Raccogliendo l’invito di Rudolf Wittkower, che esortava a studiare con attenzione la grammatica delle forme che compongono l’architettura, il libro indaga l’evoluzione dei paramenti bugnati in uno dei contesti forse più significativi per la loro storia, vale a dire nell’ambito dell’architettura fiorentina del Quattrocento.
Limitato quasi interamente all’architettura residenziale, a Firenze il bugnato intreccia il proprio sviluppo con quello dei palazzi realizzati durante il corso del XIV e XV secolo, e già in questo periodo costituisce un elemento che si può dire tradizionale: un linguaggio autoctono che in quest’area trova una ininterrotta continuità d’uso e di significato almeno fin dal Duecento. Il tratto caratteristico è il naturalismo, che in forme e gradi diversi permea tutti i paramenti, costituendo una sorta di inflessione locale che connota anche certa architettura di derivazione fiorentina costruita in zone e contesti lontani da quello di origine, e in patria contamina linguaggi più aggiornati.