L'Orafoglio - 09 02

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Paura di... Che tipo di articolo scrivere in questo numero? Mi sono balzate alla mente tante idee, tanti temi interessanti sui quali soffermarsi. Alla fine ho scelto il tema della paura, forse perché lo sento molto vicino e forse, in un modo o nell’altro, tocca il cuore di tutti. Cos’è la paura? Sull’enciclopedia c’è scritto che è un’emozione sgradevole, di intensità variabile, dovuta a una situazione di pericolo, reale e presente, oppure futuro o anche immaginario. In psicologia è uno stato di preoccupazione, di apprensione derivata da considerazioni ragionate o da un motivo esterno immediato. È un timore, una preoccupazione, si manifesta quando si ha il presentimento, la sensazione che una cosa spiacevole per sé o per altri debba accadere. Spaventa, crea panico, dà desiderio di fuga alla ricerca di un nido nel quale nascondersi, dove ci si sente protetti. La paura in psicologia può essere innata, come la paura del buio, la paura dei serpenti, la paura del sangue, o appresa, che si trasforma in condizionamento. Difficile da definire, ma soprattutto da capire, immenso da trattare in tutti i suoi gradi e le sue sfaccettature. Ma a me questo non interessa: sono capaci tutti ad andare a leggere sull’enciclopedia e sulle dispense le teorie e le discussioni a proposito. Un’altra questione, sicuramente più vicina a noi, è la letteratura della paura. Si trovano tante frasi, tanti pensieri, tanti aforismi anche di persone famose a proposito, a testimoniare che questo tema è all’ordine del giorno e caratteristico di tutto il genere umano. Esse mettono in luce verità che sicuramente sono reali ma, come si suole dire, tutto è più facile a dirsi che a farsi. Mi hanno colpito in particolare due di queste riflessioni: “La paura è fatta di tutto e di niente” (Proverbio popolare), che dà forza e fa intuire che la paura è un muro che sembra invalicabile (il “firewall” in ambito informatico) ma che in realtà, osando un po’ e avendo un po’ di coraggio, viene fa-

cilmente superato; “Non ha imparato la lezione della vita chi non vince una paura ogni giorno” (R. W. Emerson), altro aforisma che fa meditare. Il punto sul quale riflettere e fare introspezione su noi stessi è al di là di tutto questo. È l’andare oltre e soffermarsi su noi stessi: non c’è libro o trattato che possa descrivere le emozioni e i sentimenti che ognuno di noi prova, che sono unici e irripetibili e che spesso non sono chiari neanche a noi stessi. Chiudere gli occhi, dare un’immagine a un concetto astratto è un esercizio che faccio spesso, così come quello di dare un nome alle emozioni che proviamo ogni giorno. E spesso in questa marea di emozioni c’è anche la paura. Pochi giorni fa ho trovato su Internet questo pensiero, tratto dal blog di un adolescente: Ho paura. Ho paura di quello che sono. Ho paura di quello che diventerò. Ho paura di morire. Ho paura di vivere. Ho paura degli altri. Ho paura del male. Ho paura di non farcela, di non realizzarmi, di essere un fallito. Ho paura di avere paura. Ho paura di rimanere solo. Ho paura di non avere una donna che sia la mia, un giorno. Ho paura di non riuscire ad amare. Ho paura di non essere amato e capito. Ho paura di non avere amici. Ho paura dei sogni. Ho paura di ritornare a casa e di ritrovarmi da solo. Ho paura di perdere i miei cari. Ho paura di tutto quello che non conosco. Ho paura di morire senza neanche accorgermene. Ho paura.

Questo pensiero, solo nella lettura, crea proprio paura, crea angoscia. Ognuno di noi sicuramente è curioso e preoccupato, si fa mille domande. Chi sarà, perché, cosa è successo? L’anafora che caratterizza ogni verso sottolinea il concetto, sempre di più, in un crescendo che sembra soffocarci e non darci tregua. Leggendo ho trovato, soprattutto in alcuni versi, anche me stesso. Ogni giorno ognuno di noi vive di paure e si fa dentro di sé tante domande. Cosa succederà se agisco in questo modo? Deluderò qualcuno? Spesso non troviamo risposte, forse abbiamo sì paura, ma di deludere noi stessi. La mia paura, la vostra paura, c’è sempre. Ognuno la sente in modo differente, chi più, chi meno. A ogni età: quando si è bambini, ragazzi, giovani, adulti, anziani. Paure sicuramente diverse, ma tutte simili, tutte preoccupazioni ed ansie che condividono una radice comune. Spesso non si sa nemmeno esattamente quale sia l’oggetto dei nostri timori. Di cosa ho paura? Non ho la presunzione di trovare una soluzione, non posso trovarla e forse mai riuscirò a farlo. È solo una riflessione: ma il coraggio di alzare il capo e di guardare la paura negli occhi, di prendere il cuore in mano e di non temere di guardarci dentro, di vagare per i suoi sentieri più profondi senza remore e soggezioni è il primo, grande passo in quella strada che ci permette – se non di sconfiggerla – di affrontarla. Di non avere davvero più paura della paura. È un qualcosa di unico, di personale, che dipende dal proprio vissuto emotivo, dalla propria storia. Il grande Giovanni Paolo II parlando ai giovani ha detto: “Non abbiate paura. Aprite, anzi spalancate, le porte a Cristo”. Fa riflettere, davvero. Vale per ogni età, non solo per i giovani. Affidiamo le nostre paure al Signore e facciamoci prendere per mano, per superare quel firewall che spesso pone freno al nostro istinto e alla nostra vita. Andrea Cafiero

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