2013 luglio agosto

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il Giornale di Scalea 1

Luglio • Agosto 2013

fondato nel 1947 da Mario Manco

diogenemoderno@yahoo.it diretto da Nando Manco

esce quando può

i pazzi aprono le vie che poi percorrono i savi

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Periodico indipendente d’informazione, di approfondimento e opinione

Anno XVII • N° 4 Luglio • Agosto 2013

ULTIMO ATTO PER BASILE E IL SUO GRUPPO Operazione Plinius di Nando Manco

Il popolo di Scalea, per quasi tre anni e mezzo, ha atteso, in dignitoso e paziente silenzio, un segnale di cambiamento positivo da parte del sindaco in carica, Pasquale Basile, e dell’amministrazione da lui guidata che, però e purtroppo, si è fatto attendere invano. Dopo l’insediamento di questo “inedito”, per la città, soggetto politico, avvenuto a seguito del voto del 29 e 30

marzo 2010, buona parte degli scaleoti, almeno la più sensibile, in qualche modo e misura coinvolta nella vita amministrativa locale, con calma, ha cercato di capire, conoscere e interpretare, spassionatamente, la personalità ed il pensiero del “nuovo sindaco”, che si affacciava e avventurava per la prima volta nella realtà comunale. La sensazione diffusa è stata, con il trascorrere del tempo, che il primo cittadino si è allontanato sempre più dalla realtà e arroccato, quasi in solitudine, (...) in seconda...

“LE MANI SULLA CITTÀ”

“Le mani sulla città”, così recitava il titolo di un famoso film di denuncia degli anni ‘60 di Damiano Damiani, sulle collusioni tra amministratori comunali e loschi affaristi.

Ora ci rendiamo conto che, come nel citato film, le connivenze mafiose ed affaristiche non riguardano solo altre realtà che ci sembravano estranee e nelle lettere... lontane, (...)

Un Paese normale di Rocco Condoleo

Il “Sistema” Scalea... di Francesco Cirillo

MA QUANN(I) CI VO’ CI VO’!...

In un paese normale, e Scalea lo è, non può mai accadere che il sindaco e tutta la giunta, meno uno, siano costretti a lasciare, in conseguenza dell’esecuzione nei loro confronti di un provvedimento cautelare per gravissimi reati, tutti commessi durante la loro amministrazione della cosa pubblica, con l’incredibile e inimmaginabile per tutti aggravante della modalità “mafiosa”! L’anomalia scaleota sta proprio in questo: che le forze politiche “democraticamente” elette si siano letteralmente didinteressate o non siano mai state interessate di combattere, fino in fondo, le loro battaglie istituzionali per tutelare il principio di legalità e gli (...)

Per me si va nella citta’ dolente…Per me si va tra la perduta gente… Lasciate ogni speranza voi ch’entrate.

TUTTI SAPEVANO, NESSUNO PARLAVA

Dico subito da garantista quale sono, che non mi piace vedere le scene di cittadini con manette e condotti a sirene spiegate in carcere come se fossero i peggiori assassini. Gli arrestati di Scalea, sono indagati e imputati e tali resteranno fino al terzo grado di giudizio, per cui potevano benissimo essere condotti agli arresti domiciliari in attesa del processo, dal momento che i reati di cui vengono accusati non potevano essere reiterati. Esiste ancora la presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio e questo dovrebbe valere per tutti. Detto questo, non sono rimasto (...)

in quarta...

ASSALTO AL “FORTE” di Bruna Condoleo

A marzo di quest’anno si è festeggiata la “Giornata internazionale delle foreste” e, ad aprile, si è appresa la notizia sull’avvenuto taglio di numerose querce da sughero, in località Monteforte del comune di Scalea, con un danno incalcolabile al paesaggio e all’ambiente. Sulla doppia questione interviene il responsabile del Comitato Cimalonga: «Senza voler innescare alcuna polemica - scrive il presidente Ercole Serra - le due notizie appaiono certamente in stridente contrasto. A proposito di taglio indiscriminato di alberi ed arbusti, devo ricordare che, nel 2007, in occasione dei lavori di restauro di piazza Caloprese, fu falciato, senza alcuna “pietà”, un arbusto antichissimo, raro e pregevole: un evonimus (...) Patrimonio e Verde Pubblico in undicesima...

in terza...

Un Cuore pulsante di Gian Enrico Zamprotta

IL ROSSO ED IL NERO

Da quando vivo a Scalea, ho sempre considerato questa mia Patria di adozione una terra di forti contrasti, un cuore pulsante, capace di dare forti emozioni e dispensare momenti di indimenticabile gioia, al pari di istanti di profondo sconforto. E, la storia si ripete con impressionante e puntuale ripetitività ad ogni inizio di stagione estiva. Quasi a voler riproporre la “donzelletta” di Leopardiana memoria che nel “Sabato del Villaggio”, si appresta a prepararsi al giorno festivo recando un mazzolino di fiori che userà per adornare il petto e la capigliatura. (...) in quinta...

L’editoriale di Giovanni Celico

SESSANTA… LA PAURA!

I dati forniti dall’Istat evidenziano che il “bel paese” ha tagliato il traguardo dei sessanta milioni di residenti: un bel numero che abbiamo, ad arte, accostato al 90 (l’ultimo... della tombola) il sinonimo della paura secondo un’antica credenza! Sessanta o novanta, certo è che l’Italia, come altre nazioni “europee”, Portogallo, Spagna e Grecia, ha difficoltà ad uscire dalla recessione e continua a sommare alcune stridenti contraddizioni che la rendono, forse, unica: probabilmente, per lo stivale, la “crisi” è strutturale e ci vorranno alcuni decenni per assorbirla e superarla… ma intanto? Basta soffermarsi su alcuni “indicatori” e su talune delle “sfaccettature” riguardanti il “modello” di società che va delineandosi per rendersi conto che il futuro non è roseo e che, per l’“uomo della strada”, sarà (...) in quinta...

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PRIMO PIANO

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ULTIMO ATTO PER BASILE E IL SUO GRUPPO di Nando Manco

(...) nel Palazzo, tra i molteplici e spesso insormontabili problemi gestionali. La gente di Scalea ha fatto di tutto per andargli incontro e per assecondarlo nella sua “avventuraâ€? pubblica ma tutto è stato vano e inutile: ci si scontrava contro un muro insormontabile (un montone)! Carattere particolare, chiuso, introverso, poco espansivo, saccente, in questo lasso di tempo si è ostinato a ripetere monotonamente soltanto un “versettoâ€?: ÂŤnon ci sono soldi nelle casse comunaliÂť! Nei 1215 giorni, dall’insediamento suo e della giunta che lo ha affiancato, nulla è cambiato se non in peggio, nella realtĂ cittadina, e niente ha tentato di fare per integrarsi e rendersi piĂš popolare ed amato, dimostrando e rimarcando, quasi giorno dopo giorno, i suoi limiti amministrativi ed umani. In questo cammino, gli abitanti di Scalea, amareggiati e delusi da un tale inusuale comportamento, con la conseguente crisi dell’intera cittĂ , hanno capito, mettendosi l’anima in pace, che Basile era la persona meno adatta a sedere sulla poltrona di primo cittadino. Distaccato, a tratti sarcastico, Pasquale Basile chiude, cosĂŹ, in modo drammaticamente inglorioso e vergognoso, la sua amara parentesi al vertice dell’amministrazione locale, peraltro in vista degli attesi festeggiamenti della Patrona della CittĂ che si sono svolti solennemente nella monumentale chiesa di Santa Maria d’Episcopio che, con l’arrivo del nuovo parroco, don Franco Laurito, in poco tempo, sta ritrovando la coesione, lo smalto e l’entusiasmo di un tempo. Quel feeling che Basile, per carattere o per scelta, inspiegabilmente, non ha saputo o non ha voluto mai instaurare con la brava gente di Scalea, un sacerdote‌ semplice ed umile, in pochi giorni lo ha realizzato! Scalea, sicuramente, negli ultimi anni ha perso molte occasioni, sprecando e sbagliando, ma, quello che i comuni cittadini hanno sperimentato, in questa lunga agonia, al di lĂ della ventilata e rimarcata crisi economica dell’Ente, è qualcosa di spaventosamente anomalo ed unico. Per Scalea, dunque, nonostante tanto si sia discusso e scritto, Basile resta una persona difficile da decifrare e, di conseguenza, un sindaco anomalo quanto anonimo (almeno fino al suo arresto). Si accennava a segnali incoraggianti, mai pervenuti in questi tre anni e piĂš di stallo e di vana attesa, con il

sogno di un cambiamento di rotta e di un trend rinnovato che non sono stati mai partoriti. Il fallimento di questa ostinata austerity è sotto gli occhi di tutti e le ristrettezze, imposte e volute da Basile e dalla sua squadra, non hanno portato alcun frutto (o meglio, con il senno di poi possiamo aggiungere che i frutti li abbiano portati solo alle loro tasche): l’amministrazione, in pratica, non è mai riuscita e forse non è mai stata interessata, poichĂŠ evidentemente ha sempre avuto altre mire, a costruire un solido “contattoâ€? con la comunitĂ che è apparsa sempre piĂš insicura, depressa e scoraggiata. L’epilogo catastrofico lascia sbigottiti e senza parole: conoscendo la serietĂ e la rettitudine della famiglia, si pensava a Pasquale Basile, al di lĂ del carattere, come ad una persona onesta e di sani principi, con un’alta integritĂ morale. Ma forse, alla luce dei tanti campanelli di allarme, bisognava aspettarselo e sperare (per la salvezza della cittĂ ) che prima o poi sarebbe successo. La notte dell’11 luglio di questo 2013, come un terremoto improvviso e devastante, Scalea si è trovata sotto gli elicotteri volteggianti dei Carabinieri ed invasa dalle volanti che percorrevano le vie cittadine. La mattina del 12 luglio la notizia-bomba: i sigilli al Comune e gli arresti e Scalea, attonita e frastornata, vive cosĂŹ un bruttissimo momento, il piĂš drammatico di questi ultimi anni e dell’ultimo secolo e l’aria che si respira è pesante e regna un silenzio surreale. Nell’ultimo Diogene, abbiamo parlato di “delusione Basileâ€?, di casse comunali e, soprattutto, di teste vuote: di spazzatura differenziata mai‌ partita, dello stravolgimento del piano traffico e del fondo delle strade cittadine a gruviera, dell’abbattimento, dopo anni, della casupola diroccata di Piazza Caloprese per far posto ad una strada-parcheggio privata‌ ahimè, però, con incognita, senza dimenticare la mannaia dei semafori, della risoluzione di Piazza Caloprese e del mancato spostamento della pompa carburanti di via Michele Bianchi, come pure dello “sboccoâ€? di viale della Repubblica con viale Ruffillo (strada della ferrovia), di porto ed aeroporto finiti nel dimenticatoio e del fermo dei lavori del Palazzo dei Principi, di Torre Talao alla mercè di tutti, del castello normanno abbandonato a se stesso ed al buio, della cappella bizantina e del convento francescano, nonchĂŠ dell’antiquarium

...dalla prima

di Cimalonga che rischia di scomparire. Mentre, un velo pietoso va steso sulla chiusura totale di via B.V. del Carmelo, la strada del ponte di ferro abbattuto piĂš di 30 anni fa, e sul lungomare che, invece di migliorare con un adeguato e indispensabile arredo urbano, langue tra lidi e baracche a trenino, fatti realizzare senza criterio e senza un piano colore. Non si è riusciti nemmeno a tutelare alcuni spazi pubblici significativi come piazza Kennedy, via Rimoli e via Carmine Manco! La lista dei danni potrebbe essere allungata a dismisura ma infierire ulteriormente sulla croce rossa serve poco: il testamento politico-amministrativo che Basile lascia agli scaleoti, purtroppo e fa male dirlo, è‌ una vera catastrofe! Dopo la vergogna patita a causa delle montagne di spazzatura, nell’estate del 2011, si sperava di non ripetere altre figuracce agli occhi del mondo ma, oggi, alla luce di questi agghiaccianti fatti, quella vicenda, a confronto, passa in secondo piano. Scalea accostata a fatti di mafia, con l’arresto clamoroso del primo cittadino, è davvero un evento terrificante ed incredibilmente dannoso per tutti. Ora, sulle ceneri di questa maleodorante colata di “fango e polvereâ€?, speriamo che possa nascere qualcosa di veramente positivo, in modo da ritornare a parlare di Scalea come di una cittĂ dell’accoglienza e del sorriso, di “sitoâ€? di turismo, arte, storia e di brava gente‌ pulita nel profondo della sua millenaria storia! q

unico nel suo genere...!

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Luglio • Agosto 2013

PRIMO PIANO

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IL “SISTEMA” SCALEA È IL “SISTEMA” CALABRIA di Francesco Cirillo

(...) per niente sorpreso di quanto avvenuto a Scalea con l’arresto del sindaco Basile e di tutta la sua giunta o banda con al seguito avvocati e geometri. Nel senso che se la magistratura, a qualsiasi livello, piuttosto che perseguire, come fa quotidianamente, piccoli fumatori d’erba e piccoli personaggi dediti all’illegalità diffusa, (dal momento che si lamenta di mancanza d’organico), si dedicasse ai colletti bianchi, ai grossi investimenti che avvengono in tutti i comuni della regione, agli appalti di grandi opere, alle concessioni facili di licenze edilizie, farebbe venire fuori tutto il marcio che esiste nella nostra costa tirrenica ed in Calabria. D’altra parte si capisce a vista d’occhio che la costa tirrenica non è quell’oasi di pace che tutto il mondo politico vorrebbe far intendere. Troppi scandali vengono subito coperti, troppi scempi vengono fatti passare come legali. Il mondo politico del tirreno, così come quello di tutta la Calabria, vive di queste cose. Di licenze date a seconda di chi ne fa richiesta, di appalti concessi ad amici e compari, di opere pubbliche inutili e dannose fatte e collocate alla rinfusa nel territorio, di favoritismi che il mondo imprenditoriale riceve quotidianamente. Tutto questo in nome del sacro sviluppo moderno, del turismo intoccabile, del progresso ad ogni costo, del lavoro da dare che non c’è mai, nonostante i tanti cantieri esistenti. Il “sistema Scalea”, non esiste solo a Scalea ma quasi in tutti i comuni della Calabria. Di sicuro in quei comuni dove si punta sulle grandi opere, sui grandi appalti, sui finanziamenti a pioggia che poi non producono nulla. A Scalea tutti sapevano e votavano Mario Russo proprio perché sapevano di poter riceverne favori. E quando Mario Russo non potè più presentarsi, sindaco, essendo scaduto il secondo mandato, ecco uscire dal suo cilindro Pasquale Basile, emerito sconosciuto. I voti c’erano a Scalea ed erano una caterva. Era un peccato disperderli. Mario Russo sindaco per dieci anni, dal 2000 al 2010, la prima volta, nel 2000, venne eletto con 3.167 voti, la seconda volta nel 2005 aumentò i voti fino a prenderne 3.863. Nel 2009 venne eletto consigliere provinciale prendendo nel collegio di Scalea 3.863 voti. Insomma, una macchina da guerra elettorale che non ha eguali in tutto il tirreno cosentino. Alla fine del mandato di Basile, Mario Russo sarebbe ritornato in pista e sarebbe stato di nuovo sindaco. Ma con Basile, personaggio enigmatico qualcosa non funzionò da subito. Basile vinse le elezioni nel 2010, con l’apporto di Mario Russo ma prendendo solo 2.597 voti. Forse per la frammentazione di liste, ma Basile vinse lo stesso. La politica di Basile non si scostò di molto da quella di Russo. Le direttrici fondate da Russo vennero ricalcate da Basile: il porto, la discarica , l’aviosuperficie, le concessioni demaniali, la sfrenata speculazione edilizia. Gli appalti dovevano essere la ricchezza di Scalea e

tutto doveva ruotare attorno a questi progetti, portatori di finanziamenti nonostante sin dall’inizio alcuni di questi si mostrassero fallimentari. Sul porto per esempio si scatenarono vari appetiti e ci furono anche ricorsi e denunce fra comune e progettisti che si risolsero a favore di questi ultimi. L’aviosuperficie fu un altro disastro per la gestione, ma un affare per la sua costruzione. Ben venti miliardi di lire buttati lungo il fiume Lao. Una promessa di 90 posti di lavoro finiti nel nulla. ma della gestione dell’aviosuperficie evidentemente interessava poco ai due sindaci. L’affare era stato già fatto. Sulla discarica l’affare invece era in progress. La volle Russo, e la volle a tutti i costi. La volle a meno di due chilometri dalla cittadina, in mezzo a villaggi turistici, a poche centinaia di metri dall’ospedale (un altro affare di miliardi di lire abbandonato a se stesso), in una zona dove vi sono falde acquifere e dove il percolato finiva in un torrente che sfociava nel mare davanti la splendida Torre Talao. I cittadini scaleoti se ne fregarono di quanto avveniva attorno a loro. I commercianti pensavano all’isola pedonale, alla pompa di benzina da spostare ed a come sistemare i figli, o i nipoti o gli amici nella gestione delle spiagge. A proposito, Scalea rimane l’unico paese della costa tirrenica dove non esiste più la spiaggia libera. Mario Russo da sindaco, rivendicò questa scelta in un’intervista asserendo che a Rimini ed in Emilia Romagna, tutte le spiagge sono a pagamento e non vedeva il motivo per cui a Scalea non doveva essere lo stesso. Per questo la gente votava per Mario Russo. Quel sistema faceva comodo a tutti, senza rendersi conto, però, che giorno dopo giorno, quel sistema dilaniava il corpo stesso della gente. Sventrava il territorio, abbassava la qualità della vita, del turismo stesso. Nascevano supermercati come funghi, ma chiudevano i piccoli negozi. Il sistema faceva assumere giovani nei supermercati ma intanto si perdevano centinaia di posti di lavoro che i piccoli negozianti garantivano ogni anno. I cittadini erano contenti così. Certo non tutti i cittadini. C’era chi votava contro Russo e Basile. Esiste un’opposizione a Scalea a questo sistema, ne conosco di gente onesta a Scalea, ma la gente, dimostrava paura a partecipare. Votava nell’ombra, quasi di nascosto e non partecipava a nulla. La dimostrazione venne quando Russo aprì la discarica. La puzza si sentiva per tutta la cittadina. I turisti scappavano dai villaggi vicini alla discarica, ma solo una cinquantina di persone parteciparono al comizio organizzato dagli ambientalisti. Peggio andò quando si tentò di bloccare la discarica. Nessuno fu d’accordo. E quando, io stesso lanciai un

...dalla prima

appello a giornalisti e blogger per visitare la discarica ed entrare dentro per documentarla, solo uno si presentò all’appello. Vi entrammo in due, e fummo subito minacciati di uscire da alcuni operai che vi lavoravano senza mascherine e senza alcuna protezione. Dissero che violavamo la legge. Ma quando dicemmo loro di chiamare i carabinieri, si allontanarono subito facendoci fare quello che volevamo. La discarica venne chiusa dai carabinieri qualche mese dopo. Era illegale e si sapeva. Russo non disse niente, anzi venne premiato da Scopelliti che lo nominò commissario all’interno dell’ARPACAL. Fu come nominare dirigente di un asilo un pedofilo. Ma la politica in Calabria funziona così. Più sei mediocre ed ignorante su un problema, più sali in alto. Appunto, non è Scalea che funziona così. È un po’ tutta la Calabria. Dove ci sono discariche, appalti giganteschi ed inutili, c’è malaffare. Per decenni ho segnalato nelle mie inchieste opere inutili, abbandonate. Un elenco lunghissimo che va dalle dighe, alle chiese, ai porti, alle sale-convegno, ai mercati, alle discariche, agli impianti per la termodistruzione. Lavorate su questo e scoprirete un intreccio incredibile fra potere politico, massoneria, ‘ndrangheta, che passa, innanzitutto, dagli uffici che concedono le autorizzazioni per queste opere. Se si parla di appalti dati, di demanio, di opere pubbliche, bisogna avere il coraggio di alzare il livello ed andare a vedere chi concede queste autorizzazioni, e si scoprirà che dietro la firma del sindaco, c’è prima quella del funzionario del genio civile, poi quella della soprintendenza dei beni ambientali, e di quell’altro della capitaneria di porto. Si scoprirà che gli occhi delle forze dell’ordine sono bendati, come pure quelli di qualche capo dei vigili, del magistrato che cestina la denuncia del cittadino o delle associazioni ambientaliste. È qui che nascono i “sistemi” e non solo a Scalea ma in tutta la Calabria. q

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Luglio • Agosto 2013

MA QUANN(I) CI VO’ CI VO’!... di Rocco Condoleo

...dalla prima

(...) interessi dei cittadini! Anzi, il malaffare secondo i giudici era palese e durava da anni indisturbato sotto gli occhi di tutti, addirittura avvalendosi di una omertà diffusa; per questi fatti dal 2010, ovvero, sin “ab initio” e cioè dall’insediamento del sindaco e della giunta “attuale”, sui quali doveva, invece, vigilare attentamente l’opposizione (mistero… lo ha fatto superficialmente e a corrente alternata)! Ma dove erano allora i rappresentanti di questa “opposizione”, che oggi invece in piazza “brindano” trionfalmente compiaciuti di loro stessi, come se fossero stati loro i “Salvatori della Patria”???... Questo, soltanto, è il nodo di fondo, attorno al quale sostanzialmente ruota la vicenda politica cittadina e di conseguenza anche l’opposizione nel presente contesto ha le sue precise e gravissime responsabilità! È inutile pensare che un’operazione di presunta “pulizia” della magistratura, come affermava, subito dopo l’accaduto, risilbilmente sulla sua pagina facebook Palmiro Manco, noto esponente di questa a tratti vanagloriosa opposizione, possa salvare quella Scalea definita dal grande prof. Attilio Pepe “dolce paese”, facendola diventare addirittura la “Perla del Tirreno” (qualcuno ha finanche avuto il folle coraggio di azzardare dell’intero “Mediterraneo”!)... “Mani pulite” docet... a livello nazionale non è cambiato nulla da allora... figuriamoci se può cambiare a livello locale per una operazione che sarà certamente col tempo in qualche modo ridimensionata! La magistratura rappresenta per il cittadino “l’estrema ratio”, ma il controllo democratico è devoluto solo alla politica ed è di competenza delle opposizioni elette dal popolo. Popolo, duole ammetterlo, che purtroppo spesso vota spinto da promesse personali, non curante di lasciare il proprio paese nelle mani di chi pensa solo ai propri affari. Unica speranza è che l’attuale classe politica tutta, vada o sia mandata (con il potere e il coraggio dei cittadini) a farsi “fottere”! Le elezioni sono alle porte... Scusate la volgarità... ma quann(i) ci vo’ ci vo’!... q

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PRIMO PIANO LO STATO C’E’… E I CITTADINI?

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di Monica De Carlo

Non intendo aggregarmi al coro di quanti, per un motivo o per l’altro godono del suono delle manette né tanto meno fare il solito sermone. Quel che invece credo utile in questo momento è indirizzare le energie e il pensiero per cercare di sfruttare ciò che di positivo questa nostra brutta pagina di storia può offrire. Intanto dovrebbe essere evidente anche ai più insensibili che se certe cose possono accadere è perché anche la base ha contribuito al marcio. Il destino di una città si decreta nelle urne ma questo concetto così apparentemente semplice sfugge a quanti non riescono a vedere oltre il valore economico del proprio voto. Vendere la propria dignità per una spesa al supermercato o per la promessa di un posto di lavoro o per chissà cos’altro equivale svendere il proprio futuro e quello dei propri figli. La mano pesante dello Stato si è abbattuta su Scalea. Ora cosa accadrà? Davvero c’è qualcuno che crede che questo basti? Davvero si può credere che Magistratura e Forze dell’ordine possano fare da soli? Non è l’esercito che ci salverà ma noi stessi. L’intera popolazione deve farsi carico del fardello dell’umiliazione e della vergogna. Come ci vedono da fuori? Scalea non è più il paese turistico ma è il paese dei mafiosi. È assolutamente sterile l’obiezione di chi dice che bisogna aspettare la sentenza per poter giudicare. I magistrati svolgono la loro funzione giudiziaria ma il popolo deve svolgere una funzione morale. L’incapacità di comprendere l’importanza di questo ruolo è il motivo per il quale all’estero ci si dimette per aver copiato due pagine all’università mentre in Italia non esiste mai alcun valido motivo per dimettersi. Non deve esistere che chi si accompagna a pregiudicati e noti malviventi non venga colpito immediatamente dal biasimo morale della collettività. Altrimenti si è complici. Una complicità che scaturisce dall’omertà in alcuni casi ma dall’opportunismo in altri. Le intercettazioni dell’operazione Plinius finite sui giornali evidenziano come in realtà il paese agonizza, sporco, sfasciato e abbandonato, mentre nelle stanze segrete giravano cifre a sei zeri. Allora mi chiedo: anche il più spregiudicato, disposto a vendere il proprio voto non capisce che lo scambio è un cattivo affare in cui l’unico che ci guadagna è il politico di turno? A cosa serve una spesa al supermercato o pochi euro se per contro si mette a repentaglio la sopravvivenza della propria famiglia? La legalità è conveniente. Legalità vuol dire prosperità equa per tutti. Fra la melma in cui siamo finiti e il paesello svizzero ci sono migliaia di possibilità. Fra il bianco e il nero migliaia di grigi. Scalea difficilmente può diventare non un posto perfetto ma certamente un posto migliore di questo. Sono le persone che fanno la differenza. Un cittadino onesto e coscienzioso non elegge un candidato su cui grava il sospetto della disonestà. Un cittadino onesto non chiede favori ma pretende servizi e gestione trasparente, si interessa e vigila senza timore sull’operato degli amministratori. Ricordiamoci sempre, che i nostri rappresentati sono lo specchio di noi stessi. q

diretto da Bruna Condoleo www.arsetfuror.com - redazione@arsetfuror.com Segreteria e pubblicità: Artes faveo fax: 06/33252518 - email: studio@artesfaveo.com

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PRIMO PIANO

Luglio • Agosto 2013

IL ROSSO ED IL NERO di Gian Enrico Zamprotta

...dalla prima

(...) Scalea si preparava ad accogliere i tanti “Paesani forestieri” (fortunato titolo di una rubrica della trasmissione televisiva “Scalea per voi”, condotta, anni fa, su Tele San Marco da Antonio Cotrone), adornando la città con variopinte aiuole di spazzatura a causa della nota impossibilità di smaltire i rifiuti nelle normali discariche e nelle vie cittadine fervevano i lavori per preparare le luminarie che avrebbero dovuto accogliere la Santa Patrona della città, la Beata Vergine del Monte Carmelo. Tutto nella normalità, almeno in apparenza, l’arrivo del caldo e della stagione estiva esalta gli animi, si fanno progetti e le rosee previsioni della primavera sembrano acquisire il coloro rosso vivo di nuove speranze di utili, di stagione migliore, malgrado la crisi galoppante, di piccoli accorgimenti per rendere il tutto più piacevole e gradevole a chi ci onorerà con la sua presenza. La realtà, però, riserva un orizzonte nero e cupo, come un fulmine a ciel sereno, la mattina del 12 luglio, ci ritroviamo con l’amministrazione comunale decimata, una raffica improvvisa, ma non inattesa di arresti scompagina il Consiglio Comunale, gli Uffici Amministrativi e parte degli Imprenditori e dei professionisti locali. Immediatamente scatta nella nostra cittadina una serie infinita di interrogativi: Chi è stato arrestato? Perchè? Cosa hanno fatto? Ecc., contestuali sono le risposte dei vari signori “So tutto”: “Si sapeva, il tale era...”, “il talaltro, faceva…”, “Era notorio l’Assessore Caio, prendeva…” e via di questo passo. Accuse gratuite tantissime, anche senza conoscere le motivazioni degli inquirenti. Il mattino appresso, con grande soddisfazione degli edicolanti, i giornali vanno a ruba, l’inchiostro impera e descrive con dovizia di particolari quanto è accaduto, lasciando, con ottima tattica giornalistica, presagire sviluppi futuri forieri di interessanti novità. Ognuno ne conosce per “esperienza personale” almeno una parte, tutti si sentono in diritto di ergersi a censori dell’operato di chi fino a ieri ha occupato posti di responsabilità amministrativa. Da nessuna parte però, mi è capitato di leggere e/o sentire qualcuno porsi una domanda che investe tutti noi cittadini in egual misura: Dove abbiamo sbagliato? Perchè dietro tutti i comportamenti leciti o illeciti di coloro che sono stati investiti dalla bufera investigativa e giudiziaria esiste l’espressione di un voto che ha permesso loro di occupare quelle posizioni. Ci sarà certamente chi obietterà che i voti sono stati comprati o venduti, che l’elezione è stata pilotata da “poteri forti”, ma gli eletti non erano gli unici a presentarsi nell’agone elettorale e la massa si voti ottenuti dalle altre liste supera di gran lunga quella ottenuta dagli eletti che ora giudichiamo infedeli, perciò riflettiamo e quando saremo nuovamente chiamati a scegliere i nostri amministratori ponderiamo bene il peso di quel segno di croce che andremo a tracciare sulla scheda e che ciò che è successo ora ci sia di monito. Non dovremo sbagliare ancora e, anche se la politica ci ha nauseato, dovremo ben conoscere coloro ai quali andiamo a consegnare il Palazzo di Città. q

SESSANTA… LA PAURA! di Giovanni Celico

...dalla prima

(...) sempre più difficile orientarsi. Ecco, nel tentativo di fornire contemporaneamente delle “chiavi di lettura”, alcune cifre, sempre ufficiali, sulle quali si richiama l’attenzione dei lettori. Le “barche”, ovviamente quelle con bandiera nazionale, ormeggiate nei “porticcioli” turistici, delle coste italiche, sono all’atto…72.000 ma i “percettori di reddito” che dichiarano al fisco poco più di 200.000 euro all’anno sono appena… 51.000: ben 21.000 “indigenti” sarebbero costretti, dunque, a pasteggiare ogni giorno a champagne e caviale su di un panfilo! Ancora, il numero dei “telefonini” ha raggiunto quota 80 milioni e la media “assegna”, ad ogni “cranio”, compresi adolescenti e bambini, dalle Alpi ai Nebrodi, circa due unità: 10 euro al giorno di traffico “consumato” sommano a circa 300 al mese per ciascun apparecchio e le moltiplicazioni sono, per più famiglie, facili a farsi! Anche per andare dal tabaccaio sotto casa si… accende, abitualmente, il motore di una macchina, con spreco di carburante e ogni “seratina” passata in discoteca, ristorante, ecc., costa, mediamente, circa 60 euro a persona: una visita, sabato o domenica sera, in questi luoghi… ameni è illuminante per poter registrare la capacità di spesa specie dei giovanissimi… che non lavorano! Non c’è abitazione che non ospiti televisori al… plasma, insieme a diversi apparecchi tecnologici di svago o di studio (sic!), come i computer! L’Istat, nella medesima relazione, afferma, però, che “l’Italia è sempre più vecchia” e che “dodici milioni e mezzo sono ormai i poveri” (pericolosamente vicini ad un quarto della popolazione tutta) moltissimi dei quali al di sotto di una soglia di sopravvivenza, calcolata e stabilita sui 592 euro mensili “a bocca”. In questo quadro, addirittura si inserisce al vertice, con una sua maglia nera, la provincia di Cosenza che ha registrato, quarto rapporto Eurispes, un “crollo dell’economia”, con un -38,5% di fatturato! Eppure la sensazione che si avverte, con rabbia, fastidio o timore, a seconda di chi la percepisce, è che, oggi più di ieri, vi sia uno “zoccolo duro” fatto di ricchi, di garantiti, tra cui, per esempio, gli “eletti” a tutti i livelli istituzionali, e di “trafficanti”, di vari generi, che sta sempre meglio, mentre, accanto ai “bisognosi tradizionali”, intere fasce di quello che, un tempo, era il ceto medio vengono risucchiate, vorticosamente e giorno dopo giorno, nell’indigenza. L’unica preoccupazione dei governanti, però, sembra essere non quella di far ripartire i consumi, ma di sostenere, unicamente, il mondo del credito, cioè le banche: la “forbice”, così, si allargherà sempre di più tra chi ha e chi non ha e alcune regioni meridionali sprofonderanno in un indistinto limbo…“sudamericano”! Ma in questa fotografia, tuttavia sfocata ed approssimativa, vi sono ancora degli angoli che restano in penombra e che rischiano di non venire pienamente alla luce: ne accenniamo. Data l’eccezionalità della crisi, anche per dare il buon esempio, si potrebbe varare, in poche ore, una legge per “dimezzare” il numero ed i “mensili” di deputati e senatori, di consiglieri regionali e provinciali, di sindaci e assessori, questi ultimi potrebbero, come un tempo, prestare il loro “lodevole servizio” gratuitamente, per il “bene delle comunità”, oltre e insieme alle prebende dei tantissimi “boiardi” di Stato (amministratori delegati, consiglieri di amministrazione, direttori generali, ecc.) che, seduti nelle poltrone di migliaia di enti, piccoli, medi e grandi, con stipendi da capogiro, vengono pure fatti oggetto, quando sbagliano, di “buonuscite” astronomiche! ...Ma se si continua a giocare alla roulette russa con Berlusconi, tutto verrà rimesso in discussione. q

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Luglio • Agosto 2013

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PIÙ UNA SCONFITTA CHE UNA VITTORIA!

di Nando Manco e Rocco Condoleo

Per la verità l’operazione coordinata da polizia e magistratura nella nostra martoriata Scalea, contro il malaffare, io la considero, per noi tutti cittadini, più una sconfitta che una vittoria! La forza e sopratutto la necessità di cambiare, non doveva venire dall’esterno, ma provenire da noi stessi, cioè sarebbe stato meglio che questa necessaria e radicale opera di pulizia fosse stato il risultato di un nostra opera di rinnovamento morale, esigenza che comunque da anni si avvertiva in questo nostro sfortunato paese! L’opposizione è un termine che racchiude in se il significato di gruppo coeso e deciso a contrastare una maggioranza egemone, ma è pur sempre costituita da più soggetti, i quali al suo interno noi dovremmo apprezzare e contraddistinguere, il loro personale impegno a voler cambiare o modificare le cose, esercitando pubblicamente, il controllo degli atti compiuti dalla stessa maggioranza! Ora da tutta la documentazione ricevuta e da noi attentamente visionata, possiamo affermare senza peraltro pretendere di giudicare nessuno che, Mauro Campilongo ha rappresentato quella goccia che ha fatto traboccare il vaso distinguendosi per il coraggio e la chiarezza nel denunciare decisioni importanti e abbastanza sospette della Giunta, che poi sono finite puntualmente sotto la mannaia della magistratura. Da qui a dire, però, che la battaglia è stata adeguata all’estrema gravità della situazione è impossibile documentarlo! D’altronde, nessuno dei consiglieri dell’opposizione, pur battagliando contro la maggioranza, in tutto questo lungo periodo ha denunciato i fatti, in tutta la loro interezza, nè alla Procura della Repubblica, né tanto meno all’opinione pubblica, e di conseguenza, l’Autorità Giudiziaria si è dovuta attivare “motu proprio”, tanto erano gravi e palesi certe condotte degli attuali indagati! Perciò ci siamo permessi di essere polemici con una certa parte dell’opposizione ed a criticare il loro “proclama”, dove scrollandosi da dosso, come al solito, le macrosopiche responsabilità comuni, si cerca di tranquillizzare i cittadini facendo, comunque, affidamento non sul loro istituzionale impegno per Scalea ma solo sulla forte presenza delle istituzioni dello Stato, cosa che però non può rappresentare certamente la garanzia di una rinascita interna alla nostra comunità, e che invece deve essere gestita solo da noi attraverso il potenziamento delle nostre istituzioni locali! Mediante la mera applicazione delle sanzioni previste dal Codice Penale, non si è mai ottenuto alcun miglioramento della Società civile, ma solo punizioni a volte inadeguate alla gravità dei fatti contestati, se non addirittura la discovery del modo e della maniera più “furba” per conseguire maggiore impunità ai responsabili.

azzerare tutto e ripartire con nuovi e rinnovati slanci... L’aria che si respira a Scalea è diventata troppo pesante e opprimente. Tutto è un morire, non si fa niente e non c’è niente, nemmeno un cinema, a parte l’arena San Francesco che solo d’estate dà un po’ di svago e sollievo, o un qualsiasi posto dove incontrarsi per socializzare e vivere la città. Cosa offre Scalea ai suoi affezionati turisti? Cosa fa per non farli fuggire via? È mai possibile che il valore del patrimonio immobiliare della nostra cittadina subisca tanto ulteriore danno per colpa di amministratori che pensano, invece, solo ad arricchirsi illecitamente ai danni di tutta la comunità onesta e laboriosa? Questi discorsi si agganciano a quanto sopra espresso, alla mentalità di certi amministratori comunali che hanno anteposto il loro egoismo e arrivismo a tutto pensando solo ed esclusivamente ai loro interessi e mettendo in secondo, terzo e quarto piano gli interessi della città. Ecco il motivo del gioco dello “sgombro” tirato in ballo, a proposito dello svecchiamento totale a favore del nuovo che tarda ad avanzare. Certo fare gli indovini, non è facile, però, azzardare ipotesi benefiche che potrebbero cambiare le sorti e le fortune della troppo bistrattata e danneggiata Scalea non fanno male a nessuno. E poi, sognare non costa nulla! q

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Se poi, come più voci asseriscono vogliamo puntare ad una classe dirigente completamente vergine, bisognerà sgombrare il campo della politica locale dai soliti personaggi e, logicamente, soprattutto, dall’intera schiera che si accompagnava all’ex sindaco. La rinascita potrebbe partire da un modello italiano da imitare (vedi Salerno) o, senza allontanarci più di tanto dalla vicina San Nicola Arcella, un tempo comune di Scalea, guidata dall’intraprendente e volitiva Barbara Mele che pur non essendo una scienziata della politica, con umiltà, amore, passione e determinazione, in pochi mesi dalla sua investitura, partendo dalla base, è riuscita a ritagliarsi insieme ai suoi collaboratori, una fetta importante nel panorama politico-amministrativo nazionale. I grigi della città sannicolese, grazie alla caparbietà e all’impegno di questa giovane donna, sono stati trasformati in luminosi colori che hanno dato luce, smalto e lustro alla ridente cittadina diventata e trasformata in una meta di grande richiamo turistico. Sarebbe davvero curioso vedere Scalea, per la prima volta nella sua storia, fuori dalla solita politica, da certi potentati e da certi compromessi. Sicuramente, l’esperienza, come in tutte le altre cose, conta tanto anche in politica, però, alla luce di quanto accaduto, importante ed indispensabile sarebbe

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Luglio • Agosto 2013

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IL CORAGGIO DI CAMBIARE POTRÁ SALVARE SCALEA? di Nando Manco

Le ultime elezioni amministrative, quelle del 28 e 29 marzo 2010, avevano dato, per Scalea, finalmente, un primo segnale importante: furono “lasciati a casa” infatti, cinque medici sugli otto che si erano candidati alla carica di consigliere (uno a quella di sindaco) nelle quattro liste presentate e, tanto per restare in tema medico-sanitario, rimasero fuori dal civico consesso anche due biologi! Le bocciature eclatanti, però, riguardarono, in particolare, un assessore uscente e due consiglieri di maggioranza e l’elenco degli esclusi comprese anche consiglieri ed assessori del passato, ormai dimenticati e sorpassati. Molti di questi, nella corsa al Palazzo di Città, fatto davvero strano, pur con alle spalle famiglie numerose (portatrici di voti), sono stati tagliati fuori: perciò, se, fino a qualche anno fa, “valeva” la possibilità di essere eletti soprattutto per medici e candidati con famiglie allargate alle spalle, nel 2010 questa prassi, in sostanza, è stata sfatata dai numeri. Il segnale ha dato una svolta notevole al trend dei precedenti anni, anche se ancora molto dovrà farsi in questo senso per arrivare, finalmente, ad un voto assolutamente libero, specie nelle prossime elezioni amministrative, dopo il devastante terremoto giudiziario seguito da arresti eclatanti, su tutti l’ormai ex sindaco Pasquale Basile. A proposito, il nostro grande amico e collaboratore della prima ora Gennaro Serra, artista e scrittore di grandissimo valore, vera icona delle battaglie a danno del patrimonio dei beni pubblici della nostra antica città, attraverso le colonne del suo “Foglio libero” ha ripetuto per anni che solo nella vituperata Scalea (unica eccezione in Italia) le manette (dopo il “sacco dei palazzinari” che ha dato vita a quella colatona di calcestruzzo e seppellito e sfregiato per sempre: scogliere, pianure ubertose, sognanti colline e monumenti storici), purtroppo, tardavano a scattare. Anche se con un certo ritardo, quello preventivato da Gennaro si è avverato mietendo tante vittime, tra le più importanti la sventurata ed incolpevole Scalea che paga caro ed amaro, le conseguenze maggiori a livello di immagine. Tornando al voto che verrà, se si riuscirà a non “costruire”, emotivamente, in forma clientelare, una campagna elettorale, come avvenuto in quella del 2010 e negli ultimi e precedenti decenni a Scalea, dove il voto è stato fortemente influenzato e condizionato dai potentati, dalle lobby e da certi ambienti, forse, finalmente, si riuscirà a venire fuori dalle secche di questa stantia e deleteria politica attuale che solo danni ha arrecato e poco o nulla ha costruito per la collettività. I segnali delle ultime catastrofiche note vicende sono stati un campanello d’allarme ed una sveglia per fare avvicinare alla politica locale, forse finalmente, persone valide, ma soprattutto, per bene, giovani capaci e determinati rimasti fuori, troppe volte, proprio a ragione di taluni ingombranti personaggi che non volevano fare quel passo indietro o, meglio ancora, lasciare il campo libero a nuove idee ed a moderni sistemi di amministrazione pubblica. Se Scalea ed il suo elettorato riusciranno a sganciarsi da questa mentalità desueta, dando forza e vigore ad un consenso libero e senza condizionamenti, vedremo rifiorire la cittadina come avvenne in quel lontano 1980 con la lista della “Campana” che segnò, seppur per poco tempo (30 anni fa si dipendeva e si veniva condizionati molto dai partiti che facevano a loro piacimento il bello e il cattivo tempo anche sulle amministrazioni cittadine), una nuova primavera per Scalea. Una svolta forte e nuova, è il caso di rimarcarlo, Scalea l’ha vissuta pure nel 1990 e nel 1993, anche se, solo per due anni e mezzo, nei due rispettivi mandati. Bisogna purtroppo prendere atto che

quando le cose funzionano e vanno bene nell’interesse della comunità e a discapito dei poteri forti c’è sempre qualcuno pronto a sfasciare tutto! Così è stato per Scalea e per troppo tempo. Ma ora, che uno spiraglio sembra aprirsi, la nave va portata in acque sicure, cambiata la mentalità, resettato un po’ tutto e messa, finalmente, da parte questa ultima sporca storia (il vecchiume va mandato definitivamente a casa). Si spera che le coscienze siano libere da ogni forma di appartenenza e si possa portare al governo cittadino il meglio tra le donne e gli uomini dell’intera comunità locale, in modo da fronteggiare le giuste e plausibili risposte con tagli oculati e intelligenti (incominciando dalle municipalizzate, per finire agli esagerati servizi esterni, agli incarichi-capestro gonfiati e al dilagante malaffare). Solo così la comunità scaleota, angosciata da troppo tempo dalle sabbie mobili economiche e finanziarie dalle quali sembra così difficile uscire ritornerà nuovamente a sognare e, anche alla luce di quanto accaduto, potrà così trovare la chiave della speranza, della rinascita e della ricostruzione. Logicamente, in questo quadro, potrebbero trovare posto anche politici nostrani carismatici, affidabili, lungimiranti e, perché no, moderatamente spregiudicati e di un certo livello che, in un recente passato, hanno lavorato e combattuto onestamente battaglie importanti, con idee e progetti incanalati solo ed esclusivamente verso il bene della città e dell’intero territorio, mettendo in primo piano impegno ed attaccamento verso la “casa cittadina”! In ultimo, però, vorremmo sapere dalla voce dei navigati ed esperti Bergamo, Campilongo, Licursi, capigruppo di opposizione uscenti, insieme ai loro adepti più popolari ed addentrati nelle maglie politico-amministrative: come pensano, una volta arrivati in cima al Palazzo di Città, di risolvere i problemi di natura economica per dare nuova linfa alla rinascita di Scalea? In altre parole, sarebbe interessante informare tutti noi, sulla “ricetta” miracolosa che hanno pronta (o meglio cotta e già mangiata!) per risolvere i problemi di un Comune oberato di debiti per oltre 45 milioni di euro, ragione per la quale, nel giorno stesso della proclamazione di un nuovo sindaco, dovrebbe dichiararsi il “dissesto” del Palazzo di Città, con le conseguenti dimissioni del primo cittadino e di tutta la nuova Maggioranza. Insomma, davanti ad una prognosi talmente infausta, quali altre promesse saranno offerte alla disorientata e fin troppo delusa cittadinanza scaleota?

Alle ultime elezioni ha votato un contestatore con trent’anni di onorata e insana carriera. Si è battuto contro una serie di problematiche, ma soprattutto, contro tutti i sindaci che l’hanno preceduto. E mentre “‘U Pazzu”, entrava a Palazzo Zanca, sede del comune, come massima nemesi finiva nella polvere il politico più noto e potente della città: il parlamentare del Pd Francantonio Genovese, indagato assieme a cinque familiari per i suoi affari nella formazione professionale. Mentre l’università, la più nepotista e inquisita d’Italia, veniva ricacciata nel fango dall’ennesima inchiesta della magistratura su ‘ndrangheta ed esami facili. Proprio mentre si consuma la caduta dell’ex rettore Franco Tommasello, condannato a febbraio a 3 anni e 6 mesi per tentata concussione, con l’elezione del nuovo magnifico: Pietro Navarra, appena 45 anni, famiglia di influenti baroni accademici. Dice Accorinti, ossuto cinquantanovenne, insegnante di educazione fisica: «Dopo decenni di mortificazioni, ci siamo rialzati. Messina deve diventare la città della gioia. La rivoluzione parte dall’anima. E se io cambierò, mandatemi a casa a calci nel culo. Quando faremo errori dovete dirmelo. E se c’è da protestare, mi metto quella minchia di fascia bianca, rossa e verde per venire con voi». Questo singolare sindaco di Messina non ha mai avuto cellulari, camicie o cravatte. E ha promesso che guadagnerà lo stesso stipendio che aveva da insegnante: 1.800 euro. A mezzanotte e mezzo, finiti gli incontri della giornata con i cittadini, mangia un panino e beve una birra in una bettola del centro. «Ormai sono prigioniero politico del comune, puttana Eva… Mi fermano ovunque, a tutte le ore, dalle 8 di mattina alle 2 di notte». Bagni di folla e francescanesimo non risolveranno i problemi di Messina: a partire dalla voragine di 392 milioni di euro nei conti. I commissari sono appena usciti dal comune… E anche per il sindaco le cose non si annunciano facili: cambiamo Messina dal basso… Con retropensieri e linguaggi diversi, è quello che pensa la maggioranza dei residenti: “Renatu ‘u Pazzu” è il meglio che potesse capitare. Giuseppe, titolare di un bar in via Garibaldi, usa parole semplici: «Peggio di quelli che c’erano prima non può essere». q (Antonio Rossetto - Panorama 24 luglio 2013) N.d.R.: Gente di Scalea… Meditate… Meditate!

MESSINA DOPO DUE ANNI DI COMMISSARIAMENTO SI È RIVOLTATA

E SE ANCHE SCALEA TROVASSE IL SUO “RENATU “‘U PAZZU”?

Renato Accorinti (nella foto), da poco più di un mese è stato eletto sindaco di Messina. È entrato al comune a piedi nudi (nel vero senso della parola) con un obiettivo preciso: sconfiggere i potentati che da mezzo secolo immobilizzano la città e che ancora contano parecchio. Già prima di venire eletto, Accorinti era la persona più stramba in circolazione. “Il pazzo della città”, così lo liquidavano senza eufemismi certi maldicenti abitanti. A Messina, nepotismo e poteri forti sono l’unica malta da mezzo secolo. Comandano le stesse famiglie. La città dello Stretto sembrava irredimibile, comunque disposta a mandar giù tutto. Poi, dopo l’ennesimo commissariamento biennale, si è rivoltata.

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PRIMO PIANO

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COSÌ PARLÒ “ZARATHUSTRA” (Per Scalea tre anni persi...)

GIUGNO • LUGLIO 2010

Non disturbate il manovratore In molti affermano che un arbitro è bravo quando non si nota in campo. Passando dallo sport alla politica, del neo sindaco di Scalea, Pasquale Basile, potrebbe dirsi più o meno la stessa cosa, però, i conti non tornano e a distanza di tre mesi dal suo insediamento possiamo dire che si è fatto notare poco, senza dare segnali di cambiamenti in positivo. Il dietro front (un vero autogol) sul “Centro donna”, il consentito e indiscriminato taglio di nove alberi trentennali di alto fusto, tolti all’intera cittadinanza forse per fare un piacere ad un giostraio, impiegato presso il comando Vigili Urbani del comune di Scalea, nella villa Kennedy, possono dare una prima idea del sindaco (…) (...) Qualche sera fa, Vittorio Sgarbi, ospite della trasmissione televisiva di Gian Luigi Paragone “L’ultima parola” ha gridato, davanti a milioni di telespettatori, a squarciagola che: «la gran parte dei sindaci italiani sono per natura parassiti e, sempre per natura, incapaci. Al loro posto, servirebbe un commissario fallimentare, come è accaduto a Taranto». «La causa principale - ha continuato Sgarbi - di un fallimento di un comune sono i servizi esterni. Là dove occorrono 60 unità lavorative, se ne assumono 120». (...)

Opposizione: Partono le prime critiche a Basile

Il gruppo consiliare “Scalea Adesso”, guidato dall’ex vicesindaco Mauro Campilongo, esprime sdegno per il taglio indiscrminato di nove trentennali alberi che si trovavano in villa Kennedy, diventata un ricettacolo di giostrane elettriche ed altro ancora. Secondo Campilongo, è stato un vero peccato tagliare, senza alcun motivo, questi decennali e folti alberi da alto fusto, per un discutibile progetto di nuova piantumazione e con la scusante di meglio sistemare l’area. La zona andrebbe sistemata con la regolamentazione dei giochi presenti e con il conseguente abbattimento dell’inutile, ingombrante e fuori norma pista di pattinaggio. Sostituire i malcapitati alberi, con altri giovanissimi, fa pensare, è inutile nasconderlo alla creazione di ulteriori nuovi spazi per favorire il pretendente privato. Ed il verde? La vivibilità e l’ambiente? Pensiamo che gli alberi già esistenti non andavano “falciati” ma, al contrario, sarebbe stato più opportuno mettere un freno all’espansione e al dilagare di giostrane che esasperano l’idea del parco.

L’autogol del sindaco Basile La notizia, pubblica da qualche tempo, oggi è diventata attuale alla luce della visita al Comune dei commissari ad Acta della Prefettura di Cosenza, nominati per dare corso alle sentenze del Tar Calabria. La vicenda riguarda cinque ex dipendenti del Comune che, con sentenze separate del Tar, hanno visto riconosciute le differenze retributive, per aver prestato lavoro a tempo determinato in favore dell’Ente negli anni dal 1981 al 1991(…) (…) La vicenda è ormai giunta ad un punto di non ritorno ed è necessario chiudere il contenzioso con i cinque ex dipendenti per evitare ulteriori spese che si rivelerebbero ancor più dannose per l’ente. «Non è facile affrontare una questione di tale portata che causa un problema economico tutt’altro che trascurabile per il Comune. Abbiamo calcolato che il costo dell’operazione si aggirerà intorno ai 70 euro per ogni cittadino di Scalea, neonati compresi. Provvederemo, come è nostro dovere, compatibilmente con le risorse dell’Ente all’erogazione di quanto dovuto e concordato con i commissari ad Acta nominati per risolvere la vicenda».

AGOSTO • SETTEMBRE 2010 Giù le mani dal sito di Torre Talao! Il DIOGENE si è più volte soffermato, prenden-

do ferma posizione, a difesa del sito di TORRE dell’ISOLA, detta TALAO, che domina, con la sua inconfondibile, peculiare, maestosa immagine, il paesaggio di Scalea e dell’intera piana del Lao. Negli ultimi sessant’anni questo prezioso gioiello della natura, della protostoria e delle storia, ha subito tante “mortificazioni” e tante aggressioni che non intendo elencarle perché, fra l’altro, ancora oggi, esse appaiono nella loro lugubre evidenza. Ogni qualvolta viene rinnovata l’Amministrazione comunale, purtroppo, si ha la fregola di mettere mano sull’ex isolotto della Torre Talao (detto impropriamente scoglio), con interventi alquanto discutibili ed avventati e quasi sempre privi di professionalità e di esperienza tecnica (...).

Scalea… nella morsa! (…) Ci si aspettava che l’Amministrazione Basile desse qualche segnale di cambiamento. Non ci riferiamo alle grandi opere, che pure sono necessarie e sulle quali ci ripromettiamo di tornare a parlare in futuro, ma invece, a quei “piccoli interventi” che rendono una città normale, pulita, ordinata e vivibile, come tantissime altre località del mondo. Si tratta di cose piccole ma importanti, perché, se non si riesce a realizzarle, oltre a peggiorare la qualità della vita, dovremmo dire addio al grande turismo estivo e culturale, atteso che la distanza che ci separa dalle località concorrenti rischia di diventare incolmabile. Perciò, dobbiamo tutti prendere coscienza che Scalea non può essere più lasciata in balia del pressappochismo e dell’improvvisazione. Naturalmente, i politici eletti dal popolo e i responsabili degli uffici comunali devono essere in prima fila, gli attori principali, in quest’opera di rinascita. Purtroppo dobbiamo constatare che gli uni e gli altri continuano ad essere latitanti: per adesso, tutto è rimasto come prima. (...) (...) Concludono il ricco “mosaico” di segnalazioni e denunce allarmanti le baraccopoli sparse sul lato nord di Torre Talao. (...)

NOVEMBRE • DICEMBRE 2010 Pesanti accuse da parte dei capigruppo all’indirizzo del sindaco Basile Finalmente gli scaleoti hanno avuto la possibilità di assistere ad un consiglio comunale vero e interessante, di uno spessore politico-amministrativo che non si registrava da tempo. A turno, Mauro Campilongo, Sandro Bergamo, Gennaro Licursi e tutti gli altri che compongono la squadra di opposizione, finalmente coesa e in sintonia sugli spinosi argomenti trattati, hanno contestato, al sindaco e alla maggioranza, alcuni presunti “inganni” a proposito dei celati conti comunali che, da otto mesi, stanno tenendo in fibrillazione l’intera popolazione, paradossalmente muta e quasi rassegnata, di fronte alle ricorrenti voci di un possibile dissesto finanziario. Una popolazione quasi in ginocchio, negli ultimi tempi, ha incassato colpi… violenti, rappresentati dagli aumenti di scuolabus, refezione scolastica e di altri servizi primari, come acqua, fogna e spazzatura, lievitati di botto del 40%! Come hanno ricordato i navigati capigruppo, un fatto del genere, nella storia di Scalea, non si era mai verificato: in passato, se qualche ritocco sui tributi doveva avvenire, prima di agire si rifletteva e si dibatteva un milione di volte, per comunicare e far accettare dalla cittadinanza gli zero virgola zero di aumento che pesavano veramente poco nelle tasche degli scaleoti. All’arrivo delle ultime cartelle esattoriali, la gente, registrando i tributi quasi raddoppiati, è rimasta incredula ed impietrita di fronte a tanto aumento, oltretutto in un periodo di crisi terribile, con molte famiglie che stentano a comprare anche il… chilo di pane! Parlavamo quasi di terrorismo psicologico nei con-

fronti di una popolazione attonita, che ha paura di muovere (pur e se lo possiede) anche un centesimo, per poi regalare, come ha tuonato il consigliere Palmiro Manco, 10.000 euro a tre dipendenti dell’ufficio tecnico comunale, già profumatamente “pagati”, solo per redigere “una variante al piano spiaggia”! (…)

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Luglio • Agosto 2013

GENNAIO • FEBBRAIO 2011 Intimidazione a Campilongo «Qualche settimana fa ho subito l’ennesima intimidazione, questa volta in giacca e cravatta». Ad affermare ciò è il consigliere comunale all’opposizione del gruppo “Scalea Adesso”, Mauro Campilongo, finito nel mirino di gente senza scrupoli già qualche tempo prima. Al consigliere Campilongo, che più volte ha denunciato situazioni poco chiare in seno all’assise comunale, alcune persone, dopo averlo avvicinato, hanno intimato di tenere la bocca tappata per il bene suo e della sua famiglia. «Ritengo l’intimidazione subita qualche giorno fa più pericolosa e antidemocratica - ha detto Campilongo - perché proveniente da persone che dovrebbero rappresentare le Istituzioni e che invece le usano strumentalmente per tentare di gettar fango e discredito su chi parla in favore della tutela e degli interessi collettivi e che addirittura ha un ruolo politico di consigliere comunale». Campilongo racconta con molto rammarico l’episodio che lo ha visto protagonista. «Nelle settimane scorse - sottolinea il consigliere comunale - in virtù di una denuncia palesemente anonima di una persona inesistente, tale Luca Cava, alle ore 8 di mattina, gli uomini della Polizia Municipale hanno bussato alla porta di casa per appurare la veridicità della denuncia». «Ebbene - fa presente Campilongo - sulla base di questa denuncia, creata ad arte da qualcuno, è stato disposto un illegittimo sopralluogo nella mia abitazione. I Vigili Urbani erano imbarazzati perché sapevano di essere strumento di qualcuno che li aveva mandati ad intimidirmi. Hanno misurato di tutto: dall’altezza della casa alla cubatura, alla volumetria. Tutto è risultato in regola». «Tutto ciò - conclude Campilongo - è illegittimo, è frutto di un abuso di potere». Mauro Campilongo è entrato anche nel merito della fascia frangivento, nella quale è prevista la realizzazione di strutture turistiche ricettive. (…)

MARZO • APRILE 2011 Binario morto A proposito di viabilità, non è trasformando larghi tratti di strada in sensi unici, come quello di via fiume Lao, o introducendo in doppio senso in ristretti tratti di strada (come quello di via dello Stadio) che si migliora la percorribilità e la sicurezza di una rete stradale. Prima di sperimentare questo nuovo piano, perché di un esperimento si tratta, andava aperta al traffico la rampa di strada che collega viale della Repubblica con via Ruffillo (la strada che da via T. Campanella porta alla stazione ferroviaria, manca solo un po’ di asfalto per renderla agibile). Così facendo, si sarebbe vivacizzata e valorizzata una zona di Scalea che, con la stazione ferroviaria vicina, al momento dà l’impressione di essere un binario morto e un’area dismessa. Dobbiamo ricordare a chi ci governa che questa rampa è costata circa trentamila euro alle casse del comune di Scalea, per cui non ci può essere alcuna giustificazione nel lasciarla incompiuta e alla mercè della ”pulicara” (pianta infestante).

Consiglio shock-farsa del 20 aprile 2011

Toni aspri, lungaggini e poco costrutto, mancanza di rispetto verso la popolazione e accuse reciproche tra maggioranza e minoranza, a solo un anno dal nuovo insediamento della squadra capeggiata da Basile, hanno finito per stancare l’uditorio che sempre più deserta le adunate consiliari. L’opposizione, disgustata per la conduzione arrogante e presuntuosa di Basile, prima abbandona l’aula e, poi, ritorna e bacchetta un sindaco sempre più sfrontato, irritante, intrattabile e, a dire del gruppo di minoranza, sempre più distante dalle problematiche cittadine. Nonostante il muro insormontabile creatosi tra le due fazioni, Bergamo, Manco, Bono, Campilongo e l’incisivo, concreto e veterano Gennaro Licursi (‘a can-

PRIMO PIANO tati ‘a pampani), ha gridato in faccia al Sindaco, senza peli sulla lingua e mezze misure, tutto quello che c’era da dire), a turno e in modo diretto, tengono testa a Basile e ai suoi, che si difendono con qualche scaramuccia e, soprattutto, con l’automatica arma della risaputa superiorità numerica dell’alzata di mano. Basile però, con la sua riconosciuta prosopopea, non tiene conto del fatto che l’attuale gruppo di minoranza - formato da Alessandro Bergamo, Luigi De Luca, Palmiro Manco, Mauro Campilongo, Mimmo Introini, Pino Bono e Gennaro Licursi - rappresenta circa il 63% della popolazione scaleota, avendo ottenuto 4.325 voti.

Città ferma inesorabilmente al palo e amministrazione chiusa a “riccio” È trascorso più di un anno dal 28 marzo 2010, da quando, cioè, è stata eletta con maggioranza relativa la nuova Amministrazione comunale di Scalea con a capo il sindaco Pasquale Basile. Una compagine in cui primeggia un importante numero di ex assessori (alcuni riconfermati) e qualche ex consigliere rieletto, i quali hanno fatto parte della passata Amministrazione capeggiata, per dieci anni, dall’ex sindaco Mario Russo. Oggi, riteniamo che qualsiasi cittadino di Scalea voglia sapere quali e quanti siano i risultati conseguiti dalla nuova Amministrazione in questo primo anno di gestione (…)

GIUGNO • LUGLIO 2011 La lettera di Alessandro Bergamo No leader, no consensi, no… La scarsa sensibilità nei rapporti pubblici e istituzionali di Basile ricadono negativamente sulla nostra Scalea attraversata da un preoccupante declino economico e sociale Un uomo solo in mezzo ad un mare in tempesta(…) Gentile Direttore de “Il Diogene Moderno”, è già trascorso un anno da quando si è insediata la nuova Amministrazione con a capo il Sindaco Pasquale Basile ed è perciò il momento di tracciare un primo bilancio della sua azione di governo della nostra città. In realtà, tanto nuova, questa Amministrazione, non lo è. È, infatti, evidente la stessa configurazione di quella precedente, con la presenza predominante di assessori che, per la debolezza del Sindaco e dei colleghi di Giunta, hanno in sostanza assunto il pieno potere sulla cittadinanza. Tutto ciò è molto chiaro a chi legge gli atti dell’Amministrazione, in cui sono molto visibili le preferenze verso amici, imprese e professionisti in genere. (...)

9 Errare humanum est, perseverare autem diabolicum Riferendomi alla gestione dei tributi comunali, mi chiedo come è possibile affidare la loro riscossione a una nuova società, dopo quanto è successo con quelle che l’hanno preceduta. La San Giorgio, cosi si chiamava la madre di tutte le altre che si sono succedute in questi ultimi anni, dopo aver rubato al comune di Scalea milioni di euro, ha dichiarato il fallimento, producendo un grave ammanco nel bilancio dell’Ente che potrebbe portare a conseguenze più disastrose del previsto. Questa società, per come si è comportata, doveva chiamarsi matrioska: avrebbe così evitato di disonorare San Giorgio, considerato fin dall’antichità il megalomartire, venerato dai cristiani e dai musulmani di tutto il mondo. (...)

AGOSTO 2011 La Lapidazione: L’ira della maggioranza colpisce Acquaviva Epurazione frettolosa e poco convincente. Francesco Acquaviva non si piega ai “soliti noti” e riparte più motivato e battagliero di prima. Sistemi vecchi e superati che pensavamo di non vedere mai più. (...)

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Scollamento tra l’istituzione comunale ed i cittadini sempre più lontani Vi sono tante cose da scrivere sull’attuale gestione amministrativa del Comune di Scalea, che occuperebbero buona parte del numero del Diogene Moderno; tuttavia, anche per non approfittare troppo della cortesia del Direttore, occorre limitarsi a scrivere solo di alcune questioni, con riserva di descriverne successivamente le altre, che sono veramente tante. A Scalea, nella nostra Città, si sta purtroppo assistendo ad un’aggressione violenta e, purtroppo silenziosa, nei confronti dei beni comuni e collettivi in favore di parenti e sostenitori degli amministratori locali che perseguono personali e privati fini di lucro (grida ancora vendetta la pubblica villetta Kennedy incredibilmente violentata, stuprata nel cuore e nell’anima, per consentire ad un vigile urbano “amico” di porre in essere una enorme platea in cemento, con l’abbattimento di 11 platani, per ospitare la propria privata giostra a pagamento). Negli ultimi giorni, la già nutrita lista, si è allungata con la vicenda del mercato della frutta. Nell’ultimo Consiglio comunale si è assistito ad un grezzo tentativo di far digerire questo messaggio: «… l’indirizzo politico è quello di venderlo, poi si vedranno le modalità, poi ci sarà il PSC, poi le commissioni ecc. ecc.» (…)

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Luglio • Agosto 2013

GENNAIO • FEBBRAIO 2012 Nel progetto Scalea trova posto solo la tassa di soggiorno In due anni non è stato fatto nulla per migliorare l’arredo urbano, la viabilità, il Centro storico, il manto stradale delle arterie urbane più trafficate, la regolamentazione di Piazza Caloprese, in perenne situazione di disordine e pian pianino, sempre più affollata di mezzi a motore. In proposito, la polizia municipale dove sta e cosa fa? Il lungomare con le due aree più importanti, quella intitolata a Carmine Manco (ai piedi della Torre) e quella dell’Ajnella (che si trova nei pressi del ristorante Vigrì), sporche e fatiscenti andrebbero ripulite, bonificate e rese degnamente praticabili, per non parlare dell’infinita e invasiva baraccopoli che andrebbe meglio regolata e concentrata nella sola zona prevista, senza eccezioni per nessuno. (...)

SETTEMBRE • OTTOBRE 2012 Torre di Giuda aspetta ancora di essere liberata La Torre rubata” era il titolo di un articolo con il quale un anno fa ho cercato di esprimere il mio sdegno di cittadino e di scaleota per un’assurda e vergognosa vicenda che ha portato alla sottrazione di un bene storico-culturale dell’intera cittadinanza, nell’assoluta indifferenza o peggio nella sostanziale complicità delle istituzioni ed in particolare dell’Amministrazione comunale. Si tratta della cosiddetta Torre di Giuda che ogni buon scaleota conosce. (…) D’altra parte, anche se non si volesse comunque procedere all’esecuzione dell’ordinanza di abbattimento, si può sempre ricorrere all’istituto dell’esproprio con poche decine di metri della stradina condominiale e la Torre di Giuda (e la centrale elettrica dell’ENEL) sarebbe restituita alla comunità. In tutti e due i casi, abbattimento o esproprio, il Comune potrebbe non spendere neanche un euro: nel primo caso ci sono privati disposti ad anticipare le spese e nel secondo il Comune potrebbe condizionare l’effettivo esborso all’avvenuta dimostrazione con sentenza passata in giudicato del titolo di proprietà. Ed allora come mai i nostri Amministratori non riescono ad affrontare con un minimo di decisionismo la vicenda nel rispetto del principio di legalità? (…) “Absit iniuria verbis”, ma confido che un Giudice a Paola possa prima o poi far luce sui misteri scaleoti.

Alla “Sicculilla” dopo 40 anni rispuntano le ruspe per far posto ad un’area di sosta attrezzata… si fa per dire! Nessuno poteva immaginare che a distanza di circa 40 anni dallo sventramento del promontorio più bello di Scalea, perpetrato dalla mano, ingorda e senza scrupoli, di palazzinari venuti in gran parte dalla Campania, di poter nuovamente vedere, ai piedi dell’edificio più mastodontico e invasivo della Baja del Carpino, “icona” dell’intero villaggio e in stridente contrasto con la bellezza paesaggistica e naturalistica dell’intera area, una ruspa sbancare un terrapieno roccioso, adiacente la spiaggia della “succulilla”, per far posto ad un volgarissimo lido. Se proprio se ne avvertiva l’esigenza, si poteva costruire, però, sulla spiaggia, un’area ristoro d’uso corrente e dare, ugualmente, un soddisfacente servizio ai potenziali fruitori (...)

L’inganno delle seconde case Caro sindaco Basile fai bene a vedere di scovare quanti non residenti (logicamente tra questi potrebbero annidarsi anche residenti di fascia alta, le fasce meno abbienti non affliggiamole ulteriormente con persecuzioni assurde e ridicole) proprietari di una o più case non pagano i tributi comunali (tante abitazioni non risultano nemmeno al catasto) però, inventati qualcosa per rilanciare il turismo e, principalmente, non lasciare questo sito languire in queste condizioni: altrimenti, Scalea si svaluterà ogni gior-

PRIMO PIANO no sempre di più e nessuno investirà un centesimo su un mattone! (A proposito di IMU, per l’anno 2012, i proprietari di seconde case dovranno pagare il 10,6 per mille su i loro immobili… vuol dire che aumenteranno i cartelli VENDESI). Ridiamole il fascino di un tempo, sensibilizziamo tutti a dare una mano perché ciò accada al più presto, ripuliamola e diamole lustro facendola diventare un ordinato e stupendo giardino appetibile anche nel cosiddetto periodo morto, migliorando e incrementando anche il turismo religioso, così in voga oggi. “Rivestiamo Scalea a nuovo”, attiriamo più numerosi visitatori, investiamo in bellezza e modernità, rivoltiamo e trasformiamo questa nostra cittadina in modo che se ne ritorni a parlare, ma non per il mare sporco, la spazzatura e le strade a colabrodo, ma per il cambio radicale di trend, buttando il vecchio e il brutto e ridando dignità e lustro alla nostra antica città. A Scalea, è ormai storia recente, si è dato vita e potere ad una classe politica e dirigente fotocopia sbiadita, nel tempo, della precedente. (...)

GENNAIO • FEBBRAIO 2013 Tre anni di amministrazione all’insegna dell’austerity non hanno dato frutti Sembra ieri, eppure sono trascorsi quasi tre anni (fine marzo 2010) da quando si insediò al Comune di Scalea l’Amministrazione comunale Basile eletta a maggioranza relativa. Un periodo esaustivo, questo, per informare i cittadini sulla gestione comunale e la realizzazione di opere e progetti programmati. Riteniamo di proporre, quindi, al sindaco Basile di tenere una seduta aperta del Consiglio comunale, idonea sede istituzionale, dove si può affrontare e discutere il rendiconto dell’attività amministrativa in un clima sereno e democratico. (...)

Al mio Sindaco Tu d’u Carmini o Maria / Si ‘a Patrona d’a Scalìa / nu miracul(i) n’haia fa / a Pascal(i) n’haji caccià!!!

MARZO • APRILE 2013 “Il Sindaco che avrebbe potuto…”! (...) Se dovesse utilizzare un metro di merito, dove collocherebbe Basile tra i sindaci che hanno amministrato Scalea negli ultimi anni? All’ultimo posto: il peggiore nella storia dei sindaci locali. All’inizio, si diceva che sarebbe stata la marionetta di Mario Russo, ma così non è stato e non perché sia riuscito ad essere un “libero pensatore” e ad imporre un suo operato, ma perché, purtroppo, è andato in mano a persone… non proprio per bene. Anche lui non è una brava persona, al contrario di ciò che si diceva in giro. Basta questo per giustificare la risposta. La prossima lista, almeno quella di cui io farò parte, userà come PRIMO elemento caratterizzante quello di essere composta da persone per bene. Poi si guarderà alla capacità e all’esperienza. (...)

La lista “preconfezionata” non ha dato i frutti sperati! La lista, ispirata da Mario Russo, sindaco nel decennio 2000-2010, che conquistò il comune di Scalea nel 2010, non ha dato in questi tre anni i frutti sperati. La coalizione, capeggiata da Pasquale Basile, che doveva essere una continuazione politico-amministrativa, infatti non ha mandato alcun segnale positivo. (...)

10 lo facciamo per disfattismo o per partito preso, ma solo perché è anche nostro interesse che Scalea torni ad essere un giardino fiorito e non assomigli a un boschetto invaso da rovi, spine e “pulicari”, con montagne di spazzatura maleodoranti e malsane. Piano traffico e spazzatura: una delusione grande per Scalea! (...) (...) Basile, in tre anni, con la sua maggioranza, ha stravolto, per esempio e senza logica, il piano traffico: basta andare nei pressi dell’isola pedonale (lato sud) di piazza Caloprese per ammirare questo “capolavoro”. (…)

Ripartono i lavori del Palazzo dei Principi l’Amministrazione comunale di Scalea è lieta di annunciare la firma della nuova convenzione che consentirà di far ripartire rapidamente i lavori di restauro del Palazzo dei Principi di Scalea. «Per certi versi è la fine di un incubo, dice Basile. Sapere che il cantiere riprenderà la sua attività rapidamente e che l’azienda non subirà ulteriori danni, è pur sempre un enorme sollievo». (...) N.d.R. Il responsabile della ditta De Filippo, da noi sentito telefonicamente, ci ha dichiarato di essere pronto a riprendere i lavori, sospesi per mancanza di fondi il 9 agosto del 2011, nonostante non abbia ricevuto, al momento, nemmeno un centesimo dei circa 300mila euro che avanza. q Alcuni “assaggi” tratti dal Diogene (giugno-luglio 2010 - 11 luglio 2013) I testi integrali sono consultabili su richiesta: diogenemoderno@yahoo.it

QUANTA NOSTALGIA PER QUEL SUD!

«Il più moderno complesso industriale d’Europa sarà inaugurato sabato prossimo a Praia a Mare»: così la stampa, all’epoca, qualificò l’evento dell’apertura e dell’inizio della lavorazione del “Lanificio di Maratea S.p.A. Stabilimento R.2. Praia a Mare” che avviò la produzione nel 1957, operai e impiegati addetti circa 700 unità. Il giorno della inaugurazione del complesso tessile praiese intervennero i ministri Campilli, Gava, Colombo, Cassiani e Zotta, insieme al sottosegretario Marotta e all’alto Commissario Romani. Nella rara foto che il Diogene volentieri ospita, a ricordo, si riconosce, con l’on. le avv. Gennaro Cassiani, “gloria” calabrese, un “giovanissimo” Emilio Colombo, “gloria” lucana, che da poco ha concluso la sua terrena esistenza, il quale, dopo essere stato, nelle due camere, presente dal 1948 ininterrottamente e anche presidente del consiglio e senatore a vita, già all’epoca, occupava posti di grande responsabilità nel governo nazionale per conto della Democrazia Cristiana. Colombo, negli anni ’60, pose anche la prima pietra dello stabile della Camiceria (I.C.M.) di Scalea (ora Interspar). (B.M.)

MAGGIO • GIUGNO 2013 Un caso limite che non ha eguali Ci troviamo di fronte ad un caso limite che non ha eguali… e i cittadini di Scalea, oltre alla speranza, stanno perdendo anche la pazienza! Se noi della stampa segnaliamo e denunciamo ininterrottamente questo stato di cose, certamente non

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Luglio • Agosto 2013

DIOGENEGREEN

ASSALTO AL “FORTE”

di Bruna Condoleo

(...) che, comunque, i responsabili abbiano risarcito il grave danno causato al nostro patrimonio naturale». Lo stesso discorso vale per le bellissime tamerici che si trovavano sul belvedere del lungomare Ajnella, cervelloticamente e impunemente “sgozzate”, qualche anno fa, ed ancora per la bellissima e sempre verde pianta di alto fusto, svanita nel nulla a giugno scorso, sita nella centralissima via Lauro per far posto all’ennesimo ed arido massetto di cemento. Continuando, non possiamo fare a meno di rimarcare le segnalazioni e le denunce per il taglio indiscriminato di nove trentennali alberi di alto fusto, sfregio perpetrato nei giardinetti pubblici di piazza Kennedy, estate del 2010. Cadeau, un regalo ad un privato, a tutto discapito della comunità, per far posto ad una enorme pista rialzata in cemento armato, in quell’area, che di parco verde e riposante ha sempre meno l’aspetto, la villetta, infatti, è diventata solo un ricettacolo di giostrine elettriche. Questa assurda operazione è stata fatta con la puerile scusa di un nuovo progetto per meglio sistemare l’area. In verità, bisognava soltanto regolamentare i “giochi” presenti, senza toccare il verde e, se si voleva proprio abbattere qualcosa, andava abbattuta l’inutile, ingombrante e fuori norma pista di pattinaggio. Teniamo a sottolineare che, l’ex sindaco Francesco Pezzotti aveva limitato il numero di giostre e gli spazi da occupare privilegiando il verde pubblico, bene di tutti. Inoltre, aveva obbligato i giostrai ad occuparsi anche di attrazioni come lo scivolo, le giostrine a spinta, l’altalena ed altri passatempi che, oltre a non inquinare, fanno tanto bene al fisico di questi ragazzini, molti dei quali in preallarme obesità. Ed ancora, ad uno di questi gestori aveva fatto demolire un ricovero attrezzi in cemento, premiato poi, dalle successive amministrazioni con l’autorizzazione a procedere, culminata con una copiosa ed inguardabile colata di cemento. A fine giugno, l’assalto alla sventurata e incontrollata piazza Kennedy ha subito l’ennesimo danno, pare, “grazie” all’addetto comunale dell’Ufficio Tecnico preposto alla regolamentazione ed al verde di quest’area comunale-demaniale, che ha dato il via libera al conseguente sfregio dei platani, diventati, dall’oggi al domani, gigantinani per come sono stati brutalmente “potati”, o meglio falciati, per favorire il solito insensibile pretendente privato di turno. Ed il verde? La vivibilità? L’ambiente? In tutto ciò, quanto ci ha guadagnato la popolazione tutta? Pensiamo che gli alberi andrebbero trattati con ben altra cura e delicatezza mettendo, al contrario, un freno all’espansione e al dilagare dei giochi sopramenzionati, che deturpano ed esasperano l’idea del parco con la presenza smoderata di cemento, fili elettrici e mega strutture metalliche per il tempo libero. In ultimo, come più volte segnalato attraverso le colonne del nostro giornale, resta l’interrogativo riguardante la scultura del prof. Fumasi: “Scalea in espansione” che si trovava a piazza Caloprese, di cui, come volati-

...dalla prima

lizzata, si sono da tempo perse le tracce. Come più volte scritto e ripetuto, una volta recuperata, sarebbe opportuno sistemarla in un’altra piazza di Scalea, priva di un simbolo-scultura, o all’interno della biblioteca comunale o all’entrata del municipio di via Plinio il Vecchio. Basile ormai da più di tre anni andava ripetendo, pateticamente, di non possedere un soldo e di aver trovato le casse comunali completamente prosciugate. Sentendo questa litania non possiamo fare altro che pensare: “Ma si veste da fesso …o lo è davvero?”. Ma da quando in qua… per fare danni alla cosa pubblica servono soldi? A volte, per fare bella la città, basterebbero solo idee e amore verso il patrimonio pubblico che andrebbe tutelato, salvaguardato e, al massimo, migliorato come fanno in altri posti d’Italia e del mondo con gli operai dell’Ente o, come avveniva fino a qualche tempo fa, con quelli del Consorzio di Bonifica del Lao (vedi San Nicola Arcella diventato un giardino fiorito e splendido da prendere in esempio con grande considerazione). Ma forse Scalea… per gli amministratori comunali che hanno “governato” fino alla data indelebile dell’11 luglio 2013, non faceva parte dell’Italia e del mondo… Trovandoci al cospetto di una situazione, assurda e paradossale, facendo le dovute proporzioni pensiamo ad una sorte di… Papuasia post moderna e civile. Ma almeno in quei posti, tanto lontani da noi per distanza e cultura, forse esistono altri danni… ma non sicuramente: connessione tra politica e malaffare come nel martoriato sud Italia. q

11 I REATI CONTRO IL PAESAGGIO: “UNA QUESTIONE DI STATO”!

Dal momento che si perpetra senza tregua l’ignobile violenza al Territorio di Scalea, mi unisco alla Redazione di Diogene nell’esecrazione del continuo scempio al paesaggio urbano. Mentre nella gran parte delle nazioni civili si sta attuando una tutela sempre più consapevole del territorio e della natura, concepita come doverosa e fruttuosa politica per le presenti e le future generazioni, per ciò che riguarda Scalea la voce dei più lungimiranti cittadini sembra “vox clamantis in deserto”, dal momento che né le autorità competenti, né la coscienza collettiva attribuiscono alla scomparsa del verde la gravità culturale e sociale che essa comporta. Neanche illustri esempi messi in pratica in luoghi di grande concentrazione urbana riescono ad essere di incitamento per una rinascita del concetto che il bene paesaggistico sia una ricchezza insostituibile, oltre che un’opportunità da non lasciarsi sfuggire. Se è lecito paragonare le cose grandi con le piccole, penso, ad esempio, a un progetto attuato con grande successo alcuni anni fa a Los Angeles, in un’ amplissima zona industriale dismessa e degradata al massimo, in cui è stato realizzato (su ideazione di Lauren Bon, artista della Land Art!) un immenso campo piantato a granoturco dalla forma di un gigantesco “occhio”, che ha ridato dignità e bellezza alla città e apportato molteplici benefici ai cittadini. È il sogno dell’arte al potere! Ovunque si discute di riconversione e riabilitazione delle aree abbandonate, di ridonare spazio al verde e alla natura oltraggiata, ossigeno all’aria e piacevolezza all’esistenza dei cittadini; molte amministrazioni di città italiane stanno valorizzando il ruolo di primaria importanza, paesaggistica e turistica, dei parchi urbani; a Scalea, invece, si abbattono impunemente alberi secolari, a favore di una cementificazione priva del necessario decoro urbano e contraria a qualsivoglia senso estetico. E pensare che esiste un disegno di legge del Ministero per i Beni e Le Attività Culturali (Atto Senato n. 3016) che «intende conferire organicità alla disciplina penale concernente i reati aventi ad oggetto i beni culturali e paesaggistici…», il quale propone «l’introduzione di autonome figure di reato e di circostanze aggravanti di reati tutti caratterizzati dall’offesa nei confronti dell’interesse della collettività all’integrità del patrimonio culturale e paesaggistico». In particolare nel decreto sopracitato è prevista “l’introduzione del delitto di danneggiamento, deturpamento e imbrattamento di beni paesaggistici, punibile anche a titolo di colpa e procedibile d’ufficio, in considerazione del preminente interesse pubblico alla prevenzione e repressione di queste condotte di reato”. (B.C.)

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Direttore responsabile, Giovanni Celico Direttore editoriale, Nando Manco Impaginazione, Studio Grafico / La Poligrafica srl - Scalea (Cs) Segr. di redazione, Maria Cirimele - Biagio Moliterni Foto, Archivio Diogene - Renato Giordanelli - Daniele Arieta - Foto Time Registrazione Tribunale di Paola n° 55 del 21/07/90 Mutamenti annotati il 24/02/97

Il presente numero viene chiuso in tipografia alle ore 23,30 del 28/07/2013

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NELLA NOSTRA DIOCESI

Luglio • Agosto 2013

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Unità Pastorale di Scalea LA MADONNA DEL CARMINE CI INCORAGGIA A VIVERE ONESTAMENTE

Carissimi fratelli e sorelle in Cristo, quello che sta accadendo in questi giorni a Scalea certamente ha generato nel cuore di molti una sensazione di sconforto che esige da parte dei Parroci una parola di incoraggiamento alla speranza e di conversione sincera ai valori cristiani della convivenza sociale, nel pieno rispetto della legalità, delle istituzioni e di tutti coloro, in particolare delle forze dell’ordine, che con sacrificio e dedizione rendono la vita nella nostra città più vivibile e aperta alla speranza del futuro. Ci troviamo coinvolti in una di quelle situazioni che chiede una riflessione e nello stesso tempo un supplemento di speranza anche perché riguarda non solo il mondo istituzionale democraticamente eletto dai cittadini, ma anche tanta parte di professionisti e imprenditori che da decenni operano nel territorio con tutte le difficoltà che questo impegno comporta. Non dobbiamo dimenticarci che stiamo parlando di persone, con le quali condividiamo il nostro impegno, il nostro svago e in alcuni casi, quando è possibile anche il lavoro. Di più, stiamo parlando di persone con le quali condividiamo anche la fede e la speranza della salvezza eterna che Gesù ci ha donato. È opportuno comprendere che Scalea è una cittadina di oltre diecimila abitanti che però fa fatica già da tempo a cercare la sua anima, la sua identità. Ha certamente smarrito da tempo, per la gran parte dei suoi abitanti, il senso di appartenenza alla comunità dei cristiani, non tanto nella comprensione della mente e del cuore ma nella vita pratica. Questa realtà che continua a chiamarsi Scalea in realtà è diventata un mondo composito e complesso che è ancora tutto da amalgamare in consesso di socializzazione. Certamente non è un problema che si è sviluppato in tempi brevi tali da poter essere addebitato a questo o quel singolo cittadino. Sono decenni che la nostra cittadina vive un flusso migratorio incessante, al quale non ha corrisposto lo sforzo di amalgama, che ogni amministrazione e anche l’azione pastorale della Chiesa devono programmare. Siamo convinti che solo mediante un la-

NOZZE

Noi

Nella monumentale chiesa della SS. Annunziata di Maratea, giovedì 11 luglio 2013, si sono uniti in matrimonio Egidio Lorito e Maria Petroni. Dopo le foto di rito, in serata, ci siamo diretti in corteo con gli sposi raggianti di gioia al “Pianeta di Maratea” per festeggiare e cantare, tra una portata e l’altra, fino a notte tarda. Logicamente, conoscendo bene Egidio, non potevano mancare tante fantastiche e magiche sorprese… Dopo il taglio dell’appariscente e grande torta, tanti brindisi e rinnovati sinceri auguri da parte di tutti presenti. Ad Egidio, nostro valido collaboratore della prima ora, e a Maria vanno gli auguri più sentiti da parte del Direttore e della Redazione del Diogene.

FIOCCO AZZURRO

Giorno 11 marzo 2013, in Lagonegro (Pz), per la gioia di mamma e papà, è venuto alla luce il piccolo Antonio, primogenito di Giuseppe D’Esposito e di Sabrina Bernardo. Ai genitori, ai nonni tutti, in particolar modo a Tonino D’Esposito, nostro grande amico e socio, vanno gli auguri più sinceri della Redazione del Diogene.

voro comune, orientato a valorizzare tutte le risorse educative, si può sperare di costruire la vita sociale nella quale persone diverse per cultura, tradizioni, lingua e anche religioni, possano sentirsi totalmente integrate, accolte e rispettate nella loro dignità. Il Signore ci insegna ad: “Amare il prossimo come se stessi. Questa parola trova sicuramente eco nell’animo di chi si impegna nella vita politica. Essa pone oggi a ciascuno, una questione centrale: in che modo, nel delicato e impegnativo servizio allo Stato e ai cittadini, si può dare adempimento a questo comandamento? La risposta è chiara: vivendo l´impegno politico come un servizio. Prospettiva luminosa quanto esigente! Essa non può, infatti, ridursi a una riaffermazione generica di principio alla dichiarazione di buone intenzioni. Il servizio politico passa attraverso un preciso e quotidiano impegno, che esige una grande competenza nello svolgimento del proprio dovere e una moralità a tutta prova nella gestione disinteressata e trasparente del potere. D´altra parte, la coerenza personale del politico ha bisogno di esprimersi anche in una corretta concezione della vita sociale e politica che egli è chiamato a servire. Tocca a voi, carissimi Fratelli e Sorelle impegnati in politica, farvene interpreti convinti e operosi. Non può giustificarsi un pragmatismo che, anche rispetto ai valori essenziali e fondanti della vita sociale, riduca la politica a pura mediazione degli interessi o, ancor peggio, a una questione di demagogia o di calcoli elettorali.” (Dal Messaggio di Benedetto XVI al Parlamento Italiano, 2010). Sappiamo bene che ogni atteggiamento di deresponsabilizzazione e di delega della cosa pubblica ad altri, necessariamente corre il rischio di generare una devianza dai valori che fanno dell’impegno politico la più alta delle vocazioni. Che fine hanno fatto i valori cristiani sull’impegno sociale nella nostra città? E’ questa la vera domanda sulla quale incoraggiamo a riflettere, anche perché è quella che più immediatamente ci appartiene come vocazione, ma è anche quella che esige un più coerente impegno missionario.

MELCHIORREgomme

Una diffusa illegalità accompagna la vita anche nelle persone più semplici e laboriose, per molti fratelli e sorelle sembra che la non osservanza della legge sia il nuovo messaggio di salvezza da proporre e soprattutto da incarnare anche quando con le parole si dice il contrario. La mafiosità è una parola oggi onnicomprensiva, che va estesa a tutti gli atteggiamenti che non mettono al centro il rispetto dell’altro. Anche quando gratuitamente tendiamo con il nostro parlare ed il nostro agire a distruggere l’altro concorriamo a diffondere questa mentalità, che è un vero cancro per ogni forma di socializzazione orientata al bene. Nello spirito di fraternità che il Signore ci ha donato, siamo chiamati al rispetto di tutti, finché non si è giudicati non si può essere condannati. Scalea non ha bisogno di ulteriori odiosità, ma di un supplemento di amore, non ha bisogno di criminalizzare le istituzioni ma di maturare un rispetto maggiore per la cosa pubblica che deve generare una più ampia e democratica partecipazione alla costruzione del bene comune. La Vergine del Monte Carmelo che in questi giorni si è accompagnata alle nostre pene, donandoci serenità e conforto con la Sua benevolenza materna, ci incoraggia a vivere onestamente, ci chiede di relazionarci in una fraternità gratuita, ci dona di condividere con Lei la disponibilità alla preghiera. Abbiamo la certezza che questi valori, testimoniati con atteggiamenti di coerenza cristiana, riapriranno il nostro cuore all’infinito amore paterno di Dio che ama in modo sempre nuovo chi si converte e ritorna a Lui con cuore sincero e doneranno a tutti serenità e pace. q Sac. LAURITO Maurizio Franco Parroco Santa Maria d’Episcopio Sac. BENVENUTO Giacomo Parroco San Nicola in Plateis Sac. ARAUGIO Cono Parroco San Giuseppe Lavoratore Sac. NIGER Antonio Rettore della SS. Trinità

UN LIBRO DA LEGGERE E BEN CUSTODIRE

Alla presenza di un pubblico numeroso ed attento, la sera del 26 luglio 2013 (giorno di Sant’Anna), nella monumentale chiesa di San Nicola in Plateis, è stato presentato l’interessante e pregevole volume: “Le chiese dell’Alto Tirreno Cosentino”, di Rosanna Droghini, Editore Salviati - Milano, 144 pagine corredate da foto a colori. Il merito della pubblicazione, come ormai spesso accade nel nostro comprensorio, va allo scaleota Osvaldo Cardillo, sempre attento e pronto a dare spazio a scritti che possono arricchire il ventaglio della cultura locale. Il libro si sofferma, particolarmente, sulle stupende chiese dell’Alto Tirreno, in un viaggio che spazia da Tortora a Diamante. Quest’ultima fatica editoriale di Osvaldo Cardillo, che ringraziamo per le belle parole pronunciate a favore del nostro fondatore Mario Manco, è sicuramente un libro da custodire, da parte di ognuno nella libreria di casa, e da sfogliare, di tanto in tanto, per rinfrescare la memoria storica, a proposito di queste importanti chiese che, come in passato, ancora di più oggi, a causa della dirompente e irrefrenabile materialità che avvolge il mondo, con il conseguente calo di importanti valori, in ogni abitazione, senza distinzione di ceto e classe sociale, assumono un ruolo determinante nell’ ambito della centralità familiare.


Luglio • Agosto 2013

UN ALTRO PRESTIGIOSO RICONOSCIMENTO PER IL NOSTRO DIRETTORE

L’artista comasco d’adozione Michele Criscuolo che, dopo essere andato in pensione con i gradi di tenente colonnello, si è completamente dedicato alla sua originalissima pittura definita dal famoso critico d’arte Vittorio Sgarbi: “Teatri di pittura”, nei giorni scorsi, ha omaggiato di una sua pregevolissima opera raffigurante la stupenda chiesa di Costantinopoli di Papasidero, il nostro direttore Nando Manco, per l’impegno costante profuso verso l’informazione e la sensibilità dimostrata verso l’arte. I capolavori di Criscuolo sono stati definiti dalla critica pezzi unici e “opere parlanti” per le emozioni e le sensazioni che destano anche verso l’osservatore più distratto. Michele Criscuolo che da oltre 32 anni fa vacanze a Scalea dove ha comprato casa, mostre e lavoro permettendo, appena può “scappa” da Senna Comasca, dove vive stabilmente con la moglie Maria Grazia, per rifugiarsi in quella che definisce la sua seconda patria di adozione: Scalea. Nelle sue opere infatti, ritrae spesso oltre alle zone native della costiera amalfitana, quelle lariane dove dimora prevalentemente e da un po’ di tempo, con una certa costanza, quelle di Scalea, ridente città della quale è letteralmente innamorato. q

ACADIE CLUB BALLA MA NON RIESCE A RIALZARSI

Le famose cupole bianche si infiammano nel cuore della notte di Scalea. Atmosfera magica e orientale, musica, luci e i migliori dj italiani. Una delle discoteche più in e più ricercate del meridione alza il sipario e dà inizio alla stagione 2013. La consolle dell’Acadie Club si è riaccesa con una proposta a dir poco scoppiettante: guest star per il big opening party, direttamente da Radio Dee Jay, Albertino. Tanto impegno e tanta volontà da parte dello staff e dei ragazzi dell’Unconditional Staff-Scalea che credono ancora nella disco scaleota, dove il divertimento e l’adrenalina la facevano da padroni, dove una volta aspettare l’alba era un rito da non perdere. Tempi che sembrano così lontani. Quei tempi in cui l’Acadie era stracolma di giovani che amano ballare sentendo il fascino irresistibile del mix notte-musica. Sono anni ormai che le cupole arabeggianti non riscuotono più il successo di una volta. L’Acadie non riesce a rialzarsi ed ad uscire da quel vortice di crisi entro il quale è stato inghiottito. E ancora una volta i risultati parlano chiaro: per l’imponente serata inaugurale la risposta sarebbe dovuta essere diversa. Sicuramente il locale “ballava” come non succedeva da anni ma la risposta dei numeri del pubblico dei tempi d’oro è ancora lontana. q (F.B.)

NELLA NOSTRA CITTÁ CONDOGLIANZE

Una persona gentile e premurosa Giorno 4 luglio 2013, amorevolmente assistito dai suoi cari, si è spento all’età di 88 anni, il nostro amico di famiglia e socio sostenitore della prima ora, Fulvio Pezzotti, nella foto con l’amata figlia Piera. Persona buona e stimata, ha lasciato un gran vuoto verso coloro i quali hanno avuto modo di conoscerlo ed apprezzarlo. Impiegato statale, ha concluso la sua carriera a Scalea in via Lauro intorno al 1980, presso l’azienda sanitaria provinciale. Sempre attento alla vita politica e sociale della sua città, appena possibile, dalla vicina Rende dove abitava con la famiglia, correva a Scalea per salutare i tanti affettuosi amici di vecchia data. Anche se soffriva già da tempo, nessuno poteva immaginare di non vederlo più, come avveniva ad ogni inizio dell’estate, in compagnia della premurosa e gentilissima consorte signora Olga Siciliani, seduto all’imbrunire sulle panchine di via Michele Bianchi. Alla famiglia tutta e, in particolar modo, alla moglie, alle figlie ed al fratello Franco Pezzotti (già sindaco di Scalea) vanno le più sentite e vive condoglianze e tutto l’affetto da parte del Direttore e della Redazione del Diogene. q (N.M.) Ricordo di un amico ***** Dionigi Guaragna, terzogenito di Alfonso e Iole Giugni, nato a Praia a Mare il 13.4.1938, i fratelli sono Gaetana, Antonio e Mariuccio, marito di Dalia De Paola, una “fumarulara doc”, dal dicembre 1964, padre di Alfonso, Iole e Maurizio, ha lasciato… questo mondo, nella primavera di quest’anno, insieme a tanti ricordi e ad una “parte” della cronaca locale. Negli anni del “boom”, tra il 1960 ed il 1970, Dionigi “rappresentò” in zona la FIAT e molte delle autovetture torinesi che in quei lustri percorsero le “strade cittadine”, oltre che ovviamente la super-strada Praia-Scalea, provenivano appunto dalle sue “vendite”: Castrovillari con l’Autosole dei Formica (attuali proprietari del Santa Caterina Village di Scalea) era all’epoca “punto” di raccordo e di smercio. Le “serate” estive, trascorse sulla terrazza dell’Hotel Germania, allora solo un “piano terra”, con un gruppo di “giovani rampanti” locali, Valdemiro, Italo, Ciccillo, Ciccio, Badoglio, ecc., del posto, sono rimaste… nei ricordi di molti. La vita, poi, “prese il sopravvento”: alcuni del gruppo “emigrarono” al nord, altri si dispersero nel comprensorio, impegni di lavoro o intervenuti vincoli di famiglia, pochi, infine, varcarono addirittura le frontiere italiane. Quando la crisi delle quattro ruote incominciò a farsi sentire, con un tempismo degno di lode, Dionigi “si inventò” commerciante: aprì “un negozio” di generi alimentari sul lungomare praiese (non l’attuale… ma quello degli anni ’70) e gestì la rivendita, con l’adorata e paziente moglie, per lunghi anni. Problemi ne minarono, nella terza ed ultima parte della esistenza, con la salute anche, un poco, il “carattere”: divenne “scontroso”, “chiuso”, quasi irascibile, lui che era stato un “compagno” amabile e disponibile verso tutti. Adesso “guida” sui sentieri dell’eternità probabilmente una Fiat, la quattro-ruote che ha amato più di tutte e, con lo sguardo verso la propria compagna, guarda anche ai figli e agli amici che di lui conservano un “ricordo” comunque prezioso. sinceri saluti e la sua voce roca e, soprattutto,

13 la sua grande e signorile discrezione. Pur conoscendo tutti, “Biasin(i)”, come lo chiamavano gli amici, nel corso della sua vita, in particolar modo negli ultimi anni, ha preferito vivere in disparte, in una specie di anonimato voluto lontano dai “rumori”, dalle chiacchiere di paese e dalle polemiche rispettando, però, il pensiero e le idee di tutti. Il suo ricordo resterà vivo verso coloro i quali hanno avuto modo di apprezzarne le sue grandi qualità morali e la sua infinita educazione. Alla famiglia giungano le più sentite condoglianze di vero cuore da parte della Redazione e del Direttore del nostro giornale. q (G.C.) ***** Agostino Fortunato ha concluso il suo viaggio terreno! Dopo breve malattia, confortato dalla vicinanza dei suoi cari, Agostino Fortunato, di anni 83, praiese d’origine, avvocato, ha concluso il suo viaggio terreno, lasciando un vuoto, oltre che nella cerchia dei suoi cari, in quanti lo hanno conosciuto ed hanno avuto modo di apprezzarne le doti umane e professionali. Soprannominato, da una sua zia che era stata in Sud America, “Cichetto”, “ciquito”, era noto proprio con questo “nomignolo”: sposato con Giovanna De Luna, padre di Giuseppe, Pasquale e Fabiola, è stato, tra gli anni ’50 e ’60 dell’altro secolo, segretario di zona della Democrazia Cristiana, vice-sindaco nei primi anni ’60, consigliere comunale in diverse legislature, e, soprattutto, dalla fine degli anni ’60, sub-commissario, commissario ed infine presidente del Consorzio di Bonifica “Valle Lao” con sede a Scalea. Aveva iniziato la sua carriera professionale, nelle aule di giustizia della zona, prima con l’avv. Lucio Cappelli e poi con l’avv. Francesco Giugni, facendosi apprezzare per la sua caparbietà e per la sua tenacia: seguiva con particolare attenzione ogni “passaggio”, di qualsiasi iter procedurale, in favore dei propri assistiti. Le prime, significative “battaglie” politico-sindacali che si richiamano alla memoria e che segnarono un’epoca: da democristiano, “fanfaniano” doc, per anni vicino all’ex presidente della Regione Calabria Pasquale Perugini, insieme all’allora segretario della D.C. locale prof. Giuseppe Serio, tra le altre inizative, si mise alla testa di una significativa protesta, a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, nei confronti della direzione della fabbrica tessile Rivetti, a tutela dei diritti, in verità all’epoca un poco trascurati, dei lavoratori. Vogliamo solo richiamare alla memoria un’andata a Napoli, nel 1963, per seguire un congresso della D.C.: ascoltammo, circa 12 ore, con relativo intervallo, l’intervento dell’on.le prof. Aldo Moro, in favore dell’apertura ai socialisti e dell’avvio del centro-sinistra. La D.C., una cui parte consistente era riluttante, alla fine dei lavori, proprio in quella circostanza, votò a maggioranza il documento che dava l’avvio ai governi con la sinistra moderata del paese che “segnarono” tanta parte della storia d’Italia fino al 1994. Un saluto dunque all’amico avv. Agostino Fortunato, con l’augurio che da lassù potrà continuare a “passeggiare” lungo un viale alberato, così come era solito a Praia, in cerca di positiva ispirazione. q (G.C.) ***** In chiusura di giornale apprendiamo la triste notizia della scomparsa di Raffaele Napolitano, genitore dei nostri amici e collaboratori Pasquale e Giovanni Napolitano. Alla famiglia tutta vanno le più sentite condoglianze del Diogene. q

LEGGETE E DIFFONDETE


PAROLA AI LETTORI

Luglio • Agosto 2013

“Le mani sulla città”

(...dalla prima)

ma si possono annidare anche in casa nostra, nella nostra realtà quotidiana. Se prima, quando andavamo fuori regione, per motivi di studio o di lavoro, sottolineavamo sempre il fatto che venivamo dalla parte “nord” della Calabria e che non facevano parte della Nostra cultura determinati atteggiamenti e appartenenze tipiche di altre aree geografiche che riempivano le pagine di cronaca di giornali, in questo momento, dobbiamo registrare, purtroppo, di trovarci anche noi, in situazioni non certo edificanti. Ci rendiamo conto che abbiamo dormito, che abbiamo demandato la nostra fiducia ad una classe dirigente corrotta e collusa che speculava sui bisogni della Nostra città e di noi cittadini. Mai ci saremmo aspettati di vedere scene degne delle più brillanti operazioni antimafia da parte delle forze dell’ordine nelle nostra, apparente, mite e sonnolenta comunità. Siamo agli onori della cronaca nazionale, non per merito del clima, del mare o dei servizi offerti nel settore turismo, ma per colpa di un nutrito stuolo di politici affaristi e criminali che vedono nella gestione della cosa pubblica il migliore modo per arricchirsi, infischiandosene del bene dei cittadini, lasciandoci in eredità una macchia sull’onorabilità di noi gente onesta, che però, non siamo stati capaci di accorgerci di quanto stava avvenendo e di un simile giro di appalti pilotati, favori demaniali, clientele per appalti pubblici… Forse vogliamo credere di non aver visto nulla, di essere stupiti e agghiacciati per ciò che è accaduto nei giorni scorsi, ma l’amara realtà è solo che abbiamo fatto finta di non vedere, abbiamo fatto finta di non sentire, abbiamo girato gli occhi altrove, mentre altri prendevano decisioni che riguardavano tutti noi, abbiamo taciuto in maggioranza, ciò che ci stavano facendo perché vigliaccamente abbiamo paura di denunciare, abbiamo famiglia, conosciamo benissimo chi ci sta intorno e sappiamo tutto di tutti, siamo una piccola realtà, osserviamo ciò che ci circonda e ci rendiamo conto di improvvise fortune e ricchezze di chi ci governa, ma il massimo che facciamo è parlarne tra di noi, non andiamo oltre alla classica scrollata di spalle, privi di inventiva nei confronti dell’oggetto della conversazione. Alla fine ci rendiamo conto che ci hanno tolto tutto, anche perché noi non siamo in grado di reagire, hanno cementificato le nostre campagne e noi in silenzio, hanno inquinato i nostri mari e noi zitti, hanno bruciato rifiuti tossici nella nostra discarica, hanno rubato la nostra dignità, noi ancora in silenzio, vittime sì, ma anche complici...

Gianluca Di Martino

Tutti zitti, all’infuori del Diogene, che segnala ininterrottamente e denuncia dal 1996. Possibile che i pazzi a Scalea eravamo solo noi? Possibile che vedevamo il male e le anomalie solo noi? Possibile che noi parlavamo e scrivevamo solo per disfattismo? Possibile che gli occhi nel vedere la città sprofondare sempre più e chiusa in una morsa li avevamo solo noi? A cosa e a quanto serve svegliarsi solo quando il fattaccio è già accaduto? Speriamo che la popolazione scaleota tutta, non abbia avuto un’impennata di orgoglio solo ora e che, passato il terremoto, non ricominci quel sonnolento ed apatico comportamento codardo e spesso opportunistico. La speranza è ultima a morire, però, entrando in alcuni locali pubblici, mi accorgo che la gente affronta sì certi argomenti, ma a bassissima voce... Ma allora di cosa stiamo parlando? Possibile mai che c’è ancora tanta gente che continua ad incoraggiarti a scrivere, aizzandoti contro quello o contro quell’altro, aggiungendo a fine discorso «Io non ho detto niente… mi raccomando…!». Bel coraggio. Troppo facile buttare la pietra e nascondere la mano. q

Abbraccio mortale

Alle forze dell’ordine e alla magistratura che hanno sgominato la cricca politico-mafiosa che opprimeva come una cappa Scalea, va il nostro ringraziamento, sia per come hanno svolto egregiamente il loro lavoro che per l’impegno e la grande professionalità profusi. La loro azione ha dimostrato che lo Stato c’è e ha ridato fiducia ai cittadini onesti. Constatato ciò, il vero nodo da sciogliere rimane quello politico e sociale. Il primo riguarda il ruolo dei partiti che hanno governato Scalea con una scellerata alleanza PD e PDL. Il secondo quella parte della società, tipica del meridione che deve abbandonare i comportamenti mafiosi di comparaggio al momento del voto, dando consenso elettorale in cambio di favori. Se entrambi non mutano il loro modo di agire si ritornerà quanto prima nello stato in cui era caduta la nostra città e a poco sarà servito il lavoro svolto dalla legge. Questi partiti devono recitare il mea culpa su quello che è accaduto. Cacciare chi li ha rappresentati nella maggioranza consiliare, prendere posizioni politiche chiare, perché non sono sufficienti le sfilate dietro la processione a rassicurare i cittadini. Questo serve da base per aprire un dibattito molto serrato e per dare speranza ad una ricostruzione democratica futura. Con gli altri amici del SEL, avevamo avvisato il Partito Democratico, fin dalla fase di elaborazione delle liste elettorali sul rischio che avrebbe comportato quella ibrida alleanza con figure già logorate del centrodestra. Questo partito non ha, o non ha voluto, aprire gli occhi neppure quando il Sindaco Basile ha cristallizzato gli incarichi ad assessori già chiacchierati da due legislature nei punti nevralgici del potere. Neppure li ha convinti la fossilizzazione di alcuni dirigenti e impiegati, soprattutto nell’ufficio tecnico, che con disinvoltura e arroganza, mangiavano quotidianamente pane e tangenti, soprattutto nella gestione degli appalti pubblici e del demanio marittimo. Il PD invece, con la sua rappresentante in consiglio comunale andava sempre più fiera del suo sindaco e degli inediti compagni di viaggio, stringendosi in un abbraccio mortale sempre più forte. Un innamoramento politico folle che le ha fatto cambiare radicalmente parere anche sulla realizzazione del porto, una infrastruttura su cui erano puntati gli appetiti della delinquenza organizzata. Ai dirigenti più alti di questo partito, che ben conoscono la realtà dell’Alto Tirreno, muoviamo la critica di non avere ostacolato in tempo questo intreccio politico mafioso che si era venuto a creare a Scalea. Non era la fine che meritava un partito che viene da lontano che professava la diversità, che, non solo a Scalea, ha storicamente, speso una vita di lotta contro il malaffare, ed ora si vede umiliato, infangato ed omologato agli altri.

Antonio Forestieri

Comitato Politico Provinciale SEL, già candidato al Parlamento

Per dirla tutta, le persone logorate sono sempre state rintanate ovunque, anche nel PD. E poi, nel 2000, una analoga situazione si verificò anche nella lista capeggiata da Mario Russo, però, a differenza di quella presentata nel 2010, non apparivano punti oscuri. A livello comunale, ma purtroppo non solo, spesso e volentieri, si presentano liste civiche con candidati di varia estrazione politica. Ma poi di che cosa ci meravigliamo? Vogliamo parlare del governo Letta? Meglio di no! Però, al di là di ogni possibile e causale riferimento, per essere credibili fino in fondo, non si dovrebbe mai cadere in personalismi e vecchie ruggini, in particolar modo, quando si parla di politica. Vero è che l’opposizione è utile quanto la maggioranza, e se certi equilibri vengono a mancare in favore di strane e grottesche alleanze, c’è da chiedersi se la motivazione risieda davvero nel bene del Paese, piuttosto che di una città come Scalea, o non sia una squallida maschera per tenersi la poltrona o, peggio, per moltiplicare i soliti inciuci. q

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L’agenda Legale L’AVV. ANNA MANCO RISPONDE matrimonialista e specializzata in diritto di famiglia

Corrispondo a mia moglie, quale assegno di mantenimento, la somma di euro 500. Da qualche mese, la stessa lavora come segretaria presso uno studio, ma in nero. Potrei chiedere la riduzione o addirittura la soppressione del rateo? Certo che può farlo!!! La Cassazione civile, sez. I, sentenza 12.12.2003 n° 19042 ha deciso proprio in tal senso!!! Ha precisato, infatti, che il lavoro del coniuge, ancorchè in nero, costituisce un elemento della capacità lavorativa e quindi della capacità di guadagno della stessa. Nel caso di specie i giudici di Piazza Cavour hanno confermato la sentenza dei giudici di merito ritenendo legittima la riduzione dell’assegno a carico di un professore universitario di Roma a favore della ex moglie che lavorava in nero presso un negozio di abbigliamento. Per poter presentare ed ottenere la soppressione o quantomeno la riduzione dovrà dimostrare l’attività lavorativa della sua consorte. Potrà farlo con testimoni od altro. q

DALLA PARTE DEL DANNEGGIATO Rubrica a cura del dott. Paolo Tenuta (Studio Legale Tenuta e Manco) Email: paolo.tenuta@gmail.com

Navigando con il mio gommone, ho urtato una piccola barca a vela che procedeva dalla mia sinistra. La responsabilità va attribuita alla mia imbarcazione? La regola principale è quella di dare la precedenza alle imbarcazioni che provengono da destra. Tra una barca a vela e una a motore, che navigano in rotta di collisione, è, però, la barca a motore che deve dare sempre la precedenza, sia che la barca a vela arrivi da destra sia che arrivi da sinistra. Chi ha il dovere di dare la precedenza deve fare una manovra tempestiva ed evidente, senza aspettare l’ultimo momento. Chi ha il “diritto” di precedenza deve navigare per la sua rotta senza mutarla, per non ingannare l’altra imbarcazione; se poi quest’ultima non manovra a tempo debito, dovrà comunque fare di tutto per evitare la collisione. Esistono altre particolari regole di precedenza: all’imbocco dei porti, dove chi entra deve lasciare acqua a chi esce; sui fiumi, dove chi naviga contro corrente deve manovrare per evitare l’abbordo con chi è in favore di corrente; per le imbarcazioni con difficoltà di manovra (es: pescherecci, rimorchiatori, posacavi) che in generale hanno il diritto di precedenza. Particolare importanza, per il rispetto delle precedenze in navigazione notturna, è il sistema di fanali che permette l’individuazione ed informano della direzione di avanzamento. Una luce verde posizionata sul lato destro e una rossa sul lato sinistro. Quando si vede la luce verde si ha diritto di precedenza; quando si vede quella rossa bisogna far passare l’imbarcazione. Nel caso si vedano entrambe le luci, significa che la barca starà navigando verso la nostra posizione. q


Luglio • Agosto 2013

... Onesti e disonesti!

Scalea non può essere, e non sarà mai, un Paese mafioso. Il 12 luglio 2013 sarà ricordata come la data più triste e sconvolgente della storia di Scalea. Da questa data in poi la Città rischia di essere soffocata (per chissà quanto tempo) da un marchio vergognoso: il marchio di essere un Paese mafioso il cui Consiglio Comunale è stato sciolto per mafia. Io ero Consigliere Comunale di quel Consiglio sciolto, e sento il dovere civico di intervenire pubblicamente per iniziare un processo catartico finalizzato a cancellare l’onta di ‘Paese’ etichettato come ‘mafioso’ che, altrimenti, ci porteremo dietro come un fardello cosi pesante che (ci) impedirà di crescere, di fare turismo e di vivere normalmente. Per iniziare questo processo catartico è necessario capire cosa realmente è successo ed evitare di ripetere gli stessi errori in futuro. Perché se è vero che il ‘nostro’ 12 luglio scaleoto equivale un po’ all’11 settembre che il mondo tristemente commemora, è altrettanto vero che abbiamo le possibilità concrete e reali di risorgere dalle vergognose ceneri in breve tempo, purchè le forze sane, oneste, capaci e produttive del Paese collaborino tra loro avendo capito, preliminarmente ad ogni dialogo, cosa è successo. Iniziamo col dire che pochi balordi, eletti col consenso popolare, hanno letteralmente consegnato la chiavi del comune e della sua macchina burocratica a pochi malavitosi, ben noti alla Città, riuscendo a gestire ogni risorsa finanziaria dell’ente per favorire persone fisiche o giuridiche a loro vicini. Proprio come un virus patogeno, questi criminali si sono infiltrati nel tessuto sano dell’economia e della società scaleota per ‘gentile‘ ed interessata concessione dei sopra citati ‘pochi balordi‘, certamente inconsapevoli dell’Alto significato dello Status di Consigliere Comunale. Tutto ciò ha impedito per anni il normale funzionamento dei meccanismi economici del Paese, impedendo la concorrenza e il mercato e dunque tarpando le ali all’efficienza, alla crescita, alla ricchezza di tutti. Chiunque si opponeva a questo sistema, denunciando pubblicamente e politicamente il degrado a cui si era arrivati, era visto come un nemico da abbattere con qualsiasi mezzo. Spesso illecito! Non mi soffermerò sui guai da me patiti per aver detto nei Consigli Comunali ciò che ho detto in difesa degli interessi pubblici stuprati dai ‘balordi’ e malavitosi. Voglio però puntualizzare che ad un certo punto io ero di fronte ad un bivio: o denunciavo i malavitosi ed i balordi che minacciavano la mia famiglia, il mio lavoro, la mia casa oppure mi sottomettevo a loro, dimettendomi da Consigliere Comunale, ed avrei risolto tutti i miei problemi. È questo il bivio che rappresenta lo spartiacque tra legalità ed illegalità, tra rispetto delle Istituzioni e collusione, tra che si riempie la bocca di questi termini per poi ‘accettare il sistema’ cercando di trarne i benefici o quantomeno di evitare danni. Io ho fatto il mio dovere in favore della Città, in favore di chi ha dovuto subire torti in silenzio o vessazioni assurde (come ordinanze di demolizione, revoca di licenze già date ecc.) provenienti proprio da quella macchina comunale burocratica malata perché condotta direttamente dai malavitosi. Non voglio riconoscimenti né medaglie, perché il mio più grande merito sarà quello di camminare sempre con la schiena diritta davanti a tutti, ma nemmeno gelida indifferenza. Equivarrebbe a lasciarmi solo proprio come vorrebbero ’loro’. Trovo infatti stucchevole che, da più parti, in privato, ricevo grandi complimenti e manifestazioni di solidarietà. Mentre dai partiti e dalle associazioni che guardano alla costruzione del prossimo futuro di Scalea non sia venuta nessuna pubblica parola di solidarietà e sostegno alla mia persona, vittima di reati efferati posti in essere per punire la sua attività di Consigliere Comunale. Se ciò dovesse rispondere ad una logica di ’non portare troppa acqua’ al mulino altrui, non avremo capito proprio niente e finiremo inghiottiti nella spirale di una polemica politica stupida e sterile, al grido qualunquistico di ‘tutti giovani e tutti nuovi‘. Ma perché chi è finito in galera era forse anziano?

PAROLA AI LETTORI O erano tutti ’vecchi’ della politica? Oggi la prima distinzione deve essere tra gli onesti e i disonesti. L’onestà da oggi in poi dovrà essere considerato un pre-requisito nella competizione elettorale e dovrà essere considerato quale patrimonio condiviso di tutti coloro che verranno scelti da movimenti civici e partiti a guidare le liste elettorali. Eppoi, come sempre dovrebbe essere, tra gli onesti, ci si dovrà schierare sulle cose concrete e si verrà scelti a seconda della qualità e credibilità delle proposte. E perché no, anche in base all’esperienza che consente di attuare le proposte stesse. E c’è oggi una grande occasione per vincere la nostra battaglia contro la criminalità diffusa, non sprechiamola. Non sminuiamo la gravità di quanto successo, e ripristiniamo urgentemente una cultura della legalità, facendo capire che il rispetto delle regole porta ordine, pace, progresso, sviluppo e ricchezza. PER TUTTI. In questo quadro di speranza per il futuro, che ben vengano manifestazioni anche incisive come può essere una fiaccolata che coinvolga le scuole ed i giovanissimi, ma auspico soprattutto un permanente pubblico dibattito, da organizzare nei social network, nelle pubbliche piazze, ovunque ed insieme a tutti i partiti politici ed alle associazioni politiche ed a tutte le forze sane della nostra Città, sui grandi temi della legalità e del vivere civile. Nella certezza che pochi balordi e pochi malavitosi perderanno la loro battaglia e non imporranno il loro marchio di mafia ad una Città che può, e deve, riscattarsi al più presto.

Mauro Campilongo

Divagazioni sul tema Se lui è troppo bello

Il mio fidanzato è un bel ragazzo e infatti tutte lo guardano e ammirano. Io sono carina ma non certo come lui, così sono sempre ansiosa per paura che possa preferire un’altra più alla sua altezza. Ho bisogno di un consiglio.

Laura, 25 anni

La gelosia ha origini profonde nella nostra infanzia quando, per qualsiasi motivo, non abbiamo potuto sviluppare un’autostima solida. Questo poi si riflette nella nostra vita quotidiana, facendo incrinare anche i rapporti più belli. Se il suo fidanzato ha scelto lei, vuol dire che per lui è perfetta così com’è. Cerchi di risalire, piuttosto, ai motivi che non la fanno essere sicura di sé e che la portano a confrontarsi con le altre. q

Lui non vuole vincoli

Lui non vuole sposarsi, non vuole figli, non vuole vincoli, eppure mi ama da 10 anni. Io vorrei mettere “radici” con lui, ma temo che confessarglielo qualcosa si rompa. Cosa mi consiglia?

Anna, 40 anni

Che vantaggio potrebbe avere il suo compagno a sposarla? Se riuscirà a mettersi dal suo punto di vista forse capirà meglio perché fino a oggi non lo ha mai desiderato. Ricordi che le persone cambiano solo quando possono soddisfare meglio i propri bisogni, non quelli degli altri! q Ha risposto alle lettere il dott. Enrico Parpaglione, psicologo e psicoterapeuta

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Un luogo ameno gestito in modo vergognoso

Anneo Seneca nelle “Lettere a Lucilio” scriveva che vi è una strutturale identità tra salute fisica e salute mentale. “Mens sana - ha detto - in corpore sano”. La storia della pedagogia è, sotto certi aspetti, la storia della ripresa e dello sviluppo di questo basilare concetto. Tanto basilare da fungere addirittura da principio, e non soltanto pedagogico, ma di qualunque sensata cultura. Eppure, vi è una città della Calabria che sembra ignorarlo. Si tratta di Scalea, i cui amministratori comunali di turno, sono talmente imbevuti di localismo, o meglio, di personalismo aziendalistico, che per un verso ignorano ogni utile rapporto con i non residenti (non sono mai stato ricevuto dall’ex Sindaco Russo) non ricevo, da anni, nonostante reiterate sollecitazioni una risposta da parte dell’Ufficio Tecnico e dal Sig. Amato Antonino (coinvolto e fermato insieme ad altri nella nota e sconvolgente operazione Plinius del 12 luglio 2013 e che, credo ne sia stato il Dirigente fino al giorno prima del suo arresto, mentre, per un altro, mostrano poca attenzione per la pulizia del mare, le strade dissestate, il verde deturpato da abbattimenti assurdi di alberi ed i cumuli d’immondizia ai bordi delle strade, specie nel mese di agosto (come accade da un po’ di stagioni), che non invogliano, certamente, il pensiero a decantare le bellezze del luogo. Perchè effettivamente il luogo è ameno, e non soltanto: è ricco di reperti storici (in grande abbandono), a partire dalla Torre di Giuda (immancabilmente e colpevolmente tenuta segreta alla pubblica fruibilità e recintata con un cancello abusivo in danno di terzi), e di tradizione culturale. Io e mia moglie, napoletani, ne siamo innamorati. Ma l’incuria della cattiva amministrazione fa obliare tanta grazia, e riesce a rendere persino repellente ciò che, invece, potrebbe essere altamente attraente. Ma v’è di più. Da anni mi batto legalmente perchè i “potenti” locali siano ricondotti nei limiti nei quali ogni cittadino italiano deve mantenersi nei rapporti sociali, ma invano. Ho vinto e stravinto cause, penali e civili, per essere restituito nel pieno diritto di godere della mia casetta, senza che bravacci di manzoniana memoria (che ancora insistono) me ne impedissero l’ingresso. Ma, là dove la legge e i tribunali mi hanno dato ragione, gli amministratori di un recente passato, hanno trovato il modo di ritardare, la piena attuazione delle sentenze per un tempo così lungo (e che perdura), da renderle sostanzialmente quasi inefficaci. E qui la mente corre a Montesquieu e al suo trattato sullo “Spirito delle leggi”. Che ingenuo, teorizzò che lo Stato moderno si struttura su tre poteri, irriducibilmente distinti tra loro: quello legislativo, quello esecutivo e quello giudiziario. Eppure, a ben vedere, vi è un quarto potere, più sottile e più vasto degli altri: quello per il quale società più o meno onorate, per meglio dire famiglie che così intensamente prendono parte del luogo da poter dire “è cosa nostra”, infischiandosene delle leggi, delle sentenze e di quant’altro. E l’intimidazione è il dialogo che esercitano, con tanto di danneggiamenti delle proprietà altrui.

Avv. Gaetano Ragni

Speriamo che la mega operazione Plinius condotta egregiamente dalle forze dell’ordine sia da monito per quanti volessero concorrere per un posto al Comune e che si scavi fino in fondo per ristabilire pace e tranquillità sull’intero territorio. La politica deve essere intesa come servizio a disposizione della collettività. Un diritto non deve diventare un favore e le leggi vanno applicate e fatte rispettare da tutti e in modo uguale. q


NEL CIRCONDARIO

Luglio • Agosto 2013

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Bellezze del Pollino: Mormanno

UN BORGO DA SEMPRE FECONDO, RIPARTE DALLA LENTICCHIA di Francesca Bloise

Dopo il terremoto di magnitudo 5.3 del 26 ottobre 2012, cosa ne sarà della Mormanno di una volta? Le bellezze paesaggistiche di questa terra non possono essere messe da parte, c’è un Sud che nasconde meraviglie e segreti che sono tutti ancora da scoprire e che non possono essere seppelliti dalla paura per il sisma. E c’è un Sud ricco di attività e tradizioni autoctone che non possono essere ingoiate dal brivido per le scosse. C’è una Mormanno che ha, ha avuto e avrà sempre voglia di fare: di portare avanti ciò che fa parte della propria storia, delle proprie radici, perché solo guardando al passato si può vivere il presente e pensare al futuro. La nostra linfa vitale va tutelata e conservata. Aziende storiche hanno portato in alto il nome di Mormanno in Calabria e in tutta Italia, dalla Spagnoli Sud negli anni ottanta al biscottificio-pastificio D’Alessandro con azienda agricola annessa (grande boom negli anni settanta grazie alla gestione del suo fondatore, passato poi in mano ai figli che non furono altrettanto capaci di continuare l’iniziativa proposta dal padre), hanno saputo creare una filiera gastronomica davvero d’eccellenza. E ancora prima, tra gli anni sessanta e settanta le industrie boschive (tra cui la “Piragino” ancora attiva, passata di generazione in generazione, che tiene alto il nome dell’azienda di famiglia), le cererie e il ginestrificio. Veri esempi di dedizione e amore per le risorse e le qualità offerteci dal paesaggio montano del Pollino. Peccato però che poi tutto andò in fumo, e oggi rimane poco o niente di tutto ciò, solo qualche rudere che ricorda i tempi ormai andati di una Mormanno industriale viva e vegeta. Ma con questo non si vuole dire che tutto si è fermato. La Mormanno produttivaindustriale continua a vivere, continua a credere in ciò che il territorio offre e nelle grandi possibilità insite in esso che, spesso, non vengono riconosciute, soprattutto dai giovani. Tanti, troppi «giovani che studiano e hanno studiato fuori pensano che il nostro paese non abbia nulla da offrire, che non ci sia niente da fare, ma devono capire che si sbagliano, a Mormanno c’è tanto da fare, abbiamo tante possibilità, viviamo in un territorio splendido, che ci dà molte opportunità di vivere in modo florido». È questo ciò che pensano i produttori mormannesi, forti e tenaci come ora come non mai. Le strutture ricettive, dai ristoranti alle pizzerie ed osterie, dai b&b agli agriturismi, un cordone che si snoda lungo tutto il paese, è pronto come sempre ad ospitare chi ancora non conosce lo splendore dei nostri posti. I tanti e nuovi albergatori e locandieri si affiancano a chi fa, da sempre, questo mestiere, a chi ha portato avanti l’azienda di famiglia nata negli anni sessanta e chi ha creato il tutto dal nulla, con sudore e forza di volontà ripagati dagli ottimi risultati raggiungi negli anni. E ancora i salumifici, anch’essi di vecchia tradizione, detentori di un’arte culinaria

unica quanto rara, è anche grazie a loro che vive e si porta avanti l’antica usanza del confezionamento dei salami: dalle salsicce alle sopressate, dai capocolli alle pancette, prodotti locali fatti con ingredienti genuini secondo le originarie ricette, quelle dei nostri avi, fortemente legati alla tradizionale “uccisione del maiale”. E dal salato passiamo al dolce, come non nominare l’altrettanto antica tradizione dolciaria del bocconotto di Mormanno. Quella deliziosa pasta frolla e marmellata dalla ricetta tanto ricercata ma altrettanto tenuta segreta. L’azienda che lo produce a livello industriale ha fatto si che tutta la Calabria ed oltre potesse assaggiarlo ed innamorarsene, rendendolo quello che oggi è: un dolce assolutamente rinomato. C’è chi poi, da sempre, lo produce artigianalmente nella propria pasticceria, punto di riferimento del circondario e dei turisti che chiedono di assaggiarlo. Ma a Mormanno c’è anche chi, con la farina, crea prelibatezze di ogni genere: dal pane alle pizze, dai biscotti alle frese, ai dolci ai taralli. Un’azienda che ha una distribuzione in tutto l’hinterland cosentino. Altri invece hanno deciso di sposare una nuova iniziativa preservando e promuovendo un prodotto del territorio che stava andando perduto, la lenticchia. «Il suo ritrovamento è avvenuto quasi per caso», dicono i tecnici dell’ARSSA (Agenzia Regionale per i Servizi di Sviluppo Agricolo della Calabria). Piccole quantità di lenticchia sono state recuperate, presso alcuni agricoltori che l’avevano conservata per uso proprio. In passato, infatti, ogni famiglia mormannese produceva circa venti chili di lenticchie destinate alla vendita al mercato cittadino e all’autoconsumo. «Il ritrovamento ha stimolato la realizzazione di un progetto mirante alla valorizzazione della lenticchia di Mormanno, passando anche attraverso la presa di coscienza da parte della comunità locale del valore storico - culturale di questo prodotto», un progetto, che mira si alla promozione del territorio. “Osteria del Vicolo”, ristorante del posto, che da sempre si occupa di enogastronomia e turismo, ha deciso di accogliere, quella che inizialmente sembrava una scommessa incerta, con immenso entusiasmo. Francesco e Vincenzo Armentano, titolare e chef del locale, hanno deciso di appoggiare il progetto proponendo un rilancio gastronomico di un ottimo prodotto dal punto di vista delle qualità organolettiche e nutrizionali. Molti sono i clienti che vengono da fuori per gustare il legume e molti i compratori forestieri che si rivolgono direttamente ai produttori, che negli anni hanno deciso di investire e credere in questo prodotto tipico. Mormanno da sempre è stato un borgo fecondo, dove l’intraprendenza è stata più forte dei brutti eventi. q

Gusto

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Preparazione: Tagliate le trippe a listarelle, sciacquatele e scolatele. In una casseruola, meglio se di coccio, imbiondite nell’olio la pancetta e la cipolla, mettete le trippe, fatele asciugare e poi rosolare; versate il vino e lasciatelo evaporare. Salate e aggiungete il concentrato sciolto in un mestolo di acqua calda, i peperoncini e l’origano. Cuocete col coperchio per un’ora abbondante a fuoco moderato. Il morzello si serve nelle “pitte”, panini a crosta morbida, oppure in “pitta”. Invece che con trippe miste si può preparare con frattaglie e carne di maiale, oppure con carni di capretto o agnello. Consigli: Il Morzello è un classico piatto calabrese. Questa antichissima preparazione di cui non sono chiare le origini si prepara, soprattutto nel catanzarese. Il Morzello indica la quantità di cibo in grado di essere mangiata in un sol boccone. Esistono numerose varianti della ricetta. q

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