INTERVISTA AL DOTT. ROSARIO BONFIGLIO MEDICO DI FAMIGLIA E GUARDIA MEDICA
Per fare bene il medico bisogna saper fare bene le cose semplici ed essere disponibile
Si è laureato a Palermo come Medico generico. Dopo una esperienza di Guardia Medica a Trapani e ad Agrigento, si trasferisce a Suzzara dove lavora da 14 anni. Il suo inserimento è stato immediato: persona disponibile, impegnata e pronta a dare una risposta alle persone che si rivolgono per un aiuto. E’ il Dott. Rosario Bonfiglio il suo ambulatorio si trova presso l’Ospedale vecchio Montecchi ora sede ASL nella palazzina ex laboratorio analisi. Intervista. Dottore come si trova a Suzzara? “Non mi sento a disagio”. In 14 anni come è cambiata Suzzara? La solita, più esigente o più tollerante? “E’ cambiata. E’ diventata più cosmopolita. Anche se c’è ancora un’apparente intolleranza, ma in realtà la popolazione si è ben integrata. Dal punto di vista economico e sociale, qui c’è un tenore di vita proficuo. Aggiungo un elogio all’amministrazione comunale perché è lungimirante. Quando vedo la sala civica usata da varie etnie, dico che questo è civiltà e ricchezza di cultura”.
Dottore, Lei è sempre a contatto con le persone che chiedono un aiuto: cosa serve per fare bene il medico e cosa consiglierebbe ad un giovane che volesse fare il medico di famiglia? “Serve fare le cose semplici e rendersi disponibili, perché la gente vuole soprattutto questo”. Dottore da quasi un ventennio Lei fa anche i turni di Guardia Medica. Ma, sinceramente, mi dica, è utile questo servizio? “E’ utilissimo nel senso che va a coprire i bisogni della popolazione che in quel momento non può rivolgersi all’Ospedale o al Medico di Famiglia. Questo servizio dà una risposta ai vari quesiti. Vede ci sono casi dove la Guardia Medica affronta problematiche altamente rischiose che in quel momento necessiterebbe una più attenta valutazione da parte del servizio 118 che ha ricevuto la telefonata. Chiudo dicendo che fare il turno di Guardia medica, significa trovarsi in prima linea dove si vede di tutto e di più. Io trovo giusto che ci siano professionisti esperti”.
IL MIO OBIETTIVO? RIABILITARE LE PERSONE ALLA VITA NORMALE
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Nostra intervista al Fisioterapista suzzarese Dott. Daniele Scaini
ersona disponibile, impegnato con passione nella sua professione, il fisioterapista sta diventando una figura importante nella vita di tutti: sono tante le persone che presentano problemi e alterazioni ai tessuti, alle strutture che compromettono le normali funzioni della vita. Altrettanto tante le persone che si rivolgono ad un fisioterapista. Daniele Scaini si laurea nel 2006 in “Fisioterapia” a Brescia e poi consegue diverse specializzazioni nel campo. Ma è lo stesso Daniele che ci spiega la sua specializzazione: “ho conseguito il diploma di Rieducazione Posturale Globale (R.P.G.) e in terapia
Cronache Sanitarie
del Distretto di Suzzara Bimensile gratuito Iscritto al Tribunale di Milano in data 8-4-2011 n° 190 DIRETTORE RESPONSABILE Attilio Pignata Via C. Ravera, 9 Suzzara Cel. 346-0905483 DIRETTORE SCIENTIFICO Prof. Piero Zanini REDAZIONE Dott.ssa Anna Bonini, Dr. G.Luca Occelli, Mauro Pinotti, Rosanna Rossi Editore Attilio Pignata Grafica UKI Design - Suzzara Cel 328-8299789 Stampa Stamperia s.c.r.l. Parma Via Mantova, 79
Il periodico viene distribuito negli ambienti sanitari pubblici e privati: nelle farmacie, parafarmacie, negli ambulatori dei medici e specialisti, nelle Case di Riposo (R.S.A.) al CUP dell’Ospedale di Suzzara, nelle Istituzioni Socio-Sanitarie (A.S.L.) Laboratori Analisi privati e accreditati.
manipolativa secondo Maitland, concetti che fanno parte di quella branca della fisioterapia che si chiama terapia manuale”. Dottore dove lavora e quali progetti per il futuro? In Ospedale a Suzzara tutte el mattine in libera professione. Al pomeriggio mi occupo di privati cittadini a domicilio e presso il Centro Piscine di Suzzara, dove gestisco un ambulatorio, assieme alla professoressa Natascia Frignani che a sua volta si occupa alla rieducazione in palestra e in acqua dei pazienti post-operati, lombalgici e poliartrosici.
I RICORDI DELLA SUA CARRIERA IN OSPEDALE NON LI DIMENTICA, ANZI...
Armida Giamboni ha lavorato per un ventennio in Ospedale (dal 1958 al 1976) e faceva sempre le notti. Allora al piano terra dell’Ospedale Vecchio “F.lli Montecchi” (oggi sede dell’ASL) c’era un solo infermiere notturno e Armida Giamboni, per recarsi da un reparto all’altro e rispondere ai campanelli, usava la bicicletta. Sì, la bicicletta. Oggi a raccontarlo non sembra vero. Classe 1915, Armida vive a Suzzara e trascorre i pomeriggi giocando le carte con i vicini di casa. Ricorda tutto e bene dei sacrifici sostenuti in Ospedale negli anni poveri di mezzi e di personale e sorride quando si parla della bicicletta. Prima di fare l’infermiera aveva lavorato in fabbrica ma in Ospedale le piaceva di più e così i ricordi di quel ventennio
non si sono spenti anzi, nonostante i pochi anni che mancano per festeggiare il centenario, Armida ringrazia le persone che le fanno visita e compagnia perché così le ore passano meglio. A pag. 58 de “I Quaderni dell’Ospedale” Ediz. Bottazzi 2006, si legge: “Armida era l’unica infermiera che faceva solo le notti assieme a Guido Fascioli (scomparso nel 1985 all’età di 76 anni) e Gino Trentini.” Nel mese di ottobre Armida compie gli anni. Sono diventati tanti ma quando una persona li porta bene, non importa la quantità ma la qualità del vivere. La redazione fa gli auguri di buon compleanno.
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