104
il design e gli animali, tra zoomorfismo e animalier • benedetta terenzi
La Chimera d’Arezzo. La Chimera è una scultura in bronzo realizzata da abili artisti etruschi attorno alla fine del V secolo a.C. Alta 65 cm e conservata al Museo Archeologico di Firenze, essa era stata trovata durante gli scavi per la costruzione delle fortifcazioni medicee di Arezzo nel 1553 e fu restituita alla luce con il contributo dello stesso Benvenuto Cellini. Con riferimento alla belva sconfitta da Bellerofonte con l’aiuto di Pegaso, essa è costituita da un leone accovacciato come se dovesse scattare contro un intruso; sul dorso reca una testa di capra le cui corna sono morsicate dalla sua coda in forma di serpe.
da quel concetto di arte che, invece, andrà sviluppandosi nel Rinascimento1. In verità, all’immenso e ricco apparato illustrativo veniva affidata una funzione di grande importanza socio-culturale: grazie anche alla sapiente regía della Chiesa e degli intellettuali, esso costituiva un potente e condiviso mezzo di divulgazione di metafore narrative la cui ripetizione costante, alla lunga, ne garantiva una vasta diffusione e un’immediata comprensione da parte del popolo. A testimonianza di questo è utile riportare l’affermazione fatta da papa Gregorio Magno nella sua lettera al vescovo iconoclasta Sereno di Marsiglia, in merito alla sua posizione nei confronti dell’utilizzo delle immagini “esse consentono agli illetterati di comprendere la storia sacra” (“in ipsa legunt qui litteras nesciunt”)2. Gregorio I riteneva, infatti, che l’immagine potesse rappresentare un valido sostituto del testo in quanto rientrava in un’analoga operazione di ‘lettura’, particolarmente utile nell’impegno di convertire i Enciclopedia dell’Arte Medievale, vocabolo “Immagine”, di J. Baschet, 1996, in Enciclopedia Italiana G. Treccani. 2 Papa Gregorio I, detto papa Gregorio Magno ovvero il Grande, il cui pontificato durò dal 540 al 604 d.C., scrisse l’opera Registrum epistolarum nella quale sono raccolti ottocento lettere in 14 libri (uno per ogni anno del pontificato) che costituiscono una testimonianza di straordinaria importanza sulla storia del suo tempo consentendo di seguirne minutamente l’operato. Il brano è tratto da Registrum epistolarum, XI, 10. 1