Firenze Architettura 2003-3

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Fabrizio Rossi Prodi

Sulla didattica LABORATORIO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA 2 MODULI DIDATTICI Caratteri Tipologici e Morfologici dell’Architettura: Pasquale Mastrullo A.A. 2000-2003 Tecnologia dei Materiali da Costruzione: Riccardo Barciulli A.A. 2000-2001 Collaboratori: Francesca Privitera Emiliano Romagnoli

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des visages, des figures dévisagent, défigurent des figurants à effacer des faces A, des faces B (Noir Désir, Des visages des figures)

Il panorama architettonico attuale, privo di riferimenti culturali certi e dal linguaggio frammentato, ha portato l’architettura a smarrire progressivamente la sua identità di “fatto” collettivo, per assumere sempre più quella di “avvenimento” individuale. Così affiora una moltitudine di possibili “modelli”, oggetti con la sola capacità di essere copiati o imitati, che si moltiplicano pericolosamente; progetti a-topici, “autistici” nella loro indifferenza al contesto e nella loro inerzia a trasmettere forze vitali, estranei a un principio di continuità, di evoluzione e di metamorfosi delle forme, essi provocano un’inevitabile spaesamento, forse di completo disorientamento, in quanti si affacciano al mestiere di architetto. La Scuola, all’interno di questo paesaggio caleidoscopico in frenetica evoluzione e precarietà, basato sull’individualismo piuttosto che sui valori del lavoro collettivo, assume un ruolo fondamentale come possibile erede spirituale della “Tessenowiana” bottega artigiana, luogo di trasmissione del mestiere, in cui razionalità e unitarietà di metodo, di linguaggio e di intenti, garantiscono la trasmissione della tradizione secondo un principio di continuità. Il compito primario della Scuola risulta allora quello di ritrovare un linguaggio che esprima una densità di significati, assumendo come riferimento l’Uomo e i suoi luoghi sostanziati dalla storia, dalla tradizione non come testimonianza del passato ma come “materiale” di lavoro concreto, durevole, vivo, presupposto per nuove evoluzioni. Consapevoli che il progetto d’architettura sia un’operazione conoscitiva e artistica e che analisi dell’esistente e progetto del nuovo si alimentino vicendevolmente, più che mai nel nostro

territorio, dove la densità del costruito recente e la qualità di quello antico spostano il concetto di progetto architettonico da “disegno del nuovo” a “completamento e ricomposizione dell’esistente”, troviamo, nella conoscenza delle “misure dello spazio” e degli “avvenimenti del passato”, il presupposto fondamentale per fondare una ritrovata consapevolezza del progetto, della tecnica, del perché di ogni scelta e la formazione di un giudizio critico sull’architettura, ovvero su cosa intendiamo per architettura e come intendiamo il nostro mestiere. Per questo gli studenti sono invitati a riflettere, quindi a progettare, all’interno di tessuti consolidati ma aventi una connotazione di luoghi in cui il progetto appare ancora incompiuto, in divenire, in una parola: aperto. “Le relazioni fra le misure dello spazio e gli avvenimenti del passato”, indagati, compresi e assimilati attraverso il rilievo e il plastico, strumenti non solo di rappresentazione ma di conoscenza del luogo e di verifica del progetto, permettono l’individuazione dei caratteri che sono propri di uno specifico contesto, al fine di formulare una proposta di progetto che nel suo incessante rapporto con il luogo, sia soprattutto necessario.

Esercitazioni: progetto di biblioteca in Piazza Poggi a Firenze Vincenzo Squadroni, Alice Arbi, Giulio Carli, Andrea Baraldi, Davide Bernardini, Elena Falorni, Veruska Arfelli, Nicoletta Romualdi, Carlo Battini


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