L'Orafoglio - 08 05

Page 1

Periodico dell’Oratorio san Pio V - Milano Anno 8, Numero 5 - Maggio 2009 ...da questo numero online! Vi aspettiamo su www.orafoglio.co.cc

CAMMINANDO AL BUIO Ci sono momenti in cui cammino al buio. Spesso scelgo quella strada perché è la più semplice da percorrere, quella che mi sembra dare risultati immediati o che mi fa dimenticare i miei limiti, le mie paure e preoccupazioni; qualche volta, invece, la Luce è troppo forte per i miei occhi. Il buio è una grande tentazione: nessuno mi vede, nessuno mi giudica; posso decidere io quando mostrarmi, quando e come farmi sentire, perché sono talmente abituata ad usare gli occhi, che quando mi sottraggo alla vista degli altri penso di essere lasciata in pace, senza domande che esigono risposte, con la possibilità di fingermi qualcun’altro. Silvia Senzani

PROFESSIONE DI FEDE: Puntiamo al centro! La fede nel Dio di Gesù è un’esperienza personale: ogni cristiano è chiamato per nome alla nuova vita di battezzato ed entra a far parte della Chiesa, la comunità dei credenti. La fede perciò non resta una questione individuale: si nutre della forza stessa di Gesù risorto, testimoniata e vissuta collettivamente dal popolo di Dio. C. & S. (continua a pagina 6)

ORATORIO ESTIVO 2009

(continua a pag. 9)

È uscito il tema dell’Oratorio Estivo 2009!

NasInSù guarda il cielo e conta le stelle

IN QUESTO NUMERO Prime Comunioni Professione di fede Sport Danza Pagina libri Giochi Rubrica poesia

pag. 4 pagg. 6-7 pagg. 12-13 pag. 14 pag. 17 pag. 18 pag. 19

Adolescenti: Dalle tenebre alla luce - Andrea Cafiero Un’esperienza da ricordare - Silvia Cereda Ma le tenebre non l’hanno accolta - Christina Leema Camminando al buio - Silvia Senzani Quid est Veritas? - Filippo Rossi 18/19enni: Pace a voi - Noemi Amelotti Ed Vedder, Long Nights, 2007 Il triduo al Sermig - Giorgio Conte

Filippo Rossi continua in pag. 9


Esercizi Spirituali parrocchiali

“Il vivere è Cristo”

Anche quest’anno la nostra parrocchia ha offerto la possibilità di riservare un tempo all’ascolto della Parola di Dio, alla preghiera personale e a quella comunitaria, organizzando gli Esercizi Spirituali serali, dal 30 marzo al 2 aprile. Le meditazioni che hanno guidato il breve, ma significativo percorso spirituale sono state affidate a don Simone, che con cura ha scelto i testi su cui numerosi fedeli si sono soffermati a riflettere. Mettendosi sulle orme di san Paolo, è stata presa in considerazione la sua lettera scritta ai Filippesi, una lettera un po’ diversa da quelle che l’Apostolo scrive abitualmente. Essa, infatti, non è stata inviata nella città della Macedonia allo scopo principale di dare direttive pastorali alla comunità, bensì di comunicare tutto il suo affetto e la sua premura, invitando i cristiani, con calda insistenza, alla gioia. Ciò è avvenuto quasi a dispetto delle difficoltà che dilagavano certamente per Paolo nella non sempli-

Per riflettere

suggerite da don Simone per entrare nel clima giusto e per rimanervi, insieme a qualche domanda che invitava a confrontare la propria vita alla luce della Parola, hanno favorito l’incontro con il Signore e l’assimilazione dei contenuti. Ogni appuntamento serale ha fatto vivere alla comunità un gesto significativo: il grano d’incenso nel braciere, la riverenza a un’icona, il segno di croce con l’acqua benedetta, l’accensione dei lumini quasi a sottolineare che la fede per “dirsi” ha anche bisogno di segni esteriori. Il lessico di Paolo in Filippesi ha consegnato anche a noi un alfabeto interiore, elementare ma essenziale per la nostra vita cristiana. L’animo di Paolo è costantemente abitato da sentimenti di gratitudine, in lui è costante il primato della grazia e quindi la lode e la benedizione. Da lui impariamo ad essere grati al Signore per quanto ci elargisce abbondantemente attraverso la Chiesa e i suoi ministri. Potrebbe essere questo uno dei frutti dei nostri Esercizi Spirituali. suor Cristina

RIPARTIRE DALLA PREGHIERA

A volte è difficile. La vita spesso presenta ostacoli che ci sembrano insormontabili, che crediamo più grandi di noi e di fronte ai quali ci sentiamo assolutamente impotenti. Dalle piccole alle grandi cose. Penso ad esempio al nostro campionato di pallavolo: ci impegniamo molto, ma i risultati non arrivano. Penso ad esempio, in ambito scolastico, ad un importante compito in classe: mi sono impegnata molto, ma sono andata male. E gli altri non mi capiscono. Penso poi ad un litigio con un’amica; un motivo futile può incrinare un rapporto importante. Cosa fare in questi casi? Come uscire da situa2

ce prigionia, ma anche nella comunità stessa che conosceva qualche rischio e pericolo piuttosto grave. Paolo non si ritiene un “arrivato”, ma uno che corre. E non più come un tempo, all’inseguimento della perfezione indicata dalla Legge, ma al seguito di Gesù, fortemente attratto dal suo amore: correre è per lui un’esigenza del cuore, un bisogno dell’anima affascinata e afferrata da Cristo. Le serate trascorse nell’ascolto orante della Parola attraverso adeguati spazi di silenzio, hanno aiutato ad entrare nella profondità della propria coscienza, in quel luogo sacro che solo Dio conosce, dove si interiorizza ciò che si è udito e si decide di vivere una relazione esistenziale con la persona di Gesù che trasforma tutti i momenti della quotidianità. Alcune indicazioni preziose

zioni di questo genere? Sul momento si reagisce di istinto, ci si arrabbia con tutto e con tutti, ce la si prende con il mondo. A posteriori, però, con maggiori lucidità si rianalizza la situazione e ci si sente un po’ in colpa. Ci si rende conto che la preghiera può essere uno strumento utile per darti forza e conforto, per reagire o almeno cercare di farlo. È difficile pregare, ma se uno ci crede si sente accompagnato, può affrontare gli ostacoli, è dissetato di quell’acqua viva che leggiamo nel Vangelo. Fa ridere a dirsi, ma è così.

La preghiera non è quindi la bacchetta magica che ti risolve i pro-

blemi, ma è solo il punto di partenza. Poi tocca a te decidere se usarla o metterla nel cassetto. Niente è facile, tutto (quasi) è possibile. Giulia Molari


DAL CORPO AL CUORE Gli anziani dicevano: “L’anima è una fonte. Se la scavi, si purifica; se vi getti sopra della terra, scompare”. Non siamo fatti solo di esteriorità. È necessario che cresciamo in questa consapevolezza: che ciascuno di noi uomini è abitato da uno spazio che ha bisogno di essere allargato e approfon-

dito, da uno spazio che dobbiamo imparare ad abitare. Spesso la tradizione spirituale lo paragona ad un “altro” uomo, un uomo interiore: la prima lettera di Pietro parla dell’”uomo nascosto del cuore”. Per la Bibbia l’uomo non è la sua intelligenza o i suoi pensieri, non è i suoi sentimenti o le sue emozioni. L’uomo non coincide neppure con

la sua forza di volontà. Abbiamo un io più profondo delle nostre azioni, più profondo perfino dei nostri sentimenti. Tutti i popoli, tutte le religioni lo hanno sempre chiamato cuore. Dobbiamo imparare che quanto compiamo nella nostra esteriorità ha come una radice interiore, che bisogna sapere “sentire”. Uno dei grandi rischi della nostra vita umana è quello della banalità, della superficialità. Questo deriva dall’oblio del nostro uomo interiore. Cioè non sono i gesti in sé che sono banali, ma il fatto che i gesti non hanno più alcuna risonanza interiore, nel cuore! Anche le cose più grandi e più belle, non avendo più questa radice, diventano forzatamente gesti banali. Invece anche i semplici gesti quotidiani, se avessero questa radice interiore, diventerebbero significativi. È dunque in questo luogo interiore, di cui noi pian piano dobbiamo imparare a conoscere le dinamiche e l’esistenza, che noi incontriamo la presenza di Cristo risorto.

re e prima ancora, da abitare; è questo il luogo dove trovare riposo e sostegno nella propria esistenza, che è spesso anche vita ferita. L’esistenza umana è una esistenza ferita da limiti e peccati, che spesso sono pesanti da portare, ma che diventano ancora più pesanti se non abbiamo un luogo in cui “deporli”. La vita interiore può essere questo spazio in cui deporre i propri limiti, mali, ferite, in attesa che siano guarite. O anche semplicemente è lo spazio in cui portare il male, che noi non comprendiamo, in attesa anche di comprenderlo. E la lotta ingaggiata nel cuore, come anche la consolazione della guarigione del cuore, pian piano appaiono in superficie, nel nostro corpo e nelle nostre relazioni. Se uno ha una vita interiore, questa emerge! Con una espressione lapidaria, un padre del deserto, Isacco il Siro, dice:

“Sii in pace con te stesso, e il cielo e la terra saranno in pace con te”.

Il cuore: è questo il luogo da converti-

don Simone

Sono ora disponibili le nuove tessere palloni. Rivolgiti a don Simone!

3


3a elementare

In cammino con le parabole

In questo periodo dell’anno, noi animatori di terza elementare abbiamo deciso di dedicare tre incontri alle parabole. Abbiamo iniziato martedì 21 aprile con la parabola del “Seminatore”. Per questa parabola abbiamo fatto due scenette: la prima drammatizzando il Vangelo; la seconda, leggendo la parabola e facendo ai bambini alcuni esempi della vita quotidiana. Siamo andati nelle aulette, dove i bambini hanno costruito un vasetto, decorandolo con un cartoncino colorato, mettendoci dentro una bandierina con scritta la parabola e delle lenticchie (delle quali devono

prendersi cura). Martedì 28, invece, dopo una breve rappresentazione della parabola della “pecorella smarrita”, i bambini, divisi in gruppi, hanno costruito delle piccole pecorelle. Infine, martedì 5 maggio, parleremo della parabola “ il tesoro nel campo”, concludendo l’incontro con una divertente caccia al tesoro. Mi sono divertita molto, ma quello che mi è piaciuto di più è stato vedere l’interesse e il divertimento dei bambini sia durante le scenette che con le attività nelle aule. E’ bellissimo camminare con loro! Francesca Novelli

4a elementare

Oggi ho accolto il Signore nel mio cuore Per conoscere le emozioni dei nostri bambini, che hanno fatto la Prima Comunione, intervistiamo Andrea Galeffi.

- Chi ti è stato più vicino durante questo percorso? I miei genitori, mio fratello e le persone a cui tengo di più.

- Quali sono state le tue emozioni nel momento della tua Prima Comunione? Cosa hai pensato in quel momento? Ho provato tante emozioni nello stesso momento: entusiasmo, nervosismo ed anche felicità.

- All’inizio dell’anno cosa ti aspettavi dal cammino che stavi per compiere con i tuoi amici ed educatori? Non mi aspettavo di vivere così tante emozioni ed è stato bello prepararsi alla comunione. Durante l’anno, con tutti gli impegni che ho, non mi sono mai soffermato sul vero significato della prima comunione, non ci avevo mai pensato seriamente e non mi immaginavo che sarebbe stato così. - Che consiglio dai ai bambini di terza elementare che l’anno prossimo devono incontrare Gesù per la prima volta? Consiglio di prepararsi con impegno, affinché venga vissuta come un momento profondo e felice.

- Qual è stato l’incontro che hai preferito della preparazione alla comunione? Il mercoledì prima della Comunione è stato l’incontro che mi è piaciuto di più perchè ci siamo confessati ed è stato un momento molto intenso. 4

- C’è qualcosa che ripensandoci avresti o non avresti fatto? No, sono contento per come è andata, non c’è nulla che cambierei. Maddalena Fabrizi Costanza Modenese

5a elementare - Via Crucis

Sulla Via della Croce Il 6 aprile abbiamo partecipato alla Via Crucis, il percorso che Gesù ha fatto con la croce sulle spalle per arrivare sul calvario ed essere crocifisso. Noi di quinta dovevamo partecipare alla rappresentazione interpretandone i personaggi (servi, donne delle pulizie, soldati). Arrivata, io mi sono sistemata alla bene e meglio sulla testa quella che avrebbe dovuto essere una corona e mi sono diretta correndo ver-

so il centro dell’enorme campo da calcio: il nostro scopo era quello di raccontare la Via Crucis dal punto di quelli che l’avevano realmente vissuta. Le stazioni erano contrassegnate da grossi dadi i quali alla fine avrebbero formato una croce

che, aperta, dava l’immagine di Gesù crocifisso. Quest’anno l’interpretazione della Via Crucis era il gioco dei dadi: il modo in cui i soldati si erano giocati il sudario e come, pian piano, alcuni erano riusciti a cambiare idea su Gesù. Anche se ciascuno di noi non aveva una parte lunghissima, tutti siamo però riusciti veramente a sentirci parte dello spettacolo, parte di Gesù. Io mi sono divertita molto e auguro ai partecipanti del prossimo anno di divertirsi come ho fatto io. Silvia Cesa-Bianchi


5a elementare

ACCOGLIENZA DEL CRISMA Il pomeriggio di giovedì 9 aprile la quinta elementare ha partecipato alla cerimonia dell’accoglienza del Crisma. E’ stato un momento estremamente intimo che abbiamo vissuto insieme a don Simone nella cappella Eucaristica della nostra chiesa. Durante l’incontro il don ha risposto alle nostre domande e ci ha spiegato ogni cosa sul Crisma, sulla sua importanza e sul perché proprio noi eravamo chiamati ad accoglierlo nella nostra parrocchia. Abbiamo visto che il Crisma è un olio misto a profumo – ce l’ha anche fatto annusare: è veramente buonissimo – il cui nome deriva dal greco e significa unguento o unzione. Abbiamo saputo che ogni anno la mattina del giovedì santo si celebra in Duomo la Messa Crismale durante la quale il vescovo consacra gli Olii Santi alla presenza di tutti i presbiteri che insieme rinnovano le loro promesse sacerdotali. Dopo la Messa gli Olii vengono distribuiti ad ogni parrocchia dove saranno usati durante tutto l’anno liturgico per celebrare i sacramenti. Gli Olii Santi sono: il Crisma usato per le cresime e per l’ordinazione dei sacerdoti e dei vescovi; l’Olio dei catecumeni, che è usato nei battesimi; l’Olio degli infermi, usato per l’unzione dei malati. Durante la cerimonia abbiamo pregato, letto e ascoltato le riflessioni del don. E’ stato bello e ho capito quanto è importante che sia proprio la quinta elementare ad accogliere il Crisma: l’anno prossimo saremo infatti noi ad essere unti con quest’olio quando riceveremo il sacramento della Confermazione. Cristiana Novelli

2 a media: dopo l’esperienza del teatro

Consegna della croce: un momento di riflessione! La consegna della croce: forse ne abbiamo sentito parlare, forse non l’abbiamo neanche fatta, o semplicemente sappiamo che è una tappa del cammino di II media. Ebbene, per noi ragazzi di II media, questo fatto è stato molto di più che un semplice avvenimento: è stato un momento importante, importantissimo, nel nostro cammino spirituale. Il 5 aprile 2009, alle 20.00 circa, abbiamo avuto la chiesa tutta per noi e abbiamo iniziato questo percorso speciale, fuori, dall’ingresso principale della chiesa e concludendolo davanti all’altare, percorrendo tutte le tappe necessarie. Ci hanno dato un libretto, diviso in “momenti”: accoglienza, introduzione, il rito della luce, il rito del profumo, lettura della passione, riflessione personale, consegna della croce, il mandato e la regola di vita. In ogni momento leggevamo una pagina di Vangelo, e c’era uno spazio per le riflessioni personali. Abbiamo ricevuto tanti “segni”: un lumino e una piccola croce di legno, e anche segni spirituali: cosa voglio donare a Gesù? Su cosa voglio riflettere? Cosa

devo lasciare per seguirlo? Il lumino rappresenta il fatto che Gesù è la LUCE della nostra vita, accendendo questa luce facciamo “luce” su noi stessi, scopriamo il dono che siamo per noi e per gli altri. Abbiamo tenuto con noi questa luce per tutta la serata, e alla fine abbiamo messo in fondo all’altare tutti i lumini. L’altro segno che abbiamo ricevuto è stata la piccola croce di legno: ce l’hanno data alla fine, insieme al nostro mandato personale, la portiamo sempre con noi per ricordare il Signore e questa bellissima esperienza. Ci sono stati alcuni momenti dedicati alla condivisione, in cui ognuno esprimeva i propri pensieri e le proprie emozioni, soprattutto legate alle qualità e ai talenti di ciascuno di noi. Proprio in una di queste occasioni abbiamo ricordato Martina, che anche in questa esperienza è stata con noi, e abbiamo acceso un lumino anche per lei. Io personalmente, ho vissuto con piacere la consegna della croce e ho avuto un’importante occasione per riflettere su me stessa e per ascoltare gli altri. Chiara Conte

2 a media: pellegrinaggio a Padova e Venezia

Sulle orme degli evangelisti Noi di 2a media con don Simone, suor Cristina, i nostri educatori e alcune allenatrici abbiamo trascorso un bel weekend a Padova e Venezia, sulle orme degli evangelisti Luca e Marco. Siamo partiti, con piccoli zainetti e borse, sabato mattina e dopo tre divertenti ore di viaggio ecco che siamo arrivati a Padova. Abbiamo fatto un pic-nic su un bel prato in una piazza suggestiva che si trova vicino alla basilica di s. Luca e dopo aver mangiato siamo andati a visitare le basiliche di s. Antonio e s. Luca. A s. Antonio abbiamo visto le reliquie del santo, con tanto di lingua, mento e corde vocali! A s. Luca abbiamo pregato davanti alla tomba dell’evangelista. Dopo una serata movimentata, divertente e passata tutti insieme siamo andati a dormire nelle varie camere dell‘hotel di Strà… Sve-

glia alle 7, colazione e tutti pronti per andare a Venezia col treno. Arrivati a

Venezia abbiamo partecipato alla s. Messa nella chiesa di s. Moisè, abbiamo visitato la città e abbiamo pranzato. Nel pomeriggio, dopo una passeggiata per le calli della città, siamo andati a visitare s. Marco… bellissima la spiegazione sugli splendidi mosaici di questa basilica. Verso le sei meno un quarto tutti in stazione! Arrivati a Padova, con tanta tristezza siamo saliti sul pullman e siamo tornati a Milano. Per me è stata una bellissima esperienza, passata assieme ai miei amici e ai nostri educatori che ci hanno aiutato e ci hanno fatto tanto divertire anche loro. Riccardo Novelli 5


IL PUNTO DI VISTA DEI GENITORI (continua da pag. 1) Il pellegrinaggio a Roma di 35 quattordicenni del gruppo di terza media, tra il 13 e il 15 aprile, è stato proprio questo: un’esperienza individuale e collettiva di fede, molto intensa e sentita, vissuta insieme a noi genitori, alle mamme allenatrici, agli educatori, don Simone, suor Cristina e suor Emma. Per i nostri ragazzi il viaggio a Roma è stato una tappa significativa del loro cammino spirituale per la preparazione alla Professione di fede “ufficiale” che avverrà di fronte a tutta la comunità parrocchiale. Anche numerosi altri gruppi di giovanissimi della diocesi ambrosiana erano a Roma, per la stessa iniziativa, che ha coinvolto oltre quattromila persone. I ragazzi hanno visitato i luoghi in cui gli Apostoli e i Martiri della Chiesa primitiva offrirono la loro testimonianza; le Basiliche di s. Pietro e di s. Paolo e le catacombe di s. Callisto hanno offerto l’accecante bellezza dei loro tesori artistici, ma anche, nelle cripte e nei sotterranei, la semplice e austera memoria di coloro che hanno pagato con la propria vita la loro fede in Gesù; chi vede questi luoghi con gli occhi delle fede non percepisce desolazione e angoscia ma un dono di luce, di vita e di speranza: è tornare al centro. I nostri figli hanno poi professato individualmente la propria fede, nel silenzio della piccola chiesa di sant’Onofrio al Gianicolo; abbiamo partecipato con emozione a questo momento, che è stato come un “passaggio di testimone”, come l’assunzione di una nuova responsabilità, l’ingresso in una dimensione più matura. Infine il nostro sguardo si è allargato a una prospettiva più ampia, quella della Chiesa universale, con la partecipazione all’udienza generale del mercoledì in Piazza San Pietro. Benedetto XVI ha rivolto ai quattordicenni milanesi un caloroso saluto, festeggiato da tanti applausi, in un clima gioioso. Noi genitori ed educatori continueremo ad accompagnare e sostenere i nostri ragazzi perché siano sempre testimoni del Vangelo. Buon cammino a tutti! C&S 6

IL PUNTO DI VISTA DEGLI EDUCATORI

La gioia del professare la fede Sei anni fa, diventando educatrice, mi è stato chiesto di prendere una decisione, scegliere un percorso educativo da seguire. Ho scelto di fare l’educatrice dei bambini che nel 2003 avrebbero cominciato catechismo. Questi bambini ormai sono diventati ragazzi e quest’anno, con il Pellegrinaggio a Roma, hanno raggiunto uno dei traguardi spirituali, a mio parere, più belli e importanti. L’itinerario del viaggio è stato simile a quello che ho fatto

data alle famiglie. Durante i tre giorni di pellegrinaggio, mi sono resa conto di quanto siano cresciuti e maturati quest’ultimo anno e quindi sono certa che saranno in grado di custodire la loro fede in modo autonomo e responsabile. Una delle gioie più grandi è stata scoprire quanto siamo importanti noi educatori per i “nostri ragazzi” di terza media, quanta fiducia ripongano in noi e quanto affetto. Stare accanto a loro in un momento

anche io in III media, ma questa volta l’esperienza che ho vissuto è stata molto diversa. Uno dei momenti più belli del Pellegrinaggio a Roma è stato la Consegna del Credo, durante la quale noi educatori, insieme ai genitori, abbiamo donato la preghiera del credo ai ragazzi, ponendo completamente nelle loro mani quella fede che il giorno del battesimo era stata affi-

così importante è stato bello. Alla fine del viaggio i genitori dei ragazzi hanno ringraziato noi educatori per essere stati presenti, ma credo che dobbiamo essere noi a ringraziare Dio per aver dato la forza proprio a noi quattro di stare accanto a questo splendido gruppo di III media per sei lunghi anni, nonostante le difficoltà, e per essere dei giovani che trovano la gioia nel professare la fede. Elisa Covella


IL PUNTO DI VISTA DEI RAGAZZI

UNA TAPPA FONDAMENTALE Noi ragazzi di terza media siamo andati in pellegrinaggio a Roma per la professione di fede, che “conclude” il nostro percorso durante il quale abbiamo accettato la fede “passivamente”: dalla professione in avanti sarà una scelta nostra” prendere in mano il testimone” e portarlo avanti. Durante i nostri tre giorni, abbiamo imparato a conoscerci meglio, a imparare a stare con qualcuno che magari non è proprio il tuo migliore amico, a pregare insieme, abbiamo “formato” il gruppo degli educatori che dall’anno prossimo prenderanno per mano i bambini di terza elementare per portarli fino a qui, come hanno fatto per noi i nostri educatori. A Roma, oltre all’ udienza con il papa, abbiamo visitato la basilica di S. Paolo fuori le mura e la chiesa dedicata ai templari in cui abbiamo fatto la nostra professione di fede e in cui ci è stata consegnata “la misura della fede”: la boccettina piena di granelli di senapa, perché “se la vostra fede sarà come un granellino di senapa, potrete ordinare da una montagna di spostarsi da qui a là e sarà fatto”. Ora un enorme grazie agli educatori, Giulia, Elisa e Luca che ci hanno accompagnati in questo percorso, a don Simone, a tutti i genitori che ci hanno accompagnati e alle mamme educatrici, a cui tutti dobbiamo un immenso grazie Lucia Covini

3a media: la Banda dell’arcobaleno

Viaggio verso la fantasia Il 29 aprile i bambini di 1a e 2a elementare hanno intrapreso il viaggio verso l’Isola che non c’è, accompagnati da noi ragazzi di 3 a media. Ognuno di noi aveva una parte e, per poterci immedesimare al meglio nei nostri personaggi, abbiamo fatto diverse riunioni. Come potete immaginare, il tema riguarda la storia di Peter Pan.

Al primo incontro non c’erano molti bambini, forse anche a causa della pioggia. Ma gli appuntamenti per tutti i bambini che vogliono giocare insieme non sono finiti: il 10 e il 17 maggio possono venire da noi nell’Isola che non c’è! E’ stato molto divertente curare i bimbi più piccoli e giocare insieme a loro. Giulia D’Ecclesiis

RUBRICA: RICETTA DEL MESE (di Cesare Tosi)

SCALOPPINE CON FUNGHI PREPARAZIONE

INGREDIENTI (per 6 persone) Sei fette da 150 g di pollo Un cucchiaio di polpa di pomodoro Un cucchiaio d’olio Un paio di spicchi d’aglio Tre cucchiai di besciamella Un po’ d’acqua Mezzo bicchiere di vino bianco Sale e pepe 400g di champignon (o 100 g di funghi porcini secchi)

Tagliare gli spicchi d’aglio in piccoli pezzi, metterli in una padella con l’olio, aggiungere le fettine di carne, mettere sale, pepe e la polpa di pomodoro, aggiungere infine il vino bianco e un po’ d’acqua. Lasciare cuocere per 12, 15 minuti, aggiungere i funghi e infine quei cucCesare Tosi

Esperienza e qualita’ a costo zero Troverai un team di Biglietteria aerea, traghetti, professionisti pronto a mettere crociere, viaggi a disposizione la “propria su misura, esperienza” per consigliare i soggiorni migliori tour operator su ogni alternativi, destinazione e a presentare le liste nozze, migliori proposte per trascorrere momenti all’insegna del comunioni e piacere e del relax compleanni… Prenota oggi le tue vacanze estive e spenderai meno di domani!

Vi aspettiamo con una grande sorpresa! Via Friuli, 51 ang. via Comelico 20135 Milano Tel. 02 54122472 - Fax 0254122456 - E-Mail berzabo@katamail.com

7


IL PUNTO DI VISTA DI UN EDUCATORE

Dalle tenebre alla luce Eccoci al nuovo speciale “Settimana Comunitaria”! Anche quest’anno, come al solito. Ormai è un evento importante. La settimana santa si aspetta con impazienza già da settembre. È quasi scontata. Si sa che ci sarà. Ogni anno però stupisce, tutti. Ogni anno è come farla la prima volta. Certo, soprattutto per noi educatori è una gran fatica, soprattutto la preparazione! Le settimane precedenti sono dense, si dorme poco, si pensa molto. Nonostante questo si è però trascinati da una sorta di entusiasmo e di gioia. Ci si sente bene, ma carichi anche di responsabilità e con tante domande: riusciremo a far vivere bene il triduo pasquale agli adolescenti? E noi, per primi, riusciremo o ci lasceremo sopraffare dalle tante cose da fare? Ogni anno c’è un nuovo tema a fare da sfondo. Quest’anno il buio, la notte, le tenebre. L’idea è nata dopo aver portato i ragazzi a vedere il “Dialogo nel buio”, una mostra allestita presso l’Istituto dei Ciechi di Milano, un viaggio di oltre un’ora nella totale oscurità per sviluppare gli altri sensi, come il tatto, l’odorato, l’udito. Un’esperienza straordinaria. Cos’è il buio? È difficile perfino definirlo; lo si può fare solo con una litote. È assenza di luce. Le tenebre e in particolare la notte, sono simbolo di perdizione, di pazzie, di imprudenze, sono simbolo del male e del peccato, soprattutto nell’ambito della letteratura e dell’arte. Spesso si perde il lume della ragione. Questo è all’ordine del giorno in una società come la nostra e pertanto è un tema molto attuale. Anche nella Bibbia e nel Vangelo, quindi, è un tema importante. La notte della tempesta (Mc 4, 35-41) ad esempio è un brano molto significativo e a partire da esso possiamo fare molte riflessioni e ricollegarci alle nostre esperienze, alla nostra vita. Quando sento più forte l’assenza di Dio nella mia vita, il suo silenzio? Quando sento più forte la sua presenza, la sua voce? Riusciamo ad abbandonarci a Dio, anche nei momenti più duri? Queste e tante altre sono le domande che possiamo porci. E tante altre sono le notti che ci fanno riflettere: la notte del tradimento, la notte di Pilato, la notte della lotta con Dio. Spesso nella vita so dov’è il bene e dov’è il male e mi trovo di fronte a un bivio: da una parte vorrei prendere la strada giusta, dall’altra, però il mondo, gli altri non me lo permettono. Se scelgo la cosa giusta per me passo per quello sfigato, sono tagliato fuori. Qualun8

que cosa faccio, sbaglio. La scelta spesso è più grande di me e sono schiacciato e finisco per fare la scelta più comoda, me ne lavo le mani. Tutto questo per arrivare dove? Qual è lo scopo? Perché si dovrebbe uscire dal buio? Non è facile trovare una risposta. O almeno, è facile trovarla, ma per non banalizzarla bisogna capirne il senso. Oltre le tenebre c’è la luce. Come leggiamo nel Vangelo di Giovanni “La luce splende nelle tenebre ma le tenebre non l’hanno accolta”. Ci vuole coraggio per scegliere! Ci vuole coraggio e forza d’animo per andare fino in fondo, seguire l’istinto e non lasciarsi sopraffare dai momenti bui e di difficoltà. Le tenebre fanno paura ma anche solo un piccolo spiraglio di luce si nota, scaccia il buio totale. Il video di presentazione della settimana comunitaria termina con un quesito: le nostre notti sono spesso difficili, vissute in modo diverso, a volte sbagliando e perdendosi. Ma c’è sempre uno spiraglio, si può sempre scegliere la direzione dove camminare. Nel buio, nelle tenebre, c’è sempre la luce, a volte fioca, ma c’è sempre. Andrea Cafiero

IL PUNTO DI VISTA DI UN RAGAZZO (Prima superiore)

Un’esperienza da ricordare Si è conclusa da alcuni giorni la Settimana Santa nella quale, come ogni anno, i ragazzi di 1a, 2ae 3a superiore si sono riuniti per trascorrere in comunità alcuni giorni. Lo stare insieme tutta la giornata, alternando momenti individuali di profonda riflessione ad attimi di svago totale, ha portato svariate impressioni: per i ragazzi che come me affrontavano questa esperienza per la prima volta è stato molto emozionante, ma al contempo impegnativo poichè non conoscevamo bene come si sarebbero svolte le attività; i più grandi, sebbene avessero già vissuto questi momenti, hanno saputo sfruttare, forse con maggiore consapevolezza, il percorso che tutti gli educatori insieme al don ci hanno proposto. Sono stati cinque giorni pieni di attività coinvolgenti e giochi divertenti, e tutto questo non si sarebbe potuto realizzare se non grazie all’immenso impegno che i nostri educatori ci hanno messo. Al termine della settimana sui volti di tutti si leggeva un certo dispiacere nell’abbandonare l’oratorio che era ormai diventato la nostra quotidianità; questa esperienza non solo ci ha permesso di conoscerci meglio tra noi, ma ci ha fatto anche riflettere sull’importante significato della Pasqua di Gesù. Tutti i ragazzi si sono buttati a pieno in questa esperienza e sia gli educatori che il don sono stati pienamente soddisfatti e sorpresi per la serietà con cui abbiamo affrontato questo percorso. Silvia Cereda


IL PUNTO DI VISTA DI UN RAGAZZO (2 a superiore)

...MA LE TENEBRE NON L’HANNO ACCOLTA

IL PUNTO DI VISTA DI UN RAGAZZO (2 a superiore)

La luce. Questo il tema della settimana comunitaria di quest’anno. O meglio, la luce nelle tenebre. Quel piccolo bagliore che a volte facciamo fatica a vedere, ma che alla fine si rivela essere la Luce più calda, più luminosa e più forte di tutto il mondo. La Sua Luce. Quando sei piccolo, non appena scende la notte corri subito fra

(continua da pag. 1) È nel momento in cui sono convinta di aver trovato un equilibrio, che qualcosa cambia. L’impressione è di lottare contro qualcuno di più forte che mi tira un colpo sleale, lo stesso accaduto altre volte mentre camminavo nella luce e che è stato una delle cause della mia fuga nel buio. Ero convinta di essermi lasciata alle spalle tutto ed ecco che Lui torna: è una battaglia contro una luce tanto piccola rispetto alle tenebre in cui sono, ma forte e profonda. Poi, però, la notte è silenziosa e il Suo silenzio diventa opprimente. Invoco aiuto, la notte mi spaventa e mi accorgo che dormire non mi è servito a niente. Grido, cerco di svegliare quel

Dio che sta dormendo proprio ora che dentro di me si è scatenata la tempesta e sto per affogare: è un urlo disperato perché sono al buio, scossa dalle onde e impotente. Crollano certezze, punti di riferimento. Mi ricordo improvvisamente di quando ho deciso di rifugiarmi nel buio, di evitare le difficoltà, di lavarmi le mani

per non rischiare: sembrava la scelta migliore, ma la mia coscienza, che non era già d’accordo prima, mi aveva voltato definitivamente le spalle. Solo quando comprendo l’errore commesso, mi accorgo che, come Pilato, l’acqua con cui mi sono lavata le mani è diventata sangue. Ma proprio nel momento in cui capisco quanto sono caduta in basso, arriva un perdono inaspettato che mi spiazza. Posso scegliere: lo posso accettare o posso rifiutarlo. Mi accorgo solo adesso che ho sempre avuto la possibilità di scegliere, che non sono stata sola neanche quando ero certa di esserlo: l’ho capito tardi, ma non è finita. Mi ha offerto il suo perdono: è un perdono che va al di là di ogni mio sforzo di capire il perché di questo, che va oltre ogni logica, ma se lo accetto mi salva. Sono andata in giro col simbolo del mio tradimento, un sacchettino con i trenta denari con cui ho venduto la Luce e una boccetta contenente l’acqua diventata sangue. Nonostante tutto mi perdona, e io? Posso perdonarmi anch’io svuotando quella boccetta e gettando via i trenta denari. Ho la possibilità di farlo e di tornare, così, a vedere l’aurora: l’inizio di un nuovo giorno. Silvia Senzani

le braccia della mamma per poterti sentire al sicuro; poi diventi grande e quelle braccia sembrano non servirti più. Infatti se i nostri occhi e il nostro cuore sono oscurati dalle tenebre, anziché correre a farci proteggere da Lui, noi scappiamo via. Sì, perché la fede è estremamente pericolosa: può farti sentire la persona più amata del mondo, ma in un minuto riuscirebbe anche a spogliarti completamente di tutto quello che hai, e rimani nudo di fronte a quel silenzio. Il Suo silenzio. Un silenzio che pare abbandonarti proprio quando hai bisogno di Dio, della sua forza, del Suo Amore. Tutta la nostra fede, le nostre speranze si trasformano in odio e quando la rabbia passa, ti rimane dentro solo una cicatrice grande come la fiducia che Gli avevi dato. Ti chiedi come hai fatto ad essere così ingenuo a fidarti di Qualcuno che non puoi né vedere né toccare. Qualcuno che ti chiede di amarlo nonostante tutto e tutti, Qualcuno che ti chiede ti buttarti in quel vuoto a braccia spalancate, anche se è difficile, anche se fa paura, anche se fa così dannatamente male. E allora arrivi qui, al bivio della tua vita: nel buio della notte puoi scegliere se fermarti ad ammirare la falsa bellezza dei lampi di luce che ti offre la vita o se andare avanti, nel buio verso quella scintilla che sembra così piccola e irraggiungibile.

(continua a pag. 10) 9


(continua da pag. 9)

Credo sia la scelta più dura e complicata di tutta la nostra vita. Ma come fece allora Gesù a fidarsi di Dio Padre? Dopo tutto era veramente uomo anche Lui, con le paure e le angosce di chi è consapevole di trovarsi nel buio più totale, faccia a faccia con il male. Chissà cosa sarebbe successo se Gesù non avesse compiuto la volontà di suo Padre. In fondo poteva scappare, nascondersi oppure ribellarsi e dirgli, gridargli: “Padre perché se mi ami così tanto lasci che io muoia? Perché mi vuoi abbandonare?”, ma non l’ha fatto. Ha deciso di seguire quella debole luce sapendo che qualunque cosa fosse successa Dio sarebbe stato con Lui, pronto a sorreggerlo e ad asciugare le sue lacrime. Pronto ad amarlo qualunque fosse stata la sua scelta, fino alla fine.

Christina Leema

IL PUNTO DI VISTA DI UN RAGAZZO (3 a superiore)

QUID EST VERITAS? Pilato: Quid est veritas, Claudia? Eam audis? Eam cognoscis cum dicitur? Claudia: Ita audio. Nonne tu? Pilato: Quomodo? Potes mihi dicere? Claudia: Si non vis veritatem audire, nemo tibi dicere potest.

Quid est veritas? Cos’è dunque la verità? Ne abbiamo sentite fin troppe su un valore così ipocritamente sbandierato da tutte le parti: fin da bambini, una delle prime cose su cui fa leva la nostra educazione è la sincerità. Il primo significato che viene a prendere questa parola, è quello di qualcosa da dire: bisogna sempre dire la verità, non ci si può permettere di rischiare dicendo bugie. Poi, crescendo, comincia a svilupparsi un pensiero autonomo, e questo senso di sincerità incondizionata comincia a sgretolarsi: “Non dire falsa testimonianza, e aiutali a uccidere un uomo: lo sanno a memoria il diritto divino, ma scordano sempre il perdono. Ho spergiurato su Dio e sul mio nome e, no, non ne provo dolore”, diceva de Andrè, ed è lo stesso pensiero che viene a formarsi nella nostra fre-

10

netica mente. Quando è realmente necessario dire il vero, e quando è più conveniente, più facile, più utile men-

tire? Mentire agli altri, ma anche a sé stessi: sotterrare una verità scomoda cercando di pensare ad altro; quante volte è più facile che essere pienamente sinceri? Ma non si può, in fondo, biasimare la bugia: è parte di noi, più ancora che la verità. Chi non sa mentire non sa che cos’è la verità, diceva Nietzsche: non sempre la verità fa bene, e se il mezzo per la convenienza è la bugia, beh… ben venga la bugia. Ma nel frattempo, comincia nell’uo-

mo la ricerca di un’altra verità, una Verità assoluta; dapprima anche qui è indottrinato secondo una strada ben definita, che per un figlio di cristiani non può che essere la via evangelica: “Gesù è la via, la verità e la vita” ci dicevano i preti. E arriva il giorno in cui non ti basta più sentire qualche parola dall’altare, un giorno in cui la verità non è più qualcosa da dire, né qualcosa da ascoltare o da credere, ma diventa qualcosa da ricercare. La ricerca della verità sradica qualunque certezza. La verità ti allontana dalla monotonia della fede. Non è qualcosa di scritto, qualcosa che ti insegnano. Non sai nemmeno dov’è. E quando sei convinto di averla trovata, ti accorgi che è talmente debole che è sicuramente quella sbagliata: la verità di Pilato, nella citazione qui sopra, è che qualunque cosa decida di fare scatenerà una rivolta, e rischierà la propria posizione. La verità di Gesù è che sta per essere inchiodato a una croce: la verità non è univoca, non è quella da “dire”. È tutto e il contrario di tutto. La verità è, per sua natura, un bivio. Non pretendo di insegnare cos’è. Non mi illudo di saperlo. L’importante, per me, è non spegnere la ricerca, non riporla in un angolo, non tapparla con una fede cieca. Non illudersi mai di conoscerla.

Filippo Rossi


Il punto di un’educatrice

“Pace a voi come il Padre ha mandato me, Io mando voi” Quest’anno il gruppo dei 18-19enni ha fatto ha un “digiuno” veramente particolare: ha mangiato con tutti i paesi del mondo… Eravamo al Sermig (Servizio Missionario Giovani) a Torino per vivere il Triduo Pasquale e abbiamo partecipato al pranzo dei popoli: ad ognuno di noi è stato dato un paese e siamo “rinati”: chi finlandese, chi del Bangladesh, chi… Ci hanno descritto i dati che tutti sappiamo perché spesso li vediamo al telegiornale, e cioè che il 20% delle persone usa dell’80% delle risorse, la speranza di vita nei vari paesi, come vivono nei diversi paesi i giovani… quindi é cominciato il pranzo e siamo stati invitati ad osservare. Chi era nato in un paese ricco si è seduto ad un tavolo imbandito e curato, chi era nato in un paese povero si è trovato seduto per terra. Ai paesi ricchi è stato portato da mangiare diverse volte mentre i paesi poveri guardavano passare il cibo, commentando: “Io dopo vado al Mc…, Ma che qui non si mangia…, Perché a loro tutto quel cibo…”. Poi il cibo portato sulla tavola non ci stava più e così è stato buttato e da tutti si è levato un coro di protesta. Ai paesi poveri è stata portata la frutta, risorsa di cui questi paesi sono ricchi, ma poi è stata riportata ai paesi ricchi per pagare i debiti contratti per pagare armi. Quindi hanno dato ai paesi poveri il cibo in proporzioni alle loro possibilità: un cucchiaino da caffè. Qualcuno se n’è andato… Fino a quel momento a nessuno era stato dato il permesso di mangiare, ma la fame era tanta in tutti i paesi… La sorpresa è stata che quando ci hanno detto che potevamo mangiare ci hanno anche detto che potevamo servirci dove volevamo: molti si sono accalcati al tavolo, altri hanno scoperto che i bidoni della spazzatura erano fatti in modo da conservare integro il cibo e così hanno mangiato dalla spazzatura, altri non hanno mangiato: erano i morti, silenziosi di quel giorno… Alla fine di cibo ce n’era per saziare tutti in abbondanza. Al termine ci siamo resi conto che i dati sulla situazione del mondo, che ci erano passati sopra la testa, come molto spesso le notizie dei telegiornali, erano estremamente concreti: noi siamo nati e viviamo in un paese ricco questo non lo possiamo cambiare, possiamo come Pilato lavarci le mani e dire che i mali del mondo sono colpa di Dio, e che noi non centriamo nulla, oppure possiamo cambiare il nostro modo di vivere, ascoltando i bisogni dell’altro che viene affamato alla mia tavola (extracomunitari senza permesso, barboni...), evitando inutili sprechi di cibo e condividendo quello che abbiamo. Noemi Amelotti

via L. Sanfelice 8 (piazzale Martini) Milano tel: 02.54.10.16.70 urgenze 339.42.56.335 www.centrosanfelice.it Dir.San.O.Lo Piano Tram 12 - Bus 90 - 91 - 92 - 93 - 66 - 84 MM3 Lodi TIBB e Corvetto - Passante P.ta Vittoria

Il punto di un ragazzo

Il triduo al Sermig

Durante il Triduo pasquale noi ragazzi 18/19enni abbiamo affrontato una nuova e divertente esperienza presso una struttura enorme e particolare in quel di Torino, che svolge un ruolo di primo piano nel volontariato italiano. Il luogo in cui si trova questa organizzazione è stata la fabbrica di armi più importante durante le due guerre mondiali e da circa quarant’anni è stata convertita in fabbrica di pace. All’interno del Sermig (Servizio Missionario Giovani), infatti, vi è un dormitorio permanente e temporaneo in base alle necessità delle persone accolte, esso poi costituisce un importante polo di raccolta non solo di finanziamenti per missioni all’estero (ad esempio in Brasile), ma anche di vestiti, alimentari e giochi da smistare per le persone che più ne hanno bisogno sia in città che fuori. Ciò che più mi ha colpito è il grandioso lavoro di numerosissimi volontari che hanno permesso la completa ristrutturazione dell’arsenale torinese. Molti sono, poi, i resti della produzione bellica e gli utensili ritrovati all’interno della fabbrica che ricordano il passato di quei luoghi in netto contrasto con la funzione che ha assunto l’arsenale della pace oggi. Durante i tre giorni passati a Torino abbiamo da una parte aiutato nelle attività del Sermig, come ad esempio smistare i vestiti, aiutare in falegnameria, ripulire un terreno appena disboscato oppure aiutare in cucina... e dall’altra abbiamo svolto degli incontri con i membri della fraternità (ragazzi e ragazze consacrati che vivono nell’arsenale) per capire meglio come si svolge la vita nel Sermig, come è nato e quali sono le aspettative del futuro. È stata sicuramente un’esperienza positiva che ha fatto da cornice al nostro triduo programmato dai nostri educatori (o meglio catechisti!!!) ai quali va un ringraziamento da parte di tutti per averlo così organizzato. Giorgio Conte 11


Grandi partite al Primaverile Finita la stagione invernale dove i nostri hanno fatto valere le proprie capacità posizionandosi nei posti migliori dei propri i gironi, hanno subito voluto rimettersi alla prova cimentandosi con il torneo primaverile. Il primaverile, come tutti voi sapete, consta nel solo turno di andata, per cui ogni partita è importantissima per la vittoria finale e tutte le squadre devono sparare le proprie cartucce velocemente.

BABY GFA GSU

DR

1

123

36

87

2

4

112

43

69

13

2

5

96

53

43

20

11

5

4

60

40

20

25

19*

11

3

5

91

80

11

Kolbe

22

18*

11

0

7

74

50

24

S.Carlo Mi(- 1)

19

20

7

6

7

79

64

15

Gan

13

19*

5

3

11

50

70

- 20

Santo Spirito

8

20

3

2

15

37

103

- 66

Vittoria

5

19*

1

3

15

27

109

- 82

Oscar Milano

0

16

0

0

16

22

109

- 87

PUNTI

GI

VI

PA

SC

Turchino S.E.

34

20

15

4

Usof Feltre

30

20

14

S.Carlo Casoretto

28

20

Giovanni XXIII

27

S.Pio V

Torneo don Brivio ormai concluso per la squadra dei baby: la posizione raggiunta sicuramente è un buon traguardo raggiunto dai nostri giovani atleti. Tutta la concentrazione si sposta adesso verso i playoff, che si terranno il 16 e il 17 maggio presso l’oratorio Santo Spirito, organizzatore di questo torneo. I risultati raggiunti quest’anno sono molto buoni e tutto fa presuppore ottime prestazioni per i prossimi tornei. La strada è lunga, ma i requisiti ci sono. Forza ragazzi!

Inizio di torneo primaveGIOVANISSIMI - BLU rile non entusiasmante PUNTI GI VI PA SC GFA GFS DR per la squadra blu dei giovanissimi, che perde en- OSM Niguarda/B 3 1 1 0 0 4 2 2 trambe le partite e fa COC/Bianco 3 2 1 0 1 5 6 -1 sprofondare la compagiIst. Zaccaria/C 2 1 1 0 0 7 6 1 ne dei nostri nell’ultima 1 2 0 0 2 8 10 -2 posizione in classifica San Pio V/BLU come fanalino di coda. A loro va un grande incoraggiamento affinché possano rifarsi vincendo l’ultima partita.

GIOVANISSIMI - ROSSI PUNTI

GI

VI

PA

SC

GFA GFS

DR

S.Luigi S.Giuliano/2

6

2

2

0

0

9

2

7

S.Pio V/ROSSO

3

2

1

0

1

11

5

6

Gso Teramo

3

2

1

0

1

4

7

-3

Rosario B

0

2

0

0

2

3

13

- 10

Sorte migliore tocca, invece, ai compagni della squadra rossa, i quali dopo un avvio difficile contro l’attuale capolista, riescono a superare con un sonoro 9 a 0 la squadra del Rosario, lanciandosi alla conquista di una piazza d’onore, sperando di arrivare al primo posto. 12


RAGAZZI GFA GSU

DR

PUNTI

GI

VI

PA

SC

S. Pio V

3

1

1

0

0

5

4

1

S.Carlo Macherio

3

1

1

0

0

2

1

1

Laureus

0

0

0

0

0

0

0

0

Virtus Mi/96

0

2

0

0

2

5

7

-2

Ottimo inizio per la squadra dei Ragazzi i quali si fanno trovare subito pronti nella partita d’esordio ottenendo un’ottima vittoria sul campo della Virtus. Vista la composizione così ristretta del girone i tre punti conquistati valgono doppio e proiettano la squadra al vertice della classifica in attesa dello scontro diretto. Si attesta a metà classifica la squadra degli allievi che, grazie alle sue vittorie, permette ai ragazzi di essere secondi a pari merito configurandosi come diretti inseguitrici delle prime due della classe. Per loro purtroppo gioca a sfavore la sconfitta contro l’avversario diretto che la precede. Tuttavia anche per loro non c’è nulla di compromesso, vista la fase iniziale del torneo.

ALLIEVI PUNTI

GI

VI

PA

SC

GFA

GFS

DR

Kolbe

9

3

3

0

0

11

3

8

Aurora Mi/G

9

4

3

0

1

15

10

5

Anni Verdi

6

3

2

0

1

20

8

12

S.Pio V

6

3

2

0

1

18

13

5

La Traccia

3

2

1

0

1

7

7

0

Padre Monti

3

3

1

0

2

6

13

-7

Assisi

0

2

0

0

2

5

16

- 11

Diavoli Rossi

0

4

0

0

4

6

18

- 12

TOP JUNIOR

PALLAVOLO JUNIORES GFA GSU

DR

PUNTI

GI

VI

PA

SC

San Luigi Bruzzano

7

3

2

1

0

16

10

0

Padre Monti

6

3

2

0

1

11

11

0

Calcio Basiglio

4

3

1

1

1

11

6

5

Kolbe/91

4

3

1

1

1

11

12

-1

Meda Ragazzi/A

4

3

1

1

1

6

12

-6

Dinamo Victor

3

2

1

0

1

4

3

1

S.Pio V

3

2

1

0

1

4

4

San Luigi Lazzate

1

2

0

1

1

9

Virtus San Luigi

1

3

0

1

2

8

PUNTI

GI

VI

PA

SC

SVI

SPE

DS

Assisi

5

2

2

0

0

6

2

4

Fides

3

1

1

0

0

3

0

3

S:Maria

3

1

1

0

0

3

1

2

Aspis

3

1

1

0

0

3

1

2

Greco S.Martino

1

1

0

0

1

2

3

-1

0

Gorla

0

1

0

0

1

1

3

-2

10

-1

Pol.S.Carlo

0

1

0

0

1

0

3

-3

12

-4

S.Pio V

0

2

0

0

2

1

6

-5

La squadra dei Top Junior, dopo un lungo torneo invernale che li ha visti protagonisti, perdono in modo maldestro la prima gara, tuttavia nulla è compromesso visto che mancano ancora diverse giornate prima della fine. I nostri, infatti, hanno subito rialzato la testa vincendo 3 a 2 contro la Dinamo Victor. Brutte notizie giungono, invece, dal neosettore femminile del nostro gruppo sportivo. La squadra, dopo un lungo lavoro invernale per cercare di assemblare la squadra dal nulla, stenta a decollare e incassa tre brutte sconfitte nelle prime tre partite. I maggiori problemi derivano dal fatto che la nostra squadra ha ancora poca esperienza e con qualche accorgimento tattico in più e con l’impegno che le ragazze stanno mettendo sul campo, siamo sicuri che riusciranno ad ottenere dei risultati molto buoni. Purtroppo non arrivano notizie migliori dal settore della

pallavolo. La nostra squadra ha infatti riportato due sconfitte nelle due partite iniziali. L’obiettivo del primo set vinto è già stato raggiunto, ci manca solo quella tanto sperata vittoria che nonostante il grande impegno che tutti voi state mettendo stenta ad arrivare. Tuttavia non ci si deve assolutamente abbattere, ma si deve continuare a lottare visto che “impossible is nothing”! Non mi resta che salutarvi e augurare a tutti i nostri giocatori, tecnici e dirigenti un grande in bocca al lupo per il proseguimento del torneo! Davide Servino & Giorgio Conte 13


Torneo di primavera

Sboccia la Primavera Cup

Il sabato sera l’oratorio si colora di giallo/arancione/viola/verde/ blu perchè??? Semplice è iniziata la seconda edizione del “Primavera Cup”, torneo di calcio e pallavolo aperto a tutti uomini e donne dai 16 anni in su. La partite di calcio e pallavolo si alternano in continuazione tra le 19.00 e le 22.00 e il divertimento

Danza: il saggio si avvicina

In attesa dello spettacolo...

Il mio gruppo ed io ci siamo dovute preparare per gli esami di danza. Devo ammettere che per questo genere di cose mi preoccupo molto!!! Bisogna presentare una coreografia e vari esercizi. Poi ti danno un numero scritto su un pezzo di stoffa che serve per riconoscimento. Io ero l’11. La giuria è composta da due maestre della scuola di danza e da un maestro esterno. I risultati vengono consegnati dopo qualche settimana. Il giorno dell’esame, martedì 30 marzo, ero molto agitata, soprattutto alle 17.10, quando sono andata alla scuola per prepararmi. Appena pronta mi sono messa a ripassare per essere sicura di non avere dubbi. Il camerino era pieno di ragazze che erano preoccupate di pettinarsi e a prendere il proprio numero. Io ero una di quelle. Quando siamo entrate ho visto per prima cosa la giuria composta da Monica e Morena con il maestro esterno. Tremavo dalla paura. Per fortuna dopo il primo

esercizio ho iniziato a calmarmi. Il balletto è la parte che mi piace di più perché mi diverto seguendo la musica. Alla fine, quando sono uscita dalla sala dopo 30 minuti di esame, ero molto contenta e soddisfatta. Ho pensato che ormai gli esami erano passati e che adesso toccava allo spettacolo. Il saggio si farà il 24 maggio al teatro Smeraldo dove ci sono almeno 2000 posti. E’ una cosa fantastica! Meglio di due anni fa quando l’abbiamo fatto al Teatro Nuovo che aveva 1000 poltrone. Inoltre questo è il mio secondo spettacolo che faccio con la scuola di danza. Il tema è “il Mago di Oz” che io non ho mai né letto né visto. Noi facciamo le streghe e i “mastichini”. Penso che questi due ruoli siano molto carini! Stiamo preparando le coreografie con molta fretta perché devo dire che siamo un po’ più indietro degli altri. Comunque sono molto contenta di partecipare perché scommetto che sarà uno spettacolo eccezionale.

Camilla Caroni

Olimpiadi della Danza

Ancora una volta secondi

per chi gioca e per chi assite è assicurato. Sono 3 ore dove i problemi quotidiani vengono messi da parte per lasciare spazio all’entusiasmo, alla voglia di divertirsi e, perchè no, anche di vincere. Ovviamente dietro le quinte di questo torneo c’è l’impegno della “mitica” Laura che si è occupata di tutta l’organizzaione (calendario partite, arbitraggio, formazione squadre, ecc.) Un ringraziamento va anche alle mamme che gesticono il baretto perchè grazie alla loro disponibilità è possibile tenerlo aperto fino alle ore 22.00. Non saprei cosa altro aggiungere se non… Venite numerosi a seguire tutte le partite e vi divertirete moltissimo… Una componente della squadra dei “verdi” 14

La rappresentanza della scuola Tito Livio, che annovera tra le sue fila numerose allieve della Scuola di Danza del Teatro Oscar, è salita sul podio delle Olimpiadi provinciali della danza, aggiudicandosi un secondo posto di tutto rispetto eguagliando così il risultato dell'anno passato, mentre il 2007 aveva visto trionfare la compagine guidata dalla professoressa Roberta Pecchi.

La giornata finale delle Olimpiadi si è svolta lo scorso 29 marzo al Palalido di piazzale Stuparich, e ha visto la presenza di oltre venti squadre in rappresentanza di altrettante scuole medie disseminate in tutto il territorio provinciale. Un pubblico molto numeroso e gioiosamente partecipe ha sottolineato con scroscianti applausi e ovazioni a scena aperta ogni esibizione, mentre alla giuria, composta da esponenti di primo piano del panorama artistico internazionale (una delle giurate proveniva nientepopodimeno che dall'Operà di Parigi) è toccato l'arduo compito di assegnare targhe e medaglie. Alla fine ragazzi e genitori hanno fatto ritorno a casa felici di aver contribuito all'ennesima giornata di festa in nome della danza e dello stare insieme. Gaia De Giorgis


- MOMENTI CHE RESTANO -

Parliamo un po’ di Teatro... e di vincitori In questo numero vi proponiamo un tema riguardante l’esperienza del teatro, tappa fondamentale e indimenticabile nel percorso dei preadolescenti Durante l'anno 2007/2008 i ragazzi di seconda media dell'oratorio di san Pio V hanno portato in scenza uno spettacolo basato sulla storia del Re Davide. L'evento aveva scopi ben precisi: far collaborare i ragazzi in gruppo per mettere in scena una recita, esibirsi al meglio per vincere il primo premio e infine incassare qualche soldo per il nuovo oratorio. La commedia è stata preparata nelle aule del catechismo, questo per quanto riguarda le prove, mentre lo spettacolo vero e propio è stato eseguito al Teatro Oscar in via Lattanzio. Tutto questo è stato effettuato nell'arco di un mese, un tempo brevissimo, ed ha coin-

Primo torneo di Minibasket

volto moltissime persone: gli attori del ‘95, il don, le educatrici, le truccatrici, le costumiste, gli scenografi ecc... I materiali usati sono stati molti tra costumi, trucchi, scenografie, copioni e soprattutto tanta bravura e impegno. Tutto è iniziato agli inizi di gennaio, dopo aver valutato la capacità e la disponibilità dei ragazzi, don Stefano ha assegnate le parti a tutti i ragazzi. Cosi giorno dopo giorno gli attori con l'aiuto di don Stefano, che era regista e sceneggiatore, provavano e riprovavano migliorando, correggendo, aggiungendo e arricchendo sempre di più lo spettacolo. Infine si è andati in scena e l'opera è venu-

ta perfetta senza errori, senza incidenti. Ha assistito molto pubblico sia alla prima che alla replica e noi ragazzi dopo la bella perfomance eravamo sicuri di vincere un premio e infatti così é stato. Il primo premio di prima categoria fu dato all'oratorio san Pio V. Secondo me preparare un'opera teatrale è un’esperienza bellissima quanto utile, poi se si vince un primo premio di prima categoria, che san Pio V non aveva mai vinto, è ancora più emozionante e rimane un bel ricordo da tenere nei traguardi della propria vita. Edoardo Papini

MiniBasket al suo esordio

Domenica 15 Marzo si è svolto presso la struttura ‘Forza e Coraggio’ di via Gallura il primo Torneo di Minibasket ASD san Pio V. E’ il primo evento interamente organizzato dalla nuova Sezione di Minibasket del nostro oratorio, resosi possibile con la sempre preziosa collaborazione dell’Associazione di pallacanestro femminile Milano Basket Stars. Quattro le squadre partecipanti: Basket Kolbe, La Senavra, Asteria e i nostri giovani campioni di san Pio V° che per la prima volta hanno vestito i gloriosi colori giallo/blu della trentennale divisa. L’affluenza di pubblico è stata straordinaria con persone stipate in ogni ordine di posto e con un gran tifo per tutte e quattro le squadre partecipanti. Il primo incontro ha visto prevalere per 42 a 13 i più esperti e corpulenti giocatori del Basket Kolbe sui nostri ragazzi, che però erano alla prima fatica assoluta (di fiato e di gioco) in un campo regolamentare. Nell’altro combattuto incontro di semifinale La Senavra (che si è poi aggiudicata il Torneo battendo in finale Kolbe per 28 a 10 ) ha battuto Asteria per 40 a 21. Nella finale per il 3°- 4° posto san Pio ha mostrato grande miglioramento in una partita avvincente e combattuta punto a punto, anche se conclusasi 18 a 23 per Asteria. Questo primo anno, pieno di incognite, è stato un cammino in crescendo veramente entusiasmante nel quale ha prevalso la voglia di far bene rispetto alle difficoltà e del quale ringraziamo gli allenatori, Marta e Kevin, tutti i genitori dei ragazzi, gli amici della Milano Basket Stars nella persona di Alberto Di Feo, Gianni Ghidini per la consulenza tecnica e tutti coloro che hanno collaborato con il nostro Progetto. E’ grande motivo di orgoglio per noi che abbiamo vestito per BOX don Gianni tanto tempo la maglia di basket di san Pio negli anni ’80 vedere la rinascita di questo sport che in oratorio era scomparso da anni. Questo mese il campo di gioco esterno è stato completato con dei bellissimi e modernissimi canestri, dei quali tutta la Comunità ringrazia per lo sforzo economico sostenuto, sforzo che vogliamo ripagare con tanti iscritti, tanto entusiasmo e tante vittorie. Il minibasket si propone come sport completo, dove il raggiungimento delle qualità fisiche, tecniche e comportamentali per diventare dei buoni giocatori dentro una buona squadra, presuppongono un cammino entusiasmante che noi stiamo già vivendo insieme. Unisciti al nostro Progetto!

Alberto Bordoli

15


CIAO ENRICO! Ti ho proposto la vita e la morte, la benedizione e la maledizione. Scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza. (Deuteronomio)

Queste parole sono tratte dal libro del Deuteronomio e accompagnano la foto di Enrico sorridente. Me le ripeto spesso negli ultimi tempi. Mi sono piaciute perché parlano del passato, raccontano bene di come Enrico abbia vissuto prima la sua vita e poi la sua malattia e la sua morte. Mi sono piaciute perché parlano di futuro e vorrei che aiutassero Diego, me e tutti quelli che hanno voluto bene ad Enrico ad affrontare il vuoto della sua assenza. C’è sempre la possibilità di scegliere, anche quando sembra di essere di fronte ad un vicolo cieco. Enrico ha scelto la vita: la terribile malattia che l’ha colpito ha progressivamente minato il suo fisico ma non il suo spirito. Fino alla fine ci ha contagiato con la sua

gioia, il suo ottimismo, la sua allegria, la sua ironia, il suo coraggio, la sua dignità, la sua forza, il suo amore per la vita: a volte riusciva a farci credere che ce l’avrebbe fatta, anche se i medici non ci avevano lasciato dubbi al riguardo. Dai suoi letti d’ospedale e poi da casa ha continuato a partecipare attivamente alla vita, a leggere il giornale dalla prima pagina all’ultima (anzi dall’ultima alla prima, perché lui lo leggeva al contrario), ha spesso confortato, sostenuto, consigliato e concretamente aiutato coloro che lo venivano a trovare. Enrico ha scelto la benedizione: non si è mai chiesto “Perché?” o “Perché proprio a me?”, non si è mai perso d’animo, si è affidato senza riserve a coloro che amava e che lo amavano, ha vissuto con passione e ha ringraziato per ogni giorno che gli è stato dato, nonostante sondini, drenaggi, cateteri e bombole di ossigeno. Enrico era un uomo d’azione: non ha lasciato testamenti spirituali ma con la sua vita ha testimoniato che la sofferenza, il dolore, la morte non sono l’ultima parola sull’uomo. Ho conosciuto più profondamente Enrico negli ultimi sette mesi di malattia che nei trent’anni di vita passati insieme, ho scoperto aspetti di lui che non immaginavo. Non me ne rendevo conto pienamente mentre li vivevo, ma quei sette mesi sono stati un dono prezioso, di cui ringrazio Dio. Come si dice in un libro della Bibbia, il Qoelet: Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo. C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piangere e un tempo per ridere,

Bottega Storica di Milano dal 1955

Via L. Ciceri Visconti, 2 20137 Milano Tel/Fax 02-59900727 16

un tempo per gemere e un tempo per ballare, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci, un tempo per cercare e un tempo per perdere, un tempo per serbare e un tempo per buttar via, un tempo per tacere e un tempo per parlare. C’è stato tempo per tutto questo, durante quei mesi: sono stati mesi intensi che, in una vita normale, valgono anni. Ed ora tocca a noi. Anche noi, come Enrico, dobbiamo fare delle scelte, scelte di vita, pur nel dolore indicibile di questa mancanza. Quali sono le scelte di vita per un adolescente che si affaccia ad esplorare il mondo? Quali sono le scelte di vita per una moglie, una madre, un fratello? Forse, continuare a fare bene quello che già facevamo, portando Enrico nel nostro cuore e nella nostra vita: se io riuscirò ad essere un po’ più “Enrico” nel mio essere “Caterina”, se Diego riuscirà ad essere un po’ più “Enrico” nel suo essere “Diego”, allora Enrico continuerà a vivere anche attraverso di noi e il suo impegno sociale, la sua attenzione agli altri, la sua generosità, la sua positività non andranno perduti. Durante la malattia, in una lettera, Enrico ha scritto che l’amore salva il mondo e, quindi, solo vivendo ed esprimendo l’amore il mondo può essere salvato. Noi ci salveremo perché sappiamo di poter contare sull’amore, l’affetto, l’amicizia e il sostegno di tante persone che gli volevano bene e ci vogliono bene. Anche la comunità di San Pio si è stretta intorno a noi e non ci ha mai fatto mancare il suo appoggio e la sua preghiera. Grazie a tutti e … continuate a starci vicini!

Cathy Fedegari Antonioli


Cari lettori, vi consiglio, come libro di questo mese “Ottilia si innamora” della raccolta di V=Valentina, di Angelo Petrosino. È la storia di un ragazzo e di una ragazza. Ottilia ha sempre pensato che Rinaldo fosse un antipatico bulletto ma, quando lui la difende da un terzetto di ragazzi, è costretta a ricredersi. Ben presto le occasioni per frequentarsi aumentano: un film al cinema, una gita scolastica. Rinaldo fa il misterioso e Ottilia si confida con Valentina. Che sia nato un nuovo amore? Spero che vi piaccia. Alessia Tesio Questo mese vi propongo il libro “Fausto e Anna” di Carlo Cassola. Ho avuto il piacere di leggerlo durante l’estate di due anni fa. Mi ha molto colpito la sua semplicità disarmante e il sapore antico di un amore che per quanto sia tenero e dolce all’inizio, cresce diventando man a mano più profondo, sofferto e complicato. Esso finirà soltanto con l’inevitabile separazione di Fausto e Anna, ognuno destinato ad avere un diverso avvenire. Questo romanzo si ambienta tra Volterra e San Ginesio, nella provincia toscana di Pisa, prediletta da Cassola durante l’inizio della guerra partigiana, intorno al 1940-50. Il personaggio principale è sicuramente Anna. La sua figura è importante e complicata, Cassola ci mostra la sua fragilità, la sua immensa testardaggine ma anche, pur essendosi sposata, il ricordo sempre presente di Fausto nella sua vita quotidiana. Fausto è un personaggio molto più superficiale, non molto curato dallo stesso autore, ci viene presentato come un adolescente impulsivo, indubbiamente vivo e pieno di speranze. Lui non compie un’evoluzione del suo carattere o della sua indole, rimane statico, quasi immaturo in confronto alla raggiunta maturità di Anna. Cassola in questa storia d’amore riesce ad inserire anche un altro tema molto importante di quel tempo: la guerra partigiana. Questa guerra viene ben descritta e porta al ritrovamento di Anna da parte di Fausto. Spero che vi possa conquistare come ha fatto con me. Buona lettura! Alessandra Faroldi Questo mese vi propongo il libro “Carissimo amico. Lettera sulla droga” (Rizzoli editore) di Vittorino Andreoli. Egli riprende la formula della lettera pubblica, per affrontare un tema scottante e difficile, non più dibattuto come un tempo, a dispetto della sua gravità e diffusione: la droga e i danni che produce alla nostra esistenza. Le sostanze stupefacenti oggi vengono percepite come produttrici di stimoli di piacere, di successo, di migliori performance, e per questo c’è chi sceglie responsabilmente di utilizzarle. Andreoli, puntando dritto agli occhi del cuore e della mente, invece, difende il “diritto a non drogarsi” perché non c’è libertà nella dipendenza ed è convinto che sarebbe possibile soddisfare in altra maniera i bisogni umani, stando sempre dentro le relazioni. Attraverso le pagine di questo libro ci accompagna a meditare sull’identità dell’uomo e sulla sua importanza. Ci fa riflettere su come la nostra società del potere tenda ad isolarci, a renderci inadeguati. Mette in risalto l’importanza di guardare alla fragilità dell’uomo come ricchezza, perché la fragilità contiene la necessità della relazioni. “Solo nella fragilità si costruisce una comunità intesa come condivisione e non come lotta”. Ci accompagna a riscoprire l’umanesimo inteso come “mettere l’uomo sullo stesso piano di ogni uomo… conoscere l’uomo, ascoltarlo e poi comprenderlo… vivere secondo giustizia per costruire la serenità”. Andreoli parla della ricchezza creativa dell’uomo e di tutte le sue potenzialità, ma anche di principi, regole e coerenza. Leggendo questo libro in ogni pagina si sente la passione e l’amore che Andreoli ha per l’uomo, “l’uomo così com’è con tutti i limiti, che in realtà sono risorse di relazione, quindi un mezzo per unirsi”. Emanuela Evi 17


La pagina dei Giochi

Pasticceria

Milano V.le Coni Zugna, 57 20144 Milano 02 89403338 ­ 02 89400661 e­Mail : info@pasticceriaclivati.com

18


Rubrica Poesia

Il mese della mamma Maggio è celebre da sempre per i suoi colori, i suoi temporali improvvisi, le sue festività... e in particolare PER LA FESTA DELLA MAMMA. In questa festa ecco che si apprezza l’impegno, il lavoro gratuito di ogni madre; sì perchè quante volte abbiamo ringraziato la nostra mamma per il tempo che ci dedica? Forse mai, ci pare qualcosa di scontato. Ogni madre si prende cura dei propri figli per sua scelta, per un amore incondizionato, si prende cura di noi figli e figlie senza chiedere nulla in cambio. Riflettiamo attentamente sul grandissimo e faticosissimo compito che attende ogni madre quando sceglie di allevare un bambino. In effetti, se ci pensiamo, non è per niente semplice tenere tranquillo un neonato durante la notte, insegnare a un infante i suoi primi passi, a un bambino la lettura, controllare un adolescente più o meno responsabile... Sta di fatto però che, pure io che non sono (fortunatamente) ancora una madre, riesco a percepire la felicità che esprime una mamma quando fa qualcosa per il suo bambino e vede che è riuscita a farla al meglio. Per questa festa importante ho scelto una poesia di Giuseppe Ungaretti, molto profonda e significativa.

La Madre

E il cuore quando d'un ultimo battito avrà fatto cadere il muro d'ombra per condurmi, Madre, sino al Signore, come una volta mi darai la mano. In ginocchio, decisa, Sarai una statua davanti all'eterno, come già ti vedeva quando eri ancora in vita.

Branco Gruppo MI 5/92

L’uscita di san Giorgio

Questa uscita con gli scout è forse stata la più di divertente dell’anno. È cominciata nell’oratorio di san Nicolao, in via Dalmazia. Lì abbiamo dormito insieme al gruppo del Milano 5 e, la mattina di domenica ci siamo spostati con i mezzi per arrivare al Parco Lambro, dove ci siamo ritrovati con tutti i branchi della zona e dintorni. San Giorgio, infatti, è il patrono degli scout e in questa occasione ci si riunisce con gli

altri gruppi, si ritrovano vecchi capi e vecchi amici per passare la giornata insieme. La prima attività dell’uscita aveva come protagonista il corvo Koran, che voleva rubare tutti i colori del mondo e crearsene uno suo tutto nero, in cui lui era il sovrano. Il branco, diviso in gruppi, doveva far trionfare un arcobaleno di colori. In seguito, è stata la volta di “Scalpo”, un gioco famoso tra noi, che ci entusiasma sempre molto. Successivamente siamo andati in chiesa ad assistere alla messa e infine sono venuti i nostri genitori a prenderci. Anche questa uscita ci ha regalato, come sempre, nuove emozioni e l’occasione per stringere nuove amicizie. Francesco Boschiroli

Reparto Gruppo MI 5/92

Lezioni di pronto soccorso

Come ogni anno, all’arrivo della primavera, si celebra il San Giorgio che permette a tutti gli scout della Lombardia sia di specializzarsi in competenze utili alla vita di reparto, sia di socializzare con ragazzi coetanei. La nostra squadriglia ha partecipato al campetto di pronto soccorso a Turbino. Lì abbiamo appreso molte nozioni su come prestare soccorso a coloro che ne hanno bisogno. Tra cerotti e fasciature, barelle e scottature il tempo è volato.

A parte la pioggia, che non è stata d’aiuto, siamo riusciti a divertirci e a imparare comunque! Senza nemmeno avere tempo di riposarci siamo già in viaggio per il campetto, il quale sarà un’ottima occasione per cominciare a dare vita alla nostra impresa di reparto: BREEZE (liberamente tratto da GREASE). Vi faremo sapere luogo, ora e data. Venite numerosi. La squadriglia degli scoiattoli

Alzerai tremante le vecchie braccia, come quando spirasti dicendo: Mio Dio, eccomi. E solo quando m'avrà perdonato, ti verrà desiderio di guardarmi. Ricorderai d'avermi atteso tanto, e avrai negli occhi un rapido sospiro. G.Ungaretti, da Sentimento del tempo 1929 L’autore rivolgendosi alla madre, esalta il ruolo di tutte le madri nella vita degli uomini sia quando essi sono in vita sia dopo la morte. AUGURI DUNQUE A TUTTE LE MAMME E UN GRAZIE SINCERO PER TUTTO QUELLO CHE RIUSCITE A TRASMETTERE AI VOSTRI FIGLI! Alessandra Busacca 19


Calendario Appuntamenti Quando?

Cosa?

Per chi?

Domenica 10 maggio per genitori e bambini Consegna del Vangelo ore 18:00 di 3^ elementare Domenica 17 maggio Professione di fede solenne per i ragazzi di 3^ media ore 9:30 Venerdì 22 maggio partenza ore 16:00 Domenica 24 maggio ore 16:00 Sab 30/05 ‐ Dom 31/05

Presentazione FOM dell‘Oratorio Estivo

per tutti gli adolescenti educatori

Saggio della Scuola di Danza per tutti! presso il Teatro Smeraldo del Teatro Oscar Festa dell'oratorio

per tutti!

Domenica 31 maggio Mandato degli educatori per tutti gli educatori ore 9:30 per l'estate Domenica 31 maggio Campanellino d'oro per tutti! ore 19:30 Sabato 6 giugno Saggio della Scuola di Titolo: Viaggi nel tempo ore 21:00 Recitazione del Teatro Oscar (allievi del corso ragazzi) Martedì 9 giugno Saggio della Scuola di Titolo: Fiori d'Acciaio ore 21:00 Recitazione del Teatro Oscar (allievi del corso adulti) Venerdì 12 giugno Saggio della Scuola di Titolo: Rumori fuori scena ore 21:00 Recitazione del Teatro Oscar (allievi del corso giovani) Prima settimana Lun 15/06 ‐ Ven 19/06 per tutti! di Oratorio Estivo Lun 15/06 ‐ Ven 19/06 Lun 22/06 ‐ Ven 26/06

Seconda settimana di Oratorio Estivo

per tutti!

Venerdì 26 giugno

Festa di fine Oratorio Estivo

per tutti!

Lun 29/06 ‐ Sab 04/07

Vacanza a San Simone 1° turno

Bambini dalla 1^ alla 4^ elementare

Sab 04/07 ‐ Sab 11/07

Vacanza a San Simone 2° turno

Ragazzi dalla 5^ elementare alla 3^ media

Non soggetto ad imposta. Stampa presso tipografia esterna Tiratura 1100 copie.

24

Stage estivo della Scuola di per le allieve interessate Danza del Teatro Oscar


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.