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LIONS STARTUP CAMPUS

Di notte in assenza di elettricità persiste un buio incontrastato se non da qualche sporadico focolaio, mentre di giorno la sfida progettuale diventa la gestione dell’intensità luminosa ottimizzando l’illuminazione interna. Francis racconta in Momentum of Light l’influenza determinante che ha subito la sua attività professionale attingendo all’esperienza empirica della luce di Burkina Faso: “La luce non è mai stata semplicemente qualcosa che illuminava uno spazio. Era un creatore di forme e modelli. La scultura era la pioggia di luce che cadeva attraverso il tetto di paglia che copre la casa dove ho dormito. Mi addormenterei nell’oscurità completa solo per svegliarmi, aprire lentamente gli occhi e vedere gocce di sole che entrano attraverso il rivestimento di paglia e danzando sulle superfici che ha colpito. Poi mi girerei la mia testa e vedo una linea di luce passare attraverso la curva apertura della porta e creando un elemento scultoreo tagliando la stanza altrimenti buia.”9

A tal proposito l’orientamento degli edifici all’interno del Campus è stato scelto per sfruttare al meglio l’ombreggiatura naturale, minimizzando l’effetto dell’esposizione diretta al sole durante le ore più calde del giorno e massimizzando l’illuminazione naturale all’interno degli spazi. Questo significa che gli edifici sono stati posizionati in modo da proteggere le aree aperte dagli effetti diretti della luce solare, ed in particolare: l’edificio principale, che ospita le aule e gli uffici, è orientato verso nord-est per massimizzare l’ombreggiatura durante le ore più calde del giorno e per sfruttare al meglio la luce naturale proveniente dal nord. Questo posizionamento consente anche di ridurre il bisogno di aria condizionata all’interno degli edifici. Il complesso è caratterizzato da una serie di nuclei convergenti attorno ad un cortile. Costruito su due piani, gestisce il dislivello mediante ampie terrazze che definiscono lo spazio collettivo, mentre la configurazione a “V” consente di racchiudere percettivamente lo studente entro il perimetro del plesso, proiettando lo sguardo in direzione della massa d’acqua salata. Tale composizione definisce un perimetro di spazi flessibili ed aperti, raggruppando simbolicamente la comunità. La progettazione degli spazi d’incontro viene affrontata ulteriormente nella parte superiore delle coperture calpestabili, schermate da pergolati metallici sui quali si impostano piante rampicanti.

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Le intelaiature tessili e vegetali costituiscono un’ulteriore protezione dai raggi solari in corrispondenza degli infissi al piano terreno. Attraverso aperture episodiche tra le cellule che costituiscono il plesso vengono a formarsi degli spazi interstiziali, attraverso i quali Kerè incornicia il paesaggio, definendo un ambiente flessibile a metà tra interno ed esterno. La profondità di questi ultimi consente un alto grado di comfort generando un’ombra decisa. Le aperture scandiscono ritmicamente il prospetto, lunghe e strette come feritoie, alternando pieni e vuoti negli allineamenti verticali. Questa soluzione viene adottata negli uffici e negli spazi di coworking posti al piano superiore. Le finestre degli ambienti adibiti ad aula scolastica vengono ridotte introducendo aperture orizzontali, limitando la relazione tra interno ed esterno eliminando elementi di distrazione. Questi spazi sono stati pensati per mantenere una tempe- ratura che favorisse il benessere e la concentrazione sfruttando il principio dell’effetto camino. Le aule poste al piano terra sono interconnesse ai canali che emergono dai tetti piani mediante un’interruzione del solaio intermedio. La soluzione proposta consente di avere un forte refrigeramento per la variazione di pressione, facendo muovere costantemente l’aria all’interno dell’edificio in maniera da ventilarlo naturalmente senza l’ausilio di elettricità. In questa maniera la Lions Startup coadiuva le tecnologie moderne indagando le tecniche tradizionali, realizzando l’edificio con un continuo confronto con le maestranze kenyote, rispondendo alle esigenze che favoriscano la percezione del manufatto come parte integrante della comunità e del territorio.

Pagina a fianco: Kere Architecture, Lions Startup Campus. sketch sulla mediazione volumetrica svolta dal complesso tra il rilievo pianeggiante ed il lago del Turkana In basso: Kere Architecture, Lions Startup Campus. Assonometria dei servizi.

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