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DITRECENTOMILA IN PIAZZA SANPIETRO SOSPESALA CANDIDATURAFORLANI, IERI ALTRI DUE SCRUTINI A VUOTO FOLLA
Ouirinale. munta la ((rosa)) ~
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La sinistra
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Incontri serrati tra socialisti, p Idiessini e socialdemocratici - Le voci sui primi nomi: Amato, Lama e Cariglia - Mancino: «Se decidono ( .a soli, non votiamo niente» - Installata la cabina per la segretezza del voto
Ma quale petalo? di GIORGIO
Nostro servizio ROMA - La mossa di Forlai, che ha annunciato «la sopensione)) della propria canidatura al Quirinale, ha riortato in alto mare una gara he si conferma come sempre iena di insidie e di colpi di cena. Sospesa e non «ritiraa)), come si sono affrettati a piegare Bianco e lo stesso ‘orlani. Il segretario ha preciato che il ritiro della candidaIra non preclude la possibilii della ricandidatura. Per Craxi e Vizzini, però, la ecisione annunciata dalla Dc quivale semplicemente al «riro)) di Forlani. Evidentemene - ha osservato Craxi ‘orlani ha valutato che la siuazione volgeva al peggio. lori è stato più tenero Vizzini. ‘er il segretario socialdemoratico la candidatura demoristiana «è stata abbandona3 dalla Dc con il ritiro dell’on. ‘orlani)). La decisione è maturata al ?rmine di una lunga notte di ontatti fra i leader della Dc. :on l’obiettivo, è stato spiega3, di riprendere l’iniziativa olitica che si era afflosciata opo il doppio insuccesso neli scrutini di sabato. Forlani - è stata la spiegazione di Iancino - era convinto delimpossibilità di realizzare n accordo a sei, ma era alrettanto consapevole che a uattro ((era un cammino difcile e tortuoso)). E ora Occhetto, Craxi e Vizini per tutta la giornata han0 cercato una faticosa intesa u una ((rosa)) di candidati da resentare alla Dc e ai liberaI. Giuliano Amato, Luciano #ama e Antonio Cariglia saebbero i tre nomi, uno per artito, scelti dopo un’interiinabile serie di incontri e onsultazioni tra segretari e elegazioni delle tre forze poliLche. Ma non è affatto detto he da questo fiore laico-sociasta riesca a sbocciare il nuo-
VECCHIATO
Prima, per fargli accettare la candidatura al Quirinale, l’hanno «messo in croce» (parole testuali di Arnaldo Forlani). Poi, dandogli dieci voti in più fra il quinto e il sesto scrutinio, gli hanno praticamente imposto di andare avanti. Sabato sera Forlani sembrava convinto di dover insistere, ma nella notte è successo qualcosa che gli ha fatto cambiare idea. Forse ha riflettuto sul deludente appoggio che gli offrivano il suo partito e gli alleati di governo. Forse qualche partner degno di ascolto ha rafforzato i dubbi che lo stesso leader dc nutriva già prima di iniziare l’avventura. Insomma, la prospettiva per Forlani era di vedersi diminuire nuovamente i voti. Meglio perciò tirarsi da parte, sia pure come assicurano i suoi fedeli provvisoriamente. È pensabile o no che il segretario democristiano, presto o tardi, ritorni in partita? Stando a quel che è successo ieri, in un accavallarsi di voci incontrollabili, parrebbe giunto il momento per tutt’altri tentativi. E ancora presto per capire se effettivamente la sinistra si coalizzerà - da Vizzini a Cossutta! - in modo da esprimere un candidato comune, o per lo meno una «rosa» entro la quale scegliere (ma già la Dc fa sapere che non accetterà deliberazioni altrui). Tuttavia anche questo è un discorso che è giusto affrontare. Fin qui si è detto infatti che la maggioranza uscente ha perduto nelle ultime elezioni, il che in parte è indubbiamente vero. Se però ci sono degli sconfitti, il difficile è individuare i vincitori. Chi sono: il Pds dimezzato e investito dagli scandali non meno del Psi e della Dc,Ja Lega o il Msi che finora poeono offrire soltanto dei «no»? E per caso pensabile un’alleanza fra ex comunisti e destre assortite? In linea ipotetica ciò può anche avvenire: e adesso se ne presenta appunto l’occasione. 11 quadripartito perdente il 5 aprile ha giocato le sue carte su Forlani, e gli è andata male. Se i suoi avversari hanno la forza per eleggere un presidente, vedano ora di dimostrarlo. È chiaro però che non possono, così come è impossibile individuare una maggioranza diversa da quella oggi in crisi. E non a caso il fronte anti-Dc si rivolge all’uomo che fin qui ha maggiormente sostenuto Forlani, ossia Bettino Craxi. Nel Psi la tentazione di ripresentare Vassalli, o chi per esso, trova dunque nuovo alimento. Ma, di nuovo, non si capisce se una eventuale iniziativa in tal senso miri a favorire Craxi 0 non sia invece vero l’opposto. In realtà, negli intervalli fra le votazioni a Montecitorio stanno imperversando in più di un partito i tagliatori di teste. La Dc ha offerto una pessima prova, mostrando di non meritarsi un leader saggio ed equilibrato come Forlani. 1 vertici democristiani smentiscono che qualcuno colleghi la questione del Quirinale con ambizioni di partito, che si sarebbero espresse negli ultimi conversari: ma ciò non impedisce che la dissidenza interna rimanga robusta e non controllabile. Anche nel Psi, inoltre, si parla di qualche «piccolo Midaw, ossia di manovre - tuttora oscure - per aumentare le difficoltà di Craxi, in attesa domani di scalzarlo. Che cosa ci sia di fondato in simili illazioni SEGUE A PAGINA 3
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/mponente il rito di beatificazione del fondatore dell’Opus Dei e della ex schiava del Sudan diventata Canossiana
743e 80 scrull~io -1 Ecco 11raffronta raffrontio tra i due scrutini di ieri per l’ Wraalone eiealone del Capo dello Staio. 7* scrutinio
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Astenuti
L’on. Nilde lotti esce dalla cabi Ia elettorale alla Camera. (A.P.) vo presidente della Repubblica. E oggi si vota una sola volta alle 16. Da ieri mattina funziona la cabina per assicurare la segretezza del voto. 1 tre nomi emersi nell’ultima riunione serale tra le delegazioni socialista, pidiessina e socialdemocratica sono il frutto della difficile scrematura finale di rose ben più ampie di nomi di possibili candidati. Dopo le prime tornate di incontri e proposte della mattinata, a tre e bilaterali, i partiti che fanno riferimento all’Internazionale socialista hanno stabilito di eliminare tutti quelli che già hanno avuto il ruolo di candidati di bandiera e cioè Nilde Iotti e Giuliano
8Oscwtinie
Uiffafenra
233 79 31 79 19 13 12 11 6 3
’ 214 626 20 25 13 11 16
22: +1 +12 +1
216 216 322 322
175 296
41 -24
-19
s +15
Nel eettlmo scrutinio hanno Inoltre ottenuto votl: Pazzaglila 3, Vassalli 3, Marfinauoll2; le schede disparse sono stata 23 e le nulle sono state 10. Nel settimo scrutinio i presenti sonq etati 966, di cui 664 hanno votato, NeWottavo scrutinlo hanno inoltre ottenuto voti: Vincenzo Mucclo~l(7); Alfbda Blondi, Luciano Lamq e Giorgio Ruftob (3); Giuseppe Avolio, Francesco Cossiga, Francesco De Martino, Bettina Craxi, Mino Martinauofl (2); Libero Gualtieri, Giuliana Vassalli, il pittore Enrico Baj, Marcello Gallo e Gino Glug#i (1 voto). Nell’ottava votazione erano presenti 923 grandi elettori.
Vassalli. Su Vassalli, per la ve- unito il proprio impegno e sarità, i socialisti hanno insisti- prà rivolgersi unita alla Dc sato a lungo, scontrandosi però rà possibile fare un passo con l’opposizione dei pidiessi- avanti molto importante)) ha ni. Così alla fine hanno indica- detto Occhetto. to una rosa di quattro nomi: Ma il tentativo delle tre far+ Giuliano Amato, vice segreta- ze di sinistra non lascia molte rio del Psi, Leo Valiani, indi- speranze: lo ha dichiarato il pendente nel gruppo dei re- presidente dei senatori demopubblicani, Gino Giugni, cristiani Nicola Mancino: cioè Francesco De Martino. la Dc non si farà imporre una È stato Occhetto ad annun- rosa di candidati stilata senza ciare al segretario della Dc Ar- il suo concorso: «Se fanno una naldo Forlani, in un faccia a rosa decidendola da soli, noi faccia di un quarto d’ora, l’in- non votiamo un bel niente. tenzione dei tre partiti di pre- Non contestiamo i nomi di cui sentare la rosa comune. Nel si parla, respingiamo il fatto colloquio i due leader non di non essere stati consultati)). hanno però parlato di nomi, in E Forlani ha dichiarato: «La attesa di mettersi d’accordo mia candidatura è stata semsulla scelta definitiva. «Credo pre presentata come funzionache se la sinistra saprà tenere le alla ricerca di una larga
In un clima
convergenza. L’abbiamo sem Ipre detto in tutta questa trava Lgliata vicenda. La Dc continui a a perseguire questo obiettive 1. La mia candidatura non ha ri lscontrato il consenso necessaLrio e quindi è giusto che veng; a sospesa per favorire una innc lvata iniziativa in direzioni e dell’obiettivo che ci siamo prc bposti)). ((Non c’è mai stato un accor ‘e do)) con De Mita sulla possibi Ilità di una sostituzione alla se!greteria Dc. Lo ha affermato i 1 segretario democristiano, Ar ‘_ naldo Forlani, in una intervi sta al Tg2 aggiungendo chee ((non c’è nessun collegamento 3
Marco Rampold i SEGUE A PAGINA 3
di festa
Un’immagine
di piazza San Pietro gremita
Dal nostro inviato ROMA - Un silenzio da cattedrale deserta, profondo, impressionante. Eppure nella piazza più grande del mondo, ma che per l’occasione sembra angusta, sotto un sole a picco, 30 gradi di frescura nelle rare oasi d’ombra sulla sinistra della basilica, stanno gomito a gomito 200 mila persone, forse 250 mila o trecentomila. Quante gli abitanti di due città come Bergamo. Un mare tranquillo, che dal golfo del colonnato del Bernini arriva giù, all’inizio di via della Conciliazione. Un mare, due città come Bergamo, raccolti in un silenzio che dà i brividi. E quando un canto, una preghiera, un inno si alzano, è come se tutte le piccole onde di questo mare avessero un unica, identica voce. Le lingue sono diverse: «Lodate)), ((Mi alma benedice)) ((Praise to the Lord)), ((Dans ton amour)), $obe den Herren)). Ma non ci sono stridori. E il culmine della liturgia di beatificazione di Giuseppina Bakhita, suora canossiana, e di mons. José Maria Escrivà de Bala-
e di impegno
l’adunata
per le beatificazioni.
(A.P.)
guer, fondatore dell’opus Dei. 1 primi gruppi erano qui da prima dell’alba. Dentro e fuori le Mura via via sono stati parcheggiati 2300 pullman; e poi dalle tendopoli erette nella lontana periferia, dalle nomus religiose, da residenze e alberghi, dalle cento città del Lazio ma anche da più lontano - contadini peruviani dalle campagne umbre, famigliole spagnole dal porto di Civitavecchia, gente di ogni razza e di ogni età - fiumi di pellegrini. Oltre 800 tra giornalisti e fotografi accreditati; mezzo migliaio di coristi nei cori ((professionali)). Il rito si apre alle 10. All’altare che, davanti alla basilica diventa il centro dell’assemblea, Giovanni Paolo 11 avvia la liturgia della Cappella papale per la beatificazione dei due Servi di Dio. Con lui concelebrano, oltre ai cardinali Rugambwa, arcivescovo di Dar-es-Salaam, Suquia, arcivescovo di Madrid, Ruini, Vicario
nazionale
Sandro Vavassori SEGUE A PAGINA 5
delle
penne
nere
Dagli Alpini una ((scossa)) per Milano La metropolidelletangenticonquìstata dagliuomìnìdellamontagna Lunghissima
Grandi festeggiamenti ieri allo stadio per Glenn Stromberg, il capitano neroazzurro che ha deciso di lasciare l’attività agonistica dopo otto anni di presenza nelle file nerauurre. La squadra bergamasca è stata sconfitta dal Torino (3-l) in una partita che ha consentito alla compagine granata di insediarsi al terzo posto della classifica. Quella di ieri è stata anche l’ultima esibizione in questa stagione, degli uomini di Giorgi allo stadio di Bergamo. SERVIZI NELLO SPORT ,
la sfilata - Quella bergamasca è risultata
MILANO - «Datti una mossa Milano, gli alpini ti danno una mano)). Le penne nere sbarcate in massa a Tangentopoli per la 65” adunata nazionale tagliano corto con le vicende sul malcostume, che nei discorsi della gente impegnano da un mese il capoluogo lombardo ad ogni fermata di tram, in ogni bar, negli uffici e sui sagrati delle chiese, e offrono le braccia nerbigne per ricominciare con altro spirito la partita, in una città in cui L’Italia delle Alpi si è spesso riconosciuta. Per tre giorni Milano si è trasformata in un grande accampamento. Fuggiti yuppies e ((colletti bianchi)), chi verso le ultime nevi chi sulle prime spiagge, la città ha visto arrivare su pullman, camper, jeep e furgoncini un vero esercito dell’allegria, che ha trascinato con sé botti e damigiane per scaldare il cuore della fredda metropoli. Gli alpini non amano gli hotel a più stelle, e preferiscono piantare - letteralmente - le tende nei pochi fazzoletti di verde che sono rimasti fra una rasa e l’altra, al centro di un rondò stradale: alla levata di scudi degli ambientalisti, che per abitudine diffondono comunicati minatori contro quello che rimane delle feste sl Parco Sempione, rispondono con ((l’erba ricresce)), e scavano precisi canaletti per far scolare l’acqua che esce dalle cambuse fumanti verso il fossato del Castello Sforzesca. Erano quasi in 400 mila ieri per le strade milanesi, di cui diecimila bergamaschi, la rap-
la rappresentativa
più folta
Indagali per le tangenti sono fuggili all’estero
Alpini con le bandiere
dellc sezioni mentre sfilano per le vie di Milano. (Foto BEDOLIS)
presentanza più consistente, dietro agli stendardi delle brigate che sono sfilati da Porta Venezia lungo il corso Vittorio Emanuele, sotto gli occhi della Madonnina, fino al ((quartier generale)) di piazza Cairoli. Novantotto sezioni, da tutte le parti d’Italia, e un migliaio di emigrati Oltralpe o in Sudamerica, Sud Africa, Australia, Canada e Stati Uni-
ti, che con accenti bizzarri univano la loro voce sulle note della «Montanara)) e del «Mazzolin di fiori)). Un corteo interminabile, che dalle prime ore della mattina domenicale dedicata per tradizione dai milanesi alle faccende di casa fino al tardo pomeriggio portava con orgoglio bandiere tricolori e aquile di metallo in giro per la città prima difflden-
te, poi contagiata dal buonumore lievemente alcolico. A mezzogiorno da Roma è arrivato il ministro Rognoni, fuggito dagli scranni di Montecitorio dopo l’ennesima votazione a vuoto per l’elezione del presidente della Kepubblica. Con il sindaco Borghini e il
Carlo Dignola SEGUE A PAGINA 5
MILANO - Si sarebbero rese irreperibili andando all’estero alcune persone coinvolte nello scandalo delle tangenti e degli appalti pubblici a Milano. E ciò che emerge da un’intervista che il sostituto procuratore della Repubblica Antonio Di Pietro ha dato ieri sera al ((Filo diretto del Grl)). Alla rchiesta di un commento per alcun critiche ai metodi utilizzati nell’inchiesta e cioè agli arresti utilizzati come acquisizione di prove, il magistrato ha risposto: ((In alcuni casi gli arresti sono necessari per evitare che vengano inquinate le prove. È ovvio che quando una persona chiarisce la sua posizione questo pericolo viene meno)). Sabato a Linate era stato arrestato Luigi Carnevale (Pds) che per una ventina di giorni era rimasto a Parigi. Carnevale, rinchiuso nel carcere di Lodi, avrebbe deciso di vuotare il sacco. Alla domanda più precisa se quindi vi sono altri latitanti, il magistrato ha replicato: ((Per parlare di latitanza bisogna avere la certezza che una persona sia a conoscenza che nei suoi confronti vi sia un provvedimento restrittivo. Comunque a questa domanda preferisco non rispondere)).
A PAGINA
3
CENTRO
La voglia Za strada
di mangiarsi ,perto Sabato tutto il giorno