dalla scelta di un sistema di mercati per firenze capitale alla chiamata di giuseppe mengoni
per il quale offre un capitolato di concessione corredato di un progetto e di una memoria illustrativa tramite l’ingegnere Horace Baynes, suo rappresentante in Italia44. Giuseppe Mengoni consulente «Nella fisonomia animatissima ed allegra della capitale»45 proseguono incalzanti le nuove proposte a partire da quella di Ugo Amerighi e Giovanni Clive per conto del Banco del Commercio e dell’Industria46. Seguono le offerte di «R. Fischer»47 e della società «P. Ferrére & C.i» di Parigi, all’epoca impegnata nella costruzione di mercati in concessione negli arrondissement della capitale francese48. Nel frattempo Peruzzi è incaricato da Cambray Digny di esaminare le offerte che stanno cominciando ad accumularsi, anche perché le espropriazioni in San Lorenzo sono giunte al punto da consentire di negoziare una concessione per la costruzione del nuovo mercato. A causa della grave epidemia di colera che ha coinvolto gran parte dell’Italia le sollecitazioni della Prefettura circa le condizioni del Mercato Vecchio si fanno sempre più insistenti fino alla proposta di sopprimere l’antico mercato per istituirne alcuni provvisori in varie piazze della città.49 Inizialmente la Giunta rifiuta le misure proposte, da un lato secondando la commissione Sanitaria, secondo la quale si riprodurrebbero centri di infezione molto più pericolosi per la mancanza di fognature quando il Mercato Vecchio è stato corredato di «fogne e fognoli» nel 1865, dall’altro adducendo alla crisi finanziaria generale del 1866 la ragione dell’interruzione delle trattative in corso con diverse società per la costruzione di nuove strutture50. Il Consiglio invece decide di aderire alla proposta di istituire una commissione ‘mista’ (in parte nominata dal Sindaco, in parte dal Prefetto), alla quale affidare sia il riordinamento del vecchio mercato sia lo studio di mercati temporanei51, che presto condurrà ad ampliare l’antico centro commerciale52, a migliorarne il piano stradale, a obbligare i venditori a esercitare il commercio nelle loro botteghe oppure negli spazi aggiunti e a estendere l’orario del «servizio di nettezza»53.
44 Ivi, fsc. 13, 1o aprile 1869. Da un documento successivo si apprende invece la data di inizio dei rapporti col Municipio: il 28 dicembre 1866. 45 U. Pesci, Firenze Capitale (1865-1870). Dagli appunti di un ex-cronista, R. Bemporad & Figlio, Firenze 1904, p. 119. Cfr. M.T. Mori, La sociabilità dei salotti, in Manica (a cura di), Firenze capitale europea della cultura e della ricerca scientifica, cit., pp. 85-99; M. Pacini, Firenze capitale d’Italia: scene da un cambiamento, in Chiavistelli (a cura di), Una città per la nazione?, cit., pp. 65-84; F. Bertini, Intellettuali, società e politica in Firenze capitale, in Marchi, Lucchesi (a cura di), Una capitale europea, cit., pp. 135-176. 46 ASCFi, Comune di Firenze, Mercati delle vettovaglie, CF 7334, fsc. 3. 47 Ibidem. 48 Ivi, fsc. 4. 49 ASFi, Prefettura di Firenze 1865-1952, Protocollo Generale: f. 4, nn. 11523, 12271 (luglio 1865); f. 8, nn. 21957, 23004 (dicembre 1865); f. 14, n. 15504 (settembre 1866); f. 23, n. 5374 (giugno 1867). 50 ASCFi, Comune di Firenze, Deliberazioni della Giunta, CF 415, Ad. 10 giugno 1867. 51 Atti del Consiglio comunale di Firenze dell’anno 1867, Coi Tipi di M. Cellini e C., Firenze 1873, Ad. 18 giugno 1867; ASFi, Prefettura di Firenze 1865-1952, Protocollo Generale, f. 23, n. 6047. Poggi accetta l’invito di far parte della commissione ‘mista’. 52 Piazzetta S. Andrea, Via degli Amieri, Piazza degli Amieri, Piazza dell’Olio, Piazza della Fraternità. 53 Atti del Consiglio comunale di Firenze dell’anno 1867, cit., Ad. 9 agosto 1867.
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