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Lunedì
w
13 febbraio
1978
Pagina
LECO,IJIBERGAMOl Le due reti firmate dal 7 tattico atalantino, ma anche a Paina va parte del merito - Tutti sullo stesso livello di bravura i neroazzurri, protagonisti di un incontro saggiamente predisposto da Rota - 1 romani fermati sulle fasce laterali, zona prediletta per la preparazione dei loro attacchi: la guardia montata da Mastropasqua e (Rocca, che non si sono limitati alla copertura ma spesso si sono inseriti nella difesa biancazzurra ben rifornendo le punte e portando direttamente insidie - Sullo O-O, tra l’altro, traversa del... debuttante Avagliano, spaventato dal gran salto di Mastro - Il mediano nel finale ha anche avuto sul piede addirittura la palla del possibile 3 a 0 - Pioggia battente per l’intera partita: il terreno pesante ha forse maggiormente danneggiato i laziali (partiti fortissimo, ma ben controllati) - La loro è formazione agile e non portata a marcare stretto - Dopo il primo gol, l’undici di Vinicio è finito alle corde e i neroazzurri non si sono lasciati sfuggire la grande occasione raccogliendo alla fine meritati elogi
SCALA,..TA
Dopo una bellissima azione. ecco Scala deli’l-0. (Telefoto A.P.) _
solo
davanti
al portiere
laziale:
il
((Gusto))
DELL?ATALANTA
non
perdona
e mette
a segno il gol
Augusto Scala concede e Avagliano è nettamente
iI
bis: l’attaccante atalantino sorpreso. (Telefoto A.P.)
riprende -
una respinta
su punizione,
per
fallo
SU Paing
al
limite
dell’ara,
Dal Nostro Inviato ROMA,
12
6 Il « Gusto» concede il bis , S
L’Atalanta coglie a Roma la seconda vittoria del campionato, anche questa in campo esterno (la prima fu a Verona nell’andata), a riprova che la squadra ba raggiunto un preciso equilibrio tecnico-tattico e che il modulo adottato da Rota srn dalla positiva trasferta di Perugia funziona. Più che una rivoluzione è stata una riforma 0, se preferite, un compromesso Storico: prima si sprecavano troppe energie, i centrocampisti si lanciavano sempre in avanti e quando fu il momento di raccogliere i fruttz di una supremazia di gioco dimostrata in diverse partite (specie in casa) si rimaneva con un pugno di mosche in mano. Rota ba pensato bene di aumentare il tasso tecnico a centrocampo con Scala, senza indebolire la difesa schierata con tre difensori e con Pircher guastatore in avanscoperta. La formazione intera si è adeguata ai nuovi compiti e dalla teoria si è passati, proprio al1 ‘Olimpico, a una perfetta applicazione pratica del teorema. La Lazio, salvo forse i primi minuti, su un terreno allentato e sotto un mare di pioggia scesa in continuazione per l’intero arco della partita, si\ è sfaldata con il procedere dei minuti di fronte a una Atalanta ben coperta e pronta a rovesciare il fronte offensivo in ogni occasione. L’Atalanta grosso modo ripete a Roma lo schieramento difensivo del Bologna di otto giorni fa, ma a differenza di Bellugi e compagni la sua azione di nmessa è assai più efficace e pericolosa perché il rifornimento alle punte è costante e l’insidia dei centrocampisti in alternativa è notevole. Allora vediamo; Andena è il libero, Mei prende In cqnsegna Giordano, Vavassori Garlascbelli, Scala e Cordova si guardano a giusta distanza ma non sopportando entrambi fastidiose marcature, Tavola è su ,Agostinelli, ma la chiave è data dall’indovinata posizio’ne di Mastropasqua e Rocca che chiudono le due fasce laterali. Dall’àltra parte Manfredonia è su Paina, Pigbin su Pircber. Sono le posizioni tattiche di partenza che in pratica non mutano: sono Importanti per capire come si sviluppa l’incontro. La Lazio parte in attacco e non avendo sfondatori cerca di passare sulle ali dove appunto incontra Mastropasqua e Rocca, mentre al centro Festa opera di secondo libero pronto a chiudere i varchi: ci sono intasamenti per chi assume l’iniziativa mentre a sua volta l’Atalanta quando passa al contrattacco trova buone porzioni di spazio. Paina si tira dietro lo stopper Manfredonia, aumentano le distanze per il libero Wilson che, avendo alle spalle un portiere debuttante, Avaglia,no, spesso non sa che pesci pigliare, e nei pressi della zona dove dovrebbe stare il nostro centravanti si riesce a filtrare. In più Tavola si inserisce ripetutamente, Pircber sgomita e si a ita, Scala tocca bene di prima e riesce spesso a conquistare pa f ioni. Il nostro centrocampo gioca corto in una pnma fase, sta raccolto noti spreca palloni, tenta sia l’entrata diretta con le sgroppate di Rocca e di Tavola, così come è pronto a far partire la e dello stesso Mastropasqua, sfera per Pircber e Paina. Il terreno pesante mozza il fiato agli attaccanti più che ai difensori: l’Atalanta trascorsi i primi 15’ va vicina alla segnatura alla mezz’ora quando un colpo di testa dz Mastropasqua viene deviato sulla traversa da Avigliano. 1 bergamascbi mettono spesso il naso alla finestra: sono scattanti e m genere arrhano pnma degli avversari su molti palloni CI sono scambi. riusciti fra
SEGUE
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Due stupe,ndi acuti: i neroazzurri allTOlimpico meglio che alla Scala Nostro Servizio
Augusto
Scala
ROMA, 12 Dicono che all’Ariosto la celeberrima ottava che si apre col verso «la verginella è simile alla rosa...», sia costata la bellezza di ben 73 rifacimenti e finalmente è uscito il capolavoro che ora cantiamo con ineffabile e felice spontaneità. Qualcosa del genere deve essere accaduto all’Atalanta che, scesa a Roma in preda ad un affiorato dilagare di malcelato scetticismo, ha sfoderato una eccezionale, caparbia esibizione, smentendo così le illazioni di poco simpatiche e numerose (cassandre )) che già vaticinavano amaro. La cronaca è già densa di annotazioni dopo 24 secondi, quando un diagonale Cordova-Agostinelli, e relativo cross, costringe Vavassori a deviare in angolo. Batte Badiani, la palla-saponetta sfugge a Pizzaballa che la ricupera in men che non si dica. E’ ancora la Lazio a mettere in allarme le retrovie neroazzurre con un cross di Pighin, svirgolato da Mei proprio sui piedi del liberissimo Giordano che, da non più di tre metri. manda malandrinamente fuori. Si fa viva l’Atalanta al 5’: un cross a seguire di Mastropasqua per Paina viene abbrancato a stento dall’esordiente Avagliano. Bisogna giungere al 14’ per rilevare un altro spunto degno di nota: è ancora Giordano che si segnala per essere riuscito a tirare la palla nei pressi del tabellone elettronico che sovrasta la curva nord, quando si trovava incredibilmente libero, faccia a faccia con Pizzaballa. Ancora un gol mangiato dai laziali: scocca il 21’ quando, su una punizione di Lopez dal vertice sinistro dell’area, Agostinelh sparacchia alto da buona posizione. Torna alla luce l’Atalanta con un’azione di tandem Mastropasqua-Scala: il tiro dell’Augusto è
LAZIO: Avagliano; Pighin, Ghedin; Wilson, Manfredonia, Cordova; Garlaschelli, Agostinelli, Giordano, Lopez, Badiani. ( 12. Cari, 13. Boccolini, 14. Clerici). ATALANTA: Pizzaballa; Vavassori, Mei; Mastropasqua, Andena, Tavola; Scala, Rocca, Paina, Festa, Pircher. (12. Bodini, 13. Cavasin, 14. Bertuzzo). ARBITRO: RETI:
Agnolin
di Bassano
del Grappa.
al 5Y e al 65’ Scala.
NOTE: temperatura gelida con flusso di pioggia, specie nel primo tempo. Angoli: 14-2 per la Lazio. Esordio in Serie A di Giuseppe Avagliano, nato a Capitello, provincia di Salerno, il 29 gennaio 1953. Osservato un minuto di silenzio in memoria di Jacovone, il centravanti del Taranto rimasto ucciso in un incidente stradale provocato da un ladro d‘auto. Ammoniti: Scala al 33’ per protesta; Pircher al 55’ per fallo su Ghedin; Vavassori al 60’ per fallo su Agostinelli; Badiani al 61’ per fallo su Pircher; Wilson e Paina al 71’ per reciproche scorrettezze. Spettatori 22 mila circa, di cui 6.531 paganti per un incasso di 18 milioni 673 mila e 400. Per tutta la partita gli striscioni dei vari club biancazzurri sono rimasti rivoltati in segno di protesta contro la presidenza della società che non ha ricevuto una delegazione dei club stessi.
precipitoso e impreciso (ma si rifarà con gli interessi nella ripresa). Al 24’ c’è l’occasione migliore per l’Atalanta di passare: e Tavola, tra i migliori in assoluto, che si produce m un affondo: il susseguente tiro va a fare la barba al palo sinistro di Avagliano. Due minuti dopo arrivano le prime avvisaglie
Paolo Arzano
aBERGAMO Via SaGiorgio,3~Tel.21.00.21
dell’ennesimo ((Pizzaballa show 1): è Lopez che ci prova con un gran bolide, ma «Gigiparatutto» dice no volando nel «sette» alla sua destra. 31’: ci prova Mastropasqua cercando la deviazione di testa su corner: Avagliano fa notare la sua presenza e l’inesperienza del suo esordio uscendo a pugno chiuso rivolto verso la sua porta e mandando la palla a stamparsi sul montante destro della rete incustodita. Il tempo si chiude con due attacchi laziali (rovesciata volante di Badiani al 43’, e tiro di Garlaschelli un minuto dopo) che non sortiscono gli effetti perseguiti dalle intenzioni dei loro autori. Inizia la ripresa e il match si fa nervoso, tanto che Agnolin (impeccabile ancora una volta), e costretto ad estrarre in sei circostanze il cartoncino giallo. Ma quando la partita sembra essere avviata su binari sonnecchiosi. quasi come un fulmine a ciel sereno giunge il gol neroazzurro: l’azione parte dalla destra, Pircher serve Paina, spostatosi in velocità nella trequarti laziale: il centravanti dribbla Manfredonia e Pighin, poi serve Scala. il quale supera con uno spunto di elegiaca classe l’ultimo baluardo, il libero Wilson; mente di più facile a questo punto «uccellare» Avagliano protesoglisi vanamente incontro. La lancetta dell’orologio segna esattamente le 16.15. Vale a dire il quarto d’ora della ripresa. La bzio abbassa la visiera e inizia il vano assalto alla porta neroazzurra. Reclamano il rigore i laziali al 17’, quando su una «colombella» di Cordova si avventano in tandem Vavassori e Tavola. c il braccro proteso di quest’ultimo sfiora il
Franco Sabatini i
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