2013 novembre dicembre

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Novembre • Dicembre 2013

il Giornale di Scalea fondato nel 1947 da Mario Manco

diogenemoderno@yahoo.it diretto da Nando Manco

esce quando può

i pazzi aprono le vie che poi percorrono i savi

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Periodico indipendente d’informazione, di approfondimento e opinione

Anno XVII • N° 6 Novembre • Dicembre 2013

GIUDA TORNA FINALMENTE IN LIBERTÀ! di Nando Manco

Dopo anni di appelli e denunce, sul nostro giornale, dopo essere riusciti a far liberare via dei Saraceni, non potevamo certamente fermarci di fronte alla “privatizzazione” di uno dei simboli della nostra millenaria città: la Torre di Giuda. Era la Torre “incancellata”, cioè messa sotto… custodia cautelare, e privatizzata assurdamente, prepotentemente ed egoisticamente,

con la complicità di amministratori e tecnici comunali, freddi e insensibili di fronte alla distruzione del territorio. Distruzione iniziata già da alcuni decenni, con le colate di calcestruzzo che hanno inondato spaventosamente ogni angolo, fino al Faro, al buio totale da oltre 30 anni, e appunto alla Torre di Giuda, un tempo di guardia, che dal nord dell’abitato domina il mare e guarda con tristezza e malinconia il castello e Scalea antica e moderna. (...) in seconda...

LA TORRE RICONQUISTATA di Bruna Condoleo

In località Petrosa, l’antica Torre, detta di Giuda, rappresenta da sempre uno dei simboli più conosciuti della ridente cittadina tirrenica, tan-

to che nei documenti pubblicitari vi si fa costante riferimento. Nella carto-guida edita dal Comune, qualche tempo fa, (...) in terza...

Facce di circostanze di Francesco Cirillo

LACRIME DI COCCODRILLO

Ruderi vegetali... di Gian Enrico Zamprotta

Dopo le ultime mareggiate, i politici nostrani si preparano a versare lacrime. Tortora Marina è stato il primo paese del nostro litorale ad esserne colpito, ed in misura minore lo sono stati anche altri centri della costa tirrenica. I porti sono stati chiusi per l’insabbiamento, a cominciare da quello di Campora San Giovanni, dichiarato pericoloso da un’ordinanza della Capitaneria di Porto di Vibo. È normale che, se non si corre seriamente ai ripari, arriveranno anche (...)

IN ATTESA DEL COLPO DI GRAZIA

È vero, la nostra Scalea è in continua evoluzione: quando sono arrivato in questa città, trentacinque anni fa, chi la amministrava promise che quella che, fino a qualche anno prima, era una cittadina dedita all’agricoltura e alla pesca e stava scoprendo una forte vocazione turistica, sarebbe divenuta simile alle più note e rinomate località della Costa Azzurra. Fu così che, in contemporanea con una diffusa “fioritura” di gru da cantiere, sbocciate sul fertile terreno della cementificazione, (...)

in quarta...

Stato di abbandono... di Giovanni Celico

LA MORTE DI UNA STRUTTURA E DI UN TERRITORIO

L’art. 32 della Costituzione italiana così recita: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività»: i costituenti misero, in tal modo, una “pietra” angolare sul diritto degli italici ad essere assistiti e curati…al meglio! Forse se si risvegliassero dal “sonno eterno” e potessero venire, per un breve tempo, sull’alto Tirreno cosentino resterebbero “basiti” dalla situazione in cui versa la sanità in questo martoriato (...)

in sesta...

in settima

LA SPECOLA • LA SPECOLA • LA SPECOLA • LA SPECOLA • LA SPECOLA • LA SPECOLA • LA SPECOLA • LA SPECOLA Ristorane • Pizzeria • Bar

Nel centro della Città, una sosta irrinunciabile dal 1979

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Novembre • Dicembre 2013

PRIMO PIANO

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GIUDA TORNA FINALMENTE IN LIBERTÀ! di Nando Manco

(...) Il rudere della Torre di Giuda, da alcuni anni, era appunto prigioniero di presunti proprietari che hanno mortificato un monumento che nelle loro mani era diventato un ricettacolo di pupazzi fiabeschi, giare, fioriere, addobbi ed altri volgari oggetti che con la storia di questo maestoso pezzo di Scalea non avevano alcuna affinità. Ora che finalmente è stata liberata e ripulita dal contorno di fetenzie varie e, soprattutto, dal blocco del cancello che la inibiva alla fruizione, di scaleoti e turisti, occorrerebbe un’adeguata e oculata opera di restauro e di messa in sicurezza, per evitare e scongiurare eventuali crolli (come avvenuto per la sottostante chiesetta di San Cataldo nel 2000) che, dopo tante lotte e battaglie, anche a colpi di carta bollata, per arrivare alla auspicata “liberazione” ed apertura al mondo, avrebbe sapore di ultima beffa… nonché di sfortuna. Luogo della vicenda è stato il villaggio “Le Terrazze 2” e gli attori sono stati l’avvocato Rocco Condoleo che da buon scaleota (con grande trasporto e amore, pur vivendo e lavorando da anni a Roma), si è interessato alla causa seguendo la questione giudiziaria con grandissima professionalità ed intensità (ricorrendo anche alle colonne del nostro Diogene con articoli fiume interessanti ed evocativi che hanno appassionato e coinvolto i nostri attenti e fedeli lettori) ed il mai domo e irriducibile dott. Luigi Amoroso che ha spinto energicamente ed in modo estenuante la spinosa vicenda verso la sospirata risoluzione. Una parte rilevante, dopo i poco edificanti fatti del 12 luglio 2013, l’ha avuta l’architetto comunale Giampietro D’Alessandro, scaleota verace e combattivo che si è impegnato allo spasimo, in prima persona, per “liberare” questa “parte” di storia cittadina culminata con la rimozione del 14 novembre 2013, data storica. Una svolta che potrebbe portare Scalea verso traguardi ambiti e, finalmente, darle il lustro che merita riscattandola e proiettandola verso il ruolo di città pilota e capofila dell’Alto Tirreno Cosentino, ruolo riconosciutole con rispetto e ammirazione anche dalle consorelle della costa. Un ringraziamento particolare, a nome di Scalea, va rivolto alle forze dell’ordine (alla Polizia Locale, con a capo l’istruttore direttivo Adriano Serra e l’agente Vito Di Serio, e alla preziosa presenza dell’Arma dei Carabinieri) che hanno garantito la demolizione dei corpi abusivi in cemento e la rimozione del grosso cancello senza intoppi, alle maestranze Comunali impiegate e al commissario Massimo Mariani. A questo punto, importante sarà non abbassare la guardia, nemmeno di un millimetro, di fronte a possibili e probabili ritorni di fiamma ed attacchi, per evitare colpi di scena che potrebbero dare vita, nuovamente, al vergognoso “Carcere di Giuda” che, per lunghi anni, ha segnato, insieme ad altri abusi e illegittimi appropriazioni, negativamente la nostra amata e purtroppo bistrattata Scalea. La cronaca, di giovedì 14 novembre 2013, racconta dell’abbattimento di quel cancello che simboleggiava una ennesima prepotenza e una vergogna cittadina. Una inferriata che impediva il libero accesso alla torre di guardia che domina la baia e che chiudeva una “proprietà privata”. La squadra dei dipendenti comunali (sotto l’oculata direzione del tecnico architetto Giampietro D’Alessandro che, dopo essere stato messo da parte, immeritatamente, per anni, con il collega ing. Pasquale Latella sta trovando in questi mesi, dopo la decapitazione della giunta Basile e di altri dipendenti comunali, in gran parte dell’ufficio tecnico, il riscatto che meritava) ha lavorato alacremente, per

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più di un’ora, abbattendo completamente la grossa ed ingombrante barriera metallica e parti in cemento che si frapponevano fra la strada ed il bene storico. La demolizione si rifà ad un’ordinanza del 2004 mai eseguita. Ora, con fermezza e decisione, si è voluto dar corso, finalmente, a quell’atto tanto atteso. Informalmente, si è appreso, dalla parte che difende il condominio, che l’ordinanza sarebbe stata superata dal Condono edilizio e che ci sarebbe un “presunto” danno ambientale da pagare… Una marcia indietro, in questo clima particolare, che, mai come adesso, potrebbe scatenare una giustificabile sommossa popolare verso i nemici di una Scalea stanca e troppe volte ferita e tramortita nel profondo dell’anima. Ma, oggi, pensiamo che il popolo scaleota abbia preso piena coscienza che la città è di chi la rispetta e la ama nel pieno rispetto delle regole più democratiche e civili e non di arruffoni pronti a tutto pur di fare i propri porci comodi a danno dell’ambiente, dell’arte, dei monumenti storici e dei beni patrimoniali. La Torre di guardia, detta di Giuda, per il tradimento di un guardiano che, all’inizio del secolo XVII, non avvertì il castello della presenza dei corsari che attaccarono Scalea cogliendola impreparata. Nonostante ciò, Scalea, pur avendo subito l’inaspettato e crudele saccheggio, riuscì, dopo aspra lotta, a respingere i saraceni. Dopo la battaglia, il guardiano traditore, cercato e preso, fu impiccato ad un albero. Da allora la torre fu detta Torre di Giuda. Questa, però, è la versione popolare. Mentre per altri, in particolar modo per gli storici, invece, è detta di Giuda perché era vicino al ghetto degli Ebrei. Infatti nei secoli scorsi le poche case che sorgevano all’inizio della piana della Petrosa, poco più in alto della Torre, erano abitate dagli Ebrei. In tempi più recenti, furono adibite ad ovili. Più tardi, furono distrutte per far posto alla costruzione del Faro, ora dismesso, accerchiato da volgarissime e brutte costruzioni che ne nascondono quasi totalmente la bellissima e particolare architettura. Ricordiamoci che simili opere, di testimonianza storica, non vanno recintate e sepolte (leggi Faro), dall’ingordigia di pochi privati, ma rese visibili ed accessibili a molti, perché la storia appartiene a tutti ed è di tutti. q

LIBERATA VIA DEI SARACENI

Il Diogene vince anche la battaglia per via dei Saraceni. Quando nel 1997 via dei Saraceni fu sbarrata con due enormi blocchi in cemento armato e un’inferriata mastodontica, degna di un carcere di massima sicurezza, si gridò allo scandalo. Ma chi ascoltava? Il Diogene Moderno, come succede in questi casi, fece sua la causa a favore della riapertura di questo importante tratto viario. «L’amministrazione di quel periodo, durante l’intero arco del suo mandato, ha umiliato e isolato un intero quartiere mettendolo, inoltre, in serio pericolo in caso di un qualsiasi immediato soccorso, specie in estate, spesso, sono state sfiorate risse furibonde per la difficoltà di parcheggio e manovre d’auto». Il prepotente sbarramento fu innalzato per non “disturbare” i proprietari del residence “Il Gabbiano” e “Parco degli Emiri”. Promotore di quell’azione fu l’amministratore delle citate costruzioni che, all’epoca, ricopriva la carica di consigliere comunale nel gruppo “Pezzotti”. Sollecitati fin dal primo giorno del loro insediamento da noi del Diogene, il Sindaco Russo e la sua Amministrazione si sono adoperati per far sì che questo importante tratto viario ritornasse in possesso del Comune di Scalea. Gli abitanti del posto hanno festeggiato la riapertura di via dei Saraceni con un “liberatorio” brindisi. (Diogene novembre 2001)

I BENEFICI DEL COMMISSARIAMENTO

È stato finalmente rimosso il cancello e il relativo cartello “proprietà privata” che impedivano l’accesso ad uno dei monumenti di Scalea: La Torre di Giuda. Simbolo di ingiustizia e tangibile segno di illegalità, la sottrazione del monumento alla collettività, ha trovato la fine giovedì 14 novembre 2013, quando le autorità hanno proceduto finalmente a far rimuovere le opere che impedivano l’accesso al monumento. I benefici del Commissariamento si producono giorno per giorno e, speriamo, possano ricondurci sulla strada di un paese civile e rispettoso delle leggi e dei diritti dei cittadini. VOGLIAMO UNA CATARSI! q Monica De Carlo

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PRIMO PIANO

LA TORRE RICONQUISTATA

di Bruna Condoleo (...) i ruderi della Torre, testimonianza di tanta storia passata, ricolma di fascino e di mistero, fanno bella mostra di sé. La Torre di Scalea è un tipo molto usato di torre di guardia del Castello, costruita probabilmente in età federiciana e concepita per la difesa della popolazione dalle incursioni saracene che minacciavano continuamente le coste calabre; essa, infatti, dominava la baia e in caso di attacco nemico poteva mettersi facilmente in comunicazione con il Castello e dare l’allarme. Di questa Torre la nostra Rivista, insieme al Diogene, si è ampiamente occupata per segnalazione di cittadini che ne hanno denunciato l’alienazione come bene pubblico e dunque quale Patrimonio culturale appartenente a tutti. La TORRE “RUBATA”, come si legge nella rubrica della Posta (Archivio, n° 30, ott/dic. 2011), è STATA ORA RESTITUITA finalmente alla comunità! A Scalea il rispetto della legalità comincia a dare i suoi buoni frutti! I cittadini e tutti i numerosi turisti che prima erano stati costretti a non poter più fruire da tempo dell’importante area archeologica della Torre di Giuda, ormai potranno recarsi direttamente a visitare lo storico e suggestivo sito, nonostante sia stato, in questi lunghi anni di coattivo abbandono, deturpato e danneggiato da persone irrispettose del luogo, e potranno anche ammirare lo splendido panorama che si affaccia sull’intero e grandioso Golfo di Policastro, da Palinuro a Maratea a Diamante! La rimozione-demolizione del vergognoso cancello, che abusivamente ne impediva a chiunque l’accesso, ordinata già dal lontanissimo anno 2004 con provvedimento sindacale, non fu poi mai inspiegabilmente eseguita per assurde e pretestuose scuse strumentali, avanzate incredibilmente da quello stesso Ufficio Tecnico che ne avrebbe dovuto curare direttamente l’esecuzione dei lavori, gestito da un personaggio, poi arrestato nell’operazione Plinius. Soltanto ora, con la nuova Amministrazione guidata dal Commissario Straordinario e da tecnici rispettosi della legalità, come l’arc. D’alessandro e l’ing. Latella, si è voluto dar corso a quell’atto di grande civiltà ed enorme spessore culturale per il nostro Paese, con la restituzione a tutti indistintamente della Torre! Riportiamo qui di seguito il pensiero dell’avv. Rocco Condoleo che da anni s’interessa della questione, anche come nativo di Scalea e appassionato custode delle sue testimonianze architettoniche. «Dalla parte di chi difende il

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Condominio che aveva “rubato” la Torre federiciana, é stata divulgata una paradossale e pretestuosa notizia, e cioè “che l’ordinanza sarebbe stata superata dal “Condono edilizio” e ci sarebbe un “presunto” danno ambientale da pagare”(?ndr). La risibile quanto preoccupante dichiarazione si commenta da sè! Come, infatti, può sostenersi che un “condono edilizio” potrebbe essere concesso su un manufatto abusivo costruito a ridosso di un Bene culturale e in un’area demaniale imprigionata di prepotenza all’interno di un’area privata, che ne ha impedito per anni e con danni incalcolabili il libero accesso ai visitatori? Gravissima poi è l’affermazione, sostenuta dallo stesso difensore del Condominio, “che ci sarebbe poi una sorta di sanatoria rilasciata dall’Ufficio tecnico del Comune”, perchè, se ciò fosse vero, sarebbe, tra l’altro, la prova provata di un “inciucio” intollerabile proprio di quello stesso Ufficio Tecnico che si astenne, fin dal 2004, senza alcun motivo legittimo, a curare la rimozione del vergognoso cancello! È inutile aggiungere che la suddetta inquietante notizia è destituita di ogni pur minima attendibilità e fondamento, specie in sede giudiziaria e amministrativa, e che personalmente, vista la sua gravità obiettiva, e l’arroganza con la quale è stata pronunciata, ho già provveduto a denunciarne il fatto alla competente Procura della Repubblica, per un migliore approfondimento circa le modalità sugli eventuali appoggi e interessati ritardi forniti alla mancata esecuzione della suddetta ordinanza di demolizione, cui non si è voluto soltanto dare, contrariamente alle normative vigenti, esecuzione in circa 10 anni! La questione non si chiude certamente senza conseguenze per chi ha sbagliato e perciò deve pagare!». La Redazione tutta della Rivista Arsetfuror.com, assieme al suo Direttore, esprime soddisfazione per la vittoria della legalità e del rispetto del Patrimonio archeologico della Regione, nonché per aver contribuito, nei limiti delle nostre possibilità, a portare a conoscenza dei lettori un problema importante e di pubblico interesse, risolto con successo. q dal 1950

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3 PERCIAVUTTI “SEPPELLITO” DAL TERREMOTO

Focus

di Francesca Bloise Quattro quartieri - Torretta, Costa, Capo lo Serro e Torretta - che fanno a gara per mostrare e far saggiare le loro migliori prelibatezze gastronomiche da gustare affianco al vino novello. La ricetta è semplice e la festa è, o meglio, era assicurata. Questa è da molti anni, ormai, per Mormanno, Perciavutti, il tradizionale appuntamento che fa rivivere un’antica tradizione secondo la quale si aspettava il giorno dell’Immacolata per recarsi nel “vuttaru” (locale tipico dove si tenevano le botti) per spillare il vino nuovo, accompagnandolo con taralli, noci, lupini, ecc. In prossimità delle feste natalizie ogni città è addobbata a festa, ma a Mormanno, si fa di più. L’Associazione Comunalia in collaborazione con l’Amministrazione comunale ha voluto riprendere proprio questo rituale, sapendo abbinare la promozione identitaria del borgo e il senso delle radici di un popolo passando attraverso l’incentivazione eno-gastronomica. Nel cuore del Pollino i rioni si colorano a festa dopo un lavoro di squadra di circa un mese, si aprono le abitazioni e gli scantinati di un tempo e li si addobba a festa impegnandosi per allestire nel modo più originale possibile la propria cantina, recuperando materiali e arnesi antichi. Tutto è pronto per accogliere i “pellegrini”. Calore dell’accoglienza calabra, cibi buoni e genuini, quelli dell’antica tradizione contadina accompagnati dall’ottimo vino, tanta buona musica (come quella di piazza con Eugenio Bennato e il suo Taranta power nel 2011, ma anche quella popolare suonata negli angoli delle stradine da suonatori locali) e il divertimento è assicurato. A guardare i numeri e le presenze degli ultimi anni, soprattutto dell’ultima edizione del 2011, c’è davvero da complimentarsi con l’intraprendenza dell’amministrazione Armentano che in tanti contesti ha saputo puntare e far rete e turismo promuovendo i tesori del nostro territorio. Perciavutti a Mormanno era un evento da non perdere, non ancora finito ci si dava già appuntamento all’anno prossimo per un evento semplice ma accattivante che ha radunato gente a più non posso dalla provincia e da mezza Italia. Il brusio della folla tra i vicoli restituiva un caleidoscopio di voci così diverse tra loro ma tutte unite nel segno delle antiche tradizioni. Però, da circa un anno, da quando quella scossa di magnitudo 5.3 del 26 ottobre 2012 ha cambiato completamente le loro vite, le location dei tipici vuttari si sono chiuse nel dicembre di due anni fa e non sono state più riaperte. Il colpo subito è stato lancinante e il dolore ancora “fresco” e troppo acuto ha lasciato solchi profondi. Ma oggi le cose sono cambiate, certo c’è ancora molto da fare, ma Mormanno sta ritornando a vivere. Molti siti classici delle cantine sono ancora pericolanti e non vi si può accedere ma questo non è un valido motivo per non andare avanti e fermare tutto. Il borgo è pieno di vicoli e anche cambiando le location Perciavutti sarebbe potuto ritornare in vita. Magari sarebbe stata un’edizione più frivola e concisa ma doveva esserci. Mormanno e i suoi abitanti hanno bisogno anche di questo, hano bisogno che si ritorni, come spesso viene detto, alla normalità, ma la normalità è anche questo! La normalità è anche ricordare e “celebrare” Perciavutti. q Specialità: il vero bocconotto di Mormanno

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LACRIME DI COCCODRILLO

di Francesco Cirillo

(...) qui le morti e le devastazioni per le prossime mareggiate e alluvioni. Preparatevi perciò, politici, ad essere immortalati davanti alle bare. Preparatevi a stringere le mani dei familiari e dei sopravvissuti alla prossima strage. Preparatevi ad arrivare puntuali ai prossimi funerali con le vostre scorte e le vostre auto blu. Preparatevi, truccatevi bene, fate le facce di circostanza quando sarete intervistati dal Tg3 calabrese, che non aspetta altro. Non preoccupatevi delle domande, saranno le stesse alle quali già altre volte avete risposto sapientemente. Preparatevi a dire che tutto non era prevedibile, che la montagna uccide, che il mare flagella le nostre case, che i fiumi sono assassini, che la pioggia adesso scende a bomba, che la gente non si premunisce con sacchetti di sabbia e altro. Avvertite i vescovi ed i preti delle vostre parrocchie, preparatevi con loro a benedire le salme ed a sorvolare con gli elicotteri le zone colpite insieme alla protezione civile. Noi già sappiamo dove avverranno. Già sappiamo dei lungomari distrutti, delle case allagate, dei terreni agricoli devastati dai fiumi, delle barche perse dai pescatori. Già sappiamo e lo ripetiamo oramai da anni, da decenni, da secoli, da millenni. Lo sappiamo non perché siamo scienziati o studiosi o ricercatori, ma semplicemente perché lo abbiamo letto nei racconti di fiumare di Corrado Alvaro, nelle storie di Saverio Strati, nei romanzi di Zanotti Bianco: da loro sappiamo che la nostra civiltà contadina si teneva lontana dai letti dei fiumi e dal mare, costruendo le abitazioni sulle colline, accudendo i boschi considerati sacri, zappando la terra e tenendola pulita, tagliando gli alberi solo quando era necessario. Le alluvioni in Calabria, così come le mareggiate, avvengono e avverranno per le speculazioni edili permesse ovunque, per i tagli indiscriminati di boschi interi, per i massi gettati a mare alla rinfusa, per le montagne spaccate dalle cave e dalle strade inutili di penetrazione. Non c’è alcuna manutenzione lungo le nostre strade, nessu-

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no più pulisce i canali o controlla i ponti, le gallerie, i valloni, le zone che sono state deturpate dai villaggi turistici costruiti da speculatori e ‘ndranghetisti ingordi. È una classe politica inetta ed affaristica che ha permesso tutto questo. Una classe politica che non ha fatto una sola legge a protezione delle nostre coste, dei fiumi e dei mari, e che ha permesso a chiunque di poter usare il nostro territorio, bene comune, per i propri affari. Affari sporchi, dai villaggi turistici agli albergoni, ai palazzi residenziali. Sono questi amministratori e funzionari dello stato, infilati dai politici negli uffici della regione, della provincia, negli uffici tecnici comunali, nelle soprintendenze, nei geni civili, nei geni marittimi, sono queste persone anonime che con un solo timbro approvano tagli, strade, porti, aviosuperfici, residence, resort, campeggi, stabilimenti balneari. Con un timbro sono state cancellate spiagge, boschi, aree verdi, finanche piazze, sono stati deviati corsi di fiumi, si sono allargate strade in modo scellerato e senza cognizione, lasciando il territorio devastato. Prepariamoci dunque al lutto. Perciò, politici, fate venire anche le vostre mogli coperte da una veletta nera e fatele stare molto sommesse, si riprenderanno presto con un bel week end a Sharm El Sheik. Preparatevi ai comunicati stampa, allertate non la protezione civile ma i vostri uffici stampa. Teneteli svegli 24 ore su 24, pronti, e voi tutti, politici e portaborse, preparate le solite lacrime di coccodrillo, quelle che tenete pronte per ogni occasione. Noi, di lacrime, di quelle vere, non ne abbiamo più. Le abbiamo già versate nei disastri passati. q

ZONE A RISCHIO PAI

(Piani di Assetto Idrogeologico) Zone franose: nelle adiacenze del Canale Basso (vallone via B.V. del Carmelo) Cristo Re: serbatoio idrico di Santa Caterina Santa Caterina/Via Neghelli: salita cavalcavia (ex ferrovia) Monticello: versante Canale Salegrino Aree a rischio (R3): Via B.V. del Carmelo (sponda a destra e sinistra Canale Salegrino) Zona Cimalonga Monticello: Cresta terminale di via Giuseppe Pezzotti Via Imparato versante Nord-Ovest. q

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ALLARME ROSSO I primi freddi e, sopratutto, i primi temporali violenti e costanti della terza settimana di novembre hanno provocato seri disagi ai cittadini. Una situazione territoriale drammatica con allagamenti di case, muri che si sono sgretolati con una facilità disarmante, canali in piena e tanto altro ancora. L’incuria, la negligenza dell’uomo, il non tempestivo intervento, hanno compromesso una situazione che in condizioni normali di emergenza non farebbe discutere. In via La Terza, nella zona alta del “Monticello” è crollato un muro di sostegno, ed alcune macchine sono rimaste pericolosamente in bilico. In questa zona franosa, dopo il crollo di una parte di una palazzina nei paraggi, avvenuta di recente, la paura torna a far capolino. In località Foresta momenti di panico per una famiglia di Scalea, costretta ad abbandonare l’abitazione perchè la pioggia ha letteralmente invaso e sovrastato il piano terra della costruzione. In questo caso, la famiglia danneggiata, ha puntato il dito sulla disorganizzazione dei soccorsi: Vigili del Fuoco, personale del Consorzio di Bonifica e Carabinieri, per il mancato tempestivo intervento. Nei pressi del Liceo Scientifico, copioso lo specchio d’acqua, in via Necco allagata la strada con diversi disagi per i residenti della zona. I canali sono saturi di elemeni naturali e non. Gli organi preposti per la pulizia dovrebbero garantire questo servizio, basilare per non peggiorare la situazione in casi del genere. Il mare agitato ha spinto la sua forza sino a via del Tirreno nei pressi dell’hotel Santa Caterina, senza considerare il peggiormento delle condizioni del manto stradale dopo la copiosa pioggia caduta in questi giorni. Insomma alle prime piogge, scatta l’ALLARME ROSSO. Ancora una volta, ancora di più, ci si sente vittime di un sistema insufficiente e pieno di inefficienze ed incognite. q


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PRIMO PIANO

A RISCHIO IDROGEOLOGICO 6.600 COMUNI

I dati raccolti dalla Forestale coincidono con quelli di Legambiente. Le regioni più esposte la Calabria, il Molise, la Basilicata, l’Umbria, la Valle d’Aosta, la provincia di Trento. E si continua a non spendere per la prevenzione. Il dramma dell’alluvione in Sardegna ricorda all’Italia la sua fragilità. È purtroppo soltanto in casi del genere che vengono ritirati fuori dati noti da tempo. Si “scopre” così che oltre 6.600 Comuni (l’82 per cento del totale) sono in aree ad elevato rischio idrogeologico, corrispondenti al 10 per cento della superficie della penisola. Il che significa che 5,8 milioni di italiani vivono in una situazione di potenziale pericolo. L’analisi è contenuta in un recente rapporto del Corpo forestale dello Stato ed è in linea con l’ultimo studio di Legambiente, realizzato insieme alla Protezione civile, in cui la fotografia del dissesto in Sardegna ci parla dell’81% dei Comuni (306 amministrazioni) a rischio, per 614 chilometri quadrati soggetti a frane ed esondazioni. Inoltre, con l’emergenza alluvione in Sardegna ritorna sotto i riflettori il tema della prevenzione e della difesa del suolo. Legambiente fa notare come in dieci anni in Italia sia raddoppiata l’area dei territori colpiti da alluvioni e frane, passando da una media di quattro a otto regioni all’anno. “Sono aumentate in modo esponenziale le concentrazioni di piogge” brevi e intense, le cosiddette “bombe d’acqua”. Eppure, «negli ultimi dieci anni abbiamo speso per la prevenzione due miliardi di euro», fa notare Legambiente. La stessa cifra è stata spesa negli ultimi tre anni per far fronte alle emergenze principali causate dal dissesto idrogeologico. Come se non bastasse, aggiunge Legambiente, nelle aree a rischio spesso si trovano anche abitazioni (85%), industrie (56%), hotel e negozi (26%), scuole e ospedali (20%). Per la Forestale negli ultimi anni c’è stato un aumento straordinario dei Comuni a rischio idrogeologico, soprattutto al sud, specialmente tra quelli più piccoli. Tra le cause che condizionano e amplificano il “rischio meteo-idrogeologico ed idraulico” c’è anche “l’azione dell’uomo”, con abbandono e degrado, cementificazione, consumo di suolo, abusivismo, disboscamento e incendi. Ma per la Forestale, «la causa principale è sicuramente la mancanza di una seria manutenzione ordinaria che è sempre più affidata ad interventi ‘urgenti’, spesso emergenziali, e non ad una organica politica di prevenzione».

sionati per eventuali portate di piena. È da verificare anche l’efficienza delle cunette (ad esempio in via V. Emanuele III e confluenti), preposte alla raccolta delle acque stradali. Più volte abbiamo visto fiumi d’acqua rivesarsi precipitosamente nel centro della strada proprio a causa di alcune cunette ostruite da passi carrai in cemento o altro ostacolo, principalmente, da griglie completamente otturate. Siamo certi che anche a Scalea il rischio idrogeologico sia incombente specie nelle zone collinari, dove l’alveo naturale dei fossi e dei canali ha subito profonde modificazioni, soprattutto, a causa dell’attività edilizia incontrollata. Nel nuovo P.R.G. del Comune di Scalea sono delimitate delle zone franose, instabili. L’instabilità dei terreni è in stretta correlazione con la circolazione e la regimazione delle acque. È probabile che la costruzione, in alcuni casi selvaggia, (ricordiamo le numerose domande di concessione in sanatoria per edifici abusivi) abbia stravolto tale circolazione. È tempo che i problemi relativi all’assetto ed alla stabilità del territorio siano affrontati con una serie di verifiche e di indagini, ad iniziare dall’accurata ricognizione dei corsi d’acqua riportati nelle mappe catastali e negli elenchi del Genio Civile. (Diogene ottobre 2000)

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26 FEBBRAIO 2007: LA FURIA DELL’ACQUA SI ABBATTE SU SCALEA #SPDIVSF t $BUBMPHIJ t -JTUJOJ t %ÏQMJBOU t -JCSJ t 3JWJTUF t 0QVTDPMJ .BOJGFTUJ t -PDBOEJOF t 1PTUFS Y t 7PMBOUJOJ t #JHMJFUUJ EB WJTJUB t #VTUF $BSUF *OUFTUBUF t 4DBUPMF GVTUFMMBUF QFS QSPEPUUJ t 4UBNQBUJ ýTDBMJ &UJDIFUUF WFSOJDJBUF F GVTUFMMBUF t 1BSUFDJQB[JPOJ OP[[F t 5JNCSJ 7FSOJDF 67 t 4UBNQB B DBMEP

Dopo la quarantennale cementificazione importanti corsi d’acqua sono stati soppressi.

(Diogene marzo-aprile 2007)

SCALEA È A RISCHIO ALLUVIONE?

Nel n° 4 del Diogene di maggio 1998, a pochi giorni della sciagura di Sarno ed altri comuni coinvolti nell’alluvione, segnalammo che anche a Scalea sussiste un tale pericolo. A causa della costruzione di palazzacci sul Monticello e su altre zone collinari sono stati ostruiti canaloni ed altri corsi d’acqua, indispensabili in caso di copiose e torrenziali piogge al deflusso delle acque verso il mare. Nuovamente, dopo la tragedia di Soverato, la Redazione del Diogene Moderno, particolarmente sensibile a tale problematica, ripropone il quesito: Scalea è a rischio alluvione? Negli anni ’50 dello scorso secolo, i torrenti “Salegrino” e quello della “Marina” causavano, con le loro piene, vasti allagamenti: ricordiamo quello di Piazza Caloprese quando l’acqua invase gli scantinati ed i locali a piano terra, provocando danni ingenti. Saremmo desiderosi di conoscere se questi ed altri canali, fossi, torrenti e forme (Tirello, Seccagno, Cornale ecc.) vengono periodicamente spurgati e puliti e, comunque, se di essi sia rimasto il letto naturale oppure sia stato sostituito da tubi e se questi, infine, siano stati correttamente dimen-

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Novembre • Dicembre 2013

PRIMO PIANO

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“MONUMENTI” IN ATTESA DEL COLPO DI GRAZIA di Gian Enrico Zamprotta

(...) moltissimi siti vennero arredati con bellissime palme, in prevalenza della varietà Phoenix Canariensis e Phoenix Dactilifera. L’effetto estetico iniziale fu di un piacevole impatto visivo: le palme prosperavano, la villa comunale ne fu saturata ed ogni angolo possibile, anche privato, fu decorato con queste esotiche cultivar. Giusto il tempo di farle crescere e raggiungere uno sviluppo tale per poterle immortalarle in migliaia di foto ricordo, fungere da sceneggiatura per filmati e cartoline, e la natura si è premurata di ricordarci che erano stati fatti i conti senza l’oste. L’invasione di un insetto proveniente dall’Asia, il Rhyciphorus Ferrugineus della famiglia dei Curculionidi, noto con il suo nome volgare di Punteruolo Rosso, ha attaccato le nostre belle palme riducendo i parchi e i giardini, di cui andavamo orgogliosi, all’aspetto di zone archeologiche: dove prima esistevano rigogliose piante “esotiche”, oggi si vedono i loro scheletri, simili a ruderi di antiche colonne

...dalla prima

con il capitello semidistrutto e in attesa del colpo di grazia del tempo. In ciò consisterebbe l’evoluzione di Scalea, da luogo emulo delle più rinomate località turistiche della Costa Azzurra, a fatiscente parco archeologico di ruderi vegetali che impotentemente grida aiuto contro la nostra improvvida ambizione. Eppure la zona in cui viviamo ha infinite varietà arboree che sono in grado di dare al paesaggio un tromp d’oeil veramente valido e di sicuro effetto cromatico e decorativo. Mi riferisco alla maestosa Quercia (quercus suber), regina fra gli alberi, al suo stretto parente, il Cerro (quercus cerris), al Leccio (quercus ilex), all’Ornello (fraxinus ornus), al multicolorato Corbezzolo (arbustus unedo), alla lussureggiante Mimosa (acacia dealbata), alle piumose Tamerici (tamarix gallica), al profumato Lauro (laurus nobilis), simbolo di purezza, all’utile e decorativo Carrubo (ceratonia siliqua), alla coloratissima Erica (erica arborea) e al meridionalissimo Mirto (myrthus communis) e… l’elenco potrebbe continuare ancora per moltissime altre varietà autoctone. Sono tutti alberi adatti all’arredo urbano che, in maggioranza, non perdono le foglie in autunno, evitando così dispendiose operazioni di raccolta e smaltimento del fogliame deciduo, fattore abbastanza importante per i tartassati bilanci dell’Amministrazione civica e per il decoro anche dei giardini privati. Se si optasse per simili soluzioni, oltre alle bellezze del panorama e del mare, offriremmo ai nostri visitatori anche lo spettacolo della natura vera delle nostre coste.

IL COMMISARIO MARIANI FA IL PUNTO...

Impegno dentro e fuori dal Comune. É questo ciò che chiede il commissario prefettizio di Scalea Massimo Mariani (nella foto). L’occasione per fare un po’ il punto della situazione è stata data dalla Santa Messa celebrata nella sede dell’Associazione Marinai d’Italia per Santa Barbara. Il commissario Mariani ha preannunciato fra le righe un inasprimento a livello fiscale, non stangate, ma la cinghia dovrà essere stretta. L’avvio della differenziata, inoltre, potrà garantire un miglior servizio per i cittadini visto che il Comune non incassa quanto ci si aspetterebbe. Il Commissario ha anche parlato di situazione economica “seria”. Bisognerà recuperare il terreno perduto ed i problemi sono seri e vanno affrontati. Le gravi difficoltà economiche dell’ente dovute alle gestioni precedenti, secondo il commissario prefettizio non aiutano alla soluzione dei problemi gestionali dell’Ente. (miocomune.it) N.d.R. Il commissario ci ha tranquillizzati e rasserenati parlandoci delle intenzioni di risolvere, seppur non definitivamente, la spinosa vicenda legata alla (1) strada comunale che porta alla zona PIP ed all’aviosuperficie, rattoppando da subito i crateri creatosi in modo da renderla, quantomeno, percorribile senza incorrere in possibili danni ai mezzi a motore, come succede già da qualche tempo. Inoltre, si è detto favorevole per trovare il modo più congeniale per lo spostamento della (2) pompa di carburanti che ricade in pieno centro. Altro punto da risolvere in modo definitivo, è quello

di trovare una sistemazione logica agli (3) ambulanti del panino con l’individuazione di una zona che potrebbe stare bene a loro ed ai fruitori, senza “danneggiamento” delle zone circostanti. Una soluzione possibile, potrebbe essere l’area (già in passato sperimentata) che si trova alle spalle del mercato alimentare di via Fiume Lao, a ridosso di corso Mediterraneo (zona sottostante di fronte la Playa). Altro nodo da sciogliere dopo l’avvenuto dissequestro, sarà quello della (4) piscina comunale rasa al suolo da una tremenda e fortissima tromba d’aria. E, ancora, con l’arrivo del 2014, l’importante tratto viario che congiunge (5) via della Repubblica con via Ruffillo (strada della stazione ferroviaria), lasciata a metà del guado dopo aver speso denaro pubblico. Con un piccolo sforzo si renderebbe un grandissimo servizio alla comunità (risparmio di tempo e carburante e, in particolar modo in estate, ingorghi brutti e pericolosi), opera che potrebbe andare a fare compagnia all’altra nevralgica ed indispensabile (6) via B.V. del Carmelo arrivata con i lavori quasi al traguardo finale. Infine, secca e definitiva risposta negativa riguardante (7) il Porto di Talao rigettato definitivamente anche dal TAR. Quindi dopo oltre 15 anni di attese e speranze, gli appassionati di mare, dopo l’addio definitivo, dovranno cercare, quantomeno, un altro sito ed aspettare, aspettare, aspettare, mentre le barche di comuni vicini, (vedi Maratea e Cetraro) continuano ad attraccare ed a partire. Dopo questo breve ma significativo incontro, con il commissario possiamo ritenerci moderatamente soddisfatti, se non altro per la disponibilità e la signorilità dimostrata dal dott. Massimo Mariani. Logicamente, se dovesse andar via Mariani, continueremo le nostre battaglie in favore di Scalea e del territorio, con chi verrà nominato al suo posto. q

È inutile rincorrere chimere e copiare situazioni ambientali che non ci appartengono o che fanno parte di culture diverse dalla nostra. Cercando di ricreare a Scalea il paesaggio di Nizza, Mentone od Orano, piuttosto quello delle Canarie o di qualche litorale portoghese, altro non facciamo che alimentare degli stereotipi. Riprendiamoci invece la nostra identità e cerchiamo di essere orgogliosi delle nostre origini, lasciando ad altri l’esotismo. Ora che abbiamo ricevuto il castigo per la nostra imprevidenza, cerchiamo di riqualificare il patrimonio verde pubblico e privato di Scalea. A proposito di riqualificazione poi, non va dimenticato che la lotta al punteruolo rosso è obbligatoria per legge ed è inserita al livello A2 nell’elenco stilato dalla EPPO (Organizzazione Europea Protezione Piante), mentre, al fine di prevenire il propagarsi delle infestazioni, un decreto ministeriale del 9/11/2007, pubblicato sulla G.U. Del 13.2.2008, obbliga i proprietari, Enti o privati cittadini, alla distruzione delle piante uccise dal coleottero, nel rispetto delle norme sullo smaltimento dei rifiuti, a pena di sanzioni anche pecuniarie. Perciò attiviamoci per evitare ulteriori danni, dove possibile, anche nei giardini privati, e torniamo alle nostre belle varietà arboree locali, presentando un biglietto da visita nostro e non di siti lontani. Pensate per esempio alle cartoline panoramiche che immortalano Napoli, nelle quali, in primo piano, compare da tempo immemorabile un meraviglioso Pino Marittimo sufficiente a farci intuire, immediatamente, il nome della città che rappresenta. q

VERSO IL PROCESSO PLINIUS

Il 12 dicembre c.a., presso il Tribunale di Paola, ha mosso i primi passi il processo, scaturito dall’operazione Plinius, 41 ordinanze di custodia cautelare, a carico di amministratori, all’epoca in carica, di funzionari e di esterni alla stessa amministrazione, che vede imputati, tra gli altri, l’ex sindaco del comune di Scalea, il dott. Pasquale Basile, e l’avv. Mario Nocito del foro di Paola, entrambi ancora in carcere, insieme a molti altri degli imputati, che furono colpiti da misure restrittive nell’estate del 2013. Sette degli imputati hanno scelto il rito abbreviato e l’udienza si è tenuta a Catanzaro il 13 dicembre c.a. Il comune di Scalea, retto attualmente da un Commissario Prefettizio, sembra orientato a costituirsi parte civile. Il 28 gennaio 2014, si ritorna in aula. q


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PRIMO PIANO

Salute

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LA MORTE DI UNA STRUTTURA E DI UN TERRITORIO ...dalla prima

di Giovanni Celico

(...) comprensorio: nessuno più tutela, strutturalmente, la salute degli “individui” e cura l’interesse degli “assistiti” della o delle “collettività” locali! Questa è la verità, nuda e cruda, che, nell’anno di grazia 2013, sperimentano sulla propria pelle le comunità di Tortora, Praia a Mare, Aieta, S. Nicola Arcella, Scalea, S. Domenica Talao, Papasidero, Santa Maria del Cedro, Grisolia, Maierà e anche Cirella e Diamante, oltre che i tanti insediamenti “alto-montani”, ricadenti sull’Appenino calabrolucano, che facevano comunque capo al nosocomio di Praia per la cura o la prima assistenza. Dopo quarant’anni tutto è terminato tutto è finito: ecco la realtà in bianco e nero che bisogna affrontare e digerire, giorno dopo giorno, dopo aver vissuto forse in un “quadro a colori”, dove i bambini venivano al mondo in un reparto apposito dell’ospedale di Praia e dove gli anziani erano curati al meglio, per patologie, anche le più complesse e difficili, (i “trasferimenti” della speranza erano pochi e ben circoscritti). Sul “nostro foglio”, di marzo-aprile 2012, denunciavamo con forza, ma con qualche residua speranza, oggi evaporata, “la lenta agonia di una struttura e di un territorio”, proprio ed anche in rapporto a quanto stava capitando nel comparto sanità su di un lembo di Calabria che viveva e vive una crisi enorme, che non ha termini di paragone nella sua più recente storia. I cittadini “nostrani”, per circoscrivere il problema in un ambito ben definibile, da Tortora a Scalea, hanno conosciuto e patito, dalla fine dell’ottocento e fino a dopo la seconda guerra mondiale, un consistente fenomeno migratorio: Aieta e Tortora, dal 1945 al 1955, hanno perso una parte consistente della popolazione attiva e giovanile che, insieme a quella praiese, scaleota e sannicolese, ha arricchito gli insediamenti, soprattutto d’oltre oceano, particolarmente quelli dell’ America del Sud (Argentina, Venezuela, Uruguay, Brasile). A Praia, con la nascita e l’affermarsi della piccola industria della lavorazione del crine vegetale, l’ “alfa”, e con l’incremento della “Viscido”, settore legname e derivati, la incidenza degli emigranti fu un po’ più contenuta (l’economia locale si basava anche su un numero consistente di addetti alle FF.SS., di carabinieri, finanzieri, ecc.). Il fenomeno migratorio, in tutta la conca del Noce e fino al Lao, rallentò o si fermò a partire dal 1954, grazie all’apertura, in quell’anno, delle fabbriche laniere a Maratea e a Praia a Mare, avviate per iniziativa dell’industriale biellese Rivetti: Praia che nel 1951 contava 1.919 abitanti salì a 3.029 nel 1961 e a 3.487 nel 1965! Sei anni dopo, nel 1961, fu costruito ed aperto, in contrada Falconara, tra Praia e Tortora, lo stabilimento tessile Lini & Lane ed entrarono in

funzione, in quello stesso posto, lo Stabilimento Elettromeccanico Calabro e, alla foce del Noce, la PA.MA.FI.: altri nuovi posti di lavoro e ricchezza, diretta ed indotta, per l’intero comprensorio. Non si può tacere, per onestà di cronaca, l’opera “politica”, attenta e lungimirante, portata avanti e con caparbietà, in quegli anni, da tutti “i partiti” allora esistenti. Alla fine degli anni sessanta, l’apertura di scuole di secondo grado (Liceo Scientifico a Scalea, Liceo Classico e sezione dell’Alberghiero a Praia) migliorò, sicuramente, il livello delle popolazioni giovanili, residenti e gravitanti intorno a questi centri. Il primo giugno del 1971, la popolazione praiese residente era di 4.327 abitanti, entrò in funzione l’Ospedale Civile Generale di Zona di Praia a Mare che colmò la grave lacuna di assistenza ospedaliera pubblica che, purtroppo, registrava l’alta costa tirrenica calabrese (una eccezione le “private” di Belvedere). L’Opera costò oltre 700 milioni di vecchie lire e fu a totale carico della Cassa per il Mezzogiorno, il progetto esecutivo, approvato con delibera del 30.9.1966, fu impegno degli ingegneri Leonardo e Luigi Musumeci di Roma: i lavori furono eseguiti dall’Impresa Valpadana Costruzioni S.p.A. di Piacenza. L’edificio sorse al cospetto del golfo, “sulla collina della Laccata, ad una altitudine di 150 metri sul livello del mare, vicino al centro abitato e isolato nello stesso tempo, in una zona lontana dai rumori della ferrovia, della strada nazionale 18 e della costruenda superstrada tirrenica, a diretto contatto con gli uliveti della zona”. L’Ospedale occupava un’area di circa 30.000 metri quadri, con una capacità di 180 posti letto, così suddivisi: 60 per medicina; 60 per chirurgia; 30 per ostetricia; 30 per pediatria, con annessi servizi di anestesia, rianimazione, radiologia, analisi e pronto soccorso e attrezzature, tra le più moderne, monitoraggio cardiaco per terapia intensiva, respiratori automatici per rianimazione, ventilatore elettrico per anestesia, elettrobisturi, diagnostica batteriologica, ecc. Interessanti, per l’azione curativa, seppur riflessa, gli impianti di segnalazione acusticoluminosa, radioaudizione, televisione, richiesta d’udienza, ricerca persone, nonché, tecnicamente avanzati, quelli telefonici, di riscaldamento, degli ascensori, dei parafulmini, ecc. Era stato previsto anche un reparto di ortopedia e un padiglione, completamente isolato, per una sezione “infettivi”, con 14 posti letto. Quel “servizio sanitario”, che vide la luce in quel lontano 1971, risolse il problema, sino allora drammatico, della sicurezza sociale e fu tanto più valido ed apprezzato in quanto sorse in uno dei pochi centri industrializzati della regione Calabria, oltre che importante stazione turistica: Praia! La distanza esistente tra Praia e Lagonegro, 34 chilometri, così come quella tra Praia e Lauria, 22 chilometri, e tra Praia e Napoli o Salerno, 160-220 chilometri, non fu più, sul versante della “sanità pubblica”, un problema: l’assistenza, qualificata,

si ebbe in loco da medici molto bravi e, fra gli altri e per tutti, ricordiamo Nino Contini (in una foto dell’epoca con un paziente), Marcello Florio, Serafino Molinari, Aldo Greco, ecc. Ora, dunque, per l’Ospedale di Praia, anche se i “proclami politici” non mancano (centro di prima assistenza, ecc.), si è di fronte ad una drammatica realtà: non vedrà mai più l’apertura e l’utilizzo nei termini e con le “qualifiche” che si sono sperimentate negli ultimi quaranta anni, ma “ridotto”, “ridimensionato”, “dequalificato”, ecc., pian piano conoscerà una lenta ma inarrestabile eclissi ed infine scomparirà (vorremmo tanto essere cattivi profeti). Una Giunta ed un Consiglio Regionali, con interessi, politico-elettorali, “convergenti” soprattutto su Reggio e Provincia, dovranno, prima o poi, dalle nostre popolazioni, essere posti difronte a responsabilità gravi, pesanti, precise: è tempo perciò di svegliare tutti e di svegliarsi, di impegnare tutti e di impegnarsi, di agire insomma tutti concordemente e almeno una volta per il bene comune e per la propria e per l’altrui salute! q

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Novembre • Dicembre 2013

“OSPEDALI RIUNITI DI PRAIA A MARE E SCALEA” Lungimirante risoluzione

Ricordiamo che le cittadine di Praia e Scalea, con le vicinissime comunità di Tortora, Aieta e San Nicola Arcella, racchiuse in un arco di pochissimi chilometri, percorribili agevolmente in una manciata di minuti, contano una popolazione complessiva di circa 30.000 abitanti ed hanno a disposizione due magnifici edifici “sanitari” che aspettano, come meritano, di essere utilizzati da polo ospedaliero di eccellenza. Per concretizzare questa ipotesi-progetto, che Diogene propone, esistono tutti i presupposti: il primo passo dovrebbe essere quello di coordinare le due strutture, costate centinaia di milioni di vecchie lire, che così potrebbero dare vita, con successo, come accade in moltissimi altri posti d’Italia, con le medesime caratteristiche, ad un nucleo che potrebbe prendere il nome di “Ospedali Riuniti di Praia a Mare e Scalea”, risolvendo così, per la gioia di tutti i calabresi dell’Alto cosentino, tantissimi problemi legati alla sanità pubblica. Ad esempio, ai molti pazienti provenienti dall’Alto Tirreno, un po’ da ogni parte, nei mesi invernali, si aggiungerebbe anche quella fetta importante di utenza “turistica” che, durante i mesi estivi, rappresenta nella generalità, la principale fonte di presenza sul territorio e quindi anche di guadagno nei diversi settori. Così facendo si potrebbe contribuire, per la parte relativa a questo non secondario aspetto, a rovesciare il trend negativo registrato negli ultimi anni, pure per mancanza o per il venir meno di servizi primari nella zona, invertendo o contribuendo ad invertire, così, il calo vertiginoso degli “arrivi” stagionali delle ultime boccheggianti estati! q

Salute 8 L’OSPEDALE DI SCALEA “MAI PARTITO”!

PRIMO PIANO

di Nando Manco Negli anni Sessanta dello scorso secolo, quando si cominciò a parlare di un ospedale da far sorgere nel territorio comunale di Scalea, si sognava di perseguire, con la realizzazione di quest’opera, tre importanti obiettivi, tutti prioritari per la vita della nostra comunità e dell’intero comprensorio e cioè: 1) garantire una struttura ospedaliera capace di soddisfare le esigenze della popolazione locale e di quelle limitrofe (allora non esisteva ancora l’ospedale civile di Praia a Mare); 2) alleviare la disoccupazione che, allora come adesso, era un problema avvertito; 3) contribuire a dare prestigio e lustro a Scalea, nonché ottenere i conseguenti benefici, per l’indotto che ne sarebbe derivato. Sono passati più di 50 anni, ma la struttura ospedaliera di Scalea è ancora incompleta e lo resterà, stando così le cose, purtroppo, per sempre... (Diogene dicembre 1996)

Pronti quasi due miliardi PRESTO UN CENTRO DI RIABILITAZIONE CON ANNESSA PISCINA

Dopo 40 anni di progetti, lotte, scontri, promesse e speranze, la struttura ubicata alla Petrosa, sorta originariamente per ospitare un presidio ospedaliere di tipo convenzionale, adesso dovrebbe essere prossima all’apertura. Ma, al contrario del progetto ideato ed in parte attuato moltissimi anni or sono, l’ipotesi concreta è che l’edificio sarà prossimamente adibito a Centro di Riabilitazione Diurna, con annessa piscina. (Diogene ottobre 2001)

RIPARTONO I LAVORI DELL’OSPEDALE: DIVENTERÀ UN CENTRO DI RIABILITAZIONE Nel novembre del 2002, dopo anni di vana attesa, iniziano finalmente i lavori di ultimazione dell’ospedale di Scalea, grazie all’opera dell’amministrazione comunale guidata da Mario Russo che si è prodigata affinché, riparando, in parte, ai guasti commessi in passato, venisse finalmente definito il trasferimento della struttura A.S.L. che si è deciso di riconvertire in Centro di Riabilitazione. (Diogene novembre 2002)

Inaugurata, a marzo del 2007, alla presenza di un nutrito pubblico, nell’A.S.P. di località Petrosa, al piano terra, l’area per la riabilitazione dei portatori di handicap dell’età evolutiva. Il sindaco Mario Russo si è detto soddisfatto per quanto fatto fino ad ora per la struttura sanitaria. «Già vederla aperta al pubblico, dopo quasi 40 anni dalla posa della prima pietra, pur con indirizzo diverso, è motivo di grande soddisfazione... «La mia pena, però - ha aggiunto Russo - è vedere chiusi, almeno per il momento, i tre piani superiori e il piano terra del nosocomio in disuso, anche se in tempi brevi potrebbero essere utilizzati come posti-letto per quei soggetti che hanno bisogno continuo della fisioterapia e che, inoltre, non possono muoversi e spostarsi con una certa facilità». Da voci trapelate, si è appreso che il poliambulatorio di Scalea, in tempi brevi, sarà potenziato con l’apertura di altri punti specialistici (diabetologia, cardiologia, endocrinologia, odontoiatria), assumendo così un ruolo sempre più importante, e così concorrere alla riduzione dell’ospedalizzazione. La nascente Unità Operativa di Neuropsichiatria dell’Età Evolutiva che abbraccia il settore della riabilitazione delle persone portatori di handicap fisici, psichici e sensoriali, segna un altro passo in avanti per l’intero territorio, che, per la sua posizione strategica, potrà avere un bacino d’utenza extraregionale. La vasta superficie, destinata alla palestra, è dotata di ambienti rispondenti ai più moderni standard igienico-sanitari con tre piscine per la terapia dei diversi tipi di malattia. In altri spazi, si effettuano trattamenti neuroriabilitativi e di psicomotricità individuali e di gruppo e, nei box adiacenti, di logopedia e di fisiochinesiterapia. L’équipe operativa di neuropsichiatria dell’età evolutiva è formata da un neuropsichiatra infantile, da uno psicologo, da due sociologi, da un assistente sociale e da personale tecnico di riabilitazione. Collaboreranno inoltre con il gruppolavoro un ortopedico, un fisiatra ed un neurologo. (Diogene maggio-giugno 2013)

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Novembre • Dicembre 2013

NEL CIRCONDARIO

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IL SIMBOLO DELLA PACE IN CALABRIA VIA L’ETICHETTA DI “TERRA DEI VELENI” SBARCA Gaetano Brancati Luigi ospite dei F.lli PROTAGONISTA ANCORA IL FIUME NOCE

L’Amministrazione Comunale di Tortora interviene sul sequestro preventivo dell’impianto di San Sago gestito dalla società Ecologica 2008. È stata la Guardia di finanza, nella giornata di ieri, ad eseguire l’atto disposto dal Giudice De Rose, per conto della Procura di Paola nei confronti della dirigenza dell’azienda che si occupa del trattamento di rifiuti liquidi pericolosi e non, in località San Sago. L’amministrazione, con una nota ufficiale: “Intende innanzitutto esprimere grande soddisfazione e tributare pubblicamente un plauso ai signori Procuratori di Paola e Lagonegro, titolari dell’inchiesta, nonchè ai Comandi e agli Agenti della Guardia di Finanza di Paola e di Cetraro che, con il contributo del nucleo Norm dei Carabinieri di Lagonegro, hanno portato a termine un’indagine paziente e capillare dalla quale sono emerse gravissime responsabilità in ambito ambientale, stante i reati contestati alla Società che gestisce il depuratore di San Sago. Ringrazia, poi, tutti i sindaci e le associazioni facenti parte del “Comitato per la Salvaguardia del Noce” che, insieme all’Amministrazione Comunale di Tortora, attraverso la promozione di numerosi incontri istituzionali e/o di piazza,

hanno più volte segnalato all’opinione pubblica, alle Forze dell’Ordine e agli Enti sovracomunali la cattiva gestione sia dell’impianto di compostaggio, sia dell’impianto di depurazione, ubicati in località San Sago di Tortora, di proprietà della Ditta Ecologica 2008 Srl e altri. Ringrazia, in particolare, l’associazione “Libera”, che ha sempre spalleggiato l’Amministrazione Comunale di Tortora, capeggiata dal sindaco Pasquale Lamboglia (nella foto) nel contrasto a quelle attività di compostaggio e di depurazione ora sotto sequestro e che, proprio in data 30 giugno scorso, ha organizzato insieme al “Comitato per la Salvaguardia del Noce” una manifestazione di protesta tenutasi in San Sago, di fronte agli impianti suddetti. È seguito a Tortora un Consiglio comunale straordinario, aperto alle Amministrazioni Comunali, alle Associazioni e ai liberi cittadini del comprensorio del Noce, al fine di proporre, alla luce degli ultimi (purtroppo di una lunga serie) accadimenti, ai Settori Ambiente della Provincia di Cosenza e della Regione Calabria, ognuno per la propria competenza, la richiesta di revoca immediata di tutte le autorizzazioni riguardanti le attività svolte negli impianti ubicati in località San Sago, auspicando che quel sito, già terra di alto valore ambientale (area Sic, per la parte che ricade nella Regione Basilicata) possa scrollarsi di dosso la triste etichetta di “terra dei veleni”. info@miocomune.it

SAN NICOLA ARCELLA, DEFINITA LA BOZZA DEL BILANCIO 2014

NON CI SARANNO AUMENTI

Già definita la bozza per il bilancio di previsione 2014. Prelievo tributario comunale fra i più bassi rispetto alla stragrande maggioranza dei Comuni turistici italiani. È quanto conferma in una nota il sindaco di San Nicola Arcella Barbara Mele (nella foto). La Giunta Comunale di San Nicola Arcella ha già definito la bozza di Bilancio di previsione per il 2014 e conta di approvarlo formalmente in Consiglio Comunale entro il mese di gennaio 2014. Per l’Imposta Unica Comunale Iuc, o cos’altro sarà deciso, continuerà a non subire variazioni la tassa relativa alla raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, mentre per i servizi indivisibili comunali sarà applicata la tariffa più bassa consentita dalla normativa nazionale. Per il Sistema Idrico Integrato non solo non si registreranno aumenti, ma sarà applicato il nuovo regolamento che prevede vantaggi per residenti e non, ed una più equa ripartizione dei costi del servizio.

«Sull’Imu - spiega il sindaco Barbara Mele - ci troviamo purtroppo in presenza di meccanismi relativi al Fondo di Solidarietà Comunale fortemente penalizzanti per il Comune di San Nicola Arcella che ci costringono a versare allo Stato centrale oltre 600.000,00 euro all’anno senza nulla ricevere dai trasferimenti nazionali. In sostanza, il prelievo sulle abitazioni secondarie, che a San Nicola Arcella rappresentano oltre l’80% delle unità immobiliari, va in gran parte a coprire il mancato introito tributario degli altri Comuni, a seguito dell’abolizione dell’Imu sulle abitazioni principali. Pur tuttavia, dati alla mano, possiamo affermare che i cittadini residenti ed i turisti che posseggono seconde case nel Comune di San Nicola Arcella, subiscono un prelievo tributario di gran lunga inferiore rispetto alla stragrande maggioranza degli altri Comuni turistici italiani. Per il 16 dicembre, scadenza prevista per il pagamento della maggiorazione Tares di competenza statale, nessun aumento è stato versato al Comune, poiché si è deciso di applicare le stesse tariffe Tarsu 2012 e di evitare addizionali sui 0,30 euro x mq». q

Pugliese dell’azienda Terre del Lao

L’inaugurazione del Marco da Paz ad Orsomarso ha creato un vero e proprio evento con una cornice internazionale composta dalla delegazione di brasiliani che hanno accompagnato l’ideatore Brancati in questo ritorno alle origini. L’iniziativa è stata portata avanti e realizzata in numerose città di tutto il mondo ed in Italia, il simbolo della Pace, trova dimora ad Assisi dal 13 novembre 2011. Una serie di attività correlate hanno fatto da sfondo allo sbarco del Marco da Paz anche nella nostra regione. Il consiglio comunale di Orsomarso, dopo un complesso iter, il 20 maggio del 2013, ha approvato la proposta, avviando la procedura per la realizzazione dell’opera e per l’organizzazione dell’evento del 9 e 10 novembre. Nella prima giornata si è anche tenuta la cerimonia di consegna del Premio Luigi Brancati “Pensieri, parole e immagini di Pace”. L’occasione è stata di rilevanza fondamentale per far conoscere le bellezze del territorio, le sue peculiarità e le prelibatezze che esso esprime attraverso i prodotti della Terra di Calabria. Così, dopo una degustazione di prodotti tipici presso “La Nuova Locanda di Mamma Ada”, Brancati e la delegazione di brasiliani hanno reso visita all’azienda Terre del Lao dei f.lli Pugliese. Le olive di Calabria ed il processo di lavorazione delle stesse sono state le attrattive per i visitatori che hanno poi avuto modo di degustare il sapore inconfondibile dell’olio extravergine di oliva. Scambi culturali, promozione della gastronomia locale, all’insegna della Pace e della fratellanza fra i popoli. scaleaweb.it


Novembre • Dicembre 2013

CONTINUANO I SUCCESSI AL GIARDINO ZEUS

ENTUSIASMANTE PRIMA DEDICATA AL TARTUFO

Dopo la riuscitissima festa Western, il “Centro Escursioni Quad Horse Ranch”, contrada Valline - Santa Domenica Talao, (a 5 minuti da Scalea), nel Giardino Zeus, alla presenza di un pubblico numeroso e divertito, nei giorni 16 e 17 novembre 2013 ha presentato, per la prima volta nella zona la prima “Festa del Tartufo Calabrese”, quello nero che si trova tra i comuni di Santa Domenica Talao e Scalea. La prima giornata prevedeva tra l’altro, dimostrazione e gara con cani da tartufo; apertura stands gastronomici e la proiezione del video “I tartufi di Calabria”. “L’autunno profuma di tartufo: dalla terra alla tavola”. Nella seconda giornata, iscrizione e gara di abilità per cane da tartufo; stands gastronomici ed una avvincente gara gastronomica, logicamente, a base di tartufo. I primi tre classificati sono stati votati e scelti da una giuria apposita capeggiata dallo chef internazionale Vincenzo Grisolia. Il primo premio se l’è aggiudicato il bravo e fantasioso Fabrizio De Crescenzo che ha presentato “Paccheri alla Ruggiero” con tartufo, da lui personalizzati straordinariamente; la seconda posizione è stata occupata da Teresa Lancellotta che ha preparato ottimamente “Fusilli con cipolla di tropea, guanciale e, logicamente tartufo”; il terzo premio è andato al simpatico e sempre presente Salvatore Monachello che si è dilettato con un gustoso “Scialatielli a base di carne tritata e tartufo”.

NELLA NOSTRA CITTÀ LA SPECOLA • LA SPECOLA • LA SPECOLA

SCALEA PERDE UN GRANDE PATRIMONIO VERDE

PISCINA COMUNALE (FINALMENTE DISSEQUESTRATA) A QUANDO LA RICOSTRUZIONE?

ATTENDE ANCORA RISOLUZIONE L’IMPORTANTE TRATTO VIARIO CHE CONGIUNGE VIA RUFFILLO CON VIALE DELLA REPUBBLICA

Prematura scomparsa

A fine ottobre, dopo un anno e mezzo di sofferenze, ha lasciato la vita terrena la dottoressa Anna Maria Salerno, consorte del dr. Mario Russo, ex sindaco di Scalea e attuale consigliere provinciale nonché esponente dell’Arpacal. Anna Maria aveva da poco compiuto 50 anni ed era una professionista e una donna realizzata. Dopo aver lavorato nella struttura sanitaria di Praia a Mare, da un po’ di tempo prestava servizio, come ginecologa, presso l’ospedale di Lagonegro (Pz) e, inoltre, aveva un suo frequentato studio in via Fiume Lao a Scalea. Di lei si era parlato nel 2010, quando, scaduti i due mandati naturali sindacali del marito, furono in molti a pronosticarla come possibile candidata alla poltrona di primo cittadino di Scalea. Ma si trattò solo di voci infondate... Per sua espressa volontà i funerali sono avvenuti in forma privata, a Roma, dove si è spenta ed è stata cremata. Le sue ceneri, come lei stessa ha chiesto, saranno disperse nel mare di Scalea, agli inizi dell’estate prossima, quando Mario metterà, col figlio Luca, la barca in mare drizzandola verso la destinazione a lei più cara, dove tanti bellissimi momenti di gioia avevano trascorso insieme. A distanza di un mese dalla dipartita, Mario Russo ha voluto ricordare la moglie con una solenne funzione religiosa, celebrata dal parroco ed amico don Giacomo Benvenuto, nella chiesa di San Nicola di Plateis, per l’occasione gremita da una folla commossa che, alla fine, si è intrattenuta per i saluti e l’abbraccio con un comprensibilmente provato Mario. A lui, amico di sempre, ed al figlio Luca va l’abbraccio forte del direttore e della redazione. q

Persona retta e corretta N Ap uov ert a ura

Dopo la premiazione, la serata è continuata con banchetto culinario e le ottime pizze preparate magistralmente da Franco, con fiumi di birra, vino e tanto divertimento. Ottima ancora una volta l’organizzazione del “Quad Horse Ranch” che non smette mai di stupire. E nel periodo natalizio si continua con l’entusiasmante ed appassionante “Festa del Cavallo”. q Il Giardino di Zeus - C.da Valline Santa Domenica Talao (a 5 minuti da Scalea). Cell. 335 6092689 - 389 0295554 www.quadhorseranch.it e.mail: capozzafrancesco@tiscali.it Segui tutto su facebook

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A novembre ci ha lasciati il signor Raffaele Sciannimanica, uomo retto e corretto, persona educata e precisa che aveva fatto del lavoro e della famiglia il suo credo. Proveniente dalla Puglia, sposato con la signora Fiorina Cotrone di Scalea, ha prestato servizio, fino all’età pensionistica, presso la sottostazione ferroviaria di via Tommaso Campanella a Scalea. Una volta raggiunta la pensione per sopraggiunti limiti di servizio, non è rimasto con le mani in mano e, infatti, con il figlio Guglielmo aveva aperto un laboratorio per la riparazione di elettrodomestici, attirando, grazie alla loro riconosciuta professionalità, clienti non solo di Scalea, ma anche dei paesi limitrofi. Il signor Sciannimanica, finché l’età glielo ha permesso, ha continuato a lavorare fino a quasi 90 anni. Da un po’ di tempo, a causa di una malattia invalidante, aveva lasciato, ritirandosi tra le mura domestiche. Amorevolmente assistito dai figli, se n’è andato alla soglia dei 100 anni. Ai figli Berto, Guglielmo, Vita ed in particolar modo al nostro fraterno amico e socio della prima ora Franco, vanno le più sentite condoglianze, da parte del direttore e della redazione del Diogene. q

diretto da Bruna Condoleo www.arsetfuror.com - redazione@arsetfuror.com Segreteria e pubblicità: Artes faveo fax: 06/33252518 - email: studio@artesfaveo.com

LEGGETE E DIFFONDETE

Direttore responsabile, Giovanni Celico Direttore editoriale, Nando Manco Impaginazione, Studio Grafico / La Poligrafica srl - Scalea (Cs) Segr. di redazione, Maria Cirimele - Biagio Moliterni Foto, Archivio Diogene - Renato Giordanelli - Daniele Arieta - Mimmo Pitasi Registrazione Tribunale di Paola n° 55 del 21/07/90 Mutamenti annotati il 24/02/97

Il presente numero viene chiuso in tipografia alle ore 23,30 del 12/12/2013


NELLA NOSTRA CITTĂ€

BATTESIMO

Il 28 ottobre 2013, circondata dall’affetto dei suoi cari, è stata battezzata nella monumentale chiesa di San Nicola in Plateis, la piccola Manila Manco, coccolata primogenita di Sonia Siciliano e Luca Manco, nata a Cetraro il 15 gennaio 2013. Alle rispettive famiglie Manco e Siciliano, in particolare al giovane nonno Franco Siciliano del rinomato caffè “La Dolce Isolaâ€?, nostro amico e socio della prima ora, vanno i piĂš sentiti e calorosi auguri da parte del direttore e della redazione del Diogene.

IL VECCHIO COMUNE

ALLE ASSOCIAZIONI

Il Commissario prefettizio, Massimo Mariani, con i poteri della Giunta ha affidato i locali di via Roma all’associazione sportiva amatoriale “Forze di polizia 2009. CittĂ di Scaleaâ€?, “Vespa club Scaleaâ€?, “Club auto d’epoca e moto retrò, Caesmâ€?. L’assegnazione è in comodato gratuito ed è regolata da una convenzione che le varie associazioni hanno firmato. L’ente, ricorda, che potrĂ in ogni momento chiedere la restituzione dei locali per eventuali sopravvenute esigenze pubbliche. L’associazione si impegna a svolgere in favore del Comune e della collettivitĂ , annualmente, almeno due manifestazioni sportive e di beneficenza. Tale ha effetti sulla prosecuzione dell’uso in (clausola )*+, , )-+, ) comodato gratuito dei locali. Le associazioni de vono contribuire con una spesa forfettaria annuale di cento euro alle spese di energia elettrica; e con propri mezzi alla pulizia dei locali. "' ( info@miocomune.it

Circondata dall’affetto amorevole e gioioso di mamma Giovanna Arcuri, di papĂ Francesco Spagnolo e della sorellina Margherita, è venuta alla luce, il 17 settembre 2013, a Roma, la bellissima Natalia. Al nostro carissimo amico e socio Francesco, alla moglie Giovanna e all’intera famiglia vanno i piĂš sentiti auguri da parte del Direttore e della Redazione del Diogene.

FIOCCO ROSA

Il 22 ottobre 2013, presso l’UniversitĂ della Calabria, si è brillantemente laureata in Scienze Turistiche, Martika Lombardo, figlia del nostro amico e socio Romano Lombardo. La tesi presentata dalla neo dottoressa si intitolava: Tutela del turista consumatore, il risarcimento del danno ed il caso della “Costa Concordiaâ€? Relatore: Prof. Francesco Torchia I genitori Romano Lombardo e Monica Corbelli e le sorelle Taryn e Nhaila, augurano alla bella, simpatica e brava Martika un mondo di bene e soddisfazioni per un futuro denso di gratificazioni. A loro si unisce il direttore e la redazione del Diogene che non possono esimersi dall’ augurare a Martika successo e gioie sempre piĂš in crescendo.

La nascente Associazione Culturale L’Altra Casa ha promosso ed organizzto in occasione delle festivitĂ natalizie, presso i locali della Biblioteca comunale di Scalea, in Piazza De Palma, a partire dal prossimo 21 Dicembre 2013 fino al 4 Gennaio 2014, la prima edizione del Concorso fotografico: “Fotografia d’Invernoâ€?. Il suddetto concorso, pubblicato sulla pagina web: associazionelaltracasa.blogspot.it e patrocinato dal Comune di Scalea, è la prima manifestazione che l’Associazione organizza nell’ambito della convenzione che ha firmato con l’Amministrazione Comunale. Tale convenzione ha come obiettivo il rilancio della biblioteca, attraverso attivitĂ culturali atte ad aumentarne la visibilitĂ ed a migliorarne la fruibilitĂ . A tale proposito sarĂ aggiornato il catalogo del patrimonio librario attraverso l’utilizzo di moderni programmi informatici con il fine di rientrare nel portale telematico SBR -Sistema Bibliotecario Regionale - al quale è stata giĂ inoltrata la richiesta. q Alfonso Adrianopoli: componente del direttivo e Nicola Viceconte: Presidente dell’Associazione Culturale L’Altra Casa

COMPLIMENTI MARTIKA

Noi

LAUREA

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PARTE CON BUONI PROPOSITI L’ALTRA CASA

Novembre • Dicembre 2013

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ESPORTIAMO VANDALISMO E INCIVILTĂ€ ANCHE ALTROVE...

A fine novembre, un giovane della vicina Belvedere, ventiquattrenne, è stato denunciato dai carabinieri per aver danneggiato la cabina telefonica di via Ugo Bassi a Bologna. La cornetta è andata in mille pezzi e la scena è stata vista da una passante che ha subito avvisato le forze dell’ordine. Secondo la versione del giovane del Tirreno, la macchinetta non aveva restituito la monetina da cinquanta centesimi. Il calabrese era in evidente stato di ebbrezza ed ha confessato ai carabinieri di aver spaccato la cornetta telefonica perchĂŠ al termine della telefonata non aveva ricevuto i 50 centesimi di resto. Ăˆ stato denunciato per danneggiamento.

Anche a Scalea e in tutta la zona costiera, ormai sono diventati incontrollabili e tantissimi gli atti vandalici nei confronti di segnaletica stradale, della pubblica illuminazione, di panchine in cemento, legno e ferro zincato, di muri pubblici e privati, di portici e del patrimonio in generale (a Scalea, qualche anno fa sono state danneggiate e sfregiate, addirittura, le poltroncine rosse della sala polifunzionale). Una vera e propria guerriglia “metropolitanaâ€? che non lascia tregua. Nella nostra villa comunale per frenare questo “trendâ€? dilagante balordo e violento, qualche tempo fa sono state installate delle telecamere costate una barca di soldi (visto i risultati‌ era meglio forse, com’è in uso nella stragrande maggioranza dei parchi e delle ville comunali italiani, recintare con muretti e ringhiere di metallo architettonicamente conformi all’ambiente circostante, con all’ingresso le modalitĂ comportamentali e gli orari di apertura e chiusura. Il sindaco di Salerno De Luca, ultimamente ha lanciato una spietata e dura “campagna cafoni zeroâ€?, logicamente a tolleranza zero per chi imbratta e danneggia la cittĂ in modo gratuito e scelleratamente. q

MONACHELLO NEL MAESTOSO EX PALAZZO CIALLI-MEZZAROMA ACCENDE LE LUCI DEL NATALE SU SCALEA

Via dei Sibariti, 23 Tel/Fax: 0985 920534

ABBIGLIAMENTOUOMO

C.da Petrosa snc - 87029 Scalea (CS) Telefono: 0985 91904 • Mobile: 346 0941812

Via M. Bianchi, 41 Scalea


STORIA E CULTURA

Novembre • Dicembre 2013

A VENTISEI ANNI DALLA MORTE

UN RICORDO DI CARMINE MANCO

di Giovanni Celico e Nando Manco Carmelo Francesco Virgilio Manco, comunemente Carmine (per meglio distinguerlo dalla sfilza dei Carmelo Manco di Scalea), maggiore di tre figli maschi, nacque a Scalea il 27.10.1939 da Francesco e Immacolata Calvano e trascorse gli anni dell’infanzia sulle rive del Tirreno cosentino, frequentando le scuole elementari nella comunità natale. Nel novembre del 1956, a soli 17 anni, dopo aver preso la qualifica di “impiegato agricolo”, emigrò in Colombia per raggiungere alcuni parenti, di parte materna, che, con molti altri scaleoti, già da diversi anni, si erano stabiliti a Fundacion, sulla costa atlantica, e lì esercitò la professione di commerciante in società con uno zio. A Fundacion seguì, in strutture didattiche private, corsi per l’apprendimento della lingua castigliana e, con un cugino, incominciò a collaborare con il periodico “El Informador”, edito in Santa Marta. Nel 1960 pubblicò, sulla rivista bimestrale “Colombo-Italiana”, che usciva a Bogotà, diretta da Antonio Schembri, un articolo, in castigliano, dal titolo “Scalea Pueblo Millenario de Calabria”. Rientrato, nel 1964, in Calabria continuò a coltivare la “ricerca delle patrie memorie”, una passione che lo accompagnò per tutta l’esistenza, e che gli consentì, nel 1969, grazie anche alle ottime illuminazioni e allo sprono del sempre lungimirante fondatore del Diogene Mario Manco, di pubblicare la sua prima opera Scalea prima e dopo. Cenni storici. Dal 1969 al 1973 fu corrispondente dell’agenzia ANSA per la zona dell’alto Tirreno calabrese e, nello stesso periodo, collaborò al settimanale cosentino “Parole di Vita”, proseguendo con il quindicinale “Gazzettino del Crati”, con il mensile “Rinascita Sud” e, dal 1976, con “Calabria Letteraria” e “Studi Meridionali”.

Innamorato della sua Scalea, fu consigliere comunale dal 1970 al 1975, si adoperò per far sorgere alcune tra le più prestigiose organizzazioni culturali e turistiche locali, quali l’Archeoclub, la Pro Loco, il Centro Sudi “Attilio Pepe”, non trascurando mai lo “scavo” e l’acquisizione di utili notizie per una storia, la più completa possibile, della sua patria. Tantissimi gli studi, alcuni veramente apprezzabili, anche solo avviati, su personaggi o su periodi, come quello dell’insediamento dei basiliani nella zona del Mercurion, che avevano colpito la sua attenzione di infaticabile ricercatore. Si deve all’opera di Carmine Manco la “riscoperta” e la rivalorizzazione di tantissimi “monumenti” che, altrimenti, avrebbero rischiato di essere del tutto dimenticati: la chiesetta dell’ospedale, la chiesa di San Pietro de Grasso, la Torre di Giuda. Seguendo le orme di Attilio Pepe, Carmine Manco, insomma, consacrò la sua esistenza a Scalea, alla sua millenaria epopea, ai personaggi, grandi e piccoli, che ne avevano segnato il tempo, che ne avevano marcato gli avvenimenti più significati, consegnando alle generazioni contemporanee e a quelle future un patrimonio di conoscenze notevoli, da poco, peraltro, egregiamente pubblicato, sia sul versante dei lavori editi che su quello dei lavori inediti, a cura di Alfonso Mirto. Carmine Manco, nonostante l’impegno lavorativo che prestava assiduamente nella sua assortita azienda alimentare, riuscì anche a ricoprire con tanto impegno e passione, la carica di presidente della Pro Loco che con lui raggiunse il periodo di maggior splendore: come dimenticare il “Museo di arte e mestieri contadini e marinari” (poi andato perso dopo la sua dipartita), le feste culturali a tema (su tutte il palio di Santa Lucia), i gemellaggi con altre regioni e le tante rassegne che tanto hanno fatto crescere la nostra Scalea. Carmine Manco è morto a Pavia il 5 settembre del 1987, compianto da tutti i suoi concittadini e da quanti ne apprezzavano ingegno, serietà e lealtà. q

IL PALAZZO DEI PRINCIPI OGGETTO DI STUDI DA PARTE DI ARCHITETTI DELL’UNIVERSITÀ MEDITERRANEA DI REGGIO CALABRIA

Valorizzare il patrimonio storico e culturale dovrebbe rappresentare una base per sviluppare il turismo in più ambiti, allargando l’offerta e, di conseguenza, puntando ad un turismo presente in più mesi dell’anno. Un aspetto che la gestione commissariale del Comune di Scalea ha dimostrato di voler perseguire con grande determinazione. L’ultimo segnale in tal senso giunge dalla deliberazione n° 143 del 15 novembre scorso del Commissario dott. Massimo Mariani relativa all’attività di studio e rilievo architettonico su Palazzo dei Principi di Scalea. Partendo dal presupposto che nella cittadina tirrenica ha sede l’Ufficio Territoriale Alto Tirreno Soprintendenza per i beni Archeologici della Calabria ed è ormai consolidata la sinergia tra questa ed il Comune, sia in ambiti di tutela che di valorizzazione dei beni quali strumenti per incentivare lo sviluppo turistico di Scalea, e che tra i tanti beni di elevato pregio storico-artistico presenti nel territorio comunale spicca il Palazzo dei Principi, attualmente in restauro, che ospita la sede della Biblioteca comunale e dell’Ufficio Turistico, e che rappresenta l’accesso al bellissimo e caratteristico centro storico, si è decisi di intraprendere azioni volte ad ar-

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ITALIA: “DISNEYLAND DELL’ARTE”! a cura di Artemisia

La politica non finisce mai di stupirci in senso negativo, ma quello che si sta attuando nelle scuole ai danni di una cultura bimillenaria, per la La politica non finisce mai di stupirci in senso negativo, ma quello che si sta attuando nelle scuole ai danni di una cultura bimillenaria per la quale siamo sempre stati per decine e decine di secoli un faro per l’umanità, mi riferisco alla storia dell’arte, non ha paragoni! La Nazione che detiene il primato per possesso di un patrimonio artistico di valore inestimabile per quantità e qualità, si permette di diminuire nella scuola la presenza della disciplina “Storia dell’arte”, già divenuta esigua nei diversi indirizzi scolastici. Sparita dai ginnasi e ristretta in altri tipi di scuole su decisione dell’ex Ministro della Pubblica Istruzione, Mariastella Gelmini nel 2009, anche nell’attuale Governo lo studio dell’arte non ha purtroppo smesso di essere considerato un ingombrante accessorio. Del resto il degrado che ha subito il ruolo del nostro patrimonio artistico nella coscienza collettiva è imputabile in gran parte alla miopia e all’ignoranza delle classi dirigenti! È vero che grandi numeri di persone visitano le mostre temporanee, ma con quale consapevolezza e con quale atteggiamento conoscitivo? Ormai la visita alle mostre è diventata una moda, alquanto costosa peraltro, di cui la maggior parte della gente ignora quasi tutto, sia il significato delle opere esposte, sia la personalità degli artisti. Lo studio dell’arte è invece alla base di qualsiasi rinascita della conoscenza: esso fa parte di una formazione globale che include tutte le discipline: la storia, la letteratura, la filosofia, il pensiero scientifico, la psicologia, il diritto. La storia dell’arte non insegna soltanto l’apprezzamento del Bello, ma è consapevolezza culturale, senso civico, comprensione e rispetto del valore storico e territoriale del nostro passato, senza il quale non vi può essere futuro. q

ricchire il potenziale conoscitivo sulla struttura. Il Palazzo dei Principi, tra l’altro, è destinato a diventare Palazzo del Turismo e della Cultura. Un accurato rilievo tecnico e storico da parte di studiosi ( tre architetti guidati dal Prof. Carmelo Malacrino) dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria è la proposta che è stata inoltrata dal Dott. Aversa, Funzionario Responsabile di zona della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria. Una proposta valutata ed accolta dal Commissario al fine di arricchire la raccolta di notizie e di studi sul Palazzo. Operazione importante compiuta quasi a costo zero, considerato che il sostegno all’attività si è limitato solo alle spese di soggiorno per quattro giorni degli studiosi. (Virgilio Minniti)

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PAROLA AI LETTORI

Novembre • Dicembre 2013

Potentati travolti dalla Legge e dal Diritto Nella rappresentazione letteraria del mondo classico Dike, la dea della giustizia, veniva indicata con l’appellativo di “tarda punitrice”. Così, paradigmaticamente, in Esiodo, così nell’ “Agamennone” di Eschilo. La Giustizia raggiunge il colpevole, riparando il torto che ha commesso e ripristinando l’ordine che col suo misfatto ha sconvolto, e per questo è “divina”, ossia inesorabile nell’intervenire; ma il tempo in cui lo raggiunge può essere lungo, anzi, per lo più è tale: perché l’azione riparatrice ha bisogno di un “chairos”, di un “tempo opportuno”, e il tempo nel volgere gli eventi non li dispone in una sequenza conoscibile in anticipo, ma è bizzarro. Per questo bisogna attendere. L’azione riparatrice di Dice è certo che giunge, ma non è certo quando giunge, e l’attesa è ineluttabile. Un tale apoftegma ben s’adatta ai fatti “di giustizia” recentemente accaduti in Scalea, e nella sua valenza sapienziale ne esprime il significato recondito, quasi destinale. In quella perla della Calabria che è - Scalea, un gruppuscolo di prepotenti abitativamente locati in “Terrazze Uno”, tronfi dei loro appoggi, diciamo così, non ufficiali, aveva creduto di poter oltrepassare il diritto, arrogandosi indebitamente la facoltà di sbarrare l’accesso della via che porta alle loro dimore con la costruzione abusiva di un cancello. Oltre a impedire a chiunque tranne che a loro stesi il transito, sia pedonale che veicolare, veniva altresì impedita la possibilità di vedere da vicino la “Torre di Giuda”, una costruzione di rilevante interesse storico e archeologico che insiste su “Terrazze Uno” e concorre a qualificare la rilevanza di Scalea. Le proteste dei cittadini onesti,

espresse in termini di ripetute denunzie alle Autorità competenti, non erano certo mancate; da lunga data erano stati invocati la legge e il diritto di proprietà, ma - per l’appunto - i tempi di Dike sono lunghi. Ora sono giunti. Per disposizione esecutiva le forze dell’ordine hanno provveduto a far rimuovere l’abusivo cancello e a ripristinare il suolo nel suo naturale assetto urbanistico. “Gaudeamus igitur”, “gioiamo dunque”, ancora con la sapienza antica occorre dire. E con la gioia un plauso: a chi ha avuto il coraggio di opporsi ai potentati del luogo, meschine “cose nostre” destinate fatalmente a essere travolte dalla Legge e dal Diritto, a chi ha disposto la rimozione e, in modo particolare, a chi - come l’arch. D’Alessandro dell’Ufficio tecnico comunale ed il comandante dei locale presidio dei Carabinieri e della Polizia locale - non ha esitato ad adoperarsi fattivamente per questo atto di giustizia.

Avv.Gaetano Ragni

Potremmo dire come “recitava” una seguitissima trasmissione televisiva degli anni ‘60: “non è mai troppo tardi”, però, è anche vero, che altri casi ancora aspettano di vedere giustizia. Sulla spinta emotiva e giustizialista di Giuda: “ridiamo la città ai cittadini” la lista potrebbe essere allungata. Attenzione però a nuovi possibili soprusi. Sventiamo sul nascere nuovi “agguati” al patrimonio e al territorio. Dopo quarant’anni e più è arrivato il momento di voltare pagina. Ufficio tecnico, polizia locale e le intere forze dell’ordine dovranno stare, però, in continuo stato di allerta. q

Nuova luce

Quest’anno, dopo la scomparsa dell’indimenticabile e caro don Orazio, il nuovo parroco, don Franco Maurizio Laurito, ha apportato varie innovazioni alla festa della nostra Patrona, la Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, che, tranne qualcuna, mi sono sembrate molto opportune e necessarie. Indimenticabile è stata la manifestazione religiosa che, il 14 luglio verso le ore 18, si è svolta nella storica piazza “Cimalonga” (Largo Nazionale) con la celebrazione della solenne santa messa per i sofferenti ed in presenza della statua della nostra Patrona posta davanti all’altare, allestito sul palchetto naturale della “Saletta” e opportunamente illuminato da un artistico arco proprio a ridosso della feritoia della cinta muraria. È stata una manifestazione sublime e mistica che ha lasciato il segno ed ha riempito di gioia i cuori. Possiamo ben dire che in piazza “Cimalonga”, dal 14 luglio di quest’anno, grazie a don Franco, è iniziata a splendere una nuova luce, portatrice di speranze e di carità, che dal Cielo la nostra Protettrice infonde nei cuori dei figli di Scalea e, particolarmente, del nostro Borgo antico. Molto suggestiva è stata anche la processione che, il 16 luglio, si è snodata attraverso i vicoli medioevali del Centro storico fino a Piazza Spinelli: la sacra effigie della Vergine, con il manto rinnovato ed il nuovo Bambinello e le corone rilucidate, è stata illuminata con degli efficaci faretti, che hanno offerto ai fedeli una visione bellissima dell’antico volto della Madonna con i capelli naturali sciolti. Il Bambinello è stato ricostruito e deposto fra le braccia della Vergine, in sostituzione della statuetta che, oltre dieci anni fa, sopperì alla perdita di quella originale lignea del Settecento, purtroppo trafugata in quel periodo e non più rintracciata. Il 21 novembre, causa maltempo, non si è invece potuta svolgere la tradizionale processione devozionale e di ringraziamento alla Madonna del Carmine, che, mi pare, era prevista per le ore 18 di sera, anziché alle ore 11 di mattina, così come vuole la nostra antica tradizione. A tale proposito, faccio notare sommessamente che l’eventuale spostamento della processione nelle ore serali potrebbe sconvolgere la tradizione, legata alla grazia che la Madonna concesse qualche secolo fa al popolo di Scalea per fare cessare le interminabili piogge torrenziali che, da oltre tre mesi, imperversavano sull’intero territorio, impedendo ai contadini la semina del grano ed ai “marinari” di uscire al largo per la pesca.

Novità importanti si sono avute anche nella chiesa di Santa Maria d’Episcopio, dove si venera la sacra effigie e dove sono stati effettuati molti lavori di restauro conservativo, come la tinteggiatura delle pareti interne e la collocazione, nei punti più significativi e visibili, della sacre statue dei santi. È stato ben recuperato un antico battistero ed è stato allargato lo spazio davanti all’altare, dove, mi pare, il Santissimo è stato ricollocato nel tabernacolo centrale. Adesso si attende che il Parroco possa interessarsi anche del restauro conservativo delle sacre Varette del Venerdì Santo, che risalgono al 1884, e del recupero dell’affresco (una traccia), forse risalente al periodo longobardo, che si trova nella parte frontale dell’antica cappella di San Francesco di Paola. Concludo, riproponendo il mio appello alle autorità ecclesiastiche affinché prendano in considerazione la possibilità di elevare a Santuario diocesano, o locale, la nostra chiesa di Santa Maria d’Episcopio dove, dal 1855, si venera ufficialmente la Beata Vergine del Monte Carmelo, la quale, nel corso dei secoli, ha sempre concesso grazie e miracoli ai numerosi fedeli che, specialmente in caso di estremo bisogno, si sono rivolti e continuano a rivolgersi a Lei.

Ercole Serra

Caro Ercole, chi non dimentica ama. Ti ringraziamo per la cronaca della più importante festa religiosa scaleota, anche se poteva essere fatta (se non altro per una questione di vicinanza temporale) nel numero dello scorso ottobre però, va bene lo stesso perché ciò ti ha consentito di parlare anche del 21 novembre. Notiamo che, col passare degli anni, stai diventando sempre più un uomo di chiesa, devoto e sempre più legato alle tradizioni religiose della nostra antica Scalea. Dopo i tristi fatti del 12 luglio 2013, anche per te è iniziata, evidentemente, una fase di meditazione e decantazione di studio, strada che anche molti politici locali, della prima e della seconda ora, farebbero bene ad intraprendere. q

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L’agenda Legale L’AVV. ANNA MANCO RISPONDE matrimonialista e specializzata in diritto di famiglia

Se manca il coniuge, gli enti previdenziali possono liquidare la pensione di reversibilità (o quella indiretta) ai figli? La pensione “di reversibilità” è un tipo di pensione ai superstiti. Viene assegnata ai parenti più prossimi (coniuge, figli, ecc.) di un soggetto che al momento del decesso era già pensionato. È una misura di carattere assistenziale il cui importo varia a seconda del grado di parentela con il defunto e del reddito del beneficiario. La pensione indiretta è in tutto e per tutto simile alla pensione di reversibilità. L’unica differenza sta nel fatto che viene concessa ai prossimi congiunti di un soggetto che al tempo del decesso ancora lavorava. Ovviamente, in questo caso è necessario che il defunto avesse diritto a percepire la pensione di invalidità o di vecchiaia In primo luogo, a beneficiare della pensione del defunto è il coniuge superstite. Tale diritto non viene meno nel caso di separazione o divorzio, purché il defunto risulti iscritto all’Ente previdenziale erogatore prima della sentenza di separazione o di divorzio e non abbia contratto nuovo matrimonio. In mancanza del coniuge, in ordine verranno i figli, i nipoti, i genitori e i fratelli del defunto. Ebbene, per beneficiare della pensione del genitore defunto, il figlio o i figli devono essere stati a carico del defunto al momento della sua morte. In altre parole, il genitore doveva provvedere al sostentamento del figlio o dei figli in quanto economicamente non autosufficienti. Sono ammessi a beneficiare della pensione di reversibilità e della pensione indiretta i figli: 1) minori di 18 anni; 2) studenti di scuola media superiore di età compresa tra i 18 e i 21 anni, a carico del genitore deceduto e che non svolgono attività lavorativa; 3) studenti universitari per tutta la durata del corso legale di laurea e, comunque, non oltre i 26 anni, a carico del genitore deceduto e che non svolgono attività lavorativa; 4) inabili di qualunque età. q

DALLA PARTE DEL DANNEGGIATO

Rubrica a cura del dott. Paolo Tenuta (Studio Legale Tenuta e Manco) Email: paolo.tenuta@gmail.com Con la mia vettura ho tamponato un’auto che mi precedeva in quanto quest’ultima si è fermata improvvisamente. C’è un concorso di colpa del conducente della stessa ? Ho diritto ad un risarcimento anche parziale? Di norma il veicolo che tampona porta la piena responsabilità dell’incidente. Ogni conducente deve, infatti, essere sempre in grado di osservare gli obblighi di diligenza e può circolare soltanto a una velocità che gli permetta di fermarsi nello spazio visibile. Il codice della strada (art. 149) prevede che durante la marcia i veicoli debbano tenere, rispetto al veicolo che precede, una distanza di sicurezza tale da garantire in ogni caso l’arresto tempestivo e siano evitate collisioni con i veicoli che precedono. Anche il conducente che intende fermarsi dovrebbe osservare alcune regole. Deve, per esempio, badare ai veicoli che seguono e può frenare o fermarsi bruscamente soltanto in caso di emergenza o se non vi è altro veicolo che lo segue. In difetto potrebbe rispondere, anche parzialmente, dei danni. Nella maggior parte degli incidenti, tuttavia, il conducente della vettura anteriore riesce a prospettare varie ipotesi per spiegare la sua brusca frenata, il che rende molto difficile dimostrare di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno o, comunque, dimostrare che il mancato tempestivo arresto dell’automezzo e la conseguente collisione siano stati determinati da cause in tutto o in parte a lui non imputabili. In questo caso non trova applicazione neanche la presunzione di pari colpa, di cui all’art. 2054. q


Novembre • Dicembre 2013

CONSUMI ENERGETICI

10 MOTIVI PER RISPARMIARE VALVOLE TERMOSTATICHE: FUNZIONANO

STUFA ELETTRICA? NON CONVIENE

Le valvole termostatiche, installate sui caloriferi, regolano il consumo di acqua calda per il riscaldamento. In caso di impianto autonomo o centralizzato con contabilizzatore di calore, le valvole termostatiche regolano la temperatura ideale, risparmiando circa il 10-15% della spesa complessiva.

Per puntellare il riscaldamento domestico sono molti gli italiani che ricorrono alle stufette elettriche, ma questo dispositivo, a parità di calore generato, consuma piÚ del doppio dell’energia richiesta da un normale impianto di riscaldamento a combustibile. Risparmiate soldi preziosi, da destinare a usi piÚ interessanti.

VENTI GRADI, NON DI PIĂ™

OCCHIO AI BONUS FISCALI

Mantenere la temperatura del riscaldamento a venti gradi, ovvero al limite massimo stabilito dalla normativa nazionale per abitazioni, uffici, scuole e negozi, ha un suo senso anche dal punto di vista del risparmio. Non tutti forse sanno che, pur essendoci in linea teorica dei gradi di tolleranza, per ognuno di essi oltre questa soglia la spesa di riscaldamento, per tutto l’inverno, aumenta del 6-7%.

BUONSENSO: CONSENTE DI RISPARMIARE

Molte pratiche consentono di risparmiare ma a volte, per la forza dell’abitudine, non ci si fa troppo caso. Areare le stanze è certamente una prassi corretta, ma ci sono momenti strategici in cui farlo e altri in cui cambiare provoca solo un consumo inutile di energia. Pensiamo anche alla finestra socchiusa, piuttosto che spalancata, per un tempo piĂš lungo del solito, soluzione di compromesso che scontenta tutti: in tal caso, il calore interno esce, e la caldaia lavora il doppio del tempo. Inoltre, per impedire la dispersione termica, il doppio vetro installato nei serramenti fa tanto: ma quanti lo mettono in cima alla lista delle prioritĂ per la casa?

ALTA EFFICIENZA VS VECCHIA GENERAZIONE: LA CALDAIA

Le caldaie a condensazione ad alta efficienza sostituiscono le caldaie a gas convenzionali o gli scaldabagni elettrici. I modelli oggi sul mercato consentono un risparmio energetico fino al 35% rispetto a una caldaia di vecchia generazione.

Risparmiare non è sinonimo di tagliare, ma anche di cambiare: a chi decide infatti di sostituire una caldaia vecchia con una nuova (tradizionale, a condensazione, a biomassa o pompa di calore) spetta una detrazione fiscale del 50% prevista per interventi di recupero del patrimonio edilizio oppure la detrazione fiscale del 65% prevista per interventi di riqualificazione energetica. Grazie alla proroga degli incentivi previsti dalla Legge di Stabilità , si potrà usufruire dei bonus fiscali fino al 31 dicembre 2014.

AUTOMAZIONE E DOMOTICA

Per risparmiare, bisogna capire quali cambiamenti apportare: dalla installazione della centralina di termoregolazione della temperatura interna di casa a tutte le possibili automazioni di spegnimento, accensione e impostazioni varie anche quando si è fuori casa. Se la caldaia è vecchia, cambiatela: risparmiare non è un atto fortunato, ma il risultato di una serie di manovre che spetta a voi fare.

ABITI PIĂ™ PESANTI

C’è chi si pavoneggia di stare a mezze maniche, in casa, a dicembre. Ma vestirsi con un maglione in piĂš vi permetterebbe di continuare a risparmiare, magari abbassando ulteriormente la soglia di temperatura di 20 gradi. E il beneficio, per il Pianeta e il portafoglio, continua. q Dal 1957 una tradizione di bontĂ fra profumi di mare e delizie nostrane

POMPA AL MASSIMO IL RISPARMIO

Non tutti sanno che con le pompe di calore il risparmio di energia va dal 40% al 60% rispetto ai sistemi tradizionali. Utilizzate anche per riscaldare l’acqua sanitaria, producono un risparmio del 75% rispetto ai sistemi tradizionali.

COIBENTARE? VALE FINO AL 70% DEL RISPARMIO

La coibentazione completa delle pareti è un investimento importante, da fare nei contesti giusti, laddove il freddo è particolarmente aggressivo. Ma è una spesa che porta a un risparmio del 70% annuale. Non poco.

14 EVITIAMO LE SPIE ROSSE

Molti di voi lo sapranno giĂ , altri magari non ci hanno mai pensato: lasciare in stand-by televisione, stampante o decoder, equivale a consumare tanta energia. Con un po’ piĂš di attenzione possiamo evitare spese superue e risparmiare. Una Tv in modalitĂ stand-by, ad esempio, non è spenta nel senso comune del termine, perchĂŠ rimane comunque collegata al sistema di alimentazione e assorbe energia, sia per fornire indicazioni sul display che per riattivarsi: la spia rossa tipica, infatti, segnala che l’apparecchio è pronto per entrare in funzione. Ăˆ davvero necessario mantenerla? Non pensiamo solo ad un elettrodomestico, ma a tutti gli apparecchi elettronici presenti in casa: lasciare attivo per l’intera giornata il nostro computer (pensando di averlo pronto all’uso) può costare quasi 150 euro l’anno. Stesso discorso per console come la Playstation: sia durante la fase di gioco, sia in momenti di pausa, questi apparecchi consumano quasi piĂš di un frigorifero e la spesa in bolletta può crescere di 200 euro in un anno. Secondo indagini recenti sembrerebbe, infatti, che le apparecchiature collegate alla rete elettrica in stand-by, consumino piĂš del 10% di elettricitĂ complessiva per abitazione (consideriamo una famiglia tipo di quattro persone). Meglio, allora, disconnettere determinati elettrodomestici oppure acquistare una multi-presa con funzione di autospegnimento automatico (al costo irrisorio di circa 50 euro): in questo modo, tutti gli apparecchi collegati saranno sganciati contemporaneamente dalla rete elettrica. In caso di nuovi acquisti, è bene controllare l’etichetta: i prodotti con certificazione Energy Star hanno un consumo ridotto in stand-by e promettono ampio risparmio. Dal 2013 la soglia è stata ulteriormente dimezzata e i costruttori stanno progettando apparecchi con sistemi di gestione energetica piĂš efficienti, in grado di provvedere allo spegnimento automatico in tempi brevi. q

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Novembre • Dicembre 2013

Pasta broccoli e pancetta croccante

Gusto

SCELTE DAL DIOGENE

Pasta al sugo di polpo

Ingredienti: • 600 gr di polpo, 4 rametti di prezzemolo, 1 spicchio di aglio, 2 cucchiai di olio extravergine di oliva, 100 ml di vino bianco secco , 400 gr di passata di pomodoro, sale, 320 gr di pasta, pepe nero macinato al momento. Preparazione: Pulire il polpo lavandolo accuratamente sotto acqua fresca corrente, eliminare le viscere contenute nella sacca, gli occhi, il dente centrale e strofinarlo per eliminare la patina vischiosa. Tagliarlo a pezzetti di un centimetro circa. Lavare il prezzemolo, selezionarne le foglie e tritarle finemente con la mezzaluna su un tagliere assieme all’aglio spellato. In una larga padella mettere l’olio, il trito di aglio e prezzemolo ed accendere il fuoco. Far soffriggere a fiamma dolce fintanto che l’aglio non si sarà appena dorato, togliere dal fuoco per qualche secondo per far raffreddare appena l’olio, quindi unire i pezzetti di polpo. Farlo cuocere per qualche minuto a fiamma media, girando con un mestolo di legno, quindi unire il vino bianco, da far evaporare. Unire la passata di pomodoro, un pizzico di sale e cuocere a fiamma dolce per 20 minuti circa. Al termine del tempo indicato assaggiare per verificare la cottura del polpo e regolare di sale. Se il polpo è piuttosto grandino potrebbe essere necessario prolungare un po’ la cottura. Lessare la pasta in abbondante acqua salata, scolarla, e saltarla nella padella del condimento per qualche minuto, girando di frequente. Servire immediatamente con una generosa macinata di pepe e prezzemolo tritato. PASTA DI ABBINAMENTO IDEALE Strozzapreti, garganelli, fusilli. STAGIONE: dicembre, gennaio, febbraio. q

Baccalà con patate, olive nere e pepe rosso

Ingredienti per 4 persone: • 4 pezzi di baccalà dissalato da 150 gr cadauno, 500 gr di patate cotte, ½ lt di acqua di cottura delle patate, 8 olive nere, 1 cucchiaino di capperi dissalati, 3 spicchi d’aglio, 8 ciuffettini di origano secco, 150 gr di farina 00, olio extravergine di oliva q.b., sale q.b., peperoncino q.b. Preparazione: Sfilettare e tagliare in cubi il baccalà, infarinarlo e farlo dorare in olio extravergine di oliva in una pentola antiaderente. Una volta cotto insaporirlo e decorarlo con germogli di origano. A parte, in un cilindro da cucina, frullare con la sua stessa acqua di cottura le patate lessate aggiungendo un pizzico di sale ed un filo d’olio. In una padella, brasare per 5 minuti circa con l’olio, l’aglio, i capperi e le olive. Infine, in un piatto di portata ben riscaldato, adagiare i filetti di baccalà che verranno ricoperti dal bagnetto di patate e guarniti con le olive, i capperi, l’origano ed un po’ di peperoncino. CHEF: Luigi di Cunto

LE VIE DEL GUSTO Ingredienti: • 350 gr di mezzi rigatoni pasta Di Martino, 500 gr broccoli, 8 fettine di guanciale, 1 spicchio d’aglio, 1 peperoncino, sale, olio. Preparazione: Tappa 1: Pulire i broccoli e cuocerli per circa 10 minuti in acqua bollente, trasferirli in una padella con un filo d’olio e lo spicchio d’aglio facendoli insaporire e finendo la cottura. Frullare la metà dei broccoli lasciando da parte le cimette. Tappa 2: In un padellino ben caldo con pochissimo olio fare tostare le fettine di pancetta. Nel frattempo cuocere la pasta. A cottura ultimata assemblare il piatto mettendo sul fondo la crema di broccoli e... buon pranzo!!! q

Torta al cedro e cacao

Ingredienti per 12 persone: • Pan di Spagna: 6 uova biologiche, 250 gr di farina “00”, 250 gr di zucchero, ½ bicchiere d’acqua, 50 gr di burro; Bagna al cedro: 150 ml di sciroppo al cedro, 750 ml di acqua, 1 bicchierino di liquore al cedro; Crema per la farcitura e per la decorazione: 100 ml di sciroppo al cedro, 1 lt di panna per dolci da montare, 4 tuorli d’uovo biologici, 1lt di latte, 100 gr di amido di mais, 100 gr di zucchero. Preparazione: Pan di Spagna: mettere lo zucchero, le uova e l’acqua dentro la bastardella portando a massima velocità per 20 minuti. Quando il contenuto sarà diventato bello denso aggiungere, un po’ alla volta, la farina setacciata, mescolando dal basso verso l’alto con una frusta da cucina. Imburrare una teglia per dolci e spolverarla con la farina, aggiungere il composto e mettere in forno caldo a 180° per 25 minuti, naturalmente, senza aprire lo sportello del forno. Crema per la farcitura e per la decorazione: in un pentolino, mettere tutti gli ingredienti tranne la panna, mescolare a fuoco lento affinché non si addensi. Lasciare raffreddare, poi montare la panna ed unirla alla crema, quindi farcire e ricoprire la torta. CHEF: Vincenzo Grisolia

15 LA STELLA: UN GRANDE PESCE AZZURRO Se è stellata è senza dubbio una Leccia. Non solo alberghi o ristoranti, dunque: talvolta anche un pesce azzurro può fregiarsi di questo titolo. A dire il vero, proprio per la sua bontà e per le proprie qualità, tutto il pesce azzurro meriterebbe l’appellativo di “stellato”. Invece a esserlo è solo la Leccia. Si tratta di un pesce poco conosciuto o dimenticato, spesso inserito tra le tipologie che costituiscono il “pesce sostenibile”. E in questo periodo può capitare di trovare al banco del pesce la ancora più insolita varietà di “Leccia stella” o “stellata” (Trachinotus ovatus). Nel periodo invernale sta più a largo, in quello estivo si riproduce e conduce una vita pelagica prettamente costiera di cui gradisce i substrati sabbiosi, ma anche rocciosi, dove reperisce il novellame di cui si nutre. Grigliata sì, fritta due o tre volte a stagione. Il suo corpo è ovale ma abbastanza compresso sui lati, conformazione ideale per la cottura alla griglia. Ha una livrea grigio azzurra sul dorso e madreperlacea sui fianchi. Le posizioni delle due pinne dorsali, con la caudale e anale, formano una “X”: da qui l’appellativo “stellata”. Le sue carni sono compatte e molto buone, tanto da ricordare la consistenza del tonno. Oltre alla lisca centrale classica, la Leccia stellata possiede una serie di spine dorsali piccole e corte. Per ricavare i due mezzi fletti occorre quindi inserire la lama e tagliare tra queste fino alla pelle, che è abbastanza resistente. Il pesce può essere cucinato intero o in soli filetti: in ogni caso si otterrà un notevole effetto salutista a meno che non si scelga la tecnica di cottura più strong, cioè la frittura. Col pomodoro. La cottura di questo pesce insieme ai pomodori dà vita a un ottimo matrimonio. NdR Quando eravamo ragazzini, tra i nostri svaghi ed hobby c’era pure quello della pesca con la canna o con la “Junna” (una fionda con un lungo filo di seta provvisto di appuntiti ami). Il pomeriggio, in estate, provvisti di genuina e saporita colazione preparataci dalle nostre mamme, ci recavamo lungo le spiagge di Scalea per pescare e divertirci nella speranza di portare a casa ottimi pesci. Tra le molte specie che riuscivamo a pescare, logicamente, non mancava certo la “stella” che arricchiva con la sua bellezza il nostro secchio di pesci. Un modo di dire, esprimersi e rispondere da noi ragazzi alla domanda cosa hai preso? Era spesso questa: «Marmurell(i), ciifil(i) e sei bell(i) still(i)». q

Tra i monti e la calma dell’incontaminata e verde valle del Fiume Lao, a pochi chilometri dal centro di Scalea

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SPORT E DIVAGAZIONI LO SCALEA VOLA IN ACQUE TRANQUILLE

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Novembre • Dicembre 2013

Tre vittorie di fila fanno volare in acque tranquille un’arrestabile Scalea che staziona serenamente a centro classifica. Anche il forte San Fili che si trova in zona playoff, ha dovuto inchinarsi alla legge del prato sintetico del vecchio comunale. La cura del giovane tecnico emergente Carnevale, evidentemente, dopo una partenza soft sta dando i suoi frutti, il lavoro poi, si sa, se fatto bene, alla lunga paga sempre. Ed ora, dopo essere usciti indenni anche dalla tana della Luzzese, i biancostellati incominciano a respirare aria di alta classifica e, perché no, di Eccellenza, anche se la strada è lunga, irta e piena di insidie, però, sognare non costa nulla. Da voci trapelate, la società presieduta dall’ambizioso e volitivo Giancarlo Formica, sembra intenzionata a tornare, per le “ciliegine” finali, sul mercato per rinforzare ulteriormente, il già forte organico. Certo completando ancora meglio la già consistente ed egregia rosa che può contare su giocatori forti e di spessore come Scoppeta, Oliva, Adornetto, Marotta, Petrillo, Pepe, Chemi, Casella, Esposito, Coppola e Piccirillo, tanto per fare dei nomi e rendere l’idea, porta lontano con la mente, a qualche tempo fa, quando la blasonata compagine scaleota, primeggiava in Eccellenza con calciatori di prim’ordine e di serie superiore, in lungo ed in largo per l’intera Calabria… e cinque spareggi per accedere alla serie superiore, tra i semiprofessionisti, ancora gridano vendetta. Nonostante l’innegabile crisi che campeggia, in particolar modo, in questa parte di sud, lo spirito e la determinazione per arrivare nei campionati alla portata dello Scalea non mancano certo. Ricordiamoci, che solo qualche stagione fa, lo Scalea, dopo aver partecipato alla grande agli spareggi per restare in Eccellenza, con una farsa cervellotica, fu in modo estremamente rocambolesco ed ingiusto retrocesso. È ciò, la Lega se lo porterà a lungo sulla coscienza. Ma lo Scalea, ha una storia lunghissima sulle spalle e i corsi ed i ricorsi storici, sono pieni di tante ingiustizie. Negli ultimi 50 anni, partendo dal famoso spareggio disputato a Cosenza tra le mura dello storico stadio Morrone contro il Cetraro, i biancostellati hanno subito tante ingiustizie sportive. Però la vita continua e, nello sport come nella vita, non bisogna mai demordere. Il Trapani insegna. Precipitato dopo tantissime stagioni tra i professionisti, tra i dilettanti (nel 1994 giocava col Praia in serie D), ora in serie B, solo qualche giorno fa, ha

fronteggiato a testa alta, in Coppa Italia, nel teatro di San Siro (la scala del calcio) di Milano, la grande Inter. E lo Scalea, prima o poi ritornerà nei campionati che contano. In ogni modo, il valore vero dei biancostellati, lo tasteremo ad inizio del 2014. FORZA SCALEA!!! q

CARNEVALE ALLENATORE DELL’ANNO Luigi Carnevale ha ricevuto il prestigioso riconoscimento di “Allenatore dell’Anno” per la categoria Eccellenza. Il presidente dello Scalea, Giancarlo Formica, ha diramato un comunicato stampa per congratularsi con il tecnico. L’U.S.D. Scalea 1912, si congratula con il proprio allenatore per la conquista del prestigioso premio, relativamente alla categoria Eccellenza conquistato per quanto dimostrato la scorsa stagione alla guida del San Lucido. Tale riconoscimento, consegnato lo scorso 21 Ottobre nella sala convegni della Lega Calabria a Catanzaro, riconosce ancora una volta da parte di tutto il movimento calcistico calabrese la grandezza dell’uomo Carnevale e la sua sportività, lealtà e correttezza sul rettangolo di gioco. «Siamo davvero contenti per il riconoscimento conquistato del nostro tecnico Luigi Carnevale - ha dichiarato il presidente del sodalizio scaleota Giancarlo Formica - capace di vincere il premio della correttezza e della signorilità in campo e fuori...» «È stata una gioia immensa ricevere un riconoscimento così importante - ha affermato un emozionato Luigi Carnevale - vista anche la giuria che ha assegnato il premio. Essere votato dai direttori di gara, dai dirigenti della F.I.G.C. e dai membri dell’A.I.A.C., fa immensamente piacere. Ricevere il premio davanti a personaggi del calibro dell’ex arbitro Marcello Nicchi, di Renzo Ulivieri (nella foto) gratifica ancora di più per quanto fatto. Spero che a questo trofeo così prestigioso ma molto personale possano seguire già quest’anno altri riconoscimenti da condividere con la dirigenza e con i giocatori dello Scalea». q

VITAMARA: IL GUSTO PIENO DELLA VITA

Il Professor Mario Pagano, grande uomo di sport, è una vera e propria istituzione di Diamante, fondatore e presidente di Telediamante, l’emittente che da più di trent’anni tiene un vero e proprio diario televisivo della “Perla del Tirreno” e del suo comprensorio. Il “Professore”, come amichevolmente lo chiamano tutti, non è solo protagonista con la sua Tv “di tutti e per tutti” come ama dire, ma è anche protagonista della vita sociale e delle vivaci notti diamantesi, nel corso delle quali ha elaborato una vera e propria filosofia di vita anzi di “Vitamara”. Il club di “Vita amara”, infatti, è un’associazione virtuale e goliardica di persone che con i loro comportamenti rendono, bonariamente, la vita amara agli altri, rompendo gli schemi e le regole senza però mai offendere o disturbare nessuno. Una filosofia che acquista, grazie alla simpatia del professore (sempre pronto ad accogliere i fruitori con la carattristica stretta di mano), sempre nuovi adepti e che adesso si è materializzata in un locale fantastico che è diventato subito protagonista della movida diamantese, un locale che non poteva non chiamarsi appunto: “Vitamara”. In corso Garibaldi, nel cuore del centro storico di Diamante, chi vuole dimenticare i problemi quotidiani può fermarsi a bere una buona birra. Al “Vitamara” si possono trovare birre tedesche, inglesi, irlandesi, anche quelle a bassa e alta fermentazione rifermentate e trappiste. Roba per intenditori che apprezzano il gusto pieno della vita. A fare gli onori di casa troverete i sempre sorridenti, gentilissimi e disponibili Federico e Rossella. q

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