Laboratorio Prato | Giulio Giovannoni, Olivia Gori (a cura di)

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Laboratorio Prato

Città come progetto

a cura di

Giulio Giovannoni Olivia Gori





Laboratorio Prato

Città come progetto a cura di

Giulio Giovannoni Olivia Gori


Il volume è l’esito di un progetto di ricerca condotto dal Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze. La pubblicazione è stata oggetto di una procedura di accettazione e valutazione qualitativa basata sul giudizio tra pari affidata dal Comitato Scientifico del Dipartimento DIDA con il sistema di blind review. Tutte le pubblicazioni del Dipartimento di Architettura DIDA sono open access sul web, favorendo una valutazione effettiva aperta a tutta la comunità scientifica internazionale.

didapress Dipartimento di Architettura Università degli Studi di Firenze via della Mattonaia, 8 Firenze 50121 © 2020 ISBN ISBN 978-8833-38-104-6

Tutto il materiale scritto è disponibile sotto la licenza Creative Common Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo 4.0. Significa che può essere riprodotto a patto di citare l’autore, di non usarlo per fini commerciali e di condividerlo con la stessa licenza. Le immagini utilizzate rispondono alla pratica del fair use (Copyright Act, 17 U.S.C., 107) essendo finalizzate al commento storico critico e all’insegnamento.


Indice PREFAZIONI Saverio Mecca (Direttore del Dipartimento di Architettura, Università di Firenze) Valerio Barberis (Assessore all’Urbanistica, Comune di Prato) Francesco Caporaso (Direttore Servizio Urbanistica, Comune di Prato)

INTRODUZIONE Giulio Giovannoni

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MACROLOTTO 0 Il quartiere visionario ECÒL 30 Residenza unifamiliare con piano terra commerciale Valerio Barberis, Cosimo Balestri, Emanuele Barili

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Le case torri si alzano a Chinatown Valerio Barberis, Cosimo Balestri, Emanuele Barili

40

Prato, città degli scarti Alessandro Gaiani, Andrea Chiarelli, Andrea Gatti, Marcello Marchesini

48

Prato vague Alessandro Cambi, Alberto Bologna, Gabriele Sorichetti

68

Hybrid hutong Guido Incerti, Alice Gardini, Andrea Gatti

90

Il distretto della creatività Paolo Iotti, Marcello Marchesini, Marcello Barison

112

Progetti per una città multiculturale e multietnica Alessandro Massarente, Alessandro Tessari, Andrea Gatti, Alice Gardini

126

Ri-abitare la periferia, riciclo per opere incompiute Maria Desantis, Giulio Basili, Cristina Carletti

136

Tesi di laurea 166


SAN PAOLO San Paolo, una Little Italy in costante transizione Massimo Bressan

196

Pensare la città del XXI secolo: generazione urbana a Prato Flaviano Lorusso, Pasquale Bellia, Tessa Matteini

198

Palestra scolastica e di quartiere a Prato Flaviano Lorusso, Giacomo Tempesta, Saverio Mecca

226

Il parco lineare di San Paolo Giulio Giovannoni, Anna Lambertini, Riccardo Renzi

262

DECLASSATA/EX BANCI Un triangolo da rendere virtuoso Alfonso Femia

298

Beyond the Boundary Marcello Marchesini, Francesco Messina

300

CDT - Centro del design toscano Flaviano Lorusso, Giacomo Tempesta, Saverio Mecca

322

Edifici di servizio a Prato: una scuola, un co-working, un frammento, una piazza Flaviano Lorusso, Giacomo Tempesta, Saverio Mecca, Valerio Alecci

348

Tesi di laurea

378

MACROLOTTO 1 La città intermedia Serafina Amoroso

400

Verso una nuova urbanità, proposte per il Macrolotto 1 a Prato Serafina Amoroso, Giulio Giovannoni

402

Strategie di attivazione del Macrolotto 1 Serafina Amoroso

416

Ri-abitare la periferia, addizioni architettoniche e demineralizzazione dei suoli Maria De Santis, Simone Barbi, Cristina Carletti

426


CENTRO STORICO / MURA URBANE Il Parco Centrale di Prato. Un luogo per l’arte a cielo aperto OBR 486 Rigenerare: Prato, area dei macelli, edificio della polizia municipale Laura Andreini, Lucia Ceccherini-Nelli, Gianfranco Cellai

488

Segnaletica turistica per la città di Prato, cultural placemaking & narrative wayfinding Susanna Cerri, Jacopo Ammendola, Alice Trematerra

514

Tesi di laurea

522

PAESI E FRAZIONI Progettare i villaggi metropolitani pratesi Giulio Giovannoni

540

Una strategia per i villaggi metropolitani pratesi Giulio Giovannoni, Serafina Amoroso, Antonella Valentini

542

Abitare in periferia: interventi di riqualificazione per il social housing pratese Giulio Giovannoni, Valerio Barberis, Antonella Valentini

564

The Urban Sponge IV, vecchie azioni - nuove opportunità Richard Ingersoll

592

Tesi di laurea

610

SISTEMA URBANO, PAESAGGIO E MOBILITÀ Nuove priorità per lo spazio pubblico Filippo Alessi

628

Pratomobile Gabriele Paolinell

630

Campioni di forestazione e accessibilità urbana Gabriele Paolinelli

648

Resilienza idrogeologica del sistema territoriale e progetto di territorio David Fanfani, Mauro Agnoletti, Alessio Falorni

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Storytelling sulle piste ciclopedonali di Prato Susanna Cerri, Jacopo Ammendola, Alice Trematerra

676

Tesi di laurea

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PREFAZIONI


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SAVERIO MECCA DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DI ARCHITETTURA, UNIVERSITÀ DI FIRENZE

Questo volume curato da Giulio Giovannoni e Olivia Gori raccoglie diversi anni di sperimentazioni progettuali effettuate nell’ambito del Laboratorio Prato, una collaborazione sviluppatasi negli anni tra il Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze (DIDA) e Comune di Prato e il Servizio Urbanistica in particolare. Come noto, l’importanza di Prato va al di là delle sue dimensioni produttive ed economiche. Prato è ormai da alcuni decenni un laboratorio di innovazione che coinvolge le discipline delle arti, dell’urbanistica e dell’architettura. La spiccata vocazione al contemporaneo della seconda città della toscana è testimoniata non solo dalla presenza di istituzioni culturali di assoluto rilievo quali il Museo Pecci, ma da una diffusa progettualità architettonica che è da sempre aperta alla sperimentazione di nuovi linguaggi. Per molti versi Prato rappresenta un’altra Toscana, alternativa a quella un po’ statica e museificata del bel paesaggio e dei centri storici: una Toscana ricca di patrimonio culturale e architettonico ma non orientata esclusivamente alla sua tutela e alla conservazione, bensì aperta all’innovazione, all’esplorazione di una contemporaneità di linguaggi che questo volume ben rappresenta nei molti dei progetti che raccoglie. Al di là del valore delle idee progettuali raccolte e presentate, merita evidenziare il processo di collaborazione che li ha prodotti. Il territorio di Prato è un territorio in forte trasformazione, sia per l’immenso patrimonio industriale dismesso, sia per la vitalità economica che tuttora continua ad esprimere. Il DIDA, d’altra parte, è un grande laboratorio creativo e formativo che ospita diversi corsi di laurea nelle discipline della progettazione architettonica, della pianificazione, della progettazione del paesaggio e del design. Ormai da tempo l’attività di ricerca e formazione del dipartimento è orientata ad una forte interdisciplinarità, che si esplica nell’erogazione di laboratori progettuali integrati nei quali i progetti sono affron-

tati dal punto di vista di più discipline: progettazione architettonica, urbanistica e del paesaggio (Laboratorio di architettura e città), progettazione architettonica, ambientale e tecnica di controllo ambientale (Laboratorio architettura e ambiente), progettazione architettonica, strutturale e dei sistemi costruttivi (Laboratorio architettura e strutture), restauro, statica e geomatica per la conservazione (Laboratorio di restauro). Questa innovazione didattica ha prodotto ottimi risultati formativi e di qualità progettuale, come emerge dai lavori raccolti in questo volume. La natura della collaborazione tra Dipartimento di Architettura e Comune di Prato è per certi versi una relazione di tipo simbiotico. Infatti, da un lato l’amministrazione offre all’università situazioni reali complesse sulle quali far cimentare i docenti dei laboratori insieme ai loro studenti. Per situazioni reali intendo anche, evidentemente, opportunità di confronto: è così che i laboratori didattici diventano l’occasione per far sì che gli studenti possano incontrare i pubblici amministratori, gli imprenditori e i rappresentanti delle comunità locali attivando un processo di interazione che è alla base del lavoro dell’architetto nel mondo reale. Dall’altro il Dipartimento di Architettura offre all’amministrazione visioni in grado di arricchirne l’immaginario e ampliarne la sfera e le possibilità d’azione. Ritengo che questo tipo di relazione cooperativa tra il mondo della ricerca e della formazione e quello della pubblica amministrazione abbia un valore ed un significato paradigmatico e debba essere replicata in numerose altre situazioni formative e amministrative. Prato è una delle realtà più complesse, problematiche e al tempo stesso dinamiche nel panorama urbano contemporaneo, italiano ed europeo. Il significato dell’opera collettiva costituita dall’insieme dei progetti raccolti in questo volume è anche quello di una riflessione integrata e multidisciplinare sulla città contemporanea in trasformazione

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e sul ruolo cruciale che la progettazione, nelle sue diverse articolazioni disciplinari, può e deve svolgere nel gestire le sfide urbane contemporanee, dalla transizione ecologica alla evoluzione della mixité culturale e sociale della popolazione urbana, dal tema del riciclo e delle economie circolari al nuovo rapporto con la natura e alla gestione della complessità nei settori della mobilità, delle infrastrutture e dei servizi. Questi sono anche alcuni dei temi esplorati nei lavori raccolti in questo volume che costituiscono, nel loro insieme, un’esplorazione di una città futura e possibile.

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VALERIO BARBERIS ASSESSORE ALL’URBANISTICA, COMUNE DI PRATO

L’Agenda Urbana per Prato ha individuato i “Grandi Progetti” e le Aree Urbane Strategiche nelle quali, a partire dal 2014, sono stati sviluppati programmi di rigenerazione urbana e progetti di opere pubbliche a sostegno della vision generale della città. Le aree strategiche individuate sono: la Declassata, il Centro Storico e le Mura Urbane, l’Area ex Ospedale Misericordia e Dolce ed i settori urbani circostanti, la Stazione del Serraglio ed il settore urbano fino al Fabbricone, il Parco fluviale del Bisenzio, le Cascine di Tavola. Su queste aree sono stati sviluppati programmi urbani, progetti e promosse ricerche universitarie, corsi e workshop, nella logica di strutturare un percorso di interventi pubblici da affiancare alla vision e alla pianificazione urbanistica. Nell’insieme si è configurata una vera e propria strategia urbana, coordinata dal Comune di Prato, che ha portato al centro il tema del progetto urbano, architettonico e di paesaggio e ha fatto emergere la città nel panorama del dibattito internazionale sul tema della rigenerazione urbana. In questo contesto è utile ricordare il protocollo di intesa siglato nel 2015 tra Comune di Prato e Dipartimento di Architettura di Firenze - DIDA, che ha portato alla costituzione del Laboratorio Prato, nato con l’obiettivo di stimolare e coordinare l’attività didattica e di ricerca del Dipartimento, oltre che sviluppare convenzioni su tematiche specifiche. Il Laboratorio, ispirato dall’allora Direttore Prof. Arch. Saverio Mecca e dall’attuale Direttore Prof. Urb. Giuseppe De Luca, è stato coordinato dal Prof. Arch. Giulio Giovannoni ed ha sviluppato una mole significativa di ricerche e lavori del DIDA su temi legati alla città di Prato. Si tratta di un metodo di lavoro che ha permesso e sta portando le due istituzioni pubbliche, nell’ambito delle rispettive competenze disciplinari e amministrative, a svolgere attività comuni e promuovere ricerche universitarie all’interno dei singoli corsi, tesi di laurea, dottorati

di ricerca e convenzioni, finalizzati a verificare e approfondire ipotesi progettuali o di intervento che l’Amministrazione Comunale intende sviluppare: questo tipo di lavoro coordinato ha permesso negli anni di sviluppare significative sinergie e inserire la ricerca e la didattica universitaria nell’ambito dell’azione amministrativa di programmazione. In questo contesto vanno inserite ad esempio le indagini sviluppate sull’Ex Banci, sul sistema dei Grandi Parchi, della Forestazione urbana, sul tema della sostituzione edilizia e la relativa premialità nei programmi di rigenerazione dei tessuti produttivi e artigianali, sul Macrolotto Zero, sulle Mura Urbane e su singoli monumenti, sulla mobilità sostenibile e il network degli spazi pubblici, sul Parco Agricolo della Piana e le Cascine dei Tavola, ecc: indagini che hanno portato alla definizione e, molto spesso alla verifica della validità o meno delle strategie poste alla base del progetto di città del Piano Operativo. Nell’insieme si è configurata in questi anni un’indagine sistematica che sta portando i temi relativi alla città di Prato al centro dell’attività didattica e di ricerca del DIDA e che è stata estesa a molti altri istituti universitari nazionali (Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, Dipartimento di Architettura di Ferrara, di Parma, IUAV di Venezia, Dipartimento di Agraria di Firenze, Laboratorio ARCO, ecc) europei (Architectural Association di Londra, ETSAM Madrid) ed extraeuropei (Berkley University, New York University, Kent State University, Monash University), nella logica di coinvolgere il mondo della ricerca accademica internazionale e portare nella città una molteplicità di visioni differenti. Questa attività di connessione con il mondo accademico e l’apertura della città alle sperimentazioni progettuali provenienti da diversi contesti e approcci culturali è una ricchezza che dovrà essere alimentata nell’ambito della redazione del Piano Strutturale promuovendo occasioni di incontro,

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workshop, mostre anche in collaborazione con le istituzioni culturali della città, in particolare il Centro Pecci nella sua nuova funzione di Urban Center.

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FRANCESCO CAPORASO DIRETTORE SERVIZIO URBANISTICA, COMUNE DI PRATO

Il volume curato da Giulio Giovannoni e da Olivia Gori nasce da una collaborazione tra il Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze e il Servizio Urbanistica del Comune di Prato. I progetti e le visioni raccolte nel volume sono stati sviluppati su stimolo della pubblica amministrazione e d’intesa con i docenti dei corsi, al fine di esplorare possibili soluzioni a problemi e opportunità progettuali esistenti a Prato. È interessante riflettere su quelle che potrebbero essere alcune linee di futuro sviluppo di questa collaborazione, anche alla luce di quanto evidenziato dall’agenda urbana pratese 2050. Attualmente l’amministrazione sta lavorando all’implementazione del progetto di forestazione urbana Urban Jungle. È importante che addiveniamo all’individuazione di un sistema di incentivi che permetta l’effettiva realizzazione dei progetti di forestazione attraverso bonus edificatori e/o fiscali condizionati all’effettivo miglioramento delle caratteristiche ambientali (demineralizzazione delle aree, aumento delle superfici permeabili, aumento della capacità di trattenuta dell’acqua piovana, etc.). L’edificio del futuro può essere immaginato come un cyborg con protesi non tanto meccaniche ed elettroniche – come nell’immaginario futuristico prevalente – bensì con protesi di tipo vegetale e organiche. La definizione dei criteri con cui indirizzare e accogliere gli interventi volti a introdurre una componente vegetale sempre maggiore nelle nostre città non può che derivare da una collaborazione tra pubblica amministrazione e università. Questa trasformazione ecologica della città, che certamente incontrerà le sue difficoltà, rappresenta una sfida ineludibile. Più in generale occorre proseguire il lavoro che già l’Amministrazione Comunale sta svolgendo con grande slancio sulla riqualificazione della città pubblica. Come noto Prato è ricca di tessuti urbani fortemente antropizzati ma assai carenti

di spazi pubblici. Molti dei quartieri di Prato sono stati sviluppati nel periodo del grande boom economico, durante il quale la città raddoppiava la propria popolazione in soli dieci anni. I decreti ministeriali della fine degli anni 1960 che avrebbero introdotto standard minimi di spazi e di attrezzature pubbliche non erano ancora stati approvati, per cui la città poteva crescere nella totale assenza di spazio pubblico di relazione. Le azioni che stiamo realizzando sono azioni di recupero della res publica, attraverso progetti anche importanti che comportano degli interventi sul suolo, per esempio acquisendo edifici in tessuti densi per demolirli e realizzarvi delle piazze. Queste sono operazioni assai onerose, che soltanto la pubblica amministrazione può promuovere e realizzare. Affinché ciò sia possibile è necessario intercettare i finanziamenti che si rendono disponibili attraverso bandi italiani ed europei. Per questo motivo ci siamo dotati di un ufficio ad hoc che cerca i finanziamenti e sviluppa i progetti, anche avvelendosi della collaborazione dell’università. Si è iniziato dalle aree a più forte tensione abitativa e in particolare dal Macrolotto 0. Il lavoro di esplorazione progettuale di questo quartiere svolto dall’università in tutti questi anni e raccolto nel presente volume ci è stato di grande utilità nel definire alcune delle linee progettuali che hanno poi ottenuto il finanziamento. Qui abbiamo realizzato un mercato metropolitano, dei giardini pubblici, un bellissimo playground, ideato con il coinvolgimento di artisti e rivelatosi uno spazio pubblico di grande successo. Visitanto questo spazio è possibile osservare ragazzi italiani e stranieri delle più varie etnie divertirsi con lo skateboard o giocando a pallacanestro nello stesso luogo così come possiamo vedere anziani cinesi e italiani che stanno seduti nel piccolo anfiteatro che facente parte della stessa struttura. In una città come Prato caratterizzata da un fenomeno migratorio così importante e articolato con oltre

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100 gruppi etnici diversi rappresentanti il 22% circa della popolazione residente, la progettazione dello spazio pubblico assume un ruolo fondamentale, proprio nell’ottica di elemento che permette di facilitare e aumentare le opportunità d’interazione e di reciproca conoscenza e dialogo tra gruppi sociali diversi. Peraltro, essendo così forte bisogno di spazi pubblici di relazione, questi interventi hanno un successo davvero notevole e i nuovi spazi offerti alla cittadinanza sono in genere utilizzati in maniera molto intensa. In questa fase stiamo appunto estendendo questo approccio ad altri quartieri, tra cui il cosiddetto quartiere del Soccorso, realizzato a ridosso delle mura all’inizio degli anni 1960 ed anch’esso del tutto carente di spazi pubblici di relazione. La chiave per il successo di queste iniziative è ancora una volta la collaborazione tra Pubblica Amministrazione e Università. Come pubblica amministrazione abbiamo ormai acquisito una notevole competenza nella gestione delle procedure amministrative e anche nello sviluppo

dei progetti. Il lavoro di esplorazione progettuale svolto dall’università è di grandissima utilità. Inoltre il contributo del mondo accademico è imprescindibile per quanto riguarda la costruzione di un quadro analitico e argomentativo a supporto dei progetti. Dunque, rispetto al passato, potremmo certamente proseguire in modo utile ed efficace questa fin qui assai proficua collaborazione, da un lato implementando ulteriormente il lavoro di esplorazione progettuale fin qui svolto in modo da includervi i nuovi temi che vanno via via emergendo, dall’altro collaborando direttamente su proposte progettuali concrete da sottoporre a richiesta di finanziamento.




INTRODUZIONE GIULIO GIOVANNONI

Questo volume raccoglie le sperimentazioni progettuali sviluppate tra il 2013 e il 2018 da diverse centinaia di studenti dei corsi di laurea in Architettura dell’Università di Firenze e di altre università italiane e straniere. Esso nasce dalla collaborazione tra il Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze e il Servizio Urbanistica della città di Prato. Questa collaborazione ha visto da una parte l’amministrazione comunale nella funzione di ‘propositore’ di temi e problemi di carattere urbanistico/architettonico d’interesse per la città, e dall’altra il Dipartimento di Architettura nel ruolo di ‘esploratore’ di strategie e di soluzioni progettuali attraverso workshop internazionali, laboratori progettuali interdisciplinari, tesi di laurea. Questa grande mobilitazione collettiva ha prodotto, nel giro di pochissimi anni, una mole impressionante di progetti e visioni per il futuro della città. Essi costituiscono un repertorio di idee a cui l’amministrazione di Prato può attingere nel redigere i propri strumenti di pianificazione e di programmazione. Prato è una realtà urbanistica ed economica di primo piano. Dopo Firenze, essa è la seconda città per dimensione nella fascia del centro-nord Italia composta da Toscana, Umbria e Marche. Nonostante la crisi del settore tessile, essa continua ad essere la capitale laniera italiana. Inoltre, il distretto del Pronto Moda pratese, a pressoché esclusiva conduzione cinese, è certamente uno dei più importanti d’Europa. La realtà materiale della ‘fabbrica urbana’ è fortemente flessibile e manipolabile, quasi un terreno ideale per diverse tipologie di sperimentazioni progettuali. I tessuti densi più prossimi al centro storico sono caratterizzati, come noto, da una mixité residenziale-produttiva che offre innumerevoli occasioni di riflessione sui temi della rigenerazione urbana, dell’economia circolare, della città creativa, dello spazio pubblico. I grandi macrolotti a sud dell’autostrada,

ed in particolare il Macrolotto 1, ‘cuore pulsante’ del pronto moda pratese, coniugano la versatilità di un impianto a griglia con le potenzialità che discendono dalla forza economica delle attività in esso presenti e dalla connotazione funzionale ibrida artigianale e commerciale. Essi hanno la potenzialità di evolvere da poligoni industriali a vere e proprie città, dotate di servizi e attrezzature e caratterizzate da un elevato livello di urbanità. Il resto della città rientra ancora abbastanza bene nella definizione di campagna urbanizzata fornita da Giacomo Becattini nel lontano 1975. In questi ambiti periurbani è possibile sperimentare gli approcci dell’urbanistica paesaggistica e dell’urbanistica suburbana e cimentarsi con la progettazione di nuove tipologie di spazi pubblici e di socialità. Il lavoro è organizzato per temi progettuali solitamente corrispondenti ad ambiti geografici. L’ordine dei capitoli riflette la scansione temporale dei progetti e l’emergere dei temi nell’agenda urbana pratese. Il Macrolotto 0 è il primo di questi quartieri ed i laboratori progettuali e le tesi di laurea ad esso relativi sono stati sviluppati tra il 2013 e il 2018. La singolare denominazione attribuita a questa parte della città da Bernardo Secchi nell’ambito del piano da lui elaborato negli anni 1990 evidenzia da un lato la sua connessione funzionale ai successivi Macrolotti 1 e 2, dall’altro il suo carattere – del tutto anomalo e singolare – di vera e propria ‘città fabbrica’ all’interno del tessuto urbano. Questa è del resto la zona di Prato che maggiormente rispecchia l’unicità di questa città, in quanto luogo in cui l’abitare e il lavorare si fondono in una struttura del tutto atipica. Il quartiere si sviluppa a ridosso dell’insediamento di via Pistoiese, un’urbanizzazione storica fuori porta subito ad ovest delle mura medievali. Questo sistema lineare, assieme all’adiacente Via Filzi, costuisce la spina del Macrolotto 0. I suoi blocchi

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urbani, già compiuti alla metà degli anni 1960, sono disposti secondo una griglia irregolare e testimoniano ciò che resta della ‘citta fabbrica’ degli anni del boom. Il loro perimetro esterno vede alternarsi case – per lo più a schiera e disposte secondo la tipica configurazione a ‘trenino’ – e laboratori artigianali, mentre l’interno dei lotti è interamente occupato da fabbriche. Il quartiere è privo di verde e di spazi pubblici, ad eccezione delle strade, dei marciapiedi e dei parcheggi. Tale configurazione spaziale e funzionale, del tutto antitetica alle logiche della città modernista, è il lascito materiale dell’operosa società pratese del dopoguerra. Sul tessuto denso di case e fabbriche del Macrolotto 0 si innestata la comunità cinese di Prato, che a partire dai primi anni 1990 ne ha trasfigurato l’estetica e l’immagine urbana, pur senza modificarne l’impianto. Al di là delle rappresentazioni distopiche con cui questo gruppo etnico è spesso rappresentato sui media, esso sembra interpretare l’etica del lavoro che caratterizzava la Prato degli anni del boom durante i quali questo quartiere è stato creato. Le sperimentazioni progettuali sul Macrolotto 0, il cui capitolo è aperto da un contributo dello studio di architettura Ecol, sono molto numerose e sono state svolte in otto laboratori progettuali e in diverse tesi di laurea. I temi ricorrenti sono quelli della porosità, della riconversione del quartiere da distretto industriale a distretto creativo, dell’agopuntura urbana, della reinterpretazione in chiave contemporanea dell’abitazione come luogo di residenza e di lavoro, della progettazione degli interstizi urbani, nonché della rigenerazione urbana e dell’economia circolare. Il secondo ambito di sperimentazione progettuale è costituito dal quartiere di San Paolo, il cui capitolo è introdotto da un contributo di Massimo Bressan. Questo quartiere, la cui parte settentrionale è anche nota con il nome di Borgonuovo, è più

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recente rispetto al Macrolotto 0. L’edificazione, prevalentemente realizzata tra la metà degli anni 1940 e la fine degli anni 1970, si è sviluppata all’interno della maglia viaria storica (e dei relativi insediamenti lineari) di via di San Paolo, che attraversa il quartiere al centro con andamento irregolare, e delle vie Pistoiese e Galcianese, che ne costituiscono rispettivamente i limiti settentrionale e meridionale. Tra via San Paolo e via Galcianese è anche presente uno dei principali vuoti del sistema urbano pratese, che si sviluppa linearmente in direzione est-ovest con la forma sfrangiata tipica delle aree residuali di frangia. La porzione orientale di questo sistema è anche un importante nodo di funzioni pubbliche, contenendo istituti scolastici di diverso ordine e grado, un cimitero, una chiesa, un museo e alcune attrezzature sportive. Al di là della rilevanza di questo plesso, i diversi edifici che lo compongono appaiono come episodi isolati non in grado di strutturare in modo compiuto lo spazio pubblico che li separa. Gli spazi agricoli residuali sopra descritti rappresentano un’importante dorsale verde in grado di connettere il Parco Centrale di Prato pervisto nell’area dell’ex ospedale – e più in generale l’intero centro storico – con il nuovo ospadale di Galciana. I progetti sviluppati nel laboratorio di Architettura e Città Pensare la città del XXI secolo: generazione urbana a Prato esplorano la possibilità di realizzare una nuova spina urbana Est-Ovest, realizzando una cortina edilizia che si sviluppi linearmente in modo da ricomporre i margini dell’edificato e che contenga al proprio interno un ampio sistema di spazi verdi e di attrezzature collettive. Il Laboratorio di Architettura e Struttura Palestra scolastica e di quartiere a Prato si cimenta invece con la progettazione di una nuova attrezzatura sportiva a servizio del campus scolastico e del quartiere, nonché di una piazza finalizzata ricucire questo nouvo edificio con le altre attrezzature già esistenti.


I progetti sviluppati nel laboratorio di Architettura e Città Il parco lineare di San Paolo, infine, elaborano diverse strategie finalizzate a fare del sistema di spazi agricoli residuali sopra descritto un insieme di spazi pubblici moderni e dalla marcata identità. Il terzo capitolo, introdotto da un contributo di Alfonso Femia, raccoglie i progetti derivanti da un insieme di workshop, laboratori progettuali e tesi di laurea sui temi della declassata e dell’exBanci, un’interessante complesso industriale dismesso subito a sud di Viale Leonardo da Vinci. Il termine ‘declassata’, utilizzato per indicare questo viale, deriva come noto dal fatto che esso, fino al 1961, era parte integrante dell’Autostrada A11. La realizzazione di una variante per il tratto di autostrada compreso tra il ponte sul fiume Bisenzio e quello sul torrente Calice permise di liberare questa arteria di comunicazione per il traffico locale. Sebbene nel corso degli anni Viale Leonardo da Vinci abbia assunto progressivamente i connotati di un asse urbano attrezzato lungo il quale si collocano tra l’altro il Museo Pecci e diverse strutture commerciali e direzionali, esso costituisce ancora oggi una profonda cesura tra i quartieri urbani più compatti ubicati a nord e le aree suburbane più frammentate e disperse collocate a sud. L’ex-fabbrica Banci, cotruita tra il 1952 e il 1971, è un pregevole complesso di archeologia industriale del dopoguerra, i cui capannoni, seppure fortemente compromessi, sono rivestiti in pietra alberese e beneficiano di ampie pareti vetrate che si affacciano su spazi esterni ricchi di vegetazione. La rassegna di progetti si apre con una sintesi dei risultati del workshop progettuale Beyond the Boundary, nel quale si esplorano diverse soluzioni per il recupero dell’ex-fabbrica Banci finalizzate, come si evince dal titolo, ad aprire questo complesso e integrarlo con il sistema della declassata e più in generale con la città. I gruppi

di lavoro nei quali il workshop è stato organizzato, coordinati da diversi architetti italiani e stranieri, si focalizzano su vari aspetti tra cui il paesaggio come luogo di trasformazione e la rifunzionalizzazione della fabbrica come laboratorio creativo. Il laboratorio di Architettura e struttura CDT – Centro del Design Toscano, esplora da un punto di vista architettonico e strutturale la possibilità di un recupero della fabbrica come spazio integrato per la produzione culturale. Questa ipotesi progettuale è ulteriormente elaborata nel successivo laboratorio di Architettura e struttura Edifici di servizio a Prato: una scuola di moda, un co-working, un frammento, una piazza. Il quarto capitolo, introdotto da un contributo di Serafina Amoroso, affronta il tema del Macrolotto 1, diventato negli ultimi decenni la vetrina del pronto moda pratese. Esso è uno dei grandi insediamenti industriali concepiti a partire dal Piano Marconi, approvato nel 1971, per risolvere il problema della commisione residenziale-produttiva. In questo quartiere di strade e fabbriche la rendita fondiaria è la più alta dell’intera Prato e si aggira attorno ai 15 €/mq al mese. Un valore così stupefacente si spiega con un vero e proprio salto di scala dovuto all’appartenenza di una parte del sistema produttivo pratese a un ordine gerarchico di livello superiore. Se a livello locale Prato è uno dei principali nodi del sistema policentrico della Toscana centrale, a livello globale essa è uno dei principali centri mondiali della produzione del fast fashion, il cosiddetto ‘pronto moda’. In particolare, il Macrolotto 1 è la principale vetrina e il cuore produttivo di quella che da oltre dieci anni è considerata la capitale europea del pronto moda. Visto dall’alto il quartiere è un chilometro quadrato di asfalto e cemento, con gli evitenti problemi ambientali che tutto questo comporta, tra cui per esempio la gestione delle acque meteoriche in relazione ai flussi di piena e l’isola di calore nei

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mesi estivi. Nella frammentazione urbanistica tipica della periferia pratese l’immagine aerea di questa griglia ordinata dalla forma quasi perfettamente quadrata crea un indubbio contrasto tra lo sviluppo storico organico realizzato in modo incrementale e lo sviluppo pianificato di epoca più recente. L’immagine del quartiere dal livello della strada, tuttavia, è quella di un ambiente sociale dinamico e vivace, caratterizzarato da un massiccio fenomeno dello street food cinese, da una discreta presenza di vita sulla strada e da una notevole vivacità notturna, quando le vetrine degli show room si accendono ed il quartiere si anima. L’insieme di queste condizioni fa sì che il Macrolotto 1 abbia la potenzialità di trasformarsi da un chilometro quadrato di asfalto e di cemento ad una vera e propria città dotata di servizi pubblici e privati e di spazi pubblici di qualità e in grado di attrarre non soltanto i buyer del pronto moda ma anche la popolazione locale. Il workshop La città intermedia, condotto da studenti e docenti del Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze e del Departamento de Proyectos Arquitectónicos de la Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Madrid, applica diverse figure del progetto urbano – quali la strip lineare, l’intervento concentrato a sviluppo verticale e l’attivazione delle coperture – all’ibridazione funzionale e tipologica del quartiere. Il progetto Strategie di attivazione del Macrolotto 1 sfrutta la flessibilità dei capannoni per applicare una strategia di integrazione funzionale per ‘livelli’. Il laboratorio di Architettura e ambiente Riabitare la periferia, infine, esplora ulteriormente la possibilità di ibridazione funzionale del quartiere attraverso l’inserimento di nuove funzioni residenziali nell’ambito di una più ampia strategia di adattamento ai cambiamenti climatici. Il successivo ambito di sperimentazione progettuale è il centro storico, il cui capitolo è aperto da un

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contributo di Paolo Brescia sul progetto sviluppato da OBR e da Michel Desvigne per il nuovo parco centrale di Prato. Questo nuovo spazio urbano, che va a ridisegnare un’area di tre ettari all’interno dell’antica cerchia muraria sulla quale sorgeva il vecchio ospedale di Prato, assume la funzione di cerniera tra il centro e la periferia. I ritmi e i motivi geometrici della centuriazione e più in generale della città sono la matrice su cui è costruita la geometria delle superfici minerali e vegetali. I lavori presentati in questo capitolo riguardano un intervento puntuale, realizzato nell’ambito del Laboratorio architettura e ambiente Rigenerare: Prato, area dei macelli, edificio della polizia municipale, e un sistema di segnaletica turistica realizzato dal Laboratorio di Comunicazione del Dipartimento di Architettura di Firenze. Il primo di questi laboratori interpreta la nuova stazione della polizia municipale come occasione per ripensare l’area urbana ad essa circostante e per applicare i principi di sostenibilità energetica e ambientale. Nel secondo progetto, denominato Segnaletica turistica per la città di Prato: cultural placemaking e narrative wayfinding, la sostituzione di un sistema di segnaletica ormai obsoleto diventa occasione per creare una urbanistica dei segni che fonda narrazione del luogo e ricerca del percorso da compiere. Come noto, oltre ai quartieri densi più centrali, a Prato vi è anche un insieme di frazioni e ‘paesi’, per lo più molto antichi, che costellano il territorio suburbano. Le ragioni di un’urbanizzazione diffusa così consistente e capillare sono legate all’infrastrutturazione idraulica – e dunque energetica – di questo territorio e al conseguente sviluppo, in epoca già molto antica, di un sistema produttivo disperso. Al di là degli elementi di continuità legati alla forte identità di questi paesi, al radicamento sociale e alla presenza di alcuni servizi di base – per lo più limitati ai servizi scolastici,


religiosi e culturali – vi sono anche evidenti segni di discontinuità ed emergenti fattori di squilibrio. Se un tempo questi villaggi, ormai parte integrante del più ampio sistema metropolitano, erano sostanzialmente autosufficienti, oggi essi sono sempre più interdipendenti e complementari e necessitano di una visione strategica nella quale si prenda atto di questa trasformazione. I progetti sviluppati nei laboratori di Architettura e città Una strategia per i villaggi metropolitani pratesi e Abitare la periferia, nonché nel laboratorio progettuale The urban sponge cercano di affrontare questi problemi, cimentandosi con le questioni della riformulazione dell’offerta di spazi per la socialità, dell’integrazione funzionale dei ‘paesi’, del superamento della dipendenza dall’auto e del riciclo e recupero di spazi pubblici e privati ormai obsoleti. Il tema della connessione di frammenti urbani ormai del tutto interdipendenti è ulteriormente sviluppato nell’ultimo capitolo, dedicato a paesaggio e infrastrutture. Esso raccoglie alcuni lavori sviluppati dagli studenti nei corsi di laurea in architettura del paesaggio e in pianificazione e progettazione della città e del territorio, nonché nell’ambito di due accordi stipulati con il Servizio Mobilità e Infrastrutture del Comune di Prato rispettivamente dal Landscape Design Lab (convenzione Pratomobile) e dal Didacommunication Lab (progetto per la ciclopolitana) del Dipartimento di Architettura di Firenze. Oltre al tema della mobilità sostenibile, due gruppi di progetti approfondiscono i temi della forestazione urbana, esplorando in aree campione le indicazioni del piano operativo, e resilienza idrogeologica del sistema territoriale.

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MACRO LOTTO 0


ECÒL Il quartiere visionario

Specchio della memoria storica industriale Pratese, luogo di molteplici stratificazioni economiche e sociali e oggi rappresentazione quotidiana di un modello di vita geograficamente lontano, il ML0 rappresenta l’eterotopia [1] urbanistica per eccellenza. Difficile infatti stabilire i confini precisi temporali e culturali all’interno di un quartiere che voracemente occupa il passato e spinge verso una continua ibridazione e trasformazione futura dei suoi spazi. Immagine di una Cina contemporanea nella struttura di una Prato passata, Il Macrolotto 0 è un karaoke cinese dentro un capannone di Pier Luigi Nervi. Nonostante oggi venga spesso percepito come “luogo altro” rispetto alla sua stessa città di appartenenza, il Macrolotto 0, rappresenta forse uno dei quartieri più significativi per la storia ed evoluzione di Prato ed è quindi importante ricordarne brevemente la nascita, così come alcune trasformazioni chiave, che ne hanno determinato la forma con la quale si presenta a noi oggi. Alle sue origini, dunque, il quartiere prende vita attraverso i primi insediamenti industriali costruiti a cavallo tra il XIX e il XX secolo a pochi passi dal centro storico della città. In seguito, durante gli anni del boom economico, si assiste a un periodo di crescita incontrollata ed è soprattutto in questo momento, di corsa all’occupazione del suolo, che prende forma. Il risultato è quello di un quartiere denso, costruito su iniziativa privata, un mare di case e capannoni che si fondono in un unico scenario che elude del tutto l’ubiqua immagine di città storica italiana. Possiamo quindi già iniziare a leggere in queste evoluzioni alcune di quelle che rappresentano le caratteristiche che concorrono a rendere il Macrolotto 0 unico nel suo genere: in primo luogo, la prossimità fisica con il centro storico, condizione generalmente atipica per il sorgere di un quartiere industriale, segue il suo indice di copertura, caratterizzato da un elevatissimo rapporto di copertura, e infine la creazione al suo interno di un nuovo modello di vita intrinsecamente legata al lavoro, in gergo definita uscio e bottega. Muovendosi avanti nel tempo, durante gli anni ’80 Il sistema produttivo della città cambia radicalmente e si va incontro ad un progressivo abbandono della micro-

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impresa. Il quartiere si svuota pian piano a favore delle lottizzazioni industriali del Macrolotto 1 e 2, pianificate ed equipaggiate delle infrastrutture necessarie alla media e grande industria. Parallelamente, si svilupperà un intenso fenomeno di immigrazione, che trasformerà il quartiere in una delle principali Chinatown d’Europa e che vedrà la comunità cinese a capo di uno dei distretti del pronto moda più grandi del vecchio continente. È così che da questo momento in poi, scala locale e scala globale concorrono a creare un luogo capace di incorporare numerosi temi spaziali, sociali ed economici; in parte stratificati, in parte in continua evoluzione. Ed è in questo contesto – arricchito dalla produzione teorica di Bernardo Secchi [2] – che il Macrolotto 0 diviene oggetto di numerose speculazioni urbanistiche, architettoniche e antropologiche, argomento di innumerevoli tesi e corsi universitari. Luogo di contraddizioni, tra la sua forma e il suo utilizzo, tra i suoi abitanti e i suoi proprietari, tra la sua dinamicità e mancanza di spazio pubblico, il quartiere rappresenta un perfetto campo per la sperimentazione architettonica e urbanistica. Si può dunque guardare al Macrolotto 0 come ad uno dei primi quartieri laboratorio all’interno della già città laboratorio di Prato. Negli ultimi anni infatti l’interesse verso il Macrolotto 0 ha toccato non solo università e ricerca italiana, ma ha attirato a sè accademici e studenti da tutte le parti del mondo dall’America alla Cina, ampliando così il suo campo di progettazione a esperienze extraterritoriali e creando visioni sempre più culturalmente ricche di nuove idee di città. Ci si chiede dunque quale sia la ragione di tanto interesse verso un quartiere relativamente piccolo, all’interno di una città relativamente conosciuta a livello mondiale. Difficile da dire, ma il fenomeno della sua popolarità ci parla di per sé della capacità del quartiere di incuriosire e stimolare il dibattito. I temi di studio e di ricerca che questo offre sono difatti infiniti e spesso in linea con tematiche contemporanee appartenenti ad una scala globale: si pensi al potentissimo fenomeno di commercializzazione dell’arteria principale del quartiere, Via Pistoiese, ad oggi diventata una piccola strip commerciale; così come al tema del riuso, fortemente sentito in tutta la città di Prato, ma qui facilmente immaginato attraverso la riprogettazione di grandi spazi


industriali abbandonati e la ricerca di programmi e di funzioni nuove che si prestino ad un contesto peculiare che necessita di visioni fuori dall’ordinario. Il tema dell’abitare, presente sotto molti aspetti, a partire dalla commistione tra luoghi di lavoro e residenza, alle situazioni di illegalità e tragedia legate alle morti bianche avvenute nel quartiere, fino ai nuovi modelli abitativi che stanno sorgendo e alla controversa marginalizzazione della comunità pratese. Tra i temi principali di interesse, si trova anche quello dello spazio pubblico, studiato proprio attraverso la sua mancanza e attraverso i fenomeni spontanei sorti nel quartiere come risposta ad una naturale esigenza di socializzazione. È evidente che ll Macrolotto 0 rappresenti un luogo capace di offrire un grandissimo numero di spunti di riflessione, ma forse non è questa la peculiarità che lo ha reso così affascinante al mondo dell’accademia, quanto alla libertà di risposta che permette su ogni tema affrontato - nel Macrolotto 0 tutto è possibile. Rimasto all’ombra della città storica [3], il quartiere è presto divenuto nell’immaginario dei cittadini una periferia, spesso sorvolata dai programmi dell’amministrazione e lasciata alla sua naturale e sregolata evoluzione. Un pezzo di città che risponde ad un codice di regole diverso ed è forse per questo motivo, che così vicini al centro storico, e così lontani dalle sue limitazioni, si sente la possibilità di immaginare un pezzo di città realmente contemporanea, liberati dal peso del passato e stimolati da una realtà densa di contenuti. I progetti racchiusi in questo capitolo rappresentano l’esempio di quanto detto fino a questo punto. Infine, è interessante notare, come, durante gli ultimi anni, che coincidono con quelli dei laboratori presentati all’interno di questa pubblicazione, molto sia cambiato all’interno del quartiere. In particolar modo per quanto riguarda il tema dello spazio pubblico e della percezione del Macrolotto 0 stesso. Passando dall’utilizzo della strada come unico luogo di aggregazione a progetti pionieri di urbanistica tattica, come Piazza dell’Immaginario [4], fino all’attuale creazione di una MediaLibrary, un Mercato metropolitano e giardini pubblici grazie all’aggiudicazione del progetto “PIU’ PRATO”, il Macrolotto 0 si sta nuovamente trasformando. Ed è possibile leggere in questa nuova

trasformazione un dialogo tra i temi studiati, i loro output, gli infiniti suggerimenti progettuali e i più recenti interventi promossi dall’amministrazione. Note 1. Foucault M. (2006), Utopie Eterotopie, Napoli, Cronopio. Il volume presenta la traduzione italiana di due conferenze di Michel Foucault tenute alla radio nel dicembre del 1966 e pubblicate in Francia su CD nel 2004. 2. Secchi B. (1996), Un progetto per Prato. Il nuovo piano regolatore, Alinea, Firenze. 3. “Conceptually orphaned, the condition of the periphery is made worse by the fact that its mother is still alive, stealing thee show, emphasizing its offspring’s inadequacies. The last vibes emanating from the exhausted center preclude the reading of the periphery as a critican mass”. Preso da Koolhaas R., Mau B. (1995). S,M,L,XL. New York, The Monacelli Press. 4. Piazza dell’Immaginario è un’iniziativa artistica nata nel 2014 e sviluppata da Dryphoto Artecontemporanea, con la curatela di Alba Braza. La seconda edizione ha visto partecipare nel 2015 l’associazione culturale [chì-na] e i suoi architetti per la creazione di un nuovo spazio pubblico all’interno del Macrolotto 0 di Prato.

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RESIDENZA UNIFAMILIARE CON PIANO TERRA COMMERCIALE VALERIO BARBERIS COSIMO BALESTRI EMANUELE BARILI Il Macrolotto 0 è un luogo frenetico, dinamico, per le sue strade l’incessante attività di residenti e lavoratori si contrappone all’impassibile e densa staticità della sua forma urbana. Una volta entrati nel quartiere, il tempo stesso sembra perdere il significato che siamo abituati ad attibuirgli. Da circa un ventennio, la consolidata forma urbana del quartiere è stata ripopolata da una delle più concentrate comunità cinesi di Europa. Il rapporto che la comunità orientale ha sviluppato con la strada e i luoghi di aggregazione è il frutto di una rara contingenza di fattori. Il modello europeo di piazza come luogo di incontro e socializzazione non trova un corrispettivo nel modello orientale dove le piazze sono luoghi di rappresentanza ed espressione di potere. In Cina, all’interno degli hutong (nuclei storici o pseudo-storici costituiti da un tessuto edilizio consolidato) la vita delle persone si alterna tra strada e corti private in un continuo scambio di relazioni. Il continuo passaggio tra la sfera pubblica e la sfera privata, tra casa, corte e strada genera numerose situazioni di promiscuità. Il progetto della strada novissima nasce come antidoto ad uno dei principali problemi del quartiere, ossia la permeabilità dei suoi isolati. Si è scelto di intervenire dove questo problema è più evidente: via Donizzetti, via Rossini e via Zipoli corrono parallele tra loro, senza nessuna passante che le colleghi per oltre 500 mt, creando così una vera e propria barriera urbana. Operando in maniera chirurgica, tramite la demolizione di alcuni edifici industriali, si riesce a creare una viabilità pedonale che collega le tre strade, dando l’opportunità di ripensare una serie di abitazioni a schiera, organizzate secondo il modello dell’uscio e bottega. Il laboratorio ha previsto lo sviluppo di progetti per case unifamiliari, con accesso diretto e affaccio sul nuovo asse, caratterizzate da un attacco a terra permeabile, dove pubblico e privato, accessibile e delimitato, si confondono. L’esercizio prevede infatti la progettazione

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di un’abitazione con bottega/atelier al piano terra, data una dimensione minima e massima in altezza, il numero di piani e la luce tra i muri laterali delle schiere. Le case rispecchiano la personalità e il mestiere di ipotetici committenti, la tipologia a schiera, impostata su di un asse di nuova costruzione, ha permesso di raccogliere i progetti in un elaborato collettivo, mettendo a confronto prospetti, piante e sezioni. Una serie eterogenea di abitazioni dunque popola la nuova strada del Macrolotto 0, evocando appunto, memore del tema della biennale di Portoghesi a Venezia nel 1980, la novità di questa tipologia abitativa in questo quartiere, e allo stesso tempo il suo rapporto con la tradizione.

Cosimo Balestri


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UNIFI ARCHITETTIURA

LABORATORIO 1

AA.2013/2014


MACROLOTTO 0 A

1

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1

CASA UNIFAMILIARE

B

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5

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6

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1

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7

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C

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A

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C

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1 Mancini Leonardo 2 Allegranti Giorgia 3 Gambini Sofia 4 Angelucci Matteo 5 Fusi Arianna 7 Donati Mirco 9 Diamanti Francesco

1 Barbieri Maddalena 2 Castellani Mirco 3 Basile Maria Pia 4 Ceccarini Giulia 6 Carbonari Clarissa 7 Francesco Cartacci

1 Da Rold Lisa 3 D’Aria Flaminia 6 Camboni Simone 7 Contino Sara 9 Civeli Agnese 11 Ciummei Valentina

1 Bortone Emmanuele 3 Branchini Eleonora 7 Cacciuolo Chiara 8 Di Gangi Carlotta

D

B

A

C


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UNIFI ARCHITETTIURA

LABORATORIO 1

AA.2013/2014


MACROLOTTO 0 CASA UNIFAMILIARE

D

A

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A

B

1 Mancini Leonardo 2 Allegranti Giorgia 3 Gambini Sofia 4 Angelucci Matteo 5 Fusi Arianna 7 Donati Mirco 9 Diamanti Francesco

1 Barbieri Maddalena 2 Castellani Mirco 3 Basile Maria Pia 4 Ceccarini Giulia 6 Carbonari Clarissa 7 Francesco Cartacci


AA.2013/2014

1 Da Rold Lisa 3 D’Aria Flaminia 6 Camboni Simone 7 Contino Sara 9 Civeli Agnese 11 Ciummei Valentina

1 Bortone Emmanuele 3 Branchini Eleonora 7 Cacciuolo Chiara 8 Di Gangi Carlotta

LABORATORIO 1

D

B

UNIFI ARCHITETTIURA

C

C

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CASA UNIFAMILIARE

MACROLOTTO 0

D

A

D

A

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C

UNIFI ARCHITETTIURA

C LABORATORIO 1

B

B

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LE CASE TORRI SI ALZANO A CHINA TOWN VALERIO BARBERIS COSIMO BALESTRI EMANUELE BARILI MICROCOSMO MACROLOTTO è una proposta in serie di inserimenti urbani nel Macrolotto 0 a Prato sviluppata dagli studenti della Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze. Si è voluto stimolare la ricerca di una possibile alternativa alla brutale sostituzione edilizia messa in atto nel tenativo di trasformare il Macrolotto 0 a partire dagli anni 70, tramite la reinterpretazione del modello storico della casa torre, caratteristico del centro storico di Prato. Due sono le premesse che precedono lo sviluppo del progetto da parte degli studenti: preservare l’alta densità urbana creata dal tessuto di fabbriche e magazzini, considerata come una qualità morfologica dell’area, e il mantenimento della stretta relazione tra luogo di lavoro e abitazioni, altra caratteristica fondamentale del suo principio insediativo. Le abitazioni sono state progettate su un’impronta a terra molto contenuta e quindi sviluppate in altezza. In modo analogo ad una mappa dei meridiani energetici usata per l’agopuntura, sono stati individuati all’interno del quartiere 48 possibili lotti, ognuno dei quali è stato assegnato ad uno degli studenti. Individuando precisi parametri dimensionali, come la superficie in pianta, l’altezza massima e l’altezza minima delle case, è stato possibile creare un esercizio radicale dal punto di vista di inserimento e di concetto, pratico e preciso nello studio e nell’articolazione dei vari elementi architettonici (l’ingresso, la scala, il piano, il terrazzo ecc..). L’idea del workshop è quella di intervenire sugli interstizi urbani, sugli spazi non risolti, nascosti o inutilizzati del Macrolotto 0, senza andare ad effettuare alcuna sottrazione o a demolizione. Se per molti anni il metodo prediletto per l’intervento nel quartiere è stato il fare tabula rasa, si vuol promuovere un’inversione di rotta. Crediamo sia opportuno un attento studio del Macrolotto 0, per individuarne le qualità e le caratteristiche fondamentali, attribuendo qualità all’edificato non soltanto per la data di costruzione o per il valore intrinseco del manufatto

edilizio, ma anche per la conformazione spaziale che riesce a generare. Il rapporto tra l’alta densità della maglia insediativa del quartiere, l’altezza degli edifici industriali e il loro rapporto con la strada, il fitto e labirintico reticolo urbano, la vivacità e la peculiarità nelle relazioni socio-economiche, sono per noi tratti da valorizzare e interpretare, piuttosto che imperfezioni da cancellare, da dimenticare. Il quartiere a nostro avviso necessita di una proposta alternativa alla città generica, per non incorrere nella creazione di quartieri dormitorio, privi di servizi. Nel suo testo “Un progetto per Prato”, l’urbanista Bernardo Secchi, utilizza parlando del Macrolotto 0 il termine mixitè con specifico riferimento alla pratica di commistione tra insediamento lavorativo e domestico, e preferendo il termine al più tradizionale “città fabbrica”, proprio per dare valore al grado di fusione tra queste due componenti. È anche sulla base di questo concetto che prende forma il progetto MICROCOSMO MACROLOTTO, un intervento che, a partire da interventi micro vuol fare emergere un carattere macro di questo quartiere.

Emanuele Barili


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UNIFI ARCHITETTIURA

LABORATORIO 1

AA.2014/2015


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CASA TORRE

MACROLOTTO 0


43

UNIFI ARCHITETTIURA

LABORATORIO 1

AA.2014/2015


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CASA TORRE

MACROLOTTO 0


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UNIFI ARCHITETTIURA

LABORATORIO 1I

AA.2014/2015


MACROLOTTO 0

Giacomo Allegri

Lorenzo Bacarelli

Clarissa Ballanti

Noemi Bardelli

Università degli Studi di Firenze - Scuola di Architettura - Scienze dell’Architetura Laboratorio di Progettazione dell’Architettura 1 Alunna: Clarissa Ballanti Docente: Prof. Valerio Barberis - Assistenti: Arch. Cosimo Balestri Arch. Emanuele Barili Camilla Meciani Adele Meucci

Università degli Studi di Firenze - Scuola di Architettura - Scienze dell'Architettura Laboratorio di Progettazione dell'Architettura 1

Alunno: Noemi Bardelli Docente: Prof. Valerio Barberis - Assistenti: Arch. Cosimo Balestri Arch. Emanuele Barili Camilla Meciani Adelle Meucci

Arianna Bellomio

Eleonora Bellucci

Federico Fiorino

Debora Boccalini

Giulia De Matteis

Elia Gonfiotti

PROSPETTO SUD-OVEST scala 1:50

Università degli Studi di Firenze - Scuola di Architettura - Scienze dell'Architettura Laboratorio di Progettazione dell'Architettura 1

Alunno: Boccalini Debora Docente: Prof. Valerio Barberis - Assistenti: Arch. Cosimo Balestri Arch. Emanuele Barili Camilla Meciani Adele Meucci

Benedetta Diddi

Manuel Benedettini

Ilaria Bonacci

Paolo Bonfanti

Prospetto Sud

Università degli Studi di Firenze - Scuola di Architettura - Scienze dell'Architettura Laboratorio di Progettazione dell'Architettura 1

Alunno: Ilaria Bonacci Docente: Prof. Valerio Barberis - Assistenti: Arch. Cosimo Balestri, Arch. Emanuele Barili, Camilla Meciani, Adele Meucci

Ilaria Dattrino

TAV.2

Michela Cherchi

Prospetto frontale colorato con intorno Scala 1:50

Università degli Studi di Firenze - Scuola di Architettura - Scienze dell'Architettura Laboratorio di Progettazione dell'Architettura 1

Alunno: Michela Cherchi Docente: Prof. Valerio Barberis - Assistenti: Arch. Cosimo Balestri Arch. Emanuele Barili Camilla Meciani Adelle Meucci

CASA TORRE

Università degli Studi di Firenze - Scuola di Architettura - Scienze dell'Architettura Laboratorio di Progettazione dell'Architettura 1 Alunno: Ilaria Dattrino Docente: Prof. Valerio Barberis - Assistenti: Arch. Cosimo Balestri Arch. Emanuele Barili Camilla Meciani Adelle Meucci

Università degli Studi di Firenze - Scuola di Architettura - Scienze dell'Architettura Laboratorio di Progettazione dell'Architettura 1

Alunno: Paolo Bonfanti Docente: Prof. Valerio Barberis - Assistenti: Arch. Cosimo Balestri Arch. Emanuele Barili Camilla Meciani Adelle Meucci

Veronica Capecchi

TAVOLA 2 PROSPETTO 1:50

Matteo Capirola

Prospetto in scala 1:50

Andrea Battagli

Ambra Biagioli Università degli Studi di Firenze - Scuola di Architettura - Scienze dell'Architettura Laboratorio di Progettazione dell'Architettura 1 Alunno: Ambra Bigioli Docente: Prof. Valerio Barberis - Assistenti: Arch. Cosimo Balestri Arch. Emanuele Barili Camilla Meciani Adelle Meucci

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AA.2014/2015 Ex complesso industriale lanificio Becagli

Prospetto sud

Simone Colombo

Antonio Ciracì

Anna Laura Ciubini

Carmen De Nunzio

Massimiliano De Vitis

UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI FIRENZE - SCUOLA DELL'ARCHITETTURA - SCIENZE DELL'ARCHITETTURA LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DELL'ARCHITETTURA 1 ALUNNA: DE NUNZIO CARMEN DOCENTE: VALERIO BARBERIS - ASSISTENTI: ARCH. COSIMO BALESTRI ARCH. EMANUELE BARILI CAMILLA MECIANI ADELE MEUCCI

Andrea Ciulli

Tav. 2

Università degli Studi di Firenze - Scuola di Architettura - Scienze dell'Architettura Laboratorio di Progettazione dell'Architettura 1 Alunno: Anna Laura Ciubini

Docente: Prof. Valerio Barberis - Assistenti: Arch. Cosimo Balestri Arch. Emanuele Barili Camilla Meciani Adelle Meucci

PROSPETTO SUD SCALA 1:50

Valentina Brancale

Carlotta Brungiu

Francesca Cambi

Giacinto Cicatiello

Daniela Bugna

Lucrezia Calvi

Mattia Buzzichelli

Francesca Cantale

Alessia Caterino

Markeliana Cepa

Iacopo Cerrini

Lisa Chiti

Università degli Studi di Firenze - Scuola di Architettura - Scienze dell'Architettura Laboratorio di Progettazione dell'Architettura 1

Prospetto

Università degli Studi di Firenze - Scuola di Architettura - Scienze dell'Architettura Laboratorio di Progettazione dell'Architettura 1

Alunno: Francesca Cantale Docente: Prof. Valerio Barberis - Assistenti: Arch. Cosimo Balestri Arch. Emanuele Barili Camilla Meciani Adelle Meucci

UNIFI ARCHITETTIURA

Alunna: Valentina Brancale Docente: Prof. Valerio Barberis - Assistenti: Arch. Cosimo Balestri Arch. Emanuele Barili Camilla Meciani Adelle Meucci

scala 1:50

Davide Di Mauro TAVOLA 4

PROSPETTO INSERITO NEL CONTORNO 1.50

Prospetto nord-est

LABORATORIO 1

Giovanni Cherubini

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PRATO, CITTÀ DEGLI SCARTI ALESSANDRO GAIANI ANDREA CHIARELLI ANDREA GATTI MARCELLO MARCHESINI Sovrascrivere il Macrolotto 0: Strategia e strumenti per il ricondizionamento. Il processo di insegnamento promosso nel Laboratorio di Design del terzo anno assume la forma di una visione ampia e condivisa in cui la necessità di imporre un processo critico agli studenti, ancora prima che sul progetto, fa parte della necessità di espandere le capacità decisionali, non soltanto legate al tema del design architettonico, ma a partire dal concetto di design come processo autonomo. L’introduzione di un “processo di progettazione” consente di migliorare il contributo reciproco degli studenti a questioni complesse come la rigenerazione urbana. Come molte città italiane di medie dimensioni, Prato ha subito una sostanziale trasformazione durante la fine del secolo scorso, passando da città-fabbrica, caratterizzata dalla produzione tessile e dalla moda, a un centro multietnico costretto ad affrontare l’immigrazione mono-etnica Cinese. Aree dismesse e incomplete della città hanno iniziato ad apparire a causa della recente crisi economica seguita da una diffusa insostenibilità sociale: la Macro Area 0 è una di queste realtà. Questo modello di crisi all’interno del Macrolotto 0 ha prodotto oggetti scartati da produzioni artigianali fallite (deficit funzionali). Ha anche causato lacune relazionali a causa della perdita di importanza delle forme tradizionali di aggregazione sociale, costringendo le persone a smettere di usufruire dello spazio pubblico. Lo scopo del lavoro con gli studenti è stato quello di immaginare nuovi scenari per quello che è stato identificato, da Bernardo Secchi, come il Macrolotto 0, uno dei luoghi al centro del dibattito sulla città data l’importanza strategica del suo possibile sviluppo. Il Macrolotto 0 quindi come laboratorio e riferimento per una città “flessibile” e dialogante, dove esplorare i possibili sviluppi ibridi, di natura politica, sociale e urbana nella realtà policroma e variegata del XXI secolo. La mutazione sostenibile dei luoghi creati dall’uomo che

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stanno affrontando oggi la crisi diventa un catalizzatore di un’opera di mediazione e contaminazione tra preesistenza, patrimonio, identità e nuovi modi di fruizione, organizzazione e partecipazione delle comunità. La comunità è il luogo in cui si incontrano storie, gruppi etnici e generazioni diverse. L’architettura è sempre stata attenta ai cambiamenti sociali. Difatti, non esiste design o forma che non sia un’interpretazione di un’idea sociale. Pertanto, l’architettura può collaborare alla riprogettazione dei luoghi della vita urbana attraverso metodi di ricondizionamento dello status quo, in cui le comunità riconoscono un valore identitario. Questo esperimento può essere possibile solo a Prato, la città della lana cardata. Questo tessuto nato dallo “scarto” di abiti rappresenta il motore del processo di rigenerazione economica dell’area. Si è deciso di confrontarci con gli studenti attraverso l’applicazione di un metodo che si riferisce al concetto di sistema circolare, ovvero un modello che rimette in circolazione risorse già utilizzate ma non totalmente obsolete, in modo tale che sia possibile ottenere non solo materiale primario (riciclaggio) ma un nuovo dispositivo, ricondizionato, in grado di produrre un risultato di scarto = valore. Un dispositivo che risulta dall’integrazione tra ciò che esiste e nuovi inserimenti, implementato con la logica del minimo intervento e traducendo il sistema circolare nell’intero processo di progettazione, definendo una mutazione circolare sostenibile. Attraverso l’uso di questo metodo, quello esistente verrà sovrascritto attraverso le seguenti azioni strategiche: • Utilizzare una strategia circolare basata sul ricondizionamento dell’esistente riconoscendo un valore ai rifiuti attuali; • Coinvolgere il vecchio e il nuovo nel progetto sostenibile attraverso un nuovo mix tra storia, memoria, simbolismo e nuovo sistema di relazioni; • spostare l’enfasi dall’edificio come oggetto di design a un elemento di transito per il cambiamento sociale.


LAP3B

AA.2015/2017

L’intervento diventa un’opportunità per il lancio di piattaforme di condivisione, la premessa di una nuova storia sociale e urbana attraverso l’introduzione di nuovi strumenti e operazioni minime; • creare e mantenere un senso di identità all’interno della comunità attraverso l’architettura. La strategia si basa su precisi inserimenti urbani in grado di rivitalizzare prima l’oggetto e poi l’ambiente circostante attraverso un principio osmotico, in grado di cambiare lo status quo con una diversa scala di valori. Questo non si basa più esclusivamente sulla qualità architettonica come in passato, ma principalmente sul rapporto società-comunità. Gli strumenti utilizzati, appaiono come un risultato di sintesi tra molti esempi attuali, in grado di essere a loro volta un principio evolutivo per adattamenti futuri; invenzioni che consentono ai luoghi in cui interveniamo di assumere un ruolo diverso, in grado di dare una risposta ad una situazione incompleta e di rilanciarla. Assumono un carattere ibrido legato a programmi funzionali articolati e diventano così contenitori per molteplici socialità transitorie.

UNIFE ARCHITETTIURA

Alessandro Gaiani

Argentesi Alessandro, Luca Cei, Duccio Fantoni - POLARIS Università degli Studi di Ferrara - Dipartimento di Architettura LAP3B_Laboratorio di Progettazione Architettonica 3B Prof. Arch. Alessandro Gaiani, Prof. Arch. Andrea Chiarelli, Prof. Andrea Gatti

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PRATO, CITTÀ DEGLI SCARTI

MACROLOTTO 0


AA.2015/2016 LAP3B UNIFE ARCHITETTIURA Argentesi Alessandro, Luca Cei, Duccio Fantoni - POLARIS Università degli Studi di Ferrara - Dipartimento di Architettura LAP3B_Laboratorio di Progettazione Architettonica 3B Prof. Arch. Alessandro Gaiani, Prof. Arch. Andrea Chiarelli, Prof. Andrea Gatti

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PRATO, CITTÀ DEGLI SCARTI

MACROLOTTO 0


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UNIFE ARCHITETTIURA

LAP3B

AA.2015/2016


MACROLOTTO 0 PRATO, CITTÀ DEGLI SCARTI

Tereza Čermáková, Sara Ferri, Salome Katamadze, Gregorio Mazzini - MARKET

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Università degli Studi di Ferrara - Dipartimento di Architettura LAP3B_Laboratorio di Progettazione Architettonica 3B Prof. Arch. Alessandro Gaiani, Prof. Arch. Andrea Chiarelli, Prof. Andrea Gatti


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UNIFE ARCHITETTIURA

LAP3B

AA.2015/2016


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PRATO, CITTÀ DEGLI SCARTI

MACROLOTTO 0


AA.2015/2016 LAP3B UNIFE ARCHITETTIURA Filippo Ferraro, Fabrizio Forasassi, Mattia Giusto - TOOL BOXES Università degli Studi di Ferrara - Dipartimento di Architettura LAP3B_Laboratorio di Progettazione Architettonica 3B Prof. Arch. Alessandro Gaiani, Prof. Arch. Andrea Chiarelli, Prof. Andrea Gatti

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PRATO, CITTÀ DEGLI SCARTI

MACROLOTTO 0


AA.2015/2016 LAP3B UNIFE ARCHITETTIURA Anna Fornili, Marina Malossi, Maria José Valverde Lara - CONECTANDO Università degli Studi di Ferrara - Dipartimento di Architettura LAP3B_Laboratorio di Progettazione Architettonica 3B Prof. Arch. Alessandro Gaiani, Prof. Arch. Andrea Chiarelli, Prof. Andrea Gatti

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PRATO, CITTÀ DEGLI SCARTI

MACROLOTTO 0


AA.2016/2017 LAP3B UNIFE ARCHITETTIURA I. Manetta, L. Formigari, T. Santen - GRADIENT Università degli Studi di Ferrara - Dipartimento di Architettura LAP3B_Laboratorio di Progettazione Architettonica 3B Prof. Arch. Alessandro Gaiani, Prof. Arch. Marcello Marchesini

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PRATO, CITTÀ DEGLI SCARTI

MACROLOTTO 0


AA.2016/2017 LAP3B UNIFE ARCHITETTIURA Antonia Giannella, Sara Taverna, Axel Trathnigg - DECADENTE BELLEZZA Università degli Studi di Ferrara - Dipartimento di Architettura LAP3B_Laboratorio di Progettazione Architettonica 3B Prof. Arch. Alessandro Gaiani, Prof. Arch. Marcello Marchesini, Prof. Andrea Gatti

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PRATO, CITTÀ DEGLI SCARTI

MACROLOTTO 0


AA.2016/2017 LAP3B UNIFE ARCHITETTIURA Samuele Carroli, Marina Degano, Anthony Faria, Lucia Lana - INTER SPACES Università degli Studi di Ferrara - Dipartimento di Architettura LAP3B_Laboratorio di Progettazione Architettonica 3B Prof. Arch. Alessandro Gaiani, Prof. Arch. Marcello Marchesini, Prof. Arch. Guido Incerti, Prof. Andrea Gatti

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PRATO, CITTÀ DEGLI SCARTI

MACROLOTTO 0


AA.2016/2017 LAP3B UNIFE ARCHITETTIURA M. Filippini, Y.Fratoni, R. Hirsch, M.Munerato - THE THREAD Università degli Studi di Ferrara - Dipartimento di Architettura LAP3B_Laboratorio di Progettazione Architettonica 3B Prof. Arch. Alessandro Gaiani, Prof. Arch. Marcello Marchesini, Prof. Andrea Gatti

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PRATO VAGUE

MACROLOTTO 0

PRATO VAGUE ALESSANDRO CAMBI ALBERTO BOLOGNA GABRIELE SORICHETTI “ per un architetto, imparare dal paesaggio circostante, è un modo di essere rivoluzionario” R. Venturi, D.S Brown, Learning From Las Vegas La società contemporanea stá producendo una costante accelerazione dei processi di cambiamento, generando uno stato di disorientamento che deve forzatamente mettere in discussione meccanismi economici, spazi, modi di vivere, esprimersi. La città contemporanea del XXI° secolo dovrà produrre nuovi modelli insediativi, a partire da tutti quei luoghi interrotti e sospesi, che oggi per primi ci segnalano la necessità di un’evoluzione: i “terrain vague”. Alan Berger nel descrivere le potenzialità dei terrain vague si rifà al processo evolutivo che i biologi chiamano exaptation: questo processo spiega come gli organismi spesso riadattino in modo opportunista strutture già a disposizione per funzioni inedite. Nel mondo animale, ad esempio, le piume che inizialmente servivano ai rettili per l’isolamento corporeo sono diventate successivamente strumenti per il volo. Questa capacità di mutazione appartiene a quelle logiche di trasformazione, riuso, recupero, che da sempre hanno fabbricato l’evoluzione della città e che oggi possono essere una risposta al cambiamento per tutti quegli spazi che hanno perso inevitabilmente il loro senso primario e che sono in attesa di un nuovo significato. Il Macrolotto di Prato è un terrain vague, un esperimento inconsapevole di adattamento dello spazio alle nuove esigenze della società contemporanea: iper densità, informalità, ibridazione sociale, sono solo alcuni degli elementi che emergono da questo luogo, da cui poter derivare nuovi modelli di habitat dello spazio e nuovi linguaggi. Cluster ibrido tra passato industriale e contemporaneo, questo luogo è prototipo spontaneo di una nuova società, liquida, priva di confini rigidi, opportunista e mutante, lo spazio e i segni che ne conseguono un suo manifesto fisico.

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Il laboratorio di progettazione ha guardato a questo luogo cercando di rivelarne gli aspetti spontanei e le nuove conformazioni spaziali e sociali che ne derivano. /pieno - vuoto/ pubblico -privato / aperto- chiuso/ notte -giorno /visibile – invisibile / luce- ombra/ lento –veloce/formale – informale, sono alcune delle dicotomie che regolano lo spazio e che nel Macrolotto hanno trovato un’evoluzione contemporanea, indagata attraverso tassonomie puntuali che ne hanno consentito un riconoscimento ed una classificazione. I progetti hanno voluto definire ed evolvere alcuni degli aspetti sostanziali individuati da questa osservazione, in particolare, l’informalità nell’occupazione dello spazio, la libertà dalla funzione, il superamento della tipologia specifica negata da un vissuto generico e in costante evoluzione. La città è un organismo a densità crescente, composto di flussi, di spazi, di tessuti, di centri vitali, un corpo vivente che evolve continuamente le proprie parti adattandole ai cambiamenti della società, affinché questa la possa abitare. Il Macrolotto, il manifesto di un Terrain Vague.

Alessandro Cambi


AA.2015/2017 LAP3A UNIFE ARCHITETTIURA Ottavia Ballardini, Pietro Benedettini, Sibylle Oggioni Università degli Studi di Ferrara - Dipartimento di Architettura LAP3A_Laboratorio di Progettazione Architettonica 3A Prof. Arch. Alessandro Cambi, prof. Alberto Bologna

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PRATO VAGUE

MACROLOTTO 0


AA.2015/2016 LAP3A UNIFE ARCHITETTIURA M. Bocchini, M. Cappellotto, N. Di Virgilio - SAD Università degli Studi di Ferrara - Dipartimento di Architettura LAP3A_Laboratorio di Progettazione Architettonica 3A Prof. Arch. Alessandro Cambi

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PRATO VAGUE

MACROLOTTO 0


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UNIFE ARCHITETTIURA

LAP3A

AA.2015/2016


MACROLOTTO 0

La proposta di progett perta. Una riappropria spaziale e u

Il tessuto si presenta com intercaped

All’intervento residenzia essendo, lo sport, un ling tivo in grado di ricu

PRATO VAGUE

relazioni visive e rappo La sovrapposizione conc ed una dedicata a parete cale del suolo e che pres razzi, questi le accerch rela

Un intervento biunivoco vato ar

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AA.2016/2017 LAP3A UNIFE ARCHITETTIURA Beatrice Magagnoli, Mattia Rossi, Lorenzo Tinti - TANGRAM Università degli Studi di Ferrara - Dipartimento di Architettura LAP3A_Laboratorio di Progettazione Architettonica 3A Prof. Arch. Alessandro Cambi, Prof. Alberto Bologna, Prof. Gabriele Sorichetti

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PRATO VAGUE

MACROLOTTO 0


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UNIFE ARCHITETTIURA

LAP3A

AA.2016/2017


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PRATO VAGUE

MACROLOTTO 0


AA.2016/2017 LAP3A UNIFE ARCHITETTIURA Oriol Bort, Riccardo Chiaro, Adriana Illana - SYMPHONIAE Università degli Studi di Ferrara - Dipartimento di Architettura LAP3A_Laboratorio di Progettazione Architettonica 3A Prof. Arch. Alessandro Cambi, Prof. Alberto Bologna, Prof. Gabriele Sorichetti

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PRATO VAGUE

MACROLOTTO 0


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UNIFE ARCHITETTIURA

LAP3A

AA.2016/2017


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PRATO VAGUE

MACROLOTTO 0


AA.2016/2017 LAP3A UNIFE ARCHITETTIURA Ottavia Ballardini, Pietro Benedettini, Sibylle Oggioni Università degli Studi di Ferrara - Dipartimento di Architettura LAP3A_Laboratorio di Progettazione Architettonica 3A Prof. Arch. Alessandro Cambi, Prof. Alberto Bologna

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MACROLOTTO 0

Planivolumetrico

PRATO VAGUE

Scala 1:1000

Melania Rizzi, Michele Schiavino, Matteo Zamberlan - SPAZIO POSSIBILE

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Università degli Studi di Ferrara - Dipartimento di Architettura LAP3A_Laboratorio di Progettazione Architettonica 3A Prof. Arch. Alessandro Cambi, Prof. Alberto Bologna, Prof. Gabriele Sorichetti


UNIFE ARCHITETTIURA

LAP3A

Sezione Urbana B-B’ Scala 1:500

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MACROLOTTO 0

Planivolumetrico Scala 1:1000

Pianta AAacco a Terra Scala 1:500

Sezione Urbana A-A’ Scala 1:500

Sezione Urbana B-B’

PRATO VAGUE

Scala 1:500

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AA.2016/2017 UNIFE ARCHITETTIURA

LAP3A

Scala 1:200

Sezione Longitudinale C-C’ Pianta Piano Terreno Scala 1:200

+11.30

+6.60

+4.80

0.00

Sezione Trasversale D-D’ Scala 1:200

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HYBRID HUTONG GUIDO INCERTI ALICE GARDINI ANDREA GATTI L’esperienza progettuale su Prato – entro i laboratori del terzo anno del Dipartimento di Architettura della Facoltà di Ferrara, nasce da una semplice, lineare, constatazione. Prato è una città flessibile. E’ una città che spesso ama sperimentare su se stessa. E’ la città del Laboratorio Prato di Luca Ronconi e Gae Aulenti, un pioneristico momento di rigenerazione e riuso urbano legato a vette culturali e progettuali che hanno lasciato un segno tangibile tanto negli scontri finali tra il grande regista e l’amministrazione di allora, che non comprendendolo smise di sostenerlo, quanto nell’ancora funzionante Teatro del Fabbricone. E’ la città del piano, poi in parte disatteso a mezzo deroghe, di Bernardo Secchi che, per primo, comprese il valore come epicentro urbano e sociale di Macrolotto Zero. E’ anche la città che recentemente si è dotata di un Piano Strutturale innovativo nel panorama nazionale e internazionale. Forse il primo – in Italia - che prova a dare risposta progettuale alla sfida climatica auto-prodotta dall’uomo che nei prossimi decenni metterà a dura prova lo Stato Sociale e la sopravvivenza stessa della specie umana. Dati alla mano, Prato è’ la terza città del centro Italia dopo Roma e Firenze. E’ la città con la più alta percentuale di popolazione straniera in rapporto ai residenti italiani. La seconda comunità cinese - sempre in rapporto alla popolazione residente – d’Europa, seconda solo a Londra. Simbolicamente è la città natale di Curzio Malaparte, nato Kurt Erich Suckert, il cui padre, tintore tedesco, vi si trasferì al seguito dei padroni della “Kossler, Mayer und Klinger” opificio dove lavoravano circa 2000 pratesi, detto già allora “Il fabbricone”: lo stesso, in parte rigenerato grazia al lavoro di Luca Ronconi, che oggi contiene il Teatro dal medesimo nome. È una città circolare Prato. Circolare per l’economia che da sempre la sostiene – i cenci che si fanno e rifanno panni e filati, che fanno panni che ritornano cenci – e che oggi è al centro del dibattito sullo sviluppo sostenibile.

Ma è circolare anche per le storie, ben connesse ancora prima dei Social. Se nel 1800 erano i tedeschi che venivano ad aprire stabilimenti in città, se alla sua morte Malaparte donò la sua Casa di Capri alla Repubblica Popolare Cinese – di cui era diventato grande estimatore nei suoi ultimi anni di vita - oggi sono gli stessi cinesi che in quegli stabilimenti sostengono la peculiare tradizione di Prato nell’industria tessile e della moda. Prato è vicina e al contempo è lontana. E’ una città toscana che per molti versi non è toscana, ne italiana. E’ città di immigrazione, morti bianche, emigrazione, cittadini fantasma ed enclaves. E’ un luogo dove – attraverso l’architettura e il disegno urbano – è possibile studiare i limiti, i bordi, gli space of freedom presenti in tutti i luoghi contraddittori. E’ una città dove trovare, nella semantica dei luoghi urbani e nel progetto degli archetipi architettonici gli elementi che accomunano la storia dei popoli, i punti di unione tra le culture del mondo, anche quando la politica guerreggia per dividere quello stesso mondo. E’ una città che si deve riconoscere nella sua interezza e senza distinzioni. Prato è China Town e le Prato di altre etnie. Prato è il MacrolottoZero, un ecosistema complesso dove l’architettura può esplorare la possibilità di far interagire, attraverso il riuso creativo dei luoghi e degli spazi, tradizione e innovazione alternativa, architetture del presente e architetture del recente passato, memoria urbana e futuro dei cittadini. Prato è il MacrolottoZero. Laboratorio e riferimento per una città dialogante, più che intelligente, dove esplorare nuovi possibili sviluppi, ibridi, politici, sociali ed urbani nella realtà cangiante e iper sfaccetata del XXI secolo. Prato è Macrolotto Zero. Confine per portare a compimento la “crysis” e segnare l’inizio di quella metamorfosi che potrà portare la città pratese nuovamente al centro degli interessi nazionali e perchè no, nel piccolo della sua scala, globali.

Guido Incerti

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AA.2014/2015 LAP3A UNIFE ARCHITETTIURA Sara Borsetto, Anna Bosco, Giulia Cavicchi - Paesaggiopuntura Università degli Studi di Ferrara - Dipartimento di Architettura LAP3A_Laboratorio di Progettazione Architettonica 3A Prof. Arch. Guido Incerti, Prof. Alice Gardini, Prof. Andrea Gatti

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HYBRID HUTONG

MACROLOTTO 0


AA.2014/2015 LAP3A UNIFE ARCHITETTIURA Gregorio Gonella, Tommaso Mauro, Francesco Ricci Bitti - MacrOS Università degli Studi di Ferrara - Dipartimento di Architettura LAP3A_Laboratorio di Progettazione Architettonica 3A Prof. Guido Incerti, Prof. Alice Gardini, Prof. Andrea Gatti

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HYBRID HUTONG

MACROLOTTO 0


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UNIFE ARCHITETTIURA

LAP3A

AA.2014/2015


MACROLOTTO 0 HYBRID HUTONG

Elisa Conti, Elena Greco Miani, Filipe Sousa - CRISS CROSS

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Università degli Studi di Ferrara - Dipartimento di Architettura LAP3A_Laboratorio di Progettazione Architettonica 3A Prof. Arch. Guido Incerti, Prof. Alice Gardini, Prof. Andrea Gatti


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UNIFE ARCHITETTIURA

LAP3A

AA.2014/2015


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HYBRID HUTONG

MACROLOTTO 0


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UNIFE ARCHITETTIURA

LAP3A

AA.2014/2015


MACROLOTTO 0

LAP3

HYBRID HUTONG

Guido Incerti • Alice Gardini • Andrea Gatti

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Paesaggiopuntura MACROLOTTO 0 Sara Borsetto • Anna Bosco • Giulia Cavicchi

hybrid hutong


AA.2014/2015 LAP3A UNIFE ARCHITETTIURA Sara Borsetto, Anna Bosco, Giulia Cavicchi - Paesaggiopuntura Università degli Studi di Ferrara - Dipartimento di Architettura LAP3A_Laboratorio di Progettazione Architettonica 3A Prof. Arch. Guido Incerti, Prof. Alice Gardini, Prof. Andrea Gatti

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HYBRID HUTONG

MACROLOTTO 0


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UNIFE ARCHITETTIURA

LAP3A

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MACROLOTTO 0 HYBRID HUTONG

Riccardo Del Re, Daniela Guarnieri, Ricardo Carvalho - Eating Space

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Università degli Studi di Ferrara - Dipartimento di Architettura LAP3A_Laboratorio di Progettazione Architettonica 3A Prof. Arch. Guido Incerti, Prof. Alice Gardini, Prof. Andrea Gatti


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UNIFE ARCHITETTIURA

LAP3A

AA.2014/2015


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HYBRID HUTONG

MACROLOTTO 0


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UNIFE ARCHITETTIURA

LAP3A

AA.2014/2015


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HYBRID HUTONG

MACROLOTTO 0


AA.2014/2015 LAP3A UNIFE ARCHITETTIURA Diego Buonanno, Mirko Cardano, Micol Gelsi - EKFRASI Università degli Studi di Ferrara - Dipartimento di Architettura LAP3A_Laboratorio di Progettazione Architettonica 3A Prof. Arch. Guido Incerti, Prof. Alice Gardini, Prof. Andrea Gatti

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HYBRID HUTONG

MACROLOTTO 0


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UNIFE ARCHITETTIURA

LAP3A

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IL DISTRETTO DELLA CREATIVITÀ PAOLO IOTTI MARCELLO MARCHESINI MARCELLO BARISON Omogeneità, continuità del tessuto edilizio, prevalenza della massa sugli spazi aperti, una densità del costruito che prelude anche ad una ricchezza di attività e relazioni. Sono queste alcune delle caratteristiche che in genere leggiamo nella forma urbana della città storica e a cui attribuiamo un ruolo importante nella definizione della qualità dello spazio e delle relazioni (umane, sociali, economiche) che proprio la natura dello spazio spesso consente e facilita. Nel Macrolotto 0 - in un’analisi “astratta” della morfologia urbana – riconosciamo alcune di quelle caratteristiche: una struttura densa, intricata, ricca.. un tessuto costituito prevalentemente da capannoni con coperture a voltine o a shed che si incastrano come in un puzzle. La forte identità del luogo è poi sancita da una compagine sociale estremamente caratterizzata: dagli anni ’70 la comunità cinese ha infatti trovato in questo luogo le condizioni più favorevoli per insediare le proprie attività e le proprie abitazioni, di fatto colonizzando l’intero quartiere. Ad oggi si presentano con urgenza le condizioni per una riflessione sul futuro del distretto e sul suo rapporto con la città, che includa temi di inclusione sociale tra le comunità, di sicurezza e salubrità dello spazio, di rigenerazione urbana del territorio. Con gli studenti del Laboratorio di Progettazione abbiamo quindi diretto la nostra attenzione alla volontà di connettere fisicamente e percettivamente alla città quella che oggi è vissuta come un’isola, ma che presenta già istanze di apertura, di curiosità reciproca tra le comunità. E proprio nella natura del tessuto edilizio crediamo si possano trovare delle opportunità per un ripensamento creativo dello spazio, che ne preservi l’identità con innesti e ibridazioni capaci di proiettarlo verso usi anche nuovi e inaspettati. Accanto alle attività esistenti, di produzione artigianale, commercio, residenze, potranno così inserirsi anche

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servizi culturali, spazi per l’educazione e la formazione, incubatori di impresa e spazi di co-working, residenze innovative e/o temporanee, nonché un centro della moda (con showroom, negozi, archivi per i tessuti e/o collezione-moda, laboratori per il restauro dei tessuti, sale conferenze…) che possa costituire un propulsore di energie e di attrattività a scala regionale. Gli strumenti adottati, quelli dedotti dall’arte dei giardini: attraverso operazioni di potatura, diradamento, innesto, gli studenti hanno sviluppato proposte che mirano ad ossigenare il tessuto, dotarlo di nuovi spazi pubblici e a verde, connetterlo alla città potenziando attraversamenti e permeabilità (fisiche, percettive, simboliche), inserendo funzioni caratterizzanti capaci di facilitare l’incontro tra comunità e gruppi di persone e generare così un Distretto della Creatività, un laboratorio continuo di convivenza e interazione sociale, culturale, economica.

Paolo Iotti


AA.2014/2015 LAP3C UNIFE ARCHITETTIURA Misconel Lorenzo, Spallina Sofia, Vauquelin Alizee Università degli Studi di Ferrara - Dipartimento di Architettura LAP3C_Laboratorio di Progettazione Architettonica 3C Arch. Paolo Iotti, Arch. Marcello Marchesini, Dott. Marcello Barison

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DISTRETTO DELLA CREATIVITÀ

MACROLOTTO 0


AA.2014/2015 LAP3C UNIFE ARCHITETTIURA Bajena Marta, Talamonti Nicola, Valentini Vittorio Università degli Studi di Ferrara - Dipartimento di Architettura LAP3C_Laboratorio di Progettazione Architettonica 3C Arch. Paolo Iotti, Arch. Marcello Marchesini, Dott. Marcello Barison

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MACROLOTTO 0 DISTRETTO DELLA CREATIVITÀ

Marchetti Francesca, Recchioni Valerio, Sabbatani Emanuele

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Università degli Studi di Ferrara - Dipartimento di Architettura LAP3C_Laboratorio di Progettazione Architettonica 3C Arch. Paolo Iotti, Arch. Marcello Marchesini, Dott. Marcello Barison


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UNIFE ARCHITETTIURA

LAP3C

AA.2014/2015


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DISTRETTO DELLA CREATIVITÀ

MACROLOTTO 0


AA.2014/2015 LAP3C UNIFE ARCHITETTIURA Dellai Nicholas, Munari Filippo, Pallaoro Marco Università degli Studi di Ferrara - Dipartimento di Architettura LAP3C_Laboratorio di Progettazione Architettonica 3C Arch. Paolo Iotti, Arch. Marcello Marchesini, Dott. Marcello Barison

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DISTRETTO DELLA CREATIVITÀ

MACROLOTTO 0


AA.2014/2015 LAP3C UNIFE ARCHITETTIURA Bonfè Lina, Grosoli Maria Elisa, Zanotti Nicola Università degli Studi di Ferrara - Dipartimento di Architettura LAP3C_Laboratorio di Progettazione Architettonica 3C Arch. Paolo Iotti, Arch. Marcello Marchesini, Dott. Marcello Barison

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DISTRETTO DELLA CREATIVITÀ

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AA.2014/2015 LAP3C UNIFE ARCHITETTIURA Moretti Barbara, Neri Michela, Zattoni Alessandra Università degli Studi di Ferrara - Dipartimento di Architettura LAP3C_Laboratorio di Progettazione Architettonica 3C Arch. Paolo Iotti, Arch. Marcello Marchesini, Dott. Marcello Barison

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DISTRETTO DELLA CREATIVITÀ

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AA.2014/2015 LAP3C UNIFE ARCHITETTIURA Misconel Lorenzo, Spallina Sofia, Vauquelin Alizee Università degli Studi di Ferrara - Dipartimento di Architettura LAP3C_Laboratorio di Progettazione Architettonica 3C Arch. Paolo Iotti, Arch. Marcello Marchesini, Dott. Marcello Barison

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PROGETTI PER UNA CITTÀ MULTICULTURALE E MULTIETNICA ALESSANDRO MASSARENTE ALESSANDRO TESSARI ANDREA GATTI ALICE GARDINI L’esperienza didattica svolta sul caso studio di Prato con gli studenti del terzo anno è stata condotta con l’obiettivo di sperimentare alcune possibili modalità di rigenerazione urbana all’interno di una parte di città, il Macrolotto 0, già interessata da processi di pianificazione e progettazione urbana, dove vive una delle più grandi comunità cinesi in Europa, dopo Parigi e Londra, una delle aree più complesse e dinamiche della realtà pratese, dove convivono oltre un centinaio di etnie e altrettante culture. Il terzo anno della Laurea magistrale a ciclo unico in Architettura rappresenta uno snodo fondamentale nel percorso formativo degli studenti e il carattere interdisciplinare del laboratorio, sperimentato a Ferrara fin dalla fondazione della scuola nel 1991, permette agli studenti di esplorare per la prima volta temi legati alla rigenerazione urbana di aree dismesse o fragili, in cui si intrecciano fenomeni di natura economica, sociale e ambientale. La crisi economica che dal 2008 ha assunto dimensioni planetarie si è sommata alle dinamiche legate ai fenomeni migratori e alla transizione energetica, dando luogo a situazioni urbane di rilevante complessità, in cui diverse tensioni si manifestano con maggiore rilievo. Le esercitazioni progettuali svolte dal 2013 nel Laboratorio di Progettazione architettonica 3 hanno inteso esplorare proprio questi luoghi ad alta complessità “mutazionale” che, nel caso di Prato, sono legati a un tessuto industriale che per successivi processi di stratificazione, sostituzione e ampliamento ha profondamente caratterizzato l’attuale forma urbana della città. Le aree di studio e di progetto si attestano a ovest del centro storico, dove rimangono frammenti e talora ampi brani di fabbriche, come ad esempio l’ex lanificio Forti,

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che hanno dato forma all’ampliamento industriale lungo via Pistoiese, il quale tuttora determina il carattere peculiare di questa parte di città. Nello stesso anno in cui si è svolto il Laboratorio, si è peraltro concluso il concorso internazionale per un parco urbano di tre ettari all’interno del recinto delle mura storiche da realizzare in seguito alla demolizione dell’ex ospedale Misericordia e Dolce. Questo parco, oltre a diventare la nuova porta della città aperta al turismo culturale internazionale, si intendeva potesse nel tempo assumere il ruolo di anello di congiunzione tra il centro storico e una delle “penetranti”, indicate tra i Sistemi e subsistemi ambientali nel piano urbanistico coordinato da Bernardo Secchi nel 1998, la quale corre lungo via San Paolo con una serie di spazi verdi a sud del Macrolotto 0. I progetti sviluppati nel Laboratorio hanno fatto riferimento a tali strategie e a questo quadro d’insieme che secondo il piano Secchi prevedeva nel Macrolotto 0 la ristrutturazione di una porzione importante della “città fabbrica”, mantenendo la produzione e risolvendo i rapporti tra le diverse funzioni, indicando nella spina tra via Filzi e via Pistoiese la localizzazione di funzioni centrali e di servizio all’area e all’intera città, oltre al recupero in parte ad attività collettive di alcune grandi fabbriche sottoutilizzate. Più precisamente, gli obiettivi posti alla base dell’esplorazione progettuale di questi luoghi sono stati: - definire un processo in cui il programma diventa strumento di esplorazione della realtà tramite strategie di conoscenza/interpretazione/trasformazione in grado di tenere insieme caratteri e mutazioni dell’esistente, nuovi bisogni espressi da persone e reti sociali, in chiave di sviluppo sostenibile;


AA.2016/2017 i valori identitari espressi nelle comunità e le differenze mutevoli proprie di una contemporaneità multiculturale e multietnica.

Alessandro Massarente

UNIFE ARCHITETTIURA

LAP3C

- ampliare il concetto di riqualificazione, spostandolo da quello tradizionale di intervento sull’oggetto materiale, a quello di rigenerazione sia dei luoghi che delle dinamiche economiche e sociali; - individuare strumenti di progettazione adattivi, tramite i quali definire un nuovo alfabeto, composto da segni e significati in grado di tradurre nell’intervento progettuale

Guilherme Arjona, Valentina Mondini, Ontora Rahman - Desobstrucao | Immaginario collettivo Università degli Studi di Ferrara – Corso di Laurea in Architettura LAP3C_Laboratorio di progettazione architettonica 3 Prof. Alessandro Massarente, Arch. Alessandro Tessari, Prof. Andrea Gatti, Arch. Alice Gardini

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PROGETTI PER UNA CITTÀ MULTICULTURALE E MULTIETNICA MACROLOTTO 0


AA.2016/2017 LAP3C UNIFE ARCHITETTIURA Guilherme Arjona, Valentina Mondini, Ontora Rahman - Desobstrucao | Immaginario collettivo Università degli Studi di Ferrara – Corso di Laurea in Architettura LAP3C_Laboratorio di progettazione architettonica 3 Prof. Alessandro Massarente, Arch. Alessandro Tessari, Prof. Andrea Gatti, Arch. Alice Gardini

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PROGETTI PER UNA CITTÀ MULTICULTURALE E MULTIETNICA MACROLOTTO 0


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PROGETTI PER UNA CITTÀ MULTICULTURALE E MULTIETNICA MACROLOTTO 0


AA.2016/2017 LAP3C UNIFE ARCHITETTIURA Marco Leitao Borges, Gianmarco Mei, Eleonora Nappi - Ricucire la crosta, attivare il limite Università degli Studi di Ferrara – Corso di Laurea in Architettura LAP3C_Laboratorio di progettazione architettonica 3 Prof. Alessandro Massarente, Arch. Alessandro Tessari, Prof. Andrea Gatti, Arch. Alice Gardini

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PROGETTI PER UNA CITTÀ MULTICULTURALE E MULTIETNICA MACROLOTTO 0


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UNIFE ARCHITETTIURA

LAP3C

AA.2016/2017


RI-ABITARE LA PERIFERIA RICICLO PER OPERE INCOMPIUTE MARIA DE SANTIS GIULIO BASILI CRISTINA CARLETTI Nell’ambito del laboratorio Architettura Ambiente si applica un processo virtuoso interdisciplinare sulla formazione di competenze per uno sviluppo progettuale improntato ai caratteri di sostenibilità̀ ambientale. La città di Prato è risultata il campo previlegiato per svolgere ricerche progettuali sul campo selezionando di volta in volta aree ed edifici esistenti che si offrono come inattesa risorsa di superfici e strutture interne alle città. Spazi per far proliferare una riflessione in grado di garantirne ancora uno sviluppo stratificato ed articolato che può opporsi alle tendenze di espansione colonizzatrice di ulteriori suoli naturali. Il focus di questa ricerca progettuale affronta i suggerimenti e le riflessioni più avanzate sull’economia circolare nell’idea di invertire i tradizionali processi produzione-consumo- smaltimento in strategie e sperimentazioni per riutilizzare, riparare, rinnovare e riciclare, e questo non solo alla scala del prodotto e del materiale ma anche per le opere incompiute, per riprogrammare l’essenza stessa del tessuto urbano e trasformare quello che normalmente si considera come rifiuto in una risorsa per i cittadini e per la città. Purtroppo siamo abituati ad affrontare il problema degli scarti solo con l’ottica dell’emergenza e non con quella del progetto. Negli ultimi rapporti dell’Eurostat, troviamo conferma di come i rifiuti inerti da costruzione e demolizione costituiscono il flusso più rilevante dei rifiuti speciali prodotti in Europa. Se poi associamo ai rifiuti il peso delle opere incompiute il problema diventa anche più complesso ma allo stesso tempo strategico per una riflessione progettuale innovativa e ricca di spunti interessanti. Solo nel comparto delle opere pubbliche in Italia, risultano incompiute 546 opere. Un dato consistente e soprattutto sottostimato se consideriamo l’assenza delle opere incompiute realizzate dal settore privato. Il caso di studio utilizzato è l’area Ex-Valore, collocata all’interno del Macrolotto 0, un’area di interesse strategico per la sua posizione e uno dei volti più brutti della speculazione edilizia e del

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ristagno immobiliare della città. Uno dei tanti interventi di sostituzione edilizia fallimentari realizzati con un progetto sbagliato e fallimentare. Il complesso si presenta come un cantiere abbandonato dove gli scheletri delle strutture incompiute testimoniano la totale superficialità e incoerenza del progetto. Il totale abbandono dell’area ha portato negli anni ad un’occupazione abusiva del cantiere e con questo ad un crescente degrado della zona e ad un grave disagio per le abitazioni vicine. Le sperimentazioni progettuali rappresentate nelle pagine seguenti propongono alcuni possibili scenari che reinterpretano l’opera incompiuta proponendo il riuso dello scheletro edilizio abbandonato con soluzioni di spazi ibridi per potenziare una mixitè sociale per uno spazio di vita accogliente e innovativo. A partire dall’analisi delle criticità sono state affrontate diverse soluzioni progettuali, nella logica dell’ upcycling: creazione di una nuova permeabilità pedonale che qualifica gli spazi aperti e l’attacco a terra degli edifici, valorizzazione degli spazi aperti con un sistema vegetale e di arredi urbani, realizzazione di diverse tipologie residenziali in funzione delle nuove che richiedono soluzioni smart a basso costo, addizioni volumetriche realizzate con tecnologie a secco per creare e valorizzare nuove funzioni e nuove possibilità di sviluppo economico del quartiere, sfruttamento corretto delle risorse naturali tramite uso di tecnologie solari. La teoria del riciclo in architettura è quindi un’opportunità per riportare al centro della questione il ruolo del progetto come strumento di reinterpretazione delle funzioni e degli usi, diventando in questo modo un vero e proprio strumento di salvaguardia, che non si occupa quindi del mero aspetto costruttivo o estetico di un’opera, ma anche del come essa si alimenterà una volta riportata in vita.

Maria De Santis


AA.2017/2018 LABAA UNIFI ARCHITETTIURA Giulia Brullo, Sara Contino, Lisa Da Rold - Art Cube District Università degli Studi di Firenze - Scuola di Architettura LABAA_Laboratorio architettura e ambiente Prof. Maria De Santis, Prof. Giulio Basili, Prof. Cristina Carletti

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EX VALORE S.P.A.

MACROLOTTO 0


AA.2017/2018 LABAA UNIFI ARCHITETTIURA Alessia Aufiero, Ivan Branca, Caterina Ferraro - Hu Bee Università degli Studi di Firenze - Scuola di Architettura LABAA_Laboratorio architettura e ambiente Prof. Maria De Santis, Prof. Giulio Basili, Prof. Cristina Carletti

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EX VALORE S.P.A.

MACROLOTTO 0


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UNIFI ARCHITETTIURA

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AA.2017/2018


MACROLOTTO 0 EX VALORE S.P.A.

Giulia Brullo, Sara Contino, Lisa Da Rold - Art Cube District

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Università degli Studi di Firenze - Scuola di Architettura LABAA_Laboratorio architettura e ambiente Prof. Maria De Santis, Prof. Giulio Basili, Prof. Cristina Carletti


a r t

piano secondo > residenze temporanee per artisti e social housing

cube district

AA.2017/2018

04

+ 6.45 m

B B

+ 6.45 m

3

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2 2

A + 7.05 m

2

1 + 7.05 m

2

2

A

2 2

LABAA

1

ART CUBE DISTRICT

B

MACROLOTTO ZERO

3

B

A

ART CUBE

+ 10.15 m

28 + 7.05 m

ART CUBE

+ 3.95 m

21 + 0.55 m

1. spazio esterno dedicato alle temporary houses | 2. temporary houses, case temporanee per artisti | 3. social housing, distribuzione e accesso | A. vano scala/ ascensore art cube temporary houses | B. vano scala/ascensore tower cube housing

84

%

1 . planimetria di progetto. piano secondo . scala grafica 2 . sezione trasversale BB . scala grafica

5m

16%

LABAA_LABORATORIO ARCHITETTURA E AMBIENTE | C.d.L Magistrale in Architettura | A.A 2017/2018 REFUSE REUSE

Progettazione Ambientale | Prof.ssa Maria De Santis | Progettazione Architettonica | Prof. Giulio Basili | Tec.Controllo Ambientale Prof.ssa Cristina Carletti Ri Abitare la periferia | EX VALORE S.P.A STUDENTI | Giulia Brullo . Sara Contino . Lisa Da Rold

143

UNIFI ARCHITETTIURA

+ 13.25 m


EX VALORE S.P.A.

MACROLOTTO 0

artistiche ed artigianali, creando un intreccio vario ma coeso.

144


a r t

masterplan>diart tecnologia progetto cube temporary houses

LABORATORIO DI ARCHITETTURA E AMBIENTE | SCUOLA DI ARCHITETTURA | UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FIRENZE | A.A. 2017-2018 PROF. GIULIO BASILI, PROF. CRISTINA CARLETTI, PROF. MARIA DE SANTIS | STUD. GIULIA BRULLO, SARA CONTINO, LISA DA ROLD

cube district

AA.2017/2018

01 06

7

art cube temporary houses > laudry

+ 2.70 m

01

02

03

04 6 + 10,10 m

+ 10,00 m

ART CUBE

+ 2.60 m

+ 2.70 m

05

2

4 + 6.90 m

A

B

D

C

1

ART CUBE

LABAA

+ 2.70 m

LAB

5 + 3.80 m

A R

+ 3.00 m

T

C U

8 3

B E

shop

+ 0.45 m + 0.35 m

+ 0.00 m

PT

+0

P1

+4

P2

+7

ART CUBE TEMPORARY HOUSES

L’Art Cube Temporary Houses è un edificio multifunzionale che si conforma all’interno delle due stecche frontestrada presenti nell’area d’intervento a seconda dei livelli troviamo degli spazi vendita, laboratori e residenze. La tecnologia utilizzata per la realizzazione dei “cube” si basa sulla tecnica costruttiva del Platform Frame, quindi su un sistema di parete intelaiata, costituita da profili a C disposti ogni 40 cm circa e da opportuni controventi. Tale parete intelaiata è stata riproposta anche come solaio degli stessi cube solo nel caso in cui essi aggettano rispetto al solaio esistente in predalles dello scheletro strutturale. Nel caso specifico, l’aggetto del “cube” va ad ancorarsi alla trave tramite una piastra in acciaio e delle barre filettate che vengono annegate in una resina chimica, che permettono l’aggancio del profilo a C con la trave esistente. Tale tecnica garantisce la solidalità strutturale dei due oggetti. scala grafica 1:20

1m

3

6

PEDANA ESTERNA

TOWER CUBE HOUSING

SCHEMA STRUTTURALE 1. Setti esistenti in cemento armato 2. Solaio esistente in predalles 3. Struttura in montanti e traversi in alluminio 4. Strati di completamento

La Tower Cube Housing si innesta all’interno dello scheletro strutturale di una torre in cemento armatola cui struttura è già presente nell’area d’intervento. Nel caso specifico, dal punto di vista progettuale, si è andati a connettere questo elemento con una addizione che prevede un sistema tecnologico totalmente differente. L’addizione, nel suo insieme, si conforma come una facciata tridimensionale a tutta altezza. Essa vede l’alternarsi di “cube” con aggetti differenti. La diversità, di natura strutturale, che caratterizza le due porzioni, viene esaltata e tematizzata tramite l’utilizzo di un giunto strutturale di larghezza pari ad 1\100 dell’altezza complessiva della torre (27 m). Questo tipo di connessione permette alle due porzioni di lavorare dal punto di vista sismico indipendentemente, garantendo però la stabilità in termini di sicurezza e prevenzione.

A1 CUBE \ STRUTTURA ESISTENTE

SCHEMA STRUTTURALE 5. Giunto strutturale tra esistente ed addizione 6. Setti esistenti in cemento armato 7. Solaio esistente in predalles 8. Struttura in montanti e traversi in alluminio 9. Strati di completamento

B1 ADDIZIONE \ STRUTTURA ESISTENTE

4

COPERTURA STECCHE

6 L’ Art Cube Temporary Houses prevede la combinazione di due differenti tecnologie: l’utilizzo del cemento armato, per quanto riguarda lo scheletro strutturale esistente e la tecnologia a secco, per la realizzazione dei cube. Tale struttura colloca i cube all’interno dello scheletro esistente, facendo sì che i solai in predalles siano condivisi tra gli oggetti.

a. pavimentazione in legno da esterno Giordano b. ancoraggi per pavimentazione clip JuAn c. magatelli strutturali in acciaio d. supporti per pavimentazione in plastica TopLift e. sottostruttura in acciaio laterale f. rivestimento laterale in tela stirata in alluminio

21x120 mm 20 mm 20 mm 400 mm 40 mm 3 mm

a. pavimentazione in resina per esterni b. massetto a secco Knauf Brio 18 c. isolante termico lana di roccia Knauf d. barriera al vapore e. massetto delle pendenze Foacem f. struttura esistente in predalles g. lastra di rivestimento interno Knauf GKB A

5 mm 18 mm 120 mm 5 mm 50 mm 2400 mm 200 mm

7

1

COMPONENTE VETRATO

a. infisso in alluminio modello Clima 180ST b. vetrocamera c. tenda a rullo motorizzata Model System 190 d. veletta esterna di protezione

2

60 mm 30 mm Ø130 mm 160 mm

4

5

PARETE INTERNA

a. lastra di rivestimento interno Knauf GKB A 200 mm b. isolante termico lana di roccia Knauf 12 mm c. sottostruttura in traversi in alluminio . profilo a U 40x120 mm d. sottostruttura in montanti in alluminio . profilo a C 120x60 mm e. lastra di rivestimento interno Knauf GKB A 200 mm f. vite autoperforante g. tassello tox e vite da gesso -

Parete Knauf W112 orditura metallica e doppio rivestimento

7

SOLAIO ESISTENTE

a. pavimentazione in resina per interni b. massetto a secco Knauf Brio 18 c. pannelli radianti Knauf pan rad Gifa Floor Klima d. isolante termoacustico lana di roccia Knauf e. barriera al vapore f. isolante acustico in gomma Knauf silent pad R g. struttura esistente in predalles h. lastra di rivestimento interno Knauf GKB A

5 mm 18 mm 38 mm 60 mm 5 mm 5 mm 2400 mm 200 mm

8

SOLAIO CUBE

a. pavimentazione in resina per interni b. massetto a secco Knauf Brio 18 c. pannelli radianti Knauf pan rad Gifa Floor Klima d. isolante termoacustico lana di roccia Knauf e. barriera al vapore f. isolante acustico in gomma Knauf silent pad R g. sottostruttura in lamiera gracata h. isolante termoacustico lana di roccia Knauf i. sottostruttura in traversi in alluminio . profilo a C l. sottostruttura in traversi in alluminio . profilo a C m. rivestimento in tela stirata in alluminio

5 mm 18 mm 38 mm 60 mm 5 mm 5 mm 50 mm 50 mm 100x50 mm 50x25 mm 3 mm

COPERTURA CUBE

a. rivestimento in tela stirata in alluminio b. guaina impermeabile in gomma c. sottostruttura in lamiera gracata d. isolante acustico lana di roccia Knauf e. sottostruttura in traversi alluminio . profilo a C f. sottostruttura in traversi alluminio . profilo a C g. controsoffitto modello Knauf D11 h. sistema di gronda in alluminio con parafoglie

A

A1

3 mm 5 mm 50 mm 50 mm 100x50 mm 50x25 mm 150 mm -

B

5

B1

8

9

1

PARETE CUBE

a. rivestimento in tela stirata in alluminio 3 mm b. doppia lastra di rivestimento esterno Knauf GKB A 25 mm c. isolante termico lana di roccia Knauf 120 mm d. doppia lastra Knauf GKB 25 mm e. sottostruttura in traversi in alluminio . profilo a U 30x100 mm e. sottostruttura in montanti in alluminio . profilo a C 100x50 mm e. isolante termico lana di roccia Knauf 80 mm f. vite autoperforante g. tassello tox e vite da gesso 12.5 mm h. doppia lastra di rivestimento interno Knauf GKB A 25 mm

2

Parete Knauf W112 orditura metallica e doppio rivestimento

84

%

16%

LABAA_LABORATORIO ARCHITETTURA E AMBIENTE | C.d.L Magistrale in Architettura | A.A 2017/2018 REFUSE REUSE

Progettazione Ambientale | Prof.ssa Maria De Santis | Progettazione Architettonica | Prof. Giulio Basili | Tec.Controllo Ambientale Prof.ssa Cristina Carletti Ri Abitare la periferia | EX VALORE S.P.A STUDENTI | Giulia Brullo . Sara Contino . Lisa Da Rold

145

UNIFI ARCHITETTIURA

3


MACROLOTTO 0

ROVINA INFORMALE 43° 43’ N - 11° 46’ E

EX VALORE S.P.A.

I valori espressi da una Rovina, i valori costruttivi, ma anche quelli estetici e percettivi, non sono più contemporanei: si sono deteriorati col tempo, non ci parlano più. La Rovina racconta il suo tempo ma non lo racconta più in modo esauriente. Chi la osserva oggi, al tempo 0 della post rovina, non avrà mai lo sguardo di chi la vide per la prima volta. E’ questo scarto, la mancanza, il vuoto tra la percezione scomparsa e quella attuale, la ragione essenziale del nostro piacere: la percezione di questo scarto è la percezione stessa del tempo, della istantanea fragilità del tempo. Contemplare una Rovina Informale non equivale a fare un viaggio nella storia, ma al fare esperienza del tempo, del tempo puro. La percezione che ricaviamo dalla Rovina che contempliamo è di ordine estetico, ma lo spettacolo della natura si combina con quello della costruzione, allo stesso modo in cui contempliamo paesaggi naturali e percepiamo una sensazione di tranquilla felicità, alla quale si aggiunge la coscienza di una permanenza che misura il carattere effimero della materia. La Natura, in questo senso, abolisce non solo la storia, ma anche il tempo. La Rovina Informale aggiunge alla natura qualcosa che non appartiene più alla storia, ma che resta temporale. Non esiste

paesaggio senza sguardo, senza coscienza del paesaggio. Il paesaggio delle rovine, che non riproduce integralmente nessun passato, allude ad una molteplicità di passati. Offre all’osservatore una duplice prospettiva di funzionalità perduta e un’attualità massiccia, ma gratuita. Il tempo puro è questo tempo senza storia, in qui l’individuo può prendere coscienza e di cui lo spettacolo delle rovine può offrirgli una fugace intuizione. Una messa in scena di una molteplicità di possibili futuri prossimi dentro la Rovina Informale. L’aspetto Informale della Rovina sta nell’iniziale spaesamento dell’osservatore rispetto ad un paesaggio che è atemporale: il fruitore ritrova se stesso nella Rovina in quanto l’esperienza stessa della Rovina coincide con un viaggio. Riguarda uno spostamento nel tempo e all’interno del proprio Io. La molteplicità di futuri possibili coincide con la molteplicità di usi possibili della Rovina, uno schema spaziale temporale, che si interfaccia con la rigidità del passato della costruzione. L’informalità si fa manifesto condiviso di una coscienza collettiva. Creare una identità comune in un luogo abbandonato. La Natura si fa tramite di questi intenti, invadendo lo spazio e il tempo. Portando la collettività in una nuova dimensione .

Masterplan 1_200

146


AA.2017/2018

0.00

0.00

0.00

-3.17

0.00

0.00

-3.17

-3.17

0.00 0.00

0.00

LABAA

-3.17

Pianta Attacco a Terra 1_100

0.00

_ORTI _SAUNA _RESIDENZE _PANNI STESI

0.00

_COWORKING _EMERGENZA

Pianta Attacco a Terra 1_100 Schema collegamenti e funzioni

_ORTI _SAUNA _RESIDENZE 26.70 mtSTESI _PANNI _COWORKING _EMERGENZA

L’architettura perde i suoi rapporti dimensionali, le sue caratteristiche di spazialità contingente e diviene un atto di riflessione continua, questo porta l’architettura ad essere creatrice di relazioni, e generatrice di tensioni tra la molteplicità di soggetti. L’architettura in quanto tale si avvale dello spazio come strumento, strumento per modulare e pilotare l’uomo nel mare di relazioni che si creano e sono ospitate al proprio interno. Tenendo conto del rapporto con il tempo, del continuo variare del vissuto collettivo e con la volontà di avere tempi diversi all’interno dell’architettura. Questa spazialità sempre variabile esalta l’architettura nel suo valore esistenziale. Si sgancia quindi dall’unicum dell’oggetto architettonico fine a sé stesso, ed è pensata come catena di montaggio del sociale. È architettura che non si conclude mai poiché ospita la vita, e continuamente si trasforma, accoglie e trasmette i valori assoluti e totali delle persone che accoglie e di questi si arricchisce continuamente. È dunque un’Architettura familiare che risulta normale ed informale, ma che allo stesso tempo ha in sé un’altra dimensione di nuovo, di inaspettato poiché è in continuo divenire. Questa inesattezza e mai fissa definizione spaziale è l’animo del tutto, è la naturalezza dell’architettura. Queste differenti combinazioni di relazioni e di spazi acquistano potenza poiché prendono forza, dalla vera necessità delle persone che vivono l’architettura, e a queste donano Poesia e Possibilità.

COWORKING

ORTI

RESIDENZE COWORKING

VERDE COWORKING PARCHEGGIO

PARCHEGGIO

L’architettura è sostanza di cose sperate, qua è dove l’architettura accade. L’architettura perde i suoi rapporti dimensionali, le sue caratteristiche di spazialità contingente e diviene un atto di riflessione continua, questo porta l’architettura ad essere creatrice di relazioni, e generatrice di tensioni tra la molteplicità di soggetti. L’architettura in quanto tale si avvale dello spazio come strumento, strumento per modulare e pilotare l’uomo nel mare di relazioni che si creano e sono ospitate al proprio interno. Tenendo conto del rapporto con il tempo, del continuo variare del vissuto collettivo e con la volontà di avere tempi diversi all’interno dell’architettura. Questa spazialità sempre variabile esalta l’architettura nel suo valore esistenziale. Si sgancia quindi dall’unicum dell’oggetto architettonico fine a sé stesso, ed è pensata come catena di montaggio del sociale. È architettura che non si conclude mai poiché ospita la vita, e continuamente si trasforma, accoglie e trasmette i valori assoluti e totali delle persone che accoglie e di questi si arricchisce continuamente. È dunque un’Architettura familiare che risulta normale ed informale, ma che allo stesso tempo ha in sé un’altra dimensione di nuovo, di inaspettato poiché è in continuo divenire. Questa inesattezza e mai fissa definizione spaziale è l’animo del tutto, è la naturalezza dell’architettura. Queste differenti combinazioni di relazioni e di spazi acquistano potenza poiché prendono forza, dalla vera necessità delle persone che vivono l’architettura, e a queste donano Poesia e Possibilità. L’architettura è sostanza di cose sperate, qua è dove l’architettura accade.

Schema collegamenti e funzioni

BENESSERE

RESIDENZE COWORKING

VERDE

BENESSERE RESIDENZE RESIDENZE RESIDENZE RESIDENZE RESIDENZE GIARDINO ASILO

PARCHEGGIO PARCHEGGIO

INVERNO

Pattern di Uso

BENESSERE

RESIDENZE COWORKING

COWORKING

ORTI

RESIDENZE COWORKING

VERDE COWORKING PARCHEGGIO

PARCHEGGIO

VERDE

BENESSERE RESIDENZE RESIDENZE RESIDENZE RESIDENZE RESIDENZE GIARDINO ASILO

PARCHEGGIO PARCHEGGIO

INVERNO

Pattern di Uso

26.70 mt 13.30 mt

9.70 mt

3.50 mt

13.30 mt

9.70 mt -3.00 mt

6.70 mt

Sezione Trasversale 1_100

3.50 mt

Lorenzo Bacci, Enrico Casini, Mattia Locci - Rovina Informale Università degli Studi di Firenze - Scuola di Architettura LABAA_Laboratorio architettura e ambiente Prof. Maria De Santis, Prof. Giulio Basili, Prof. Cristina Carletti -3.00 mt

147

Sezione Trasversale 1_100

UNIFI ARCHITETTIURA

6.70 mt


stecche, è riservato ed hanno un collegamento diretto alle residenze. Il parcheggio è collegato all’esterno, sulla piazza, grazie a bucature verdi che creano un collegamento sia visivo sia funzionale.

39

MACROLOTTO 0

5.00

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

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48

49

50

10,0

51

5.00

40

120.00

10.00

predalle, per creare dei vuoti che successivamente, invasi dal verde, creeranno connessioni percettive su tutti i livelli.

41

120.00

42

120.00

43

44

120.00

120.00

52

-3,17

10,0

10,00

Schema Assi Listelli Edificio “Stecche”

Schema Assi Listelli Edificio “Stecche” 1_20

Piante Utilizzate

NOME COMUNE

TCE rimossa dalla camera di test per un periodo di 24 h

AREA TOTALE PIANTA (cm²)

NOME SCIENTIFICO

Benzene rimossa dalla camera di test per un periodo di 24 h

TOTALE MICROGRAMMI RIMOSSI PER PIANTA

AREA TOTALE PIANTA (cm²)

Particolare dell’Attacco a Terra 1_10

Formaldeide rimossa dalla camera di test per un periodo di 24 h

TOTALE MICROGRAMMI RIMOSSI PER PIANTA

AREA TOTALE PIANTA (cm²)

TOTALE MICROGRAMMI RIMOSSI PER PIANTA

14,205

76,707

Bamboo Palm

Chamaedorea Seifritzii

Bamboo Palm

10,325

16,520

Bamboo Palm

10,325

16,520

Bamboo Palm

Chinese Evergreen

Aglaonema Modestum

English Ivy

1,336

13,894

English Ivy

1,336

13,894

English Ivy

985

9,653

Gerbera Daisy

4,581

107,653

Gerbera Daisy

4,581

107,653

Janet Craig

15,275

48,880

Janet Craig

15,275

25,968

Janet Craig

15,275

25,968

Marginata

7,581

20,469

Marginata

7,581

30,324

Marginata

7,581

30,324

Mother-in-law’s Tongue

2,871

31,294

Mass Carne

16,167

English Ivy

Hedera Helix

Ficus

Ficus Benjamina

Gerbera Daisy

Gerbera Jamesonii

Janet Craig

Dracaena Deremenis

7,215

10,101

Mass Carne

7,215

10,101

Peace Lily

8,509

Mother-in-law’s Tongue

2,871

28,710

Mother-in-law’s Tongue

2,871

28,710

Lacy Tree Philodendron

2,373

8,656

Dracaena Massangeana

Peace Lily

7,960

27,064

Peace Lily

7,960

27,064

Banana

1,000

11,700

Sansevieria Laurentii

Warneckei

7,242

39,107

Warneckei

7,242

39,107

Heart Leaf Philodendron

1,696

Pot Mum

4,227

76,931

Pot Mum

4,227

76,931

Elephant Ear Philodendron

2,323

9,989

Chinese Evergreen

3,085

14,500

Chinese Evergreen

3,085

14,500

Green Spider Plant

2,471

10,378

Golden Pothos

2,723

8,986

Chinese Evergreen

1,894

4,382

713

1,555

Marginata Mass Carne / Corn Cane

Dracaena Marginata

Mother-in-law’s Tongue Peace Lily

Spathiphyllum “Mauna Loa”

Pot Mum

Chrysanthemum Morfolium

Warneckei

Dracaena Deremensis

Aloe Vera

Banano

Lingua di Suocera

Filodendro

CLS 2018

CLS 2028

Fioriture

Vegetazione Spontanea

8,480

Fiori

L’idea forte del progetto si articola intorno al tenere insieme, il tenere insieme i due oggetti architettonici, rovine che tra loro non dialogano. La volontà è quella di dare all’architettura un linguaggio unico, sia ai due oggetti architettonici esistenti, sia al tessuto della città, proiettando il verticale sul piano orizzontale consolidando così il rapporto tra la nuova architettura e la città circostante, questo tramite i listelli, dettaglio che diventa il tutto. Questo tema è reso forte dai listelli, scatolari di acciaio di colore brunito, che abbracciano le stecche, e la torre proiettandosi virtualmente sul piano di calpestio della città grazie alla pavimentazione a griglia che unisce le stecche alla torre, espandendosi oltre alle stesse. I listelli sono solidali tra loro, tramite controventi e tiranti, sono inoltre agganciati alla struttura degli edifici con intervalli regolari per consolidare la stabilità strutturale. Si ancorano a terra tramite una cerniera e una piastra metallica agganciata alla base della fondazione.

ossemica_III

rsone mesi

CLS 2038

Acciaio Brunito

EX VALORE S.P.A.

Assonometria Materica

Piazza Stomp

148

I listelli sono pensati come scatolari metallici di 10 x 30 cm con un’altezza di 3 mt ciascuno, sono quindi collegati tra loro verticalmente tramite bullonatura. La giunzione prende posto ad ogni intervallo di solaio dell’edificio così da avere la possibilità di ruotare con variazione sempre differente i listelli e dare movimento all’oggetto architettonico.

Esploso Costruttivo

Assonometria Listelli lato Piazza Stomp

Jardin d’Hiver

Laboratorio Zero


AA.2017/2018 7

LABAA

6

8

5

4

UNIFI ARCHITETTIURA

3

2 1

1 Solaio Piano Terra: _Solaio in CLS Armato sistema “Predalles”, sp. 40 cm _Rete metallica elettro-saldata ∅ fili 8mm _Massetto in CLS sp. 10 cm _Finitura in Resina 2 Vasca di Contenimento: _Infisso a scomparsa HX 300 PANORAMA, Internorm _Listello in legno rompi-tratta sp. 5x10 cm _Membrana impermeabilizzante bitume polimero antiradice, Bituver _Terreno di Coltura per vegetazione sp. 20 cm 3 Solaio Piano Primo: _Rasatura a Intonaco Interna _Barriera al Vapore _Strato Isolante sp.10 cm, pannello in sughero auto-espanso, CorkPan _Solaio in CLS Armato sistema “Predalles”, spessore 30 cm _Rete metallica elettro-saldata ∅ fili 8mm

_Guaina bituminosa _Massetto in CLS sp 10 cm _Finitura in Resina 4 Nodo Solaio-Parapetto Piano Primo: _Cordolo in CLS Armato _Infisso a scomparsa HX 300 PANORAMA, Internorm _Collante ADHERE Vit EcoCork _Isolante sp.16 cm, Sistema cappotto Selcivit Cork _Tasselli fissaggio Tecnotas L _Rete in fibra di Vetro Tecnorete 160 _Finitura REABILITA CAL ACABAMENTO o sassolinica REVDUR SL 5 Solaio Piano Secondo: _Rasatura a Intonaco Interna _Barriera al Vapore _Strato Isolante sp.10 cm, pannello in sughero auto-espanso, CorkPan _Solaio in CLS Armato sistema “Predalles”, spessore 30 cm

_Rete metallica elettro-saldata ∅ fili 8mm _Guaina bituminosa _Sistema di riscaldamento radiante ROSSATO ECOFLOOR E _Massetto in CLS sp 10 cm _Finitura in Resina 6 Solaio Piano Copertura: _Rasatura a Intonaco Interna _Barriera al Vapore _Strato Isolante sp.10 cm, pannello in sughero auto-espanso, CorkPan _Solaio in CLS Armato sistema “Predalles”, spessore 30 cm _Rete metallica elettro-saldata ∅ fili 8mm _Guaina bituminosa _Massetto in CLS sp 10 cm _Barriera al Vapore _Strato Isolante sp.10 cm, pannello in sughero auto-espanso, CorkPan _Sistema pavimentazione flottante _ Sistema di scolo delle acque piovane

7 Nodo Solaio-Parapetto Piano Copertura: _Pannello in legno copri-filo _Cordolo in CLS Armato _Infisso a scomparsa HX 300 PANORAMA, Internorm _Collante ADHERE Vit EcoCork _Isolante sp.16 cm, Sistema cappotto Selcivit Cork _Tasselli fissaggio Tecnotas L _Rete in fibra di Vetro Tecnorete 160 _Finitura REABILITA CAL ACABAMENTO o sassolinica REVDUR S 8 Sistema di Montaggio Listelli Metallici: _Scatolare Metallico in Acciaio sp. 10x30 cm sp. interno 1 cm _Sistema di bullonatura _Incastro doppia trave-listelli verticali (vedi esploso costruttivo) _le stratigrafie sono date dal basso verso l’alto, per quanto riguarda i nodi solaio-parapetto, dall’interno verso l’esterno.

149


MACROLOTTO 0 EX VALORE S.P.A.

Letizia De Angeli, Anastasiya Kuzniatsova, Luigi Mereu - Tradizione, Introspezione, Incontro

150

Università degli Studi di Firenze - Scuola di Architettura LABAA_Laboratorio architettura e ambiente Prof. Maria De Santis, Prof. Giulio Basili, Prof. Cristina Carletti


151

UNIFI ARCHITETTIURA

LABAA

AA.2017/2018


152

EX VALORE S.P.A.

MACROLOTTO 0


153

UNIFI ARCHITETTIURA

LABAA

AA.2017/2018


- ZERO, ART DISTRICT MACROLOTTO 0

PRATO 2018

L’area oggetto di progetto è ubicata nel comune di Prato, in via Filzi, all’interno del macrolotto zero. Nel 2008 la società pratese Valore s.p.a. acquista i capannoni in disuso e da inizio a un progetto di demolizione e ricostruzione che prevedeva la realizzazione di nuove residenze ed attività terziarie. Nel 2013 la società fallisce, lasciando all’interno del lotto soltanto due scheletri in c.a. dei quattro edifici previsti. Il nuovo progetto prevede la creazione di un art district all’interno dell’attuale area rimasta in disuso. Esso rappresenterà una duplice oppurtunità, sia per Prato che in questi ultimi anni sta sempre più rappresentando un polo creativo all’interno del panorama italiano, sia per la rigenerazione del macrolotto zero. Un altro tema che per noi è fondamentale, è quello della permeabilità, infatti, a livello stradale, abbiamo creato un sistema di pannelli che possono apririsi del tutto così da generare un sistema espositivo flessibile ed un grande passaggio da via Filzi fino all’interno del lotto; inoltre abbiamo evidenziato le entrate pedonali con un disegno a terra formato da maioliche che attraggono ed incuriosiscono il fruitore a scoprire tutto il progetto. All’interno della tipologia a ballatoio è stato previsto al piano terra l’inserimento di funzioni pubbliche e funzioni commerciali, lasciando il più possibile libero e permeabile l’attraversamento trasversale verso il fulcro e il centro aggregativo del progetto, una piazza pubblica attrezzata. Al primo e al secondo piano sono collocati i duplex-atelier che ospiteranno gli artisti di varie maestranze, mentre la copertura offrirà l’oppurtunità di un tetto praticabile da adibire a mostre a tema con installazioni dei medesimi artisti. Nella tipologia lineare il piano terra verrà lasciato in prevalenza a funzioni pubbliche con sale registrazioni e studio per i musicisti mentre ai piani che vanno dal primo al quinto sono presenti gli appartamenti suddivisi per tipologia So-Ho (Small Office - Home Office), con varie appezzature, danno la possibilità di avere uno spazio giorno-lavoro completamente autonomo dalla cucina e dalla zona notte così da poter essere usato come studio ed ospitare e ricevere clienti o collaboratori; e Social Housing, con appartamenti di taglia ridotta, degli alloggi foresteria ed una zona giorno comune dotata di una cucina, tavoli e divani. Al sesto ed ultimo piano è inserita una palestra ad uso dei condomini e una porzione di copertura praticabile.

MASTERPLAN - Scala: 1:200

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Lapo Fioravanti, Marco Franciolini, Giorgio Galletti - Zero, Art District

154

Università degli Studi di Firenze - Scuola di Architettura LABAA_Laboratorio architettura e ambiente Prof. Maria De Santis, Prof. Giulio Basili, Prof. Cristina Carletti

N


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UNIFI ARCHITETTIURA

LABAA

AA.2017/2018


SPACCATO FUNZIONALE

VISTA PR

Piano Copertura Spazio Espositivo all’aperto

Piano Sesto

MACROLOTTO 0

Terrazza Palestra

Piano Quinto Appartamenti So-Ho

Piano Secondo Appartamenti/Studio Piano Quarto Appartamenti Social Housing Foresteria

Piano Terzo Appartamenti So-Ho Piano Primo Lavanderia Giardino d’inverno Terrazza Appartamenti/Studio

Piano Secondo

Spazio Espositivo Appartamenti Social Housing Foresteria

Piano Primo Piano Terra

Appartamenti So-Ho

Sala Conferenze Hall privata Bookshop Cafè Spazio espositivo

Piano Terra

Bagni pubblici Hall pubblica

Sala Prove / Registrazione

Bottega d’arte

Bagni Sala Insegnamento musicale

EX VALORE S.P.A.

Hall Pubblica

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SEZION


AA.2017/2018

SEZIONE BB - Scala: 1:100

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PIANTA PIANO PRIMO - Scala: 1:100

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UNIFI ARCHITETTIURA

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EX VALORE S.P.A.

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AA.2017/2018 LABAA UNIFI ARCHITETTIURA

Pavimentazioni in doghe di Abete

Pavimentazioni in Gress simil Pietra

azioni in doghe di Abete

Alessandro Mengana, Ilaria Pieri, M. Alessandra Venturoli - Forme Urbane Università degli Studi di Firenze - Scuola di Architettura LABAA_Laboratorio architettura e ambiente Prof. Maria De Santis, Prof. Giulio Basili, Prof. Cristina Carletti

159


La “Mixitè” Negli anni si è prodotto un intreccio tra la componente produttiva e quella residenziale, che ha generato un tessuto morfologico di modesta altezza, chiuso ai bordi delle strade, con gli spazi aperti prevalentemente ubicati all’interno. Prato si identifica in questo tessuto e con i suoi edifici, la cui presenza (anche se abbandonati) genera ancora un senso di familiarità e sicuramente, di identificazione molto forte.

MACROLOTTO 0

Il progetto prevede la condivisione degli spazi fra le seguenti attività: -Housing -Uffici Startup -Showroom -Biblioteca -Coworking -Studentato

Spazi aperti Il progetto prevede una serie di spazi aperti articolati in pubblici e semipubblici, quali: -Orti urbani -Parco di quartiere -Piazza polifunzionale

La “Mixitè” La “Mixitè” Negli anni si è prodotto un intreccio tra Negli anni si è prodotto un intreccio tra la componente produttiva e quella resla componente produttiva e quella residenziale, che ha generato un tessuto idenziale, che ha generato un tessuto morfologico di modesta altezza, chiuso morfologico di modesta altezza, chiuso ai bordi delle strade, con gli spazi aperti ai bordi delle strade, con gli spazi aperti prevalentemente ubicati all’interno. prevalentemente ubicati all’interno. Prato si identifica in questo tessuto e Prato si identifica in questo tessuto e con i suoi edifici, la cui presenza (ancon i suoi edifici, la cui presenza (anche se abbandonati) genera ancora un che se abbandonati) genera ancora un senso di familiarità e sicuramente, di senso di familiarità e sicuramente, di identificazione molto forte. identificazione molto forte. Il progetto prevede la condivisione degli Il progetto prevede la condivisione degli spazi fra le seguenti attività: spazi fra le seguenti attività: -Housing -Housing -Uffici Startup -Uffici Startup -Showroom -Showroom -Biblioteca -Biblioteca -Coworking -Coworking -Studentato -Studentato

Spazi Spazi apertiaperti Il progetto prevede una serie di spazi Il progetto prevede una serie di spazi aperti articolati in pubblici e semipubbliaperti articolati in pubblici e semipubblici, quali: ci, quali: -Orti urbani -Orti urbani -Parco di quartiere -Parco di quartiere -Piazza polifunzionale -Piazza polifunzionale

n sociale

dilizia popolare, sul lato engono una maggiore aro dalla strada principale. ono in due moduli uno er 3/4 abitanti (famiglie norper 1/2 (singol, anziani e e). ne, nonostante la rigidità a, provede la possibilità nto della singola unità per pecifici, e l’addizione di una ementare per gli altri. o a sud risulta inoltre scheralcone reggente la facciata croforati impacchettabili, ere possibile per l’abitante e diretta dell’illuminazione rno dell’unità abitativa.

22,40mt

19,30mt

16,20mt

13,10mt

EX VALORE S.P.A.

10,00mt

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AA.2017/2018

Profilo metallico NKAUF C MgZ 50/70/50 mm Intercapedine d’aria sp. 100 mm Isolante KNAUF ECOVETRO sp. 30 mm Profilo metallico KNAUF U MgZ 30/50/30 mm Profilo metallico NKAUF C MgZ 40/50/40 mm Lastra in gesso rivestito GKB® sp. 12,5 mm Barriera al vapore in polietilene sp. 2 mm Lastra in gessofibra KNAUF VIDIWALL® sp. 12,5 mm Profilo metallico a L sp. 0,6 mm Isolante a taglio termico KNAUF sp. 60 mm Profilo metallico a L sp. 0,6 mm

STUDENTATO

HOUSING

SOLAIO INTERPIANO Strato di finitura interna sp. 5 mm Lastra in gesso rivestito KNAUF GKB® sp. 12,5 mm Strato resistente preesistente: solaio in laterocemento sp. 300 mm Barriera al vapore in polietilene sp. 2 mm Isolante termoacustico in polistirene espanso elasticizzato EPS T DISTESO® sp. 30 mm Massetto autolivellante sp. 18 mm Pavimento in gres sp. 10 mm

SOLAIO DI COPERTURA: TETTO ROVESCIO Strato drenante in ghiaia sp. 100 mm Strato di tessuto non tessuto sp. 3 mm Isolante termico in polistirene espanso estruso XPS KNAUF K-FOAM C-700 LJ® sp. 100 mm Strato di tessuto non tessuto sp. 3 mm Strato impermeabilizzante in bitume sp. 4 mm Massetto delle pendenze alleggerito LECACEM MINI sp. 40 mm Strato resistente preesistente: solaio in laterocemento sp. 240 mm Lastra in gesso rivestito con proprietà fonoisolanti KANUF SILENTOBOARD K717® sp. 12,5 mm Strato di finitura interna sp. 5 mm

SCHERMATURA Sistema a pannelli impacchettabili e scorrevoli su guide inferiori e superiori tipo ELLISSE della COLT. I panelli leggeri di 600 mm sono in alluminio estruso e acciaio inossidabile con lamiera microforata anodizzata

BALCONE Profilo piatto in acciaio sp. 200 mm Grigliato per balconi orsogril sp. 10 mm Pavimentazione in doghe di legno sp. 20 m

LABAA

SOLAIO PRIMO PIANO Strato di finitura interna sp. 5 mm Controsoffitto KNAUF D111 ad orditura singola con lastra in gesso rivestito GKB sp. 12,5 mm Strato resistente preesistente: solaio in laterocemento sp. 300 mm Barriera al vapore in polietilene sp. 2 mm Isolante termoacustico in polistirene espanso elasticizzato EPS T DISTESO® sp 30 mm Massetto autolivellante sp. 40 mm Pavimento in gres sp.10 mm

SOLAIO INTERPIANO Strato di finitura interna sp. 5 mm Lastra in gesso rivestito GKB sp. 12,5 mm Strato resistente preesistente: solaio in laterocemento sp. 240 mm Tappetino acustico anticalpestio KNAUF SILENT PAD E® sp. 7 mm Barriera al vapore in polietilene sp. 2 mm Isolante termico in polistirene espanso estruso DOW FLOORMATE 300-AP sp. 100 mm Massetto fluido alfasolfatico a basso spessore per panelli radianti KNAUF AUTOVELLINA NE 425 sp. 18 mm Pannelli preformati per pavimenti radianti GIACOMINI SPIDER con piolini per incastro su isolante sp. 22 mm Pavimento in gres sp.10 mm

UNIFI ARCHITETTIURA

BALCONE Strato di finitura interna sp. 5 mm Lastra in gesso rivestito GKB sp. 12,5 mm Isolante termico in polistirene espanso estruso XPS DOW FLOORMATE 300-AP sp. 50 mm Strato resistente preesistente: solaio in laterocemento sp. 300 mm Isolante termoacustico in polistirene espanso elasticizzato EPS T DISTESO® sp 50 mm Strato impermeabilizzante in bitume sp. 4 mm Massetto delle pendenze sp. 40 mm Canale di raccolta delle acque reflue Pavimentazione in gres con pezzo speciale forato in corrispondenza del canale di raccolta delle acque sp. 10 mm

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EX VALORE S.P.A.

MACROLOTTO 0


AA.2017/2018 LABAA UNIFI ARCHITETTIURA Jlenia Ciliberti, Antonio Ciraci, Alice Dissimile - DinamiGreen Università degli Studi di Firenze - Scuola di Architettura LABAA_Laboratorio architettura e ambiente Prof. Maria De Santis, Prof. Giulio Basili, Prof. Cristina Carletti

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EX VALORE S.P.A.

MACROLOTTO 0


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UNIFI ARCHITETTIURA

LABAA

AA.2017/2018


TESI DI LAUREA MACROLOTTO 0

SARA STRINGARI Macrolotto 0 - Ex Fabbrica Forti : un’Isola nello sprawl MARTINA SANITATE Macrolotto 0 - Spazi performativi e camere con vista a Chinatown CAMILLA MECIANI Macrolotto 0 - Scuola per modellista ADELE MECUCCI Macrolotto 0 - Biblioteca per ragazzi e bambini ORNEL MENAJ Macrolotto 0 - Spazio d’Arte nel Chinatown FEDERICO MAGENES Macrolotto 0 - La densificazione urbana: la città sulla città, costruire al di sopra ANDREA BENELLI UP_MAKE YOUR SPACE #Prato #Macrolotto_zero MARCO NICOLA DI DOMENICO Prato, la città laboratorio. Una strategia per il Macrolotto 0



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1

TESI DI LAUREA

5

UNIFI ARCHITETTIURA

2

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Macrolotto 0 - Masterplan aa.2013/2014 Università degli Studi di Firenze - Scuola di Architettura Tesi di laurea magistrale in Progettazione dell’Architettura Tesi di laurea in Scienze dell’Architettura

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1

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MACROLOTTO 0


TESI DI LAUREA UNIFI ARCHITETTIURA

2

3 Sara Stringari, Macrolotto 0 - Ex Fabbrica Forti: Un’isola nello sprawl Università degli Studi di Firenze - Scuola di Architettura Tesi di laurea magistrale in Progettazione dell’Architettura - aa.2013/2014 relatore: Prof. Saverio Mecca, correlatori: Prof. Valerio Barberis, Matteo Pierattini, Sara Bartolini

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4

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MACROLOTTO 0


TESI DI LAUREA UNIFI ARCHITETTIURA Martina Sanitate, Macrolotto 0 - Spazi performativi e camere con vista a Chinatown Università degli Studi di Firenze - Scuola di Architettura Tesi di laurea magistrale in Progettazione dell’Architettura - aa.2013/2014 relatore: Prof. Saverio Mecca, correlatori: Prof. Valerio Barberis

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MACROLOTTO 0

5

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TESI DI LAUREA UNIFI ARCHITETTIURA Camilla Meciani, Macrolotto 0 - Scuola per modellista Università degli Studi di Firenze - Scuola di Architettura Tesi di laurea in Scienze dell’Architettura - aa.2013/2014 relatore: Prof. Saverio Mecca, correlatori: Prof. Valerio Barberis

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MACROLOTTO 0

6

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TESI DI LAUREA UNIFI ARCHITETTIURA Adele Mecucci, Macrolotto 0 - Biblioteca per ragazzi e bambini Università degli Studi di Firenze - Scuola di Architettura Tesi di laurea in Scienze dell’Architettura - aa.2013/2014 relatore: Prof. Saverio Mecca, correlatori: Prof. Valerio Barberis

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MACROLOTTO 0

7

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TESI DI LAUREA UNIFI ARCHITETTIURA Ornel Menaj, Macrolotto 0 - Spazio d’Arte nel Chinatown Università degli Studi di Firenze - Scuola di Architettura Tesi di laurea in Scienze dell’Architettura - aa.2013/2014 relatore: Prof. Saverio Mecca, correlatori: Prof. Valerio Barberis

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MACROLOTTO 0


TESI DI LAUREA UNIFI ARCHITETTIURA Federico Magenes, Macrolotto 0 - La densificazione urbana: la città sulla città, costruire al di sopra Università degli Studi di Firenze - Scuola di Architettura Tesi di laurea in Scienze dell’Architettura - aa. 2014/2015 relatore: Prof. Valerio Barberis

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MACROLOTTO 0

Andrea Benelli, UP_MAKE YOUR SPACE #Prato #Macrolotto_zero

182

Università degli Studi di Firenze - Scuola di Architettura Tesi di laurea in Progettazione dell’Architettura - aa.2014/2015 relatore: Prof. Maria De Santis, correlatori: Prof. Valerio Barberis, Ing. Leonardo Negro


183

UNIFI ARCHITETTIURA

TESI DI LAUREA


184

MACROLOTTO 0


185

UNIFI ARCHITETTIURA

TESI DI LAUREA


La strip, la città fabbrica, la campagna urbanizzata

1:4.000

1

MACROLOTTO 0

A

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SiSteMa

deL verde

e deLLa CaMpagna urbanizzata

5

Parco urbano e campo da basket

6

Orti urbani Terre incolte Pista ciclabile

C

5

Stazione di Borgonuovo ITIS Marconi

3

FIL

4

Liceo magistrale

5

Piscina

Città

2 3

1 2

fabbriCa

- ML0

Case

8

Capannoni

4 6

Strip - Chinatown Attività commerciali

5 7

Progetto PIU A. Coworking B. Laboratorio dei mestieri e mercato C. Parco urbano e campo da basket Area di progetto

3 sistemi 1:7.500

Serraglio Centrale Borgonuovo

Via Pistoiese

TANGEN ZIALE

Via Filzi

PIU

Chinatown Via Pistoiese Corridoio verde Orti urbani

Parco Centrale

Attrezzature pubbliche

P

Area produttiva Mixitè Via Zipoli

Progetto PIU Area di progetto

Via Galcianese Città storica Stazione ferroviaria

DECLASSATA

Centro culturale Lazzerini

La strip, la città fabbrica, la campagna urbanizzata

1

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1:4.000

Marco Nicola Di Domenico, Prato, la città laboratorio. Una strategia per il Macrolotto 0 Università degli Studi di Firenze - Scuola di Architettura Tesi di laurea in progettazioneA dell’Architettura - aa.2015/2016 relatore: Prof. Giulio Giovannoni, correlatori: Prof. Valerio Barberis, Arch. Cosimo Balestri, Arch. Emanuele Barili. B

SiSteMa

deL verde


2008

Learning from Chinatown A

Fondi commerciali nati dopo il 2008 Attività cinesi esistenti prima del 2008 ristoranti\bar\pasticcerie cinesi

1:2.500

N

minimarket cinesi altro cinesi bar\pizzerie\pasticcerie italiani altro italiani

2015

B Via Zipoli

2015

A

C D F

E

C

TESI DI LAUREA

1.6 km

2008

B

20 min

Avanzamento della Chinatown

2008

Stazione Borgonuovo

2015

2008

D

Via Zipoli

400 m

2008

5 min

2015

E Piazza dell'Immaginario

2008

UNIFI ARCHITETTIURA

2015

F

2015

Porta Pistoiese

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Tetris di cappannoni e corti

Proprie

Corte aperta

Corte chiusa

Corte aperta con cancello

Strada interna

Via Pisto

iese

MACROLOTTO 0

Corte privata Grandi piazzali e depositi

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Tipoligie di impianto Corte aperta con residenze a presidio

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Corte chiusa con residenze a presidio

9

Corte chiusa con residenze a presidio

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oli gn sta Ca

Corte chiusa centrale

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oli gn sta Ca Via

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Via

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14

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N

16 12

6

22 11

corti accessi

particelle catastali

Tipoligie di impianto Corte aperta con residenze a presidio

5

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TESI DI LAUREA

3-4

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Corte chiusa con residenze a presidio

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Depositi e spazi abbandonati

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Corridoio e capannoni interni

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UNIFI ARCHITETTIURA

Via

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Ca

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Disposizione a pettine

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Corte chiusa centrale

Corte chiusa con residenze a presidio

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Via

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ini

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Diradamento

MACROLOTTO 0

STATO ATTUALE

Vuoti non accessibili

1954

Vuoti accessibili

1978

Il riconoscimento delle qualità del quartiere, nonostante le carenze storiche e l’illegalità diffusa, ha come conseguenza un atteggiamento progettuale che rifiuti l’idea della “riqualificazione” su vasta STATO PROGETTO scala,DIcalata dall’alto e operata atPIU traversoPassaggio sventramenti e sostituzioni edilizie generalizzate. Passaggio di progetto Negli ultimi venti anni a Prato, anche ai margini del Macrolotto Zero, si sono praticate demolizioni e ricostruzioni di interi isolati, con l’eliminazione di grande fabbriche e case a schiera sostituite da palazzine multipiano. Il risultato è la perdita di identità di alcuni luoghi e la creazione di spazi urbani ancora più povero e anonimo, che non favorisce l’orientamenti attraverso i luoghi. Anche laddove la costruzione in altezza ha liberato

36

fine del 18003. Opponeva a questa pratica generalizzata il metodo del diradamento, ovvero la demolizione 190 di piccoli tratti separati del tessuto

superfici al piano terra il risultato è ambiguo. La sostituzione edilizia ha prodotto una riduzione del rapporto di copertura (scendendo in media fino al 30% del lotto) e un notevole aumento dello spazio pubblico (fino al 50%). Ha anche aumentato però la densità edilizia (da edifici a due piani si è passati a blocchi di 5-7 piani) e lo spazio dedicato al parcheggio (fino al 20%) (Secchi 1996). Il risultato è quello di un tessuto urbano frammentato. Una città dove “ci si orienta con difficoltà, difficile da percorrere, di scale e misure continuamente mutevoli: una città interrotta e poco amata” (Secchi 1996)1. Questo processo, complice anche la crisi del settore immobiliare, è 1 Un progetto per Prato. Il nuovo Piano Regolatore, Alinea, Firenze, 1996. Pag. 37

rio conservare un tessuto ricco di qualità, rendendolo comprensibile e vivibile da una plralità di soggeti (vedi 3.2).

ad una fase di arresto, mentre si fa strada una nuova attenzione verso i manufatti industriali e cresce la consapevolezza di Prato come città dall’immagine industriale. Sia progetti istituzionali di recupero, come quello della ex-Campolmi, in centro storico, trasformata in Museo del Tessuto e Biblioteca Lazzerini, che iniziative private di riuso, come quelle di Corte 17 in via Genova e di Chì-na in via Pistoiese, alimentano questa immagine e incoraggiano a pensare un futuro diverso per i capannoni e le corti industriali della città. I tempi per una rilettura in termini positivi della mixitè e del suo riuso sembrano, quindi, essere maturi sia da un punto di vista del contesto socio-economico che culturale e ge-

trasversale, innestando nuove funzioni lungo il percorso. Con queste funzioni si dovranno incoraggiare fenomeni di emersione

nerazionale. Come indicava Secchi già negli anni ‘90, per la ristrutturazione della città-fabbrica e della mixitè è necessario un approccio “selettivo” che sappia discriminare in dettaglio diverse situazioni e attvità2. Nello specifico del Macrolotto Zero, in alternativa alla sostituzione edilizia totale, ci si propone di assumere un atteggiamento per certi versi analogo a quello teorizzato da Gustavo Giovannoni a cavallo dei due secoli scorsi. Studioso di restauro architettonico e urbano, Giovannoni si opponeva alla pratica degli sventramenti tipici dei grandi progetti di riqualificazione messi in atto in Italia alla 2 Ibidem

una molteplicità di funzioni. Anche il passaggio previsto dal progetto PIU del Comunque ricalca un


3. Ostello 4. Residenze economiche con laboratori 5. Media Center\ Centro eventi Nuove piste ciclabili

Strategia di progetto

Azioni di progetto

PIANA METR OPOL ITAN A

RM AZ IO

NE

AZ IO NI

CHINA TOWN

UNIFI

1:5.000 ML0

ZIO VA RE FIE TI\

NO

- mini residenze + laboratorio - residenze d'artista

ZIO SPA SRTUMENTI

ISTITUZIONI

LAV

EVENTI

OR

CA

RE

TE

SMART CITY

SA

CASA+LAB

MAKERS

O

Laboratorio condiviso, co-crafting, workshop

Case popolari con bottega Residenze per artisti ospiti

OSTELLO

1

OM PR NE IO OZ

SVAGO

VISITATORI

ABITAZIONI

EN

EV

CREATIVE HUB

CASA+LAB

- Ripostigli-spogliatoi - Makerspace (PC, stampa3d, etc.) - Co-crafting (lavori rumorosi etc.)

NE

IN

Riunioni, mostre, showroom, eventi, postazioni co-working

LABORATORI

AZIENDE

STUDENTI

HUB

6 PRATO

FO AU RM TO AZ IO NE

EMERSIONE

CITTADINI

SVAGO

Soggetti

Spazi a basso costo per la creazione di start up

- spazio espositivo - spazio co-working

La città creativa

CINESI

Front office Spazio per le imprese Salette riunioni Residenze in affitto

OPEN SPACE CREATIVE HUB

FO

Progetto

INCUBATORE

-

Turismo low-cost, posti letto per makers durante eventi

2

CENTRO EVENTI

- spazi per web radio\tv\riviste - auditorium

Concerti, conferenze, medialab

ASSOCIAZIONI

- spazio per scarico e allestimento - parcheggi

3

4

Tipo di intervento

Distrubuzione delle funzioni

Riuso

Incubatore

in ordine crescente di costi e tempi

4

5

5

6

Ripartizione e riuso

Open space

Demolizione e costruzione

Ostello

3

50 posti letto Camere da 6 - 46mq (x5) Camere da 4 - 20mq (x5)

Media Lab

2

Sale registrazione 45mq (x2) Salette redazione 100 mq Terrazza 460mq

Laboratorio condiviso

Carico e scarico allestimenti per eventi

Centro Eventi

Parcheggio Abitazioni a raso

Spazio coperto 1600 mq Piazzale esterno 2000mq

60 posti auto

Spazi logistici

C

Auditorium

1

Parcheggio multipiano

B

A

400 posti

Accesso all'area In bici

1:2.500

1:4.000

Parcheggio bici Parcheggio auto

In auto

Carico e scarico per gli allestitori durante gli eventi

TESI DI LAUREA

SPAZI LOGISTICI

EVENTI

1:2.500

Incubatore

front office 300mq spazi per imprese 200mq (x3) sale riunioni 100mq

Parcheggio a due piani

Zip

oli

80 posti auto

Via

X

Appartamenti

A' Ro ssi ni

50mq (x6)

Via

Open space 500mq

X' Laboratorio condiviso

Mini alloggi e Laboratori sta

gn oli

Residenze 35mq (x11) Laboratori 60mq (x11)

UNIFI ARCHITETTIURA

Via

Ca

Attività leggere 350mq Lavorazioni pesanti 350mq

N

C'

Case per artisti e Atelier

Orti

Residenze 88 mq (x3) Atelier 200 mq (x3)

Via Pistoi

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Sezione XX' NORD

SUD Sezione AA'

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Fronte ovest





SAN PAOLO


MASSIMO BRESSAN San Paolo, una Little Italy in costante transizione

La progressiva apertura dei luoghi al movimento delle merci e del lavoro che ha caratterizzato la storia di molte piccole e medie città italiane del centro-nord a partire dal secondo dopoguerra ha avuto molte conseguenze a scala locale: la rapida espansione edilizia, quasi sempre in assenza degli strumenti urbanistici; l’immigrazione di popolazione in età lavorativa, prima dai territori più vicini ai nuovi poli industriali e poi da regioni ed aree rurali di continenti lontani; lo sviluppo di distretti industriali fortemente orientati all’esportazione dei propri prodotti, con specializzazioni che hanno caratterizzano la loro presenza e competitività sui mercati internazionali per molti decenni. Questi processi hanno avuto un impatto significativo anche a Prato, caratterizzando la morfologia culturale, urbanistica ed edilizia della città e dei suoi quartieri, in primo luogo in quella fascia urbana a ridosso del centro storico, e che l’urbanista Bernardo Secchi aveva chiamato “città fabbrica” (Secchi, 1996), il luogo esemplare della mixité, un concetto che rappresenta la commistione delle funzioni di un’unità urbana: la presenza di residenza e di attività manifatturiere, i rapporti di copertura del suolo assai elevati, la scarsità di spazio pubblico utilizzabile dai residenti nel tempo libero, lo sfruttamento estremo dell’infrastruttura idraulica e viabilistica. Queste condizioni si sono realizzate in un periodo di forte crescita dell’economia locale. Basti pensare che nel 1945 erano stati costruiti solo il 29% degli edifici esistenti oggi, mentre nel 1970, venticinque anni dopo, si era giunti alla realizzazione dell’80% dello stock edilizio pratese. Un fenomeno che riguarda soprattutto i quartieri ad ovest del centro storico, dove tra gli anni ’50 e ’70, si concentra l’ondata migratoria interna (Bressan e Tosi Cambini, 2011). La crescita della struttura fisica della città si accompagna all’incremento della popolazione residente. Tra il 1951 e il 1971 i residenti del Comune di Prato quasi raddoppiano, passando da 77.631 a 143.232 (+84%); nel ventennio successivo si registra un rallentamento della crescita che tuttavia continua senza interruzioni fino ad oggi. Oltre la metà dell’attuale popolazione pratese (circa 58%) è immigrata in città a partire dal dopoguerra. La parte più consistente degli immigrati proviene dai territori rurali dell’Italia centrale, le altre due componenti riguardano gli immigrati dalle regioni me-

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ridionali italiane, ed infine gli stranieri, con l’ampia comunità cinese che da sola costituisce oltre la metà del totale della popolazione straniera residente nel Comune [1]. In quegli anni in Italia la risposta al problema dell’alloggio venne trovata nella soluzione “familistico-privata” (Signorelli, 1996), attraverso forme di auto-costruzione, oppure tramite accordi tra piccole imprese edili e gruppi di privati, famiglie, che acquistavano le case senza fare ricorso alle banche, ma pagando a rate direttamente i costruttori – che talvolta erano essi stessi immigrati in città solo qualche anno prima. Questa soluzione si dimostrò praticabile per la maggioranza degli immigrati italiani e si sviluppò senza un indirizzo normativo pubblico, ma, al contrario, venne guidata dall’iniziativa privata. Una modalità non dissimile da quella osservata qualche anno a Milano. In un noto libro inchiesta sull’immigrazione negli anni del miracolo italiano: “Milano, Corea” si descrivono le strategie adottate dai nuovi arrivati per risolvere il problema della casa: “[…] la casa comincia dalla cantina, è la cantina che permette la costruzione della casa, perché viene subito affittata a una famiglia che non ha tutti i soldi per potersela costruire da sola […] la famiglia del padrone di casa a pian terreno […] L’anno dopo, se le cose vanne bene, l’immigrato ha fatto un primo piano nel quale andrà subito ad abitare. Gli inquilini della cantina saliranno a pian terreno e la cantina verrà ceduta in subaffitto a una nuova famiglia appena arrivata.” (Alasia e Montaldi, 2010: 58-59). Anche il ritmo di costruzione della città fabbrica è stato intenso e sincopato. La crescita impetuosa di quegli anni trasforma Prato in un grande insediamento manifatturiero frammentato in migliaia di piccole unità produttive domestiche e in molte imprese di medie dimensioni. Una delle storiche fabbriche della città è il lanificio Calamai, il cui perimetro definisce il percorso irregolare di Via San Paolo, da dove si possono osservare le mura di pietra della fabbrica e la tipica struttura dei capannoni - alcuni dei quali progettati da Pier Luigi Nervi per l’espansione dell’area produttiva realizzata all’inizio degli anni ‘30. Il quartiere di San Paolo, insieme al Macrolotto zero, costituisce l’esempio più pertinente del concetto di città fabbrica introdotto da Secchi durante il suo lavoro di pianificazione nella città di Prato. I residenti storici di


origine italiana, utilizzano, oltre a San Paolo, altri nomi, come “Borgonuovo”, che coincide con il nucleo storico posto a nord di San Paolo, all’intersezione di Via Filzi con Via Pistoiese, oppure “Casarsa”, che si riferisce, invece, alla parte di Via Pistoiese più prossima alle mura della Città, e che oggi corrisponde alla parte centrale del Macrolotto Zero. Un osservatore cosmopolita diretto al quartiere di San Paolo partendo dal centro antico, camminerà lungo Via Pistoiese fino a raggiungere Via Donizetti, per poi percorrere le strade che introducono al suo nucleo residenziale – come Via Becherini, che l’attraversa in diagonale -; una volta arrivato, il nostro flâneur può avere la sensazione di trovarsi in una “Little Italy” che è emersa gradualmente man mano che i segni, le insegne, e il flusso dei residenti cinesi nello spazio pubblico sono diminuiti, e si sono confusi in un contesto eterogeneo caratterizzato dalla prevalente presenza di cittadini ed attività commerciali italiane. Il confine tra le due unità spaziali non è chiaro neppure nelle mappe immaginarie dei residenti della città, ma possiamo provare a collocarlo lungo l’asse di Via Donizetti, l’ultima strada che a partire da Via Pistoiese attraversa per intero il Macrolotto Zero fino a raggiungere Via San Paolo ed oltre, ma che, a differenza delle strade che la precedono – che corrono parallele senza alcuna intersezione -, è connessa su un lato alla parte densa del quartiere di San Paolo. All’intersezione con Via Pistoiese la strada forma un cuneo con Via Becherini – un vero e proprio campionario di edilizia residenziale che preserva tracce di auto-costruzione, alloggi sociali, piccoli isolati dalle forme regolari, condomini ancora integri, in attesa di trasformazione ed altri di recente trasformati nel tentativo di attrarre i nuovi residenti stranieri; proseguendo, dopo una prima diramazione senza sfondo, si innestano Via Ciardi (dove ha sede il Circolo dell’associazione sportiva “Aurora”) e Via Borgioli; in mezzo, la Chiesa di Gesù divino lavoratore – quale altro nome poteva avere una chiesa costruita in quegli anni in uno dei più operosi quartieri italiani -, costruita nella seconda parte degli anni ’50 con una forma rettangolare e ampie vetrate sulla copertura che ricordano l’architettura industriale che la circonda; di fianco, il Circolo Acli “Giorgio La Pira”. Segue poi un’altra strada senza uscita

(Via Salieri), che prosegue in un percorso pedonale che conduce ad un giardino pubblico, dove giunge anche la perpendicolare Via Boito - un’altra breve strada senza uscita [2] che inizia all’angolo con Via Cilea, nello slargo in cui si trova il Circolo ricreativo Arci di San Paolo. Dal giardino un altro passaggio pedonale conduce a Via Vivaldi, verso il nucleo più popolato e di recente costruzione del quartiere di San Paolo. Il percorso di Via Donizetti continua incrociando Via San Paolo e poi, per un ultimo tratto, senza uscita, che termina di fronte a dei capannoni industriali che lambiscono uno dei ritagli verdi che costituiscono un potenziale corridoio agricolo urbano che da qui si estende fino alle mura antiche della Città. Note I cittadini di nazionalità cinese residenti a Prato sono, a fine 2019, circa 25.000 (il 58% degli stranieri residenti) su una popolazione di circa 195.000 residenti. I cittadini stranieri sono complessivamente 42.371, il 22% della popolazione residente. 2. Le strade senza sfondo sono una caratteristica ricorrente dei quartieri del secondo dopoguerra; Secchi stesso ne parlava riferendosi ai cul de sac come ad una delle caratteristiche proprie della mixité pratese (Cfr. Krause e Bressan, 2017, 55). Riferimenti bibliografici Alasia F. e Danilo Montaldi (2010), “Milano, Corea. Inchiesta sugli immigrati negli anni del miracolo”, Donzelli, Roma Bressan M., Tosi Cambini S. (2011), Zone di transizione. Etnografia urbana nei quartieri e nello spazio pubblico, Bologna, Il Mulino. Krause, Elizabeth e Bressan, Massimo, Via Gramsci: Hegemony and Wars of Position in the Streets of Prato, International Gramsci Journal, 2(3), 2017, 31-66. Available at: http://ro.uow. edu.au/gramsci/vol2/iss3/6 Secchi, Bernardo, a cura di, (1996), “Un progetto per Prato”, Alinea, Firenze.
 Signorelli, Amalia (1996), Antropologia urbana, Guerini, Milano.

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PENSARE LA CITTÀ DEL XXI SECOLO: GENERAZIONE URBANA A PRATO. FLAVIANO LORUSSO PASQUALE BELLIA TESSA MATTEINI Pensare la Città del XXI secolo: il Laboratorio multidisciplinare -Progettazione Architettonica, Progettazione Urbanistica, Progettazione del Paesaggio Urbano- è stato incentrato sulla costruzione di una Città Contemporanea ripensata come sintesi sistemica integrata e formalmente compiuta di funzioni, spazi, edifici, infrastrutture e natura alle scale dell’architettura, dell’urbanistica e dell’ambiente urbano. L’obiettivo generale è consistito nello sviluppare consapevolezza critica, strategie metodologiche e processi progettuali finalizzati in particolare alla rigenerazione urbana, architettonica e paesaggistica in un ritrovato disegno organico della città odierna. La trasformazione di ambiti già urbanizzati ma in condizioni di marginalità, abbandono o degrado passivi, se non addirittura di grave disvalore, in luoghi invece “attivi” della città, capaci di produrre effetti di riqualificazione anche all’esterno delle aree direttamente interessate, è da anni la chiave teorica e operativa della gestione contemporanea delle città soprattutto europee, in cui le istanze globali della sostenibilità funzionale, energetico-ambientale ed estetica possono trovare risposta e declinarsi in progetti locali orientati alla vivibilità e alla qualità alle più diverse scale d’intervento. Una città che interrompe così il parossismo accrescitivo dell’espansione speculativa per riformarsi e svilupparsi ricominciando invece da se stessa, dal proprio corpo fisico reale, riconsiderato e assunto come materia prima e risorsa imprescindibili da conservare, recuperare, bonificare, riparare, adattare, a volte sostituire, integrare. Di nuovo una città ristretta, secondo una ritrovata logica di condensazione. Ma è proprio grazie alla riconquista di questa opportuna ed appropriata consapevolezza che sembra maturato anche un ritorno all’esplorazione di nuovi modelli di generazione urbana, ovvero di costruzione autonomamente individuata, all’interno comunque della città esistente, di inedite figure urbano-architettoniche-paesaggistiche, dotate di senso e di espressione pienamente innovativi, in risposta a concezioni, esigenze e sistemi vitali nuovi espressi dalla società contemporanea.

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La città di Prato ha costituito un campo di prova paradigmatico per l’esercitazione progettuale, proprio per la sua specifica combinazione di più fattori critici offerti sul piano del progetto urbano dal suo sviluppo novecentesco: la singolare miscela tipologico-funzionale del costruito (fabbrica e residenza), testimonianza delle dinamiche economiche nel dopoguerra; la forte dilatazione edilizia e, di conseguenza, la pesante infrastrutturazione viaria di adeguamento; la discontinuità morfologica -paesaggistica, urbana e architettonica-, esito dell’accumulazione edilizia e dei vasti spazi non edificati, ambiguamente irrisolti tra naturale e urbano poiché soprattutto avanzi di territorio agricolo insinuati nel tessuto edilizio. Vuoti urbani oggi invece carichi di valore potenziale ed esemplare come campi di legatura fisica, funzionale e formale tra comparti urbani disordinati, incompiuti o slegati, motori costitutivi di un auspicabile e progressivo mosaico finale risanato, riqualificato e reso organico. Una coniugazione esemplare di riparazione e di innovazione dell’eredità stratificata che ha focalizzato nel quadrante ovest della città il pre-testo dell’applicazione analitico-progettuale: un grande vuoto residuale intercluso ed irrisolto, sorta di frastagliato canyon allungato, assunto come volano di metamorfosi evolutiva sostenibile. Integrazione come organicità vitale, densità come arte, tessuto-emergenza-natura come triade compositiva basica, morfologia e tipologia come dispositivi matrice dialettici, disegno come intenzione formale unitaria ne sono i presupposti e gli obiettivi, in una nuova strategia di messa in forma complessiva della città, sulla soglia di una sua terza vita: una Prato del XXI secolo, dopo la città murata storica e la città fabbrica postbellica, che si configuri come compiuto, specifico, originale prodotto culturale conforme da affidare al futuro.

Flaviano Maria Lorusso


AA.2017/2018 LAB A+C UNIFI ARCHITETTIURA Giuseppe Laudante, Rosanna Massaro, Camilla Santoni Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LAB A+C_Laboratorio di Architettura e Città Prof. Flaviano Maria Lorusso, Prof. Pasquale Bellia, Prof.ssa Tessa Matteini Tutor: Laura Blanc, Eugenio Salvetti, Emanuele Petrucci

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200

GENERAZIONE URBANA A PRATO

SAN PAOLO


AA.2017/2018 LAB A+C UNIFI ARCHITETTIURA Emmanuele Bortone, Uberto Carignani Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LAB A+C_Laboratorio di Architettura e Città Prof. Flaviano Maria Lorusso, Prof. Pasquale Bellia, Prof.ssa Tessa Matteini Tutor: Laura Blanc, Eugenio Salvetti, Emanuele Petrucci

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GENERAZIONE URBANA A PRATO

SAN PAOLO


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UNIFI ARCHITETTIURA

LAB A+C

AA.2017/2018


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GENERAZIONE URBANA A PRATO

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AA.2017/2018 LAB A+C UNIFI ARCHITETTIURA Filippo Castagni, Ennio Randazzo, Walter Salemme Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LAB A+C_Laboratorio di Architettura e Città Prof. Flaviano Maria Lorusso, Prof. Pasquale Bellia, Prof.ssa Tessa Matteini Tutor: Laura Blanc, Eugenio Salvetti, Emanuele Petrucci

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GENERAZIONE URBANA A PRATO

SAN PAOLO


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UNIFI ARCHITETTIURA

LAB A+C

AA.2017/2018


SAN PAOLO PROGETTO - Volo d’uccello

GENERAZIONE URBANA A PRATO

rsità degli Studi di Firenze | Corso di Laurea Magistrale in Progettazione dell’Architettura | a.a. 2017/2018 | Laboratorio di Architettura e Città | Docenti: F. M. Lorusso, P. Bellia, T. Matteini | Tutor: E. Petrucci, E. Salvetti, L. Blanc | Studenti: Flaminia D’Aria, Sofia Gambini

Flaminia D’Aria, Sofia Gambini Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LAB A+C_Laboratorio di Architettura e Città

l’Architettura | a.a. 2017/2018 | Laboratorio di Architettura e Città | Docenti: F. M. Lorusso,Prof. P. Bellia, T. Matteini | Tutor: Prof. E. Petrucci, Salvetti, L. Blanc | Studenti: Flaviano Maria Lorusso, PasqualeE.Bellia, Prof.ssa Tessa Matteini Flaminia D’Aria, Sofia Gambini

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Tutor: Laura Blanc, Eugenio Salvetti, Emanuele Petrucci


UNIFI ARCHITETTIURA

eando ttura. ma rinimentinuo

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AA.2017/2018


SAN PAOLO GENERAZIONE URBANA A PRATO

Università degli Studi di Firenze | Corso di Laurea Magistrale in Progettazione dell’Architettura | a.a. 2017/2018 | Laboratorio di Architettura e Città | Docenti: F. M. Lorusso, P. Bellia,

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AA.2017/2018 LAB A+C UNIFI ARCHITETTIURA

, T. Matteini | Tutor: E. Petrucci, E. Salvetti, L. Blanc | Studenti: Flaminia D’Aria, Sofia Gambini

Università degli Studi di Firenze | Corso di Laurea Magistrale in Progettazione dell’Architettura | a.a. 2017/2018 | Laboratorio di Architettura e Città | Docenti: F. M. Lorusso, P. Bellia, T. Matteini | Tutor: E. Petrucci, E. Salvetti, L. Blanc | Studenti: Flaminia D’Aria, Sofia Gambini

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GENERAZIONE URBANA A PRATO

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AA.2017/2018 LAB A+C UNIFI ARCHITETTIURA

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Lapo Fioravanti, Marco Franciolini, Fabio Ventimiglia Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LAB A+C_Laboratorio di Architettura e Città Prof. Flaviano Maria Lorusso, Prof. Pasquale Bellia, Prof.ssa Tessa Matteini Tutor: Laura Blanc, Eugenio Salvetti, Emanuele Petrucci

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GENERAZIONE URBANA A PRATO

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AA.2017/2018 LAB A+C UNIFI ARCHITETTIURA Giuseppe Laudante, Rosanna Massaro, Camilla Santoni Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LAB A+C_Laboratorio di Architettura e Città Prof. Flaviano Maria Lorusso, Prof. Pasquale Bellia, Prof.ssa Tessa Matteini Tutor: Laura Blanc, Eugenio Salvetti, Emanuele Petrucci

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GENERAZIONE URBANA A PRATO

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SAN PAOLO GENERAZIONE URBANA A PRATO

Gabriele Marinari, Maria Rodrigues, Michele Turbanti

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Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LAB A+C_Laboratorio di Architettura e Città Prof. Flaviano Maria Lorusso, Prof. Pasquale Bellia, Prof.ssa Tessa Matteini Tutor: Laura Blanc, Eugenio Salvetti, Emanuele Petrucci


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LAB A+C

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GENERAZIONE URBANA A PRATO

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UNIFI ARCHITETTIURA

LAB A+C

AA.2017/2018


PALESTRA SCOLASTICA E DI QUARTIERE A PRATO FLAVIANO LORUSSO GIACOMO TEMPESTA SAVERIO MECCA L’integrazione didattica dei tre corsi disciplinari del Laboratorio - Progettazione Architettonica, Progetto di Strutture e Progettazione di Sistemi Costruttivi - ha ancora una volta individuato nella città di Prato l’opportunità di una prova progettuale in grado di esaltare i contenuti formativi previsti ed inserita nella prospettiva dei reali processi di riqualificazione urbana in corso. Il progetto di una funzione specialistica si è precisato nell’ideazione di una nuova Palestra Scolastica e di Quartiere in via Galcianese, prevista a servizio diretto del campus scolastico composto dagli istituti Liceo Rodari, Isiss Cicogni Rodari e Buricchi, ma in grado inoltre di offrirsi come attrezzatura urbana aperta ad un uso sociale anche in orario extrascolastico. Posizionata nel quadrante ovest della città, ha assunto valore di cerniera funzionale e monumentale tra il centro storico e la periferia, alla testa est di un allungato vuoto urbano intercluso che attraversa i tessuti edilizi circostanti, divenendone il fuoco polare. Un ruolo di riferimento sociale e di emergenza architettonica che ne ha esaltato le implicazioni di condensatore valoriale di identificazione rispetto al contorno edilizio sia scolastico che residenziale, di cui mira a divenire naturalmente il fattore ordinatore anche tramite la definizione dello spazio pertinenziale esterno come Piazza di mediazione e di definitivo coordinamento urbanistico-architettonico, rispetto in particolare agli edifici scolastici preesistenti e alle infrastrutture di servizio, come i parcheggi e gli spazi verdi preesistenti e nuovi. All’interno, la destinazione a contenere due palestre distinte -per pallavolo, pallacanestro e pallamano e per la ginnastica ritmica-, contornate dalle funzioni primarie di servizio -spogliatoi, hall-caffetteria, ufficio, infermeria, deposito- ha esaltato l’interpretazione delle implicazioni spaziali, strutturali e costruttive proprie di un manufatto di questo tipo, in termini di potenza dimensionale e simbolica, di efficacia prestazionale e presenza estetica,

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di esemplarità realizzativa dalle forti implicazioni anche linguistico-formali. A paradigma di una sintesi qualificata, sostenibile e resiliente, di essenzialità costruttivo-economica, di efficienza distributivo-funzionale, di correttezza normativa e infine di densità iconica, doverosa in quanto architettura pubblica ad alta responsabilità rappresentativa.

Flaviano Maria Lorusso


AA.2017/2018 UNIFI ARCHITETTIURA

LAB A+S

CONCEPT A PICCOLA SCALA, L'edifico di nuova costruzione.

Sara Camisa, Mohammad Ghasemi, Anna Ghirri

Caratteristica comune di buona parte degli edifici sportivi di quartiere è di essere luoghi

Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura funzionali ed anonimi, uguali a molti altri perché pensati nell'ottica di assolvere alla strettamente LAB A+S_Laboratorio di Architettura e Struttura mera funzione per la quale essi sono stati progettati. Prof. Flaviano Maria Lorusso, Prof. Giacomo Tempesta, Prof. Saverio Mecca Tutor: Andrea Maltinti, Edoardo Fiecconi Per il nostro progettato, l'imperativo era trovare il modo di rendere gli spazi progettati non soltanto

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SAN PAOLO

1

2 3

PALESTRA SCOLASTICA E DI QUARTIERE A PRATO

PLANIMETRIA _ 1:1000

ANALISI U

16

21 DICEMB

VISTA ESTERNA_1

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VISTA ESTERNA_2

VISTA ESTERNA_3

DIAGRAM


AA.2017/2018 residenze private attività servizi pubblici

LAB A+S

ANALISI DELL’EDIFICATO ESISTENTE

verde pubblico ANALISI DEL VERDE

percorsi carrabili

UNIFI ARCHITETTIURA

VIABILITÀ

percorso ciclopedonale VIABILITÀ

ANALISI URBANA

ESPLOSO ASSONOMETRICO

Silvia Angius, Sofia Escobar Ruiz, Deborah Gallozza Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LAB A+S_Laboratorio di Architettura e Struttura Prof. Flaviano Maria Lorusso, Prof. Giacomo Tempesta, Prof. Saverio Mecca Tutor: Andrea Maltinti, Edoardo Fiecconi

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PROSPETTO

2

SEZIONE_1

PALESTRA SCOLASTICA E DI QUARTIERE A PRATO

3

1

PIANTA_ piano terra [ + 0.00 ] _1:200

PROSPETTO

VISTA INTERNA_1

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VISTA INTERNA_2

VISTA INTERNA_3

SEZIONE_


AA.2017/2018 LAB A+S

PROSPETTO sud - ovest_1:200

SEZIONE_1:200

UNIFI ARCHITETTIURA

PROSPETTO sud - est_1:200

SEZIONE_1:200

PALESTRA SCOLASTICA E DI QUARTIERE A PRATO

T2 T6

N N COMPOSIZIONE ANALISI STRUTTURALE ARCHITETTONICA

Laboratorio di Architettura e Struttura a.a. 2017/2018 Docenti: Lorusso F. M., Mecca S., Tempesta G. Studenti: Angius Silvia, Escobar Ruiz Sofia, Gallozza Deborah

231


4 2 1

3 11

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4

6

1

2 5

3

5

8

6

7

10 8

9 10

7

DETTAGLIO D1 Copertura reticolare a shed_assonometria_1:20 / PARTICOLARE 1 Copertura a shed_sezione longitudinale_1:10

2

D1

B’

B

12

10

8 7

20 22

26

PALESTRA SCOLASTICA E DI QUARTIERE A PRATO

33

36

A 37 B 38

39

16

34

D2

27

C 8

18 A

passerella

B

palestra principale

C

D

piano interrato

32

30 31

41 D

piazza pavimentata 40

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SEZIONE TECNOLOGICA B - B’ e PROSPETTO_1:50

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AA.2017/2018

PANNELLO ESTERNO

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Dimensioni 180x180 cm Spessore 15 mm Peso 18 kg/m²

21 12

22

16

montante di fissaggio

26

23 13

27

24

19

14

28

29

15

pannello in cemento alleggerito

23

25

21

17

30 18

32

profilato di montaggio in acciaio

31 elemento di fissaggio alla parete in acciaio

5 4

6

35

+0

-3

-4

lamiera

elemento di rivestimento delle travi della copertura in alluminio_spessore 5 mm

2

vetrata

elemento di chiusura verticale e inclinato in vetrocamera doppio con infisso in metallo

3

pannello fotovoltaico

elemento impiantistico: pannello fotovoltaico_spessore 10 cm_ditta di produzione e fornitura SunPower

4

scossalina

elemento di chiusura e finitura esterno della copertura in alluminio_spessore 5 mm

5

panello sandwich esterno

elemento di chiusura orizzontale superiore: pannello sandwich autoportante con anima isolante in schiuma poliuretana e doppia lamiera in acciaio (lato esterno grecato 8 mm, interno liscio 4 mm)_diemensioni 170x380 cm, spessore 12 cm_ditta di fornitura Italpannelli

6

pannello per controsoffitto

elemento di finitura superiore interno: lastra in gessofibra_dimensioni 300x125 cm, spessore 10 mm_ditta di produzione Fermacell

7

trave HEM 260

elemento strutturale principale della copertura reticolare a shed: travi HEM 260 in acciaio S235

8

trave HEM 160

elemento strutturale secondario della copertura reticolare a shed: travi HEM 160 in acciaio S235

9

profilato di fissaggio

elemento di fissaggio e tenuta della vetrata e del tubo di scolo in acciaio_spessore 8 mm

10 tubo di scolo

elemento per lo smaltimento dell’acqua piovana in metallo_diamentro ø 4 cm

11 schiuma

elemento di chiusura e isolamento in schiuma di poliuretano espanso

12 guaina impermeabilizzante

strato impermeabilizzante e traspirante in membrana Gore-tex_spessore 3 mm

13 pavimentazione esterna

elemento di finitura esterno in lastre di pietra_dimensioni 70x70 cm, spessore 2 cm

14 massetto di pendenza

elemento di pendenza (2%) in calcestruzzo cellulare con perlite_ditta di produzione Perlite Italiana

15 sottofondo

elemento di posa per la pavimentazione esterna in calcestruzzo non strutturale Cls 150_spessore 15 cm

16 pilastro della passerella

elemento di tenuta strutturale della passerella: pilastro tubolare cavo in acciaio S235_diametro ø40 cm

17 fondazioni della passerella

elemento di tenuta strutturale della passerella: trave rovescia in calcestruzzo armato rivestita da guaina impermeabilizzante

18 muro di contenimento

elemento di tenuta del terreno in calcestruzzo armato_spessore 20 cm

19 griglia

elemento di chiusura inferiore esterno e di passaggio dell’acqua: griglia metallica ancorata alla struttura portante_spessore 3 cm

20 pannelli di facciata

elemento di finitura verticale esterno: pannelli prefabbricati in cemento alleggerito fibrorinforzato_dimensioni 180x180 cm, spessore 15 mm_ditta di produzione Unipan

21 pannello aquapanel

elemento di chiusura verticale esterno: pannello aquapanel in cemento rinforzato_spessore 12.5 mm_ditta di produzione Knauf

22 isolante

strato di isolamento termico del solaio e delle pareti esterne in polistirene espanso estruso_dimensioni 60x290 cm, spessore 10 cm_ditta di produzione Knauf

23 barriera al vapore

strato di protezione al vapore in polietilene_spessore 3 mm

24 telaio pannelli di facciata

elemento di fissaggio e montaggio dei pannelli di facciata in acciaio

25 profilato di chiusura

elemento di chiusura e finitura della facciata in acciaio_spessore 8 mm

26 muratura continua

elemento di tenuta strutturale: muratura continua in calcestruzzo armato_spessore 40 cm, altezza variabile

27 pavimento in resina

elemento di finitura interno multistrato ad elevata elasticità in resine poliuretaniche bicomponenti con tappetino in gomma granulare_ditta di produzione e posa Mapei

28 massetto

elemento di posa della pavimentazione interna in calcestruzzo cellulare con perlite_ditta di produzione Perlite Italiana

29 membrana di scorrimento

strato di scorrimento in tessuto non tessuto Tnt_spessore 2 mm

30 solaio alveolare

elemento di tenuta strutturale del solaio: lastra alveolare prefabbricata_120xh20 cm_ditta di produzione Alveox

31 trave principale

elemento di tenuta strutturale del solaio: trave in calcestruzzo armato_60xh70 cm

32 porta

elemento di chiusura verticale in legno e metallo

33 pilastro

elemento di tenuta strutturale: pilastro in calcestruzzo armato_40x60 cm, altezza variabile

34 tribuna

elemento fisso di seduta per gli spettatori in calcestruzzo prefabbricato

35 uscita di emergenza

elemento di chiusura e sicurezza: porta per l’uscita di emergenza in metallo_dimensioni 300xh260 cm

36 parapetto passerlla

elemento di finitura e sicurezza della passerella: parapetto in legno e metallo_altezza 100 cm

37 trave HEM 100

elemento di tenuta strutturale secondario della passerella: travi HEM 100 in acciaio S235

38 trave HEM 300

elemento di tenuta strutturale principale della passerella: travi HEM 100 in acciaio S235

39 mensola strutturale

elemento di tenuta strutturale secondario della passerella: mensola a sezione variabile in acciaio S235

40 tubo di drenaggio

elemento per il drenaggio dell’acqua: tubo metallico con ghiaia a granulometria variabile

41 tubo smaltimento acque

elemento per lo smaltimento delle acque piovane in metallo connesso a un pozzo di raccolta dell’acqua

42 fondazione

elemento di tenuta strutturale: trave rovescia in calcestruzzo armato rivestita da guaina impermeabilizzante

UNIFI ARCHITETTIURA

3

1

LAB A+S

DETTAGLIO D2 Attacco al suolo _1:10 / PARTICOLARE 1 Pannelli di finitura della facciata e telaio portante_assonometria_1:5

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SAN PAOLO PALESTRA SCOLASTICA E DI QUARTIERE A PRATO

Lorenzo Bacci, Enrico Casini, Mattia Locci

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Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LAB A+S_Laboratorio di Architettura e Struttura Prof. Flaviano Maria Lorusso, Prof. Giacomo Tempesta, Prof. Saverio Mecca Tutor: Andrea Maltinti, Edoardo Fiecconi


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UNIFI ARCHITETTIURA

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AA.2017/2018 LAB A+S UNIFI ARCHITETTIURA Raffaele Primo Capasso, Amedeo Capone, Monica Giannini Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LAB A+S_Laboratorio di Architettura e Struttura Prof. Flaviano Maria Lorusso, Prof. Giacomo Tempesta, Prof. Saverio Mecca Tutor: Andrea Maltinti, Edoardo Fiecconi

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SAN PAOLO PALESTRA SCOLASTICA E DI QUARTIERE A PRATO

Saverio Mogavero, Andrea Mirco Puccio, Hao Wu

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Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LAB A+S_Laboratorio di Architettura e Struttura Prof. Flaviano Maria Lorusso, Prof. Giacomo Tempesta, Prof. Saverio Mecca Tutor: Andrea Maltinti, Edoardo Fiecconi


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AA.2017/2018 LAB A+S UNIFI ARCHITETTIURA Sara Camisa, Mohammad Ghasemi, Anna Ghirri Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LAB A+S_Laboratorio di Architettura e Struttura Prof. Flaviano Maria Lorusso, Prof. Giacomo Tempesta, Prof. Saverio Mecca Tutor: Andrea Maltinti, Edoardo Fiecconi

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portata, sala stampa. Anche per la varietà fin qui illustrata di funzioni riscontrabili nel progetto, si è reso necessario far sì che ci fosse una differenziazione nel gradi di trasparenza fornito dalla pelle lignea che riveste l'edificio. Per questo motivo si è scelto di mantenere un sistema modulare di listelli che creano l'effetto intrecciato del rivestimento, nel quale non varia la larghezza dei listelli, né la scansione orizzontale, mentre è variabile la distanza tra un elemento verticale e l'altro, in ragione delle necessità di copertura delle diverse zone.

La struttura pensata per l'edificio è caratterizzata da una duplice natura, che trova riscontro nelle differenti funzioni inserite in un solo contesto. In particolare, la parte sovrastante le due palestre è caratterizzata da un sistema di pilastri in acciaio, a sezione quadrata cava di 70 cm, sui quali poggiano delle volte in legno lamellare che si incrociano tra loro in diversi punti Questo permette di avere le grandi luci richieste dalle palestre senza ostacoli se si frappongano tra spettatori ed atleti, e di avere una comunicazione visiva tra le due palestre stesse, facendo sì che esse possano svolgere le proprie funzioni in contemporanea o singolarmente. Inoltre, questa particolare conformazione richiama il tema dell'intreccio, portante nell'intero progetto, e accosta all'acciaio il legno, anch'esso protagonista della nostra idea progettuale.

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PROGETTO DELLA STRUTTURA:


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IL MASTERPLAN Il masterplan prevede una risistemazione dell’isolato con la creazione di collegamenti pedonali e ciclaabili che permettano una fruizione totale da parte del pubblico alla palestra e al parco urbano su cui essa si affaccia. Si è cercato di creare un’ampia sportiva, che permettesse la massima fruizione nel maggior modo di numeri possibile, con campi da tennis, da skate-board di nuova costruzione, sfruttando l’esistente piscina. Le linee dei percorsi sono ispirate agli allineamenti del paesaggio e, nel loro spezzarsi ripredono i gradi di inclinazione della copertura del progetto.

Riferimento per la pavimentazione del parco

Elementi di gioco inseriti nel parco

UNIFI ARCHITETTIURA

LAB A+S

Abbiamo voluto integrare soluzioni altamente performanti a livello tecnologico, immaginando per la pavimentazione del percorso pedonale sotto la scocca una pavimentazione in grado di produrre energia cinetica.

Pavimentazione ad energia cinetica

4 Alice Casarin, Zahra Monsouji Aval, Mehrnaz Partow Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LAB A+S_Laboratorio di Architettura e Struttura Prof. Flaviano Maria Lorusso, Prof. Giacomo Tempesta, Prof. Saverio Mecca Tutor: Andrea Maltinti, Edoardo Fiecconi

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IL PARCO LINEARE DI SAN PAOLO GIULIO GIOVANNONI ANNA LAMBERTINI RICCARDO RENZI Il laboratorio si è dedicato alla progettazione di un insieme di spazi aperti a destinazione prevalentemente agricola delimitati a nord dai quartieri di San Giusto e del c.d. Macrolotto 0 e a sud dall’edificazione a nastro che si sviluppa lungo via Galcianese. Queste aree sono residuali a un processo di urbanizzazione che ha progressivamente eroso il territorio agricolo che un tempo separava tra loro i diversi paesi della campagna urbanizzata pratese. Tuttavia esse svolgono un ruolo potenzialmente rilevante e possono essere immaginate come un parco lineare facente parte di un’armatura ecologica che connetta tra loro, attraverso percorsi ciclopedonali immersi nel verde e costellati di attrezzature ludiche e sportive, i diversi frammenti urbani. Laddove opportunamente progettato il parco lineare di San Paolo può connettere il centro storico di Prato (e in particolare l’area del vecchio ospedale, recentemente oggetto di un concorso internazionale per la progettazione di un parco urbano all’interno del centro storico) con il nuovo ospedale di Galciana, il principale plesso ospedaliero dell’intera piana pratese. Questo sistema di spazi, come detto residuali e ad uso prevalentemente agricolo, ospita già oggi diverse attrezzature pubbliche, tra cui un museo, un importante plesso scolastico e un cimitero. Su di esso si affacciano inoltre alcune fabbriche dismesse, di valore storico e caratterizzate da un’interessante articolazione di volumi edificati e di corti interne di relazione. I lavori hanno elaborato diverse strategie finalizzate a fare del parco lineare un sistema di spazi pubblici moderni e dalla marcata identità. Netpark, di Cantale e al. enfatizza il ruolo territoriale del parco, che diventa uno dei bracci di una rete di corridoi ecologici che si estende dai parchi collinari della Calvana e del Monferrato alle aree agricole di pianura. Play into the Wild, di Abdo e al., immagina una sequenza di spazi a forte connotazione ludica, nella quale le diverse occasioni di svago possono godere di un ambiente reso selvaggio da un

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uso accorto della vegetazione. PratO2, di Bonacci e al. si concentra sulla realizzazione di un polmone verde, potenziando la massa vegetale in grado di produrre aria pulita. hp2 –healthy park healthy people, di Marradi e al., si sofferma sulla funzione del parco urbano quale presidio necessario allo svolgimento di una vita sana. Prato industria d’arte, di Betti e al. immagina di connotare il parco in senso artistico, reinterpretando i diversi materiali urbani, dall’asfalto agli arredi, dalla vegetazione agli spazi di socialità. Al di là della diversa connotazione tematica, tutti i lavori attraversano diverse scale, inquadrando il nuovo parco nel contesto territoriale, elaborando una strategia urbanistica, e soffermandosi sulla progettazione di spazi pubblici e di un edificio, in particolare di una biblioteca, a una scala di maggiore dettaglio.

Giulio Giovannoni


AA.2018/2019 LAB A+C UNIFI ARCHITETTIURA Silvia Marradi, Fjone Shallaris, Laura Soldati Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LAB A+C_Laboratorio di Architettura e città Prof. Giulio Giovannoni, Prof. ssa Anna Lambertini, Prof. Riccardo Renzi Tutor: Elena Ceccarelli, Anna Dorigoni, Alessandra Marchetti, Leonardo Pilati, Giacomo Troiani

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IL PARCO LINEARE DI SAN PAOLO

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AA.2018/2019 LAB A+C UNIFI ARCHITETTIURA Francesca Cantale, Giacinto Cicatiello, Tiansheng Wang Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LAB A+C_Laboratorio di Architettura e città Prof. Giulio Giovannoni, Prof. ssa Anna Lambertini, Prof. Riccardo Renzi Tutor: Elena Ceccarelli, Anna Dorigoni, Alessandra Marchetti, Leonardo Pilati, Giacomo Troiani

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SAN PAOLO IL PARCO LINEARE DI SAN PAOLO

Karim Abdo, Marco Maria Morelli, Francesco Sacchetti

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Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LAB A+C_Laboratorio di Architettura e città Prof. Giulio Giovannoni, Prof. ssa Anna Lambertini, Prof. Riccardo Renzi Tutor: Elena Ceccarelli, Anna Dorigoni, Alessandra Marchetti, Leonardo Pilati, Giacomo Troiani


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SAN PAOLO IL PARCO LINEARE DI SAN PAOLO

Ilaria Bonacci, Jlenia Ciliberti, Antonio Ciracì, Flora Pham

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Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LAB A+C_Laboratorio di Architettura e città Prof. Giulio Giovannoni, Prof. ssa Anna Lambertini, Prof. Riccardo Renzi Tutor: Elena Ceccarelli, Anna Dorigoni, Alessandra Marchetti, Leonardo Pilati, Giacomo Troiani


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AA.2018/2019 LAB A+C UNIFI ARCHITETTIURA Silvia Marradi, Fjone Shallaris, Laura Soldati Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LAB A+C_Laboratorio di Architettura e città Prof. Giulio Giovannoni, Prof. ssa Anna Lambertini, Prof. Riccardo Renzi Tutor: Elena Ceccarelli, Anna Dorigoni, Alessandra Marchetti, Leonardo Pilati, Giacomo Troiani

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SAN PAOLO IL PARCO LINEARE DI SAN PAOLO

Diego Betti, Francesco Melani, Virginia Vivona

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Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LAB A+C_Laboratorio di Architettura e città Prof. Giulio Giovannoni, Prof. ssa Anna Lambertini, Prof. Riccardo Renzi Tutor: Elena Ceccarelli, Anna Dorigoni, Alessandra Marchetti, Leonardo Pilati, Giacomo Troiani


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EX BANCI / DECLASSATA


UN TRIANGOLO DA RENDERE VIRTUOSO ALFONSO FEMIA

La città spesso dimentichiamo che prima di ogni cosa è sintesi di un “territorio”, ovvero un rapporto costante con un territorio che plasma, modifica, rispetta, incide, scava, stratifica, dimentica, abbandona, attraversa, valorizza, nobilita, rende storia ma a volte violenta. L’uomo incontra e sceglie il suo territorio, agisce per atti fondativi con esso, prendendo a prestito i valori evidenti e quelli nascosti, e li trasforma in azioni economiche, sociali, politiche, culturali, alcune volte visionarie. Il territorio si misura con il tempo, con i diversi tempi con cui l’uomo interviene su di esso, definendone in maniera severa le azioni, rendendole vane e inutili se sbagliate o superficiali, o peggio irresponsabili. Il territorio viene attraversato da linee che l’uomo chiama infrastrutture ma che spesso non riescono a raggiungere neanche quello scopo per cui sono pensate, ovvero rendere possibili sviluppi urbanistici equilibrati per il futuro di una comunità. Al contempo separano, creando limiti fisici invalicabili, o difficilmente superabili, e comunque cambiano le gerarchie e i ruoli tra le parti che compongono la città e il suo territorio. Cosi una infrastruttura nata per un obiettivo, ha perso subito il suo ruolo e il suo nome, “Declassata”, ne ha subito definito compiti e limiti, ricerca di ruolo e complessità, attesa e doveri. Oggi in attesa. LA DECLASSATA Il paesaggio come luogo di metamorfosi Si incontra la Ex Banci, ovvero la sua ciminiera, attraversando la declassata ovvero Viale Leonardo da Vinci. Si scopre la Ex Banci attraversando un danteum denso di alberi che è diventato magia di luce e massa densa capace di rendere monumentale quel luogo, misterioso, soglia tra mondi diversi. Si conosce la Ex Banci percorrendola lungo i bordi dei suoi edifici, adagiati al suolo come tende di accampamento di altri tempi con le sue vetrate inclinate. Il declino e la decadenza gli conferiscono uno stato sospeso, tra il “bosco” che la protegge, e la sequenza di prospettive tra i pieni e i vuoti. Corpi svuotati ma ancora presenti e generosi nel loro rapporto tra interno e esterno, tra percezione e racconto.

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In che rapporto entrare con una presistenza apparentemente fragile, abbandonata e sola. Luogo di memoria…non troppo lontana. Luogo di desiderio… possibile e contemporaneo. PERCEPIRE, PENSARE…UN LUOGO La declassata ovvero il viale di Leonardo da Vinci Le città nascono come luoghi baricentrici tra vie di commercio e di attraversamento. Le linee che le raggiungono sono i primi elementi di una geografia che disegna i luoghi, la terra. Nella stratificazione temporale dei segni dell’umanità, le strade hanno conquistato e offerto possibilità di mettere in connessione città e persone e allo stesso tempo spesso hanno cominciato a sfuggire alla regola di minimo sforzo e di buon senso che ha sempre privilegiato l’impegno di di segnare il territorio. Ma questi segni vivono momenti di nascita importante e momenti in cui vengono abbandonati per ricercare successivamente nuove identità o per crearne loro spontaneamente una. Con la Declassata ci troviamo, come già il nome lo descrive, di fronte ad un caso esemplare di incisione territoriale nata per connettere velocemente parti di un territorio, e una volta perso quel ruolo se ne crea uno pressoché spontaneo ma di valore più circorscritto, mettere a sistema tre città, Pistoia Prato e Firenze, ma senza superare la medesima logica di elemento che separa piuttosto che unire le differenti parti del territorio che attraversa. Oggi la domanda da porsi è con quale natura e ruolo, responsabile e visionario allo stesso tempo, questa occasione potrà rispondere ad una idea di Prato del futuro. CARATTERE DEI LUOGHI Movimenti, lenti, adagi rapidi. I luoghi, le strade occorre percorrerli più volte in diversi momenti e con diverse modalità, lente e rapide, calme e frenetiche, dense o solitarie. Occorre entrarci in contatto e vedere se mantengono la medesima identità quando li percorriamo la prima volta, una seconda volta, una terza …, più volte.


Appartenenza vs Identità Una periferica … una tangenziale … una autostrada, una sequenza di svincoli e rotatorie. Un salire e scendere. Paesaggi frammentati, identità differenti, senso di appartenenza svuotato da luoghi dove ritrovarsi, vivere, incontrarsi, entrare, fermarsi. (s)Vincoli che diventano opportunità. Esiste la declassata, struttura e destruttura … può costruire un paesaggio mutando la sua identità ricercando una sua appartenenza al territorio … ora urbano, ora infrastrutturale, ora agricolo. Tre anime un luogo. La necessità di cucire, connettere, essere trasversale e permeabile, aggregare e crescere. Percezione vs cognizione Avere consapevolezza del ruolo strategico della Declassata è il primo atto progettuale. Elaborarne le informazioni che dall’ambiente circostante ad essa ne possano definire l’identità futura o meglio il suo ruolo strategico è il secondo atto progettuale. Attraverso pertanto un processo cognitivo si vuole sviluppare un percorso “educativo” capace di leggere le aree e il territorio, le dinamiche sociali, le potenzialità, i possibili ruoli dei vuoti e dei pieni abbandonati, per tracciare una visione, un disegno strategico, radicale e reale, visionario e pragmatico. La cognizione si accompagna pertanto dalla percezione, che ritrova segni. Legge presenze, accusa mancanze, individua sogni possibili e sogni desiderati. La percezione si nutre dei diversi sguardi, del dialogo con gli altri, divenendo strumento di progetto, divenendo conoscenza, pensiero. Percepiamo una linea che deve appartenere ai diversi brani di territorio che incontra. E allora scopriamo che questa linea indifferente al suo interno incontra tre caratteri dei luoghi, 1. Urbano (dal Pecci a via del Purgatorio) dove l’ex Area Benci diventa il cuore strategico, il polmone necessario, l’arteria vitale, il corpo necessario. 2. Infrastrutturale (da via del Purgatorio a viale Allende), gli edifici cambiano di scala e sono a servizio del territorio (commerciale, sportivo, formazione…). 3. Rurale, il territorio riprende il suo disegno agricolo e ci

accompagna verso Pistoia. L’EX AREA BANCI L’attesa di un futuro L’architettura contemporanea interviene negli ultimi decenni nella città spesso sovrapponendosi con forme e linguaggi che tendano a costruire frammenti, episodi e non parti di città. Occorre non precostituire spazi, architetture, luoghi ma “costruire” una idea che possa divenire progetto, che possa essere desiderata. Il tempo è la materia più difficile e importante con cui si deve misurare l’uomo. I mondi che l’uomo costruisce attraverso il tempo sono narrazioni continue che lasciano brani fondativi, ne perdono altri alcune volte importanti. Per l’area ex-Banci non occorre proporre una architettura che sia conclusa ed esclusiva, ma inclusiva e adattabile nel tempo. Occorre immaginare un modulor, una idea fondativa che costruisca nel tempo il volume fondativo e che si basi come una musica su ritmi, trame, sequenze, note, e points d’appels, un testo armonico, un tempo “musicale” dove nel tempo si possa comporre/costruire teoricamente, concettualmente e fattivamente il suo divenire luogo di futuro della città di Prato e del suo territorio. L’Ex-Banci deve assumersi la responsabilità di riequilibrare, armonizzare, riconnettere, ridare centralità ai luoghi, creare un luogo di destinazione in connessioni con gli altri luoghi della città. L’ex-Banci, un luogo di destinazione nel futuro di Prato.

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BEYOND THE BOUNDARY MARCELLO MARCHESINI FRANCESCO MESSINA

Il Workshop di architettura “Beyond the boundary” è stato pensato come occasione per indagare alcune questioni urbane irrisolte del territorio di Prato. A partire dall’area dell’edificio denominata ex Banci – attualmente simbolo di degrado urbano – e dell’asse della declassata, sistema lineare che attraversa la città e per il quale lo stesso complesso della ex Banci rappresenta una cerniera determinante nella sua potenziale riconfigurazione, il workshop ha comportato una riflessione generale sulle modalità di correlazione tra queste diverse tematiche, nonché quelle riguardanti un sistema territoriale più ampio. I progetti sono stati sviluppati dai partecipanti provenienti da scuole di Architettura di Ferrara, Firenze, Taipei, coordinati dai team leaders Alfonso Femia, Iotti+Pavarani, Labics, Benjamin Reynolds (AA School) e Alessandro Martinelli (CCU of Taipei) e con il supporto dei tutores Elisa Monaci, Vincenzo Moschetti, Luisa Palermo, Eugenio Salvetti e Carlo Occhipinti. Le risposte hanno individuato possibili soluzioni per la costruzione di scenari futuri in cui, in maniera organica agli sviluppi ad una scala più ampia, il Banci si trasformi in nuovo propulsore urbano in sinergia con le auspicate dinamiche di trasformazione urbana e di rigenerazione che investiranno il sistema lineare della declassata e, possibilmente, dell’intero territorio pratese. Questa riflessione, ponendosi come alternativa a quelle che attualmente investono la declassata ed il patrimonio architettonico e urbano che attorno ad essa gravita, mira a proporsi come valore complementare ad una logica di gestione e sviluppo di un territorio con una complessità geopolitica molto articolata e difficile da interpretare. Intervenire sul sistema urbano della declassata di Prato, sviscerandone le potenzialità attrattive sul piano socio-economico, contribuisce a rileggere il ruolo della città come snodo internazionale corroborato da un sistema territoriale che ne supporta il ruolo strategico e la potenziale valenza intermodale.

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Allo stesso modo significa anche infrastrutturare le realtà urbane che la definiscono proponendo nuove centralità all’interno dei suoi flussi e nuovi processi che le farebbero da volano. Il territorio pratese necessita prima di ogni cosa del riconoscimento delle specificità e degli aspetti che lo definiscono e ne caratterizzano la valenza estetico- geografica. Questo è il primo passo necessario per la strutturazione delle priorità e delle strategie di rilancio. Riconoscere le qualità di un territorio significa anche proteggerle e potenziarle, ma contestualmente è un atto capace di stimolare una riflessione critica e propositiva sulle impellenze che lo inficiano.


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Project Leader Alfonso Femia (Atelier Alfonso Femia) Team Carlo Occhipinti (tutor), Federica Cerella, Francesca Macchioni, Francesco Piani

ALFONSO FEMIA

EX BANCI

PAESAGGIO COME LUOGO DI TRASFORMAZIONE

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BEYOND THE BOUNDARY

WORKSHOP

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ALFONSO FEMIA

EX BANCI


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BANCI JUMPING LABORATORIO CREATIVO

EX BANCI

Un’esperienza unica nella Piana di Firenze-Prato-Pistoia Project Leader Paolo Iotti (Iotti + Pavarani)

IOTTI + PAVARANI

Team Vincenzo Moschetti (tutor), Eugenio Salvetti (tutor), Irene Battiston, Giacomo Iacussi, Cesare Treccioni, Taifu Zheng

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IOTTI + PAVARANI

EX BANCI


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WORKSHOP

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IL TEMA DELL’IDENTITÀ

Team Guendalina Ballerini, Rebecca Carrai, Giovanni Cherubini, Elisa Targetti

LABICS

EX BANCI

Project Leaders Maria Claudia Clemente, Francesco Isidori (Labics)

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WORKSHOP

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PRATO PLAINS

Team Elisa Monaci (tutor), Anastasia Ermilova, Daphne Fabbri, Allen Fan, Federico Fiorino

BENJAMIN REYNOLDS, VALLE MEDINA

EX BANCI

Project Leaders Benjamin Reynolds, Valle Medina (AA School London)

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BENJAMIN REYNOLDS, VALLE MEDINA

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EX BANCI


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ALL THE OTHER NETWORKS

EX BANCI

Una proposta progettuale per la produzione e mantenimento della conversione dell’area ex Banci Project Leader Alessandro Martinelli (CCU Taipei) Team Luisa Palermo (tutor), Silvia Baiocchi, Fan Hua Huan, Sung Cheng Chia, Chiang Yu Chen

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Sport activity park

Agriculture park

ex Banci Structure, archeo logical park

Agricultural park

Sport activity park

ALESSANDRO MARTINELLI

spazi pubblici della città. Detto ciò, è importante notare come l’incremento di spazio pubblico costituisca il vero e proprio obiettivo dell’operazione sia in termini di incremento dei servizi pubblici, sia in termini di ridefinizione e di controllo della forma urbana pratese. Ad ogni modo, se questo spazio pubblico si pone come il presupposto per il raggiungimento nel lungo termine della mixitè urbana locale, è oggi possibile pensare alla sua produzione – soprattutto nella misura in cui chiede la connessione al resto degli spazi pubblici pratesi– solo in ragione di un collegamento ad operazioni che siano capaci di portare ritorni nel breve, medio e lungo termine, come prima suggerito.


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BEYOND THE BOUNDARY

WORKSHOP

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ALESSANDRO MARTINELLI

EX BANCI


BEYOND THE BOUNDARY

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CDT - CENTRO DEL DESIGN TOSCANA FLAVIANO LORUSSO GIACOMO TEMPESTA SAVERIO MECCA Il progetto di architettura è inerente e perenne riflessione critica sul proprio tempo culturale, e dunque necessariamente su quanto ci perviene dalla cultura architettonica e tecnica contemporanea in termini di tipologie, dispositivi funzionali, spaziali e realizzativi, di strutturazioni tettoniche e, infine, di espressioni concettuali e formali. Il Laboratorio ha perseguito l’obiettivo di un’applicazione progettuale impegnata nella sintesi delle tre chiavi disciplinari -Progettazione Architettonica, Progetto di Strutture e Progettazione di Sistemi Costruttivi-, in cui ideazione ed enunciazione compositivo-estetica, presenza espressiva dell’impianto strutturale e definizione delle prerogative costruttive si integrano nel fine formativo di una prova di concertazione organica tra gli aspetti più basici del processo progettuale di un’opera architettonica. I tre moduli, di pari peso didattico, si prefiggono la verifica finale unitaria di un loro ottimale e coerente equilibrio nella soluzione architettonica prospettata. In tal senso, l’ideazione di un manufatto di tipo industriale, comunemente ritenuto disimpegnato da esigenze e responsabilità di ordine estetico, ha costituito un insolito banco di prova per una progettualità dimostrativa, all’opposto, di una sua responsabile annessione estetica alla buona messa in forma sostenibile dell’ambiente costruito collettivo. La progettazione di un organismo architettonico specialistico in grado di esaltare questi obiettivi è stato individuato nell’ipotesi di un CDT - Centro del Design Toscano, a Prato: un hub riferito al sistema della produzione industriale-artigianale, storica e contemporanea, della Regione Toscana, con ruolo di collettore espositivo, informativo e divulgativo, di vetrina e di nodo di scambio e contatto tra i soggetti direttamente interessati e con il pubblico più in generale. Richiamandosi all’edificio industriale, così proprio del paesaggio urbano pratese, il tema ha offerto un’occasione paradigmatica di coniugazione tra necessità intrinseca di tipo-morfologie strut-

turali dimensionalmente e iconicamente significative, efficiente appropriatezza costruttiva e loro complessiva e magistrale regia compositiva per una qualificazione formale di valore in quanto opera d’architettura, specie se pubblica. La collocazione nell’area dell’ex fabbrica tessile Banci, risalente al secondo dopoguerra e da tempo in disuso, si è fondata sul suo valore referenziale sia come preesistenza di alta qualità architettonica, seppure fortemente compromessa, sia per il potenziale ruolo protagonista nelle pratiche di rigenerazione urbana della città, sia infine per la prossimità al Museo Pecci d’Arte Contemporanea e al parco urbano previsto dal piano urbanistico. Inserito nell’impianto originario per via di sostituzione di uno dei cinque capannoni lineari, ma conservandone le parti di testa in pietra come tracce di ancoraggio, il nuovo edificio prende forma secondo il doppio esercizio concettuale e costruttivo di reinterpretazione volumetrica, funzionale e formale e di appropriatezza tecnologico-strutturale del tema dell’integrazione tra preesistenza e nuova integrazione. Al suo interno, esso prevede un allungato spazio rettangolare prevalentemente libero ed omogeneo, il più possibile sgombro di elementi strutturali, parzialmente occupato dalla necessaria dotazione delle funzioni complementari: hall, aree espositive temporanea e permanente, caffetteria, bookshop, uffici, biblioteca tematica, aula conferenze, archivio, servizi vari. Pur nella essenzialità referenziale della geometria planivolumetrica predeterminata e della razionalità costruttivo-economica propria di un manufatto industriale, il CDT assume comunque, all’esterno e all’interno, una forte connotazione di referenza iconico-estetica, in quanto architettura pubblica ad alto tasso valoriale, sia come spazio di rappresentazione del mondo economico- imprenditoriale, culturale e creativo del territorio, sia come interfaccia polare con la città.

Flaviano Maria Lorusso

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AA.2015/2016 LAB A+S UNIFI ARCHITETTIURA Antonio Biagiotti, Lorenzo Pucci, Andrea Donati Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LAB A+S_Laboratorio di Architettura e Struttura Prof. Flaviano Maria Lorusso, Prof. Giacomo Tempesta, Prof. Saverio Mecca Tutor: Alessandro Cambi, Lorenzo Gentili, Andrea Maltinti, Emanuele Petrucci, Eugenio Salvetti

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AA.2015/2016 LAB A+S UNIFI ARCHITETTIURA E.D. Stuggiu, G. Santi, N. Petrone Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LAB A+S_Laboratorio di Architettura e Struttura Prof. Flaviano Maria Lorusso, Prof. Giacomo Tempesta, Prof. Saverio Mecca Tutor: Alessandro Cambi, Lorenzo Gentili, Andrea Maltinti, Emanuele Petrucci, Eugenio Salvetti

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di funzionare come una superficie mutevole in grado di proiettare il paesaggio circostante all'interno, di giorno, e di rivelare l'interni all'ambiente esterno, di notte.

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La pelle che circonda lo scheletro ad ovest è in policarbonato di colore bianco opalino; la luce filtra naturalmente all'interno attraverso l’utilizzo di questa enorme parete traslucida. Tale materiale risulta adatto per il capannone per la sua versatilità d'impiego perchè leggero, facile da lavorare e installare oltre ad essere resistente agli agenti atmosferici e durevole nel tempo.

Tramite questi due rivestimenti la natura esterna interagisce costantemente con le persone che lavorano al suo interno, stimolandone le percezioni sensoriali e il loro stato d'animo.

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AA.2015/2016 LAB A+S UNIFI ARCHITETTIURA Debora De Carlo, Chiara Marchionni, Costanza Signorini Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LAB A+S_Laboratorio di Architettura e Struttura Prof. Flaviano Maria Lorusso, Prof. Giacomo Tempesta, Prof. Saverio Mecca Tutor: Alessandro Cambi, Lorenzo Gentili, Andrea Maltinti, Emanuele Petrucci, Eugenio Salvetti

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AA.2015/2016 LAB A+S UNIFI ARCHITETTIURA Irene Giani, Elisa Lalumera, Giovanni Zorzi Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LAB A+S_Laboratorio di Architettura e Struttura Prof. Flaviano Maria Lorusso, Prof. Giacomo Tempesta, Prof. Saverio Mecca Tutor: Alessandro Cambi, Lorenzo Gentili, Andrea Maltinti, Emanuele Petrucci, Eugenio Salvetti E.D. Stuggiu, G. Santi, N. Petrone

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AA.2015/2016 LAB A+S UNIFI ARCHITETTIURA Antonio Biagiotti, Lorenzo Pucci, Andrea Donati Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LAB A+S_Laboratorio di Architettura e Struttura Prof. Flaviano Maria Lorusso, Prof. Giacomo Tempesta, Prof. Saverio Mecca Tutor: Alessandro Cambi, Lorenzo Gentili, Andrea Maltinti, Emanuele Petrucci, Eugenio Salvetti

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Prospetto architettonico A-A

Sezione architettonica A-A

+8.73 m +4.56 m +0.00 m

Fotoinserimento prospetto tergale

#alzatidiprogetto

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EDIFICI DI SERVIZIO A PRATO: UNA SCUOLA DI MODA, UN CO-WORKING, UN FRAMMENTO, UNA PIAZZA. FLAVIANO LORUSSO GIACOMO TEMPESTA SAVERIO MECCA VALERIO ALECCI In continuità con le finalità formative e l’impostazione del corso precedente, l’integrazione disciplinare -Progettazione Architettonica, Progetto di Strutture e Progettazione di Sistemi Costruttivi- è stata applicata ad una nuova esercitazione progettuale ambientata nella città di Prato. Un edificio specialistico a funzione pubblica, impostato sul riferimento alla tipologia dei manufatti industriali diffusi nel tessuto cittadino ed inquadrato da protagonista nei processi di rigenerazione urbana attualmente prospettati per la città, si è precisato nell’ipotesi di una Scuola di Moda e di un contiguo Centro integrato di Co-Working / Incubatore di imprese. Come specifico contesto di inserimento del progetto è stato riproposto il complesso della ex fabbrica tessile Banci per esplorarne ulteriormente la straordinaria potenzialità adattativa verso l’assunzione di un inedito ed articolato ruolo urbano e non solo come ‘cittadella’ di funzioni speciali. A partire innanzitutto dalla lezione tipo-morfologica unitaria e compiuta del suo impianto complessivo, in chiave di mediazione esemplare tra memoria e futuro le preesistenze e i nuovi edifici ipotizzati vengono responsabilizzati, insieme agli spazi esterni pertinenziali, alla configurazione di assetti planivolumetrici alternativi in grado di indagare gli esiti possibili del decisivo ruolo passante di ricucitura urbana dell’intero comparto, disteso tra declassata a nord e via Ferraris a sud, con ancoraggio oltre la declassata stessa e verso il Museo Pecci. I nuovi manufatti da progettare vengono concepiti come inserimento per sostituzione nella matrice volumetrica di due degli edifici originari mantenendone però come tracce di memoria alcune porzioni identificative ancora apprezzabili. Un terzo edificio viene invece preservato come pura testimonianza documentaria, tramite interventi di conservazione e consolidamento, ma rifunziona-

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lizzandolo a spazio pubblico in forma di loggia urbana per costituire, di concerto con l’alta ciminiera e la piazza che l’accoglie, il baricentro monumentale e sociale della nuova sistemazione complessiva all’interno di un sistema urbano ormai a polarità multiple. Innestata sulla grande tradizione dell’industria tessile della città, la Scuola Internazionale di Moda configura un edificio-campus: un allungato lingotto architettonico si predispone ad accogliere aule e laboratori didattici, uffici, biblioteca, auditorium, archivi, depositi e servizi da interpretare come paesaggio architettonico interno, anche flessibile e modificabile, dunque interferito il memo possibile dalla presenza strutturale e, perfino, concepito il più possibile come reversibile tramite mirati accorgimenti di processualità costruttiva resiliente, proiettata con lungimiranza alle necessità di eventuali, futuri adattamenti e metamorfosi d’uso. Accanto, il blocco Co_Working-Incubatore, in chiave post formazione ma non solo, predispone spazi appositi e integrati sia per le modalità contemporanee di progettualità condivisa, sia a sostegno dell’avvio agevolato di attività produttive giovanili, a quella conseguenti.

Flaviano Maria Lorusso


AA.2016/2017 LAB A+S UNIFI ARCHITETTIURA V. Donnini, V. Longo, S. Petrini Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LAB A+S_Laboratorio di Architettura e Struttura Prof. Flaviano Maria Lorusso, Prof. Giacomo Tempesta, Prof. Saverio Mecca, Prof. Valerio Alecci Tutor: Lorenzo Gentili, Andrea Maltinti

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UNA SCUOLA DI MODA, UN CO-WORKING, UN FRAMMENTO, UNA PIAZZA.

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AA.2016/2017 LAB A+S UNIFI ARCHITETTIURA Iolanda Scafuro, Silvia Priante, Alessandro Spera Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LAB A+S_Laboratorio di Architettura e Struttura Prof. Flaviano Maria Lorusso, Prof. Giacomo Tempesta, Prof. Saverio Mecca, Prof. Valerio Alecci Tutor: Lorenzo Gentili, Andrea Maltinti

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EX BANCI UNA SCUOLA DI MODA, UN CO-WORKING, UN FRAMMENTO, UNA PIAZZA.

Studio strutturale

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La scelta di orientare gli Shed nel senso longitudinale dell’edificio è stata possibile grazie allo studio fatto sulle travi reticolari che compongono la struttura. Quest’ultima è infatti composta da travi reticolari poste ad una distanza di 21 metri, tra le quali si trovano delle travi reticolari spaziali che sostengono la struttura portante degli Shed. La campata strutturale finale dell’edificio che ospita la Scuola di Moda è stata lasciata priva di involucri esterni, al fine di permettere una maggiore resilienza del progetto garantendo la possibilità futura di un ampliamento dell’edificio.


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UNA SCUOLA DI MODA, UN CO-WORKING, UN FRAMMENTO, UNA PIAZZA.

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AA.2016/2017 LAB A+S UNIFI ARCHITETTIURA V. Donnini, V. Longo, S. Petrini Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LAB A+S_Laboratorio di Architettura e Struttura Prof. Flaviano Maria Lorusso, Prof. Giacomo Tempesta, Prof. Saverio Mecca, Prof. Valerio Alecci Tutor: Lorenzo Gentili, Andrea Maltinti

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AA.2016/2017 LAB A+S UNIFI ARCHITETTIURA Simone Andrei, Arianna Bini, Costanza Bruni Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LAB A+S_Laboratorio di Architettura e Struttura Prof. Flaviano Maria Lorusso, Prof. Giacomo Tempesta, Prof. Saverio Mecca, Prof. Valerio Alecci Tutor: Lorenzo Gentili, Andrea Maltinti

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EX BANCI UNA SCUOLA DI MODA, UN CO-WORKING, UN FRAMMENTO, UNA PIAZZA.

L. Iacomelli, F. Picchi, S. Trambusti

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Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LAB A+S_Laboratorio di Architettura e Struttura Prof. Flaviano Maria Lorusso, Prof. Giacomo Tempesta, Prof. Saverio Mecca, Prof. Valerio Alecci Tutor: Lorenzo Gentili, Andrea Maltinti


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AA.2016/2017 LAB A+S UNIFI ARCHITETTIURA Emanuele Cappetta, Simone Corsinovi, Rebecca Gianni Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LAB A+S_Laboratorio di Architettura e Struttura Prof. Flaviano Maria Lorusso, Prof. Giacomo Tempesta, Prof. Saverio Mecca, Prof. Valerio Alecci Tutor: Lorenzo Gentili, Andrea Maltinti

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TESI DI LAUREA EX BANCI / DECLASSATA MARTINA MELANI A riscatto d’una identità assopita _ nuovo polo tecnologico delle arti e dei mestieri nell’ex area “Banci” di Prato. GIULIA FALUGIANI La scatola magica. Spazi cineportuali per la ri-attivazione della Ex Banci di Prato. ARIANNA FANCIULLACCI La declassata di Prato: riqualificazione di un asse urbano



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Martina Melani, A riscatto d’una identità assopita_nuovo polo tecnologico delle arti e dei mestieri nell’ex area “Banci” di Prato.

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Università degli Studi di Firenze - Scuola di Architettura Tesi di laurea in Progettazione dell’Architettura - aa.2014/2015 relatore: Prof. Flaviano Maria Lorusso, correlatori: Prof. Saverio Mecca


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TESI DI LAUREA UNIFI ARCHITETTIURA Giulia Falugiani, La scatola magica. Spazi cineportuali per la ri-attivazione della Ex Banci a Prato Università degli Studi di Firenze - Facoltà di Architettura Tesi di laurea magistrale in Progettazione dell’Architettura - aa.2017/2018 relatore: Prof. Flaviano Maria Lorusso

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TESI DI LAUREA UNIFI ARCHITETTIURA Arianna Fanciullacci, La declassata di Prato: riqualificazione di un asse urbano Università degli Studi di Firenze - Facoltà di Architettura Tesi di laurea magistrale in Progettazione dell’Architettura - aa.2017/2018 relatore: Prof. Francesco Alberti, correlatore: Prof. Anna Lambertini

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TESI DI LAUREA





MACRO LOTTO 1


SERAFINA AMOROSO La città intermedia

La dimensione urbana della città-fabbrica è stata da sempre parte integrante della storia di Prato, ma a partire dagli anni 70, e soprattutto nel decennio tra il 1970 ed il 1980, il volto della città di Prato è cambiato radicalmente, sia dal punto di vista fisico-spaziale che sociale e produttivo. Nuovi insediamenti industriali iniziarono ad occupare precedenti zone agricole, orientandosi secondo le giaciture del sistema rurale preesistente; fra questi, il Macrolotto 1 divenne la più grande lottizzazione industriale realizzata in Italia in quegli anni, con un’estensione complessiva di 150 ettari, occupando un’ampia zona a sud del tracciato dell’autostrada A11 [1]. Attualmente, è in corso un’ulteriore trasformazione, che coinvolge sia la città che i suoi distretti produttivi. Le nuove sfide lanciate da questa evoluzione che proietta Prato verso il futuro non possono ignorare il destino del Distretto Tessile e del Pronto Moda (un nuovo distretto delle cui dinamiche i Macrolotti 1 e 2 sono i principali protagonisti), fortemente collegato alla presenza della comunità cinese. In particolare, il Macrolotto 1 si sta progressivamente specializzando nella commercializzazione del prodotto, rendendo sempre più plausibile l’ipotesi, già formulata nell’ambito degli indirizzi programmatici per la formazione del nuovo Piano Operativo, di sviluppare luoghi specifici per l’esposizione del prodotto. Il Macrolotto 1 appartiene ad una categoria ambigua di aree, quelle della città ‘intermedia’ - prendendo in prestito la definizione che ne dà Maurizio Bradaschia (2003) - in cui possono prendere forma nuove urbanità che, pur rientrando nella dimensione transnazionale delle ‘geografie inter-città’ teorizzate da Saskia Sassen (2005, 2006, 2010) - in cui al contesto urbano locale si sovrappone una rete di relazioni intangibili ed immateriali - restano profondamente ancorate alle dinamiche determinate dalla gestione locale delle ricadute spaziali derivanti sia da attività economiche formali ed informali che dalla coesistenza di una dimensione multi-culturale [2]. Ma le potenzialità di trasformazione del Macrolotto 1 si iscrivono anche in un’altra dimensione, quella di un nuovo tema progettuale per l’architettura del XXI secolo: la terziarizzazione dei distretti industriali e tutto quello che

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ciò comporta, ovvero la re-invenzione di spazi un tempo marginali e che oggi, essendo in corso di trasformazione e sfidando, pertanto, le categorie classificatorie tradizionali, si muovono quasi ai limiti della legalità e reclamano un nuovo ruolo urbano. Nel caso del Macrolotto 1 la sfida progettuale risiede, inoltre, in una questione di scala: con il suo perimetro da castrum romano definito dalla immensa mole orizzontale dei suoi capannoni e dal reticolo delle sue strade - la cui sezione trasversale appare talvolta ‘sovradimensionata’, rispetto alle esigenze strettamente funzionali ed ‘ufficiali’ dell’area, a tal punto da essere utilizzata ed ‘attivata’ da usi ‘informali’, come la vendita al dettaglio di prodotti agricoli o lo street-food - il Macrolotto 1 genera una sensazione di straniamento urbano che invita ad un possibile ripensamento delle dinamiche di funzionamento della relazione tra produzione, commercializzazione e consumo. Nell’ambito di un sistema multicentrale e policentrico come quello della realtà pratese - già riconosciuto, anche a livello di pianificazione, a partire dal piano Bardazzi Savioli (1954 -1956), e confermato successivamente dal piano Secchi (1993/1996) e dal piano strutturale attuale, caratterizzato da una costellazione di piccoli e grandi nodi (il centro storico; la città in espansione; le ‘frazioni’ ed i centri minori consolidati, dotati di una forte dimensione identitaria, ai quali difficilmente si può applicare la categoria definitoria di ‘periferia’; il paesaggio agrario; le aree industriali) cui si sovrappone una rete di sistemi (infrastrutturali) lineari - il Macrolotto 1 si configura come un potenziale contesto ‘allargato’ della città, all’interno del quale si possono mettere in pratica delle strategie progettuali (basate sul riciclaggio creativo del costruito e sulla realizzazione di spazi pubblici e collettivi) in grado di migliorare le potenzialità di adattamento ai cambiamenti in atto e futuri, ovvero la resilienza di tutto il sistema urbano-territoriale. Il Macrolotto 1 presenta delle specificità di rilievo che dipendono da molti fattori; in primo luogo, non si tratta di un contesto industriale in via di dismissione, bensì piuttosto in via di trasformazione: grandi contenitori spaziali concepiti per un determinato tipo di programmi funzionali si preparano a ospitarne di nuovi, passando dalla produzione alla commercializzazione del prodotto. Si tratta, inoltre, di un contesto urbano vivo, con ritmi


differenziati in base alle ore della giornata, ma, ciononostante, sempre brulicante di vita. Pertanto, qualunque proposta progettuale è chiamata a lavorare su questi dati, a considerarli come valori e/o vincoli che devono essere trasformati in pretesti progettuali. Si tratta di luoghi idonei ad un nuovo tipo di distretto industriale e, perché no, ad un nuovo tipo di città, in cui possono convivere, da un lato, spazi di servizio, legati alla produzione ed alla logistica, con, dall’altro, spazi ricreativi, ludici (la cui presenza renderebbe conseguentemente meno passivi ed onerosi i precedenti) ed addirittura residenziali. Offrire alla città di Prato un distretto industriale dell’ambito tessile rinnovato ovvero rifondato su basi completamente nuove è una scelta non solo intelligente ma anche necessaria, proprio in virtù delle grandi trasformazioni che stanno avvenendo in altre parti della città e che sono destinate ad attrarre (perché ne soddisfano le esigenze) nuovi utenti, nuove generazioni. In altre zone di Prato si stanno già sperimentando nuove forme della città post-industriale (Touraine, 1969; Bell, 1973), all’interno delle quali sono già comparse nuove modalità di convivenza fra funzioni ed usi, un tempo separati da una rigida zonizzazione (la residenza, l’industria creativa, altre forme ed iniziative imprenditoriali che a volte non hanno nemmeno bisogno di uno spazio fisico fisso ed immutabile e per le quali i confini tra ricerca, produzione, ozio, svago, formazione, sono molto diluiti). Nel Macrolotto 1 sta succedendo qualcosa di differente, ma che può preparare la strada ad un’ulteriore riconfigurazione non solo del distretto del Pronto Moda pratese bensì di tutta la città. La rendita degli immobili è molto elevata, per cui lo spazio fisico ancora conta, e conta il valore aggiunto dato dalla presenza di una rete infrastrutturale che lo rende facilmente accessibile dalle principali reti di comunicazione. In vista di una sua possibile terziarizzazione nel settore commerciale, sfruttare questi potenziali latenti per rendere esplicito il suo speciale contributo alla sopravvivenza del resto della città, grazie all’indotto delle attività economiche ed alla vitalità delle stesse, diventa un materiale su cui il progetto di architettura può lavorare, e molto, offrendo soluzioni architettoniche ibride, flessibili, adattabili, che si possono riconfigurare costantemente, rispondendo in

tempo reale alle sfide della complessità e configurando il Macrolotto 1 come un nodo della rete locale e, al tempo stesso, della realtà globale. Note 1. Nel Macrolotto 1 operano attualmente oltre 700 micro e piccole imprese che danno lavoro a circa 3/4000 dipendenti. Gli oltre 200 proprietari dei terreni che vi ricadono si sono riuniti dando vita ad un unico soggetto gestore dell’area, la società Conser S.c.c.p.A., nel 1982; il Conser cura la rappresentanza ed il coordinamento dei soci nel loro rapporto con gli enti locali per le questioni relative all’area (Fonte dei dati e delle informazioni: http://www.conseronline.it). 2. Il 15% dei residenti del comune di Prato è straniera, per lo più cinese, come esito di un forte fenomeno migratorio che a partire dagli anni 90 ha portato all’insediamento di circa 100 etnie diverse sul territorio pratese Riferimenti bibliografici Bell D. 1973, The coming of post-industrial society: a venture in social forecasting, Basic, New York Bradaschia M. 2003, Decalogo post-urbano: progetti e politiche per Trieste. Meltemi, Roma. Sassen S. 2006, Why Cities Matter, in R. Burdett (a cura di) Cities: Architecture and Society, Catalogue of the 10th Venice Architecture Biennale, Rizzoli, New York, pp.27-51. Sassen S. 2005 The Global City: Introducing a Concept. «Brown Journal Of World Affairs» 11, pp. 27-44. Sassen S. 2010, La città nell’economia globale. Il mulino, Bologna. Touraine, A.1969, La société post-industrielle, Denoël, Paris.

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VERSO UNA NUOVA URBANITÀ PROPOSTE PER IL MACROLOTTO 1 A PRATO SERAFINA AMOROSO GIULIO GIOVANNONI Nelle pagine seguenti, si presenta una sintesi degli esiti progettuali del Workshop internazionale ‘La città intermedia. Verso una nuova urbanità. Proposte per il Macrolotto 1 a Prato’ (Firenze, 2-6 ottobre 2017) - organizzato dal DIDA di Firenze in collaborazione con il DPA della ETSAM, con il sostegno di CONSER ed il patrocinio del Comune di Prato - che ha visto il coinvolgimento di un gruppo di docenti e studenti del DIDA (Dipartimento di Architettura) della Scuola di Architettura di Firenze e del DPA (Departamento de Proyectos Arquitectónicos) de la Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Madrid [1]. Il workshop ha portato all’elaborazione di quattro proposte progettuali che riflettono su quale potrebbe essere il ruolo del Macrolotto 1 a Prato nella configurazione e creazione di nuove centralità e spazialità urbane. Il Macrolotto 1 si configura, allo stato attuale, come una zona urbana alla ricerca di un suo nuovo carattere specifico: non è più solo un distretto industriale e non può diventare solo un centro commerciale a cielo aperto. Gli studenti del workshop hanno dimostrato con le loro proposte che si possono avere visioni più ambiziose. Arricchendolo di usi che un tempo erano considerati incompatibili ma che ora, invece, potrebbero alimentare un sistema di relazioni urbane che mettono in discussione la semplicistica contrapposizione tra spazi produttivi e spazi della vita quotidiana, il Macrolotto 1 è stato trasformato, nella proposta progettuale elaborata dal gruppo 1, ad esempio, in nuovo contesto (‘centro’) urbano, capace di rispondere contemporaneamente alle esigenze della collettività e di tutti gli attori (inclusi le imprese e gli investitori privati) attivamente coinvolti nelle operazioni di trasformazione. Coniugando la scala territoriale con quella urbana, riannodando e valorizzando le potenzialità strategiche della posizione geografica del Macrolotto 1, sono state create nuove ‘trame’ urbane. A tale scopo (e non soltanto nella proposta presentata dal gruppo 1 appena citato), è stato necessario lavorare sulla massima capacità del contesto di assorbire e metabolizzare

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nuovi programmi, raggiungendo una certa massa critica attraverso la densificazione ed intensificazione degli usi. Mediante operazioni di riempimento, appilamento, sovrapposizione, ritaglio, infiltrazione, interferenza, etc. l’esistente è stato riconfigurato: si è lavorato, quindi, sulla intensità e sulla densità, oltre che sulla materialità, di programmi ed usi che si aprono a nuove tipologie ibride capaci di creare nuove forme di socializzazione, nuove pratiche urbane di occupazione ed uso. E lo si è fatto attraverso elementi lineari (come le ‘strips’ della proposta del gruppo 3), elementi puntuali (come le torri della proposta del gruppo 2) e lavorando sulle coperture metamorfizzate in opere di Land art (delle proposte dei gruppi di lavoro 2 e 4). Sia le nuove torri che le nuove coperture diventano i cardini (simbolici e funzionali) ed i punti di riferimento di una nuova memoria collettiva, risignificando l’identità dell’area, rompendo la monotonia di un distretto industriale isotropo ed omogeneo. Ecco, dunque, concludendo, il senso ultimo delle proposte progettuali elaborate: trasformare il Macrolotto 1 in un nuovo pezzo della città di Prato, conferendogli, grazie ad una forte proposta di innovazione (sociale, tecnologica, programmatica), una nuova identità: non più quartiere industriale esterno, monofunzionale e specializzato, che non partecipa del resto della vita della città, bensì quartiere ibrido, in cui convivono produzione, vendita, consumo, intrattenimento ed altri usi urbani che lo rendono parte integrante della quotidianità della città stessa, della sua vitalità. Nota 1. Hanno partecipato al Workshop, in qualità di tutors, i seguenti docenti: Serafina Amoroso (DIDA), Arturo Blanco Herrero (ETSAM), Carmen Espegel Alonso (ETSAM), Giulio Giovannoni (DIDA), Flaviano Maria Lorusso (DIDA), Almudena Ribot Manzano (ETSAM).


2017 WORKSHOP UNIFI ARCHITETTIURA + ETSAM Gruppo 1 - CENTRO-LOTTO Belén Fe Blasco, Francesca Conti, Giulia Bracci, Giulia Vallorani, Ilaria Mannucci, Juan Ginés García De Vinuesa, Laura Bucero Descalzo, Marta Jimenez Arevalo, Mónica Zaragoza Tortosa

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Gruppo 2 - PRATO LAND ART Angeles Bueso Requejo, Fabio Staglianò, Javier Benito Martínez, Ludovica Splendiani, Luis Collado Martínez

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2017 WORKSHOP UNIFI ARCHITETTIURA + ETSAM Gruppo 3 - ‘STRIPS’: DALLA STRADA ALLA CITTÀ (E VICEVERSA) Irene Domínguez Serrano, Laura D’Isita, Marta Arrizabalaga Martín, Miguel Sumpsi, Silvia Díaz Blanco

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LA CITTÀ INTERMEDIA

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LA CITTÀ INTERMEDIA

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2017 WORKSHOP UNIFI ARCHITETTIURA + ETSAM Gruppo 4 - DENSITÀ (URBANA E SOCIALE) Carmen Lucía Ramo Chamorro, Chiara Arcieri, Enrique Cilleruelo García, Lorenzo Gili

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STRATEGIE DI ATTIVAZIONE DEL MACROLOTTO 1 SERAFINA AMOROSO

L’obiettivo generale del progetto [1] consiste nello sviluppare una strategia urbana che, agendo sull’esistente, restituisca alla città di Prato un quartiere innovativo. Agendo sugli spazi interstiziali e residuali e sulle potenzialità inespresse di una dimensione urbano-territoriale in cui gli stessi capannoni industriali esistenti costituiscono una sorta di contrappunto dimensionale ed un fuori scala che è già, di per sé, capace di fare gerarchia (Boeri, 2011, p. 13), il progetto intende lavorare sul riuso di questi grandi contenitori attraverso l’inserimento di nuovi elementi: si tratta di supports/open buildings (Habraken, 1972), ovvero elementi architettonici di infrastrutturazione dello spazio urbano, caratterizzati da una configurazione strutturale che ne garantisce la massima flessibilità, sia in pianta che in sezione, e che si adatta all’inserimento di una grande varietà di usi e infills (Habraken, 1972). Questi nuovi elementi possono ospitare, ai livelli inferiori, il trasferimento di attività provenienti dai capannoni industriali limitrofi (funzioni accessorie quali spazi di deposito e movimentazione delle merci, magazzini, servizi ed uffici, laboratori di lavorazione) e, ai livelli superiori, nuove attività, finalizzate sia all’attivazione urbana del contesto (attività ludico-ricreative, spazi per la ristorazione, l’ozio e la cura del corpo, piccoli laboratori artigianali, spazi per la cultura e l’intrattenimento, addirittura spazi per la residenza temporanea) che alla sua autosufficienza energetica (prevedendo, ai livelli più alti ed in copertura, l’installazione di serre, impianti idroponici, pannelli solari e fotovoltaici). La realizzazione dell’intero sistema generato da questi edifici-attivatori è articolata in fasi temporali, con la duplice finalità: da un lato, permettere al contesto il graduale adattamento alle nuove condizioni d’uso ed ai nuovi programmi, e, dall’altro, innescare gradualmente l’attivazione di una permeabilità e trasversalità (in termini di viabilità, accessibilità e fruibilità degli spazi) di cui il contesto è attualmente privo e che è condizione imprescindibile per migliorarne la porosità e, conseguentemente, la qualità urbana. A tale

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scopo, si propone anche l’eliminazione delle recinzioni che definiscono i confini di proprietà fra i lotti, per creare una nuova trama di percorsi urbani. Si propone la realizzazione, in punti strategici, di parcheggi sulle coperture di alcuni capannoni (come, di fatto, sta già avvenendo nella realtà, su iniziativa di alcuni proprietari) per “scaricare” il traffico veicolare dagli assi viari principali, le cui sezioni stradali sono state completamente ridisegnate, dedicando molto più spazio ai percorsi ciclopedonali, alle aree di sosta, agli spazi verdi ed alberati. Le possibilità insediative generate dall’inserimento di questi nuovi elementi nel contesto preesistente sono molteplici: si possono sviluppare aderendo alle facciate esistenti (sia in spazi interstiziali fra due capannoni contigui che come testate di una nuova facciata) o distanziandosene. In ogni caso, l’obiettivo principale consiste nello “svuotare” il piano terra dei capannoni esistenti, liberando spazio per attività collettive (commerciali, negozi all’ingrosso ed al dettaglio, ricreative, ludiche, culturali, etc.). In questo modo, la quota zero di tutto il Macrolotto 1 diventa un continuum di spazi pubblici e/o collettivi, coperti ed all’aperto: una sorta di mappa del Nolli, in cui l’interazione dialettica ed oppositiva tra interno ed esterno, tra privato e pubblico, viene messa in discussione. Si tratta, in altre parole, di urbanizzare il privato, assorbendolo, cioè, nella sfera del pubblico (De Sola Morales, 1999). Riferimenti bibliografici De Sola Morales, I. (1999). Città tagliata. Progettare la città. Quaderni di Lotus, 23, pp. 10-15. Boeri S. 2011, L’anticittà. Laterza, Roma. Habraken, N. J. (1972). Supports: an alternative to mass housing. New York, Praeger Publishers. [1] Si tratta dell’esito di una ricerca condotta nel 2018 presso la Universidad Politécnica - Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Madrid (relatore: prof. arch. David Casino).



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RI-ABITARE LA PERIFERIA, ADDIZIONI ARCHITETTONICHE E DEMINERALIZZAZIONE DEI SUOLI MARIA DE SANTIS SIMONE BARBI CRISTINA CARLETTI La sperimentazione del laboratorio Architettura Ambiente per uno sviluppo progettuale improntato ai caratteri di sostenibilità̀ ambientale in questo caso trova il suo focus in un altro tipo di periferia prodotta dalle città : le lottizzazioni industriali. Aree satelliti pianificate e progettate per accogliere attività monotematiche di prevalenza produttiva (artigianali, industriali) in totale assenza, o quasi, delle funzioni che descrivono le funzioni urbane. Parti di città che oltre ad essere prive di resilienza determinano per loro natura una rilevante e dannosa impronta ecologica sul territorio. Il modello industriale pratese di mixité-città fabbrica si traduce, nella frenesia economica degli anni ’80, nella più grande lottizzazione industriale privata denominata macrolotto 1 (in sequenza allo storico insediamento del macrolotto 0). Un sistema che mostra la sua fragilità funzionale in pochissimi anni quando il cambio di scena delle economie produttive e sociali trasforma l’area industriale in un’area per il commercio all’ingrosso per il pronto moda Cinese. L’esperienza di progetto per lo sviluppo sostenibile si sposta in questa sperimentazione progettuale sul tema del modello di città resiliente. Si tratta di declinare una riflessione sia su un sistema urbano che sia in grado di adeguarsi ai cambiamenti climatici (in particolare il global warming), di fronte ai quali le città si stanno dimostrando sempre più vulnerabili, ma anche su una comunità che si modifica progettando risposte sociali, economiche e ambientali innovative che le permettano di resistere nel lungo periodo alle sollecitazioni dell’ambiente e della storia. Sulla scorta delle analisi e degli strumenti proposti dal Piano operativo del Comune di Prato l’esperienza del laboratorio ha affrontato il problema dalla scala urbana dell’intero quartiere a quella del dettaglio identificando, operando con una sorta di soluzione a pixel, una serie di situazioni campione per applicare una verifica progettuale di dettaglio. Una strategia puntuale e diffusa di proposte di riqua-

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lificazione attraverso soluzioni di mixité funzionale che associano la proposta di spazi innovativi agli spazi del lavoro e del commercio presenti. Tutte le proposte si identificano su un obiettivo comune che è quello di sovvertire lo stato dei suoli ribaltando in modo incisivo il rapporto tra le superfici impermeabili rispetto alle superfici permeabili. Il sistema del verde è il filo conduttore della nuova pianificazione e della nuova rete ecologica che ristabilisce le connessioni pedonali tra i nuovi interventi riportando qualità e vivibilità a quella scena inquietante e insicura degli attuali “non luoghi “ urbani dominati dal solo flusso di camion e di auto che sottolineano la totale assenza delle persone. Nelle immagini dei progetti riportati nelle pagine che seguono emerge un generale cambio di scena determinato principalmente dall’operazione di umanizzazione operata sul quartiere. L’ampliamento di aree verdi naturali e il conseguente processo di demineralizzazione dei suoli passa non solo nell’ambito del resede stradale e degli spazi di risulta tra i lotti ma soprattutto nei progetti di riqualificazione degli edifici che attraverso parziali demolizioni e conseguenti addizioni volumetriche rompono lo schema rigido planimetrico e dello skyline dell’area. Le fabbriche diventano città proponendo un modello in grado di combinare spazi di lavoro (commerciali e produttivo) con i servizi creando nuove connessioni con l’abitare e soprattutto proponendo soluzioni in grado di incidere sull’impronta ecologica della città. Soluzioni progettuali, alla scala del quartiere e dell’edificio, in grado di: ridurre l’isola di calore urbana; drenare con un sistema organico e naturale le abbondati piogge; ristabilire un sano equilibrio tra paesaggio urbano e ambiente naturale.

Maria De Santis


AA.2018/2019 LABAA UNIFI ARCHITETTIURA Federico Bernes, Massimiliano De Vitis, Giacomo Montiani - LOTTO 12 Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LABAA_Laboratorio di Architettura e Ambiente Prof. Maria De Santis, Prof. Simone Barbi, Prof. Cristina Carletti cultori della materia: Angela Benfante, assistenti: Alessandro Sordi, Francesco Rega

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AA.2018/2019 LABAA UNIFI ARCHITETTIURA Silvia Angius, Chloé Mancini, Valentina Volpi - LOTTO 15 Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LABAA_Laboratorio di Architettura e Ambiente Prof. Maria De Santis, Prof. Simone Barbi, Prof. Cristina Carletti cultori della materia: Angela Benfante, assistenti: Alessandro Sordi, Francesco Rega

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REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENT

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER ST

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

Corso di Laurea Magistrale in ARCHITETTURA | Laboratorio di Architettura e Ambiente | A.A. 2018 / 2019 docenti: PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA III Prof. Simone Barbi; PROGETTAZIONE AMBIENTALE Prof.ssa MariaSTUDENTI De Santis, REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER TECNICHE DEL CONTROLLO AMBIENTALE Prof.ssa Cristina Carletti cultori della materia: Angela Benfante; assistenti: Alessandro Sordi; Francesco Rega

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Demolizione Requisiti Operativo REALIZZATO CONdel UNPiano PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

Superficie permeabile (minimo 30% della superficie del lotto): 43% Demolizione

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RI-ABITARE LA PERIFERIA

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Ricostruzione

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Demineralizzazione

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Ricostruzione

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B. Esistente

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Ricostruzione

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Demolizione

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DOTTO AUTODESK VERSIONE PER50% STUDENTI Superficie alberata (minimo della superficie permeabile): 54% DOTTO AUTODESK STUDENTI Navigatore urbanoVERSIONE | Lotto all’interno delPER Macrolotto1 di Prato

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Superficie lotto: 20 370 m2 Superficie permeabile: 8 870 m2 Superficie alberata: 4 780 m2

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Navigatore urbano | Lotto all’interno del Macrolotto1 di Prato

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Navigatore urbano | Lotto all’interno del Macrolotto1 di Prato

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

MACROLOTTO 1

ZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

LOTTO 23 | Gianmarco Baldi | Francesca Cambi | Tommaso Guarguaglini Il nuovo complesso di edifici si presenta come un tentativo di rigenerazione urbana all’interno di un contesto complesso e densamente edificato. Attraverso la demineralizzazione del lotto, si è potuto analizzare l’intervento sotto l’ottica del singolo individuo, in una dimensione urbana, architettonica e umana, dove spazi di lavoro si associano a spazi innovativi e collettivi: si va a costituire un luogo accogliente per le persone, aumentando il loro benessere. L’obiettivo è quello di rendere questa area urbana, sterile di spazi per la collettività e soffocata da macro strutture industriali, a “misura d’uomo”, ristabilendo un rapporto simbolico con il contesto. The new building complex shows up as an attempt of urban regeneration inside a complex and densely built context. Through the demineralization of the lot, it was possible to analyze the intervention from the individual perspective, in an architectural dimension, both urban and human, where work spaces assemble themselves with innovative and collective spaces: it is possible to build a friendly place for people, increasing their wellness. The aim is to make this urban area (that lacks spaces for the community and that is suffocated by macro industrial structures) “people - oriented”, restoring a symbolic relationship with the context.

Demineralizzazione

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C. Esistente


E PER STUDENTI

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Masterplan - scala 1:1000

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RSIONE PER STUDENTI

superficie del lotto): 43% uperficie permeabile): 54%

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C

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C. Esistente Magazzino (5 000 m2) deposito uffici servizi

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(1 800 m2)

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sa toi ino

“Scuola delle Arti”

Prato - Macrolotto 1 - 21/06/2019, ore 12:00

LABAA

B

UNIFI ARCHITETTIURA

REALIZZATO CON UN

Gianmarco Baldi, Francesca Cambi, Tommaso Guarguaglini - LOTTO 23 Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LABAA_Laboratorio di Architettura e Ambiente Prof. Maria De Santis, Prof. Simone Barbi, Prof. Cristina Carletti cultori della materia: Angela Benfante, assistenti: Alessandro Sordi, Francesco Rega

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MACROLOTTO 1 A +18.35

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Sezione prospettica scala 1:50

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REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI UTODESK VERSIONE PER STUDENTI

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LABAA

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REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK E PER STUDENTI

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UNIFI ARCHITETTIURA

N UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

DESK VERSIONE PER STUDENTI

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MACROLOTTO 1

fotoinserimento del progetto, inserito nel contesto urbano (21 dicembre, ore 18,00)

occupa da r vedere le o dalla fabproduttivi o ulteriori mperia Fioyears ago. a del Pero oresees the t that rises nt, runway

ria De Santis,

RI-ABITARE LA PERIFERIA

planivolumetrico del progetto in scala 1:1000 inserito nel contesto urbano modificato dal LABAA2019

fotoinserimento del progetto, inserito nel contesto urbano (21 dicembre, ore 18,00)

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AA.2018/2019 LABAA UNIFI ARCHITETTIURA Federico Bernes, Massimiliano De Vitis, Giacomo Montiani - LOTTO 12

funzioni di progetto

Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LABAA_Laboratorio di Architettura e Ambiente Prof. Maria De Santis, Prof. Simone Barbi, Prof. Cristina Carletti cultori della materia: Angela Benfante, assistenti: Alessandro Sordi, Francesco Rega

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MACROLOTTO 1

demolizione/ricostruzione

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demolizione/ricostruzione

demineralizzazione demineralizzazione

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MACROLOTTO 1


AA.2018/2019 LABAA UNIFI ARCHITETTIURA Simone Cacciavillani, Simone Pugliese, Wang Bing Xun, Zucco Riccardo - LOTTO Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LABAA_Laboratorio di Architettura e Ambiente Prof. Maria De Santis, Prof. Simone Barbi, Prof. Cristina Carletti cultori della materia: Angela Benfante, assistenti: Alessandro Sordi, Francesco Rega

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MACROLOTTO 1


AA.2018/2019 LABAA UNIFI ARCHITETTIURA Chiara Cacciuolo, Clarissa Carbonari, Valentina Ciummei - LOTTI 18-19 Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LABAA_Laboratorio di Architettura e Ambiente Prof. Maria De Santis, Prof. Simone Barbi, Prof. Cristina Carletti cultori della materia: Angela Benfante, assistenti: Alessandro Sordi, Francesco Rega

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AA.2018/2019 LABAA UNIFI ARCHITETTIURA Raffaele Primo Capasso, Monica Giannini, Andrea Marchettini - LOTTO 17 Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LABAA_Laboratorio di Architettura e Ambiente Prof. Maria De Santis, Prof. Simone Barbi, Prof. Cristina Carletti cultori della materia: Angela Benfante, assistenti: Alessandro Sordi, Francesco Rega

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AA.2018/2019 LABAA UNIFI ARCHITETTIURA Veronica Capecchi, Anna Laura Ciubini, Laura Pagnotelli - LOTTO 16 Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LABAA_Laboratorio di Architettura e Ambiente Prof. Maria De Santis, Prof. Simone Barbi, Prof. Cristina Carletti cultori della materia: Angela Benfante, assistenti: Alessandro Sordi, Francesco Rega

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LABAA

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MACROLOTTO 1


AA.2018/2019 Sezione moduli commerciali - Scala 1:200

LABAA

Prospetto edificio torre

Schema distrubuzione funzionale

Sala riunioni comune

Uffici privati

Zona relax comune

UNIFI ARCHITETTIURA

Accesso alla struttura e portineria

Niccolò Contri, Fabio Ventimiglia, Giuseppe Rotella - LOTTO 28 Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LABAA_Laboratorio di Architettura e Ambiente Prof. Maria De Santis, Prof. Simone Barbi, Prof. Cristina Carletti cultori della materia: Angela Benfante, assistenti: Alessandro Sordi, Francesco Rega

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Pianta generale piano terra - Scala 1:200

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Prontomoda

Collegamenti

Bar

Gelateria

Uffici

Industriale

Energy House

Mensa

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Commerciale

UNIFI ARCHITETTIURA

Prontomoda

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Assonometria generale

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MACROLOTTO 1

a affollata realizzata e dell’amhe. bilità ar-

mento Urubblico. vast area terise the t.

park that

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a De Santis,

demineralizzazione

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P CO-WORKING

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N ACCADEMIA

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M ACCADEMIA

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L DORMITORI

L

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I DORMITORI

I

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H DORMITORI

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G DORMITORI |

AREA COMUNE

F RISTORANTE

G

H fotoinserimento del progetto, inserito nel contesto urbano (12:00 AM, 01.06)

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AA.2018/2019 demineralizzazione

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P CO-WORKING

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O CO-WORKING

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N ACCADEMIA

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M ACCADEMIA

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L DORMITORI

L

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I DORMITORI

I

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demolizione/ricostruzione

H DORMITORI

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G DORMITORI |

AREA COMUNE

F RISTORANTE

G

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E PALESTRA

E

D GALLERIA ARTE

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C PRONTO MODA

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B INGRESSO | SALA ASTE

A PARCHEGGIO

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PUBBLICO

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demineralizzazione

funzioni di progetto

Sofia Gambini, Jie Meng, Carolina Nassi, Jessica Tesi - LOTTO 26 Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LABAA_Laboratorio di Architettura e Ambiente Prof. Maria De Santis, Prof. Simone Barbi, Prof. Cristina Carletti cultori della materia: Angela Benfante, assistenti: Alessandro Sordi, Francesco Rega

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Cdl magistrale in Architettura Curriculum Progettazione dell’Architettura

Laboratorio di Architettua e Ambiente a.a. 2018-2019

Docenti: Simone Barbi - Cristina Carletti - Maria de Santis

Laboratorio di Architettua e Ambiente a.a. 2018-2019

Docenti: Simone Barbi - Cristina Carletti - Maria de Santis

Sofia Gambini - Jie Meng - Carolina Nassi - Jessica Tesi

Sofia Gambini - Jie Meng - Carolina Nassi - Jessica Tesi

1

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COPERTURA

COPERTURA Ghiaino | sp 6 cm 1 di protezione Guaina bituminosa impermeabile | sp 0.1 cm di protezione Massetto perGhiaino le pendenze | sp 7 cm | sp 6 cm Guaina bituminosa| sp impermeabile | sp 0.1 cm Telo di protezione in polietilene 0.1 cm Isolante termico ad altaper intensità | sp 20 cm Massetto le pendenze | sp 7 cm Barriera al vapore | sp 0.2 cm Telo di protezione in polietilene | sp 0.1 cm Solaio strutturale in XLAM | sp ad 25 alta cm intensità | sp 20 cm Isolante termico Isolante termico | sp 9alcm Barriera vapore | sp 0.2 cm Controsoffitto | sp 1 strutturale cm Solaio in XLAM | sp 25 cm Isolante termico | sp 9 cm Controsoffitto | sp 1 cm

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SOLAIO INTERPIANO

MACROLOTTO 1

Piastrelle in gress porcellanato | sp 0.6 cm Collante 0.2 cm INTERPIANO 2 | sp SOLAIO Pannello BRIO-KNAUF | sp 1.8cm Piastrelle in gress | sp 0.6 cm Pannello strutturale in XLAM | spporcellanato 25 cm Collante sp 0.2 cm Isolante acustico | sp 9| cm Pannello Controsoffitto | sp 1 cmBRIO-KNAUF | sp 1.8cm

Pannello strutturale in XLAM | sp 25 cm Isolante acustico | sp 9 cm Controsoffitto | sp 1 cm

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SOLAIO INTERPIANO con pannelli radianti Piastrelle in gress porcellanato | sp 0.6 cm Collante | sp 0.2 cm SOLAIO INTERPIANO con pannelli radianti Pannello 3 BRIO-KNAUF | sp 1.8 cm Pannello di supporto | sp 3.8 cm Piastrelle in gress porcellanato cm Pannello isolante di alloggiamento serpentina || sp sp 0.6 4 cm Collante | spcm 0.2 cm Guaina protettiva | sp 0.1 Pannello BRIO-KNAUF | sp 1.8 cm Pannello strutturale in XLAM | sp 25 cm Pannello supporto | sp 3.8 cm Isolante acustico | sp 9di cm Pannello Controsoffitto | sp 1 cmisolante di alloggiamento serpentina | sp 4 cm

Guaina protettiva | sp 0.1 cm Pannello strutturale in XLAM | sp 25 cm Isolante acustico | sp 9 cm Controsoffitto | sp 1 cm

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SOLAIO PIANO TERRA

Pavimentazione in gress porcellanato | sp 0.6 cm Collante | sp 0.2 cm Massetto a secco BRIO-KNAUF |sp 1.8 cm SOLAIO PIANO TERRA Isolante | sp 9 cm 4 termoacustico Telo protettivo | so 0.1 cm Pavimentazione porcellanato | sp 0.6 cm Solaio strutturale in predalles | in spgress 20 cm

Collante | sp 0.2 cm Massetto a secco BRIO-KNAUF |sp 1.8 cm Isolante termoacustico | sp 9 cm Telo protettivo | so 0.1 cm Solaio strutturale in predalles | sp 20 cm

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SOLAIO FONDAZIONI Pavimentazione in calcestruzzo | sp 2 cm Massetto in pendenza in calcestruzzo | sp 8 cm Platea di fondazione

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SOLAIO FONDAZIONI Pavimentazione in calcestruzzo | sp 2 cm Massetto in pendenza in calcestruzzo | sp 8 cm Platea di fondazione

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PARETE INTERNA Intonaco Pannello in cartongesso ad orditura metallica-KNAUF | sp 2 cm Intercapedine portaimpianti | sp 4 cm Isolante acustico | sp 3INTERNA cm PARETE 6 strutturale XLAM | sp 14 cm Pannello Isolante acustico | sp 3 cm Intonaco Intercapedine portaimpianti | sp 4 cm Pannello in cartongesso ad orditura metallica-KNAUF | Pannello in cartongesso ad orditura metallica-KNAUF | sp 2 cm sp 2 cm Intercapedine portaimpianti | sp 4 cm Intonaco

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Isolante acustico | sp 3 cm Pannello strutturale XLAM | sp 14 cm

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Isolante acustico | sp 3 cm PARETE ESTERNO-INTERNO

Intercapedine portaimpianti | sp 4 cm

in cartongesso metallica-KNAUF | RivestimentoPannello in gress porcellanato | sp ad 0.6orditura cm sp 2incm Isolante termico pannelli rigidi | sp 18 cm Intonaco Pannello strutturale XLAM | sp 14 cm Isolante acustico | sp 3 cm Intercapedine portaimpianti | sp 4 cm Pannello in cartongesso ad orditura metallica-KNAUF | PARETE ESTERNO-INTERNO 7 sp 2 cm Intonaco Rivestimento in gress porcellanato | sp 0.6 cm Isolante termico in pannelli rigidi | sp 18 cm Pannello strutturale XLAM | sp 14 cm Isolante acustico | sp 3 cm Intercapedine portaimpianti | sp 4 cm Pannello in cartongesso ad orditura metallica-KNAUF | sp 2 cm Intonaco

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RI-ABITARE LA PERIFERIA

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AA.2018/2019 LABAA UNIFI ARCHITETTIURA

LOTTO 26 | Macrolotto 1 | Prato | 21Giugno ore 16:00

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MACROLOTTO 1 RI-ABITARE LA PERIFERIA

Il progetto si sviluppa precisamente nel LOTTO 9 ,nella zona più a nord del Macrolotto, fronteggiato da Via Paronese, in posizione angolare.Attualmente presenta cinque capannoni con differenti destinazioni d’uso. Gli edifici centrali verranno demoliti mentre quello a ovest verrà integrato al progetto, il capannone più ad est non cambierà la sua destinazione, in quanto non è stato giudicato come elemento negativo.Gli elementi generatori del nostro progetto sono stati l’approccio con l’ambiente verde, sfruttare il più possibile la luce naturale, anche come elemento costruttivo e la sostenibilità, attraverso il riuso degli elementi naturali ma anche attraverso l’uso di tecnologie riciclabili e che facciano risparmiare più materiale possibile. The project is developed precisely in LOTTO 9, in the northernmost area of the Macrolotto, facing Via Paronese, in an angular position. Currently it presents five warehouses with different uses. The central buildings will be demolished while the one to the west will be integrated into the project, the easternmost warehouse will not change its destination, as it has not been judged as a negative element. The generating elements of our project were the approach to the green environment, exploiting natural light as much as possible, also as a constructive element and sustainability, through the reuse of natural elements but also through the use of recyclable technologies and that save as much material as possible. Corso di Laurea Magistrale in ARCHITETTURA | Laboratorio di Architettura e Ambiente | A.A. 2018 / 2019 docenti: PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA III Prof. Simone Barbi; PROGETTAZIONE AMBIENTALE Prof.ssa Maria De Santis, TECNICHE DEL CONTROLLO AMBIENTALE Prof.ssa Cristina Carletti cultori della materia: Angela Benfante; assistenti: Alessandro Sordi; Francesco Rega

navigatore urbano | lotto all’interno del Macrolotto1 di Prato

navigatore urbano | lotto all’interno del Macrolotto1 di Prato

demolizione/ricostruzione

demolizione/ricostruzione

demineralizzazione

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fotoinserimento del progetto, inserito nel contesto urbano (maggio ore 18:00)


LABAA

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demineralizzazione

funzioni di progetto (esploso assonometrico con legenda)

UNIFI ARCHITETTIURA

planivolumet

Mohammad Ghasemi, Riccardo Marrocchi, Andrea Trinci - LOTTO 09 Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LABAA_Laboratorio di Architettura e Ambiente Prof. Maria De Santis, Prof. Simone Barbi, Prof. Cristina Carletti cultori della materia: Angela Benfante, assistenti: Alessandro Sordi, Francesco Rega

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MACROLOTTO 1


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AA.2018/2019 LABAA UNIFI ARCHITETTIURA Francesca Giovannini, Ramona Ilmer, Mariachiara Petrolini - LOTTO 27 Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LABAA_Laboratorio di Architettura e Ambiente Prof. Maria De Santis, Prof. Simone Barbi, Prof. Cristina Carletti cultori della materia: Angela Benfante, assistenti: Alessandro Sordi, Francesco Rega

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MACROLOTTO 1

fotoinserimento del progetto, inserito nel contesto urbano, ore 17.30, 2 Maggio 2019

ntero lotto, ne di con-

pi di abbivari corpi li nascono o “a ponte” è collocato one. | The mercial enthe project he addition n revenues for access are born he “bridge” al building attention.

De Santis,

RI-ABITARE LA PERIFERIA

planivolumetrico del progetto in scala 1:1000 inserito nel contesto urbano modificato dal LABAA2019

fotoinserimento del progetto, inserito nel contesto urbano, ore 17.30, 2 Maggio 2019

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navigatore urbano | lotto all’interno del Macrolotto1 di Prato

demineralizzazione

P

3

2

1

P

demolizione ricostruzione

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edificio commerciale (2.456 mq) P0. accessi P1. showroom e uffici P2+P3 foresteria edificio ceativo (2.456 mq) Servizi per i dipendenti Atelier e sale riunioni Sale relax Collegamenti verticali

demolizione/ricostruzione

edificio produttivo 1 (1.334 mq) Zona scarico merci + magazzino Servizi edificio produttivo 2 (7.234 mq) (1.334 mq) Serra Uffici, servizi, meeting room Zona macchine “taglia-cuci” Zona lavaggio e stiratura edificio produttivo 3 (4.910 mq) Zona di imballaggio Zona di trasporto e spedizioni Servizi e uffici

percorso della clientela percorso della produzione

demineralizzazione

UNIFI ARCHITETTIURA

percorso dei lavoratori strade principali

funzioni di progetto

P

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Martina Iannello, Fabiana Mirante, Ilaria Rosta - LOTTO 22

Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LABAA_Laboratorio di Architettura e Ambiente Prof. Maria De Santis, Prof. Simone Barbi, Prof. Cristina Carletti cultori della materia: Angela Benfante, assistenti: Alessandro Sordi, Francesco Rega

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AA.2018/2019 LABAA UNIFI ARCHITETTIURA Simonetta Francesca Lisci, Michele Longo, Emanuele Petrilli, Benedetta Zamboni - LOTTO 21 Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LABAA_Laboratorio di Architettura e Ambiente Prof. Maria De Santis, Prof. Simone Barbi, Prof. Cristina Carletti cultori della materia: Angela Benfante, assistenti: Alessandro Sordi, Francesco Rega

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CENTRO STORICO


OBR Il Parco Centrale di Prato Un luogo per l’arte a cielo aperto

Il 30 Settembre del 2016 viene annunciato il vincitore del concorso internazionale il Parco Centrale di Prato. Il team scelto per riprogettare questo storico angolo della città è composto da: Paolo Brescia (OBR – Paolo Brescia e Tommaso Principi) – group leader Michel Desvigne (Michel Desvigne Paysagiste) Alberto Romeo (Intertecno) Tommaso Principi (OBR – Paolo Brescia e Tommaso Principi), Elisa Siffredi (OBR – Paolo Brescia e Tommaso Principi), Enrico Ferraris (Michel Desvigne Paysagiste), Massimiliano Marzo (Intertecno). Il concorso marca un momento importante nella storia della città e nella radicale trasformazione del suo centro storico. Un attimo connotato dalla presenza di eccelleze internazionali in campo di architettura, arte, natura che gravitano initorno a Prato, inserendola come non mai in un panorama internazionale. Nel testo che segue, Paolo Brescia racconta la genesi del progetto vincitore nel suo confrontarsi con il centro storico di Prato.

Per un architetto lavorare a Prato è un’esperienza paradigmatica. Nella visione di “Prato Città Contemporanea” il paradigma è quello di una città che sovrappone il presente con il passato e il futuro. Lavorando con Michele Desvigne, quello che ci ha colpito di Prato è l’estrema regolarità della sua maglia urbana che eredita l’orientamento ortogonale del Cardo e del Decumano. Dal centro storico alle periferie industriali e agricole, la griglia ortogonale è profondamente ancorata al paesaggio e si diffonde in senso spaziale e temporale. Gli accostamenti sono densi e creano un tessuto complesso ma armonioso e di grande leggibilità. Da un punto di vista urbano e paesaggistico, era chiaro fin da subito che per ritrovare la misura di questa trama, i tre ettari liberati dal vecchio ospedale all’interno della cinta muraria non potevano essere un “vuoto”, ma si dovevano iscrivere nell’assetto urbano di Prato. Le viste aeree di Prato mostrano un susseguirsi di ve-

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getazione e fabbricati. Michel ne ha estratto i ritmi e i motivi geometrici che riorganizzano la materia della città e diventano la matrice per immaginare il paesaggio del parco e definire la geometria delle superfici minerali e vegetali, ritmata dalle siepi che come quinte seguono gli assi paralleli al Cardo. Ispirata al tessuto storico della città, la ricerca che sta alla base di questa idea indaga la formazione urbana di Prato, interpretandola e rielaborandola, sottolineando il ruolo arcaico del paesaggio nel “prefigurare” gli scenari futuri del territorio a partire dalle tracce della memoria del territorio stesso. Con questa manipolazione delle forme urbane originarie il parco evoca le tracce storiche di Prato e quelle dei giardini italiani del Rinascimento organizzati secondo prospettive e siepi. Gli elementi – il vegetale, il minerale e l’acqua - dialogano tra loro e diventano essi stessi opere d’arte “viventi” che mutano nel tempo. Moltiplicando i punti di fuga e i percorsi possibili, la sequenza di siepi disegna spazi le cui dimensioni sono comparabili a quelle delle piazze del centro storico di Prato. Situato a ridosso delle mura, il parco costituisce una porta d’ingresso al centro storico, ma non è inteso come “oasi di natura” in contrapposizione alla città. È piuttosto un parco urbano, anzi super-urbano, quasi più urbano della città stessa, che assurge a super attrattore, punto nodale della vita urbana con nuovi motivi di frequentazione, di incontro, di scambio, dove avere il piacere di stare, di ritrovarsi in pubblico e celebrare un rinnovato rito di urbanità. Rivedendo a distanza di tempo il progetto del Parco Centrale di Prato, però ho come l’impressione che il termine “parco” sembri inadatto a descrivere questa nuova realtà. Il parco mi rimanda a uno spazio disciplinato da una serie di regole (e divieti), spesso recintato, in cui ci sono degli orari, dei codici comportamentali. Forse la nozione di “giardino”, benché più romantica e forse un po’ alla buona, portando con sé l’idea di rituale, di coltivazione, di manutenzione, di giardinaggio appunto, cioè di aver cura, sia più adatta a rappresentare la base concettuali della res publica, di bene comune che sta alla base di questa visione condivisa con l’Assesso-


re all’Urbanistica della città di Prato, Valerio Barberis. Secondo questo approccio, architettura e paesaggio sono pensati come un sistema aperto, “carico di mondo”, vero “capitale sociale” oltre la dicotomia pubblico/ privato, in cui sentirsi parte di un tutto e in cui ogni parte fa riferimento al tutto. Non è forse questa l’essenza dello spazio pubblico?

Credits

Prato è una città dinamica in costante divenire che sta attraversando grandi cambiamenti. Per questo il tema del parco, anzi dovrei dire del giardino pubblico, s’intreccia con le attività del centro d’arte che si trova al suo interno. Pensato come un padiglione di 1.000 mq nel giardino, esso accoglie spazi dedicati ad atelier, laboratori, performance teatrali e mostre temporanee: sarà un laboratorio di idee capace di innescare nuove energie creative e sinergie tra giovani artisti e imprenditori creativi, condensatore di energie che accoglie e aggrega molteplici attività durante tutto l’arco dell’anno, delle stagioni, del giorno e della notte. Abbiamo immaginato un centro d’arte “partecipato” e che “partecipa” alla vita della collettività, riscoprendo una funzione “comunitaria” che fertilizza questa parte di città, punto nodale della vita urbana di Prato, in cui può esserci tutto il pensabile, dove succede sempre qualcosa, per tutti, all’insegna dell’inclusione e della policultura. È l’ode alla città attraverso lo spazio pubblico.

Paesaggio: MDP Michel Desvigne Paysagiste

Committente: Comune di Prato Progettista: OBR Paolo Brescia e Tommaso Principi

Ingegneria: Artelia Programma: parco pubblico e padiglione culturale Dimensioni: area di intervento 33.000 mq superficie costruita 4.200 mq Cronologia: 2016 concorso di progettazione (1° premio) 2016 progetto preliminare 2017 progetto definitivo 2019 progetto esecutivo Awards: 2019, RIUSO, Milano 2017, Premio Urbanistica INU, Urban Promo 14 edizione, Triennale di Milano

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RIGENERARE: PRATO, AREA DEI MACELLI EDIFICIO DELLA POLIZIA MUNICIPALE. LAURA ANDREINI GIANFRANCO CELLAI LUCIA NELLI CECCHERINI Vista l’ormai generalizzata consapevolezza che progettare richiede una piena adesione e comprensione del significato di “sostenibilità ambientale”, e considerando l’universale accettazione del concetto di “sostenibilità”, prima con l’Expo di Shanghai del 2010, poi nel 2015 intitolata “Better cities better life”, e con l’Expo di Milano, “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, il corso, intende approfondire tale tematica, inserendosi all’interno dell’importante sviluppo che tale ambito sta avendo nel panorama contemporaneo. Sostenibile? Cosa significa? Significa soddisfare le esigenze del presente senza penalizzare il futuro. Sviluppo sostenibile significa migliorare la qualità della vita senza compromettere o danneggiare gli ecosistemi naturali. Ognuno di noi deve essere responsabile delle proprie azioni in materia di sostenibilità, naturalmente anche per quanto riguarda l’architettura. Un edificio, infatti, deve essere costruito pensando all’ambiente in cui questo si inserisce, e rispondere a specifiche esigenze sociali che oggi riguardano in primo luogo l’habitat, i consumi energetici e le emissioni che questo produce. Non si tratta ovviamente di una moda passeggera, ma di una necessità in risposta ad una vera emergenza ambientale che obbliga tutti i paesi ad una drastica riduzione dei gas serra che, per un terzo, sono prodotti dalle attività umane legate all’abitare. Finalmente si è diffusa la convinzione, anche nell’ambito dell’edilizia e dell’architettura, che ogni azione dell’uomo ha un riflesso sulla vita della collettività, e che pertanto le attività legate al “costruire” implicano l’assunzione di precise responsabilità che obbligano ogni soggetto coinvolto ad una attenta adesione a quei criteri, quelle modalità e prodotti, che consentono un operare consapevole in armonia e nel rispetto dell’ambiente. Il corso, architettura e ambiente, presenta un forte carattere di multidisciplinarietà, in quanto relaziona

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competenze differenti quali la progettazione architettonica, ambientale e territoriale, la storia ed il restauro dei centri storici, l’energetica, le valutazioni di impatto economico e ambientale, le tecnologie innovative, i nuovi materiali nonché le nuove tecniche costruttive. Il corso è stato strutturato secondo una logica on the job, in modo da rendere il percorso formativo dinamico e coinvolgente; pertanto, le attività frontali sono state ridotte al minimo, a vantaggio delle attività applicative e seminariali. L’insieme delle attività previste, nell’arco temporale di un semestre, prevalentemente svolte in aula sono state dedicate allo studio e all’elaborazione del lavoro finale. Attraverso la progettazione, il corso ha cercato di fornire gli elementi teorici e pratici necessari allo sviluppo di un progetto, incentrato soprattutto sullo studio delle interazioni tra l’edificio e l’ambiente, l’edificio e il contesto. Il Progetto ha riguardato la valorizzazione e sviluppo dell’ex-area ospedaliera nel centro di Prato nei pressi del bastione di San Giusto. L’intervento, secondo le linee guida del Comune e dei promotori, ha cercato di rivalutare l’intera area e il suo rapporto con il centro storico, contribuendo al suo sviluppo economico e promuovendone la sostenibilità ambientale con lo scopo di farne un modello di sviluppo sostenibile. Laura Andreini


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UNIFI ARCHITETTIURA

LABAA

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CENTRO STORICO

Centro storico

Area d’interesse

a die Zondelle Ba

7 min.

1,9 km

13 min.

1,1 km

2 km

6 min.

Via

21

Via Mazzini

Via dell’Accademia

Zona territoriale Centro

Piazza del comune

Piantone del Palazzo Comunale

12 min.

1 km

Sportello al cittadino Ufficio Procedure e relazioni con il pubblico

ia

itor terr

Piazza Macelli

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ste le e

Comando Polizia Municipale

Mura

EDIFICIO POLIZIA MUNICIPALE

o il e a x e a d.

15 min.

1,2 km

7 min.

2,1 km

35 min.

3 km

7 min.

3,7 km

28

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Distanze a piedi e in macchina delle varie sedi distaccate del corpo di Polizia Municipale dalla Sede Centrale


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Funzioni sanitarie

Funzioni sanitarie Funzioni sociali/ residenziali

Funzioni produttive

Polizia Municipale Funzioni culturali/ espositive

Funzioni culturali/ espositive

Funzioni sociali/ residenziali

Funzioni degli edifici

LABAA

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Funzioni degli spazi aperti

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200 m 700 m 1 km 1,2 km 1,5 km

Distanze dei principali spazi pubblici del nucleo storico Cinzia Deviti, Leonardo Masala Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LABAA_Laboratorio di Architettura e Ambiente Prof. Laura Andreini, Prof. Lucia Ceccherini - Nelli, Prof. Gianfranco Cellai

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CENTRO STORICO EDIFICIO POLIZIA MUNICIPALE

a

Fattore di ombreggiamento

21 Marzo (equinozio di primavera)

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9 Febbraio (giorno più freddo)

31 Luglio (giorno più caldo)


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UNIFI ARCHITETTIURA

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Vista angolo via Cavour

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Lucrezia Fontanelli, Maddalena Gaggi, Cosimo Perini, David Tripponcini Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LABAA_Laboratorio di Architettura e Ambiente Prof. Laura Andreini, Prof. Lucia Ceccherini - Nelli, Prof. Gianfranco Cellai

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EDIFICIO POLIZIA MUNICIPALE

CENTRO STORICO


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CENTRO STORICO EDIFICIO POLIZIA MUNICIPALE

Francesca Brandi, Lavinia Lazzara, Martina Salvadori, Manuel Salvietti

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Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura LABAA_Laboratorio di Architettura e Ambiente Prof. Laura Andreini, Prof. Lucia Ceccherini - Nelli, Prof. Gianfranco Cellai


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CENTRO STORICO


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AA.2015/2016 LABAA UNIFI ARCHITETTIURA Parisa Ahmadi, Parisa Behnamnia, Jovana Markovic Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura - ICAD LABAA_Architecture and Environment lab Prof. Laura Andreini, Prof. Lucia Ceccherini - Nelli, Prof. Lorenzo Giorgi

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CENTRO STORICO

te slab . Emd woodch seat crete

EDIFICIO POLIZIA MUNICIPALE

paving ng le

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AA.2015/2016 LABAA UNIFI ARCHITETTIURA Azzurra Banti, Anita Pawlik, Erica Passavinti Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura - ICAD LABAA_Architecture and Environment lab Prof. Laura Andreini, Prof. Lucia Ceccherini - Nelli, Prof. Lorenzo Giorgi

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NTS-Not to scale 2nd floor

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CENTRO STORICO


classical theory behind the renaissance architecture. The closer you ge to the building the more you start to AA.2015/2016

perceive the key elements which compose the structure

UNIFI ARCHITETTIURA

LABAA

itself.

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EDIFICIO POLIZIA MUNICIPALE

CENTRO STORICO


AA.2015/2016 LABAA UNIFI ARCHITETTIURA Behzad Gharehjanloo, Timor Qayoomi Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura - ICAD LABAA_Architecture and Environment lab Prof. Laura Andreini, Prof. Lucia Ceccherini - Nelli, Prof. Lorenzo Giorgi

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SEGNALETICA TURISTICA PER LA CITTÀ DI PRATO

CENTRO STORICO

SEGNALETICA TURISTICA PER LA CITTÀ DI PRATO CULTURAL PLACEMAKING & NARRATIVE WAYFINDING SUSANNA CERRI JACOPO AMMENDOLA ALICE TREMATERRA La città di Prato sta portando avanti da alcuni anni un processo di valorizzazione del suo patrimonio sia per quanto riguarda gli aspetti legati alla qualità ambientale e urbana, sia dal punto di vista culturale in senso stretto. A tale processo si è affiancata la creazione di alcuni strumenti di comunicazione centrati attorno al sito www.cittàdiprato.it e al relativo marchio. In questo contesto risulta evidente la carenza di un sistema di segnaletica pedonale che valorizzi le iniziative avviate e agevoli la fruizione del patrimonio culturale e ambientale della città. È stata rilevata, in alcuni spazi del centro e presso alcune emergenze architettoniche, la presenza dei “resti” di una segnaletica realizzata dalla Provincia di Prato alla fine del secolo scorso, ormai obsoleta e deteriorata. Il Didacommunicationlab - laboratorio di Comunicazione del Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze - è stato chiamato a sopperire a questa mancanza, con un progetto che potesse prevedere l’ideazione e lo sviluppo di un sistema integrato di comunicazione e valorizzazione del patrimonio architettonico, artistico e ambientale della città di Prato mediante la produzione e l’installazione di dispositivi fisici informativi nello spazio urbano. L’idea di partenza è stata quella di fondere la narrazione del luogo e la ricerca del percorso da compiere, con l’obiettivo di creare una sorta di urbanistica dei segni, di scrittura della città. È stato ideato un sistema che si articola in una serie coordinata di dispositivi informativi da installare negli spazi pubblici urbani e nei punti di interesse strategici per la mobilità, come stazioni, e parcheggi. Questi stessi dispositivi hanno il fine di presentare la ricchezza del territorio, raccontare la storia di ogni spazio, connettere un luogo all’altro. La segnaletica non si limita a definire le modalità in cui fornire le indicazioni o orientare le persone, è anche e soprattutto un problema di identità. Dare espressione visiva a uno spazio significa permettere ai luoghi di ispirare e

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promuovere un senso di comunità. L’identità del luogo, infatti, crea la connessione con le persone che lo usano e che lo attraversano. Secondo i principi di presentare, raccontare e connettere, sono state definite le funzioni dei dispositivi da progettare: • informare gli abitanti, i visitatori e i turisti sull’offerta architettonica, artistica e ambientale del territorio, costruendo una “mappa pubblica” del patrimonio della città; • orientare il visitatore non abituale e il turista dandogli la possibilità di muoversi autonomamente a piedi nella città e di costruire, a partire dalle informazioni fornite, un itinerario personalizzato sulla base dei propri interessi; • valorizzare i luoghi e le opere principali che costituiscono il patrimonio della città di Prato, fornendo informazioni dettagliate sulle loro caratteristiche formali, storiche, culturali, ambientali, ma stando attenti ad evitare la museificazione Una convenzione stabilita tra DIDA – Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze – e Comune di Prato, definisce le fasi progettuali per step. Al termine della fase preliminare, il Laboratorio ha consegnato al Comune una relazione descrittiva del progetto complessivo di comunicazione e promozione insieme ad un abaco di dispositivi informativi da utilizzare come base per l’adozione di un sistema ufficiale, comprendente per ogni tipologia di dispositivi le caratteristiche dimensionali e i requisiti tecnici dei materiali e delle finiture, oltre che indicazioni di massima per la progettazione delle parti grafiche da inserire nel dispositivo. Successivamente ad un feedback da parte della committenza, rispetto alla fase preliminare, l’avanzamento del lavoro, prevede l’avvio di un progetto pilota che porti alla realizzazione, in forma prototipale, di una serie di dispositivi informativi da installare in uno dei luoghi individuati. Attualmente siamo in fase di prototipazione e definizione dei tempi di realizzazione del progetto complessivo.


2019 DIDACOMMUNICATIONLAB UNIFI ARCHITETTURA Susanna Cerri, Jacopo Ammendola, Alice Trematerra Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura Didacommunicationlab, Laboratorio di Comunicazione

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Gruppo di progetto: Giulio Emanuele Fusco Federica Giulivo Alessanda Marianelli Vittoria Niccolini Ambra Quercioli

Lorenzo Quercioli Vanessa Staccioli Alice Trematerra

CENTRO STORICO

Susanna Cerri Jacopo Ammendola Dario Borruto Gianluca Buoncore Giacomo Dallatorre

Porta al Serraglio

SEGNALETICA TURISTICA PER LA CITTÀ DI PRATO

Piazza Duomo

Piazza del Comune

Piazza Mercatale

Piazza S.Maria delle Carceri

Susanna Cerri, Jacopo Ammendola, Alice Trematerra Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura Didacommunicationlab, Laboratorio di Comunicazione

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2019

DIREZIONALE A PARETE

DIDACOMMUNICATIONLAB

SINOTTICO SPAZI

DIREZIONALE A TERRA

DIREZIONALE VERTICALE

UNIFI ARCHITETTURA

SINOTTICO GENERALE

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SEGNALETICA TURISTICA PER LA CITTÀ DI PRATO

CENTRO STORICO


2019

Piazza San Marco Cassero Medievale Large Squared Form with Cut HENRY MOORE

Piazza del Duomo

DIDACOMMUNICATIONLAB

Cattedrale di Santo Stefano Palazzo dei Vescovi Museo dell’Opera del Duomo

Cimatoria Campolmi Museo del Tessuto Biblioteca Lazzerini Untitled HOSSEIN GOLBA Colonna vertebrale della vita BARBARA KRUGER

Piazza Santa Maria delle Carceri UNIFI ARCHITETTURA

Castello dell’Imperatore Chiesa di Santa Maria delle Carceri Grande Sognatrice FABRIZIO CORNELI

Susanna Cerri, Jacopo Ammendola, Alice Trematerra Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura Didacommunicationlab, Laboratorio di Comunicazione

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CENTRO STORICO SEGNALETICA TURISTICA PER LA CITTÀ DI PRATO

Mongolfiera, Marco Bagnoli

Piazza Ciardi

Piazza Santo Agostino

Piazza dell’Università Alessandra Andrini, Orologio della Resistenza

Stazione di Porta al Serraglio

Chiesa di Sant’Agostino

Chiesa di San Domenico

Piazza San Domenico

Piazza del Duomo

Duomo Palazzo dei Vescovi

Piazza del Comune Piazza Mercatale

Palazzo Pretorio Palazzo del Comune Jacques Lipchit, Prometheus Strangling the Vulture

Piazza del Cardinale Niccolò Conservatorio e Convento di San Niccolò

Piazza San Francesco Convento di San Francesco

Porta Mercatale Ponte al Mercatale

Piazza Basilica di Santa Maria delle Carceri Santa Maria Castello dell’Imperatore sognatrice delle Carceri Grande Fabrizio Corneli

Stazione Centrale

Piazza San Marco Area dell’Antico Opificio Tessile Giardino dell’infanzia Mazzocchio, Ben Jakober

Museo del Tessuto Biblioteca Lazzerini

Cassero Large Squared Form with Cut Henry Moore Il passo della luce Carlo Bernardini

Barbara Kruger, Untitled Colonna vertebrale della vita Hossein Golba La bestia, Bizhan Bassiri

presenta ra connetter

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2019 DIDACOMMUNICATIONLAB Mongolfiera, Marco Bagnoli

Piazza Ciardi

Piazza Santo Agostino

Piazza dell’Università Alessandra Andrini, Orologio della Resistenza

Stazione di Porta al Serraglio

Chiesa di Sant’Agostino

Chiesa di San Domenico

Piazza San Domenico

Piazza del Duomo

Duomo Palazzo dei Vescovi

Piazza del Comune Piazza Mercatale

Palazzo Pretorio Palazzo del Comune Jacques Lipchit, Prometheus Strangling the Vulture

Piazza del Cardinale Niccolò Conservatorio e Convento di San Niccolò

Piazza San Francesco Convento di San Francesco

Porta Mercatale Ponte al Mercatale

Piazza Basilica di Santa Maria delle Carceri Santa Maria Castello dell’Imperatore sognatrice delle Carceri Grande Fabrizio Corneli

Stazione Centrale

Piazza San Marco

Mazzocchio, Ben Jakober

Museo del Tessuto Biblioteca Lazzerini

Cassero Large Squared Form with Cut Henry Moore Il passo della luce Carlo Bernardini

UNIFI ARCHITETTURA

Area dell’Antico Opificio Tessile Giardino dell’infanzia

Barbara Kruger, Untitled Colonna vertebrale della vita Hossein Golba La bestia, Bizhan Bassiri

are accontare re PRATO Susanna Cerri, Jacopo Ammendola, Alice Trematerra Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura Didacommunicationlab, Laboratorio di Comunicazione

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TESI DI LAUREA CENTRO STORICO

MARGHERITA GISTRI Il Castello dell’Imperatore: riqualificazione e riuso ANDREA ZUPO, SUN WEN BIN Le mura di Prato. Rilievo, analisi dello stato attuale e valorizzazione della terza cerchia muraria del comune toscano. GIACOMO CECCONI Archeologia industriale e progetto. La ricomposizione dell’ex lanificio Bigagli a Prato.



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CENTRO STORICO


TESI DI LAUREA UNIFI ARCHITETTIURA Margherita Gistri, Il Castello dell’Imperatore: riqualificazione e riuso Università degli Studi di Firenze - Scuola di Architettura Tesi di laurea in Scienze dell’Architettura - aa. 2015/16 relatore: Prof. Valerio Barberis, correlatori: Prof. Francesco Procopio

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CENTRO STORICO


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UNIFI ARCHITETTIURA

TESI DI LAUREA


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CENTRO STORICO


TESI DI LAUREA UNIFI ARCHITETTIURA Andrea Zupo, Sun Wen Bin, Le mura di Prato. Rilievo, analisi dello stato attuale e valorizzazione della terza cerchia muraria del comune toscano. Università degli Studi di Firenze - Scuola di Architettura Tesi di laurea magistrale in Progettazione dell’Architettura - aa.2015/2016 relatore: Prof. Maurizio De Vita

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TESI DI LAUREA UNIFI ARCHITETTIURA Giacomo Cecconi, Archeologia industriale e progetto. La ricomposizione dell’ex lanificio Bigagli a Prato. Università di Bologna, Corso di Studio in Ingegneria edile - architettura. Tesi di laurea magistrale - aa.2018/2019 relatore: Prof. Arch. Matteo Agnoletto, correlatori: Prof. Ing. Simona Tondelli, Arch. Agostino Gestri

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CENTRO STORICO


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TESI DI LAUREA


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CENTRO STORICO


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TESI DI LAUREA





PAESI E FRAZIONI


GIULIO GIOVANNONI Progettare i villaggi metropolitani pratesi

Osservando il territorio del comune di Prato dal satellite vengono in mente le parole con cui Giacomo Becattini, nel lontano 1975, descriveva la campagna urbanizzata in Toscana, “con le sue maglie talora rade, talora fitte, disegnate da strade, case e fabbriche, con la sua commistione di urbano e di rurale”. Se si eccettuano i quartieri più densi costruiti in prossimità del centro storico e i grandi macrolotti produttivi realizzati a partire dagli anni ottanta a sud della ferrovia, il territorio pratese è caratterizzato da una totale commistione di urbano e rurale, di case e di fabbriche, di insediamenti antichi e di sviluppi edilizi più recenti. Queste commistione, e il senso di frammentazione urbana che ne deriva, caratterizza molti territori in Toscana e più in generale nella cosiddetta ‘terza Italia’, ma assume qui una intensità e una connotazione particolare. La semplice visione zenitale potrebbe facilmente portare un osservatore distaccato a qualificare questi spazi come periferia, oppure a interpretarli come una versione italiana dello sprawl suburbano. Tuttavia né il termine sprawl né il concetto di periferia permettono di cogliere gli aspetti più caratteristici e importanti del sistema insediativo periurbano pratese. Esso non ha né i caratteri di anonimità e di assenza di identità solitamente associati - anche se spesso in modo approssimativo - alle periferie recenti, né la mancanza di complesse strastificazioni storiche che sono tipiche dello sprawl nordamericano. Non è un caso che i politici locali affermino di frequente che a Prato la periferia non esiste. Ciò è dovuto al fatto che la campagna urbanizzata pratese è costellata da una serie di frazioni - o ‘paesi’, per usare l’espressione con cui queste sono comunemente identificate – dall’origine molto antica e dalla identità assai marcata. Un brevissimo excursus sulla storia di questo territorio aiuta indubbiamente a coglierne le peculiarità rispetto ad altri, ancorché simili, realtà insediative toscane e italiane. Come noto, l’infrastrutturazione idraulica della piana pratese ha origini molto antiche e risale secondo alcuni studiosi agli anni intorno al Mille. A Santa Lucia, dove la piana si restringe per incunearsi nell’angusta Valle del Bisenzio, l’acqua del fiume veniva incanalata nel cosiddetto ‘gorone’, un canale maestro da cui si dipartivano i numerosi canali secondari, detti comunemente ‘gore’, che solcavano longitudinalmente quell’ampio tratto di

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pianura compreso tra il fiume Bisenzio a nord e il fiume Ombrone a sud. Oggi questi canali sono per lo più nascosti, essendo stati ricoperti ed essendo soprattutto utilizzati come sistema di smaltimento dei reflui. Tuttavia, fino a qualche decennio fa, essi erano ancora perfettamente visibili e distribuivano l’energia idraulica delle acque provenienti dall’Appennino sull’intera pianura pratese. La forza idraulica di questi canali alimentava un gran numero di gualchiere e mulini che costituiva, fin da tempi remoti, un vero e proprio sistema proto-industriale. Esso era disperso, in modo sostanzialmente isotropo, sull’intero territorio di pianura. I numerosi paesi di Prato – tra cui Paperino, Iolo, Galciana, San Giusto, Tavola, Cafaggio, Santa Lucia, Narnali, Maliseti – per citarne soltanto alcuni, sono la conseguenza di questo importante sistema produttivo e di regimentazione idraulica. Oggi i paesi di Prato hanno per così dire una ‘doppia’ natura. Da un lato essi sono dei veri e propri villaggi, o paesi, la cui identità locale è testimoniata dal ricchissimo tessuto associativo, fatto di antiche pievi e di case del popolo, di associazioni culturali e di volontariato. Dall’altro essi sono dei nodi di un più ampio sistema metropolitano e sono caratterizzati pertanto da forti interdipendenze funzionali. Alcuni anni fa Francesco Indovina ha utilizzato la metafora dell’arcipelago metropolitano per descrivere la trasformazione della città diffusa in Veneto da sistema insediativo disperso esclusivamente residenziale e produttivo ad arcipelago di funzioni metropolitane disperse, dai grandi centri commerciali ai grandi complessi sportivi, dalle attrezzature sanitarie ai parchi a tema. In questa metafora il termine arcipelago sta a sottolineare il fatto che questi grandi complessi pubblici e privati si collocano nel territorio suburbano quasi come delle isole, derivando da una progettazione unitaria ed avendo un carattere generalmente introverso. Questa tendenza, abbastanza recente nel caso di Prato, può essere letta molto bene anche nelle trasformazioni urbanistiche degli ultimi anni. Funzioni un tempo centrali sono state trasferite nelle aree periurbane, come ad esempio l’ospedale, che con la dismissione del plesso ospedaliero del centro storico è stato rilocalizzato a Galciana. Accanto a queste attività di tipo pubblico si sono sviluppati i grandi complessi privati che


osserviamo anche altrove e che sono prevalentemente finalizzati al commercio e all’intrattenimento, come il centro commerciale Parco Prato ed il Multiplex Omnia Center, entrambi in prossimità di San Giusto, per citare soltanto gli interventi più recenti. Anche i complessi sportivi, sia pubblici che privati, hanno trovato nelle aree suburbane i necessari spazi, come nel caso del palazzetto dello sport, che è stato collocato a Maliseti, o degli stadi di rugby e di atletica, rispettivamente ubicati a Iolo e a Galcetello. Per questa loro doppia natura, locale e metropolitana, propongo di caratterizzare i paesi di Prato come villaggi metropolitani, in modo da sottolinearne al tempo stesso l’identità e il radicamento storico locali e le forti interdipendenze funzionali. Questo sistema insediativo e paesaggistico è ad oggi un grande incompiuto. Esso è un insieme di frammenti urbani, o se si preferisce un insieme di tracce di città, che tuttavia ha le potenzialità per trasformarsi in un ambiente di vita di qualità, oltre l’idea tradizionale di città a cui tutti noi continuiamo giocoforza a fare riferimento. I lavori sviluppati nei tre laboratori e nelle due tesi di laurea esplorano attraverso il progetto alcuni dei temi potenzialmente rilevanti per questo territorio ibrido, a cavallo tra città e campagna. Un primo tema che emerge da questi progetti riguarda la necessità di superare l’idea tradizionale di spazio pubblico per ancorare l’offerta di spazi per la socialità agli spazi aperti e agricoli ed alle attrezzature pubbliche e private esistenti: dalla scuola come spazio ibrido educativo e civico al centro commerciale come piazza suburbana pubblico/privata e come cerniera urbano/rurale, dal parco agricolo come spazio ludico, didattico e di socialità al quartiere di edilizia pubblica come sistema di spazi fruibili all’intera cittadinanza. Un secondo tema è quello della reciproca accessibilità oltre l’automobile dei diversi frammenti urbani e dei servizi altrettanto dispersi e frammentati: ciò implica politiche di infrastrutturazione leggera del territorio e un più generale ripensamento della mobilità pubblica. Un terzo tema rilevante è quello del recupero e del riciclo di spazi, chiusi e aperti, ormai obsoleti dal punto di vista funzionale e prestazionale. In un periodo di grande attenzione, a livello mediatico, politico e accadmico, alla questione delle periferie, l’insieme dei lavori raccolti in questo capitolo costituisce

un piccolo repertorio di soluzioni a problemi ricorrenti nelle aree suburbane italiane ed europee, certamente da integrare, arricchire ed ampliare, ma comunque finalizzato a convogliare questo nuovo interesse in azioni progettuali concrete.

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UNA STRATEGIA PER I VILLAGGI METROPOLITANI PRATESI GIULIO GIOVANNONI SERAFINA AMOROSO ANTONELLA VALENTINI I numerosi ‘paesi’ di cui è costellata la piana pratese hanno subito negli ultimi anni importanti processi di trasformazione, che hanno modificato in maniera significativa sia il modo in cui essi sono vissuti quotidianamente dai loro abitanti, sia la loro funzione nel contesto più ampio. Da villaggi sostanzialmente indipendenti e autosufficienti per quanto concerne i servizi di base, si sono trasformati in ‘villaggi metropolitani’, cioè in nodi di un sistema insediativo ben più ampio con il quale hanno fortemente aumentato la propria interdipendenza. Questa metamorfosi è avvenuta in modo incrementale, per sommatoria di singole iniziative e decisioni e in mancanza di una visione complessiva. Ciò ha comportato alcune criticità. In particolare, la creazione di grandi poli commerciali e di servizio di rango metropolitano ha fatto sì che i ‘paesi’ periurbani di Prato perdessero una parte talora significativa dei loro servizi commerciali e alla persona e ne ha determinato una maggiore dipendenza dal territorio più ampio. Questo è avvenuto in un fase di sostanziale invecchiamento della popolazione, creando in alcuni casi – come quello delle persone anziane che hanno difficoltà di spostamento – situazioni analoghe, sia pure di gravità assai minore, a quelle descritte dalla letteratura nord-americana sui ‘food desert’. Inoltre l’elevata frammentazione del sistema insediativo e del sistema degli spazi aperti residuali rende la situazione problematica anche dal punto di vista ecologico e ambientale, sebbene l’abbondanza di aree agricole e inedificate lasci ampi spazi di manovra ad un possibile intervento progettuale di ricomposizione funzionale ed ecologica. Il laboratorio di Architettura e città ha permesso di riflettere progettualmente sulle questioni sopra evidenziate, partendo da un accurato lavoro sul campo e da numerose interazioni con gli abitanti di questo territorio. I cinque progetti presentati in questa rassegna affrontano i problemi da angolature diverse. Il progetto Parco Prato + parte dalla presa d’atto che il centro commerciale Par-

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co Prato assolve de facto alla funzione di centro commerciale e di quartiere di un’ampia area suburbana che si estende da Iolo e Galciana ad ovest a Cafaggio ad est. Per questo ne propone l’integrazione con funzioni pubbliche e residenziali, in modo da riallinearne la configurazione spaziale e funzionale alla sua funzione effettiva. Il progetto Grignano-San Giusto prevede la realizzazione di un asse integrato di trasporto pubblico locale e di funzioni residenziali e commerciali in uno dei numerosi vuoti suburbani, mettendo mano al problema della reciproca accessibilità di villaggi metropolitani ormai interdipendenti. Il progetto Relink concepisce un intervento edilizio di ricomposizione della frangia urbana di Iolo come occasione di integrazione dell’offerta di spazi pubblici e ricreativi e di riconnessione con i corridoi ecologici di livello territoriale. Il progetto Le BadiAmo ridisegna gli spazi pubblici della frazione urbana di Badia, attualmente di qualità decisamente modesta, prevedendo tra l’altro la realizzazione di una piazza con annesso centro civico/polifuzionale. L’utimo dei progetti, infine, utilizza un sistema di vuoti all’interno dell’edificato di Galciana per disegnare una nuova spina urbana di connessione est-ovest, riqualificando al contempo gli edifici di edilizia residenziale pubblica adiacenti a questi spazi

Giulio Giovannoni


AA.2017/2018 LAB A+C UNIFI ARCHITETTIURA Amir Fezinezhad, Mehdi Darvizeh Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura - ICAD LAB A+C_Architecture and Town lab Prof. Giulio Giovannoni, Prof. Serafina Amoroso, Prof. Antonella Valentini Tutor: Uzeir Gazimov, Maria Elena Muzio

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UNA STRATEGIA PER I VILLAGGI METROPOLITANI PRATESI

PAESI E FRAZIONI


AA.2017/2018 LAB A+C UNIFI ARCHITETTIURA Jessica Corradini, Maria Teresa Paciolla Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura - ICAD LAB A+C_Architecture and Town lab Prof. Giulio Giovannoni, Prof. Serafina Amoroso, Prof. Antonella Valentini Tutor: Uzeir Gazimov, Maria Elena Muzio

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PAESI E FRAZIONI


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UNA STRATEGIA PER I VILLAGGI METROPOLITANI PRATESI

PAESI E FRAZIONI


AA.2017/2018 LAB A+C UNIFI ARCHITETTIURA Vasiliki Fragkaki, Ludovica Gregori, Nurhal Can Uygun Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura - ICAD LAB A+C_Architecture and Town lab Prof. Giulio Giovannoni, Prof. Serafina Amoroso, Prof. Antonella Valentini Tutor: Uzeir Gazimov, Maria Elena Muzio

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UNA STRATEGIA PER I VILLAGGI METROPOLITANI PRATESI

PAESI E FRAZIONI


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UNIFI ARCHITETTIURA

LAB A+C

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PAESI E FRAZIONI UNA STRATEGIA PER I VILLAGGI METROPOLITANI PRATESI

Anita Pawlik, Hannan Jewhar, Mohsen Mazaheri

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Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura - ICAD LAB A+C_Architecture and Town lab Prof. Giulio Giovannoni, Prof. Serafina Amoroso, Prof. Antonella Valentini Tutor: Uzeir Gazimov, Maria Elena Muzio


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UNIFI ARCHITETTIURA

LAB A+C

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UNA STRATEGIA PER I VILLAGGI METROPOLITANI PRATESI

PAESI E FRAZIONI


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UNIFI ARCHITETTIURA

LAB A+C

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UNA STRATEGIA PER I VILLAGGI METROPOLITANI PRATESI

PAESI E FRAZIONI


AA.2017/2018 LAB A+C UNIFI ARCHITETTIURA Sai Chand Paruchuri, Soroush Safaei, Sepideh Tabaiee, Shahin Riazi, Morva Kouros Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura - ICAD LAB A+C_Architecture and Town lab Prof. Giulio Giovannoni, Prof. Serafina Amoroso, Prof. Antonella Valentini Tutor: Uzeir Gazimov, Maria Elena Muzio

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UNA STRATEGIA PER I VILLAGGI METROPOLITANI PRATESI

PAESI E FRAZIONI


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UNA STRATEGIA PER I VILLAGGI METROPOLITANI PRATESI

PAESI E FRAZIONI


AA.2017/2018 LAB A+C UNIFI ARCHITETTIURA Amir Fezinezhad, Mehdi Darvizeh Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura - ICAD LAB A+C_Architecture and Town lab Prof. Giulio Giovannoni, Prof. Serafina Amoroso, Prof. Antonella Valentini Tutor: Uzeir Gazimov, Maria Elena Muzio

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UNA STRATEGIA PER I VILLAGGI METROPOLITANI PRATESI

PAESI E FRAZIONI


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ABITARE IN PERIFERIA: INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE PER IL SOCIAL HOUSING PRATESE GIULIO GIOVANNONI VALERIO BARBERIS ANTONELLA VALENTINI Il laboratorio si è concentrato sui ‘paesi’ della campagna urbanizzata pratese, e in particolare sulle frazioni di San Giusto, Galciana, e Galcetello. Sebbene alcuni di essi, in particolare nell’area di San Giusto e Cafaggio, tendano oggi a fondersi ed a formare un’unica conurbazione, essi sono il frutto di un processo molto antico di infrastrutturazione del territorio ed hanno una marcata identità. Nei paesi di Prato si sono stratificate nel corso del tempo diverse tipologie insediative, dai tradizionali ‘trenini’, lunghe file di abitazioni a schiera, agli interventi INA-casa, dalle stecche di edilizia residenziale pubblica ai più recenti interventi residenziali ad alte prestazioni energetiche. Gli insediamenti sono connotati, come in tutta l’area pratese, da una forte mixité residenziale e produttiva. Questo territorio, complesso e frammentato, è ormai parte integrante di un sistema metropolitano più ampio, dal quale dipende largamente per i servizi commerciali, sociali e alla persona. Il laboratorio integrato di Architettura e città è stato l’occasione per studiare questo sistema insediativo e di paesaggio e per elaborare dei progetti di riqualificazione urbanistica, edilizia e paesaggistica a partire dai quartieri di edilizia pubblica e dagli abbondanti spazi aperti ad essi circostanti. Il progetto di Birbauer et al., dal titolo Reassembling an urban mosaic, aspira dotare Galcetello di un centro urbano compiuto riprogettando gli spazi compresi tra la chiesa e il centro commerciale e legandoli al sistema del verde collinare, fluviale e pianura attraverso la creazione di una promenade attrezzata con servizi sportivi e ricreativi. La riqualificazione del quartiere di edilizia pubblica prevede l’aggiunta di un ampio ballatoio alle facciate principali degli edifici e la riprogettazione degli spazi esterni, che sono riconnessi al più ampio sistema del verde. Il progetto Bridging Galciana, di Camilleri et al. muove dalla constatazione della sostanziale sepa-

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razione tra la parte storica di Galciana, ad est del fosso di Iolo, e le sue addizioni più recenti, prevalentemente collocate ad ovest. L’asta fluviale, che al di là delle sue modeste dimensioni svolge un’importante funzione di collegamento territoriale, è il perno su cui sono organizzati gli spazi verdi e di relazione e i nuovi attraversamenti ciclopedonali. La riqualificazione del quartiere di edilizia pubblica è qui affidata, oltre che alla riprogettazione dello spazio aperto, alla creazione di un’architettura ibrida a metà strada tra una vertical farm e un centro civico. I tre progetti per San Giusto si concentrano sul possibile ruolo del grande vuoto urbano compreso tra il quartiere Ina-casa, il centro commerciale Parco Prato ed i paesi di San Giusto e Cafaggio. La proposta di Buffagni et al. dal titolo Beyond Prato, prevede la creazione di un enorme edificio a ponte ad intelaiatura metallica e ad alta flessibilità d’uso, pensato come nuovo centro delle costellazioni urbane ad esso circostanti. Il progetto di Rwaichi et al., dal titolo Lake San Giusto, concettualizza il vuoto urbano centrale come un grande lago al cui centro è collocata un’isola pubblica e di servizi a forte connotazione agricola. L’esplorazione progettuale di Yuksel et al., immagina l’integrazione funzionale del centro commerciale ‘Parco Prato’ con un parco attrezzato punteggiato da un serie di attrezzature dalla forma tronco-conica pensate come variazione geometrica, a diverse scale, di una rocca tessile. Giulio Giovannoni


AA.2018/2019 LAB A+C UNIFI ARCHITETTIURA Damla Yuksel, Priscila Magana, Tan Jie Ying Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura - ICAD LAB A+C_Architecture and Town lab Prof. Giulio Giovannoni, Prof. Valerio Barberis, Prof. Antonella Valentini

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PAESI E FRAZIONI ABITARE IN PERIFERIA

Johannes Bierbauer, Athanasios Mousmoulidis, Eva Lopez Gomez, Sterei Skarmalioraki

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Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura - ICAD LAB A+C_Architecture and Town lab Prof. Giulio Giovannoni, Prof. Valerio Barberis, Prof. Antonella Valentini


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AA.2018/2019 LAB A+C UNIFI ARCHITETTIURA Luka Dusevic, Anastasia Kaperoni, Maria Oikonomopoulou, Angeliki Ragava Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura - ICAD LAB A+C_Architecture and Town lab Prof. Giulio Giovannoni, Prof. Valerio Barberis, Prof. Antonella Valentini

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PAESI E FRAZIONI


AA.2018/2019 LAB A+C UNIFI ARCHITETTIURA Karl Camilleri, Claudio Cassinelli, Dorina Döring Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura - ICAD LAB A+C_Architecture and Town lab Prof. Giulio Giovannoni, Prof. Valerio Barberis, Prof. Antonella Valentini

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PAESI E FRAZIONI ABITARE IN PERIFERIA

Tania Buffagni, Grazia Cione, Maria Eleonora Radassao, Ilke Senturk

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Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura - ICAD LAB A+C_Architecture and Town lab Prof. Giulio Giovannoni, Prof. Valerio Barberis, Prof. Antonella Valentini


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PAESI E FRAZIONI ABITARE IN PERIFERIA

Allen Rwaichi Mimje, Serra Suner, Nazli Yilmaz, Soseh Khachatrian

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Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura - ICAD LAB A+C_Architecture and Town lab Prof. Giulio Giovannoni, Prof. Valerio Barberis, Prof. Antonella Valentini


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ABITARE IN PERIFERIA

PAESI E FRAZIONI


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PAESI E FRAZIONI ABITARE IN PERIFERIA

Damla Yuksel, Priscila Magana, Tan Jie Ying

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Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura - ICAD LAB A+C_Architecture and Town lab Prof. Giulio Giovannoni, Prof. Valerio Barberis, Prof. Antonella Valentini


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ABITARE IN PERIFERIA

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LAB A+C

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THE URBAN SPONGE IV VECCHIE AZIONI - NUOVE OPPORTUNITÀ RICHARD INGERSOLL

I Workshops di Terra Viva, nati al politecnico di Milano sette anni fa, hanno sviluppato un rapporto speciale con il territorio pratese, lavorando per due volte sulle problematiche legate all’area del Macrolotto 0, e in seguito attraverso due workshop incentrati su Vaiano, un piccolo comune industriale a 15 km a nord di Prato. Il primo di questi workshops proponeva modi per migliorare lo spazio pubblico a Vaiano, che come molti piccoli centri, è stato invaso dalle automobili e ha perso i suoi comuni spazi di incontro. Lungo il percorso abbiamo incontrato gli architetti di ECOL, che hanno messo a disposizione il proprio studio all’interno di un capannone industriale, per poter svolgere conferenze, sessioni di progettazione e pranzi comuni. Il secondo dei nostri workshops nasce da un brief collegato a uno dei clienti di ECOL, che gestisce in maniera ecosostenibile il Molino Bardazzi. Marco Bardazzi ha voluto insegnarci il complesso funzionamento di un mulino per cereali, mostrandoci con orgoglio lo straordinario macchinario che accompagna la farina attraverso otto passaggi. Vaiano è inserita in un bellissimo contesto naturale, una valle boscosa, dove icorsi d’acqua che attraversano il paese la hanno resa il luogo ideale per la costruzione di fabbriche, principalmente tessili, che hanno in seguito portato alla creazione di fabbriche di abbigliamento. La città crebbe fino a raggiungere un picco di 10.000 abitanti, seguendo uno modello urbano lineare di 5 km strutturato attorno al posizionamento dei mulini e delle fabbriche. Durante il periodo di massimo splendore della sua vita produttiva, i lavoratori di Vaiano si erano mobilitati per i diritti dei lavoratori, assistenza medica (la cooperativa farmaceutica) e alloggi popolari. Negli anni Cinquanta Vaiano ha anche lottato per mantenere la propria autonomia come città; resistendo dall’essere colonizzata, e quindi compromessa, da Prato. Resta così un forte senso di giustizia che un tempo univa i residenti della vecchia Vaiano.

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Oggi, invece, le cose sono diverse, c’è molto meno lavoro nelle fabbriche, si stanno perdendo le maestranze artigiane, i giovani si sono allontanati e, a causa della globalizzazione, molte delle fabbriche sono state abbandonate, lasciando significativi vuoti urbani. Il Molino Bardazzi è rimasto in vita come uno dei pochi produttori di prodotti a base di cereali biologici nella regione. A parte questo, e considerando la posizione centrale del mulino nella città, il mulino vorrebbe espandersi come luogo con una funzione culturale. Così alcune idee del precedente workshop sullo spazio pubblico si sono insediate nei progetti di questo workshop. Utilizzando la fotografia, il video, la cartografia e gli strumenti dell’architettura, gli studenti hanno documentato, mappato, analizzato il sito lungo il fiume e gli edifici circostanti, proponendo nuove soluzioni progettuali per la ristrutturazione di uno degli edifici più iconici e significativi della città. Questo ha incluso soluzioni per facciate, architettura del paesaggio, arredi esterni e modi per collegare il mulino a entrambe le sponde del fiume. Trasformare la massa dell’edificio del mulino in uno sfondo per il teatro e il cinema e l’addomesticazione delle rive del fiume come luoghi di svago, sono modi per promuovere una nuova creatività e opportunità di lavoro in una città che ha disperatamente bisogno di trovare un nuovo orientamento post-industriale capace di traghettarla nel regno economico della Green Economy.

Richard Ingersoll


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POLITECNICO MILANO

WORKSHOP

NOVEMBRE 2019


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PAESI E FRAZIONI

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front of the millspaces is considered as designated public and creates one.additions As for in theorder third intervention, new to have a balance we the created functional modules that can in area. be assembled according to the activity present in the area. The functions vary from bike stations, market spaces, and even an open theatre for special events. The project focuses on the mill as it’s one of the characteristics of Vaiano. The strategy enhances the previously designated public spaces and creates new additions in order to have a balance in the area.

Molino Bardazzi 03

NOVEMBRE 2019

Vaiano. is functions, well known the for need its the lackThe of city public industrial background; layout and of for alternative parkingthe spaces, the area hasof various abandoned reformation previously public factory spaces buildings. The daily of the residents with consideration oflife the administration’s tends towards using mostly cars for the commune. The city lacks functional urban spaces as the previous designated public spaces are currently used as parking areas. Through our analysis, we came up with main issues that need to be addressed; the lack of public functions, the need for alternative parking spaces, and reformation of previously public spaces with consideration of the administration’s

Molino Bardazzi 03

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Current traffic

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01. Mill 02. Middle School 03. Elementary School 04. Chiesa Badia di San Salvatore 05. Casa del Popolo ZTL Street Public Space Fast circulation road Slow circulation

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Bike stop with electricity distribution

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Plan

01. Mill

02. Bike path

03. Cinema platform

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Dots painted on the ground

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Plan

01. Mill

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Giulia De Matteis, Alice Giordano, Meltem Ozbek, CoCycle. Politecnico di Milano - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni. Terra Viva Workshop nº 3: “The Urban Sponge IV” Richard Ingersoll, PoliMi + Syracuse University + Earth Service

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POLITECNICO MILANO

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PAESI E FRAZIONI

Molino Bardazzi Working day

Car path

Giulia De Matteis|Alice Giordano|Meltem Ozbek

CoCycle

Molino Ba Holidays

Bike path

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Molino Bardazzi Working day

Car path

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Molino Bardazzi Holidays

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1

2

3

m

m 0

2,5

5

10

20

0

20

40

80

100

m

m

1.5 1.25

0.91

3.39

3.39

2.94

1.5

1.25

5

2.94 2.94

2.93

3.39

3.39

3.39

2.93

3.39

3.39

1:2000

0

3.05

1.5

3.05

Section AA’

Section AA’

A

A’

1.22

3.05

A’ A

Bike stop with electricity distribution

B

A

1.25

1.25

1.25

1.21

0.97

0.84

1.21

1.21

0.97

0.97

0.84

1

0.52

0.6

0.52

0.520.52

0.6

0.52

0.24

0.24

3.17

0.84

0.24

A’

1.5

1.5

3.17

Section AA’ A

1

3.17

Section AA’

1

0.52

0.6

Section BB’

A

A’ B

Cinema platform

Dots Path

Table and benches

Dots painted on the ground

Stones

1.5 1.25

3.33

1.25

3.33

3.33

3.33

3.33

Section BB’ THE URBAN SPONGE

1.5

B’

Market

1.5

Lights

B’

A’

1:500

0

5

10

20

30 m

Bike stop with el 1:50

1:250

1:2000

596

A’

Bike stop

0

0,5

1

2

3

5

10

20

m

0

2,5

m

0

20

40

80

100 m


A’

m

1:2000

B

2,5

5

0

20

40

10

20

80

100

m

m

B’

Market

Bike stop with electricity distribution

NOVEMBRE 2019

1:250

0

3.33

1.5

1.5

3.17

Section AA’ A

Cinema platform

0.97

0.97

1

3.17

1

1

Section AA’ A’

Table and benches

Stones

Lights

WORKSHOP

Market at Molino Bardazzi Dots Path Dots painted on the ground

3.17

0.24

0.24

0.84

1.5

0.84

0.24

0.84

0.97

3.33

3.33

3.33

3.33

A

Market at Molino Bardazzi

Market in Piazza Primo Maggio

Cinema at Molino Bardazzi

POLITECNICO MILANO

Cinema at Molino Bardazzi Via Braga with ZTL

597


d Secondary School Lorenzo Bartolini Primary School of Vaiano

Franco Basaglia Library

Open air theatre of Giardini di Cangione

PAESI E FRAZIONI

Casa del Popolo

Circolo Arci Caccia cultural center

Ortofrutta Carlesi Forno Steno

stem

1.

Church Sagrato

2.

Weekly Market Square

3.

Shopping Street

4.

School Court

5.

School Sport Fields

6.

Spontaneous Vegetable Gardens

7.

Togliatti Garden

8.

Vaiano Park

9.

Cangione Gardens

10.

Vaiano-Sgambatura Cangione Gardens

1.

2.

4.

3.

7.

5. 6.

THE URBAN SPONGE

8.

9.

10.

Minikitchen

VAIANO DIFFUSE FILIERA: the “confetti” system

Barbecue station Banquet room / Shelter Pop Up store Grow room Water kiosk Miniliving Chess board - table / Soccer table

598

Minikitchen Barbecue station Banquet room / Shelter

Charity Food Storage


04 / PATTERN OF THGREEN AREAS

A

ere wants o me ain

B

C

7.

5.

ng ty, izing d ha de ome ools ferent from e idea mes ss on are cled

A. CHURCH SAGRATO 6. D

B. THE MARKET SQUARE

Charity events Soup Kitchen Community Lunches

H

8h 8.

16 h

24 h

C. THE SCHOOL COURT

Fairs Weekly Market Community Lunches Charity Events 8h

16 h

Children’s parties Workshops Gardening

24 h

8h

16 h

24 h

G E

9. F

CONFETTI ATLAS

D. SCHOOL SPORT FIELDS

Water Kiosk

Barbecue Station

Miniliving

Banquet Room/Shelter

Game Table

Pop-up Store

Charity Food Storage

Grow Room

Kiosk

E. THEATRE GARDEN

Sport Activities Gardening Workshops

F. RIVER PARK

Public Speeches 10. Performances Open Air Banquets

G. SPORTS P

Weekend Barbecues Fairs

Sport E Weeke Fairs

Minikit

8h

16 h

24 h

8h

16 h 24 h 8h 16 h 24 h VAIANO DIFFUSE FILIERA: the “confetti” system

8h

Barbe

WORKSHOP

Kitchen

Banqu

Pop U Grow

Water

Miniliv

Chess

Minikitchen

Charit

Barbecue station Banquet room / Shelter Pop Up store Grow room

A. CHURCH SAGRATO

B. THE MARKET SQUARE

Charity events Soup Kitchen Community Lunches

8h

16 h

24 h

D. SCHOOL SPORT FIELDS

Fairs Weekly Market Community Lunches Charity Events 8h

16 h

24 h

E. THEATRE GARDEN

Sport Activities Gardening Workshops

Water kiosk

C. THE SCHOOL COURT

Miniliving

Children’s parties Workshops Gardening

8h

16 h

Chess board - table / Soccer table Charity Food Storage

24 h

F. RIVER PARK

Public Speeches Performances Open Air Banquets

G. SPORTS PARK

Weekend Barbecues Fairs

H. EDIBLE PLAYGROUND

Sport Events Weekend Barbecues Fairs

Storage 8h

16 h

24 h

8h

16 h

24 h

8h

16 h

24 h

8h

16 h

24 h

Culinary Events Workshops Cooking Classes Community Parties 8h

16 h

24 h

THE “CONFETTI” CODE

Marta Copetti, Eleonora Zepponi, Denis Tantsyura, Edible Playground. Politecnico di Milano - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni. Terra Viva Workshop nº 3: “The Urban Sponge IV” Richard Ingersoll, PoliMi + Syracuse University + Earth Service

599

POLITECNICO MILANO

ith munity

NOVEMBRE 2019

3.


PAESI E FRAZIONI REFERENCE ELEMENTS OF THE GRID: The mill and the trees’ pattern

THE URBAN SPONGE

THE GRID SYSTEM

THEMATIC AREAS Vegetable garden Outdoor food court Workshop stations Barbecue area

600


NOVEMBRE 2019

II. GA

I. MINILIVING

CONFETTI ATLAS II. GAME TABLE

III. WATER KIOSK

IV. CHARITY FOOD STORAGE

VIII. POP-UP STORE

IX. SHELTER

X. KITCHEN

V. GROW ROOM

VI. BARBECUE STAT.

CONFETTI ATLAS

SK

IV. CHARITY FOOD STORAGE

V. GROW ROOM

VI. BARBECUE STAT.

VII. KIOSK

V. GR

REALIZZA

WORKSHOP

I. MINILIVING

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STATION

CONFETTI ATLAS II. GAME TABLE

III. WATER KIOSK

IV. CHARITY FOOD STORAGE

VII

REALIZZATO CON UN PROD STATION

POLITECNICO MILANO

I. MINILIVING

601


Marketplace

FURNITURE DESIGN 1.20

FACADE DESIGN 1.200

PAESI E FRAZIONI

FUNCTIONAL PLAN 1.500

THE URBAN SPONGE

CONCEPTUAL VIEW

STRATEGY DIAGRAMS

602


POLITECNICO MILANO

WORKSHOP

NOVEMBRE 2019

STRATEGY DIAGRAMS

‘‘Fabbricultura’’ by M.I.A Alara Kutlu, Merve Meric Ercan, İmge Düzgün, Fabbricultura. Politecnico di Milano - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni. Terra Viva Workshop nº 3: “The Urban Sponge IV” Richard Ingersoll, PoliMi + Syracuse University + Earth Service

603


PAESI E FRAZIONI

500

B’

Marketplace

Agriculture-socializing area A’

B’

A’

TION 1.200

FACADE DESIGN 1.200

THE URBAN SPONGE

CTION 1.200

ONAL PLAN 1.500

604

Marketplace

Agriculture-socializing area


NOVEMBRE 2019

A’

A’

TION 1.200

TION 1.200

Marketplace

Agriculture-socializing area

WORKSHOP

NAL PLAN 1.500

Marketplace

FACADE DESIGN 1.200

POLITECNICO MILANO

RE DESIGN 1.20

Agriculture-socializing area

FACADE DESIGN 1.200

605


THE URBAN SPONGE

PAESI E FRAZIONI

public program and local unity. an intervention that will establish multiplicity between public, private and natural use.

606


NOVEMBRE 2019 WORKSHOP POLITECNICO MILANO Defne Narsap, Mona El Koussa, Samuel Torre, Vaiano Stage. Politecnico di Milano - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni. Terra Viva Workshop nº 3: “The Urban Sponge IV” Richard Ingersoll, PoliMi + Syracuse University + Earth Service

607


THE URBAN SPONGE

cinema

forest

urban garden

608

PAESI E FRAZIONI


proposed populous alba

proposed alnus-glutinosa

proposed quercus cerris

NOVEMBRE 2019

proposed populous alba

propose alnus-gluti

existing

existing

a white canopy physic the tex whilst rality t Bisenz steel ca in the a possibi structu capabl the use to cura needs a remove

existing

WORKSHOP

with th acting panels lanscap span b

proposed

b

proposed 1:100 @ a3

609

POLITECNICO MILANO

1:100 @ a3


TESI DI LAUREA PAESI E FRAZIONI

UZEYIR Z. GASIMOV Urban Revalorisation, approach of Galciana, Back to the Future ANITA PAWLIK School as a Civic Centre. A proposal for the periphery of Prato



PAESI E FRAZIONI

BACK TO THE FUTURE

612


TESI DI LAUREA UNIFI ARCHITETTIURA Uzeyir Z. Gasimov, Urban Revalorisation, approach of Galcinana, Back to the Future. Università degli Studi di Firenze - Facoltà di Architettura - ICAD Tesi di laurea magistrale in Progettazione dell’Architettura - aa.2018/2019 relatori: Prof. Laura Andreini, Prof. Giulio Giovannoni

613


614

PAESI E FRAZIONI


615

UNIFI ARCHITETTIURA

TESI DI LAUREA


616

PAESI E FRAZIONI


PUSH

PUSH

PUSH

617

UNIFI ARCHITETTIURA

PUSH

TESI DI LAUREA


PAESI E FRAZIONI

Anita Pawlik, School as a Civic Centre. A proposal for the periphery of Prato.

618

Università degli Studi di Firenze - Facoltà di Architettura - ICAD Tesi di laurea magistrale in Progettazione dell’Architettura - aa.2018/2019 relatori: Prof. Serafina Amoroso, Prof. Giulio Giovannoni


619

UNIFI ARCHITETTIURA

TESI DI LAUREA


620

PAESI E FRAZIONI


621

UNIFI ARCHITETTIURA

TESI DI LAUREA


622

PAESI E FRAZIONI


623

UNIFI ARCHITETTIURA

TESI DI LAUREA





SISTEMA URBANO, PAESAGGIO E MOBILITÀ


FILIPPO ALESSI Nuove priorità per lo spazio pubblico

Nel seguente contributo, Filippo Alessi, ex Assessore all’Ambiente e alla Mobilità del Comune di Prato, sviluppa alcune riflessioni relativamente alle problematiche infrastrutturali e del trasporto pubblico della città, anche alla luce dell’esperienza dell’elaborazione e gestione del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile. Il primo giorno di giugno del 2017, il Consiglio Comunale del Comune di Prato, all’unanimità, approva il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS). Un Piano di derivazione Europea, misurabile, monitorabile, modificabile. Una diversa concezione della Pianificazione che diventa partecipativa, che si pone obiettivi che siano raggiungibili e verificabili tramite parametri oggettivi. Il Comune di Prato ci arriva dopo un percorso virtuoso di adesione al Patto dei Sindaci e di formazione dei propri funzionari nella rete Europea dei Sustainable Urban Mobility Plans (SUMPs), rafforzata da un continuo scambio di buone pratiche con Comuni di dimensioni simili. Si decide inoltre, in previsione del Piano Operativo che avrebbe di lì a poco cominciato il suo percorso di approvazione, di armonizzare gli strumenti di pianificazione e così le riflessioni sulle aree verdi, sull’anello verde intorno alla città, nonchè le prime riflessioni sulla forestazione urbana si legano alle scelte progettuali dei nuovi assi ciclabili urbani. Attraverso una corposa ricostruzione del Quadro Conoscitivo ci si pone un obiettivo ambizioso: creare spazi condivisi che aumentino la sicurezza degli utenti deboli, che migliorino la qualità urbana della città influendo così sulla socialità, che distribuiscano lo spazio fisico in modo più democratico permettendo una libera scelta degli utenti sul mezzo di spostamento che vogliono utilizzare. Questo modo di leggere la città, per quanto già

628

sviluppato in alcune nazioni europee, risulta essere particolarmente rivoluzionario in Prato dove il mezzo privato a motore è strettamente legato alla storia manifatturiera della città. Per anni migliaia di piccoli mezzi hanno trasportato pezze in giro per Prato e l’auto sportiva di lusso ha rappresentato uno Status Symbol ambito. In quel periodo stavo leggendo il libro“Città per le persone”, di Jan Gehl, straordinario artefice della Copenhagen che oggi possiamo ammirare nella sua rivoluzione della mobilità, ed ero convinto, come lo sono ora, che “ogni città ha esattamente tanto traffico quanto lo spazio ne consente”. Il Pums di Prato, città dalla densità straordinaria, ha previsto poche nuove infrastrutture, principalmente dedicate alla mobilità delle merci nelle aree industriali, e molte riqualificazioni degli assi urbani principali, la creazioni di zone 30 all’interno dei quartieri e un importante investimento nell’abbattimento delle barriere architettoniche. La priorità degli interventi fu individuata attraverso la mappa dell’incidentalità, che con la georeferenziazione dei sinistri restituì una macabra immagine dei punti più pericolosi della Città. Furono gli assi urbani con sezioni stradali importanti a risultare non corretti nel rapporto tra la dimensione della carreggiata, che spinge gli automobilisti a velocità eccessive, e tutte le attività sociali che vi si affacciano. Via Montalese, via Ferrucci, viale della Repubblica, viale Montegrappa. Assi viari caratterizzati da uno spazio sbilanciato a favore dei mezzi motorizzati, dalla bassa qualità urbana, male illuminati e poco attraenti da vivere. Ma soprattutto pericolosi. In via Firenze nell’anno di approvazione del Pums, in un tratto inferiore ai due chilometri, avevamo 22 incidenti refertati di grave entità.


Grazie ad un finanziamento ministeriale siamo riusciti ad iniziare contemporaneamente la riqualificazione di tutte le strade sopramenzionate. Abbiamo trovato nella collaborazione con il Landscape Design Lab del DIDA il confronto progettuale che ci serviva. Da una parte la volontà di creare spazi sostenibili, vivaci, densi, dove la densità torna ad avere un’ accezione positiva, pedoni e ciclisti in spazi condivisi, ma anche attraversamenti pedonali protetti, luoghi correttamente illuminati, specie arboree scelte con cura per non essere capitozzate in futuro; dall’altra la necessità di lavorare costantemente nella cornice delle rigide regole dell’Amministrazione, degli appalti pubblici, dei limiti di spesa, dei bilanci armonizzati, un lavoro paziente e in continua evoluzione difficilmente realizzabile con una gara per incarico esterno tradizionale. Tre ricercatrici hanno partecipato attivamente alla vita d’ufficio, la progettazione è avvenuta spalla a spalla con i tecnici comunali, in questi confronti si è superato la logica della manutenzione ordinaria che aveva portato gli uffici ad ottimizzare la spesa fino a banalizzare lo spazio pubblico. Le ricercatrici hanno invece potuto vedere come il tema dei sottoservizi e della loro continua manutenzione portasse a mettere in discussione alcune scelte progettuali come la scelta di una superficie colata continua. Il Comune ha potuto inoltre beneficiare di immagini tridimensionali che hanno aiutato nel raccontare il progetto negli incontri pubblici, la qualità progettuale è un elemento che porta entusiasmo e aspettativa. Un ‘esperienza che ha arricchito le parti, ha fatto crescere le professionalità all’interno dell’amministrazione, ha insegnato ai progettisti la complessità di un processo partecipativo, del confronto che talvolta diventa conflitto.

629


PRATOMOBILE GABRIELE PAOLINELLI

Pratomobile è una ricerca progettuale convenzionata tra il Comune di Prato - Servizio Mobilità e Infrastrutture - ed il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze - Landscape Design Lab. Lo studio si occupa del miglioramento della mobilità pedonale e ciclistica urbana attraverso la riqualificazione di spazi aperti pubblici, nell’ampio solco culturale della ricerca della sostenibilità. L’interpretazione delle esigenze contemporanee di miglioramento delle formazioni urbane del XX secolo ha indirizzato la ricerca verso l’integrazione progettuale di approcci complementari. Quantità e qualità dell’equipaggiamento vegetale dei luoghi pubblici spostano il punto di vista dalle singole piante alle loro formazioni, dai singoli spazi alla foresta urbana. Dimensioni specifiche dei corridoi stradali pubblici e conseguenti sezioni dei percorsi pedonali e ciclabili richiedono considerazioni progettuali contestualizzate delle alternative di separazione e condivisione delle sedi. Molteplici variabili condizionano l’accessibilità e la vivibilità della rete degli spazi aperti pubblici: la sicurezza del movimento, l’efficienza dei suoi flussi, la capillarità delle loro connessioni con gli edifici pubblici e privati, la loro piacevolezza visiva e il benessere psichico che generano, il loro condizionamento igro-termico e il benessere fisico che offrono. Alle opportunità di integrazione progettuale degli interventi utili per rispondere a tali questioni si associa quanto è riconducibile al tema della resilienza agli estremi climatici. Pratomobile è un nome composto per promuovere un’idea di ‘smart city’ dotata di anticorpi culturali che proteggono dal rischio di un sovra-dosaggio digitale, di una distrazione dell’intelligenza umana dai numerosi campi critici in cui è prioritario intervenire e nei quali l’intelligenza artificiale non ha i requisiti necessari per esprimersi in modo utile. Si ricerca così un’idea contemporanea di città definibile intelligente nella misura in cui riesce prima di altro ad essere sufficientemente ecolo-

630

gica, ingaggiando l’intelligenza evoluta degli ecosistemi nel miglioramento dei propri funzionamenti. I cittadini sono i soggetti di riferimento per una città mobile nella quale vivono muovendosi e comunicando. Il movimento delle persone ha registrato un deciso cambiamento nel Novecento, influenzando i modi di vivere nelle città e fuori da esse. Ciò ha indotto trasformazioni anche negli spazi aperti pubblici, che delle città costituiscono una componente essenziale. Quanto si considerano in concreto i potenziali della condizione naturale umana di ‘automobilisti’ ovvero di esseri semoventi che non hanno necessità di mezzi meccanici e tanto meno a motore per compiere molte delle azioni più frequenti e utili nell’arco della giornata?

Gabriele Paolinelli


AA.2018/2019 LAB_LANDSCAPE DESIGN UNIFI ARCHITETTIURA dott. Lorenza Fortuna, dott. Giulia Pecchini, dott. Chiara Santi (ricerca progettuale) dott. Iacopo Lorenzini (valutazioni ambientali parametriche) Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura Landscape Design Lab (DIDAlabs) prof. Gabriele Paolinelli (coordinamento)

631


fiume Bisenzio

PRATOMOBILE Miglioramento della mobilità pedonale e ciclistica attraverso la riqualificazione degli spazi aperti pubblici. Un obiettivo di sostenibilità delle trasformazioni urbane nel caso di studio progettuale della città di Prato in Toscana

Viale della Repubblica

Nodo Centro perl’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Ciclovia FI-PO TAV. 1.1 - planivolumetria

SISTEMA URBANO, PAESAGGIO E MOBILITÀ

Viale della Repubblica Nodo Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Ciclovia FI-PO

Scala - 1:2000 scuola media secondaria T. Buzzi Gerarda Del Reno, Rossano Rocchi viale Monte Grappa Francesco Ferrini, Lorenza Fortuna, Gabriele Paolinelli, Giulia Pecchini, Chiara Santi scuola media primaria P. Cironi

PERCORSI CICLO-PEDONALI ALBERI DI PROGETTO ALBERI ESISTENTI

via Ferrucci

viale Monte Grappa

PRATOMOBILE

tribunale

Centro per l’Arte Contemporanea L. Pecci

632

viale L. Da Vinci - Declassata ciclovia FI-PO


AA.2018/2019 PRATOMOBILE Miglioramento della mobilità pedonale e ciclistica attraverso la riqualificazione degli spazi aperti pubblici. Un obiettivo di sostenibilità delle trasformazioni urbane nel caso di studio progettuale della città di Prato in Toscana

Viale della Repubblica Nodo Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Ciclovia FI-PO

TAV. 1.2 - esploso: sistema arboreo/sistema di percorrenza/sistema idrologico Scala - 1:2000

Gerarda Del Reno, Rossano Rocchi

LAB_LANDSCAPE DESIGN

Francesco Ferrini, Lorenza Fortuna, Gabriele Paolinelli, Giulia Pecchini, Chiara Santi

fiume Bisenzio

scuole T. Buzzi e P. Cironi

viale Monte Grappa

via Ferrucci

piazzale Falcone e Borsellino

Tribunale di Prato

SUPERFICI NON CARRABILI PEDONALI CICLO-PEDONALI

UNIFI ARCHITETTIURA

SUPERFICI CARRABILI STRADE POSTI AUTO

SUPERFICI DRENANTI SUPERFICI A FUNZIONE IDROLOGICA DA STRUTTURARE - stratificazione e piantagione del suolo - pavimentazione e sottofondo permeabili NON STRUTTURATA (con terra e manto erboso) FORMAZIONI ARBOREE ALBERI DI PROGETTO Centro per l’Arte Contemporanea L. Pecci

ALBERI ESISTENTI

633


PRATOMOBILE Miglioramento della mobilità pedonale e ciclistica attraverso la riqualificazione degli spazi aperti pubblici. Un obiettivo di sostenibilità delle trasformazioni urbane nel caso di studio progettuale della città di Prato in Toscana

Viale della Repubblica Nodo Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Ciclovia FI-PO

TAV. 1.3 - planimetria/sezioni Fo

Scale - planimetria 1:500/sezioni 1:100 Gt

Gerarda Del Reno, Rossano Rocchi

Fo

Gt Fo

1

Francesco Ferrini, Lorenza Fortuna, Gabriele Paolinelli, Giulia Pecchini, Chiara Santi

Gt Gt SEZIONE 1

SISTEMA URBANO, PAESAGGIO E MOBILITÀ

Fo 1

SUPERFICI IMPERMEABILI

Gt

PERCORSO CONDIVISO CICLO-PEDONALE MONODIREZIONALE AMPIEZZA MIN. 2,50 M AMPIEZZA MAX. 6,50 M

SUPERFICI CARRABILI IN ASFALTO

SUPERFICI ATTIVE PER IL FUNZIONAMENTO IDROLOGICO

1

Gt Gt

1

BUCHE DI ALLOGGIAMENTO DEGLI ALBERI CON FUNZIONE IDROLOGICA (TREE BOXES)

Pc

5

AREE DI BIORITENZIONE (BIOSWALES) AREE DRENANTI ESISTENTI - DA TRASFORMARE

SUPERFICI DRENANTI ESISTENTI (IN TERRA CON MANTO ERBOSO)

5

Pc

5

PAVIMENTAZIONI CICLABILI E PEDONALI DRENANTI

Fo

Gt

5

Gt

SEZIONE 2

TIPOLOGIA DELLE AREE DI BIORITENZIONE (TAV. 6)

1- AREE DI BIORITENZIONE (BIOSWALES) DI TIPO 1- TRA STRADA E PERCORSO CICLO-PEDONALE, A PRINCIPALE SVILUPPO LONGITUDINALE 2- AREE DI BIORITENZIONE (BIOSWALES) DI TIPO 2- SU PERCORSO CICLO-PEDONALE 3- AREE DI BIORITENZIONE (BIOSWALES) DI TIPO 3- TRA STRADA E PERCORSO CICLO-PEDONALE, PUNTUALE 4- AREE DI BIORITENZIONE (BIOSWALES) DI TIPO 4- SU PERCORSO CICLO-PEDONALE, CON PANCHINA 5- AREE DI BIORITENZIONE (TREE BOXES) DI TIPO 5 6- AREE DI BIORITENZIONE (BIOSWALES) DI TIPO 6- SU STRADA

Gt

5

Fo

Fo

5

Fo Fraxinus oxycarpa

Lt

Zs

Gleditsia triacanthos “Sunburst”

Tilia cordata

4 Zs

Pc Cb

Catalpa bignonioides Prunus subirthella “Autumnalis”

Fr

Fraxinus ornus

3

Zs

4 Pc

Miscanthus sinensis Festuca glauca Rudbeckia purpurea Perowskia atriplicifolia

Ps

Fo

1

Malus floribunda

Gt

4 4 2

Ps 1

4

P

Cb

Gaura lindheimeri Teucrium fruticans Perowskia atriplicifolia

TRANSETTO 1 - SEZIONE E PIANTA - SCALA 1:100

scuola media superiore T. Buzzi

Zs

SPECIE ARBUSTIVE PER LE AREE DRENANTI DA TRASFORMARE

Ps

4

Zs

2

SPECIE ARBUSTIVE PER LE AREE DI BIORITENZIONE

Zelkova serrata

Pyrus calleryana “Chanticleer”

Mf

Tc

5

Liriodendron tulipifera 2

Gt

5

Gt

SPECIE ARBOREE

Fo

5 5

Gt

SPECIE VEGETALI

5 5

Gt

3

Cb

PERCORSO CONDIVISO CICLO-PEDONALE MONODIREZIONALE AMPIEZZA MIN. 3,00 M AMPIEZZA MAX. 7,00 M

Gt

Gt 1

Gt

PERCORSO CONDIVISO CICLO-PEDONALE MONODIREZIONALE AMPIEZZA MIN. 6,00 M AMPIEZZA MAX. 2,80 M Fo

5 Gt

5

5 Fo

Gt

5

5

Gt

Fo

5

SEZIONE 3

5

Gt Gt

5

5 TRANSETTO 2 - SEZIONE E PIANTA - SCALA 1:100

Fo

Gt

5

2

Gt

1

Gt

2 2 2

4 4

Zs

Pc

Zs Cb

Pc Cb

scuola media inferiore P. Cironi 4

5 5 2

viale Monte Grappa Pc

2 Fo

1

Gt

PRATOMOBILE

Gt 1

Fo

Gt

1

Gt

2

Fo

Lt TRANSETTO 3 - SEZIONE E PIANTA - SCALA 1:100

634


635

UNIFI ARCHITETTIURA

LAB_LANDSCAPE DESIGN

AA.2018/2019


PERCORSO CONDIVISO CICLO-PEDONALE BIDIREZIONALE AMPIEZZA MIN. 3,60 M AMPIEZZA MAX. 4,00 M

PRATOMOBILE Miglioramento della mobilità pedonale e ciclistica attraverso la riqualificazione degli spazi aperti pubblici. Un obiettivo di sostenibilità delle trasformazioni urbane nel caso di studio progettuale della città di Prato in Toscana

Tc

Viale della Repubblica Nodo Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Ciclovia FI-PO

SEZIONE 8

SISTEMA URBANO, PAESAGGIO E MOBILITÀ

TAV. 1.5 - planimetria/sezioni Scale - planimetria 1:500/sezioni 1:100 Tc Gerarda Del Reno, Rossano Rocchi

PERCORSO PEDONALE AMPIEZZA MIN. 3,00 M AMPIEZZA MAX. 5,90 M

Francesco Ferrini, Lorenza Fortuna, Gabriele Paolinelli, Giulia Pecchini, Chiara Santi

Fo Gt Gt

Fo

SUPERFICIIMPERMEABILI IMPERMEABILI SUPERFICI SUPERFICICARRABILI CARRABILIININASFALTO ASFALTO SUPERFICI

1 Gt

SUPERFICIATTIVE ATTIVEPER PERILILFUNZIONAMENTO FUNZIONAMENTOIDROLOGICO IDROLOGICO SUPERFICI BUCHE DI ALLOGGIAMENTO DEGLI ALBERI CON FUNZIONE IDROLOGICA (TREE BOXES)

Fr

Gt

AREE DI BIORITENZIONE (BIOSWALES) AREE DRENANTI ESISTENTI - DA TRASFORMARE PAVIMENTAZIONI CICLABILI E PEDONALI DRENANTI SUPERFICI DRENANTI ESISTENTI (IN TERRA CON MANTO ERBOSO)

Gt

TIPOLOGIA DELLE AREE DI BIORITENZIONE (TAV. 1.6)

Ps Ps Zs

SPECIE VEGETALI SPECIE ARBOREE

Zs Fraxinus oxycarpa

Lt

Ps

Liriodendron tulipifera

Ps Ps

Gt

Zs

Gleditsia triacanthos “Sunburst”

Zelkova serrata

Pc

Pyrus calleryana “Chanticleer”

Cb

Catalpa bignonioides

Ps

Prunus subirthella “Autumnalis”

Fr

Fraxinus ornus

Mf

Malus floribunda

Tc

5 5 3

3 5 5 5

Tilia cordata

SPECIE ARBUSTIVE PER LE AREE DI BIORITENZIONE

Miscanthus sinensis Festuca glauca Rudbeckia purpurea Perowskia atriplicifolia

PERCORSO PEDONALE AMPIEZZA MIN. 2,80 M AMPIEZZA MAX. 4,30 M

SPECIE ARBUSTIVE PER LE AREE DRENANTI DA TRASFORMARE

Gaura lindheimeri Teucrium fruticans Perowskia atriplicifolia

PERCORSO CONDIVISO CICLO-PEDONALE BIDIREZIONALE AMPIEZZA MIN. 4,00 M AMPIEZZA MAX. 6,40 M

5

Gt

5

Gt

5

Gt

5

Gt

5

Gt

5

Gt Tc

PERCORSO PEDONALE AMPIEZZA MIN. 4,20 M AMPIEZZA MAX. 4,70 M

Ps PERCORSO CONDIVISO CICLO-PEDONALE BIDIREZIONALE AMPIEZZA MIN. 4,00 M AMPIEZZA MAX. 4,50 M

Fr Ps

Fo

1- AREE DI BIORITENZIONE (BIOSWALES) DI TIPO 1- TRA STRADA E PERCORSO CICLO-PEDONALE, A PRINCIPALE SVILUPPO LONGITUDINALE 2- AREE DI BIORITENZIONE (BIOSWALES) DI TIPO 2- SU PERCORSO CICLO-PEDONALE 3- AREE DI BIORITENZIONE (BIOSWALES) DI TIPO 3- TRA STRADA E PERCORSO CICLO-PEDONALE, PUNTUALE 4- AREE DI BIORITENZIONE (BIOSWALES) DI TIPO 4- SU PERCORSO CICLO-PEDONALE, CON PANCHINA 5- AREE DI BIORITENZIONE (TREE BOXES) DI TIPO 5 6- AREE DI BIORITENZIONE (BIOSWALES) DI TIPO 6- SU STRADA

Fo

Mf

Fr

PERCORSO CONDIVISO CICLO-PEDONALE BIDIREZIONALE AMPIEZZA MIN. 3,70 M AMPIEZZA MAX. 4,70 M

Ps 6

TRANSETTO 8 - SEZIONE E PIANTA - SCALA 1:100

Fo

Fo 6 SEZIONE 9

PERCORSO PEDONALE AMPIEZZA MIN. 2,00 M AMPIEZZA MAX. 4,90 M 6

PRATOMOBILE

6

Centro per l’Arte Contemporanea L. Pecci

TRANSETTO 9 - SEZIONE E PIANTA - SCALA 1:100

636


637

UNIFI ARCHITETTIURA

LAB_LANDSCAPE DESIGN

AA.2018/2019


VIALE DELLA REPUBBLICA

SISTEMA URBANO, PAESAGGIO E MOBILITÀ

CENTRO PER L’ARTE CONTEMPORANEA L. PECCI

PRATOMOBILE Miglioramento della mobilità pedonale e ciclistica attraverso la riqualificazione degli spazi aperti pubblici. Un obiettivo di sostenibilità delle trasformazioni urbane nel caso di studio progettuale della città di Prato in Toscana

Viale della Repubblica Nodo Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Ciclovia FI-PO

IDEA PROGETTUALE: NODO FUNZIONALE DI CONNESSIONE A SCALA EXTRA-URBANA

CICLOVIA FI-PO

TAV. 1.7 - schemi/planimetria Scala - 1:1000

Gerarda Del Reno, Rossano Rocchi

Francesco Ferrini, Lorenza Fortuna, Gabriele Paolinelli, Giulia Pecchini, Chiara Santi

COMPARTO DI TRASFORMAZIONE URBANA CONCERTATA MODELLO ZAC (Zone d’Aménagement Concerté, di iniziativa pubblica e privata) PIAZZA PENSILE ARTICOLATA IN UN SETTORE NORD (ALLA QUOTA DEL PONTE PEDONALE) ED UN SETTORE SUD (DIGRADANTE FINO ALLA QUOTA DI CAMPAGNA) CONFIGURATO IN MODO DA SVOLGERE ANCHE LA FUNZIONE DI RACCORDO ALLA CICLOVIA PO-FI. PARCHEGGIO IN STRUTTURA AL PIANO DI CAMPAGNA CON QUOTA DI POSTI AUTO RISERVATA AL MUSEO PECCI.

75 M CA.

PRATOMOBILE

200 M CA.

AREA: 835 MQ AREA: 1190 MQ AREA: 1590 MQ

638


AA.2018/2019 SUPERFICI PERMEABILI FRUIBILI

LAB_LANDSCAPE DESIGN

SUPERFICI DI PERCORRENZA CICLO-PEDONALE

UNIFI ARCHITETTIURA

SUPERFICI DI PERCORRENZA PEDONALE

639


RAMPA DISLIVELLO: 5 M LUNGHEZZA: 134 M PENDENZA: 3,7%

*

PRATOMOBILE

SISTEMA URBANO, PAESAGGIO E MOBILITÀ

Miglioramento della mobilità pedonale e ciclistica attraverso la riqualificazione degli spazi aperti pubblici. Un obiettivo di sostenibilità delle trasformazioni urbane nel caso di studio progettuale della città di Prato in Toscana

Viale della Repubblica Nodo Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Ciclovia FI-PO

TAV. 1.8 - planimetria/sezioni

M

L

M’

L

Scale - planimetria 1:1000/sezioni 1:200

Gerarda Del Reno, Rossano Rocchi Q

Francesco Ferrini, Lorenza Fortuna, Gabriele Paolinelli, Giulia Pecchini, Chiara Santi

* LE CHIOME DEGLI ALBERI NON SONO CORRETTAMENTE DIMENSIONATE POICHÉ LA SCELTA DELLE SPECIE VEGETALI SI RIMANDA AD UNA FASE DI LAVORO SUCCESSIVA.

PRATOMOBILE

RAMPA DISLIVELLO: 6,7 M LUNGHEZZA: 164,7 M PENDENZA: 4%

640

RAMPA DISLIVELLO: 6,7 M LUNGHEZZA: 164,7 M PENDENZA: 4%


AA.2018/2019 M

L

I

H

G

F

B

E

D

A

C

Q

Q’

I’

H’

G’

F’

E’

D’

C’

LAB_LANDSCAPE DESIGN

L’

P’

P

O

O’ N’

N

B’

A’

SEZIONE A-A’

UNIFI ARCHITETTIURA

M’

SEZIONE B-B’

641


PRATOMOBILE

viale Vi

Miglioramento della mobilità pedonale e cicl attraverso la riqualificazione degli spazi aperti p Un obiettivo di sostenibilità delle trasformazioni urbane nel cas della città di Prato in Toscana

ttorio Ve

neto

Viale Montegrappa

.lli

SISTEMA URBANO, PAESAGGIO E MOBILITÀ

f via

TAV. 2.1 - planivolumetria

ti

nia

Mi

Viale Monte Grappa

Scala - 1:2000

Gerarda Del Reno, Rossano Rocchi

dida labs

Laboratorio Landscape Design

Francesco Ferrini, Lorenza Fortuna, Gabrie Giulia Pecchini, Chiara Santi

B me fiu io nz ise

Fra B

art

olo

me

o

PRATOMOBILE

viale

dell

a Re

pub

blica

via

San

ta G

ond

a

via

Gad

di

via

Ger

ini

via

642


AA.2018/2019

Gb

Gb

Fa

Gb Gb

Fa Fa Fa

Gb

Cc Fp Fp

Fo

Cc

Fp

Fa

Fo Pc Pc

Fa Fa

Fo

PRATOMOBILE

Fa

Pc

Miglioramento della mobilità pedonale e ciclistica attraverso la riqualificazione degli spazi aperti pubblici. Un obiettivo di sostenibilità delle trasformazioni urbane nel caso di studio progettuale della città di Prato in Toscana

Cc

Fp

Fp

Cc

Fp

Fp

Pc Fp Gb Gb

Cc

Gb

Gb

Gb

Gb

Viale Monte Grappa

Pc

TAV. 2.2 - planimetria/sezioni/transetti

Fp Fp

Fp

SEZIONE 1

Scale - planimetria 1:500/sezioni-transetti 1:200

Fp Cc

Gerarda Del Reno, Rossano Rocchi

Pc

Cc

Pc

Francesco Ferrini, Lorenza Fortuna, Gabriele Paolinelli, Giulia Pecchini, Chiara Santi

Cc Fp

Fp

Fp

Fp Cc

SUPERFICI ATTIVE PER IL FUNZIONAMENTO IDROLOGICO SUPERFICI CARRABILI IN ASFALTO (protezione da filtraggio di acqua sporca)

Cc

Fp

SUPERFICI DRENANTI PREVISTE (aree di bioritenzione) SUPERFICI DRENANTI ESISTENTI DA CONSERVARE E POTENZIARE PAVIMENTAZIONI CICLABILI E PEDONALI DRENANTI

Fp

Ac

TIPOLOGIA DELLE AREE DI BIORITENZIONE (TAV. 6)

SEZIONE 2

LAB_LANDSCAPE DESIGN

3- AREE DI BIORITENZIONE (BIOSWALES) DI TIPO 3- TRA STRADA E PERCORSO CICLO-PEDONALE, PUNTUALE 5- AREE DI BIORITENZIONE (TREE BOXES) DI TIPO 5

Ac

SPECIE VEGETALI ESISTENTI

Platanus x acerifolia “Wild” DI PROGETTO Cc

Fp

Fraxinus pennsylvanica “Cimmzam”

Cc

Corylus colurna

Ac Fp

Ac

Fp Ac

SEZIONE 3

Cc

Fp

Pc

Pyrus calleryana “Chanticleer”

Ac

Acer campestre “Elsrijk”

Gb

Ginkgo biloba

Ac Fa

Fp

Fraxinus angustifolia “Raywood”

Ac Cc

Fo

Fraxinus ornus

Kp

Koerleuteria paniculata fastigiata

SEZIONE 4

Fp Fp Cc Fp

TRANSETTO 1 - SEZIONE E PIANTA - SCALA 1:200

TRANSETTO 2 - SEZIONE E PIANTA - SCALA 1:200

TRANSETTO 3 - SEZIONE E PIANTA - SCALA 1:200

Fp

Cc

Fp Fp Cc Fp

Fp

Cc

Fp

Fp Cc

Cc

Pc Cc Fp

Fp Fp Cc Cc

Fp Fp

Fp Fp

SEZIONE 5 Cc Cc Fp Fp

TRANSETTO 5 - SEZIONE E PIANTA - SCALA 1:200

TRANSETTO 6 - SEZIONE E PIANTA - SCALA 1:200

Pc Fp Pc

Cc

UNIFI ARCHITETTIURA

TRANSETTO 4 - SEZIONE E PIANTA - SCALA 1:200

Fp Pc

Cc

SEZIONE 6

Fp Fp

Cc Fp Fp Cc Fp

Cc Ac Fp Ac Fp Ac Cc Ac

Ac

Cc

643


TRANSETTO 8 - SEZIONE E PIANTA - SCALA 1:200

TRANSETTO 7 - SEZIONE E PIANTA - SCALA 1:200

Fp

Cc Ac Fp Ac

PRATOMOBILE Fp

Miglioramento della mobilità pedonale e ciclistica attraverso la riqualificazione degli spazi aperti pubblici. Un obiettivo di sostenibilità delle trasformazioni urbane nel caso di studio progettuale della città di Prato in Toscana

Ac Cc

Ac

Cc

Ac

SISTEMA URBANO, PAESAGGIO E MOBILITÀ

Viale Monte Grappa Fp

Fp

TAV. 2.3 - planimetria/sezioni/transetti Fp

Scale - planimetria 1:500/sezioni-transetti 1:200

Fp Ac Cc

Ac

Gerarda Del Reno, Rossano Rocchi Fp

Fp

Francesco Ferrini, Lorenza Fortuna, Gabriele Paolinelli, Giulia Pecchini, Chiara Santi

SEZIONE 7

Fp

Cc

Ac Fp Fp

SUPERFICI ATTIVE PER IL FUNZIONAMENTO IDROLOGICO SUPERFICI CARRABILI IN ASFALTO (protezione da filtraggio di acqua sporca)

Cc

SUPERFICI DRENANTI PREVISTE (aree di bioritenzione)

Cc Cc

SUPERFICI DRENANTI ESISTENTI DA CONSERVARE E POTENZIARE PAVIMENTAZIONI CICLABILI E PEDONALI DRENANTI

Cc

Ac

TIPOLOGIA DELLE AREE DI BIORITENZIONE (TAV. 6)

Ac

3- AREE DI BIORITENZIONE (BIOSWALES) DI TIPO 3- TRA STRADA E PERCORSO CICLO-PEDONALE, PUNTUALE 5- AREE DI BIORITENZIONE (TREE BOXES) DI TIPO 5 Fp

Cc

SPECIE VEGETALI

Cc

ESISTENTI

Platanus x acerifolia “Wild” Kp

Fp

DI PROGETTO

Ac Ac

Kp

Fp

Fraxinus pennsylvanica “Cimmzam”

Cc

Corylus colurna

Fp Ac Ac

Kp

Cc

Kp

Fp

Kp

Pc

Pyrus calleryana “Chanticleer”

Ac

Acer campestre “Elsrijk”

SEZIONE 8 Gb Cc

Fa Fp

Fp

Ac

Fp

Fo

Fraxinus ornus

Kp

Koerleuteria paniculata fastigiata

Ac Cc

Ac

Fp Ac

Fp

Fp

Fp

Cc

Ac Fp

Fraxinus angustifolia “Raywood”

Ac

Fp

Cc

Ginkgo biloba

Cc

Ac

Ac

Cc

Fp

Ac Ac

Cc Ac

Fp

Fp Ac

Ac

Cc

Cc

Ac Cc

Fp

Cc

Fp

Ac

Fp

Cc

Fp

Ac Fp

Fp Ac Fp Pc

Cc

Cc Cc

Cc Fp

Fp Fp Fp

Fp Fp

Cc

Cc Cc Cc

ALTERNATIVA PROGETTUALE 2° LOTTO DI INTERVENTO DA REALIZZARE IN CASO DI RIMOZIONE DEI PLATANI ESISTENTI NEL TRATTO DI STRADA DALL’INCROCIO CON VIA SANTA GONDA ALL’INCROCIO CON VIALE DELLA REPUBBLICA.

Cc Fp Fp

Fp Fp

Fp

Fp

Cc

Cc Cc Fp

Fp

Cc

Ac

PRATOMOBILE

Fp

Cc Fp

Cc Fp Cc Fp Fp Cc Fp Fp Cc

Fp

644


645

UNIFI ARCHITETTIURA

LAB_LANDSCAPE DESIGN

AA.2018/2019


SISTEMA URBANO, PAESAGGIO E MOBILITÀ

Asse viario tra la Stazione Centrale e piazza delle Carceri

A’

A

A’

PLANIMETRIA SCALA 1:1000

A

PLANIMETRIA SCALA 1:1000

SPAZIO CICLO-PEDONALE

SOSTA BREVE

PRATOMOBILE

mura storiche

N ASSE ORICHE

EDONALI

CORSIE DI MARCIA

SPARTITRAFFICO

SPARTITRAFFICO CORSIA BUS

SPAZIO CICLO-PEDONALE

SOSTA BREVE

CORSIE DI MARCIA

CORSIE DI MARCIA

SPARTITRAFFICO

SOSTA BREVE

SPARTITRAFFICO CORSIA BUS

mura storiche

SPAZIO CICLO-PEDONALE

CORSIE DI MARCIA

SOSTA BREVE

mura storiche

SPAZIO CICLO-PEDONALE

SEZIONE AA’

SPAZI PEDONALI

VISUALI RIPOSIZIONAMENTO DELLA STATUA DI MOORE IN ASSE CON CONNESSIONE IN ASSE VIALE PIAVE E VIALE V. VENETO CON LE MURA STORICHE

VISUALI RIPOSIZIONAMENTO DELLA STATUA DI MOORE IN ASSE CON VIALE PIAVE E VIALE V. VENETO

646

CANALI VISIVI DI

CANALI VISIVI DI

VEGETAZIONE SPAZI PEDONALI

PIAZZE E SPAZI PEDONALI CHE VALORIZZANO L’AREA METTENDO IL PEDONE IN PRIMO PIANO RISPETTO AI PIAZZE E SPAZI PEDONALI VEICOLI CHE VALORIZZANO L’AREA

METTENDO IL PEDONE IN PRIMO PIANO RISPETTO AI VEICOLI

SEZIONE AA’

INTEGRAZIONE DEL SISTEMA ARBOREO ESISTENTE (sia in VEGETAZIONE piazza San Marco che lungo viale Veneto)

INTEGRAZIONE DEL SISTEMA ARBOREO ESISTENTE (sia in piazza San Marco che lungo viale Veneto)


AA.2018/2019 SOSTA BREVE

SPAZIO CICLO-PEDONALE

CORSIE DI MARCIA

SPARTITRAFFICO

SPARTITRAFFICO CORSIA BUS

ANALISI PUMS IN RELAZIONE AL PROGETTO

PLANIMETRIA SCALA 1:1000 corsia veicolare

corsia riservata TPL zona 30

CORSIE DI MARCIA

SOSTA BREVE

mura

SPAZIO CICLO-PEDONALE

VISUA

CONNESSIONI PEDONALI

Lo schema a lato riporta l’analisi svolta riguardante lo scenario di piano del PUMS di Prato in relazione al progetto. Vengono mantenute le direzioni delle corsie veicolari e delle corsie riservate TPL, rendendo più fluido lo scorrimento del traffico.

CONNESSIONE IN ASSE CON LE MURA STORICHE

S

C INQUADR

mura storiche

SPAZIO CICLO-PEDONALE

ASSE RICHE

LAB_LANDSCAPE DESIGN

ATTRAVERSAMENTI CICLO-PEDONALI

SPAZI PEDONALI

VISUALI

VEGETAZIONE PIAZZE E SPAZI PEDONALI CHE VALORIZZANO L’AREA METTENDO IL PEDONE IN PRIMO PIANO RISPETTO AI VEICOLI

RIPOSIZIONAMENTO DELLA STATUA DI MOORE IN ASSE CON VIALE PIAVE E VIALE V. VENETO

INTEGRAZIONE DEL SISTEM ARBOREO ESISTENTE (sia piazza San Marco che lung viale Veneto)

CANALI VISIVI DI INQUADRAMENTO DELLE PIAZZE

MENTI ONALI

VEGETAZIONE INTEGRAZIONE DEL SISTEMA ARBOREO ESISTENTE (sia in piazza San Marco che lungo viale Veneto)

UNIFI ARCHITETTIURA

I PEDONALI ZANO L’AREA PEDONE IN RISPETTO AI OLI

SEZIONE AA’

647


CAMPIONI DI FORESTAZIONE E ACCESSIBILITÀ URBANA GABRIELE PAOLINELLI

La visione degli interventi strutturali e gestionali per lo sviluppo della mobilità urbana sostenibile proposta con Pratomobile mira ad alleare negli spazi aperti pubblici più fattori cruciali: • il Pedone, perché dopo che questa condizione è stata “inventata”, è necessario riconoscere che è proria di ogni persona e dunque porla all’apice delle priorità per la ricerca del benessere psico-fisico; • il Ciclista, perché molti pedoni possono esserlo, amplificando con essa il proprio potenziale di mobilità urbana, ma conservando velocità compatibili con quelle pedonali, nonché ingombrando poco gli spazi rispetto all’uso dell’automobile; • l’Albero, la Pianta in generale, perché è un potente condizionatore spaziale multifunzionale: atmosferico, igro-termico, idrologico, scenico, psicologico, sociologico; • il Suolo, perché è una risorsa essenziale per il miglioramento del paesaggio urbano, strategica per svilupparne la resilienza ambientale; • l’Acqua, perché è la prima ed insostituibile risorsa della vita ed è paradossale che sia stata sempre più estromessa dalla città mentre questa è divenuta l’habitat su cui l’umanità ha investito di più e sta vivendo di più. Che questi argomenti incontrino numerosi e sostanziali ostacoli nel passaggio dalla concezione del possibile alla definizione del praticabile non ne limita tanto la consistenza, quanto piuttosto indica l’esigenza di ulteriori interpretazioni scientifiche e tecniche, nonché divulgazioni e partecipazioni culturali. La scelta del Comune di Prato di integrare una strategia per la forestazione urbana nel proprio Piano Operativo (2018) ha contribuito a nutrirne sostanzialmente i contenuti rispetto alle esigenze di innovazione urbana che la contemporaneità esprime. Si tratta di una politica con importanti potenziali ambientali e sociali, dagli effetti economici indiretti non trascurabili. Nell’ambito

648

del corso di Progettazione del paesaggio tenuto presso il corso di laurea magistrale in Architettura del paesaggio nell’anno accademico 2018-2019, la definizione progettuale di interventi di forestazione urbana è stata integrata con quelli per l’accessibilità e con le previsioni del Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile (2017). Più gruppi di lavoro hanno interpretato la serie di campioni indicata nella figura successiva con studi progettuali dei quali si presentano alcuni degli esiti prodotti.

Gabriele Paolinelli


6

4 5 7

13 8

12 11

UNIFI ARCHITETTIURA

3 2

9 LAB_LANDSCAPE DESIGN

1

10

14 15

649 AA.2018/2019


SISTEMA URBANO, PAESAGGIO E MOBILITÀ

1

CAMPIONI FORESTAZIONE

2

Giorgia Roma, Alessio Sabbetta, Luy Gao Yuan - Campione 1

650

Università degli Studi di Firenze - Architettura del paesaggio Corso di Progettazione del paesaggio Prof. Gabriele Paolinelli Cultrici: Sara Caramaschi, Ludovica Marinaro


AA.2018/2019 PROGETTAZIONE DEL PAESAGGIO UNIFI ARCHITETTIURA Venturo Madalena, Dimitri Manuzzi, Yi Wei - Campione 2 Università degli Studi di Firenze - Architettura del paesaggio Corso di Progettazione del paesaggio Prof. Gabriele Paolinelli Cultrici: Sara Caramaschi, Ludovica Marinaro

651


CAMPIONI FORESTAZIONE

6

652

SISTEMA URBANO, PAESAGGIO E MOBILITÀ


AA.2018/2019 PROGETTAZIONE DEL PAESAGGIO UNIFI ARCHITETTIURA Elena Gemignani, Francesca Mura - Campione 6 Università degli Studi di Firenze - Architettura del paesaggio Corso di Progettazione del paesaggio Prof. Gabriele Paolinelli Cultrici: Sara Caramaschi, Ludovica Marinaro

653


SISTEMA URBANO, PAESAGGIO E MOBILITÀ CAMPIONI FORESTAZIONE

7-8

Chiara Ferrari, Chiara Giuliacci, Martina Lo Vaglio - Campione 7

654

Università degli Studi di Firenze - Architettura del paesaggio Corso di Progettazione del paesaggio Prof. Gabriele Paolinelli Cultrici: Sara Caramaschi, Ludovica Marinaro


AA.2018/2019 PROGETTAZIONE DEL PAESAGGIO UNIFI ARCHITETTIURA Giovanni Mazzola, Chen Qing, Giulia Salvaro - Campione 8 Università degli Studi di Firenze - Architettura del paesaggio Corso di Progettazione del paesaggio Prof. Gabriele Paolinelli Cultrici: Sara Caramaschi, Ludovica Marinaro

655


CAMPIONI FORESTAZIONE

9

656

SISTEMA URBANO, PAESAGGIO E MOBILITÀ


AA.2018/2019 PROGETTAZIONE DEL PAESAGGIO UNIFI ARCHITETTIURA Martina Botti, Antonella Conte, Shuifeng Wang - Campione 9 Università degli Studi di Firenze - Architettura del paesaggio Corso di Progettazione del paesaggio Prof. Gabriele Paolinelli Cultrici: Sara Caramaschi, Ludovica Marinaro

657


SISTEMA URBANO, PAESAGGIO E MOBILITÀ CAMPIONI FORESTAZIONE

11

Valeria Magnani, Mattia Mazzotti, Nicole Tebasti - Campione 11

658

Università degli Studi di Firenze - Architettura del paesaggio Corso di Progettazione del paesaggio Prof. Gabriele Paolinelli Cultrici: Sara Caramaschi, Ludovica Marinaro


659

UNIFI ARCHITETTIURA

PROGETTAZIONE DEL PAESAGGIO

AA.2018/2019


CAMPIONI FORESTAZIONE

SISTEMA URBANO, PAESAGGIO E MOBILITÀ

12

660


AA.2018/2019 PROGETTAZIONE DEL PAESAGGIO UNIFI ARCHITETTIURA Jia Zhen, Li YingYing, Zhang Ruixian - Campione 12 Università degli Studi di Firenze - Architettura del paesaggio Corso di Progettazione del paesaggio Prof. Gabriele Paolinelli Cultrici: Sara Caramaschi, Ludovica Marinaro

661


RESILIENZA IDROGEOLOGICA DEL SISTEMA TERRITORIALE E PROGETTO DI TERRITORIO DAVID FANFANI MAURO AGNOLETTI ALESSIO FALORNI Il Laboratorio di Progettazione del Territorio del Corso di Laurea Magistrale in Pianificazione della Città e del Territorio costituisce il punto di arrivo di un percorso didattico a forte caratterizzazione interdisciplinare. La categoria di “progetto del territorio” è infatti introdotta come obiettivo di una esperienza didattica a carattere interdisciplinare che studenti e studentesse affrontano con specifico riferimento a tematiche di rigenerazione funzionale, socio-economica ed ambientale del territorio finalizzata allo sviluppo locale auto-sostenibile. Questo tipo di metodo implica la integrazione multi-scalare, nella analisi e nel progetto, di temi che vanno dagli aspetti agro-ecologici e forestali, agli aspetti insediativi e socio-economici per la identificazione delle strutture di lunga durata del territorio, lette come risorse chiave per lo sviluppo sostenibile locale. Ciò significa riportare al centro del tema progettuale la costruzione di insediamenti resilienti caratterizzati da un rigenerato equilibrio fra attività umane e dimensione eco-sistemica in una prospettiva di “transizione” bio-regionale, adeguata anche a recuperare metabolismi urbani fra città e campagna e attivare nuove “economie circolari”. Rispetto agli obiettivi e metodologia indicati, il lavoro che viene presentato rappresenta un esito sicuramente significativo e di particolare pertinenza. Il tema di studio, riferito al territorio di Prato, ha al suo centro la analisi delle caratteristiche e criticità del sistema idro-geomorfologico che, anche in relazione al tema della lotta al global warming e agli effetti dei cambiamenti climatici, rappresenta ormai un ambito strategico di studio e di progetto per le città. Tale tema viene interpretato secondo la sua natura multi-scalare e nella sua dimensione “circolare”: come struttura e “funzionamento” di area vasta nonché come invariante strutturale in stretta interazione con il sistema geomorfologico e con le dinamiche e agenti climatici. Ciò permette anche di cogliere le criticità di tale sistema in relazione all’insediamento, così come le potenzialità in termini di Servizi Ecosistemici -quali,

662

in questo caso: produzione di biodiversità, controllo e assorbimento dei flussi idraulici, cattura del carbonioche esso è in grado di fornire anche in relazione con il sistema agro-forestale. Il quadro analitico interpretativo sintetizzato nella prima immagine definisce poi le principali coordinate di riferimento rispetto alle quali il progetto di territorio, rappresentato nella seconda tavola, viene dettagliato in termini operativi alla scala urbana in relazione al caso di Prato. Il valore fondativo per l’insediamento del sistema idraulico è in particolare declinato in termini progettuali attraverso un Progetto Pilota che, a partire dalla Presa del Gorone al Cavalciotto di S.Lucia, percorre l’insediamento nelle sue diverse parti e diviene un fattore di rigenerazione dell’ambiente e paesaggio urbano e dello spazio pubblico pratese nelle diverse parti di città.

David Fanfani


AA.2014/2015

ZIONI NE DEL SO LA

UNIFI ARCHITETTIURA

LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DEL TERRITORIO

IZZAZIONE DEL SIS

Luca Frassini, Flavia Giallorenzo, Martina Romeo, Simone Rossi Università degli Studi di Firenze Corso di Laurea Magistrale in Pianificazione e Progettazione della Città e del Territorio Laboratorio di Progettazione del Territorio Prof. David Fanfani, Prof. Mauro Agnoletti, Prof. Alessio Falorni

663


Resilienza idrogeologica del sistema territoriale e prim

SISTEMA URBANO, PAESAGGIO E MOBILITÀ

ANALISI DI BASE

Corso di Laurea Magistrale in Pianificazione e Progettazione de

ANALISI DELLE ANALISI MORFOLOGICA Il territorio pratese è il contesto entro cui sono state svolte le prime indagini di tipo morfologico, (dtm, pendenze, esposizioni versanti, curvatura generale, piano di curvatura, curvatura del profilo, caratteristiche morfometriche), idrologico (percorsi lavello, bacino idrografico, reticolo idrografico, flusso lunghezza del percorso, direzione del flusso, connettività del flusso, bacini di drenaggio, bacini spartiacque, indice di umidità topografico), climatico, morfogenetico e paesaggistico. Si è inoltre voluto affrontare un innovativo metodo cartografico (CN- Curve Number) per un’analisi dei deflussi superficiali loANALISI DELLE PENDENZE ANALISI MORFOLOGICA cali in considerazione delle caratteristiche e dell’uso deldisuolo. Sono stati Il territorio pratese è il contesto entro cui sonodella state geologia svolte le prime indagini tipo morfologico, (dtm,ilpendenze, versanti, curvatura generale, piano didella curvatura, inoltre studiati sistema esposizioni degli acquiferi e delle acque sotterranee Piana attracurvatura profilo, caratteristiche morfometriche), idrologico bacino idraulica, verso una del ricognizione degli studi già pubblicati (allegati:(percorsi PAI - PIlavello, pericolosità idrografico, reticolo flusso lunghezza percorso, direzione del flusso,acquiferi concarta geologica peridrografico, caratterizzazione dei corpidelidrici sotterranei alluvionali della nettività del flusso, bacini di drenaggio, bacini spartiacque, di umidità piana composizione acquiferi: falda di Firenze, conoideindice di Prato, faldatopografico), di Pistoia, ricoclimatico, morfogenetico e paesaggistico. Si è inoltre voluto affrontare un innovativo struzione geometrica dell’acquifero, isobate del tetto, isobate del letto, spessore efficametodo cartografico (CN- Curve Number) per un’analisi dei deflussi superficiali locecali dell’acquifero, sezioni in considerazione delleidrostratigrafiche, caratteristiche dellatrasmissivitàell’acquifero, geologia e dell’uso del suolo.carta Sonodella stati falda profonda, piezometria e Pistoia, utilizzazione delle acque sotterranee, inoltre studiati il sistemaFirenze degli acquiferi e delle acque sotterranee della Piana attra-dati sui prelievi dallaricognizione falda: volume annuale, densità di prelievo (zoom suidraulica, Prato), trasmisverso una degliemunto studi già pubblicati (allegati: PAI - PI pericolosità carta individuazione geologica per caratterizzazione dei corpi idrici sotterranei alluvionali acquiferi della sività, delle aree a diversa criticità, il caso dell’acquifero pratese e le sue piana composizione acquiferi: falda Firenze, conoide di inquadramento Prato, falda di Pistoia, ricoproblematiche, sfruttamento delladifalda superficiale: normativo, canoni geometrica dell’acquifero, isobate delprovincia tetto, isobate del letto, spessore efficadistruzione uso industriale, punti di derivazione nella di Prato, pozzi ripartiti per tipologia dell’acquifero, sezioni idrostratigrafiche, carta della falda dice pratica e distinti per uso, distribuzionetrasmissivitàell’acquifero, delle derivazioni industriali, concessioni ad uso profonda, piezometria Firenze e Pistoia, utilizzazione delle acque sotterranee, dati sui industriale distinte per tipo di derivazione, consumi idrici, distribuzione derivazioni induprelievi dalla falda: volume emunto annuale, densità di prelievo (zoom su Prato), trasmisstriali idropotabili,delle strumenti di monitoraggio: retedell’acquifero di rilevamento piezometrico, carta sività,ed individuazione aree a diversa criticità, il caso pratese e le sue piezometrica, puntuali dell’acqua e prelievo di sondaggi sottoposti problematiche,rilevamenti sfruttamento della falda superficiale: inquadramento normativo, canoniad analisi chimiche, circolazione idrica sotterranea, rete di monitoraggio idrogeochimico, di uso industriale, punti di derivazione nella provincia di Prato, pozzi ripartiti per tipologiacarta di di pratica e distinti uso, distribuzione delle derivazioni industriali, concessioni uso della sintesi delle faciesper idrochimiche, sezioni idrogeologiche, componenti dellaad ricarica industriale distinte per tipo dididerivazione, consumi derivazioni falda pratese disponibilità volumi di acqua in idrici, falda:distribuzione modello numerico di induflusso della strialiintegrità ed idropotabili, strumenti rete di monitoraggio: reteprovinciale, di rilevamento piezometrico, carta falda, idrogeologica, piezometrica statistica prelievi industriali, piezometrica, rilevamenti puntuali dell’acqua e prelievo dinegli sondaggi ad analisi Docenti: Prof. David Fanfani, Prof. Mauro confronto prelievi ricarica, evoluzione piezometrica anni,sottoposti quantificazione dei voluchimiche, circolazione idrica sotterranea, rete di monitoraggio idrogeochimico, carta di Agnoletti, Prof. Alessio Falorni mi d’acqua disponibili nella falda superficiale al 2013, elaborati di sintesi: carte di sintesi sintesi delle facies idrochimiche, sezioni idrogeologiche, componenti della ricarica della Studentesse e studenti: Luca Frassini, Flavia idrogeologia e geomorfologia). falda pratese disponibilità di volumi di acqua in falda: modello numerico di flusso della Giallorenzo, Martina Romeo, Simone Rossi Quanto viene riportato in queste tavole è quindi unastatistica parte del lavoro svolto durante falda, integrità idrogeologica, rete piezometrica provinciale, prelievi industriali, il confronto Laboratorio di Progettazione del Territorio. Resilienza idrogeologica del sistema terriSi ringrazia la prof.ssa Elena Bresci del Dipartimento di prelievi ricarica, evoluzione piezometrica negli anni, quantificazione dei voluScienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e toriale e prima contabilizzazione dei servizi ecosistemici mi d’acqua disponibili nella falda superficiale al 2013, elaborati (E.S.) di sintesi: carte di sintesi

Corso di Laboratorio di Progettazione del Territorio Resilienza idrogeologica del sistema territoriale e prima contab

ANALISI DI BASE

e del Territorio A.A. 2014/2015

idrogeologia e geomorfologia). ne deiANALISI servizi ecosistemici (E.S.) DEI BACINI DIinDRENAGGIO Quanto viene riportato queste tavole è quindi una parte del lavoro svolto durante

Forestali dell’Università di Firenze per l’approfondimento

tecnico sul sistema idraulico di Prato TWI | INDICE DI ANALISI DELLA MORFOMETRIA

il Laboratorio di Progettazione del Territorio. Resilienza idrogeologica del sistema territoriale e prima contabilizzazione dei servizi ecosistemici (E.S.)

DEI BACINI DI DRENAGGIO ANALISI ANALISI DELLE ASSOLAZIONI

ANALISI DEI PERCORSI LAVELLO

ANALISI DELLA MORFOMETRIA ANALISI DEL BACINO IDROGRAFICO

TWI | INDICE DI UMIDITÀ TOPOGR

RESILIENZA IDROGEOLOGICA E PROGETTO DI TERRITORIO

Da questa carta si possono ricavare informazioni utili per capire le conformazioni spaziali Da questa carta si possono del territorio indagato, focalizricavare informazioni utili per zando l’attenzione sulla corcapire le conformazioni spaziali retta interpretazione del territorio indagato, focaliz-dei segni del paesaggio, e in zandomorfologici l’attenzione sulla corparticolare sulla retta interpretazione dei sua segniarmatura morfologici paesaggio, e in fisica del strutturale. particolare sulla sua armatura fisica L’alternanza strutturale. di crinali e im-

pluvi è caratteristica dei rilievi

L’alternanza di crinali e imcollinari (prevalenti in questo pluvi è caratteristica dei rilievi territorio), mentre si trovano collinari (prevalenti in questo configurazioni planari nell’area territorio), mentre si trovano dell’ellisse FI-PO-PT. configurazioni planari nell’area dell’ellisse FI-PO-PT.

CN – Curve Number Analisi dei deflussi superficiali ANALISI CLIMATICHE ANALISI CLIMATICHE

L’indice di umidità topografico Grazie a questo valore percentuale si possono dedurre dati utili a capire: la possibile esondazione dei corsi d’acqua, il grado di dilavamento del (TWI), o indice topografico suolo, la capacità della falda ed eventuali incidenze sul microclima. compostoL’obiettivo (CTI), è un di indice questedianalisi è di tracciare un quadro geneumiditàL’obiettivo dirale stato stazionario. È analisi di queste è di attuali tracciare un quadro genedelle condizioni climatiche e future dell’area di solitorale utilizzato quanti-e di altre delleper climatiche attuali e future oggetto dicondizioni studio zone limitrofe con caratteridell’area toficare il oggetto controllo pograficitopografico di uso del suolo differenti così da produrre una todie studio e di altre zone limitrofe con caratteri sui processi idrologici. È tra stato comparazione i grafici e quindi tra le zone selezionate.

664

pografici e di uso del suolo differenti così da produrre una

Il Curve Number (CN) è la percentuale della quantità di acqua meteorica che scorre in superficie e non va ad alimentare la falda. Si ottiene mettendo in relazione l’uso del suolo, a cui è attribuito un certo valore di CN assoluto, con la condizione geologica, alla quale viene attribuito un valore correttivo aggiuntivo funzionale alla quantificazione dell’acqua meteorica di infiltrazione in ragione dei diversi substrati geoloGaussen et Bagnols diagramme Gaussen et Bagnols diagramme gici. Gaussen et Bagnols diagramme

P = ETR + R + I 2020 dove: P = precipitazioni [mm/tempo]

Gaussen et Bagnols diagramme

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eologica del sistema territoriale e prima contabilizzazione dei servizi ecosistemici (E.S.)

ssono utili per ni spaziali ssono focalizutili per la ni corspaziali dei segni focalizggio, la cor-e in armatura dei segni ggio, e in armatura e imdei rilievi equesto imovano dei rilievi nell’area questo ovano nell’area

Gaussen et Bagnols diagramme

Gaussen et Bagnols diagramme

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ANALISI

CN – Curve Numb CN – Curve Num

L’indice di umidità topografico (TWI), o indice topografico L’indice di (CTI), umidità topografico composto è un indice di umidità stato topografico stazionario. È (TWI), odiindice dicomposto solito utilizzato (CTI), per è unquantiindice di ficare il controllo umidità di stato topografico stazionario. È sui processi idrologici. stato di solito utilizzato per È quantiprogettato per diverse confificare il controllo topografico gurazioni di versante, carattesui processi idrologici. È stato rizzate da variabili sistemi di progettato per diverse confisuoli e/o rilievi morfologici del gurazioni di versante, caratteterreno: rizzate è dadunque variabilicorrelato sistemi di con proprietà spaziasuolidiverse e/o rilievi morfologici del literreno: e pedologiche deicorrelato suoli è dunque con diverse proprietà spaziaL’indice di umiditàdei topografico li e pedologiche suoli è definito come: TWI=ln b), topografico L’indice(a/tan di umidità dove ‘a’ è lacome: superficie dell’aè definito rea a monte cheb), determina il TWI=ln (a/tan drenaggio attraverso undell’acerto dove ‘a’ è la superficie punto sezione) per unità diil rea a (o monte che determina lunghezza profilo e un ‘tancerto b’ è drenaggiodel attraverso lapunto pendenza locale per in radianti. (o sezione) unità di Illunghezza TWI è stato delutilizzato profilo eper ‘tan b’ è studiare gli effetti spaziali di la pendenza locale in radianti. scala processi idrologici. Il TWIsui è stato utilizzato per L’indice digli umidità studiare effetti topografico spaziali di (TWI) stato sviluppato da scalaèsui processi idrologici. Beven e Kirkby all’interno del L’indice di umidità topografico modello deflusso TOPMO(TWI) è di stato sviluppato da DEL. Beven e Kirkby all’interno del modello di deflusso TOPMODEL.

Grazie a questo valore percentuale si possono d la possibile esondazione dei corsi d’acqua, il grad suolo, la capacità della falda ed eventuali inciden Grazie a questo valore percentuale si possono la possibile esondazione dei corsi d’acqua, il gr suolo, la capacità della falda ed eventuali incid

Gaussen et Bagnols diagramme

Gaussen et Bagnols diagramme

2020

ANALISI DELLE ASSOLAZIONI

TWI | INDICE DI UMIDITÀ TOPOGRAFICO

TWI | INDICE DI UMIDITÀ TOPOGRAFICO

ANALISI D

AA.2014/2015

ANALISI DELLE PENDENZE

ANALISI DELLE ASSOLAZIONI

LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DEL TERRITORIO

ANALISI DELLA MORFOMETRIA

ANALISI DELLE PENDENZE

UNIFI ARCHITETTIURA

ANALISI MORFOLOGICA o morANALISI MORFOLOGICA tura, obacino mortura, o, conbacino grafico), o, contivo grafico), i lotivo o stati i loattrao stati draulica, attraeri della draulica, coeri della fficacoalda ifficasui alda rasmise sui sue rasmiscanoni e sue pologia anoni ad uso pologia induad uso carta induanalisi carta arta di aanalisi della arta di della astriali, della della volustriali, sintesi volusintesi urante a terriurante a terriANALISI DELLA MORFOMETRIA

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TWI=ln (a/tan b),b), TWI=ln (a/tan L’indice di umidità topografico dove ‘a’ è la superficie dell’adove ‘a’ è la superficie dell’a(TWI), o indice topografico rearea a monte cheche determina il il a monte determina composto (CTI), è un indice di drenaggio attraverso unun certo drenaggio attraverso certo umidità di stato stazionario. È punto (o sezione) perper unità di di punto (o sezione) unità di solito utilizzato per quantilunghezza deldel profilo e ‘tan b’ èb’ è lunghezza profilo e ‘tan ficare il controllo topografico L’obiettivo di queste analisi è di la tracciare un quadro genependenza locale in radianti. la pendenza locale in radianti. rale delle condizioni climatiche attuali e future dell’area sui processi idrologici. È stato Il TWI è stato utilizzato perper Da questa carta si possono Il TWI è stato utilizzato oggetto di studio e di altre zone limitrofe con caratteri tostudiare gli produrre effetti spaziali di di ricavare informazioni utili per progettato per diverse confistudiare gli effetti spaziali pografici e di uso del suolo differenti così da una di versante, caratte2020 scala sui processi idrologici. scala sui processi idrologici. capire le conformazioni spaziali gurazioni comparazione tra i grafici e quindi tra le zone selezionate. rizzate da variabili sistemi di del territorio indagato, focalizLa linea blu indica le precitazioni e quella rossa le temL’indice di umidità topografico L’indice di umidità topografico suoli e/o rilievi morfologici del perature durante l’arco dell’anno. Le proiezioni sono zando l’attenzione sulla cor(TWI) è stato sviluppato da da (TWI) è stato sviluppato riferite al 2020 e al 2080. In tutti i contesti si evidenzia terreno: è dunque correlato retta interpretazione dei segni Beven e Kirkby all’interno deldel Beven e Kirkby l’ampliamento dell’area sottesa dall’intersezione delleall’interno due con diverse proprietà spaziadi deflusso modello diLa deflusso TOPMO-morfologici del paesaggio, e in linee, indicando un aumento delmodello periodo arido. linea TOPMOpedologiche dei suoli particolare sulla sua armatura li e2080 delle precipitazioni indica ancheDEL. unDEL. aumento generalizzafisica strutturale. to della quantità della pioggia concentrato su pochi mesi all’anno. Questo ha ripercussioni sulla capacità del suolo L’indice di umidità topografico di trattenere l’acqua meteorica e quindi sul dilavamento è definito come: L’alternanza di crinali e imdel suolo. pluvi è caratteristica dei rilievi TWI=ln (a/tan b), collinari (prevalenti in questo dove ‘a’ è la superficie dell’area a monte che determina il P territorio), mentre si trovano drenaggio attraverso un certo configurazioni planari nell’area Gaussen et Bagnols diagramme Gaussen et Bagnols diagramme Gaussen et Bagnols diagramme Gaussen et Bagnols diagramme punto (o sezione) per unità di dell’ellisse FI-PO-PT. ES1 BIODIVERSITÀ lunghezza del profilo e ‘tan b’ è 2020 2020 2020 2020 la pendenza locale in radianti. PRIMA CONTABILIZZAZIONE DEI “SERVIZI ECOSISTEMICI” (E.S.) Il TWI è stato utilizzato per Servizi ecosistemici dal Millennium Ecosystem Assessment MEA ’05 studiare gli effetti spaziali di ES1 - BIODIVERSITÀ matrice di valutazione, carta dei biotopi, matrice di comparazione a coppia, carta della scala sui processi idrologici. naturalità totale del territorio L’indice di umidità topografico V ES2 - STOCCAGGIO E CATTURA DEL CARBONIO (TWI) è stato sviluppato da matrice di valutazione, matrice di comparazione a coppia, carta dello stoccaggio e cattuBeven e Kirkby all’interno del ra del carbonio 2080 2080 2080 2080 ES3 - FORNITURA DEL LEGNO modello di deflusso TOPMOmatrice di valutazione, matrice di comparazione a coppia, carta della producibilità di DEL.

ANALISI CLIMATICHE

SISTEMA URBANO, PAESAGGIO E MOBILITÀ

Gaussen et Bagnols diagramme

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SERVIZI ECOSISTEMICI

RESILIENZA IDROGEOLOGICA E PROGETTO DI TERRITORIO

legno

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Gli ecosistemi forniscono all’umanità numerosi vantaggi definiti «beni e servizi ecosistemici». I beni prodotti dagli ecosistemi comprendono, ad esempio, il cibo, l’acqua, i carburanti e il legname; i servizi, invece, comprendono l’approvvigionamento idrico e la purificazione dell’aria, il riciclo naturale dei rifiuti, la formazione del suolo, l’impollinazione e molti altri meccanismi regolatori naturali. L’obiettivo di queste analisi è di tracciare un quadro geneIl Millennium Ecosystem Assessment (MA, Valutazione del Millennio degli Ecosistemi) ralehadelle condizioni climatiche attuali e future dell’area definito i servizi ecosistemici (ecosystem services) come quei “benefici multipli Gaussen et Bagnols diagramme forniti di dagli ecosistemi al genere oggetto studio e di altre zoneumano”. limitrofe con caratteri toSecondo tale lavoro, ultimi l’uomo haDEL cambiato gli ecosistemi con una ES2 STOCCAGGIO E 50 CATTURA CARBONIO pografici e ES2 di uso delnegli suolo differenti così DEL da produrre una STOCCAGGIO E anni CATTURA CARBONIO 2020 velocità e una forza che non si erano mai osservate in periodi precedenti; le cause princomparazione tra i grafici e quindi tra le zone selezionate. cipali sono state la crescente necessità di cibo, acqua dolce, legname, fibre e fonti enerLa linea blu indica le precitazioni e una quella rossa le temgetiche. Questo impatto sta provocando perdita irreversibile di biodiversità in tutto perature durante l’arco dell’anno. Le proiezioni sono il pianeta e, in particolare, è stato valutato che il 60% dei servizi ecosistemici del pianeta siano compromessi. riferite alstati 2020 e al 2080. In tutti i contesti si evidenzia Il Millennium Assessment distingue 4 categorie servizi ecosistemici: l’ampliamento Ecosystem dell’area sottesa dall’intersezione delledidue A - i servizi di fornitura o approvvigionamento: forniscono i beni veri e propri, quali linee, indicando un aumento del periodo arido. La prime, linea ma anche materiali genecibo, acqua, legname, fibre, combustibile e altre materie delleticiprecipitazioni indica anche un aumento generalizzae specie ornamentali; 2080 B - i servizi di regolazione: regolano il clima, la qualità dell’aria e le acque, la formazione to della quantità della pioggia concentrato su pochi mesi del suolo, l’impollinazione, l’assimilazione rifiuti, e mitigano i rischi naturali quali eroall’anno. Questo ha ripercussioni sulladei capacità del suolo sione, infestanti, ecc.; di trattenere l’acqua meteorica e quindi sul dilavamento C - i servizi culturali: includono benefici non materiali quali l’eredità e l’identità culturale, del suolo. l’arricchimento spirituale e intellettuale e i valori estetici e ricreativi; D - i servizi di supporto: comprendono la creazione di habitat e la conservazione della biodiversità genetica. Poiché i beni e i servizi ecosistemici sono sempre stati disponibili, fuori da ogni mercato e gratuiti, il loro valore reale non viene considerato dalla società. L’economista statunitense Robert Costanza afferma che “poiché i servizi ecosistemici non vengono catturati dai mercati e non vengono quantificati in termini comparabili ai servizi economici e ai prodotti industriali, molto spesso non vengono neanche considerati nelle decisioni politiche”. ES2

ANALISI CLIMATICHE

Gaussen et Bagnols diagramme Gaussen et Bagnols diagramme

ES3 FORNITUR ES3 FORNIT 2020 2020

Accanto alla cartografia della naturalità totale del territorio, i risultati ma tabellare attraverso il prospetto qui riportato, che ha funzione riep in ambiente GIS ed Excel, seguendo la metodologia di lavoro indicat vatorio delle Città Sostenibili (OCS) del Dipartimento inter-ateneo de 2080 2080 Torino, in collaborazione con le agenzie regionali per la protezione am

SERVIZI ECOSISTEMICI 666

PRIMA CONTABILIZZAZIONE DEI “SERVIZI ECOSISTEMICI” (E.S.) Fonte: http://www.isprambiente.gov.it/it/temi/biodiversita/argomenti/benefici/servizi-ecosistemici

STOCCAGGIOES1 E CATTURA DEL CARBONIO BIODIVERSITÀ Singolo biotopo Vi = ni*Si dove


ANALISI DEL BACINO IDROGRAFICO

CN – Curve Number Analisi dei deflussi superficiali Grazie a questo valore percentuale si possono dedurre dati utili a capire: la possibile esondazione dei corsi d’acqua, il grado di dilavamento del suolo, la capacità della falda ed eventuali incidenze sul microclima.

Il Curve Number (CN) è la percentuale della quantità di acqua meteorica che scorre in superficie e non va ad alimentare la falda. Si ottiene mettendo in relazione l’uso del suolo, a cui è attribuito un certo valore di CN assoluto, con la condizione geologica, alla quale viene attribuito un valore correttivo aggiuntivo funzionale alla quantificazione dell’acqua meteorica di infiltrazione in ragione dei diversi substrati geologici. P = ETR + R + I dove: P = precipitazioni [mm/tempo] ETR = evapotraspirazione reale [mm/tempo] R = ruscellamento [mm/tempo] I = infiltrazione [mm/tempo] PE = P – ETR = R + I dove PE = acqua meteorica al netto dell’evapotraspirazione reale (R/PE x 100) + (I/PE x 100) = 100 R/PE x 100 = Coefficiente di deflusso CN

LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DEL TERRITORIO

grafico fico ndice di nario. È uantirafico È stato confiarattemi di gici del elato spaziaoli

ANALISI DEI PERCORSI LAVELLO

AA.2014/2015

LAZIONI

ografico

UNIFI ARCHITETTIURA

dell’amina il n certo nità di tan b’ è adianti. per ali di ogici. grafico o da no del PMO-

Piana Fiorentina Gaussen et Bagnols diagramme

Mugello

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SERVIZI ECOSISTEMICI

SERVIZI ECOSISTEMICI PRIMA CONTABILIZZAZIONE DEI “SERVIZI ECOSISTEMICI” (E.S.)

SISTEMA URBANO, PAESAGGIO E MOBILITÀ

SERVIZI ECOSISTEMICI

ES1 BIODIVERSITÀ

ES2

ES1 BIODIVERSITÀ

Servizi ecosistemici dal Millennium Ecosystem Assessment MEA ’05 ES1 BIODIVERSITÀ ES PRIMA CONTABILIZZAZIONE DEI “SERVIZI ECOSISTEMICI” (E.S.) ES1 - BIODIVERSITÀ ES1 BIODIVERSITÀ ES2 STO Servizi di ecosistemici dal Millennium Ecosystem Assessment MEA ’05 matrice valutazione, carta dei biotopi, matrice di comparazione a coppia, carta della PRIMA CONTABILIZZAZIONE DEI “SERVIZI ECOSISTEMICI” (E.S.) ES1 - PRIMA BIODIVERSITÀ naturalità totale del territorio Servizi ecosistemici dalDEI Millennium Ecosystem Assessment MEA ’05 CONTABILIZZAZIONE “SERVIZI ECOSISTEMICI” (E.S.) - EBIODIVERSITÀ matrice di valutazione, carta dei biotopi, matrice di comparazione a coppia, ES2 - STOCCAGGIO CATTURA DEL CARBONIO Servizi ES1 ecosistemici dal Millennium Ecosystem Assessment MEA ’05 carta della matrice di valutazione, carta dei biotopi, matrice carta di comparazione a coppia, carta della matrice valutazione, matrice di comparazione a coppia, dello stoccaggio e cattunaturalità del territorio ES1di- totale BIODIVERSITÀ naturalità totalecarta del ra carbonio ES2del - matrice STOCCAGGIO E CATTURA DELterritorio CARBONIO di valutazione, dei biotopi, matrice di comparazione a coppia, carta della ES2totale - STOCCAGGIO E CATTURA DEL CARBONIO ES3 - FORNITURA DEL LEGNO naturalità del matrice territorio matrice di valutazione, di comparazione a coppia, carta dello stoccaggio e cattumatrice di Evalutazione, matrice di comparazione a coppia, dello stoccaggio e cattumatrice di- valutazione, matrice comparazione a coppia, carta dellacarta producibilità di STOCCAGGIO CATTURAdiDEL CARBONIO ra delES2 carbonio ra del carbonio matrice di valutazione, matrice di comparazione a coppia, carta dello stoccaggio e cattulegno ES3 - FORNITURA DEL LEGNO ES3 - FORNITURA DEL LEGNO ra del carbonio matrice di valutazione, matrice di matrice comparazione a coppia, carta della producibilità di matrice di valutazione, di comparazione a coppia, carta della producibilità di ES3 - FORNITURA DEL LEGNO Gli ecosistemi forniscono all’umanità numerosi vantaggi definiti «beni e servizi ecosilegno legno matrice di valutazione, matrice di comparazione a coppia, carta della producibilità stemici». I beni prodotti dagli ecosistemi comprendono, ad esempio, il cibo, l’acqua, idi legnoe il legname; i servizi, invece, comprendono l’approvvigionamento idrico e la carburanti Gli ecosistemi all’umanitàall’umanità numerosinumerosi vantaggivantaggi definiti «beni servizi ecosi-ecosiGliforniscono ecosistemi forniscono definitie«beni e servizi purificazione dell’aria, riciclo naturale dei rifiuti, la formazione del ad suolo, l’impollinazione stemici». I beni prodotti dagli ecosistemi comprendono, addefiniti esempio, il ecibo, i stemici». Iilbeni prodotti dagli ecosistemi comprendono, esempio, ill’acqua, cibo, l’acqua, i Gli ecosistemi forniscono all’umanità numerosi vantaggi «beni servizi ecosiecarburanti molti altri emeccanismi naturali. carburanti e regolatori ili servizi, legname; i servizi, invece, comprendono l’approvvigionamento il Ilegname; invece, comprendono l’approvvigionamento idrico iidrico e la e la stemici». beni prodotti dagli ecosistemi comprendono, ad esempio, il cibo, l’acqua, Il Millennium Ecosystem Assessment (MA, Valutazione dellaMillennio degli purificazione dell’aria, il riciclo naturale rifiuti, formazione delEcosistemi) suolo, l’impollinazione purificazione dell’aria, il riciclo naturale dei rifiuti, dei la formazione del suolo, l’impollinazione carburanti e il legname; i servizi, invece, comprendono l’approvvigionamento idrico e la ha definito e moltidell’aria, altri meccanismi regolatori e molti altrii servizi ecosistemici (ecosystem services) come quei “benefici multipli meccanismi regolatori naturali. purificazione il riciclo naturale dei naturali. rifiuti, la formazione del suolo, l’impollinazione forniti dagli ecosistemi al genere umano”. Il Millennium Ecosystem Assessment (MA, Valutazione del Millennio degli Ecosistemi) Il Millennium Ecosystem Assessment (MA, Valutazione del Millennio degli Ecosistemi) e molti altri meccanismi regolatori naturali. Secondo taleha lavoro, negli ultimi 50 anni l’uomo ha cambiato gli ecosistemi con una definito i servizi ecosistemici (ecosystem services) come quei “benefici multipli ha definito i servizi ecosistemici (ecosystem services) come quei “benefici multipli Il Millennium Ecosystem Assessment (MA, Valutazione del Millennio degli Ecosistemi) velocità edefinito unaforniti forza che non si eranoalmai osservate in periodi precedenti; le cause prindagli ecosistemi genere umano”. i servizi ecosistemici (ecosystem services) come quei “benefici multipli fornitihadagli ecosistemi al genere umano”. Secondo tale lavoro, negli ultimi 50 anni l’uomo ha legname, cambiato gli ecosistemi con una cipali forniti sono state laecosistemi crescente necessità di cibo, acqua dolce, fibre e fonti enerdagli al genere umano”. Secondo tale lavoro, negli ultimi 50non anni l’uomo ha osservate cambiatoingliperiodi ecosistemi con una velocità e una forza che si erano mai precedenti; le cause pringetiche. Questotale impatto sta provocando unal’uomo perdita diecosistemi biodiversità in una tutto Secondo lavoro, negli 50mai anni hairreversibile cambiato gli velocità e una forza chestate non siultimi erano osservate in periodi precedenti; lecon cause cipali sono la crescente necessità di cibo, acqua dolce, legname, fibre eprinfonti eneril pianeta e, ineparticolare, è stato valutato cheosservate il 60% deiinservizi ecosistemici pianeta unalaforza che non si erano mai periodi precedenti; ledel cause cipalivelocità sono state crescente necessità di cibo, acqua dolce, legname, e fontiprinenergetiche. Questo impatto sta provocando una perdita irreversibilefibre di biodiversità in tutto siano cipali stati compromessi. sono state la crescente necessità di cibo, acqua dolce, legname, fibre e fonti energetiche. Questo impatto sta provocando una perdita irreversibile di biodiversità in tutto il pianeta e, inAssessment particolare, èdistingue stato valutato che il 60% servizi ecosistemici del pianeta Il Millennium categorie di dei servizi ecosistemici: getiche. Ecosystem Questo impatto sta provocando una4perdita irreversibile di biodiversità in tutto Accanto alla cartografia della naturalità totale del territorio, i risultati ottenuti si possono leggere anche sotto foril pianeta e, di in particolare, è stato valutato che il forniscono 60% dei servizi del pianeta siano stati compromessi. A - i servizi fornitura o approvvigionamento: i beniecosistemici veri e propri,del quali il pianeta e, in particolare, è stato valutato che il 60% dei servizi ecosistemici pianeta ma tabellare attraverso il prospetto qui riportato, che ha funzione riepilogativa delle diverse elaborazioni condotte Il Millennium Ecosystem Assessment distingue 4 categorie di servizi ecosistemici: sianoacqua, stati compromessi. Accanto allaExcel, cartografia della la naturalità totale di dellavoro territorio, i risultati ottenuti possono leggere anche sotto forGIS ed seguendo metodologia indicata dallo studiosidel 2001 condotto dall’Ossercibo, legname, fibre, combustibile e altre materie prime, ma anche materiali gene- in ambiente siano stati compromessi. ma alla tabellare attraverso il prospetto qui riportato, che ha funzione riepilogativa delle diverseleggere condotte AEcosystem - i servizi diAssessment fornitura o approvvigionamento: forniscono i beni veri e propri, quali Il Millennium distingue 4 4categorie ecosistemici: vatorio delle Città Sostenibili (OCS) del Dipartimento del Territorio del si Politecnico eelaborazioni dell’Università di forAccanto cartografia della naturalità totale delinter-ateneo territorio, i risultati ottenuti possono anche sotto Il Millennium Ecosystem Assessment distingue categoriedi diservizi servizi ecosistemici: tici e specie ornamentali; Accanto alla cartografia della naturalità totalela del territorio, i di risultati ottenuti sidallo possono leggere anche sotto forin ambiente GIS ed Excel, seguendo metodologia lavoro indicata studio del 2001 condotto dall’Ossercibo, acqua, legname, fibre, combustibileforniscono e altre materie prime, mapropri, anchequali materialiTorino, genein collaborazione conil le agenzie regionali per la protezione ambientale (ARPA). ma tabellare attraverso prospetto qui riportato, ha funzione riepilogativa delleelaborazioni diverse elaborazioni condotte A -- ii servizi servizi di fornitura o approvvigionamento: veri ma tabellare attraverso il prospetto qui riportato, che hache funzione riepilogativa delle diverse condotte A - i servizi di fornitura o approvvigionamento: forniscono beni veri ee la propri, quali B di regolazione: regolano il clima, la qualità dell’aria ieibeni le acque, formazione vatorio delle Città Sostenibili (OCS) del Dipartimento inter-ateneo del Territorio del Politecnico e dell’Università di tici e speciefibre, ornamentali; ambiente GIS ed Excel, seguendo la metodologia di lavoro indicata dallodel studio 2001 condotto cibo, acqua, legname, combustibile e altre materie prime, ma materiali gene-in inambiente GISin ed Excel, seguendo di lavoro dallo studio 2001del condotto dall’Osser-dall’Ossercibo, acqua, legname, l’assimilazione fibre, combustibile erifiuti, altre prime, ma anche anche materiali geneTorino, collaborazione con la le metodologia agenzie regionali per laindicata protezione ambientale (ARPA). del suolo, l’impollinazione, dei ematerie mitigano i rischi naturali quali eroB - i servizi di regolazione: regolano il clima, la qualità dell’aria e le acque, la formazione vatorio delle Città Sostenibili (OCS) del Dipartimento inter-ateneo del Territorio del Politecnico e dell’Università di vatorio delle Città Sostenibili (OCS) del Dipartimento inter-ateneo del Territorio del Politecnico e dell’Università di tici e specie ornamentali; tici e specie ornamentali; sione, infestanti, ecc.; l’impollinazione, l’assimilazione dei rifiuti, e mitigano i rischi naturali quali eroTorino, in collaborazione le agenzie regionali la protezione ambientale del suolo, Torino, in collaborazione con con le agenzie regionali per la per protezione ambientale (ARPA). (ARPA). B i servizi di regolazione: regolano il clima, la qualità dell’aria e le acque, la formazione B i servizi di regolazione: regolano il clima, la qualità dell’aria e le acque, la formazione C - i servizi culturali: includono sione, infestanti, ecc.;benefici non materiali quali l’eredità e l’identità culturale, del suolo, l’impollinazione, l’assimilazione rifiuti,e emitigano mitigano rischi naturali naturali quali del suolo, l’impollinazione, l’assimilazione deidei rifiuti, i irischi qualieroerol’arricchimento e intellettuale e i valori estetici ricreativi; C -spirituale i servizi culturali: includono benefici non emateriali quali l’eredità e l’identità culturale, sione, infestanti, ecc.; sione, infestanti, ecc.; D - i servizi di supporto: comprendono la creazione di habitat e lae conservazione della l’arricchimento spirituale e intellettuale e i valori estetici ricreativi; C - i servizi culturali: includono benefici non materialiquali quali l’eredità ee l’identità culturale, C - i servizi culturali: benefici non materiali culturale,della biodiversità genetica. D - i serviziincludono di supporto: comprendono la creazionel’eredità di habitat l’identità e la conservazione l’arricchimento spirituale e intellettuale i valori estetici ricreativi; l’arricchimento spirituale e intellettuale ievalori estetici eericreativi; Poiché i beni biodiversità e i servizi ecosistemici sonoe sempre stati disponibili, fuori da ogni mercato genetica. D - i servizi di supporto: comprendono creazionedidihabitat habitatee la la conservazione conservazione della - i servizi di supporto: la la creazione della eDgratuiti, il loro valore reale non viene considerato dalla società. L’economista Poiché i beni ecomprendono i servizi ecosistemici sono sempre stati disponibili, fuori dastaogni mercato biodiversità genetica. biodiversità genetica. e gratuiti, il loroafferma valore reale non viene considerato dalla società. L’economista statunitense Robert Costanza che “poiché i servizi ecosistemici non vengono Poiché i beni e i servizi ecosistemici sono sempre stati disponibili, fuori da ogni mercato Costanzasono afferma che “poiché i servizi ecosistemici vengono Poiché i benitunitense e i serviziRobert ecosistemici sempre stati disponibili, fuori da ogninon mercato catturati dai mercati e non vengono quantificati in termini comparabili ai servizi NOTE e gratuiti, il loro valore reale non viene considerato dalla società. L’economista stacatturati dai mercati e non vengono quantificati in termini comparabili ai servizi economici aiRobert prodotti industriali, molto spesso vengono neanche considerati e gratuiti, ileloro valore reale non viene considerato dalla società. L’economista staLe NO fo tunitense Costanza afferma che “poiché non i servizi ecosistemici non vengono economici e ai prodotti industriali, molto spesso non vengono neanche considerati Le nelle decisioni politiche”. tunitense Robert Costanza afferma che “poiché i servizi ecosistemici non vengono serra catturati dai mercati e non vengono quantificati in termini comparabili ai servizi NOTE sul nelle decisioni politiche”. Singolo biotopo Vi = ni*Si se anidr catturati dai mercati e non vengono quantificati in termini comparabili ai servizi economici e ai prodotti industriali, molto spesso non vengono neanche considerati dove Singolo biotopo Vi = ni*Si Le foreste an le for Fonte: http://www.isprambiente.gov.it/it/temi/biodiversita/argomenti/benefici/servizi-ecosistemici economici e ai prodotti industriali, molto spesso non vengono neanche considerati Vi: valoredove nelle decisioni politiche”. serra, attr le di naturalità del biotopo, scam Fonte: http://www.isprambiente.gov.it/it/temi/biodiversita/argomenti/benefici/servizi-ecosistemici Singolo biotopo Vidi=naturalità ni*Si del biotopo, anidridescc nelle decisioni politiche”. ni: indiceVi: di valore naturalità del biotopo, conif dove ni: biotopo indice di Vi naturalità Singolo = ni*Si del biotopo, le foreste A fianco: tre cartografie originali costruite durante il Laboratorio. L’analisi è stata svolta coo Fonte: http://www.isprambiente.gov.it/it/temi/biodiversita/argomenti/benefici/servizi-ecosistemici Si: superficie del biotopo teti, A fianco: tre cartografie originali costruite durante il Laboratorio. L’analisi è stata svolta Vi:dove valore di naturalità del biotopo, Si: superficie del biotopo scambitet c alla scala territoriale, ideale per interpretare i risultati. Fonte: http://www.isprambiente.gov.it/it/temi/biodiversita/argomenti/benefici/servizi-ecosistemici plurie ni:Vi: indice di naturalità del biotopo, alla scala territoriale, ideale per interpretare i risultati. conifereplu e valore di naturalità del biotopo, i biotopi (l’intero territorio indagato) VT = ∑i Vi = ∑i ni*Si il carb A fianco: tre cartografie originali costruite durante il Laboratorio. L’analisi è stata svolta Tutti Si: superficie del biotopo Tutti i biotopi (l’intero territorio indagato) VT = ∑i Vi = ∑i ni*Si teti, olivet il c ni: indice di naturalità del biotopo, umid alla scala territoriale,originali ideale per interpretare i risultati. pluriennal A fianco: tre cartografie costruite durante il Laboratorio. L’analisi è stata svolta um Si: superficie del biotopo tipich Tutti i biotopi (l’intero territorio indagato) VT = ∑i Vi = ∑i ni*Si il carbonio tip alla scala territoriale, ideale per interpretare i risultati. tendo

umide so ten buto tipiche de bu tendo al c buto nega

attraverso: dell’acquifero pratese, eventualmente o dettagliato per le necessità dell’acquifero pratese, eventualmente integrato ointegrato dettagliato per le necessità del caso del percaso per l’utilizzo della modellazione numerica, sia in regime stazionario che in regime transitorio, definizione delle azioni da intraprendere; la definizioneladelle azioni da intraprendere; dell’acquifero pratese, eventualmente integrato o dettagliato per le necessità del caso per attraverso: l’inquadramento del comportamento deiin materiali in della presenza della componente l’inquadramento del comportamento dei materiali presenza componente acqua acqua la definizione delle azioni da intraprendere; l’utilizzo della numerica, siaattuare; in regime stazionario che in regime transitorio, da modellazione correlare agli emungimenti da da correlare agli emungimenti da attuare; l’inquadramento del comportamento deidi materiali in degli presenza della componente acqua l’implementazione di un modello trasporto inquinanti al fine didel la corretdell’acquifero pratese, integrato o dettagliato per le necessità caso per l’implementazione diemungimenti uneventualmente modello di trasporto degli inquinanti al fine di definire ladefinire corretda correlare agli da attuare; tadelle gestione degli interventi di bonifica, permettendo quindi anche una valutazione dei costi la gestione definizione azioni da intraprendere; ta degli interventi di bonifica, permettendo quindi anche una valutazione dei costi l’implementazione di un modello di trasporto degli inquinanti alobiettivi fine di definire la corret- benefici perseguendo come il raggiungimento degli individuati nel Piano del ecomportamento deifine materiali in presenza della componente acqua -l’inquadramento benefici e perseguendo come di fine il raggiungimento degli obiettivi nel Piano ta gestione degli interventi bonifica, permettendo quindi anche individuati una valutazione deitutela costidella di Gestione delle Acque del Distretto Appennino Settentrionale e del Piano di daGestione correlaredelle agli emungimenti da attuare; di Acque del Distretto Appennino Settentrionale e del Piano di tutela della - benefici e perseguendo come fine il raggiungimento degli obiettivi individuati nel Piano Regione Toscana. l’implementazione un modello di trasporto degli inquinantie al di definire corretRegione Toscana. di Gestione dellediAcque del Distretto Appennino Settentrionale delfine Piano di tutela la della ta gestione degli interventi di bonifica, permettendo quindi anche una valutazione dei costi Regione Toscana. - benefici e perseguendo come fine il raggiungimento degli obiettivi individuati nel Piano di Gestione delle Acque del Distretto Appennino Settentrionale e del Piano di tutela della Regione Toscana.

STUDI RICERCE AGGIORNAMENTI MONITORAGGIO

INTERVENTI, STRATEGIE DI AZIONE SULLA BASE DEGLI INTERVENTI, STRATEGIE DI AZIONE SULLA BASE DEGLI STUDI CONDOTTI INTERVENTI, STRATEGIE DI AZIONE SULLA BASE DEGLI STUDI CONDOTTI Realizzazione di nuovi punti di prelievo o riutilizzo di quelli esistenti e di altre tipologie di STUDI CONDOTTI ingegneristiche per raggiungere l’obiettivo riequilibrio piezometrico della falda Realizzazioneopere di nuovi punti di prelievo o riutilizzo di quellidel esistenti e di altre tipologie di

INTERVENTI, STRATEGIE DI AZIONE SULLA BASE DEGLI STUDI CONDOTTI

di nuovi punti di prelievo o riutilizzo di quelli esistenti e di altredella tipologie di acquifera; opereRealizzazione ingegneristiche per raggiungere l’obiettivo del riequilibrio piezometrico falda opere ingegneristiche per raggiungere l’obiettivo del riequilibrio piezometrico della del falda Predisposizione Piano di emergenza e bonifica ambientale: monitoraggio fenomeno acquifera; acquifera; e predisposizione di un progetto di bonifica, esteso alle aree interessate dall’inquinamento, Predisposizione Piano di emergenza e bonifica ambientale: monitoraggio del fenomeno monitoraggio del fenomeno Predisposizione Piano di emergenza e bonifica ambientale: finalizzato graduale eliminazione dei alle composti organo-alogenati dalla falda edi al suceRealizzazione predisposizione di unalla progetto bonifica, esteso di nuovi punti di di prelievo o riutilizzo di aree quelliinteressate esistenti e dall’inquinamento, di altre tipologie e predisposizione di un progetto di bonifica, esteso alle aree interessate dall’inquinamento, cessivo compatibile riutilizzo delle acque trattate e bonificate; finalizzato alla graduale eliminazione deil’obiettivo composti organo-alogenati dalla falda e della al sucopere ingegneristiche per raggiungere del riequilibrio piezometrico falda finalizzato alla graduale eliminazione dei composti organo-alogenati dalla per falda al suc- Centrale Utilizzo della risorsa idrica emunta quale riserva idrica strategica la eToscana cessivo compatibile riutilizzo delle acque trattate e bonificate; acquifera; cessivoin compatibile riutilizzo delle solo acque trattate e in bonificate; grado di soddisfare le esigenze termini di acqua potabile ma anche di altri Utilizzo della risorsa idrica emuntanon quale riserva idrica strategica per la Toscana Centrale Predisposizione Piano di emergenza e bonifica ambientale: monitoraggio del fenomeno Utilizzo tipi della idrica emunta quale riserva idrica strategica per la Toscana Centrale di risorsa approvvigionamento; in grado di soddisfare non solo le esigenze in esteso termini di acqua potabile madall’inquinamento, anche didialtri e predisposizione di un progetto dilebonifica, alle interessate in grado di soddisfare non esigenze inditermini diaree acqua potabile altri Realizzazione di unsolo sistema di opere collettamento dalle operema di anche adduzione che pertipi di tipi approvvigionamento; finalizzato alla graduale eliminazione deiacque composti organo-alogenati dalla falda e al suc- di di approvvigionamento; metta il convogliamento delle in corrispondenza di un impianto di produzione Realizzazione di undisistema di delle opere di collettamento dalle opere di adduzione cessivo compatibile riutilizzo acque trattate e bonificate; Realizzazione un sistema di opere diin collettamento dalle di adduzione cheperperenergia idroelettrica da ubicare corrispondenza delopere reticolo idraulicoche esistente; metta il convogliamento delle acque in corrispondenza distrategica un impianto dididi produzione didi Utilizzo della risorsa idrica quale idrica per la Toscana Centrale metta il Realizzazione, convogliamento delle acque in riserva corrispondenza di un impianto produzione aemunta servizio del patrimonio immobiliare pubblico, impianti geotermici in energia idroelettrica da non ubicare inlecorrispondenza del del reticolo idraulico esistente; energia idroelettrica ubicare in corrispondenza idraulico esistente; in grado di soddisfare solo esigenze inditermini direticolo acqua potabile ma anche di altri alternativa aidasistemi tradizionali riscaldamento. Realizzazione, a servizio del patrimonio immobiliare pubblico, di impianti geotermici a servizio del patrimonio immobiliare pubblico, di impianti geotermiciinin tipi diRealizzazione, approvvigionamento; alternativa ai sistemi tradizionali di riscaldamento. alternativa tradizionali dicollettamento riscaldamento.dalle opere di adduzione che perRealizzazione diai unsistemi sistema di opere di metta il convogliamento delle acque in corrispondenza di un impianto di produzione di energia idroelettrica da ubicare in corrispondenza del reticolo idraulico esistente; Realizzazione, a servizio del patrimonio immobiliare pubblico, di impianti geotermici in alternativa ai sistemi tradizionali di riscaldamento.

668

MACRO-OBIETTIVI PROBLEMATICHE

CONCLUSIONI CONCLUSIONI CONCLUSIONI STUDI RICERCE AGGIORNAMENTI MONITORAGGIO STUDI RICERCE AGGIORNAMENTI MONITORAGGIO attraverso: attraverso: CONCLUSIONI STUDI RICERCE AGGIORNAMENTI MONITORAGGIO l’utilizzo della modellazione numerica, siastazionario in regime stazionario che intransitorio, regime transitorio, l’utilizzo della modellazione numerica, sia in regime che in regime

MACRO-OBIETTIVI PROBLEMATICHE PROBLEMATICHE MACRO-OBIETTIVI MACRO-OBIETTIVI PROBLEMATICHE

RESILIENZA IDROGEOLOGICA E PROGETTO DI TERRITORIO

Tutti i biotopi (l’intero territorio indagato) VT = ∑i Vi = ∑i ni*Si

DEFLUSSI SUPERFICIALI DEFLUSSI SUPERFICIALI CONSIDEREVOLI DOVUTI DEFLUSSI SUPERFICIALI CONSIDEREVOLI DOVUTI ANCHE AD UNA ELEVATA CONSIDEREVOLI DOVUTI ANCHE AD UNA ELEVATA DEFLUSSI SUPERFICIALI IMPERMEABILIZZAZIONE ANCHE AD UNA ELEVATA IMPERMEABILIZZAZIONE CONSIDEREVOLI DOVUTI IMPERMEABILIZZAZIONE ANCHE AD UNA ELEVATA IMPERMEABILIZZAZIONE

RISALITA DEL LIVELLO RISALITA DEL LIVELLO DELLA FALDA SUPERFIC RISALITA DEL LIVELLO DELLA FALDA SUPERFICIA LE DOVUTA ANCHE ALLA DELLA FALDA SUPERFICIALE DOVUTA ALLA RISALITAANCHE DEL LIVELLO LE DOVUTA ANCHE ALLA DE-INDUSTRALIZZAZION DELLA FALDA SUPERF DE-INDUSTRALIZZAZIONE DE-INDUSTRALIZZAZIONE LE DOVUTA ANCHE AL

DE-INDUSTRALIZZAZIO

RINATURALIZZAZIONE DEL

POSSIBILE STOCCAGGIO

SISTEMA ANTROPICO DOVE POSSIBILE

DELLA RISORSA IDRIC

RINATURALIZZAZIONE DELDOVEPOSSIBILE POSSIBILESTOCCAGGIO STOCCAGGIO SISTEMA ANTROPICO RINATURALIZZAZIONE DEL DELLA RISORSA IDRICA SISTEMA ANTROPICO DOVE POSSIBILE DELLARISORSA RISORSA IDRICA SISTEMA ANTROPICO DOVE DELLA IDRICA POSSIBILE POSSIBILE RINATURALIZZAZIONE DEL POSSIBILE STOCCAGG


AA.2014/2015

ES3 ES3 FORNITURA FORNITURA DEL DEL LEGNO LEGNO ES3 FORNITURA DEL LEGNO

LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DEL TERRITORIO

ES2 ES2 STOCCAGGIO STOCCAGGIO E CATTURA E CATTURA DEL DEL CARBONIO CARBONIO OCCAGGIO E CATTURA DEL CARBONIO

oor-fordotte tte erssersità à di di

NOTE NOTE sulla sulla Carbon Carbon Density Density forfor Carbon Carbon Stock Stock LeLe foreste foreste sono sono gli gli ecosistemi ecosistemi con con maggiori maggiori capacità capacità di di ridurre ridurre le concentrazioni le concentrazioni atmosferiche atmosferiche di di gas gas adad effetto effetto lla Carbon Density for Carbon Stock serra, serra, attraverso attraverso la la loro loro attitudine attitudine di di assorbire assorbire e stoccare e stoccare il carbonio, il carbonio, fungendo fungendo dada vero vero e proprio e proprio serbatoio serbatoio di di e sono anidride glianidride ecosistemi con maggiori capacità di ridurre le concentrazioni atmosferiche di gas effetto deldel carbonica. carbonica. LaLa classe classe che che fornisce fornisce maggiore maggiore capacità capacità adad erogare erogare il servizio il servizio di regolazione diad regolazione clima clima sono sono raversolelaforeste loro attitudine di assorbire e stoccare il carbonio, fungendo da vero e proprio serbatoio di le foreste di di conifere, conifere, che che investono investono unun ruolo ruolo significativo significativo nelnel ciclo ciclo globale globale deldel carbonio, carbonio, a normalizzazione a normalizzazione degli degli carbonica. La classe che fornisce maggiore capacità ad erogare il servizio didiregolazione clima sono scambi scambi chimici chimici e gassosi e gassosi fra fra biosfera biosfera eded atmosfera. atmosfera. Anche Anche i boschi i boschi di latifoglie latifoglie addel ad alto alto fusto fusto e ieboschi i boschi misti misti di di e di conifere, chee investono un ruolo significativo nel ciclo globale del La carbonio, a normalizzazione degli conifere conifere latifoglie e latifoglie hanno hanno uno uno stock stock di carbonio di carbonio molto molto elevato. elevato. La funzionalità funzionalità delle delle colture colture legnose legnose arboree arboree (frut(frutchimici teti, e gassosi fra biosfera ed atmosfera. Anche i boschi diatmosferica latifoglie ad fusto e i boschi misti per di per teti, oliveti, oliveti, vigneti, vigneti, ecc.) ecc.) sull’assorbimento sull’assorbimento della della CO2 CO2 atmosferica è molto èalto molto rilevante, rilevante, soprattutto soprattutto la loro la loro durata durata e latifoglie hanno uno stock di carbonio molto elevato. La funzionalità delle colturecostante, legnose arboree (frutpluriennale pluriennale (ciclo (ciclo economico) economico) che che consente consente l’instaurarsi, l’instaurarsi, susu una una superficie superficie costante, di una di una potenziale potenziale riserva riserva perper ti, vigneti, sull’assorbimento CO2 atmosferica è molto rilevante, soprattutto per loro durata il carbonio ilecc.) carbonio atmosferico atmosferico e diedella permetterne di permetterne l’immagazzinamento l’immagazzinamento nelle nelle parti parti legnose legnose e nell’apparato elanell’apparato radicale. radicale. LeLe zone zone le (cicloumide economico) consente l’instaurarsi, su una superficie costante, di una potenziale riserva per umide sono sono leche riserve le riserve di carbonio di carbonio (carbon (carbon sinks) sinks) piùpiù pregiate: pregiate: questa questa capacità capacità è dovuta è dovuta allealle condizioni condizioni anossiche anossiche o atmosferico e di permetterne l’immagazzinamento nellelaparti legnose e nell’apparatodella radicale. Le zone tipiche tipiche delle delle aree aree umide umide che che rallentano rallentano fortemente fortemente velocità la velocità di decomposizione di decomposizione della sostanza sostanza organica, organica, consenconsenono le riserve di (carbon sinks) in piùquesti questa capacità è dovuta alle condizioni anossiche tendo tendo al carbonio al carbonio di accumularsi di accumularsi inpregiate: questi suoli. suoli. Infine, Infine, le superfici le superfici urbanizzate urbanizzate e lee aree le aree industriali industriali danno danno unun contricontrielle areebuto umide che rallentano fortemente laevelocità di decomposizione della sostanza consenbuto negativo negativo nelnel bilancio bilancio della della CO2 CO2 vengono e vengono considerati considerati di fatto di fatto come come fonti fonti diorganica, emissione di emissione di anidride di anidride carbonica. carbonica. carbonio di accumularsi in questi suoli. Infine, le superfici urbanizzate e le aree industriali danno un contriativo nel bilancio della CO2 e vengono considerati di fatto come fonti di emissione di anidride carbonica.

CAGGIO AGGIO POLITICHE POLITICHEAMBIENTALI AMBIENTALI PIANI PIANIE EPROGETTI PROGETTISENSENBONIFICA BONIFICAESTESA ESTESADA DAPARTE PARTE FOGNATURA FOGNATURAAASISTEMA SISTEMASESEDELLA DELLA REGIONE REGIONE TOSCANA TOSCANA PARATO PARATO (ACQUE (ACQUE NERE NERE E E ACACVOLTE VOLTE ALLO ALLO SVILUPPO SVILUPPO CHE CHE SIBILI SIBILI ALLE ALLE TEMATICHE TEMATICHE POLITICHE AMBIENTALI PIANI E PROGETTI SENBONIFICA ESTESA DA PARTE FOGNATURA A SISTEMA SEDRICA IDRICA AMBIENTALI AMBIENTALI E EVOLTI VOLTIALDELLA AL (AUTORITÀ (AUTORITÀ COMPETENTE COMPETENTE ININ QUE QUEBIANCHE) BIANCHE) EAUMENTO AUMENTO VALORIZZINO VALORIZZINO ILRUOLO RUOLO DEI DEIALLE VOLTE ALLO SVILUPPOILCHE SIBILI TEMATICHE REGIONE TOSCANA PARATO (ACQUE NERE EE ACSERVIZI SERVIZI ECOSISTEMICI ECOSISTEMICI RECUPERO RECUPERO DEISERVIZI SERVIZI MATERIA) MATERIA) (AUTORITÀ COMPETENTE IN QUE BIANCHE) E AUMENTO VALORIZZINO IL RUOLO DEI AMBIENTALI E VOLTIDEI AL DEI DEITEMPI TEMPIDIDICORRIVAZIONE CORRIVAZIONE ECOSISTEMICI ECOSISTEMICI SERVIZI ECOSISTEMICI RECUPERO DEI SERVIZI MATERIA) DEI TEMPI DI CORRIVAZIONE ECOSISTEMICI

669

UNIFI ARCHITETTIURA

APERTURADEGLI DEGLISCOLMASCOLMAMANCATAMONETIZZAZIONE MONETIZZAZIONE INQUINAMENTO INQUINAMENTOPREGRESPREGRES- APERTURA VELLO ELLO DEFICIT DEFICITNELL’EROGAZIONE NELL’EROGAZIONE MANCATA TORI TORI DOVUTA DOVUTA AAEVENTI EVENTIMEMEPERFICIAERFICIADEI DEISERVIZI SERVIZIECOSISTEMICI ECOSISTEMICI DEI SERVIZI SERVIZIECOSISTEMICI ECOSISTEMICI SO SOE EDIFFUSO DIFFUSO SOPRATTUTSOPRATTUTAPERTURA DEGLI SCOLMAMANCATADEI MONETIZZAZIONE INQUINAMENTO PREGRESDEFICIT NELL’EROGAZIONE TEORICI TEORICI ECCEZIONALI ECCEZIONALI CHE HE E ALLA ALLA DOVUTI DOVUTI ANCHE ANCHEALLA ALLANOTENOTEE ESCARSA SCARSA VISION VISIONDELLE DELLE TOTONELLA NELLA FALDA FALDASUPERFISUPERFITORI DOVUTA A EVENTI ME- CHE DEI SERVIZI ECOSISTEMICI SO E DIFFUSO SOPRATTUTDEI SERVIZI ECOSISTEMICI COMPORTANO UN UNECCESSIECCESSIPOTENZIALITÀ POTENZIALITÀ MULTIFUNCIALE DOVUTO DOVUTO ANCHE ANCHETEORICI ALLE ALLE COMPORTANO VOLE VOLECONURBAZIONE CONURBAZIONE ECCEZIONALI CHE DOVUTI ANCHE ALLA NOTE- E SCARSA VISION DELLEMULTIFUNTO NELLACIALE FALDA SUPERFIAZIONE ZAZIONE VO VOCARICO CARICO SU SUFOGNATURA FOGNATURA NELLA NELLAPIANA PIANA ZIONALI ZIONALI DEI DEISERVIZI SERVIZIECOSIECOSI-DOVUTO ATTIVITÀ ATTIVITÀ DEL DELDISTRETTO DISTRETTO COMPORTANO UN ECCESSIVOLE CONURBAZIONE POTENZIALITÀ MULTIFUNCIALE ANCHE ALLE STEMICI. STEMICI. PROBLEMA PROBLEMA ENER- TESSILE TESSILE VO CARICO SU FOGNATURA NELLA PIANA ZIONALI DEI SERVIZI ECOSI- ENERATTIVITÀ DEL DISTRETTO AASISTEMA SISTEMA MISTO MISTO GETICO STEMICI.GETICO PROBLEMA ENER- TESSILE A SISTEMA MISTO GETICO


fonte: Tratto da: Davis Ottati, 1991, Storia dell’acquedotto pratese, Edizioni Consiag Prato.

fonte: Tratto da: Davis Ottati, 1991, Storia de Edizioni Consiag Prato.

RESILIENZA IDROGEOLOGICA E PROGETTO DI TERRITORIO

SISTEMA URBANO, PAESAGGIO E MOBILITÀ

Carta del Sistema di Gore, delle aree umide e del sistema fognario. Comune di Prato

IL PROGETTO SCENARIO TERRITORIALE DI PROGETTO A MEDIO-LUNGO TERMINE

Ambito di riferimento: sistema del parco agricolo della piana pratese, idraulica della piana e sistema di gore come assi portanti del progetto di riqualificazione/ sviluppo

SCENARIO TERRITORIALE DI PROGETTO A BREVE TERMINE 670

Ambito di riferimento: progetto pilota che identifica la prima parte dello scena-

RIATT


ell’acquedotto pratese,

fonte: Tratto da: Davis Ottati, 1991, Storia dell’acquedotto pratese, Edizioni Consiag Prato.

AA.2014/2015

fonte: Tratto da: Davis Ottati, 1991, Storia dell’acquedotto pratese, Edizioni Consiag Prato.

dalla struttura che si trova a cavallo di un’ansa del Bisenzio. Dal Cavalciotto si incanalano le acque del canale maestro, il primo e più importante tratto di gora denominato il Gorone, la prima documentazione relativa ad un mulino ubicato all’altezza di San Martino, alimentato da una gora chiamata il Gorone è presente in atti1991, risalenti aldell’acquedotto 1003. Grazie pratese, alla notevole portafonte: Tratto da: Davis Ottati, Storia Edizioni Consiag Prato. ta d’acqua del Gorone, nella zona nord di Prato erano concentrati la maggior parte degli opifici fonte: Tratto da: Davis Ottati, 1991, Storia dell’acquedotto pratese, idraulici, parte dei quali nel corso del XX secolo Edizioni Consiag Prato. si sono trasformati in fabbricati industriali.

fonte: Tratto da: Davis Ottati, 1991, S Edizioni Consiag Prato.

DETROIT 2030 plan

fonte: Sito del Comune di Prato, pagina del Sistema gorile

DETROIT 2030 plan

BUONE PRATICHE

“Tutta a Prato va a finire la storia d’Italia e d’Europa: tutta a Prato in stracci”

Water G

Il Gorone in prossimità del centro storico (nella località un tempo denominata la Crocchia), si dirama in un sistema strutturato di gore che complessivamente superano i 50 chilometri e che hanno costituito un fondamentale input alla riconosciuta imprenditoria pratese da: Davis Ottati, 1991, Storia dell’acquedotto pratese, fonte: Tratto da: Davis Ottati, 1991, Storia dell’acquedotto pratese, nel settore tessile e quindi hanno contribuito fortemente fonte: alla Tratto cultura pratese. Edizioni Consiag Prato. Edizioni Consiag Prato.

LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DEL TERRITORIO

in C. Malaparte, Maledetti Toscani

Le gore principali attraversando il territorio, prendono il nome delle località che incontrano. Nella fattispecie: 1) Gora Bresci o gora dei Bachilloni o gora del Pero o gora di San Giusto, la gora lambisce le mura cittadine e prosegue il suo percorso per poi sfociare nel Fosso della Filimortula; 2) Gora Mazzoni o gora di Sant’Agostino o gora di San Fabiano o gora di Gello; 3) Gora Angiolini e Chiti, che attraversa il centro storico e si dirama prendendo il nome di Gora di Santa Chiara o gora della Romita o gora di Grignano o “Tutta a Prato va a finire la storia d’Italia e d’Europa: tutta a Prato in stracci” gora Castagnoli o gora del Guanto e infine gora del Palasaccio; 4) Gora di San Giorgio, che dopo aver percorso il centro storico, diventa in C. Malaparte, Maledetti Toscani Water Gardens in NEW ORLEANS gora del Castagno o gora del Lonco o gora di Castelnuovo; 5) Gora Bini o gora di Mezzana o gora del Lupo, che uscita dai confini pratesi si addentra nel territorio di Campi Bisenzio. fonte dell’immagine: G. Guarducci, R. inMelani, 1993, Gore estorico mulini della piana Territorio e architettura, Il Gorone prossimità del centro (nella località un pratese. tempo denominata la Crocchia), si dirama in un sistema strutturato di gore

chealcomplessivamente i 50 Ed., chilometri a Prato in stracci” Comune di Prato - Assessorato centro storico, superano Pentalinea Pratoe che hanno costituito un fondamentale input alla riconosciuta imprenditoria pratese nel settore tessile e quindi di hanno contribuito fortemente alladicultura pratese. fonte del testo, parzialmente integrato dal gruppo lavoro: Sito del Comune Prato, pagina del Sistema gorile Water Gardens in NEW ORLEANS

un sistema strutturato di gore nosciuta imprenditoria pratese

cie: e e prosegue il suo percorso per o gora di Gello; 3) Gora Angiolini lla Romita o gora di Grignano o rcorso il centro storico, diventa po, che uscita dai confini pratesi

orio

IZIONI ONE DEL RSO LA

Le gore principali attraversando il territorio, prendono il nome delle località che incontrano. Nella fattispecie: 1) Gora Bresci o gora dei Bachilloni o gora del Pero o gora di San Giusto, la gora lambisce le mura cittadine e prosegue il suo percorso per poi sfociare nel Fosso della Filimortula; 2) Gora Mazzoni o gora di Sant’Agostino o gora di San Fabiano o gora di Gello; 3) Gora Angiolini e Chiti, che attraversa il centro storico e si dirama prendendo il nome di Gora di Santa Chiara o gora della Romita o gora di Grignano o gora Castagnoli o gora del Guanto e infine gora del Palasaccio; 4) Gora di San Giorgio, che dopo aver percorso il centro storico, diventa gora del Castagno o gora del Lonco o gora di Castelnuovo; 5) Gora Bini o gora di Mezzana o gora del Lupo, che uscita dai confini pratesi si addentra nel territorio di Campi Bisenzio.

Possibili interventi per la Valorizzazione del Territorio

fonte dell’immagine: G. Guarducci, R. Melani, 1993, Gore e mulini della piana pratese. Territorio e architettura, Comune di Prato - Assessorato al centro storico, Pentalinea Ed., Prato fonte del testo, parzialmente integrato dal gruppo di lavoro: Sito del Comune di Prato, pagina del Sistema gorile

Obiettivo Generale

MIGLIORAMENTOObiettivo DELLE CONDIZIONI Generale IDROGEOLOGICHE E DIMINUZIONE MIGLIORAMENTO DELLE CONDIZIONI DEL IDROGEOLOGICHE DIMINUZIONE DEL LA RISCHIO IDRAULICOE ATTRAVERSO Possibili interventi per la Valorizzazione del Territorio

RISCHIO IDRAULICO ATTRAVERSO LA

UNIFI ARCHITETTIURA

TIVAZIONE E RINATURALIZZAZION RIATTIVAZIONE E RINATURALIZZAZIONE DE

MINE

draulica ficazione/

LIZZAZIONE DEL SISTEMA DI GORE

o scenaone delle la Gora

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IL PROGETTO SCENARIO TERRITORIALE DI PROGETTO A MEDIO-LUNGO TERMINE

Ambito di riferimento: sistema del parco agricolo della piana pratese, idraulica della piana e sistema di gore come assi portanti del progetto di riqualificazione/ sviluppo

SISTEMA URBANO, PAESAGGIO E MOBILITÀ

SCENARIO TERRITORIALE DI PROGETTO A BREVE TERMINE

Ambito di riferimento: progetto pilota che identifica la prima parte dello scenario da attuarsi nel breve periodo come esempio per la futura realizzazione delle altre previsioni, rappresentata dalla ri-apertura e ri-naturalizzazione della Gora del Pero

PROGETTO PILOTA riqualificazione urbana e territoriale lungo il tracciato della Gora del Pero

RESILIENZA IDROGEOLOGICA E PROGETTO DI TERRITORIO

AZIONI DI VALORIZZAZIONE E RIQUALIFICAZIONE A SISTEMA

Antico tracciato della gora riaperto Apertura dei tratti tombati della gora dove possibile, con ri-progettazione di sezioni stradali idonee ad ospitare le nuove infrastrutture “blu” (vie d’acqua): tale sistema di interventi deve garantire le funzioni fitodepurative, fruitive, ricreative e deve costituire un’importante occasione di riqualificazione/ rigenerazione urbana Azioni nel Transetto urbano del Cavalciotto S. Lucia Testata iniziale del progetto parco lungo Gora del Pero Riapertura gora negli ambiti della mixité urbana Possibilità di riapertura della gora nei tessuti industriali di valore tipologico legandola alle aree verdi esistenti Aree verdi urbane Affacci ricreativi sul Bisenzio con servizi di scala urbana Tessuti di archeologia industriale Possibilità di riapertura dell’antico tracciato della gora ed eventuali interventi di riqualificazione urbana comprendendo anche gli ambiti della mixité con connessioni verso il fiume Bisenzio Piazza del Mercato Nuovo Valorizzazione della piazza e degli spazi aperti circostanti migliorando le relazioni con il Bisenzio PIN - Polo Universitario Valorizzazione degli spazi aperti che si stagliano nel tessuto della mixité garantendo connessioni tra loro, l’università e il verde di pertinenza fluviale Aree intercluse Riportare alla luce il tracciato della gora sia nelle aree verdi urbane che nelle prime aperture a carattere agricolo-orticolo poste in spazi periurbani interclusi Percorsi pedo-ciclabili Aumentare le connessioni edificato - fiume e la fruizione longitudinale lungo il Bisenzio, favorendo la mobilità dolce

CONCLUSIONI Il lavoro durante l’anno si è svolto come un percorso all’interno della struttura profonda del sistema delle acque a Prato, iniziato dal consolidamento di un quadro conoscitivo già molto dettagliato, approfondito nella fase di analisi, e 672 concluso con la messa a sistema di idee e proposte progettuali per la configu-

IDROGEO RISCHIO

RIATTIVAZIONE


AA.2014/2015

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LIFICAZIONE A SISTEMA

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LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DEL TERRITORIO

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TI MORFOMETRICI, PLUVIOMETRICI, OGICI NEL TERRITORIO DELLA PIANA

ZAZIONE DEI “SERVIZI ECOSISTEMICI”

UNIFI ARCHITETTIURA

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RESILIENZA IDROGEOLOGICA E PROGETTO DI TERRITORIO

SISTEMA URBANO, PAESAGGIO E MOBILITÀ


AZIONI DI VALORIZZAZIONE E RIQUALIFICAZIONE A SISTEMA

Antico tracciato della gora riaperto Apertura dei tratti tombati della gora dove possibile, con ri-progettazione di sezioni stradali idonee ad ospitare le nuove infrastrutture “blu” (vie d’acqua): tale sistema di interventi deve garantire le funzioni fitodepurative, fruitive, ricreative e deve costituire un’importante occasione di riqualificazione/ rigenerazione urbana Azioni nel Transetto urbano del Cavalciotto S. Lucia Testata iniziale del progetto parco lungo Gora del Pero Riapertura gora negli ambiti della mixité urbana Possibilità di riapertura della gora nei tessuti industriali di valore tipologico legandola alle aree verdi esistenti Aree verdi urbane Affacci ricreativi sul Bisenzio con servizi di scala urbana Tessuti di archeologia industriale Possibilità di riapertura dell’antico tracciato della gora ed eventuali interventi di riqualificazione urbana comprendendo anche gli ambiti della mixité con connessioni verso il fiume Bisenzio Piazza del Mercato Nuovo Valorizzazione della piazza e degli spazi aperti circostanti migliorando le relazioni con il Bisenzio PIN - Polo Universitario Valorizzazione degli spazi aperti che si stagliano nel tessuto della mixité garantendo connessioni tra loro, l’università e il verde di pertinenza fluviale Aree intercluse Riportare alla luce il tracciato della gora sia nelle aree verdi urbane che nelle prime aperture a carattere agricolo-orticolo poste in spazi periurbani interclusi Percorsi pedo-ciclabili Aumentare le connessioni edificato - fiume e la fruizione longitudinale lungo il Bisenzio, favorendo la mobilità dolce

Sopra: Render e sezioni ambientali di descrizione della riqualificazione urbana e territoriale ottenuta grazie al recupero della Gora. Questo consentirebbe di ottenere nuovi spazi pubblici, e una migliore gestione degli eventi meteorici imprevisti, veloci e imponenti (le cosiddette ‘bombe d’acqua’). CONCLUSIONI Il lavoro durante l’anno si è svolto come un percorso all’interno della struttura profonda del sistema delle acque a Prato, iniziato dal consolidamento di un quadro conoscitivo già molto dettagliato, approfondito nella fase di analisi, e concluso con la messa a sistema di idee e proposte progettuali per la configurazione di scenari di sviluppo territoriale a lungo e a breve termine, nella fase progettuale.

LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DEL TERRITORIO

AA.2014/2015

lungo il tracciato della Gora del Pero

GEOLOGICI, IDRAULICI ED IDROGEOLOGICI NEL TERRITORIO DELLA PIANA PRATESE

PARTE SECONDA: PRIMA CONTABILIZZAZIONE DEI “SERVIZI ECOSISTEMICI”

(E.S.)

PARTE TERZA: ANALISI QUALITATIVA – QUANTITATIVA DEGLI ASPETTI RELATIVI ALLO STATO ECOLOGICO DELLE ACQUE E VALUTAZIONI AMBIENTALI IN MERITO

PARTE QUARTA: PROGETTAZIONE URBANA E SISTEMI DI GESTIONE DELLE

ACQUE

PARTE QUINTA: SCENARIO TERRITORIALE DI PROGETTO E STRATEGIE PER LO SVILUPPO DEL TERRITORIO

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UNIFI ARCHITETTIURA

PROGETTO

ANALISI

PARTE PRIMA: ANALISI DEGLI ASPETTI MORFOMETRICI, PLUVIOMETRICI,


STORYTELLING SULLE PISTE CICLOPEDONALI DI PRATO SUSANNA CERRI JACOPO AMMENDOLA ALICE TREMATERRA Nella primavera del 2019 il Didacommunicationlab1 è stato chiamato dal Comune ad intervenire sul progetto della ciclopolitana di Prato: cinquantacinque chilometri di rete ciclabile o ciclopedonale, che vanno ad aggiungersi ai cinquantacinque già esistenti in città; si tratta di quattordici linee per collegare la periferia al centro, le frazioni tra loro e queste al centro della città. Il progetto segue le scelte del PUMS (Piano Urbano delle Mobilità Sostenibile), in particolare si affianca al principio della “Città accessibile a tutti”, quale nuova visione dello spazio pubblico da destinare alla fruizione collettiva e al principio della “Città a rischio Zero”, zero vittime di incidenti stradali attraverso la moderazione diffusa della velocità per rendere compatibili i diversi usi dello spazio pubblico. Se l’obiettivo del Comune è quello di disincentivare l’uso del mezzo privato, garantendo, mediante l’incremento della mobilità dolce, la riduzione delle emissioni inquinanti per il miglioramento della qualità dell’aria, il compito del Didacommunicationlab è quello di comunicare all’utente il nuovo sistema integrato di percorsi. La fase sperimentale parte da via Po, un tratto di strada sulla linea Maliseti-centro, per poi proseguire lungo via Montalese e via Strozzi, verso il centro di Prato. Come spesso accade, il Laboratorio è stato chiamato ad intervenire su un progetto già avviato, si tratta di una ciclopedonale, per cui un percorso condiviso tra ciclisti e pedoni, già caratterizzato a livello paesaggistico da una striscia ampia di asfalto rosso e una molto stretta a ridosso delle abitazioni del grigio/nero tradizionale. Apparentemente l’obiettivo di questa distinzione cromatica sembra quello di demarcare l’area di utenza, eppure considerando gli spazi limitati questo non è propriamente utile, per cui sia l’area rossa che quella incolore dovranno accogliere indistintamente pedoni e ciclisti. L’obiettivo progettuale è quello di rendere lo spazio parlante, fare in modo che la ciclopedonale sia lo scenario di un racconto che descriva al meglio l’importanza della

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condivisione degli spazi, della mobilità sostenibile e della convivenza di diverse utenze. È stato disegnato un sistema di icone e personaggi impegnati in diverse attività: bambini che corrono, mamme con passeggini, ciclisti frettolosi, ragazzi in monopattino, anziani in attesa dell’autobus, mescolati a citazioni d’autore che sottolineano l’importanza della mobilità dolce per una vita più sana. La pista è una striscia di storyboard che mantiene un filo narrativo attraverso le illustrazioni raffigurate, che rappresentano i soggetti di una storia di ordinaria quotidianità. Il Didacommunicationlab ha seguito il progetto dalla fase iniziale di ideazione fino alla sua messa in opera. Il concept iniziale era quello di creare un’infografica di facile interpretazione, attraverso un linguaggio convenzionale e universale come quello delle icone e dell’illustrazione, che potesse parlare a tutte le comunità multiculturali pratesi, in maniera incisiva e tempestiva, tenendo presente la fugacità con cui si attraversa una pista ciclabile.

Il Didacommunicationlab appartiene al sistema dei laboratori DIDALABS, istituito dal Dipartimento di Architettura (DIDA) dell’Università degli Studi di Firenze. Ogni laboratorio presente all’interno del Dipartimento rappresenta un supporto scientifico e tecnico alla didattica, alla ricerca e alla formazione superiore, al trasferimento di conoscenze per gli studenti dell’Ateneo fiorentino nell’area dell’architettura, del disegno industriale, della pianificazione territoriale e del paesaggio. Lo stretto legame tra grafica e architettura, l’indispensabilità di una disciplina rispetto all’altra, la comunicazione dello spazio pubblico, ma anche la continua ricerca della definizione del concetto di identità, sono alcuni dei temi di ricerca, che diventano occasione di sperimentazione, all’interno del Laboratorio.

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Giulio Emanuele Fusco Federica Giulivo Alessanda Marianelli Vittoria Niccolini Ambra Quercioli

Lorenzo Quercioli Vanessa Staccioli Alice Trematerra

UNIFI ARCHITETTURA

DIDACOMMUNICATIONLAB

Susanna Cerri Jacopo Ammendola Dario Borruto Gianluca Buoncore Giacomo Dallatorre

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Gruppo di progetto:

Susanna Cerri, Jacopo Ammendola, Alice Trematerra Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura Didacommunicationlab, Laboratorio di Comunicazione

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STORYTELLING SULLE PISTE CICLOPEDONALI DI PRATO

SISTEMA URBANO, PAESAGGIO E MOBILITÀ


2019 DIDACOMMUNICATIONLAB UNIFI ARCHITETTURA Susanna Cerri, Jacopo Ammendola, Alice Trematerra Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura Didacommunicationlab, Laboratorio di Comunicazione

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STORYTELLING SULLE PISTE CICLOPEDONALI DI PRATO

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Susanna Cerri, Jacopo Ammendola, Alice Trematerra Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura Didacommunicationlab, Laboratorio di Comunicazione

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STORYTELLING SULLE PISTE CICLOPEDONALI DI PRATO

SISTEMA URBANO, PAESAGGIO E MOBILITÀ


2019 DIDACOMMUNICATIONLAB UNIFI ARCHITETTURA Susanna Cerri, Jacopo Ammendola, Alice Trematerra Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura Didacommunicationlab, Laboratorio di Comunicazione

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STORYTELLING SULLE PISTE CICLOPEDONALI DI PRATO

SISTEMA URBANO, PAESAGGIO E MOBILITÀ


2019 DIDACOMMUNICATIONLAB UNIFI ARCHITETTURA Susanna Cerri, Jacopo Ammendola, Alice Trematerra Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura Didacommunicationlab, Laboratorio di Comunicazione

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TESI DI LAUREA SISTEMA URBANO, PAESAGGIO E MOBILITÀ

ELENA SALVADORI Il progetto del parco agricolo multifunzionale nella piana di Prato come strumento di rigenerazione agroambientale e paesaggistica. ELENA BARBIERATO La città fabbrica: rigenerazione del Macrolotto Zero attraverso l’analisi dei morfotipi urbani a Prato. CHIARA MARGARITELLI, RITA ROSA Il progetto agropaesistico per la rigenerazione della frangia interna: il caso di Prato.



SISTEMA URBANO, PAESAGGIO E MOBILITÀ

Elena Salvadori, Il progetto del parco agricolo multifunzionale nella piana di Prato come strumento di rigenerazione agroambientale e paesaggistica.

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Università degli Studi di Firenze - Scuola di Architettura Tesi di laurea in Urbanistica e Pianificazione Territoriale e Ambientale - aa.2006/2007 relatore: Prof. David Fanfani, correlatore: Prof. Iacopo Bernetti


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TESI DI LAUREA


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SISTEMA URBANO, PAESAGGIO E MOBILITÀ


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TESI DI LAUREA


SISTEMA URBANO, PAESAGGIO E MOBILITÀ

Elena Barbierato, La città fabbrica: rigenerazione del Macrolotto Zero attraverso l’analisi dei morfotipi urbani a Prato.

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Università degli Studi di Firenze - Scuola di Architettura Tesi di laurea in pianificazione e progettazione della città , del territorio e del paesaggio - aa.2014/2015 relatore: Prof. Claudio Saragosa, correlatore: Prof. David Fanfani


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UNIFI ARCHITETTIURA

TESI DI LAUREA


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SISTEMA URBANO, PAESAGGIO E MOBILITÀ


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UNIFI ARCHITETTIURA

TESI DI LAUREA


SISTEMA URBANO, PAESAGGIO E MOBILITÀ

Chiara Margaritelli, Rita Rosa, Il progetto agropaesistico per la rigenerazione della frangia interna: il caso di Prato

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Università degli Studi di Firenze - Scuola di Architettura Tesi di laurea in Urbanistica e Pianificazione Territoriale e Ambientale - aa.2017/2018 relatore: Prof. Daniela Poli, correlatore: Prof. Davide Fanfani


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UNIFI ARCHITETTIURA

TESI DI LAUREA


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UNIFI ARCHITETTIURA

TESI DI LAUREA


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SISTEMA URBANO, PAESAGGIO E MOBILITÀ


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UNIFI ARCHITETTIURA

TESI DI LAUREA







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