Paramenti bugnati e architettura nella Firenze del Quattrocento | Belli

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introduzione al bugnato

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da sollevamento fornita di un «castello»16. I blocchi vengono sollevati imbracandoli con canapi, o agganciandoli con ulivelle o tenaglie. In quest’ultimo caso, per assicurare la presa della tenaglia, sulle facce del blocco è praticata una piccola incavatura; nel palazzo Medici, ad esempio, queste intaccature sono ben visibili nei conci di ghiera delle arcate del piano terreno e in moltissimi altri blocchi di questo livello17. Sulle facce dei conci si scorgono talvolta anche altri segni, ta da Apollonio di Giovanni anche in altri due cassoni con lo stesso soggetto, e sempre in relazione ad edifici identificabili con il palazzo Medici (New Haven, Yale University, collezione Jarves; Hannover, Niedersächsische Landesgalerie). Cfr. P. Schubring, Cassoni. Truhen und Truhenbilder der italienischen Frührenaissance. Ein Beitrag zur Profanenmalerei im Quattrocento, Leipzig, Verlag von Karl W. Hiersemann, 19232, I, pp. 273-274 nn. 218, 224; II, tavv. XLVIII, L. Si vedano anche E. Callmann, Apollonio di Giovanni, Oxford, Oxford University Press, 1974, pp. 54-55 n. 6, 68-69 n. 35; A. Garzelli, Miniatura fiorentina del Rinascimento 1440-1525. Un primo censimento, Firenze, Giunta Regionale Toscana-La Nuova Italia, 1985, I, pp. 43, 46-47; II, pp. 73-75, figg. 91, 93, 95-97; C. Danielson, L’iconografia storica del palazzo, in Il Palazzo Medici Riccardi di Firenze, a cura di G. Cherubini e G. Fanelli, Firenze 1990, pp. 272-299: 279-280. Altre due immagini di macchine dello stesso genere sono pubblicate da R. Goldthwaite, La costruzione della Firenze rinascimentale. Una storia economica e sociale, Bologna, Il Mulino, 1984, pp. 230, 416-417. 16 Nell’agosto del 1449 Pagno di Lapo Portigiani è pagato infatti per un canapo tolto «dal castello del palagio [Medici]»: I. Hyman, Notes and Speculations on San Lorenzo, Palazzo Medici, and an Urban Project by Brunelleschi, «Journal of Society of Architectural Historans», XXXIV, 1975, 2, pp. 98-120: 117 doc. 43. 17 Questo sistema è impiegato già in età medievale, come attestano i numerosi esempi nelle architetture fortificate sveve: W. Pfefferkorn, Buckelquader an Burgen der Stauferzeit in Württemberg, Ludwigsburg, Öffentliche Bausparkasse Württemberg, 1977, pp. 10-11, 22-23. Roberto Gargiani osserva che questo modo di agganciare il concio è più speditivo rispetto all’impiego dell’ulivella, che necessita di un apposito scasso eseguito con sufficiente precisione sulla faccia superiore del blocco, ma comporta l’incisione di un segno destinato a rimanere in vista, e dunque sembra adatto esclusivamente per elementi bugnati (R. Gargiani, Princìpi e costruzione nell’architettura italiana del Quattrocento, Roma-Bari, Laterza, 2003, p. 75).


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