Paramenti bugnati e architettura nella Firenze del Quattrocento | Belli

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introduzione al bugnato

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A sua volta, la bugna si può sostanzialmente ritenere suddivisa in tre parti (fig. 33): la superficie frontale dell’elemento aggettante (faccia), le superfici laterali dello stesso elemento (bordi), la parte perimetrale liscia che contorna l’elemento aggettante e che giace sul piano della parete (nastrino o anatirosi). Dipende dalla conformazione della bugna la compresenza o meno di queste tre parti; l’unico elemento fondamentale e irrinunciabile è la faccia, la cui forma e la cui lavorazione superficiale determinano gran parte delle variazioni che distinguono tra loro i vari tipi di bozze. Il bordo è l’elemento di mediazione tra la faccia e l’anatirosi, e costituisce una superficie che generalmente giace secondo un angolo perpendicolare o inclinato rispetto al piano della parete; l’elemento di discontinuità tra la faccia e il bordo è costituito dallo spigolo: in assenza dello spigolo (ad esempio in una bugna bombata) il bordo si fonde con la faccia. Un secondo spigolo, stavolta sempre presente, distingue invece l’anatirosi dal bordo oppure, in sua assenza, dalla faccia: possiamo indicare questa linea, che costituisce il contorno della parte propriamente aggettante della bugna, con il termine margine. Benché sia rarissimo — almeno nei paramenti quattrocenteschi — che in una bugna manchi completamente l’anatirosi, in quanto costituisce un elemento utile alla squadratura del concio, può accadere che questo elemento sia presente solo su alcuni dei quattro lati: generalmente su due, oppure, più raramente, su tre o su uno. Lo spazio che separa i bordi di due bugne contigue, oppure, in assenza di questi, le loro facce, costituisce la fuga; nella generalità dei casi la fuga coincide con la somma delle anatirosi appartenenti alle due bugne contigue, oppure,


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