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FRANCIS KERE’ ARCHITECTURE

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CONCLUSIONI

CONCLUSIONI

Nato in un piccolo villaggio a Gando, in provincia di Burkina Faso, Dièbèdo Francis Kéré intraprenderà gli studi di architettura a Berlino nel 1996. La capacità di coadiuvare la formazione europea con gli aspetti legati alle specificità ambientali varranno numerosi riconoscimenti internazionali all’architetto, aprendo un dibattito attivo sulle diverse forme dell’Abitare nel continente Africano. Dall’inizio della sua vita professionale è possibile individuare sinteticamente due capisaldi: l’organizzazione di spazi comunitari che rafforzino il nucleo sociale, e l’interpretazione attenta delle specificità territoriali. Lo studio di progettazione fondato nel 2005 a Berlino esprime nel manifesto programmatico il proprio approccio progettuale con i termini “locale” e “partecipativo”, in funzione di una risposta coerente alle domande poste dal luogo d’intervento. Si inserisce in un panorama culturale più ampio definito come Afrofuturismo termine coniato da Mark Dery nel libro “Flame Wars: The Discourse of Cyberculture” definito come “narrativa speculativa che tratta temi afro-americani e affronta le preoccupazioni afro-americane nel contesto della tecnocultura del XX secolo - e più in generale, una significazione afro-americana che si appropria di immagini tecnologiche e di un futuro artificiale migliore”1

Le ripetizioni di sistemi tecnolo- gici collaudati e declinati formalmente in funzione delle circostanze oggettive deriva da uno studio delle capacità realizzative locali: “Mentre altre discipline creative si sono avvicinate all’afrofuturismo come un modo per sfidare il nostro immaginario collettivo con narrazioni radicalmente alternative, l’architettura deve lavorare all’interno della realtà del suo contesto attuale se vuole essere rilevante. È questa apparente contraddizione che ci porta a posizionarci all’incrocio tra utopia e pragmatismo.”2 testo di dove è stata presa questa fotografia (specifica dal suo sito ed in qualeanno ) testo di dove è stata presa questa fotografia (specifica dal suo sito ed in qualeanno ) indendo la foto di destra mettile entrambe dentro questo riquadro

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I progetti presi in esame nel saggio si collocano nel più ampio quadro dell’Africa Subsahariana, in particolar modo la Lions Startup Campus in Kenya ed il “Burkina institute of Technology” del Burkina Faso. Il territorio è caratterizzato dall’abbondanza e la quasi totale invariabilità degli elementi primari enunciati da Heidegger come il Cielo e la Terra, che definiscono spiritualmente un luogo Assoluto3. Questa ricchezza è controbilanciata da un forte deficit di opportunità economiche, un fenomeno che ha delle implicazioni fisiche, prestandosi come componente dell’interpretazione dei motivi del Genius loci4. Il contrasto alla dispersione per la ricerca di opportunità istruttive o posti occupazionali viene affrontato mediante un’architettura polarizzante nell’atto stesso della sua costruzione.

1N. Aidoo, “Afrofuturismo: spazio di resistenza nera”, 12.09.2020, Journo, https://www.intersezionale.com/2020/11/12/afrofuturismo-spazio-di-resistenza-nera/

2Kèrè Architecture, “Our Expertise”, https://www.kerearchitecture.com/expertise

3Christian Norberg-Schulz, Genius Loci. Paesaggio ambiente architettura, 8. ed, Milano, Electa, 2007, pp. 45

4Ibidem

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