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Amore a prima vista

testo e foto di ALESSANDRO LEZZI

Nella categoria di canarini di Forma e Posizione Lisci l’Italia può vantarsi della genesi e dell’allevamento del Salentino, la prima razza italiana di FPL.

Scrivere sul Salentino per me è motivo di orgoglio, principalmente perché è la prima razza di canarini da me allevata da quando sono iscritto alla FOI e che rappresenta in prevalenza il mio modesto allevamento e, non per secondaria importanza, è frutto del mio territorio, il Salento, terra di mare, sole e vento.

Di questo piccolo canarino mi sono innamorato sin da subito. La mia storia con il Salentino ebbe inizio nel 2013 quando, da sempre affascinato dal mondo della canaricoltura, grazie all’influenza di mio padre, anch’egli appassionato, mi imbattei in un annuncio di vendita di alcuni canarini mai visti prima. Così, presi dalla curiosità, ci recammo dall’allevatore per vedere i soggetti in questione. Rimasi subito sba-

Scrivere lordito e tra i dubbi e le incertezze iniziali di mio padre lo convinsi ad acquistarne due coppie. Ebbi risultati egregi quell’anno, svezzando dieci pulli. Poi, alcune vicissitudini familiari e lavorative mi portarono a prendere la decisione di abbandonare questa passione, ma il mio pensiero correva sempre a quel canarino.

Finalmente nel 2020, insieme a mia moglie, decidiamo di acquistare casa ed io, che avevo il pensiero di quel canarino in testa, volevo trovarne una che offrisse lo spazio giusto per i canarini. E così fu: dalla gioia mi misi subito alla ricerca di quel biglietto da visita che avevo conservato di uno dei creatori del Salentino.

Ad Agosto 2020 chiamai Sergio Palma per chiedergli di acquistare due coppie di Salentini e lui fu subito disponibile e mi disse che si sarebbe fatto sentire. Dopo due mesi mi squillò il telefono, era Sergio ed aveva qualcosa per me. Non stavo più nella pelle. Da qui iniziò la mia avventura come allevatore a tutti gli effetti, perché mi furono ceduti i soggetti a patto che mi iscrivessi alla FOI e alla mia attuale Associazione AOS (Associazione Ornitologica Salentina). Ora, veniamo alla storia del Salentino e la sua creazione. Tutto ha inizio nel 1999 dai racconti dei due creatori, i giudici Sergio Palma e Carmelo Caroppo, che nel preparare le coppie alla stagione cove avevano due canarini spaiati: un maschio di Ciuffato Tedesco ed una femmina di Bossù Belga, così, ecco la decisione di farli accoppiare ed usarli come balia l’anno successivo. Dopo lo svezzamento dei novelli nella voliera, vennero notati dei soggetti meticci ciuffati, i quali impressionarono i due giudici. Da qui il pensiero e l’idea di una nuova razza, selezionando ciuffo, taglia e posizione, differenziandoli dalle altre razze, perché questi nuovi meticci mostravano alcune caratteristiche specifiche (gibbosità) sia nei soggetti con il ciuffo che in quelli senza. Iniziò così una costante selezione del ciuffo e della forma; in seguito si iniziò a selezionare anche la taglia introducendo i Gibber Italicus e lo Japan Hoso per far sì che si distinguesse dal primogenitore Bossù Belga, che in alcuni soggetti ancora lasciava la sua impronta. Da qui anche la decisione di introdurre la colorazione artificiale obbligatoria. La selezione è durata ben 23 anni. Nel 2010, finalmente il Salentino viene riconosciuto dalla FOI superando favorevolmente la terza fase prevista dall’iter per il riconoscimento delle nuove razze. Dieci anni dopo, nel 2020 viene riconosciuto anche dalla COM. Per l’esordio espositivo mondiale bisogna attendere qualche anno, perché la pandemia causata dal COVID-19 ha fatto sì che per ben due volte, 2021 e 2022, il mondiale venisse annullato. Ma finalmente nel 2023, all’ultimo mondiale tenutosi proprio in Italia, a Napoli, il Salentino sale sulla vetta del mondo facendo il suo esordio.

In questi anni ho imparato molto sul Salentino; i soggetti femmine ciuffati o testa liscia sono ottime mamme sia nel covare che nell’imbeccare, infatti non hanno bisogno di balie. È un canarino molto rustico, non necessita di particolari attenzioni a differenza di altre razze e per questo lo consiglio ai neofiti che vogliono avvicinarsi alla passione della canaricoltura. Non ha difficoltà nell’alimentazione, è un canarino molto vispo e vivace che raggiunge il suo apice quando va in posizione e diventa uno spettacolo… io amo chiamarli i miei piccoli “Condor”.

E grazie al Salentino ho avuto anche soddisfazioni a livello espositivo, ma ho anche imparato molto nel confronto con soggetti di altri allevatori a concorso, quando ho potuto constatare dove i miei avessero qualche difetto e quindi cercare di migliorarli. Il Salentino deve essere un piccolo canarino che in fase di lavoro deve assumere una posizione a “sette”, si- mile ad un angolo di 90 gradi, la misura ideale è di 12,5 cm. Il piumaggio del canarino deve essere liscio in tutte le sue parti senza arricciature o cravatte ed il corpo non deve mostrare triangoli. Il petto deve essere piatto e non prominente, la coda deve cadere perpendicolare quasi a sfiorare il posatoio. Le spalle, tra i due carpi, devono essere piene ed i carpi si devono notare il meno possibile. Il ciuffo dev’essere ben schiacciato e uniforme sul cranio, le sue piume non devono coprire gli occhi, la testa deve essere piccola e ovale in tutte e due le categorie. La colorazione è obbligatoria e si consiglia il colore arancio a base di betacarotene (il classico usato per i Norwich o altre razze cosiddette “inglesi”), che personalmente piace di più perché fa risaltare il canarino. L’anello da usare per il Salentino è di tipo Y con un diametro di 2,7mm. Mi auguro che il Salentino nei prossimi anni si possa divulgare ancora di più come razza, ma per poterlo fare, noi del Club Amici del Salentino dovremmo avere l’aiuto da parte di altri allevatori che vogliano abbracciare l’allevamento del nostro Salentino. Attualmente sul territorio natale siamo una decina ad allevare questa Razza ma anche in Veneto, Sicilia e Piemonte abbiamo dei cultori e a noi si è unito anche il signor Manuel Lopez dalla Spagna. Forza, Salentino!