Ex Carducci | Dopo di Noi

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Graffiti interni Ex Carducci

Ex Carducci Dopo di Noi

L’atteso intervento socioassistenziale Dopo di Noi, può trarre ulteriore valore aggiunto, dalla conservazione e riqualificazione integrale dell’edificio storico delle ex Carducci, che rappresenta un importante Patrimonio Culturale e Identitario della Comunità. Il futuro si realizza rispettando i modelli ereditati, conservandoli e rigenerandoli nella loro unitarietà originale. I capisaldi del Progetto devono necessariamente essere Efficientamento energetico e Rigenerazione Urbana, dove le nuove edificazioni recuperano le volumetrie demolite senza aumenti di carico edilizio. Febbraio 2020

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Il Progetto e il Luogo Urbano Dopo avere esaminato l’importante e atteso progetto di RocknoWar per il Dopo di Noi da realizzarsi nel plesso delle Ex Carducci, condivido le mie riflessioni, come architetto e cittadino formiginese. Certamente, il plesso scolastico delle Ex scuole Carducci e la Torre Idraulica con le 3 Fontane che la adornano (beni già soggetti a vincolo), nascono da un unicum progettuale, architettonico ed urbanistico, frutto della stessa mano illuminata, dell’ing. Remigio Casolari (figura rilevante nell’ambito locale e nel quadro razionalista modenese), connotando le medesime proporzionate armonie e stilemi tipici di un contesto compositivo coevo. Il 10 ottobre scorso, il Senato ha votato l’adozione della Convenzione del Consiglio d’Europa sul Valore dell’eredita’ culturale per la societa’, nota come Convenzione di Faro e, le ex scuole Carducci potrebbero rientrare a pieno titolo, tra i beni tutelati dal trattato comunitario, in quanto organismo architettonico unitario, mirabilmente conservato.

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Il valore socioassistenziale del progetto Dopo di Noi è di assoluto rilievo, e il sostegno alla sua realizzazione, non è in discussione, ma parallelamente bisogna anche parlare di riqualificazione di un’area urbana fondamentale e pienamente integrata al centro storico, di salvaguardia di architetture entrate nel patrimonio culturale della comunità e, di utilizzo dell’enorme area che si libera con le demolizioni delle superfetazioni più recenti. Il progetto di “riqualificazione” prevede, oltre alla rimozione di quest’ultime, di smembrare in parti un organismo architettonico unitario, di DEMOLIRE elementi fondamentali e costitutivi quali le ali laterali del plesso, conservando un “residuale moncone edilizio” come parvenza di continuità storica. Sarebbe, come demolire le torri sud e nord e il palazzo marchionale della ns rocca e mantenere solo la torre dell’orologio. Diverrebbe difficile parlare di continuità storica. Deve crescere la sensibilità progettuale e culturale alla conservazione del patrimonio architettonico e della identita’ di comunita’, che deve e può coniugarsi con la sua valorizzazione rappresentata dal Dopo di Noi.

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La conservazione dell’edificio storico, rappresenta un valore aggiunto per il Dopo di Noi Nel Consiglio Comunale del 28 novembre scorso, è emerso che l’amministrazione chiederà alla Soprintendenza il riconoscimento di interesse culturale per le ex scuole di Sant’Antonio, al fine di richiedere un finanziamento attraverso la formula dell’ArtBonus. La domanda naturale è: perchè non richiedono la tutela, con eventuale possibilità di finanziamento (ArtBonus o Fondazione), anche per le Ex Carducci? Avendo caratteristiche architettoniche analoghe e comparabili e medesimo valore testimoniale, perchè una si può salvare mentre l’altra si può demolire? Questa scelta penalizza tutta la collettività che ha diritto di avere un’importante opera come il Dopo di Noi e, vedere tutelato un altrettanto importante, bene collettivo e patrimonio culturale dei cittadini. Le due cose devono e possono convivere, come accade in altre realtà comunali. E’ possibile realizzare il Dopo di Noi senza demolire le ali laterali delle Ex Carducci, utilizzando l’ampia area che si ricava dalla demolizione delle superfetazioni. La proposta alternativa, prevede la valorizzazione urbana dell’area nella sua integralità originaria comprensiva del parco delle 3 Fontane|Torre idraulica e, dell’adiacente parco urbano della Rocca. Nell’edificio storico delle ex Carducci, consolidato e recuperato integralmente, possono trovare posto attività collettive di pubblico interesse. Le nuove edificazioni riguardano i moduli abitativi del Dopo di Noi, poste a ovest, in zona protetta. Il nuovo corpo lungo l’asse est/ovest, che ospita la struttura di assistenza e spazi commerciali e ricreativi al piano terra, che si affacciano sulla galleria polifunzionale e sulla corte interna di uso pubblico. Fondamentale, sarà anche la realizzazione del parcheggio interrato, che sposterà le auto dalla superficie e diverrà fondamentale al servizio del comparto e del Centro Storico. Il progetto sarà anche autosufficiente energeticamente grazie all’ampio parco fotovoltaico integrato sulle coperture (ca 250Kw di potenza). D711 | facebook.com/D711formigine/

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Recuperare le Ex Carducci riqualificando un bene culturale amato da Tutti i Cittadini Nella infografica a fianco, è riportato il caso di Modena, dove, l’edificio delle Scuole Medie-Elementari San Carlo in V.le Muratori, coevo ed analogo costruttivamente alle ex Carducci, viene riqualificato e consolidato sismicamente, mantenendone la destinazione scolastica. Utilizzando i parametri di costo di Modena (appalto del luglio 2019 per un costo di 501.500 euro per ca 2.700 mq di superficie) il valore di riqualificazione delle Carducci, sarebbe di ca 334.000 euro (ca 1.800 mq di superficie). Pertanto, un importo molto lontano dai tanti milioni narrati in questi anni per giustificare la demolizione e, privi di ogni fondamento tecnico. Il risultato sarebbe un immobile di pregio architettonico e culturale che valorizzerebbe con la sua presenza l’area e potrebbe ospitare le funzioni già previste dal progetto Dopo di Noi, rappresentate da spazi dedicati all’associazionismo e al sociale. https://intercenter.regione.emilia-romagna.it/servizi-imprese/bandi-altrienti/bandi-altri-enti-in-corso/BANDO_GARA_PORTALE@1643772

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Le costruzioni in legno previste dal Progetto, hanno un alto carico d’incendio e non solo Il progetto Dopo di Noi, prevede la realizzazione di costruzioni in legno che ospiteranno le nuove funzioni sociali e di assistenza previste. Sono note agli addetti ai lavori, e non solo, le problematiche tipiche delle costruzioni in legno: • altissimo carico d’incendio. Un manuale della Provincia di Bolzano sconsiglia l’utilizzo di materiali da costruzione combustibili come il legno; • scarsa traspirabilità al vapore (muffe, ecc); • scarsa risposta sismica del nodo di collegamento degli elementi orizzontali e verticali; • rigidità strutturale e compositiva; • scarsa massa e relativo ridotto sfasamento (capacità di resistere alla propagazione dell’onda termica); • scarsa durevolezza dei materiali lignei, scarsamente resistenti all’elevato tasso di umidità della pianura padana. Un ente pubblico è chiamato, ancor prima e ancor più di un privato, ad una scelta di responsabilità verso gli utilizzatori. Esistono tecnologie costruttive collaudate e prive delle controindicazioni intrinseche delle strutture in legno e, nella realizzazione di un edificio pubblico non si può prescindere dall’azione di prevenzione e di tutela, scegliendo la soluzione che presenta le maggiori sicurezze. Nell’immagine a fianco un esempio delle conseguenze di un incendio, che alimentato dalla struttura in legno, ha divorato l’edificio, senza possibilità di controllo. Se fosse stato abitato da persone con disabilità e ridotta, se non nulla, capacità di autonoma deambulazione, come quelle che dovrebbe ospitare il Dopo di Noi, che ne sarebbe stato di loro? https://www.google.com/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd= 4&cad=rja&uact=8&ved=2ahUKEwjUwOacsuPnAhXPR5oKHcJVAP0QFjA DegQIBhAB&url=http%3A%2F%2Fwww.provincia.bz.it%2Fsicurezza-protezione-civile%2Fantincendio%2Fservices%2Fpubblicazioni.asp%3Fpubl_ action%3D300%26publ_image_id%3D485232&usg=AOvVaw0JrzYNy4uPPthV wKL6rCIt

Cantiere cohousing Castenaso (BO) 2019. Incendio dell’edificio con struttura in legno

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Le Ex Carducci hanno 70 anni, il limite temporale per ottenere la tutela e il valore di bene culturale La pagella della sig.ra Bosi e la comunicazione della direttrice, dimostrano chiaramente che le scuole Carducci realizzate a Formigine capoluogo, erano completate e perfettamente funzionali allo scopo di ospitare gli alunni all’inizio dell’anno scolastico 1950/1951. Anche la lettera di ringraziamento del sindaco al marchese Carandini datata 21/11/1950, dice che le scuole “funzionano nella loro apposita sede”. Lo dimostra infine, anche la comunicazione inviata al progettista ing Casolari, dal Consorzio fra le Cooperative di Produzione e Lavoro della provincia di Modena, che data 13/6/1950 ed è allegato ai calcoli dei solai “montati” dice testualmente, nelle scuole di Formigine. In quel momento le Carducci erano le uniche in costruzione e significa che erano già completate a giugno. E’ chiaro oltre ogni dubbio, che le scuole fossero completate entro il giugno del 1950, ma “stranamente” questi documenti non sono mai stati inviati alla Soprintendenza. E’ pertanto assolutamente errata la valutazione temporale, perchè tale è stata quella della Soprintendenza, che non ha tenuto in considerazione tutti i documenti che la possono datare.

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Progetto RocknoWar e le sue criticità Con rammarico si constata che il progetto è modesto rispetto alle aspettative che il quarto comune, di una delle province più ricche e produttive d’europa, si attendeva e giustamente pretendeva. In particolare, visto lo sforzo economico pubblico e per la responsabilità di agire sull’area più preziosa del territorio, da un punta di vista economico e culturale. Dal 2017, in E.R., abbiamo una legge urbanistica che introduce la Rigenerazione Urbana e l’Efficientamento Energetico, come approccio obbligatorio alle trasformazioni territoriali. Invece, il progetto di RocknoWar, è inspiegabilmente ERRATO DI FONDO, PROPRIO NELLA IMPOSTAZIONE GENERALE D’IMPIANTO, MANCANDO COMPLETAMENTE QUALSIVOGLIA APPROCCIO BIOCLIMATICO. Riassumendo le principali criticità: 1. Assenza del più elementare progetto urbanistico di ricucitura del territorio, descritto a pag 2. 2. Mancata rispondenza alla LR 24/2017, che nei PRINCIPI FONDAMENTALI recita, “favorire la rigenerazione dei territori urbanizzati e il miglioramento della qualità urbana ed edilizia, con particolare riferimento all’efficienza nell’uso di energia e risorse fisiche, alla performance ambientale dei manufatti e dei materiali, alla salubrità ed al comfort degli edifici...” 3. Mancata rispondenza alla Convenzione Comunitaria di Faro che stabilisce il Valore dell’Eredita’ Culturale per la Società recepito dall’Italia nello scorso ottobre. La Convenzione parte dall’idea che la conoscenza e l’uso del patrimonio rientrino nel diritto di partecipazione dei cittadini alla vita culturale, come definito nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Il patrimonio culturale è fonte utile, sia allo sviluppo umano, che alla valorizzazione delle diversità culturali e del dialogo interculturale. Ed inoltre, rappresenta un modello di sviluppo economico fondato sui principi di utilizzo sostenibile delle risorse. 4. No Nzeb. Inesistente ogni approccio bioclimatico. Manca ogni approccio bioclimatico, che sfrutti l’apporto solare passivo invernale al fine di ridurre i consumi energetici, condizione preliminare per ogni progetto ad alta efficienza energetica e, per ogni certificazione NZEB. L’edificato ha orientamento sud-nord, esattamente l’opposto rispetto all’asse bioclimatico ottimale est-ovest. Questo comporta la difficoltà di schermarsi dai raggi solari estivi, 8

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che provocano surriscaldamento e ingenti costi energetici aggiuntivi per la climatizzazione indoor. Non esiste l’edificio di riferimento e non sono definiti i parametri di efficienza (Kw/Mq/a). Inesistente un protocollo di riferimento che individui le specifiche tipiche di edifici con tali caratteristiche. No certificazione LEED. Manca un capitolato prestazionale dettagliato, sostituito da un generico “il meglio sul mercato” assolutamente insignificante se non parametrato a soluzioni paragonabili, di efficienza prestazionale e qualitativa. Ormai la certificazione LEED è lo standards di riferimento per edifici pubblici ad altissime prestazioni energetiche ed ambientali. Realizzazione di edifici con tecnica costruttiva in legno. Si è detto sopra, a pag 5, delle problematiche di tale tecnologia e dei rischi connessi. Demolizione del fabbricato storico delle ex Carducci. Si è ampiamente descritto a pagg 3/4, il valore del bene quale patrimonio culturale della collettività. Il progetto prevede di smembrare in parti un organismo architettonico unitario, di DEMOLIRE elementi fondamentali e costitutivi quali le ali laterali, conservando un “residuale moncone edilizio” come parvenza di continuità storica. L’unica motivazione che si adduce alla demolizione, sono le difficoltà distributive legate alla tipologia, che impediscono la massimizzazione dell’investimento. Secondo questa logica non esiste più il concetto di tutela e tutto quanto si può demolire. E’ aberrante quale motivazione, che ammette in sè l’incapacità tecnicoprofessionale, di dare risposte adeguate, preferendo rimuovere l’ostacolo culturale. Parco fotovoltaico, fortemente penalizzato da un orientamento errato, frutto della più totale assenza di approccio bioclimatico. L’impianto fotovoltaico segue l’orientamento delle coperture rivolte a ovest/est/nord, riducendo pesantemente la produzione (-25%), rispetto ad un orientamento ottimale rivolto a sud. Una scelta inspiegabile e molto penalizzante, soprattutto nel lungo periodo, che riduce sensibilmente l’utile netto e, riduce l’autosufficienza energetica dell’intervento. Parcheggio interrato inadeguato alle esigenze funzionali al nuovo edificato, alle adiacenti scuole e al progetto di riqualificazione del Centro Storico. Deve risultare in grado di rimuovere dalla superficie le autovetture in sosta affermando la vocazione alla mobilità sostenibile degli spazi di superficie.


Fotovoltaico del progetto RocknoWar: -25% di produzione per l’assenza di una Fondamentale Impostazione Bioclimatica Nel progetto D711, il Parco Fotovoltaico, integrato alle coperture, avrà una potenza installata di ca 250 Kw. La produzione media annua, per un arco di ca 30 anni, sarà di ca 330.000 Kw, con una resa annua per Kw installato di ca 1.320 Kw ed un autoconsumo indicativo intorno al 40%. Anche il guadagno al netto dei costi, calcolato sulla durata dei 25 anni, è di euro 420.000 (dati elaborati sulla piattaforma online del GSE e verificati con il simulatore di produzione online PVGIS). Grazie a questi valori, il progetto, sarà largamente autosufficiente energeticamente, e di un 25% più produttivo e remunerativo dell’impianto fotovoltaico previsto dal progetto di RocknoWar (immagine a fianco). Il motivo risiede nella scelta progettuale di privilegiare le falde con esposizione completamente a sud, con massima resa, a differenza di RocknoWar che ha preferito falde con esposizione ovest/est/nord, con resa ridotta del 25%. Una scelta inspiegabile e molto penalizzante, soprattutto nel lungo periodo, che riduce sensibilmente l’utile netto (immagine sotto).

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Proposte integrative al Progetto di RocknoWar Il valore socioassistenziale del progetto Dopo di Noi è di assoluto rilievo, ma parallelamente bisogna anche parlare di riqualificazione di un’area urbana fondamentale e pienamente integrata al centro storico e, di salvaguardia di architetture entrate nel patrimonio culturale della comunità. La proposta alternativa, prevede: • La valorizzazione urbana dell’area nella sua integralità originaria comprensiva del parco delle 3 Fontane|Torre idraulica e, dell’adiacente parco urbano della Rocca, attraverso la riconnessione dei due ambiti per decenni separati, ed ora accomunati nuovamente, con la finalità di ridare nuova vita ad una porzione storicamente fondamentale del territorio. • La realizzazione del Dopo di Noi senza demolizione delle ali laterali delle Ex Carducci, utilizzando l’ampia area che si ricava dalla demolizione delle superfetazioni. • Di realizzare, nell’edificio storico delle ex Carducci, consolidato e recuperato integralmente, le attività collettive di pubblico interesse. Le nuove edificazioni, nel rispetto della RIGENERAZIONE URBANA, recuperano le volumetrie esistenti demolite (porzioni posteriori al ‘50), e riguardano: • I moduli abitativi del Dopo di Noi, posti a ovest, in zona protetta e più tranquilla con orientamento a sud. • Il nuovo corpo lungo l’asse eliotermico est/ovest, che ospita la struttura protetta di assistenza e spazi commerciali e ricreativi al piano terra, che si affacciano sulla galleria polifunzionale e sulla corte interna di uso pubblico. • La realizzazione del parcheggio interrato, che sposterà le auto dalla superficie e diverrà fondamentale al servizio del comparto ex Carducci e del Centro Storico. Il Parco Fotovoltaico integrato alle coperture, avrà una potenza installata di ca 250 Kw, con una produzione media annua di ca 330.000 Kw (vita ca 30 anni), con una resa annua per Kw installato di ca 1.320 Kw ed un autoconsumo indicativo intorno al 45-50%. Grazie a questi valori, il progetto avrà una significativa autosufficienza energetica. 10

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Galleria polifunzionale e collegamenti verticali Torre Idraulica Parco 3Fontane Nuovi moduli abitativi DOPO DI NOI EX CARDUCCI 49 nuova struttura collettiva Corte-Anfiteatro Nuova struttura protetta di assistenza Nuovi spazi commerciali e ricreativi Nuovo parcheggio interrato

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Vista da Nord-Est

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Vista da Nord-Ovest

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Vista da Sud-Ovest

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Vista da Sud-Est

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La galleria di accesso alla Corte-Anfiteatro e al Dopo di Noi

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La Corte-Anfiteatro

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Graffiti interni Ex Carducci Le emozioni, i sentimenti, la memoria, i valori di identità e di comunità di chi vi è cresciuto e vi ha vissuto gli anni più belli e felici, non si possono cancellare, ma si devono valorizzare

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