Diogene mar apr 2014

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il Giornale di Scalea fondato nel 1947 da Mario Manco

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esce quando può

i pazzi aprono le vie che poi percorrono i savi

Periodico indipendente d’informazione, di approfondimento e opinione

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Anno XVIII • N° 2 Marzo • Aprile 2014

RESTARE UNITI PER SALVARE SCALEA! di Nando Manco

Dopo la pesantissima vicenda giudiziaria che, ormai dall’anno scorso, ha azzerato i vertici amministrativi del Comune di Scalea, bisogna riflettere sia su quale futuro si vuole ipotizzare e si può costruire per la nostra cittadina e sia su quale strada imboccare, da qui a breve, per portare la popolazione fuori dalle secche che

appaiono averla oggi immobilizzata. La premessa è che non bisognerà disperdere le forze, ma sarà necessario restare uniti per poter remare ed approdare ad un porto sicuro: la nostra città potrà salvarsi solo se, tutti o buona parte di noi, saremo capaci di collaborare con una certa unità di intenti e con univocità di prospettive. Ciò è condizione indispensabile per rilanciare la (nostra) economia locale, con intelligenza e (...) in seconda...

OPERAZIONE PLINIUS: L’ITER PROCESSUALE

I PRIMI RISCONTRI!

L’operazione Plinius, gli ipotizzati legami fra criminalità organizzata e dirigenza apicale del comune di Scalea, che, il 12 luglio dell’anno scorso,

portò in carcere un nutrito gruppo di accusati, tra cui i vertici politico-amministrativi, funzionari e persone che “ruotavano” (...) in terza... Aspettando tempi migliori... di Ercole Serra

L’editoriale... di Giovanni Celico

LE “VISITE STORICHE”... A LUCANIA E CALABRIA!

Il Presidente del Consiglio, attualmente in carica, il giovanissimo Matteo Renzi, già Sindaco di Firenze e Presidente dell’Amministrazione Provinciale toscana, che non ha il “ruolo di parlamentare”, appartenente al Partito Democratico, di cui ha conquistato la segreteria nazionale da pochi mesi, è stato “in visita” in Calabria, precisamente il 26 mar-

zo u.s., a Scalea, cittadina “colpita”, nell’estate dell’anno scorso, da pesanti vicende giudiziarie che hanno coinvolto e sconvolto i vertici amministrativi locali, tuttora in carcere, con accuse pesantissime (tra le altre quella di associazione mafiosa) che in verità hanno “lasciato” l’operoso popolo locale attonito, anche se non del tutto impreparato... all’evento, stando ai commenti che si raccolgono... per strada! Si augura e si... (...)

SCALEA PUNTO E A CAPO... È TUTTO DA RIFARE!

A quasi 10 mesi di distanza dai noti e brutti fatti del 12 luglio 2013, ritengo opportuno esternare alcune mie riflessioni sul futuro riservato alla nostra millenaria Città. Tralasciando gli aspetti giudiziari della vicenda, perché di competenza esclusiva degli Organi istituzionali preposti, cercherò di analizzare le prospettive ammini-

strative e politiche di Scalea, atteso che devono trascorrere diciotto mesi, e forse altri sei in più, di gestione commissariale disposta dal Governo dopo lo scioglimento del Comune. Quindi, per andare alle elezioni amministrative ed eleggere il nuovo Consiglio comunale, bisognerà attendere almeno l’autunno del 2015. Intanto la situazione della Città è molto precaria ed aleggiano su di essa, come (...) in quarta...

in terza...

ELOGIO A DON FRANCO CHE RIATTIVA LA CONFRATERNITA

di Gian Enrico Zamprotta È sufficiente accendere un televisore, per avvertire un martellamento di inviti a partecipare ad azioni di solidarietà, promosse da varie associazioni senza scopo di lucro, che si prefiggono di aiutare, assistere e/o confortare le più disparate categorie di persone afflitte da disagi di ogni tipo. Il fenomeno appare come un recente fermento in favore di fratelli meno fortunati: gli amanti del gergo politichese chiamano questo fervente attivismo “Terzo Settore”, gli esperti di statistica raccontano di centinaia di migliaia di persone impegnate, a titolo gratuito, in azioni di volontariato, tanto da risultare quasi una indispensabile risorsa per il Paese. Anche nella nostra Scalea il vento della solidarietà sta soffiando ed assistiamo ad un proliferare di associazioni a vario titolo: vere e fasulle, utili e inutili. Certo, se lo spirito è quello giusto e onesto ed animato da cause protese verso la comunità… e i bisognosi, che ben vengano! Faccio riferimento, in particolare, alla secolare esistenza delle Confraternite. (...) in sesta...

FIGURE IMPORTANTI E DA NON DIMENTICARE: MICHELE TENUTA di Nando Manco

La caduta di valori e la conseguente crisi devastante, che stanno sconvolgendo la odierna società italica, spingono a ricercare, seppur nella memoria, gli esempi di uomini veri ed onesti che, in un recente passato, con la loro rettitudine, hanno lasciato un solco profondo nella comunità locale. Da questo numero, infatti, cercheremo di occuparci di grandi e stimate figure di scaleoti, spesso e a torto dimenticate, la cui vita può essere di esempio per tanti giovani. Logicamente, questa “pagina” resterà aperta e a disposizione di quanti, fra i concittadini, sono a conoscenza di storie riguardanti anche personaggi rimasti, ingiustamente, nell’anonimato. (...) in quinta...

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Marzo • Aprile 2014

PRIMO PIANO

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OBIETTIVO: RESTARE UNITI PER SALVARE SCALEA! di Nando Manco

(...) ragione, per far ripartire il commercio e la produttività, per creare lavoro e far circolare capitali all’interno del nostro territorio: non si possono più cercare scuse, magari per investire (portare) denaro fuori Scalea. Ma questi primi, fondamentali passi necessitano avere, per sottofondo, lo stare uniti, almeno formalmente, e affrontare insieme il destino di Scalea: solo con l’aiuto di tutti si potrà ricomporre il “mosaico”, di un tempo lontano, salvando il nostro territorio dalla distruzione, sia sul versante turistico e culturale, sia su quello ambientale e monumentale. L’operazione Plinius, del 12 luglio dell’anno scorso, ipotizzando legami fra criminalità organizzata e dirigenza apicale del comune di Scalea, ha portato in carcere un nutrito gruppo di accusati, tra cui i vertici politici, alcuni funzionari e diverse persone che “ruotavano” intorno all’ente locale, la cui gestione, azzerata per infiltrazioni, è stata intanto assunta da una commissione speciale (decreto del 25 febbraio c.a.), insediatasi a Scalea con la funzione e l’intento anche di riportare il bilancio comunale in pareggio. Ma forse ciò non potrà bastare e bisogna prendere atto che i tempi della parentesi straordinaria saranno lunghi e che Scalea, debiti a parte, rischia di rimanere per anni in precarie e tragiche condizioni. Sarà pertanto necessario utilizzare, fin da ora, tutte le migliori potenzialità locali per rendere il compito dei Commissari più facile e più semplice, dando loro suggerimenti appropriati e formulando proposte dettate dal cuore, oltre che dalla ragione, con l’amore che nutriamo verso Scalea. La sentenza emessa il 31 marzo 2014 è un avvertimento e una sirena d’allarme a tutte le persone per bene e di buona volontà, che sono tantissime nel nostro paese, ed è una esortazione a ognuno di noi a non abbassare la guardia e, nel contempo, rappresenta uno stimolo a rimboccarci le maniche per lavorare tutti quanti al bene comune e alla rinascita della città. Centro storico, lungomare, ambiente, viabilità e arredo urbano sono solo alcuni dei beni che vanno curati e migliorati e, nonostante le difficoltà risapute e arcinote, tutti abbiamo il dovere di sforzarci di risalire la china della nostra deficitaria classifica sul versante della bellezza, del decoro e della vivibilità! Scalea, anche se “bene mondiale”, ha bisogno di essere salvata, oltre che dai suoi abitanti, perché no, soprattutto dai proprietari di seconde case, ai quali va il nostro caro saluto e il nostro affetto, trattandosi di Scaleoti acquisiti che hanno scelto il posto venendo magari da lontano e con grandi speranze di potersi ritagliare un angolo di eccellenza... al sole, circondato da bellezze naturali incomparabili e da profumi mediterranei. Però, purtroppo, il tutto è stato messo in discussione dall’egoismo, a volte sfrenato e sfrontato, dalla faciloneria e dall’avventata spregiudicatezza di alcuni amministratori, protagonisti, nel recente passato, della costruzione di un quadro desolante e di un abissale degrado, morale e sociale, che avrebbe

...dalla prima

inquinato le nostre istituzioni, annebbiato e travolto le coscienze civili, con dannose ripercussioni per la già fragile economia del nostro paese. Degrado che ha contribuito ad affossare pericolosamente un già difficile sviluppo, specie in prossimità delle vacanze estive, da qualche anno in piena crisi di presenze e di iniziative significative, specie sul versante dell’organizzazione e dell’imprenditorialità. Questa situazione ha inoltre inflitto un colpo non di poco conto al conseguente e già difficoltoso avviamento commerciale ed economico del territorio ed alla sua rivalutazione in campo turistico-alberghiero. Ciliegina sulla torta: è stata una contestata manifestazione politica del Partito Democratico, già sostenitore dell’ex sindaco e di buona parte della giunta arrestata, a mettere in risalto le contraddizioni del momento: com’era prevedibile, nessun esponente del PD locale era presente sul palco insieme con il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, probabilmente per espressa volontà degli organizzatori, che con questo veto hanno cercato di salvare la faccia e mettersi al riparo da ulteriori critiche e polemiche. La partecipazione popolare all’evento, peraltro, è stata scarsa perché non condivisa dalla maggioranza dei cittadini di Scalea, stanca di promesse mai mantenute e dell’abbandono delle Istituzioni Centrali, specie dei vertici politici. Alla luce di quanto esposto, avvertiamo il dovere di rivolgere un invito e un appello forte ai nostri politici o a quanti, tra un anno e mezzo circa, vorranno intraprendere la strada per approdare in via Plinio il Vecchio, tentando la scalata al Palazzo di Città: evitare di farne, in questo frangente, una questione personale o di prestigio e di mettere da parte gelosie, invidie, boria, pettegolezzi e atteggiamenti schizofrenici, per trovare invece coesistenza pacifica e saggia, con un solo comune denominatore, il bene e lo sviluppo da troppo tempo in sonno. Scalea va prima ed innanzitutto amministrata col cuore e con l’amore, senza bisogno di prime donne e di maghi. È finito il tempo di portare o “mandare” in Comune... gente a casaccio, portatori sparsi di voti e con famiglie allargate… spesso privi della minima capacità amministrativa, spinti solo dal gusto di mettersi in gioco e, in testa, il “famoso” pennacchio, che nulla ha aggiunto alla crescita comune ma, anzi, ha generato solo ulteriore impoverimento collettivo. Dopo avere scialacquato consensi in modo esageratamente spaventoso, sin da ora, dobbiamo riscoprire e rivalutare l’importanza del voto, che non va disperso o dato in modo gratuito e subdolo. Bisogna ritornare a credere alla politica come servizio e, soprattutto, occorre riconquistare quei giovani delusi, disinteressati, arrabbiati ed amareggiati, scappati via, che non vogliono più sentirne parlare e che hanno dato libero sfogo all’antipolitica. Ecco, se si riuscirà a cambiare mentalità, metodo e sistema, scegliendo e valutando solo ed esclusivamente i soggetti in campo, per scala di merito, mettendo definitivamente da parte comportamenti

paesani e retrogradi, forse qualcosa di buono e costruttivo si riuscirà a realizzare per poter guardare, poi, a soluzioni future e moderne e riscattare e recuperare una delle realtà cittadine più belle del Sud e dell’intera Calabria. Insomma: “’A Scaljìa nosta” deve ora rinascere dalle sue ceneri! Ognuno operi per raggiungere questo obiettivo primario, vitale e sacrosanto! Tutti insieme dunque: salviamo Scalea! N.d.R. Certo, il “regalo” confezionatoci in prima serata dagli inviati di LA7 è stato un vero atto di sciacallaggio. Ci riferiamo a “La gabbia”, condotta da Gianluigi Paragone, e a “Piazza pulita”, di Corrado Formigli, che di Scalea hanno mostrato immagini da terzo mondo e interviste assai discutibili. Formigli, poi, nel chiedere al sindaco veneto di Cordignano, Roberto Campagna, cosa pensasse del servizio andato in onda sulla Calabria, non ha avuto nemmeno il coraggio di pronunciare il nome Scalea, facendosi schermo e scudo con le parole: “luogo desolato”! La vera desolazione, visti gli ascolti, è stata la sua trasmissione, che definire orrida è... poco. Fortunatamente, a prendere le difese della nostra terra è stato Vittorio Sgarbi, che ben conosce Scalea per esserci stato 4 volte, il quale ha definito la Calabria «uno dei posti più belli del mondo» e «onestissima» la gran parte dei suoi cittadini. A chiudere la rassegna delle negatività televisive, non poteva mancare un servizio sulla sanità locale trasmesso su Tv7, a proposito del quale osserviamo che i pochi minuti dedicati alle strutture ospedaliere di Scalea e Praia a Mare potevano essere curati meglio e meglio approfonditi, senza cadere in ripetizioni e in luoghi comuni triti e ritriti, di cui erano infarcite sia le domande del conduttore Riccardo Giacoia sia le risposte degli intervistati. q

SENSAZIONE DI IMPOTENZA

È mortificate assistere (impotenti e senza poter agire) al tentativo di distruggere l’immagine del mio paese e della Calabria da parte di alcuni media nazionali. I giornalisti di La7 avevano cercato di intervistare anche il sottoscritto... avvertita l’antifona, avevo cercato di fare capire agli inviati cronisti, che la mia città e tutt’altra cosa, ma probabilmente per scelta tecnica e/o di indirizzo “audience televisivo” hanno preferito trasmettere le interviste più “drammatiche” e scellerate. Anche se stiamo vivendo il periodo più buio della nostra storia, dico ai miei concittadini, ricordatevi... dopo la notte, sorge sempre il sole! q Palmiro Manco

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PRIMO PIANO PLINIUS: PRIMI RISCONTRI PROCESSUALI!

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...dalla prima

(...) intorno all’ente locale, la cui gestione, sciolta ufficialmente per infiltrazioni mafiose, è stata intanto sostituita da una commissione speciale (decreto del 25 febbraio c.a.), ha avuto, nei giorni scorsi, un primo riscontro processuale, nel grado preliminare di giudizio. Assunta Maiore, Gup Distrettuale di Catanzaro, accogliendo in parte le richieste del P.M. Vincenzo Luberto, ha infatti condannato i primi otto imputati, che avevano scelto il rito abbreviato, alle seguenti pene, naturalmente bisognerà attendere, per una conferma o per eventuali mutamenti, gli altri due gradi di giudizio: Pietro Valente, 51 anni, di Scalea, 12 anni e 8 mesi di reclusione (richiesti 13 anni); Francesco Galiano, 44 anni, ex assessore alla protezione civile ed all’arredo urbano di Scalea, 7 anni e 4 mesi di reclusione (richiesti 10 anni); Antonio Stummo, 30 anni, ex assessore al commercio di Scalea, 4 anni e 8 mesi di reclusione (richiesti 9 anni); Francesco Saverio La Greca, 38 anni, di Santa Domenica Talao, 4 anni e 8 mesi di reclusione (richiesti 9 anni); Roberto Cesareo, 46 anni, di Cetraro, 3 anni e 4 mesi di reclusione (richiesti 7 anni); Andrea Esposito, 38 anni, di Cetraro, 3 anni e 4 mesi di reclusione (richiesti 7 anni); Antonio Pignataro, 50 anni, di Cetraro, 3 anni e 4 mesi di reclusione (richiesti 7 anni); Franco Valente, 59 anni, di Scalea, 3 anni e 4 mesi di reclusione (richiesti 7 anni). Le motivazioni, quando saranno rese pubbliche, forniranno una traccia sicura per comprendere l’orientamento della “giudicante” anche se, ed è evidente, tutto sommato, l’accusa, posta a base di questo troncone del “grande processo”, ha retto. Naturalmente non si possono ipotizzare, all’atto, i riflessi che questa decisione potrebbe o potrà avere sul processo parallelo, il troncone principale, che si sta svolgendo a Paola con il rito normale. Infatti, e ad esempio, molti imputati, come l’ex sindaco Pasquale Basile, l’ex consigliere comunale Luigi De Luca, l’avv. Mario Nocito, Mario Stummo, Alvaro Sollazzo, Cantigno Servidio, Giuseppe Silvestri e tutti gli altri, hanno optato per la strada processuale “normale”, anche se, alla fine ed ove mai, non potranno godere dello sconto di un terzo della pena. Proprio a Paola, in sede di escussione testi, nell’ambito del “processo principale”, sono stati sentiti, il 15 ed il 17 aprile c.a., l’avv. Mauro Campilongo, già consigliere comunale di opposizione, parentesi Basile, aveva rivestito in passato, amministrazione Russo, la carica di vice-sindaco, ed il dr. Alessandro Bergamo, anch’egli consigliere comunale di minoran-

il Gran Caffe’ del Centro

za, anche durante il triennio Basile, noto esponente politico. L’avv. Campilongo, secondo quanto riportato dai media, sarebbe “uno dei testimoni chiave” e la sua deposizione si è risolta, in prima e seconda battuta, con ben “dodici ore di esame e controesame”: l’interrogatorio di questo teste basilare è stato portato avanti, in due giornate, dal P.M. Vincenzo Luberto, che non avrebbe “lasciato alcun angolo inesplorato”, così come dagli avvocati difensori degli imputati. I fatti e gli episodi al centro della testimonianza Campilongo sono stati diversi: i terreni demaniali, l’atto intimidatorio all’agenzia immobiliare Mattoni casa, l’acquisto all’asta dei magazzini del residence il Gabbiano, le giostrine, i rapporti difficili con l’ex assessore De Rosa, ecc. Per dare un’idea della fondamentalità del teste avv. Mauro Campilongo: in ben cinquanta pagine, delle 450 allegate al provvedimento restrittivo, compare il nome del legale. Durante la testimonianza Bergamo, ex consigliere comunale ed ex deputato, è riemersa la intimidazione subita a due giorni dalle elezioni del 2010: colpi di pistola sulla carrozzeria della Opel parcheggiata lungo corso Mediterraneo, con altri resoconti legati ad altre intimidazioni sempre rapportate “al periodo delle elezioni”. Insomma un quadro abbastanza pesante che va lentamente delineandosi, come in ogni processo complesso, e che dovrà essere completato, approfondito e verificato nei mesi prossimi. Ma tornando al procedimento che si è celebrato, in prima istanza, a Catanzaro, c’è da sottolineare che il Gup ha riconosciuto il danno da corrispondere, in separata sede, ad alcune delle Parti civili costituitesi, escludendo però da queste la posizione di Francesco Fazio. N.d.R. Solleva sicuramente qualche perplessità la pesante condanna piovuta addosso al trentenne Antonio (Gianmarco) Stummo che potrebbe stroncare, sul nascere, l’avvenire promettente di un giovane laureato, educato, gentile e sempre disponibile con tutti. Ecco, alla luce della prima decisione assunta dai giudici, non vogliamo neppure pensare che l’ex assessore comunale stia pagando qualcosa in più del dovuto a causa di un cognome, in un recente passato troppo scomodo. Senza volere intenerire il cuore di nessuno, ricordiamo che, soli pochi mesi fa, Gianmarco Stummo ha perso, a causa di una brutta malattia, la giovane e amata mamma, alla quale, purtroppo, non è potuto stare vicino perché già in regime di custodia preventiva. q

Direttore responsabile, Giovanni Celico Direttore editoriale, Nando Manco Impaginazione, Creative Factory - Riccardo Caroprese Segr. di redazione, Maria Cirimele - Biagio Moliterni Foto, Archivio Diogene - Renato Giordanelli - Daniele Arieta - Mimmo Pitasi Registrazione Tribunale di Paola n° 55 del 21/07/90 Mutamenti annotati il 24/02/97

Il presente numero viene chiuso in tipografia alle ore 23,30 del 26/04/2014

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LE “VISITE STORICHE”... A LUCANIA E CALABRIA!

...dalla prima di Giovanni Celico (...) spera, è il “popolo calabrese” e in particolare quello “scaleota” che ci devono scommettere, che la “discesa” del Presidente del Consiglio in carica non sia e non si esaurisca, secondo canoni già sperimentati, in una semplice “passerella”, ma produca, per la regione e in particolare per l’alto Tirreno, risultati concreti (sviluppo, lavoro, legalità, ecc.): da cronisti, vedremo e registreremo. C’è da sottolineare che il “corpo elettorale” di Scalea potrà rinnovare, sostituendo la presenza attuale dei tre commissari straordinari nominati per la gestione della cosa pubblica, il suo consiglio comunale, e quindi indicare un sindaco, una giunta, ecc., solo fra diversi mesi, circa due anni almeno, e che pertanto vi è e vi sarà tutto il tempo per riflettere e per poi scegliere, si spera al meglio, per il futuro di questa cittadina che sicuramente, sia dal punto di vista turistico che commerciale, è una “punta avanzata” della costa ad ovest della provincia cosentina. Per la cronaca, anche nel “passato”, e ne ripercorreremo alcune più significative, vi sono state “visite” eccellenti, di “vertici” dello Stato, sia in Basilicata che in Calabria, con conseguenze pratiche, che ne sono scaturite, che si possono definire, a seconda dei tempi, delle modalità, degli obiettivi, delle speranze, ecc., accettabili anche se non del tutto soddisfacenti. Una premessa storica d’obbligo: la Lucania ha avuto, agli inizi degli anni ‘70 dell’altro secolo, un Presidente del Consiglio, Emilio Colombo, che già da Ministro, soprattutto del Tesoro, molto aveva “operato” per la sua regione di appartenenza. Un altro richiamo “storico” con riguardo alla medesima regione: nel settembre del 1902 Giuseppe Zanardelli, Presidente del Consiglio dell’epoca, intraprese un viaggio proprio “attraverso la Basilicata”, con la Calabria una delle regioni più povere del Regno, dalla cui “sconvolgente esperienza” scaturì la “Legge Speciale Basilicata del 23.02.1904”, grazie alla quale un qualche “sollievo”, le popolazioni del tempo, ebbero a loro favore. Durante il tempo di “Faccetta Nera”, il Duce “scese” in queste due regioni, Lucania e Calabria, ma solo per “attraversarle”: “passò”, su di un treno ad alta velocità, mentre, con i gagliardetti al vento, i “Fasci” locali, in ogni stazioncina ferroviaria, salutarono l’allora Presidente del Consiglio che si recava... ancora più a sud! Un inciso di cronaca: dal 1861 al 1946, nell’allora Regno d’Italia, si “alternarono” quattro Sovrani, 30 Presidenti del Consiglio dei Ministri, appartenenti alla Destra Storica (i primi due) e alla Sinistra Storica la maggioranza dei restanti. Dal 1946 ad oggi, invece, l’Italia, ormai Repubblica e non più Regno, ha avuto 11 Presidenti della Repubblica, 27 Presidenti del Consiglio dei Ministri, per 63 governi che si sono succeduti (alcuni dei suddetti hanno presieduto e guidato più governi, come Andreotti che è stato a capo di 8 gabinetti), e sono state registrate, con la “visita in Calabria del Presidente della Repubblica dell’epoca Giuseppe Saragat”, almeno due altre “storiche” presenze. Nel 1961 e nel 1963, Amintore Fanfani, Presidente del Consiglio, aveva ricoperto, per la prima volta, la stessa carica nel 1954, si portò nel sud d’Italia e la sua venuta in Calabria, nel 1961, “coincise” con la ormai nota “vicenda” delle vacche dell’Opera Valorizzazione Sila (gli stessi capi venivano...trasferiti da una fattoria ad un’altra durante la visita del Presidente del Consiglio che...“si accorse” dell’inganno). Un “personale ricordo”: con tutte le autorità provinciali dell’epoca, con i compianti senatore Giuseppe Mario Militerni ed onorevole Gennaro Cassiani, nonché con i “vertici” della D.C., del P.S.I., del P.C.I., del P.R.I., ecc., cosentini, anche un “folto gruppo di giovani” accolse l’illustre statista proprio sul “confine” tirrenico, tra la Provincia di Catanzaro e quella di Cosenza. Altri tempi... ed ormai un’altra storia! q


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SCALEA PUNTO E A CAPO... È TUTTO DA RIFARE!

di Ercole Serra (...) macigni, tante problematiche che vanno discusse, affrontate e risolte pressantemente perché, oltretutto, si sta avvicinando la stagione estiva con il preventivato arrivo di circa centocinquantamila turisti. Quindi, dovranno essere attuate tutte quelle iniziative per accogliere tanta gente con i più efficienti ed efficaci servizi logistici al fine di consentire a tutti i villeggianti un sereno soggiorno e godersi il nostro mare, i nostri beni culturali ed ambientali e le nostre antiche tradizioni. A tal riguardo, è opportuno predisporre un efficiente servizio per la raccolta dei rifiuti urbani e, con l’attivazione definitiva della differenziata, un’adeguata pulizia e sistemazione delle strade e l’eliminazione di tante piccole discariche presumibilmente abusive dove, pare, si butti ogni genere di rifiuti. A questo problema si aggiunga quello relativo il randagismo, atteso che in alcuni rioni, per esempio nella zona “Cimalonga”, come in via Lauro di fronte al “parco 2000” e in altre ancora, gironzolano branchi di cani che potrebbero essere pericolosi. Appare, quindi, prioritario adottare, con urgenza e necessità, tutti i provvedimenti del caso previsti dalla legge, anche nell’interesse degli stessi animali randagi che vanno ricoverati, invero, in appositi canili autorizzati e gestiti a norma. Occorre, inoltre, disciplinare con un apposito regolamento l’utilizzo delle spiagge libere dove, specialmente nei mesi di luglio ed agosto, accedono villeggianti oltre la capienza, invadendo la battigia con ombrelloni, sedie, tavolini e quant’altro. Anche in queste spiagge ancora

...dalla prima

libere, come quella dell’Ajnella, occorre installare alcuni servizi pubblici, quali docce e cestini per rifiuti, oltre a liberare la “grotta del pallino” dall’accumulo di sabbia e ghiaia depositatosi con le mareggiate. Negli spazi liberi lungo via “Ruggiero di Loria”, che costeggia i lidi, bisogna regolamentare i parcheggi, liberi e a pagamento, adottando tariffe adeguate alla crisi economica attuale e, se possibile, migliorare l’arredo urbano, fermo a quarant’anni fa tenendo conto anche dell’areaparcheggio adiacente il ristorante “Vigrì”. Infine è necessario porre l’attenzione sulla tutela e sulla valorizzazione del nostro pregevole patrimonio culturale, artistico ed ambientale, in particolare nel nostro Centro storico, le cui piazze e i cui slarghi vanno liberati dal traffico a motore, pedonalizzati e resi godibili ai visitatori. Per quanto riguarda l’accesso viario all’antico borgo, è necessario aprire almeno la strada che attraversa Piazza Caloprese (sul lato destro, da sud a nord) e percorre via Aldo Scoppetta, Via Mons. Antonio Didona e via Vittorio Emanuele III, fino al Castello. Scalea ha bisogno di posti di lavoro, incentivazioni per la pesca (anche senza porto), l’agricoltura e l’allevamento, attività che nella sua storia sono stati i settori trainanti, più efficienti e produttivi dell’economia locale. Insomma c’è tanto da fare e noi Scaleoti, nel corso di questo lungo periodo di commissariamento, dobbiamo confidare nella professionalità e competenza degli attuali Commissari, alti Dirigenti dello Stato, i quali stanno gestendo il nostro Comune già da

qualche mese. La parentesi della visita del Presidente del Consiglio Renzi deve essere per tutti gli Scaleoti una spinta per ricominciare daccapo e collaborare alla rinascita della nostra Città, anche senza il richiesto aiuto da Roma. La manifestazione del 26 marzo, nonostante le polemiche e le tante pecche organizzative, rimarrà un evento da ascrivere alla storia di Scalea, Patria del filosofo Gregorio Caloprese, la nostra massima figura culturale a cui è intitolata la Scuola Media Statale che, non a caso, è stata visitata dall’attuale premier. Per quanto è accaduto a Scalea nell’ultimo cinquantennio politico ed amministrativo, molti suoi “protagonisti” del passato e del presente, in positivo e in negativo, chi più chi meno, dovrebbero farsi un esame di coscienza e decidere se è il caso di continuare a rimanere in “piazza”, oppure mettersi da parte, facendo autocritica e un passo indietro. Al tempo in cui disamministravano la città, pochissimi ed ingiustamente perseguitati e diffamati erano quelli che lottavano contro i loro metodi di governo, mentre quelli che stavano soltanto a guardare erano molti e quelli che si conformavano al potere, con la loro atavica indolenza e malevolenza, erano moltissimi. Oggi non è più tempo di recriminazioni e polemiche inutili, ma è tempo di guardare avanti e innovare nell’azione amministrativa e politica, nelle coscienze, nella mentalità, nonché nel modo di agire, di comportarsi e di pensare. Riprendendo una celebre frase dal grande ciclista Gino Bartali possiamo ben dire che anche a Scalea «l’è tutto da rifare»! q

UNO SPIRAGLIO DI SPERANZA Il dato che abbiamo registrato come semplici Presidenti di Circolo (amiamo più la parola Coordinatore tra i nostri amici e iscritti) sul campo nella tre giorni di Roma, è stato il senso di “speranza”. Il Centrodestra è avvitato su se stesso e la schizzofrenia degli ultimi mesi, soprattutto nel corpo forte che lo sostiene (FI), ha gettato migliaia di persone nel “caos”. Il perno sul quale si reggeva tutto un Mondo perde progressivamente pezzi e colpi: tra addii di Big e punti percentuale. Questo è un dato oggettivo. Quello che mancava nell’Area era proprio un punto di ri-equilibrio e di buonsenso. Alcuni vanno verso il secessionismo spinto; altri vogliono uscire dall’euro facendone un mantra politico; altri sono nostalgici di vecchi fasti che ormai non ci sono più; varie ed eventuali. In tutto

questo ci sono i semplici cittadini smarriti, impauriti, devastati da una guerra economica mostruosa. Cittadini in ginocchio che girano con “occhi spenti e vuoti”. Cittadini della nostra Area che non avevano più un briciolo di speranza per il futuro. Proprio questo è stato il dato più bello e politicamente interessante di queste giornate: ri-vedere la SPERANZA affiorare tra un discorso e l’altro; vedere la sua fiamma negli occhi delle persone. Non siamo stati in disparte, ma abbiamo parlato e ci siamo confrontati con tante realtà per sentire, capire, captare. Crediamo che la rivelazione sia stata e sarà propria questa: SPERANZA. Crediamo che la vera novità di questo appuntamento sia proprio la ri-nascita della SPERANZA, anche e soprattutto per la nostra terra, così vilipesa, così martoriata dagli stessi abitanti, così poco considerata dai nostri rappresentanti. Ettore Biondi, Adolfo Aronne, Domenico Forestieri, Stefano Candia: presidenti circoli NCD Scalea, Orsomarso, Marcellina q

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PRIMO PIANO

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Figure importanti e da non dimenticare: Michele Tenuta

LA CULTURA E L’ONESTÀ COME PUNTI CENTRALI DELL’ESSERE UMANO di Nando Manco

MICHELE TENUTA (1915/2000) Abbiamo pensato di inaugurare questa rubrica con un ricordo di MICHELE TENUTA, attento socio e collaboratore acuto del nostro giornale, scomparso il 1° novembre del 2000. Nato nella vicina San Nicola Arcella, ma vissuto sempre a Scalea, l’avvocato Tenuta è stato un uomo di grande onestà, un intellettuale di elevato spessore umano e, come legale, un professionista estremamente disponibile verso tutti fin dai difficili anni del dopoguerra. Tantissimi lasciavano Scalea ed il Sud, ma lui volle rimanere nella sua Terra. Nella sua Scalea, umile tra gli umili. Ma, ciò che lo ha caratterizzato maggiormente è stato il suo alto senso del dovere, l’amore per la Patria e la coerenza morale e politica. Egli, infatti, è stato sempre determinato nelle sue convinzioni, con dignità e coerenza, predicando, da ottimo oratore qual era, il suo credo politico in ogni angolo e a tutti i ceti sociali, senza mai offendere nessuno. L’avvocato Tenuta era un uomo di destra, i cui ideali abbracciò fin da giovanissimo e testimoniò con fermezza e coraggio nel secondo dopoguerra, quando, chi osava professarli pubblicamente, era guardato con sospetto e veniva spesso emarginato dalla vita sociale e lavorativa. Rifiutò di candidarsi al Senato per la DC in un collegio sicuro qual era il nostro. Preferì rimanere coerente alle sue idee. Prima di aderire ad Alleanza Nazionale, fu iscritto fin dalla fondazione al Movimento Sociale Italiano, intessendo un forte rapporto con Giorgio Almirante, che aveva conosciuto di persona a Scalea nella primavera del 1985, rimanendone entusiasticamente affascinato nel corso di un memorabile ed affollatissimo incontro pubblico tenutosi presso l’Hotel Santa Caterina. Suoi fraterni amici furono i compianti avvocati on.li Nino Tripodi, Raffaele Valensise e Benito Falvo, nonché gli indimenticabili Ugo Verrina e Orlando Mazzotta. Tutti venivano a comiziare a Scalea e Michele Tenuta era lì a presentarli ai suoi concittadini come esempi da seguire. Michele Tenuta aveva una concezione “alta” della politica e della professione: a lui non interessavano

...dalla prima

le cariche, gli incarichi e le prebende, né tantomeno le cosiddette “poltrone”, era poco interessato al denaro e ai beni di lusso e, ancora meno, alle automobili, ma non provava invidia per nessuno, sempre pronto ad aiutare la gente come uomo e come avvocato. Un vero cristiano. Prendeva simpaticamente in giro coloro che, come era solito dire, miravano a “rendere difficile il facile attraverso l’inutile”. Ricordiamo che l’avvocato Tenuta, dopo oltre tre anni di guerra, fu fatto prigioniero dagli inglesi in Africa e deportato in India, nel Campo 25° di Yol, ove rimase prigioniero per cinque lunghi anni, assieme ad altri italiani che non vollero piegarsi e “collaborare con il nemico” per ottenere benefici e libertà. Alla fine fu liberato, meritandosi la stima e il rispetto dei suoi “custodi” che lo accompagnarono alla partenza portandogli a spalla, addirittura, i bagagli e tributandogli l’onore delle armi. Un giorno, in quel campo di prigionia, lui ed altri prigionieri di guerra trovarono una gallina morta e festeggiarono l’evento con un ottimo brodo. Fu un periodo duro della sua vita, ma era orgoglioso di averlo offerto alla Patria. L’esperienza lo aveva forgiato al sacrificio e gli aveva dato la forza di continuare ad affrontare la vita con la schiena sempre ben diritta. Il suo motto era: “Dio, Patria e Famiglia”. Lo predicava e lo viveva tutti i giorni. Il suo affezionato amico e collega, Manlio Ordine, in occasione dei suoi funerali, ebbe a ricordare questo episodio, emblematico della personalità di Michele Tenuta: «A guerra ormai finita, alcuni suoi commilitoni, nel comunicargli la notizia della fine delle ostilità, si videro rispondere con fermezza dall’ufficiale Tenuta che si sarebbe arreso solo su comunicazione e relativo ordine dello Stato Maggiore dell’Esercito Italiano». Al malintenzionato di turno che cercava di intimorirlo era solito rispondere sorridendo: «Non mi hanno piegato gli inglesi… figurati tu!». Michele Tenuta si dedicò totalmente alla famiglia, alla professione, all’insegnamento dell’educazione civica (la “Scuola Agraria” di Scalea fu frutto del

suo impegno anche nella costante ricerca degli alunni nelle nostre campagne) ed alla politica. Fu anche Consigliere Comunale e socio fondatore dello storico “Circolo Cittadino”. Amava la pesca, la caccia e la natura. Ebbe grande considerazione per gli uomini colti e fu egli stesso un uomo di cultura, come ebbe modo di dimostrare collaborando, fino al 2000, con varie riviste e giornali, tra cui il Giornale d’Italia ed Il Secolo d’Italia e dando alle stampe, nel 1992, il volumetto “Spunti di verità”, che si apre con questa bellissima dedica: «Ai miei figli, perchè ricordino le sofferenze sofferte dal genitore nei campi di prigionia in India, campo XXV di Yol e ne traggano monito di onestà e di rettitudine e perché continuino nel tempo le giuste e nobili idee politiche del padre, insuperate ed insuperabili!». Insomma, un concittadino esemplare da ricordare sempre! Fin da ora, attraverso le colonne del nostro giornale, proponiamo a chi sarà al vertice dell’ente comunale al termine della gestione commissariale, la intitolazione di una via o di una piazza importante a Michele Tenuta. Ciò dovrà avvenire nell’ambito di una più generale revisione della toponomastica cittadina, dal momento che le varie Amministrazioni succedutesi negli ultimi anni alla guida del nostro Comune, hanno intitolato piazze, vie e slarghi, nonché concesso cittadinanze onorarie, spesso animate da piaggeria, a discutibili “personaggi” che poco o nulla avevano fatto per meritarlo. q

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Marzo • Aprile 2014

PRIMO PIANO

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ELOGIO A DON FRANCO CHE RIATTIVA LA CONFRATERNITA di Gian Enrico Zamprotta ...dalla prima

(...) Un argomento che, per essere trattato in modo esaustivo, necessiterebbe non soltanto di alcune righe sul nostro giornale ma, addirittura, della redazione di parecchi temi e sicuramente nello stilarli ci si potrebbe dimenticare o si potrebbe ignorare qualche importante parte o effetto del loro operato. Ma restiamo nella nostra piccola e amata Scalea. Come è sicuramente arcinoto ai nostri amati lettori, la città è dedicata alla Beata Vergine del Monte Carmelo, che ne è la Patrona. Il Monte Carmelo, situato in Palestina, è luogo di culto Cristiano fin dalla fine del 1200 e già prima, nel vecchio testamento, era considerato luogo sacro dove terra e cielo si incontravano e dove il profeta Elia ebbe il dono di incontrare Dio, il suo nome significa “Giardino Fiorito”, poiché, posto al limitare del deserto, offriva, al viandante che aveva attraver-

sato quelle aride lande, il primo luogo di ristoro da fatiche inenarrabili. Lì ebbe origine l’ordine dei Carmelitani, monaci e monache che si dedicavano alla divulgazione della religione ed all’assistenza dei bisognosi. Questi piccoli cenni erano doverosi per far comprendere come mai a tale ordine si avvicinarono anche molti laici, i quali, accettando la regola carmelitana, si riunirono in Congregazioni, assumendo il titolo di Carmeliti. Su questa onda, anche Scalea nel 1606 senti la necessità di dotarsi di una struttura simile e, nel 1883, tale congregazione fu confermata con tanto di atto notarile e statuto redatto dall’arciprete curato don Rodolfo Migliari approvati dal Capitolo episcopale nella persona del Vicario Teologo Giacinto Petroni, come ampiamente illustrato e magistralmente spiegato dal fondatore del nostro giornale in un numero speciale datato addirittura 1950. I compiti ed i doveri dei confratelli comprendevano: l’assistenza ai bisognosi, l’assistenza agli infermi, l’accompagnamento all’ultima dimora dei defunti e con il tenore di vita morigerato ed esemplare contribuire alla divulgazione della fede e della religione. A proposito dell’accompagnamento dei defunti c’era la prescrizione di effettuarla coperti dal camice e dal cappuccio scelto dalla confraternita. Questo aspetto, che a prima vista potrebbe essere scambiato per una caratteristica ostentazione, in realtà svolgeva una doppia funzione: dare l’esatta impres-

BONUS DA 80 EURO: ECCO GLI ESCLUSI

Fra le tante critiche mosse all’iniziativa ce ne sono due molto interessanti. La prima contesta la prospettiva secondo la quale il bonus farà ripartire i consumi interni: non è detto che i beneficiari acquisteranno prodotti italiani e stimoleranno la produzione. Meglio sarebbe stato - secondo gli analisti - indirizzare le risorse verso la riduzione dei costi di produzione, facendo aumentare la competitività, l’export e, quindi, anche i posti di lavoro. L’altra osservazione, molto interessante, è quella secondo la quale la norma sarebbe, di fatto, discriminatoria, poiché un bonus che incentiva i consumi avrà un effetto inflattivo che andrà a diminuire il potere d’acquisto e ad aggravare la situazione economica degli “esclusi”. Una manovra che spinge i prezzi in alto e non adegua tutti i redditi, penalizza, in maniera consapevole, le categorie esenti dai benefici della manovra stessa. Ma vediamo nel dettaglio le categorie escluse dal bonus da 80 euro che qualcuno ha ribattezzato “quattordicesima”: 1) Chi guadagna più di 25mila euro. Niente bonus per chi guadagna più di 1500 euro netti al mese, considerati una cifra in grado di mettere i soggetti in sicurezza dalla soglia di povertà. Il provvedimento è di sostegno alle famiglie in difficoltà e 25mila euro è la cifra ritenuta discriminante: sotto questa quota di reddito scatta il bonus, mentre al di sopra se ne è esclusi. 2) Incapienti. Chi ha un reddito al di sotto degli 8mila euro annui non è soggetto al Fisco e, al meno

per il momento, non è incluso nel bonus. In futuro? Renzi ha detto che degli incapienti e della partite Iva se ne riparlerà prossimamente. Quando? “Nelle prossime settimane o mesi”. 3) Disoccupati. Per i disoccupati non è previsto alcun tipo di bonus che potrebbero rientrare in un’eventuale allargamento del bacino dei beneficiari dei bonus. 4) Partite Iva. Niente bonus per liberi professionisti e lavoratori autonomi. Forse il paradosso più grande del bonus è il fatto di fornire un aiuto a chi è già più tutelato, mentre chi è più esposto alla crisi e alla variabilità del mercato non avrà alcun aiuto. E ad avere la partita Iva sono in tanti: soltanto nel 2013 le nuove iscrizioni sono state 527.082, soltanto nel febbraio 2014 ne sono state aperte 51mila. 5) Pensionati. L’altro grande mistero è l’esclusione dei pensionati. Chi ha smesso di lavorare ha gli stessi problemi di chi lavora nel far quadrare i conti, ma, almeno per il momento, non sarà toccato da alcun tipo di beneficio. Come per incapienti, disoccupati e partite Iva se ne parlerà solo in futuro.q

CITTÀ PULITA E TURISTI FELICI IN SPIAGGIA

Un week end col sorriso per la città di Scalea. Era ormai da un pò di tempo che la nota località turistica non luccicava di luce intensa dopo gli innumerevoli slogan negativi ed appellativi collezionati nell’ultimo anno. La Pasqua ha ridato un pò di tono a Scalea, da sempre ed a ragione considerata punto di riferimento trainante del turismo della Riviera dei Cedri, leadership che forse qualcuno avrebbe voluto mettere in discussione. Una città finalmente pulita, con gli operatori ecologici che già di buon’ora erano intenti ad espletare il loro consueto lavoro per garantire strade pulite, con tutti i mezzi disponibili: camion e pale meccaniche. Così anche alcuni punti della città che avevavo lamentato lacune, sono state completamente ripulite. Una città dove l’ordine è stato palese sotto tutti i punti di vista. Pollice in su anche per le spiagge, in questo caso anche per merito degli stessi operatori turistici, che sono state sistemate al meglio e la gente che ha gremito la costa ha apprezzato. q

sione che si è tutti uguali di fronte al mistero della morte e conservare una sorta di anonimato, compiendo un’opera di carità che altro merito non deve dare se non l’intima soddisfazione di aver compiuto qualcosa per un fratello che temporaneamente ci lascia in attesa della resurrezione come detto nel Credo cattolico. La solidarietà che sbandieriamo dietro i termini: volontariato, onlus e terzo settore, non sono quindi realtà di recente conquista sociale, bensì un’antica tradizione nata in epoche remote durante le quali era veramente difficile privarsi di qualcosa in favore del prossimo. In ogni caso, però, il riferimento che si coglie a Scalea verso questo tipo di impegni associativi è ammirevole, perchè dimostra che, malgrado le apparenze, nelle nostre menti non c’è soltanto aridità ma, anche e soprattutto, desiderio di rendersi utili agli altri e ciò, in tempo di crisi, è estremamente positivo. Quindi siamo felici di avere appreso che, dopo anni, l’ottimo e sempre attivo don Franco Laurito (nella foto), parroco della monumentale chiesa dedicata alla Madonna del Carmine, ha riavviato con grandissimo entusiasmo questa importante associazione e un luogo dove si radunano i confratelli, con regolare statuto approvato dall’autorità ecclesiastica, avente per scopo, principalmente, opere di pietà e che va a completare il già nutrito gruppo di associazioni riconosciute, presenti nella nostra comunità. q

SCALEA CHIAMA I SUOI GIOVANI

di Paolo Tenuta Scalea, terra meravigliosa e ricca di potenziale storico e naturale, ricca di speranza, ma povera di idee… reclama la sua gioventù! Dov’è finita? Molti giovani sono disinformati, distaccati e lontani. Questo è il profilo che caratterizza il rapporto tra i ragazzi e la politica. Bisogna capire che i nostri problemi non si risolvono col lamentarsi e con il solito disfattismo, che in questa terra regnano sovrani. Ci vuole spirito di iniziativa, ci vuole grinta, ma soprattutto ci vogliono idee. Non possiamo permetterci di stare incollati alle sedie e alle poltrone giocando con telefonini e computer. Scalea ha bisogno, ora più che mai, dei suoi giovani! Fate politica, abbiate fiducia in voi stessi e siate propositivi per questa terra abbandonata e maltrattata. Collaboriamo e uniamoci tutti insieme per risollevare e rilanciare il nostro paese. Molti ragazzi sono dovuti “scappar via”, altri stanno riflettendoci sopra, ma noi che siamo rimasti, noi che abbiamo creduto nel nostro paese, noi che lo amiamo, noi che lo viviamo tutti i giorni, nel bene e nel male… svegliamoci e attiviamoci. Si dice… “l’unione fa la forza”… beh allora siamo coesi e portiamo alla luce le nostre idee e i nostri sogni, non teniamoli chiusi in un cassetto! Pensiamo a Scalea per pensare anche al nostro futuro. Incontriamoci e conosciamoci per discutere ed essere concreti. q Dal 1957 una tradizione di bontà fra profumi di mare e delizie nostrane

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Marzo • Aprile 2014

STORIA E CULTURA

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APRE IL MUSEO DI CIRELLA E... PRAIA NON RESTA A GUARDARE

di Biagio Moliterni

Dopo anni di fatica ed impegno, si è giunti all’allestimento del museo presso la delegazione municipale di Cirella. Infatti, grazie ad una ritrovata sinergia tra Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, Comune di Diamante ed Associazione Culturale Cerillae, giovedi 6 marzo 2014 si è proceduto all’inaugurazione della nuova struttura, ricca di reperti interessanti e dotata di supporti informativi sulla storia ultramillenaria di Cirella, che affonda le sue radici nel paleolitico, nella storia greca, lucana e romana e, poi, in quella medievale, moderna e contemporanea. «L’allestimento della mostra museale - si legge in una nota - si è reso possibile proprio grazie all’interessamento e al lavoro della Cerillae, che ha destinato i fondi di gestione della manifestazione “Calici Sotto le Stelle” all’allestimento di un laboratorio di restauro archeologico». Durante la cerimonia d’inaugurazione è stato presentato l’ultimo lavoro di ricerca su Cirella realizzato dal dott. Gregorio Aversa, il quale è riuscito a sintetizzare mirabilmente, grazie alla sua vasta e consolidata esperienza in campo archeologico, tutta la lunghissima storia del territorio cirellese, con una dovizia e cura di particolari che danno al testo un carattere di scientificità davvero eccezionale. Nel corso

della manifestazione l’Associazione Cerillae, ha consegnare una targa ricordo al prof. Orazio Campagna, che tanto impegno culturale ha dedicato, nel corso della sua vita, al recupero della memoria storica di Cirella e dell’intero comprensorio.

E... Praia a Mare non resta a guardare

Anche la “sorella” Praia a Mare, a proposito di museo, non resta a guardare. Infatti, sabato 12 aprile 2014, alla presenza di un numeroso e curioso pubblico, ha riaperto i battenti il Museo di archeologia, arte contemporanea, arte sacra, ceramiche e conchiglie, con annessa biblioteca, videoteca e alcuni spazi destinati ad attività culturali e di laboratorio. Lo scenario culturale praiese si arricchisce così di una ulteriore struttura, che si affianca ad altri siti di interesse storico, purtroppo solo parzialmente fruibili, quali la Grotta della Madonna, la Rocca e la Torre di Fiuzzi, in grado di fornire una più completa offerta turistica a quanti scelgono la nostra Calabria per il loro soggiorno. La riapertura della struttura museale è avvenuta in occasione del ventennale dalla fondazione, alla presenza del sindaco Antonio Praticò e di altri autorevoli ospiti del mondo della politica e della cultura, tra i quali l’on. Ernesto Magorno, segretario regionale PD. Il compito di gestire il museo, a titolo completamente gratuito, è stato affidato a una Commissione, presiedu-

ta da Antonietta Guarino. Dopo il taglio del nastro, si è dato libero sfogo alla visita del “rinato” Museo Civico. Con questa ulteriore operazione culturale, il comune di Praia a Mare, mette a disposizione dei visitatori altri importanti tasselli che vanno a far compagnia a siti consolidati come la Grotta della Madonna, la Rocca e la Torre di Fiuzzi facendo capire di voler puntare anche a quel turismo culturale, oggi tanto decantato e ricercato che, in posti splendidi di mare e di vacanze come i nostri, diventa la quinta essenza dell’offerta turistica per quanti scelgono la nostra Calabria per il loro soggiorno. Quindi, dopo quello di Buonvicino, altre importantissime sale espositive, come quella di Praia a Mare, si aggiungono alla collana museale del comprensorio, aspettando la sospirata conclusione dei lavori di consolidamento e di restauro del Palazzo dei Principi di Scalea che dovrà fornire i locali per l’atteso museo cittadino, attualmente stipato in modo altamente riduttivo nell’Antiquarium di Torre Cimalonga. q

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IL PALAZZO LANZA DI S. NICOLA AL COMUNE di Giovanni Celico

Antonio Spinelli, 8° principe di Scalea, figlio di Francesco, che, il 28.2.1745, aveva impalmato Giovanna de Cardines, figlia del marchese di Laino, ottenuta reintegra in alcuni “fiscali”, introiti da tasse, con l’incasso completava, secondo alcune cronache, in S. Nicola Arcella, terra compresa nel feudo scaleota, la costruzione del “Palazzo”, di due piani, depositi al primo e residenza al secondo, con accesso attraverso una bella scala a tenaglia, ove i principi si recavano, specie in primavera, per la caccia “ai volatili d’entrata”, che era stato “iniziato” dai suoi più diretti predecessori. Proprio in quella dimora, nei mesi precedenti il Congresso di Vienna, si sarebbero incontrati un plenipotenziario del re di Napoli e un ambasciatore inglese (leggenda o realtà?). La estinzione della linea maschile degli Spinelli di Scalea, portò, per un matrimonio intervenuto, l’ultima discendente dell’antica e potente casata ad unirsi con un principe siciliano, famiglia Lanza di Trabia, nelle cui “mani”, da quel momento, confluì anche la proprietà del Palazzo, fino al termine della feudalità e al passaggio, a privati, di quella stupenda proprietà che, sul pianoro più bello del Golfo di Policastro, “guarda” tre regioni che si “incontrano” sui... flutti: Calabria, Basilicata e Campania! Dai privati, il Palazzo, ormai conosciuto come di “Lanza di Trabia”, “passò” in mano pubblica e, purtroppo, rischiava di andare in rovina: l’allora deputato D.C., Riccardo Misasi, più volte sottosegretario e poi ministro, la cui abitazione “estiva” dista poche centinaia di metri, ne favorì, con uno stanziamento di notevole entità, il “recupero”. Le amministrazioni locali, succedutesi dopo la conclusione dell’intervento, come il Ministero dei Beni Culturali, tuttavia, non “trovarono”, non riuscirono a trovare il “bandolo” per una riapertura proficua di una struttura che rischiava ed ha rischiato di entrare a pieno titolo tra le abbandonate “cattedrali”, di cui è tristemente “ricca” purtroppo l’Italia.

L’amministrazione attuale, ha “battuto”, sin dall’insediamento, la strada del “rilancio del Palazzo del Principe”, com’è chiamato comunemente, ed oggi ha coronato questo impegno con una positiva posa in opera della “prima pietra” di un utilizzo funzionale del complesso. Mercoledì 23 aprile c. a., festività di S. Giorgio, infatti, il Palazzo dei “Principi Lanza di Trabia” (accantonati ormai del tutto... gli Spinelli), è entrato, con una cerimonia non formale, di cui parleremo, o meglio è ritornato... nel novero delle proprietà comunali. Duemila metri di superficie utile, venti grandi stanze, tre saloni di rappresentanza, un ampio chiostro, una scala d’accesso stupenda e un’area circostante asservita di oltre 40.000 metri quadri, il tutto inserito in un parco tematico culturale e paesaggistico di grande interesse, da oggi dunque sono a disposizione dei cittadini, secondo l’utilizzo che la locale amministrazione vorrà farne. q

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IL NOSTRO CONDIRETTORE... AL M.A.G.B. DI BUONVICINO

Comunichiamo, agli affezionati soci, sostenitori e lettori, che, il nostro condirettore, Giovanni Celico, con viva soddisfazione di noi tutti, è stato nominato Direttore del Museo delle Arti e del Gusto di Buonvicino (M.A.G.B.), struttura inaugurata lo scorso 1° febbraio, che, attraverso le sue cinque sezioni - Archeologia; Arte popolare, cultura e tradizione contadina; Arte Sacra; Arte contemporanea; Beni ambientali - , valorizzerà le principali tappe della storia cittadina, dal X secolo ai giorni nostri. Il sindaco Giuseppe Greco, nella e con la nomina, ha colto l’occasione per ringraziare il nostro impareggiabile Giovanni Celico per la disponibilità, l’attenzione e l’abnegazione mostrate nei confronti dell’amministrazione, durante il non semplice iter amministrativo, per la realizzazione del Museo. Nell’atto si legge proprio al punto 5: «Visto il curriculum del Prof. Giovanni Celico che attesta il percorso professionale dello stesso, quale esperto e professionista altamente qualificato ed idoneo ad espletare le funzioni di Direttore del Museo». Auguri Gianni da tutta la Redazione q

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Marzo • Aprile 2014

PENSIAMO A SCALEA

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LE PROPOSTE SULLA VIABILITÁ DI “PENSIAMO A SCALEA”

L’APPELLO AGLI ORGANI COMUNALI COMUNICATO STAMPA del 16 aprile 2014

“Pensiamo a Scalea” formula un accorato appello ai Commissari che amministrano Scalea affinché facciano tutto il possibile per venire incontro alle esigenze della cittadinanza. Scalea è una cittadina turistica ed ha bisogno di poter svolgere tutte quelle manifestazioni che in passato hanno contribuito a farla conoscere ed apprezzare. Oggi è ancora più necessario dopo il drammatico scioglimento degli organi elettivi, che ha gravemente danneggiato l’immagine di Scalea. Abbiamo bisogno di tutto e di tutti. L’economia di Scalea è basata sul turismo. Non ci sono fabbriche. Se si ferma il turismo si ferma l’economia e le conseguenze saranno negative in tutti i campi. Aiutiamo chi vuol lavorare onestamente e nel rispetto delle leggi. Il rispetto della legge non significa vietare tutto a tutti. Legalità non vuol dire mettere tutti a dormire. Anzi bisognerà fare tesoro della presenza dei Commissari per ottenere che anche l’apparato amministrativo comunale sia messo finalmente in grado di servire la popolazione nel rispetto delle proprie competenze e nell’autonomia loro riservata dalla legge. Un appello ai Commissari, quindi, ma anche ai Responsabili dei vari settori dell’apparato comunale, affinché si adoperino per venire incontro alle istanze che provengono dalla popolazione. Aiutate la gente che vuole operare. “Pensiamo a Scalea” spera che tutti facciano la loro parte affinché si recuperi il tempo perduto e non si verifichi più che manifestazioni come il tradizionale Motoraduno, che in passato ha portato a Scalea migliaia di persone, non possano essere organizzate con la delusione non solo degli sportivi e dei commercianti, ma anche degli organi federali nazionali.

COMUNICATO STAMPA dell’8 marzo 2014 Sabato 8 marzo 2014, nei locali dell’associazione - movimento politico locale “Pensiamo a Scalea”, si è svolta una riunione per discutere della viabilità in seguito alla segnaletica sperimentale adottata dall’amministrazione uscente e dell’isola pedonale di piazza Caloprese, circa quattro anni fa. L’avv. Achille Tenuta, Presidente di “Pensiamo a Scalea”, dopo una breve relazione e dopo aver esposto le ragioni che impongono di affrontare con urgenza le relative problematiche, ben note ai cittadini di Scalea che vivono quotidianamente i conseguenti disagi, ha coordinato e moderato un intenso dibattito al quale hanno preso parte soci ed ospiti, tra cui ex consiglieri ed assessori comunali. Presente e particolarmente apprezzato l’intervento del Direttore del Diogene, Nando Manco. Erano presenti tra gli altri gli ex assessori Enzo De Vito e Pino Bono. Tutti gli intervenuti hanno evidenziato la necessità di cessare l’esperimento della nuova segnaletica, dal momento che ha generato seri problemi alla viabilità sia con il senso unico in via Fiume Lao (unica strada larga e diritta, dotata di numerosi ed ampi parcheggi, vero polmone del traffico scaleoto) e sia con il cambio del senso di marcia di via Lauro (con il traffico dirottato verso lo sbarramento di piazza Caloprese ed il conseguente “imbuto” di via Oberdan, ove confluisce con diritto di precedenza anche quello di via Campanella). Più articolato il discorso sull’isola pedonale di piazza Caloprese, che quasi tutti gli intervenuti, gio-

vani ed anziani, vorrebbero limitata alle sole serate estive, ai giorni di festa ed ai fine settimana.

COMUNICATO STAMPA del 17 marzo 2014 Sabato 15 marzo si è svolto nella sede di “Pensiamo a Scalea” l’atteso dibattito sulla segnaletica sperimentale e sull’isola pedonale di Scalea, anche alla presenza di numerosi operatori nel campo dell’informazione (tra cui Rete Tre di Praia, Radio One Scalea col suo direttore Eugenio Orrico, Nando Manco per il Diogene Moderno, CalNews con Luigi Salsini, Virgilio Minniti ed altri) e di altre associazioni (tra cui la Lega Navale rappresentata dal presidente Remo De Lorenzo ed il Comitato contro l’isola pedonale permanente rappresentato da Antonio Pappaterra), nonché esponenti politici di tutte le aree politiche presenti a Scalea. È stato trasmesso un video con le dichiarazioni rese da numerosi cittadini e si è aperto un vivace confronto tra i presenti che ha visto confermate le posizioni già delineatesi nei precedenti incontri. La proposta di “Pensiamo a Scalea” è risultata coincidente con quella esposta da Antonio Pappaterra per il comitato che sta raccogliendo le firme per una petizione al Comune. «Bisogna accogliere con urgenza l’accorata e quasi unanime richiesta che viene dalla gente - afferma Achille Tenuta, Presidente di “Pensiamo a Scalea”- e provvedere al ripristino della segnaletica di via Lauro (senso unico verso sud) e via Fiume Lao (doppio senso di marcia). Basta eliminare quella introdotta in via sperimentale dall’amministrazione decaduta. L’esperimento si è rivelato fallimentare sotto ogni aspetto. In ordine all’isola pedonale di piazza Caloprese bisogna che la stessa sia limitata solo alle serate estive, ai giorni di festa, compresi quelli di domenica, ed a tutti i sabato sera. Abbiamo sentito ingegneri, architetti e geometri, i quali hanno affermato che non ci sono particolari ed insuperabili difficoltà tecniche e che l’area potrebbe essere delimitata da pilastrini a scomparsa, abbellita, resa più funzionale ed eventualmente anche allargata. Nei prossimi giorni ci attiveremo in tal senso anche all’interno del Forum delle Associazioni. Stiamo provvedendo, ha concluso Achille Tenuta, ad elaborare con l’aiuto di tecnici del settore una proposta progettuale organica, anche in ordine ai flussi di traffico, da presentare al Comune di Scalea. Tutti potranno contribuire con suggerimenti di ogni tipo».

Modifica segnaletica stradale e isola pedonale Come preannunciato in occasione dell’incontro tenutosi presso la sede municipale tra il Forum delle Associazioni e la Commissione Straordinaria che amministra codesto ente, alleghiamo alla presente una bozza della nostra proposta di modifica della segnaletica e della cosiddetta Isola Pedonale di piazza Caloprese. In buona sostanza si tratta di un ritorno alla situazione precedente, che per anni non aveva creato problemi alla cittadinanza. Abbiamo avuto modo di sentire singoli cittadini, associazioni, commercianti, professionisti ed esperti, e la quasi totalità degli stessi si è espressa formulando ed approvando la predetta proposta. a) SEGNALETICA piazza Caloprese - vie Lauro e Fiume Lao La segnaletica proposta ed evidenziata nella planimetria allegata corrisponde sostanzialmente a quella vigente prima della modifica a titolo sperimentale avviata

dall’assessore Stummo circa quattro anni fa e poi rimasta senza verifica in seguito alle note vicende giudiziarie che hanno portato allo scioglimento del Consiglio. In particolare sono risultate pregiudizievoli per la generalità degli utenti (salvo apportare un’apparente utilità per qualche singolo) sia l’inversione del senso di marcia su via Lauro, sia il senso unico di marcia imposto su parte di via Fiume Lao (strada larga e diritta che attraversa tutto il paese, e che è, inoltre, anche dotata di ampie aree di parcheggio come quelle intorno al campo sportivo ed al Consorzio di Bonifica). b) ISOLA PEDONALE Attualmente l’isola pedonale presenta una chiusura con qualche pilastrino sul lato sud, all’altezza dell’imbocco di via Oberdan, e sul lato nord, su via M. Bianchi dopo l’incrocio con via Matteotti. Tali pilastrini potrebbero essere sostituiti, se non con quelli a scomparsa, almeno allo stato con fioriere o barriere mobili, così come si faceva prima. L’isola pedonale (che non è l’unica, esistendone un’altra sul lungomare nei pressi della villa) si è rivelata utile, riscuotendo un certo successo, solo nelle sere dell’intera stagione estiva, nelle serate dei giorni di sabato e prefestivi e nelle giornate festive e di domenica di tutto l’anno. La nostra proposta prevede l’isola pedonale solo in questi spazi temporali ed ogni volta che se ne ravvisi una qualche utilità e/o necessità. Fuori da detti spazi di tempo dovrebbe essere consentita la normale circolazione dei veicoli ed a proposito abbiamo formulato la proposta di viabilità contenuta nella citata planimetria allegata. q Estratto SPAZIO AUTOGESTITO

RENZI RIPRISTINI IL TRIBUNALE

Il 26 marzo 2014 Scalea ha avuto l’onore di ricevere il Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Peccato che ciò sia avvenuto a causa dello scioglimento del Consiglio Comunale e “Pensiamo a Scalea” rivolge al giovane capo del Governo italiano un accorato appello: restituire a Scalea il suo tribunale con una Procura della Repubblica. Questa sarebbe una grande risposta alla domanda di legalità che viene da queste popolazioni. Una volta a Scalea c’era il Pretore, che esercitava l’azione penale fungendo da Procuratore della Repubblica. È stato eliminato. Stessa sorte per quelli di Belvedere Marittimo, Cetraro, Paola ed Amantea. Ora a Scalea è rimasto solo il Giudice di Pace. “Pensiamo a Scalea” chiede più presenza dello Stato. Le manifestazioni sono utili, ma devono essere seguite da provvedimenti legislativi concreti, che rendano più forti ed efficienti le Forze dell’ordine ed i Tribunali. Scalea è lontana 60 km da Paola e produce un contenzioso superiore a quello delle altre zone. «Scalea - conclude il Presidente Achille Tenuta - reclama un suo Tribunale ed una sua Procura della Repubblica». q PROFESSIONALITA' E CORTESIA AL VOSTRO SERVIZIO

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NELLA NOSTRA CITTÀ

Marzo • Aprile 2014

FIOCCO AZZURRO

Noi

Circondato dall’affetto di mamma Gioia Zenaro e di papà Giancarlo Formica, il 17 febbraio 2014, in Cetraro, è venuto alla luce il piccolo Alessandro Formica. Ai genitori raggianti di felicità, ai festanti e commossi nonni e ai familiari tutti, vanno i più sentiti e sinceri auguri del direttore e della redazione del Diogene. N.d.R. Nel mentre, cogliamo l’occasione per congratularci con il nostro caro concittadino e affezionato socio della prima ora, dr. Domenico Introini, apprezzato ed esperto ginecologo, per la prestigiosa e meritata nomina a primario del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale civile di Cetraro. q

SUCCESSO DEL PALIO DI APRILE

Le associazione “Insieme” e “’A Scalìa Vecchia”, presiedute nell’ordine dall’encomiabile Renato Lombardo e dall’ottimo Romano Lombardo, hanno avuto l’idea di organizzare, in un tempo inusuale per la data ed il periodo, il Palio Scaleota detto anche “’U Pann(i)” che, solitamente si svolge nel periodo invernale e, più precisamente il 13 dicembre di ogni anno, giorno di Santa Lucia. Certo, quello di fare “’U Pann(i)”, in pieno mese di aprile, inizialmente è stato accolto, dalle persone legate alle tradizioni con

10 LA RIVIERA DEGLI SCACCHI

Ha preso avvio l’ottava edizione di uno degli appuntamenti culturali nel settore scacchistico tra i più importanti a livello nazionale, che si realizza nell’Alto Tirreno Cosentino in una logica itinerante volta a valorizzare il legame tra identità del territorio, cultura e turismo sostenibile. Il “Riviera dei Cedri”, co-finanziato dalla Regione Calabria e promosso dall’ARCA (Associazione Albergatori Riviera dei Cedri), per l’edizione 2014 conferma organizzativamente la squadra delle ultime edizioni: Angelo Napolitano (direttore artistico ARCA), Luigi Forlano (responsabile tecnico - pluri campione regionale) e Michele Capalbo (responsabile didattico - associazione Didascalabria). La manifestazione ha in programma i “Lampo sotto le stelle”, una serie di esibizioni che si terranno negli spazi messi a disposizione in occasione del Festival. È anche prevista una mostra itinerante sugli scacchi nella pittura (Scalea, Aieta, Santa Maria del Cedro e Cetraro). L’iniziativa didattica consentirà a tantissimi studenti del territorio di avvicinarsi alla “cultura degli scacchi” confrontandosi con alcuni maestri che nel periodo dell’evento saranno presenti in Riviera dei Cedri. q

LAUREA

COMPLIMENTI CAROLA

Il 29 ottobre 2013, presso l’Università di Siena, si è brillantemente laureata in medicina e chirurgia generale, con voto: 110/110 e lode, Carola Stummo, figlia dell’Istruttore di Polizia Municipale Alfonso Stummo e della signora Giuseppina Crusco. Relatore: Prof. Walter Testi. Al nostro amico di sempre Alfonso, alla signora Giuseppina, ai fratelli Francesco ed Angelo, ma soprattutto, alla neo dottoressa Carola, vanno i più sentiti e sinceri auguri per una gratificante e soddisfacente professione, costellata da successi e gioie, da parte del direttore e della redazione del Diogene. q

L’ALTRA CASA ALLIETA LA FESTIVITÀ PASQUALE DEGLI SCALEOTI Sabato 19 Aprile, ore 18.30, presso i locali della Biblioteca Comunale di Scalea si è svolto un applaudito concerto di chitarra classica, protagonista il Maestro Pasquale Italo Perrone (nella foto), Diplomato in Chitarra Classica presso il Conservatorio di musica “Gesualdo da Venosa” di Potenza. Il concerto è stato organizzato, nell’ambito della convenzione che l’Associazione L’Altra Casa ha stipulato con l’Amministrazione Comunale di Scalea, per la promozione di attività culturali all’interno della Biblioteca Comunale. L’evento è stato gratuito ed aperto a tutta la cittadinanza. Ancora “bravi”, da parte della redazione del Diogene, per l’ottima intuizione avuta, ai giovani promotori di questa lungimirante associazione composta da Nicola Viceconte, Alfonso Adrianopoli & C. q

marylouscalea@gmail.com

un certo scetticismo, però, visto il successo di critica e di pubblico, la kermesse paesana, è il caso di dire che, alla fine si è rilevata azzeccata e riuscitissima, anche perché, Scalea per i fatti noti dell’estate scorsa ha bisogno di riscatto e di cose piacevoli e divertenti. I promotori, in questo caso i fratelli Lombardo, sfidando inizialmente scetticismo e senza polemizzare con alcuno hanno tirato dritti verso i loro intendimenti facendo centro e coinvolgendo l’entusiasta e numeroso pubblico accorso nella splendida e suggestiva Piazza Cimalonga. Da precisare che questo

Palio estemporaneo non mette da parte la data del 13 dicembre ma vuole solo essere uno sprono per quanti vorranno prodigarsi ad organizzare altre manifestazioni di questo livello e di tale richiamo. I giochi presentati erano quelli di sempre e cioè: “’u pal(i) da cuccagna”, “’u tir(i) ca’ corda”, “’u purtugall(i) n’tu cavudar(i), “’a cursa n’di sacch(i)”, “’a gara da’ pasta asciutta”, “’u gliuoch(i) da’ lancella”. Durante il corso della lunga e divertente serata ci sono stati intrattenimenti musicali ed improvvisazioni. Hanno collaborato inoltre, le associazioni “Carnem Levare” e “Vespa Club Scalea”. Il tutto è stato accompagnato dalle ottime “grispelle” e “gaimelle” preparate da Charlye dell’antica trattoria “’A Taverna”, sita in via Municipale, in cima al Centro storico che ha dato prova della sua maestria cucinando a vista, per tutti gli intervenuti, anche i buonissimi vermicelloni alla scaleota con le alici, il peperoncino e la mollica di pane, il tutto annaffiato con ottimo vino. q

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Ci hanno lasciato negli ultimi mesi

A febbraio, il nostro socio ed amico ing. Antonio Basile. In occasione della IX giornata di ritorno U.S. SCALEA 1912 - GARIBALDINA, in programma domenica 2 marzo p.v., il presidente e tutta la società, unendosi al cordoglio dei familiari per la scomparsa dell’Ing. Antonio Basile, dirigente storico dell’associazione sportiva, nonché presidente per due campionati 1975/76 - 1976/77, ha richiesto ed ottenuto dalla Lega il permesso a poter osservare un minuto di raccoglimento in memoria. Condoglianze dalla redazione alla moglie signora Olga, alle figlie e alla famiglia tutta.

Sempre a febbraio, dopo lunga malattia e molte sofferenze, confortata amorevolmente dall’affetto del marito, Vito Sannino, e dei figli, Ciro ed Alessandro, nostri cari amici ed affezionati soci, si è spenta la signora Angiolina Serra, sorella del nostro valente collaboratore Ercole Serra. Angiolina per anni ha lavorato con puntualità, impegno e serietà, nell’antico e caratteristico negozio di alimentari & diversi di famiglia che si trovava in Piazza Mercato Vecchio. Ai carissimi amici e soci, Ciro ed Alessandro, a Vito e ad Ercole e alla famiglia tutta, vanno le più sentite e sincere condoglianze del direttore e della redazione del Diogene. A marzo, tra lo sconforto di familiari, amici e conoscenti, hanno lasciato la vita terrena, il nostro premuroso, disponibile ed affabile Michelangelo Belcastro, proprietario, con i figli, di un conosciuto ed avviato vivaio di piante e fiori. Sempre pronto ad ascoltare con attenzione l’umore cittadino, il nostro Michele, da un po’ di tempo, era preoccupato per le sorti di Scalea, condizionata da una crisi che non lascia spiragli. Quella Scalea che aveva conosciuto ed apprezzato, giungendo anni fa dalla Francia, e, più precisamente dalla ricca Costa Azzurra, come città aperta ed in forte espansione commerciale e lavorativa. Ricordiamo che il vivaio “Belcastro” dava lavoro a decine e decine di persone e che, con l’avvento della implacabile e spaventosa crisi, negli ultimi tempi, era stato costretto a ridurre, seppur in modo contenuto, il personale assunto. Con Michele, Scalea, oltre ad un amico sincero ed onesto, perde anche un bravissimo e lungimirante imprenditore che aveva portato da lontano un nuovo modo di progettare e curare il verde pubblico e privato. Sentite condoglianze da parte del direttore e della redazione ai figli e alla famiglia tutta. La giovane Francesca Russo che da anni, con forza e pazienza, lottava contro una brutta malattia, dopo tanti alti e bassi e speranze, ci ha lasciati prematuramente. Appassionata di musica, era una brava ed apprezzata cantante “leggera”, aveva partecipato a tante manifestazioni importanti ed era balzata alla notorietà per la riuscita partecipazione al Festival di Napoli nel 2003, trasmesso in diretta su Rete 4. La cantante calabrese, su 2.800 esaminati, su tutto il territorio nazionale, era stata selezionata per far parte della squadra dei 16 concorrenti in gara. Francesca Russo era arrivata negli splendidi giardini delle nuove Terme di Castellammare di Stabia, sede della kermesse, grazie ad un discografico, che aveva ascoltato il suo brano “Vai ma non dimenticare” (tema del film “Zoo” di Cristiana Comencini con protagonista la bella e brava Asia Argento), che le ha permesso di partecipare alle selezioni per accedere alla suddetta gara canora e superare le tante prove, lo stage e l’accademia... insomma una faticaccia... per capirci, un vero e proprio tour de force. La canzone da lei presentata ed interpretata si intitolava “Le

spose del mare” e narrava delle consorti di chi va per mare, sempre in ansia per i loro uomini, un tema molto bello, legato al nostro meraviglioso sud, molto apprezzato nell’occasione dalla esperta critica e dal numeroso pubblico presente in sala. Purtroppo, a causa di questo male che, a tappe, l’affliggeva condizionandole, oltre che la vita di giovane donna, la carriera che si intravedeva all’orizzonte e che, però, spariva ad ogni campanello d’allarme frenandone gli ambiziosi progetti. Dopo la sua indovinata partecipazione al Festival di Napoli, fu ospite, sul nostro giornale, con un ampio servizio corredato da una serie di foto che la mostravano elegantissima sul palco di fronte ad una platea gremita. Con la dipartita della mite e dolce Francesca è stato spezzato un giovane fiore che aveva superato tanti ostacoli nel complicato mondo canoro, ma che, purtroppo, non è riuscito a superare la prova più importante, quella della vita. L’immatura scomparsa di Francesca, lascia nel dolore e nello sconforto i suoi amati genitori e l’intera famiglia. Condoglianze vivissime da parte del nostro giornale. Ad inizio aprile, dopo un travagliato e doloroso calvario ospedaliero, ci ha detto addio la maestra elementare Maria Franca Telarico, amata mamma dei nostri amici Nicola e Giampiero Biondi. Persona mite ed affabile, lascia un vuoto incolmabile nella famiglia ed in quanti hanno avuto modo di conoscerla ed apprezzarla per i suoi modi garbati e per la sua proverbiale generosità. A Nicola e Giampiero, alle affezionate nuore e all’amico di sempre e socio collaboratore Renato Biondi, vanno le più sentite condoglianze da parte del direttore e della redazione del Diogene. Sempre ad aprile, si è spenta la signora Filomena Stabilito, suocera del nostro amico e socio Melchiorre Fazio e mamma della moglie Anna Grazia Papasidero e sorella del nostro socio Antonio Stabilito, nonchè zia del nostro sostenitore Luca Strabilito. Una vita dedicata alla famiglia ed al lavoro senza soste era la prerogativa di questa anziana signora costretta a fermarsi, forzatamente, a causa della sopraggiunta malattia. Condoglianze sentite. Giuseppe Cavaliere, operaio giornaliero che per anni ha prestato servizio nella villa comunale per conto del comune di Scalea, qualche giorno fa ha detto addio ai suoi cari. A Carmelo Cavaliere nostro amico della prima ora ed al figlio Francesco, nostro affezionato sostenitore, vanno le più sentite condoglianze da parte della redazione e del direttore del Diogene. Giuseppe: un sorriso spezzato troppo presto A volte il destino gioca brutti scherzi e forse, il destino di Giuseppe, non era quello di vivere tra noi. Forse, Giuseppe “era un’anima troppo perfetta e speciale per appartenere a questo mondo”, un mondo terreno che spesso non concede una seconda opportunità e che non lascia spazio alla perfezione. È così che il padre Antonio, con grande forza, ha voluto salutare e ricordare suo figlio alla fine della cerimonia funebre. Rabbia, dolore, angoscia, sconforto ma soprattutto una sconfinata tristezza, così grande come il vuoto che Giuseppe ha lasciato in un’intera cittadina. Aveva solo diciassette anni ma tutti lo conoscevano, era un ragazzo che sapeva farsi voler bene, sempre sorridente e tanto educato, quell’educazione che veniva sempre prima di ogni altra cosa, su tutto e con tutti e di cui, oggi, spesso ci si lamenta perché i ragazzi non sanno nemmeno

che cosa sia. Giuseppe era diverso. Il sorriso stampato in faccia e una battuta per tutti. Gli piaceva ballare, allenarsi in palestra, stare insieme ai suoi amici, amava la vita come qualsiasi altro suo coetaneo senza badare troppo al domani ma vivendo giorno per giorno. Non ci sono e mai ci saranno delle risposte a quella folata di vento che ti ha rapito in quella notte “bastarda”. Una notte serena, piena di gioia e sorrisi ma che in una manciata di secondi si è trasformata in una angoscia atroce. Un unico, immenso dolore. Tanti sono i casi di cronaca nera che continuamente affollano tv e giornali, ogni volta rimaniamo attoniti ma tutto ci sembra così lontano, quasi come se nulla ci possa toccare. E invece questa volta è successo proprio a noi. È successo proprio a quella famiglia che ora non riesce a darsi pace, perché non potrà mai esserci rassegnazione per la perdita di Giuseppe né per la madre Cinzia, per il padre Antonio, per il fratello maggiore Luigi e né tantomeno per Alessandro, fratello gemello di Giuseppe. I due sempre insieme, complici in ogni cosa in quel rapporto così forte e speciale tipico dei gemelli che fino alla fine, anche in quella tragica notte, li ha tenuti uniti. Ed uniti saranno, indissolubilmente, anche ora che non lo sono più fisicamente. Tanti, in questi giorni, i messaggi per Giuseppe su Facebook, un modo per sfogare la rabbia ma forse anche una strada per potersi sentire ancora vicino a lui, in un mondo virtuale che accorcia le distanze. Questa volta, però, la distanza è davvero tanta, così tanta da far dissolvere quei palloncini bianchi nel cielo azzurro e che nessuno riuscirà ad accorciare. Anche noi del Diogene abbiamo voluto ricordare il suo sorriso e la sua educazione perché, ora che lui è oltre la vita tutti noi, a Mormanno, ricorderemo la parte più bella di un angelo: la luce che brillava dai suoi occhi e dal suo sorriso. «Ci piace però ricordarti com’eri, pensare che ancora vivi, ci piace pensare che ancora ci ascolti e come allora sorridi» proprio come Guccini diceva nella sua “Canzone per un’amica”. (Francesca Bloise) Nell’ospedale di Cetraro, si è spento all’età di 78 anni, Nino Converso. Originario di Cosenza, da circa 30 anni, si era trasferito e sposato in seconde nozze a Scalea, dove aveva esercitato la professione di tipografo. Però, era conosciuto, soprattutto, come eccellente ballerino (la sua grande passione) e maestro. Condoglianze dalla Redazione. q

ORARI PARTENZE/ARRIVI AUTOBUS A LUNGA PERCORRENZA EUROBUS - Consorzio Autolinee Scalea-Roma: tutti i giorni (and. 7,25/12,15) (rit. 16,00/20,15) Roma-Scalea: tutti i giorni sabato escluso (solo andata 23,30/04,45) Andata: Mart. Giov. Dom. (Piazzale Bajatour/Corsaro) Partenza da Scalea - Ore 21,00 per le fermate elencate: Siena - Ore 4,27* - Stazione FF.SS. - Piazzale Rosselli Firenze - Ore 5,35* - Piazza Adua c/o Autost. Lazzi Bologna - Ore 7,15* - Autost. Piazza XX Settembre Modena - Ore 7,50* - Uscita A/1 Modena nord Parma - Ore 8,45* - Uscita A/1 Piacenza - Ore 9,15* – Stazione FF.SS. Milano - Ore 10,35* - Autostazione Lampugnano (*Giorno successivo a quello di partenza) Ritorno: Lun. Merc. Ven.: Arrivo - Ore 5,39 Siena-Scalea Ore 22,07 Firenze-Scalea Ore 20,55 Per qualsiasi Bologna-Scalea Ore 19,15 informazione o Modena-Scalea Ore 18,50 prenotazione rivolgersi: Parma-Scalea Ore 17,54 Zona Blu Viaggi Piacenza-Scalea Ore 17,24 Tel. 0985. 920015 Milano-Scalea Ore 16,00


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L’agenda Legale L’AVV. ANNA MANCO RISPONDE

matrimonialista e specializzata in diritto di famiglia Mio marito, spesso, insiste nel voler fare l’amore con me, anche quando io non voglio assolutamente (soffro di emicranie ricorrenti). A nulla valgono le mie preghiere per farlo desistere. Sostiene che io ho l’obbligo di stare con lui. È cosi? No, assolutamente no, signora!!! Insistere nella consumazione di un rapporto sessuale, dopo il rifiuto del partner, può configurare il reato di violenza sessuale. Anche quando il consenso è prestato inizialmente e venga meno durante la fase amorosa per un ripensamento o per la non condivisione delle forme e modalità di consumazione del rapporto stesso, si configura il reato in questione. Il consenso del partner deve essere palese per tutta la durata del rapporto senza interruzione (Corte di Cassazione sentenza n. 5768 del febbraio 2014). Va ricordato che si configura violenza sessuale anche quando: 1). Si da un bacio ad una persona dissenziente (Cass. sent. n. 19808 del 9 giugno 2006). 2). Si fa la mano morta con palpeggiamenti dei glutei e delle cosce (Cass. sent. n. 40973 del 4 ottobre 2013). 3). Si insiste ad avere un rapporto sessuale rifiutandosi di lavarsi, si ricorda il caso di quel marito pastore che imponeva alla moglie rapporti sessuali senza prima dedicarsi all’igiene così come chiedeva la sua consorte (Cass. sent. n. 980 del 13 gennaio 2014). Alla luce di quanto esposto, faccia presente a suo marito che potrebbe denunciarlo se insistesse nel voler consumare un rapporto contro la sua volontà. q

DALLA PARTE DEL DANNEGGIATO

Rubrica a cura del dott. Paolo Tenuta (Studio Legale Tenuta e Manco) Email: paolo.tenuta@gmail.com Ho danneggiato la mia autovettura attraversando una buca coperta e nascosta d’acqua piovana, sita in una strada comunale. Ho diritto a qualche risarcimento? L’ente proprietario della strada ha lo status di custode, il che, determinando, in via di principio, la soggezione dell’ente al regime di responsabilità di cui all’art. 2051 c.c., comporta che, chi ne invoca l’applicazione, ha l’onere soltanto di dimostrare il nesso di causalità tra la cosa custodita ed il danno arrecato. Si tratta di un’inversione dell’onere della prova che crea un vantaggio processuale per il danneggiato. Il custode sarà esente da responsabilità solo se dimostra il caso fortuito. Potrebbe, infatti, configurarsi, in alcune dinamiche, il cosiddetto caso fortuito, che ricorre quando si verifica un rapido e non specificamente prevedibile peggioramento dello stato della strada che, nonostante l’attività di controllo e la diligenza impiegata, allo scopo di garantire un intervento tempestivo, non possa essere rimossa o segnalata, per mancanza del tempo strettamente utile a provvedere. Può anche concorrere la responsabilità ex art. 2043 c.c., ma sarà necessario un accertamento sul comportamento del responsabile. In questo caso, l’attribuzione dell’onere della prova, sarà a carico del danneggiato, il quale dovrà attivarsi per provare l’esistenza del dolo o della colpa a carico del danneggiante, oltre che il nesso causale con il danno. In questo caso concreto, la buca coperta d’acqua, rappresentava, sicuramente, anche un’insidia difficilmente prevedibile dall’utente della strada, per cui in ogni caso spetta il diritto al risarcimento dei danni. q

LE RUBRICHE LA PREVENZIONE DELLE MALATTIE OCULARI

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A cura della dr.ssa Maria Letizia Boccia* La medicina preventiva così Ciò vuol dire che la distribuzione della malatcome definita da Hilleboe é quel- tia dipende dalle condizioni ambientali, sociali la parte in cui il sanitario applica ed economiche e riflette lo stile di vita della agli individui le conoscenze e popolazione. Ne consegue, almeno sul piano le tecniche delle scienze medi- teorico, che si può prevenire la quasi totalità che, delle scienze sociali e delle delle malattie. Invece, purtroppo, non sempre scienze del comportamento, allo scopo di pre- riusciamo a prevenire le malattie degenerativenire l’insorgenza di malattie, traumatismi e ve. Qualche volta è possibile BLOCCARE il infermità, e, quando non ci riesca, allo scopo loro decorso. Altre volte siamo completamente di impedirne o di attenuare i danni che ne con- impotenti. In questi casi importane è la temseguono. L’Organizzazione Mondiale della pestività. Questo è il principio fondamentale Sanità (OMS) ha indicato nella prevenzione della prevenzione. Le patologie oculari che l’obiettivo principale della Sanità Pubblica. causano cecità interessano tutte le età anche Da anni la dr.ssa Letizia Boccia si dedica alla se il rischio maggiore è per l’anziano. Le più prevenzione perchè crede questo sia un ottimo diffuse sono: le degenerazioni maculari; la metodo per arginare molte malattie e ottimiz- miopia degenerativa; la retinopatia diabetica; zare i costi del servizio sanitario riducendo il glaucoma cronico semplice; le degeneraziola spesa pubblica. Le forme di prevenzione ni tapeto-retiniche; il distacco della retina; i hanno lo scopo di impedire l’insorgenza della traumi. Non trascuriamo però un dato impormalattia quando ancora non si manifesta (pre- tante: nel 40% dei casi queste malattie, causa venzione primaria). Si propone di agire nei di ipovisione, si possono prevenire.Bisogna peconfronti dell’ambiente e dell’uomo: si attua riodicamente sottoporsi a visite oculistiche». sul soggetto sano. La secondaria si identifica Per una corretta prevenzione delle malattie con la diagnosi precoce, nella fase asintoma- oculari, quando è opportuno sottoporsi a tica. Può attuarsi a livello individuale e a li- visita oculistica? vello di massa attraverso screening o dépista- «Se il soggetto è sano e non si tratta di indivige o medical check-up. Si attua sul soggetto duo a rischio per malattie oculari particolari: malato che non sa di esserlo. Nella terziaria 1) ALLA NASCITA: per escludere malformai termini sono la cura e riabilitazione, quindi zioni o malattie congenite. medicina tradizionale. Lo scopo è impedire 2) INTORNO AI TRE ANNI: per valutare l’arl’insorgere di un danno maggiore. Si attua sul monico sviluppo morfologico e funzionale visivo. soggetto malato che sa di esserlo. Prevenzio- 3) DURANTE LA SCUOLA DELL’OBBLIGO. ne in oftalmologia significa evitare la cecità e 4) PRIMA DI INTRAPRENDERE UN’ATTIVIl’ipovisione. In altre parole salvaguardare quel TÀ LAVORATIVA. bene prezioso che è la vista. Nella specie uma- 5) INTORNO AI 40 ANNI: momento in cui inna l’occhio rappresenta il principale organo di sorge la presbiopia. senso: l’80% delle informazioni che dall’am- 6) INTORNO AI 50-60 ANNI: è l’oculista che biente perviene al cervello passa attraverso valuta caso per caso la periodicità dei controlli. l’organo della vista. Purtroppo sono molte le Queste le informazioni dell’Agenzia Internaziomalattie che colpiscono l’occhio sia di natura nale per la Prevenzione della Cecità-sezione itainfettiva che degenerativa. Queste ultime sono liana. Comunque dedicare qualche ora all’anno ai nostri occhi è un bene che non ha prezzo ma più frequenti nei paesi industrializzati. Dr.ssa Boccia se è possibile prevenire le ma- a volte ce ne ricordiamo solo quando è troppo lattie degenerative soprattutto quelle legate tardi. Non aspettiamo di fare autodiagnosi, laall’invecchiamento? «È utile fare una premes- sciamola fare allo specialista oculista. q sa: una patologia diffusa in una determinata *Responsabile Aimo Calabria - Oculista ambuarea geografica risulta essere rara in un altra. latoriale - Unità operativa Praia a Mare (Cs)


Marzo • Aprile 2014

SAPERE E PIACERI... CURIOSITÁ

Lei

COSA EVITARE PER TENERSI STRETTO IL PARTNER Se il ragazzo che avete «accalappiato» vi piace davvero e volete tenervelo stretto, allora bisogna attuare qualche strategia di conquista. Ecco una lista degli errori più comuni che noi ragazze commettiamo nella nostra beauty routine; talvolta si tratta di piccoli dettagli che possono comunque causare una perdita di interesse nel potenziale partner. Troppo profumo Prima ancora che un ragazzo vi si avvicini, il vostro profumo ha già raggiunto le sue narici. Qualche spruzzata leggera va bene, ma se prima di uscire di casa avete finito la boccetta comprata qualche giorno prima, allora correte il rischio che nessuno si avvicini. Troppo eyeliner Una cosa è avere un look chic e sofisticato; un’altra è esagerare fino al punto in cui sembrerà che abbiate appena ricevuto un pugno su entrambi gli occhi. Se un ragazzo è interessato a voi, vorrà perdersi nei vostri occhi, non pensare di essere sprofondato in un buco nero. Mantenete il trucco sugli occhi leggero ed elegante. Fondotinta Sembra non bastare mai a noi ragazze, e se è applicato bene possiamo fare davvero un figurone durante un’uscita serale. Spesso, però, il colore del fondotinta non è quello adatto. Non fate l’errore di usarne uno troppo scuro o troppo chiaro, perché non c’è nulla di peggiore dell’avere il viso di una carnagione e il collo di un’altra. I ragazzi, non essendo esperti di fondotinta, noteranno immediatamente questa differenza! Capelli Uno stile voluminoso e originale catturerà per forza l’attenzione dei ragazzi. Fate in modo, però, che sia il tipo di attenzione positiva, e non la curiosità di osservare come vi siete conciate. Non esagerate con la lacca e i vari prodotti spray, anche perché altrimenti correte il rischio di farveli strappare dalle sue dita se vorrà farvi una carezza! Usate un prodotto leggero, che mantenga la chioma al suo posto, ma che allo stesso tempo lasci ondeggiare sensualmente le vostre ciocche nella brezza. q Simona

TRATTAMENTI ESTETICI PER L’ESTATE: COSA FARE... E NON FARE Il problema più grande di noi donne è sapere come fare per arrivare in piena forma all’estate, magari con una pelle luminosa da far invidia. Per avere una forma smagliante, prima di tutto bisogna iniziare dalla propria alimentazione: qualche mese prima dell’arrivo dell’estate mangiate soprattutto frutta e verdura per depurare meglio il proprio corpo. È importante ricordare che non bisogna mai eliminare tutti i carboidrati dalla nostra dieta, ma sicuramente bisogna ridurli un po’ per alleggerire l’organismo. Dovremo inoltre bere molta acqua durante il giorno (per aiutare la ritenzione idrica) e bere anche alcuni succhi di frutta (che siano poveri di zucchero). Quando sta per arrivare il caldo, quindi in primavera, la temperatura inizia ad alzarsi ed è assolutamente necessario curare anche la pelle del viso e del corpo, utilizzando tutti quei prodotti che aiutano a rimuovere le cellule morte e rendere la pelle meno lucida (vedi gli scrub). A questi prodotti vanno poi abbinati prodotti tonificanti, per dare di nuovo tonicità alla pelle. Oggi vogliamo darvi qualche consiglio sui trattamenti da fare o da non fare prima dell’estate:
 COSA FARE.
Tra i trattamenti per il viso sono da scegliere quelli a base di acidi di frutta: non soltanto hanno un profumo molto primaverile, ma le maschere di questo tipo aiutano a purificare la pelle, eliminare le cellule morte e preparare il viso all’abbronzatura. Anche recuperare la linea è uno degli obiettivi primari di noi donne prima dell’estate: i trattamenti di una beauty farm possono aiutarvi a perdere qualche centimetro di troppo e ad affrontare in modo vincente la prova costume. Per tonificare e snellire gambe e fianchi vi consigliamo i trattamenti a base di alghe, che promettono risultati sorprendenti già dopo le prime applicazioni. Per la cellulite, invece, via libera ai massaggi drenanti da fare con oli essenziali a base di oligoelementi: facilitano la circolazione sanguigna e linfatica e vi aiuteranno ad avere gambe più toniche e meno gonfie. Se sapete già che per quest’anno dovrete rinunciare alla vera tintarella per diversi motivi, una valida alternativa può essere un trattamento autoabbronzante. q Giulia

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LA PRINCIPALE FANTASIA PER L’INFEDELTÀ: UN RAPPORTO A 3

La nostra mente è popolata da tante fantasie, e quelle sessuali sono le più frequenti. Passioni, trasgressioni, tradimenti, ognuno è libero di viaggiare senza costrizioni né preclusioni di sorta verso mondi e situazioni dove realizzare idealmente quello che nella vita di tutti i giorni non ci permettiamo di fare. Rispetto al capitolo difficile dell’infedeltà, la fantasia numero uno è quella di avere un rapporto sessuale a tre. È quanto emerso da un sondaggio commissionato dalla compagnia Neteden tramite il sito “senza tabu” Infideles.com. La maggior parte degli intervistati ha risposto in primo luogo che la principale fantasia è avere un incontro a tre, della serie “più siamo meglio è”, per il 40% delle donne, e per il 43% dei maschietti. Fare sesso rende intelligenti. Si tratta di una fantasia che investe soprattutto i giovani sotto i 25 anni, che amerebbero avere due partner in contemporanea nel proprio letto. Un sogno manifestato dal 51% dei partecipanti al sondaggio, mentre solo il 37% degli over 60 ha palesato l’idea della medesima situazione. Si tratta comunque in maggioranza di uomini, che vorrebbero poter soddisfare due donne, che rappresenterebbe una sfida per la propria virilità. L’idea poi di essere l’oggetto di quattro mani femminili, per l’intera nottata, rende ancora più piccante il tutto. Senza contare l’idea di vedere due donne che fanno l’amore per poi diventare in corso d’opera il terzo... incomodo. Molto raro che l’uomo proponga un menage à trois alla propria partner. Potrebbe rappresentare anche la fine della coppia. Una siffatta fantasia crea anche dei sensi di colpa, ma non mette in alcun modo in discussione i sentimenti verso l’altro. E poi si dice che gli uomini non associno necessariamente il sesso all’amore. q Francesca

COME SBIANCARE I DENTI NATURALMENTE

BICARBONATO E SALE Oltre l’alimentazione, che ci regala un bell’aspetto e un corpo sano, esistono numerosi altri rimedi casalinghi per mantenere i vostri denti bianchi e sani. Unendo mezzo cucchiaino di bicarbonato di sodio e mezzo di sale da tavola, ad esempio, si può creare un detergente efficacissimo, ovvero una “pasta” che potrà essere utilizzata come un normale dentifricio. Si consiglia, però, di utilizzarlo al massimo una volta al mese: un utilizzo assiduo potrebbe difatti corrodere lo smalto dentale. Se poi, insieme al bicarbonato ed al sale, unite anche del succo di limone, otterrete una “pasta perfetta”: il succo di limone (ma anche la polpa del limone strofinata sui denti) ha un effetto determinante sulla pulizia, in particolar modo nella rimozione di macchie gialle provocate dal fumo. Lo stesso risultato si può ottenere anche con la buccia d’arancia strofinata sui denti... SALVIA Appartiene alle erbe officinali, possiede svariate proprietà terapeutiche e, inoltre, viene anche utilizzata nell’ambito culinario e cosmetico. Il rimedio, molto semplice ma efficace, consiste nello strofinare delle foglie di salvia sui denti. Il risultato non sarà immediato ma, dopo averlo ripetuto alcune volte, avremo denti più bianchi e un alito decisamente più fresco! q Mariangela


Marzo • Aprile 2014

LE VIE DEL GUSTO

ALL’INSEGNA DEL BUON UMORE E DEL BUON BERE

“IL VINO DEL CONTADINO”: QUINTA EDIZIONE

Nei nuovi e capienti saloni espositivi comunali del “Museo della Terra”, una piacevole sorpresa per tutti gli intervenuti, si è svolta in un clima familiare e festoso, la quinta edizione della manifestazione denominata: “Il Vino del Contadino”, volta a riscoprire e valorizzare il vino prodotto nel comprensorio di Santa Domenica Talao. Dopo “l’ubriacatura” per i tantissimi assaggi da parte dei giudicanti, è seguito un interessante convegno-dibattito tra il tavolo della presidenza ed il nutrito pubblico. Ad aggiudicarsi il primo premio è stato Carmine Sola con 99,5 voti, distaccato di una sola lunghezza e mezza, il secondo posto è andato al vino prodotto da Pino Forestieri, con 98 voti, mentre il terzo posto se lo è aggiudicato Angelo Nardi con 95,5 voti. La giuria era formata, tra gli altri, dall’enologa Francesca Russo, dall’esperto di viticoltura ed enologia Christian Formica, dal direttore del Diogene Nando Manco e dal presidente del “Peperoncino Festival” di Diamante Enzo Monaco. La kermesse è stata condotta dallo chef Enzo Grisolia. Dopo la premiazione e le foto di rito, è seguito un delizioso buffet casereccio, annaffiato, logicamente, con l’eccellente vino di casa santadomenicaro ed un beneaugurante brindisi all’anno prossimo per la sesta edizione 2015. I consigli degli esperti La cantina deve essere: aerata, buia e fresca. La cantina inoltre deve essere silenziosa, un luogo discreto dove, attraverso la ripetizione di gesti millenari, l’uva diventa dapprima mosto e poi vino. Deve anche essere esente da odori contaminati: salumi, trecce di cipolle e aglio e casse di mele, formaggi, sono tutte cose che danno fascino, ma nulla hanno da spartire con i vini. Gli alimenti e le sostanze che producono odori forti devono essere tenuti in un apposito locale, lontano dal vino. Vanno inoltre evitati carte e cartoni, pneumatici e attrezzi non inerenti al lavoro di cantina. Il vino, essendo materia viva, in continua evoluzione, è sensibile alle vibrazioni e non ama la vicinanza di apparecchi che le producono, come per esempio gli

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elettrodomestici. È bene che la cantina sia interrata, con poche aperture e possibilmente rivolte a nord e a est. Nella zona di conservazione - che deve essere buia - è auspicabile che la temperatura della cantina sia costante, sui 15 °C; attorno ai 10-12 °C per i vini bianchi, massimo 14 °C per i vini rossi. Gli sbalzi, sia in alto sia in basso, fanno solo male. Il caldo accelera l’invecchiamento, mentre il freddo fa precipitare l’acido tartarico. Le botti di legno Sono i contenitori ideali per l’affinamento del vino perché permettono un certo contatto con l’esterno con una serie di positive conseguenze, sono affascinanti e arredano la cantina, ma si devono mantenere efficienti con una serie di cure. La manutenzione delle botti nuove, ideali per vini bianchi o rossi di pregio, prevede di lavarle con acqua bollente e soluzione di soda al 5%, quindi si risciacqua bene, si asciuga e si disinfetta bruciando all’interno un dischetto di zolfo. Botti estranee portano in dote lieviti, muffe e batteri estranei e prima o poi, statene certi, sollecitate da acqua, luce, aria, queste colonie si risveglieranno. A rimetterci in questo caso sarà la specifica territorialità del vino. In caso di botti malsane, perché attaccate da muffe o perché hanno contenuto vino inacidito, dopo la pulizia, procedete a disinfettarle con delle solforazioni, bruciando, (come succede per le nuove) cioè all’interno, micce o dischetti di zolfo. Ricordiamo che una conservazione troppo protratta all’interno della botte può far perdere al vino la freschezza. Quindi, per evitare vini “stanchi”, una parte della maturazione è prevista in bottiglia. q

MACELLERIA A.R. Galiano

di Fabrizio

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14 VIDEO: CUCINA CALABRESE E LUOGHI MAGICI INCANTANO IL POPOLO RUSSO

L’inesauribile chef scaleota Vincenzo Grisolia, non smette mai di stupirci, infatti, con una produzione Russa, ha regalato a Scalea e all’intero territorio della Riviera dei Cedri, una immagine a 360° dell’enogastronomia locale dove lo spettatore tocca con mano il territorio. Un importante video che illustra e parla di cucina calabrese e della ricca e varia offera di prodotti della nostra stupenda costa e del magico entroterra, ricchi di prodotti del mare e della terra. 23 minuti di documentario volano letteralmente tra le bellezze dei luoghi, le descrizioni dei prodotti e le immagini davvero belle, suggestive ed emozionanti. Si parte con una panoramica mozzafiato dal Centro storico di Scalea spaziando verso la sconfinata e meravigliosa costa. Scendendo tra le scalinate del paese vecchio, con la telecamera ci si sposta nella location del Vigrì per finire nella sua ordinata e brillante cucina. Nelle inquadrature colpisce forte, tra una vera e propria esplosione di colori, il mangiar bene e di gusto. Al mercato della frutta, il frenetico Enzo arriva in motoretta per scegliere con dovizia di cura e di esperienza il meglio delle mercanzie esposte dagli allegri e coloriti contadini del posto. Da lì a poco, Enzo entra nella sua “tana” per preparare una sfiziosa caprese bianca, rossa e verde (mozzarella, pomodoro e basilico): i colori della bandiera italiana, impreziosita con l’ottimo e genuino olio extravergine dei f.lli Pugliese e da origano di montagna. Dalla sua location che si trova sul lungomare di Scalea, si sposta nella capitale del peperoncino rosso, in quel di Diamante, famosa, appunto per il peperoncino piccante ed il suo festival settembrino. Poi diventano protagonisti il cedro simbolo della nostra riviera, le alici di Scalea, la pasta fatta in casa con la macchinetta della nonna (una vera poesia), la farina macinata nel mulino a pietra Agrystore, il peperoncino rosso e fresco, il prezzemolo, l’olio, il pane tostato e un pizzico di sale per preparare sapientemente, un piatto sublime targato e ufficializzato con un protocollo depositato presso il Comune, dall’associazione “Scalea nel piatto”, di cui il nostro Vincenzo ne è tra i promotori e fondatori. Poi si spazia con lo sguardo verso Orsomarso, famosa per l’olio genuino e a bassissima acidità dal gusto inconfondibile e vero scrigno della natura verde e incontaminata, una piccola Svizzera ed ancora verso i paesi rivieraschi limitrofi a Scalea, per ritornare verso l’interno a Santa Domenica Talao, dove Enzo fa provviste del prezioso tartufo nero per preparare eccezionali piatti come il baccalà al tartufo, una portata davvero irresistibile ed inebriante, un piatto estremamente gustoso nella sua semplicità perché unisce il tartufo della collina ed il pesce del mare. Poi, tappa sulla fantastica isola di Dino da cui si ricava il famoso liquore digestivo al mirto che si serve ghiacciato dopo i pasti. Infine, non può mancare una capatina a Verbicaro, comunità caratteristica dell’entroterra, famosa in tutto il mondo per il vino “Verbicaro doc” rosso e bianco. Poi ancora Scalea, presso “La casa del pane”, per fare provvista dell’ottimo e profumato pane casereccio. q http://youtu.be/KlIlNkt_nmA Youtubeigustidicalabria


Marzo • Aprile 2014

CIBO DA STRADA

Il cibo da strada, secondo la definizione della FAO, è costituito da quegli alimenti, incluse le bevande, già pronti per il consumo, e che sono venduti (e spesso anche preparati) soprattutto in strada o in altri luoghi pubblici (come mercatini o fiere), anche da commercianti ambulanti, spesso su un banchetto provvisorio, ma anche da furgoni o carretti ambulanti. Il tradizionale gyros pita, tipico cibo da strada della cucina greca, affine al kebab turco Il consumo di cibo per strada consente, in genere, di mangiare in maniera più informale, più rapida, e meno costosa rispetto al consumo di cibo in un ristorante o in altro luogo deputato allo scopo; per tale motivo, questa forma di alimentazione viene spesso preferita rispetto a modalità più formali di consumo, tanto da fargli occupare un posto importante nell’alimentazione umana: stime della FAO indicano in ben 2,5 miliardi di persone al giorno il numero di coloro i quali si alimentano in questo modo. Il cibo da strada fa parte del più ampio fenomeno del cibo informale (informal food sector), un settore che, nei paesi in via di sviluppo, rappresenta una delle strategie adottate per provvedere ai propri bisogni alimentari. Alcuni cibi da strada rientrano nella categoria del finger food e del fast food.
In altri casi, il consumo alimentare per strada si rivolge ad alimenti che, per lo scarso valore alimentare e culturale, sono classificati nella categoria del cibo spazzatura (junk food). Il cibo di strada è strettamente legato al fenomeno del cibo da asporto (take away/take-out), e ad altri fenomeni di consumo informale di cibo, come gli snack, gli spuntini, il fast food, il pranzo al sacco. q

ADDOBBI PER CERIMONIE

LE VIE DEL GUSTO CIBO DI STRADA NELL’ANTICA ROMA

Street Food, ovvero mangiare per strada. L’hanno inventato circa tremila anni fa i popoli nomadi, i romani ne fecero un vanto, tanto che gran parte della popolazione consumava i pasti in piedi, velocemente, sostando in locali semi-aperti adiacenti alla strada. Di queste strutture rimangono importanti vestigia a Pompei. Qui le taverne erano oltre che meta dei viaggiatori di passaggio anche il luogo dove i poveri si facevano riscaldare le vivande (non sempre disponevano di fornelli a casa loro). Pratiche popolari del genere erano però considerate di cattivo gusto dai notabili, i quali vedevano scadere la propria reputazione se erano visti far colazione alla taverna, perchè vivere per la strada non era serio. Oltre alle “cauponae” e alle “tabernae” dove i passanti compravano o consumavano bevande fresche o vino caldo, numerosi erano i venditori ambulanti che offrivano pane, frittelle, salsicce, ecc. Le classi popolari urbane conoscevano il piacere di consumare a tavola solo il pasto serale. Lo scrittore latino Marziale in un epigramma descrive il caos delle strade dell’Urbe prima dell’editto di Domiziano che aveva regolato l’esposizione e lo stazionamento di merci per strade e marciapiedi: «Non più fiaschi appesi ai pilastri… barbiere, bettoliere, friggitorie, norcino; nel proprio guscio se ne sta ciascuno. Ora c’è Roma: prima era un casino». La gastronomia successivamente è diventata una faccenda da cortigiani (almeno quella che è stata tramandata e codificata) e i poveri cuochi itineranti si sono persi per strada. Fin quando non sono rispuntati i “famigerati” hamburger. Ma oggi lo street food torna a fare tendenza. Basti dire che Ferrà Adrià - lo chef spagnolo diventato un divo internazionale dei fornelli - ha aperto una catena di ristoranti veloci, che Joele Robuchon - lo chef francese eletto cuoco del secolo insieme al suo maestro Freddy Girardet - ha sconvolto Parigi e la Francia dando vita ad una catena di “tavole” dove non si prenota, non si paga con la carta di credito, si mangia in venti minuti a menù fisso. La nouvelle vague della cucina sembra dunque essere non quanto e come si mangia, ma cosa si mangia: la qualità sta nella perfezione di un piatto nella purezza degli ingredienti e non nel “contorno” modaiolo. Il cibo dell’essenza e l’essenzialità del cibo sono oggi i sovrani comandamenti. q

15 TRAIANO E IL PRIMO CENTRO COMMERCIALE

Marcio Ulpio Traiano divenne imperatore nel 98 d.C., non per diritto dinastico ma per adozione (fatto eccezionale), essendo considerato il miglior candidato possibile. Riuscì in un’impresa non facile per un sovrano: fu apprezzato da tutti. Dal Senato con cui collaborò senza problemi; dai provinciali che lo amarono per le origini ispaniche; dai legionari che ne riconobbero il valore militare e dagli intellettuali che ne apprezzarono la cultura stoica. Traiano fece a Roma grandi lavori, dalla ristrutturazione del foro, all’acquedotto, ed edificò un insieme di edifici articolati su più livelli: i Mercati Traianei. Apollodoro di Damasco nel II sec. progettò questo primo centro commerciale coperto della storia, considerato nell’antichità una delle meraviglie del mondo classico (oggi se ne può ammirare solo una piccola parte). Sei erano i piani su cui si sviluppava, con 150 negozi dove si vendeva un po’ di tutto. Fiori, frutta, olio, vino, grano, pepe, spezie pregiate. All’ultimo piano si poteva acquistare pesce, conservato vivo in vasche d’acqua dolce o di mare rifornite mediante appositi acquedotti. C’era perfino una tavola calda e una specie di banca. Tra una spesa e l’altra, commercianti e clienti si fermavano nelle osterie del piano terra (tabernae) per fare due chiacchiere, bere e giocare a dadi. q

Gusto

SCELTE DAL DIOGENE

Come cucinare le triglie al sugo

•Le triglie sono dei pesci dall’aspetto e dal gusto molto particolare. Allo stesso tempo non sono difficili da cucinare in vari modi. Vediamo come farle col sugo! Sarà un piatto speciale che preparerai in poco tempo e che darà ottimi risultati, prova! Gli ingredienti sono per sei persone circa. Preparazione: 1) Pulisci con cura i pesci (1 kg abbondante): devi inizialmente liberare ed eliminare le squame, poi aprili e rimuovi le interiora e le pinnette. Quindi lavali in acqua più volte (anche internamente, è molto importante) e mettili ad asciugare. Prendi una padella o un tegame fondo, metti dell’olio e fallo scaldare a fuoco basso. 2) Taglia o trita insieme: uno spicchio d’aglio, una cipolla, e uno o due ciuffi di prezzemolo. Dopo averli mischiati e quando l’olio è caldo, butta tutto in padella per prendere colore. Aggiungi ora anche il pomodoro (che hai precedentemente tagliato e/o schiacciato) oppure direttamente i pelati quanto bastano. Lascia qualche minuto, a seconda dei gusti. 3) Prendi le triglie e rotolale sulla farina (semola). Friggile poche alla volta in una padella con olio (e aglio) e falle sgocciolare su carta assorbente da cucina. Quando hai cotto tutti i pesci, disponili come preferisci e rovescia sopra l’olio iniziale cotto con gli altri ingredienti quali sugo, cipolla, aglio e prezzemolo. Risultati garantiti: da servire immediatamente. Variante: il sugo può essere utilizzato anche per condire ottimi primi piatti. q


Marzo • Aprile 2014

DIVAGANDO TRA SPORT E PROFESSIONI

LO SCALEA SI CONFERMA MERITATAMENTE AL TERZO POSTO E “VEDE” L’ECCELLENZA

di Virgilio Minniti Come un motociclista all’ultima curva, lo Scalea ha superato l’avversario ed agguantato il podio consolidando un meritatissimo terzo posto in classifica. Alla ripresa delle ostilità, dopo la lunga pausa pasquale, la truppa cara al presidente Formica ha affrontato in casa, in souplesse, la Luzzese, surclassandola con un perentorio 4-2. Scoppetta e compagni, nella seconda parte di campionato, hanno conquistato ben 36 punti, facendo registrare un ruolino di marcia da primato. Lo Scalea ha sciorinato un buon calcio ed il vero valore è venuto fuori, dando corpo alla teoria che le squadre del bravo tecnico Carnevale “escono” alla distanza. Un diesel azionato in tempo per raddrizzare una stagione che era partita male; un attacco ben assortito con l’alfiere Scoppetta autore di ben 19 reti, un centrocampo illuminato dalle geometrie e dalla fantasia di Petrillo ed Esposito e una difesa impenetrabile, grazie anche al grande lavoro portato avanti con serietà e competenza dal preparatore dei portieri Borrelli, gli ingredienti gustosi di una pietanza calcistica per palati sopraffini. L’obiettivo era chiudere la stagione regolare al terzo posto, per poi cimentarsi nella coda di campionato dei play off. Così è stato! Adesso la squadra tiene alta la concentrazione e, in questa particolare e decisiva fase, continua ad allenarsi con grande impegno e professionalità. L’obiettivo è ritornare in Eccellenza. L’impresa è possibile, ma serve l’aiuto di tutto il mondo sportivo scaleota. I tifosi reciteranno un ruolo vitale, il loro calore è fondamentale per trascinare i ragazzi nel rush finale. Un cammino importante che potrebbe essere coronato con il ritorno nel massimo torneo dilettantistico regionale. Ora come non mai, bisognerà rimanere uniti per riappropriarsi dell’Eccellenza,

categoria tolta ai biancostellati in virtù di un regolamento cervellotico, assurdo e male concepito, che penalizzò fortemente la squadra scaleota magnifica vincitrice degli spareggi.

Il desiderio... del capitano dello Scalea Antonio Scoppetta

Quando ad esprimere un desiderio, a lanciare in maniera criptata un appello è un ragazzo d’oro, sempre schivo di fronte ai riflettori, allora il significato assume natura doppia e da cogliere al volo. «Sarebbe bello rivedere gli spalti così gremiti!!!» È l’espressione che esce dal cuore del cannoniere dello Scalea Antonio Scoppetta, rivedendo una foto della tribuna del Comunale “Longobucco” stracolma di gente festante, risalente a qualche anno fa. L’attaccante dello Scalea che ha disputato una grandissima stagione, con 19 gol all’attivo, dopo la conquista aritmetica del terzo posto finale, suona la carica e trascina l’ambiente in vista dei play off da disputare nelle due prossime settimane, nell’ordine, contro il Roggiano in casa e il Torretta in trasferta (due gare secche). Si sbilancia il calciatore-gentiluomo, che ha sempre dato tanto e, probabilmente, raccolto meno di quanto abbia seminato. Antonio sa di essere l’uomo simbolo di questo Scalea ed esorta tutti affinchè la “sua” squadra possa ritornare in una categoria più consona a storia e blasone. q

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NUOVE PROFESSIONI: ITALIANI CHE TENTANO STRADE INEDITE

Le nuove professioni, parlano di servizi, bisogni concreti, sostenibilità, di riutilizzo dei materiali, di seconda mano, di non profit, di impatto zero. Professioni, poi, che spesso promuovono un diverso State of mind: condivisione di responsabilità che, non è solo personale, né solo collettiva. Modelli non necessariamente imprenditoriali, ma intraprendenti, si. Percorsi trasversali. Sono così in ascesa, tanto per cominciare, i lavori ad alto tasso di collaborazioni sociale: il cosiddetto terzo settore. Un mix di istituzioni antiche e gente che cerca di applicare criteri profit il diktat del profitto. Ma al suo interno, gli spazi di innovazione sono ancora ampi. Un progetto che ha cominciato a prendere corpo con Expop (www.expop.org), dove il pubblico è stato invitato a votare i progetti e a proporne di nuovi. C’è anche il “vegan chef”. Tra i lavori green del presente c’è anche quello del Vegan chef, incarnato dalla blogger Alice Savorelli, 30 anni e già autrice di diversi libri oltre che del sito Cotto&Crudo. Oppure lo chef a chilometro zero, come Riccardo Gentile, non solo eco-cuoco con tanto di orto in provincia di Pavia, ma scultore di ortaggi capace in pochi minuti di trasformare un melone in un’opera d’arte. Negli ultimi anni, poi, è stato un pullulare anche di eco-shop. E di persone che magari, come Valerio Meregalli, hanno lasciato la fabbrica di elettronica dove faceva l’operaio per “intraprendere”: «Vengo da una famiglia semplice e umile, papà impiegato mamma casalinga, sorella insegnante disoccupata. Sono riuscito ad avviare l’attività grazie ai miei risparmi, al Tfr, a un incentivo dell’azienda per l’esodo e a un aiuto dei miei genitori». Oggi Valerio cura la sua EcoBottega (www.lecobottega. it) in provincia di Monza, a Vimercate, che vende online - dalla cartoleria alla cosmesi, dall’abbigliamento ai gioielli - prodotti ecologici. La svolta sta nell’inventarsi nuove capacità “spendibili”. Giulia Coclite - Alessandra Necchi - Camilla Marie Petrignani Ondine fashion entrepreneur Insieme hanno creato Jolieclick, un sito internet in cui si possono acquistare abiti usati soltanto una volta, in tv o nelle sfilate, a prezzi decisamente convenienti. La più grande del gruppo, colei che ha coltivato e realizzato l’idea, è Alessandra Necchi: fondatrice della galleria Neotu di Parigi, ha lavorato nell’arte contemporanea e disegnato collezioni delle famose lampade Berger. Per dieci anni è stata nel campo della moda con il suo marchio Alex Nekki e oggi, con Camilla e Giulia, ha scommesso su una internet Start-up. Indagine di mercato e sconti. E visto che il risparmio è al centro della questione, stanno spopolando siti internet come Jolieclick (www. jolieclick.com). «Abbiamo fatto un’indagine di mercato», spiega Alessandra Necchi, già titolare del marchio Alex Necchi, «e ci siamo rese conto che mentre in Italia il business online si concentra principalmente su abiti nuovi, generalmente capi di magazzino o rimanenze di negozi, noi potevamo proporre capi usati e nuovi recuperati da set televisivi e cinematografici o direttamente da professionisti del campo, attori, presentatori, star di tv e cinema, a prezzi molto bassi, quasi il 70% in meno al prezzo del mercato». La tendenza funziona. Come funziona la pagina facebook di Beatrice Galimberti studentessa universitaria che, per arrotondare, personalizza con borchie e luccichino scarpe da ginnastica All Star. Facendole pagare la metà esatta di quanto costerebbero in boutique. Anche questa è un’idea che sembra battere la crisi. q Cristina Silvieri Tagliabue


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