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spazi liquidi e paesaggi ibridi • enrico falqui
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Highline, New York di James Corner. Immagine di Mike Peel
pagina a fronte Paesaggio urbano a Las Vegas
cessità di determinare strategie capaci di rendere questi spazi urbani residuali resilienti, opportunità di sviluppo sociale, culturale e economico a livello locale. Per affrontare tutto ciò, all’interno di un territorio sospeso tra città e campagna, l’architettura del paesaggio, più di altre discipline, può apportare numerosi benefici all’architettura della città. Come afferma Sebastien Marot4 (1995), la forza dell’architettura del paesaggio sta nella “capacità di coltivare una cultura comune a città e campagna, che la porta a riscoprire la città come una sedimentazione di interpretazioni successive, come un sito, e dall’altra parte a considerare la campagna come prodotta e conservata storicamente come un artefatto”, disciplina della quale il tempo e il materiale vivo, l’imprevedibilità e il salto di scala, sono la costante del progetto. Negli ultimi anni l’architettura del paesaggio ridefinisce il disegno dell’architettura della città, attraverso strategie integrate partendo da un punto di vista ecologico, sociale e culturale. Numerosi sono i progetti che rinforzano l’idea che l’architettura del paesaggio è uno strumento capace di resistere alla globalizzazione e alla omogeneizzazione degli intorni antropizzati. Facendo riferimento ad una scala ampia, potremmo citarne alcuni come la High Line a New York di James Corner, Field Operations, in collaborazione 4 Sebastien Marot è filosofo di formazione e critico dell’architettura e dell’architettura del paesaggio. È stato direttore del programma presso la Société Française des Architectes di Parigi tra il 1986 e il 2003 e fondatore e direttore principale della rivista Le Visiteur.