2012 luglio agosto

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diogenemoderno@yahoo.it TRA UN PASSATO DIMENTICATO E UN FUTURO INCERTO! Socrate, con felice intuizione, affermava che la città, per poter vivere, aveva costantemente bisogno di rigenerarsi moralmente, senza però perdere i “contatti” con il proprio vissuto. In questa ottica, l’importanza della “memoria collettiva”, affiancata ad una educazione permanente, alla scoperta e alla riscoperta di una responsabilità personale e comunitaria, all’evitare il riflusso nel privato, ad una partecipazione sociale e ad una valorizzazione della memoria collettiva, diventava, e lo è ancora di più oggi, un’urgenza… quasi etica e… quasi quotidiana. Un sentire condiviso, nelle concrete specificità, per sconfiggere ogni atteggiamento di indifferenza o di rassegnazione, era dunque e ancora di più dovrà diventare, passo dopo passo, possibile e quasi naturale ed è auspicabile che il tutto si “riscopra” nel difficile tempo presente nel quale viviamo.

in seconda...

ANCORA FERMI I LAVORI DI RESTAURO DEL PALAZZO SPINELLI di ERCOLE SERRA

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Anno XVI - n° 4 Luglio-Agosto 2012

Da Bergamo a Basile… Tra aspettative e delusioni

UNA CITTÀ PIÙ VOLTE TRADITA! di NANDO MANCO

Negli ultimi 50 anni, abbiamo avuto amministratori comunali che, tutto sommato, hanno dimostrato un briciolo di sensibilità e in parte sono riusciti a “sentire” i diversi problemi che attanagliavano il territorio e la popolazione. Sarà stata piaggeria, atteggiamento di facciata, paura di essere messi al “rogo” della critica, amor proprio, pensatela come meglio credete, però qualcosa è stato messo in pratica…e bene o male si è amministrato. Anche un politico tanto votato nel recente passato (spesso grandi vittorie possono generare “delirio di onnipotenza” e possono far perdere l’obiettivo prefissato), chiacchierato e criticato come Mario Russo, sindaco di Scalea dal 2000 al 2010, con migliaia di consensi ottenuti nei due mandati, non è che avesse il grande dono dell’ascolto: però, con i suoi difetti, sapeva far politica. Si ritornò a respirare una ventata di aria nuova e come accade spesso, sulle ali dell’entusiasmo, in molti si illusero per rimanere, poco più tardi, delusi da certi suoi giochetti politici perversi. Ma quale sindaco non è mai stato criticato e non è finito nell’occhio del ciclone? Dario Bergamo, sindaco di Scalea dal 1960 al 1980, da alcuni è ricordato come il sindaco degli errori, legati alla speculazione edilizia, all’argilla della Sogene, all’ospedale mai… partito, ai terreni “regalati” ai vari notabili dell’epoca che si “affacciavano”, in quei tumultuosi ed agitati anni, su Scalea, allo sventramento della Baia del Carpino e alle costruzioni sul promontorio più bello della nostra costa, alla “casa albergo”.

Torre di Giuda simbolo del tradimento di Scalea

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SPERIAMO CHE A SALVARCI SIA LA MODERATA “INVASIONE” RUSSA di GIAN ENRICO ZAMPROTTA

Dello storico Palazzo dei Principi Spinelli (sec. XIII) si parla da quasi sessant’anni e, comunque, sin dal 1952, quando il maniero fu dichiarato monumento nazionale e, quindi, sottoposto al totale e particolare vincolo di tutela insieme al terreno sottostante. In una mia lettera pubblicata nel lontano 1964 sul settimanale “CRONACA” segnalai il potenziale pericolo di deturpazione che poteva, sin da allora, subire il monumento con la costruzione di fabbricati nell’area circostante così come, nel corso degli anni, purtroppo, è avvenuto.

Lo scorso anno, scrivendo sulle pagine del “Diogene”, ebbi modo di prevedere un profondo, radicale, cambiamento nelle abitudini dei visitatori della nostra bella Scalea ed anche un altrettanto, purtroppo, radicale cambiamento nelle aspettative degli esercenti attività connesse al turismo. Puntualmente, questa stagione turistica, ha portato con se i cambiamenti, tutti negativi ahimé. Le strade che in passato erano un gioioso e chiassoso viavai fino a tarda notte, ora sono deserte, le finestre che come fiori che sbocciano, iniziava ad illuminarsi già da giugno, oggi restano inesorabilmente chiuse e siamo a fine luglio. È senza meno superfluo fare un’analisi dei perchè di questa situazione, la risposta viene data per scontata da tutti: “C’è la crisi”.

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in quarta...

Grandi Eventi: INCONTRO MAGICO AL METASTASIO CON ALESSANDRO CECCHI PAONE di SARA SILVESTRI

Un intervento che ha deliziato la numerosa e divertita platea Ottima la conduzione affidata al nostro direttore Nando Manco

La serata con Alessandro Cecchi Paone, giornalista, docente universitario, conduttore televisivo, politico, scrittore ecc., in via Rimoli, nella piazzetta antistante il ristorante “Il Metastasio”, sabato 28 luglio 2012, per la presentazione del suo libro “Il Campione Innamorato”, nonostante la concomitanza di uno spettacolo folk nei pressi (una mannaia sul collo che ha condizionato, oltre il dovuto, l’inizio e la fine della serata) si è rilevata, senza dubbio, una kermesse azzeccata e spumeggiante, sotto tutti i punti di vista. Segno che la professionalità non è acqua…

in ottava...


Primo Piano

Luglio - Agosto 2012 ...dalla prima

L’ITALIA TRA UN PASSATO DIMENTICATO E UN FUTURO INCERTO! di GIOVANNI CELICO

La comunità, pertanto, poteva, può e potrà aspirare a diventare corpo più attivo, conservando e trasmettendo la memoria della sua storia, non solo la remota ma anche la più recente, perché non vi era e non vi può essere soluzione di continuità tra “i due tempi”. Di conseguenza, se adesso non bisogna essere degli sciocchi “laudatores temporis acti”, del passato, è necessario, però e comunque, saper discernere quanto di positivo, ormai, può considerarsi acquisito, per richiamarlo e indicarlo alla attenzione collettiva, in modo che nulla abbia a perdersi, ma tutto possa concorrere a costruire “il bene comune” dell’oggi e del domani. Invece, questo è il cruccio, viviamo, a causa di una diffusa mediocrità e superficialità, soprattutto avvertibili nelle classi dirigenti, in una “attualità incerta, critica e povera”, in tutte le direzioni, un tempo “oscuro” che non solo non si “lega”, o non riesce a legarsi, al passato ma che non fa intravedere alcuna luce… alla fine del lungo, interminabile tunnel nel quale siamo stati o ci siamo cacciati. È primaria, in questa ottica, ed è forse l’unico “valore” rimasto, cui aggrapparsi, l’esigenza che si documenti il tempo trascorso che sembra essere, altrimenti, condannato a sprofondare in una nebbia senza fondo: la scuola e la famiglia, in ciò, dovrebbero fare da battistrada. Tra le case, le vie e le piazze, le chiese, gli alberi e i monumenti, c’è la storia comune che può ancora formare il cittadino, che forse così si potrà interrogare su quale agorà potrà e dovrà vivere e trasmettere, se ne immagina o ne costruisce una, alle generazioni future. Quando le pietre e le strade diranno niente all’anima di ognuno e non creeranno un collegamento tra il passato e il futuro, attraverso un presente concreto, la città, o la nazione, sarà abitata ma non sarà vissuta, non sarà amata e, perciò, non sarà goduta (quello che, oggi e domani, bisogna evitare). Essa sarà forse soltanto terreno di competizione, luogo di scambi e di calcoli economici, stazione di transito, spazio da usare e sfruttare, perchè priva di memoria da preservare, non luogo “da vivere”. Bisogna fare in modo dunque che i “muri della memoria” delle nostre città, dei nostri grandi e piccoli centri, delle campagne, delle colline, dei monti, dei fiumi e dei laghi, non si tramutino tragicamente in muri di un… pianto nuovo! Un tempo, con la città e lo stato, si costruiva l’uomo: l’etica pubblica obbligava ogni cittadino e, in modo speciale, coloro che si mettevano, con competenza e dedizione, al servizio degli altri, a “ costruire il bene comune”, non, per esempio, ad arricchirsi individualmente. Noi siamo padroni di nulla e dobbiamo recuperare, tra l’altro e subito, il senso vero e profondo che è il dedicarsi, specie nel servizio della cosa pubblica, imitando, per esempio e anche, le esemplari figure del passato: necessità, dunque, di riscoprirlo, ricostruirlo, trasmetterlo, questo nostro passato! L’ethos può e potrà ancora condurre la classe dirigente a svolgere una funzione di servizio, libera e trasparente, se ci si richiama e si centra tutto sul valore, sperimentato, oltre che della gratuità, anche della esperienza, che rende credibili i compiti che si assumono o ai quali si è delegati. Il superamento, tra l’altro, di ogni individualismo potrà o potrebbe rigenerare un rinnovato spirito di partecipazione, libero dal sospetto, cosa che oggi non sembra possa avvenire, elevandolo a criterio di relazione sociale e di discernimento, così come, senza mistificare, era o è stato in parte nel tempo andato. La città è opera dell’uomo, a cui Dio ha affidato la “materia prima”, perché Lui ha creato un… giardino… non una città, alla cui costruzione specifica deve dedicarsi la creatura! Don Fabrizio, nel Gattopardo, parlando con padre Pirrone, diceva: «Ho fatto importanti scoperte politiche: sapete che succede nel nostro paese? Niente… solo un’inavvertibile sostituzione di ceti! Capite, padre? Il nostro è il paese degli accomodamenti». Infatti, oggi, cosa succede… nel nostro paese ed esempio paradigmatico in politica?... Niente! Si è piegati ed assuefatti ad un nichilismo assoluto, in uno smarrimento nevrotico, con la solitudine che attanaglia e il dolore che abbraccia tragicamente tutto, in una situazione economica così grave che probabilmente ha “intontito” gli attori veri, cioè i lavoratori, e in questo “quadro” tutto cambierà… perché nulla cambi anche se, per superare questa fase, ci vorranno forse decenni! La mancanza di stabilità, la distruzione sistematica di continuità, la babelizzazione della “civitas”, la povertà galoppante, fanno da scenario ad una sostituzione, quasi teatrale, dei ceti sociali, culturali e politici dominanti, forse, e speriamo, ancora solo per poco, quelli attuali, secondo la legge del più forte e del più furbo, secondo un istinto quasi tribale di sopravvivenza (l’unica percezione… di continuità con il passato). È solo un sussulto epocale o si tratta di qualcosa di più tragico e profondo? Speriamo che non si stia costruendo il futuro, prossimo e remoto, sulla sabbia e non sulla roccia e che ci sia un domani in parte diverso, se non migliore, o almeno accettabile per i più giovani.

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UNA CITTÀ PIÙ VOLTE TRADITA! di NANDO MANCO

Però saremmo ingiusti nell’elencare solo le negatività di quella amministrazione perché quegli stessi furono periodi anche di importanti scelte, in un contesto territoriale non facile, e quella era un’altra Scalea, era la comunità dei contadini e dei marinai, di un popolo che ancora avvertiva forte i danni e la fame lasciata dal secondo conflitto bellico. Era un paese che, possedendo un’immensa pianura e incomparabili bellezze naturali, non poteva certamente rimanere con “quattro case e un forno”: dopo una prima fase di stasi (si pensava solo a garantire alcuni servizi primari), sul finire degli anni ’60, si diede l’avvio all’indovinato insediamento di piccole e medie imprese manifatturiere come la camiceria (I.C.M.) e quella della lavorazione del marmo (Vitanza) che dettero lavoro a parecchie famiglie, mentre nel secondo decennio di amministrazione Bergamo, si scelse, anche sulla spinta di tanti palazzinari che avevano puntato su Scalea per creare un grande polo turistico, di dare l’avvio alle grandi costruzioni. Su Scalea, all’improvviso, spuntò il sole della ricchezza: per molti le cose cambiarono in un breve lasso di tempo. Addio sacrifici e ristrettezze, a Scalea incominciarono a girare tanti quattrini. Certo, tutto ciò ebbe un prezzo da pagare che fu quello di rinunciare e dire addio per sempre a tante bellezze naturali e paesaggistiche ma il gioco, per molti, valeva la candela. Gli altri comuni della costa, addirittura, ci invidiavano e cercavano di imitarci. Nel 1980 Dario Bergamo, probabilmente stanco del lungo ventennio precedente, decise di non ripresentarsi più ritenendo, forse, che il suo ciclo era finito e a sorpresa, sulla scena comunale, si affacciò un giovane e rampante sindaco, Franco Zito, con l’idea di abbellire e cambiare Scalea in modo da renderla sempre più appetibile agli occhi dei turisti e trasformarla in un ordinato ed accattivante salotto all’aperto. Piazza Caloprese, per la prima volta nella sua storia, diventò isola pedonale e Zito risolse, dopo decenni, grazie anche all’incisivo interessamento del parlamentare cosentino della DC Riccardo Misasi (era un periodo florido per la politica nazionale), il problema dell’acqua potabile e della rete fognaria e su questa scia furono realizzate opere pubbliche come le scuole elementari e medie, l’asilo nido (attuale Idea ’90), il Palazzo di Città, il Palazzo di Giustizia, l’impianto di illuminazione, di depurazione e la condotta sottomarina, inoltre fu acquistato il Palazzo dei Principi e, da lì a poco, fu rifatto il tetto e consolidato. In vista dei mondiali del 1990, si riuscì, inoltre, ad ottenere un finanziamento di un miliardo e 50 milioni per avviare i lavori del nuovo stadio in località Fiume Lao. Insomma l’amministrazione Zito fece cose apprezzabili dando un senso alla città che nel frattempo, però, continuava a subire un processo inarrestabile di cementificazione selvaggia. Nel secondo quinquennio, da tanto sfacelo non si salvò nemmeno il Convento Francescano (sec. XIV) accerchiato da mastodontici fabbricati che offuscarono per sempre questo importante sito storicoarcheologico di patrimonio pubblico, e poco lontano, anche la collinetta verde del “monticello” sparì del tutto per far posto all’ennesima colata di cemento. Il cemento, utilizzato in modo maldestro e smisurato, come è stato fatto a Scalea, può avere gli stessi effetti devastanti di un vulcano in piena eruzione. Per capirci, si immagini Pompei, Ercolano e tutti i paesi vesuviani invasi dalla lava: a Scalea “colò” la “lava del cemento” che tanti danni ha arrecato all’intero comprensorio. Per la grande pianura, per il mare e le spiagge amene, Scalea avrebbe avuto nel suo destino un grande futuro, se si fosse puntato soprattutto a una forte espansione ricettiva, seguendo un criterio diverso e attuando alla lettera uno scrupoloso piano di fabbricazione. Dopo Zito, una breve parentesi di Sandro Bergamo, figlio del compianto Dario, che portò una ventata di gioventù e freschezza e un plausibile risveglio culturale ma, nonostante ciò, quella dirigenza fu sopraffatta da una serie di lotte intestine che contrassegnarono quei due anni e mezzo, con una popolazione divisa tra “zitiani” e “bergamiani”. Nel 1993 arrivò, a Scalea, l’ex generale Pezzotti, una persona intelligente, preparata e determinata che diede uno scossone a molti dei metodi di gestione del passato. Con raziocinio, riuscì a mettere un certo ordine nell’apparato burocratico, in pratica negli uffici comunali, e ad eliminare alcune forme di indolenza e talune prassi di lassismo che prima albergavano e, con la sua indiscussa esperienza, quando dovevano essere prese decisioni importanti a favore di Scalea, non esitava a mettere in evidenza tutto il suo acume professionale e decisionista. Non mancarono provvedimenti, anche clamorosi, come quello della deviazione del traffico a motore dalla Superstrada 18 verso le “pedemontane” per motivi di sicurezza. Nel migliore periodo amministrativo, contro Francesco Pezzotti fu architettata, da parte dell’opposizione e dei poteri forti, una manovra per farlo cadere: il progetto riuscì a metà! Pezzotti, nel 1996, tra polemiche e scetticismo, si ripre-

2 sentò e tornò a vincere, a sorpresa, e governò Scalea fino al 2000, pur non raggiungendo i livelli del suo primo mandato. Dell’ex sindaco e consigliere provinciale Mario Russo abbiamo già detto sopra. In questo excursus abbiamo riassunto, velocemente, 50 anni di storia politico-amministrativa fatta di luci ed ombre, di alti e bassi, di aspettative e delusioni tenendo sempre conto dei periodi e degli avvicendamenti delle varie fazioni politiche sulla scena locale. La vera anomalia, perchè senza punti di riferimento, però, è stata toccata con la coalizione “strana” che da due anni dovrebbe… guidare la città! Un sindaco, l’attuale, ineccepibile sul piano personale ma impenetrabile su quello politico. Pasquale Basile, già dai primi giorni del suo insediamento, ha impostato la sua azione amministrativa su una inspiegabile e sconcertante assenza di empatia: nessun contatto o filo diretto si è instaurato tra primo cittadino e popolo. Puoi parlare, dire e proporre le cose più interessanti e intelligenti del mondo… ma non caverai mai un ragno dal buco anche con tematiche e problematiche riguardanti la città di Scalea! La risposta di Basile, da oltre 50 mesi, è sempre la stessa: «non ci sono soldi…»! Eppure, per la Coop. Soc. onlus “Artemisia” di Buonvicino, che fa capo a una certa Chiara Benvenuto, pare siano stati deliberati, in data 30 luglio 2012, euro 17.500 da spalmare in tre mesi di cooperazione e di supporto tecnico sul già “pingue” ufficio tributi comunale, allestito alla grande dopo la rottura anticipata con la Censum. Eppure, tanti cittadini e proprietari di seconde case stanno regolarmente pagando l’IMU: quello di Scalea, insieme a Rende, è uno dei comuni record, per questa entrata, della Provincia di Cosenza. Ricchissima la quota che spetta al comune di Scalea, centro di mare, ricco quindi di seconde case e realtà commerciali e imprenditoriali: 2.101.101 euro, 1.074.866 al Comune e 1.026.235 allo Stato. Sicuramente, i problemi di carattere economico esistono e sono sul tappeto, però questo demoralizzante “motivo” va cambiato: non ci si può trincerare dietro uno scudo di… monotone parole, mentre si continua a mettere sulla… graticola “carne viva”, tagliando anche l’indispensabile e il necessario, magari per affrontare con una certa serenità e tranquillità, periodi dell’anno come la stagione estiva, unica fonte di guadagno per buona parte degli scaleoti che già pensano, preoccupati, alle prime scadenze del prossimo autunno. Nelle ultime stagioni, sarà bene ricordare, il turismo ha più volte vacillato: nel 2009 (amministrazione Russo) in piena estate abbiamo avuto le acque del mare comletamente impraticabili. Un anno fa in pieno agosto cumuli di spazzatura sparsi per Scalea hanno fatto il giro del mondo e, anche qui per Basile, non ci può essere una giustificazione per tutto o colpe da scaricare su altri. Anche il neo sindaco di Praia a Mare, a come si dice, avrebbe ereditato una situazione economica non proprio florida, però tutti possono notare, arrivando a Praia, di trovarsi al cospetto di una città attiva, dove regna un incoraggiante ordine e tanta attenzione, che si presenta decorosa, pulita e vivibile, al punto di poterla paragonare ad una piccola Rimini del sud. Evidentemente, la volontà di ben amministrare è tanta. A proposito, a fine luglio, organizzato dai f.lli De Rosa, con il patrocinio del comune di Praia a Mare, ha richiamato una marea di gente, ottenendo un grandissimo successo, l’atteso ed entusiasmante torneo di Beach Soccer che ha visto fronteggiarsi le agguerrite nazionali di Spagna, Brasile, Argentina e Italia, nelle cui fila erano schierati famosi ex calciatori, come Pagliuca, Di Livio, Ganz, Del Vecchio, Tonetto ed altri ancora che, oltretutto, sono stati davvero bravi ad aggiudicarsi la difficile finale contro il Brasile. A Scalea, invece, si vive, da più di due anni, una situazione in bilico senza una mirata programmazione valida, di disordine e di stallo, di non ascolto, di non entusiasmo. Negli occhi degli attuali amministratori comunali non si riscontra alcuna voglia di cambiare rotta per dare a questa città, tanto premiata dal buon Dio, con straordinarie bellezze naturali, ma, allo stesso tempo, tanto danneggiata e martoriata dalla mente e dalla mano dell’uomo, una sospirata rinascita proiettata verso il nuovo e verso il bello.


Luglio - Agosto 2012

Primo Piano

“OSPEDALE”: COS’È CAMBIATO DAL 2007 AD OGGI? Sul numero scorso del Diogene avevamo ampiamente trattato tutto il travagliato iter dell’ospedale di Scalea mai partito, dagli albori al 2007, ripercorrendo le varie fasi con l’ausilio di articoli già pubblicati sulle colonne del nostro giornale. Ora, per dovere e rispetto di informazione, perché in molti ci hanno chiesto di fare il punto della situazione attuale su un argomento così importante, come la salute, che riguarda e sta a cuore indistintamente a tutti, cercheremo di esporre tutte le novità frattanto intervenute. In questi cinque anni, cioè dal 2007 ad oggi, la struttura sanitaria di località Petrosa si è arricchita di specialità importanti, diventando un centro di riferimento dei tanti utenti scaleoti e dei paesi limitrofi. È in funzione l’ambulatorio di Neurologia che si è arricchito del servizio di Neurofisiopatologia con l’esecuzione di esami elettromiografici (per la diagnostica di importanti patologie del sistema nervoso periferico-NeuropatieRadicolopatie-Plessopatie-Patologia della giunzione neuromuscolare e del muscolo) e da qualche mese è stato attivato anche il servizio dei Potenziali evocati acustici e visivi. Tre giorni la settimana è possibile usufruire dell’ambulatorio di Urologia ed effettuare esami diagnostici di tipo funzionale: uroflussometria, esame urodinamico completo con elettromiografia e ecografia dell’apparato urinario e genitale maschile. Fiore all’occhiello è l’Ambulatorio di Uroriabilitazione, Unico Centro Convenzionato in tutta la Regione Calabria, in cui si effettua la Riabilitazione del Pavimento Pelvico per tutte le disfunzioni minzionali urologiche, neurourologiche, uro-ginecologiche e disfunzioni pediatriche (incontinenza e ritenzione vescicale e tutte le disfunzioni fecali). Inoltre vengono effettuate terapie riabilitative anche per soggetti con disfunzioni erettili (impotenza). Unitamente alle terapie riabilitative convenzionali si effettuano anche programmi di tipo innovativo (terapia neuro-cognitiva, stimolazione nervo tibiale, agopuntura/ auricoloterapia). È attivo, inoltre, un servizio ambulatoriale rivolto al paziente portatore di “stomia” (nuovo organo posto sull’addome che raccoglie all’esterno feci e urine), come risultato di interventi chirurgici per asportazione di tumori dell’apparato intestinale o urinario. Si intuisce come la presa in carico di tale paziente non sia esclusivamente di tipo sanitario ma anche di tipo psicologico/assistenziale globale. È presente, anche un ambulatorio di Ecografie munito di Doppler, per la diagnosi di patologie venosearteriose agli arti superiori e a quelli inferiori. Si eseguono doppler TSA e Aorta addominale. Inoltre si eseguono, periodicamente, oltre alle specialità già esistenti, corsi di preparazione al parto, di acquaticità neonatale e di prevenzione della depressione post partum, corsi di prevenzione ai disturbi psichici legati alla menopausa; e da settembre, corsi di acquaticità per donne in menopausa. All’interno del Poliambulatorio si possono effettuare, inoltre, visite specialistiche di Angiologia, Cardiologia (con l’aggiunta di ecocardiogramma); Dermatologia; Diabetologia; Neurologia, Endocrinologia (con l’esecuzione di ecografie tiroidee), odontoiatria, oculistica, diabetologia, fisiatria, ortopedia, otorino, ecografie. Da marzo del 2009 si effettua la Riabilitazione Adulti, motoria e neuromotoria, rivolta a pazienti con postumi d’ictus - Morbo di Parkinson - Sclerosi multipla - Ernia discale). Un altro ambulatorio esclusivo è quello in cui si pratica il linfodrenaggio, rivolto a donne con linfedema agli arti superiori ed inferiori, per postumi di mastectomia o isterectomia. È stato anche messo in funzione un percorso vascolare per l’Idrokinesiterapia. Infine, le vaccinazioni, che fino a qualche anno fa si effettuavano presso uno studio medico cittadino privato, adesso si eseguono nel Poliambulatorio nei giorni di mercoledì e venerdì. Alla luce di quanto riportato e da un sopralluogo effettuato, gli spazi “sfruttati” al primo piano, vista la mole delle attività svolte, appaiono alquanto insufficienti. A questo punto, con una spesa irrisoria, potrebbero essere utilizzati i locali comunicanti che si trovano al piano terra (nella foto) e che, sicuramente, darebbero un

trattenere la perdita di urina. Fughe urinarie, anche di tipo minimo, costituiscono un problema di disagio personale, relazionale, psicologico, sociale, di igiene publica, di COSTI. Pur non essendo una patologia in grado di pregiudicare la sopravvivenza del paziente, (salvo in rari casi), essa influenza negativamente l’aspetto globale dell’individuo determinando una seria alterazione della qualità della vita. PERCHÉ DOBBIAMO PARLARNE? In questo momento particolare, di crisi economica, dobbiamo pensare a soluzioni innovative, consapevoli che uno dei tanti aspetti clinici dove coniugare risparmio e qualità, sia proprio quello relativo alla prevenzione delle Incontinenze sfinteriche e delle cause che determinano tale sintomo. Tutto ciò anche e soprattutto in considerazione di tante criticità emergenti: l’invecchiamento progressivo della popolazione, l’aumento delle malattie croniche, la crescita della domanda di salute e benessere, la scarsità “relativa” delle risorse, le carenze organizzative di alcuni servizi, gli alti volumi di spesa farmaceutica, l’inadeguatezza di molte prestazioni ospedaliere, ecc... EPIDEMIOLOGIA. RISVOLTO ECONOMICO: L’incontinenza urinaria è un problema importante per molte persone; è colpita una donna su tre dopo i 60 anni; 40% delle donne tra i 30 e 50 anni e 20% prima dei 30 anni. Nella popolazione maschile è presente nel 2 10%. Enuresi = 10 - 15% dei bambini fra i 6 -7 anni. In Italia si calcolano almeno 3 - 4 milioni di incontinenti (dato ancora sottostimato a causa di una imbarazzante inibizione da parte di circa il 50% dei pazienti che difficilmente ne parla al proprio medico). Patologie sommerse: I.U. associata a Dolore Vescicale e a Dolore Pelvico Cronico, nell’anziano fragile, nel pz. neurologico. È da segnalare che negli U.S.A. la spesa sanitaria per i pazienti incontinenti ammonta a circa 8 miliardi di dollari, in Italia a circa 600.000,00 di €, nel nostro territorio (già ASL n. 1 di Paola) sono stimati 2.400 pazienti circa con una spesa sanitaria annua di circa € 1.400,00. Diagnosi: quando il paziente arriva dal medico è già a metà strada nell’affrontare il problema. Il M.M.G. E lo Specialista sapranno consigliare gli esami diagnostici da effettuare e successivamente la terapia più adeguata. Terapia: ci sono diversi tipi di terapia a seconda del tipo e grado del problema e a seconda del paziente. TIPI DI INCONTINENZA E CAUSE: L’incontinenza urinaria può essere causata da più fattori: Negli uomini: Malattia prostatica Nelle donne: legate a gravidanze, parto, menopausa. 1. Da Sforzo: Incontinenza che si manifesta in caso di aumento della pressione addominale (tosse, starnuto, risata, movimento o sforzo fisico). Cause: Indebolimento PAVIMENTO PELVICO, indebolimento SFINTERE VESCICALE, patologie neurologiche, Stipsi, IATROGENA (farmaci, int. Chirurgici), Tumori, Fistole, Malattie cardiovascolari, diabete. 2. Da urgenza: provocata da contrazioni involontarie del muscolo vescicale (detrusore). Cause: Malattie neurologiche, IDIOPATICA, (senza un motivo preciso), Int. Chirurgici, condizioni ostruttive croniche. 3.Mista: (entrambi i tipi). 4.Da rigurgito: (Ipertrofia prostatica). 5.Altre cause: incontinenza funzionale, infezioni urinarie. TERAPIA: • Prevenzione: modifiche dello stile di vita: prevenzione e/o correzione di: obesità, fumo, stipsi, infezione urinaria. • Prevenzione oncologica/screening. • Riabilitazione Perineale. Pre e post-partum. La Consapevolezza dei problemi è la chiave che apre la porta alle possibili soluzioni L’incontinenza urinaria e fecale, il prolasso degli organi pelvici che venivano considerati eventi ineluttabili o episodi di cui vergognarsi, se affrontati in modo adeguato, si possono e si devono curare, trattare, gestire al meglio. PARLANE SEMPRE AL TUO MEDICO CURANTE Il nostro obiettivo prioritario mediante questo progetto che associa RISPARMIO E QUALITÀ è quello di effettuare una opera di informazione ed educazione del pubblico e delle figure professionali del settore sanitario al fine di migliorare la consapevolezza dei problemi, abbattendo pregiudizi e tabù (oltre che… liste di attesa!!!!!).

grande aiuto e un notevole sollievo al personale tutto ma, soprattutto, renderebbero un grande servizio alla cittadinanza di Scalea e ai tanti abitanti dei comuni vicini che si appoggiano a questa, nonostante tutto, importante struttura. Realizzato ciò, come più volte, segnalato sul nostro giornale, si dovrebbe e potrebbe, al più presto, trovare un’adeguata sistemazione alla strada a doppio senso di circolazione che si trova all’interno dell’area del Poliambulatorio che dovrebbe, invece, correre a senso unico per evitare antipatici e spiacevoli ingorghi che spesso provocano tamponamenti e incidenti con conseguenze anche abbastanza gravi. Che cos’è l’incontinenza urinaria? L’incontinenza urinaria è la incapacità di controllare e

Rivolgiti a: Indirizzo Ambulatorio: C/da Petrosa Tel. Prenotazioni: 0985 - 2837221 Tel. Ambulatorio: 0985 - 2837227 E-mail: aspscaleauro@libero.it Resp. Medico: Dr.ssa Agnese R. MOLLO URORIABILITATORI: Dr. O.G. GUARAGNA - I.G. LUCCHESE RESP. ASP SCALEA: Dr.ssa Clelia RANDISI GIORNI DI APERTURA AMBULATORIO: MARTEDI: Pom. - UDM Completo GIOVEDI: Mattino - Visite GIOVEDI: Pom. - Uroflussometrie - Ecografie RIABILITAZIONE: LUNEDI: Mattino - Pomeriggio MERCOLEDÌ: Mattino - Pomeriggio VENERDÌ: Mattino - Pomeriggio

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Luglio - Agosto 2012

DUE FERMATE IN PIÙ DI INTERCITY MA BAGNI ANCORA CHIUSI. COSI NON VA PROPRIO!

«Con l’entrata in vigore del nuovo orario di Trenitalia che prevede due coppie di intercity tra Milano e la Calabria Scalea riacquista due importanti fermate». L’assessore al Turismo Giuseppe Forestieri è soddisfatto per le nuove fermate degli Intercity che riportano l’importanza che merita ad un centro turistico e balneare come Scalea meta di vacanze ed anche centro di snodo per le altre località della costa. Importanza che viene però sminuita se pensiamo ai servizi essenziali che non vengono garantiti. Vogliamo parlare del perché ancora i bagni pubblici siano chiusi? È possibile che anche in estate la stazione principale dell’alto Tirreno debba presentare queste clamorose inefficienze? E di questo Forestieri parla nella sua uscita ufficiale «Ora però - aggiunge Forestieri - chiediamo alle società che gestiscono le Ferrovie di fare un ulteriore sforzo ponendo attenzione alle strutture della stazione ferroviaria alla problematica già nota dei bagni pubblici, alla pulizia. Si rinnova la richiesta della possibilità di aprire in quella struttura un ufficio informazioni che possa garantire ai turisti adeguato sostegno per il soggiorno in questo territorio. Siamo sicuri che la sensibilità dimostrata nel ripristinare due importanti fermate, potrà essere confermata anche in piccoli accorgimenti che in un Comune turistico come Scalea diventano importanti e in taluni casi necessari. Dialogare con le istituzioni può essere un punto di forza sia per l’amministrazione comunale che per Trenitalia e le altre società connesse. E proprio da questa attenzione riservata alla nostra cittadina mi attendo un ulteriore sforzo di Trenitalia per garantire la fermata a Scalea di altri treni importanti in modo da favorire la presenza di viaggiatori in un punto strategico di collegamento per i paesi dell’alto Tirreno». Si spera che la stazione di Scalea venga potenziata, curata e calcolata nella giusta maniera, perché è la via di accesso principale dei collegamenti e non si può rischiare di perdere questo ruolo per negligenza, superficialità o altri atteggiamenti poco responsabili. Se poi, questo deleterio trend dovesse perdurare e favorire sempre più il traffico nazionale ed estero a mezzo autobus, come sta succedendo da circa 10 anni a discapito di Trenitalia, i dirigenti delle ferrovie di Stato dovranno prendere atto che il quasi fallimento-passeggeri a mezzo treno, oltre all’aumento dei costi sempre più eccessivi è causato da carenze e defaillance grossolane come quelle sopra descritte. (V.M.)

RIFIUTI NEI CASSONETTI Multe a chi non rispetta le ordinanze emesse Controlli serrati nel periodo estivo in tema di ambiente e di rifiuti. La Polizia locale di Scalea, con il servizio ambiente coordinato da Adriano Serra, ha intensificato i pattugliamenti. «L’amministrazione Comunale ricorda Serra - ha tra i suoi obiettivi prioritari la tutela dell’ambiente, finalizzata alla salvaguardia della salute intesa sia come eliminazione di vulnus rappresentato da rifiuti pericolosi che e soprattutto da abbandoni di rifiuti o comportamenti illeciti che compromettono il decoro del paesaggio e ostacolano il normale ciclo della raccolta dei rifiuti solidi urbani. Per raggiungimento di tale obiettivo sono state emanata apposite ordinanze che integrano la normativa vigente in particolare il Testo unico sull’Ambiente». È necessario ricordare anche gli importi delle sanzioni amministrative relative a violazioni in materia di ambiente: per il conferimento di rifiuti solidi urbani negli appositi cassonetti al di fuori dell’orario consentito (dal 1 luglio al 30 settembre dalle ore 21.00 alle ore 01.00 con esclusione del sabato) 50,00 euro; conferimento di rifiuti derivanti da attività commerciali nei cassonetti per i rifiuti solidi urbani 50,00 euro; conferimento di imballaggi terziari nel normale circuito di raccolta rifiuti solidi urbani 600,00 euro; abbandono di rifiuti ingombranti nei pressi di cassonetti o sul territorio 600,00 (detti rifiuti devono essere conferiti presso le isole ecologiche site in località Piano dell’acque e La bruca zona industriale).

Primo Piano

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SPERIAMO CHE A SALVARCI SIA LA MODERATA “INVASIONE” RUSSA di GIAN ENRICO ZAMPROTTA Comoda risposta atta a giustificare tutte le situazioni negative ma, se facciamo un piccolo e sincero esame di coscienza, scopriamo che una grossa parte delle colpe è anche nostra. Cosa abbiamo fatto per invogliare il turista a venire a Scalea? Cosa abbiamo predisposto per offrire una stagione turistica più appetibile? Mio malgrado, dobbiamo risponderci: “Nulla”. Anzi, certamente, abbiamo peggiorato la situazione; non sono stati predisposti eventi, nè per giovani, nè per anziani e nemmeno per famiglie, non sono stati migliorati i servizi, la viabilità, l’arredo urbano ecc. In compenso abbiamo trascorso un lungo inverno a discutere di “Porto, si, Porto, no”, senza pensare che la stagione estiva sarebbe stata incombente e che chi veniva da noi avrebbe voluto un poco di relax dopo i quotidiani “bollettini di guerra” del governo dei tecnici diramati dai media. Abbiamo ridotto le spiagge libere ed incrementato i lidi a pagamento, miraggio per molti di facili guadagni, risultato? Gli ombrelloni occupati si contano in ogni lido sulle dita di una mano. Certo, arriverà la settimana clou di ferragosto, con migliaia di persone, in un caos che farà loro dire: “L’anno prossimo andrò altrove”, quei pochi giorni però, non saranno sufficienti ad ammortizzare le spese ed a creare un utile reale per affrontare l’inverno e il risultato sarà, un’ulteriore contrazione per la prossima stagione. Ci stiamo lentamente avviando a diventare una “Ghost city” con migliaia di unità abitative, sempre più vuote, con una fioritura di multicolori cartelli “vendesi” ma, senza potenziali acquirenti (russi a parte, sparsi lungo tutta la penisola italica, non sappiamo quanto durerà e quanto basterà questo anomalo fenomeno di grande esodo verso investimenti stranieri di questi nuovi ricchi provenienti in gran parte dalla opulenta Mosca dove si fa tanto business e non c’è ombra di crisi) e conseguente calo del valore, artatamente portato alle stelle. Tanto a giustificare tutto c’è la crisi. Non sarebbe il caso, invece, di fare un umile “mea culpa” e cercare di rimediare per il futuro?

AL MIGLIOR OFFERENTE di MATTEO CAVA

Il mercato coperto, che negli ultimi anni, al suo interno non ha svolto tale funzione per la fatiscenza della struttura, verrà venduto al “miglior offerente”. Salta così un luogo simbolo di Scalea che probabilmente diventerà un anonimo supermercato o un negozio di chincaglieria. Una struttura che anziché sottostare alla “solita” legge del dio “denaro”, del guadagno a tutti i costi, avrebbe potuto essere recuperata anche per un simbolo di cultura. Un teatro coperto o all’aperto, una biblioteca più accessibile, un centro per le mostre, un luogo di ritrovo per iniziative di vario genere. Ma queste cose vengono messe da parte o fanno la fine di strutture come l’Ecomuseo, oggetto dei “soliti” predatori che lo hanno spogliato. Un furto che è stato consumato nel silenzio di tutti. L’Ecomuseo mirava a raccogliere la cultura, la storia, la tradizione dei paesi dell’alto Tirreno cosentino. Video, testi conservati in supporti informatici e digitali per instradare i visitatori, gli scolari a conoscere il territorio, per invogliare i villeggianti ad approfondire le escursioni. Un museo che doveva crescere insieme al territorio e che invece è finito nel nulla, laddove la cultura si racchiude nel solo cerchio della “presentazione di libri” più o meno anonimi. Ora anche il mercato coperto verrà ceduto per una base d’asta di poco superiore al milione di euro. Così il Comune potrà colmare una infinitesimale parte del debito. Negli anni passati l’opposizione aveva contestato la possibile vendita per case popolari del vecchio Comune. La sede del vecchio municipio di via Roma, è ora popolata da “spiriti”. Si è scelto di non cederla ed è diventata sede di numerose associazioni che hanno inserito la via e l’indirizzo forse senza mai mettere piede in quel Palazzo. Forse nei prossimi giorni le sale verranno aperte per una mostra. Un primo segnale. L’alienazione del “mercato coperto” comporterà lo spostamento di ciò che da anni avviene attorno, il mercato della frutta. C’è chi chiede di rivedere le scelte e di pensare, magari anche a cedere la struttura, lasciando una destinazione obbligata, ben precisa, che possa garantire uno spiraglio ai futuri cittadini di Scalea che non dovranno e potranno vivere di sole “opere” commerciali.

Offriamo a chi ci viene a trovare, motivi di interesse, investiamo nella risorsa turistica. Abbiamo un mare meraviglioso, luoghi impareggiabili, ma soprattutto voglia di fare meglio, e allora perchè sprecare queste risorse che la natura ci ha donato? Dobbiamo metterci al passo con i tempi, non offrire la desolazione che si vede in giro, senza nessun tipo di richiamo alla gioia di godere una vacanza. Chi viene a Scalea, desidera dimenticare le ambasce di un anno… Perché non sensibilizzare giovani, associazioni ed organismi vari, comunali e sovra comunali, ad organizzare cose amene? Ricordo che in passato veniva pubblicato un opuscolo intitolato “Vivi l’estate a Scalea”, negli ultimi tempi è diventato: prima un semplice dépliant ed ora è quasi sparito del tutto. Nel frattempo “l’Azienda Scalea” si avvia al fallimento e come una bomba ad orologeria attende di esplodere con tutta la sua potenza. È urgentissimo reperire un ottimo artificiere in grado di disinnescare questa bomba e riportare Scalea verso traguardi più rosei, con più finestre aperte, più turismo per un tempo più lungo, più cuore e meno attaccamento a mire personali. Non si può sperare (crisi o non crisi in atto) lavorando solo dieci o quindici giorni nel periodo di maggiore calca, di ricavare il necessario per un anno intero.


Luglio - Agosto 2012

Palmiro Manco: ÂŤCon la spending review il dissesto è inevitabileÂť ÂŤL’UNICA VIA D’USCITA PER LA RINASCITA DI SCALEAÂť L’allarme lo aveva giĂ lanciato il consigliere di opposizione Palmiro Manco. In occasione della riunione della commissione comunale al bilancio - area finanziaria - dello scorso 28 giugno, lo stesso indicava il dissesto quale strada da percorrere in quanto vanno stralciati dal conto di bilancio (nei residui attivi) i crediti inesigibili come i circa 14 milioni di Tributi Italia. Anticipava anche il parere sfavorevole sul bilancio. Tutto questo prima che fosse introdotta la norma sulla spending review. In effetti le alternative non ci sono o, meglio, prospettare altre soluzioni, significherebbe affossare ancora di piĂš la nostra cittĂ . Dichiarare il dissesto - afferma il consigliere di opposizione appartenente al gruppo “Scalea Liberaâ€? Palmiro Manco - non è una vergogna ma un atto di responsabilitĂ che dovrebbe invogliare a ripartire per il bene di Scalea. Diverse cittĂ italiane, molte di queste del Meridione, sono costrette a dichiarare il dissesto, il conseguente scioglimento del Consiglio e l’entrata in campo della Corte dei conti. L’ormai nota spending review, introdotta da Monti, che punta “all’armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio, impone di svalutare del 25% i residui attivi accumulati sino ad oggi; si tratta di entrate contabilizzate ma non ancora incassate, come possono essere i proventi sulle multe o le tasse sui rifiuti. Cifre importanti, che servono a ‘fare’ il bilancio di un ente che spesso, per prassi, gonfia queste voci pur sapendo di non riuscire a poter incassare il 100% degli importiâ€?. Questa situazione ha di fatto innalzato vertiginosamente il tasso di incidenza di fallimento per le amministrazioni comunali; basti pensare all’incremento dei commissariamenti registratosi nell’ultimo biennio, da due casi a venticinque. Il dissesto - conclude il consigliere Palmiro Manco dopo gli sforzi giĂ richiesti ai cittadini con le imposte arrivate ai massimali storici, è l’unica via d’uscita per pensare ad una rinascita di Scalea. Veder morire anno dopo anno il nostro paese è un colpo al cuore. Ormai c’è poco da salvare e non c’è piĂš tempo da perdere. Dichiarare il dissesto oggi, per un domani migliore...

CHI FA DA SE FA PER TRE‌! Primi risultati concreti dell’attivitĂ di riorganizzazione dell’Ufficio Tributi del Comune di Scalea. Come è noto tutta la gestione dei tributi è stata riportata all’interno dell’Ente e l’ufficio stesso è stato potenziato al fine di poter operare sull’impianto della nuova banca dati. L’ufficio, che ha come responsabile l’avvocato Giuseppe Sangiovanni, è ora interessato dal processo di elaborazione e gestione di tutti i tributi. In particolare, è in atto un intenso lavoro rivolto all’attivitĂ di ricostruzione della banca dati ICI e IMU, volto ad assicurare la massima affidabilitĂ dei dati relativi all’imposta. Durante questa fase, operando in modo da ottimizzare le risorse, sono stati effettuati i primi riscontri relativi agli anni di imposta ICI 2010 e 2011, pur nelle difficoltĂ oggettive derivanti dalla mancata trasmissione della banca dati aggiornata da parte della societĂ di gestione precedente. Nelle prossime settimane saranno quindi inviati agli utenti gli accertamenti per il mancato pagamento dell’ICI relativo ai due anni citati per un ammontare complessivo di circa 2 milioni di euro. ÂŤL’azione - fanno sapere in una nota il consigliere Franco Di Giorno e il sindaco Pasquale Basile - tende ad evitare che gli effetti della crisi finanziaria in cui versa il Comune di Scalea ricadano sui cittadini onesti che hanno corrisposto quanto dovuto per l’ICI. Ăˆ chiaro che vanno colpiti da subito coloro che hanno evaso l’ICI senza attendere l’avvicinarsi delle scadenze delle prescrizioni. Solo in tal modo si può sperare in una giustizia sociale, per quanto riguarda le imposte e i tributi, evitando di colpire coloro che pagano puntualmente le imposte e i tributi. Tra l’altro, la gestione interna dei tributi ha giĂ dato risultati di evidente efficienza sul fronte della tassa di occupazione del suolo pubblico sia relativamente al mercato settimanale che alle fiera in occasione della festivitĂ della Madonna del Carmelo. Questo va a tutto merito dell’ufficio tributi e delle azioni di controllo della Polizia Locale e testimonia la bontĂ della scelta dell’Amministrazione. C’è anche da dire che, proprio a causa della mancata trasmissione degli atti da parte delle gestioni tributarie precedenti saranno possibili, purtroppo, disguidi per i quali ci scusiamo anticipatamente nei confronti di tutti i cittadini. Ci sentiamo però di poter affermare senza ombra di dubbio che siamo, finalmente, sulla strada corretta e che tali disguidi saranno risolti, col tempo, una volta per tutteÂť.

Economia e Politica

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L’ITALIA E LA CRISI

DEBITO DELLE PROVINCE

In quest’estate dai porti italiani sono sparite 30.000 barche, è anche qui dobbiamo dire grazie al governo dei professori tecnici. Un peccato perchĂŠ, di questa situazione si stanno avvantaggiando altre nazioni che ci accolgono a braccia aperte. Un popolo di bravissimi creativi e lavoratori che, loro malgrado, trovano campo fertile altrove. Basta con questa esasperazione della paura e delle tasse a getto continuo, bisogna defiscalizzare, basta con questa repressione che ha mandato in fumo anche l’ultima estate. Ma in mano a chi siamo finiti? L’Italia è diventata il discount della Germania!

Le 10 meno virtuose Cosenza, indebitamento 432.712.162 (Ind. pro capite 591,10) Catanzaro, indebitamento 207.691.900 (Ind. pro capite 564,90). Seguono nell’ordine: Vibo Valentia, Crotone, Pisa, Brescia, Biella, Verb-Cus-Ossola, Nuoro, Ravenna. Le 10 piÚ virtuose Napoli, indebitamento 2.115.006 (Ind. pro capite 0,70). Seguono nell’ordine: Olbia-Tempio, Cagliari, Piacenza, Bari, Agrigento, Livorno, Avellino, Taranto, Trapani. Fonte: Il Sole 24 Ore, dati 2010 (dati in euro) Spesa pubblica regionalizzata Analisi dei pagamenti del bilancio dello Stato per aggregati economici al netto di interessi passivi e redditi da capitale (2010, dati in euro). Calabria al terzo posto, preceduta da Basilicata e Abruzzo. Campania quarta.

Ăˆ TORNATA DI MODA L’AUSTERITY

Monti uccide mari e monti

Tasse, blitz fiscali, burocrazia: i prof. hanno demolito il turismo (in calo del 30%). Sei italinani su dieci non fanno vacanze. E i nostri vicini fanno festa: in Croazia, Spagna e Corsica c’è il tutto esaurito. In Italia stabilimenti balneari semi vuoti. Nella prima settimana d’agosto sulla A4 direzione Slovenia c’erano 7 km di fila. Ibiza rimane una delle mete turistiche piĂš frequentate in Europa, dove il mare cristallino si abbina ad una vita notturna senza pari con gli stabilimenti balneari che si trasformano in discoteche a cielo aperto fino all’alba.

ESTATE FALCIATA Se il Governo vede la fine del tunnel, la gente teme invece altri balzelli. Poche prenotazioni Un pieno di gasolio mediamente, costa 12 euro in piÚ rispetto all’anno scorso.

SpiritualitĂ e bussiness

IL TURISMO RELIGIOSO REGISTRA NUMERI RECORD Mancano i soldi e i fedeli tornano a Dio. Ăˆ l’estate in corso a segnare il boom del turismo religioso, gente che invece di scegliere le mete piĂš Ă la page opta per i santuari. ÂŤPiĂš si aggrava la crisi economica e aumenta la disoccupazione, con conseguente riduzione pure dei soldi destinati alle cure sanitarie, maggiore diventa nell’uomo la necessitĂ di trovare dei riferimenti altrove. E si trovano solo nella fedeÂť, dice Mons. Danilo Zanella, parroco di Monteortone, nel Comune di Abano Terme, il cui omonimo Santuario ha registrato finora 2000 presenze in piĂš rispetto ai 15mila della scorsa estate. La sorgente ha fatto miracoli. L’eco delle guarigioni è arrivato in particolare in Lombardia, grazie anche alla testimonianza di una fedele di Vigevano miracolata. E giu pellegrini...

Ăˆ uscita l’attesa e imperdibile

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Luglio - Agosto 2012

50 ANNI DI SACERDOZIO… VOLATI IN UN BALENO! Il nostro caro e amato don Antonio Niger, domenica 8 luglio 2012, con adeguata manifestazione, ha ricordato, con animo sempre riconoscente, i suoi 50 anni di sacerdozio e ha invitato, la comunità locale, alla solenne celebrazione eucaristica, presieduta dal Vescovo della Diocesi, Mons. Leonardo Bonanno, svoltasi nella Chiesa della SS. Trinità di Scalea. Tra le Autorità religiose e civili, erano presenti i sindaci di Scalea, Santa Domenica Talao e San Nicola Arcella. Dopo la bella funzione religiosa e le parole toccanti pronunciate da quanti sono intervenuti e, in particolar modo, quelle pronunciate da don Antonio Niger che, con animo commosso e felice, si è rivolto alla marea di gente stipata che affollava, oltre la parte centrale, le ampie navate della chiesa e il piazzale circostante, ha sottolineato: «Elevo a te, Gesù, la mia lode, per avermi chiamato ad essere testimone del tuo amore tra tanti fratelli e tante sorelle, in questi 50 anni di sacerdozio. Esprimo la mia gratitudine a quanti mi hanno accompagnato in questo cammino, chiedendoti ancora la sapienza necessaria ed il sostegno che mi occorrono nel donare agli altri quanto a mia volta ho ricevuto». A conclusione della sentita funzione, in onore di don Antonio Niger, i presenti, dopo aver fatto capannello intorno all’amato e caro don Antonio per porgergli auguri, sono stati invitati dal “padrone di casa” a intrattenersi per gustare l’assortito e grande buffet di catering preparato sapientemente e magnificamente dalla ditta Astorino di Roma. In sintesi pubblichiamo l’importante iter religioso di don Antonio, in questi “primi” 50 anni di sacerdozio che, a detta del festeggiato, sono volati via in un attimo. Per 24 anni (1964-1987) è stato rettore della comunità parrocchiale di Santa Domenica Talao-Tremoli, in origine borgo annesso al comune di Scalea. Come un predestinato, è entrato ed ha chiuso quella bellissima esperienza con la ricorrenza della Madonna del Rosario al Piano che si festeggia la prima domenica di ottobre. L’anno dopo passò al seminario diocesano, come direttore spirituale. Dal 1989 al 2002 svolse la sua missione sacerdotale come cappellano all’ospedale civile di Praia a Mare e, in contemporanea, dal 1995 al 1999 è stato parroco di San Nicola Arcella. Terminato l’incarico a Praia a Mare, ha ricevuto in custodia la Chiesa della SS. Trinità di Scalea che, dopo la natale Cassano allo Ionio, da anni è diventata la sua città d’adozione. Questa moderna Chiesa di frontiera, grazie all’amore, all’impegno e alla passione profusi da don Antonio è migliorata ogni giorno di più, sia sotto l’aspetto architettonico (mancava il campanile) che nei suoi interni, diventati sempre più confortevoli, richiamando e accogliendo, pur trovandosi in piena periferia (a sud di Scalea), fedeli provenienti da ogni zona della città e dalle zone limitrofi. Alcuni passaggi del discorso di Giovanni Le Rose (Presidente della Pro Loco): «… Non posso non ricordare gli anni in cui ti ho conosciuto (fine anni ’70 dello scorso secolo) quando parroco di Santa Domenica Talao ti adoperavi per avvicinare i giovani a Dio e quando concedesti alle comunità neocatecumenali l’uso della chiesetta di Tremoli, con annessa canonica, segno di un animo aperto al vento dello Spirito Santo che stava rinnovando la sua Chiesa coi frutti del Concilio. Il quel tempo incominciavi ad insegnare religione al Liceo di Scalea e chi ti ha avuto come docente sa come moderno fosse il tuo approccio al discorso di fede, con quale apertura di vedute e con quale propensione all’ascolto ti ponevi di fronte alle diverse posizioni che incontravi nei giovani, anche le più critiche nei confronti di Dio e della Chiesa. Il tempo è passato, sei venuto, finalmente, definitivamente a Scalea, ed hai ricevuto in custodia la Chiesa della Trinità, dalle linee architettoniche moderne ed innovative che rispecchiano il tuo carattere e le tue idee. Qui hai continuato la tua opera, sempre con lo stesso spirito fresco, giovanile e moderno, ed hai apportato il tuo contributo in una realtà, come quella di Scalea, in continua evoluzione, dove a causa delle immigrazioni dei paesi limitrofi, si mescolano genti e culture diverse che toccano il clou nei mesi estivi. Un territorio difficile che ha subito una “invasione” turistica non sempre accettata che ha rischiato di farle perdere l’identità e l’unità del tessuto sociale, aprendola a problemi di integrazione e di devianza giovanile…».

Nella Nostra Città

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*Nozze*

*Laurea*

Giorno 26 maggio 2012, Giancarlo Formica e Gioia Zenaro, circondati dal caloroso affetto delle rispettive famiglie e da quello di parenti ed amici, hanno coronato il loro sogno d’amore pronunciando il sospirato si sull’altare della chiesa di San Nicola in Plateis. A celebrare le nozze nel monumentale complesso ecclesiastico, situato tra la “Marina“ e il Centro storico, è stato il sempre disponibile ed affabile don Giacomo Benvenuto, rettore della menzionata chiesa e del Santuario della Madonna del Lauro. Gli sposi dopo la cerimonia religiosa e le tantissime foto di rito, tra gli anfratti più belli e caratteristici di Scalea vecchia, si sono trasferiti insieme ai tanti festanti invitati, al Santa Caterina Hotel, di cui Giancarlo è amministratore unico, per assaporare e deliziarsi con le infinite prelibatezze preparate sapientemente dall’eccellente chef Dino Cauteruccio e dalla sua omogenea squadra di cappelli bianchi, per passare poi, alla musica dal vivo e alle danze, in attesa del taglio della mega torta. Da sottolineare che il momento clou dell’emozione è stato nel momento dell’entrata degli sposi in albergo, dove a sorpresa era schierato lo stuolo al completo e in grande uniforme della cucina e della sala che ha sorpreso e meravigliato lo stesso Giancarlo che non era al corrente della sorpresa e dall’interminabile scroscio di applausi che ha salutato tra cori di giubilo i due “colombini”, con Giancarlo che non è riuscito a trattenere le lacrime di gioia e di stupore. A Giancarlo e Gioia, alle famiglie ed in particolare al caro e fraterno Dino Formica, amico della prima ora e papà dello sposo vanno i più sentiti auguri da parte del Direttore e della Redazione del Diogene, per una vita serena e ricca di soddisfazioni

Presso l’Istituto Europeo di Design (IED) di Milano, il 7 giugno 2012, si è brillantemente laureato in Industrial/Product Design, Daniele Formica, figlio del nostro caro e sempre disponibile Gianni Formica e della signora Antonietta Posco. La tesi, presentata dal neo laureato Daniele, aveva per titolo: “L’eccellenza ai fornelli”. Azienda produttrice T.V.S. A Daniele va un caloroso e caro abbraccio e l’augurio di una luminosa e gratificante carriera costella da grandissimi successi professionali.

*Nozze* Il 30 giugno 2012, nel corso di una cerimonia sontuosa e con la spensieratezza della loro giovane età, si sono uniti in matrimonio Salvatore Sarmiento e la bella e solare Eugenia Pandolfi. Gli sposi, per dichiarare il loro “si”, hanno scelto la maestosa e monumentale chiesa di San Nicola in Plateis, incastonata nella parte bassa del meraviglioso Centro Storico di Scalea. Le fedi sono state benedette dal gentilissimo don Giacomo Benvenuto. Conclusa la toccante cerimonia religiosa, gli sposi hanno dato spazio alle foto e ai filmati, per ricordare i luoghi e gli scorci più suggestivi della nostra bella città, per passare poi al grande pranzo nuziale che ha avuto luogo nei saloni del Santa Caterina Hotel, gremiti da tantissimi parenti ed amici che hanno fatto sentire il loro calore ai novelli sposi, giunti, tra scroscianti applausi nel piazzale della struttura ricettiva più famosa di Scalea, a bordo di una fiammante “testa rossa” Ferrari. A Salvatore, alla giovanissima e splendida moglie Eugenia, alle rispettive famiglie e in particolar modo a Gino Sarmiento (Gino Fish per gli amici e gli affezionati clienti), nostro amico e gancio, vanno i più sinceri e cordiali auguri del Diogene.

*Nozze*

L’8 agosto 2012, con allegria e originalità, si sono uniti in matrimonio, nella suggestiva grotta del Santuario della Madonna di Praia a Mare, il simpatico ed elegante Fabio Giuttari e la bella e raggiante Iride Luongo. Dopo la cerimonia religiosa, gli sposi hanno festeggiato insieme a parenti e amici, al resort “Il Borgo di Fiuzzi” con vista mozzafiato sulla suggestiva Isola Dino. A Iride affezionata nipote del nostro direttore Nando Manco, al marito e alle rispettive famiglie, vanno gli auguri cari e infiniti per una vita costellata di gioie, soddisfazioni e, soprattutto, di un mondo di bene e felicità, da parte della redazione del Diogene ed in particolare della zia Loredana.

*Fiocco Azzurro* Circondato dal comprensibile affetto e dalla gioia incontenibile di papà Francesco e mamma Barbara, il giorno 5 luglio 2012, presso l’ospedale di Lagonegro (Pz), è venuto alla luce il piccolo Riccardo Bruno, primogenito attesissimo del nostro sempre affettuoso, affabile e disponibile Francesco Bruno e della giovane moglie Barbara Botzari. Ai neo genitori, ai nonni paterni e materni e alle rispettive famiglie vanno i più sinceri auguri da parte del direttore e della redazione del Diogene.

PISCINA IN DIRITTURA DI ARRIVO Procedono a ritmo serrato i lavori di completamento della mega struttura ricettiva “AIAS Village” - Sport e relax con annessa piscina, equitazione, e centro benessere. Il complesso che si trova sulla statale 18 a sud di Scalea, dovrebbe aprire al pubblico da un momento all’altro. L’apertura di questo gioiellino, aumenterà sicuramente, l’offerta di servizi per gli abitanti di Scalea, dei paesi limitrofi e dei turisti che avranno a disposizione un ventaglio più variegato per il loro tempo libero e per il benessere del loro corpo.

MUSEUM

Visitate il “Museum” di Salvatore Monachello Gli antichi mestieri della “Scalea di Ieri” 20 emozionanti location datate da incanto Mostra permanente Piazza De Palma - Centro storico di Scalea - Entrata libera dalle ore 20,00 alle 24,00 Per informazioni: 320.0353776


Luglio - Agosto 2012

MORTE IMPROVVISA DI UN UOMO GENEROSO DALLE MILLE RISORSE A soli 58 anni di età, ci ha lasciato improvvisamente, Franco Misiano. Imprenditore rampante, negli anni ’70, dopo aver prestato il proprio lavoro di bravo artigiano ebanista alle falegnamerie di Scalea e della vicina Praia (ancora prima, poco più che ragazzino, aveva tentato fortuna all’estero, in una miniera di carbone a Marcinelle, in Belgio, facendo una breve e brutta esperienza da deportato, da dove, fortunatamente scappò via una settimana prima della famosa tragedia, diretto, stavolta, in Francia) scalpitava e vedeva già molto lontano. Erano gli anni della grande espansione edile per Scalea e Franco, da ragazzo intelligente e vivace quale era, non poteva restare a guardare. Inizialmente aprì una falegnameria in via Vittorio Emanuele che immediatamente si impose all’attenzione di costruttori e privati. La clientela aumentava sempre di più e Franco pensò giustamente di costruire e aprire una grossa azienda di infissi in legno in un terreno donato alla moglie dai genitori. Pian pianino, la richiesta di infissi cresceva e Franco riuscì a dare vita alla T.I.M. (Tirrenica Infissi Misiano), una azienda con la A maiuscola, una fabbrica di infissi attrezzatissima e in grado di “sfornare” giornalmente decine e decine di infissi, la prima azienda specializzata cittadina di porte e finestre. Misiano non solo dava lavoro a tante famiglie del luogo (nei giorni di paga ai più bravi e volenterosi dipendenti, spesso arrotondava in eccesso il dovuto) e delle località limitrofe ma finanziava e sponsorizzava qualsiasi iniziativa protesa alla crescita culturale e sociale cittadina. Partecipò anche alla costruzione e alla realizzazione della parrocchia di San Giuseppe Lavoratore donando a mons. Antonio Didona le tre grosse porte centrali d’entrata. Era diventato, un punto di riferimento per tutti, anche per persone in forti difficoltà, una sorta di mecenate, con i suoi pregi e difetti è stato un personaggio importante e in vista per Scalea e l’Alto Tirreno, un Berlusconi in formato scaleota . In piena attività lavorativa, in uno stabile di sua proprietà, adiacente la fabbrica, decise di aprire Telescalea e di dare lavoro ad altra gente. Soldi ne ha meritatamente guadagnati tanti, però, in egual misura tanti ne ha spesi. Viaggi in America (Canada), un moderato lusso, auto, barche, mondiali in Spagna, campagne elettorali, una vita a mille all’ora… Andata in crisi l’industria del mattone, dopo anni di ampia produzione, Misiano incominciava ad avvertire, come un po’ tutti la crisi che aumentava sempre più. Logicamente una fabbrica con tanti dipendenti non poteva reggere questa improvvisa e allarmante situazione economica. Da lì a qualche anno, Franco Misiano svendette la TIM e la rete televisiva e comprò un bar-rosticceria nei pressi dello stadio comunale. Il passo a ritroso fu brusco, oltretutto quello intrapreso non era il suo mestiere. Bisognava alzarsi le maniche e ripartire. Ma non era facile in quel preciso momento di fermo economico… neanche per un uomo dalle mille risorse come lui. Per Misiano le cose non funzionarono più come prima. La sua vita cambiò radicalmente. Gli ultimi 10-15 anni, sono stati per il ragazzo lungimirante di un tempo, bui e tristi a tutti i livelli. Ormai il mecenate che apriva le porte a tutti e che nei locali pubblici offriva “wisky per tutti”, non esisteva più. I falsi amici gli voltarono le spalle e sparirono tutti. Franco rimase da solo, con i suoi tanti problemi e la solitudine che lo divorava ogni giorno sempre più. A tutto ciò, si aggiunsero preoccupanti problemi di salute che lo intaccarono nel fisico e psicologicamente. Franco fin da piccolo era appassionato di letture (ha scritto anche alcuni libri di poesie) e di politica (esponente di spicco del PSDI, ha vestito i panni di segretario della locale sezione e avuto rilevanti ruoli a livello regionale e nazionale), si presentò in varie competizioni elettorali e più volte, non fu eletto alla Provincia per pochissimi voti. Memorabili restano i suoi tanti seguitissimi e divertenti comizi. La sera, una volta chiusi i battenti della sua avviata e rinomata falegnameria, si spostava al ristorante “Il Timone”, il suo risaputo quartier generale, dove sotto campagna elettorale, curava le pubbliche relazioni e dava appuntamento a politici di spicco e suoi estimatori davanti a mega tavole imbandite. Dal 1985 al 1990 coprì l’importante carica di assessore comunale al Turismo, Sport e Spettacolo con il gruppo Zito. La vita di Franco, è stata costellata da grande lavoro e da grandissime soddisfazioni, sia in campo professionale che in quello politico e personale, fino ad arrivare agli anni sopradescritti tristi del declino. Qualche mese fa, però, dopo anni di attesa, finalmente, gli furono riconosciute delle spettanze arretrate che per qualche settimana gli fecero ritrovare quella dignità perduta di un tempo. Comprò un auto e riprese a guidare apparendo in pubblico con un look sobrio ed elegante, quello dei migliori anni del suo splendore, inoltre, pare avesse comprato addirittura una barchetta a motore (altra sua grande passione) per dilettarsi nel mare di Scalea che tanto amò. In conclusione, ci ha lasciati un’uomo generoso dalle mille risorse. Alla signora Erminia, ai figli e all’intera famiglia vanno le più sentite condoglianze da parte del Direttore e della Redazione del Diogene, di cui Franco era un grande estimatore e lettore. Negli ultimi anni di vita, spesso si è cimentato a scrivere articoli e lettere interessanti su problematiche cittadine, con occhio critico e importanti suggerimenti.

Nella Nostra Città MARIA LUIGIA FIERRI Una brava maestra buona e premurosa come una mamma Nell’ospedale di Praia a Mare, il 6 giugno 2012, dopo lunga malattia, è venuta a mancare la signora Maria Luigia Fierri Alampi. Nata nel 1920 a Pietragalla (Pz), frequentò gli studi Magistrali e si diplomò a Potenza. Dopo qualche anno, si trasferì con il marito ins. Demetrio Alampi e con i figli Michele, Tonino e Alfredo e la nonna paterna, nel 1956 a Scalea dove insegnò alle scuole elementari fino al 1984. Raggiunta la meritata pensione, festeggiò con parenti ed amici, l’addio a tantissimi anni dedicati con tanta passione e amore all’insegnamento e alla formazione di tanti ragazzini dell’epoca che ancora la ricordano vivamente con tanto affetto e nostalgia, come me appunto, che fui uno dei suoi prediletti scolaretti e capoclasse. Pochi anni fa, mi fece dono gradito di un suo giudizio, su un foglio manoscritto sul mio profitto alle elementari. «È un ragazzo abbastanza vivace, ma educato. Ha una grande devota fiducia nell’insegnante; molto si può attendere da lui sia come studio che come disciplina. È di buona intelligenza e volontà. Nelle composizioni scritte di lingua rivela ricchezza di vocaboli, fantasia e idee originali, al punto che in terza elementare ha vinto il premio “Lettera a Gesù Bambino” arrivando primo su tutti; per l’aritmetica non è tanto portato. Si diletta molto a disegnare e riesce molto bene anche nel canto. Ha uno spiccato interesse per le attività di movimento. In complesso promette bene. Al marito Demetrio, nostro socio e prezioso collaboratore, ai figli Tonino e Alfredo, il direttore e la redazione del Diogene si associano sentitamente al dolore che ha colpito la famiglia Alampi per la dipartita della cara signora Maria Luigia.

A MICHELE D’ESPOSITO Papà, il 10 giugno 2012 te ne sei andato: troppo presto, perchè io ancora mi sento piccolo. All’improvviso, in un attimo, senza lamentarti e senza troppo disturbare, come era nel tuo carattere. Alla tua nipotina Alessia che mi chiede quando tornerai dal cielo ho risposto che un pezzetto di cielo è nel cuore di ognuno di noi… Sergio. Papà chissà se mi vedi e mi senti…Se ascolti le mie preghiere e vedi le mie lacrime… Sei in paradiso e, di certo, sei uno degli angeli più belli e simpatici di lassù! Mi manca tutto di te: soprattutto le tue parole e i tuoi sorrisi, la mattina appena mi svegliavo… Ci rincontreremo papà, ti voglio bene, Adelaide. Anche noi del Diogene vogliamo ricordare il povero Michele con affetto e nostalgia, quando giovanissimo prestava lavoro presso la nostra tipografia. Sempre educato, gentile e garbato con tutti. Sempre in quel periodo, militava con grande profitto (era un ottimo centrocampista) nella compagine della Talao Scalea, antagonista in quegli anni dell’U.S. Scalea, davvero memorabili e irripetibili quegli infuocati e combattuti derby. Ciao Michele!

RICORDO CAPPARELLI Un anno fa ci ha lasciato la nobile figura del dott. REMO CAPPARELLI che a Scalea ha diretto per anni la filiale della Cassa di Risparmio della Calabria e Lucania. Successivamente, trasferito a Rende, e svolse l’alto incarico di direttore del centro meccanografico dello stesso Istituto di credito. Il direttore Capparelli lo ricordano in tanti soprattutto per la sua umanità, onesta e correttenza, sia nella vita privata e sia in quella professionale. Alla moglie ed ai figli la nostra redazione esterna questo ricordo con tanto affetto. (E.S.)

7 PRAIA A MARE, RECUPERATA L’ANCORA ROMANA

È stata recuperata l’antica ancora trovata nei fondali dell’Isola di Dino, a Praia a Mare. All’operazione hanno partecipato i subacquei del Diving center “Dino Sub”, guidati da Giorgio Chiappetta, che è anche lo scopritore del manufatto, con l’assistenza del Diving center “Deep Inside”, presieduto da Stefano Gallico. Al coordinamento delle operazioni hanno preso parte anche Ciriaco Astorino e Piero Di Giuseppe, rispettivamente presidente e direttore del Parco regionale marino “Riviera dei Cedri”, Rosa Ceglie, consigliere delegato all’Ambiente del Comune di Praia a Mare, Gregorio Aversa direttore archeologico della Soprintendenza per il Beni Archeologici della Calabria, nonché il personale della Capitaneria di porto di Maratea. L’ancora individuata sui fondali potrebbe appartenere ad una nave, probabilmente, commerciale, di epoca romana. A quei tempi, infatti, l’isola forniva un riparo naturale e uno scalo importante alle navi in navigazione nel mar Tirreno. Dopo il ritrovamento, il manufatto è stato preso in custodia dalla Soprintendenza per il Beni Archeologici, che effettuerà tutti gli studi del caso presso la sede distaccata di Scalea.


Turismo e Spettacolo

Luglio - Agosto 2012

...dalla prima

INCONTRO MAGICO CON ALESSANDRO CECCHI PAONE di SARA SILVESTRI

Le undici domande a Cecchi Paone, mirate e concise, sono state formulate dal nostro direttore Nando Manco, come un anno fa, in occasione della manifestazione di presentazione del piatto tipico scaleota e, qualche settimana fa, al “Seminario sull’olio extravergine”. Gli interrogativi non hanno annoiato i tanti presenti, neanche per un attimo, al punto che, a fine serata, hanno trovato il gradito plauso dello stesso Cecchi Paone, dell’agente Alfonso De Rose e dei colleghi giornalisti presenti. L’argomento cardine non era facile e le spigolature, tratte e contenute nel libro, potevano diventare un’arma a doppio taglio, un argomento scontato, di poco interesse e, allo stesso tempo, irritante e contraddittorio per il pubblico in piazza. Ma così non è stato, tutto è filato liscio e alla grande, al punto che, le divertite persone presenti, alla fine delle quasi due ore di presentazione, hanno condiviso con noi la piacevole e interessante serata di fine luglio, sicuramente, da non dimenticare. Un grazie di vero cuore va a Solidea Corcione del ristorante “Il Metastasio” che ha avuto la felice intuizione e la lungimirante idea di invitare un personaggio famoso, singolare, aperto, travolgente, scomodo, ma pur sempre amato come Alessandro Cecchi Paone, gentile e disponibile con tutti, un gentiluomo che non si è sottratto nemmeno di fronte alle domande più pungenti, insidiose e pepate, un vero protagonista e grande personaggio dello spettacolo. Come si diceva un tempo… un vero mattatore. Nell’accogliente salottino allestito per l’occasione, oltre ai citati Cecchi Paone e Manco, hanno preso posto il presidente degli “Arcigay” di Salerno, il simpatico agente Alfonso De Rosa e l’assessore alla cultura Fabio Ferrara che ha salutato e ringraziato l’organizzatrice, il protagonista, i relatori e il folto pubblico presente. L’intervista Sposato con una bellissima ragazza spagnola, come hai vissuto il sesso in quei 7 anni? Hai mai avuto pause di riflessioni o ripensamenti? Ti sei accorto che qualcosa non funzionava? Sono stati 7 anni bellissimi e pieni d’amore e di passione. Con Chiara, la mia ex, c’è tuttora un rapporto di grande stima e tantissimo affetto. Siamo rimasti grandi amici e ci vediamo spesso e volentieri per parlare e consigliarci a vicenda. Questa splendida donna è rimasta per me un importantissimo punto fermo. È vero che da prima ti sei dichiarato bisessuale e dopo, definitivamente omosessuale? Non ricordo bene… Pensandoci bene ad essere bisessuato, non si va mai in bianco. Acchiappi il sabato e la domenica. E ride… Ognuno è libero di vivere la propria sessualità come meglio crede. Forse proprio questa tua esagerata platealità e ostentazione nel manifestarla ti è costata molto cara in termini di copertine e Tv. Condividi? Sarà anche così, però sono ugualmente contento di questa mia platealità e ostentazione. Mi sento libero. Sono me stesso, senza sotterfugi e misteri. Con il mio libro, appunto, invito tutte le persone come me ad esternare la propria sessualità senza inibizioni. La mia spiattellata condizione omosessuale, penso che mi abbia danneggiato relativamente perché, in un modo o nell’altro, continuo a lavorare. Certo anche negli ambienti Tv esistono ancora tanti pregiudizi, ma, nonostante certe chiusure mentali, non posso lamentarmi. E poi, come hai potuto notare nel corso della bellissima serata, il grande pubblico continua a seguirmi e ad amarmi, anche se certe signore mi vorrebbero etero. Ma indietro è impossibile tornare. Non trovi che sarebbe più opportuno rispettare la scelta di chi - pur non vergognandosi della propria sessualità - decide di non ostentarla pubblicamente, senza per questo dover diventare oggetto di critiche com’è accaduto a Dalla? Dalla è stato un grandissimo artista, però non sopportavo quella sua ambiguità sessuale. Ora non c’è più e non dovremmo parlare male dei morti ma, secondo me, ha sbagliato tacendo e non è stato onesto né con se stesso né con gli altri che gli stavano accanto silenziosamente. Cosa ha lasciato dopo la sua improvvisa scomparsa al suo compagno…? Un bel niente. Questo perché non aveva regolarizzato nulla. Cosa ti è rimasto delle tue molteplici esperienze come docente universitario? Sono rimasto profondamente legato all’ambiente universitario e tuttora lo frequento volentieri. È il mio habitat naturale. È una vita che amo profondamente e che riesce a darmi grandi emozioni. Il contatto diretto con gli studenti è qualcosa di veramente magico e fantastico, a cui non potrei mai rinunciare. Con la TV (in RAI) sei partito nel 1977 con un telegiornale, per ragazzi. Poi, “Uno mattina”, l’indovinata “Test” e l’edizione del Telegiornale delle 13 su Tg2. Nel 1996 tante trasmissioni sulle reti Mediaset. Su tut-

te la fortunata “Macchina del Tempo” e ancora collaborazioni con i quotidiani “Il Giornale” e “Il Giorno”. A proposito preferisci la carta stampata o la Tv? La carta stampata, pur conservando il suo grande fascino, già da un po’ di tempo sta segnando il passo. Anche se, ancora per qualche anno, i giornali tireranno, ribadisco che, il futuro, sta nel digitale. Ci sono giovanissimi che non hanno mai sfogliato un giornale o acceso la Tv. Ogni giorno, tante riviste e giornali spariscono. I giovani sono solo appassionati di internet. “Test”, trasmissione cult del tempo cosa ti ha lasciato e quanto innovativa era? Quelli erano periodi floridi e di grande risveglio culturale. C’era una gran voglia di cambiamento e di creare un format nuovo e moderno che raccogliesse e avvicinasse un pubblico più giovane alla televisione. La sola nota stonata di quella indovinata e fortunata trasmissione era rappresentata dalla presenza stantia di Emilio Fede, ancora troppo legato a certi sistemi gestionali vecchi e superati. Nel 2007 hai partecipato all’Isola dei Famosi, per farci ritorno nel 2012. Reality che hai sempre criticato duramente. Cosa ti ha spinto a parteciparvi? Lo hai fatto per soldi? Ripeteresti questa esperienza? Sono posti bellissimi a contatto con la natura. A parte qualche screzio con il solito imbecille di turno, tutto sommato si stava bene. I luoghi sono da sogno e ci hanno trattato come principi, cibo a parte, però si dimagriva. C’era una gran fame… E poi era tutto gratis… E ci pagavano profumatamente. Sono scappato perché mi mancava molto la connessione a internet, l’uso del palmare e, lo voglio ripetere, il cibo al quale non riesco proprio a rinunciare. Non so se ripeterei l’esperienza fatta. Dopo la seconda partecipazione, mai dire mai. Infine la politica, tanta politica e ripensamenti e, anche una partecipazione elettorale con circa 40.000 preferenze. Non ti sei fatto mancare proprio nulla. È vero non mi sono fatto mancare nulla. Mi piace il lavoro ma anche divertirmi da pazzo, fare baldoria, discutere e fare l’amore per nottate intere. Sono un grande amatore. Politicamente parlando sono un liberale e per pochissimi voti sono rimasto fuori a favore della Zanicchi. Ho detto «io non so cantare allora non sarò mai eletto». Però se penso che il turismo tedesco ha superato di gran lunga quello italiano, mi viene tanta rabbia e voglia di ritentare. Ma vi siete chiesti cosa ci sarà mai da visitare in Germania? Una volta il turismo italiano non aveva rivali. Assistere oggi a questa Italia che crolla sempre più fa male e tanto… Se vado a Pompei, oltretutto, pago anche quello che non dovrei pagare, è una ruberia continua. E poi, il disordine, la sporcizia… La Germania si sceglie, principalmente, per l’ordine, la sicurezza, l’organizzazione e la pulizia. Rosy Bindi con le sue affermazioni contro i matrimoni gay, non si smentisce mai e continua a spaccare una certa sinistra bacchettona e bigotta. La Bindy si commenta da sola. Basta guardarla. La sua è solo invidia. È come certi preti che, invece di pensare alla chiesa pensano ai letti della gente!!! Per chiudere ti chiedo che Tv vorresti fare per avvicinare i diffidenti e delusi giovani. Ma già la faccio! Da prima con MT Channel, rete telematica, e ora per Sky. Capisco, non si fanno milioni di ascolti, come in Rai o sui canali Mediaset, però, con questi chiari di luna, anche 15.000-20.000 ascolti possono andare bene. Infine, la serata è terminata con lo “spazio al dibattito con i fans di Cecchi Paone”, tra cui due stupende giovani creature che, oltre la loro travolgente e avvenente bellezza, hanno deliziato i presenti per la domanda rivolta a Cecchi Paone. «Volevo sapere se la differenza tra eterosessuali e gay è di 6 birre o è solo un modo di dire». Pronta la risposta del protagonista della serata. «Non è un modo di dire, è la grande strizza delle donne, perché se i vostri fidanzati o mariti dopo 6 birre se ne vengono con me o con lui (rivolgendosi al compagno) capisco che siete preoccupate ma la bisessualità si annida in ognuno di noi… e, quindi, le famose 6 birre possono fare il resto». Il simpatico e piccante “siparietto” improvvisato candidamente dalle fantastiche e meravigliosamente spiritose ragazze tra il divertimento del pubblico e dello stesso Cecchi Paone, è poi finito in tripudio. Nel salutare, Alessandro Cecchi Paone ha aggiunto: «in questi tre giorni di permanenza a Scalea, mi sono trovato benissimo e già in settembre conto di farvi ritorno. E poi, da Solidea al “Metastasio” si mangia da Dio! A presto!!!».

8 CHE NOIA QUESTO “TURISMO” DA PENDOLARI di MATTEO CAVA

Sul Tirreno la stagione estiva fatica a far intravedere i spiragli positivi di un tempo mentre l’autunno che bussa alla porta spaventa un po’ tutti. La situazione attuale è da addebitare in gran parte ai problemi dovuti alla crisi che ha colpito l’italiano medio basso che, probabilmente, più che scialacquare come avveniva nei tempi d’oro, preferisce tenere da parte qualche risparmio per questo futuro sempre più incerto. Ma, secondo alcuni operatori turistici, la falsa partenza di luglio è anche dovuta ad una scarsa promozione da parte degli enti come la Regione Calabria. Afferma un albergatore: «Si insegue in modo disomogeneo e quasi mai oculato l’iter che porta da un po’ di anni alla solita Borsa internazionale del turismo di Milano, poi quasi niente nel corso dell’anno. Puntualmente, a inizio stagione, vengono risollevati i problemi di sempre. Incontrano il presidente Scopelliti, in gran segreto, senza coinvolgere le categorie, per discutere di questioni che purtroppo sono già note e che, lo ripetiamo ormai troppo spesso, andrebbero affrontate nei mesi invernali con forza e decisione. Eppure, ad ogni avvio di stagione quando tutti dovremmo essere pronti con il nastrino rosa sulla linea di partenza, spuntano come funghi, i problemi della spazzatura, del mare sporco, della carenza d’acqua della viabilità». C’è grande delusione da parte degli operatori economici che cercano spiragli positivi per rilanciare il turismo, una delle poche fonti di guadagno per la popolazione dell’intero Tirreno cosentino. Ma la scarsa attenzione ai temi del turismo che, effettivamente, dovrebbero essere affrontati nei mesi invernali per non ritrovarsi impreparati, è uno dei problemi sollevati da chi con l’industria del turismo ci lavora. «Il mare sporco, la qualità dell’acqua - sostiene l’operatore turistico di turno - è una questione ormai ripetitiva ed atavica, discussa e quasi mai affrontata in termini risolutivi. Eppure basterebbe lavorare con attenzione nel ricercare le cause che possono essere individuate in poche “fonti”: o nei corsi d’acqua o negli impianti di depurazione, o, ancora, in entrambi. Se il problema è dovuto invece alle correnti che trasportano materiale, anche in questo caso sarebbe necessario effettuare uno studio mirato». Ci sono poi questioni già note: la carenza idrica e la spazzatura. Anche in questo caso l’ormai non giovane territorio dal punto di vista turistico, che ha conosciuto il boom nei lontani anni Settanta ed Ottanta, potrebbe interrogarsi e risolvere seriamente le problematiche. L’aumento della spazzatura è proporzionalmente legato al numero di turisti e villeggianti che frequentano la zona. «Tutti fattori - sostiene l’albergatore - facilmente prevedibili che, potrebbero essere scritti e studiati, nei lunghi e noiosi periodi invernali nei quali, invece, ci si perde in sterili discussioni. Non ci sono dubbi, nel nostro territorio conclude - manca la programmazione, manca l’idea di voler portare avanti con forza e determinazione determinate tematiche che hanno bisogno di uno studio complesso, ma che possono trovare soluzione». In luglio, Scalea più che una località turistica, una città energica e attiva, ha dato l’impressione, vedendo la sera i tanti locali completamente vuoti di un territorio evacuato, un sonnolento dormitorio che si riprende e impenna leggermente solo nei fine settimana… per intenderci, un “turismo da pendolari”.


Luglio - Agosto 2012

Turismo e Spettacolo

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DA VISITARE CON L’ARRIVO DELL’AUTUNNO LE TOP 10 DELLE CITTÀ D’ARTE D’EUROPA VIENNA (Austria) Ricca e preziosa in palazzi e bellezze artistiche. All’interno della Ringstrasse, in centro, si percorrono bellissime vie pedonali verso Stephansdom, la cattedrale, vero fulcro della città, al cui interno vi sono le spoglie della famiglia degli Asburgo. Karlskirche è una splendida chiesa barocca del ‘700, ringraziamento per la conclusione della peste. Il complesso dell’Hofburg, è il centro del potere austriaco per più di sei secoli, di cui oggi molti palazzi sono stati adibiti a museo. Nei suoi giardini una statua dedicata a Mozart. Il Palazzo del Parlamento e il Palazzo del Municipio, Neues Rathaus, che, con la sua torre principale raggiunge i 98m. Votivkirche, è una chiesa del XIX secolo che imponente in mezzo a splendidi giardini. Nella zona sud-est i due Palazzi del Belvedere e i Giardini e la splendida Ambasciata francese. Prima di lasciare Vienna, non si può non visitare il Teatro in cui ogni Capodanno si celebra il famoso concerto. BERLINO (Germania) La visita di questa meravigliosa città parte certamente dal Brandeburger Tor, l’arco neoclassico della Porta di Brandeburgo, simbolo di Berlino, che separa il centro storico dal Parco del Tiertgarten. Unter den Linden, è la via centrale, di 1.2 km, tracciata da Federico Guglielmo, ampliata da Federico il Grande. Deutsche Staarsoper, l’Opera, è in stile corinzio, e la St. Hedwigs, la Cattedrale cattolica è costruita come il Pantheon romano, ma la leggenda racconta che fu ispirata ad un tazza capovolta. Check Point Charlie, punto di frontiera era il passaggio tra il settore americano e orientale, ora vi è un centro d’affari con 4 mostre per ricordare il Muro di Berlino. Lo Schloss Charlottenburg è il più grande palazzo storico, mentre il Tiergarten è il polmone verde con i suoi 25 km, ex riserva di caccia. Reichstag, il Parlamento è una commistione di stili, neoclassico, rinascimentale e barocco: da vedere! Musei da visitare sono il Pergamon Museum coi reperti della civiltà ellenica e dell’Asia Minore, e il Libeskind dedicato alla storia degli ebrei. MADRID (Spagna) Destinazione culturale, vivace metropoli, rilassante località, Madrid è una città con uno stile e una classe unici. La piccola Madrid del XVI secolo è cresciuta per regalarci oggi preziosi gioielli del suo tempo: musei tra i più importanti del mondo, tra cui i magnifici 3: Prado, Thyssen e Reina Sofia. Il suo centro è caratteristico: Puerta del Sol, la porta del sole, simbolo della vecchia Madrid cuore e anima della città; Plaza Mayor, la stravagante Plaza de Cibeles. I luoghi culto Calle Mayor e Calle del Arenal, sono ancora i simboli della tradizione o il bohémien Barrio Chueca, il Palacio Real, o lo splendido parco di El Retiro. Il grande boulevard madrileno di Paseo del Prado è un ottimo luogo per passeggiare, sin dai tempi di grandi maestri come Goya e Velásquez. I visitatori che arrivano per ammirare i monumenti, si lasciano sedurre camminando per le strade, respirandone l’atmosfera, altri in cerca dei tapas bar, poi rimangono sorpresi dalla varietà della cucina, e inondati dalla colorata movida, infatti i madrileni sono soprannominati gatos , gatti, per questa inclinazione alla vita notturna! AMSTERDAM (Paesi Bassi) Il cuore della città batte nella Piazza Dam, dove i turisti vengono ad assistere agli spettacoli degli artisti di strada e visitare il Koninlijk Paleis, Palazzo Reale e la Nieuwe Kerk, Chiesa Nuova. Obbligatorio un tuffo nella grande storia dell’arte, attraverso illustri musei: il Van Gogh Museum, con centinaia di quadri, disegni e acquerelli del Maestro, il Rikjsmuseum, il più grande in Olanda, e lo Stedelijk Museum con opere d’arte contemporanea. Un altro polo d’interesse da visistare è l’Ermitage Amsterdam, satellite di quello di San Pietroburgo, aperto nel 2009. Il modo ideale per vedere Amsterdam è osservarla dall’acqua, percorrendone i canali con il Canal Bus, o con crociere notturne al ritmo della musica dal vivo, oppure noleggiando le barche a pedali. La vita notturna si concentra a Leidseplein, animata dai caffé, pub, cinema, teatri, e dai musicisti da strada, mentre per il più classico degli shopping c’è l’arcinoto mercatino delle pulci di Waterlooplein, dove si trova anche ottimo abbigliamento vintage. LONDRA (Gran Bretagna) È la città dalle mille opportunità. Si può visitare Buckingham Palace, dove vive la Regina e vedere il cambio della guardia, che si rinnova dal 1660. London Eye è la grande ruota panoramica, icona della città. La Torre di Londra Patrimonio Mon-

diale dell’Umanità, è uno dei monumenti più antichi. Tower Bridge è il celebre ponte levatoio e Kensington Palace, Palazzo dimora dei Principi William e Kate, è stato recentemente restaurato. Castello Windsor, invece è il più grande castello abitato al mondo. Hampton Court Palace, coi suoi incantevoli giardini, è uno dei palazzi reali più belli. Temple Church custodisce la misteriosa storia dei Cavalieri Templari, e Greenwichè una zona dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità per i musei e l’Osservatorio Prime Meridian. City of London e Westminster, un tempo separate dalla campagna, furono le origini della grande Londra. Il cimitero di Highgate, oltre ad ospitare personaggi illustri come Marx, è luogo di mistero. Camden Town è uno dei quartieri più trasgressivi coi suoi negozi alternativi. I parchi sono immensi, bellissimi e occupano quasi l’11%, per un totale di circa 180 kmq. ATENE (Grecia) Culla di tutte le civiltà da visitare almeno una volta nella vita. Una delle prime tappe è l’Agorà, piazza principale, centro della vita sociale e del pensiero antico; essa fa parte dell’Acropoli, la collina su cui sorgevano gli edifici più importanti, come il Partenone, tempio simbolo del V secolo. Dall’Acropoli si può inoltre godere una spettacolare vista dalle montagne fino al mare. Tra gli edifici più antichi c’è il Tempio di Erecthion, ornato dal famoso gruppo scultoreo delle Cariatidi, ora conservato nel Museo dell’Acropoli, un’altra tappa fondamentale della visita di questa città. Assolutamente da non perdere il Museo Archeologico che custodisce meravigliosi reperti, statue e testimonianza di quest’epoca dorata. Proseguendo verso il quartiere della Plaka, si trovano la maggior parte degli edifici di epoca medievale e bizantina, oltre a numerose botteghe artigiane e a ristoranti tradizionali dove assaporare qualche delizia locale. PARIGI (Francia) La ville lumière, culla del romanticismo, e della storia d’Europa. L’Arco di Trionfo è uno dei più noti monumenti, eretto per celebrare le vittorie napoleoniche, in Place de l’Etoile dove convergono 12 strade coi nomi di grandi generali. Sotto si trova la tomba de Soldat Inconnu, simbolo dei morti della prima guerra mondiale. Da visitare Notre Dame de Paris, la cattedrale una delle più grandi neo-gotiche al mondo, e Opera Garnier, teatro dal lusso sfrenato eretto da Napoleone III . La Tour Eiffel, alta 300 metri, da dove contemplare un panorama magnifico, monumento faro di Parigi, costruita per l’esposizione universale del 1889. Montmartre è una delle chiese più magiche con il famoso Sacro Cuore. Bellissima e meno conosciuta dai turisti è Saint Pierre. La Reggia di Versailles uno dei più grandi palazzi al mondo, simbolo di potenza e di grande sfarzo, fatta costruire da Luigi XIII per il periodo di caccia, comprende: il Castello, il Parco ed il Trianon. Tra i musei: il Palais du Louvre, palazzo dei Re di Francia, il Musee D’Orsay, antica stazione ferroviaria tipico della Belle Epoque, consacrato a tutte le forme d’espressione artistica. ROMA (Italia) Migliaia di anni di storia, gloriosi imperi, le hanno consegnato un’eredità artistica impareggiabile. Il Colosseo, Anfiteatro Flavio è l’arena costruita dall’imperatore Vespasiano, al cui interno si tenevano battaglie tra gladiatori e animali selvaggi. I Fori Imperiali, piazze monumentali al centro della città, simbolo dell’impero. Il Pantheon, tempio costruito in onore degli dei di grande maestosità. Piazza Navona, meravigliosa dalla caratteristica forma di teatro, la cui attrazione artistica al centro è la Fontana dei Quattro Fiumi. Piazza di Trevi, al cui centro spicca la splendida omonima fontana, simbolo della città eterna. Piazza di Spagna, aveva la funzione di incanalare i numerosi pellegrini che giungevano in città diretti al Vaticano: i suoi simboli sono la famosa scalinata che conduce alla chiesa Trinità dei Monti e la Fontana della Barcaccia del Bernini. Città del Vaticano, sede della religione cattolica e del Papa, Stato autonomo comprende sul territorio molti monumenti d’interesse turistico, tra cui: la Basilica di San Pietro, la maggiore chiesa di Roma, i Musei Vaticani e Castel Sant’Angelo, mausoleo costruito dall’imperatore Adriano, prima fortezza, poi sede di prigioni, infine residenza papale, oggi sede di manifestazioni culturali. PRAGA (Repubblica Ceca) La città della pietra, è una città magica, e moderna metropoli europea, che si specchia da più di dieci secoli nelle acque del fiume Moldava. Il Ponte Carlo, Karluv Most, una delle mete principali, è un ponte in pietra in stile gotico che collega la Città Vecchia al Piccolo Quartiere. Si dice fosse

costruito in arenaria impastata a tuorli d’uovo per rafforzarne la struttura, infatti è sopravvissuto a molte alluvioni, la più recente nell’agosto del 2002, la peggiore degli ultimi 500 anni. Alle due estremità vi sono delle torri su cui è possibile godere una spettacolare vista. Il Borgo del Castello, Hradcany, quartiere costruito come alloggio per i funzionari del castello. La parte gotica scomparve nel 1400 per le guerre ussite e per il grande incendio del 1541. Questo quartiere, come del resto anche Malá Strana, ha mantenuto intatto il suo aspetto rinascimentale e barocco non accettando l’intrusione del Moderno. La decima è stata dimenticata…! Poteva essere inserita Venezia come Firenze (tanto per rimanere in Italia), così come Sanpietroburgo o Stoccolma, bellissime città europee. Un lettore scrive: «Bello sforzo… Insomma, se volete parlare di perle da far scoprire alla gente metteteci un po’ di impegno e fantasia e trovate qualcosa di meno scontato e blasonato… ma ugualmente bello, importante e da non perdere!!!».

Oltre il turismo

FIUME LAO: TRA GOLE PROFONDE E CASCATE IMPONENTI

In primo piano il noto attore di fiction Alberto Gimigliani

Immaginate di essere sulla riva di un fiume placido e lento. Immaginate di salire su un gommone inaffondabile (raft) insieme ai vostri amici o parenti con tutta l’attrezzatura del caso. C’è la guida che vi spiega come si è formato il canyon alto 200 metri che state per violare. Passano i primi chilometri, calmi e lenti, tra natura selvaggia di luoghi nascosti e inviolati. All’improvviso iniziano le rapide che si susseguono tra salti e strettoie, tra gole profonde e cascate imponenti. Immaginate di percorrere un fiume per circa 25 chilometri. Dopo 6 ore di adrenalina allo stato puro piazzate la tenda a pochi metri dall’acqua, c’è una grigliata che andrà avanti per tutta la notte ad aspettarvi e che vi farà compagnia sotto le stelle. Se siete stanchi di immaginare soltanto un’esperienza del genere è arrivato il momento di scoprire e vivere le emozioni che il fiume Lao può regalarvi. Il tracciato Il punto più spettacolare è senza dubbio quello che da Laino Borgo conduce alla Grotta del Romito. La parte del tracciato che va dalla Grotta del Romito fino a Papasidero è uno dei più suggestivi. Siamo nelle gole intermedie che si affrontano in circa due ore. Sono 12 chilometri selvaggi dove rapide continue e molto tecniche si susseguono a ripetizione. Il tratto che da Papasidero conduce a Orsomarso è il più tranquillo ed è adatto anche ai meno temerari. Si naviga in un ambiente incontaminato dove il fiume scorre con meno veemenza. Il Lao nasce in Basilicata, a circa 1600 metri di quota sul Serra del Prete (2182 metri s.l.m.), una delle vette più alte del Pollino. Le sue acque affiorano in superficie a Viggianello, dopo un esteso percorso sotterraneo. È lungo circa 50 chilometri e sfocia nel mar Tirreno nel territorio di Scalea, dopo aver attraversato i paesi di Laino Borgo, Laino Castello, Papasidero e Orsomarso. Vittorio Sgarbi grande appassionato di Rafting Il rafting è una disciplina sportiva praticabile da tutti, basta scegliere il livello di difficoltà che si vuole affrontare. Il fiume Lao con i suoi 25 chilometri navigabili può soddisfare qualsiasi esigenza da marzo a novembre. E anche Vittorio Sgarbi, alla sua sesta venuta a Scalea, si è cimentato, ancora una volta, a bordo di un gommone, nell’affascinante e fantastica discesa tra le acque di questo magico fiume.


Focus

Luglio - Agosto 2012

San Nicola Arcella

CENT’ANNI DI AUTONOMIA E… SEMBRA IERI! di Biagio Moliterni

Una cornice e un evento: ecco l’insieme di due elementi che può fare di una serata qualsiasi una occasione particolare ed irripetibile! Il Comune di S. Nicola Arcella, un’affacciata, un balcone sul golfo di Policastro, con una veduta più unica che rara dell’azzurro Tirreno calabro-lucano, ha festeggiato, il 6. luglio.2012 ed in maniera egregia, i suoi primi cento anni di vita amministrativa autonoma da Scalea, dopo essere stato, per secoli, “il Casale”, o il “Casalicchio”, appunto della cittadina del Caloprese, cugino del grande Gian Vincenzo Gravina…il “maestro” del Metastasio, tant’è che i suoi abitanti sono ancora oggi chiamati comunemente “casalicchiari”! Presenti i familiari o, di persona se viventi, gli ex sindaci, susseguitisi alla guida del Comune dal 1912, tutti i primi cittadini della “fascia costiera” da Cetraro ad Aieta, il Vescovo della Diocesi, autorità civili e militari, gli impiegati, anche in pensione, i Vigili Urbani, radio e Tv locali, e, soprattutto, un numeroso ed attento pubblico. Fu una personalità del circondario a indirizzare e “risolvere” le “sorti” del piccolo centro calabrese, là dove un tempo era fiorito il culto di S. Nicola Magno, almeno dal 1065, e dove, poi, si era “installato” quello di S. Nicola da Tolentino, che si festeggia il 10 settembre di ogni anno. Si chiamava Fedele De Novellis, di Belvedere Marittimo, nato nel 1854 e morto nel 1930, dottore in giurisprudenza, prima diplomatico di carriera, addetto di legazione a Belgrado, Lisbona, Costantinopoli e Berlino, fu eletto deputato nel 1892, nel collegio di Verbicaro, per la XVIII legislatura, superato, quando ripresentò la sua candidatura, nel 1895, da Angelantonio Carlomagno, altissimo magistrato nato appunto e proprio a Verbicaro, la cui elezione comunque fu annullata. Fedele De Novellis rientrò, in quell’anno, in Parlamento e fu riconfermato per altri quattro mandati: liberale, sedette al centro sinistra e durante la lunga permanenza alla Camera si interessò di viabilità, filossera, pubblica sicurezza, ferrovie, ecc. A lui si deve la proposta, divenuta legge il sei luglio del 1912, di costituire il Comune di S. Nicola Arcella: probabilmente, l’onorevole che “amava estivare a S. Nicola” fu indotto a questo passo, oltre che dall’amore per il “posto”, soprattutto e anche per la “ passione” che, forse, lo “legò” ad una bellissima popolana sannicolese, come svelato, in un precedente articolo, da Barbara Mele e Giovanni Celico! Nel corso, proprio, della XXIII legislatura Fedele De Novellis si dimise da deputato essendo stato nominato ambasciatore a Cristiana: le dimissioni furono accettate il 26. 11.1912, era stato fino a quel momento anche uno dei nove segretari dell’Ufficio di Presidenza della Camera e il 30.dicembre.1924 fu nominato senatore a vita. Ma ritorniamo alla “serata” dei ricordi e delle “commemorazioni”, svoltasi in piazza Alessandro Siciliano di S. Nicola Arcella: anche il nome della “piazza” ha rievocato “ un personaggio” di spicco della cronaca locale. Il cav. uff. Alessandro Siciliano, nato a S. Nicola nel 1860, “emigrato” giovanissimo in Sud America, in po-

chi anni, divenne uno degli uomini più facoltosi del Brasile del tempo ed un industriale di grande intuito per gli affari. Non avendo dimenticato il “paese natio”, nel 19101911, in vista dell’autonomia di S. Nicola che anch’egli “sognava”, aveva “costituito”, di passaggio presso il Consolato d’Italia a Londra, un “fondo” di circa mille lire i cui interessi, per i primi trenta anni, dovevano “andare” a sopperire i bisogni pratici del Comune e, per i successivi venti, avrebbero dovuto essere destinati ai ragazzi poveri locali ma “dotati”, per dare loro la possibilità di studiare, o per la dote da assegnare a ragazze nubili disagiate! Un benefattore che contribuì, a spese proprie, finanche a dotare S. Nicola Arcella dei primi “lumi a petrolio” e a far selciare le strade interne! A seguire le sue orme, un nipote, con lo stesso nome, che nel 1914 “inviò” al neo-costituito Comune di S. Nicola Arcella un “bonifico” di ben 14.000 lire! Ebbene…la serata: ha “sentito” la Fanfara dei Bersaglieri di Crotone intonare, quando è stata scoperta la “targa” commemorativa di De Novellis, da parte del Sindaco sig.ra Barbara Mele, l’inno di Mameli ed ha registrato gli interventi sia del primo cittadino che dell’assessore alla cultura oltre che una “relazione storica” di notevole spessore da parte del prof. Giovanni Celico. Il prosieguo ha “sentito” le belle parole pronunciate dal Vescovo Leonardo Bonanno, titolare della sede di S. Marco-Scalea, e dall’assessore regionale calabrese on.le Pino Gentile, che ha…annunciato e per iscritto... alla comunità locale un concreto sostegno in rapporto alle necessità, scuole, viabilità, ecc., prospettategli dagli amministratori. Hanno poi voluto porgere un loro personale “ricordo” gli ex primi cittadini, Fernando Errigo e Domenico Donadio. A conclusione, il Sindaco sig.ra Barbara Mele ha consegnato agli ex amministratori una targa-ricordo ed una medaglia a tutti gli ex dipendenti comunali. La “folla”, infine, si è trasferita nella sala-museo, “aperta ed inaugurata” la mattina, dove sono stati raccolti, in una “mostra” che resterà disponibile al pubblico fino al 10 settembre, tutti i “cimeli” sia della donazione del sopra ricordato cav. Siciliano e sia, soprattutto, i documenti amministrativi della “divisione” del territorio tra S. Nicola e Scalea, con una saletta, a parte, dove sono state “collocate”, insieme alle foto di tutti gli ex Sindaci, anche le riproduzioni più antiche del “borgo”! Un successo, dunque, e lo si può affermare senza tema di smentita, questa giornata rievocativa del 6 luglio, ben organizzata, ben articolata e, soprattutto, ben condotta: auguri dunque all’attuale primo cittadino, sig.ra Barbara Mele, a tutta la Giunta, al Consiglio Comunale e, innanzi tutto, ai cittadini, vicini e lontani, del Comune di S. Nicola Arcella. La lunga giornata, è poi continuata tra gli stand gastronomici e i forni all’aperto, con “pizza per tutti”, a cura della “Team Matellicani” di Tortora e con il gran concerto dell’intramontabile e sempre bravo Alan Sorrenti che ha richiamato tantissima gente.

GIANCARLO FORMICA NUOVO PRESIDENTE DELLO SCALEA

Quadri dirigenziali dell’U.S. Scalea 1912

Giancarlo Formica, presidente Domenico Introini, v. presidente Giacomo Perrotta, segretario Gigi Fazio, team manager Gino Oliva e Mario Bloise, dirigenti accompagnatori Antonio Passalacqua, dir. sportivo coadiuvato da Giuseppe Mingrone Consiglieri: Achille Tenuta, Nicola Biondi, Marco De Cesare, Alessandro Bergamo, Nicola Anastasio, Daniele Pisano ed altri ancora. Logicamente, in questi giorni, la lista dei nomi potrebbe allungarsi.

10 Quinto Gran Prix Moto d’Acqua UNA TRE GIORNI VARIA, ENTUSIASMANTE E SEGUITA di SARA SILVESTRI

Si è svolta presso la Nautica “Lo Scoglio” della famiglia Passalacqua, il 5° Gran Prix - Moto d’Acqua “Città di Scalea”. Una tre giorno entusiasmante e divertente che ha visto l’affluenza di tanto pubblico. Si è partiti con un Boat Party, per arrivare nei giorni successivi, all’esibizione dei campioni europei e mondiali di moto d’acqua diurna e notturna. In conclusione della riuscita e seguita manifestazione, Roberto Mandarano ha presentato il Concorso di bellezza con elezione della Reginetta del Mare “Miss Gran Prix Moto d’Acqua”. La kermess ha visto sfilare sulla passerella 16 bellissime e giovanissime ragazze (con un’età media che oscillava dai 15 ai 25 anni), tra le quali, una ucraina e una russa. Ad aggiudicarsi la fascia di bellissima è stata la diciassettenne Desirèe Marino (nella foto), proveniente dalla vicinissima Marcellina. Riconoscimenti anche per le scaleote Emanuela Palma e Denise Gullo. Da notare anche la bellezza sconvolgente dell’ucraina Natalia Karpycheva (15 anni) e della stupenda gemellina (sfilava insieme alla sorella) di Montevarchi Jessica Susini. La giuria era formata tra gli altri, dall’assessore allo spettacolo e turismo del comune di Scalea Giuseppe Forestieri, dal nostro direttore Nando Manco, dalla giovane Antonietta Damiano e da Giuseppe Galiano. Nel corso della serata ha dato prova della sua bravura e originalità “ù snake”, Giuseppe Candia con il suo trascinante Rep popolare. La sfilata è stata curata dal titolare del negozio di Abbigliamento “Freesby” di Pino Manco.

TRE SCALEOTI A “REAZIONE A CATENA”

Giuseppe Galiano e i fratelli Pino e Orlando Manco, l’11 agosto 2012 hanno partecipato al programma a premi di Rai Uno “Reazione a Catena” condotto da Pino Insegno. La squadra, la prima calabrese a parteciare a questo noto programma, era denominata “i tre scalini” come omaggio a Scalea.


Storia e Cultura

Luglio - Agosto 2012 ...dalla prima

ANCORA FERMI I LAVORI DI RESTAURO DEL PALAZZO SPINELLI di ERCOLE SERRA

Dello storico Palazzo dei Principi Spinelli (sec. XIII) si parla da quasi sessant’anni e, comunque, sin dal 1952, quando il maniero fu dichiarato monumento nazionale e, quindi, sottoposto al totale e particolare vincolo di tutela insieme al terreno sottostante. In una mia lettera pubblicata nel lontano 1964 sul settimanale “CRONACA” segnalai il potenziale pericolo di deturpazione che poteva, sin da allora, subire il monumento con la costruzione di fabbricati nell’area circostante così come, nel corso degli anni, purtroppo, è avvenuto. Non intendo soffermarmi sulla storia di questo importante e maestoso edificio, ma vorrei ricordare che, nel 1990, esso fu acquistato dal comune di Scalea, prima amministrazione comunale ZITO (La CAMPANA), che si prodigò per un primo intervento di restauro conservativo e di ristrutturazione statica che fu iniziato ma rimase incompiuto per circa vent’anni. Prima dell’estate del 2011 si è aperto un nuovo cantiere per eseguire altri lavori di restauro e di manutenzione statica con un finanziamento regionale di circa un milione e quattrocentomila euro. Nel mio articolo pubblicato nel numero di dicembre 2011 del DIOGENE MODERNO, ho segnalato la sospensione dei lavori, per cui in questi giorni se ne discute anche a seguito di una interrogazione del consigliere Gennaro Licursi rivolta al sindaco Basile, il quale in una nota ha dato una plausibile giustificazione al fermo. In sostanza, egli informa che «è stata fatta una prima tranche di lavori ed è stato chiesto il primo stato di avanzamento e, quindi, l’acconto». Quando si è appreso che «il denaro non era disponibile, l’Amministrazione ha deciso per il fermo per non indebitare ulteriormente il Comune di Scalea avviando cause inutili». Per vari motivi, non intendo entrare nelle pastoie burocratiche e nelle motivazioni del mancato finanziamento che ha bloccato i lavori, ma vorrei soffermarmi su alcuni aspetti che emergono dall’interrogazione sopra citata. Mi sembra di capire che la preoccupazione del Consigliere interrogante sia, fra l’altro, la permanenza dell’impalcatura che risulta dannosa per il Centro storico e che impedisce l’utilizzo della piazza. All’amico Licursi, decano del Consiglio comunale, vorrei sottolineare, non per polemica, che ai cittadini di Scalea interessa, principalmente, la ripresa immediata dei lavori per porre fine alle opere di restauro del palazzo monumentale, altrimenti aggiungeremmo un’altra “cattedrale nel deserto” a quelle già esistenti e non portate a termine. Apprendo con molto piacere che il consigliere Licursi ricorda che «chi intende amministrare ed ha a cuore le sorti della Città di Scalea deve volgere lo sguardo alla valorizzazione del Centro storico». Intanto, non soltanto bisogna volgere lo sguardo verso il nostro secolare borgo antico, ma anche e soprattutto viverlo e frequentarlo per constatare di persona le gravi carenze che aleggiano nel millenario tessuto urbano da dove provengono le nostre radici; casi di tetti secolari diventati terrazze, fregi antichi scomparsi, intonaci non compatibili con l’antico ambiente circostante e quant’altro, compresa la eventuale presenza di qualche mini discarica. In 60 anni è passata “tanta acqua sotto i ponti”, ma quasi nulla è stato fatto per valorizzare e tutelare il nostro pregevole Centro storico, anzi spesso si è operato in senso contrario. Per concludere, mi chiedo se saranno salvati gli affreschi settecenteschi nel salone del palazzo Spinelli che continuano a sfarinarsi e se, nel corso dei recenti lavori di restauro, siano state rispettate le antiche linee architettoniche e sia rimasto integro il terrapieno dell’antico e suggestivo giardino, a quanto pare, già esageratamente cementificato (foto sopra), tanto per rispettare e riconfermare quel maledetto trend in voga da più di 50 anni a Scalea. Ritengo, quindi, che l’interrogazione vada integrata.

FANATISMO RELIGIOSO di VITTORIO SERSE

Apprendo, con piacere, che la rivista nazionale “Plein air” descrive, nelle sue pagine, la festività in onore della Beata Vergine del Carmelo di Scalea, il cui culto risale ai tempi delle Crociate e, comunque, fu consacrato ufficialmente dal popolo scaleota nel 1855 con atto pubblico e con la prima incoronazione del Santo Simulacro. Certamente, non per polemica ma per intavolare un dialogo costruttivo, ritengo dover ricordare che, sulla secolare festa della Madonna del Carmine nella nostra Città, altri scrittori hanno pubblicato ricerche storiche in prestigiose riviste e in libri che sono fonti preziose di notizie che arricchiscono il nostro patrimonio culturale. Da Attilio Pepe, Mario Manco, Carmine Manco, Vincenzo Napollillo, allo stesso scrivente, negli anni, sono numerosi gli scritti pubblicati sull’evento. Ovviamente, tutti questi scritti sono sempre attuali, per cui “nessuno scopre l’acqua calda” e certe esaltazioni appaiono fuori luogo. Ribadisco, comunque, che è certamente positivo che si continua a diffondere con i mezzi di comunicazione la festa in onore della nostra Protettrice, il cui Simulacro settecentesco, durante le processioni del 16 luglio e del 21 novembre, suscita tanta commozione e suggestione nei fedeli. Purtroppo, in questi ultimi trent’anni, si sono inseriti alcuni riti che non appartengono alle nostre tradizioni: applausi, spari di fuochi artificiali nei rioni della “nuova” Scalea e altre manifestazioni che, a mio parere, forse rasentano una forma di fanatismo religioso ed esulano da quelle provenienti dalla mera e genuina fede popolare: la distribuzione del basilico, la processione delle cinte votive e gli antichi canti che vengono intonati nel corso della processione che parte dalla Chiesa di Santa Maria d’Episcopio dove ritorna intorno alla mezzanotte. La B.V. di Medjugorje (la Gospa) da oltre trent’anni nei suoi messaggi ai veggenti chiede sempre la preghiera, la conversione e la penitenza, non gli applausi ed i fuochi d’artificio (rito pagano per allontanare gli spiriti malevoli), ma la fede in suo Figlio Gesù, invitando i fedeli a non peccare. Per concludere, una nota sul “rito del basilico”: è una pianta regale (basilikos, erba del re) collegata alla tradizione che fa riferimento a Sant’Elena -madre dell’imperatore Costantino- la quale, trovata la pianta sul luogo della crocifissione di Cristo, l’avrebbe diffusa per tutto l’impero. Ecco il motivo per cui, verosimilmente, il basilico viene distribuito in occasione della processione della B.V. del Carmelo, in segno di devozione verso la Regina del Cielo e, quindi, altre leggende non trovano alcun fondamento storico.

PER DON MAZZILLO I PRIMI QUARANTA ANNI DI SACERDOZIO! di GIOVANNI CELICO La comunità parrocchiale di Tortora paese ha festeggiato, il 16 luglio c.a., uno dei suoi figli migliori, il parroco Don Giovanni Mazzillo, che ha “tagliato” un traguardo importante: quaranta anni di sacerdozio! Presente l’intero presbiterio locale, con l’intervento anche del rev. Don Biagio Russo di Aieta, che peraltro “ricordava” ben sessantadue anni di sacerdozio, vi è stata una solenne celebrazione nella Chiesa Matrice di Tortora paese, con il concorso di un folto numero di fedeli e di “amici” provenienti da ogni parte della Calabria e della vicina Lucania. A conclusione, è stato offerto un “buffet”, con specialità rigorosamente “paesane”, ricco di sapori tortoresi! Il Rev. Don Giovanni Mazzillo, nato nel 1948 a Tortora, ha studiato a Catanzaro, a Napoli (Posillipo) e Wurzburg (Germania), conseguendo il “dottorato” presso Elmar Klinger, con una dissertazione dal titolo in italiano “Essere soggetto dei poveri nella Chiesa come popolo di Dio”. Dopo aver “svolto”, per lunghi anni, un intenso e attivo apostolato al servizio dei “lavoratori emigranti” nei paesi di lingua tedesca, Don Giovanni Mazzillo è rientrato già da tempo nella sua terra di origine ed oggi, insieme all’impegno per e nella parrocchia, insegna Teologia Fondamentale, Ecclesiologia e Scienza delle Religioni presso l’Istituto Teologico Calabro di Catanzaro e collabora con la Pax Christi Italia. Autore proficuo, ha dato alle stampe, tra gli altri testi, “La teologia come prassi di pace” e “Gesù e la sua prassi di pace”, impegnandosi nella pubblicazione di una “Sistematica”, prevista in ben cinque volumi, dei quali il più recente, “Dio sulle tracce dell’uomo”, segue quello del 2004 dal titolo “L’uomo sulle tracce di Dio”. E’ un sacerdote “a tutto tondo” Don Giovanni Mazzillo: ancorato a saldi principi e a profonde convinzioni ha sperimentato e sperimenta, nel quotidiano, i fondamentali della “sua” fede rivolta soprattutto agli ultimi ed ai bisognosi. La comunità di Tortora paese, dopo essere stata “curata”, negli ultimi decenni, da diversi “santi” apostolicattolici, ultimo, in ordine di tempo, Don Antonio Rossi, il prete-operaio, già “impegnato” alla ex Rivetti, poi Marlane, di Praia, è approdata e “finita” nelle “mani” di un “figlio prediletto”, appunto Don Giovanni Mazzillo, al quale anche noi, con gli auguri per il traguardo “tagliato”, auspichiamo lunga vita e ancora tantissimi anni di proficuo impegno pastorale.

11 LA FESTA DEL CARMELO NELLE PAGINE DI PLEIN AIR

La rivista nazionale per i camperisti, Plein air, descrive la festa della Madonna del Carmelo Patrona di Scalea. La processione, i ceri, i luoghi, l’atmosfera hanno attratto il giornalista del giornale che si occupa di turismo secondo natura, camper, caravan, tenda ed escursioni. La festa della Madonna è il momento clou per gli scaleoti e per chi ha scelto di vivere in questa comunità. La pubblicazione di un articolo su questo evento rappresenta per la comunità un motivo di vanto. L’assessore al Turismo, Giuseppe Forestieri, ha commentato positivamente la pubblicazione dell’articolo. «La rivista Plein air, fra l’altro, pubblicizzata su emittenti come Sky nei canali tematici del turismo, individua uno dei momenti principali dell’estate scaleota. Una fusione di misticità e tradizione collegate al momento più intenso del turismo, al massimo delle presenze di villeggianti e di cittadini di Scalea che, in molti casi, preferiscono tornare proprio per onorare la Madonna del Carmelo. L’articolo in questione coglie i vari aspetti, non tralasciando elementi importanti come la tradizione delle “Cinte” realizzate dalle donne del paese con tutta l’atmosfera di festa che si coglie nel centro storico e lungo le vie del paese moderno». La rivista Plein air commenta nella didascalia fotografica: “Una visita di Scalea in occasione della festività della Madonna del Carmelo, che si tiene ogni anno dal 14 al 16 luglio, non può tralasciare i monumenti del vecchio borgo, né Torre Talao, risalente al XVI secolo». Le aree di sosta, la pista ciclabile, i suggerimenti ai camperisti completano l’articolo che invita a scoprire “Uno dei borghi più antichi e suggestivi dell’alto Tirreno cosentino”. (M.C.)


Storia e Cultura

Luglio - Agosto 2012

LA STATUA DELLA MADONNA DELLA GROTTA TRAFUGATA NEL 1979 ANCORA NON FA RITORNO IN SEDE di GIOVANNI CELICO

Dopo ben 36 anni di “servizio”, nella Parrocchia di Praia a Mare, “lasciano” i Padri Figli di Maria, che, appunto nel lontano 1976 assunsero la titolarità dell’incarico, e la responsabilità “ritorna” ai secolari diocesani. Nei giorni scorsi, il Vescovo di San Marco Argentano-Scalea, Mons. Leonardo Bonanno, ha infatti nominato parroco locale il sac. Don Franco Liporace, originario del comprensorio, al quale, ovviamente, si fanno giungere, dalle colonne di questo giornale, gli auguri migliori per l’impegno che si troverà di fronte: la formale immissione… in possesso avverrà il 15 luglio c.a. (sarà affiancato da un giovane sacerdote per le incombenze specifiche proprie del Santuario della Grotta). Al neo-parroco, al quale certamente non mancheranno di pervenire sollecitazioni le più disparate, vorremmo comunque, sotto voce, sottolineare, come pro-memoria, un solo punto, con la speranza, anzi con la certezza, che si impegnerà nella direzione che si indicherà, facendone… tesoro. C’è una grande assente, infatti, in queste giornate di festa, religiosa e civile, ed è la Statua della Madonna della Grotta, venerata in Praia da circa sette secoli, trafugata misteriosamente nel 1979 dal Santuario omonimo e fino ad ora mai più ritrovata. D. Franco Liporace dovrà, se naturalmente avvertirà come fondato questo pressante invito, riannodare “i fili” di questa vicenda e sollecitare le forze dell’ordine ad ogni livello, soprattutto il settore dei Carabinieri che si occupa proficuamente del recupero delle opere d’arte rubate, di “togliere la polvere” accumulatasi sopra il faldone della Madonna della Grotta e “rilanciare”, in ogni direzione, le indagini, per giungere ad una felice conclusione. Per i nostri lettori, ripercorriamo alcune tappe storiche di questo Sacro Simulacro anche per “rinverdirne” il ricordo! Nell’agosto dell’anno 1326, un veliero, partito dai lidi d’oriente, con ciurma turca, al cui comando vi era un cristiano, mentre doppiava l’isola Dino, diretto probabilmente ai porti campani, si “bloccò”. I marinai ed il comandante fecero ogni tentativo per farlo ripartire ma tutto si mostrò inutile e né si individuò una qualche causa logica per spiegare lo strano fenomeno. Una voce, subito seguita da altre, “denunciò”, come origine del “fermo inspiegabile”, una statua di legno di cedro che il Comandante custodiva, da tempo, nella sua cabina: una Madonna, fattezze di popolana orientale, alla quale il buon uomo era devoto e che, in origine, era stata venerata dagli Schiavoni o Slavoni. Il Comandante, temendo che qualcuno avesse potuto “gettare in mare la statuetta della Vergine”, propose, essendo vicina la costa, una soluzione: sarebbe “sceso a terra” e lì avrebbe abbandonato il Simulacro. E così avvenne: giunti alla marina d’Aieta, un tempo il mare lambiva le pendici del Vingiolo, videro delle grotte e il Comandante vi si diresse e posò la Statua sopra un grande masso, rotondeggiante, situato all’ingresso del cavo più grande e “promise che al prossimo viaggio si sarebbe fermato e avrebbe ripreso la Madonnina”. Dopo tre anni, navigando lungo la costiera tirrenica calabrese, infatti, fece scalo alla Marina d’Ajeta e salì alle grotte del Vingiolo: vi trovò costruiti una cappella, ove era custodita la Madonnina, e un altare. Un giovanetto raccontò di essere un pastore “miracolato” dalla Vergine della Grotta: era muto e avendo visto, il 14 agosto del 1326, sul masso “una bella Signora che gli aveva parlato” era corso ad Aieta, il centro più vicino, per cercare di “avvertire” quel popolo dell’incontro straordinario. Ma appena giunto in paese…gli era inspiegabilmente “apparsa” la voce e una folla festante si era diretta alle pendici del Vingiolo. Essendo risultati vani i tentativi di trasportare la statua dalla marina al paese, perché ogni volta la Vergine ritornava nel posto originario, si decise di lasciarla nella grotta. Da quell’anno in poi, ogni 15 di agosto, ricorrenza dell’Assunta, si “festeggiò” la Madonna di Praja d’Ajeta, poi di Praia a Mare. Forse, la Grotta di Praia, già prima dell’arrivo della Statua di Maria, era un luogo di incontro per i tanti eremiti della zona e potrebbe aver ospitato una “chiesa” e relativo monastero. La Cappella della Madonna della Grotta che, successivamente, diventerà Santuario e che ebbe forse anche il nome anche di “S. Maria della Grazia o delle Grazie”, fu per tutto il Medioevo di “patronato” dei signori di Ajeta, ultimi i marchesi Cosentino. Nel 1520, Leone X diede parere favorevole alla fondazione del Convento di S. Maria della Grotta di Aieta, di cui divenne “guardiano” Nicola de Loria, minore os-

servante. Mentre nel 1543 Papa Paolo III assegnò la stessa chiesa a Don Ranuccio de Natali e nel 1560 a Don Antonello Pagano. Don Tiberio Cosentino, che era stato procuratore di S. Maria della Grotta e, poi, arciprete a Lauria e infine Vescovo di Lavello, nel 1578 fece erigere nella grotta di Praia una cappella con il titolo di Madonna della Neve. Don Matteo Cosentino, vescovo di Anglona-Tursi nel 1667, era prima stato rettore della Chiesa di S. Maria della Grotta di Aieta, e, nel 1742, ne fu custode l’oblato Lorenzo Nappi, al quale seguì Giovanni Barletta e, nel 1749, ne fu “procuratore” il sacerdote don Scipione Bonadies. Probabilmente la denominazione di Santuario della Madonna della Grotta di Praja d’Ajeta si potrebbe far risalire al 1837e tre anni dopo vi era già una gradinata che agevolava l’accesso alla grotta dei visitatori e dei fedeli. Fu proprio in quegli anni che il vescovo di Cassano, mons. Michele Bombini, nominò Emanuele Lomonaco Cosentino amministratore del Santuario: si devono all’impegno di questo benemerito molte delle opere in muratura che ancora oggi si utilizzano (scale, mura di contenimento, ampliamento della chiesa, sacrestia, arredi per il culto, realizzazione di due stanze che saranno la prima casa del parroco, ecc.). Emanuele Lomonaco cessò di vivere nel 1860 e i cittadini, riconoscenti, nel 1861 posero al lato del portone d’entrata una lapide a futuro ricordo dell’opera svolta. Nel 1888 fu nominato amministratore della Grotta il Reverendo Don Nicola Moliterni che fece costruire un pregevole altare di marmo, con nicchia soprastante, e che avviò un comitato locale per la incoronazione della Statua della Madonna della Grotta. Mons. Antonio Maria Bonito, vescovo di Cassano dal 1899, dopo una visita in loco, nel 1902 decretò l’incoronazione: determinante per le successive decisioni vaticane in merito l’opera svolta dal cardinale Casimiro Gennari, originario di Maratea. La festa dell’Incoronazione si svolse il 14 ed il 15 di maggio del 1905 e Don Raffaele Giugni-Candia, che sarà il primo parroco della nascente parrocchia di S. Maria della Grotta di Praia, scrisse la “Novena alla Vergine SS. Della Grotta”. Le due corone d’oro, realizzate con il concorso di tutta la popolazione di Ajeta, Praja e paesi vicini, nonché di tanti emigrati, furono opera di Vincenzo Catello di Napoli. A Don Raffaele Giugni-Candia, subentrò il Rev. Don Domenico Petroni che ha guidato la Parrocchia fino al “passaggio” delle relative responsabilità, nel 1976, ai Figli di Maria, precisamente a padre Fausto Bartocci e a padre Michele Tomaiolo. Si ricordano, ovviamente, per l’opera svolta, tutti i padri che si sono succeduti in questi anni fino agli ultimi due: padre Mario e padre Vincenzo. Non si possono trascurare quanti, specialmente tra i religiosi, come per esempio i Padri Maristi, hanno contribuito, nel secondo dopoguerra, alla crescita spirituale della comunità locale: per tutti, si richiama alla memoria il ricordo di padre Mattesini. Coraggio, dunque, caro Don Franco Liporace: è necessario, urgente, indispensabile ritornare a “cercare” la Statua della Madonna della Grotta di Praia e che da lassù qualcuno assista e porti a felice conclusione questo percorso.

12 DA SAPRI A PAOLA GUIDA DA LEGGERE E CONSULTARE CON GRANDE ATTENZIONE ED INTERESSE

Alla presenza della stampa, dell’editore Falco, dell’assessore Giuseppe Forestieri, del presidente della Pro Loco di Scalea e del consorzio delle Pro Loco “Riviera dei Cedri, è stato presentato nella sala polifunzionale del comune di Scalea l’interessante guida turistica “Da Sapri a Paola”, luoghi da visitare e bellezze da scoprire, a cura di Gianfranco Cioni. La rivista, nelle sue 172 pagine illustrate tocca e spazia tra le regioni a confine di: Campania, Basilicata e Calabria. Un lavoro editoriale, quello di Cioni, sicuramente, impegnativo e di non facile realizzazione che, però, grazie ad una esplorazione e ad una ricerca minuziosa e certosina sui luoghi è stato possibile realizzare e diffondere. Il libro-guida alla scoperta della “Riviera dei Cedri” e dei peperoncini piccanti, parte da Sapri (Campania) soffermandosi sulla Spigolatrice e sul racconto della spedizione di Carlo Pisacane del 1857 nella città di Sapri che rievoca uno degli episodi risorgimentali che maggiormente suggestionarono l’animo e la fantasia popolare, per arrivare a Paola, città che ospita il Santuario di San Francesco, patrono della Calabria. Nel suo minuzioso e appassionante escursus informativo, Gianfranco Cioni dedica una pagina anche all’informazione calabrese citando tra i quattro giornali calabresi più presenti e conosciuti, il nostro Diogene fondato nel lontano 1947. Colpisce tra l’altro, una bella illustrazione grafica intitolata: “alla ricerca delle tipicità in Calabria” che mette in risalto il cedro di Santa Maria, il peperoncino di Diamante e dell’intera costa, la cicoria squisita delle nostre colline, il vino di Verbicaro e i fichi di Scalea e dei paesi vicini, la cipolla di Tropea e la varietà di pomidoro (tondo liscio, a grappolo, ciliegino, San Marzano, cuore di bue) e patate a pasta rossa e gialla della Sila, coltivati con grande maestria e accuratezza nel nostro circondario, l’ottimo e quasi niente acido olio extravergine di oliva del nostro falsopiano e tantissime altre delizie della terra. L’incontro culturale, alla presenza di un pubblico numeroso e attento, è stato coordinato e presentato da Antonello Grosso La Valle, attivo esponente delle Pro Loco del Cedro, sempre presente e sensibile a manifestazioni dove è possibile portare avanti e far conoscere sempre più i nostri magnifici e suggestivi luoghi, spesso, purtroppo, trascurati e poco pubblicizzati. Questo magazine illustra e racconta questo meridione d’Italia, ricco di colori, sapori, profumi, opere d’arte, monumenti, tradizioni, paesaggi e vedute che si animano e trasformano al contatto diretto in qualcosa di veramente unico e magico merita un’attenta esplorazione delle sue pagine per meglio capire i posti descritti (circa 50) ed avere così, un’infarinatura non di poco conto, una volta che, si decide di visitare questo straordinario paradiso naturalistico da scoprire e da scolpire indelebilmente nella mente. (N.M.)


Parola ai Lettori

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La posta di Nando Manco: diogenemoderno@yahoo.it Figlio della gallina bianca, Consigli gratuiti..., In nome e per conto della verità, Ielpa ordinato Diacono FIGLIO DELLA GALLINA BIANCA

Evidentemente…c’è chi può e chi non può! Una volta si diceva per rendere meglio l’idea: “figlio della gallina bianca o figlio della gallina nera”. A Scalea, l’assessore al commercio, Franco Galiano, pare che stia dando sostanza a queste frasi. E vengo al dunque. A Scalea, da due anni circa, è stata individuata l’area fiera alimentare, per intenderci quella che si trova ai piedi della Torre Talao (lato nord). Senza batter ciglio, gli ambulanti del posto, già dall’anno scorso, si sono accomodati disciplinatamente nella zona preposta a questo tipo di commercio. L’unico ambulante che già dall’anno scorso ha rumoreggiato e scalpitato, dando segni di impazienza, è stato quello del torrone: dovrebbe trattarsi di un siciliano che già da alcuni anni, in estate, mette tende a Scalea. Un anno fa, dopo una serie di “schermaglie” e di tergiversazioni con l’assessorato al commercio, si accontentò, alla fine, di spostarsi dalla sede storica (inizio Piazza Aldo Moro - Via Lido) in Corso Mediterraneo (piazzale ex “Bar Turista”), per sistemarsi poi a settembre nell’abituale sito vincendo a metà la sua battaglia. Quest’anno, pare che abbia vinto anche la guerra ritornando in pianta stabile nei pressi di Piazza Aldo Moro, tra i mugugni delle altre bancarelle alimentari. E ciliegina sulla torta, non contento, ha fatto l’en plein, ottenendo anche un postoparcheggio, permanente (notte e giorno) invasivo e brutto per un furgone-deposito rosso, “abbandonato” di fronte la sua bancarella di torrone.

Franco Russo

Dopo questa esposizione dei fatti, vorremmo chiedere all’assessore al commercio e a quello alla viabilità, il perché di questa macroscopica e ingiusta preferenza. Non è la prima volta che succedono fatti simili. Spiacevoli sia sotto l’aspetto decoroso che sottoforma di equità generale. Noi del Diogene, preventivamente, avevamo sollecitato Franco Galiano, assessore comunale, a far spostare, quantomeno, l’orrendo furgone rosso da uno dei posti più belli e frequentati di Scalea. La bancarella del torrone, abbellita decorosamente, in modo scenografico e caratteristico, tutto sommato, può inserirsi in un contesto artigianale tradizionale consolidato nel tempo, anche se i perché, per molti, restano… Ricordiamo che ad inizio del 2000, primo mandato Russo, il sito della bancarella del torrone, venuta da lontano, traballò varie volte perché non rientrava nei piani programmatici commerciali di quella maggioranza governativa ma che, alla fine, la perseveranza del titolare, di questi prodotti dolciari tipici, ebbe, non si sa come, la meglio su il gruppo dei contrari.

EUGENIO IELPA È STATO ORDINATO DIACONO PERMANENTE

Carissimi, con immensa gioia, vi annuncio che il Vescovo della Diocesi S. Marco-Scalea, Mons. Leonardo Bonanno, mi ha ordinato Diacono Permanente, insieme ad altri sei confratelli nella fede, il giorno 29 giugno scorso, presso la Cattedrale di San Marco Argentano. Sono certo che mi sosterrete con le vostre preghiere, affinchè riesca a servire il Signore, con spirito di carità. Con affetto. Eugenio Ielpa Con infinita gioia apprendiamo della nomina del nostro fraterno amico e socio Eugenio Ielpa, al quale facciamo i più sentiti auguri e al quale formuliamo tantissimi complimenti.

CONSIGLI GRATUITI DA ATTUARE Siamo dei cittadini e vorremmo fare qualche segnalazione riguardante alcune anomalie riscontrate sul nostro territorio sempre più abbandonato e maltrattato. I nostri “bravi” amministratori comunali dovrebbero darci delle risposte, soprattutto nei fatti, ai blocchi di eternit, di ingombranti, di erbacce e di cumuli di spazzatura che svettano lungo le vie principali di Scalea e del perché le ditte, impegnate a tali compiti, oltre a non espletare al meglio queste mansioni, percepiscono sempre più soldi, per poi, dopo poco tempo, lasciare, senza un motivo plausibile, i servizi e gli impegni assunti. Addirittura, da voci fuorvianti, pare che l’ultima ditta arrivata dovrebbe percepire il 40% in più della precedente. Naturalmente, più soldi, meno servizi…? Come stiamo accogliendo i villeggianti? Sembra di essere tornati agli anni ’80: zero differenziata. A proposito che fine hanno fatto i bidoni della differenziata? E il servizio porta a porta tanto sbandierato? Per non parlare della pulizia delle spiagge e del Centro storico ritornata al minimo storico. Bidoni inadeguati e puzzolenti vecchi e con su scritto nomi di altri comuni. Ma cosa sta succedendo? Ma ci troviamo a Scalea o in qualche posto sperduto e abbandonato del terzo mondo? Alla luce di tutti questi disservizi ci domandiamo ancora, ma dove vanno a finire i tanti quattrini pagati dagli scaleoti per avere in cambio una città decorosa? L’ultimo appalto prevedeva anche la pulizia di tutti gli immobili comunali da parte della ditta prescelta che doveva e poteva recuperare anche una notevole forza lavoro e dare così, un po’ di respiro a tante famiglie bisognose e in crisi. Chi coordina i servizi mostra tante anomalie e favoritismi lasciando forti dubbi di integrità morale per come viene condotto l’intero servizio per il mantenimento della nostra comunità, sia in centro che in periferia. Importanti strade cittadine come via B. Vergine del Carmelo, restano ancora, vergognosamente, chiuse al traffico, mentre via Covello, De Curtis (nei pressi del Liceo Scientifico) sono zeppe di ingombranti, di eternit e sporcizie varie. Così si presenta oggi Scalea: città moderna votata al turismo sempre più precario e discutibile. Speriamo di avere qualche risposta nel concreto e buone vacanze a tutti.

Un gruppo di cittadini in cerca di risposte

Certamente chi ha scritto queste cose è molto amareggiato e deluso per come viene gestito l’apparato pubblico a Scalea. I servizi sono carenti e non giocano a favore della città. Nell’accorata lettera traspare pure tanta rabbia per come sono gestite le ditte di servizio che con l’amministrazione Basile non trovano continuità e stabilità. Certo così non si può andare avanti e tante cose vanno riviste e messe su canali più giusti in modo da portare Scalea a livelli accettabili di vivibilità e civiltà.

L’avv. ANNA MANCO RISPONDE matrimonialista e specializzata in diritto di famiglia

Devo iniziare una separazione giudiziale e vorrei anche chiedere il risarcimento dei danni che mio marito mi ha provocato col suo comportamento assolutamente non corretto durante il nostro matrimonio . Posso richiedere ambedue le cose con uno stesso atto? Premetto innanzitutto che bisogna vedere in cosa consista questa condotta non proprio ortodossa di suo marito. Se, ad esempio, si tratta di un rapporto extra coniugale, questo non rientra tra le cause per cui potrebbe richiedersi il risarcimento dei danni. Le preciso che la Corte di Cassazione, con sentenza n. 8862 del 01.06.2012, ha stabilito che in una causa di separazione la pronuncia di addebito e quella di risarcimento del danno possono coesistere, “considerati i presupposti, i caratteri, le finalità radicalmente differenti”. Tuttavia, secondo la Cassazione, il risarcimento va chiesto non solo per la commissione di reati (e l’adulterio, come già specificato, dopo le note pronunce della Consulta non lo è più), ma anche per “la violazione dei diritti fondamentali della persona costituzionalmente garantiti… incidendo su beni essenziali della vita”. In questi casi (che integrano la violazione della privacy, salute, rapporti relazionali) via libera al risarcimento dei danni non patrimoniali.
Secondo il nuovo orientamento “rileva proprio la qualità di coniuge e la violazione di obblighi nascenti dal matrimonio che, da un lato è causa di intollerabilità della convivenza, giustificando la pronuncia di addebito, con gravi conseguenze, com’è noto, anche di natura patrimoniale, dall’altro, si configura come comportamento (doloso o colposo) che, incidendo su beni essenziali della vita, produce un danno ingiusto, con conseguente risarcimento, secondo lo schema generale della responsabilità civile”.

IN NOME E PER CONTO DELLA VERITÀ Ancora una volta il Sindaco e l’amministrazione hanno dimostrato la loro incapacità politica e la più assoluta miseria di idee, programmazione e gestione ordinaria della vita pubblica, ridotta ad una triste tutela di interessi privati dei propri assessori e consiglieri comunali. Il 12 luglio, nel pieno di una attività investigativa coordinata dall’antimafia di Catanzaro, probabilmente legata proprio alla necessità di far luce su detti interessi, il Sindaco ha convocato la Giunta Comunale (che da diversi mesi a questa parte risulta monca in ogni seduta) per destinare 9.000,00 euro complessivi alla nipote della Consigliera Riccetti, ossia alla solita Cooperativa “The Dream”, già beneficiaria di numerosi altri contributi economici, ed al collaboratore di Studio della Consigliera De Bonis, ossia alla associazione T.L.Bassi, pure questa già beneficiaria, circa un anno fa, di altri 5.000 euro. Alla Madonna del Carmelo, Patrona di tutta la Città, va la somma di Euro 8.000,00, mille in meno rispetto alle regalìe destinate, più o meno indirettamente, a persone riconducibili ai Consiglieri comunali. Sempre nella seduta del 12 luglio, il Sindaco ha regalato ad un’associazione di Benevento (!) la sede dell’ex Giudice di Pace, ossia la più ambita e quella potenzialmente più remunerativa: e invece di darla in fitto, in favore dell’Ente, ha scelto inopinatamente di darla in comodato gratuito a detta associazione. Sempre in questi giorni è stato deciso, dall’assessore ai LLPP, di concedere, nuovamente e con l’ennesima proroga in assenza di gara di appalto, il servizio spurgo. Sempre alla stessa ditta di Santa Maria del Cedro che dal 2010 ad oggi ha ricevuto ben oltre 50.000,00 euro, ossia il corrispettivo di un mezzo nuovo. Questa è l’idea degli interessi collettivi di questo Sindaco e (di metà) della sua Giunta. Poi non paga gli operai, non paga i dipendenti, non paga i fornitori (tra cui la Sorical), con la conseguenza che manca l’acqua in tutta la Città e dice che non ci sono soldi. Però poi approva ben 2 bilanci (consuntivi) con un avanzo di amministrazione di 52.000 euro, e regala i soldi pubblici nel modo vergognoso suesposto. Rivolgiamo infine un saluto e un pensiero carico di affetto ai 12 dipendenti della Censum, 12 capi famiglia che oggi si trovano senza lavoro per colpa di questo Sindaco ed un saluto agli operai dei servizi ambientali che hanno passato la festività della Madonna senza soldi e con 3 stipendi arretrati. A loro e a tutta la Città di Scalea, rimasta senz’acqua e col terrore di rivivere l’incubo - spazzatura di un anno fa, diciamo di stringere i denti un altro po’, anche perché da Catanzaro avremo presto notizie…

Gruppo Consiliare Scaleadesso

Questi provvedimenti economici restrittivi hanno colpito anche il nostro bravo collega Matteo Cava, già addetto stampa di Mario Russo e, a singhiozzo, dal marzo 2010, anche dell’amministrazione guidata da Basile, che pare ne abbia deciso, qualche giorno fa, l’accantonamento definitivo. A detta di Cava, pare che i motivi reali di questa epurazione vadano ricercati nella pubblicazione di un articolo da lui firmato legato alla pubblicazione della lunga e farraginosa indagine dei carabinieri effettuata su alcuni fascicoli “scottanti” che si trovavano all’interno del Palazzo di via Plinio il Vecchio. Speriamo che questi tagli diano gli effetti sperati e che portino nelle casse comunali una boccata di ossigeno, in modo da vedere al più presto sistemate arterie cittadine importanti come la più volta segnalata via Oreste Dito, diventata ormai quasi impraticabile e come la massacrata e pericolosa strada che porta alla zona PIP, raggiungibile ormai solo in elicottero. Apprendiamo però, che il posto dell’ormai ex addetto stampa, è stato ricoperto immediatamente da un altro collega che dovrebbe tramite il suo girnale online il nome di Scalea e che a farne le spese, con la scusa dei fantomatici tagli sia stato il solo Cava, l’unico e vero “tagliato” della situazione.


Le Vie del Gusto

Luglio - Agosto 2012

PANUOZZO E PEPERONCINO INSIEME APPASSIONATAMENTE Panuozzo e peperoncino stanno tracciando un percorso che dovrà portare lontano in un prossimo futuro. L’edizione 2012 del Panuozzo, infatti, si è avvalsa della grande collaborazione e dell’esperienza dell’Accademia del Peperoncino presieduta dal lungimirante giramondo prof. Enzo Monaco (nella foto) che crede fermamente a questo connubio e, in particolar modo, al cibo di strada che da un po’ di anni sta prendendo letteralmente piede, fino a diventare un trend, una moda che richiama e raggruppa persone di tutte le fasce di età e di ogni estrazione sociale. Le quattro giornate del “Panuozzo e Peperoncino” che hanno attirato un pubblico moderatamente numeroso, dal 19 al 22 luglio, puntualmente hanno viaggiato insieme presentando, agli intervenuti, oltre gli stand (una nota di rilievo meritano quelli, logicamente, con la colorata scenografia del peperoncino piccante calabrese, di prodotti tipici pugliesi e quelli di alta pasticceria siciliana di Castrofilippo (Ag), una vera attrazione per buongustai e golosi), attrazioni musicali e spettacoli vari, culminati con il clou di “Komikamente”, musica e cabaret direttamente da Zelig. Nelle quattro serate, hanno trovato il favore di un pubblico appassionato, attento e compiaciuto, le interessanti e mai scontate lezioni con protagonista, come da copione, il peperoncino. La prima, quella di apertura, nell’area servizio del ristorante “Metastasio” introdotta con dovizia di causa da Enzo Monaco, ha visto presentare, nella rubrica lezione di gusto, il peperoncino in cucina, chef Vincenzo Grisolia, in piatto Tapas e bruschette. Nella seconda si è parlato di come salare i cibi e sono state proposte Tartare con quattro tipi di sale. Nella terza, invece, è stato toccato l’argomento salute e i benefici che si possono trarre con l’introduzione del peperoncino in cucina. Ospite della serata il prof. Bruno Amantea, Università della Magna Grecia di Catanzaro. Nella quarta, quella conclusiva, l’instancabile esperto prof. Enzo Monaco ha ampiamente divagato sul Panuozzo illustrando alla perfezione le sue proprietà nutrizionali e di gusto, soffermandosi sulla lievitazione naturale, sulla doppia cottura e la farcitura che rendono eccellente ed estremamente gustoso e sfizioso questo alimento che nasce a Gragnano, per intenderci, la patria della pasta italiana nel mondo. Le varietà del panuozzo sono molteplici e spaziano da quello classico (pancetta e mozzarella) a quello all’arrabbiata (pancetta, mozzarella, pomodoro, funghi e peperoncino piccante) e, ancora, da quello alla “Ciccillo” (prosciutto crudo, provola, melanzane arrostite o a funghetto e salsiccia), fino ad arrivare a quota 9. Altre farciture sono: peperoni, crema ai 4 formaggi, porcini, rucola, pomodorini, scaglie di parmigiano, bietola, salame, chiodini, olive ecc. Logicamente, il prof. Monaco ha abbattuto

tutti gli steccati regionali e di campanile parlando di alimento mediterraneo diffuso da abbracciare ed accogliere perché la cucina oggi non conosce frontiere e l’esempio più lambante arriva proprio dal peperoncino che sta spopolando in tutto il mondo. Nel 2012, senza un’oculata e sapiente operazione di marketing, non si può parlare di gusto e maggiormente, di cucina. Quindi la strada intrapresa da Enzo Monaco è un bene per tutti e porta a certe contaminazioni culinarie e alimentari che possono espandersi a macchia d’olio, con tutte le positività che ne derivano, anche se, per portare questa manifestazione a grandi livelli, ci vorrà tempo, lavoro e pazienza. Un altro argomento toccato, da Monaco, è stato quello del cibo da strada, dove in Campania ha la sua forza con “il muso di maiale”, la pizza fritta e, appunto, “il panuozzo”. In Calabria e, in particolare a Scalea, come nel Lazio ed altre località del Centro, sta spopolando da un po’ di anni il panino riscaldato sulla piastra con la porchetta e la salsiccia, accompagnato, a scelta, da peperoni, zucchine e melanzane fritte, da peperoni e patate e da broccoletti al peperoncino piccante, da sott’oli ed altre specialità rigorosamente meridionali. A Scalea nell’area fiera alimentare, ai piedi di Torre Talao, puoi trovare davvero tutto, anche alici fritte, pizza e squisite frittelline di fiori di zucca, crespelle e gaimelle che possono essere accompagnate con vino rosso sfuso locale. Con 3 euro, vino e bevande escluse, puoi mangiare bene e al volo e proseguire la passeggiata-shopping morsicando…morsicando. Questa cucina di strada o cucina da campo, non deve scoraggiare e fare inquietare i ristoratori perché sono divagazioni culinarie esistenti in ogni regione d’Italia, in particolare all’estremo sud, principalmente, per una questione climatica (anche l’estero, nonostante il clima rigido, però, fa la sua parte) che risalgono a tempi remoti (a Scalea ad inizio degli anni’60 esistevano già i ristoranti ma anche le baracche coperte di lamiere dove si cucinavano trippa, spezzatino, soffritti di carne e interiori speziate “mazzacorde”) che, tutto sommato, si riallacciano a certe tradizioni. Ricordiamoci che mangiare è pur sempre una questione culturale, un’acquisizione…mangiando si impara! Il ristorante, la trattoria e tutto ciò che ne consegue, economicamente parlando, subiscono danni solo apparenti. L’offerta è varia ed ognuno può decidere come meglio crede, in base al gusto e alla tasca. Importante è regolamentare bene le cose e rispettare certe basilari forme d’igiene, spesso carenti. E poi, per dirla tutta, spesso il panino è uno sfizio di prima serata o di notte inoltrata, quindi, a completamento di serata o di nottata, si finisce quasi sistematicamente in un accogliente ristorante. Enzo Monaco, in conclusione, ha ringraziato e salutato i presenti per l’attenzione prestata nel corso di queste quattro serate dando appuntamento al “Peperoncino Festival” di Diamante che quest’anno festeggia 20 anni di passione (1992-2012) con una cinque giorni che va dal 5 al 9 settembre.

Consigliati dal Diogene Linguine con melanzane e pesce spada

Gr. 350 di linguine o taglierini; 2 melanzane, gr. 200 di pesce spada; in un’unica fetta; filetti di pomodoro freschi o pelati; aglio; origano; basilico; olio di frantoio; sale. Fate imbiondire l’aglio nell’olio, quindi toglietelo e versate le melanzane ed il pesce ridotti a dadi. Salate e dopo una decina di minuti completate con i pomodori. Spolverate di origano, insaporite con le foglie di basilico. Versate il tutto sulla pasta, cotta al dente in abbondante acqua salata; rimestate e servite con qualche altra foglia di basilico.

Tagliolini con la razza

Gr. 350 di tagliolini; gr. 200 di filetti di razza; aglio; prezzemolo; vino bianco secco; olio di frantoio; pepe bianco; sale. Spezzettate il pesce e passatelo in una padella con l’aglio e il prezzemolo grossolanamente tritato. Dopo 5 minuti sfumate con il vino ed eliminate l’aglio. A parte, cuocete la pasta al dente in abbondante acqua salata, scolatela e mantecatela con il pesce e il liquido di cottura. Macinate sul tutto il pepe e cospargete di prezzemolo crudo prima di servire.

Spaghetti alle verdure grigliate

Ingredienti per 4 Spaghetti, 300 gr; melanzana di media grandezza, 1; peperone giallo grosso, 1; pomodori maturi ma sodi, 2; timo, 3 rametti; aglio, 1 spicchio; olio d’oliva, 2 cucchiai; sale, pepe. Pulite le verdure, lavatele e asciugatele. Affettate sottilmente la melanzana a fette rotonde, le zucchine a fettine verticali e i pomodori a filetti. Eliminate i semi dei pomodori lasciando solo la polpa. Tagliate a metà il peperone, eliminate i semi e i filamenti bianchi interni, poi tagliatelo a falde di 1,5 cm di larghezza. Tritate finemente l’aglio sbucciato.

Fate grigliare le fette di melanzana, di zucchina, di peperone e di pomodori, su una piastra ondulata molto calda. Distribuita la verdura grigliata a raggiera su un piatto da portata, mescolando i diversi tipi, lasciando vuoto il centro del piatto. Salate. Fate lessare gli spaghetti in abbondante acqua bollente salata, poi scolateli al dente. In un tegame antiaderente fate scaldare l’olio con l’aglio tritato, versatevi dentro gli spaghetti, cospargeteli con foglioline di timo staccate dai rametti, e fate insaporire per 1 minuto, mescolando. Versate gli spaghetti al centro del piatto da portata e servite subito a tavola. Facile - preparazione 20 minuti + cottura 20 minuti = 40 minuti (calorie 353)

Baccalà alla griglia con peperoni

Gr. 500 di baccalà non eccessivamente spesso, già spugnato; 5-6 peperoni a cornetto; aglio; prezzemolo; olio di frantoio; sale. Cuocete alla griglia il baccalà, spellatelo, diliscatelo, sfaldatelo e mettetelo in una ciotola o in una insalatiera bagnandolo d’olio. A parte arrostite i peperoni, sempre alla griglia, puliteli, filettateli, quindi uniteli al baccalà. Salate moderatamente, aromatizzate con l’aglio e il prezzemolo, irrorate d’olio. Lasciatelo riposare convenientemente prima di servire.

Pesce spada alla bagnarese

4-6 fette di pesce spada; olive verdi snocciolate e capperi sotto aceto a piacere; succo di limone; prezzemolo; pepe nero; olio di frantoio; sale. Tritate olive, capperi, prezzemolo e distribuite il tutto sulle fettine di pesce spadadisposte in una teglia e preventivamente salate (con moderazione), pepate, bagnate di succo di limone, irrorate di poco olio. Passate in forno già caldo per una ventina di minuti.

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Risparmio Intelligente

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LAVATRICE: ASTUZIE PER SCEGLIERLA BENE E RIDURRE I CONSUMI di CHIARA CASABLANCA

Protagonista assoluta in casa, tra gli elettrodomestici, è certamente la lavatrice, responsabile però di bollette salatissime: il consumo elevato dipende soprattutto dal riscaldamento dell’acqua per il lavaggio. Solo una piccola percentuale serve ad azionare il motore: è opportuno, quindi, scegliere modelli che possano essere collegati direttamente all’acqua calda. L’alimentazione è fornita da pannelli solari? Ancora meglio: eliminando il riscaldamento elettrico si risparmia e si dimezzano i tempi di lavaggio. Con alcuni accorgimenti è possibile ottimizzare l’utilizzo della lavatrice, consumare meno energia e salvaguardare l’ambiente senza intaccare la qualità del bucato. Acquisto. Controllate sempre l’etichetta che attesta l’efficienza energetica. Prima si passava dalla classe G, meno performante, alla A (diventata oggi qualità standard). Esistono, infatti, nuove classi energetiche: A+, A++ e A+++. Quest’ultima promette una riduzione dei consumi elettrici del 30% rispetto ad una semplice classe A e del 60% rispetto a una classe C. L’etichetta è identica per tutti i paesi dell’Unione Europea e indica, inoltre, la capacità di carico in Kg., il consumo di energia e acqua all’anno, l’efficacia di asciugatura e le emissioni sonore (durante il funzionamento e in fase di centrifuga). Per orientarsi nella scelta della lavatrice ideale, comunque, ogni consumatore deve pensare a come e quanto utilizza effettivamente l’elettrodomestico, visto che i consumi dichiarati in etichetta sono il risultato di misu-

razioni scientifiche ma pur sempre generiche. Utilizzo. Attivate la lavatrice quasi a pieno carico, scegliendo accuratamente il programma di lavaggio, con preferenza per le basse temperature: il ciclo a 90° consuma il doppio rispetto ad uno di 40°, tenetene conto per il bucato frequente. Inoltre, fate attenzione al programma di mezzo lavaggio, perché riduce i consumi solo del 20% circa. Per alleggerire la bolletta cercate di concentrare i lavaggi di notte e imparate a dosare il detersivo in base alla durezza dell’acqua, per non sprecarlo e non rischiare di rendere difficoltoso il risciacquo. L’acqua di casa è troppo dura? Gli esperti consigliano di installare un addolcitore nelle tubature di adduzione: un piccolo investimento iniziale per risparmiare poi nel lungo periodo. Idee alternative. Abitate in condominio? C’è un modo per ridurre le spese di acquisto e manutenzione della lavatrice: acquistare uno o più apparecchi multiproprietà suddividendo il costo tra tutti i condomini che scelgono di avvalersene. In Francia è stata creata addirittura una rete, chiamata “La Machine du Voisin” organizzata come un social network, che offre a chiunque l’opportunità di cercare una “lavatrice in prestito”: grazie a un motore di ricerca e una mappa s’individua l’apparecchio più vicino a casa, si contatta il proprietario e si prende appuntamento per fare il bucato (con un costo che varia dai 2€ ai 6€). Chi voglia mettere a disposizione la propria lavatrice, può aprire un profilo personale, caricare la foto dell’elettrodomestico, indicare programmi e funzioni disponibili, specificare gli orari del servizio e il prezzo. L’era del collaborative consuption (= consumo condiviso) è arrivata: soluzione geniale, non trovate?

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16 OCCASIONE PERDUTA

La staffetta ciclistica “a Ruota Libera”, per ricordare il giudice Borsellino, è partita da Breno (Bs) e ha fatto tappa a Scalea, sabato 14 luglio, per concludersi, giorno 19, a Palermo. Organizzata dalla Polisportiva Disabili di Valcamonica e da LIBERA, la tappa a Scalea si è conclusa in serata nei pressi di Torre Talao. Alle ore 21.00, in Piazza Aldo Moro, “A RUOTA LIBERA… INCONTRIAMOCI”, dopo i saluti di rito del sindaco Pasquale Basile sono seguiti gli Interventi di Sabrina Garofalo, Tita Raffetti e degli atleti di “A Ruota Libera”, Angela Riccetti, Salvatore Colosimo. La manifestazione che ha lo scopo di ricordare tutte le vittime delle stragi mafiose del 1992, ha visto gli atleti della Polisportiva impegnarsi in una staffetta ciclistica che ha attraversato tutta l’Italia per concludersi a Palermo il 19 luglio, in occasione del 20° anniversario della strage di via D’Amelio, in cui morirono il giudice Borsellino e i suoi cinque agenti di scorta. Il percorso totale effettuato dai ciclisti disabili è stato di circa 1850 km. Ogni tappa ha oscillato tra i 140/170 km. La carovana, insieme alle associazioni locali dei sindacati e di tantissimi cittadini, ha percorso pure la strada per Capaci spaventoso scenario dove furono trucidati il giudice Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre uomini della scorta e fatto visita pure a Villagrazia di Carini dove una stele ricorda l’omicidio di Ida e Nino D’Agostino, i due giovani sposi ai quali è intitolato il Presidio di Libera Valcamonica, per arrivare a piedi, in bicicletta, in handibike o con qualunque mezzo, nei pressi dei “cento passi” che separano la casa di Peppino Impastato da quella del boss Tano Badalamenti. Gli atleti sono stati assistiti da 8 automezzi, tra camper e furgoni, da un medico ed un meccanico e da altre persone, ognuno con un preciso compito, in totale 24 partecipanti. I centri d’Italia toccati, oltre alla nostra Scalea, sono stati: Castiglione delle Stiviere; San Giovanni in Persiceto; Scandicci; Abbadia San Salvatore; Formello; Pomezia; Sessa Aurunca; Eboli; Scalea; Vibo Valentia; Milazzo; Pollina; Aspra; Palermo; Capaci e Villagrazia di CariniCinisi. Peccato che questa importantissima manifestazione, che poteva essere di grande richiamo, per turisti e gente del posto, sia passata quasi inosservata per la carente pubblicità e il mancato inserimento nel programma estivo 2012 che con l’annuncio del “20° Anniversario di fondazione della Polisportiva Disabili Valcamonica e del 20° anniversario della strage di Via D’Amelio” poteva essere impinguito e impreziosito per avere una valenza rilevante. Per capirci, una grande occasione perduta per fare da cassa di risonanza per la nostra Scalea che sta vivendo momenti non facili e felici turisticamente ed economicamente parlando.


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