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Francesco Caporaso (Direttore Servizio Urbanistica, Comune di Prato
FRANCESCO CAPORASO
DIRETTORE SERVIZIO URBANISTICA, COMUNE DI PRATO
Il volume curato da Giulio Giovannoni e da Olivia Gori nasce da una collaborazione tra il Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze e il Servizio Urbanistica del Comune di Prato. I progetti e le visioni raccolte nel volume sono stati sviluppati su stimolo della pubblica amministrazione e d’intesa con i docenti dei corsi, al fine di esplorare possibili soluzioni a problemi e opportunità progettuali esistenti a Prato. È interessante riflettere su quelle che potrebbero essere alcune linee di futuro sviluppo di questa collaborazione, anche alla luce di quanto evidenziato dall’agenda urbana pratese 2050. Attualmente l’amministrazione sta lavorando all’implementazione del progetto di forestazione urbana Urban Jungle. È importante che addiveniamo all’individuazione di un sistema di incentivi che permetta l’effettiva realizzazione dei progetti di forestazione attraverso bonus edificatori e/o fiscali condizionati all’effettivo miglioramento delle caratteristiche ambientali (demineralizzazione delle aree, aumento delle superfici permeabili, aumento della capacità di trattenuta dell’acqua piovana, etc.). L’edificio del futuro può essere immaginato come un cyborg con protesi non tanto meccaniche ed elettroniche – come nell’immaginario futuristico prevalente – bensì con protesi di tipo vegetale e organiche. La definizione dei criteri con cui indirizzare e accogliere gli interventi volti a introdurre una componente vegetale sempre maggiore nelle nostre città non può che derivare da una collaborazione tra pubblica amministrazione e università. Questa trasformazione ecologica della città, che certamente incontrerà le sue difficoltà, rappresenta una sfida ineludibile. Più in generale occorre proseguire il lavoro che già l’Amministrazione Comunale sta svolgendo con grande slancio sulla riqualificazione della città pubblica. Come noto Prato è ricca di tessuti urbani fortemente antropizzati ma assai carenti di spazi pubblici. Molti dei quartieri di Prato sono stati sviluppati nel periodo del grande boom economico, durante il quale la città raddoppiava la propria popolazione in soli dieci anni. I decreti ministeriali della fine degli anni 1960 che avrebbero introdotto standard minimi di spazi e di attrezzature pubbliche non erano ancora stati approvati, per cui la città poteva crescere nella totale assenza di spazio pubblico di relazione. Le azioni che stiamo realizzando sono azioni di recupero della res publica, attraverso progetti anche importanti che comportano degli interventi sul suolo, per esempio acquisendo edifici in tessuti densi per demolirli e realizzarvi delle piazze. Queste sono operazioni assai onerose, che soltanto la pubblica amministrazione può promuovere e realizzare. Affinché ciò sia possibile è necessario intercettare i finanziamenti che si rendono disponibili attraverso bandi italiani ed europei. Per questo motivo ci siamo dotati di un ufficio ad hoc che cerca i finanziamenti e sviluppa i progetti, anche avvelendosi della collaborazione dell’università. Si è iniziato dalle aree a più forte tensione abitativa e in particolare dal Macrolotto 0. Il lavoro di esplorazione progettuale di questo quartiere svolto dall’università in tutti questi anni e raccolto nel presente volume ci è stato di grande utilità nel definire alcune delle linee progettuali che hanno poi ottenuto il finanziamento. Qui abbiamo realizzato un mercato metropolitano, dei giardini pubblici, un bellissimo playground, ideato con il coinvolgimento di artisti e rivelatosi uno spazio pubblico di grande successo. Visitanto questo spazio è possibile osservare ragazzi italiani e stranieri delle più varie etnie divertirsi con lo skateboard o giocando a pallacanestro nello stesso luogo così come possiamo vedere anziani cinesi e italiani che stanno seduti nel piccolo anfiteatro che facente parte della stessa struttura. In una città come Prato caratterizzata da un fenomeno migratorio così importante e articolato con oltre
100 gruppi etnici diversi rappresentanti il 22% circa della popolazione residente, la progettazione dello spazio pubblico assume un ruolo fondamentale, proprio nell’ottica di elemento che permette di facilitare e aumentare le opportunità d’interazione e di reciproca conoscenza e dialogo tra gruppi sociali diversi. Peraltro, essendo così forte bisogno di spazi pubblici di relazione, questi interventi hanno un successo davvero notevole e i nuovi spazi offerti alla cittadinanza sono in genere utilizzati in maniera molto intensa. In questa fase stiamo appunto estendendo questo approccio ad altri quartieri, tra cui il cosiddetto quartiere del Soccorso, realizzato a ridosso delle mura all’inizio degli anni 1960 ed anch’esso del tutto carente di spazi pubblici di relazione. La chiave per il successo di queste iniziative è ancora una volta la collaborazione tra Pubblica Amministrazione e Università. Come pubblica amministrazione abbiamo ormai acquisito una notevole competenza nella gestione delle procedure amministrative e anche nello sviluppo dei progetti. Il lavoro di esplorazione progettuale svolto dall’università è di grandissima utilità. Inoltre il contributo del mondo accademico è imprescindibile per quanto riguarda la costruzione di un quadro analitico e argomentativo a supporto dei progetti. Dunque, rispetto al passato, potremmo certamente proseguire in modo utile ed efficace questa fin qui assai proficua collaborazione, da un lato implementando ulteriormente il lavoro di esplorazione progettuale fin qui svolto in modo da includervi i nuovi temi che vanno via via emergendo, dall’altro collaborando direttamente su proposte progettuali concrete da sottoporre a richiesta di finanziamento.