Per quanto riguarda lo sviluppo della rete, il brand punta ancora all’espansione all’estero. Pichi si è recato recentemente in Arabia Saudita per pianificare nuove aperture in Medio Oriente. Finora sono circa 120 i negozi in Europa, una decina dei quali a Londra, e Poke House è già sbarcata anche negli Stati Uniti.

Nasce l’app di 101Caffè

101Caffè lancia la sua nuova app per dispositivi iOS e Android. In pochi semplici passi è possibile selezionare il negozio più vicino, navigare tra i prodotti disponibili e ordinare direttamente dal proprio smartphone. Il pagamento dei prodotti può essere effettuato subito tramite carta di credito oppure successivamente in negozio al momento del ritiro.

UnipolSai acquisisce il Santagostino

UnipolSai ha acquisito dal fondo d’investimento L-Gam la totalità del capitale sociale di Società e Salute, azienda operante nel settore della sanità privata con brand commerciale Centro Medico Santagostino. La cifra del deal si aggirerebbe intorno ai 150 milioni. Con le sue 34 sedi, Santagostino opera principalmente in Lombardia, Emilia-Romagna e Lazio.

La Schiaccinoteca apre a Brescia

La Schiaccinoteca Toscana ha inaugurato il primo locale in franchising nel centro storico di Brescia. Con questa apertura, il numero dei locali del brand specializzato in schiacciate farcite e ideato da Giovanni Capecchi e dall’azienda Gastronomiamo, sale a quota 4 (tre locali a Brescia, uno a Pavia).

Nuovo format per Conad

Conad lancia a Milano (zona Bocconi) un formato tutto nuovo. Si chiama TuDay ed è pensato per le piccole e grandi necessità quotidiane. Il tutto con orari estesi (tutti i giorni dalle 7 del mattino alle 23, la domenica dalle 8,30 alle 23). TuDay Conad prende il posto della precedente insegna Conad City. Anche la gestione è nuova, affidata alla società SGR Market srl

Teddy sale a quota 800

Douglas chiude l’anno fiscale a +17% e corre negli store fisici (+27%)

La catena tedesca di profumerie Douglas ha archiviato l’esercizio fiscale 2021/2022 con vendite in crescita del 17% a 3,6 miliardi di euro. Nel periodo chiuso il 30 settembre 2022, l’ebitda è salito del 49,4% a 325,5 milioni di euro ed è quasi tornato ai livelli pre-pandemia. Douglas, che attualmente conta oltre 1.800 punti vendita in 27 Paesi europei, ha visto crescere le proprie vendite nei negozi fisici del 27,4%, mentre l’eCommerce ha generato un fatturato di 1,2 miliardi di euro, in leggero calo (-0,7%) rispetto allo scorso anno, quando i negozi in alcuni Paesi europei erano ancora chiusi. Rispetto al periodo pre-Covid, invece, le vendite online sono raddoppiate. La perdita netta del gruppo ha raggiunto i 230,5 milioni di euro, contro i 201,9 milioni di euro dell’anno precedente. “Una situazione dovuta principalmente all’acquisizione della farmacia online Disapo B.V, ma anche all’aumento delle spese di marketing oltre che alla chiusura di alcuni negozi”, riporta una nota.

Il Gruppo Teddy ha concluso il 2022 con l’apertura di quasi 100 nuovi punti vendita dei suoi marchi Terranova, Calliope e Rinascimento. Il Gruppo arriva, così, a oltre 800 negozi a livello globale, considerando i negozi diretti e quelli in franchising in conto vendita a marchio Terranova, Rinascimento e Calliope, a cui si devono aggiungere i 40 negozi della catena Rinascimento, gestita secondo la formula Fits You.

Vyta sbarca al Marconi di Bologna

Il brand di ristorazione di Areas-MyChef, Vyta, fa il suo esordio in un aeroporto italiano, al Marconi di Bologna, all’interno della Sala Imbarchi Extra-Schengen. Il nuovo punto vendita Vyta Bistrot allo scalo bolognese si presenta come un moderno fine food e ha una capacità massima di 60 coperti. Il marchio Vyta è già presente nelle principali stazioni ferroviarie Italiane con la formula della caffetteria.

NEWS pag. 11 | retail&food | Gennaio • Febbraio 2023
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Al via la QUINTA edizione del Foodservice Award Italy

Una formidabile occasione di confronto e di networking fra operatori e fornitori di prodotti e servizi dell’area foodservice

Novità 2023!

Nel pomeriggio si terrà il Foodservice Summit 2023

Riservato ai C-levels dei brand finalisti e agli sponsor del Summit

L’edizione 2023 culminerà con Gala Dinner e premiazione che avranno luogo mercoledì 24 maggio

all’interno dello

Stadio San Siro (G. Meazza) di Milano

*concorso aperto a tutte le catene di ristorazione che operano in Italia con almento 3 punti vendita info e regolamento su www.foodserviceaward.it

NEW END. & NEW BEGINNING

Sarà Milano ad ospitare il primo store di END. Clothing in Europa e questo è un inizio importante, a riconferma della nostra centralità sulla scena del retail e della moda (se mai ce ne fosse bisogno!). Il brand nasce 17 anni fa, in un piccolo negozio sull’High Bridge di Newcastle per mano di due neolaureati, Christiaan Ashworth e John Parker, che desideravano creare uno store cool per uomo, dove acquistare sneaker di nicchia e abbigliamento street style, una definizione che loro stessi hanno saputo avvicinare al mondo del lusso.

Una “garage story” della moda, insomma, ma piena di gusto e di abilità nel selezionare assortimenti e marchi, che li ha aiutati a scrivere una storia di grande successo. In seguito, END. cresce online: da sito di nicchia a market place multibrand con un volume di affari annuale oltre i 218M di sterline, una propria app e un’ampia community, che oggi conta 6,3 milioni di iscritti alla mailing list, oltre 3,2 milioni di follower sui vari social e 5 flagship in UK. Una crescita che è passata anche dall’acquisizione da parte del Gruppo Carlyle e dal lancio dell’assortimento donna e di molte special collabs, oltre alla recente nomina del nuovo AD Parker Gundersen, ex presidente delle retail operation di DFS (LVMH), mentre i fondatori restano in posizioni chiave nel CdA. Il brand dichiara di continuare a vedere nel retail fisico - di alta qualità e guidato dall’esperienza - una parte importante della propria strategia. Come Farfetch, END. Clothing ha riscosso un successo di vendite in costante aumento negli ultimi anni; ma a differenza del primo, END. ha deciso di puntare anche sul retail fisico, con un piano di espansione nelle principali capitali europee, di cui Milano è la prima importante tappa.

Lo store, collocato in una porzione dell’immobile di Generali RE in Via Mercanti, si sviluppa su 3 livelli per circa 2mila mq di superficie e ospiterà sia la collezione uomo che donna, oltre alle immancabili sneakers (e qui scarcity è la parola d’ordine, cioè più le desideriamo e meno ce ne sono in vendita). Sarà un HUB di vita sociale, creatività e arte, un punto di riferimento per un lusso trasversale, meno bling bling e più customized. Mai come in questo caso, il negozio è visto come punto di contatto con la propria community, per cui END. fa da contenitore di innovazione dello stile. Quando sarà pronto per aprire al pubblico? Rumors parlano di fine febbraio e noi non vediamo l’ora!

pag. 14 | retail&food | Gennaio • Febbraio 2023
di Monica Cannalire END. Glasgow store

Aires approva il piano d’azione 2023, Belinghieri (Trony) e Dell’Acqua (Euronics) nel direttivo

L’assemblea generale di Aires (Associazione italiana retailer elettrodomestici specializzati) ha approvato all’unanimità il piano di azione 2023. “L’anno appena concluso chiude il triennio più difficile ma al tempo stesso più significativo per il Retail specializzato di prodotti elettrici ed elettronici. Anni complicati nei quali, tuttavia, il settore ha saputo non solo reagire ma anche trovare nuove energie”, si legge nella nota stampa. “Abbiamo dimostrato come lavorando focalizzati sugli aspetti veramente strategici e in piena unità di intenti tra tutte le imprese associate sia possibile raggiungere insieme obiettivi straordinari, anche con risorse non certo faraoniche” ha affermato il Presidente Andrea Scozzoli (nella foto). L’assemblea ha accolto anche due nuovi ingressi nel Consiglio direttivo: Stefano Belinghieri, direttore generale di Trony, e Massimo Dell’Acqua, AD di Euronics

Per Paul & Shark fatturato in crescita (+18,5%), in arrivo uno store a Londra

Paul & Shark ha terminato l’esercizio 2022 con una crescita di fatturato del 18,5%, a 150 milioni di euro, sopra dunque le precedenti stime di giugno, e superando il record storico di giro d’affari del 2019. Il 10% è stato ottenuto in Italia, il 90% sui mercati esteri. “Aspettando la riapertura definitiva della Cina dai continui lockdown, che era un altro nostro mercato importante, vedo nell’Africa subsahariana dei tassi di crescita importanti per noi nel prossimo futuro”, dice il Ceo Andrea Dini, dopo le aperture di monomarca Paul & Shark già avvenute in alcuni Paesi africani, che hanno portato a 154 i suoi punti vendita monobrand, che si affiancano a una rete di oltre 1.000 multimarca in 37 nazioni. “La prossima apertura di uno store diretto sarà a Londra nei primi giorni di settembre 2023 a Regent Street”.

Cualbu affida a Odos la gestione del centro commerciale La Birreria di Napoli

Il Gruppo Cualbu ha affidato a Odos Servizi la gestione, la commercializzazione e il riposizionamento del Centro Polifunzionale La Birreria di Napoli. L’obiettivo è aumentare il valore per il bacino di riferimento, per gli operatori che investono nel complesso e per tutti gli stakeholders. Per farlo la proprietà ha scelto il progetto proposto dal team di Luca Verpelli. Il centro commerciale sorge nel quartiere di Miano (ex stabilimento Peroni), si estende su 21.000 mq di Gla, è servito da un parcheggio di 1.300 posti auto e circondato da un parco urbano di 7.000 mq. Odos Group oggi conta su oltre 60 collaboratori nelle quattro sedi di Novara, Milano, Vicenza e Catania, e gestisce più di 50 centri commerciali, per oltre 1500 negozi, oltre 750mila mq di GLA e più di 35milioni di service charge amministrate.

Per La Filetteria Italiana in arrivo altri 10 ristoranti entro il 2024

La Filetteria Italiana va a caccia di nuove risorse con l’obiettivo di espandere la propria attività in Italia e all’estero. Oltre ai 6 ristoranti a Milano (che nel 2022 sono stati in grado di fatturare 7,8 milioni di euro), il format ideato da Edoardo Maggiori punta a 10 nuove aperture a Roma, Torino, Varese e Como entro il 2024. Il progetto del brand è supportato da una campagna di crowdfunding il cui obiettivo minimo di raccolta è di 500mila euro e il massimo di 1,5 milioni di euro. Tramite questa operazione, La Filetteria Italiana conta anche di sviluppare un sistema di intelligenza artificiale chiamato Kitchen Robot che consenta di massimizzare la qualità e azzerare gli sprechi. Maggiori, founder e azionista di maggioranza della società di consulenza Sun Tzu Consulting, possiede 18 ristoranti tra Milano e Bologna suddivisi tra i brand La Filetteria Italiana, Magnaki, El Takomaki, il cocktail bar Godot e il ristorante Buccaneers

NEWS pag. 15 | retail&food | Gennaio • Febbraio 2023

Investimenti immobiliari in crescita nel 2022, in calo il retail

Secondo le analisi di CBRE e Dils il mercato immobiliare italiano nel 2022 è stato interessato da una forte crescita dei volumi d’investimento. Gli asset class preferiti dagli investitori si confermano gli Uffici e la Logistica. La buona performance è guidata dai primi tre trimestri particolarmente brillanti, a cui è seguito un ultimo trimestre dell’anno, in contrazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il settore sul quale il periodo di incertezza ha influito maggiormente è il Retail, in particolar modo out of town, che secondo Dils ha registrato un volume di investimenti pari a 850 milioni, in calo del 32% rispetto al 2021. Secondo la nota di CBRE, “gli attuali trend dovrebbero rimanere invariati anche durante la prima metà del 2023, con operazioni ancora frenate dall’aumento del costo del capitale e da una ridotta disponibilità a finanziare nuove operazioni da parte degli istituti bancari, in particolare per investimenti nel mercato Retail”.

CASI UMANI IN NEGOZIO

Si aggira nel quartiere vestita come nei brutti film degli Anni Ottanta.

Giacca con le spalline tipo Schwarzenegger, cappellino calato sugli occhi come Paulie, il fratello di Adriana in tutta la saga di Rocky, stivale con tacchetti e punta tipo Durango. “Inregardable” anche per me che non spicco per eleganza ed attenzione agli abbinamenti.

Cerca di ghermire qualsiasi informazione personale su famiglia, amori, affetti che possa essere un pettegolezzo, da rivendere al prossimo fugace incontro con un qualcuno che non sarebbe minimamente interessato al racconto, se non costretto dalla condivisione di un caffè che tra l’altro pagherà anche a lei.

È quella che i nonni avrebbero definito la matterella del paese. In estate si apposta in piedi fuori dai bar e aspetta la preda come la rana pescatrice sotto la sabbia.

Ti racconterà del parrucchino del fabbro, del fruttivendolo del mercato del martedì che usa il Cialis, lo ha saputo da un farmacista di cui non può dire il nome (che rivela a bassa voce), del bancario che non vedi da sette anni, morto per il Covid con tre vaccini… quante bugie che CI raccontano. Chi ci racconta bugie? La interrompe un inconsapevole coraggioso.

Celio compra all’asta il marchio di abbigliamento Camaïeu

Il gruppo francese di moda maschile Celio ha acquistato all’asta il marchio Camaïeu. L’importo dell’operazione è di 1,8 milioni di euro (prezzo di partenza: 500 mila euro). La catena di abbigliamento Camaïeu era andata in liquidazione lo scorso settembre, causando la perdita del lavoro di 2.600 dipendenti e la chiusura di oltre 500 negozi. Il gruppo Celio ha acquistato il logo, il marchio e i domini internet del brand. Il suo amministratore delegato Sébastien Bismuth ha dichiarato di voler far rivivere il marchio ripartendo dal digitale, ma non esclude l’apertura di nuovi negozi. Il marchio di prêt-à-porter femminile easy-to-wear ha avuto una rapida espansione anche in Italia dove era approdato nel 2001. A Milano il negozio si trovava in corso Buenos Aires. Altri negozi erano sparsi in tutta Italia sia nei centri commerciali che nel centro delle città.

LORO quelli che ci comandano.

E come sempre quando è in difficoltà lessicale parte con un dialetto tipo esperanto.

Un monologo inarrestabile di espressioni dialettali pescate dalla Calabria, dal Lombardo-Veneto, Liguria, Marche, Sardegna.

Averla in negozio è deleterio.

La gente scappa quando la vede.

La tratto male male quando esagera con le cattiverie. In inverno, con il freddo, si vede meno.

Arriva nelle ore più calde dopo aver percorso le vie del quartiere con la pelliccia comprata in una televendita di Mike quando lei era giovane e bella e Milan l’era Milan.

NEWS pag. 16 | retail&food | Gennaio • Febbraio 2023 Dal Tabaccaio 2030 Milano centro
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A due passi dal Duomo il primo “Jordan World” d’Europa

È stato inaugurato il 16 dicembre il primo flagship store europeo del brand di Michael Jordan, nato in collaborazione con Nike. Il Jordan World of Fight si trova in via Torino 22 e l’operazione è stata condotta da Percassi, licenziatario per l’Italia per lo sviluppo dei negozi Nike. “Sono entusiasta di questa apertura, essendo il primo Jordan World of Flight d’Europa. Come Gruppo Percassi non potremmo essere più felici e pronti ad iniziare questa nuova avventura in una delle vie dello shopping più amate e frequentate, che collega piazza Duomo alle Colonne di San Lorenzo. Un connubio tra antico e contemporaneo, all’insegna del design e dell’innovazione” ha commentato Matteo Morandi, Ceo di Percassi Retail. Il negozio si sviluppa su 360 metri quadrati e, al di là della vendita dei prodotti Nike-Jordan, si propone come punto di riferimento per gli amanti del basket e dello sport. In futuro è prevista l’organizzazione di eventi dedicati alla cultura “streetwear” e al basket.

Primark arriva anche in Campania

Primark arriva anche in Campania, aprendo l’ultimo store del 2022 nell’omonimo centro commerciale di Marcianise. Il negozio occupa 4.600 metri quadrati di superficie, su un unico piano. Si tratta del primo in Campania, il 13esimo in Italia. Questa novità si inserisce in un accordo più ampio sottoscritto da Primark con Klépierre, la società di gestione del centro, che ha dato luogo di recente alle aperture presso il Gran Reno di Casalecchio di Reno (Bo) e Le Gru di Grugliasco (To). Nel corso del 2023 è previsto l’ingresso anche al Nave De Vero di Marghera (Ve). “Questa è un’altra pietra miliare nella strategia di espansione di Primark in Italia, che siamo felici di inaugurare a ridosso del Natale. Abbiamo assunto 150 nuovi colleghi, portando il nostro team in Italia a oltre 4.000 dipendenti” ha commentato Luca Ciuffreda, Head of Sales Italy del marchio.

Mondadori Bookstore al centro commerciale Casilino

Una nuova libreria Mondadori Bookstore arriva a Roma nel quartiere Alessandrino. Con uno spazio espositivo di 140 metri quadrati, ha aperto una nuova libreria Mondadori all’interno del centro commerciale Casilino di Roma, sulla via Casilina. Situata al secondo piano, offre un assortimento di oltre 15.000 volumi presenti a scaffale. Arricchiscono la proposta anche il nuovo format Just Comics dedicato ai fumetti e l’area We are Junior per i ragazzi, con giochi didattici e libri illustrati. Il Mondadori Bookstore di via Casilina è a servizio dei lettori anche online, tramite gli account Facebook e Instagram. La libreria mette a disposizione di tutti i clienti anche servizi di ordine via telefono e WhatsApp. Il punto vendita è in affiliazione. Mondadori Store è il più esteso network di librerie in Italia, con circa 500 punti vendita.

Roncato, flagship in centro a Torino

RV Roncato, eccellenza nel settore valigeria e accessori da viaggio, continua il processo di espansione della rete con l’apertura di un Flagship store a Torino, nella centralissima via della Consolata. Il negozio presenta il format già testato a Milano nel negozio di Via Durini, zona San Babila. Lo store torinese occupa una superficie di 100 mq, suddiviso in corner per famiglie di prodotto. Il layout dello spazio è raffinato, con arredi di design essenziali. Alle scaffalature minimal in metallo nero si affiancano pannelli in rovere naturale, pavimento in marmo punti luce e pareti in nuance.

NEWS | Opening pag. 18 | retail&food | Gennaio • Febbraio 2023

Per Coin ritorno in grande stile nel cuore di Firenze

A un anno circa dalla chiusura del vecchio store di via dei Calzaiuoli, Coin ritorna nel centro storico di Firenze con un maxi store nella Loggia del Grano, a pochi passi dagli Uffici. Un negozio su sei piani, per circa 2.000 mq di superficie, che ha comportato un investimento di 6 milioni di euro. Al piano terra si trova anche un’offerta di ristorazione, curata da “Menchetti dal 1948”, storica famiglia di fornai toscani. Poi, numerosi corner di brand partner come Mac, Kiehl’s, Rituals e Teaology, oltre a quelli de Il Papiro, con la sua carta artigianale fiorentina decorata a mano. Al quinto piano si trova un’ampia scelta di prodotti Coin Casa. E poi, tutta l’offerta uomo, donna, bambino, accessori, calzature, profumeria e gioielli. Il nuovo Coin è anche attrezzato per fornire i servizi più innovativi del marchio, tra cui personal shopper, consegna a domicilio, click&collect.

EG Italia, esordio a Milano con un Carrefour Express

Arrivano anche a Milano i convenience store di Eg Italia, filiale italiana del colosso anglosassone Eg Group. Costruito ex-novo, in un’area ad alta densità di passaggio, il punto vendita milanese nel quartiere Corvetto è il quarto store a gestione diretta a marchio Carrefour Express (brand con cui la partnership è attiva anche in Francia). “Il Carrefour Express di Milano Corvetto è per noi una pietra miliare, con cui consolidiamo la nostra presenza in Italia attraverso un partner di rilevanza internazionale” ha dichiarato Maurizio Mangione, country manager di EG Italia. EG Italia ha iniziato il suo piano di espansione retail in Italia nel 2021. Buona parte di questo piano poggia sulla rete di oltre mille stazioni di rifornimento, controllata a seguito dell’acquisto del ramo d’azienda di Esso Italiana. La rete, oltre ai quattro punti vendita Carrefour, conta oggi su due Burger King e su 30 convenience store (8 con il format “EG Group” ideato da EG Italia), su 27 dei quali è presente anche un bar Caffè Vergnano

Starbucks chiude il 2022 con un tris di aperture

Lo scorso dicembre Starbucks ha messo a segno un tris di aperture. Il brand procede a ritmo serrato il suo piano di espansione in Italia. In primo luogo, la “sirena a due code” ha aperto una caffetteria in pieno centro a Bergamo, città di origine e quartier generale di Percassi, licenziatario del marchio in tutta Italia. Il negozio, di grandi dimensioni, è su due piani per 250 metri quadrati di superficie, più un dehor esterno. “Ho avviato la mia carriera imprenditoriale nel retail e real estate proprio in questa città nel 1976. Ė un onore aver aperto questo locale nel centro di Bergamo, una città emblema della resilienza dimostrata in particolare da questo territorio nel corso della pandemia. Per me oggi si è avverato un sogno, quello di aver portato Starbucks tra la mia gente” ha commentato Antonio Percassi, presidente del gruppo. Starbucks ha aperto anche al centro commerciale Elnos di Roncadelle (Brescia) e nel sottopassaggio, appena rinnovato, della stazione Santa Maria Novella di Firenze.

Johnny Rockets al Carosello di Carugate

Prosegue il piano di espansione di Johnny Rockets, il modello americano importato nel 2016 in Italia dalla famiglia Groppetti di Brescia. Dopo l’apertura, nello scorso luglio, di un nuovo ristorante a Rozzano, il brand consolida il proprio posizionamento nel capoluogo lombardo con il punto vendita di Carugate, al centro commerciale Carosello. Così la catena arriva a otto ristoranti tra la Lombardia e l’area di Roma. Il punto vendita al Carosello si sviluppa su una superficie di 105 metri quadrati interni e 83 esterni, con veranda riscaldata. Lo sviluppo della rete in franchising avviene secondo due tipi differenti di format: quello tradizionale, almeno da 150 mq, oppure “express”, per metrature inferiori. A livello internazionale, Johnny Rockets è un brand nato negli anni ‘80 in California, diffuso in numerosi Paesi, con circa 300 ristoranti all’attivo.

NEWS | Opening pag. 19 | retail&food | Gennaio • Febbraio 2023

A Fiumicino c’è Rossopomodoro

All’aeroporto Leonardo Da Vinci della Capitale ha aperto un ristorante Rossopomodoro, anche in questo in collaborazione con Areas-MyChef, partner che sta accompagnando il brand del gruppo Sebeto in tante location italiane del travel. “Celebriamo il nuovo ristorante a Roma Fiumicino, ultima apertura del 2022, un anno intenso con le nuove location di Bologna Centrale, Roma Termini, Bergamo Orio al Serio, Napoli, Messina, Castelletto Ticino, Nichelino, e poi Malta, Doha (Qatar), San Jose’ (California)” ha commentato sui canali social Nicola Saraceno, amministratore delegato di Rossopomodoro, carico che ricopre da un anno. Il nuovo ristorante si trova in una posizione rialzata, con vista sul Terminal, vicino ai parcheggi e alla stazione dei treni diretti a Roma Termini. Conta oltre 100 posti a sedere e si presenta con un layout ispirato all’iconico claim del brand “Come un giorno a Napoli”. Il punto vendita è affiancato da un corner a brand Caffè Vergnano.

Nel cuore di Milano le conserve ittiche di Callipo

Callipo, azienda calabrese di conserve alimentari di qualità, ha aperto a Milano il suo store monomarca “Callipo 1913”, un format lanciato nel 2017 con l’apertura a Cosenza, seguito da Reggio Calabria (2019) e Roma (2021). La boutique è in via Marghera, una vetrina permanente che racchiude oltre 200 prodotti. Realizzato in collaborazione con lo Studio Leonori Architetti, lo store si sviluppa su 65 mq ed è impreziosito dalle opere d’arte di Stefano Pilato. L’anima sostenibile emerge negli arredi realizzati con il recupero del pregiato legno delle Briccole di Venezia. “Vogliamo portare il brand nelle principali città italiane e Milano, come capitale commerciale, era una delle nostre priorità” ha commentato il titolare e rappresentante della quinta generazione della famiglia, Giacinto Callipo. “Il nostro obiettivo è di ricreare il negozio “sotto casa” riscoprendo il piacere di fare gli acquisti di prossimità”.

Brescia accoglie il suo Lego Certified

A Brescia, lo scorso dicembre, ha aperto i battenti il 24esimo negozio italiano LEGO Certified Store: con 100 mq di superficie, il punto vendita si trova in centro, in corso Zanardelli. “Per il novantesimo compleanno di LEGO, siamo felici di regalare alla città di Brescia una nuova apertura” ha dichiarato Rossana Mastrosimini, Channel Director LEGO Certified Stores West Europe. “Da sempre, esploriamo nuovi modi per elevare l’esperienza instore e soddisfare le esigenze dei nostri consumatori. Dopo Napoli, portiamo anche a Brescia il nuovo concept retail che offre la possibilità di interagire con elementi digitali e fisici”. LEGO è sviluppato in Italia da Percassi.

Più pizza a Torino con Blooming Group

Ha aperto a Torino un nuovo punto vendita Alice Pizza, nella zona del Lingotto, su via Nizza, una delle arterie più trafficate della città. L’apertura avviene nell’ambito di un accordo siglato a fine 2022 tra Alice Pizza e Blooming Group, società specializzata nella creazione e gestione di punti vendita in ambito ristorazione, con quartier generale proprio a Torino. Un’impresa guidata da Davide Canavesio, presidente e Ceo, che lavora con numerosi brand tra cui Rossopomodoro, Befed, Burger King. L’accordo prevede altre cinque aperture in Piemonte nel giro di due anni. Blooming ha anche inaugurato da poco un nuovo ristorante Rossopomodoro all’interno del centro commerciale I Viali di Nichelino, sempre nella prima cintura del capoluogo piemontese.

NEWS | Opening pag. 20 | retail&food | Gennaio • Febbraio 2023

Louis Vuitton, a Milano, si sistema nell’ex Garage Traversi

L’ex garage Traversi di Milano, in via Bagutta, a due passi da piazza San Babila, era stato scelto da Louis Vuitton lo scorso giugno come spazio temporary, per la presentazione di una nuova collezione durante la design week. Adesso, la maison ha deciso di entrare stabilmente in questo edificio iconico, una struttura razionalista realizzata nel 1939 progettata da Giuseppe De Min. Dopo decenni di inattività, lo spazio è stato ristrutturato e ora Louis Vuitton su tre piani, il piano terra e il secondo dedicati al retail, mentre il primo è destinato ad ospitare progetti speciali a vocazione artistica. In occasione dell’apertura, gli interni sono stati curati dall’artista giapponese Yayoi Kusama

Nuovo Bata a Parma in gestione diretta

Con l’inaugurazione avvenuta il primo dicembre, lo storico marchio di calzature Bata mette a segno la sua 17esima presenza in Emilia Romagna, la numero 236 in tutta Italia. Il nuovo store si sviluppa su 184 metri quadrati di superficie in strada della Repubblica, una delle zone più commerciali e prestigiose della città. L’offerta del negozio comprende le calzature donna, uomo, bambino e sport e si sviluppa su due livelli, piano terra e primo piano, ognuno dei quali è suddiviso in aree strutturate ad hoc. Il negozio di Parma è particolare perché a gestione diretta, mentre nel futuro prossimo lo sviluppo di Bata punterà sull’affiliazione. Lo scorso maggio, infatti, il brand aveva annunciato un deciso investimento sul franchising, con l’obiettivo di raddoppiare gli affiliati entro la fine del 2024 e portare i ricavi della business unit al 40% del totale. Bata, marchio nato negli anni ‘30 in Repubblica Ceca, è rappresentato in Italia da Compar spa.

Dan John, doppia operazione a Roma

Dan John, il brand di abbigliamento per uomo fondato nel 2015 da Daniele Raccah e Giovanni Della Rocca, inaugura il 2023 con due aperture nei centri commerciali Porta di Roma e La Romanina. Dopo i due store di fine 2022 nel milanese, in Via Dante a Milano e al centro commerciale Sarca di Sesto San Giovanni, il marchio prosegue la sua espansione in Italia dove negli ultimi mesi ha messo a segno 10 nuove opening. Dan John, che conta oltre 130 negozi nel mondo, accelera anche sullo sviluppo retail all’estero. Nei piani del brand sono previste, infatti, nuove aperture in Francia (il primo punto vendita è stato inaugurato a settembre 2022 al Cap3000 di Nizza), in Spagna e nel Regno Unito, iniziando da Londra. Per quanto riguarda la Francia, sono previsti quattro nuovi flagship store nell’area di Parigi, sempre all’interno di centri commerciali.

12oz, ecco il chiosco in Stazione Centrale

12oz, retail format specializzato nel servizio rapido di coffee&milk based drinks, ha aperto il suo 21esimo punto vendita nella Stazione Centrale di Milano, il quarto in partnership con Grandi Stazioni Retail: Milano Stazione Centrale. Il nuovo chiosco, da 15 mq, senza posti a sedere, è nel tipico formato pick and go, ideale nei luoghi di passaggio. Segue le aperture già avvenute a Bologna Stazione Centrale, Verona Porta Nuova, Firenze Santa Maria Novella. Nella prima parte del 2023 sono previste altre aperture nelle stazioni ferroviarie italiane.

NEWS | Opening pag. 21 | retail&food | Gennaio • Febbraio 2023

A cura di Beatrice Ramazzotti

Mara Panajia - Presidente e AD Henkel Italia

Caricare la lavatrice, incollare finalmente quella abat-jour sbeccata e poi concedersi uno shampoo rilassante e profumato. Queste tre azioni possono avere un comune denominatore: la Henkel. L’azienda tedesca con sede a Dusseldorf, leader nel settore dei prodotti per la casa, l’igiene personale e gli adesivi (Dixan, Loctite, Schwarzkopf, solo per citare alcuni marchi) e presente in 125 paesi, in Italia è guidata da Mara Panajia. Già general manager della divisione Laundry&Home Care, da settembre 2022 Panajia ricopre il ruolo di presidente e amministratore delegato di Henkel Italia. Liceo classico a Reggio Calabria, laurea in economia aziendale alla Bocconi di Milano, la manager ha iniziato a lavorare in Danone ed è arrivata alla Henkel nel 2000. Nel 2021, Forbes la annovera tra le donne italiane di maggiore successo. È sposata con François e ha due figli, Andrea e Emma. È un vero piacere leggere le sue riflessioni e la ringraziamo di cuore per aver condiviso i suoi Grazie e Scusa con tutti noi.

Il mio primo grazie va al mio mentore (o meglio al primo tra loro), a colui che, insieme a mia madre, ha compreso subito il mio potenziale, mi ha spronato a non accontentarmi, mi ha incalzato con quelle domande che mi hanno fatto crescere: “Cosavuoifaredopo?Dovevorrestiarrivare?Qualèiltuoprossimo obiettivo?”. Non domande retoriche, ma un modo concreto di guardare avanti e di lavorare con costanza. Grazie A.F.

Un secondo ringraziamento a chi ho sempre considerato un modello da seguire. Anche se sono stata a volte critica nei suoi confronti, i suoi insegnamenti, le sue parole, la sua concreta presenza mi hanno indicato la strada che ancora seguo. Grazie G.A.

L’ultimoringraziamentoèpiùpersonalechelavorativo,masenza l’uno non si sarebbe (forse) l’altro. Grazie a F.B. (al secolo: mio marito) per aver creduto in me anche quando io vacillavo, per non essersi mai tirato indietro di fronte agli impegni e alla fatica organizzativa, per aver permesso la mia crescita con la sua presenza, discreta e costante. La manager che sono oggi continua a trovare in lui un riferimento importante e mai scontato.

Il mio primo scusa va a quel “capo” di Düsseldorf che mi avrebbe voluto nel quartier generale tedesco all’inizio della mia carriera in Henkel. Ma io, giovane manager, non ho ritenuto fosse il momento giusto per muovermi dall’Italia e ho declinato l’invito. Sono arrivata in Germania anni dopo, per un lungo percorso durato ben cinque anni, ma fuori tempo massimo per lavorare con lui. Scusa J.S., sarebbe stato bello!

“Il mio percorso professionale è stato ricco di grandi soddisfazioni e importanti sacrifici e io, ottimista per natura e pragmatica per educazione, ho sempre cercato di vedere il potenziale e il lato positivo in ogni persona, impresa e attività. Negli anni di Düsseldorfhoimparatononsoloinomielestoriedelpersonale di volo e del parcheggio di Malpensa, ma il rigore dell’organizzazionealminuto,ilvaloredeltempobenspeso,laqualitàdello smartworkinginun’epocaincuiquestaparolanoneradimoda. Ho anche imparato a lasciare passare critiche e pregiudizi a vantaggio di un sano lavoro di squadra (internazionale!). Ho portato dalla Germania un incredibile bagaglio di esperienza, un po’ di fatica e tanti amici con cui è sempre bello incontrarsi. Per questo motivo i miei “grazie” e “scusa” si fondono e intercambiano lasciando sempre un messaggio positivo.

Scusa “a metà” a S.T. per non essere riuscita a trattenerti in azienda offrendoti un’opportunità adatta a te e alle tue capacità. Ora, però, alla luce del tuo nuovo importante incarico, so di averci visto giusto sulle tue incredibili potenzialità e averti lasciato andare è stata la scelta migliore. Quindi scusa, ma anche in bocca al lupo!

L’ultimo scusa va a L.P., anche lei membro essenziale della mia famiglia, perché, quando mi telefoni, non è mai il momento giusto e sono sempre trafelata (tanto che ti stupisci - ed a volte ti preoccupi - quando sono io a chiamarti dalla macchina…). Lo so, sono difficile da trovare, ma so anche per certo che tu continuerai a cercarmi perché sai quanto sei importante per me. È vero, non sempre hai un posto nella mia agenda, come spesso mi dici, ma stai certa che hai un ruolo da protagonista nel mio cuore”.

pag. 22 | retail&food | Gennaio • Febbraio 2023
Mara Panajia Mara Panajia, Presidente e AD Henkel Italia

CAMBI DI POLTRONA

CARLO BONETTO Head of Finance & Business Development di Blooming Group

Carlo Bonetto entra in Blooming come responsabile dell’area Finanza e supervisore dello sviluppo del Gruppo attraverso operazioni straordinarie. Laureato in Economia a Torino, dopo alcune esperienze all’estero e in società multinazionali, dal 2013 al 2019 ha lavorato nella consulenza finanziaria alle imprese, occupandosi di ristrutturazioni del debito, quotazioni in borsa ed emissioni obbligazionarie. Nel 2019 ritorna nel modo corporate come Direttore Finanziario del Gruppo Gino SpA, tra i più grandi attori del settore delle concessionarie auto, e poi per Advice Group SpA, società di spicco nel mercato della loyalty digitale controllata da fondi di Private Equity.

LUIGI TRALDI Country Manager Italia di Klarna

A due anni dall’ingresso nel mercato italiano, Klarna ha annunciato la nomina di Luigi Traldi a country manager dove sarà responsabile dello sviluppo futuro del business succedendo a Francesco Passone. Traldi era già a capo di uno dei team italiani di Partner success di Klarna. “Klarna si distingue da sempre per l’approccio disruptive con cui si rivolge sia ai consumatori, sia ai merchant e che ha consentito di raggiungere importanti traguardi in poco tempo anche nel nostro Paese”, ha dichiarato il nuovo country manager per l’Italia. “L’obiettivo è continuare ad aiutare i consumatori a risparmiare tempo, denaro e a preoccuparsi meno delle proprie finanze, supportando ogni giorno i brand con soluzioni di pagamento e non solo, che possano accompagnarli lungo tutto il customer journey”.

GUIDO MONFERRINI

Amministratore delegato di MediaWorld Italia

Ermanno Albani entra in Svicom con l’incarico di Business Development Director, andando a rafforzare l’organizzazione aziendale e accelerare la propensione allo sviluppo del Gruppo. Albani ha consolidato la sua esperienza professionale in prestigiose aziende italiane come Elmet Srl, Termigas SpA e Milani SpA, nel ruolo di Business Development Manager, sviluppando un know-how specifico negli ambiti ESG e digital transformation. “Sono davvero entusiasta di entrare a far parte della squadra Svicom” spiega Ermanno Albani. “In Svicom vedo un gruppo estremamente orientato all’innovazione, dove la ricerca di nuove e migliori soluzioni non è fine a sé stessa ma sempre rivolta ad amplificare i risultati in termini di Customer Experience”.

Guido Monferrini è stato nominato ad di MediaWorld Italia. Mantiene anche la carica di Executive vice president del gruppo MediaMarktStaurn Retail group. Si tratta di un ritorno, per il manager che aveva già ricoperto il ruolo ai vertici italiani dal 2017 al 2020, sommando in seguito la carica di Executive Vice President Europe per Iberia, Svizzera, Italia, Belgio, Olanda e Lussemburgo. Luca Bradaschia lascia la guida dell’Italia per spostarsi sulla poltrona di amministratore delegato Iberia. Cotestualmente, Vittorio Buonfiglio, ora ad per la Svizzera, dal prossimo aprile assumerà il ruolo di Coo (Chief operating officer) e membro del board per l’Italia, affiancando Marco Mazzanti (Chief customer officer) ed Emanuele Cosimelli (Chief financial officer).

MARCO DEOTTO Chief Financial Officer di Unieuro

Unieuro ha annunciato la nomina di Marco Deotto come nuovo CFO. Proveniente da Bialetti Industrie, dove ha ricoperto il ruolo di Group Chief Financial Officer & Investor Relations, Deotto vanta un’esperienza manageriale di carattere internazionale maturata presso grandi gruppi multinazionali del settore retail. Nel nuovo ruolo, il manager è operativo dal 20 febbraio 2023 e riporterà direttamente al Ceo Giancarlo Nicosanti Monterastelli, assumendo la responsabilità e il coordinamento dell’area Finance di Unieuro, comprendente Amministrazione & Controllo, Finanza, Investor Relations, Sostenibilità e M&A.

ANDREA DORIGO Senior Vice President Global Retail di Adidas

A solo una settimana dall’ufficializzazione del nuovo CEO, Bjorn Gulden, proveniente dall’azienda avversaria Puma e che a gennaio prenderà le redini della società, Adidas annuncia una nuova importante nomina. Dal gennaio 2023

Andrea Dorigo è Senior Vice President Global retail in Adidas, supervisionando le vendite di circa 2.500 negozi del brand nel mondo. Dorigo è stato Global Retail and Commercial Director di Estée Lauder per il Nord America. Il manager, esperto di retail, ha esperienza in aziende con tipologie di prodotti molto varie. Prima di far parte del team di Estée Lauder dal 2018, è stato CEO di Pirch Inc, una società con un approccio insolito al commercio degli elettrodomestici. Prima di allora, è stato Presidente di Oakley, filiale di Luxottica, dove ha attuato un modello multicanale, e Presidente della divisione americana del gruppo Brooks Brothers.

pag. 23 | retail&food | Gennaio • Febbraio 2023
ERMANNO ALBANI Business Development Director di Svicom

Sonae Sierra riduce del 17% il consumo energetico e lancia “Energia Positiva”

Sonae Sierra lancia la campagna “Energia Positiva” con lo slogan “Noi non ci facciamo molto caso, ma il pianeta sì”. La nuova iniziativa punta a ridurre il consumo energetico che, rispetto al 2019, è già diminuito di circa il 17% nei centri commerciali che l’azienda gestisce in Italia. Tra le misure adottate negli ultimi anni dal Gruppo c’è l’installazione dell’illuminazione LED, l’ottimizzazione delle ore di funzionamento dell’illuminazione e delle apparecchiature e la gestione efficace degli impianti di condizionamento, massimizzando la ventilazione naturale e riutilizzando le risorse già installate. Tutte le misure sono state adottate per garantire il comfort e la sicurezza di visitatori e locatari.

Cirfood, Link@ut e Poormanger: una spilla blu per l’accoglienza delle persone autistiche

CIRFOOD e Link@ut hanno stretto una partnership per la formazione del personale dei locali Poormanger, catena di ristorazione acquisita da CIRFOOD Retail, al fine di creare dei Link@ ut point, spazi dedicati all’accoglienza di persone autistiche, che permetta loro di godere in serenità di un pasto e di momenti di socialità. Ad accogliere i consumatori sarà personale formato (a oggi 56 persone) sulle esigenze delle persone neurodivergenti, contraddistinto da una spilla con uno smile blu. attraverso la realizzazione di un percorso con pannelli informativi all’interno dei locali Poormanger, che consentiranno a tutti i clienti di capire come, con semplici gesti comuni, si possa avere cura nel trattare le persone nello spettro autistico.

Ikea lancia le consegne con bici cargo e in Francia testa il trasporto fluviale

Dopo il successo del test nei Paesi Bassi, Ikea inizierà a consegnare gli ordini in tutto il mondo con cargo bike dotate di pannelli solari. La catena svedese vuole rendere più sostenibili le soluzioni per l’ultimo miglio. La bici cargo Sunrider è elettrica ed è dotata di pannelli solari. Dopo aver valutato positivamente il test, il franchiser Ikea Inter Ikea Systems ha deciso di ampliare il progetto a livello globale: tutti i rivenditori Ikea avranno l’opportunità di aggiungere questa opzione nel loro mercato. Anche la filiale francese sta testando la fattibilità della consegna degli ordini via nave a Parigi. Secondo le stime di Ikea, le consegne via nave sulla Senna ridurrebbero di ben 300.000 chilometri l’anno i chilometri percorsi dai camion nella capitale francese.

Deliveroo investe 3 milioni di euro in packaging sostenibile

La società di consegne a domicilio Deliveroo ha lanciato un fondo di quasi 3 milioni di euro a livello globale per sovvenzionare il passaggio ad articoli con packaging sostenibile. L’obiettivo è sostenere i ristoranti partner nella transizione verso scelte più ecocompatibili. Il progetto prevede un sussidio da parte di Deliveroo del 50% sul costo del packaging eco-friendly, tra cui articoli e prodotti compostabili in casa o prodotti con carta, cartone o plastica riciclata. Per i prodotti per i quali non esistono ancora alternative facilmente riciclabili o compostabili, l’azienda si è impegnata ad esplorare soluzioni alternative per ridurne l’impatto.

NEWS | Sostenibilità pag. 24 | retail&food | Gennaio • Febbraio 2023

BATTUELLO

(SEA):

“AFFINARE L’OFFERTA

CON FORMAT SEMPRE PIÙ SOFISTICATI”

Scali milanesi pronti a intercettare la ripresa. Malpensa al lavoro sul food e per la riapertura del Terminal 2. Linate, fresco di restyling 2021 e con la metropolitana, ha ormai superato i volumi pre-crisi

Linate fa il pieno. Malpensa rincorre, in attesa del ritorno a pieno regime del lungo raggio. Ma la parte retail e f&b non si è mai fermata ed è pronta a intercettare la ripresa, lavorando su diversificazione e nuovi format. Nell’estate 2021 era stato presentato il nuovo look del “city airport”, che ha cambiato pelle dopo un investimento da 40 milioni di euro e che oggi gode anche del primo tratto della metropolitana blu verso il centro città. La galleria commerciale, rinnovata nel design e sovrastato da una “vela”, ospita brand luxury come Fratelli Rossetti, Emporio Armani, Dolce & Gabbana, mentre nel food è arrivato Temakinho (esordio nel travel), Alemagna (con Autogrill) ed ha aperto una Feltrinelli nuova. A Malpensa, in realtà, tante nuove aperture erano già state perfezionate in epoca pre-Covid. Altre sono arrivate dopo. Da Wagamama a Starbucks, da Obicà a Briciole Bar, l’offerta mescola internazionale e locale, in linea con i grandi hub europei. Oggi, dal punto di vista strutturale, i lavori principali da programmare riguardano il Terminal 2, fermo da oltre due anni. Costerà circa 25 milioni mettere a punto questo piano di “riattivazione”, mentre per la riapertura è prevista nel 2024, con uno spiraglio per l’estate 2023 se le previsioni di traffico dovessero essere promettenti. Proprio sul fronte dei passeggeri, come mostra la tabella, Linate è abbondantemente sopra i volumi del 2019, mentre Malpensa è ancora indietro. Alcune caratteristiche, invece, sono comuni. Ci sono sempre più voli low cost e meno “business”. Questo modifica le caratteristiche dei passeggeri. Chi viaggia, conserva sempre una certa propensione alla spesa. “Certo, si fanno ancora acquisti

nei negozi. Ma negli ultimi anni, la spinta più forte si è sentita senz’altro a livello di ristorazione. Rispetto a questa dinamica, le gallerie commerciali degli aeroporti non sono così diverse da quelle dei centri commerciali” spiega in questa intervista a retail&food Luigi Battuello, Direttore commerciale non-aviation di SEA. “Anni fa, l’aeroporto era quasi soltanto un luogo di caffetterie. Oggi non basta più, ci sono format sofisticati e si assiste a una sorta di ‘premiumizzazione’ dell’offerta.

In altre parole, il consumatore è disposto a pagare di più, a patto che l’esperienza e il prodotto valgano la spesa”.

Iniziamo a parlare di Linate. Dopo la pandemia e il restyling del 2021, qual è la prospettiva per il city airport della città?

Linate è molto cambiato. Oggi c’è un mix diverso. Qui il calo della componente business è stato pesante, compensato però dal leisure e da altri segmenti, che sfruttano la buona presenza delle compagnie low cost. Il cliente di Linate è abitudinario, usa lo scalo per la sua impagabile vicinanza alla città. Sul fronte commerciale, gli spazi sono tutti locati. I lavori fatti hanno creato un’aerostazione più godibile, dove siamo riusciti ad aumentare il “dwell time”, il tempo di sosta

I dati di traffico Gennaio-Novembre 2022

dei passeggeri, che si assesta in media attorno all’ora. Per tutto il 2023 e 2024 non ci concentriamo tanto sulla ricerca di nuove aperture, quanto su una revisione dei format della ristorazione, così da rispondere meglio ai gusti della clientela. Ora il centro focale è diventata l’area food sopra il mezzanino, la fruizione nelle parti restanti dello scalo è frammentata, dobbiamo trovare la giusta ricetta con opportuni aggiustamenti sia airside, sia landside.

Proviamo a dare qualche numero. Lo scontrino sale o scende?

A Linate il numero di voli è limitato per legge, vincolato a 18 movimenti l’ora, salvo novità future. Quindi, per quanto cresca il load factor delle compagnie, la creazione di valore non può basarsi sull’aumento del traffico, ma sulla capacità di generare maggiore spesa. E finora i dati ci stanno dando ragione. Nei primi nove mesi del 2022, in confronto allo stesso periodo del 2018, la spesa media per passeggero a Linate è aumentata del 10% nella ristorazione e del 13% nei negozi e duty free.

Veniamo a Malpensa. Sul fronte del traffico, tra lungo raggio a singhiozzo e mancanza del Terminal 2, si viaggia ancora con il freno tirato. La parte retail e di ristorazione come si presenta?

Anche qui, il tasso di occupazione è pressoché al 100%. Per nostra scelta ci siamo riservati un paio di spazi da assegnare a brand che definiremo più avanti. Speriamo tutti nella riapertura del Terminal 2, quando ciò sarà possibile, intanto sono iniziati i lavori

pag. 26 | retail&food | Gennaio • Febbraio 2023
A.L.
Report Aeroporti
Aeroporto Passeggeri % vs 2019 Milano Linate 7.004.488 19,1 Milano Malpensa 19.668.919 -26,5
Luigi Battuello, direttore commerciale non-aviation di SEA

per la sua sistemazione. Negli ultimi anni lo scalo è stato ripensato nel tentativo di creare dei cluster tematici: c’è la “piazza” del lusso, la zona dei negozi low cost, mentre ha avuto un ottimo impatto la libreria Feltrinelli in collaborazione con Hudson, che è diventata una vera ‘zona dwelling’, dove i passeggeri leggono o ricaricano il cellulare, o spendono. In tema di ristorazione, negli anni abbiamo compiuto investimenti e scelte precise, accogliendo brand internazionali e locali. La strategia ha funzionato. Nel periodo gennaio-novembre 2022, rispetto al 2018, la spesa media per pax è cresciuta del 17%. E l’offerta è destinata ad arricchirsi.

Novità in arrivo?

Intorno alla primavera inaugureremo altri mille metri quadrati dedicati al food, dove arriveranno brand come Roadhouse, Panella e il pastificio Michelis. Questi sono solo alcuni dei nuovi partner, perché ci sono ancora margini di crescita ampia. La composizione sociale e demografica dei passeggeri è sempre più allargata e crea tanti segmenti di domanda. Questo ci spinge sempre di più a diversificare l’offerta. Per citare un esempio, senz’altro riserveremo altro spazio per l’etnico.

I tenant sono dei partner e, per usare una battuta, desideravamo trovarli ancora vivi dopo la pandemia. Quindi, durante la crisi, siamo andati loro incontro modificando i contratti e per un paio d’anni abbiamo accettato una formula basata sulla parte variabile. È stata una misura sensata, ma adesso che il traffico è in ripresa, è giusto tornare alla normalità, ripristinando fattori come il minimo garantito. I brand ci stanno seguendo su questa strada, così come già avevano fatto riportando gradualmente verso il massimo l’orario di apertura.

Dalla “boutique” al delivery, tanti sviluppi sul digitale

A metà 2021, Sea ha lanciato “Milano Malpensa Boutique”, portale dei brand del lusso dello scalo, in cui è possibile fare acquisti prima ancora di arrivare in aeroporto, secondo il modello “pick-up in store”. Partito con un catalogo di circa 2.000 prodotti, cui hanno aderito brand come Etro, Montblanc, Dodo, ma anche Dufry) si è allargato ai principali marchi del lusso, da Prada a Bulgari, da Armani a Gucci. “Si tratta di un progetto avviato prima della pandemia, le cui ragioni sono state rafforzate dalla crisi” ha spiegato Luigi Battuello. “Certo, nasceva sostanzialmente per i russi e per i cinesi. Questi ultimi, in particolare, sono abituati a prenotare i prodotti di alta gamma prima dei viaggi, soprattutto se cercano un pezzo particolare e possono risparmiare grazie al regime del tax refund. E poi magari, quando sono in negozio a ritirarlo, ne comprano un altro di impulso. Come flusso di passeggeri i cinesi sono ancora pochi, noi intanto li intercettiamo in anticipo, grazie alla nostra presenza marketing su WeChat. E comunque, sul sito raccogliamo già 5.000 visite interessate al mese”. Lo step successivo sui cui lavorare, e investire, sarà l’integrazione

di questa “boutique” con il sito tradizionale della società di gestione aeroportuale. “Non è semplice, ma occorre procedere. Ci credo fermamente. Gli utenti di oggi vogliono interagire. Di sicuro, la vecchia lista dei negozi del sito, accompagnata dalla mappa, è uno strumento superato”. Non ci sono progetti precisi, ma SEA sta ragionando anche sull’integrazione tra digitale e ristorazione. L’intenzione è di coinvolgere alcuni partner e creare un sistema di prenotazione e ritiro del cibo a distanza o addirittura di allestire una sorta di delivery del cibo al gate.

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Un accenno al rapporto fra Sea e i tenant. Qual è stata l’evoluzione durante e dopo la pandemia?
A Linate ha esordito Temakinho ed è arrivato Alemagna (con Autogrill), negozio rinnovato secondo i criteri LEED. Accanto, il punto Starbucks di Malpensa

I GRANDI BRAND SCOMMETTONO SUL MARCO POLO DI VENEZIA

Ancora lontani i volumi pre-Covid. Ma gli americani sono tornati. “Abbiamo spazi occupati al 100% e non smettiamo di rinnovare l’offerta” spiega Andrea Geretto, direttore commerciale non-aviation di SAVE

Da Rituals a D&G, c’è voglia di Laguna

La bufera è superata. Adesso si spera di correre a velocità sostenuta verso il ritorno alla normalità. E intanto, per non farsi trovare impreparati, si è continuato a lavorare per rinnovare l’offerta retail e di ristorazione, specialmente nello scalo principale, quello di Venezia. Sono queste le caratteristiche con cui si è chiuso l’anno per il gruppo SAVE. E che lo proiettano verso un 2023 di ripresa e assestamento. I dati di traffico sono omogenei e fotografano un recupero medio dell’80% sui volumi del 2019 per i tre aeroporti di punta del gruppo, Venezia, Treviso e Verona. Dati un po’ peggiori rispetto alla media nazionale e rispetto a scali vicini, come Bergamo o Bologna, che hanno mostrato un recupero più rapido. Ma il paragone tra bacini geografici, in cui si incrociano tessuti economici e direttrici turistiche diverse, non è mai semplice. Enrico Marchi, presidente del Gruppo SAVE, ha espresso di recente soddisfazione per i circa 15 milioni di passeggeri complessivi del Polo aeroportuale del Nord est.

L’offerta si adatta ai nuovi consumatori

Gli anni di Covid, nel Nord-Est come in tutti gli scali italiani, hanno sparigliato le carte. Sia come composizione del traffico, sia come come abitudini di consumo, il cliente è cambiato. Ed è servita flessibilità per rispondere al nuovo scenario. Prima il Covid ha azzerato il traffico cinese. Poi il conflitto ucraino, anche in un’estate di ripresa come il 2022, ha fatto venire meno i clienti russi.

“Inutile negare che questo abbia comportato un contraccolpo, dal momento che rappresentavano la componente più pesante a livello di spesa media per passeggero” racconta a retail&food Andrea Geretto, Direttore Commerciale e Marketing (non-aviation) del Gruppo SAVE. “La loro mancanza è stata compensata, ma solo in parte, da altri fattori. Il primo è senz’altro il ritorno rilevante dei viaggiatori statunitensi, che specialmente lo scorso anno godevano di un dollaro forte e della riapertura dei collegamenti diretti di Delta. Poi sta influendo positivamente anche l’aumento della spesa dei passeggeri inglesi, che dopo la Brexit approfittano degli acquisti in regime tax free. Per quanto riguarda le attitudini dei consumatori, sicuramente si nota una maggior attenzione verso la sostenibilità e il benessere, una tendenza visibile in primo luogo nelle scelte di ristorazione. A livello di spesa, invece, assistiamo ormai a una forte polarizzazione verso l’alto e il basso. In altre parole, il segmento luxury tutto sommato ha tenuto e vanno bene le vendite al livello che potremmo definire “value for money”, mentre soffrono di più le attività che si trovano in mezzo”. Quali sono le ultime novità, nell’offerta commerciale e di ristorazione del gruppo Save?

Venezia è senz’altro lo scalo maggiormente dotato, Treviso è soprattutto caratterizzato da attività “brick and mortar”, mentre Verona si colloca a metà. “A Venezia, sul fronte retail, il 2022 è stato in assoluto un anno di ripresa e oggi l’aeroporto sfoggia un 100% di spazi occupati” prosegue Andrea Geretto. L’elenco dei brand approdati nel corso degli ultimi dodici mesi è nutrito. Alcuni di questi sono stati una vera sfida, come ad esempio il marchio di abbigliamento americano Anatomie, che a Venezia ha aperto il suo primo monomarca nel canale travel. Prima di Pasqua era arrivato 4giveness, mentre le due operazioni principali dell’estate 2022 sono state Dolce & Gabbana e Capi Electronics. “Il negozio di D&G è un flagship da 160 metri quadrati, il più grande monomarca

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Gennaio-Novembre 2022
I dati di traffico
A.L.
Report Aeroporti
Aeroporto Passeggeri % vs 2019 Venezia 8.654.753 -20,4 Verona 2.796.673 -18,5 Treviso 2.420.259 -19,8
Andrea Geretto, direttore commerciale non-aviation di SAVE

dello scalo che non sia un duty free o un convenience store. Uno spazio molto bello, a pianta circolare, che segue un format sperimentato per ora in pochissime location travel retail. Un investimento importante che sta performando bene, soprattutto nel periodo di attività dei collegamenti diretti verso gli Stati Uniti” aggiunge Geretto. Capi Electronics, invece, è una multinazionale olandese dell’elettronica e accessori che ha scelto il Marco Polo per posizionare il suo primo monomarca italiano.

E sempre dall’Olanda, lo scorso autunno è arrivato in Italia il marchio beauty Rituals, che dopo i negozi del milanese ha deciso di mettere una bandierina allo scalo veneto. Inoltre, a fine novembre ha aperto il nuovo temporary store di Campo Marzio. “Abbiamo poi cercato di diversificare e di evitare la cosiddetta cannibalizzazione dell’offerta” commenta ancora Geretto. E così sono arrivati “esperimenti”, come il punto vendita del marchio di accessori per cani MyFamily, che ha esordito lo scorso 15 dicembre. “Sul fronte novità, non mancano le aperture in questi primi mesi del 2023, talvolta in sostituzione di altri brand in uscita”. Sta per arrivare il marchio americano di moda e borse Micheal Kors (gruppo Capri Holdings, che oggi controlla anche Versace e Jimmy Choo). Ed aprirà un nuovo Relay, il marchio di convenience store di Lagardère Travel Retail).

all’interno del perimetro esistente. Quindi non siamo interessati a creare una sorta di food court in cui concentrare l’offerta. Naturalmente cerchiamo di efficientare le operazioni dei vari partner, per avere un prodotto fresco e veloce, e sfruttiamo un ottimo centro unico di produzione posizionato airside, che sarà ulteriormente ampliato” spiega ancora Geretto. Lo scorso marzo ha aperto un punto vendita Prosecco Bar. È previsto un rinnovamento dell’offerta a tema hamburger, sia in chiave “fast”, sia “gourmet”. Sarà ampliato il Beer Code e verranno rinnovati il Briccocafè e il wine bar deCanto. Intanto, sulla scia della domanda in aumento di alimentazione “healthy” e di attenzione alla sostenibilità, ottiene un buon successo Natoo, il brand salutista di Lagardère Travel Retail, che si caratterizza per essere al 99% plastic free. Anche a Verona sono stati aperti due nuovi format di ristorazione, gestiti da un operatore locale, per potenziare ulteriormente la crescente domanda dei passeggeri.

Nuove sfide: digital e sostenibilità

Ci sono alcune componenti del retail su cui le imprese investono da anni, ma che ormai nell’ultimo biennio hanno assunto un peso determinante nella strategia di gestione anche negli scali aeroportuali: il digitale e la sostenibilità. “Crediamo molto sulla forza della digitalizzazione” spiega Geretto. “Tanti progetti hanno subito un temporaneo rallentamento con il Covid, ma ora andiamo avanti, in primo luogo sul fronte della vendita di servizi aeroportuali. Prendiamo i parcheggi. A Venezia, ormai, oltre il 50% delle lunghe soste viene prenotato via eCommerce, e a Treviso siamo all’80%.

E spesso al parcheggio riusciamo ad abbinare il fast track e l’ingresso in Sala Vip. Nel frattempo, cerchiamo di sviluppare un progetto di eCommerce di più ampio respiro, insieme ai partner interessati, anche esterni rispetto agli attuali sub-concessionari. È un percorso più lungo, perché coinvolge altri soggetti, ma abbiamo deciso di scommetterci”. Sulla sostenibilità, il gruppo SAVE ha già annunciato che entro il 2030 sarà al 100% a “emissioni zero”. “Ma l’attenzione all’ambiente si svela in tanti aspetti pratici, che riguardano anche il rapporto con i tenant, cui chiediamo un impegno concreto in questa direzione” svela Geretto. “Alle nuove attività retail, chiediamo che almeno il 10% degli arredi sia certificato e che provenga da materiali riciclati. Ai noleggiatori auto, imponiamo una quota da adibire ad auto elettriche e sulla vendita dei parcheggi on line contribuiamo con una compensazione, cioè acquistiamo crediti ambientali che contribuiscono a progetti di riforestazione”.

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Anche sul fronte della ristorazione ci sono stati alcuni cambiamenti e novità. “Per il momento, le nuove aperture si sviluppano Il food si rinnova

DA NORD A SUD, TRAFFICO IN RIPRESA E LAVORI IN CORSO

Qualche aeroporto centra il recupero sul 2019, altri rincorrono ancora. Non mancano gli investimenti sulle strutture. E inizia una nuova fase di aggregazione tra società di gestione

Archiviato un 2022 in ripresa, anche se in media ancora sotto i volumi del 2019, il settore degli aeroporti rimane in fermento, sia a livello di novità infrastrutturali, sia come pianificazione di nuovi spazi commerciali. Da parte dell’Enac, si aspetta ancora l’ufficializzazione di un nuovo “piano aeroporti”, per ora uscito, solo in via ufficiosa, su qualche organo di stampa. Il recente cambio di Governo può aver contribuito a rallentare l’iter. A livello territoriale non mancano le diatribe tra società di gestione. Ma se la congiuntura lo permetterà, le prospettive 2023 restano buone, poiché i vettori continuano a moltiplicare le rotte.

Palermo, numeri record.

il nodo privatizzazione

Il progetto di riorganizzazione delle società di gestione, in Sicilia, è stato presentato già un anno fa, con la passata amministrazione guidata da Nello Musumeci. Ed il piano era già in cantiere da alcuni anni. L’isola dispone di sei aeroporti: Palermo, Catania, Trapani, Comiso, Pantelleria e Lampedusa. “La strategia aeroportuale siciliana richiede inevitabilmente una razionalizzazione dei costi, oltre al miglioramento dei servizi offerti” aveva spiegato l’ex presidente. Il primo passaggio di questo iter era stata la fusione per

incorporazione della società che gestisce Comiso nella Sec, di Catania. Un’operazione messa nero su bianco nel giugno 2022. Lo scalo più piccolo, quello di Comiso, diventa funzionale a Catania, anche per decongestionare l’aeroporto etneo e Palermo, dirottando una parte dell’utenza proveniente dal nisseno e dall’agrigentino.

Adesso invece si apre un’altra partita, quella della fusione tra la Gesap di Palermo e la Airgest, dello scalo di Trapani. Dove naturalmente è la prima a inglobare la seconda. La nuova Giunta regionale, guidata da Renato Schifani, vuole accelerare sul progetto.

Anche questo passaggio era stato annunciato. E infatti le resistenze sono soprattutto politiche, da parte di gruppi dell’assemblea regionali siciliana che chiedono di essere informati. Il tasto dolente, più che la fusione, riguarda l’intenzione di privatizzare la Gesap, ancora a maggioranza pubblica, con il Comune in primo piano insieme a Provincia e Camera di commercio. I sindacati sono contrari, insieme ai 5Stelle. Piuttosto preferirebbero la quotazione in Borsa. Il nuovo sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, ha aperto all’ipotesi, a patto di valorizzare al meglio le quote da cedere. Nell’isola ne sta nascendo un tutti contro tutti, anche se è molto probabile che prima o poi si arrivi a un cambio di azionariato. Intanto il management si gode i risultati conseguiti. “Io sono solo l’amministratore. Un’eventuale privatizzazione è questione degli azionisti” ha tagliato corto l’amministratore delegato di Gesap, Giovanni Scalia. Il 2022 si è chiuso con il record di passeggeri: 7,1 milioni, il miglior risultato nella storia dello scalo. In crescita anche il numero di voli, che hanno toccato quota 52.008, con una media di 136 passeggeri per ogni volo. In leggera crescita, seppure di un solo punto percentuale rispetto all’anno pre pandemia, il traffico internazionale che raggiunge 2 milioni di passeggeri toccando quota 27%.

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A.L.
Report Aeroporti
C’è

Anche altri aeroporti legati alle vacanze, che hanno goduto di un’altra estate dominata dai viaggi di prossimità, hanno fatto registrare dei record nel 2022. È il caso de polo aeroportuale del Nord Sardegna. Nel 2022 sono transitati oltre 4.7 milioni di passeggeri, con un incremento di circa 332.000 unità, 8% in più rispetto al 2019 (+52% sul 2021). A fare da traino è stata la componente nazionale, con oltre 3 milioni di pax (+ 26% sul 2019), mentre quella internazionale ha fatto registrare 1,7 milioni di passeggeri, con un recupero del 75% rispetto al periodo pre-pandemia. Il peso maggiore si deve allo scalo di Olbia, con circa 3,1 milioni (+6% sul 2019). Il resto si deve ad Alghero (+10,3% sul 2019). La città sorride per i risultati, ma sul territorio c’è in verità apprensione circa le sorti dello scalo. Il servizio da Alghero verso la Penisola, infatti, scade il 16 febbraio e il Ministero dei Trasporti sta valutando soluzioni per garantire la continuità dei collegamenti, forse con una procedura negoziata che coinvolga i vettori interessati. Tornando al consuntivo 2022, bene anche Cagliari, che nel 2019 aveva toccato il record assoluto con 4,73 milioni di passeggeri e che nel 2022 ha comunque sfiorato tale soglia, a 4,38 milioni. “Da sottolineare, inoltre, che il 2022 in termini di bilancio economico è stato il migliore nella storia di Sogaer, nonostante l’impennata dei prezzi dell’energia elettrica con un incremento dei costi di oltre 2,5 milioni di euro” ha commentato Renato Branca, amministratore delegato della Sogaer, società di gestione dell’aeroporto. Annata da record anche per l’aeroporto di Torino che ha registrato nel 2022 il suo massimo assoluto, con 4,19 milioni di passeggeri. Un risultato raggiunto grazie all’apertura della base Ryanair, avvenuta a novembre 2021: nel corso del 2022 il vettore ha infatti trasportato oltre 2 milioni di passeggeri. L’anno scorso la prima destinazione servita per volumi di traffico è stata Catania, seguita da Napoli e Bari. Londra è stata la prima tra le destinazioni internazionali seguita da Parigi. Bologna, invece, chiude l’anno con 8,5 milioni di passeggeri, con un ritardo del 9,7% sul 2019. I passeggeri su voli nazionali sono stati 2,21 milioni (+13,2% sul 2019), mentre quelli internazionali 6,26 milioni (-15% sul 2019). Il polo della Toscana, infine, archivia il 2022 con un recupero dell’81,4% dei volumi pre Covid: 6,72 milioni, da ascrivere per 4,49 milioni al Galileo di Pisa, il resto a Firenze.

Falcone

Saranno Autogrill e il raggruppamento di imprese costituito da My Chef e Chef Express le imprese che per i prossimi dieci anni gestiranno le aree food & beverage dell’aeroporto internazionale “Falcone Borsellino” di Palermo. L’assegnazione per la subconcessione è stata ratificata a dicembre da Gesap, società di gestione dello scalo. La gara comprendeva due lotti, “land side” e “air side”, per un importo complessivo di ricavi (royalties) stimato, per Gesap, in oltre 30 milioni di euro in dieci anni. Per quanto riguarda il primo lotto (air side), aggiudicato ad Autogrill, dalla prossima estate i viaggiatori avranno a disposizione: bar caffetteria Spinnato (noto marchio locale) in area imbarchi, secondo piano; caffetteria Wascoffeelab, con inserimento dolci di Cappello, agli imbarchi e gate extra Schengen (3° livello); I Banchi di Ciccio Sultano, street food siciliano, all’area imbarchi, terzo livello, e sempre nella stessa area il coffee specialist Puro Gusto. In una fase successiva, con il completamento dei lavori nell’area prevista, tra 2023 e 2024, in arrivo in zona duty free un wine bar a marchio Planeta e un ristorante smart gourmet “Amore” by Ciccio Sultano.

Per quanto riguarda il secondo lotto land side, assegnato alla rti My Chef e Chef Express, sono in arrivo: Caffè Vergnano, con l’inserimento di due corner KePalle e Pura Spremuta; caffetteria Mercato San Lorenzo; ristorante – pizzeria con il brand palermitano La Braciera; Terrazza Palermo Illy/Martini, due prestigiosi marchi internazionali, nella terrazza panoramica.

“Il progetto commerciale sul quale si è basata la gara internazionale – dice Natale Chieppa, direttore generale di Gesap – ha subito puntato sul doppio binario della vocazione internazionale dell’aeroporto e dell’attenzione al territorio ed alla sua grande tradizione enogastronomica. L’obiettivo era quello di mettere più in evidenza i prodotti del brand Sicilia, oltre a richiedere elevati standard di servizio, con particolare cura verso le materie prime, la qualità dei prodotti. Siamo molto grati a tutti i partecipanti per la grande qualità delle loro proposte, ed in particolare ad Autogrill ed alla Rti My Chef/Chef Express, che hanno mostrato grande attenzione verso lo scalo e creduto alle sue prospettive commerciali”.

All’aeroporto di Genova hanno preso il via i lavori di ammodernamento dello scalo, inaugurato nel 1986, che si affiancano al cantiere di ampliamento, già scattato nel 2021. I lavori prevedono la completa revisione dell’area partenze, l’aumento dei banchi check-in, una nuova area per i controlli di sicurezza e la revisione dei flussi per i passeggeri in partenza. A regime, ne deriverà un incremento delle aree commerciali e di ristorazione e un miglioramento nell’esperienza di viaggio dei passeggeri. Una prima fase preliminare, relativa alla rimozione del alcune strutture, è terminata.

La seconda andrà avanti sino alla primavera e prevede la realizzazione di nuove scale fisse e mobili di collegamento tra il piano partenze e il secondo piano. In estate sarà completato il blocco aggiuntivo di levante, che si estenderà su 3 piani e 5.500 metri quadrati portando la superficie complessiva dell’aerostazione a oltre 20.000 metri quadrati. Le nuove aree entreranno in funzione progressivamente fino al completamento dei lavori, previsto per l’inizio del 2024. La spesa complessiva è di 20 milioni di euro.

pag. 31 | retail&food | Gennaio • Febbraio 2023
Dalla Sardegna al Piemonte, 2022 sugli scudi
Borsellino: ad Autogrill e al duo My Chef – Chef Express la gestione decennale del f&b
GENOVA, AL VIA I LAVORI DEL RESTYLING. INVESTIMENTO DA 20 MILIONI DI EURO

CHEF EXPRESS SVELA LA NUOVA MILANO PORTA GARIBALDI

La società del gruppo Cremonini rinnova il food della seconda stazione milanese, con un investimento di 4,7 milioni di euro.

In una freddissima mattinata milanese, grande calore e passione attorno all’inaugurazione della nuova area food della stazione ferroviaria milanese Porta Garibaldi. La seconda per movimenti e passaggi – dopo Milano Centrale – che totalizza circa 30 milioni di passeggeri l’anno. Ma Garibaldi, come la chiamano i milanesi non è solo questo. È uno degli snodi più importanti del trasporto pubblico cittadino, per la presenza di treni, del Passante ferroviario e della metropolitana. Ed è infrastruttura sempre più retail e food, inserita in una delle aree più vibranti della città, tra il quartiere Porta Nuova, contigua alla celebre Piazza Gae Aulenti, e il quartiere Isola, uno dei più dinamici e “giovani”. Inoltre la stazione e, in particolare, la sua area food beneficiano anche del passaggio delle migliaia di presenze nelle torri ad uso uffici di Maire Tecnimont che sorgono sopra ai binari della stazione.

Ecco i nuovi format

Chef Express ha investito 4,7 milioni in questo progetto. E così ammonta a 30 milioni la cifra complessiva spesa in Lombardia nel triennio 2020-2022. L’operazione è stata realizzata in partnership con Altagares Italia (Gruppo Altarea) società titolare dei diritti

di sfruttamento commerciale e pubblicitario. L’offerta si compone di cinque proposte: al piano terra sono stati aperti un McDonald’s, un ristorante ispirato alla cucina messicana Billy Tacos e una grande bakery

bar-caffetteria a marchio Panella. Al piano superiore, il format di ristorante asiatico Wagamama e una steakhouse a marchio Roadhouse Restaurant.

All’inaugurazione erano presenti Sara Ven-

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Travel Retail
Foto: da sinistra, Sara Venturoni, Attilio Fontana, Cristian Biasoni, Simone Maltempi

turoni, responsabile Stazioni di RFI, Simone Maltempi, Ceo di Altarea Italia e Cristian Biasoni, Ceo di ChefExpress (Gruppo Cremonini), insieme al Presidente di Regione

Lombardia Attilio Fontana. Nei prossimi anni RFI affronterà investimenti importanti per infrastrutture di stazione, anche al fine di aumentare le superfici commerciali. E a tal proposito Venturoni ha affermato con grande chiarezza: “Abbiamo intrapreso uno svecchiamento delle infrastrutture”. Nel suo saluto non è mancato un accenno alla sostenibilità quando ha affermato: “Per noi ESG significa anche che tutti gli investimenti devono avere un valore condiviso, per tutti. Come questo a Porta Garibaldi”.

Simone Maltempi, Ceo di Altarea Italia, ha invece ricordato che l’attività in stazione deriva dalla concessione del 2019, ottenuto per Porta Garibaldi e altre quattro stazioni.

Con una visione guidata dall’idea di integrare stazione a città. Compreso Passante e metropolitana, a Garibaldi ci sono oltre 50 milioni di transiti/anno e nell’area circostante gravitano oltre 30.000 impiegati che saranno 50.000 entro il 2025. Nel 2022 Altarea ha sostenuto un investimento totale sulla stazione di oltre 10 milioni di euro. Che continuerà nel 2023 con il restyling di altri ambienti interni.

Maltempi ha infine ricordato che la capogruppo a Parigi gestisce quattro stazioni: Gare du Nord, Gare de l’Est, Gare d’Austerli-

tz e Montparnasse. Tutte stazioni più grandi, mentre in Italia la gestione Altarea ha stazioni con un media di 4-5.000 mq. Infine un dato molto incoraggiante: il traffico è tornato a livelli pre pandemia.

Il traino della fascia giovane

Ma l’intervento più focalizzato sul food è stato quelli di Cristian Biasoni, Ceo di Chef Express (Gruppo Cremonini). Il manager ha evidenziato come il lavoro sulla nuova food hall sia partito dalla profilazione dei clienti,

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per decidere quali format introdurre. Uno dei punti più evidenti che ha guidato le scelte è forte presenza della fascia 18-24 anni. “Aspettiamo con ansia la ristrutturazione del piazzale antistante la stazione” ha proseguito Biasoni. “La gente viaggerà sempre di più e lo farà in treno, un mezzo sostenibile con un’ottima rete sul territorio nazionale. Per questo continuiamo ad investire sul canale. Vedo un futuro non privo di difficoltà, ma con un mercato fortemente in crescita”. Nei nuovi locali Chef Express di Porta Garibaldi sono impegnate 100 risorse, quasi tutte neoassunte. Infine un accenno a Milano, con l’investimento fatto anni fa su City Life (circa 6 milioni) “oggi la città di Milano è ancor più strategica per il nostro Gruppo” ha affermato con convinzione Biasoni.

Archiviato il 2022 con 10 nuovi locali a Torino, Genova e Milano

L’anno passato, per Chef Express, è stato caratterizzato da investimenti importanti sul canale travel. Oltre a Porta Garibaldi (dove è previsto anche l’arrivo di un Alice Pizza), a Torino Porta Susa ha aperto un nuovo ristorante McDonald’s, che si aggiunge a tre bar a marchio Mokà già presenti in stazione. Il focus su Torino è centrale. La società è presente anche alla stazione di Porta Nuova, conta 12 ristoranti Roadhouse nella provincia, ed è attiva anche presso l’aeroporto di Caselle. Nello scalo, il 15 dicembre scorso, è sbarcato un locale Ahi Poké, nuovo brand di proprietà che si aggiunge al portafoglio di marchi di Chef Express. Tornando alle stazioni, a Genova Piazza Principe oltre a un McDonald’s è stato inaugurato un nuovo bar caffetteria Mokà con market annesso. Un portafoglio di locali in cui ha un ruolo importante il gruppo Altarea, che ha in concessione a questo punto oltre 3mila metri quadrati a targa Cremonini.

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Cristian Biasoni, Ceo di Chef Express Il rinnovamento dell’area food della Stazione Garibaldi ha comportato un’investimento di 4,7 milioni di euro per Chef Express

Restando in tema di trasporti, altra operazione cruciale di quest’anno è l’Opa lanciata su Atlantia (controllata da Edizione tramite Sintonia), società che ha in pancia gli Aeroporti di Roma e della Costa Azzurra, le Autostrade dell’Atlantico, oltre a controllare il 50% di Abertis in Spagna e il 51% di Telepass. L’offerta, anche questa finalizzata al delisting, ha un valore di 18,9 miliardi di euro. Il mese scorso si è riunito il Cda per avviare la nuova governance e adottare il nuovo statuto. Atlantia (al momento in cui scriviamo) è ancora a caccia del nuovo amministratore delegato, scelta per cui sono al lavoro i migliori cacciatori di teste. Al momento, le deleghe sono in mano al presidente Giampiero Massolo, mentre Alessandro Benetton diventa vice presidente. Il cda è stato snellito da 15 a 11 componenti.

DUFRY-AUTOGRILL FUSIONE AL VIA

Entra nel vivo l’operazione che trasformerà il maxi polo in una società svizzera. Un passaggio che fa parte di un riassetto più ampio della famiglia Benetton. Pronta anche l’Opa su Atlantia, che cerca il nuovo a.d. Intanto avanza la separazione degli immobili

Tra fusioni e delisting, il 2023 è l’anno in cui entra nel vivo il riassetto della galassia Benetton. Un polo di partecipazioni che tocca da vicino il settore dei trasporti, della ristorazione e del travel retail. Proprio nel mese di febbraio viene perfezionata la fusione già annunciata lo scorso anno fra Dufry e Autogrill. L’operazione ha ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie a livello di regolamento Antitrust, dunque parte il “matrimonio” che prevede il trasferimento a Dufry dell’intera partecipazione di Edizione in Autogrill, pari al 50,3% del capitale, in cambio di azioni della società svizzera di nuova emissione. Dopodiché, Dufry lancerà un’Opa rivolta agli azionisti di minoranza di Autogrilla finalizzata al delisting. L’offerta sulle azioni rimanenti si basa su due alternative: 0,158 nuove azioni Dufry per ogni azione Autogrill, oppure in contanti. Per effetto della nuova struttura, Edizione scenderà a una quota di capitale intorno al 20-25%, ma rimarrà il singolo azionista con la fetta maggiore.

Nasce un colosso da 12 miliardi

Il nuovo colosso avrà ricavi combinati pari a oltre 12 miliardi di euro e un margine operativo lordo di circa 1,3 miliardi di euro e opererà in un mercato potenziale del valore di circa 105 miliardi di euro. L’amministratore delegato di Edizione, Enrico Laghi, insieme ad Alessandro Benetton e al presidente di Autogrill Paolo Roverato dovrebbero poi entrare nel Cda della società neonata, che però, va detto con chiarezza, sarà a tutti gli effetti una società elvetica, con ogni probabilità quotata a Zurigo. L’attuale Ceo di Dufry, Xavier Rossinyol, guiderà il gruppo e

Dal punto di vista commerciale, comunque, la complementarietà dei due gruppi è evidente e molto promettente. Dufry (dati dichiarati al momento dell’annuncio) gestisce più di 1.700 negozi aeroportuali in 60 Paesi. Autogrill, dal canto suo, oltre 3.500 bar, caffetterie e ristoranti in 139 aeroporti a livello internazionale, di cui 80 in Nord America, mentre in Europa è presente in tutti i canali del travel.

“La combinazione dei due gruppi creerà un nuovo leader nell’esperienza di viaggio e ci consentirà di aumentare in modo significativo la nostra presenza nei mercati principali, come gli Stati Uniti, e nel settore del cibo e delle bevande da viaggio” aveva dichiarato il presidente di Dufry Juan Carlos Torres.

Abbigliamento retail: obiettivo pareggio

Sul fronte del retail tessile e abbigliamento, ossia il tradizionale marchio Benetton, non ci sono annunci ufficiali relativi a piani di aperture o chiusure di punti vendita, ma il gruppo ha assicurato che nel 2023 è prevista una chiusura di bilancio in pareggio. E di recente la società ha investito in soluzioni digitali per offrire ai clienti un’esperienza di acquisto improntata alla multicanalità. Infine c’è un aspetto non direttamente collegato alle attività commerciali, quanto piuttosto alla “cassa” di famiglia. La holding veneta conta su un patrimonio immobiliare stimato in 2 miliardi di euro. L’anno scorso sembrava che questa ricca dote fosse destinata alla vendita, a fronte di offerte intorno al miliardo e mezzo. Ora, invece, la soluzione preferita sembra quella della separazione tra immobili di proprietà e quelli strumentali all’attività del gruppo di abbigliamento. I primi vengono conferiti direttamente alle holding dei vari rami della famiglia.

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A.L.
Travel M&A
Juan Carlos Torres manterrà il suo ruolo di presidente. Atlantia porta Adr fuori dalla Borsa Xavier Rossinyol, amministratore delegato di Dufry

NAU! TIRA LE SOMME, VENDITE IN CRESCITA SUI VOLUMI 2019

La catena di occhialeria di Castiglione Olona è cresciuta in media del 47% (Cagr) dalla sua creazione. La rete si espande ancora. “Grandi margini al Centro-Sud” racconta il fondatore Fabrizio Brogi di Adriano Lovera

Fabrizio Brogi (in foto), fondatore del brand insieme alla moglie Monica Salvestrin, non ama dirlo apertamente. Ma è un fatto noto. Agli inizi, i grandi dell’occhialeria, del distretto veneto, gli avevano mosso una guerra spietata. Perché la sua idea di fondare una catena che vendesse un prodotto proprio, di qualità ma a prezzo contenuto, era una novità eccezionale per il mercato. Lui però ci ha sempre creduto e pian piano ha fatto crescere il quartier generale, amministrativo e produttivo, di Castiglione Olona. Adesso, dopo 17 anni di attività, la scommessa è stata vinta. Anche per Nau! Il Covid è stato un fardello pesante, con ricavi che nel 2020 hanno perso per strada il 30% rispetto all’anno precedente (vedi retail&food di luglio/agosto 2021). Nel frattempo, il brand ha provveduto a rivedere il layout dei negozi, a perfezionare la rete dei negozi. E ora si appresta ad archiviare il 2022 a circa 37 milioni di euro di ricavi, una crescita del 27% rispetto al 2021 e con vendite che hanno superato, non solo pareggiato, il 2019. Il recupero è stato centrato, insomma. Sono i risultati di una crescita costante, stimata dall’azienda in un Cagr medio del 47% all’anno. “E tutto con forze proprie. Il capitale è ancora in

Contiamo circa 165 negozi. Siamo molto presenti nel Nord Italia, mentre abbiamo grandi margini di crescita al Centro e al Sud. Rispetto all’estero, per ora contiamo una presenza a Malta e Città del Messico entrambi in prossima espansione. Come canali di vendita, presidiamo soprattutto i centri

commerciali, per un 65% dei punti vendita, mentre il resto è concentrato nei centri storici delle città e nei principali aeroporti italiani. Circa 95 store sono a gestione diretta, il resto in affiliazione, grazie a un numero ristretto di franchisee solidi e duraturi, che gestiscono più di un negozio, con alcuni dei quali lavoriamo sin dalla nascita. Molti di questi sono retailer puri, attivi anche in altri settori, dall’abbigliamento alla ristorazione, e il fatto che vengano a cercarci è un segno di stima per noi.

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Brand Analisys
mano ai noi fondatori” spiega Fabrizio Brogi, fondatore di NAU!, in questa intervista a retail&food.
Diamo alcuni numeri. Com’è composta oggi la rete di negozi di NAU!?
La rete dei punti vendita
Fabrizio Brogi e Monica Salvestrin, fondatori di NAU!
42%
Gestione diretta Affiliazione
58%

Come uscite da questi anni caratterizzati dal Covid?

I numeri ci danno ragione. Nel 2022 abbiamo superato le vendite del 2019. Non abbiamo mai smesso di crescere. Il fatto di produrre in Italia, nella nostra fabbrica, ci ha favorito anche durante il periodo peggiore della pandemia, perché non avevamo problemi a far arrivare il prodotto. Nei momenti di chiusura degli esercizi, i negozi nei grandi centri commerciali hanno sofferto, mentre hanno retto meglio quelli inseriti nei contesti più piccoli. Ma oggi si va verso un riequilibrio, inoltre usciamo rafforzati nell’area digitale e omnicanale.

solo quello necessario, mentre se con la stessa cifra può averne due o addirittura tre, allora ne sceglierà uno per il giorno, uno per la sera, uno di un colore particolare. Questo, va detto, è un’inclinazione soprattutto del pubblico femminile, sempre attento a estetica e qualità.

Un altro elemento cardine del mercato è il “digitale”. Quali novità proponete su questo fronte?

La principale consiste nell’innovazione NAU!ME. Con questo tool, sia da pc sia da cellulare, si accede a una schermata in cui creare il proprio occhiale personalizzato scegliendo taglia, forma e colore del frontale, delle aste, e dove è anche possibile far incidere 4 iniziali. Infine, dando l’accesso alla fotocamera, si prova l’occhiale sul proprio viso a distanza. A quel punto, è possibile acquistarlo direttamente oppure fissare la configurazione e prendere l’appuntamento in negozio per definire altri dettagli. Aggiungerei anche che tutta la Customer Experience è stata rivista in chiave digitale.

Ultima domanda, sul tema della sostenibilità. Su questo aspetto che cosa sta facendo NAU!, sia come prodotto sia come processi produttivi?

di Co2. Un altro aspetto della sostenibilità importante, ma che raccontiamo poco, è quello che riguarda le persone e il sociale. Per esempio, abbiamo una linea “Prezzo Zero”, cioè senza costi, per clienti che arrivano con la ricetta dell’oculista. Pagano solo le lenti, l’occhiale base è gratis. Oppure, abbiamo attivato una collaborazione con la onlus Gulliver di Varese, con cui sosteniamo la cura e il reinserimento di persone affette da gravi fragilità.

Prospettive 2023?

Come numeri di bilancio, cresceremo ma non azzardo percentuali. Abbiamo a piano di aprire una ventina di nuovi negozi, di cui la gran parte dell’Adriatico in giù. Lo standard rimane quello del negozio da 80-100 metri quadrati, con 3 o 4 persone di staff. La discriminante però è la qualità, della città e della location specifica. Non ci interessa aprire tanto per fare. Sul fronte estero, è in arrivo il terzo negozio in Messico e abbiamo alcuni contatti in corso.

In ambito retail si pone spesso l’accento sull’importanza di un’esperienza d’acquisto coinvolgente. È possibile regalarla per un prodotto come l’occhiale, un bene necessario e quasi medico, oltre che estetico?

Si riesce senz’altro ed è possibile grazie alle caratteristiche del nostro prodotto e dei nostri negozi. I nostri clienti hanno piacere nel recarsi in store, giocare con la nostra gamma di montature, provare un modello sempre diverso, molto più colorato della media, sfruttando magari i salottini o gli sgabelli che richiamano i negozi Apple. L’occhiale, da semplice necessità, diventa in NAU! un accessorio moda gradevole da sfoggiare. E conta molto il rapporto qualità/prezzo, perché se il cliente è costretto a spendere 500 euro per occhiale, acquisterà

Non è un claim di facciata, ma siamo nati con un’anima attenta all’ambiente. Già dal 2007 abbiamo lanciato il primo occhiale al mondo in plastica riciclata. Nel 2021 siamo arrivati a presentare gli occhiali a marchio “Ocean Plastic”, dove il 30% è realizzato da bottiglie ripescate dal mare. Dallo scorso giugno possiamo dire essere al 100% Carbon Neutral, nel senso che ogni nostro occhiale è compensato a livello di emissioni

Occhialeria italiana in recupero

Secondo una stima di Anfao, l’associazione di categoria che riunisce i fabbricanti italiani di articoli ottici, il 2022 si è chiuso con una crescita complessiva delle esportazioni stimata nel 12-14% e con un dato relativo alla produzione in crescita dell’8-10%, entrambi rispetto all’anno precedente. Sono i numeri emersi lo scorso dicembre, in occasione dell’ultima assemblea associativa. Rimane stabile, invece, il dato relativo alle vendite sul mercato interno (crescita tra +0,5% e +1%) e quello sugli occupati (tra -1% e +1%).

4 FOOD PORTA IN ITALIA I GRANDI MARCHI INGLESI

Dopo la insta-caffetteria El&n e BrewDog, la società guidata da Maurizio Raviolo esplora il mercato Uk per accompagnare altri brand nel nostro Paese. Nel mirino centri città, stazioni e aeroporti

Nel mercato del food, c’è fame di diversificazione. E l’Italia, specialmente le piazze di Roma e Milano, è sempre più meta d’approdo di grandi brand internazionali. Il nostro è un mercato particolare. Molto intrigante, ma per alcuni aspetti “respingente”. Come ampiezza veniamo dopo Regno Unito, Germania, Francia e spesso, ormai, anche della Spagna. E la nostra cronica difficoltà di attirare investimenti, causa burocrazia, è un altro elemento di freno. Dall’altro lato, siamo la patria mondiale del cibo. Quindi per qualsiasi marchio, avere successo in Italia in questo campo, è una sorta di passepartout per poi sondare anche altri mercati.

Tra gli operatori impegnati a portare nei nostri confini alcuni marchi esteri, tra i più interessanti, c’è 4 Food srl, sguidata come amministratore unico da Maurizio Raviolo (che detiene anche metà del capitale, insieme alla socia Barbara Balistreri). Raviolo è un manager esperto nel settore. Aveva guidato l’arrivo in Italia di wagamama, ora gestito dalla joint venture tra Cremonini e Percassi. Con 4 Food, la scorsa estate, ha fatto esordire a Milano El&n, catena di caffetterie inglesi fondata nel 2017 da Alexandra Miller, acronimo di Eat, Live and Nourish. Miller proviene dalla moda. E non a casa l’elemento estetico è essenziale per El&n, definito il caffè più instagrammabile al mondo, con i suoi interni rosa e rosso “cuore”, il design curato, i divanetti sofisticati. La catena ha iniziato dopo il Covid a svilupparsi e ora ha circa 20 punti vendita nel mondo, tra cui uno nel travel retail, all’aeroporto di Heathrow. 4 Food, con El&n, ha un contratto di master franchising esclusivo per lo sviluppo in Italia su tutto il territorio nazionale. Dopo il primo negozio, in piazza Liberty, vicino al Duomo, è arrivata la seconda apertura in un luogo altrettanto suggestivo, meno storico ma più moderno, piazza Gae Aulenti (in foto). “Nato essenzialmente come specialty cof-

fee e pasticceria, è diventato ormai un allday-dining. E per ora il successo in Italia è buono, specialmente grazie alla componente turistica internazionale” spiega Raviolo a retail&food. “In fatto di proposta gastronomica abbiamo compiuto una scelta precisa” aggiunge il manager. “Il menù è stato solo leggermente adattato al pubblico italiano,

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Master Franchising
L’ingresso del secondo store milanese di El&n, in piazza Gae Aulenti El&n pronto allo sbraco nel travel

per il resto è rimasto originale. Dalle torte agli hamburger, dal lobster roll al Club sandwich, tutto è prodotto in Italia ma seguendo le ricette originali. La proprietà inglese, temendo l’attaccamento italiano alla tradizione, avrebbe persino voluto inserire la pasta nel menù. Mentre io ho sempre creduto nella forza della proposta originale”. Nessuna anticipazione, ma El&n è pronta ad aprire altri punti vendita in Italia. Alcuni saranno a gestione diretta, in altri casi 4 Food si affiderà a sub franchisee. Il centro dei principali capoluoghi è uno degli approdi naturali della catena. “Ma un canale che guardiamo con grande attenzione è il travel” ammette Raviolo. Ed è proprio su questo versante che nel corso dell’anno verranno stretti accordi con alcuni dei principali operatori.

BrewDog, countdown per l’apertura a Milano

Un altro grand brand inglese che sta per arrivare in Italia tramite 4 Food è BrewDog. Il brand nasce come produttore di birra, fondato nel 2007 da James Watt, attuale Ceo, e Martin Dickie. Ma poi ha messo in piedi una rete di oltre cento locali nel mondo. Il marchio, in realtà, conta già su una piccola presenza in Italia, a Bologna. “In questo caso, abbiamo un accordo per sviluppare il marchio nel Nord-Ovest: Piemonte, Liguria e Lombardia” racconta ancora Raviolo, “più una prelazione per altre Regioni, se ci fosse l’opportunità di estendersi oltre”. È da mesi che si rincorrono le voci dell’imminente apertura di BrewDog a Milano, ora la location è stata individuata e tutto dovrebbe essere pronto per procedere intorno alla primavera. “Non posso svelare i dettagli, ma si tratta di un locale dalla metratura importante. Anche in questo caso, sia per la birra sia per il cibo, porteremo da noi l’offerta originale. Crediamo nel successo del marchio,

poiché oggi la birreria è tornata di moda, ma modificata. Oggi è locale a tutto tondo, vivo dal pranzo alla sera inoltrata, e dopo il Covid c’è stata un’esplosione dei locali basati su un prodotto artigianale. Ci sono altri concorrenti molto bravi, come Doppio Malto, ma c’è spazio per crescere”. Dopo Milano, dovrebbero arrivare Torino e Genova. 4 Food, comunque, sta ragionando anche su altri brand inglesi desiderosi di mettere un piede in Italia. Ma per ora, gli altri nomi restano top secret.

Il punto vendita nella zona del Duomo, a Milano, in piazza Liberty BrewDog, nel Regno Unito, ha in corso una collaborazione con Tindle per la fornitura di carne plant-based.

MAPIC, TUTTE LE NOVITÀ IN ARRIVO PER IL 2023 (E OLTRE)

Cautela per la congiuntura, ottimismo e tanta attenzione alla sostenibilità. Ecco che cosa è emerso dalla 27esima edizione del tradizionale evento di Cannes dello scorso dicembre. Retail&food ha raccolto le impressioni dei protagonisti del settore e fatto un check sui principali progetti in cantiere di Paola Oriunno

Pochi ma buoni. Ovvero: meno stand, meno exhibitors e spazi più sobri rispetto agli anni precedenti, ma con una qualità molto alta la sensazione (a detta di tutti) che il Mapic Italy abbia rubato un po’ la scena alla kermesse francese. È questo il “sentiment” registrato da retail&food tra gli stand del Palais che ha accompagnato la 27esima edizione del MAPIC Cannes dove oltre 5.000 delegati provenienti da 75 Paesi (tra cui Arabia Saudita,

cipanti hanno presentato con ottimismo nuovi progetti e innovazioni che stanno trasformando il settore immobiliare commerciale. “Quest’anno abbiamo puntato su temi specifici di attualità: sviluppo sostenibile, inclusione, impatto sociale e loca-

tanti di questa edizione: “Si è parlato molto di sostenibilità con panel dedicati. È stata una novità rispetto agli anni passati. Non se n’è parlato come uno dei tanti trend da seguire, ma è stata un’esigenza condivisa da tutti. Molto alto anche il livello dei contenuti e degli eventi. Sicuramente il programma è stato meno ricco rispetto al 2019, ma con una qualità migliore e con il coinvolgimento di player importanti, anche fuori dal nostro mondo, che hanno portato una visione nuova e punti di vista diversi”, ha commentato Francesco Soldi.

Kuwait e Uzbekistan) si sono dati appuntamento sul mare della French Riviera per tre giorni di networking e di incontri sui trend che stanno trasformando l’industria retail. Tra i corridoi, l’energia e la voglia di tornare a dialogare in presenza erano palpabile. Nonostante l’incertezza per il clima politico ed economico internazionale, tutti i parte-

le del retail. Siamo entrati in un paradigma nuovo e MAPIC ha provato a dare a operatori e retailers una prospettiva sul futuro”, ha commentato Francesco Pupillo, MAPIC Markets Director. Di questo è convinto anche Francesco Soldi, Head of Marketing and Corporate Social Responsibility presso IGD SIIQ SPA, che sottolinea due aspetti impor-

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EVENTI | Retail real estate
Francesco Pupillo, MAPIC Markets Director

Dal lungomare di Cannes, uno sguardo al 2023 (e oltre)

Sul fronte dei progetti in pipeline, il 2023 si prospetta un anno molto impegnativo per via della difficile situazione economica internazionale. La parola “prudenza” è stata più volte utilizzata negli stand. Ma “cauto ottimismo” traduce meglio l’umore generale di questa edizione. Ecco cosa hanno raccontato a retail&food alcuni tra i protagonisti italiani di questa edizione.

“Bene le high street e sono in arrivo nuovi brand”, Silvia Segale, Head of Leasing di Savills

“Malgrado il clima di incertezza che si respira sul fronte macroeconomico per il prolungarsi della guerra in Ucraina e per l’inevitabile aumento del costo delle materie prime, il mercato immobiliare italiano non perde il suo appeal agli occhi degli investitori. In un clima generale di grande prudenza, si segnala la buona performance del retail high street che cresce nelle principali piazze italiane. Facendo una classifica metterei al primo posto le grandi vie dello shopping, poi i retail park e infine i centri commerciali. Milano sta vivendo sicuramente un’ondata positiva che ha aiutato tanti brand a riorganizzarsi e ripensare le proprie strategie. Nei prossimi mesi assisteremo all’arrivo di importanti brand non ancora presenti sul mercato mentre oggi nelle high street consolidate è difficile trovare spazi liberi”.

Centro Commerciale Portogrande, San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno)

due anelli interni di negozi saranno edificati intorno a un’area per eventi e manifestazioni da 7.000 metri quadri e 2 piani di parcheggi interrati. Da segnalare l’ingresso del brand Colmar che entra la prima volta in un centro commerciale e Juice, catena di negozi Apple premium reseller. Per il food ci saranno, tra gli altri, Fresco & Cimmino, Old Wild West, Bun Burgers, Cioccolatitaliani, Ichi Station e Macha Cafè. Altro fiore all’occhiello di questa strategia di rigenerazione urbana e di servizio, su cui Nhood sta investendo per creare spazi di commercio e vitalità ad alto tasso di animazione e cultura, è l’ex Palazzetto dello

100% da IGD SIIQ SpA e inserito nel più ampio progetto di riqualificazione dell’area di Porta a Mare. Quest’anno concluderemo anche il restyling e la rimodulazione del centro commerciale Portogrande di Ascoli Piceno (vedi box) con la riduzione della superficie dell’ipermercato e la creazione di nuove unità commerciali all’interno della galleria”.

“Il 2023 è l’anno di Merlata Bloom”, Anand Remtolla, CCO di Nhood Italy

Sarà un 2023 speciale per Nhood che al Mapic presenta l’ultimo miglio di Merlata Bloom: 80 mila metri quadrati e 325 milioni di euro di investimento. Il progetto al momento ha raggiunto più dell’80% della propria commercializzazione e sarà inaugurato nel secondo semestre del 2023. Migliorare la vita delle persone e rendere i luoghi in cui vivono più sani, funzionali e felici, con un triplo impatto positivo: sulle persone, sul pianeta, sul profitto. Questo è quello che per noi significa innovare nel retail”, ha detto Anand Remtolla, neo-nominato CCO di Nhood Italy. I tre piani dedicati al retail avranno tre offerte integrate distinte su ogni piano e brand premium fin dal primo piano. L’ultimo piano comprenderà anche spazi dedicati al leisure e al fitness. I

“Officine Storiche di Livorno, siamo pronti per l’inaugurazione”, Francesco Soldi, Head of Marketing and Corporate Social Responsibility presso IGD SIIQ SPA

“Il bilancio di questa edizione del Mapic è positivo. C’è la volontà è di guardare a progetti nuovi ma con un approccio più selettivo. Abbiamo riscontrato alcuni rallentamenti nello sviluppo dei progetti e nelle aperture, legati all’approvvigionamento delle materie prime, ma in generale vediamo molto dinamismo, soprattutto sulle medie superifici. Per IGD si prospetta un 2023 speciale perché finalmente ci sarà l’apertura delle Officine Storiche di Livorno, l’intervento di recupero promosso dalla società Porta Medicea controllata al

ToDream, Torino

Area di intervento: 270.000 mq

Superficie complessiva 85.000 mq

Negozi, ristoranti e servizi: 45.000 mq

Attività ludico ricreative, hotel, palestra: 23.000 mq

Retail Park: 17.000 mq

Parcheggio: 4.000 posti auto

Oasys, Cisterna di Latina

La zona di Cisterna di Latina, tra le spiagge di Sabaudia e il Giardino di Ninfa, è protagonista di questo progetto di recupero che trasforma le ex Manifatture del Circeo in un parco commerciale e un parco tematico-naturalistico da oltre 140.000 mq. “Ci saranno attività sportive, padel, piste di mountain bike, campi di calcetto e si collega alla food court esterna”, ha detto Edoardo Favro. “Poi c’è la galleria che si sviluppa su due livelli per un totale di 50.000 mq. La commercializzazione è in fase molto avanzata. L’apertura è prevista per dicembre 2025”.

Area d’intervento: 225.000 mq

Parco naturalistico: 90.000 mq

Attività ludico ricreative: 3.600 mq (GLA) Negozi, servizi e ristorazione: 50.000 mq (GLA)

Sport – Waterfront Mall di Genova, già inserito nel marsterplan “Watefront di Levante”, di cui, proprio in occasione di MAPIC Cannes 2022, Nhood annuncia il piano leasing in co-agency con la società Realia.

“Al lavoro su ToDream e su Genova, ma non solo…”, Edoardo Favro, CEO di Realia

Sono quattro i progetti che il Gruppo Realia ha presentato a Cannes. Il primo, in ordine di “taglio del nastro” è la fase uno del ToDream in Piemonte (vedi box). Entro l’anno arriverà anche l’inaugurazione del Palasport di Genova. Tempi più lunghi, invece per il lifestyle center Oasys a Cisterna di Latina (dicembre 2025, vedi box) e il Frosinone Center, il centro commerciale che servirà l’ampia valle della Ciociaria: area di intervento di 35.000 mq e 4.000 di attività leisure e food. La fine dei lavori è prevista a dicembre 2024.

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15.800 mq GLA totale 7.460 mq Galleria 36 Punti vendita 3 Medie superfici

“Parma Promenade, il nostro progetto di punta”, Corrado di Paolo, General Manager Svicom Agency

Anche Svicom conferma un Mapic ricco di incontri, con tanta qualità e concretezza. “Il clima di incertezza e le misure energetiche hanno portato alcuni rallentamenti nelle aperture e nelle riqualificazioni dei negozi”, dice Corrado Di Paolo. “Ma i progetti proseguono. Sarà un 2023 interessante”. Svicom Agency ha presentato al Mapic il suo progetto di punta: Parma Promenade, il nuovo progetto del Gruppo Eurofund che riqualifica e riposiziona Parma Retail. Un elemento importante del progetto sarà “The Hood”, il concetto di “anti mall” del Gruppo Eurofund, cuore pulsante della terrazza di 4.000 mq situata al primo piano del centro. Lanciato inizialmente all’UBBO nel 2019, è un concetto di quartiere incentrato sulla comunità che riunisce il meglio dello street food, del tempo libero, della cultura e dell’arte.

Il Mercato Eat&Meet di Reggio Emilia

3.150 mq di GLA

1 spazio eventi

1 piazza open air

15 unità + 2 chioschi

350 posti a sedere in Galleria

150 posti a sedere all’aperto

“Novità per il Torino Outlet Village. No, ToDream non è nostro nemico…”, Luca Nasi, General Manager at Arcus Real Estate

Il 2023 sarà un anno di traguardi anche per Arcus che si avvicina alla conclusione della fase 3 del Sicilia Outlet. “La commercializzazione è al 70% e riapriremo nell’ultimo trimestre del 2023”, spiega Luca Nasi a retail&food. “Novità anche per il Torino Outlet Village: tra poco partiamo con la fase 2 che sarà speculare a quella esistente e aggiungeremo circa 50 unità.

“Parma Promenade avrà una vocazione leisure molto forte. Non pensiamo di abbassare la percentuale di fashion, vogliamo mantenere i brand importanti che funzioneranno da ancore”, continua Di Paolo. Parma Promenade includerà anche un’offerta gastronomica su misura. “In questi anni sono cambiate le abitudini dei consumatori che oggi fanno acquisti più mirati. Non c’è più il classico passeggio all’interno della galleria. Una delle prossime sfide per il settore sarà capire come far funzionare i ristoranti visto che il tempo di permanenza si è abbassato tantissimo. Sicuramente, le destinazioni per lo shopping “en plein air” come quello di Parma hanno molti vantaggi, tra cui l’abbassamento dei costi condominiali. Non sappiamo ancora dire se questo sarà il futuro, ma qualcosa inizia a cambiare”, conclude Corrado Di Paolo.

un negozio di giocattoli. Le due new entry occupano loo spazio che prima era occupato delle palestre, che hanno chiuso”, spiega Lucia Riva, Leasing Country Manager del Gruppo. “Per il 2023 abbiamo in programma l’inaugurazione del Mercato Eat&Meet di Reggio Emilia, dove abbiamo recuperato un palazzo storico nel cuore della città che diventerà un punto di riferimento per il food con eccellenze locali e catene nazionali e internazionali”, continua Lucia Riva. Il progetto prevede L’apertura è prevista entro aprile 2023 (vedi box). In pipeline per il 2023, anche il nuovo smart district Chorus Life di Bergamo, ideato da Domenico Bosatelli e Francesco Percassi, realizzato dalla Costim (soci sono la Polifin Spa dello stesso Bosatelli al 60% e al 40% la Unifin Srl di Percassi) con un investimento di 360 milioni di euro. Il progetto prevede 20.000 mq di attività commerciali e di ristorazione, 25.000 mq di verde, un albergo, una spa con centro benessere, 100 residenze a canone unico. La chiusura del cantiere è prevista per maggio 2023.

Il livello di commercializzazione è superiore al 50%. Torino è un city outlet con un tasso di ripetizione molto alto: in media, ha 11 visite all’anno del nostro cliente abituale, mentre il Sicilia ne ha 4-5. Ha bisogno di avere più marchi e in questa seconda fase ci orienteremo su marchi di fashion street. La scelta è legata anche agli sviluppi del vicino ToDream che non vediamo come un nemico, ma complementare al nostro progetto”, spiega Luca Nasi. “Abbiamo incontrato Realia e vogliamo lavorare insieme. Siamo contenti che apriranno, non andiamo in sovrapposizione con i marchi”, sottolinea Nasi, che annuncia anche l’avvio nel 2023 della ristrutturazione del Roma.

C’è aria di novità in casa Sonae Sierra che ha festeggiato i 5 anni del suo fiore all’occhiello: City Life di Milano. “Continuiamo a rimodulare il centro con l’inserimento di nuovi brand. Da poco, abbiamo aperto uno store Hugo Boss e presto apriremo anche

Retail Village, brand alla ricerca di nuovi mercati

La grande novità del Mapic 2022, il Retail Village, sembra aver funzionato. Tante le persone in coda agli stand e tanti i brand alla ricerca di occasioni per aprire nuovi punti vendita. Il retailer francese di abbigliamento di seconda mano Kiloshop punta a “espandere la rete a livello internazionale, con ne-

gozi di proprietà e come master franchisor”. Anche la catena di cosmetici Adopt, che gestisce già 180 negozi in Francia, guarda all’estero e cerca “partner retail in Spagna, Italia e Regno Unito”, ha dichiarato Nicolas Pellegrini, responsabile dell’espansione Francia ed Europa di Adopt. Il settore ha mostrato resilienza ma la prudenza si fa sentire e il numero di visitatori nei negozi non è ancora tornato ai livelli pre-Covid. Al Mapic, l’associazione europea dei retailer Eurelia ha sottolineato che il footfall è più basso del 10-20% rispetto al 2019. A livello internazionale, l’opzione preferita dai retailer è continuare ad espandersi nei paesi in cui le catene sono già operative (secondo il 65% degli intervistati), piuttosto che entrare in nuovi mercati (solo il 35%). Il settore dell’abbigliamento, soprattutto i marchi di fascia media, sono in sofferenza. La moda non è più centrale nei mall, e questo si riflette anche al Mapic, dove buona parte dello spazio espositivo è stato affidato al leisure.

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“Inauguriamo il Mercato di Reggio Emilia, ma c’è molto altro in pipeline”, Lucia Riva, Leasing Country Manager di Sonae Sierra

“Al Fiordaliso 10 milioni di visitatori, il food è un àncora molto forte”, Valeria di Nisio, Group Leasing Director di Eurocommercial

Bilancio positivo anche per Eurocommercial. “Abbiamo visto qualche retailer in meno, ma il nostro lavoro di leasing prosegue. Tra le novità di questo Mapic c’è Sprinter, il nuovo brand di JD Sport che ha annunciato di voler aprire anche in Italia”, ha detto Valeria di Nisio, Group Leasing Director. Il grande fiuto del Gruppo nell’intercettare nuove tendenze e brand promettenti si è rivelato vincente già nel 2022 con la scelta di aprire per primi al centro commerciale Carosello di Carugate il marchio di cosmetica Rituals. Positivi anche i riscontri dopo l’inaugurazione della nuova food court del Fiordaliso di Rozzano (Milano). “Sta funzionando molto bene. Chiudiamo il 2022 con 10 milioni di visitatori. L’investimento sta portando i suoi frutti”, dice valeria di Nisio.

“Partita la commercializzazione a Forlì e Montello è”, Massimo Pellizzari, Development & Leasing Manager Studio Conte

Tra le nuove opportunità presentate al Mapic dallo Studio Conte spicca il Forlì Nord Retail District (vedi box). “Non è un retail park”, ci tiene a precisare Massimo Pellizzari, Development & Leasing Manager Studio Conte. “Ma un insieme di medie strutture di vendita autonome che condividono una viabilità pubblica limitrofa alla città di Forlì. L’area di intervento misura 110.000 mq ed è confinante con il centro commerciale Puntadiferro, inaugurato nel 2011, principale polo commerciale del bacino d’utenza. Al Forlì sono previste strutture commerciali, ludico-ricreative e ristorazione moderna. Tra i marchi che ne faranno parte ci sono già Teddy, Calliope, McDonald’s e Roadhouse per il food. Abbiamo cercato di creare un mix merceologico ben calibrato con l’intenzione di creare un polo attrattivo anche serale. Al momento, a parte 300 mq, è già tutto occupato. L’apertura è prevista nella primavera del 2023”, dice Pellizzari. Tra i progetti in pipeline dello Studio Conte c’è anche il Montello Hill (vedi box), un’area commerciale nel cuore della Marca Trevigiana a ridosso della città di Montebelluna e ai piedi delle colline della Valdobbiadene. L’apertura è prevista nel 2024. Si tratta di

Montello Hill, Treviso

GLA: 46.700 mq

Negozi: 125

Parcheggi: 2.600

Forlì Nord Retail District

GLA: 20.000 mq

Negozi: 18

Parcheggi: 900

un nodo fondamentale del Trevigiano, conosciuto per la densità abitativa e le molteplici attività produttive e imprenditoriali a livello internazionale. Al momento stiamo facendo una pre-commercializzazione ma il livello dei brand interessati è già alto. In quest’area non c’è un bacino di prossimità, ma una rete aggregante di comuni con un livello di spesa medio alto”, dice Pellizzari. Oltre ai due nuovi progetti in fase di leasing sono in fase di re-leasing anche Il Centro di Arese e Il Portello di Milano.

nuovo è tutto più semplice. Ecco, quindi che bisogna rivisitare gli spazi e trovare un’alternativa. Ma è necessario che il mercato ci venga incontro. Vediamo che molti operatori vendono un prodotto ma poi si disinteressano, manca la gestione.Questa è una grande lacuna da colmare. Abbiamo già individuato i centri dove inserire queste nuove realtà. Sono luoghi che hanno perso vigore durante la pandemia e nei quali vogliamo far tornare le persone”. Di come il settore del leisure & entertainment possa generare impatti positivi per il commercio fisico, attirando le giovani generazioni e facilitando il ritorno di un pubblico che si era allontanato durante la pandemia, si è parlato nella sessione di apertura del Mapic: “New leisure trends spotlight”. Sebbene leisure e retail generino sinergie importan-

Mentre gli stand del padiglione Riviera si animano di appuntamenti, caffè e riunioni, il piano terra (dove si concentrano le novità della sezione LeisureUp, introdotta nel 2021) appare più tranquillo. A separarli, una scala mobile. “Al momento non vediamo cose avvenieristiche”, dice Luigi Paolettoni, Head of Out of Town Retail CBRE. “Leisure è il cinema, il cartodromo, i soliti spazi bimbi. Metaverso? Faccio fatica anche io a capire cosa sia”. Della stessa idea anche lo Studio Conte per il quale “leisure” vuol dire spazi aperti, per il gioco. “Si torna all’essenziale. Questo anche perché per i centri commerciali più vecchi è difficile intervenire sugli impianti o introdurre nuove tecnologie, avrebbe costi altissimi. In un centro

ti, è fondamentale definire una strategia chiara che tenga conto degli obiettivi del progetto, della concorrenza e della natura stessa dei siti in cui si opera. Dello stesso avviso anche Marie Marks, Senior Vice President, Paramount Global, Themed Entertainment che nel suo intervento ha sottolineato l’importanza di “scegliere il giusto marchio, con il giusto format, nel posto giusto, senza voler rincorrere ad ogni costo le novità più recenti”. Niente effetti speciali, quindi, per intrattenere i consumatori. Ma strategia a lungo termine, know-how per far funzionare il sito e collaborazione nel gestirlo.

Ogni anno il MAPIC è teatro di alcuni dei più importanti annunci di leasing del settore immobiliare commerciale internazionale. E il 2022 non è stato da meno. Il Diriyah Gate Development Authority (DGDA) ha infatti annunciato nel corso della fiera l’accordo con Time Out Group per l’apertura di un

nuovo Time Out Market a Riyadh (Arabia Saudita), più precisamente a Diriyah Square, cuore commerciale della città. La nuova food hall avrà circa 1.650 posti a sedere, 23 cucine, cinque, spazi per eventi e mostre e dovrebbe aprire nel 2025. Tra gli altri progetti di rilievo in Medio Oriente e Asia, presenti a Mapic, una menzione speciale meritano i due nuovi mega-mall The Avenues (Shomoul Holding) e Tashkent City Mall.

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Time Out Market aprirà a Riyadh (Arabia Saudita)
Leisure e retail, un dialogo da ri-costruire

BOLZANO REVOLUTION

Prevista nel 2024 l’apertura di WaltherPark, progetto di riqualificazione “mixed use” che cambierà il volto del capoluogo altoatesino, frutto di 500 milioni di investimento targato Signa. Già avviata da Rustioni&Partners la commercializzazione degli spazi retail e ristorazione

Tra i grandi progetti italiani di retail real estate presentati al Mapic di Cannes, il WaltherPark di Bolzano merita un capitolo a parte. La città altoatesina, con oltre 100.000 abitanti, un turismo italiano ed estero che non conosce crisi, una crescita costante della popolazione del 3% all’anno e un PIL pro capite di 48 mila euro, il più alto d’Italia, si prepara a cambiare volto grazie a un ambizioso progetto di rigenerazione urbana firmato dallo studio David Chipperfield Architects. Il Walther Park è stato concepito come un’operazione di recupero e valorizzazione di uno snodo centrale della città - siamo alle spalle del centro storico su un sito che va da piazza Giuseppe Verdi a piazza Walther von der Vogelweide - crocevia tra i principali punti di riferimento

infrastrutturali, compresa la stazione ferroviaria e la sua piazza adiacente. Il nuovo complesso polifunzionale, sviluppato dal gruppo Signa dell’imprenditore austriaco René Benko, sorge su un’area di 16.000 mq e prevede un volume costruito di 550.000 metri cubi destinato ad accogliere un centro commerciale insieme a un hotel di lusso, uffici e 140 appartamenti, oltre che a un garage interrato. Investimento previsto: 500 milioni di euro.

A regime spazio per 90 negozi

A causa prima della pandemia e in secondo luogo per problemi legati all’innalzamento della falda acquifera, bonifiche e ordigni bellici da disinnescare, il cantiere del WaltherPark ha subito un rallentamento. Prevista per il 2023, la fine dei lavori è slittata alla fine del 2024, ma le attività sono riprese a pieno regime e la commercializzazione

dell’area shopping è iniziata. “È un progetto che modifica completamente il centro e che libera dalle auto tutta l’area. Sono previsti 805 nuovi parcheggi e 1.900 posti auto di prossimità. Prevediamo che dopo la realizzazione del WaltherPark la frequenza

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RETAIL | Nuovi progetti
Simone Burasanis, Head of Shopping Centers, Retail Parks e Stand Alones di Rustioni&Partners di Paola Oriunno

pedonale crescerà notevolmente”, ha raccontato a retail&food Simone Burasanis, Head of Shopping Centers, Retail Parks e Stand Alones di Rustioni&Partners, la società di intermediazione immobiliare che si sta occupando del leasing. “Dalla stazione si potrà arrivare a piedi e questo permetterà l’affluenza di molte più persone.Attualmente, il centro di Bolzano ha un bacino di utenza di oltre 750 mila residenti, da Brunico a Trento, con un potere d’acquisto di quasi 5 miliardi di euro”, continua Simone Burasanis. A giugno del 2022 sono stati superati i numeri pre-Covid: i pernottamenti sono aumentati del 10,75% e si allungano anche i giorni di permanenza in città. Tra le nazionalità registrate: al primo posto gli italiani, poi tedeschi e austriaci. Ma aumenta anche il turismo dagli Stati Uniti (fonte: Azienda di Soggiorno di Bolzano). “Entrando nel dettaglio, è prevista un’area shopping di 31.000 mq con 90 negozi. Al piano -1 ci sarà il supermercato. Stiamo prendendo accordi con il marchio e sarà un’assoluta novità per la regione. Al piano terra e al primo piano saranno dedicati allo shopping con un retail mix che guarda allo sport e all’outdoor, alla bici, alla montagna. Siamo in trattativa anche con brand che al momento non sono presenti in Italia”, prosegue il manager. Tanta luce e vista sulle Dolomiti. Sarà questa la trama che caratterizzerà le facciate, anche quelle dello shopping. Tutti i negozi, infatti, anche i flagship previsti al primo piano, avranno ampie vetrate, una doppia altezza e saranno visibili dall’esterno. Gli shop al piano terra, in più, avranno l’accesso diretto.

Nuovi percorsi tra food, shopping e biciclette

Oltre a negozi, ristoranti e servizi, Walther Park avrà anche un hotel della catena Falkensteiner e 11 mila mq di appartamenti. Le cinque palazzine residenziali previste sopra l’area commerciale avranno una vista unica su Renon, Catinaccio e sul centro storico, con Piazza Walther e il Duomo. Al secondo piano ci sarà la food hall: 4 mila mq con 3 ristoranti, 12 chioschi e un’area dedicata al coworking. L’idea è di completare l’offerta di Bolzano, molto tipica e legata alla tradizione. Niente fast food, piuttosto una ristorazione di livello medio, con cibo asiatico e wine bar”, spiega Simone Burasanis. Fiore all’occhiello, una terrazza con vista sulle cime del Catinaccio. Anche la presenza del verde avrà un ruolo importante. Le vaste zone pedonali e ciclo-pedonali permetteranno un percorso fluido tra spazi esterni e commerciali, con appositi slot di sosta, anche (anzi, soprattutto) per le biciclette. Mentre il traffico verrà fatto confluire in un tunnel collegato ai parcheggi sotterranei. I tetti, infine, saranno trasformati in spazi verdi: le dimensioni raccolte del capoluogo altoatesino, cinto quest’ultimo dalle montagne, renderanno possibile un dialogo vivo tra il complesso e i manti boschivi, sottolineando la continuità tra il complesso e il paesaggio montano.

Bolzano,

Spazio retail 31.000 mq GLA

Negozi ca. 90

Supermercato 5.000 m²

Palestra 1.700 m²

Flagship store 6.000 m²

Parcheggi 511 parcheggi per il centro commerciale

Apertura autunno 2024

WaltherPark

Food Hall

GLA: 4.000 m²

Ristoranti: 3

Chioschi: 12

Location Viale Stazione / Via Alto Adige / Via Garibaldi

IL DELIVERY SALE DEL 20%. ORA È IL MOMENTO DI FARE MARGINI

La consegna di cibo raggiunge il 71% degli abitanti. La domanda tiene, ma sui ristoratori pesano ancora le commissioni. Ferrieri (Ubri): “Il canale va coltivato. Auspico aggregazioni di mercato e finalmente un livello di margini soddisfacente”

di Adriano Lovera

Grande opportunità di vendita. O “male necessario”, che però lascia poco in tasca. Il food delivery, nel corso degli ultimi tre anni, è stato vissuto dai ristoratori in maniera altalenante. La domanda da parte della clientela c’è. E quindi va accontentata. Dopo la sbornia di “ordini da casa”, avvenuta in pandemia, adesso il settore si va stabilizzando. Ma che cosa nasconde l’orizzonte? Nello scenario migliore, un abbassamento delle commissioni pretese dalle piattaforme. E forse un’ulteriore fase di aggregazione tra società di consegna, in un panorama ancora frammentato tra Deliveroo, Glovo, Just Eat, Uber Eats, i big della consegna in tutta Italia, e outsider come Alfonsino o start up come Consegnam

Il settore vale 1,8 miliardi

Secondo l’Osservatorio eCommerce B2C del Politecnico di Milano, nel 2022 il settore ha generato un valore di 1,8 miliardi di euro. Si tratta di una crescita del 20% rispetto al 2021, ma è anche la segnalazione di un rallentamento della corsa. Il dato precedente (2021 su 2020), infatti, era triplo: +59%. Come segnala il report, l’aumento delle vendite dell’ultimo anno si deve soprattutto al fatto che le piattaforme hanno allargato sempre di più la copertura, in termini di città servite, e non a una maggior propensione delle famiglie agli ordini di cibo. Il delivery rappresenta il 42% di tutti gli acquisti alimentari tramite eCommerce (che comprende anche la spesa alimentare e altri tipi di enogastronomia acquistati a distanza, per esempio il vino). “Anche lo scontrino medio è in linea con quello del 2021 e si assesta intorno ai 30 euro per ordine” segnala Valentina Pontiggia, direttore dell’Osservatorio. Nel complesso, il 71% degli abitanti del territorio italiano ha accesso ad almeno un’iniziativa di consegna di piatti a domicilio, contro il 68% del 2021. Mentre siamo al 21% come numero di Comuni. Un aspetto interessante riguarda il tasso di penetrazione

molto basso degli ordini effettuati tramite le app proprietarie o i siti diretti dei ristoratori. Infatti, il 97% del mercato viene mosso dalle piattaforme che aggregano l’offerta di più ristoranti. “C’è un dato particolare che caratterizza l’Italia. Tra i grandi Paesi europei, è quello con il tasso più alto di clienti multi

pag. 46 | retail&food | Gennaio • Febbraio 2023 FOCUS | Digital Food
Daniele Contini, country manager di JustEat

app, ossia non fidelizzati a una sola, pari al 65% della clientela” ragiona Elisa Pagliarani, General manager per l’Italia di Glovo fino al 20 febbraio (infatti ha annunciato la sua uscita dall’azienda). “Il digital food delivery è arrivato in Italia oltre dieci anni fa con Just Eat e siamo fieri di poter constatare come nel tempo si sia evoluto tanto da diventare un servizio essenziale sia per i consumatori sia per i ristoranti, che cercano di diversificare il proprio business” commenta Daniele Contini, Country Manager di Just Eat in Italia. “Oggi siamo presenti nel 100% dei capoluoghi di Provincia e serviamo l’80% della popolazione italiana, collaborando con oltre 28.000 ristoranti partner sulla piattaforma”.

Ferrieri (Ubri): “Verso una fase di stabilizzazione”

In questo contesto, come si muovono le catene di ristorazione? “Stiamo notando una stabilizzazione, sia nella crescita degli ordini, sia nella consapevolezza dei ristoratori” dice Vincenzo Ferrieri, presidente di Ubri (Unione dei brand della ristorazione italiana) e amministratore delegato di Gesa (Cioccolatitaliani, Bun Burger, Fra Diavolo). “Ammetto che in pandemia la necessità di aderire al delivery, rapidamente e senza ancora maneggiarlo troppo bene, aveva sconvolto tanti operatori. Adesso abbiamo capito come sia un canale di vendita a tutti gli effetti, con le proprie dinamiche, completamente diverse dal punto vendita fisico, e che va seguito con competenza e con un team dedicato.

quota senz’altro di rilievo” aggiunge Ferrieri. Il delivery e le catene di ristorazione si sono “annusati” fin da subito, essendo due business con vari punti di contatto. Un brand molto diffuso in una determinata città, regione o addirittura in tutto il Paese, rappresenta un plus per la piattaforma perché garantisce capillarità sul territorio. E questo si traduce in velocità nella consegna degli ordini. La app e il brand diffuso possono senz’altro allestire campagne promozionali o marketing congiunte. D’altro canto, però, per le piattaforme è impegnativo stringere un accordo con il marchio della ristorazione organizzata, perché una volta definite le procedure occorre garantirle a tutta la rete, su tutti i punti vendita.

ancora il presidente di Ubri. “A mio parere è una strada segnata, che con il tempo dovrebbe portare a un punto di equilibrio positivo. Le piattaforme investono e dal punto di vista finanziario hanno risorse enorme. Più continueranno ad aumentare la copertura del territorio, più raggiungeranno clienti, faranno volumi e a quel punto potranno iniziare a diminuire le commissioni per noi. Di sicuro, non consiglierei a nessun ristorante o catena di investire autonomamente in servizi di consegna, magari tramite app proprietaria. Le piattaforme non solo hanno risorse, ma anche tecnologie e capacità di migliorare costantemente la user experience, che vale la pena sfruttare a proprio favore. Se proprio si vuole investire tra marketing e digitale, molto meglio farlo su programmi loyalty o sul CRM”. La questione margini/commissioni potrebbe cambiare anche se dovesse modificarsi lo scenario di riferimento. Alcuni report segnalano che il mercato italiano, benché promettente, non sia così ampio per consentire la redditività a quattro grandi operatori nazionali, come quelli attuali. Sono in molti ad aspettarsi una concentrazione del mercato tramite fusioni o acquisizioni. Al momento, Uber Eats, quella accreditata della fetta di mercato più piccola, appare la piattaforma che con maggior probabilità potrebbe essere acquisita da un concorrente.

Chi subisce il delivery solo come costo, ormai lo ha già abbandonato. Con il termine competenza, intendo per esempio curare la digitalizzazione del brand, gestire al meglio resi e lamentele, controllare e sapere analizzare gli indicatori KPI”. Quanto può valere questo canale, sul totale dei ricavi? Nessuno azzarda percentuali. E influiscono diversi fattori, dalla località, al tipo di prodotto, alla presenza sul territorio. “Se guardo alla mia impresa, incide poco sui gelati, ma se parliamo di pizza e hamburger, che sono sempre in testa tra i piatti più richiesti, una

Sull’opportunità di sfruttare il delivery, quindi, ci sono pochi dubbi. Sullo sfondo resta sempre la domanda centrale: è un business che produce utili? Riesce a lasciare un margine di guadagno da entrambe le parti? I ri-

storatori hanno sempre lamentato il livello molto alto delle commissioni richieste dalle app sul singolo scontrino. In media, si può parlare del 30%, anche se dipende dai casi. Per esempio, se un ristorante si appoggia a Just Eat solo come vetrina per l’ordine, ma poi consegna tramite il proprio fattorino, possono anche dimezzarsi. Allo stesso modo, si ottiene uno sconto se una catena garantisce grandi volumi e capillarità in un determinato territorio, oppure se un ristorante di fascia alta restituisce sempre uno scontrino piuttosto alto. Tornando agli “utili”, i grandi operatori (che non rilasciano mai i dati scorporati per Paese) crescono sempre come ordini, ma ancora non producono bilanci in nero. E per i ristoranti di casa nostra? “I margini sono risicati, inutile negarlo, ma non direi siano a zero” ragione

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Margini risicati, ma con prospettive positive
Vincenzo Ferrieri, presidente UBRI Consegnam è una startup che si propone di portare il servizio nei centri minori, pronta a sbarcare ora anche nelle grandi città RistoBox è una start up che recapita a casa gli ingredienti per cucinare, preparati direttamente dai ristoranti. Fondata a Roma da Davide e Manuel Corradini, si è estesa anche a Milano. Hanno aderito ristoranti come Carnal Morso Sabroso, dello chef Roy Caceres, il Supplizio di Arcangelo Dandini, Eggs della chef Barbara Agosti, I Quintili di Marco Quintili.

Le abitudini di consumo e la mappa del cibo

Quali sono le scelte preferite degli italiani, in fatto di delivery, che possono influenzare anche le proposte dei ristoratori? Dalla ricerca condotta da Just Eat con BVA Doxa emerge un trend interessante, ossia l’avanzare parallelo di due fenomeno all’apparenza opposti. Da un lato, infatti, almeno metà degli italiani preferisce ordinare piatti della tradizione, con un’incidenza soprattutto tra gli over 55. D’altro canto, un italiano su quattro ordina più cibo veggie rispetto a tre anni fa. Una tendenza che trova conferma soprattutto nella fascia di età tra i 25 e i 34 anni.

Ecco perché la classifica tra i piatti più ordinati vede sempre in testa la pizza (soprattutto margherita), seguita dagli hamburger. Dopo arrivano il giapponese, il cinese e poi il pokè, il piatto che ha avuto il tasso di crescita più importante. Ed in effetti, specialmente nelle grandi città, il cocktail tra pokè e piatti vegani viene cavalcato per andare sempre più incontro alle richieste della fascia giovane ed healthy. “Da quasi due anni abbiamo deciso di introdurre all’interno della nostra offerta anche delle proposte plant based” ha testimoniato Vittoria Zanetti, co-founder di Poke House, all’interno del raport “La mappa del cibo a domicilio 2022” di Just Eat. “L’offerta è pensata non solo per i vegani, ma anche per i flexitariani, ossia coloro che pur non avendo abbandonato del tutto il consumo di carne, scelgono delle alternative vegetali per una dieta più bilanciata. Stiamo notando una domanda in crescita e per questo ci siamo fatti trovare pronti, affidandoci ai migliori fornitori internazionali”. Infine, tra le motivazioni che spingono maggiormente a ordinare cibo a domicilio, troviamo invece il desiderio di concedersi una coccola dopo una giornata stressante (44%), per soddisfare la voglia di un cibo particolare, magari mai provato prima (37%) oppure perché non si ha voglia di cucinare e non si ha qualcosa di già pronto a casa (31%).

FIPE CONTRO GLI AUMENTI DI THE FORK

Oltre alle commissioni del delivery, ci si mettono anche i siti di prenotazione. Il mese scorso, la Fipe ha pubblicato un comunicato di protesta contro gli aumenti (+12%) decisi a inizio anno da The Fork sulle commissioni che gravano sul ristorante per ogni prenotazione online. “I rincari annunciati - dichiara Aldo Cursano, vicepresidente vicario di FIPE, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi - sono assolutamente ingiustificati.

Imporre aumenti delle commissioni a due cifre mentre i ristoranti faticano ad aggiustare i listini, significa allungare lo stato di difficoltà in cui le imprese ancora si trovano dopo due anni di pandemia e un altro lungo periodo di emergenza energetica. In questo modo, si continua ad alimentare una spirale inflazionistica che ha pesanti effetti sul potere di acquisto dei consumatori. Auspichiamo che The Fork tenga conto del quadro di contesto e riconsideri l’adeguamento dei listini”.

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utilizzati Da dove provengono gli ordini Via App Città Via Web
Zone urbane Zone rurali 15% 85% 64% 14% 22%
Delivery Valley è un operatore di cucine-laboratorio che opera tramite brand del food utilizzati esclusivamente per il delivery e per il take away, come la pizza Lievito Mother F*, Gigaburger, Giga Ribs. Dopo Milano, è approdata anche a Torino. È stata creata da Alida Gotta e Maurizio Rosazza Prin
Canali
Fonte: Mappa del Cibo 2022 Just Eat - BVA Doxa

CONTRATTI DEI RIDER, DUE MODELLI IN CAMPO. NEL PRATICO, NON COSÌ DISTANTI

Almeno agli occhi di una parte dei consumatori, le piattaforme di delivery non hanno mai goduto di grande favore, a causa della grana dei rider: sfruttati, mal pagati, talvolta vittima di incidenti stradali, anche gravi. L’incidente dello scorso ottobre costato la vita al rider di Firenze, Sebastian Galassi, si era tramutato in un doppio autogol di immagine per Glovo. Quando il ragazzo era già deceduto, il sistema informatico della piattaforma lo aveva avvisato di non aver più bisogno delle sue prestazioni. Una segnalazione che Glovo ha prontamente definito un “errore”, offrendosi di sostenere le spese per le esequie. Di sicuro il fattorino non è un gran bel mestiere. Vero è, d’altro canto, che in Italia il lavoro “finto-autonomo”, benché coordinato e controllato dal committente, sia usato in abbondanza e in tanti settori. Andando nel dettaglio dei rider, al momento le forme contrattuali in uso sono sostanzialmente due: la collaborazione da autonomo da un lato, che per alcuni operatori è regolata da un accordo sottoscritto tra Assodlivery e Ugl. Dall’altro lato, c’è il contratto subordinato di Just Eat siglato con Cgil, Cisl e Uil, basato sul contratto nazionale della Logistica, opportunamente adattato. Secondo una recente analisi di Pietro Ichino, pubblicato sul sito di informazione a carattere economico lavoce.info, il primo contratto si basa su una retribuzione minima pari a 10 euro per ora lavorata, più un premio di 600 euro al raggiungimento di 2.000 consegne nell’anno solare. Il secondo, invece, è nella forma del lavoro “subordinato”, con una retribuzione minima oraria di poco sotto i 9 euro (inclusi i ratei di Tfr e tredicesima), più

LAVORO DEI RIDER, MODELLI A CONFRONTO

CONTRATTO

SOCIETÀ COINVOLTE

TIPOLOGIA

STANDARD RETRIBUTIVO

MINIMO

EVENTUALI BONUS

Ccnl Assodelivery/Ugl Rider del 16 settembre 2020

Deliveroo, FoodToGo, Glovo, SocialFood e Uber Eats

Autonomo

10 euro per ora lavorata

600 euro raggiunte 2000 consegne nell’anno solare

Contratto Just Eat/Cgil, Cisl e Uil basato su Ccnl Logistica

JustEat

Subordinato

9 euro l’ora (compreso rateo Tfr e 13esima)

0,25 euro a consegna

La mini svolta di Just Eat

L’iniziativa di Just Eat di regolarizzare il lavoro, intrapreso da oltre un anno, è senz’altro lodevole. Eppure, il contratto di lavoro, per forza di cose, viene applicato solo a una parte minore dei fattorini. Si calcola che al massimo un terzo della domanda ricevuta da Just Eat sia effettivamente coperta dai titolari del contratto nazionale, per il resto la piattaforma funziona come “vetrina” che cattura l’ordine, ma poi il recapito viene materialmente svolto dai rider del singolo ristorante. Inoltre, spiega ancora Ichino, quasi la totalità di questi rider assunti lavora con un part-time, molti dei quali per un orario settimanale che non supera le 25 ore. Lontano, dunque, dal rappresentare una forma stabile di sostentamento.

Il racconto di Glovo: grande turnover

Glovo ha accettato di raccontare a retail&food alcuni dettagli della propria forza lavoro. “C’è molto turnover” ha detto la country manager, Elisa Pagliarani. “In un mese contiamo fra 13 e 15mila rider attivi, tutti in regime di lavoro autonomo, e di questi almeno due terzi collaborano anche con altre piattaforme. Decidono loro quando fare il log nella piattaforma e scelgono se accettare o meno l’ordine potenziale”. Il 70% della flotta fa meno di 12 ore settimanali con Glovo. Secondo la società, anche questo contratto autonomo contiene elementi di tutela, come la quota di copertura Inail, assicurazione privata, un bonus per il lavoro con il maltempo. Ma c’è tantissimo ricambio: ogni sei mesi, almeno il 70% della flotta cambia. “Siamo convinti che questo sia un lavoro autonomo. Detto questo, il contratto di Assodelivery rappresenta solo un punto di partenza. Siamo sempre pronti a sederci al tavolo con le controparti per valutare miglioramenti e ampliare le tutele” ha aggiunto Pagliarani.

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0,25 euro a consegna, più le protezioni che il lavoro dipendente garantisce.

AFRICANS

retail&food con Amani per garantire casa, scuola e salute ai bambini e alle bambine di strada di Nairobi, in Kenya, e Lusaka, in Zambia.

Una raccolta fotografica che ci offre uno sguardo sull’Africa ma che allo stesso tempo ce lo restituisce, a ricordarci che uno scambio, in quanto tale, prevede sempre almeno due direzioni.

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pag. 50 | retail&food | Gennaio • Febbraio 2023
2023
FOTO MAURO DE BETTIO TESTO PIETRO VERONESE

Osservatorio Collaborations e Co-Branding a cura di BRAND JAM

McDonald’s diventa brand di lusso nel product placement “Emily in Paris”

Brand Jam osserva il mondo delle “collaborations” in licenza e attività di brand extension, sezionando più di 300 casi innovativi ogni trimestre. Nella rubrica di questo numero approfondiamo le scelte di Netflix / Paramount per le collaborazioni e attività di product placement profuse nella terza stagione di Emily in Paris.

Per le serie tv prodotte dalle piattaforme in streaming, il product placement da un lato, e il lancio di prodotti in “collaborazione” – presenti nella produzione e anche nella vita reale, spesso in tiratura limitata – dall’altro, costituiscono rispettivamente un valido sostegno finanziario e un forte diffusore dell’iconografia di marca al di fuori dello schermo. Pensiamo al modello vincente del product placement nelle produzioni James Bond, dove si calcola che circa 45 milioni di dollari sostengano la produzione di ogni film, grazie a sponsor come BMW, Heineken, Omega, Triumph, e la loro presenza in scena. Oppure pensiamo agli occhiali “El Profesor” che Persol, marchio di Luxottica, ha fatto indossare all’omonimo personaggio di “La Casa di Carta” e che ha venduto in tiratura limitata nei negozi di ottica di tutto il mondo durante il lancio della quarta stagione.

Paul Gaultier, Carolina Herrera. A queste si affiancano props di marca ben visibili sulla scena, come il Samsung Galaxy Z Fold, e laptop Samsung , iPhones e iMac, ma anche marchi alimentari come Fritos, Acqua Panna, Sanpellegrino, Starbucks, Laurent Perrier. Alcuni dei quali vengono anche inclusi nella sceneggiatura, come ad esempio Rimowa.

Emily in Paris aveva già iniziato nella seconda stagione a sviluppare entrambi i modelli, product placement e collaborazioni in licenza. Ma in questa terza stagione ha superato sé stessa, ponendo le basi di quello che probabilmente sarà il nuovo modo di includere innesti commerciali nelle sceneggiature. Le due protagoniste principali, Emily e Mindy, sono due fashion victim e non stupisce quindi vedere sfilare brand come Prada, Gucci, Louis Vuitton, Jean

Inserire un brand nella narrativa di Emily in Paris non è troppo difficile: Emily lavora in un’agenzia di pubblicità specializzata in marchi di lusso, e qualsiasi marchio può diventare virtualmente un potenziale cliente che affida il budget all’agenzia. È il caso di Air France, Vespa x Christian Dior, Ami Paris, e persino del marchio belga di cibo per cani e gatti Edgar & Cooper. McDonald’s è, sorprendentemente, l’unico brand che aggiunge al product placement un vero lancio in limited edition, la McBaguette, panino venduto in Francia. Con una certa forzatura narrativa, nel terzo episodio l’agenzia per cui lavora Emily si aggiudica il budget pubblicitario del prodotto. Viene presentato un McDonald’s parigino dal format molto chic, mentre gli attori cercano in tutta la puntata di convincere la recalcitrante CEO dell’agenzia che McDonald’s lo sia davvero. Forzatura a parte, l’abbinamento è interessante. Quindi, mentre i puristi dell’entertainment possono storcere il naso, il marketing ha appena scoperto un nuovo modo di raccontarsi.

pag. 51 | retail&food | Gennaio • Febbraio 2023

MODA A DOPPIA VELOCITÀ, SOLO IL LUSSO CORRE ANCORA

L’alto di gamma guadagna terreno, frena l’abbigliamento generico. Il digitale è necessario, ma pone questioni di redditività, secondo l’edizione 2023 del report The State of Fashion di McKinsey A.L.

Corrono la Cina e gli Stati Uniti, l’Europa rincorre. E sarà sempre più accentuata la separazione tra fascia alta e bassa, con il lusso capace di sostenere il settore, mentre il fast fashion alle prese con l’incertezza dei consumi. Si presenta con queste caratteristiche il segmento della moda/abbigliamento retail, secondo il rapporto The State

of fashion 2023, realizzato da The Business of Fashion insieme a McKinsey & Company, sulla base di interviste realizzate con decine di dirigenti del settore.

Europa

L’industria della moda ha mostrato una forte

I 10 TREND PER L’INDUSTRIA DELLA MODA NEL 2023

Previsione dei manager della moda, The State of fashion (McKinsey)

Spesa a due velocità

Le normative sulla privacy e i cambiamenti tecnologici hanno fatto lievitare i costi del marketing digitale: conquistare un cliente costa tre volte di più rispetto al 2013. Il 79% dei dirigenti statunitensi considera i network di media retail come il canale di marketing più efficace.

Digital marketing, quanto mi costi Più

Il 53% prevede di espandere la presenza in Nord America.

Gli acquirenti con reddito elevato continueranno a spendere nel settore moda, mentre i consumatori a basso reddito ridurranno o elimineranno le spese discrezionali.

Frenata dietro l’angolo

Secondo il 56% degli intervistati, le condizioni del comparto andranno in peggioramento per il proseguire delle tensioni geopolitiche.

Carenza di competenze

Il 55% dei dirigenti indica la scarsità di talenti tra i fattori che avranno maggiori ricadute sul business nel 2022. E il 90% si aspetta una carenza di competenze nelle proprie organizzazioni.

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FASHION | Trend
Aspettative in calo per il 2023
Nord America
in contrazione Miglioramento 56% 28% 16% Stabilità Peggioramento

ripresa, dopo la pandemia. Nel 2021 i ricavi globali hanno registrato una crescita del 21% sul 2020. Il trend positivo è proseguito nel primo semestre 2022 (+13%), mentre la seconda parte dell’anno è stata caratterizzata dai fattori di incertezza ormai noti, dall’inflazione al conflitto ucraino. In questo contesto, l’85% degli interpellati ritiene che l’inflazione sarà ancora un fattore determinante per l’intero 2023 e più della metà pensa che la ccrisi energetica continuerà a indebolire il mercato. A livello di vendite, comunque, appare evidente come la moda si muova a due velocità. Il settore del lusso dovrebbe crescere tra il 5 e il 10% nel 2023, trainato dal forte slancio in Cina (previsto in crescita tra il 9% e il 14%) e negli Stati Uniti (previsto in crescita tra il 5 e il 14%). Il mercato del fashion generico, escluso il lusso, farà fatica. E per il 2023 si prevede un andamento che potrà andare dal -2% al +3% rispetto al 2022. A questo contribuirà un anno di relativo appesantimento dell’Europa, che si prevede in contrazione tra il -1% e -4%, bilanciate invece da Cina (+2% - +7%) e Stati Uniti (+1% - +6%).

Più spazio al Medio Oriente

I brand comunque hanno bisogno ulteriormente di allargare i confini, perché la stessa Cina non mostra più i tassi di crescita di una volta, quando il Pil balzava del 7%-8% ogni anno. Nel 2023 la crescita cinese non supererà il 3,2%. L’88% dei dirigenti intervistati menziona il Medio Oriente quale mercato con prospettive di crescita per il 2023 pari o più promettenti rispetto all’anno precedente. “Se da un lato la Cina potrebbe rallentare, in parte a causa delle restrizioni ancora in vigore per contenere la diffusione della pandemia, dall’altro Giappone e Corea del Sud continuano ad alimentare la crescita nell’Asia-Pacifico”, ha commentato Gemma D’Auria, senior partner di McKinsey. “In Medio Oriente, soprattutto il mercato del lusso dei Paesi del Consi-

glio di Cooperazione del Golfo (Arabia Saudita, Kuwait, Oman, Emirati Arabi, Bahrain e Qatar Ndr) potrebbe crescere fino a 11 miliardi di dollari nel 2023, con il 60% degli acquisti realizzato entro i confini nazionali. Inoltre, le vendite retail negli Stati Uniti potrebbero raggiungere livelli record mai toccati negli ultimi 20 anni”.

Strategia omnichannel: dubbi e opportunità

Al di là delle previsioni sui volumi di vendita, il report fornisce interessanti approfondimenti circa le strategie messe in campo dai brand della moda, a partire dalla corretta proporzione tra i vari canali commerciali. E su questo fronte sarebbe esagerato affermare che il mercato navighi a vista, ma di certo nessuno possiede ancora la ricetta perfetta capace di intercettare al meglio la domanda fluida e variabile dei consumatori di oggi. Un tema ricorrente riguarda il DTC-Direct to Consumer. Modalità su cui tanti marchi hanno investito decisamente negli ultimissimi anni. Anche questa pone delle questioni e un terzo dei manager ritiene che, nel 2023, la vera sfida sarà soppesare l’impatto di questo strumento sul business.

“Il Dtc ha comportato un aumento dei costi del marketing digitale e un riadattamento dell’eCommerce, entrambi fattori che hanno messo in discussione la redditività del modello” si legge. Da quanto emerge, dunque, i marchi per crescere sono sempre più costretti a una strategia realmente multicanale, che comprenda tutto: il digitale, ma anche l’ingrosso, le terze parti e naturalmente anche il negozio fisico. Specialmente per la fascia alta, è sempre più evidente come il negozio non sia solo un canale per vendere, ma uno mezzo per lavorare sul marketing e sulla fornitura di servizi extra. Tra gli esempi di creatività, su questo fronte, il lavoro cita per esempio Balenciaga, che lo scorso aprile ha aperto in centro a Londra un pop-up store tutto foderato di pelliccia rosa confetto, per il lancio della sua borsa Le Cagole; oppure Chanel, che nei primi mesi del 2023, cominciando con l’Asia, ha intenzione di aprire boutique non aperte al pubblico indistinto, ma riservate a una target di clientela alto spendente.

Grazie all’attitudine della Gen-Z, i confini tra abbigliamento maschile e femminile sono sempre meno netti.

L’abbigliamento formale, per le occasioni speciali, dovrebbe dimostrarsi uno tra i più resilienti.

Il 65% dei dirigenti del settore moda sta prendendo in considerazione il nearshoring per creare nuovi hub dedicati a soddisfare i mercati domestici.

Dopo i picchi di qualche anno fa, le vendite tramite eCommerce si stabilizzano e crescono a ritmi ridotti. Difficile, così, portare avanti un direct-to-consumer profittevole.

Tutti investono in sostenibilità e persino la Commissione Ue la inserisce nella sua road map al 2023. Ma il 79% dei dirigenti del settore moda ritiene che la mancanza di standard omogenei, per valutare le performance di sostenibilità, finisca per ostacolare la comunicazione dei risultati ottenuti agli occhi dei consumatori.

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Balzo del “formale”
opaca Fashion fluido DTC reckoning
Gemma D’Auria, senior partner di McKinsey
Nearshoring Sostenibilità

LA MARCIA IN PIÙ DEI DISCOUNT. IL CASO DI NETTO MARKEN-DISCOUNT

Netto Marken-Discount è un discount tedesco un po’ diverso dagli altri. Innanzitutto, non opera nel nostro Paese e questo può aiutare la riflessione evitando endorsement più o meno intenzionali. Mi ha incuriosito, dopo una lunga chiacchierata con alcuni suoi manager, soprattutto per la strategia scelta e per la volontà/capacità di innovare, sperimentando a 360° e anticipando tendenze interessanti per l’intera GDO tedesca e non solo. I discount continuano imperterriti e ovunque la loro marcia trionfale. Giocano a tutto campo mentre la GDO tradizionale sembra arrancare. L’alternativa, per chi vuole stare in partita, non può però limitarsi a tenere botta tra i discount e i giganti della rete sui temi della convenienza o sulla rapidità della consegna. Certo è più semplice per chi aggiunge servizi e innovazioni, che prima non proponevano ai loro clienti, partendo da un modello più leggero, come fanno i discount, rispetto a chi deve declinare, da un modello ridondante e affermato, dovendo ripensare la sua ragion d’essere. Per questo i discount, pur nelle diverse configurazioni, vanno osservati immaginando le loro possibili traiettorie più che limitarsi a fotografarne i risultati e le

performance attuali. Oggi partecipano ad un campionato facendo sostanzialmente gara a sé. Ma il futuro riguarda tutti coloro che comprendono, prima e più degli altri, che non va atteso ma è già cominciato.

Flessibilità e costo del lavoro, una questione superata

Netto Marken-Discount appartiene al Gruppo Edeka (63 miliardi di fatturato, oltre 400.000 collaboratori, 11.000 PDV): in Germania ha fatto spesso parlare di sé, in passato, per le polemiche sullo stile di gestione dei lavoratori ritenuto piuttosto spregiudicato. Credo che l’ossessione sui costi abbia spinto, nelle fasi di crescita, un po’ tutto il comparto ad insistere su quell’aspetto, rispetto ad altri, con risultati tutto sommato modesti, nel lungo periodo. È un po’ il cane che si morde la coda. Il costo e la flessibilità del lavoro come leva centrale (a volte esclusiva) della gestione ha condizionato tutto il comparto. Da noi questo si è trasformato in un parziale autogol nell’immaginario collettivo e per i media che, più degli ottimi risultati sul piano occupazio-

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GDO | Storie
di Mario Sassi, senior advisor e blogger Nel 2021, Netto ha dichiarato 14,6 miliardi di euro di fatturato e 4.281 filiali. Di fatto, è il più diffuso discount per numero di punti vendita.

nale, hanno insistito sulla qualità dello stesso. Dal cosiddetto lavoro povero al part-time involontario fino al lavoro festivo o al mancato rinnovo del CCNL che continuano a pesare in termini di credibilità complessiva del comparto e quindi di ascolto a livello politico unito alle persistenti quanti inutili divisioni associative. Oggi, non solo in Germania, questa fase è sostanzialmente alle spalle. Netto ha dichiarato, nel 2021, 14,6 miliardi di euro di fatturato e 4281 filiali. Di fatto il più diffuso discount per numero di punti vendita con circa 82.000 collaboratori. I discount in Germania per insegna e per distribuzione territoriale sono presenti ovunque anche se comincia ad esserci una carenza crescente di località interessanti per puntare a nuove aperture.

Oltre all’espansione, dove possibile, con nuove filiali, Netto Marken-Discount ha quindi puntato sulla riqualificazione dei suoi PDV esistenti, attraverso ammodernamenti, riconversioni e ampliamenti non limitandosi però alla funzionalità e all’estetica dei punti vendita ma anche, adottando tecnologie innovative finalizzate al risparmio energetico e a costruzioni più sostenibili. Quindi materiali di costruzione a basse emissioni o senza sostanze nocive, nuove tecnologie di refrigerazione efficiente, tecnologia di illuminazione LED, all’avanguardia per ridurre ulteriormente le emissioni e promuovendo l’espansione del fotovoltaico, dell’infrastruttura di ricarica e dei sistemi a pompa di calore nelle ristrutturazioni dei PDV. Alla fine del 2021, Netto Marken-Discount ha aperto la sua prima fi-

liale a Regis-Breitingen, in Sassonia, dove, sia la struttura portante che le pareti, sono in legno lamellare. Questo metodo di costruzione, ha portato diversi vantaggi. Da un lato, l’isolamento termico per i materiali in legno si dimostra più efficiente, dall’altro, richiede meno tempo per l’intera costruzione rispetto ai metodi di costruzione convenzionali. Netto Marken-Discount ha anche promosso una interessante tecnologia di riconoscimento per frutta e verdura utilizzata in diverse filiali bavaresi, con la quale mele, pere, cetrioli, ecc. non confezionate vengono automaticamente riconosciute dal sistema POS. E, infine, la tecnologia Pick & Go, che è stata utilizzata per la prima volta in una filiale esistente a Monaco alla fine del 2021. Il primo discount al mondo che ha consentito ai propri clienti di fare acquisti in autonomia senza processi di cassa o scansione seguita dalla seconda catena della GDO del Regno Unito, Sainsbury’s, che sta sperimentando anch’essa questa nuova tecnologia senza casse dopo quella lanciata con scarso successo nel 2019 sul modello di Amazon GO. Sul piano del rapporto con il cliente più sensibile alla protezione del clima e delle risorse planetarie l’azienda ha introdotto nel 2021 la “bussola della sostenibilità”, con la quale Netto Marken-Discount ha reso più facile per i suoi clienti fare acquisti più rispettosi dell’ambiente. Quattro diversi simboli forniscono, accompagnano e orientano alla scelta mostrando se un articolo soddisfa i criteri ambientali “per una maggiore biodiversità”, “per una maggiore protezione delle risorse”, “per una maggiore protezione dell’acqua dolce” o “per una maggiore protezione del clima”. Per ora però coinvolge un ristretto numero di articoli ma l’idea è di estenderlo sempre più.

La scarsa concentrazione, le poche risorse economiche disponibili per l’innovazione, il sostanziale basso costo del lavoro e la tipologia dei consumatori, tengono ancora lontana da questi processi di innovazione tecnologica gran parte della GDO italiana che, salvo pochi casi affronta questi temi con grande cautela. Per questo è interessante osservare cosa si muove “vicino” a casa nostra.

Forti investimenti in tecnologia per efficientare logistica, gestione e organizzazione riducendone i costi (non solo quello del lavoro), migliorare l’offerta del servizio (informazione, consegna a domicilio, ecc.) per giustificarne l’aumento dei costi relativi e ultimo ma non ultimo in importanza puntare a prodotti il cui rapporto costo/ qualità convince il consumatore a non perdersi in un numero esagerato di referenze. Personalmente resto convinto che in tutta la GDO non solo tedesca si siano lanciati o realizzati progetti interessanti. Il punto resta però la capacità di anticipare le mosse altrui, marcando la propria unicità perché, come ci ricorda Charles Bukowski, “quando si tende a fare solo le cose che fanno tutti gli altri si diventa come tutti gli altri”.

In diverse filiali, il discount tedesco ha promosso pagamenti “cashless” e una tecnologia di riconoscimento automatico per frutta e verdura
Innovazione e sostenibilità al centro
Dall’Italia uno sguardo al “vicino”

Hub internazionali, livelli pre Covid ancora lontani

VEVEY – Lo scalo internazionale di Dubai rimane il primo in classifica, tra i grand hub internazionali, per numero di passeggeri in transito, con 11 milioni di persone in connessione nel 2022. Emerge dai dati della società svizzera m1nd-set. Al secondo e terzo posto, con circa 10,5 milioni ciascuno, si collocano Amsterdam e Francoforte. Il report testimonia come i grandi hub, a differenza di tanti scali a vocazione nazionale o fortemente connotati dal leisure, siano ancora molto distanti dal recupero sul 2019: in media hanno ripreso solo il 62% dei volumi pre crisi. Da segnalare un’eccezione: l’aeroporto internazionale di Panama City. Francoforte e Amsterdam sono intorno al 60%, Parigi Charles de Gaulle al 66%, Madrid al 70%. In testa alle nazionalità dei viaggiatori ci sono gli statunitensi, che hanno effettuato 132 milioni di viaggi.

Discover Sicily apre al Falcone e Borsellino

PALERMO – Una nuova apertura è stata messa a punto nell’aeroporto del capoluogo siciliano, ad opera di Lagardère Travel Retail. Al terzo livello del terminal passeggeri, passati i controlli di sicurezza, ora i viaggiatori incontrano Discover Sicily, un negozio ispirato alla tradizione locale, in cui è possibile acquistare la pasticceria fresca di Santi Palazzolo, le ceramiche di Caltagirone e vari prodotti artigianali. Lo scalo siciliano, in forte crescita, ha chiuso il 2022 con oltre 7 milioni di passeggeri.

Al Fontanarossa arriva lo Scirocco

CATANIA - Scirocco Sicilian Fish Lab, street food corner del capoluogo etneo, approda al Terminal A dello scalo “Fontanarossa” di Catania, con un nuovo format focalizzato sul travel. La nuova apertura, in partnership con Lagardère Travel Retail, darà la possibilità ai passeggeri in transito nello scalo catanese di gustare i piatti classici della tradizione siciliana. Con l’arrivo di Scirocco Sicilian Fish Lab, l’area partenze air side dell’aeroporto Fontanarossa diventa ancora più ricca. Nelle ultime settimane, oltre al Fish Lab, lo scalo catanese ha aperto le porte anche ai nuovi punti vendita La Terrazza e Cafe’s, rispettivamente in area esterna e in area partenze land side.

Nel vivo la gara per i duty free di Incheon

SEOUL – Scade il 21 febbraio la possibilità di registrarsi per presentare le manifestazioni di interesse, relative alla gara per la gestione dei duty free all’aeroporto internazionale di Incheon, nella Corea del Sud. Secondo fonti di stampa, tra i pretendenti dovrebbero almeno esserci China Duty Free Group, Dufry, Lotte, The Shilla e Shinsegae. Il bando riguarda sette licenze (77 negozi) per una superficie commerciale complessiva di 24mila metri quadrati. Da notare che il bando specifica come sia stato abbandonato il regime del minimo garantito, rispetto al canone, a favore di una soluzione più flessibile basata su una quota mensile per passeggero.

World Travel Retail pag. 56 | retail&food | Gennaio • Febbraio 2023

Gebr Heinemann torna a Dusseldorf dopo dieci anni

DUSSELDORF – Lo scorso 10 gennaio hanno aperto i battenti i punti vendita gestiti da Gebr Heinemann presso lo scalo di Dusseldorf, sulla scia di un bando vinto l’estate scorsa. Specialmente la gestione del duty free assume un significato particolare per la società. Infatti Heinemann lavorava nello scalo della Renania Settentrionale sin dal 1992 e aveva mantenuto la gestione del duty free sino al 2012, quando la concessione era passata a Dufry. La gara vinta dalla società riguardava quattro punti vendita tar negozi e duty free, per un totale di circa 4.000 metri quadrati fra i terminal A, B e C.

Chanel, tripla apertura al Charles de Gaulle

PARIGI - Il marchio di lusso francese Chanel ha aperto tre spazi dedicati alla moda, agli accessori e alla bellezza presso il nuovo Terminal 1 dell’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi. L’8 è stata inaugurata una boutique dedicata alle sue collezioni di moda, orologi e gioielli. In collaborazione con la joint venture Lagardère Travel Retail/Aéroports de Paris Extime Duty Free Paris, poi, ha aperto anche una boutique dedicata ai profumi, al trucco e alla cura della pelle. All’interno di questo, c’è un angolo dedicato alla bellezza. Situate l’una di fronte all’altra, le boutique di moda e di bellezza si estendono rispettivamente su 170 e 38 metri quadrati.

WILL WE SEE REVENGE TRAVEL SHOPPING FROM THE CHINESE? TORNERÀILTRAVELSHOPPINGDALLACINA?

With the Chinese government ending its zero-Covid policy and opening its borders on 8 January, the travel retail industry is rejoicing. China’s high-spenders will soon be back in airport stores around the world. But where will they go?

Some commentors have noted a reluctance to travel abroad just yet – and even if they do, most Chinese are likely to stay in Asia Pacific. One group, however, that will be Europe and US bound will be China’s high net worth individuals (HNWIs) who, according to Agility Research in Singapore “have consistently named travel as their top personal passion” in surveys conducted throughout the pandemic.

Agility’s semi-annual TrendLens studies, indicate that while HNWIs lifestyles and priorities have been adjusted – they go out less, live more ‘in the moment’, and appreciate the small things, they have longed to escape overseas.

Now their chance is here – well timed for the Chinese New Year break. Agility commented: “We anticipate a major wave of outbound visits from this segment, with an accompanying spending spree. Similar to the ‘revenge spending’ we saw in April to May 2020 when restrictions from the initial outbreak were lifted, this is another wave.”

Several countries, including Japan, US, France, UK, Australia, and others, have reintroduced Covid testing for arrivals from China because of the currently high infection rate in the country. This is not going to put HNWIs off. Agility said: “We do not see this having a serious deterrent effect. Having taken dozens (if not hundreds) of Covid tests in the last year, one more is not going to stop them from making the trip they’ve been dreaming about for the past 1,000+ days.”

In the autumn, the analyst’s survey of over 1,000 affluent and millionaire Chinese consumers revealed that Singapore, Hong Kong, South Korea, and Japan topped their wish lists, though Thailand is also seeing strong group bookings on Trip.com. The US, UK and Australia are leading bookings for long-haul trips. Duty-free retailers in these countries should be stocking up on their luxury handbags, watches and high-end liquor in the hope of some bonanza sales.

Con il governo cinese che ha posto fine alla sua politica “zero Covid” e ha aperto le frontiere l’8 gennaio, il travel retail esulta. I top spender cinesi torneranno presto nei negozi degli aeroporti di tutto il mondo. Ma dove andranno?

Alcuni commentatori hanno notato una certa riluttanza a viaggiare all’estero - e ancheselofacessero,lamaggiorpartedei cinesi probabilmente resterebbe nell’Asia Pacifica. Tuttavia, una porzione di essi rimarrà legata ad Europa e Stati Uniti, ossia gli HNWI cinesi (high net worth individuals) che secondo Agility Research di Singapore“hannocostantementeindicato i viaggi come la loro principale passione personale” nei sondaggi condotti durante lapandemia.

Gli studi semestrali TrendLens di Agility indicano che, sebbene lo stile di vita e le priorità degli HNWI siano modificatiesconomeno,vivonodipiù“nelmomento” e apprezzano le piccole cose – desiderano comunqueviaggiareall’estero.

Il Capodanno cinese ha dato loro l’occasione desiderata. Agility aveva previsto un’ondatadiflussiimportanteversol’estero,dapartediquestosegmentodiviaggiatori,coninpiùunaumentodellaspesamedia, secondo il meccanismo del “revenge spending”chegiàsieranotatonelperiodo aprile-maggio 2020, quando erano state rimosselerestrizionidopolaprimaondata dellapandemia.

Diversi Paesi, tra cui Giappone, Stati Uniti, Francia,RegnoUnito,Australiaealtri,hanno reintrodotto il test Covid per gli arrivi dalla Cina a causa dell’attuale alto tasso di infezione nel Paese. Ma questo non dovrebbe avere avuto un effetto deterrente. Pericinesi,dopoaverfattodecine(senon centinaia) di test Covid nell’ultimo anno, uno in più non impedisce certo di programmareilviaggiosognatodatempo.

In autunno, un’indagine condotta su oltre 1.000 consumatori cinesi benestanti e milionari ha rivelato che Singapore, Hong Kong, Corea del Sud e Giappone sono in cima alla lista dei loro desideri, sebbene anche la Thailandia abbia registrato molte prenotazioni di gruppo su Trip.com. Stati Uniti, Regno Unito e Australia sono in testa alle prenotazioni per i viaggi a lungo raggio. Sono soprattutto questi i mercati incuiglioperatoridutyfreesonochiamati a fare scorte di borse di lusso, orologi e liquoridialtagamma.

pag. 57 | retail&food | Gennaio • Febbraio 2023
free
duty
world | by Kevin Rozario | London kevin_rozario@yahoo.com

EXHIBITION+ PLUS, UN NUOVO MODELLO ESPOSITIVO IBRIDO

Come sappiamo la pandemia ha avuto un enorme impatto sul mondo, non solo a livello economico ma anche sulle modalità con cui interagiamo e comunichiamo. Seppur, soprattutto in Asia, non ci si sia ancora buttato tutto alle spalle, alcune di esse, sono rimaste in uso, soprattutto nel mondo del lavoro anche dopo che le conseguenze pandemiche hanno fatto il loro corso.

In particolare, le fiere internazionali e le attività di sourcing hanno vissuto cambiamenti radicali e molti organizzatori hanno intrapreso un nuovo percorso digitalizzato che rimarrà nel tempo come valore aggiunto. Secondo un recente sondaggio, effettuato su un campione di 600 buyers internazionali provenienti dai paesi Asean, Australia, Europa, Cina e Stati Uniti, il 93% degli intervistati ha utilizzato piattaforme di sourcing online e oltre l’85% ha partecipato a fiere virtuali per soddisfare le proprie esigenze. La maggior parte di essi ha affermato che rimane ben disposta in futuro a condurre le proprie attività in contenti ibridi, fisici e on-line (59%).

Sotto questo punto di vista, riportiamo le interessanti iniziative dell’Hong Kong Trade Development Council (HKTDC), un ente statutario istituito nel 1966 per promuovere, assistere e sviluppare il commercio di Hong Kong. La sua missione viene espletata attraverso 50 uffici in tutto il mondo, di cui 13 nella Cina continentale, e l’organizzazione di fiere, conferenze ed eventi internazionali per creare opportunità di business per le aziende, in particolare le piccole e medie imprese.

Dall’inizio della pandemia, l’HKTDC si è adattato rapidamente alla nuova realtà, spostando le sue varie fiere fisiche su larga scala e gli incontri di business match su piattaforme online, continuando così a collegare espositori e buyers internazionali. Ora che l’emergenza sembra conclusa, quest’ultimo ha lanciato un innovativo modello espositivo ibrido, l’EXHIBITION+ PLUS, con lo scopo di rafforzare i suoi servizi espositivi e di offrire opportunità online-offline, aiutando le imprese a familiarizzare meglio con le piattaforme digitali. Grazie a questo nuovo modello le interazioni faccia a faccia dalle fiere fisiche vengono estese ad una piattaforma online intelligente e di facile utilizzo per far connettere in modo proattivo partner commerciali e approfondire conoscenze.

L’EXHIBITION+PLUS comprende quattro elementi espositivi chiave: le fiere fisiche organizzate da HKTDC, la piattaforma intelligente di interazione com-

merciale Click2Match, i seminari e le conferenze da offline a online nell’ambito dell’Intelligence Hub e, infine, la piattaforma di approvvigionamento hktdc. com Sourcing, per fornire i propri servizi 24 ore su 24, aumentando flessibilità e l’efficacia della promozione aziendale su periodi di tempo più ampi rispetto a quelli fieristici (FIG.1).

Gli espositori possono iniziare a mostrare i loro prodotti ai buyer sul sito web della fiera un mese prima dell’inizio della fiera. Una settimana prima della fiera fisica, sia i buyer che gli espositori possono verificare attivamente i propri obiettivi di business attraverso la piattaforma Click2Match, controllare i leads consigliati da un sistema di lntelligenza Artificiale grazie l’analisi dei big data su un vasto data base disponibile ed inviare richieste di incontro. Durante la fiera fisica, possono essere organizzati gli incontri in fiera o online tramite Click2Match, mentre ulteriori incontri online possono essere programmati e condotti fino a una settimana dopo la fiera. Mentre, gli espositori possono ancora ricevere richieste di sourcing dai buyers fino a un mese dopo la fiera.

La piattaforma offre funzioni di pianificazione delle riunioni, videoconferenza, messaggistica istantanea, traduzione dei messaggi fino a 14 lingue) e la condivisione di file per facilitare la comunicazione.

I vantaggi di questa piattaforma intelligente sono stati apprezzati dagli espositori e dai buyers per la prima volta nello scorso luglio in occasione del HKTDC International Sourcing Show, che riunisce sette fiere internazionali (Electronic, Lighting, Gifts & Premium, Houseware, Fashion Week, Home Textiles & Furnishing e Printing & Packaging).

NEWS | International pag. 58 | retail&food | Gennaio • Febbraio 2023 New Travel Markets | a cura di Luca Esposito luca.esposito@layline-consulting.it
Fig.1: EXHIBITION+ PLUS di HKTDC

JD Sports alleggerisce il suo portafoglio e si concentra sull’espansione di Sprinter

Il fashion retailer britannico Frasers compra alcuni marchi del portafoglio di JD Sports. L’operazione è stata chiusa per 47,5 milioni di sterline. L’accordo vede Frasers acquisire le azioni detenute da JD e assumersi “il debito dovuto a JD da parte delle aziende”, si dice in una nota stampa. Secondo quanto dichiarato dai manager di JD Sports, la vendita consentirebbe al gruppo di concentrarsi “sull’espansione internazionale e digitale dei principali marchi di vendita al dettaglio della moda sportiva premium del gruppo”. Tra questi c’è Sprinter, marchio di abbigliamento sportivo spagnolo con circa 200 punti vendita nel Paese che dovrebbe sbarcare presto anche in Italia. Sprinter è passato nelle mani di JD Sports nel 2011, e nel marzo 2017 è stato integrato in Isrg, la joint venture che il gruppo britannico ha creato insieme alla portoghese Sonae

Silverwood acquisisce il 19% di Lush

La società di investimento statunitense Silverwood ha acquisito il 19,8% di Lush Cosmetics. Secondo quanto riferisce il gruppo, l’azienda è stata scelta per il suo “enorme potenziale di crescita”. L’operazione ammonta a circa 2,1 milioni di sterline (pari a circa 2,4 milioni di euro). Lush attualmente gestisce una vasta rete di negozi in 48 paesi e impianti di produzione in sei nazioni. Nel corso del 2022 ha investito 7,6 milioni di sterline per l’apertura, il trasferimento e le ristrutturazioni dei negozi nel Regno Unito, in Irlanda e in Europa. Nei piani di Silverwood (società quotata in borsa) c’è la volontà di mantenere a lungo la partecipazione in Lush e di “offrire ai clienti l’opportunità di investire in Lush raccogliendo i frutti del loro supporto”, si legge in una nota stampa.

Zara assorbe Kiddy’s Class e razionalizza le linee bimbi

Secondo quanto riportato dalla Gazzetta Ufficiale spagnola, Zara assorbirà Kiddy’s Class, la catena di moda per bambini della stessa Inditex. L’operazione finanziaria comporta l’estinzione per scioglimento senza liquidazione di Kiddy’s Class España e il trasferimento di tutte le sue attività e passività alla società incorporante, Zara España, che acquisisce i diritti e gli obblighi della società incorporata. Già nel 2020 il colosso del fast fashion aveva annunciato che avrebbe concentrato gran parte delle risorse per il segmento bambini sulla linea Zara Kids. La decisione ha già portato alla cessazione delle attività del brand Massimo Dutti kids. Stando a quanto riferito dalla stampa spagnola, fino al 31 ottobre scorso Kiddy’s Class contava 53 negozi, contro i 128 punti vendita del 2018.

Nude Project incassa 11 milioni nel 2022 ed esplora altri mercati (compresa l’Italia)

Il marchio spagnolo di abbigliamento “urbano” Nude Project ha chiuso l’anno fiscale 2022 con un fatturato di 11 milioni di euro, più del doppio di quanto inizialmente previsto dai due fondatori Bruno Casanovas e Alex Benlloch. Ora la start-up iberica, specializzata in magliette e felpe molto amate dalla Gen Z, si prepara a un nuovo step: l’internazionalizzazione del brand. Secondo i due co-founders, i risultati sono merito delle vendite nel canale eCommerce, dell’apertura del primo negozio fisico a Madrid e di diverse tappe del “Nude Tour” che ha portato i pop-up store del marchio di streetwear in 8 città spagnole. Per il 2023 l’azienda punta ad aprire nuovi negozi fisici, e a consolidare la propria presenza internazionale portando il “Nude Tour” in diverse città europee. I primi paesi in cui intende sbarcare sono il Portogallo e l’Italia.

NEWS | International pag. 59 | retail&food | Gennaio • Febbraio 2023

Benetton sceglie Cegid ed Engineering per digitalizzare

1.200 negozi

Benetton sceglie Cegid ed Engineering per la digitalizzazione dei suoi store. La collaborazione, iniziata nel 2019 con 4 negozi pilota, oggi coinvolge 1.200 punti vendita del marchio. “Poter contare su una soluzione affidabile, moderna e scalabile come quella di Cegid ci permette di focalizzarci sulla trasformazione digitale dei nostri negozi, facilitando ad esempio il lavoro dei nostri team di vendita. Sarà infatti possibile sfruttare tutte le potenzialità di Cegid direttamente da smartphone come il controllo dello stock in tempo reale o la vendita in mobilità” afferma Marco Moschini, Information Technology Director di Benetton Group. “Stiamo già lavorando per ampliare la partnership nel prossimo futuro. Sono in corso altri due progetti pilota che rafforzeranno ulteriormente la nostra relazione negli ambiti dell’omnichannel e della mobilità e siamo certi che insieme potremo offrire agli utenti una multicanalità ottimizzata e ancora più efficiente”, ha dichiarato Mario Davalli, Country Manager Cegid per il Sud Europa.

Novità in casa Hikvision: nasce il nuovo terminale MinMoe

Hikvision arricchisce il catalogo Solution con i nuovi terminali MinMoe della serie DS-K1T981. Adatti a tutte le situazioni che richiedono elevati standard di sicurezza (come Data Center, laboratori di ricerca e Corporate Building), i nuovi impianti hanno molteplici possibilità di autenticazione (Iris, Face, Fingerprint, tessera Mifare, Pin, QR Code). Tra queste spicca la funzione di lettura dell’iride che permette un controllo accessi più sicuro e il riconoscimento del corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (come casco e mascherina) in modalità avviso o divieto. Con questo terminale potrà essere garantita una capacità massima di gestione fino a 100.000 volti, 10.000 iridi, 100.000 tessere, 5.000 impronte digitali e 150.000 eventi. Il terminale è comunque dotato di tutte le funzionalità già presenti nella gamma Hikvision di controllo accessi già in commercio: controllo remoto, chiamata audio/video con postazione remota, funzionalità Privacy per limitare la condivisione di dati sensibili, interfaccia Web, possibilità di inserire immagini salvaschermo per welcome message e messaggistica, funzione Time Attendance.

Shopify lancia Commerce Components

Shopify apre ai grandi retailer la sua infrastruttura di componenti con il lancio di Commerce Components by Shopify (CCS), lo stack componibile per la vendita al dettaglio. La novità permette ai retailer di avere accesso ai componenti fondamentali e ad alte prestazioni di Shopify insieme ad API flessibili per creare esperienze dinamiche per i propri clienti. “Shopify ha sempre cavalcato l’innovazione anticipando le esigenze delle aziende. Da questo nasce anche l’ultima novità Commerce Components by Shopify che apre la nostra infrastruttura in modo che i rivenditori non debbano sprecare tempo, potenza ingegneristica e risorse economiche costruendo basi fondamentali che Shopify ha già perfezionato e li rende ora liberi di personalizzare, differenziare e far crescere il proprio business” commenta Harley Finkelstein, Presidente di Shopify. In Italia, Shopify è guidata dal Country Manager Paolo Picazio (nella foto).

NEWS | Servizi e fornitori pag. 60 | retail&food | Gennaio • Febbraio 2023

Perfetti e ShopFully alleate nella geolocalizzazione di prossimità

Perfetti Van Melle, azienda di chewing gum e caramelle, stringe una partnership con ShopFully per aumentare le vendite in negozio dei prodotti Vivident Xylit. Grazie all’utilizzo dei marketplace di ShopFully – DoveConviene, PromoQui e VolantinoFacile – e di HI! (Hyperlocal Intelligence), la piattaforma di hyperlocal marketing di ShopFully basata sull’intelligenza artificiale, Perfetti Van Melle ha coinvolto i consumatori potenzialmente interessati al brand e geolocalizzati in prossimità dei punti vendita selezionati, accompagnandoli dalla scoperta del prodotto online fino all’acquisto in negozio. Secondo quanto riportato dalla Perfetti, “la partnership ha portato notevoli risultati sia in termini di Drive to Store (+7,3% visite in negozio), che in termini di sell-out. “Grazie all’utilizzo delle diverse soluzioni tecnologiche, i nostri clienti hanno la possibilità di entrare in contatto con i consumatori lungo tutto il percorso di acquisto, dalla ricerca online agli scaffali” ha commentato Marco Durante, VP Sales & Marketing Italia di ShopFully.

Barilla affida a Eviosys il rebranding della gamma Pesto

Barilla ha affidato a Eviosys la fornitura di chiusure ermetiche per il rebranding dei suoi prodotti premium Pesto Barilla. Il design della nuova confezione è caratterizzato dall’elegante chiusura in metallo di Eviosys, che sottolinea i valori di qualità, delicatezza e sostenibilità del Pesto Barilla. La sigillatura di alta qualità e la protezione ottimale delle chiusure ermetiche in metallo di Eviosys garantiscono la conservazione del gusto e della delicatezza del basilico Barilla e degli autentici sapori italiani. “Eviosys e Barilla sono un binomio perfetto per questo tipo di partnership”, ha dichiarato Laetitia Durafour, Marketing Director di Eviosys. “Entrambe danno importanza ai prodotti sostenibili e di alta gamma, assicurandosi di offrire la migliore qualità e di preservare il pianeta. La gamma Pesto Barilla porta il basilico dell’agricoltura sostenibile in tutto il mondo, mentre l’impegno di Eviosys per l’innovazione guida la rivoluzione sostenibile nel packaging dei prodotti alimentari di alta qualità”.

Diebold Nixdorf presenta la piattaforma per il checkout DN Series Easy One

Diebold Nixdorf, azienda di progettazione, realizzazione e gestione di percorsi nei punti vendita per i consumatori e il personale, ha presentato il DN Series™ EASY ONE, l’ultimo nato della famiglia DN Series EASY. La nuova piattaforma per il checkout è stata creata per trasformare le esperienze di acquisto assistito e self-service, migliorare l’efficienza del negozio e ridurre il TCO, il costo di gestione per il retailer. Progettata per ambienti in cui è richiesta la massima flessibilità, può essere configurata come cassa assistita, semi-assistita o completamente self-service, offrendo allo stesso tempo una straordinaria varietà di periferiche e possibilità di installazione. Grazie alla tecnologia modulare clip-on / clip-off, il DN Series EASY ONE può connettersi semplicemente a una vasta gamma di periferiche, come schermi cliente e schermi per gli addetti al punto vendita, stampanti o scanner. Consente, inoltre, l’installazione a parete, su palo, appoggiato su un tavolo o in combinazione con un cash rack.

NEWS | Servizi e fornitori pag. 61 | retail&food | Gennaio • Febbraio 2023

Da Scotti il nuovo gusto della Pasta Venere

Scotti, noto brand specializzato nei risotti, ha lanciato per il 2023 una novità che segna il suo ingresso nel segmento della pasta integrale. Si chiama pasta Venere la nuova referenza, composta per il 25% da farina di riso Venere integrale e per il 75% da grano duro integrale italiano. Un mix che permette di ottenere un primo piatto dal caratteristico colore nero, fonte di fibre, in quattro formati: spaghetti, penne, fusilli e rigatoni. La varietà Venere è certificata Sai Platform ed è un riso coltivato esclusivamente in alcune zone del Piemonte e nella Valle del Tirso in Sardegna. Dal gennaio 2022 Scotti è l’unica azienda a commercializzare questa varietà. La nuova pasta, ruvida, si presta a catturare il sugo ed è l’ideale per tante ricette, dalle più semplici con pomodoro e basilico o con gamberetti e zucchine, a quelle sofisticate con pesce e crostacei.

Chiara Ferragni firma le esclusive capsule Nespresso “Milano”

Chiara Ferragni ha collaborato con Nespresso per confezionare una edizione di capsule da caffè, con il brand “Milano Intenso”, un brand che va a caratterizzare non solo le capsule per l’espresso, ma anche alcuni accessori e una macchina da caffè. L’aroma si presenta con note di cereali tostati e cacao, si possono percepire sentori di pane e cioccolato fondente, ma anche pepe e note fruttate. Per un’esperienza di degustazione perfetta, Nespresso consiglia di consumarlo come un cappuccino. La Limited Edition comprende anche una serie di accessori esclusivi, tra cui una speciale versione della Touch Travel Mug di Nespresso, che per l’occasione si veste di un elegante color oro, e un set di due tazze per espresso nero opaco e oro. Ed è anche disponibile una macchina Nespresso modello Citiz.

Farmo, specialista gluten free, aggiunge la linea Protein

Farmo, azienda lombarda attiva nel segmento gluten free, anche in chiave bio, ha completato la gamma free from con una Linea Protein, gluten free e rigorosamente made in Italy. Questa nuova linea, ad alto contenuto proteico, comprende pasta, ma anche snack salati, biscotti, mix per pane e pancake, tutti realizzati con farine a base di proteine di pisello e senza soia. L’azienda propone anche una linea di farine Professional, composta da sacchi da 15 kg destinati alla ristorazione. A conferma della qualità dei processi di ricerca e sviluppo, l’azienda è titolare di numerose certificazioni, tra cui Brc, Ifs, Gfco (ente americano che rilascia il logo “gluten free certified”), Gfcp (omologo canadese), oltre a Bio, FairTrade, Kosher e Smeta.

VETRINA pag. 62 | retail&food | Gennaio • Febbraio 2023

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