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Epilogo
Per quanto alla fine dell’Ottocento si attestino a Vienna ben sei mercati al dettaglio – se si esclude il caso singolare di Berlino – si ha l’impressione che nell’Europa centrale l’idea iniziale di un sistema diffuso di mercati coperti sia stata ridimensionata. Il mercato di Zedlitzgasse, abbandonato piuttosto presto, ospiterà svariate attività prima di essere demolito (1965), seguito dagli altri. L’unico a essersi conservato è ancora un mercato al dettaglio, quello della Nussdorferstrasse, poi diventato un supermercato.
Epilogo Nel primo Novecento il fenomeno architettonico e urbano dei mercati coperti interesserà maggiormente i paesi della periferia europea fino a quel momento estranei alla questione, come le grandi città dell’Europa centro-orientale e baltico-scandinava, a partire dal completamento del sistema di mercati di Budapest modellato su quello di Berlino. Nello stesso periodo, da un lato avrà luogo la diffusione dei mercati in ferro e vetro in molte città di piccole e medie dimensioni dell’Europa occidentale, dall’altro si assisterà all’affermazione del cemento armato, in particolare negli esempi tedeschi. Gli edifici più innovativi destinati all’approvvigionamento urbano si realizzeranno tra le due guerre, nell’ambito dei programmi di costruzione dei nuovi mercati all’ingrosso e dei mattatoi, quando la fortuna della tipologia ottocentesca si è ormai esaurita. Seguirà un’ultima fase, segnata dall’abbandono di molte strutture metalliche nei paesi-chiave della loro attestazione (a partire dalla Gran Bretagna), accompagnata da un forte sviluppo di quelle stesse attrezzature urbane nei paesi dell’Europa dell’Est e mediterranea, ancora lontani dalle nuove forme di commercio (catene alimentari e supermercati), dove però si abbandona l’uso del ferro, materiale simbolo dell’Ottocento. Per i vecchi mercati metallici si apriranno nuovi scenari: la demolizione, come nel caso ricordato delle Halles di Parigi, o il restauro e la rifunzionalizzazione, come nel caso del mercato Centrale di Firenze.