Artù 2013 01/02

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di Gualtiero Spotti

della città da frequentare”. Il ristorante è a suo modo un piccolo gioiellino di Amsterdam è una città in fermento accoglienza informale e semplice, dove culinario. Non l’intera città, a dire il i dettagli sono sempre curati con grande vero. L’area che conta di questi tempi attenzione. In qualche modo a Lastage è quella tra la stazione dei treni e il si ha la sensazione di trovarsi in un vecRed District, forse la zona più caotica chio appartamento olandese (il locale e vivace durante l’intera giornata (e è lungo e stretto con, sul fondo, una nottata) della metropoli olandese. stanza soppalcata, nello scantinato la Qui, sulle rive dell’Oosterdok, uno cucina e all’ingresso un piccolo angolo dei tanti canali navigabili, si sta svi- bar che si affaccia sulla via), ma al luppando una Amsterdam moderna tempo stesso c’è la ricercatezza e la con nuovi hotel, ristoranti, negozi e cura di una cucina perfetta per quella uffici, che si mescola con quella più che è l’Amsterdam di oggi, ovvero una caratteristica, quella delle casette città dinamica e dove le novità si sussetradizionali affacciate sull’acqua, al- guono di continuo, dove si rimane trettanto dinamica e ricca di fascino. inebriati dalle cucine etniche, in particolar Alcuni dei ristoranti di maggior pregio di Amsterdam sono proprio qui, a partire da quel &Samhoud places del cuoco israeliano Moshik Roth che lo scorso anno, all’apertura, ha fatto scalpore per lo stile di cucina d’avanguardia proposta, passando per il ristorante Vermeer dell’NH Hotel Barbizon (con un cuoco inglese), e arrivare fino al Lastage dove il padrone di casa è lo spigliato e simpatico cuoco quarantenne (ma dimostra dieci anni di meno) Rogier van Dam. Che da quando ha ricevuto la stella Michelin, poco più di un anno fa, ha portato il suo piccolo bistrò da quaranta coperti a diventare uno degli indirizzi più hit per chi vuole stare bene a tavola da queste parti. È lui a raccontarci il piacere di lavorare in un piccolo ristorante situato nel cuore nevralgico della città. “Sono felice e sto vivendo a Lastage un momento di grande soddisfazioni professionali”, racconta con trasporto e passione. “Ho aperto due anni fa in una zona che sapevo per certo sarebbe diventata importante e che mi ha permesso di abbracciare una tipologia di clientela decisamente varia, soprattutto tra i giovani. Noi siamo molto vicini all’affollato quartiere rosso, ma al tempo stesso ne restiamo ai margini e non veniamo toccati dal caotico andirivieni della zona. E poi da qualche mese a questa parte ho molti cuochi come vicini, il che crea interesse sul quartiere e permette ai gourmet di avere una zona ben precisa Artù n°54

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